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quaderno 1 - Lagune Delta Po

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quaderno 1 - Lagune Delta Po
1
QUADERNI CA’VENDRAMIN
NUMERO
PERIODICO DEL LABORATORIO INTERNAZIONALE DELTA E LAGUNE
ATTI DEL CONVEGNO
INTERNAZIONALE
SULLE LAGUNE
INTERVENTI DI
VIVIFICAZIONE E
CONSERVAZIONE NELLE
LAGUNE: LE ESPERIENZE
ITALIANE
LAGUNE STRANIERE E
DELTA: LA SITUAZIONE,
I PROBLEMI, LE SOLUZIONI
RISULTATI DELLA SCUOLA
ESTIVA DELTA DEL PO
QUADERNI CA’ VENDRAMIN
SINTESI E RISULTATI
DEI WORKSHOP
NOVEMBRE - 2010
1
NUMERO
QUADERNI CA’ VENDRAMIN
NUMERO 1
3
Presentazione
PREFAZIONE
di Fabrizio Ferro
4
LA FONDAZIONE CA’ VENDRAMIN
di Lino Tosini
6
CONVEGNO INTERNAZIONALE SULLE LAGUNE
a cura del Comitato Scientifico
Studi e ricerche
8
MAPPA DEI DELTA E DELLE LAGUNE PRESENTATI AL CONVEGNO
10
INTERVENTI DI VIVIFICAZIONE E CONSERVAZIONE NELLE LAGUNE:
LE ESPERIENZE ITALIANE
INTRODUZIONE di Anna Maria Martucelli
14
LAGUNE DEL DELTA DEL PO
di Bruno Matticchio e Giancarlo Mantovani
24
LAGUNA DI CAORLE
di Sergio Grego e Graziano Paulon
28
LAGUNA DI VENEZIA
di Giovanni Cecconi
34
SACCA DI GORO
di Silvano Bencivelli
40
LAGUNA DI LESINA
di Paolo Breber, Lucrezia Cilenti, Tommaso Scirocco e Antonietta Specchiulli
46
STAGNI DI S’ENA ARRUBIA E CABRAS
di Oliviero Uras
52
LAGUNA DI MARANO E GRADO
di Michele Cicuttini
60
EVOLUZIONE E CRITICITÀ DELLA COSTA NAZIONALE
di Umberto Simeoni
1
QUADERNI CA’ VENDRAMIN
NUMERO 1
64
PREFAZIONE
LAGUNE STRANIERE E DELTA: LA SITUAZIONE, I PROBLEMI, LE SOLUZIONI
Studi e ricerche
FABRIZIO FERRO
Presidente della Fondazione Ca’ Vendramin
Dopo la pubblicazione “sperimentale” del Numero 0 dei Quaderni Ca’ Vendramin,
che ha trovato numerosi e qualificati riscontri positivi, è con particolare soddisfazione
che presento il Numero 1 di quella che mi auguro possa diventare una collana edito-
INTRODUZIONE di Luis Berga
riale, a carattere scientifico-culturale, della Fondazione Ca’ Vendramin e in particolare
66
LAGUNE DEL DELTA DELL’EBRO
del suo Laboratorio internazionale delta e lagune. La ritengo un’attività editoriale di
di Inma Juan Franch
grande importanza perchè rappresenta un’occasione di scambio delle migliori esperienze a livello nazionale ed internazionale per sviluppare le conoscenze scientifiche
70
sulla gestione delle lagune e dei delta.
NORFOLK BROADS
di Henry Cator
È un’ulteriore possibilità di arricchimento tecnico e culturale anche per il personale
76
SITUAZIONE ATTUALE E PROBLEMI DEL DELTA DEL PARANÁ
addetto dei Consorzi di bonifica del Veneto, il Delta del Po e il Veneto Orientale, a cui la
di Andrea Behar
Regione del Veneto ha affidato la gestione dei bacini vallivo-lagunari, attività ritenuta
essenziale per il mantenimento del loro equilibrio idraulico ambientale e per i connessi
86
IL PROGETTO IMOLA: UN TENTATIVO DI PIANO DI GESTIONE INTEGRATA
aspetti economico sociali del territorio di competenza, anche dalla recente legge re-
DELLA LAGUNA DI TAM GIANG-CAU HAI
gionale di riordino della bonifica n. 12/2009.
di Massimo Sarti
In questo numero sono riportati i contributi dei relatori al Convegno internazionale
94
WORKSHOP DEI GRUPPI DI LAVORO
sulle lagune tenutosi al Museo Regionale della Bonifica Ca’ Vendramin l’1, 2 e 3 ottobre
INTRODUZIONE di Pippo Gianoni
dello scorso anno. Si tratta in sostanza degli “atti del Convegno” costituiti da relazioni
tenutesi nei giorni sopracitati, suddivise fra esperienze italiane ed esperienze stra-
96
COSTRUIRE SCENARI PER TERRITORI FRAGILI: RISULTATI DELLA SECONDA
niere nella gestione delle lagune, delle zone umide costiere e sulle problematiche dei
EDIZIONE DELLA SCUOLA ESTIVA DELTA DEL PO
delta in genere.
di Matelda Reho e Maria Chiara Tosi
Colgo l’occasione per ringraziare i relatori per la disponibilità e per il contributo
106
CONSERVAZIONE ED ATTIVITÀ PRODUTTIVE NEL DELTA DEL PO
altamente qualificato che fa di questo Numero 1 dei Quaderni Ca’ Vendramin, una rac-
di Remigio Rossi
colta conoscitiva e scientifica insostituibile per la vastità dei temi trattati e per l’ampio
orizzonte geografico interessato.
108
SINTESI E RISULTATI
di Pippo Gianoni e Remigio Rossi
110
IL PROGETTO DI FORMAZIONE PER I PESCATORI
Attività del Laboratorio
di Remigio Rossi
2
3
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
La Fondazione Ca’ Vendramin
LA FONDAZIONE CA’ VENDRAMIN
LINO TOSINI
Direttore della Fondazione Ca’ Vendramin
Il 30 ottobre 2009, per iniziativa del Consorzio di Bonifica Delta Po Adige, è sta-
attività di studio e monitoraggio e di individuare, mediante progettazione preliminare,
ta costituita la Fondazione Ca’ Vendramin fra la Regione del Veneto, la Provincia di
interventi a carattere sperimentale-innovativo finalizzati alla protezione ambientale e
Rovigo, l’Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po e lo stesso Consorzio di Bo-
al miglioramento della gestione della laguna di Hue, ma utilizzabili anche nella conser-
nifica Delta Po Adige (ora Delta del Po). La Fondazione ha lo scopo di promuovere la
vazione e nella gestione delle lagune venete e del delta del Po. Anche se il finanzia-
ricerca avanzata a livello nazionale e internazionale sui temi attinenti ai delta e alle
mento complessivo appare non sufficiente per realizzare gli obiettivi del progetto, si
zone umide costiere e di favorire la conoscenza e lo sviluppo degli aspetti storico-
ritiene tuttavia che il 1° stralcio proposto abbia una sua valenza funzionale e rappre-
culturali legati all’idraulica e alla bonifica del delta del Po e della Regione del Veneto.
senti un concreto avvio di collaborazione internazionale in ordine alle problematiche
In particolare, essa persegue due obiettivi principali. Il primo obiettivo riguarda la pro-
legate alle aree umide costiere.
mozione, la gestione e il coordinamento, in collaborazione con le università del territorio, della ricerca scientifica interdisciplinare sui delta, sulle lagune e sulle zone umide
Altre attività in avanzato stadio di preparazione si riferiscono a corsi di formazione
litoranee attraverso il Laboratorio internazionale delta e lagune Ca’ Vendramin. Il la-
che potranno permettere a medio termine di posizionare, in modo chiaro e sinergico
boratorio svilupperà la ricerca interdisciplinare, volta a far coesistere e armonizzare
con altri istituti, la Fondazione nell’orizzonte formativo veneto e nazionale. Uno riguar-
la varietà e la diversità delle problematiche dei delta, delle lagune e delle aree umide
da la professione del pescatore che opera nelle lagune del delta del Po, con l’obiettivo
costiere delle varie parti del mondo, per mettere a disposizione di tutti gli interessati
di trasmettere conoscenze di base e approfondimenti sugli ambienti di allevamento,
il patrimonio di conoscenze non solo tecnico-scientifiche, ma anche economiche e so-
sulla biologia degli organismi allevati, sulle potenzialità del settore, sui concetti di so-
ciali per il miglioramento e la valorizzazione dei territori.
stenibilità e sugli aspetti economici. Il corso è rivolto, in particolare, ai giovani molluschicoltori operanti nel delta del Po. L’altro, aperto a studenti, ricercatori, operatori e
Il secondo obiettivo attiene alla promozione, gestione, valorizzazione e sviluppo del
appartenenti alle pubbliche amministrazioni o ad organismi privati, ha come obietti-
sistema museale del delta del Po e in particolare del Museo Regionale della Bonifica
vo l’approfondimento delle conoscenze sugli ecosistemi e sulle dinamiche delle aree
Ca’ Vendramin, nonché del complesso dei manufatti idraulici storici e delle antiche
lagunari per sviluppare le competenze necessarie ad affrontare gli impatti e i rischi
idrovore. Il Museo svilupperà e gestirà la fruizione dei percorsi attrezzati ai fini della
a cui sono sottoposti questi ambienti e per sostenere le attività economiche che ivi
visitazione delle opere idrauliche, degli ambienti rurali e paesaggistici del delta del Po,
insistono. Ciò consentirà di accrescere le competenze di ricercatori, amministratori ed
della Provincia di Rovigo e della Regione del Veneto, promuovendo la collaborazione
operatori che sono indispensabili per una reale e propositiva gestione integrata delle
con organismi nazionali e internazionali per valorizzare la storia, la tradizione e le
lagune nel rispetto dell’ambiente e dell’economia ad esse legata.
tipicità degli ambienti deltizi, lagunari e della bonifica. Sostanzialmente, quindi, la Fondazione ha una duplice finalità: quella di ricerca avanzata legata ai delta e alle lagune
Sono avviate anche altre iniziative legate alla valorizzazione e allo sviluppo del
e quella storico-culturale che fa riferimento al Museo Regionale della Bonifica Ca’ Ven-
sistema museale del delta del Po, costituito dal Museo Regionale della Bonifica Ca’
dramin. L’art. 4 dello Statuto riporta in dettaglio tutti gli obiettivi della Fondazione che
Vendramin e dal complesso di manufatti idraulici storici presenti nell’area del Delta.
sono contenuti nelle predette due finalità principali per il conseguimento delle quali
Contatti con l’Autorità di bacino del Po sono in corso per giungere alla stipula di una
è stato nominato un Comitato Scientifico, che costituisce il punto di riferimento per
convenzione in ordine a cosiddetti “contratti di fiume” che riguardano l’area del Delta.
le proposte e per l’attuazione delle attività culturali e scientifiche della Fondazione.
Tali strumenti pianificatori avranno influssi diretti sul Delta e sulla gestione delle lagu-
L’avvio delle attività di quest’ultima è avvenuto di recente, ma alcune iniziative di gran-
ne, per cui è di grande importanza il coinvolgimento della Fondazione Ca’ Vendramin,
de importanza sono in fase di avanzata realizzazione. Innanzitutto, il progetto sulla
quale attore locale di riferimento, alla loro definizione congiuntamente all’Autorità di
laguna di Hue in Vietnam dovrebbe trovare definizione entro il 2010 attraverso la firma
bacino del Po e alla Regione del Veneto. La Fondazione, risolte le inerzie burocratiche
di un’apposita convenzione tra la FAO e la Fondazione Ca’ Vendramin.
della costituzione, è quindi avviata, con il supporto fondamentale del Comitato Scientifico, a definire via via il proprio precorso per il conseguimento degli obiettivi statutari.
Il progetto, che si svilupperà in un triennio, è nato a seguito di una missione nella
Provincia Thua Thien Hue in Vietnam della Regione del Veneto, tramite l’Assessore
Delta Med è un’associazione nata su iniziativa
della Comunidad General de Regantes del Canal
della Derecha del Ebro (Spagna) e del Consorzio
di Bonifica Delta Po Adige di Taglio di Po (Italia).
Essa raggruppa persone giuridiche rappresentanti dei delta e delle zone umide litoranee del
Mediterraneo con lo scopo di interscambiare
esperienze e conoscenze sulle problematiche del
territorio, dell’ambiente e dell’agricoltura sostenibile. Per maggiori informazioni su Delta Med si
rinvia a quanto riportato a pag. 104 e seguenti
del Numero O dei Quaderni Ca’ Vendramin.
1
all’Ambiente e alla Difesa del Suolo, i rappresentanti del Consorzio di Bonifica Delta Po
Adige e dell’Associazione Delta Med1. Nell’occasione, l’Assessore regionale Giancarlo
Regione del Veneto
Museo Regionale
della Bonifica
Ca’ Vendramin
Conta, il rappresentante della FAO Mr. A. Speedy e il Vice Presidente della Provincia Mr.
Nguyen Van Cao hanno condiviso l’intenzione di avviare una collaborazione nell’ambi-
Provincia di Rovigo
chiarazione d’intesa”. Il progetto di cooperazione decentrata, grazie al finanziamento
triennale FAO (155.000,00 Euro) e quello della Regione del Veneto tramite il Consorzio
Delta del Po e della Fondazione Ca’ Vendramin (complessivamente 210.000,00 Euro
Comitato
Scientifico
Fondazione
Ca’ Vendramin
to del Programma di Cooperazione decentrata Italia-FAO mediante la firma di una “diParco del Delta del Po
Consorzio di Bonifica
Delta del Po
Sezione Museo
Laboratorio
internazionale
delta e lagune
Ca’ Vendramin
Sezione Lagune
La Fondazione
Ca’ Vendramin.
nel triennio 2010-2012), si propone come obiettivo generale di svolgere una serie di
4
5
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Convegno internazionale sulle lagune
CONVEGNO INTERNAZIONALE
SULLE LAGUNE
Giovedì 1 ottobre:
Sabato 3 ottobre:
avviato attività di ricerca mediante la collaborazione con le Università vicine al territo-
Interventi di vivificazione e conservazio-
Saluti dei Rappresentanti Istituzioni:
rio per garantire interventi equilibrati e rispondenti ad una pluralità di esigenza in un
ne nelle lagune: le esperienze italiane
Presidente della Provincia di Rovigo
ambiente complesso ed in continuo divenire.
di Anna Maria Martuccelli
Presidente del Parco Regionale Veneto
Esperienza del Veneto nella gestione
del delta del Po
delle lagune di Riccardo De Gobbi
Sindaci dei Comuni del delta del Po
La Regione del Veneto a mezzo del Consorzio di Bonifica Delta del Po esercita la
a cura del Comitato Scientifico
PROGRAMMA DEL CONVEGNO
gestione idraulica e ambientale del delta del Po e dei suoi sistemi Iagunari e ha altresì
Obiettivo del convegno è stato quello di verificare, a distanza di 14 anni dal primo
Lagune del delta del Po di Giancarlo
incontro svoltosi nel 1995 sempre a Ca’ Vendramin, alla presenza dei rappresentanti
ed operatori di tutte le lagune italiane, lo stato dell’arte sulla gestione degli ambienti
Mantovani e Bruno Matticchio
Delta e Lagune: incontro con le Istituzio-
lagunari, che rappresentano ecosistemi di grande valenza ambientale e produttiva.
Laguna di Caorle di Sergio Grego
ni di Roberto Casarin
Parallelamente si è discusso della situazione in altre lagune e ambienti deltizi europei
Laguna di Venezia di Giovanni Cecconi
Presentazione dei risultati dei gruppi di
e di altri continenti con i quali sono già in corso progetti di collaborazione, nell’ottica
Sacca di Goro di Silvano Bencivelli
lavoro di Pippo Gianoni
di un network operativo sulle lagune basato sul Laboratorio internazionale delta e
Lago di Lesina di Paolo Breber
Presentazione della Carta della naturali-
lagune Ca’ Vendramin.
Stagni di S’Ena Arrubia e Cabras
tà del Delta del Po di Remigio Rossi
di Oliviero Uras
Presentazione del Laboratorio interna-
Laguna di Marano e Grado di Michele
zionale delta e lagune Ca’ Vendramin di
Cicuttini
Roberto Tovo e Rettori delle Università
Venerdì 2 ottobre:
Conclusioni degli Amministratori
Regionali e Ministeriali:
Locandina del
Convegno.
Lagune straniere e delta: la situazione, i
Giancarlo Conta
problemi, le soluzioni di Luis Berga
(Assessore alle Politiche dell’Ambiente)
L’Associazione Delta Med di Manel Masià
Marialuisa Coppola
Marsà e Lino Tosini
(Assessore alle Politiche di Bilancio)
Monitoraggio in tempo reale di lagune e
Antonio Buonfiglio
ambienti costieri di Jörg Imberger
(Sottosegretario al Ministero delle Politi-
Lagune del delta dell’Ebro
che Agricole Alimentari e Forestali)
di Inma Juan Franch
Norfolk Broads di Henry Cator
Foto di gruppo
delle delegazioni
vietnamita, spagnola
e argentina.
Delta del Paranà di Andrea Behar
Laguna di Hue di Massimo Sarti, Nguyen
Van Cao e Do Nam
Workshop dei gruppi di lavoro:
Pianificazione in ambiente deltizio e
lagunare di Emanuela Finesso, Matelda
Reho e Pippo Gianoni
Usi compatibili in ambiente lagunare
di Remigio Rossi e Luigi D’Alpaos
Ca’ Vendramin.
Sintesi dei risultati dei gruppi di lavoro
Relatori e
partecipanti al
convegno.
6
7
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Venezia
Italia (Veneto)
50.000 ha
Laguna di Caorle
Italia (Veneto)
3.000 ha
Norfolk Broads
England
30.000 ha
Laguna di Marano e Grado
Italia (Friuli Venezia Giulia)
3.000 ha
Lagunas del delta
de l’Ebre
España
1.500 ha
Laguna di Lesina
Italia (Puglia)
5.300 ha
Stagni di S’Ena
Arrubia e Cabras
Italia (Sardegna)
2.000 ha
Hue Lagoon
Vietnam
22.000 ha
Sacca di Goro
Italia (Emilia-Romagna)
3.000 ha
Delta del Paraná
Argentina
1.700.000 ha
Lagune del delta del Po
Italia (Veneto)
16.500 ha
MAPPA DEI DELTA E DELLE LAGUNE
PRESENTATI AL CONVEGNO
(Superficie indicativa di lagune e aree umide)
8
9
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Interventi di vivificazione e conservazione
delle lagune: le esperienze italiane
_INTRODUZIONE
INTERVENTI DI
VIVIFICAZIONE E
CONSERVAZIONE DELLE
LAGUNE: LE ESPERIENZE
ITALIANE
ANNA MARIA MARTUCELLI
Direttore generale dell’ANBI
L’odierno incontro è dedicato al tema della vivificazione e conservazione delle
lagune ed in particolare delle lagune italiane. La giornata di domani sarà dedicata ai
stre pianure e si sono potute creare, con il miglioramento delle condizioni ambientali
e con il contenimento della forza e del disordine delle acque, forme di vita più civili.
problemi delle lagune di altri Paesi. La rilevanza dell’incontro nasce dalla circostanza
che le lagune costituiscono una straordinaria e preziosa risorsa sia per la loro valen-
In tale quadro generale il Polesine, per l’origine geologica dei propri terreni, per
za ambientale che per quella economica e produttiva. Quindi le azioni finalizzate alla
la forza ed il disordine dei grandi fiumi, il Po e l’Adige, che ne delimitano longitudinal-
salvaguardia, tutela e risanamento delle lagune rivestono interesse pubblico genera-
mente il territorio, costituisce una luminosa testimonianza dell’azione che la bonifica
le. Analoga considerazione meritano i delta, che sono sistemi naturali di grande rile-
ha saputo compiere per il risanamento dei terreni sommersi, per contenere il dilaga-
vanza ambientale, caratterizzati dalla presenza di zone umide costituenti un habitat
re delle acque, per garantire stabilità del suolo e sicurezza idraulica, per consentire
prezioso per flora e fauna. I delta sono sistemi dominati dai fiumi.
gli insediamenti civili e lo sviluppo economico e per tutelare il territorio polesano. La
complessa idrografia polesana e la complicata rete idraulica che solca il territorio
Le lagune sono sistemi dominati dal mare, esse sono, infatti, modellate dall’azione
rendono testimonianza dell’imponente e secolare opera di bonifica che ha consenti-
del mare con la forza del moto ondoso e delle correnti di marea, così come il mare
to la costruzione del Polesine. Nella storia più recente la bonifica nel nostro Paese, e
costituisce, in questo caso, la fonte primaria di sedimenti. I delta sono caratterizzati
nel Polesine in modo particolare, ha proseguito il suo percorso di adeguamento alle
da vaste distese di zone umide quasi al livello del mare, mentre le lagune sono per lo
mutevoli esigenze del territorio e della società diversificando il proprio intervento
più sistemi caratterizzati da specchi d’acqua aperti e poco profondi. Esiste, tuttavia,
ed arricchendolo di azioni mirate, oltreché alla difesa e regolazione idraulica, alla
un tipo di laguna la cui natura è molto più simile a quella dei delta: si tratta della la-
valorizzazione economica attraverso l’estendimento dell’irrigazione, anche alla sal-
guna deltizia. Le lagune deltizie sono situate ai margini dei delta o fra i rami principali
vaguardia ambientale attraverso azioni di protezione delle risorse naturali.
di un fiume. Le azioni destinate al risanamento ed alla conservazione di tali sistemi
naturali rappresentano quindi un’attività estremamente rilevante nell’ambito della
Non va dimenticato che un’organica politica per il corretto governo del territorio
tutela ambientale. Si tratta di azioni che richiedono anzitutto conoscenza della speci-
impone oggi una fondamentale azione di difesa dalle acque e delle acque, una co-
fica realtà lagunare e deltizia certamente complessa sia sotto l’aspetto idraulico che
stante azione di prevenzione e riduzione del rischio idraulico, ma richiede contem-
sotto quello geomorfologico e mareografico.
poraneamente un’azione di protezione attiva e di salvaguardia del suolo e delle altre
risorse ambientali attraverso un ordinato e corretto uso del territorio, una costante
Per poter correttamente valutare le azioni necessarie per garantire la vivifica-
opera di sistemazione e regolazione dei corsi d’acqua, una razionale utilizzazione
zione e la conservazione delle lagune occorrono lunghe fasi di studio, di sperimen-
delle risorse idriche, una diffusa azione di risanamento delle acque superficiali e sot-
tazione mirate, di monitoraggi, la costruzione di modelli matematici sensibili, ampie
terranee. Solo in tal guisa si realizza anche quella salvaguardia ambientale auspicata
campagne di osservazione e misure. Come è stato recentemente rilevato si tratta
in ogni sede con pienezza di consensi. La bonifica integrale, quale azione specifica-
di una laboriosa elaborazione per individuare strategie di interventi e metodologie
mente mirata alla conservazione e difesa del suolo, alla razionale utilizzazione delle
operative efficaci. Non si tratta, peraltro, soltanto di individuare come e quando in-
acque e alla tutela di tali risorse ambientali, rientra quindi a pieno titolo nell’ambito
tervenire, ma anche di garantire la gestione.
di una moderna politica del territorio di cui rappresenta una fase fondamentale e
strategica. D’altra parte, come si è visto, il ruolo della bonifica nei secoli si è costan-
Assume certamente carattere strategico e centrale la gestione delle lagune,
temente adeguato ai bisogni del territorio. Basta ricordare l’azione che svolgono i
che richiede nel tempo un lungo, continuo e paziente processo di manutenzione e
Consorzi di bonifica attraverso la gestione e manutenzione di un importante e in-
conservazione attiva. La gestione presenta un duplice aspetto: gestione idraulica
terconnesso sistema idraulico di scolo esteso su tutta la pianura del nostro Paese,
e gestione ambientale. La stretta connessione e l’integrazione dei due aspetti ha
di migliaia di impianti idrovori e di sollevamento delle acque, di un diffuso sistema
determinato l’esigenza di considerare il ruolo che i Consorzi di bonifica potevano
irriguo costituito da canali di derivazione, di adduzione e di distribuzione nonché di
svolgere nel settore, tenuto conto da un lato delle conoscenze e delle professionalità
dighe e traverse.
possedute e del percorso evolutivo riconosciuto all’azione della bonifica sul territorio, attesa d’altro canto la polivalenza funzionale assunta dalla stessa con riferimento agli obiettivi di sicurezza territoriale, ambientale e alimentare.
