Rischio di divertirmi. Comunicazione ambientale con i - ICS
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Rischio di divertirmi. Comunicazione ambientale con i - ICS
NUOVA CIVILTÀ DELLE MACCHINE - FORLÌ INNOVAZIONI NELLA COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA, SISSA - TRIESTE PROVINCIA DI FORLÌ-CESENA COMUNE DI FORLÌ IV CONVEGNO ANNUALE SULLA COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA Forlì, Italia – 1-3 dicembre 2005 Hotel della Città – Corso della Repubblica, 117 Organizzato da: ICS - Innovations in the Communication of Science SISSA – Trieste Associazione Nuova Civiltà delle Macchine – Forlì Provincia di Forlì-Cesena Comune di Forlì Con il supporto di: Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì Responsabili scientifici: Nico Pitrelli Giancarlo Sturloni Comitato scientifico Agnes Allansdottir, Università di Siena Luigi Amodio, Città della Scienza, Napoli Sveva Avveduto, CNR, Roma Umberto Bottazzini, Università di Milano Andrea Cerroni, Università di Milano-Bicocca Bruna De Marchi, ISIG, Gorizia Paola Govoni, Università di Bologna Pietro Greco, SISSA, Trieste Federico Neresini, Università di Padova Pasquale Tucci, Università di Milano Comitato organizzatore Daniele Gouthier Marzia Mazzonetto Paola Rodari Mauro Scanu Igino Zavatti Segreteria Mila Bottegal Claudia Parma Informazioni Mila Bottegal, 040 3787549, e-mail: [email protected] Igino Zavatti, 0543 712622, e-mail: [email protected] http://ics.sissa.it/conferences/cs2005.html Presentazione del IV Convegno Annuale sulla Comunicazione della scienza Nel 2002, nel 2003 e nel 2004 si sono tenuti a Forlì i primi tre convegni annuali sulla comunicazione della scienza in Italia. Il loro successo da parte del pubblico e della comunità scientifica testimonia la necessità, anche nel nostro paese, di una ricerca sistematica e più interdisciplinare possibile sui processi comunicativi che regolano il rapporto tra scienza e società. Annunciamo che il quarto convegno annuale sulla comunicazione della scienza si svolgerà anche quest’anno a Forlì dal 1° al 3 dicembre 2005. Al convegno, organizzato dal gruppo ICS e dall’Associazione Nuova Civiltà delle Macchine di Forlì, verranno presentate rassegne tematiche e risultati di ricerche originali riguardanti la comunicazione della scienza. Argomenti di interesse • Percezione pubblica della scienza • Comunicazione istituzionale della scienza • Comunicazione pubblica della scienza con particolare attenzione a: − Scienza e media − Divulgazione della scienza − Comunicazione del rischio − Arte, letteratura e scienza − Comunicazione della scienza tra non-esperti • Comunicazione interna della scienza • Storia della comunicazione della scienza Una sessione speciale è dedicata alla democrazia ecologica. Presentazione della sessione sulla Democrazia Ecologica I problemi ecologici globali e locali si sono imposti, negli ultimi decenni, in testa all’elenco delle priorità politiche e sociali. Basti pensare ai temi del cambiamento del clima globale o a quello dell’inquinamento locale. Tutti i paesi del pianeta hanno aderito, più volte, all’idea che si tratta di temi così importanti da contribuire a definire il futuro dell’umanità e delle sue singole componenti. Quello dell’ecologia è, dunque, un tema politico. Naturalmente l’ecologia è un tema che interseca il tema sociale. Sia perché i rischi ecologici più gravi interessano, in genere, le fasce più povere della popolazione (mondiale e regionale). Sia perché i bisogni sociali e i comportamenti economici delle popolazioni hanno un impatto ambientale diretto. È per questo che la gestione politica dei problemi ecologici è stata chiamata «sviluppo sostenibile», dove l’aggettivo, sostenibile, indica sia la sostenibilità ecologica che la sostenibilità sociale. Lo sviluppo sostenibile è un tema così forte da caratterizzare la stessa democrazia. E da richiedere comportamenti democratici e persino procedure democratiche nuove. Insomma, secondo molti siamo entrati nell’era della «democrazia ecologica». A livello globale ciò significa che abbiamo bisogno di un «governo mondiale dei problemi ambientali» fondato sui concetti di multilateralismo e di solidarietà. Un esempio è lo spirito che ha portato alla definizione di una Convenzione delle Nazioni Unite sul Cambiamento del Clima Globale e del conseguente Protocollo di Kyoto. A livello locale significa il superamento dello steccato tra shareholders (coloro che prendono le decisioni: politici, esperti) e stakeholders (coloro che hanno una posta in gioco). Le decisioni di natura ecologica (per esempio, dove insediare un sito per il trattamento dei rifiuti) devono essere necessariamente il frutto di un negoziato reale e informato tra shareholders e stakeholders. Ogni qual volta l’antico steccato viene riproposto, si realizzano cattivi progetti e/o si inducono scontri sociali. In ambedue gli ambiti è essenziale un’alleanza (vera, fondata sul reciproco riconoscimento) tra uomini di scienza e cittadini tutti. Senza questa alleanza la democrazia ecologica rischia di essere minata alle fondamenta. Perché tutte le decisioni dello sviluppo sostenibile sono profondamente innervate dalla conoscenza scientifica. Ma nessuna può essere assunta solo dagli uomini di scienza. Programma GIOVEDÌ 1 DICEMBRE 14.30 – 15.00 SESSIONE DI APERTURA Stefano Fantoni (SISSA, Trieste) Saluto di benvenuto Pietro Greco e Nico Pitrelli (SISSA, Trieste) Presentazione del convegno 15.00 – 17.15 DEMOCRAZIA ECOLOGICA Modera Giancarlo Sturloni 15.00-15.30 Marcello Cini (Università La Sapienza, Roma) La democrazia ecologica nell’era dell’economia della conoscenza 15.30-16.00 Ugo Leone (Università Federico II, Napoli) Ecologia è democrazia e viceversa 16.00-16.30 Bruna De Marchi (Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia) L’agenda della scienza e il ruolo dello scienziato: qualche spunto di riflessione 16.30-17.00 Discussione e conclusioni 17.00-17.15 Pausa 17.15 – 18.45 SCIENZA E DEMOCRAZIA Modera Luigi Amodio 17.15-17.30 Luigi Amodio (Fondazione IDIS-Città della Scienza) Introduzione: Interagire, parlare, agire. Una “nuova interattività” nei musei scientifici 17.30-17.45 Alice Benessia et al. (Centro Interdipartimentale IRIS, Università di Torino) Verso una sostenibilità fondata su ecologia ed equità 17.45-18.00 Michele Fabbri (Consorzio del Parco Regionale del Delta del Po) Comunicazione scientifica e stakeholder per lo sviluppo sostenibile del Parco del delta del Po emiliano-romagnolo 18.00-18.15 Francesco Lescai et al. (Associazione Nazionale dei Biotecnologi Italiani) BIOPOP. Studio pilota su approcci innovativi alla comunicazione pubblica delle scienze della vita e delle biotecnologie da parte di studenti e giovani ricercatori 18.15-18.30 Mario Moroso (Egenis, ESRC Centre for Genomics in Society) Il rischio tra percezione e comunicazione: il caso degli organismi geneticamente modificati in Gran Bretagna 18.30-18.45 Discussione e conclusioni VENERDÌ 2 DICEMBRE Hotel della Città 9.00 – 12.00 COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA IN ETÀ SCOLARE Modera Andrea Cerroni 9.00-9.15 Andrea Cerroni (Università di Milano-Bicocca) Introduzione: Comunicazione della scienza e vocazioni scientifiche dei giovani 9.15-9.30 Marco Bianucci et al. (INFM, Università di Parma) “Raccontare la scienza”. Un progetto di comunicazione della scienza per le scuole 9.30-9.45 Gabriele Catanzaro et al. (Planetario di Roma, Associazione Culturale Momenti di Cultura) Rischio di divertirmi. Comunicazione ambientale con i più piccoli 9.45-10.00 Francesca Cavallotti et al. (INAF-Osservatorio Astronomico di Brera) Dieci domande a bruciapelo: un test astronomico in pillole 10.00-10.20 Discussione e conclusioni 10.20-10.30 Pausa 10.30-10.45 Ilenia Picardi et al. (SISSA Telematica) Chiedi a Ulisse: quattro anni di interazione con il pubblico del portale Ulisse – Nella rete della scienza 10.45-11.00 Francesca Conti et al. (Zadigroma) L’educazione informale come ponte tra l’università e la scuola 11.00-11.15 Anna Parisi et al. (Edizioni Lapis, Roma) Collana editoriale di divulgazione scientifica per ragazzi (10-14). Obiettivi, metodi e risultati 11.15-11.30 Francesca Rosati et al. (Università di Padova) Scienza e media: uno studio sulle preconoscenze in ambito scientifico di ragazzi in età scolare 11.30-11.50 Discussione e conclusioni 11.50-12.00 Pausa 12.00 – 13.30 LA FORMAZIONE IN COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA Modera Pasquale Tucci 12.00-12.15 Matteo Merzagora et al. (ICS-SISSA) La formazione degli animatori scientifici 12.15-12.30 Gualtiero Pisent et al. (Università di Padova) Cronaca e analisi di un’esercitazione in comunicazione della scienza 12.30-12.45 Donato Ramani (Comunicatore free-lance) Output del Master in Comunicazione della Scienza della SISSA di Trieste 12.45-13.00 Adriana Valente et al. (IRPPS-CNR) L’immagine della scienza e dei suoi valori in una prospettiva di genere 13.00-13.30 Discussione e conclusioni 15.00 – 16.30 COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE Modera Sveva Avveduto 15.00-15.15 Leopoldo Benacchio (INAF, Osservatorio Astronomico di Padova) Un ufficio comunicazione per il “nuovo” Istituto Nazionale di Astrofisica. Dubbi e soluzioni, successi e (qualche) insuccesso 15.15-15.30 Barbara Gallavotti et al. (INFN, Roma) La sfida di raccontare la fisica moderna: il caso de i microscopi della fisica 15.30-15.45 Caterina Boccato et al. (INAF, Osservatorio Astronomico di Padova) “Urania” e “I Corti dell’INAF”: la ricerca astrofisica diventa informazione 15.45-16.00 Barbara Paltrinieri et al. (CeVEAS, Azienda USL di Modena) SaPeRiDoc: per molti? No, per tutti 16.00-16.20 Discussione e conclusioni 16.20-16.30 Pausa 16.30 – 18.00 MASS MEDIA Modera Agnes Allansdottir 16.30-16.45 Raniero Della Peruta et al. (Il rasoio di Occam) Il Rasoio incontra Tuttoscienze: pelo e contropelo 16.45-17.00 Alberto Borraccino et al. (Università di Torino) La comunicazione sul rischio per la salute attraverso i serial televisivi: il caso CSI 17.00-17.15 Flavia Bruno et al. (Centro Studi Comunicazione sul Farmaco, Università di Milano) Osservatorio permanente sulla salute sulla stampa laica italiana 17.15-17.30 Simona Scollo et al. (Università dell’Insubria, Varese) Il referendum sulla legge 40 sui quotidiani italiani: diario di una informazione “creativa” 17.30-18.00 Discussione e conclusioni 18.30-19.30 Presentazione del libro SCIRAB. The role of radio in science communication di Marzia Mazzonetto, Matteo Merzagora e Elisabetta Tola. Presenta Fabio Pagan con la partecipazione degli autori SABATO 3 DICEMBRE Hotel della Città 9.30 – 12.15 IMMAGINI E RAPPRESENTAZIONI DELLA SCIENZA Modera Paola Govoni 9.30-9.45 Francesco de Ceglia (Università di Bari) Il vizietto del Dottor Morte. Gunther von Hagens e la sua mostra di corpi plastinati 9.45-10.00 Alessandra Drioli (Città della Scienza s.c.p.a. onlus) Science centre a caccia di artisti. Segnali ed esperienze di un fenomeno in continua evoluzione 10.00-10.15 Cristina Olivotto (Università di Milano) Lo spettacolo della fisica in volo 10.15-10.30 Alessandro Pascolini (INFN, Università di Padova) Immagini per la comunicazione scientifica: dalla descrizione all’evocazione 10.30-10.50 Discussione e conclusioni 10.50-11.00 Pausa 11.00-11.15 Vincenza Pellegrino et al. (Università di Udine) La malattia con le parole del malato: immagini e conoscenze sul malessere della mente 11.15-11.30 Antonella Testa (Università di Milano) Scienziati al cinema: le biografie scientifiche 11.30-12.15 Discussione e conclusioni Abstract Hotel della Città, Giovedì 1 dicembre ore 17.15 Scienza e democrazia INTERAGIRE, PARLARE, AGIRE. UNA “NUOVA INTERATTIVITÀ” NEI MUSEI SCIENTIFICI LUIGI AMODIO Fondazione IDIS-Città della Scienza, Napoli Da diversi decenni la sfera della comunicazione e del linguaggio è divenuta uno spazio decisivo dell’agire sociale, economico, produttivo. Controllo e autonomia, pluralità e monopolio, proprietà privata e cooperazione sociale si confrontano e si scontrano, quotidianamente, nella sfera comunicativa. Questi processi riguardano, naturalmente, anche la scienza e la tecnologia che – in profonda trasformazione nei loro statuti interni così come nel loro rapporto con gli altri attori sociali – essendo la principale risorsa della produzione di valore economico e sociale, costituiscono un “campo” di dibattito e confronto politico, etico, culturale sottoposto a tensioni via via più acute e sensibili. Come si riflettono questi processi più generali sulla comunicazione della scienza e della tecnologia? E come vengono gestite le tensioni cui prima si accennava, nelle istituzioni dedite alla comprensione pubblica della scienza e della ricerca contemporanea? E ancora: come si intreccia questa riflessione con quella sull’evoluzione dell’interattività intesa non solo come metodologia d’elezione per comunicare il metodo scientifico ma anche come luogo dello scambio simbolico? Attraverso l’analisi critica di alcuni casi concreti in ambito europeo e dei comportamenti che emergono dalle innovazioni e dalle sperimentazioni degli strumenti di comunicazione utilizzati nei musei – ma anche attraverso un breve esame teorico del ruolo che il linguaggio ha “per fare cose” – l’intervento vuole delineare le problematiche, ma soprattutto le potenzialità politiche e culturali di una rinnovata e più matura accezione di interattività, che ponga al centro dell’attenzione le questioni aperte più che le soluzioni, le domande più che le risposte, le contraddizioni e le aporie più che i punti fermi, i processi in atto più che gli apparati consolidati. Scienza e democrazia Hotel della Città, Giovedì 1 dicembre ore 17.30 VERSO UNA SOSTENIBILITÀ FONDATA SU ECOLOGIA ED EQUITÀ ALICE BENESSIA 1,3, GIUSEPPE BARBIERO 1,2, ELENA CAMINO 1,2 1 Centro Interdipartimentale IRIS - Ricerche Interdisciplinari sulla Sostenibilità, Università di Torino, Italia 2 Dipartimento di Biologia animale e dell’uomo, Università di Torino, Italia 3 Department of Physics and Department of Philosophy, Columbia University, USA Obiettivi. Mettere a punto percorsi formativi post-universitari in grado di sviluppare nei partecipanti riflessioni sulla sostenibilità articolate in relazione sia agli approcci disciplinari (economia, ecologia, diritto, sociologia ecc.), sia all’espressione dei bisogni e dei valori degli ‘stakeholders’, sia infine al contesto globale, un pianeta vivente in grado di offrire servizi naturali con specifiche qualità, quantità e ritmi. Metodologia. Il Centro interdipartimentale IRIS dell’Università di Torino (www.iris.unito.it) offre un piano di formazione post-universitaria interdisciplinare alla sostenibilità progettato e sperimentato collettivamente a partire dalle diverse competenze disciplinari dei ricercatori coinvolti. Le modalità interattive messe in atto nei corsi permettono di dialogare con i partecipanti e di ricevere feedback sistematici, utili per una valutazione del processo formativo. Risultati. In questa sede vengono illustrate la progettazione e la realizzazione di una lezione svolta all’interno del corso di ‘Alfabetizzazione alla sostenibilità’ rivolto a dottorandi dell’Università e del Politecnico di Torino, vincitori di borse di studio erogate dalla Regione Piemonte per ricerche su temi ambientali. La lezione – “Analisi formale del linguaggio e strategie non formali nei problemi socio-ambientali complessi” – si propone di esplorare l’utilizzo del linguaggio e delle immagini nella scienza, con lo scopo da un lato di mettere in luce gli schemi interpretativi che soggiacciono alla ricerca disciplinare specializzata, dall’altro di esplorare nuove modalità di utilizzo del linguaggio visivo, come strumento di indagine e rappresentazione: (a) intuitivo, con una qualità sintetica; (b) sistemico, cioè capace di mettere in relazione non lineare realtà e concetti distanti fra loro; (c) emotivo, che seleziona, esprime e documenta realtà emotive, fondamentali nei processi decisionali che coinvolgono anche la sfera dei valori. Conclusioni. L’idea emergente, da questa ricerca didattica e dall’esperienza formativa ad essa collegata, è l’opportunità a riferirsi ad uno schema interpretativo più ampio di quello offerto dalla scienza “normale”, inserendolo entro uno scenario di scienza “post-normale” che caratterizza la formulazione e la gestione di problematiche ambientali complesse e controverse. Nel rivalutare gli aspetti qualitativi e le situazioni concrete, il linguaggio visivo può rivelarsi uno strumento efficace di dialogo, capace di dar voce a sistemi di sapere e di conoscenza che finora sono stati poco ascoltati nei tavoli di