L’attività della bonifica si estende oggi su oltre il 50% del territorio del nostro Paese che deve ad essa la propria conservazione ed il mantenimento di quelle condizioni
fisiche necessarie alla vita civile ed alle attività produttive per la garanzia di una co-
Allorquando nel 1984 venne pubblicato il volume dal titolo “Le bonifiche in Ita-
stante opera di sistemazione e regolazione dei corsi d’acqua e di tutela dei medesimi,
lia dal ‘700 ad oggi” esso ha costituito seria testimonianza del fondamentale ruolo
di una continua azione di approvvigionamento e razionale utilizzazione delle acque
che l’attività di bonifica ha svolto nei secoli per la costruzione e difesa delle pianure
attraverso sistemi irrigui collettivi. Ne costituisce testimonianza anche l’evoluzione
in Italia, che sono state conquistate nei secoli con la bonifica idraulica. Infatti solo
della legislazione nazionale e della legislazione regionale organica sulla bonifica. Con
attraverso l’attività di bonifica, realizzata mediante l’instancabile opera dell’uomo
riferimento alla prima è sufficiente ricordare che le due più recenti leggi quadro na-
e con l’impiego di enormi capitali, si sono risanate, rese produttive ed abitabili le no-
zionali interessanti il settore delle risorse naturali, rispettivamente la legge quadro
10
11
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Interventi di vivificazione e conservazione
delle lagune: le esperienze italiane
per la difesa del suolo (legge 183/1989) e quella per la gestione delle risorse idriche
anche con riferimento ai sistemi territoriali connessi. Ne ha data puntuale notizia il
(legge 36/1994), ricomprendono le azioni di bonifica e l’irrigazione nell’ambito dei
Presidente Ferro nella sua introduzione. Ritengo che in sede nazionale non possano
fondamentali interventi per la conservazione e difesa del suolo e per l’approvvigio-
essere misconosciuti i problemi delle lagune e del sistema deltizio nell’ambito di una
namento e la razionale utilizzazione delle acque ed indicano i Consorzi di bonifica e
politica ambientale che non può trascurare l’esigenza di tutela di risorse naturali a
di irrigazione tra i soggetti aventi funzioni proprie e specifica competenza istituzio-
valenza ambientale ed economica, soggetti a pericoloso degrado se non si interviene
nale nei due rispettivi settori. La legge quadro per la tutela delle acque, approvata
tempestivamente.
con decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152, riconosce inoltre, con norma espressa, il contributo che i Consorzi possono offrire nel settore della tutela ambientale.
Nella Regione del Veneto, tenuto conto del riconoscimento, da parte del legislatore regionale, della polivalenza funzionale dell’azione della bonifica, sono state in-
Merita di essere sottolineato che i Consorzi di bonifica avevano già da tempo av-
dicate espressamente, nell’ambito delle funzioni in materia di bonifica anche quelle
viato alcune delle iniziative contemplate dal legislatore nel 1999. Tra tali iniziative ri-
della tutela ambientale con riferimento specifico anche al paesaggio vallivo e lagu-
entrano quelle costituenti oggetto del dibattito odierno rientranti tra quelle azioni di
nare nonché alla conservazione e valorizzazione del patrimonio idrico. Il riferimento
tutela ambientale realizzate dai Consorzi a significativa testimonianza del percorso
al Consorzio di bonifica quale soggetto gestore discende non solo dalla forte inte-
evolutivo dell’azione della bonifica sul territorio. Come si vedrà sono particolarmente
grazione tra le azioni di regolazione idraulica e di vivificazione e risanamento delle
significativi gli interventi sul bacino scolante della laguna di Venezia e le azioni sulle
lagune, ma anche dalla presenza costante del Consorzio sul territorio, dalla specifica
lagune deltizie, il monitoraggio delle acque, la tutela delle risorgive e dei fontanili.
professionalità e dalla circostanza che in sostanza il legislatore è intervenuto per
L’azione della bonifica ha avuto rilievo determinante nel Paese attraverso l’illustrato
riconoscere una operatività ed una competenza di cui i Consorzi avevano già dato
processo evolutivo, in virtù del quale oggi ricomprende un insieme di azioni ed inter-
testimonianza. In sede nazionale, alle leggi dinanzi citate si uniscono due importanti
venti mirati alla difesa e conservazione del suolo, alla razionale utilizzazione delle
provvedimenti. In particolare il documento conclusivo dell’indagine sui Consorzi ap-
acque a prevalente uso irriguo e alla salvaguardia ambientale. Da tale evoluzione
provato dalla Camera dei Deputati a gennaio 1996, nonché l’accordo Stato-Regioni
dell’azione della bonifica è disceso l’interesse dei Consorzi verso i sistemi lagunari
del 18 settembre 2008. In entrambi si riconosce sia il valore che oggi sul territorio
e deltizi quindi le iniziative di vivificazione, di risanamento e di conservazione delle
rappresentano le opere pubbliche gestite dai Consorzi sia l’efficacia della loro azio-
lagune, di cui si tratterà nell’odierno incontro.
ne, nonché la validità dell’istituzione Consorzio con particolare riguardo alla gestione delle risorse naturali, suolo ed acqua nel cui ambito rientra anche la tutela.
È chiaro peraltro che il ruolo strategico ed il fondamentale contributo della bonifica integrale alla sicurezza territoriale, ambientale ed alimentare non è certamente
L’auspicio, che va pertanto formulato, tenuto conto della specialità delle risor-
esaustivo ma va coordinato ed integrato dalle azioni delle altre istituzioni cui l’ordi-
se naturali costituito dalle lagune, è che il legislatore nazionale voglia considerare
namento statale e regionale conferisce funzioni e poteri ancora più ampi e generali
positivamente l’esigenza, fortemente avvertita, di un provvedimento dedicato alla
finalizzati agli stessi obiettivi, a garanzia di uno sviluppo sostenibile. Il confronto,
tutela delle stesse, nel cui ambito individuare gli interventi e le azioni necessarie per
la concertazione e la collaborazione con tali istituzioni deve costituire, per i sog-
la loro salvaguardia, oltre all’opportunità di operare attraverso attività di ricerca mi-
getti protagonisti della realizzazione e gestione della bonifica integrale — Consorzi
rate e specifiche sperimentazioni, riconoscendo quindi la necessità di un laboratorio
di bonifica e di irrigazione — regola costante. La valenza ambientale ed economica
ad elevata specializzazione ed a carattere interdisciplinare. Occorrono ovviamente
delle lagune deve indurre ad un orientamento della politica del territorio che tenga
le necessarie risorse finanziarie nonché l’individuazione dei soggetti preposti alla
nella dovuta considerazione i problemi delle lagune deltizie individuando strategie
gestione e la concertazione-cooperazione tra gli enti locali territoriali e i Consorzi
di intervento e metodologie operative efficaci nonché l’individuazione dei soggetti
di bonifica.
competenti alla gestione. Occorrono certamente ricerche e studi, come testimoniano le esperienze che saranno oggi illustrate ma anche proposte di soluzioni e sperimentazioni.
Occorre certamente, come testimonia l’attività finora svolta, un approccio ai problemi di carattere scientifico ed interdisciplinare. Già in precedenti incontri e dibattiti sono emerse conclusioni orientate verso l’esigenza di un approccio scientifico
interdisciplinare e si è ipotizzata la costituzione di un laboratorio internazionale sui
delta e sulle lagune, capaci di approfondire la ricerca interdisciplinare e di esportare nell’area mediterranea ed in altre zone del mondo l’approccio già sviluppato nel
delta del Po. È necessario istituire un centro di ricerca con l’obiettivo di promuovere,
gestire e coordinare la ricerca avanzata sui delta, sulle lagune e sulle zone umide
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Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Lagune del delta del Po
_ATTI DEL CONVEGNO
LAGUNE DEL DELTA DEL PO
BRUNO MATTICCHIO
Ipros Ingegneria Ambientale Srl
GIANCARLO MANTOVANI
Direttore del Consorzio di Bonifica
Delta del Po
Il sistema lagunare del delta del Po
del secolo scorso le lagune deltizie sono
qualità ambientale e sulla produzione
canali e sulla formazione di “barene”
bile per l’individuazione degli interventi
comprende 18.000 ha di specchi d’acqua
state soggette ad un progressivo degra-
ittica (Figura 2).
con il materiale di risulta dello scavo.
necessari, come anche della valutazione
di cui 8.150 ha sono occupati da lagune,
do idro-morfologico ed ambientale. Tra
Questi interventi, ricostituendo almeno
dell’efficacia degli stessi, è stato un in-
8.600 ha da valli da pesca arginate e
le ragioni si deve menzionare in primo
L’aspetto principale con cui tale de-
in parte l’originale “diversità” dei fonda-
sieme di indagini sperimentali e model-
oltre 1.250 ha da area umide. Le lagune
luogo la subsidenza, principalmente do-
grado si manifestava era rappresentato
li, consentono la propagazione delle cor-
listiche, messo in atto fin da subito, con
principali sono 7, delle quali la più estesa
vuta all’estrazione di acque metanifere
dalla formazione di ampie zone di rista-
renti di marea verso gli specchi d’acqua
l’obiettivo da una parte di approfondire
(Sacca degli Scardovari) occupa una su-
dalle falde profonde, che ha stravolto
gno d’acqua, spesso a ridotto tenore
più interni e favoriscono l’innescarsi di
la conoscenza del complesso sistema
perficie di 3.300 ha, e la minore (Burcio)
l’originale morfologia dei bacini.
salino, in cui si originavano sistematica-
fenomeni di mescolamento legati sia alla
idro-morfologico lagunare, dall’altra di
mente gravi fenomeni di eutrofizzazione
circolazione delle correnti stesse sia agli
seguire nel tempo le dinamiche evoluti-
Originariamente caratterizzati dalla
e proliferazione algale, soprattutto nei
effetti del vento.
ve sia naturali che eventualmente inne-
Si tratta di un ambiente particolar-
presenza di canali profondi, affiancati da
periodi estivi. Il Consorzio di Bonifica
mente delicato e instabile, soggetto alle
bassifondi e barene emerse solo duran-
Delta del Po, su mandato della Regio-
Sono state inoltre realizzate opere
intense dinamiche proprie delle zone di
te le fasi di alta marea, i fondali lagunari
ne del Veneto, ha perciò messo in atto
di consolidamento delle bocche a mare
transizione. Al tempo stesso la sua sal-
hanno infatti subito un progressivo “ap-
fin dalla prima metà degli anni ’90 una
e degli scanni, per incrementare e man-
vaguardia idraulica e morfologica co-
piattimento” che ha influenzato negati-
serie di provvedimenti finalizzati a mi-
tenere il più possibile attivi gli scambi
Queste indagini forniscono supporto
stituisce un obiettivo irrinunciabile in
vamente la circolazione delle correnti di
gliorare il regime idraulico delle lagune
mare-laguna, e manufatti per il controllo
anche alle attuali attività del Consorzio,
ragione dell’elevato valore ecologico e
marea, penalizzando il mescolamento e
e a ristabilirne l’equilibrio idrodinamico.
dei flussi di marea in particolari sezioni,
le quali riguardano da una parte il com-
delle molteplici attività antropiche che
il ricambio delle acque soprattutto negli
Tra questi in particolare vi sono gli inter-
miranti ad incrementare il naturale ri-
pletamento dei progetti e la manuten-
in esso hanno luogo (pesca, acquacol-
specchi d’acqua più lontani dalle bocche
venti per la “vivificazione” delle lagune,
cambio delle acque negli specchi d’acqua
zione e gestione delle opere completa-
tura, turismo, ecc.). Negli ultimi decenni
a mare, con pesanti ripercussioni sulla
principalmente basati sul dragaggio di
più penalizzati. Presupposto indispensa-
te, dall’altra la realizzazione di ulteriori
di 100 ha (Figura 1).
1950
ITALIA
14
graduare e guidare nel tempo la realizzazione delle opere.
1967
LEGENDA:
Batimetrie
> 0,6
0.1 - 0.5
-0.2 - 0
-0.4 - -0.3
-0.7 - -0.5
-0.9 - -0.8
-1.2 - -1
-1.4 - -1.3
-1.9 - 1.5
Figura 1: le lagune
del delta del Po.
scate dagli interventi stessi, in modo da
1990
Figura 2: evoluzione
dei fondali delle
lagune: progressivo
approfondimento ed
appiattimento dei
fondali per effetto
della subsidenza e
dell’erosione dovuta
al moto ondoso;
scomparsa dei
-2.4 - -2
-2.9 - 2.5
-3.4 - -3
-3.9 - -3.5
-4.4 - -4
-4.9 - 4.5
-5.4 - -5
-5.9 - -5.5
< -6
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canali, delle barene e
delle fasce marginali
di transizione.
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Lagune del delta del Po
interventi atti a fronteggiare particolari
il Consorzio effettua periodicamen-
correnti mareali nelle diverse parti dello
d’acqua. I dati raccolti, informatizzati e
il territorio del Delta, si riferiscono spe-
è stato ed è necessario ricorrere ad inda-
situazioni critiche soprattutto connesse
te campagne di misura dei parametri
specchio d’acqua.
georeferenziati, sono inseriti in un data-
cificamente alle diverse componenti del
gini con modelli matematici. Infatti, una
con l’azione delle mareggiate sugli scan-
idrodinamici nelle lagune (Figura 4). Le
base geografico (GIS), in modo che essi
sistema fisico degli ambienti lagunari,
volta adeguatamente validati sulla base
ni e sulle bocche a mare. Tra le attività
indagini tipicamente si svolgono rilevan-
Alle misure idrodinamiche si affianca-
possano essere facilmente accessibili
ma prevedono livelli dedicati anche agli
dei dati sperimentali, questi strumenti
di monitoraggio un ruolo fondamentale
do simultaneamente i livelli di marea e
no indagini sulla distribuzione e sulle va-
a chi opera per la progettazione degli
interventi eseguiti dal Consorzio, agli
di calcolo possono da una parte rappre-
è assunto dai rilievi topografici e batime-
le portate fluenti in occasione di maree
riazioni dei principali parametri chimico-
interventi sulle lagune. L’Archivio Geo-
aspetti socio-economici e alla pianifica-
sentare in modo attendibile l’idrodina-
trici, necessari per definire la geometria
di sizigia, ossia caratterizzate dalle più
fisici, tra i quali in particolare la salinità.
grafico delle Lagune del Delta del Po è
zione. Nonostante le attuali potenzialità
mica di tutto il bacino, dall’altra simulare
del sistema fisico e supportare la pro-
ampie escursioni. I livelli sono rilevati in
Negli ambienti lagunari, infatti, le ampie
organizzato in una serie di livelli tematici
delle indagini in campo, per caratterizza-
gli effetti di diversi scenari progettuali
gettazione (Figura 3).
più punti del bacino lagunare in modo da
e repentine variazioni della salinità, ori-
che, fatta eccezione per l’inquadramen-
re compiutamente la complessa dinami-
(Figura 5). Nella prima fase di progetta-
caratterizzare gli sfasamenti e le varia-
ginate dal contatto tra acque dolci di
to cartografico esteso per logica a tutto
ca dei processi idro-morfologici lagunari,
zione degli interventi per la vivificazione
I rilievi, accoppiati alle foto aeree ed
zioni di ampiezza dell’onda di marea, il
origine fluviale e acque marine, influen-
estesi con diverso grado di dettaglio ai
che fornisce un’indicazione sulla propa-
zano non solo la qualità delle acque e gli
fondali delle lagune e a quelli della fascia
gazione della marea stessa verso i mar-
aspetti ad essa correlati della produt-
di mare antistante, devono essere ripe-
gini lagunari.
tività, ma anche l’idrodinamica stessa.
tuti con regolarità per cogliere le rapide
Infatti i gradienti di densità dovuti alle
variazioni morfologiche che caratteriz-
Le portate sono generalmente rileva-
variazioni della salinità producono a loro
zano questi ambienti. Oltre a collaborare
te sulle bocche a mare e in alcune sezio-
volta effetti sul movimento delle masse
alla gestione della rete di monitoraggio
ni interne in modo da quantificare sia gli
d’acqua, e favoriscono, soprattutto nel-
in continuo dei parametri chimico-fisici e
scambi mare-laguna e quindi l’efficienza
le zone più profonde e idraulicamente
di qualità delle acque, facente capo alla
delle bocche stesse, sia i flussi lungo i
meno attive, l’insorgere di dannosi fe-
competente agenzia regionale (ARPAV),
canali lagunari, e quindi l’attività delle
nomeni di stratificazione della colonna
Figura 3:
A. batimetrie della
costa: - profili ogni 1
km, profondità max
15 m; - batimetrie
di dettaglio a
ridosso delle bocche
lagunari; - rilievo
della linea di riva;
B. batimetria delle
lagune.
2008
Chioggia DS
Porta Caleri
Paltanara
M1
M2
0
500 1,000 1,500 m
B
LEGENDA:
Batimetrie
A
16
> 0,6
0.1 - 0.5
-0.2 - 0
-0.4 - -0.3
-0.7 - -0.5
-0.9 - -0.8
-1.2 - -1
-1.4 - -1.3
-1.9 - 1.5
Figura 4: campagne
di misura dei
parametri
idrodinamici:
- circolazione delle
correnti;
- livelli di marea;
- portate alle bocche
e nei principali
canali.
-2.4 - -2
-2.9 - 2.5
-3.4 - -3
-3.9 - -3.5
-4.4 - -4
-4.9 - 4.5
-5.4 - -5
-5.9 - -5.5
< -6
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Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Lagune del delta del Po
-0.0
-1.0
quote (m)
-2.0
-3.0
-4.0
6 agosto 1997 - ore 18.00
-5.0
-6.0
0.0
2 0 0 0 .0
4 00 0 . 0
6000.0
8 0 0 0.0
10 0 0 0 .0
120 0 0 .0
8 0 0 0 .0
1 0 0 0 0 .0
120 0 0 .0
distanze (m)
-0.0
-1.0
quote (m)
-2.0
-3.0
-4.0
-5.0
6 agosto 1997 - ore 24.00
-6.0
0.0
Velocità
(m/s)
2 0 0 0 .0
4 00 0 . 0
6000.0
distanze (m)
1 .0
12
16
20
24
28
30
Salinità (ppm)
0.75
0. 50
0. 25
0
500
1.000 m
0
500
1.000 m
0.00
S4_mis
S4_calc
S1_mis
S1_calc
Figura 5: modello
idrodinamico 2D
per lo studio della
circolazione delle
correnti di marea:
analisi dello stato di
fatto; individuazione
e verifica della
soluzione di
progetto.
Figura 6: modello
idrodinamico 3D
per lo studio delle
correnti stratificate:
ingressione di
acque dolci fluviali;
mescolamento e
stratificazione;
azione del vento.