concertazione. Hotel della Città, Giovedì 1 dicembre ore 17.45 Scienza e democrazia COMUNICAZIONE SCIENTIFICA E STAKEHOLDER PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL PARCO DEL DELTA DEL PO EMILIANO-ROMAGNOLO. LINEE GUIDA E MASTER PLAN MICHELE FABBRI Consorzio del Parco regionale del Delta del Po Obiettivi • identificare i soggetti (shareholder e stakeholder) coinvolti nelle decisioni di natura ecologica del Parco, nel preciso quadro di riferimento dell’elaborazione delle “Linee guida” del Master Plan, strumento di “pianificazione strategica” fondamentale per lo sviluppo sostenibile dell’area in base alle attuali conoscenze scientifiche; • individuare le reciproche relazioni fra i soggetti, il modello e la dinamica di tali relazioni; • coinvolgere i soggetti nella elaborazione delle linee guida del MP e nella gestione partecipata delle iniziative che da esse discendono. Nel Parco fortemente antropizzato del Delta del Po, la tradizionale protezione basata sulla semplice conservazione (delle specie, nicchie abiotiche e biotiche e dei valori estetici e paesaggistici) deve misurarsi con finalità di “sviluppo sostenibile” inteso, quantomeno: a) come strumento per attrarre attività economiche connesse alla fruizione, b) come patrimonio la cui perdita è economicamente controproducente per le attività economiche future. Le linee guida del MP sono il punto di riferimento dello sviluppo sostenibile per tutti i soggetti che agiscono direttamente o indirettamente nel Parco. Esse si specificano in rapporto ai problemi e alle criticità evidenziate da un lungo e complesso lavoro di ricerca scientifica: la frammentazione del territorio naturale, l’isolamento degli habitat, l’aumento dei traffici e delle pressioni, la frammistione di impianti produttivi, l’erosione costiera, l’infiltrazione di acqua salata, la subsidenza e i rischi di esondazione, il previsto innalzamento del livello marino, ecc. È probabile che per molti soggetti le linee guida si rappresentino anzitutto come vincoli all’utilizzo delle risorse naturali (acqua, suolo, ecc), ambientali (boschi, zone umide, dune, ecc), economiche (pesca, caccia, giacimenti materie prime, immobili, infrastrutture, ecc). Le linee guida non hanno valore normativo e saranno perciò efficaci solo se condivise dai soggetti. È in questo contesto che il ruolo della comunicazione scientifica diventa fondamentale. Metodologia 1. Implementazione dei soggetti (shareholder e stakeholder) nel modello di catalogazione scelto a partire da tassonomie validate sul campo; 2. Ricostruzione della storia dei rapporti fra questi soggetti e i problemi del territorio evidenziati dalla ricerca scientifica; 3. Approfondimento con interviste e focus group; 4. coinvolgimento dei soggetti in specifiche azioni, utilizzando – in particolare – le metodologie partecipative legate all’utilizzo del GIS (Geographical Information System) su cui è implementata tutta la conoscenza del MP. Risultati e conclusioni Il risultato della ricerca è costituito dall’elaborazione delle conoscenze raccolte utilizzando la metodologia sopra esposta. Le conclusioni riferiscono all’ efficacia della metodologica adottata per l’identificazione del modello di relazioni e al successo nel coinvolgimento dei soggetti Scienza e democrazia Hotel della Città, Giovedì 1 dicembre ore 18.00 BIOPOP. STUDIO PILOTA SU APPROCCI INNOVATIVI ALLA COMUNICAZIONE PUBBLICA DELLE SCIENZE DELLA VITA E DELLE BIOTECNOLOGIE DA PARTE DI STUDENTI E GIOVANI RICERCATORI FRANCESCO LESCAI 1,2, ANGELA SIMONE 1, MARIKA DE ACETIS 1,3, LEONARDO LAUCIELLO 4, TERRY VRIJENHOEK 5, AMÉLIE CHABOUREAU 6, HOLGER NICKEL 7,8, SYLWIA GORLACH 9, GIANPAOLO PEREGO 10 1 Associazione Nazionale dei Biotecnologi Italiani - CIRB Bologna 2 Centro Interdipartimentale “L.Galvani” per studi integrati di Bioinformatica, Biofisica e Biocomplessità, Università degli Studi di Bologna 3 Fondazione per le Biotecnologie, Torino 4 Coordinamento Nazionale degli Studenti di Biotecnologie, Bologna 5 GeNeYouS - Genomics Network for Young Scientists, Olanda 6 Amicale de l’Ecole Superieure de Biotechnolgie Strasbourg 7 BtS e.V. - Biotechnologische Studenteninitiative e.V., Germania 8 Fraunhofer Institut für Molekularbiologie und angewandte Oekologie, Aachen Germania 9 Technical University of Lodz – Student Association “Ferment”, Lodz Polonia 10 Aethia s.r.l., Torino Cosa accadrebbe se gli scienziati smettessero di incontrare il pubblico con l’idea che soltanto una maggiore educazione sulle biotecnologie potrebbe far cambiare loro atteggiamento verso questa scienza? E cosa accadrebbe se ad incontrare il pubblico, disposti quindi ad ascoltare e a mettersi in discussione, fossero gli studenti e i giovani scienziati che stanno già costruendo la comunità scientifica di domani? A partire da queste domande, un consorzio di giovani ricercatori e studenti di cinque paesi europei sta mettendo a punto e sperimentando un diverso modello di comunicazione della scienza in cui i giovani ricercatori siano gli attori principali, e in cui l’interazione e la discussione con il pubblico siano effettivamente a doppio senso. L’obiettivo è quello di rompere lo schema classico della comunicazione vista come educazione e presentazione di una scienza già fatta, trasformandola invece in partecipazione ad essa, rendendo trasparenti i processi decisionali e allargando la riflessione ad elementi importanti per la società nel suo complesso. Una comunicazione che diventa dialogo, e ancor più incontro e scambio. Un messaggio diretto al pubblico, ai media, coinvolti attivamente nel disegno di questo nuovo modello, ma anche e soprattutto alla scienza: il protagonismo di studenti e giovani ricercatori intende infatti avere un impatto profondo anche sull’atteggiamento della comunità scientifica di domani, parte integrante della società e non separata da essa. Teatro di innovazione saranno due tendoni nella piazza principale di due importanti città, Bologna in ottobre 2005 e Delft in aprile 2006, dove prenderà vita una vera e propria agorà di incontro tra ricercatori e cittadini. Sia la partecipazione del pubblico che il comportamento dei ricercatori saranno soggetti ad una valutazione per chiarire l’impatto del nuovo modello di comunicazione sviluppato. Al convegno saranno illustrate le esperienze dei ricercatori coinvolti in questo progetto, il primo mai finanziato dalla Commissione Europea ad un consorzio di soli giovani, e le prime impressioni che emergeranno dall’evento svolto a Bologna. Hotel della Città, Giovedì 1 dicembre ore 18.15 Scienza e democrazia IL RISCHIO TRA COMUNICAZIONE E PERCEZIONE: IL CASO DEI ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI IN GRAN BRETAGNA MARIO MOROSO ESRC Centre for Genomics in Society Egenis University of Exeter, Inghilterra È opinione diffusa tra politici, industrie e scienziati, che un sentimento di sfiducia nei confronti della tecno-scienza domini il pubblico dei non esperti, nonostante tale sfiducia si limiti in realtà a poche discipline che popolano il vasto panorama scientifico, come le biotecnologie o le nanotecnologie. Per di più, solo alcuni aspetti di queste discipline sono percepiti come problematici dalla maggior parte delle persone. Eppure, l’atteggiamento del pubblico europeo nei confronti degli OGM sembra essere un caso paradigmatico, in grado di confermare le paure dei governi, degli esperti e delle aziende coinvolte nella commercializzazione di innovazioni scientifiche. La causa di questo disagio è stata investigata in molte occasioni da una molteplicità di istituzioni, dall’Unione Europea ai singoli governi, dalle multinazionali alle università. In particolare, la maggior parte di questi studi hanno posto l’attenzione sul concetto di ‘rischio’, analizzato sotto diverse prospettive. Con riferimento all’esperienza britannica sugli organismi geneticamente modificati, questo paper intende mettere a fuoco alcune di esse e come queste abbiano influenzato la comunicazione scientifica ai non esperti. Soprattutto, ci si concentrerà sul rischio così come inteso nell’ambito della “rational choice theory” e sulla definizione di “società del rischio” proposta da Beck, entrambe le quali hanno avuto un impatto significativo sia dal punto di vista teorico-filosofico che nei risvolti pratici. Si cercherà dunque di individuare i limiti e le contraddizioni di queste prospettive, adottando e integrando alcune delle riflessioni nate nell’ambito dell’antropologia, dell’etnometodologia e della microsociologia, della sociologia della scienza e delle scienze della comunicazione. L’obiettivo è quello di gettare le basi per un nuovo modo di interpretare il rischio, le cui implicazioni per la comunicazione scientifica in settori controversi potrebbero essere rilevanti. In altre parole, si cercherà di uscire dalla prospettiva individualistica della “rational choice theory” e dalla inconsistente cornice storica di Beck per adottare un approccio costruttivista alla produzione e diffusione di conoscenza, nel tentativo così di aprire nuove prospettive per realizzare una comunicazione scientifica “efficace” all’interno di una politica più attenta alle esigenze del “pubblico”. Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 9.00 Comunicazione della scienza in età scolare COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA E VOCAZIONI SCIENTIFICHE DEI GIOVANI ANDREA CERRONI Università di Milano-Bicocca Si parla spesso di crisi delle “vocazioni scientifiche” dei giovani in relazione al basso numero di immatricolazioni a corsi di laurea in matematica, fisica e chimica. Questa lettura del rapporto attuale fra scienza e giovani spinge sovente la comunicazione della scienza a catturarne la curiosità, anche più superficiale. Ma attraverso un riesame critico dei dati sulle iscrizioni universitarie e un allargamento dell’orizzonte di analisi, le scelte dei giovani possono essere inquadrati in una prospettiva più adeguata alla società della conoscenza. E, comunque, vanno tenute in considerazione anche le specificità economiche e culturali del caso italiano, per gli sbocchi lavorativi che si prefigurano ai laureati scientifici, soprattutto ai loro più alti livelli formativi. Gli esiti di una ricerca condotta in Lombardia sulla percezione dei dottori di ricerca da parte delle imprese mostrano vecchi stereotipi e nuovi spazi di rinnovamento per le facoltà di Scienze, in cui la comunicazione della scienza, intesa nella sua accezione più ampia, si posiziona come una delle componenti di primo piano nel rinnovamento dei percorsi formativi dei futuri scienziati. Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 9.15 Comunicazione della scienza in età scolare “RACCONTARE LA SCIENZA”. UN PROGETTO DI COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA PER LE SCUOLE MARCO BIANUCCI 1, ROMEO BASSOLI 2, FRANCESCA CONTI 2, LICIA GAMBARELLI 1 1 Istituto Nazionale per la Fisica della Materia (INFM), Dipartimento di Fisica Università di Parma 2 Zadigroma, Roma Grazie al progetto MIUR “Raccontare la scienza”, coordinato dal Gruppo Divulgazione e Didattica INFM insieme all’agenzia di giornalismo scientifico Zadigroma, insegnanti e alunni di scuole medie superiori italiane sono stati coinvolti nella realizzazione di prodotti di divulgazione scientifica, nel formato testuale e multimediale. Le azioni con le istituzioni scolastiche si sono articolate su due livelli, uno interessato a diffondere l’iniziativa sul territorio italiano, l’altro impegnato soprattutto nella formazione degli studenti attraverso l’esperienza dei laboratori di giornalismo e multimediali. Entrambe con l’obiettivo di orientare le scuole alla fruizione e all’utilizzo della divulgazione scientifica come risorsa per l’insegnamento delle scienze. Innanzitutto 50 insegnanti di diverse città italiane hanno partecipato a una giornata di formazione giornalistica e multimediale e sono stati poi, impegnati a portare avanti il lavoro nelle classi e a inserire gli elaborati finali nell’apposito sito dedicato a “Raccontare la scienza”, accessibile attraverso il portale INForMando (http://informando.infm.it) Parallelamente i giornalisti di Zadigroma e gli esperti INFM di multimedialità hanno realizzato, in prima persona, laboratori di scrittura della notizia scientifica e dei multimediali in alcune classi pilota, in occasione di eventi di risonanza nazionale quali: La Settimana della cultura scientifica, Scienza Under 18 e Futuro Remoto. Alcune delle notizie scientifiche per i media prodotte dalle classi partecipanti a entrambe le iniziative sono state pubblicate su “Impulsi”, il notiziario multimediale per i musei di Zadigroma e visibili all’interno dei principali Musei della Scienza e Science Centre italiani. I materiali multimediali, invece, sono stati inseriti nel portale INForMando, visitato da centinaia di utenti al giorno, tra cui molte scuole diffuse su tutto il territorio nazionale e anche europeo. L’intero progetto si conclude con un evento aperto al pubblico organizzato a Genova in occasione del Festival della Scienza 2005. Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 9.30 Comunicazione della scienza in età scolare RISCHIO DI DIVERTIRMI. COMUNICAZIONE AMBIENTALE CON I PIÙ PICCOLI GABRIELE CATANZARO 1,2, DANIELE VERRI 2 1 2 Planetario di Roma Associazione Culturale. Momenti di Cultura Cercare nuove vie per la comunicazione della scienza, e più in particolare del significato di rischio, risulta sempre più indispensabile. Quando gli interlocutori hanno un’età compresa tra gli otto e i dodici anni, questa necessità assume anche un forte valore nella formazione delle loro coscienze. Ritenendo fondamentale il raggiungimento di questo obiettivo, abbiamo cercato di individuare il linguaggio e le metodologie più adatte a veicolare informazioni che spesso vengono trasmesse in maniera distorta anche dai mass media. Consapevoli del fatto che ragazzi di questa età sono in grado di comprendere anche complessi fenomeni e problematiche di carattere ambientale, presentiamo un lavoro frutto di tre anni di esperienza svolta in questo ambito. Abbiamo cercato di coniugare l’esperienza di scoperta vissuta a stretto contatto con la natura, e l’utilizzo di nuove tecnologie che sempre più caratterizzano la vita di adolescenti e preadolescenti. Ci siamo resi conto che l’approccio migliore era quello di utilizzare un linguaggio ed un ambiente non convenzionali per questo tipo di tematiche. La scelta di un campo estivo in un parco naturale, con gruppi formati da ragazzi di diversa età e provenienza, ci è sembrata la più idonea per decontestualizzare l’apprendimento da un ambito istituzionale. Lo stimolo alla scoperta dei meccanismi che regolano particolari fenomeni ambientali e alla conoscenza più approfondita del territorio, è stato dato dalla presenza di personaggi virtuali (in video sotto forma di cartoni animati) e reali che hanno interagito in maniera costante tra loro e con il gruppo. Le giornate erano scandite dagli interventi di uno scienziato immaginario e dal suo giovane assistente, che indirizzavano i ragazzi a compiere alcune missioni di scoperta (studio di un fiume; ricerca di faglie, riconoscimento delle rocce, ecc.); a costruire, con materiale riciclato, strumenti di misura (sismoscopio, pluviometro, meridiane, ecc.); a svolgere attività pratiche (creazione di carte tematiche); o anche alla creazione di una vera e propria mini unità di crisi. Alla fine di ogni giornata le attività svolte venivano ricontestualizzate in un sito web, creato insieme ai ragazzi. Questo permetteva di avere un contatto virtuale anche con i genitori a casa. Il coinvolgimento emotivo che si è creato tra i ragazzi e i personaggi virtuali, l’utilizzo di supporti multimediali, e di giochi a tema come mezzo di apprendimento, hanno semplificato e favorito il raggiungimento da parte dei ragazzi di una maggiore presa di coscienza ambientale. Comunicazione della scienza in età scolare Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 9.45 DIECI DOMANDE A BRUCIAPELO: UN TEST ASTRONOMICO IN PILLOLE FRANCESCA CAVALLOTTI, SIMONA ROMANIELLO, STEFANO SANDRELLI INAF-Osservatorio Astronomico di Brera Il POE (Public Outreach & Education office) dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera, nel corso degli anni scolastici 2003-2004 e 2004-05, ha iniziato un’indagine sull’immaginario astronomico nei ragazzi delle scuole medie e superiori (13-18 anni). Due anni di raccolta dati e oltre 1000 quiz raccolti hanno permesso di fare un primo passo nell’esplorazione dell’universo sviluppato da ragazzi in età scolare. Agli studenti si richiedeva di affrontare in una manciata di secondi nove domande a risposta