18
19
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Lagune del delta del Po
Figura 9: barena
artificiale: area
perimetrata riempita
con materiale di
risulta.
Figura 7: barene
artificiali: burghe.
delle lagune la configurazione degli interventi stessi è stata individuata principalmente sulla base di calcoli effettuati
con modelli matematici bidimensionali.
I positivi risultati ottenuti hanno implicitamente confermato la validità dell’approccio. Nella fase attuale di gestione, il
Consorzio si avvale ancora di simulazioni
con modelli bidimensionali per verificare l’attuale stato della circolazione nelle
lagune e valutare eventuali alternative
progettuali. Modelli idro-morfologici più
sofisticati sono utilizzati per indagare
anche sull’evoluzione dei fondali per effetto combinato delle correnti di marea
e delle mareggiate nelle analisi relative
alla stabilizzazione delle bocche a mare
- formazione di barene artificiali co-
natanti. Le barene artificiali sono state
il naturale “inverdimento” delle barene
e degli scanni. Infine modelli di tipo tridi-
stituite con il materiale proveniente
realizzate conterminando l’area indivi-
stesse. (Figura 10).
mensionale sono impiegati per studiare
dagli scavi scaricato in aree opportuna-
duata con burghe (Figura 7) o con pali in
l’idrodinamica lagunare, nell’ambito di
mente perimetrate nelle zone di minor
legno affiancati (Figura 8).
indagini che riguardano l’ingressione di
profondità.
acque dolci di origine fluviale, i fenome-
Sono stati inoltre realizzati manufatti
dotati di porte vinciane o paratoie a ven-
Una volta completata la perimetrazio-
tola nelle lagune di Caleri, Vallona e Bar-
Furono così elaborati i progetti per la
ne le aree così conterminate sono state
bamarco per l’ottimizzazione del regime
vivificazione delle lagune di Caleri, Val-
riempite con il materiale di risulta del
idrodinamico attraverso la regolazione
lona, Barbamarco e Scardovari da realiz-
dragaggio fino ad una quota di 30÷50 cm
dei flussi di marea. (Figure 11 e 12). Que-
zare con i finanziamenti previsti dal P.I.M.
sopra il livello medio del mare in modo
sto induce una circolazione residua che
raggi preliminari effettuati sulle aree
(Programma Integrato Mediterraneo)
tale da realizzare le barene (Figura 9).
potenzia il ricambio delle acque lagunari
lagunari hanno indicato l’idrodinamica
di cui al Reg. CEE n.2088/85. L’escavo
Per contrastare l’erosione eolica sono
con un effetto di “pompaggio”. I risultati
quale fattore preponderante su cui agire
dei nuovi canali è stato realizzato con
state altresì realizzate opere di ripristi-
positivi degli interventi realizzati sono
per ottenere, da un lato il risanamento
idonee draghe aspiranti e refluenti e, in
no ambientale tramite la piantumazione
stati immediati e da subito si è assistito
ambientale delle lagune e dall’altro il
casi specifici, con escavatori montati su
di specie pioniere che hanno poi attivato
alla ripresa della produttività delle lagu-
ni di mescolamento e stratificazione, e la
circolazione dovuta al vento (Figura 6).
Figura 8: barene
artificiali: pali di
legno affiancati.
In definitiva, gli studi ed i monito-
recupero delle loro risorse produttive e
lo sviluppo delle attività economiche ad
esse collegate. Tali studi hanno altresì
individuato lo strumento da utilizzare
per vivificare le lagune e cioè la realizzazione di opere che intervengano sulla
morfologia lagunare ripristinando, nei
limiti del possibile, le caratteristiche che
le lagune possedevano prima del verificarsi del fenomeno della subsidenza,
semplificando il campo delle soluzioni
possibili verso due principali categorie
di lavori:
- scavo di nuovi canali sub-lagunari o
Figura 10:
piantumazione di
specie pioniere.
riescavo ed adeguamento di quelli esistenti nelle zone di maggior profondità;
20
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Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Lagune del delta del Po
ne, produttività che costituisce la carti-
di collegamento fra mare e lagune e fra
na al tornasole della validità delle opere
lagune e fiumi;
realizzate (Figura 13).
- monitoraggio della qualità delle acque lagunari;
Le lagune sono zone costiere in pre-
- monitoraggio delle produzioni di
cario equilibrio tra terra e mare sogget-
molluschicoltura ed ittiche nelle lagune;
te a continue e rapide variazioni. Sono
- controlli batimetrici e campagne di
cioè ambienti dinamici che si modificano
giorno per giorno e queste modifiche si
misure idrauliche;
- completamento degli interventi.
ripercuotono sull’idrodinamica lagunare, solitamente in maniera negativa, e
quindi sull’ambiente. È stata da subito
evidenziata la necessità di continuare
a monitorare queste modificazioni, correggerle quanto è possibile e, se non è
possibile, assecondarle.
Ponte
Pozzantini
Di qui si passa al concetto di gestione delle lagune. La Regione del Veneto
ha immediatamente colto l’importan-
Figura 11:
realizzazione di
manufatti nella
Laguna di Caleri.
za della gestione delle lagune tant’è
che con l’art.29 della L.R. 22.02.99
n.7 ha autorizzato la Giunta Regionale ad affidare ai Consorzi di Bonifica
Delta Po Adige e Pianura Venera tra
Livenza e Tagliamento la gestione e
l’esercizio delle opere realizzate nelle
lagune del delta del Po e di Caorle. La
stessa legge autorizzava, tra l’altro, la
Giunta Regionale a finanziare specifici
progetti di manutenzione delle lagune.
Le linee essenziali dell’azione gestionale delle lagune sono le seguenti:
Manufatto
S.Margherita
- mantenimento della corretta idrodinamica lagunare, manutenzione delle
bocche lagunari, dei canali esistenti ed
interventi di ripristino della morfologia
lagunare;
- deposito di materiale dragato sulle
barene e sugli scanni;
- interventi di stabilizzazione delle
bocche lagunari;
- rinforzo e ripascimento degli scanni
litoranei;
Figura 12:
realizzazione di
manufatti nella
Laguna Vallona.
Figura 13: ripresa
della produttività
in seguito agli
interventi.
- opere a verde;
- gestione funzionale dei manufatti
22
23
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Caorle
_ATTI DEL CONVEGNO
LAGUNA DI CAORLE
SERGIO GREGO
Direttore del Consorzio di Bonifica Pianura
Veneta tra Livenza e Tagliamento
GRAZIANO PAULON
Consorzio di Bonifica Pianura Veneta tra
Livenza e Tagliamento
La Laguna di Caorle è senz’altro
pressoché chiuso; in queste condizioni
bile raggiungendo valori di acqua mari-
l’ecosistema di maggior interesse natu-
non è in grado di accogliere se non scar-
na (35 g/l) solo alla foce, riducendosi a
ralistico e ambientale tra quelli rilevati
si volumi di riflusso durante il ciclo di
valori iposalmastri (1-2 g/l) in buona par-
nel comprensorio. La sua importanza
marea. In passato il complesso dei canali
te dell’area.
tuttavia va oltre gli aspetti strettamen-
lagunari si raccordava ad ampi specchi
te ecologici: allo stato di salute dell’am-
liquidi (valli), costituendo un sistema a
Nel complesso, il rilievo dei flussi la-
biente lagunare sono infatti legati i de-
flusso alterno che garantiva il ricambio
gunari ha evidenziato forti escursioni
stini di attività economiche che vanno
dell’acqua e la piena officiosità degli alvei
dei flussi di marea alle foci, l’inversione
dall’agricoltura, all’itticoltura, al turismo
stessi. Ora, sparite quasi del tutto le valli
(Figura 1).
libere, il sistema dendritico lagunare ha
del moto si riscontra solo a pochi chi-
Figura 1: Caorle e la
sua laguna.
lometri dalle stesse; ciò spiega la prevalenza delle acque dolci in parte eu-
perduto la sua funzione fondamentale
La Laguna di Caorle rappresenta il
del trasporto alterno di portate idriche
residuo dell’ampio bacino di espansione
tanto più elevate quanto più grandi era-
delle piene dei fiumi Livenza e Taglia-
no le valli lagunari. Il sistema idrografico
mento. In conseguenza dei vari inter-
lagunare di Caorle è oggi essenzialmen-
venti di bonifica realizzati tra gli inizi
te un reticolo di corsi d’acqua. Le valli re-
del secolo ed i primi anni ’60, la confi-
sidue (Valle Zignago, Perera, Valgrande
gurazione originaria è stata ampiamen-
e Valnova e altre minori) partecipano in
te modificata: velme e barene sono ora
misura limitata ai flussi del sistema idro-
trofiche nel sistema lagunare. A fronte
di questo quadro, dal 1990, nell’ambito
LEGENDA:
prima dei Programmi Integrati Mediterlavori di scavo del tratto
terminale del canale
dei Lovi
ranei, quindi del Programma Regionale
lavori eseguiti
lavori da eseguire
(manutenzione lagunari
l.r. 7/1999)
ge Regionale n. 7/1999, il Consorzio di
lavori eseguiti
lavori da eseguire
(altri finanziamenti)
ripristinare la funzionalità dell’ecosiste-
di manutenzioni lagunari di cui alla LegBonifica Pianura Veneta ha avviato una
serie di interventi (Figura 2) finalizzati a
confinate in spazi molto ristretti, mentre
grafico a causa delle ridotte dimensioni
le aree comprese tra gli ampi canali la-
delle luci o dei canali aperti sul sistema
gunari sono state trasformate in valli da
stesso. Il sistema riceve le acque dol-
dalla graduale perdita di salubrità delle
pesca arginate o addirittura, dopo boni-
ci dei fiumi Lemene, Loncon e parte di
acque e dal progressivo interrimento dei
ficazione, in terreni coltivati. Il sistema
quelle di piena dei fiumi Tagliamento e
canali lagunari e delle aree vallive dovu-
idraulico lagunare è strutturato su due
Livenza nonché i deflussi del sistema di
te all’insufficiente scambio d’acqua tra
aste principali, il canale Nicesolo, al qua-
bonifica retrostante (Figura2).
mare e laguna e la presenza di immissio-
le affluiscono, attraverso i canali Saetta
nodi principali
corridoi principali
area di intervento - nodo potenziale
corridoi secondari
area di completamento della rete ecologica secondaria
corridoi potenziali
ma della laguna di Caorle, compromessa
ni in laguna, attraverso le principali aste
fluviali, delle immissioni benché depura-
e Maranghetto, parte delle portate del
L’acqua di mare entra nel sistema du-
fiume Livenza e del fiume Lemene, ed
rante l’alta marea e vi penetra nella mi-
il canale dei Lovi, nel quale confluisce
sura consentita dal flusso contrario del-
il canale Cavrato, scaricatore di piena
le acque dolci. Durante la bassa marea
del fiume Tagliamento. Inoltre conflui-
defluiscono a mare sia le acque salate
Le ipotesi operative, tradottesi poi in
sce nel sistema lagunare l’intera rete di
prima penetrate con l’alta marea, sia le
specifici interventi si possono così sinte-
scolo dei territorii di bonifica antistanti,
acque dolci. La commistione tuttavia si
tizzare:
facente capo ai canali Sindacale, Taglio
avverte in modo significativo solo nella
- riapertura di parte delle Valli o del-
e altri minori.
parte più a valle del sistema, quella in-
le aree connesse al sistema lagunare
teressata dal riflusso. Sul piano quali-
(Vallevecchia), da collegarsi al sistema
Dal punto di vista idraulico il sistema
tativo il quadro generale è fortemente
dei canali mediante arterie a bassa re-
appare notevolmente efficiente, grazie
condizionato da questa caratteristica,
sistenza idraulica, per vivificare sia le
soprattutto alla grande ampiezza del-
per cui nelle acque del sistema si pre-
aree stesse che i canali veicolanti i flussi
le sezioni liquide delle aste principali. Il
sentano alcune situazioni di presenza
di marea;
sistema tuttavia evidenzia una scarsa
di sostanza organica, solidi sospesi e
- diversione dei maggiori flussi fluvia-
capacità di scambio delle proprie acque
di inquinamento microbiologico, la pre-
li di magra e dei più consistenti flussi di
con il mare: ciò è dovuto alla sua chiu-
senza di nutrienti correlata a fenomeni
sura alla sommità, nel punto di raccordo
di eutrofia e con una certa frequen-
con la rete fluviale, fattore da cui deriva
za la riduzione dell’ossigeno disciolto.
una conformazione a imbuto con il fondo
La salinità è invece estremamente varia-
24
te del sistema urbano retrostante e del
territorio agricolo.
scarico delle bonifiche attraverso sbarramenti mobili, con effetti secondari di
Figura 2: complesso
degli interventi
realizzati in ambito
lagunare.
contrasto della risalita del cuneo salino
e di riduzione della commistione delle
25
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Caorle
Figura 3: progetto per
il recupero ambientale
e la rinaturalizzazione
di Vallevecchia.
(Elaborazione a cura
dello Studio Tepco).
acque lagunari con quelle veicolanti i
immediatamente seguito l’avvio di una
neto (proprietaria dell’area) e attraverso
- dare un impulso significativo alle
deflussi provenienti dagli insediamenti
sistematica campagna di monitoraggio
l’ente strumentale Veneto Agricoltura ed
dinamiche dei flussi lagunari, per gran
urbani;
per verificare attraverso misure dirette
il Comune di Caorle, ha realizzato alcuni
parte devitalizzate dal complesso degli
Figura 4: foce del
Baseleghe.
del territorio rurale, all’interno del quale
Valle Vecchia risulta integrata.
Lo studio di fattibilità ha evidenziato
verifica del funzionamento del sistema
tre possibili scenari conseguenti agli inter-
di apertura alla marea, l’evoluzione degli
- recuperare il valore culturale e
venti di rinaturalizzazione individuando
ambienti costituiti in condizioni di diverso
storico della Laguna, dando sviluppo al
tre ipotesi di intervento complessivo che
gradiente salino e contemporaneamente
legame vissuto in particolare dalla po-
si possono così riassumere:
la possibilità di analizzare eventuali ulte-
- ampliamento delle sezioni dei cana-
l’esatta consistenza dei benefici conse-
interventi sperimentali di riqualificazio-
interventi di riduzione degli spazi aperti
li che compiono l’ufficio di vivificare il
guiti, in termini qualitativi già percepiti
ne ambientale con la reintroduzione di
alla libera espansione delle maree;
sistema lagunare, in particolare il Nice-
dagli operatori di settore. Si tratta ora di
ambienti umidi su di una superficie di
solo ed il canale dei Lovi e contestuale
proseguire comunque in questa azione,
quasi 80 ha.
ripristino ambientale di zone a velma e
in quanto le condizioni di miglioramen-
barena negli spazi limitrofi.
to create presentano per il momento
Conclusa la fase sperimentale inizia-
polazione di Caorle che tuttora sente
1. riapertura del canale Baseleghe (Fi-
carattere di reversibilità. L’analisi più
le, si è recentemente completato uno
forti le proprie radici negli ampi spazi di
gura 4), estensione delle azioni di ripristi-
In concreto sono stati realizzati dap-
recente ha quindi posto l’attenzione su
studio di fattibilità comprendente la pro-
acque e barene e ancora vive l’intensità
no e riqualificazione ambientale alla quasi
3. limitazione degli interventi alla sola
prima i lavori di riescavo del canale Ni-
di un ambito specifico ricadente nel si-
gettazione definitiva di alcuni interventi
dei conflitti che, dalla confisca dei beni
totalità del comprensorio di Valle Vecchia,
apertura del Baseleghe nella zona orien-
cesolo, quindi di gran parte dei canali
stema della Laguna di Caorle. Si tratta
(Figura 3), attraverso il quale si mira ora
di Caorle del 1642 alla estesa opera di
secondo uno schema centrato sulla pre-
tale dell’area e mantenimento dell’attuale
lagunari interni, ed in questo periodo
di Vallevecchia, un’area di circa 900 ha
a raggiungere i seguenti obiettivi strate-
prosciugamento del ‘900, hanno segna-
valenza degli ambienti umidi realizzati
destinazione agraria nella restante parte
sono in corso i lavori che interessano
sottoposta a bonifica idraulica negli anni
gici:
to la storia di questa comunità;
attraverso l’estesa apertura alle acque
del comprensorio.
la foce del Canale dei Lovi. In ciascun
’60, nella quale, quasi contestualmente
- esprimere al massimo le potenziali-
- valorizzare le potenzialità economi-
intervento, come sopra evidenziato, ai
all’avvio dei processi sopra descritti, si
tà ambientali e paesaggistiche di Valle
che del territorio lagunare e delle aree
2. ad integrazione della riapertura del
La Giunta Regionale del Veneto si è re-
lavori di escavo si sono associati speci-
è iniziata una riflessione accompagnata
Vecchia e, per effetto indotto, dell’intera
limitrofe, arricchendo e diversifican-
Baseleghe e delle aree limitrofe alla ma-
centemente espressa indicando la propria
fici interventi complementari di sistema-
da alcune esperienze progettuali, fina-
Laguna di Caorle, attraverso la restitu-
do l’offerta turistica, migliorandone le
rea, realizzazione di un ambiente umido
opzione per il secondo scenario, rispetto
zione ambientale e di ricostituzione di
lizzata al recupero ambientale anche at-
zione di ampi spazi alla laguna, la crea-
opportunità di destagionalizzazione e
reversibile a carattere stagionale nelle
al quale sono state orientate le successi-
velme e barene. Si può affermare che si
traverso la reintroduzione su vasta scala
zione di habitat umidi, l’aumento della
consolidando le prospettive di integra-
restanti aree più occidentali attraverso
ve determinazioni in ordine all’avvio della
sta per completare un primo ciclo fun-
di ambienti umidi. Dal 1994 il Consorzio ,
biodiversità e il richiamo di specie prio-
zione fra le attività agricole delle aree
la trattenuta ed il controllo dei deflussi
progettazione e della individuazione delle
zionale di interventi al quale dovrà fare
in collaborazione con la Regione del Ve-
ritarie;
retrostanti e l’uso turistico-ambientale
meteorici, al fine di realizzare una prima
risorse finanziarie.
26
riori possibilità di estensione definitiva
degli interventi;
lagunari;
27
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Venezia
_ATTI DEL CONVEGNO
LAGUNA DI VENEZIA
GIOVANNI CECCONI
Consorzio Venezia Nuova
La salvaguardia della città di Venezia
1930
dagli allagamenti e dall’erosione è stret-
400
barene artificiali
Apporti dal
bacino scolante
tamente collegata al risanamento della
struttura idro-morfologica della laguna
e dei litorali. Spiagge, dune, barene, velme, fondali, canali hanno subito vistose
30
trasformazioni per subsidenza, crescita
400
del livello dei mari, drastica riduzione
degli apporti sedimentari, eccesso di
energia ondosa, navigazione e pesca
2100 erosione dei
bassifondali
con attrezzi meccanici (Figura 1). Senza un’organizzazione idro-morfologica
70
erosione bordi
80
barene naturali
150
0 2,5 5 7,5 10 12,5 km
e biologica complessa i sedimenti sono
2050
risospesi e trasportati dai fondali e dalle
barene sino ai canali ove si depositano
1970
1100
deposito dei canali
o da dove si disperdono fino in mare: ne
risulta un generale appiattimento con
la perdita, oltre che delle forme, anche
della molteplicità di habitat e di funzio-
580
sedimento fine
ni proprie dei sistemi idro-morfologici e
30 sabbia
biologici complessi. La memoria riporta
i risultati raggiunti dal Magistrato alle
Acque con le attività di recupero della struttura idro-morfologica lagunare
attraverso il riuso dei sedimenti di dragaggio per la manutenzione dei canali
0 2,5 5 7,5 10 12,5 km
(Figura 2).
2000
0 2,5 5 7,5 10 12,5 km
Figura 2: il bilancio
dei sedimenti in
migliaia di m3.
La protezione dal moto ondoso
marginamenti urbani e dei bordi delle
barene, sia sperimentando nuovi di-
Le fragili strutture morfologiche la-
spositivi di intercettazione del flusso di
gunari delle velme e delle barene sono
energia ondosa che si propaga dai bor-
esposte a gravi condizioni di erosione
di dei canali di navigazione.Mentre nel
a causa di un eccesso di energia dovu-
caso delle protezioni aderenti le tecni-
to al moto ondoso da vento su fondali
che di intervento sono ormai acquisite
di maggior profondità ed all’aumento
e da tempo applicate (palificate o geo-
del numero e della velocità delle imbar-
griglie con pietrame a quota barena o
cazioni di linea e da diporto (Figura 3).
inferiore), le difese distaccate, prossime
Ora lungo i canali lagunari anche la voga
alla zona di generazione dell’eccesso
alla veneta è sempre meno praticata e
di energia ondosa, devono essere per-
nessuno più si azzarda ad attraversare a
fezionate ricercando soluzioni che non
remi il Canale della Giudecca.
alterino il valore paesaggistico dei luoghi o che almeno siano percepite come
Figura 1: i bassi
fondali da 0 a -60
cm s.m. si sono
ridotti a 1/3; da 168
km2 nel 1930, a 105
km2 nel 1970, a 60
km2 nel 2000.
28
Il Magistrato alle Acque è da tempo
armoniosa-necessaria transizione tra
intervenuto, sia per prevenire i problemi
gli ambiti fortemente antropizzati e con
del moto ondoso (con specifiche ordi-
eccesso di energia (il sistema antropico)
nanze che limitano le velocità e intensi-
e gli ambiti in cui mantenere i caratteri
ficando la vigilanza), sia con interventi
di auto-conservazione (il sistema natu-
strutturali di protezione e rinforzo dei
rale).
29
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Venezia
Nel mese di giugno 2008 è iniziata
Protezione del litorale
Volumi totali
Sabbia per il ripascimento
8.500.000 m3
Spiagge
45 km
Recupero di dune
8 km
e far emergere il legame inverso fra la
Gestione dei canali lagunari
Volumi totali di dragaggio
capacità di intercettazione del moto on-
Autorità portuale di Chioggia Aspo
2.000.000 m3
doso e l’alterazione della visuale: infatti,
Genio Civile Opere marittime del MAV
4.300.000 m3
mentre per ridurre l’impatto paesaggi-
Autorità Portuale di Venezia
7.400.000 m3
stico le strutture dovrebbero emergere
Canali del Comune di Venezia INSULA
420.000 m3
poco, affinchè siano efficaci se ne deve
MAV (Legge 366/63)
10.000.000 m3 per 176 km di canali
una sperimentazione dimostrativa di una
serie di possibili tecniche di intercettazione delle onde nei bassi fondali subito
a lato dei canali. Lo scopo è quantificare
aumentare esponenzialmente la larghezza e il costo.
La sperimentazione sarà il luogo del
confronto, l’arena in cui le istituzioni
assieme agli altri stakeholders potranno raggiungere una soluzione di com-
Protezione delle barene e velme naturali: 34 km
Ricostruzione di barene e velme con il riuso di sedimenti: 18.000.000 m3, in 109 unità, per una
superficie di 11,5 km2
Tabella 1: quantità di sedimenti impiegati
nelle attività di recupero idro-morfologico e
di protezione delle spiagge.
promesso informato sulle modalità di
realizzazione dei presidi artificiali per
proteggere e conservare il territorio delle velme, delle barene e della della voga
pee (come l’avifauna e l’ittiofauna degli
- la messa a punto delle tecniche più
veneta dagli effetti della navigazione ne-
ambienti umidi, l’entomofauna e le rare
idonee per la formazione dei depositi ini-
cessaria.
specie di vegetazione alofila) le barene
ziali di velme e barene;
e le velme assicurano meta-stabilità al
La ricostruzione di velme e barene
sistema idro-morfologico; esse infatti limitano la formazione e la propagazione
- le modalità di ricarica della superfi-
Riprendendo una consuetudine se-
delle onde attraverso i fondali, guidano i
cie barenale, i dispositivi per ridurre la
colare, dal 1986 il Magistrato alle Acque
flussi lungo i canali e soprattutto, entro
generazione e propagazione delle onde
di Venezia ha riutilizzato i sedimenti di
certi limiti, hanno la capacità di adattarsi
o per contenere gli effetti erosivi della
risulta dei dragaggi di manutenzione
alla crescita del livello medio del mare o
pesca e della navigazione portuale (Fi-
dei canali per formare depositi che nel
dell’energia delle onde in virtù di specie
gura 4).
tempo, con l’energia della marea e delle
vegetali e bentoniche che provvedono
onde, si sono naturalizzati formando ha-
alla bio-stabilizzazione e alla regolazio-
bitat di velma e di barena. Oggi, a oltre
ne della quota superficiale attorno alle
20 anni di distanza dalle prime opere, la
normali alte maree.
superficie di barene e velme ricostruite
Figura 3: moto
ondoso da traffico:
effetti su fondali,
barene e sulle
attività di voga alla
veneta.
30
- i materiali e le strutture meno impattanti per proteggerne i bordi;
Risultati raggiunti
Sono state valutate le principali funzioni idro-morfologiche e ambientali
si estende per 11,5 km2: il doppio degli
Attraverso studi, sperimentazioni e
svolte dalle 100 strutture morfologiche
areali naturali che si sono erosi nello
soprattutto rilievi e monitoraggi, nel
realizzate dal 1986 al 2007: le attività
stesso arco di tempo: 84 barene com-
corso degli anni sono state selezionate
di monitoraggio hanno evidenziato che,
pletate per 8,5 km2, 14 velme e sovralzi
le conoscenze necessarie per la gestio-
generalmente, la progressiva evoluzione
completati per 1,5 km2, 11 barene in corso
ne dei processi di naturalizzazione dei
da un deposito di sedimento all’habitat a
per 1,5 km2 (Tabella 1).
depositi di sedimento, per la migliore
marea richiede un periodo di 5-10 anni,
evoluzione da habitat di neoformazione
attraverso 5 stadi differenti per tessuto
Oltre al valore estetico, paesaggistico
agli assetti idro-morfologici e biologici
idro-morfologico, struttura della vege-
e naturalistico con habitat, biotopi e spe-
di maggiore complessità. Lo sviluppo del
tazione e numero di specie nidificanti
cie di pregio protette dalle direttive euro-
metodo ha riguardato:
(Figure 5 e 6).
31
Figura 4: esempi
di protezioni locali
dei bordi di velme
e barene naturali
anche attraverso
la sperimentazione
di schermi di
sedimentazione,
ripascimento
superficiale, canali
di vivificazione
e trapianti di
vegetazione.
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Venezia
Struttura della vegetazione
trano altre 3 specie (Beccaccia, Volpoca,
Figura 5:
realizzazione
di strutture
morfologiche
artificiali. STADIO
0: refluimento di
miscela di sedimento
e acqua entro
conterminazioni.
Già nella prima fase
di realizzazione si
creano aree favorevoli
all’alimentazione
e alla nidificazione
dell’avifauna.
STADIO 0
Corriere piccolo), con un sostanziale auLe barene sono habitat di interesse
mento della ricchezza specifica (Figura
comunitario da tutelare secondo le nor-
7). Nelle barene naturali e soprattutto in
mative europee. Nella gran parte dei casi
quelle artificiali notevole è la densità di
le strutture artificiali evolvono sino a
Pettegola, una specie particolarmente
presentare habitat a barena di interesse
importante, con 40 coppie/km2 .
comunitario . Dai monitoraggi, al dicem1
bre 2007, risulta che le barene artificiali
abbiano una densità di habitat di pregio
Considerazioni conclusive e
sviluppi futuri
simile a quella delle barene naturali: infatti nelle barene naturali l’estensione
Gli interventi sin qui realizzati, con
degli habitat con specie di interesse co-
l’impiego di 18 milioni di m3 di sedimen-
munitario è pari al 60% della superficie
to, hanno garantito la conservazione
totale (24 km2 su 40) e nelle barene ar-
quantitativa e funzionale degli habitat a
tificiali è pari al 42% (2,7 km su 6,3 ri-
barena della laguna di Venezia.
2
Figura 6: STADIO 1
da 2 mesi a 1 anno
dalla realizzazione
(sinistra) e STADIO
5 a oltre 10 anni
dalla realizzazione
(destra).
STADIO 5
STADIO 1
levati). Quando le strutture raggiungono
gli stadi superiori, lo sviluppo delle spe-
Gli habitat a barena ricostruiti pre-
cie vegetali è accompagnato dal peculia-
sentano una struttura della vegetazione
re processo di adattamento della quota
che nel 60% dei casi mostra un livello di
della struttura al livello medio del mare
naturalità adeguato all’età, mentre nel
per cattura di sedimento e di materia
27% dei casi sono necessari piccoli in-
organica, con modalità del tutto equiva-
terventi correttivi e solo nel 13% dei casi
lenti al processo di auto-conservazione
sono da prevedere ricariche o riduzioni
tipico per le barene naturali.
del volume di sedimento per sopperire
Vegetazione
Vegetazione a Salicornia
sp. (specie pioniera)
alla carenza o all’ eccesso di quota.
Avifauna nidificante
Avifauna
Specie di interesse
conservazionistico
Fratino (Charadrius
alexandrinus)
1
Secondo la direttiva CEE 92/43, relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche:
Salicornietum venetae (Salicornieto: Habitat
comunitario non prioritario cod. 1310), Puccinellio festuciformis-Sarcocornietum fruticosae
(Sarcocornieto: Habitat comunitario non prioritario cod. 1420), Prati a Spartina (Spartinion maritimae: Habitat comunitario non prioritario cod.
1320); Steppe salate mediterranee (Limonetali:
Habitat comunitario prioritario cod. 1510).
2
In particolare è stata rilevata la nidificazione
di 13 specie di uccelli acquatici di cui 5 di importanza comunitaria (indicate con il simbolo*):
Volpoca, Germano reale, Mestolone, Pavoncella,
Beccaccia di mare, Cavaliere d’Italia*, Avocetta*,
Corriere piccolo, Fratino*, Pettegola, Gabbiano
reale, Sterna comune*, Fraticello*.
erosivi dei bassi fondali, dovuti all’ecces-
rene artificiali costituiscono areali idonei
so di energia delle onde ed alle correnti
alla sosta, alimentazione e nidificazione
trasversali, sarà necessario concertare
di diverse specie di uccelli di area umi-
nuovi assetti del paesaggio che consen-
da2: nelle barene artificiali della laguna
tano di realizzare adeguate strutture di
di Venezia specie di particolare pregio
intercettazione e canalizzazione a velma
come Volpoca, Beccaccia di mare, Cava-
o a sovralzo di fondale.
Da 2 mesi a 1 anno
Avifauna
Specie di interesse conservazionistico
Vegetazione a Salicornia
fruticosa (specie
perenne)
Beccaccia di mare
(Haematopus ostralegus)
Germano reale (Anas
platyrhynchos)
Beccaccia di mare
(Haematopus ostralegus)
Vegetazione a Limonium
narbonense (specie
perenne)
Cavaliere d’Italia
(Haematopus haematopus)
Fratino (Charadrius
alexandrinus)
Fraticello (Sterna albifrons)
Vegetazione a Halimione
portulacoides (specie
perenne)
Avocetta (Recurvirosa
avosetta)
Pettegola (Tringa
totanus)
In futuro, per contenere i processi
Nel corso della loro evoluzione le ba-
Vegetazione
Altre specie
Quota
+ 0.60 - 0.70 m s.m.
Gabbiano reale (Larus
cachinnans)
Maggiore di 10 anni
Quota
+ 0.30 - 0.40 m s.m.
Figura 7: la varietà
del mosaico
vegetazionale, che
progressivamente si
viene a creare nella
barena artificiale,
corrisponde ad
una varietà di
habitat idonei
alla nidificazione
di molte specie
dell’avifauna.
liere d’Italia, Avocetta, Fratino, Pettegola, Gabbiano reale, Fraticello nidificano
L’efficacia degli interventi dipende
con un numero di coppie tale da contri-
infatti dal superamento del vincolo for-
buire significativamente al totale nazio-
male del “com’era dov’era” in favore
nale (Figure 5 e 6).
della “conservazione delle funzioni”, su
questa linea, nella zona del Canale dei
Mentre nelle barene naturali già di
Petroli a Fusina e del Canale dei Marani
qualche km2 nidificano 4-6 specie di inte-
a nord di Venezia, sono già in corso due
resse naturalistico (Pettegola, Germano
importanti interventi in cui si impiegano
reale, Beccamoschino, Cavaliere d’Italia,
i sedimenti sabbiosi provenienti dagli
ma anche Fratino e Fraticello), con l’in-
scavi per la costruzione di barriere mo-
serimento di barene artificiali si riscon-
bili alle bocche di porto.
32
Altre specie
Gabbiano reale (Larus
cachinnans)
33
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Sacca di Goro
_ATTI DEL CONVEGNO
SACCA DI GORO
SILVANO BENCIVELLI
Provincia di Ferrara
U.O.P.C. Acque Costiere ed Economia Ittica
La Sacca di Goro è la laguna più meri-
nell’immagine (Figura 1), che sono tribu-
all’interno della Sacca è garantita da una
dionale del delta del Po ed è fortemente
tari della porzione più settentrionale del
rete di canali sublagunari che veicolano
condizionata dagli apporti di nutrienti
territorio provinciale ferrarese. Il bacino
le acque scambiate con il mare attraver-
del bacino padano. È un ambiente estre-
sotteso è di circa 650 km , su cui abitano
so le due bocche di collegamento (Figu-
mamente produttivo e per tale ragione
circa 70.000 abitanti, ed è caratterizza-
ra 2).
ha avuto un forte sviluppo la molluschi-
to da un intenso sviluppo agricolo. Sul
coltura, ma è contemporaneamente
lato orientale la Sacca è in collegamento
La Sacca, come tutte le lagune, è un
un’area a forte rischio ambientale per le
con il Po di Goro attraverso dei manufat-
ambiente di transizione da acque inter-
sistematiche proliferazioni di macroal-
ti idraulici che consentono di controllare
ne (dolci) ad acque esterne (marine) in
ghe che frequentemente degenerano in
la quantità delle acque in ingresso, pure
continua evoluzione morfologica. In par-
crisi distrofiche. L’azione di risanamen-
evidenziati da frecce azzurre. Inoltre
ticolare negli ultimi anni si è avuta una
to è stata incentrata principalmente sul
una parte delle acque in ingresso dal Po
preoccupante e continua crescita dello
controllo delle immissioni delle acque
di Goro transita attraverso un bacino di
Scanno verso ovest a discapito dell’aper-
dolci, dell’incremento della circolazione
circa 80 ha, che ha funzione fitodepura-
tura della bocca secondaria, che si è pro-
delle acque e dell’interscambio con il
tiva, anche se diminuita negli ultimi anni
gressivamente ridotta ed è stata costret-
mare. Il sistema si basa su di una rete di
per la necessità di interventi di ripristino
ta, dalla spinta esercitata dal processo di
canali sublagunari e su diversi manufatti
delle arginature.
crescita, ad una rotazione verso ovest e
2
LEGENDA:
punti di interesse
strade comunali
strade provinciali
canali sublagunari
canali di scolo consortili
corsi d’acqua principali
zone emerse
centri abitati
0 250 500 1.000 1.500 2.000 m
ad uno spostamento della sezione più
idraulici, dei quali il principale consiste
Figura 2: carta
generale della Sacca
di Goro.
in paratoie vinciane che controllano il
I collegamenti con le acque marine
profonda del canale di marea verso
deflusso delle acque con costi nulli dal
avvengono attraverso due bocche che si
mare. Inoltre l’eccesso di sedimentazio-
punto di vista energetico e modesti dal
aprono sulla linea degli scanni e che se-
ne nella parte terminale dello scanno ha
punto di vista economico.
parano la Sacca dal mare aperto, ripor-
mandato in crisi il sistema isola-barriera
turale della chiusura a mare della Sacca
Interesse Comunitario) e ZPS (Zona a
tati con frecce blu. Si tratta di un terri-
posto dall’altro lato della bocca in quan-
porta al progressivo prolungamento del-
Protezione Speciale). Per contrastare
La Sacca di Goro è una classica la-
torio estremamente fragile, soggetto da
to, in tale zona, non si ha più deposito ed
lo scanno che provoca, nel tempo, una
gli effetti dell’evoluzione morfodinamica
guna costiera fortemente condizionata
un lato a subsidenza, dall’altro all’intera-
essa è in continuo abbassamento dovuto
crescente riduzione dello scambio idrico
in corso sono già stati effettuati diversi
dagli apporti di acque dolci. Sul lato oc-
zione tra dinamiche marine e fluviali. In
alla subsidenza ed all’erosione prodotta
tra acque interne ed acque esterne. Tale
interventi, finalizzati al miglioramento
cidentale riceve il Po di Volano e il Canal
ragione del fondale poco profondo (me-
dal moto ondoso.
condizione evolutiva comporta, oltre che
dello scambio idrico tra ambiente inter-
Bianco, evidenziati dalle frecce azzurre
diamente 1,5 metri), la qualità dell’acqua
0
500 1.000 1.500 2.000 m
minor ricambio delle acque, anche una
no ed esterno, costituiti essenzialmente
Attualmente si può considerare la
minore circolazione idrodinamica delle
dall’escavo di canali lagunari in grado di
bocca secondaria come il cuore pulsan-
correnti di marea all’interno della Sacca,
convogliare con maggior dinamismo le
te del sistema circolatorio della laguna
con la conseguente riduzione della ca-
acque di mare all’interno della Sacca e
in quanto da essa si dipartono tre canali
pacità di rimescolamento idrodinamico
il riescavo dei canali di marea in prossi-
che distribuiscono le acque nella parte
e quindi della capacità di trasporto delle
mità delle bocche. In questo contesto, le
a nord, a nord-est verso Gorino e ad est
sostanze disciolte o sospese nelle acque
bocche di collegamento con il mare e i
verso il Faro. Proprio quest’ultimo cana-
per convezione e dispersione.
canali sublagunari devono garantire un
le, realizzato dalla Regione nel 1999, che
BOCCA
PRINCIPALE
O DI VOLANO
Figura 1: analisi della
Sacca da immagine
acquisita il 23
gennaio 2006 dal
satellite QuickBird.
34
BOCCA
SECONDARIA O
MEDIANA
continuo interscambio tra le acque a di-
collega la bocca secondaria alla zona più
La scarsa mobilità delle acque dà
versa salinità ed una sempre maggiore
interna della Sacca ed è poi connesso
vita, nei periodi caldi, al proliferare della
diffusione delle stesse all’interno della
alla foce del Po di Goro a mezzo di una
popolazione algale, comportando i noti
laguna, vivificando così l’ambiente e ga-
struttura munita di paratoie a ventola
fenomeni negativi sull’ambiente idrico
rantendo l’equilibrio dell’ecosistema.
ad apertura automatica, per differenza
della laguna, da cui consegue una forte
di livello (di concezione vinciana), che
riduzione della produzione di molluschi,
Le bocche ed i canali stessi sono con-
permettono solo il deflusso unidirezio-
che rappresenta la fonte economica
temporaneamente delle “trappole per
nale dall’interno all’esterno della lagu-
primaria della zona e, ovviamente, un
sedimenti”, in quanto nel fondo com-
na, è quello che ha permesso di vivifica-
enorme danno ambientale ad un’area
pletamente piatto della laguna rappre-
re e salvaguardare tutta la porzione più
che oltre ad essere compresa nel Par-
sentano delle depressioni verso le quali
orientale della laguna. L’evoluzione na-
co del Delta del Po è anche SIC (Sito di
quanto trasportato dalle correnti di ma-
35
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Sacca di Goro
LEGENDA:
rea e dal moto ondoso, provocato dal
bocca mediana. È stato risezionato il ca-
so, per ripascimenti sui fondali delle con-
passaggio dei natanti, tende a deposi-
nale di marea della bocca secondaria e il
cessioni dedite alla molluschicoltura al
zona di scavo
tarsi. Ne consegue che questo fenomeno
canale sublagunare che collega la bocca
fine di aumentarne la produttività. In en-
percorso condotte
deve essere periodicamente contrastato
secondaria al manufatto unidireziona-
trambi i casi i risultati sono sempre stati
concessioni demaniali
con l’asportazione di quanto depositato:
le retrostante il Faro di Goro. Inoltre si
soddisfacenti. Un parametro importante
solo così i canali e le bocche conservano
è realizzato un sovralzo della sommità
per valutare l’efficacia degli interventi
la loro efficienza.
arginale tra la conca di Gorino e la Lan-
eseguiti è certamente la produzione dei
terna Vecchia in modo tale da impedire
molluschi, attività particolarmente im-
La difficoltà basilare nella gestione
nuovamente il sormonto delle acque del
portante per l’economia locale. In Sacca
delle acque interne della sacca consiste
Po di Goro in occasione di eventi di piena
di Goro sin dal 1985 è stata introdotta la
nell’individuare la giusta misura di inter-
particolarmente sostenuti.
vongola filippina che ha trovato un ambiente ideale per la crescita e, soprattut-
scambio delle acque tra laguna e mare,
affinché il ricambio non sia così limitato
Complessivamente negli ultimi cin-
to, per la riproduzione dopo una prima
da compromettere la qualità delle acque
que anni la Provincia di Ferrara ha rise-
fase di acclimatazione, fase che è stata
interne, ma non sia d’altra parte tanto
zionato circa 25 Km della rete di canali
accompagnata e seguita dagli ingenti in-
consistente da turbare quel giusto equi-
sublagunari asportando 500.000 m3 di
terventi di risanamento ambientale pre-
librio tra temperatura, salinità, ossigeno
sedimenti tramite finanziamenti regio-
cedentemente richiamati.
disciolto e stratificazione delle acque
nali (Protezione Civile) e statali (fondi
interne che determina l’elevata produt-
CIPE) per un ammontare complessivo di
tività della Sacca.
quasi 3.000.000 di Euro.