chiusa, più una decima a risposta aperta. Le domande riguardavano distanze e dimensioni astronomiche, concetti di base sulla gravitazione, sulle proprietà della luce. Il tono delle domande era colloquiale, paritario e non poneva l’interlocutore in condizioni di inferiorità. In alcuni casi per stimolare al massimo la creatività e non ridurre il tutto a delle risposte preconfezionate, si è scelto un tono “quasi sussurrato”, come in una conversazione intima con un amico. Si è deciso inoltre di lasciare libertà di registro espressivo: immagini, parole o entrambe. Insomma qualsiasi cosa pur di cercare di svelare il loro immaginario, risvegliarlo da sotto la coltre di nozioni. Con questo metodo di “quiz anaerobico” non si è voluto, naturalmente, indagare le conoscenze scientifiche dei ragazzi, ma portare alla luce gli schemi, le forme, i concetti, le immagini con le quali spontaneamente, ovvero senza la mediazione del ragionamento, i ragazzi affrontano questioni come quelle che ponevamo loro. E attraverso questi schemi provare a ricostruire l’universo immaginato dai ragazzi di diverse età. Particolare attenzione è stata rivolta a quei concetti che sembrano non subire cambiamenti in funzione dell’età e del grado di scolarizzazione. Tali concetti, come per esempio le dimensioni dell’universo, che nella maggioranza dei ragazzi interrogati coincide più o meno con il sistema solare, sembrano non essere influenzati dall’età o dagli studi svolti. Non vengono invece riscontrate particolari tendenze nel confronto uomini-donne. Oltre a costruire un inventario delle concezioni del pubblico scolare sull’Universo, cercando di scoprire cosa sa o cosa crede di sapere sull’Universo, abbiamo cercato di mettere in luce le conoscenze implicite e vedere se queste ultime creano un’inerzia più forte rispetto a nuove idee/teorie/osservazioni. Lo studio delle concezioni possedute dai ragazzi ha permesso di mettere in luce le influenze socioculturali ed emotive alla base di un percorso di formazione scientifica. Inoltre ha sottolineato che le nostre strutture mentali non sono spontaneamente organizzate in modo da tenere separato ciò che è scientifico da ciò che non lo è e che il tempo e la scuola non modificano in maniera sostanziale (se non per niente) l’immagine dell’universo. La discussione dei risultati del test è stata selezionata come talk di review al congresso internazionale Communicating Astronomy 2005, 13-17 giugno, Garching, Monaco. Comunicazione della scienza in età scolare Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 10.30 CHIEDI A ULISSE: QUATTRO ANNI DI INTERAZIONE CON IL PUBBLICO DEL PORTALE ULISSE – NELLA RETE DELLA SCIENZA SIMONA CERRATO, DANIELE GOUTHIER, ILENIA PICARDI, PAOLA RODARI, FRANCESCO SCARPA Ulisse – SISSA, Trieste Questo studio sviluppa un’analisi qualitativa e quantitativa delle domande che il portale di diffusione della cultura scientifica Ulisse – Nella rete della scienza (http://ulisse.sissa.it) riceve quotidianamente attraverso il suo servizio on line di domande e risposte “Chiedi a Ulisse”. La ricerca consente di delineare gli interessi e la percezione dei temi scientifici da parte di un pubblico eterogeneo, dai non esperti, appassionati e curiosi, fino a scienziati e studiosi interni alla ricerca. Nell’arco di quasi quattro anni, cioè da quando è nato Ulisse, sono state pubblicate circa 1600 risposte a fronte di una richiesta complessiva di domande pari a circa 2800 unità1. L’obbiettivo principale in questi anni è stato quello di interfacciare il grande pubblico con il mondo della ricerca, grazie all’interattività garantita dalle possibilità proprie di un sito web. Questa esperienza si colloca alla confluenza di nuove spinte culturali nell’ambito della comunicazione della scienza e di un crescente uso di moderne tecnologie. Non a caso il portale di Ulisse nasce alla SISSA di Trieste (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati), che affianca ai tradizionali temi della ricerca pura attività connesse alla divulgazione scientifica e all’editoria elettronica. Lo studio ha previsto l’elaborazione di un questionario (dati raccolti dall’1 al 31 maggio 2005) per una valutazione diretta dei fruitori dei servizi del portale: genere, età, professione, interessi all’interno del ventaglio delle proposte scientifiche del portale. A questa è seguita l’analisi dei dati degli iscritti a Ulisse, informazioni fornite facoltativamente dagli utenti all’atto dell’iscrizione al sito: questa doppia procedura ha consentito una migliore caratterizzazione del campione degli utenti. Le categorie interpretative con cui sono state poi analizzate le domande (oltre a una catalogazione per discipline scientifiche) sono di natura assiomatica, secondo uno schema che va dal particolare al generale: 1. Tipologia di domande: per esempio se sono tecniche, esercizi, curiosità generiche, polemiche, etiche, “esistenziali”, legate all’attualità scientifica ecc. 2. Scopo: per esempio per studio, lavoro, approfondimenti vari ecc. 3. Distanza dalla ricerca effettiva: si analizza come nel fare le domande l’utente generico, esplicitamente o per il particolare linguaggio usato, può manifestare una minore o maggiore conoscenza di tutte le problematiche effettive della ricerca scientifica, segno della sua maggiore o minore distanza dal mestiere di scienziato e dai suoi contesti lavorativi. 4. Atteggiamento verso la scienza: per esempio se è consapevole, da tecnofili, preoccupato, fiducioso (acritico), ecc. In estrema sintesi è emerso dal questionario che il campione di utenti è prevalentemente maschile (circa due terzi), tra i 25 e i 40 anni: si tratta di una fascia produttiva, inserita nel mondo del lavoro e che mostra di essere ben orientata nella scienza. La possibile minore propensione dei giovani a compilare un questionario on line probabilmente ha deformato il dato, con uno spostamento verso le età più mature. Il campione ha inoltre mostrato grande attenzione per le notizie di attualità scientifica, per gli aspetti connessi alla tecnologia, e per gli approfondimenti saggistici presenti nel sito. Dall’analisi delle domande è emerso che gli autori sono prevalentemente studenti; la disciplina con il maggior numero di domande è la fisica, seguita dalla biologia. Mediamente il pubblico maschile è rivolto verso questioni di fisica e matematica, mentre quello femminile verso la biologia e le scienze naturali. L’atteggiamento verso la scienza è spesso fiducioso e acritico, e pur mostrando una certa distanza dalla ricerca effettiva, pone problematiche (alle volte anche bizzarre) che in parte seguono l’attualità scientifica e in parte sfuggono a qualsiasi tipo di imprinting culturale. Queste domande “bizzarre”, e il fatto che molti utenti continuano a far domande quasi regolarmente, mostrano però una grande curiosità verso la scienza e un grande bisogno di dialogo. Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 10.45 Comunicazione della scienza in età scolare L’EDUCAZIONE INFORMALE COME PONTE TRA L’UNIVERSITÀ E LA SCUOLA FRANCESCA CONTI 1, PAOLA RODARI 2, EVA BENELLI 1 1 2 Zadigroma, Roma Ics–SISSA, Trieste Aumenta il numero di laboratori didattici, cresce quello dei musei e si diversificano sempre di più le offerte di educazione informale al mondo della scuola. In questo panorama quanto mai variegato, la nostra ricerca mira a descrivere ed esplicitare quali sono i nodi del rapporto tra educazione formale ed educazione informale, e in particolare come quest’ultima possa rappresentare il tramite tra la scuola e il mondo della ricerca. Con un’indagine incentrata sull’esperienza del Life Learning Center di Bologna sono state ricercate le caratteristiche di buona pratica utili per qualunque struttura voglia costituirsi come interfaccia efficace tra mondo della ricerca e mondo della scuola. La ricerca, finanziata dal Ministero dell’università e della ricerca nell’ambito della legge 6/200 e realizzata da Zadigroma nel corso dell’anno 2004, è stata articolata in due fasi e, si è basata sull’uso di metodologie qualitative e quantitative. Dapprima sono state realizzate delle interviste in profondità a dirigenti e operatori del centro e ad insegnanti fruitori del Life Learning Center di Bologna, in seguito l’analisi delle interviste ha reso possibile la stesura di questionari che sono stati somministrati a 82 insegnanti provenienti da tutta Italia e coinvolti in attività con il Network di Life Learning Centre, che opera in cinque regioni italiane. I risultati della ricerca hanno reso possibile evidenziare i caratteri fondanti di una buona pratica nel rapporto centro di educazione informale/scuola, come anche gli aspetti critici nella cui gestione va posta particolare cura. 1 Lo scarto tra le domande inviate a Ulisse e le risposte pubblicate è dovuta alla scelta editoriale del portale di non pubblicare domande di argomento strettamente medico e tecnologico, e inoltre di escludere questioni puramente didattiche, come esercizi o dimostrazioni. Lo scopo del servizio “Chiedi a Ulisse” infatti non è quello di sostituire gli usuali supporti didattici o i canonici rapporti studenti/docenti, ma di rispondere a curiosità o novità scientifiche di interesse generale, alle volte trasversali alle diverse discipline scientifiche, e non facilmente reperibili su testi scientifici di medio livello. In ogni caso la nostra analisi ha comunque tenuto conto di questa grossa fetta di domande non pubblicate ma registrate nei nostri data base. Comunicazione della scienza in età scolare Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 11.00 COLLANA EDITORIALE DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA PER RAGAZZI (10-14). OBIETTIVI, METODI E RISULTATI ANNA PARISI 1, GIORGIO PARISI 2, ETTORE PEROZZI 3, ALESSANDRO TONELLO 4 1 Direzione Editoriale, Edizioni Lapis, Roma, Italia Dipartimento di Fisica, Università La Sapienza, Roma, Italia 3 Studi e Progetti Innovativi, Telespazio, Roma, Italia 4 Laboratoire de Physique de l’Université de Bourgogne, Dijon, France 2 Dalla collaborazione tra una casa editrice per ragazzi e ricercatori attivi, è nata una collana di divulgazione di fisica rivolta alla fascia d’età 10-14 anni. Il principale obiettivo della collana è diffondere la cultura scientifica tra la fascia dei ragazzi più giovani, ma anche proporre un metodo di ricerca, basato sull’osservazione e il ragionamento. I volumi, che coniugano il rigore dei contenuti con una forma espositiva allegra e di scorrevole lettura, seguono l’evoluzione storica delle idee scientifiche e i ragazzi sono invitati a ripercorrere la stessa strada compiuta dall’umanità, guardando da vicino i suoi sviluppi, tramite immaginarie interviste fatte da ragazzi ai maggiori scienziati di ogni epoca. Le risposte degli scienziati sono tratte dai testi originali. Questo garantisce il rigore dei contenuti mentre la forma dialogica permette la leggerezza espositiva necessaria. Durante la stesura dei volumi esiste una continua interazione tra l’autore, la direzione scientifica e la direzione editoriale. Non si rinuncia ad inserire le equazioni più importanti né alcune dimostrazioni rigorose. Al momento sono stati pubblicati: Numeri magici e stelle vanganti – I primi passi della scienza (dagli inizi a Tolomeo) Ali, mele e cannocchiali – La rivoluzione scientifica (dal medioevo a Newton) Il filo conduttore – L’anticamera dell’atomo (la fisica dell’800: meccanica, elettromagnetismo e termodinamica) Il cielo sotto la Terra – In viaggio nel sistema solare (dalle osservazioni planetarie dei caldei alle missioni di esplorazione). I risultati che stiamo ottenendo ci spingono a continuare questo lavoro e ad ampliarlo ad altre discipline scientifiche, mantenendo gli stessi obiettivi e principi di fondo, ma cercando, di volta in volta, la chiave migliore per presentare le singole materie. Per la fisica sono previsti al momento i seguenti nuovi volumi: le teorie relativistiche, le teorie quantistiche, la luce (volume monotematico), l’astrofisica, i problemi aperti della fisica di oggi. Stiamo inoltre lavorando, con biologi e neuroscienziati, su due volumi di biologia (la genetica e l’evoluzione) e un volume sul cervello e l’intelligenza artificiale. Comunicazione della scienza in età scolare Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 11.15 SCIENZA E MEDIA: UNO STUDIO SULLE PRECONOSCENZE IN AMBITO SCIENTIFICO DI RAGAZZI IN ETÀ SCOLARE SABRINA SARTORI 1, FRANCESCA ROSATI 2, BARBARA MONTOLLI 3 1 2 Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Settore Materiali, Università di Padova Dipartimento di Fisica “Galileo Galilei” e INFN, Sezione di Padova, Università di Padova 3 A.I.F. Associazione per l’insegnamento della fisica, Sezione di Padova L’immagine della scienza e del suo legame con la vita di tutti i giorni, come pure quella degli attori in essa coinvolti, rivestono oggi un’importanza cruciale in una società che comincia a interrogarsi sul ruolo della ricerca scientifica e sul senso di perseguire alcune linee di studio piuttosto che altre. In questo contesto, i mezzi di comunicazione di massa e la formazione scolastica appaiono rivestire un ruolo quanto mai delicato, soprattutto per l’influenza che possono esercitare sui giovani in età scolare e, quindi, sulle scelte della società futura. Oggetto di questa presentazione è un’ampia indagine sul rapporto tra i mezzi d’informazione di massa e la formazione delle preconoscenze in ambito scientifico, che è stata condotta a Padova nei mesi di aprile e maggio 2005, presso le classi in visita alla mostra “Sperimentando”. Complessivamente è stato preso in considerazione un campione di circa 400 ragazzi di età compresa tra gli undici e i diciannove anni, reclutati tra scuole medie e superiori di diversi istituti scolastici del triveneto, a cui è stato proposto un questionario per verificare, in maniera quantitativa, a quali agenzie informative essi facciano riferimento nella formazione delle preconoscenze di carattere scientifico, anche al di fuori dei normali percorsi di insegnamento. Sono stati proposti quattro argomenti di biologia (cellule staminali, DNA, clonazione, OGM) e quattro di fisica (nucleo atomico, spirit e opportunity, nanotecnologie, campi elettromagnetici) per ognuno dei quali sono state fatte alcune semplici domande. I risultati danno una visione interessante dell’evoluzione dello spirito critico con l’età degli intervistati, nei confronti di argomenti con un certo impatto sociale ed etico, e rivelano quali mezzi di comunicazione o momenti di aggregazione più facilmente raggiungono gli adolescenti ai fini della diffusione della cultura scientifica. Inoltre, la ricerca mette in luce le differenze di genere e/o di indirizzo scolastico, come pure il ruolo dei media nello suscitare curiosità o paura/disagio nei confronti della scienza e delle sue applicazioni tecnologiche. Questo studio ad ampio raggio intende essere il punto di partenza per ulteriori indagini di carattere più specifico, sia dal punto di vista delle tematiche scientifiche che delle agenzie informative. Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 12.00 La formazione in comunicazione della scienza LA FORMAZIONE DEGLI ANIMATORI SCIENTIFICI MATTEO MERZAGORA, PAOLA RODARI Ics–SISSA, Trieste Gli animatori che operano nei centri nei musei della scienza, nonché nelle feste della scienza e altre manifestazioni, rappresentano un punto di contatto continuativo e diretto fra la cittadinanza e il mondo della scienza. Per il pubblico, rappresentano un’occasione unica per guardare la scienza negli occhi. Spesso gli animatori sono studenti di corsi di laurea scientifici, che proseguiranno la loro carriera nel mondo della ricerca: la loro esperienza come animatori rappresenta un’occasione unica per conoscere il punto di vista del pubblico sulla ricerca. Nella maggioranza dei casi, la formazione degli animatori è fatta secondo un criterio di “imitazione guidata” delle pratiche esistenti in un museo; nella maggioranza dei casi, è una formazione strettamente finalizzata, vale a dire focalizzata sull’attività da svolgere, piuttosto che tesa a dare agli animatori gli strumenti per assumere (o inventarsi) un ruolo attivo nella definizione e aggiornamento della propria attività e del museo stesso. Il progetto DOTIK, finanziato dalla Commissione Europea – DG Ricerca nell’ambito del programma Science & Society, sta elaborando un percorso formativo per animatori scientifici nel quale venga tenuto conto di aspetti quali i visitor studies, i criteri di autovalutazione, la conoscenza delle problematiche di base della comunicazione della scienza, le tecniche di public engagement, le ricerche sulle procedure partecipative come strumento di avvicinamento fra scienza e società, ecc. A settembre 2005 si terrà a Trieste una scuola sperimentale in cui verrà messo a punto lo schema della formazione, in collaborazione con gli animatori dei tre Science centres partner del progetto (Immaginario Scientifico di Trieste, Hisa Experimentov di Lubiana, AT-Bristol di Bristol). Verranno presentati a Forlì i principali risultati di questa fase preparatoria e il progetto di formazione che porterà all’organizzazione di una Scuola Europea per Animatori Scientifici nel giugno 2006. Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 12.15 La formazione in comunicazione della scienza CRONACA E ANALISI DI UN’ESERCITAZIONE IN COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA GUALTIERO PISENT, DANIELA BORESI Università di Padova Bionova è la rassegna biennale internazionale sulle biotecnologie, che si tiene a Padovafiere con il contributo dei Ministeri della Ricerca e della Salute. Nell’arco di tre giorni si tengono una media di 60 sessioni, più 3 appuntamenti di rilievo. Quattordici studenti del Master in Comunicazione delle Scienze dell’Università di Padova, opportunamente preparati con lezioni mirate, sia sugli aspetti scientifici dei contenuti che sulle tecniche di giornalismo, hanno sostenuto l’ufficio stampa, coadiuvando i 2 addetti stampa di Bionova, producendo una diecina di comunicati stampa al giorno che sono stati lanciati in rete ed effettuando interviste a scienziati italiani e stranieri, che erano state esplicitamente richieste da alcune testate giornalistiche. Si dà una breve descrizione dell’esercitazione, con un’analisi dei risultati didattici ottenuti e dei problemi sorti. Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 12.30 La formazione in comunicazione della scienza OUTPUT DEL MASTER IN COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA DI TRIESTE DONATO RAMANI Comunicatore free-lance Nel 1993, presso la Scuola superiore internazionale di studi avanzati di Trieste, prendeva il via il primo Master in comunicazione della scienza in Italia. Da allora fino ad oggi, passando attraverso modifiche strutturali e di contenuto che ne hanno definito l’attuale organizzazione, questo Master ha accolto quasi duecento studenti. Scopo di questo studio, condotto attraverso una ricerca desk e l’analisi di tre questionari sottoposti agli studenti ed ex-studenti tra il 2002 e il 2005, è stato quello di fornire un quadro delle caratteristiche generali degli allievi ed ex-allievi (età, provenienza geografica, titolo universitario ecc.) e del loro output occupazionale nella comunicazione della scienza, verificando se e in quale misura la frequentazione del Master si è rivelata utile professionalmente. Con questo intento si è analizzata l’attività lavorativa degli studenti non solo al termine del corso di studi (attualmente di durata biennale) ma anche nel periodo di frequentazione della scuola. I risultati ottenuti evidenziano l’importanza ruolo di questo Master nell’inserimento lavorativo degli allievi nei diversi settori della comunicazione della scienza (giornalismo su carta e on line, musei, editoria, ricerca, radio e televisione, comunicazione istituzionale, didattica ecc.). Tra gli ex-studenti, per esempio, oltre il 90% rivela di svolgere attività in questo ambito (dati dal questionario 2004). Un evidente incremento dell’occupazione in questo campo si registra già tra il primo e secondo anno di corso: ad esempio, secondo le rilevazioni raccolte tra gli studenti dell’undicesimo corso di studi, quattordici studenti su ventuno dichiarano di aver cambiato lavoro, in questo lasso di tempo, grazie alla frequentazione del Master. In un momento in cui è sempre crescente l’attenzione nei confronti della comunicazione della scienza e in cui molte realtà accademiche includono nella loro offerta educativa dei corsi a ciò dedicati, questa ricerca, nelle sue conclusioni, propone un resoconto dei positivi risultati ottenuti dalla scuola triestina che, grazie a un’esperienza consolidata e alla sua peculiare impostazione, si pone come un importante punto di riferimento nazionale e internazionale dal punto di vista formativo, professionale e culturale. La formazione in comunicazione della scienza Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 12.45 L’IMMAGINE DELLA SCIENZA E DEI SUOI VALORI IN UNA PROSPETTIVA DI GENERE ADRIANA VALENTE, LOREDANA CERBARA Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali, Consiglio Nazionale delle Ricerche Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irpps e Ceris) svolge dal 2002 in collaborazione con il British Council e la Fondazione Rosselli il progetto di ricerca “Percezione e consapevolezza della scienza”. Uno degli obiettivi consiste nel comprendere ed interpretare l’incidenza dell’identità di genere nella rappresentazione della scienza e dei valori da questa veicolati. Nel corso dei tre eventi in cui si è articolato finora il progetto(Ogm nel 2002 a Bologna, Elettrosmog nel 2003 a Roma, Spazio nel 2004 a Napoli in teleconferenza con Roma), sono stati coinvolti circa 850 studenti/studentesse di diversi istituti secondari superiori: licei classici e scientifici, istituti tecnici e professionali, magistrali, del centro e della periferia delle tre grandi città considerate. Nell’occasione della sperimentazione di un modello di comunicazione pubblica su temi della scienza “in divenire”, che consentisse a studenti e studentesse di acquisire un ruolo attivo nei confronti di scienziati/e, sono stati realizzati dei sondaggi volti a cogliere la percezione della scienza e di alcuni dei valori a questa riconducibili (universalità della conoscenza scientifica e localismo, velocità del progresso scientifico, principio di precauzione, etica e politica scientifica, ruolo del mercato). Proprio per la parte di questionario dedicata alla scienza ed ai suoi valori si sono evidenziate maggiori differenze di genere. L’obiettivo del lavoro è quello di evidenziare tali differenze, che esistono ma che non si identificano con lo stereotipo di un pubblico femminile meno interessato o meno fiducioso nella scienza. I primi dati elaborati rispetto al sondaggio del 2002 hanno mostrato alcune ricorrenti differenze di genere nella riflessione sui criteri di valore del progresso scientifico; le donne, ad esempio, sono più critiche ed attente ai fattori di rischio, ma ciò non è riconducibile a minore conoscenza né ad una posizione di minore “impegno”, evidenziate invece da altri studi. Nel presente lavoro vengono analizzati i dati dei sondaggi svolti nel corso dei tre anni ed i risultati vengono confrontati con gli studi nazionali ed internazionali. Un aspetto chiave è la possibilità di condividere i valori veicolati dalla scienza e gli scenari prospettati. Comunicazione istituzionale Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 15.00 UN UFFICIO COMUNICAZIONE PER IL “NUOVO” ISTITUTO NAZIONALE DI ASTROFISICA. DUBBI E SOLUZIONI, SUCCESSI E (QUALCHE) INSUCCESSO LEOPOLDO BENACCHIO Osservatorio Astronomico di Padova L’Istituto Nazionale di Astrofisica è stato costituito solo 6 anni fa, ma già “riformato” una volta, nel 2003-4. L’assetto presente dell’Istituto, che ora comprende oltre 600 unità di personale in più, prevede un forte impegno nella comunicazione dell’impostazione e dei risultati nella ricerca astrofisica italiana. Per questo è stato formalizzato, nel maggio 2005, un Ufficio Comunicazione che, nei fatti, era in funzione già da alcuni mesi. Al di là del fatto formale il nostro primo impegno, e dubbio, è stato quello di capire a cosa potevamo “servire”, come dovevamo agire e soprattutto a chi e come ci dovevamo rivolgere, dato che la legge di riforma affida compiti che, per quanto riguarda la comunicazione, spaziano a 360 gradi. “By law” l’Ufficio Comunicazione del nostro Ente dovrebbe rivolgersi sia all’esterno, dal mondo dei media alla scuola, sia al proprio interno, verso i ricercatori e il resto del personale. Mentre il “perché” comunicare ci può essere risolto, in modo frettoloso e un po’ ipocrita, dall’obbligo imposto dalla riforma, un’analisi preliminare dei vari “utenti” da servire ci ha portati immediatamente a considerare come il punto focale,almeno per noi, fosse quello di chiarirci bene “cosa” dovevamo comunicare. Quale messaggio, sul lungo periodo, volevamo che capisse, o meglio percepisse, da noi l’utente della nostra comunicazione? E poi ancora questo messaggio poteva essere unico per i vari tipi di utenza, dallo scolaro al giornalista di testata nazionale? L’elaborazione, faticosa e partecipata, di uno statement interno di riferimento su cosa l’Istituto dovesse comunicare, che viene discusso nella presentazione, ha permesso di passare all’esame del “come” comunicare. Accanto allo sviluppo di forme tradizionali dell’Ufficio Stampa, che fa parte del Ufficio Comunicazione, abbiamo fatto tesoro delle esperienze “locali” sviluppate in questi anni nelle varie sedi locali, specie Osservatori Astronomici che vantano una lunga tradizione di rapporti col pubblico locale. Ovviamente queste sono state ripensate in seguito alla elaborazione cui si è accennato nel paragrafo precedente. Il risultato è un modo nuovo, più fresco e agile di comunicare, specie nei confronti del pubblico più giovane, formatosi su media e modi diversi da quelli sui quali si sono formati gli odierni comunicatori. Vengono esemplificati un paio di casi con luci ed ombre ed una serena valutazione dei risultati raggiunti, da cui imparare, almeno noi, per capire come procedere nel prossimo futuro. Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 15.15 Comunicazione istituzionale LA SFIDA DI RACCONTARE LA FISICA MODERNA: IL CASO DE I MICROSCOPI DELLA FISICA BARBARA GALLAVOTTI, CATIA PEDUTO, FRANCESCA SCIANITTI, ANTONELLA VARASCHIN Ufficio Comunicazione Infn Nell’ultimo secolo le scienze, dalla biologia, alla fisica, alla chimica, hanno compiuto progressi enormi. La divulgazione scientifica dal canto suo, se da un lato è stata impegnata in una sempre più consapevole ricerca delle migliori modalità di comunicazione, dall’altro ha tentato di seguire i progressi delle conoscenze raccontando al pubblico scoperte sempre più sensazionali, emozionanti e rivoluzionarie. Si è perso qualcosa in questo processo? Probabilmente si. Nei secoli scorsi, il pubblico interessato leggendo accuratamente gli scritti di scienza poteva capirli abbastanza a fondo da costruirsi una opinione propria. Oggi persino per un ricercatore è molto difficile comprendere le modalità del lavoro di un collega impegnato in un campo leggermente diverso. E di conseguenza l’uomo moderno è costretto a “credere” alle notizie scientifiche “per fede”, o meglio perché provengono da fonti la cui autorevolezza è fuori discussione. Ad esempio l’idea che lo sviluppo e il funzionamento di un organismo sia governato da una molecola chiamata Dna viene generalmente accettata, anche se in pochissimi saprebbero immaginare anche solo un esperimento mentale abbastanza convincente per provarlo. E analogamente si ritiene che l’Universo sia nato da una esplosione chiamata Big Bang e così via. Così, proprio il pubblico interessato alla scienza è accetta le notizie provenienti dal mondo della ricerca con cieca fiducia, cioè nel modo più antiscientifico immaginabile. Un sistema che si regge sostanzialmente sul prestigio sociale dei ricercatori è però estremamente fragile. Alcuni fatti contingenti possono minare il rapporto con gli scienziati, oppure può accadere che si creino divari fa persone provenienti dal mondo della ricerca (come avvenuto recentemente in Italia nel dibattito sul referendum riguardante la fecondazione assistita). In questo caso il pubblico si trova disorientato, non sa a chi credere e può non essere in grado di distinguere le argomentazioni di carattere scientifico da quelle di altro tipo. Come può la divulgazione affrontare un simile problema? Un primo passo potrebbe essere rendere il pubblico maggiormente consapevole del metodo scientifico, attualmente trascurato persino nell’insegnamento scolastico. E le mostre interattive sembrano per loro natura essere uno strumento particolarmente adatto a raccontare al pubblico le modalità della ricerca scientifica. In base a queste considerazioni, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare in occasione del 2005, anno Internazionale della Fisica, ha allestito la mostra interattiva “I Microscopi della Fisica”, rivolta soprattutto al grande pubblico delle scuole medie, inferiori e superiori. La mostra è soprattutto un esperimento di divulgazione, che mira a raccontare ai “non addetti ai lavori” la fisica nucleare e subnucleare partendo innanzitutto dagli strumenti con cui opera questa disciplina, per poi giungere attraverso di essi a raccontare i suoi risultati più recenti. Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 15.30 Comunicazione istituzionale “URANIA” E “I CORTI DELL’INAF”: LA RICERCA ASTROFISICA DIVENTA INFORMAZIONE LUCA NOBILI 1, CATERINA BOCCATO 1, ELENA LAZZARETTO 1, MARCO MALASPINA 2, STEFANO PARISINI 3, MARCO GALLIANI 4, LEOPOLDO BENACCHIO 1 1 2 INAF–Osservatorio Astronomico di Padova INAF–Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica cosmica di Bologna 3 INAF–Istituto di Radioastronomia di Bologna 4 INAF–Roma “Urania” e “I Corti dell’INAF” sono due delle maggiori iniziative di informazione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica rivolte al grande pubblico. Entrambe sono il risultato dell’esperienza accumulata in anni di lavoro nel campo della Comunicazione dell’Astronomia e della conseguente conoscenza dei diversi tipi di pubblico e dei modelli di comunicazione a loro più idonei. Parlando del grande pubblico, la nostra percezione è che oggi esso richieda principalmente informazione. Un’informazione che non sia basata su approcci di tipo divulgativo e didattico ma proposta invece in “pillole”, veicolata su più media con modalità push e in grado di rispondere in modo semplice, veloce e corretto a domande ben precise: cosa vuol dire fare Astrofisica oggi? Ha degli obiettivi concreti? Quali vantaggi può portare alla società? I due prodotti che qui presentiamo seguono queste linee e sono stati realizzati per giungere al pubblico attraverso i principali mezzi di informazione, dalla Rete alle emittenti televisive e radiofoniche. “Urania” (www.cieloblu.it), è un settimanale di informazione sulle novità dal mondo dell’Astronomia e dell’Astronautica realizzato in formato Flash ed mp3, attualmente trasmesso da numerose emittenti radiofoniche locali. Ogni numero è il risultato di un percorso che comincia dalla raccolta quotidiana delle notizie diffuse dalle principali agenzie spaziali, agenzie stampa e riviste scientifiche. Una volta verificata la loro attendibilità, vengono discusse una ad una per individuare quali proporre al pubblico in base agli obiettivi prefissati. Le notizie scelte vengono quindi rielaborate e scritte da zero con un linguaggio semplice, immediato ma sempre scientificamente corretto. Il numero crescente di emittenti radiofoniche che scaricano e trasmettono Urania dimostra l’interesse per l’informazione scientifica così proposta, e ha dato il via a uno scambio di opinioni e suggerimenti che permette un continuo innalzamento della qualità del prodotto. “I Corti dell’INAF” (www.bo.iasf.cnr.it/Movies/) è una raccolta di brevi filmati girati e montati per avvicinare il pubblico ai grandi temi della ricerca astrofisica. Particolare rilievo viene dato alle problematiche e alle conseguenti innovazioni tecnologiche necessarie per risolverle. Attraverso “Urania” e “I Corti dell’INAF” è quindi possibile aggiornare sulle novità e le scoperte della ricerca astrofisica, informando sulle ricadute tecnologiche e conoscitive che queste scoperte producono sulla vita di ogni giorno e dando voce ai ricercatori italiani per evidenziare il ruolo primario del nostro Paese e dell’Europa. Comunicazione istituzionale Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 15.45 SAPERIDOC: PER MOLTI? NO, PER TUTTI BARBARA PALTRINIERI, VITTORIO BASEVI, NICOLA MAGRINI CeVEAS – Centro per la valutazione della efficacia dell’assistenza sanitaria - Azienda USL di Modena SaPeRiDoc - Centro di documentazione online sulla salute perinatale e riproduttiva Oltre a essere un grande veicolo di informazioni, Internet, è anche un buon veicolo di informazioni? A questo interrogativo si può rispondere “probabilmente sì” se nella progettazione della comunicazione sono stati curati almeno alcuni aspetti di base. Fra questi c’è la qualità delle informazioni offerte, che specie in ambito medico-scientifico, dovrebbero potersi avvalere di un metodo rigoroso e di una “peer review” che ne garantisca la validità. Ci sono, inoltre, l’organizzazione dei contenuti e la navigabilità del sito. Per sua stessa natura, infatti, Internet ha generato e allevato un pubblico che vuole trovare rapidamente le informazioni: circa il 79% degli utenti dà solo una rapida occhiata alla pagina e non legge parola per parola. Per questo, un sito ‘intuitivo’ da navigare avrà più facilmente una assidua frequentazione delle pagine. Obiettivo: al contrario delle riviste cartacee specialistiche, nelle pagine web a accesso libero non è possibile pensare di “circoscrivere” un target di professionisti ed è sempre possibile una deriva verso un pubblico non specialistico. Nel progettare uno strumento di comunicazione online dunque si deve tenere conto di questo elemento di estensione e ridefinizione dell’utente iniziale. Che porta necessariamente a una revisione del progetto di comunicazione iniziale non solo nella struttura, ma anche negli obiettivi di comunicazione. A questo proposito si presenta l’esperienza di SaPeRiDoc, il Centro di documentazione sulla salute perinatale, riproduttiva e sessuale (http://www.saperidoc.it), finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Azienda Sanitaria Locale di Modena. SaPeRiDoc nasce nel 2001 per trasferire le informazioni sull’efficacia delle pratiche assistenziali ai medici e alle ostetriche. La realizzazione e la successiva valutazione del sito hanno portato alla luce alcune criticità nel trasferimento delle informazioni. Questa presentazione descrive le scelte fatte per rispondere ai bisogni degli utenti e migliorare l’efficacia della comunicazione. Metodologia: sono stati predisposti due questionari on line, studiati per raccogliere informazioni sul tipo di utente, ma anche sulla navigabilità del sito e sulla chiarezza dei contenuti. Il primo questionario è stato sottoposto agli utenti l’ultima settimana di gennaio e il secondo le ultime due settimane di novembre 2004. Contemporaneamente stati raccolti i dati relativi agli accessi al sito durante il periodo 2004 e 2005. Questi ultimi hanno permesso di verificare il numero e la frequenza degli accessi. Risultati: entrambi i questionari hanno, fra l’altro, messo in evidenza una ponderosa presenza (circa la metà) di pubblico generico non specialistico. Questo porta a pensare che un progetto di comunicazione nato e costruito per rispondere ai bisogni informativi di un pubblico specialistico è stato fatto proprio da un target ben più ampio. E questo senza intaccare il numero complessivo dei lettori. Infatti i dati delle statistiche di accesso al sito mostrano una progressiva crescita del numero degli utenti, che sono passati da 29.892 visitatori distinti a gennaio 2004 a oltre 41.319 utenti a gennaio 2005. Conclusioni: lo strumento di valutazione utilizzato ha dei limiti considerevoli (per esempio, il questionario online introduce bias di selezione degli utenti che hanno risposto). Nonostante ciò i risultati sono stati valutati come rilevanti e il sito è stato aggiornato, sia nella parte grafica che con l’integrazione dei contenuti con testi destinati a un pubblico non specialistico. Tutto questo conservando la struttura dei percorsi di navigazione costruiti inizialmente. Contemporaneamente, l’obiettivo del progetto di comunicazione si è evoluto, nella direzione di dare a medici e alle donne le stesse informazioni, un elemento forte per un scelta informata “consapevole”. Restano molti punti interrogativi per spiegare l’evoluzione del target (da maggioranza di professionisti a una uguale presenza di professionisti e cittadini) osservata: dipende dalla struttura del sito, dagli argomenti trattati o forse solo dalla posizione nei motori di ricerca? Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 16.30 Mass media IL RASOIO INCONTRA TUTTOSCIENZE: PELO E CONTROPELO ENRICO AGLIOTTI 1, PAOLA BECCARO 1,2, RANIERO DELLA PERUTA 1, VINCENZO GUARNIERI 1,2, CHIARA MANFREDOTTI 1,2, BEATRICE MAUTINO 1,2, RICCARDO UCCHEDDU 1 1 2 Il rasoio di Occam Università degli Studi di Torino I quotidiani comunicano la Scienza? Sfruttando la loro ampia diffusione potrebbero essere un ottimo veicolo di comunicazione scientifica, ma nella realtà questa viene spesso relegata nelle pagine interne e affidata a giornalisti non specializzati. Pochi sono gli esempi di inserti specifici, che uniscono i vantaggi della elevata diffusione alla possibilità di maggiore approfondimento. Ad oggi tSt (tutto Scienze e tecnologia) de La Stampa rappresenta uno dei pochi esempi di buona comunicazione scientifica accompagnata da un notevole successo. Perché? Gli studenti di “Comunicare la scienza” il corso di specializzazione in divulgazione scientifica de Il rasoio di Occam tentano di rispondere a questa domanda. Lo fanno in una prima parte analizzando il modo che ha tSt di trattare le notizie e come questo è evoluto nel tempo, dalla sua nascita a oggi, incontrando il suo ideatore, Piero Bianucci, e spulciando negli archivi. Sono stati presi in considerazione alcuni elementi caratterizzanti: − scelta delle notizie, cercando di capire se e come gli interessi del pubblico e i mutamenti sociali l’abbiano influenzata nel tempo; − scelta dei collaboratori e controllo dell’autorevolezza delle fonti; chi scrive su tSt quanto è vicino al mondo della ricerca? − attenzione all’uso del linguaggio con valutazione dell’indice di leggibilità di tSt. Nella seconda parte del lavoro prendono in considerazione i rapporti tra tSt e La Stampa, per capire quanto il quotidiano e l’inserto si influenzino reciprocamente e qual è il ruolo svolto dalla direzione del quotidiano in questo delicato equilibrio. Infine, confrontano il modo di comunicare la Scienza adottato da tSt con quello di altri quotidiani e dei loro eventuali inserti scientifici presenti sul panorama giornalistico italiano. A questo scopo sono state prese in considerazione alcune notizie di grande impatto e altre più di nicchia ed è stato osservato se e come sono state trattate, applicando i criteri di valutazione sopra elencati. Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 16.45 Mass media LA COMUNICAZIONE SUL RISCHIO PER LA SALUTE ATTRAVERSO I SERIAL TELEVISIVI: IL CASO CSI ALBERTO BORRACCINO 1, DANIELA BANDELLO 2, ALICE TARANTINO 2, DONATELLA FERMENTINO 2 1 2 Dipartimento di Sanità Pubblica, Università degli Studi di Torino Facoltà di scienze della Formazione, Università degli Studi di Torino La comunicazione sul rischio ha subito in questi ultimi anni una rapida evoluzione, passando da una comunicazione prevalentemente informativa, ad una comunicazione persuasiva, sino alla fase attuale in cui il processo di comunicazione è bidirezionale, orientato al processo di decision-making. I canali e gli strumenti utilizzati nella comunicazione sul rischio sono i più disparati; i mass media occupano una posizione privilegiata in particolare sulla percezione che il pubblico ha del rischio e delle conseguenze per la salute individuale. La televisione, in particolare, dispone di più modalità per veicolare messaggi sulla salute ad esempio attraverso i serial, utilizzati sempre più di frequente, soprattutto nei paesi oltreoceano. I serial permettono di affrontare un gran numero di problemi, raggiungendo specifici target di popolazione che difficilmente potrebbe essere raggiunti attraverso altri strumenti educativi. Ne sono un esempio il fenomeno E.R. e, per questo lavoro, il serial CSI (Crime Scene Investigation). CSI è una serie televisiva prodotta dal network CBS, le cui vicende ruotano attorno alle indagini di una squadra della polizia scientifica di Las Vegas. Le indagini, svolte sempre in maniera scientifica e razionale con l’ausilio delle più moderne tecnologie, sono il fulcro della storia di ogni puntata ma è anche l’occasione per diffondere messaggi inerenti salute individuale e collettiva. Obiettivo di questo lavoro è quello di descrivere la comunicazione sul rischio del serial CSI. Verranno analizzati tipologia, contenuti dei messaggi e relazione tra problema trattato e priorità sanitarie emergenti dalle statistiche US. Per questo lavoro è stata esaminata la prima serie di CSI Las Vegas (23 episodi trasmessi negli US tra il 2002 ed il 2001), servendosi di una scheda di osservazione organizzata in due sezioni: la prima parte relativa all’episodio (tema e contenuti generali) e una seconda parte dedicata ai messaggi individuati (obiettivo e contenuti). Per ogni messaggio sono stati analizzati il contenuto e le sue relazioni con la salute, secondo il modello Precede/Procede di LW Green. Il serial è ricco di messaggi, se ne contano da uno, fino ad un massimo di 17 per episodio, vengono trattati problemi di salute prioritari, soprattutto per il pubblico target: giovani adulti. La modalità comunicativa a volte è informativa (descrizione e tipologia del rischio), altre volte offre strumenti utili all’identificazione del problema, oppure considera la percezione del rischio e le sue ricadute sulla salute della comunità. La comunicazione non è aggressiva, molti messaggi, infatti, sembrano non lasciare traccia del loro passaggio perché perfettamente inseriti nel contesto. Il serial offre importanti spunti di riflessione sulle opportunità che attività di comunicazione di questa portata possono avere, aprendo inoltre interessanti considerazioni sugli effetti che gli stessi temi possono avere in contesti differenti, ad esempio in Italia. Mass media Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 17.00 OSSERVATORIO PERMANENTE SULLA SALUTE SULLA STAMPA LAICA ITALIANA FLAVIA BRUNO, ISA URBANIS, LUISA VERCELLESI Centro Studi Comunicazione sul Farmaco Università degli Studi di Milano L’osservatorio valuta con confronti storici e secondo indicatori qualitativi e quantitativi gli articoli sulla salute nella stampa italiana laica. Pilota nel 2002, avvio del confronto retrospettivo nel 2003, osservatorio permanente dal 2004. Analizzati 5 quotidiani e i relativi supplementi (salute e scienza). (particolare attenzione a farmaco e conflitto di interesse) Nel Primo rapporto annuale sulla comunicazione in Italia curato dal Censis (2001) l’argomento salute/medicina si pone al secondo posto (17%) tra quelli preferiti dai lettori delle pubblicazioni settimanali e mensili, subito dopo l’attualità/informazione (38%). Da questi presupposti, nel 2002, è nato l’Osservatorio sulla stampa laica le cui finalità sono: − Fotografare la situazione della divulgazione sulla salute, con valutazioni di aspetti quantitativi e qualitativi. L’analisi quantitativa è incentrata sul numero delle notizie presenti, sulla loro classificazione per argomenti trattati, sullo spazio dedicato. L’analisi qualitativa si riferisce a parametri di rilievo, completezza e autorevolezza della notizia, citazione delle fonte. − Valutare l’eventuale evoluzione annuale della comunicazione sulla salute, con confronti storici al decennio precedente. Attualmente vengono monitorati i più diffusi quotidiani italiani e i loro supplementi (Corriere della Sera, La Stampa, La Repubblica, Il Giornale, Il Sole 24 Ore). È in previsione l’inserimento di QN. Particolare attenzione viene dedicata all’analisi della comunicazione sul farmaco e ai conflitti di interesse e ad eventuali casi “mediatici”. Verranno presentati i dati relativi al 2005 e in particolare: Dati quantitativi: 2005 N articoli Rilievo, Dimensione articolo e strillo in prima pagina Presenza di foto e infografica Argomenti trattati Posizione all’interno del giornale Rilievo Per le patologie, aspetto considerato (diagnosi, prevenzione, terapia, ricerca) e gruppo demografico Dati qualitativi: 2005 Autore esperto o parere di esperti Fonte autorevole Influenza della cronaca Sulla scelta degli argomenti Farmaci e conflitto di interesse Farmaci in commercio, farmaci in sviluppo e fase, identificazione dello sponsor Eventuali casi mediatici Confronto 2005-1995 Hotel della Città, Venerdì 2 dicembre ore 17.15 Mass media IL REFERENDUM SULLA LEGGE 40 SUI QUOTIDIANI ITALIANI: DIARIO DI UNA INFORMAZIONE “CREATIVA” MARINA GIAMPIETRO, SIMONA SCOLLO Università dell’Insubria, Varese Il lavoro di ricerca propone una analisi qualitativa e quantitativa della gestione dell’evento “referendum sulla legge sulla procreazione medico-assistita” da parte della carta stampata. Principale finalità dello studio è l’individuazione di come i maggiori quotidiani italiani hanno preparato i loro lettori al referendum, analizzando tutti gli articoli comparsi prima del 12 Giugno, e studiandone differenti aspetti. I quotidiani a diffusione nazionale presi in esame sono il Corriere della Sera, la Repubblica, La Stampa, l’Unità e il Sole 24 Ore (nel periodo 22 Aprile-20 Maggio), con una estensione fino al 11 Giugno per ciò che riguarda Repubblica e Corriere della Sera (selezionati in quanto quotidiani a più alta diffusione nazionale) Per ciò che concerne l’aspetto quantitativo, sono stati valutati il numero di articoli presenti ogni giorno su ciascun quotidiano riguardanti l’argomento referendum, la tipologia (articolo, editoriale, notizia, scheda informativa, intervista, etc), lo spazio riservato all’articolo (testo e grafica), la collocazione all’interno delle pagine del giornale, dunque il settore di interesse (cronaca, politica interna, scienza, economia). Le suddette informazioni, raccolte in un data base, sono state utilizzate per un confronto quantitativo fra i diversi quotidiani, nonché per valutazioni sulla politica d’informazione adottata da ogni singola testata. Da un punto di vista qualitativo è stata valutato il contenuto degli articoli raccolti. La valutazione è stata condotta distinguendo gli articoli per grandi gruppi differenziati a seconda dei contenuti prettamente scientifici, del dibattito più propriamente politico, delle discussioni etiche, dalle implicazioni economiche e delle opinioni espresse da vari personaggi, appartenenti non solo a queste quattro sfere, ma anche ad altre, minori, sporadicamente individuate. Da entrambe le analisi (qualitativa e quantitativa) sono emerse diverse considerazioni, alcune rispecchianti, senza sorpresa, le linee editoriali dei vari quotidiani presi in esame. Il dato fondamentale è lo spazio considerevole dedicato al tema del referendum da tutti i quotidiani, che hanno destinato anche le proprie abituali pagine di scienza al dibattito in corso. Altro dato emerso è la conflittualità, sul piano dell’informazione, che ha contraddistinto il periodo pre-referendum: opinioni e fatti si sono spesso sovrapposti, a danno di una informazione scientifica il più possibile distaccata dall’intreccio, invece onnipresente, fra ragioni della scienza, scelte politiche, interessi economici e questioni etiche. A parte rare eccezioni (prevalentemente offerte da Il Sole 24 Ore), l’informazione proposta, indipendentemente dalle testate, è valutabile come scarsamente scientifica, spesso contraddittoria, e fortemente influenzata da un dibattito politico (spesso un batti e risposta fra partiti politici) che ha offuscato le ragioni scientifiche, fossero queste per il Sì o per il No. Hotel della Città, Sabato 3 dicembre ore 9.30 Immagini e rappresentazioni della scienza IL VIZIETTO DEL DOTTOR MORTE. GUNTHER VON HAGENS E LA SUA MOSTRA DI CORPI PLASTINATI FRANCESCO PAOLO DE CEGLIA Università di Bari La comunicazione intende condurre un’analisi semiotica della mostra itinerante Body Worlds/Körperwelten, oggetto della quale sono corpi interi e singoli pezzi anatomici, resi rigidi e imputrescibili grazie al processo di plastinazione, inventato dal tedesco Gunther von Hagens. Al centro dell’esposizione saranno i seguenti punti: 1. Il rapporto semiotico tra i corpi di Body Worlds/Körperwelten e quelli della tradizione pittorica (Michelangelo, Picasso, Dalì, Cézanne, Boccioni), di iconografia (Vesalio, Valverde, Albinus, Pirigov) e plastica anatomica (Lelli, Manzolini, Morandi, Susini, Auzoux, Pinson, Spitzner) nonché di conservazione per iniezione, immersione o disidratazione (Ruysch, Desnoues, Fragonard). Difatti, Gunther von Hagens si richiama a raffigurazioni classiche, reinterpretandole in una chiave moderna la quale conferisce loro un aspetto paradossale, ironico e macabro. 2. L’analisi delle categorie di “meraviglia” e “disgusto” nella pratica della divulgazione anatomica. Body Worlds/Körperwelten fa ricorso ad un gusto splatter di voyeurismo necrofilo, il quale, rigettato in un passato anche non troppo lontano, è stato recentemente rivalutato dalle nuove estetiche postmoderne del corpo e dalla più recente psicologia della comunicazione (von Hagens si vanta che dopo aver visitato le sue esposizioni il 10% dei visitatori smette di fumare e il 30% diventa donatore di organi). 