Figura 3: progetto
di ripristino della
circolazione
idraulica.
precedente. Per il 2009 si tratta eviden-
cretizzato in un protocollo d’intesa tra la
tera area e sulle attività economiche che
Il grafico successivo (Tabella 1) è par-
temente di una previsione sulla scorta dei
Regione Emilia Romagna, la Provincia di
vi insistono. La Provincia ha simulato,
ticolarmente indicativo in quanto mette
dati sino ad ora disponibili. In questi ultimi
Ferrara, il Comune di Goro e le Associa-
con il modello matematico che rappre-
chiaramente in evidenza come, dopo la
anni la produzione si è attestata intorno
zioni che rappresentano i pescatori e che
senta la circolazione idrica della laguna,
Con gli interventi realizzati negli ul-
Il materiale di risulta dei vari interven-
realizzazione dei lavori più importanti di
alle 15.000 tonnellate/anno facendo di-
ha consentito di costituire un Comitato
tre scenari: 1) la completa chiusura della
timi anni si è provveduto a ristabilire
ti è sempre stato utilizzato internamente
risanamento ambientale avvenuta tra il
ventare la Sacca di Goro uno dei princi-
di Coordinamento, di formulare alcune
bocca secondaria attuata dalla crescita
una corretta circolazione delle acque
alla laguna in base alla sua granulome-
1999 e il 2001, asportazione della punta
pali produttori di vongole di tutta l’Euro-
regole sulle quali incentrare la gestione
dello Scanno; 2) la situazione nello stato
nell’area prospiciente il Po di Goro, a
tria. In particolare se esso è prevalente-
dello scanno verso ovest, riescavo del
pa, sicuramente la prima se si considera
e di individuare nella Provincia l’ente di
di fatto; 3) la situazione dopo la realizza-
ripristinare la piena officiosità dei ma-
mente argilloso o limoso argilloso è uti-
canale retrostante lo scanno verso est
la produzione rispetto all’estensione. Il
riferimento per le attività in laguna. È da
zione di un possibile progetto di riaper-
nufatti idraulici e del bacino di fitodepu-
lizzato per interventi di ricostruzione di
e attivazione del manufatto unidirezio-
miglioramento ambientale è inoltre am-
sottolineare che nel delta del Po è l’unica
tura della bocca.
razione ed a migliorare la circolazione
barene per l’innalzamento dei fondali al
nale, vi sia stata un deciso incremento
piamente dimostrabile dai controlli sulla
laguna appartenente al demanio maritti-
idraulica nella parte centrale della lagu-
fine di favorire la ricrescita del canneto
della quantità di vongole prodotte che
qualità delle acque che vengono costan-
mo. Come precedentemente affermato,
I risultati ottenuti hanno dimostrato
na con un canale di collegamento con la
o, nel caso sia sabbioso o limoso sabbio-
di fatto raddoppia rispetto al periodo
temente effettuati. La Provincia ha attiva-
la Sacca di Goro, come tutte le lagune,
che l’eventuale chiusura della bocca se-
to sin dal 1988 una rete automatica di mo-
è un ambiente in continua evoluzione
condaria avrebbe pesanti ripercussioni
nitoraggio della qualità delle acque, rete
morfologica, ragione questa dei continui
sulla circolazione idrica di tutta la lagu-
che è stata via via implementata nel corso
interventi effettuati.
na, con velocità delle correnti in ingres-
20.000
16.000
14.000
che consiste in quattro stazioni fisse con
L’accrescimento dello scanno verso
(che non consentono la coltivazione di
sonda multiparametrica, due stazioni con
ovest ha progressivamente ridotto la se-
vongole nell’area e che potrebbero inne-
correntometri e due mareografi.
zione della bocca secondaria, portando
scare probabili fenomeni erosivi) e velo-
nel 2007 l’apertura a circa 200 m e ruo-
cità molto basse nelle zone interne, con
Peraltro è da sottolineare come la
tando in senso orario il canale di marea
elevati rischi per la qualità delle acque
produzione dei molluschi sia stretta-
da una posizione inizialmente ortogona-
interne, incompatibili con l’allevamento
mente collegata alla qualità ambientale
le allo scanno ad una posizione sempre
di molluschi.
per cui le due finalità non sono contra-
più inclinata a causa della spinta prodot-
12.000
tonnellate
so dalla bocca principale molto elevate
degli anni sino alla configurazione attuale,
18.000
10.000
8.000
6.000
stanti. Oltre alle caratteristiche ambien-
ta dalla punta dello scanno. L’eventuale
La sensazione di un imminente peri-
4.000
tali ed ai lavori eseguiti, decisiva è stata
chiusura della bocca secondaria avreb-
colo per l’ambiente e le attività produtti-
2.000
la capacità degli enti e dei produttori di
be comportato gravissime ripercussioni
ve legate alla probabile rapida chiusura
inventarsi uno strumento per la gestio-
sull’idrodinamica della laguna e di con-
della bocca secondaria era ben presen-
ne condivisa della laguna, che si è con-
seguenza sulle qualità ambientali dell’in-
te. Di fronte all’impossibilità di reperire
0
1985 1986 1987 1 9 8 8 1 989 1990 1 991 1 992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2 002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
36
Tabella 1: produzione di vongole nella Sacca
di Goro (Fonte: E. Turolla).
37
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Sacca di Goro
Conclusioni
adeguati finanziamenti pubblici per ef-
Il progetto è un compromesso tra le
tossiche per molti esseri viventi nella la-
fettuare un intervento maggiormente
diverse esigenze dell’area e quindi può
guna. In queste condizioni abbiamo assi-
consistente, che consentisse almeno 3–4
essere considerato un’applicazione con-
stito più volte nel passato, ed in maniera
La Sacca di Goro oggi è un ambiente
coloro che dall’acquacoltura ottengono
anni di respiro, la Provincia si è rivolta ai
creta delle linee guida per la Gestione
più limitata in tempi recenti, a danni am-
in buone condizioni ambientali, grazie
il loro reddito. I pescatori sono, come si
pescatori dediti alla molluschicoltura in
Integrata delle Zone Costiere, approvata
bientali ingentissimi ed ad altrettanto
ai numerosi interventi effettuati negli
direbbe con un termine moderno stake-
Sacca di Goro evidenziando che la ipo-
dalla Regione Emilia Romagna e recepita
ingenti danni economici per la moria di
anni. Si è ben consapevoli che è un equi-
holders, i portatori di interesse sulle
tizzata chiusura dello Scanno avrebbe
con un atto formale dalla Provincia di Fer-
elevate quantità di vongole. Ovviamen-
librio precario, destinato a modificarsi
vicende di questo ambiente. Sono per-
causato ingenti danni ambientali, ma
rara. I lavori si stanno concludendo in que-
te queste situazioni vanno quanto più
rapidamente contestualmente all’evo-
tanto interessati alle decisioni relative
anche forti ripercussioni sulle capaci-
sti giorni e le prime osservazioni sembra-
possibile prevenute con interventi di
luzione morfologica caratteristica delle
alla gestione e ai nuovi interventi da re-
tà produttive della laguna, chiedendo
no particolarmente positive: è aumentata
carattere strutturale e gestionale, ma di
lagune, che per la Sacca di Goro è parti-
alizzare in laguna. La sottoscrizione di
sostanzialmente alle cooperative dei
la circolazione delle acque, già numerose
fronte all’evento l’unica difesa è la rac-
colarmente velocizzata da una dinamica
un protocollo d’intesa tra la Regione, la
pescatori di finanziare un consistente
cooperative hanno potuto iniziare a colti-
colta meccanica della maggior quantità
costiera caratterizzata da un ingente
Provincia, il Comune, le Associazioni dei
progetto di ripristino della circolazione
vare le aree sulle quali è stato effettuato il
possibile di macroalghe. In questo modo
trasporto solido. Sono quindi da pre-
pescatori e il Comitato di coordinamen-
idraulica (Figura 3).
ripascimento e la produzione complessiva
si evita che una parte della biomassa
vedersi ulteriori interventi finalizzati al
to che ne è scaturito, è stata elemento
della laguna sembra in aumento rispetto
possa decomporsi in acqua limitando in
mantenimento dell’officiosità dei canali
decisivo nella condivisione delle azioni
all’anno precedente.
questo modo i possibili danni delle crisi
sublagunari e delle bocche di collega-
portate avanti negli ultimi anni. Molti
distrofiche. In questa attività si è matu-
mento con il mare. La strada da seguire
dei molluschicoltori, in particolar modo
Le adesioni al progetto sono state
numerose (hanno aderito 24 coope-
compenetrare interessi diffusi, tipicamente pubblici, con interessi privati di
rative che rappresentano il 90% dei
Come si è più volte detto in prece-
rata una esperienza consolidata in molti
è quella di evitare opere rigide che por-
quelli meno giovani, sono dei pescatori
pescatori operanti in laguna) e hanno
denza, la Sacca di Goro deve la propria
anni di raccolta, dal 1990, che si è nel
tano a risultati temporanei e che spesso
che dal mare, dove il loro reddito era
permesso alla Provincia di progettare
elevata produttività agli apporti di nu-
tempo affinata anche e soprattutto in
ingenerano effetti negativi anche molto
sempre più effimero, si sono trasferiti
un intervento consistente, per un am-
trienti che arrivano dalle acque dolci e
questi ultimi anni con la partecipazione
gravi. Bisogna accompagnare l’evoluzio-
in laguna attirati da un guadagno più
montare complessivo di € 7.500.00 per
dal bacino padano. Questa situazione
attiva dei pescatori (Figura 4).
ne naturale.
elevato e certo. Questo, sino all’anno
l’asportazione di circa 1.200.000 m3 di
tende generalmente a degradare verso
sabbia, destinati al miglioramento del-
una situazione di ipertrofia se si ridu-
Diverse cooperative si sono dotate di
La Sacca di Goro ha una importante
vongole ha reso questa affermazione
la tessitura dei fondali all’interno delle
cono gli interscambi con il mare e viene
macchine raccoglitrici che depositano
ricaduta economica legata all’attività
meno veritiera. I molluschicoltori hanno
concessioni demaniali. Si tratta quindi di
limitata la circolazione delle acque all’in-
il materiale raccolto, insieme a quello
di molluschicoltura che vede impegna-
comunque mantenuto lo spirito del pe-
un progetto rilevante dal punto di vista
terno della laguna per l’interrimento
raccolto manualmente con l’aiuto delle
ti circa 1300 pescatori e almeno altre
scatore che prende oggi tutto quello che
economico, complesso per il valore am-
dei canali sublagunari. La caratteristica
barche da pesca, all’interno di grossi ce-
300 persone nell’indotto. È una attivi-
è possibile perchè domani non sa nem-
bientale e la fragilità dell’area interessa-
maggiormente evidente di queste situa-
stoni, 5x10 m e oltre, appositamente co-
tà economica compatibile con le carat-
meno se può uscire in mare e comunque
ta e che rappresenta una svolta storica
zioni di degrado è l’enorme sviluppo di
struiti e posizionati in laguna. Un’imbar-
teristiche ambientali e naturalistiche
la quantità di pescato potrebbe essere
nel susseguirsi da oltre venti anni di in-
macroalghe costituite in gran parte da
cazione da carico di una ditta incaricata
dell’area. L’impatto ambientale di atti-
insignificante. L’acquacoltore, invece, si
terventi esclusivamente pubblici per la
Ulva. Quando le alghe sono vitali non vi
dalla Provincia provvede al periodico
vità industriali in grado di dare lavoro
avvicina molto all’agricoltore che deve
difesa della laguna. Durante la stesura
sono particolari problemi, vi è anzi una
svuotamento dei cestoni ed al trasporto
a 1300 persone sarebbe di gran lunga
seminare e curare il proprio prodotto.
del progetto si è tenuto conto delle tante
forte presenza di ossigeno nell’acqua
delle biomasse a terra presso un centro
superiore. Non bisogna però dimenti-
È necessario infatti reperire il seme di
problematiche presenti nell’area e con-
per la notevole produzione fotosintetica,
di stoccaggio opportunamente attrezza-
care che l’attività di molluschicoltura
vongola nelle zone dove naturalmente si
mente la biomassa presente costituisce
to. Le biomasse, dopo oltre un anno di
ha comunque un effetto sull’ambiente
deposita e trasferirlo nella concessione,
l’inizio di una ricca catena trofica.
stabilizzazione, vengono reimpiegate in
legato alla contemporanea presenza di
pulire la concessione dalle macroalghe,
agricoltura sui terreni di recente bonifi-
milioni di animali in spazi ristretti ed al
verificare periodicamente lo sviluppo
ca nelle immediate adiacenze della sac-
loro metabolismo quindi: non bisogna
delle vongole sino al raggiungimento
ca. Nel passato sono state fatte positive
superare i limiti della sostenibilità am-
della taglia commerciale desiderata e
esperienze nell’essicazione dell’ulva e
bientale. In Sacca di Goro sono ora dati
solo allora si conclude il ciclo con la rac-
nel successivo impiego per la produzio-
in concessione per la molluschicoltura
colta. È fondamentale lavorare per dare
ne di carta. Nei prossimi mesi, subordi-
circa 1300 ha: è un limite da non supe-
la consapevolezza agli acquacoltori che
sono degli imprenditori e questo può
nesse con l’area di intervento:
- difesa del territorio dalle mareggia-
scorso. Ora, la caduta del prezzo delle
te;
- disponibilità di materiali per i ripascimenti delle spiagge;
- mantenimento dell’equilibrio ecologico e salvaguardia delle biodiversità;
- presenza di avifauna di interesse
Popolazioni eccessive di ulva tendono però a degradare rapidamente per
autombreggiamento, per la totale segregazione dei nutrienti e, molto frequentemente, per l’elevata temperatura. L’ele-
Figura 4: raccolta
meccanica delle
macroalghe.
vato consumo di ossigeno richiesto dalla
natamente alla concessione di un finan-
rare. La Sacca di Goro è un’area dagli
- significato economico della mollu-
degradazione di migliaia di tonnellate di
ziamento richiesto alla UE, si attiverà un
aspetti molteplici: insieme a grande va-
cominciare dal loro coinvolgimento da
schicoltura per le comunità di Goro e
biomassa crea una forte crisi anossica
progetto sperimentale per la produzio-
lenza ambientale vi è una attività eco-
parte degli enti pubblici nella gestione
Gorino.
con la produzione di sostanze ridotte
ne di biogas.
nomica di grande rilievo. Si tratta di far
dell’ambiente nel quale operano.
europeo;
38
39
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Lesina
_ATTI DEL CONVEGNO
LAGUNA DI LESINA
PAOLO BREBER
LUCREZIA CILENTI
TOMMASO SCIROCCO
ANTONIETTA SPECCHIULLI
CNR - ISMAR (Lesina - Foggia)
Vengono descritti gli interventi dell’uo-
media è di 0,7 m con un massimo di 1,15 m.
mo sulla grande e bassa laguna di Lesina
Le acque sono salmastre e presentano un
sulla costa meridionale dell’Adriatico,
gradiente di valori salini da Est a Ovest.
interventi motivati dalla necessità della
Nella parte orientale, dove affluisce ac-
pesca, dalla volontà di acquisire nuovi
qua dolce, la salinità resta sempre inferio-
terreni agricoli e dalla necessità di debel-
re a quella marina (36 ‰ S), mentre nella
lare paludi malarigene. Fino al 1851 l’eco-
parte occidentale i valori a volte eccedo-
sistema era interamente regolato dalle
no quello marino, specialmente d’estate
forze naturali. In quell’anno veniva scava-
quando l’evaporazione è intensa.
ta una seconda foce marina (Schiapparo)
in aggiunta a quella naturale esistente (S.
Quando la laguna è al livello di medio
Andrea). Nel 1903 fu aperta un’altra foce
mare la sua superficie è di 5.328 ha ma,
marina (Acquarotta) e l’antica foce S. An-
prima che venisse arginata negli anni ‘50
drea venne abbandonata.
(Figura 2), si espandeva per altri 1.581 ha
(un totale di 6.673 ha sommersi) durante
Negli anni ‘50 si conclusero i lavori di
la stagione delle pioggie in autunno ed in-
perficie del bacino è di 10 mm in estate,
co della pesca lagunare consiste nel fat-
arginamento del bacino e di bonifica inte-
verno. Questa zona paludosa si estende-
6 mm in primavera ed autunno e 2 mm
to che quasi tutte le specie commerciali
grale della zona maremmana sul lato sud.
va a Sud e ad Est dell’attuale bacino.
in inverno. All’estremità orientale tre sor-
spendono solo parte del loro ciclo vitale
genti carsiche (S. Nazario, Lauro, Fiume
in laguna. Questi bacini sono ricercati dal
Canali subalvei furono scavati nel bacino
(Acquarotta,
Longo) sgorgano a circa 2 km dalla base
pesce giovane come luogo di pastura, ma
Negli ultimi decenni si è cominciato ad
Schiapparo, scavati nel 1903 e 1853 rispet-
del monte Gargano e contribuiscono ca
il pesce maturo è obbligato a tornare in
avvertire l’effetto dell’inquinamento. Die-
tivamente) collegano la laguna al mare. In
2 m3/sec. Prima della bonifica degli anni
mare per la fregola. Il principio base del-
ci anni fa si è iniziato a trasformare il ter-
precedenza vi era una sola foce principa-
‘50, che le ha arginate ed incanalate, que-
la pesca lagunare sta nel far entrare più
minale marino del canale Acquarotta in
le attrezzata (S. Andrea) e diverse minori
ste sorgenti, spandendosi liberamente,
pesce possibile e poi impedirne la fuga,
porto canale a discapito dell’ecologia ed
estemporanee (Acquarotta, Zappino, S.
determinavano la natura dulciacquicola
in attesa di essere pescato alla taglia e
economia lagunare.
Maria, S. Placido, Caùto, Morella, Grava-
della palude orientale. All’interno del ba-
al momento di mercato più favorevoli. I
glione, S. Focato) le quali, tuttavia, era-
cino scolante vi sono i tre paesi di San Ni-
mezzi per ottenere ciò sono le griglie ed i
no semplici fossi scavati all’occasione in
candro, Poggio Imperiale e Lesina per un
portelloni alle foci.
primavera, e non tutti gli anni, per la ne-
totale di 30.000 abitanti. Gli impianti di
cessità della montata del pesce novello.
depurazione delle acque reflue di questi
Le griglie consentono al pesce novello
tre centri contribuiscono ca 60 l/sec alla
di entrare ma impediscono a quello più
laguna (Breber, 1999).
grande di uscire. I portelloni regolano il
per facilitare la circolazione dell’acqua.
Introduzione
La laguna di Lesina giace sulla costa
Due
canali
artificiali
Adriatica immediatamente a Nord del
promontorio del Gargano (Figura 1). Ha
Il bacino imbrifero di Lesina è di 604
una forma oblunga che si estende lungo
km2, poco più di dieci volte lo specchio
la costa per 22,4 km e con una larghezza
d’acqua. La precipitazione media annua-
variabile tra 3,8 e 1,4 km. La profondità
le è di 455 cm e l’evaporazione dalla su-
flusso d’acqua nei due sensi: da marzo a
L’industria della pesca
maggio vengono tenuti aperti in modo da
lasciare entrare gli sciami di pesce appena
Da tempi remoti le lagune del Mediterraneo hanno sempre attratto gli uomini
nato, attratti dalla corrente uscente dalla
laguna, gonfia delle piogge invernali.
a motivo della loro ricca e facile pesca.
Figura 1: immagine
satellitare della
laguna di Lesina.
Le chiazze bianche
solforose nella
zona occidentale
attestano ad
una recente
crisi distrofica.
All’estremità
orientale si può
osservare il verde
del cannucceto.
40
Il prodotto è comunemente composto
L’altra occasione di apertura delle foci
da anguilla (Anguilla anguilla), spigola
è in occasione della pesca autunnale del
(Dicentrarchus labrax), orata (Sparus
pesce maturo. Ora è l’acqua marina che
aurata), muggini (Mugil cephalus, Liza
entra per effetto dell’abbassamento del
aurata, Liza saliens, Liza ramada, Chelon
livello lagunare causato, dall’evaporazio-
labrosus) e latterino (Atherina boyeri),
ne estiva. Sentendo l’acqua di mare, il pe-
ma la lista può essere più lunga se si in-
sce sessualmente maturo si movimenta
cludono molluschi e crostacei a seconda
per cercare la via d’uscita e così finisce
della particolare laguna. L’aspetto criti-
nelle reti da posta (Bullo, 1902).
41
Figura 2: la laguna di
Lesina a inizio ‘900,
prima delle bonifiche.
Notare le maremme
ad allagamento
invernale sui lati
est, sud ed ovest.
Dalla sponda nord
si dipartono le
“paranze”, ordigni di
pesca approntati per
la pesca invernale
delle anguille
argentine. L’antica
foce S. Andrea si
presenta ineterrata,
sostituita dalle
foci Acquarotta e
Schiapparo.
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Lesina
Problemi prima del 1811
territorio era determinato dalla condizio-
questo modo il proprietario poté sfrutta-
da scoraggiare i proprietari con lo scopo
ne invernale per cui confinavano effetti-
re in esclusiva la ricca pesca delle anguille
far loro rinunciare i propri diritti esclusi-
Prima dell’abolizione della feudalità nel
vamente con l’acqua mentre per i lesinesi
in cambio di una corresponsione in dena-
vi. Lo strumento giuridico impiegato dal
1811, i diritti di pesca su Lesina spettavano
era valida la condizione estiva quando il
ro al comune che avrebbe offerto il van-
sindaco fu il seguente: concesso che la
sia al feudatario che ai cittadini. I lesinesi
confine della strada era ben lontano dal
taggio di alleggerire le tasse ai decurioni.
laguna era dei privati, tuttavia le foci ma-
potevano pescare per il proprio consumo
bordo dell’acqua. I lesinesi non potevano
domestico e per vendere all’interno della
accettare questa invasione che sottrae-
I possessori della laguna che la tenne-
propria comunità, mentre il commercio
va loro 1.581 ha di territorio e l’esclusiva
ro come feudo dal 1753 al 1810, e come
all’esterno spettava solo al feudatario. La
della pesca. La gestione della pesca però
proprietà dal 1810 in poi, la vendette-
Il sindaco ora dichiarava che per mo-
pesca dell’anguilla rendeva questo feu-
esige l’innalzamento durante l’inverno
ro nel 1836. Ma lo spirito dei tempi era
tivo di salute pubblica questi canali dove-
do particolarmente ricco rispetto a feudi
del livello del bacino di almeno un metro
cambiato ed i nuovi proprietari trova-
vano restare sempre aperti. L’incidenza
semplicemente agricoli. Vi era comunque
sopra il livello del mare. Ciò provocava
rono gli abitanti locali assai meno docili
di malaria era molto alta localmente e le
molta pesca abusiva da parte dei locali, il
l’espansione della laguna fino ai confini di
di prima e per niente rassegnati a come
esalazioni delle paludi ne erano in quei
che portava a scontri ripetuti con gli agen-
S. Nicandro il che, in virtù del De Salario
si era evoluta la situazione. Il nuovo spi-
tempi ritenute la causa. Tenendo sempre
ti dei titolari. Ma c’erano anche disturbi
Eorum, creava una situazione di fatto che
rito irrequieto si manifestò con l’aper-
aperte le foci e così tenendo il più basso
provenienti dall’esterno. Il perenne stato
giustificava i sannicandresi. Scontri vio-
tura abusiva di una nuova foce marina
possibile il livello della laguna, le paludi
oscillante degli ecosistemi paralici e di
lenti ed azioni legali tra le due comunità si
(Schiapparo) all’estremità orientale della
circostanti sarebbero rimaste asciutte
quello lesinese in particolare confonde e
sono protratti nei secoli (Colozzi, 1932).
laguna (Figura 2). Ciò fu quasi sicura-
e quindi meno atte a formare gas dalla
mente opera dei sannicandresi che vo-
decomposizione della vegetazione. Per
levano tenere basso il livello dell’acqua
i proprietari si trattava di una manovra
per impedire che i loro orti nella palude
sporca. Come sopra spiegato, l’apertura
venissero allagati (Rosano et al. 1903).
e la chiusura dei portelloni in determina-
cruccia gli schemi razionalistici dell’uomo.
Problemi dopo il 1811
L’incertezza del confine meridiona-
rine erano acque pubbliche e quindi non
le del bacino, l’ecotono acquitrinoso a
L’abolizione della feudalità nel perio-
cavallo di acqua salata, acqua dolce e
do napoleonico comportò la trasforma-
terraferma, divenne causa di disputa tra
zione dei feudi in proprietà private. Ciò
i comuni di Lesina e San Nicandro, che
significava che i diritti dell’ex-feudatario
dopo quattro secoli non si è ancora risol-
e dei cittadini sulla pesca non potevano
capziose per sabotare la pesca in modo
ta. La questione insorse nel 1539 (Colozzi,
più essere goduti promiscuamente. L’8
1932), quando dei sannicandresi furono
giugno 1811 il Regio Commissario proce-
accusati di mettere reti là dove i lesinesi
deva a dividere la proprietà della laguna
rivendicavano diritti esclusivi. Secondo
ricadevano sotto la loro gestione.
LEGENDA
1. Strada Lesina-Rodi
2. Paludi orientali
3. Divisione del 1811
4. Foce Schiapparo
5. Foce S. Andrea
6. Foce Acquarotta
7. Argine
8. Sorgenti S. Nazario,
Lauro e Fiume Longo da
(sinistra e destra)
9. Canale subalveo.
Figura 4: il
piano di bonifica
dell’ecosistema di
Lesina (Colacicco,
1955).
ti momenti dell’anno sono indispensabili
questa, strappando le erbe del fondale,
trasmesso da una persona malata ad una
Il municipio di Lesina iniziò ora una
per gestire la pesca. I proprietari si rifiu-
favoriva la loro putrescenza malarigena.
sana dalla puntura della femmina della
lunga guerra legale con argomentazioni
tarono di obbedire ma il sindaco non de-
È da notare che questa politica del sinda-
zanzara Anopheles. L’idea che il prosciu-
mordeva e nel 1873 convinceva il Ministro
co favoriva l’altro avversario, S. Nicandro.
gamento delle paludi potesse risolvere il
dell’Interno ad ordinare l’apertura del
Tenendo la foce sempre aperta le paludi
problema perse buona parte della sua va-
Canale Schiapparo il quale, ora munito di
restavano asciutte ed accessibili, con
lidità in quanto qualunque pozzanghera,
sponde stabili e portelloni, aveva preso il
il risultato della completa occupazione
le stesse scoline della bonifica, erano più
tra l’ex-feudatario e la cittadinanza. I due
posto dell’antica foce S. Andrea (Figura
abusiva da parte degli abitanti del paese
che sufficienti per la diffusione della zan-
la legge De Salario Eorum di Ferdinando
terzi orientali del bacino venivano asse-
2). Per alcuni anni il sindaco la ebbe vinta,
vicino. Stanco di questo litigio, il governo
zara. Tuttavia la trasformazione delle pa-
I (1482-83), gli usi civici di praticare la pe-
gnati al primo ed il terzo occidentale alla
lasciando fuggire il pesce in inverno, sco-
centrale nominò nel 1902 una commis-
ludi in campi agricoli continuò perchè era
sca appartengono agli abitanti del terri-
seconda.
raggiando la montata in primavera e così
sione di esperti per esaminare l’intera
l’unico mezzo legale per eliminare l’uso
causando grosse perdite ai titolari.
faccenda e possibilmente risolverla una
promiscuo del territorio, retaggio della
volta per tutte.
feudalità (Acrosso e Rizzi, 1956).
LEGENDA:
torio confinante con lo specchio d’acqua
in questione.
Il divieto ai lesinesi di commerciare pesce fuori dal paese veniva abolito. Il Com-
Nel frattempo costoro riuscirono a pe-
La vexata quaestio era se il comune
missario dava loro il permesso di scavare
rorare il proprio punto di vista presso il
Le relazioni conclusive (Bullo, 1902;
Nel 1905 un ulteriore decreto del Mini-
di S. Nicandro confinava o meno con il
un canale marino per la loro parte d’acqua
Ministero e nel 1882 ottennero un decre-
Nazzani, 1904) mostrarono una certa
stero riportò la situazione a favore del sin-
bacino lagunare. Il limite tra i territori di
ma il progetto sarebbe stato realizzato
to che permetteva la chiusura di Schiap-
comprensione per il punto di vista del
daco di Lesina. L’innalzamento consentito
Lesina e S. Nicandro è la via pubblica che
molti anni dopo con il Canale Acquarotta.
paro in inverno in modo da innalzare il
proprietario e indicarono chiaramente
del livello lagunare durante l’inverno fu
da Lesina giunge a Rodi e Vico verso est.
A questo punto il proprietario dei due ter-
livello dell’acqua a 0,9 m sopra quello del
all’autorità centrale la necessità di alzare
abbassato da 0,9 a 0,3 m, gli acconci nella
Prima della bonifica questa via coincide-
zi riuscì nel 1823 a farsi dare in enfiteusi
mare. Allora il sindaco contrattaccò e con
il livello della laguna durante l’inverno. Era
foce Schiapparo potevano restare ma il di-
va con il bordo della laguna durante l’in-
il terzo spettante ai lesinesi che in questo
una sua ordinanza fece aprire i portelloni
di quegli anni la scoperta che non sono i
vieto di pescare le anguille con la sciabica
verno quando le acque si innalzavano, ma
modo rinunciavano ad ogni diritto di pe-
ai quali fece mettere dei sigilli, proibì di
gas di palude (acido solfidrico, metano)
restava. I proprietari ormai decisamente
che se ne allontanava di 1.500 m in estate
sca. Restavano loro alcuni usi civici mino-
apporre acconci nella foce perchè osta-
ad essere la causa della malaria, come si
avviliti e resisi conto che il governo stava
quando le acque si ritiravano. I sannican-
ri: il diritto di legnatico, di cacciare le fola-
colavano la corrente e vietò persino la pe-
era universalmente creduto sino ad allo-
per dichiarare acque pubbliche la laguna
dresi sostenevano che il limite del loro
ghe e di raccogliere cannucce e giunchi. In
sca delle anguille con la sciabica perchè
ra, bensì un protozoo, Plasmodium sp.,
cambiarono completamente strategia ed
42
Figura 3: il piano di prosciugamento della
laguna di Lesina (Camera dei Deputati 1915),
caldeggiato dai proprietari per risolvere la
vertenza con il Comune di Lesina.
43
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Lesina
Figura 5: visione
della Sacca
Orientale della
laguna. Le
alterazioni del
regime degli
immissari di
acqua dolce hanno
determinato
l’invasione di
cannuccia in ca
500 ha situati
all’estremità
orientale del bacino.
Negli anni 1970 si eseguirono dei la-
Con l’arginatura del bacino (Figura
sta. Una peschiera lagunare è una attivi-
vori di scavo di trincee subalvee per lo
6) si è eliminato l’ecotono graduale tra
tà che necessariamente va organizzata
scopo dichiarato di favorire l’idrodinami-
terraferma ed acqua profonda, ovvero
e svolta in modo collettivo mediante una
ca del bacino e creare un rifugio in acque
quell’acquitrino stagionalmente mutevo-
gestione unitaria e disciplinata. L’effi-
più profonde in periodi di caldo e freddo
le di pochi cm d’acqua che costituiscono
cienza delle foci marine, la pulizia delle
eccessivi. Nel 2003 furono istallate nuo-
l’habitat d’elezione di moltissime specie
griglie e l’apertura e chiusura dei portel-
ve griglie agli incili dei due canali e si è
di uccelli acquatici. Questo tipo di habitat
loni a tempo debito coinvolgono tutta la
tentato brevemente di instaurare una
avrebbe oggi priorità assoluta di tutela.
comunità dei pescatori di laguna. A Le-
nuova disciplina. Nel 1981 la zona di 970
Lo scavo di canali subalvei ha avuto un
sina per consuetudine non si pesca con
ha all’estremità orientale, con acqua dol-
effetto negativo sul benthos, sede della
gli acconci alle foci marine ma la laguna
Nel 1903 veniva finalmente aperto il
ce e cannucceti, è stata dichiarata Oasi di
maggior parte della produzione prima-
viene suddivisa a sezioni che vengono
canale Acquarotta quasi cent’anni dopo
Protezione con divieto di caccia e tutela-
ria in una laguna. Queste trincee furono
assegnate mediante sorteggio tra il nu-
che era stato proposto (Figura 2). Par-
ta dal Corpo Forestale.
scavate negli anni ‘70 e sono ormai qua-
mero delle ciurme di pescatori costitui-
si completamente interrate, ma le fane-
tesi per l’occasione. Ogni sezione viene
Nel 1991 la laguna è entrata a far
rogame Zostera, Cymodocea e Ruppia,
sfruttata con reti da posta, le cosiddette
parte del Parco Nazionale del Gargano,
densamente presenti nelle zone confi-
“paranze”, che vengono stese da riva a
eccetto per una zona centrale lasciata a
nanti e molto importanti nel trofismo del
riva assialmente in direzione Nord - Sud.
disposizione della attività venatoria agli
sistema, non hanno ancora ricolonizzato
È evidente come tale forma di pesca ri-
acquatici. Riguardo al conflitto con S. Ni-
questi fondali manomessi.
chieda una accentuata organizzazione
iniziarono a promuovere il prosciugamento totale del bacino (Figura 3). Trasformando la laguna in campi avrebbe messo
fine per sempre ad ogni questione: l’area
sarebbe stata proprietà privata, niente
pesca di frodo, niente più usi civici, niente
più beghe con il comune per questioni di
salute pubblica. Ma questo progetto drastico non doveva realizzarsi.
tendo dal bordo della laguna il canale fu
Figura 6: visione
della sponda sud.
L’argine sul quale
scorre la strada
fu innalzato dalle
opere di bonifica
per impedire
l’allagamento dei
terreni confinanti.
scavato fino a congiungersi con il tratto
terminale di una foce abbandonata del
fiume Fortore in località Casa Acquarotta
(ora detta Mafalda) in modo da sfruttare
un alveo preesistente. Tuttavia questa
soluzione si rivelò ben presto inefficace
sociale e un rispetto per le regole.
candro, risalente al XVI secolo, più di una
cosicché nel 1926 lo scavo fu proseguito
battaglia è stata persa ma la guerra non
Negli ultimi anni si è visto avanzare il
fino a far sfociare il canale in coinciden-
si è conclusa. Oltre al riconoscimento dei
fenomeno dell’inquinamento da diverse
Non vi è reclutamento nella categoria
za con il promontorio roccioso chiamato
diritti di pesca, agli agricoltori sannican-
fonti: i depuratori di Lesina, Lesina Ma-
dei pescatori ed attualmente sono quasi
“Pietre Nere” dove non si ebbero più pro-
dresi sono definitivamente rimasti tutte
rina, Poggio Imperiale e S. Nicandro, i
tutti in età di pensionamento. Secondo
blemi (Figura 4).
le centinaia di ettari della palude bonifi-
reflui degli impianti di piscicoltura in-
gli studi che si compiono presso l’istituto
cata.
tensiva presso S. Nazario, il carico di be-
del CNR di Lesina, il decadimento dell’in-
stiame bufalino sulle sponde occidentali,
dustria ittica della laguna di Lesina non è
ecc. Considerando 60 g il B.O.D. prodotto
dovuto ad una diminuzione della capaci-
da ogni abitante al giorno, si può stimare
tà dell’ecosistema a produrre pesce ma
è da attribuirsi a cause socio-politiche.
Nel 1924 il Tribunale di Bari passò una
Discussione
sentenza che riconosceva gli usi civici
dei sannicandresi di pescare nella laguna (Colozzi, 1931). Ciò fu considerato as-
po stava preparando un piano integrato
go furono incanalate e convogliate diret-
Quali sono stati i risultati a lungo ter-
che la laguna riceve ogni giorno 1800 kg
surdo dai lesinesi. Essi, che avevano da
per risolvere ogni aspetto della faccen-
tamente nel bacino arginato. All’interno
mine dei cambiamenti nell’ecosistema
di B.O.D. dai tre comuni di Lesina, Poggio
secoli vissuto della laguna e si identifica-
da. Tanto per cominciare, la laguna fu
del bacino furono scavati 25 km di ca-
portati dall’uomo? L’aspetto positivo
Imperiale e S. Nicandro, con altri 750 kg/
vano con essa, si trovavano ora esclusi.
dichiarata senza appello acque pubbli-
nali subalvei per favorire la circolazione
della bonifica è stato di creare campi
giorno in estate con il turismo.
I proprietari avevano i diritti di pesca, i
che (1934), togliendo di mezzo in questo
dell’acqua (Colacicco, 1955). La conclu-
assai fertili. Tuttavia, da un punto di vi-
sannicandresi gli usi civici, mentre l’enfi-
modo la questione dell’enfiteusi. Agli ex-
sione finale della vertenza tra proprietari
sta ambientale vi sono state anche del-
Il risultato si vede con lo sviluppo di
teusi del 1823 con la quale Lesina rinun-
proprietari fu “chiesto” di cedere il 60%
e la comunità locale arrivò nel 1943, dopo
le perdite. La regimazione delle grosse
macroalghe nitrofile e crisi distrofiche in-
ciava al suo terzo di laguna era ancora
dei diritti di pesca a Lesina (30%) e a S.
134 anni, con l’occupazione delle Forze
sorgenti ha determinato la trasforma-
torno all’abitato di Lesina (Breber, 1999).
considerata valida.
Nicandro (30%).
Alleate durante la 2a Guerra Mondiale
zione di ca 500 ha nella sacca orientale
Nel 1999 i pescatori di mare decisero di
quando, dietro richiesta dei lesinesi, l’au-
in una zona d’acqua dolce ormai invasa
usare la foce marina del canale Acqua-
Nel 1925 il sindaco di Lesina tentò
La vertenza sugli allagamenti inver-
torità militare conferì a questi il 99% dei
dalla cannuccia (Figura 5) e quindi persa
rotta come porto per i loro pescherec-
un’altra mossa. Dichiarò che, secondo
nali si sarebbe risolta arginando il bacino
diritti di pesca (Colacicco, 1955), toglien-
alla produzione di pesce. Considerando
ci costruendo banchine e moli in modo
i suoi calcoli, i proprietari non avevano
sul perimetro del suo minimo livello in
do di mezzo, in pratica, i vecchi aventi di-
che i 1.500 ha messi all’asciutto costi-
abusivo. Questo disturbo di luci, rumore,
versato negli ultimi tre anni l’intero ca-
modo che l’innalzamento dell’acqua non
ritto. Con la pesca gestita direttamente
tuivano habitat per l’anguilla, si ha qui
inquinamento ed ostacoli alla bocca del
none dovuto dall’enfiteusi per cui il terzo
avrebbe causato espansioni orizzontali.
dal basso, ovvero dai pescatori stessi,
un’altra perdita per il settore alieutico.
canale ha un effetto deterrente per l’in-
lagunare doveva ritornare ipso facto al
Questi lavori (Figura 4) furono progetta-
inizia un periodo di declino, lento all’ini-
L’ecosistema nel complesso ha così per-
gresso del pesce novello in primavera e
Comune. Ma tutto questo manovrare fu
ti nel 1925 e terminati negli anni 1950. Le
zio sotto la tutela del sindaco Colozzi, più
so circa un terzo del suo potenziale di
quindi all’impesciamento della laguna,
reso vano dal Governo che nel frattem-
sorgenti S. Nazario, Lauro e Fiume Lon-
rapido negli ultimi tempi.
produzione di pesce pregiato.
aspetto cruciale dell’economia di que-
44
45
Bibliografia a pagina 112.
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Stagni di S’Ena Arrubia e Cabras
_ATTI DEL CONVEGNO
STAGNI DI S’ENA ARRUBIA
E CABRAS
OLIVIERO URAS
Consorzio di Bonifica dell’Oristanese
Descrizione del compendio idrico
e del sistema circostante
bonificati, che, per la loro particolare
interconnessi con le zone sistemate del
L’agricoltura e l’allevamento, benché
bellezza, per la ricchezza e particola-
compendio. In merito alla Tabella 1 si
contino un numero di addetti (20% del-
rità delle specie vegetali ed animali ivi
possono formulare le seguenti osserva-
la popolazione attiva) inferiore a quelli
zioni esplicative:
delle attività industriali (intorno al 30%
Il comprensorio consortile si esten-
presenti, costituiscono un patrimonio
de su una superficie totale di 854 km2,
ambientale di notevole valore, oggi tu-
- il bacino imbrifero totale degli stagni
della popolazione attiva), sono più diffu-
ricadenti in venticinque comuni della
telato da piani, protezioni e convenzioni
dell’Oristanese connessi con le reti idro-
se nel territorio e, soprattutto, nella par-
provincia di Oristano. Da un punto di vi-
regionali, nazionali ed internazionali. Le
grafiche e di bonifica equivale a circa il
te di esso pianeggiante e prossima alle
sta idrologico la Piana dell’Oristanese,
zone umide dell’Oristanese sono quindi
7,3% della superficie della Sardegna ed
zone umide. La popolazione presente
delimitata esternamente a Sud dal rio
primariamente una risorsa di bellezza
al 58% della superficie della provincia di
non è numerosa: circa 170.000 abitanti
Fluminimannu di Pabillonis, è interessa-
da conservare. L’attività di bonifica, ini-
Oristano. Tali zone umide sono pertan-
ta dal corso vallivo arginato di due corpi
ziata in questi territori a partire dagli
to ricettrici delle acque dolci di porzioni
idrici principali: il Tirso ed il Mogoro; dai
anni ‘20, ha avuto come oggetto prin-
consistenti di territorio regionale;
corpi idrici vallivi canalizzati del sistema
cipale la regimazione del tratto vallivo
- la quota di detto bacino imbrifero
pertanto una preziosa risorsa economica
Marefoghe/Cispiri/Stagno
meno di 100.000 nel Compendio Idrico
in esame.
Cabras,
dei corsi d’acqua, il prosciugamento di
ricadente nel Comprensorio Consortile
da salvaguardare e gestire oculatamen-
È comprensibile come i conflitti emer-
con i rii ad esso affluenti; dal corso val-
alcune zone paludose, la costruzione di
è pari a circa l’80% della superficie del
te. Essi appartengono oggi al Demanio
si negli ultimi anni riguardino da un lato
livo sistemato dei rivoli minori riversan-
una notevole rete viabile rurale.
Compendio stesso mentre la parte di
Regionale ed il loro sfruttamento ittico è
la semplice conservazione ovvero l’uso
zone sistemate idraulicamente che ivi
affidato in concessione a Cooperative di
delle zone umide ai fini principalmente
di
tisi sugli stagni di Cabras, Santa Giusta,
Pauli Maiori, S’Ena Arrubia, Corru S’Itti-
Successivamente agli anni ‘50 venne
versa è equivalente al 100% della super-
pescatori. L’attuale assetto sostituisce,
di pesca e, tra le attività umane, il con-
ri e Marceddì e dalla rete di bonifica più
iniziata la realizzazione degli impianti
ficie delle zone stesse; possiamo pertan-
per alcuni di essi, la proprietà da parte di
flitto tra l’esercizio della pesca e gli altri
capillare collegata.
pubblici collettivi di irrigazione. Il tempo
to affermare che, nell’Oristanese, tutta
privati e la gestione con sistemi semifeu-
usi del territorio tra cui quello agricolo e
ha mostrato la funzionalità e l’intrinse-
la bonifica è tributaria degli Stagni.
dali in parte sopravvissuti sino ad un non
di allevamento, quello abitativo ed infi-
troppo remoto passato (anni ‘80 circa).
ne quello relativo ad attività industriali.