3. I dubbi etici che, soprattutto in Germania, Stati Uniti e Regno Unito, sono emersi sulla liceità dell’esposizione dei cadaveri, sulla efficacia didattica della mostra e sulle fonti di finanziamento cui, almeno all’inizio, von Hagens ha attinto. Lo scontro si è consumato in maniera tanto più accesa, da quando l’intera “fabbrica dei corpi” è stata trasferita in Cina, la quale non lascia trapelare notizia sulla provenienza dei cadaveri messi a disposizione del tecnico (von Hagens non è un anatomista in senso stretto, perché non si è mai laureato), sulle condizioni di lavoro dei suoi collaboratori ecc… La comunicazione si avvarrà dello spoglio di fonti giornalistiche e scientifiche (di bioetica, semiotica, critica d’arte, storia della scienza, museologia, psicologia della percezione ecc.) in numerose lingue, soprattutto in inglese, tedesco e francese. Hotel della Città, Sabato 3 dicembre ore 9.45 Immagini e rappresentazioni della scienza SCIENCE CENTRE A CACCIA DI ARTISTI. SEGNALI ED ESPERIENZE DI UN FENOMENO IN CONTINUA EVOLUZIONE ALESSANDRA DRIOLI Città della Scienza, Napoli La tendenza all’introduzione nei science centre di installazioni, eventi, laboratori e performance artistici può essere letta come la manifestazione di una sopraggiunta consapevolezza di una profonda mutazione antropologica trasmessa dalle trasformazioni in atto. Se il science centre è uno strumento per attivare cambiamenti sociali, allora l’arte, proprio per il suo potere di immediato coinvolgimento emozionale, sembra rappresentare il modo migliore per comunicare la complessità e l’inquietudine del sistema in cui ci muoviamo anche a un pubblico come quello dei science centre, quasi sempre in un’età di formazione. Si tende, quindi, a provocare i visitatori con segnali disseminati nel tessuto delle manifestazioni scientifiche provenienti dai codici dell’arte e, in particolare, dell’arte contemporanea. L’intervento mirerà all’analisi di alcuni studi di caso: mostre permanenti, mostre temporanee, attività didattiche e teatro scientifico per riflettere su come effettivamente questo strumento viene declinato all’interno di esperienze concrete condotte oggi in alcuni dei principali science centre europei. Hotel della Città, Sabato 3 dicembre ore 10.00 Immagini e rappresentazioni della scienza LO SPETTACOLO DELLA FISICA IN VOLO CRISTINA OLIVOTTO Università di Milano Le scoperte scientifiche in generale, perfino quelle da cui l’umanità si aspettava grandi vantaggi, come la bussola o la macchina a vapore, furono accolte con diffidenza, o al più con indifferenza. Gli eventi politici e le fortune degli eserciti monopolizzano pressoché interamente l’attenzione della gente. Ma questa regola ha due eccezioni: la scoperta dell’America e dell’aerostatica, l’avvento di Colombo e di Montgolfier. Queste parole del fisico francese Dominique Arago (1786-1853) testimoniano l’interesse rivolto dal pubblico ai primi voli in pallone alla fine del Settecento, un interesse che, fino ad allora, si era difficilmente riscontrato nei confronti di scoperte e novità scientifiche. Con le prime spettacolari ascensioni i cieli divennero un teatro unico, maestoso e magico in cui la scienza faceva parlare di sé. Ai primi voli parigini assistette oltre la metà della popolazione della città: una folla eterogenea composta dal re e dalla sua corte, da scienziati e letterati, dal volgo povero e ignorante; una folla “democratica”, insomma, che attribuì ai voli in pallone una forte carica simbolica. Lo stesso Benjamin Franklin (17061790), che assistette a uno dei primi voli sperimentali di Jacques Alexander Cesar Charles (1746-1823), rimase profondamente impressionato dalle potenzialità comunicativa di un tale spettacolo scientifico. La risposta delle comunità degli scienziati ai primi esperimenti in volo fu eterogenea: i differenti obiettivi della American Philosophical Society e della British Society, per esempio, contribuirono a una presa di posizione opposta verso quella che fu chiamata la “spettacolarizzazione della scienza”. Con il passare dei decenni, altri famosi aeronauti come James Glaisher (1809-1903) e Camille Flammarion (1842-1925), si dedicarono ampiamente a una seria divulgazione scientifica, facilitati dalla natura dei propri esperimenti. Negli anni Trenta del Novecento il fisico svizzero Auguste Piccard (18841962) divenne celebre grazie ai suoi arditi voli nella stratosfera. La storia degli esperimenti scientifici effettuati a bordo di palloni rappresenta un esempio molto interessante ai fini dello studio di motivazioni, modalità e obiettivi della divulgazione scientifica: a) per la natura spettacolare degli esperimenti b) in rapporto al mutamento della società e dell’impresa scientifica lungo i secoli c) per l’uscita “obbligata” della fisica dai laboratori alla volta del cielo Partendo da una selezione di casi significativi di voli scientifici su pallone degli ultimi due secoli si analizzeranno alcuni aspetti della comunicazione scientifica tra cui: i destinatari, le finalità, la copertura mediatica, le ricadute scientifiche e nell’immaginario scientifico. In una prospettiva storica, ci si chiederà poi se ancora oggi tali voli possano rivestire nella divulgazione scientifica lo stesso ruolo del passato e, se no, da cosa siano stati soppiantati. Soprattutto ci si chiederà quali dei motivi che hanno spinto alla divulgazione i primi aeronauti possano ancora essere condivisi dai fisici del giorno d’oggi. Il presente lavoro riassume uno degli aspetti presi in esame per una ricerca di dottorato più ampia e in progress sulla storia degli esperimenti di fisica condotti su palloni aerostatici e pertanto è stato realizzato utilizzando un’ampia bibliografia primaria (soprattutto pubblicazioni scientifiche) e secondaria. L’ambito del presente lavoro riguarda specificatamente la storia della divulgazione scientifica e la divulgazione scientifica tra non esperti. Immagini e rappresentazioni della scienza Hotel della Città, Sabato 3 dicembre ore 10.15 IMMAGINI PER LA COMUNICAZIONE SCIENTIFICA: DALLA DESCRIZIONE ALL’EVOCAZIONE ALESSANDRO PASCOLINI Università di Padova e Sezione INFN di Padova La possibilità di associare a concetti delle immagini, anche solo simboliche, è un potente mezzo di conoscenza, aumenta la confidenza con il concetto stesso e permette elaborazioni ed approfondimenti. L’esplorazione di domini lontani dalla scala di grandezza umana richiede lo studio e la misura di proprietà e grandezze nuove ed irraggiungibili per i nostri sensi. Diventa così indispensabile la mediazione di strumenti che non solo “amplificano” le potenzialità osservative, come ad esempio i telescopi ottici, ma “creano” i fenomeni stessi da osservare. Gli scienziati hanno sempre dato notevole importanza al pensare con immagini visuali. Fino alla fine del secolo scorso le rappresentazioni visuali derivavano dal mondo della percezione e potevano costituire dei modelli efficaci dei problemi in esame, ma attualmente le visualizzazioni diventano sempre più inadeguate ed ingannevoli, se non concettualmente sbagliate. La ricerca di immagini visuali per i concetti scientifici presenta due ordini di problematiche: da una parte, gli strumenti euristici cui possono ricorrere gli scienziati per affrontare campi nuovi e, dall’altra, le rappresentazioni costruite nel processo di comunicazione dei risultati scientifici ai non addetti al lavoro. Gli scienziati si sono sforzati di trovare modi per rappresentare questi mondi invisibili, ma la situazione è particolarmente delicata, poiché i dati dipendono in modo pesante dalla teoria, e gli apparati sperimentali sono così complessi che, anche quando forniscono immagini, esse sono frutto di molti passaggi e mediazioni dal primo processo “nudo” che si vuole studiare. Se la rinuncia alla visualizzazione è accettabile per gli scienziati, rimane il problema della comunicazione col mondo non scientifico, privo delle basi teoriche e sordo al linguaggio matematico: mondo per cui è necessaria una qualche rappresentazione, anche non rigorosa, degli enti e dei concetti. Esiste un immaginario collettivo, frutto della trasmissione culturale diretta od indiretta, che facilita in molti campi la comunicazione di idee, concetti, visioni della realtà. Questa mediazione iconografica diventa sempre più difficile e rischiosa nella scienza avanzata: non esistono di fatto riferimenti iconografici consolidati, né un’autorità che possa fissare gli schemi di un’iconografia universale. In realtà ogni scienziato ha una sua immagine personale, più o meno conscia ed esplicitata, degli enti con cui ha a che fare e ogni rappresentazione grafica lo lascerebbe insoddisfatto. Nella divulgazione occorre trovare tecniche per mitigare l’inevitabile arbitrarietà del corredo iconografico, per esempio accompagnando le immagini fantastiche evocative dei concetti con quelle concrete dei segnali effettivi dei rivelatori stessi. Immagini e rappresentazioni della scienza Hotel della Città, Sabato 3 dicembre ore 11.00 LA MALATTIA CON LE PAROLE DEL MALATO: IMMAGINI E CONOSCENZE SUL MALESSERE DELLA MENTE VINCENZA PELLEGRINO Università di Udine e Ics-SISSA, Trieste La comunicazione tra medico e paziente è oggi al centro dell’attenzione, poiché numerosi studi hanno confermato che le visioni e le conoscenze scientifiche che animano il primo non sempre coincidono con quelle del secondo, e spesso entrano in conflitto nel percorso di negoziazione della cura. Questo aspetto acquisisce un particolare interesse nell’ambito del malessere della mente e della sua cura, vale a dire in ambito psichiatrico: la definizione stessa di norma, di benessere e quindi di guarigione diventa difficile da definire e quindi da comunicare; la comunicazione tra l’esperto e la persona che richiede aiuto viene maggiormente mediata da altre figure (ad esempio i parenti); spesso non ci si interroga affatto sul come comunicare la malattia e negoziare la cura con il malato. Nonostante la complessità di tali questioni, raramente ci si è interrogati sulle conoscenze e sulle rappresentazioni della malattia mentale elaborate nel tempo dalla persona malata, su cosa gli sia stato detto dal proprio medico curante e su come egli riesca a ri-nominare il suo malessere utilizzando termini scientifici e/o traducendoli in linguaggio non scientifico. Il presente case study (indagine qualitativa tramite metodo dell’intervista narrativa) si basa sui racconti di persone che hanno vissuto una lunga storia di disagio psichico e di cura psichiatrica, compreso un periodo di permanenza nelle vecchie strutture manicomiali. L’analisi del contenuto di queste interviste ci permette di considerare le visioni, le competenze psichiatriche e le modalità comunicative delle stesse persone malate, e di cercare differenze e relazioni tra il modo di rappresentare la malattia del medico e quello del paziente. Hotel della Città, Sabato 3 dicembre ore 11.15 Immagini e rappresentazioni della scienza SCIENZIATI AL CINEMA: LE BIOGRAFIE SCIENTIFICHE ANTONELLA TESTA Istituto di Fisica Generale Applicata, Università degli Studi di Milano Che la vita e l’attività degli scienziati possano essere argomento attraente e stimolante per sceneggiatori, registi e autori è cosa nota. Quanto questo abbia poi significato, nel cinema occidentale, in termini di numero di titoli su questi soggetti rispetto ad altri è meno noto. Se si analizza poi il ruolo degli scienziati nella narrazione cinematografica, la fedeltà della ricostruzione degli eventi, la distribuzione di titoli rispetto alle discipline scientifiche è possibile osservare un panorama estremamente vario nel quale sono evidenti alcune singolarità che solo in parte trovano chiare giustificazioni convincenti. Questo contributo intende dapprima fornire un quadro inevitabilmente sintetico che illustri – sulla base di una ricca bibliografia e delle filmografie – la presenza di biografie scientifiche nella produzione cinematografica. Un quadro tale costituisce il preludio di un’analisi che da più parti è stata affrontata con risultati che lasciano estesi e inesplorati spazi di indagine e commento e che, in questo contributo, sarà utilizzato per porre l’accento su alcuni elementi significativi e meritori di discussione: la scarsa presenza di alcune tra le più rilevanti figure della storia della scienza a favore di altre (Newton, Einstein, Darwin,…); le finalità marcatamente educative, propagandistiche o strumentali che hanno mosso le scelte di determinate figure scientifiche da parte di alcuni autori (Rossellini, Pabst, Steinhof, Brown…); le logiche della macchina cinematografica alle prese con le “icone” della scienza e della tecnologia; il ruolo della consulenza scientifica. In questo panorama, essendo ormai in prossimità della chiusura del 2005 – Anno Internazionale della Fisica in occasione del centenario dell’annus mirabilis einsteiniano – particolare attenzione sarà dedicata alla figura di Albert Einstein e al ruolo che ha avuto nella produzione di titoli a lui dedicati. Utilizzando una metodologia che coniuga gli strumenti usuali della ricerca in storia della scienza, della storia del cinema e della ricerca in comunicazione della scienza, questo contributo si propone di discutere alcuni elementi finalizzati a comprendere se sia possibile identificare per tratti caratteristici e peculiarità il sottogenere “biografia scientifica”, nel più vasto insieme del genere biografico. Biografie Luigi Amodio è nato nel 1962 a Napoli, dove vive e lavora. Dal 1990 lavora presso la Fondazione IDIS-Città della Scienza, dove ricopre attualmente la carica di Direttore del Science Centre. Laureato in Sociologia, fa parte del collegio dei docenti del Master in Comunicazione e Divulgazione Scientifica promosso dall’Università Federico II di Napoli e dalla Città della Scienza e svolge attività di docenza a contratto presso la Facoltà di Sociologia dell’Ateneo Federiciano. Sveva Avveduto, svolge attività di ricerca nei settori della politica dell’educazione e della scienza all’Irpps del Cnr, presso il quale è responsabile della sezione Risorse umane e società della conoscenza. È delegata italiana all’Ocse, nei gruppi di lavoro del Comitato per la Politica Scientifica e Tecnologica. Giuseppe Barbiero. Docente di Didattica della Biologia presso il Corso di Studi di Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino. Docente di Fondamenti di Ecologia presso il Corso di Studi di Scienze dell’Educazione dell’Università della Valle d’Aosta. Docente del Laboratorio interdisciplinare di Educazione scientifica ed Etica della responsabilità presso la SIS Piemonte. Vittorio Basevi (CeVEAS – Centro per la valutazione dell’efficacia dell’assistenza sanitaria). Laurea in medicina e chirurgia e specializzazione in ginecologia e ostetricia. Formazione in principi e metodi della biostatistica e principi e metodi dell’epidemiologia presso l’Istituto superiore di sanità. Dottorato di ricerca in medicina di comunità. Docente in Scuole universitarie dirette a fini speciali per infermiere-ostetriche e tecnici di colpocitologia, in Corsi di formazione ed aggiornamento professionale organizzati da Aziende sanitarie ed ospedaliere. Partecipazione ai gruppi collaborativi: Collaborative group on drug use in pregnancy (Milano); Gruppo ostetrico pediatrico neonatologico di collaborazione interospedaliera (Milano); Cochrane pregnancy and childbirth group (reviewer) (Oxford, UK); Programma regionale “Promuovere azioni per realizzare l’umanizzazione del parto” (Bologna). Co-autore dei testi La sorveglianza del benessere fetale in travaglio di parto. Linea guida fondata su prove di efficacia. Bologna: Regione Emilia-Romagna; 2004 e Farmaci e gravidanza. La valutazione del rischio teratogeno basata su prove di efficacia. Roma: Ministero della salute. Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA); 2005. Medico ospedaliero dal 1979 al 2000. Attualmente è responsabile del Centro di documentazione online sulla salute perinatale, riproduttiva e sessuale SaPeRiDoc presso CeVEAS, Ausl di Modena. Romeo Bassoli è socio dell’Agenzia di giornalismo scientifico Zadigroma. Attualmente è direttore del settimanale multimediale di attualità scientifica Impulsi e del notiziario scientifico on line Lanci.it. Collabora attraverso l’agenzia, a diverse testate come Il Messaggero, Il Mattino di Napoli, D di Repubblica, il Riformista, l'Unità. È commentatore scientifico alla Radio della Svizzera Italiana dal 1986. Sino al marzo del 1998 è stato caposervizio della pagina scientifica de l’Unità. Sempre all’Unità ha iniziato, nel 1973, la sua attività di giornalista professionista come cronista alla redazione di Milano. Dall‘85 all‘87, presso la redazione romana, è stato il responsabile della pagina dedicata alla scuola. Insignito dei premi internazionali ISES, nel 1989, e FAO nel 1990, ha pubblicato varie opere fra cui ricordiamo: I nuovi adolescenti, con Eva Benelli (Editori Riuniti, Roma 1995); Il bue oltre la siepe (Liocorno Editore, 1996) e Portiamo anche i bambini (Feltrinelli, Milano 1997), un saggio sugli Annali della storia d’Italia (Einaudi, Torino 1998) dedicato all’alimentazione. Insegna giornalismo scientifico alla Scuola Superiore di Giornalismo dell’Università di Bologna. Leopoldo Benacchio è Astronomo ordinario presso l’Osservatorio di Padova-INAF. Gli interessi principali di ricerca sono stati inizialmente verso l’astrofisica extragalattica e le applicazioni delle nuove tecnologie di calcolo e trasmissione. Dal 1997 si occupa di diffusione e didattica dell’Astronomia. Ha ideato e realizzato il portale “Prendi le Stelle nella Rete!” cui sono stati assegnati due Awards internazionali e Web-radio “Urania”. È autore, oltre che di 140 pubblicazioni professionali, di oltre 30 siti Web e di due libri, tradotti in diverse lingue, il grande Atlante dell'Universo (Premio Legambiente 2004), Il racconto delle Origini. Insegna presso l’Università di Padova e di Venezia. Eva Benelli giornalista, è presidente dell’agenzia di giornalismo scientifico Zadigroma. È responsabile della redazione del sito di epidemiologia EpiCentro, del sito del Progetto Cuore e più in generale dell’attività di comunicazione istituzionale e dell’editoria, nonché delle attività di ricerca e monitoraggio sulla stampa. Segue con particolare attenzione i temi della comunicazione del rischio e della comunicazione in emergenza. È direttore editoriale della rivista di medical humanities Janus. Collabora con diverse testate (Il Sole 24Ore-Sanità, Le Scienze, l’Unità, Oggi, Il Mattino di Napoli, Il Messaggero), fa parte della redazione di Tempo Medico. Alice Benessia. Laureata in fisica a Torino. Specializzata in filosofia della fisica alla Columbia University di New York ed in fotografia alla School of Visual Arts di New York. Si occupa di ricerca e didattica interdisciplinare, in particolare delle interazioni fra arte e scienza. Collabora con l'istituto IRIS di Torino. Caterina Boccato. Attualmente riveste funzione tecnico-scientifica presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica Osservatorio Astronomico di Padova. Specificatamente si occupa di progetti di comunicazione, diffusione e didattica dell’Astronomia per l’Ufficio Comunicazione e Immagine dell’Ente. Laureata in Astronomia nel 1996. Daniela Boresi. Giornalista del Gazzettino, svolge da anni un intenso lavoro nel settore della Comunicazione scientifica, con particolare riferimento ai problemi biomedici e della Sanità, sia in campo nazionale che internazionale. È membro del Comitato Veneto di Bioetica, e fra l’altro fa parte del gruppo dei 200 esperti internazionali nominati dall’Organizzazione mondiale della Sanità per tracciare le linee guida della Sanità per il terzo millennio nei 51 paesi membri (unica giornalista italiana, assieme ai colleghi di CNN, Financial Time, BBC e the Economist). Dal 2000 è docente del Master in Comunicazione delle Scienze dell’Università di Padova, e membro del Comitato ordinatore. Alberto Borraccino. Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Torino, Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva; Ricercatore in igiene e Medicina Preventiva alla Facoltà di Scienze della Formazione con afferenza presso il Dipartimento di Sanità Pubblica e Microbiologia dal 2001. Membro del Comitato Scientifico del Master di secondo livello in Risk Management in sanità per l’A.A. 2004-2005, Auditor di sistemi di Gestione della Qualità nel settore Sanitario dal mese di Giugno 2004, corso CERMET qualificato CEPAS. Collaboratore al progetto HBSC (Health Behaviour in School aged Children) per l’Italia, progetto patrocinato dall’OMS Dopo tre anni di esperienza all’Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze della regione Piemonte si dedica alla Valutazione degli Interventi di Promozione della Salute, con particolare attenzione alla comunicazione sul rischio nell’Educazione alla Salute. Attualmente è docente affidatario per la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Torino nei corsi di Scienze dell’Educazione di Torino e Savigliano di Igiene Generale e Applicata. Inoltre è docente a contratto per l’Università della Valle d’Aosta per i corsi di Scienze della formazione Primaria e Pedagogia dell’infanzia dall’anno 2002. Flavia Bruno biologa e psicologa ha svolto attività di ricerca nei laboratori della McGill University in Canada e della Statale di Milano. Giornalista pubblicista e direttore responsabile di una rivista online, oggi si occupa di ricerca e didattica della comunicazione delle scienze biomediche. Elena Camino. Docente di Didattica delle Scienze Naturali e di Fondamenti di Sostenibilità presso il Corso di Studi in Scienze Naturali. Docente di Didattica della Biologia e di Laboratori interdisciplinari presso la SIS (Scuola Interateneo di Specializzazione degli Insegnanti). Gabriele Catanzaro, laureato nell’anno 2000 in Scienze Geologiche presso l’università di Roma “La Sapienza”. Nel 2002 consegue il titolo di Master in comunicazione scientifica presso l’università Statale di Milano. Impegnato in diversi progetti di comunicazione scientifica con C.N.R., Università la Sapienza di Roma e Musei scientifici del comune di Roma. Attualmente curatore scientifico del nuovo Planetario di Roma e consulente scientifico della trasmissione “Gaia: il pianeta che vive” di Rai Tre. Fondatore e presidente dell’Associazione culturale “Momenti di Cultura” (per la ricerca nella comunicazione della scienza). Francesca Cavallotti è laureata in fisica con una tesi di astronomia svolta presso l’Osservatorio astronomico di Brera. Nel 2002 ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza dell’Università di Milano. Ha collaborato con la sezione Musei scientifici della Sovrintendenza dei Beni Culturali di Roma nell’ambito del progetto del Nuovo Planetario di Roma. Dal 2003 collabora con il Public Outreach & Education Office dell’Osservatorio astronomico di Brera, partecipando a convegni e eventi pubblici in comunicazione della scienza come Communicating Astronomy with the Public 2005 a Monaco e il Festival della Scienza di Genova 2005. Simona Cerrato, laureata in fisica, si occupa di editoria e divulgazione scientifica. Lavora alla SISSA dove coordina le redazioni di Ulisse – Nella rete della scienza (ulisse.sissa.it) e di alcune riviste specializzate elettroniche internazionali. Ha scritto per il teatro Il fuoco del radio insieme a Luisa Crismani, e cura la collana “Donne nella scienza” della Editoriale Scienza per la quale ha scritto anche alcuni titoli. Andrea Cerroni (Roma 1958), laureato in fisica, è ricercatore in sociologia nell’Università di Milano-Bicocca ove insegna sociologia della scienza e della comunicazione alla Facoltà di Scienze. Ha insegnato in diverse università italiane sociologia della comunicazione, sociologia generale e filosofia della scienza, ed è stato Coordinatore del Master in biocomunicazione dell’Università di Milano-Bicocca. Le sue pubblicazioni includono i volumi: Homo transgenicus. Sociologia e comunicazione delle biotecnologie (Franco Angeli, 2003), Valutare la scienza (Rubbettino, 2003, con R. Viale), Libertà e pregiudizio. Comunicazione e socializzazione alla conoscenza (Franco Angeli, 2002), Categorie e relatività. Metodo, cognizione e cultura nella scoperta di Albert Einstein (Unicopli-Cuesp, 1999). Marcello Cini è nato a Firenze nel 1923. È stato ordinario di Istituzioni di Fisica teorica e di Teorie quantistiche all’Università “La Sapienza” di Roma. Nella sua attività di ricerca si è occupato di particelle elementari, di fondamenti della meccanica quantistica e di processi stocastici. Il suo interesse per la storia della scienza e i temi epistemologici l’ha visto in prima linea nelle discussioni dell’ultimo ventennio. È stato vicedirettore della rivista internazionale Il Nuovo Cimento. Francesca Conti, laureata in biologia ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. Collabora da anni con l’agenzia di giornalismo Zadigroma per conto della quale ha realizzato la ricerca dal titolo “L’educazione informale come ponte tra l’università e la scuola” presentata nel corso di questo convegno. È parte del gruppo di ricerca Innovation in the communication of Science della SISSA per cui sta lavorando al progetto europeo DOTIK per la formazione di animatori dei musei della scienza. Ha maturato esperienze in diversi settori della comunicazione scientifica: dalla realizzazione di documentari televisivi per la RAI ad attività di ufficio stampa. Francesco Paolo de Ceglia insegna Storia della scienza nonché Economia dei media presso l’Università di Bari. È stato alunno del Master in Comunicazione della Scienza della Sissa di Trieste. Dottore di ricerca in Storia della scienza, ha condotto ricerche e frequentato corsi di specializzazione in Italia e all’estero (USA, Germania, Francia e Russia). La sua attività di ricerca si è caratterizzata per l’interesse mostrato in tre direzioni: 1) il rapporto tra filosofia naturale e matematiche in età moderna; 2) il rapporto tra teologia, filosofia e medicina nei secoli XVII e XVIII; 3) la comunicazione della scienza. Raniero Della Peruta si è laureato in Scienze Ambientali a Milano nel 2000. Ha collaborato con la società “rea” di Monza, nell’ambito dei progetti di realizzazione della Carta dei Suoli d’Italia e della Carta Ecopedologica, occupandosi dei sistemi informativi geografici e del rilevamento in campo. In seguito ha lavorato al “NRD - Nucleo di Ricerca sulla Desertificazione” dell’Università di Sassari, per il progetto “Desertnet” relativo alla lotta contro la desertificazione nel Mediterraneo, occupandosi del rilevamento dei fenomeni di degrado nell’area di studio in Sardegna. Nel 2005 ha seguito il corso di specializzazione in divulgazione scientifica del “Rasoio di Occam” a Torino. Bruna De Marchi è responsabile del Programma Emergenze di Massa dell’Istituto di sociologia internazionale di Gorizia. Per cinque anni accademici (dal 1998 al 2003) ha insegnato Rischio ambientale nell’Università di Trieste; nell’anno accademico 2003-2004 è stata professore invitato nell’Università de Versailles Saint Quentin-en-Yvelines. Dal 1990 al 1993 ha lavorato presso il Centro comune di ricerca della Commissione europea ad Ispra, in qualità di esperto nazionale distaccato. La sua formazione in scienze politiche e sociologia si è compiuta in Italia e negli Stati Uniti. La sua ricerca riguarda principalmente i disastri e le emergenze ambientali, sociali e sanitarie, con particolare attenzione ai temi della percezione e della comunicazione del rischio, della governance e della partecipazione pubblica alle scelte di pianificazione e di policy e alla gestione delle crisi. Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca, molti dei quali a carattere internazionale e multidisciplinare, con responsabilità di coordinamento e gestione. È membro di numerosi comitati scientifici, fra cui l’Advisory Group della Commissione europea su Scienza e società, per il sesto programma quadro di ricerca. Svolge anche intensa attività di consulenza e formazione per numerosi enti pubblici e privati. Fra le sue pubblicazioni più recenti: “Alleanze interdisciplinari e partecipazione pubblica per la governance di vecchi e nuovi rischi” e “Il boato della diossina”, in P. Bevitori (ed.), La comunicazione dei rischi ambientali e per la salute (Angeli, Milano 2004); Politiche dell’incertezza, scienza e diritto, Numero speciale di Politeia XIX, 70, 2003 (curatore con M. Tallacchini); “Public participation and risk governance”, Science and Public Policy 30, 3, June 2003: 171-176; “Framing the Experience: Contexts of Citizen Participation in IA”, In B. Kasemir, J. Jäger, C. Jaeger and M.T. Gardner (eds.) Public Participation in Sustainability Science, A Handbook Cambridge, Cambridge University Press, 2003 (con C. Gough, E. Darier, S. Funtowicz, R. Grove-White, Â. Guimarães Pereira, S. Shackley, B. Wynne); Il rischio ambientale, con L. Pellizzoni e D. Ungaro, (il Mulino, Bologna 2001). Alessandra Drioli, specializzata in arte contemporanea, è responsabile delle aree espositive del science centre della Città della Scienza. Nell’ambito di questa attività organizza manifestazioni e mostre temporanee che spesso coniugano arte e scienza. Ha inoltre curato la progettazione dei riferimenti artistici e dei moduli didattici presenti all’interno dei percorsi espositivi e laboratoriali del science centre. Michele Fabbri. Laureato in Filosofia all’Università di Firenze, ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza nel 1998. Specializzato nell’uso delle tecnologie informatiche nella comunicazione multimediale e nella didattica, è responsabile scientifico del Master in giornalismo e comunicazione scientifica e istituzionale e del Corso di perfezionamento in giornalismo on line realizzati dall’Università di Ferrara in modalità e learning. Membro dell’Osservatorio tecnologico del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Giornalista freelance, collabora alle testate de Il Sole 24 Ore, a Radio 24, e a progetti di divulgazione scientifica della Rai ed è responsabile della comunicazione scientifica del Parco regionale dell’Emilia Romagna del delta del Po. Barbara Gallavotti. Biologa e divulgatrice scientifica, collabora dal 2000 ai testi della trasmissione televisiva Ulisse (di Piero e Alberto Angela), in onda su rai3. Dal 2002 è responsabile dell’Ufficio Comunicazione dell’Infn (http://www.infn.it/comunicazione), per il quale cura tutte le attività di divulgazione come l’Ufficio Stampa, la realizzazione della rivista dell’Istituto e le altre attività editoriali, e le mostre. Nell’ambito dell’attività di giornalista scientifica ha collaborato con diversi giornali e riviste tra cui La Stampa, L’Unità, Quark, Tempo Medico e Galileo. È autrice di nove libri di divulgazione scientifica per ragazzi su temi vari, tradotti in numerose lingue. (http://users.libero.it/gallavotti/) Marco Galliani. Attualmente collabora con l’Ufficio Comunicazione e Immagine dell’Istituto Nazionale di Astrofisica presso la sede centrale di Roma, dove si occupa di attività di comunicazione e diffusione per conto dell’Ente. Laureato in Fisica nel 2003. Marina Giampietro è una fisica brindisina trapiantata a Ginevra per splendide “ragioni” familiari. Dopo aver lavorato con gaudio nel giornalismo scientifico (come free lance e redattrice) e nella comunicazione istituzionale (ufficio stampa del Cern di Ginevra), si dedica, se possibile con ancor maggiore gioia, all’insegnamento della comunicazione scientifica presso la “giovane” Università degli studi dell’Insubria (Varese-Como). Nonché alla ricerca: la nostra ha infatti appena iniziato un dottorato di ricerca in Comunicazione scientifica presso l’Ecole doctorale en sciences de l’information, de la communication et des médias de l’Université de Genève, dipartimento di Sociologia. Daniele Gouthier. Ha conseguito il PhD in matematica presso la SISSA nel 1996. Da alcuni anni si occupa a tempo pieno di comunicazione della scienza. È uno dei redattori di Ulisse-nella rete della scienza (http://ulisse.sissa.it) e di J.comm, the international journal on science communication (http://jekyll.sissa.it/jekyll_comm/home.htm). È membro del gruppo di ricerca ICS (Innovazioni nella Comunicazione della Scienza) nel quale coordina le aree “All’origine della percezione” e “Linguaggi e modelli”. Collabora alla Fabbrica del futuro (http://www.torinoscienza.it/home) ed è autore di un glossario di matematica (edito da Alpha Test). Paola Govoni (Università di Bologna) si occupa di storia sociale della scienza nell’Ottocento e nel Novecento. I progetti in corso riguardano la storia della storia della scienza tra le due guerre, tra Europa e Stati Uniti, e i rapporti tra donne, istruzione scientifica superiore e tecnologia in Italia e in Europa tra Ottocento e Novecento. È autrice di Un pubblico per la scienza. La divulgazione scientifica nell’Italia in formazione, Carocci, Roma, 2002 e Introduzione alla storia della scienza, in corso di stampa nella collana Le bussole dell’editore Carocci. Elena Lazzaretto. Dal 2004 collabora con l’Istituto Nazionale di Astrofisica - Osservatorio Astronomico di Padova occupandosi di diffusione dell’Astronomia attraverso le nuove tecnologie dell’Informazione. Laureata in Astronomia nel 2003. Ugo Leone è professore di Politica dell’ambiente all’Università Federico II di Napoli. I suoi principali interessi di studio sono rivolti alle tematiche dell’ambiente del mezzogiorno d’Italia. Collabora con La Repubblica di Napoli. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Nuove politiche dell’Ambiente (Carocci, 2002) e La sicurezza fa chiasso (Guida 2004). È stato presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, dell’Istituto Internazionale Stop Disasters e dell’Osservatorio del Mediterraneo di Napoli. Francesco Lescai si è laureato in biotecnologie mediche a Bologna e svolge la sua attività di ricerca nel laboratorio di immunologia e genetica dell’invecchiamento del Centro per gli Studi integrati di bioinformatica, biofisica e biocomplessità dell’Università di Bologna. Si occupa in particolare del controllo genetico dell’infiammazione e delle più recenti tecnologie di analisi genomica alla ricerca di componenti genetiche correlate all’invecchiamento in salute. Dal 2001 è Presidente dell’Associazione Nazionale dei Biotecnologi Italiani, impegnata nella valorizzazione della professione del biotecnologo e nella promozione dello sviluppo delle biotecnologie. Coordina un progetto finanziato dalla Commissione Europea che riunisce associazioni di giovani ricercatori da cinque paesi nello sviluppo di nuovi modelli per la comunicazione della scienza e i rapporti scienza e società. Nicola Magrini (CeVEAS – Centro per la valutazione dell’efficacia dell’assistenza sanitaria). Laurea in Medicina (Università di Bologna), specializzazione in Farmacologia Clinica (Università di Milano) ha svolto attività di ricerca nel campo della valutazione dell’uso clinico dei farmaci, della evidence-based medicine e delle linee-guida all’Università di Bologna prima e dal 1996 a Modena dove è stato responsabile dell’Unità di Farmacoepidemiologia e Valutazione dei Servizi Sanitari dell’Azienda USL di Modena e dal 1999 della Unità di Valutazione dei Farmaci del CeVEAS – Centro per la Valutazione della Efficacia della Assistenza Sanitaria (Modena). Ha insegnato come professore a contratto nelle Università di Bologna, Modena, Perugia e Milano e ha tenuto numerosi corsi presso l’Istituto Superiore di Sanità. È presidente del Comitato Etico dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia e tra i fondatori del Centro Cochrane Italiano. Dal 2003 è membro dell’editorial board del British Medical Journal. Attualmente è direttore del CeVEAS, Centro per la Valutazione dell’Efficacia della Assistenza Sanitaria della Azienda Sanitaria di Modena. Marco Malaspina. Realizza servizi video per l’Ufficio Comunicazione e Immagine dell’ Istituto Nazionale di Astrofisica. Tiene inoltre seminari di scrittura scientifica presso le università di Parma e Pisa, e conduce un programma di divulgazione scientifica a Radio Città del Capo. Laurea in Lingue. Matteo Merzagora, fisico, ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza alla Sissa nel 1998. Si occupa di comunicazione della scienza in diverse forme. Alla radio è collaboratore de Il volo delle Oche, quotidiano di scienza su Radio 24, e ha condotto su RAI Radio 3 Le Oche di Lorenz e su Radio Popolare di Milano Il ciclotrone. Sulla carta stampata collabora con Il Sole 24 Ore e Science et vie, e ha collaborato con vari giornali e riviste tra cui la Repubblica, Il Manifesto, Tempo Medico, Scienza Nuova, Terra. Ha curato mostre scientifiche tra cui “Energia 2001” presso il Museo Tridentino di Scienze Naturali. Con l’Associazione Culturale Evariste Galois ha curato la realizzazione di siti web e iniziative pubbliche, tra cui la rassegna di film e documentari scientifici “Vedere la scienza”. Attualmente vive a Parigi, dove ha lavorato a una ricerca sulla presenza della scienza nella fiction televisiva e all’organizzazione del festival “Image & science”. È promotore del network di trasmissioni scientifiche per la radio SCIRAB – Science in Radio Broadcasting. Ha pubblicato con Sylvie Coyaud Guida ai musei della scienza in Europa (Clup guide, UTET, Torino 1999) e con Federico Pedrocchi Dove vanno le macchine (Ed. Le Vespe, Milano 2000, libro+CD ROM). Barbara Montolli. Laureata in Fisica a Padova nel 1999, ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza della SISSA nel 2002 e si è abilitata tramite SSIS nel 2003. Insegna matematica e fisica in scuole superiori della provincia di Padova e collabora col Master in “Giornalismo e comunicazione scientifica” del CARID dell’Università di Ferrara. È coinvolta in progetti di divulgazione e didattica. Luca Nobili. Si occupa, in qualità di collaboratore, di Informazione astronomica presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica – Osservatorio Astronomico di Padova. Oltre a siti web, realizza gli articoli e la parte audio e web di Urania,settimanale di Astronomia per emittenti radiofoniche e navigatori della Rete. Laureato in Astronomia nel 1999. Cristina Olivotto è una dottoranda in Storia delle Relazioni Internazionali, in particolare si occupa di storia della fisica relativamente a esperimenti di fisica condotti a bordo di palloni aerostatici. Collabora inoltre ad attività di diffusione della cultura scientifica dell'Istituto di Fisica dell’Università degli studi di Milano. (Istituto di Fisica Generale Applicata – Università degli Studi di Milano Via Brera 28, 20121, Milano). Barbara Paltrinieri (CeVEAS – Centro per la valutazione dell’efficacia dell’assistenza sanitaria). Laurea in Astronomia (Università di Bologna), Dottorato di ricerca in Astronomia (Università di Roma “La Sapienza”). Master in Science Communication all’International School for Advanced Studies in Trieste. È giornalista professionista. Ha vinto l’edizione 2003 del Science Writer Fellowship alla Harvard Medical School. Formazione a Open-Lab, laboratorio di biologia molecolare per giornalisti scientifici presso il Laboratorio di Biologia dello Sviluppo a Pavia. Fino al 2004 ha lavorato presso l’Agenzia di giornalismo scientifico Zadigroma, dove, fra l’altro, ha curato la redazione del sito web EpiCentro e del sito “Il progetto cuore” dell’Istituto Superiore di Sanità. È fra gli autori del rapporto “Research in the behavioural and social sciences to improve cancer control and care: A strategy for development”. A report of an Expert Group (Eur. J. Cancer). Libri: Mucca Pazza. Origini, rischi, scenari, Avverbi Editore (con Margherita De Bac); Bioterrorismo, Editori Riuniti (Autori Vari). Premio giornalistico Piero Piazzano 2004 per la divulgazione di temi scientifici ed ecologici. Collabora con la rivista Quark. Presso il CeVEAS, Ausl di Modena, si occupa di attività di comunicazione. Anna Parisi. Laurea in Fisica (1986) presso il CERN di Ginevra. Fino al 1996 ha lavorato nel Centro Europeo di Calcolo Tecnico e Scientifico dell’IBM. Nel 1996 ha aperto una casa editrice per ragazzi dove ha lavorato fino al 2005. Oggi si occupa di comunicazione della scienza. Giorgio Parisi. Ordinario di Teorie Quantistiche presso l’Università La Sapienza di Roma. Socio dell’Accademia del Lincei, dell’Accademia Francese e dell’Accademia Americana delle Scienze. Ha ricevuto molti riconoscimenti per i suoi studi di fisica teorica, tra cui la medaglia Boltzmann, la medaglia Dirac, il premio Enrico Fermi, il premio Dannie Heineman e il prenio Nonino. Stefano Parisini. Dal 1998 comincia ad occuparsi di divulgazione e cinematografia scientifica. Attualmente si occupa di produzione video per l’Ufficio Comunicazione e Immagine dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Assunto al CNR di Bologna come informatico nel 1988. Alessandro Pascolini insegna Metodi matematici della fisica, Scienza per la pace e Museologia scientifica all’Università di Padova. Le sue ricerche riguardano la fisica nucleare teorica, la fisica matematica, tecnologie militari e la storia della scienza. Dal 1972 al 31 dicembre 1977 ha svolto le funzioni di Segretario Scientifico dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Dal 1988 al 2002 è stato responsabile delle attività di promozione della cultura scientifica dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Ha curato una sessantina mostre in Italia ed all’estero, ed ha prodotto testi e materiali audiovisivi, cinematografici e multimediali di divulgazione scientifica. Ha fondato e diretto la rivista trimestrale INFN-Notizie. La Società Europea di Fisica gli ha asseganto il premio 2004 per la divulgazione scientifica. Vincenza Pellegrino, dopo un dottorato di ricerca in antropologia demografica (Università di Bologna) e un postdottorato in antropologia sociale (Università di Marsiglia) principalmente dedicati allo studio delle migrazioni transnazionali, attualmente lavora presso l’Università di Udine, dove si occupa di demografia sociale (elaborazione e valutazione di politiche partecipate per la tutela della salute). Fa parte del gruppo di ricerca ICS della SISSA di Trieste. Ettore Perozzi. Telespazio (Roma). Laurea in Fisica (1981). Ha lavorato al CNR, all’Agenzia Spaziale Europea, all’Osservatorio Astronomico di Parigi. Attualmente è alla Telespazio. Si occupa di dinamica del sistema solare, meccanica celeste, missioni spaziali e divulgazione. Ilenia Picardi è dottore di ricerca in fisica. Si è occupata di comunicazione della scienza sotto molti aspetti, dalla didattica informale al giornalismo. Attualmente lavora alla SISSA, nella redazione del giornale on-line di divulgazione scientifica Ulisse, nella rete della scienza e collabora alla progettazione di musei scientifici interattivi. Gualtiero Pisent. È stato il diciannovesimo iscritto e il decimo laureato (con lode) del Corso di Laurea in Fisica di Trieste. È stato ricercatore del CNR all’Istituto Nazionale di Ultracustica di Roma. Successivamente ha insegnato Fisica Generale e Istituzioni di Fisica Nucleare prima a Trieste e poi a Padova. Ha ottenuto la Libera docenza in Fisica Nucleare nel 64 e la Cattedra di Fisica Generale nel 77. La ricerca scientifica, svolta nell’ambito dell’INFN, riguarda molteplici aspetti della Teoria delle Reazioni Nucleari. Dal 99 dirige il Master in Comunicazione delle Scienze dell’Università di Padova. Donato Ramani, laureato in Scienze Biologiche ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza della Sissa di Trieste. Attualmente collabora con diverse testate giornalistiche ed è impegnato in progetti editoriali e di ricerca in comunicazione della scienza. Paola Rodari è laureata in Comunicazioni di Massa all’Università di Bologna. Ha lavorato nel campo della comunicazione della scienza sia nell’editoria che nella progettazione di science centre. Lavora alla SISSA dove insegna museologia al Master in Comunicazione della Scienza, partecipa al gruppo di ricerca sulla comunicazione pubblica della scienza, coordina il progetto DOTIK, European Training for Young Scientists and Museum Explainers ed è redattrice di Ulisse – Nella rete della scienza (ulisse.sissa.it). Simona Romaniello è laureata in Fisica con una tesi di astronomia e ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza dell’Università di Milano. Francesca Rosati. PhD in fisica teorica alla SISSA nel 1999 e Master in Comunicazione della Scienza nel 2001, è da anni impegnata sia nella ricerca che nella divulgazione. Docente di ruolo nella scuola media e giornalista pubblicista, attualmente è impegnata come assegnista presso il Dipartimento di fisica dell’Università di Padova. Stefano Sandrelli è responsabile del Public Outreach Education office dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera. Sabrina Sartori. Laureata in Chimica a Padova nel 1998. Nel 2003 ha conseguito il Ph.D in Ingegneria dei Materiali, a Bologna, e nel 2004 il Master in Comunicazione della Scienza della SISSA. Dopo aver ricoperto la posizione di assegnista presso il DIM-Settore Materiali dell’Università di Padova, attualmente lavora presso l’IFE di Oslo. Affianca all’attività scientifica un’intensa attività di divulgazione. Francesco Maria Scarpa, laureato in fisica, ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza della SISSA e il dottorato in fisica fondamentale e applicata all’Università di Napoli. Dal 2003 lavora nella redazione di Ulisse – Nella rete della scienza (ulisse.sissa.it) della SISSA. Ha sviluppato ricerche nella storia della fisica. Ha curato il libro Un arcobaleno di domande (Dedalo, 2004). Simona Scollo è studentessa al terzo anno del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione (Università degli studi dell’Insubria) e laureanda in Comunicazione della Scienza. Giancarlo Sturloni è nato a Reggio Emilia il 7 gennaio 1973 ed è laureato in fisica dei biosistemi. Ha collaborato con diverse testate nazionali, tra cui L’Espresso, La Stampa, Le Scienze, Galileo. Attualmente è responsabile di progetto al Master in Comunicazione della Scienza della SISSA di Trieste. Si occupa dei rapporti fra scienza e società, e in particolare delle problematiche connesse ai rischi tecnologici per la salute e per l’ambiente. Insieme alla giornalista Paola Coppola ha scritto il libro Armageddon Supermarket (Sironi Editore, 2003). Antonella Testa, fisico con phD in Storia della Fisica, si occupa di storia della scienza e di diffusione di cultura scientifica all’Università degli Studi di Milano. Tra gli interessi principali la storia della strumentazione fisicoastronomica (XVIII-XX sec) e lo sviluppo della fisica spaziale nella seconda metà del Novecento. Nell’ambito delle attività di diffusione di cultura scientifica cura dal 1997 la progettazione e realizzazione di Vedere la Scienza, rassegna annuale di film e documentari scientifici che si tiene in diverse città d’Italia (Milano, Firenze, Bari, Bologna, Modena, Torino, Matera-Potenza, Pavia). Ha svolto iniziative consimili tra cui il primo festival europeo sulla dimensione storica della scienza nella fiction per la televisione, nel 2002, al Piccolo Teatro di Milano, e la stessa Vedere la Scienza al festival della Scienza di Genova 2003 e 2004. Ha collaborato alla realizzazione di due documentari: Da Brera a Marte (Provincia di Milano, 1999) e Dopo il muro del suono (Univ. Milano/RAI/CNR, 2003); ha curato il coordinamento editoriale di tre CD-Rom associati a volumi a carattere fisico-astronomico per Mursia e Mimesis (Eclissi; I colori delle stelle; Comete: diario di viaggio), iniziative e mostre a tema (Mille anni di scienza in Italia, Marte a Milano, …). Si occupa infine di promozione del patrimonio storico-scientifico (visite guidate all’Esposizione di Strumenti Astronomici Antichi a Brera, serate osservative del cielo, conferenze e seminari, iniziative a tema). Alessandro Tonello. Laboratoire de Physique de l’Université de Bourgogne, UMR CNRS 5027, Faculté des Sciences Mirande, 9 Av. Alain Savary, 21078 Dijon, France. Laurea in Ingegneria Elettronica (1997) e Dottorato di Ricerca all’Università di Padova (2001) si occupa di ottica non lineare, solitoni e sistemi di trasmissione su fibra ottica. Stages presso Alcatel (France), Aston University (Birmingham) e le Università di Trento e Padova. Post doc a Dijon dal 2003. Pasquale Tucci è professore ordinario di Storia della Fisica all’Università degli Studi di Milano. Svolge attività di ricerca nel campo della Storia della Fisica e dell’Astronomia dell’Ottocento. Un aspetto della sua attività di ricerca riguarda l’uso della Storia della Scienza per attività di diffusione della cultura scientifica. È stato Direttore del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano ed è responsabile del Museo Astronomico di Brera. Attualmente è Direttore del Centro Interuniversitario per la Diffusione della Cultura Scientifica e Tecnologica promosso, in Milano, dall’Università degli Studi, dal Politecnico, dalla Bocconi e dalla Cattolica. Il Centro organizza annualmente la manifestazione nazionale “Vedere la Scienza”, una rassegna di film e documentari scientifici nazionali e internazionali. È Direttore del Master in Comunicazione Scientifica coordinato dal CONSCIENTIA. Adriana Valente. Svolge attività di ricerca nel campo dell’informazione e comunicazione scientifica presso l’Irpps del Cnr, ed ha prestato attività didattica presso università nazionali ed internazionali. È responsabile scientifica del progetto Percezione della scienza e valori scientifici. Daniele Verri, laureato in Scienze Naturali, collabora con l’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici), è consulente scientifico per la trasmissione “Gaia il pianeta che vive” di Rai Tre. Fondatore e vicepresidente dell’Associazione culturale “Momenti di Cultura” (per la ricerca nella comunicazione della scienza).