Il Comprensorio si estende su un
ca coerenza di tale insieme di opere. Se
territorio comprendente a Nord la bas-
l’Oristanese non fa notizia dal punto di
L’esame della Tabella 1 consente inol-
Il Consorzio collabora con la Regione
Tutte le suddette attività possono infat-
sa valle del Tirso ed a Sud la piana in
vista dei disastri idrologici lo si deve an-
tre di dividere i corpi idrici lagunari in
per la gestione degli Stagni quale dele-
ti portare al rilascio, attraverso la rete
destra del rio Fluminimannu, poste tra
che e soprattutto alla correttezza delle
due distinte categorie: quella delle la-
gato alla realizzazione di opere e con-
idrografica nella quale venissero sca-
i due rilievi dei monti Ferru ed Arci. La
operazioni di bonifica idraulica attuate
gune propriamente dette e quella degli
sulente per studi e ricerche nel campo
ricate, di sostanze inquinanti o ipernu-
rete idrografica, pur fitta, è rappre-
nel passato e qui sinteticamente de-
stagni. Premesso che tra dette tipologie
dell’idraulica e dell’idrologia.
trienti negli stagni.
sentata da corsi d’acqua con portate
scritte.
non esiste un limite di demarcazione netto, possiamo ascrivere al primo gruppo
modeste e col tipico regime torrentizio
Principali problemi/conflitti
emersi negli ultimi anni
soprattutto con riferimento agli
usi multipli dell’area
È evidente dalle premesse come, nel
del clima mediterraneo insulare. Il fiu-
Focalizzando la nostra attenzione
i corpi idrici con minor bacino imbrifero,
me Tirso, attraversando il territorio in
sulle zone umide che, come sopra det-
minori dimensioni e più dirette comu-
senso Nord-Est/Sud-Ovest, è arginato
to, costituiscono, con l’eccezione del rio
nicazioni col mare (Santa Giusta, S’Ena
e ha quindi minimali interconnessioni
Mogoro e di zone marginali a tergo de-
Arrubia e Corru S’Ittiri) ed al secondo
con le reti idrografiche minori e di bo-
gli argini del Tirso, il naturale recapito
quelli con più vasto bacino imbrifero,
Il territorio dell’Oristanese è dedito,
cittadini residenti e, solo da ultimo, dagli
nifica. Peculiari del territorio sono le
del compendio idrico dell’Oristanese,
maggiori dimensioni e, proporzional-
tra le attività produttive, all’agricoltura
industriali. Ulteriori conflitti “interni”, si-
numerose aree umide costituenti sta-
esaminiamo la Tabella 1 che riassume
mente, minore vicinanza al mare.
e all’allevamento in misura, pur ridot-
nora forse sottovalutati, possono deriva-
gni di varia ampiezza, di cui solo taluni
le caratteristiche salienti degli Stagni
tasi negli ultimi decenni, assai maggio-
re all’attività di pesca dalla pratica della
Come detto tutte le sopradette zone
re che in altre zone d’Italia. Le attività
stessa con metodologie non corrette, od
umide comunicano col mare e sono per-
industriali presenti sono di piccole di-
improprie ovvero intempestive.
tanto potenziali valli da pesca vocate
mensioni, spesso non particolarmente
all’allevamento di pesce di mare e, so-
inquinanti (trasformazione di prodotti
compendio in esame, i principali imputati di scarichi dannosi agli stagni ed
all’attività di pesca in essi svolta siano
gli agricoltori e gli allevatori, seguiti dai
Bacino
(km2)
di cui nel
comp.
(km2)
di cui
sistemati
(km2)
Volume
medio
(mm3)
Superficie
media
(ha)
Stagno di Cabras
459
256
146
38
2.300
prattutto, dei cefali. Ciò consente non
agricoli e simili), concentrate in zone ad
consortile ha influito a causa dell’uti-
Stagni di Pauli Maiori e S.Giusta
167
105
75
4
900
solo la cattura e la vendita del pesce ma
esse dedicate presso i centri abitati ed
lizzo, invero limitato e controllato,
Stagno S’Ena Arrubia
121
121
72
1
210
anche la tradizionale produzione della
in gran parte ubicate presso il Porto In-
di diserbanti nella pulizia dei canali.
Laguna Corru S’Ittiri
35
35
35
3
350
pregiata bottarga (Figura 1) costitui-
dustriale di Oristano a valle delle zone
I problemi più eclatanti emersi negli ul-
Stagni di S. Giovanni e Marceddì
974
148
81
16
1.600
ta dalla sacca salata ed essiccata delle
umide, del reticolo idraulico e di bonifica
timi anni, probabilmente riconducibili
1.756
665
409
62
5.360
uova di cefalo. Gli stagni costituiscono
e degli Stagni.
agli usi multipli del compendio, sono
Corpo idrico
Tabella 1: caratteristiche degli Stagni
interconnessi con le zone sistemate del
compendio.
nell’intera Provincia di Oristano di cui
Figura 1: bottarga
di cefalo.
TOTALE
46
47
Sporadicamente
anche
l’attività
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Stagni di S’Ena Arrubia e Cabras
Figura 2: morìa di
pesci nello stagno
di S’Ena Arrubia.
la popolazione ittica e minima, per le
al superamento dei problemi/conflitti
seguentemente ridotto la dolcificazione
acque e, purtroppo, l’abnorme sviluppo,
predisposto a cura e spese della stessa,
elevate temperature, la capacità di as-
sopradescritti, sono state intraprese
avutasi nei precedenti anni di maggior
di Mercierella enigmatica: vermetto in-
consistenti opere relative allo stagno di
sorbimento di ossigeno dalla superficie
diverse azioni per il superamento delle
sperpero irriguo.
festante che vive in colonie e che crea
Marceddì. Tali opere comprendono:
stagnale. Va inoltre ricordato come le
suddette criticità. La Regione ha innanzi-
ammassi di carbonato di calcio, anche di
- la realizzazione di un argine interno
alghe, anche se vitali, producano ossi-
tutto finanziato ed indirizzato una cam-
Per il miglioramento dei reflui agri-
notevoli dimensioni, sotto forma di tubu-
allo stagno che lo divide in due zone di
geno durante le ore diurne attraverso la
pagna di studi e ricerche tesa ad indaga-
coli ha giovato, oltre che la doverosa
li ravvicinati. Detto animale, non tipico
cui la prima, a monte ed in sinistra idrau-
fotosintesi clorofilliana, ma lo assorbano
re le dinamiche idrologiche e biologiche
azione di controllo sugli scarichi svolta
dei nostri ambienti lagunari, si è pur-
lica, destinata a ricevere le acque dolci
semplicemente, in assenza di luce, du-
che governano le diverse realtà stagnali
dalle istituzioni regionali e provinciali, il
troppo in essi perfettamente adattato e
dal vasto bacino imbrifero, e la seconda,
rante la notte.
e le cause delle avvenute distrofie. Dalle
miglioramento delle tecnologie produt-
prospera soprattutto nelle acque più sa-
più a valle ed in destra idraulica, più sa-
risultanze di detti studi è stato dedotto
tive che ha messo a disposizione degli
late con sporadici apporti di acque dolci
lata e più specificamente dedicata alla
In questa situazione eventuali morie
il meccanismo degenerativo sopra ipo-
agricoltori diserbanti e pesticidi con mi-
quali i canali di collegamento col mare o
pesca. Le due zone comunicano tra loro
localizzate per motivi anche contingenti
tizzato. Il Consorzio ha collaborato con
nori tempi di decadimento e che non ne-
le lagune stesse quando meno profonde
per tracimazione dell’argine durante le
certamente le morie di pesci (Figura 2)
e non diffusi (ammasso di pesci in zone
i suoi tecnici, in qualità di consulenti-
cessitano, per il loro utilizzo, di appositi
e con minori apporti di acque dolci.
maggiori piene o attraverso paratoie in
che avvengono, soprattutto nel periodo
ristrette e conseguenti traumi, attacco
esperti, agli studi relativi allo stagno di
scarichi. Per il miglioramento dei reflui
della tarda primavera/estate, con mag-
di predatori ecc.) possono portare ad un
Cabras curandone gli aspetti idrologici.
da allevamento bestiame, diffuso inten-
giore frequenza (comunque pluriennale)
ulteriore sottrazione di ossigeno per la
negli stagni di minor volume e soggetti
decomposizione delle carcasse e rischia-
Le analisi condotte dal Consorzio han-
to nella zona di Arborea per un totale di
a maggior pressione antropica, ma con
no di innescare una reazione a catena
no consentito di superare alcune errate
30.000 capi bovini su circa 8.000 ha, la
maggiore danno in quelli di più grande
che può estendersi a tutto o a gran parte
credenze circa le dinamiche saline degli
Regione ha da tempo avviato un azione
capacità. In pratica i corpi idrici meno
del volume del corpo idrico. È evidente
stagni con più vasto bacino imbrifero e
per l’abbattimento dei nitrati di origine
estesi, ma soprattutto di minore profon-
come l’eventuale apporto agli stagni di
più ridotte comunicazioni col mare (Ca-
agricola. Per il miglioramento dei reflui
Vengono successivamente descritti i
sulla bontà delle opere allora realizzate è
dità e volume, e con più ridotto apporto
sostanze nutrienti o inquinanti possa es-
bras e Marceddì) che si volevano princi-
urbani la Regione ha provveduto a fi-
principali interventi posti in essere, fon-
però indubbio che, tra gli stagni dell’Ori-
di acque dolci si sono dimostrati più sen-
sere estremamente dannoso, soprattut-
palmente dipendenti, come avviene per
nanziare gli impianti di depurazione dei
damentalmente dalla Regione Sardegna,
stanese, quello di Marceddì appare at-
sibili in quanto privi di quel volano idrau-
to se improvviso, sia perchè in generale
le lagune in senso stretto, soprattutto
singoli comuni e, per quanto riguarda
per la protezione ed il miglioramento de-
tualmente il meno problematico e che le
lico che consente di reagire ad eventuali
fonte di eutrofizzazione e di consumo
dai moti di marea e dai conseguenti in-
il Comprensorio, anche una rete di col-
gli habitat stagnali. Detti interventi sono
stesse consentono maggiori opzioni ge-
stimoli esterni negativi e/o improvvisi.
di ossigeno, sia perchè possibile causa,
terscambi col mare. Lo studio ha invece
lettamento tra diversi comuni a pochi
divisi per corpo idrico ed elencati in ordi-
stionali senza stravolgere sensibilmente
Le cause dei suddetti disastri non sono
nelle situazioni critiche sopradescritte,
dimostrato una maggiore dipendenza
impianti di maggiori dimensioni più fa-
ne approssimativamente cronologico.
l’ambiente sul quale insistono.
ancora state univocamente determina-
dell’innesco del meccanismo autodege-
dagli apporti di acque dolci dal bacino
cilmente ed economicamente gestibili.
te per la complessità dei problemi in-
nerativo suindicato. Nasce quindi l’esi-
imbrifero afferente e dall’evaporazione
Per il miglioramento dei reflui industria-
Santa Giusta
S’Ena Arrubia
terdisciplinari che le sottendono e per
genza di proteggere, a valle dei doverosi
dalla superficie lacuale. Ciò porta, nel cli-
li l’Amministrazione Provinciale ha da
l’accavallarsi di tanti possibili fattori
impianti di depurazione da realizzarsi
ma della Sardegna, ad una dolcificazione
tempo avviato il controllo degli scarichi
È lo stagno forse più vulnerabile per
Negli anni il Consorzio ha realizza-
concomitanti ed interferenti. Traendoli
in corrispondenza degli scarichi nella
delle acque nel periodo invernale prima-
a seguito della realizzazione di impianti
il notevole carico antropico del bacino
to, all’interno del programma europeo
dagli studi e dalle indagini effettuate è
rete idrografica e di bonifica, i corpi idri-
verile con minimi nei mesi di aprile/mag-
di depurazione singoli e consortili.
idrografico e, proporzionalmente, per
denominato Life Natura, un intervento
possibile definire alcuni scenari plausibi-
ci stagnali prima delle immissioni dei
gio ed ad una salificazione estiva con
i limitati volumi idrici. In esso la Regio-
per la protezione e la rivitalizzazione
li se non certi.
corsi d’acqua ivi versanti con adeguate
minimi nei mesi di settembre/ottobre.
Le iniziative sopradescritte erano
ne Sardegna ha realizzato consistenti
dello Stagno di S’Ena Arrubia (Figure 3
sivamente nel comprensorio soprattut-
stanese, la stagione della maggiore pro-
e l’omogeneizzazione delle caratteristiche delle acque immesse.
sperità mentre il suo termine costituisce
il periodo di maggior rischio. L’apporto
di acque dolci nel periodo invernale e
primaverile consente infatti la riduzione
Soluzioni adottate per il superamento di problemi/conflitti e
relativo livello di efficacia
della salinità e l’ingresso di novellame
- il rifacimento delle peschiere, con
materiali più durevoli e con metodologie
più facilmente gestibili, in corrispondenza dello sbocco a mare.
È difficile esprimere pareri definitivi
tese alla protezione degli stagni da
opere per l’ampliamento delle bocche
e 4). Dette opere consistono nella rea-
Lo studio ha quindi evidenziato le
quanto ad essi perviene dall’entroterra.
a mare, l’escavo di arterie interne allo
lizzazione a monte del corpo idrico, in
conseguenze dei recenti cambiamen-
Si pensò invece che un più diretto col-
specchio idrico, la realizzazione di canali
corrispondenza del canale emissario
ti climatici che, comportando annate
legamento col mare fosse positivo per
circondariali esterni di protezione ed il
esterno denominato Diversivo S. Anna,
mediamente più calde e secche, hanno
l’ossigenazione delle acque nonché per
collegamento di questi con il bacino del
di una zona di lagunaggio e fitodepu-
portato ad una maggiore salificazione
l’allevamento di specie pregiate e più ti-
vicino porto industriale.
razione nella quale vengono deviate le
media delle acque stagnali e, negli anni
picamente marine quali branzini, orate,
‘90 e seguenti, del miglioramento della
sogliole ecc. In molti corpi idrici si è per-
Complesso stagnale di Marceddì/San
basse posto al servizio della zona del
Giovanni
bacino (ex stagno di Sassu bonificato)
opere che consentano il miglioramento
La primavera è, per gli stagni dell’Ori-
condizioni di magra o di morbida;
Interventi tecnici posti in
essere negli ultimi anni per la
protezione e il miglioramento
degli habitat stagnali e loro
livello di innovazione
acque di magra del canale delle acque
dal mare. Agli inizi della successiva sta-
A seguito di un’iniziativa principal-
gestione irrigua che, riducendo il quanti-
tanto provveduto ad allargare ed accor-
gione estiva si innalza talora repentina-
mente della Regione Sardegna, titolare
tativo di acque erogate e non utilizzate,
ciare le bocche a mare. Ciò ha causato
mente la salinità, si sviluppa una popo-
della proprietà delle zone umide e quin-
ha contratto i relativi innaturali apporti
nei corpi idrici con minor bacino di ac-
Negli anni il Consorzio ha realizzato,
di bestiame bovino. Per ottenere l’auspi-
lazione algale galleggiante, è massima
di soggetto maggiormente interessato
estivi agli stagni di acque dolci e, con-
que dolci una maggior salificazione delle
per conto della Regione e su progetto
cata azione di filtrazione biologica lun-
48
dove sono presenti allevamenti intensivi
49
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Stagni di S’Ena Arrubia e Cabras
Figura 3: immissario e
peschiera dello stagno
di S’Ena Arrubia.
go il tracciato del Diversivo sono state
dovrebbero costituire zone-rifugio per
salinità media nelle quali riduce ulterior-
realizzate delle soglie che consentono,
il pesce in caso di distrofie, ed opere di
mente, per il crearsi di aggregazioni sul
con l’ausilio di paratoie, piccoli invasi.
monitoraggio, che dovrebbero consenti-
fondo, i livelli ed i volumi idrici.
Le acque della zona bonificata vengono
re di acquisire dati ed orientamenti per
pompate a monte di tali soglie in ma-
ulteriori e più mirati interventi. Tali ulti-
Questa situazione porta a suggerire
niera da consentirne l’immissione nello
me opere, di recentissima realizzazione,
per il futuro, se non ad imporre, la rea-
stagno delle portate dalla zona più in-
non hanno ancora avuto modo di pro-
lizzazione, in ambienti salmastri di bassa
tensiva, solo dopo l’auspicata azione di
durre risultati per l’assenza di episodi di-
profondità, di opere senza organi in mo-
nimi e poche apparecchiature artificiali
sibile evoluzione positiva o perlomeno
filtraggio biologico nel Diversivo. Nell’in-
strofici e per il troppo ridotto numero di
vimento o comunque a funzionamento
sofisticate. Laddove si stabilisse incon-
non degenerativa dei rischi soprattutto
tervento era inclusa anche la pulizia e
dati continuativamente reso disponibile.
semplice ed affidabile che consentano
trovertibilmente che l’aumento della sa-
per quei corpi idrici di maggiori dimen-
la sistemazione delle bocche a mare.
Nel pur breve periodo si è però eviden-
un uso predeterminato e non complesso.
linità estiva oltre una certa soglia possa
sioni nei quali la situazione non appare
essere dannosa al corpo idrico ed alla
ancora irreparabilmente compromessa.
ziato il problema della manutenzione/
Cabras
gestione che appaiono comunque ardue
e non sempre definite.
Tra i corpi idrici dell’Oristanese lo
Stagno di Cabras è il più grande e quello meno direttamente collegato al mare
quindi quello meno vulnerabile sia da
monte che da valle. Forse per questo
motivo o per l’onerosità dei relativi even-
Proposte per il futuro e
principali rischi a cui sono
esposti i corpi idrici lagunari
in una prospettiva temporale
decennale
tuali interventi non è stato interessato
Analoghe considerazioni tratte da
sua popolazione vegetale ed animale
passate esperienze portano a suggerire
l’intima connessione, nell’Oristanese,
Unitamente alle suddette azioni,
che la gestione delle opere deve essere
tra reti idrografiche e di bonifica e sta-
da intraprendersi e consolidarsi per
semplice e predeterminata. Se a mon-
gni può portare alla limitazione di detta
la risoluzione a monte dei conflitti e
te del corpo idrico non può che essere
salinità attraverso rilasci programmati
dei problemi, appare auspicabile giun-
affidata al soggetto gestore della rete
dalle reti irrigue e poi scolanti.
gere a semplificazioni amministrative
idrografica, a valle o nello stesso deve
che evitino il sovrapporsi di soggetti
essere gestita dal soggetto concessio-
Si auspica altresì, nel futuro, il com-
diversi non coordinati nella gestione
nario, opportunamente responsabilizza-
pletamento delle azioni per il migliora-
e persino nello studio dei corpi idrici
to attraverso necessari adeguamenti
mento qualitativo delle acque immesse.
lagunari. Detto coordinamento sareb-
della concessione stessa.
Molto è stato fatto ma tanto resta anco-
be forse semplicemente ottenibile con
ra da fare per ulteriori interventi depu-
una maggiore responsabilizzazione e
da opere particolarmente consistenti.
Le esperienze realizzative del recen-
Modesti lavori sono stati realizzati negli
te passato hanno dimostrato che i corpi
anni ‘90 per circoscrivere il compendio
idrici lagunari dell’Oristanese sono am-
ittico e limitare la risalita salina nei ca-
bienti assai ostili per la manutenzione
Le suddette considerazioni portano
rativi e per la manutenzione e gestione
qualificazione dei soggetti concessio-
nali immissari.
delle opere in essi realizzate. Il crearsi
a vedere con favore, soprattutto per le
di quanto già attuato. In quest’ottica,
nari, per la pesca, delle zone umide che
ed il proliferare delle sopradescritte con-
lagune in senso stretto soggette a con-
considerata la densità non eccessiva
dovrebbero disporre al loro interno di
Più recentemente, su iniziativa della
crezioni calcaree è esiziale per la mano-
sistente “pressione antropica”, la realiz-
della popolazione nel compendio idrico,
staff tecnici interdisciplinari in grado di
Regione Sardegna e con la collabora-
vra e la conservazione di organi mobili
zazione di bacini seminaturali per il lagu-
la conseguente proporzionale limitatez-
interloquire con la Regione concedente
zione del Consorzio, sono stati poste in
di regolazione (paratoie o simili) e mi-
naggio e/o fitodepurazione che devono
za di produzioni inquinanti, le azioni già
con maggiore qualificazione e di prov-
essere, oltre agli studi descritti al prece-
naccia addirittura la sopravvivenza delle
possibilmente essere creati utilizzando
intraprese e quelle in fieri per il miglio-
vedere in proprio alla gestione di opere
dente paragrafo, opere di areazione, che
lagune di minore profondità e maggiore
al massimo dislivelli naturali anche mi-
ramento dei reflui, si intravede una pos-
e strumentazioni anche sofisticate.
50
51
Figura 4: stagno di
S’Ena Arrubia.
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Marano e Grado
_ATTI DEL CONVEGNO
LAGUNA DI MARANO
E GRADO
MICHELE CICUTTINI
Consorzio di Bonifica Bassa Friulana
Inquadramento generale
infatti una grande varietà di ambienti e
San Giorgio
di Nogaro
biotopi, nonché un’eccezionale ricchezL’area, zona terminale della Bassa Pia-
za floristica costituita da 2.780 specie,
nura Friulana, risulta dalla sommersione
più dell’intero patrimonio della Germa-
di una zona costiera, di delta, separata
nia (2.400 specie) e più di metà di quello
dal mare attraverso un sistema di dune
italiano.
Figura 2:
carta della
esondabilità
potenziale della
laguna di Marano e
Grado.
Cervignano
Monfalcone
Latisana
Marano
Lagunare
e cordoni litorali, determinati dal gioco
degli apporti fluviali e delle correnti ma-
Il confine tra la laguna ed il mare aper-
rine, nonché dal moto ondoso. Tali limiti
to è costituito da alcuni isolotti litorali,
sono tuttora dotati di una certa dinami-
in qualche caso collegati da argini artifi-
cità, e sono in continua evoluzione nel
ciali; nonostante l’occlusione di qualche
tempo. La laguna è intimamente legata
antica bocca, le comunicazioni tra mare
alla terraferma circostante, dato che da
e Laguna sono efficaci attraverso quelle
questa ultima provengono le acque flu-
principali rimaste. Le conterminazioni
viali, con portate massime variabili tra
arginali sono presenti sulle isole interne
tre 5 km nella parte orientale. Le tappe
gine artificiale, è quella di un sedimento
stanze impongono il costante manteni-
qualche decina e 100 m /s, e di falda. La
e sul bordo interno (settentrionale) della
principali sono le seguenti:
sabbioargilloso, o argilloso e torboso,
mento in efficienza del cordone arginale
zona costituisce ZPS per la Direttiva Uc-
Laguna, per proteggere le basse terre di
- inizio ‘900: oltre 50.000 ha sono
praticamente impermeabile. Tali solchi,
di difesa dell’entroterra e delle isole. Con
celli e SIC ai sensi della Direttiva Habitat,
bonifica dalle acque alte. I centri abita-
ancora impaludati, e l’agricoltura viene
nella loro correlazione con le oscillazioni
un recente studio della Protezione Civile
per la presenza di avifauna migratoria
ti più importanti sono Grado e Lignano,
praticata su 20.000 ha;
di marea, rivestono un’immensa impor-
della Regione Friuli Venezia Giulia, sono
protetta internazionalmente (vicinanza
prevalentemente turistiche, e Marano
- nel 1904: primi lavori di bonifica
tanza per la circolazione ed il ricambio
state individuate e classificate in ordine
con la zona Ramsar denominata “Mara-
Lagunare, con preponderanza delle atti-
(per intervento diretto dello Stato in
dell’acqua nella Laguna, ed in definitiva
di pericolosità tutte le situazioni arginali
no Lagunare – Foci dello Stella”).
vità legate a pesca ed acquicoltura.
base al T.U. del 1900) quali costruzione
per la vitalizzazione delle sue acque. Il
critiche, in relazione a vari parametri di
di argini perimetrali, canali interni, stra-
loro ruolo costituisce una caratteristica
valutazione (Figura 3).
de e chiaviche per lo smaltimento delle
peculiare della Laguna di Grado e Mara-
acque (soluzioni tecniche, basate sullo
no; infatti nella adiacente (e maggiore)
3
Più in generale la laguna si colloca in
La bonifica
una regione, il Friuli Venezia Giulia (Fi-
Lignano
Grado
La qualità ambientale
gura 1), che costituisce un importante
La fascia costiera interna risulta da
scolo naturale ed intermittente); i risul-
Laguna di Venezia, ad esempio, il ruolo
crocevia biogeografico, oggetto di stu-
bonifiche. Lungo il limite interno della
tati finali di questi primi interventi sono
delle maree nel ricambio delle acque è
dio fra i più interessanti in Europa: per
Laguna la fascia bonificata si estende
modesti perchè col tempo si verifica un
notevolmente più modesto (Figura 2).
posizione, aspetto fisico, geomorfolo-
in media su una larghezza di 2 km nella
costipamento del terreno superiore al
gico e per il clima, la regione presenta
parte occidentale e centrale, e per ol-
previsto, ed il franco di coltivazione di-
Le problematiche
D.M. 18 settembre 2001 n. 468 tra i siti
venta del tutto insufficiente;
Le conterminazioni arginali
di bonifica di interesse nazionale: ciò è
Figura 1:
Laguna di Marano e
Grado.
- 1 Guerra Mondiale: la Bassa Friulana
dovuto al grave stato di inquinamento
Per gli effetti astronomici e meteo-
riscontrato nei sedimenti della Laguna.
rologici tra loro combinati nelle maree,
Per la bonifica della laguna di Marano
- primo dopoguerra: inizio della boni-
il livello dell’acqua in Laguna può sol-
Lagunare, di Grado e dei corsi d’acqua
fica moderna, con esaurimento mecca-
levarsi anche di un metro sopra quello
limitrofi è stato stimato un costo totale
nico delle acque.
delle massime maree sizigiali (ossia di
di circa 54,8 miliardi di lire, di cui 28,6
1,50 m in totale sopra il livello medio) ed
miliardi di lire per le opere più urgenti.
abbassarsi, eccezionalmente, di quasi al-
Da quanto riportato nel Decreto: “l’in-
è ancora largamente condizionata dalle
acque;
Circolazione idraulica della laguna
Area laguna in media sommersione: 160 km 2
Sviluppo lidi: 12,00 km
Sviluppo argini: 78,60 km
52
parte centrale del territorio della Bassa
Pianura Friulana sono state inserite, con
a
FRIULI
VENEZIA
GIULIA
La parte centrale della laguna e la
trettanto. Per il continuo innalzamento
quinamento dell’area è attribuibile agli
Il fondo della Laguna presenta ancora
generale del livello medio del mare (at-
sversamenti di mercurio da parte di uno
solchi fluviali ramificati e meandriformi,
tualmente 1,6 mm all’anno) e per la pro-
stabilimento di produzione di cellulosa,
residuo dell’antica idrografia della zona
gressiva subsidenza delle coste lagunari,
sito a Torviscosa”.
emersa, più o meno modificata dalla
il fenomeno delle acque alte in Laguna si
circolazione lagunare ma anche per in-
fa sempre più frequente, tanto che ogni
L’inquinamento cominciato nel 1949
tervento dell’uomo. La natura del fondo,
anno ormai si notano almeno una volta
con un apporto di circa 20 kg/giorno si è
ove non vi siano depositi lapidei di ori-
livelli decisamente abnormi. Tali circo-
attenuato nel 1970 (circa 6-7 kg/giorno)
53
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Marano e Grado
D
ambientale nella Laguna;
- ordinanza ministeriale n.3217 del
03/06/2002: nomina di un Commissario
A
delegato a fronteggiare e risolvere la situazione di emergenza in atto;
- ordinanza n.3556 del 21/12/2006:
A
ridefinite ed ampliate le competenze
operative del Commissario;
- D.P.C.M. di data 28/12/2007: proro-
B
ga dello stato di emergenza.
L’attuazione delle misure necessarie
alla soluzione dell’emergenza, tra cui il
LEGENDA:
cedimenti >10 cm
argini costituiti da materiali sciolti o soffici
esondabilità terreni perilagunari <-1 m
quote argini <2.5 m
subsidenza >3 mm/anno
stabilità argini 1.15<Fs<1.30
permeabilità argini
rischio filtrazione Fs<2
ricorso ai dragaggi, si scontra però con
alcune difficoltà:
C
- individuazione/realizzazione di siti
di stoccaggio provvisorio/recapito finale dei sedimenti aventi caratteristiche
chimico-fisiche superiori ai limiti della
Tabella 1 colonna (B) dell’allegato 5 al
Figura 3: condizioni
e criticità degli argini (parte ovest).
C
Titolo V della Parte IV del decreto legislativo n. 152/2006;
- individuazione delle modalità di
per poi annullarsi nel 1984 dopo l’ado-
2. i fondali bassi e l’eutrofizzazione
zione di sistemi efficienti di recupero. Lo
sono responsabili della deossigenazione
sversamento complessivo nell’area am-
della laguna;
monterebbe a circa 186.000 kg, per cui
l’inquinamento del sedimento sarebbe
3. la differente salinità delle acque
trattamento dei sedimenti, finalizzate al
massimo riutilizzo in laguna.
L’agricoltura
causa la presenza di parassiti;
pari a circa 11,5 g/m2. […] Tenendo conto
4. l’assenza di interventi di dragaggio
Anche il settore agricolo sta giocan-
dell’elevata concentrazione di mercurio
lascia che si determini il progressivo in-
do purtroppo un ruolo attivo nel proces-
nei sedimenti, della neurotossicità di
terrimento dei canali lagunari, che a sua
so di degrado ambientale in atto ai danni
tale elemento anche a basse dosi se pre-
volta comporta una cattiva circolazione
della Laguna. L’introduzione delle mo-
sente nella catena alimentare, della pre-
lagunare;
nocolture, la meccanizzazione totale, la
senza in laguna di attività di itticoltura
5. la semplice conformazione ad 1 o 2
chimizzazione dei trattamenti colturali e
e molluschicoltura, si può affermare che
bocche dei canali di collegamento con la
l’aumento delle superfici coltivate sono
la laguna di Grado e Marano è un’area
laguna determina l’assenza di ricambio
resposabili di tutta una serie di effetti
ad elevata pericolosità sanitaria ed am-
delle acque e, di conseguenza, ancora
pesanti sul territorio, dall’impoverimen
bientale”.
uno scadimento della qualità delle stesse.
to dei terreni al depauperamento ed inquinamento del territorio e delle acque
La vallicoltura
Per tutti gli effetti esposti, la quali-
superficiali e sotterranee, dall’adozione
tà delle acque lagunari non è buona e,
di una produzione intensiva non soste-
Nel corso dell’ultimo decennio il set-
ai sensi di legge, gran parte della lagu-
nibile all’inquinamento delle acque da
tore è stato messo a dura prova; le cause
na viene preclusa alla molluschicoltura.
nitrati, senza dimenticare la progressiva
sono molteplici:
L’emergenza è stata ufficializzata ed af-
eliminazione dei boschetti, delle siepi e
frontata attraverso i consueti strumenti
delle zone erbose.
1. la promiscuità tra acque meteoriche e acque salate ha determinato lo
scadimento della qualità delle acque delle valli da pesca;
straordinari adottati in casi simili:
- D.P.C.M. 03/05/2002: dichiarato lo
Proprio in relazione all’inquinamento
stato di emergenza socio-economico-
da nitrati occorre ricordare la Delibera-
54
B
Figura 4:
planimetria dell’area
denominata bonifica
Muzzanella,
oggetto di
intervento di
rinaturazione.
A. Area umida con
acque dolci.
B. Area lagunare
a regime di marea
controllato.
C. Area lagunare
a regime di marea
libero.
D. Perimetrazione
area S.I.N (Sito
di Interesse
Nazionale).
55
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Marano e Grado
zione della Giunta Regionale dd. 26 giu-
2. ripristino ambientale e rinaturazio-
gno 2008, n. 1246, recante l’individua-
ne con ricostruzione di habitat lagunari
zione del bacino scolante della laguna di
tipici;
condizioni speciali;
- circolazione delle acque: attraverso un canale ad andamento sinuoso ed
Grado-Marano come zona vulnerabile da
Da ottenersi in concomitanza con:
un’altra chiavica, situata a fianco della
nitrati di origine agricola ai sensi della di-
3. individuazione di un’area sulla
chiavica d’ingresso, esse potranno esse-
rettiva del Consiglio delle Comunità Eu-
quale trovare collocazione, tramite ido-
ropee del 12 dicembre 1991, 91/676/CEE.
nee precauzioni, ai sedimenti derivanti
- terzo specchio d’acqua a salinità
Più in generale si assiste ad una fram-
dalle operazioni di dragaggio dei canali
controllata: alimentato tramite una ter-
mentazione ecologica del paesaggio con
lagunari previste sia nell’intervento in
za chiavica di collegamento.
riduzione degli esemplari della fauna in-
questione, che nei successivi stralci di
terstiziale e riduzione della biodiversità
completamento e nei programmi di dra-
Area lagunare a regime di marea con-
e del patrimonio genetico regionale, con
gaggio dei canali navigabili lagunari, da
trollato (Figura 4-B): è costituita da tre
la creazione di habitat isolati, troppo pic-
attuare per risolvere le problematiche
specchi d’acqua con differenti profondi-
coli per “fare sistema” tra loro.
che hanno originato le Ordinanze di cui
tà rispetto al livello medio mare:
sopra.
Soluzioni ed interventi
re reimmesse nella rete di bonifica;
- alimentazione: chiavica di ingresso
posta a Sud;
L’intervento di rinaturazione
- scarico: chiavica situata a Nord (marea in ingresso e in uscita fissata tra la
Il progetto portato come esempio è
denominato “Ripristino e tutela ambien-
Riguarda una vasta area (Figura 4)
tale di aree costiere e lagunari con ope-
attualmente a vocazione agricola (bo-
In quest’area, un’attenzione partico-
re di bonifica, vivificazione delle acque e
nifica Muzzanella), di superficie pari a
lare viene usata nella progettazione e
miglioramento del sistema di circolazio-
circa 72 ha, nel comune di Marano La-
creazione di tre isolette (una nella zona
ne idraulica dei canali”. Il finanziamen-
gunare (UD), con creazione dei seguenti
ad acqua salmastra e due nella zona
to per la sua realizzazione si deve alla
habitat:
ad acqua salata) in modo da realizzare
quota 9,50 e la quota 10,50).
Commissione della Comunità Europea,
- aree di rinaturazione di ambienti di
quelle particolari condizioni che per-
attraverso il Documento unico di pro-
acqua dolce di gronda lagunare a regime
mettano agli uccelli acquatici di sostare,
grammazione 2000-2006 – Obiettivo 2,
idrico gestito (19,4 ha);
nidificare ed anche alimentarsi in siti
per il tramite della Regione Autonoma
Friuli Venezia Giulia e della competente Direzione Regionale dell’Ambiente. Il
progetto è stato redatto nel settembre
- aree di ripristino lagunare a regime
di marea controllata (33,2 ha);
- aree di ripristino lagunare a regime
Obiettivi dell’intervento
Sono sostanzialmente riassumibili secondo quanto segue:
1. ristrutturazione del sistema di rac-
sizioni riparate dalle avversità non solo
atmosferiche.
di marea libera (15,9 ha).
Area lagunare a regime di marea libero
2002 dal Consorzio di Bonifica Bassa
Friulana di Udine.
tranquilli, lontano dai predatori, in po-
Area umida con acque dolci (Figura 4-A):
(Figura 4-C): si tratta del comparto più a
è situata nella parte più settentrionale.
sud. Il sistema lagunare viene ripristina-
Dopo una chiavica, che funge da regola-
to seguendo la morfologia storica della
zione della portata, si realizzerà:
laguna, dopo attenta analisi degli aspet-
- un bacino a pettine di profondità 135
cm per facilitare una prima fitodepura-
ti paesaggistici dalle planimetrie elaborate dall’I.G.M. a partire dal 1891.
zione naturale;
colta e scarico delle acque meteoriche,
- un tavolato a quota molto più ele-
attraverso la realizzazione di canali di
vata (altezza media di circa 10 cm), dove
drenaggio e la realizzazione di un’idro-
avverranno i processi di trasformazione
vora che capta le acque agricole della
fitodepurativi;
Manufatti di rinaturazione
Manufatto di regolazione: manufatto presidiato da una paratoia che limita
zona perilagunare e le solleva nel cana-
- due specchi d’acqua dolce, al cen-
gli scambi tra il comparto della bonifica
le Cormor che, pur sfociando in laguna
tro dell’area, a profondità variabile (10,
perilagunare e la zona di vivificazione e
non interessa la zona da cui viene attinta
60, 135 cm) in modo da favorire alcune
rinaturazione.
l’acqua per l’alimentazione delle valli;
specie avifaunistiche che necessitano di
56
Figura 5: planimetria
manufatti di
regolazione.
57
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Laguna di Marano e Grado
dalla laguna;
3. con l’impiego dell’altro manufatto
di regolazione: ricarico con acque dolci
provenienti dalla bonifica (Figura 5).
Classificazione e impiego fanghi
FLUORURI
MERCURIO
ZINCO
marginamento viene fissata a 11,80 e
la sommersione;
ti di marea: manufatti, inseriti nell’argi-
Dalla relazione conclusiva del Piano
Interesse Nazionale (Figura 4-D) si evin-
– categoria C: costituzione di casse
di caratterizazione preliminare: vista la
ce che dopo l’esecuzione delle attività
distribuzione dei punti di campionamen-
previste dal piano di caratterizzazione,
esistenti, con la raccomandazione che
to e dell’inquinamento, senza una analisi
la condizione dell’ambito di interesse
le acque che residuano dalle operazioni
del rischi, non essendo possibile indi-
non risulta inquinata. I parametri rilevati
Il Protocollo di Venezia, esteso ai ca-
di pompaggio e rilasciate nella laguna,
viduare l’estensione e la distribuzione
infatti sono infatti generalmente di mol-
nali lagunari di Grado e Marano, classi-
non devono essere torbide, ma devono
dell’inquinamento stesso, si propone un
to inferiori ai limiti di legge di cui all’Alle-
ficava i fanghi in 3 categorie basate sul
essere preventivamente filtrate nei limi-
asporto del materiale che verrà dragato.
gato 1 del D.M. 471/99 per le zone indu-
contenuto di elementi e di composti in-
ti di legge in materia di scarichi; inoltre,
In considerazione di ciò e dei bassi livelli
striali, sia per quanto riguarda i terreni
quinanti quali metalli, idrocarburi totali,
le casse di colmata dovranno essere im-
di contaminazione individuati per le aree
(Tabella 1/A) che per quanto riguarda le
IPA, PCB e pesticidi:
permeabilizzate, sia al fondo che lungo
interne al perimetro lagunare, in sede di
acque sotterranee.
- categoria A: libero uso per ricosti-
il perimetro, nel rispetto di un analogo
caratterizzazione preliminare, si propo-
tuzione di barene o altre opere (argini,
coefficiente di permeabilità previsto per
ne di avviare un processo di bonifica ex
tombamenti, ecc.); i fanghi di risulta
la costituzione delle isole (Figura 6).
situ che consenta il recupero e il riutiliz-
tranti in tale categoria saranno collocaManufatti di regolazione delle corren-
Per quanto concerne invece le indagini effettuate nell’area interna al Sito di
di colmata o rafforzamento di quelle
degli scavi del progetto in esame e rienFigura 6: campagna
di analisi del
Consorzio di Bonifica
Bassa Friulana
(2007). Elementi
con concentrazione
superiore ai valori
limite della colonna
“A” D.M. 471/99.
Conclusioni
viene quindi garantita l’impossibilità del-
ti nell’area meridionale a escursione di
Caratterizzazione ambientale
della laguna
marea libera;
ne, a più condotti (6 per il manufatto in
- categorie superiori (B e C), rideter-
Lo stato di emergenza socio-econo-
entrata ed altrettanto per quello in usci-
minate alla luce della Tabella 1 del D.M.
mico-ambientale nella Laguna consta
ta) attrezzati con delle porte vinciane:
n° 471/1999 e s.m.i.;
delle seguenti tappe:
Stato di fatto caratterizzazione
zo del materiale dragato per destinarlo a
1. Area di competenza del Ministero
opere di ingegneria ambientale connes-
(terraferma all’interno della perimetra-
se alla riprofilatura degli argini, al ripa-
zione del Sito d’Interesse Nazionale): in
scimento di barene e al rimodellamento
attesa delle determinazioni del Ministe-
di ambiti costieri e arenili.
ro stesso;
2. area di competenza del Commis-
Possibile tecnica di risanamento dei
sario (zona lagunare all’interno della
1. in fase di marea crescente si ha l’in-
– categoria B: costituzione di isole in
- D.M. 18 settembre 2001 n. 468: af-
sedimenti: processi elettrochimici di geo
perimetrazione del Sito d’Interesse Na-
gresso dell’acqua dalla laguna al bacino
aree ad elevata valenza naturalistica o
fidamento all’ICRAM dell’incarico della
ossidazione e di complessazione indotta
zionale): in attesa delle determinazioni
interno soltanto dal manufatto più a Sud
rafforzamento di lidi lagunari, mediante
Caratterizzazione ambientale ai fini del-
che possono essere applicati sia diret-
del Commissario;
mentre quello più a Nord resta chiuso;
l’impiego di rilevati realizzati in modo
la bonifica delle aree marine e salmastre
tamente in situ che ex situ. Per quanto
3. area esclusa da entrambe le cate-
2. in fase di marea calante si ha l’usci-
naturale o artificiale che assicurino un
incluse nelle perimetrazioni dei siti di in-
riguarda invece, i materiali derivanti
gorie precedenti (terraferma all’esterno
ta dell’acqua dalla bacino interno alla la-
coefficiente di permeabilità k <= 1*10-7
teresse nazionale;
dalle attività di dragaggio dei canali che
della perimetrazione del Sito d’Interesse
guna soltanto dal manufatto più a Nord
cm/s; i fanghi di risulta degli scavi del
- Ordinanza n. 3217/2003 nomina del
corrono lungo il perimetro del territorio
Nazionale): qualsiasi intervento futuro
mentre quello più a Sud resta chiuso.
progetto in esame e rientranti in tale ca-
Commissario delegato a fronteggiare e
di Marano, non pericolosi all’origine, in
deve sottostare in generale al D. Lgs. n.
152/2006.
Un sistema di sensori ed una automa-
tegoria saranno collocati nell’area cen-
risolvere la situazione di emergenza del-
quanto i valori di concentrazione del
zione consente la chiusura dei condotti
trale a escursione di marea controllata:
la Laguna di Marano e Grado. L’ICRAM
mercurio, sono sempre inferiori ai valori
con delle paratoie verticali nel caso il
in tale area lagunare oltre agli specchi
viene incaricato dal Commissario stesso
limiti della Tabella B del 471/99, possono
Attualmente la realizzazione degli
livello della marea superi quota 10,50;
d’acqua verranno opportunamente ri-
dell’esecuzione della caratterizzazione
essere refluiti, su autorizzazione della
interventi dell’Obiettivo 2, oltre che allo
per maggior sicurezza vengono anche
modellate anche delle terre emerse che
ambientale dell’intera area lagunare
regione, all’interno di casse di colmata,
stanziamento dei necessari finanziamen-
installate dei clapet di sicurezza.
per non soggiacere al livello di marea
ai fini della risoluzione della situazione
di vasche di raccolta, o comunque in
ti, rimane subordinato alla conclusione
richiedono notevoli quantitativi di ma-
d’emergenza.
aree di contenimento poste in ambito
della procedura di caratterizzazione ed
costiero.
eventuale bonifica.
Manufatto di vivificazione: permette
teriali che vengono recuperati tra quel-
al bacino a salinità controllata di scam-
la aliquota di sedimenti, provenienti da
biare acqua salata con il bacino a cor-
operazioni di dragaggio lagunare, clas-
Le stesse devono presentare un siste-
rente di marea controllata:
sificabili appunto come fanghi B. A tale
ma di impermeabilizzazione naturale o
1. con l’elettropompa: scarico delle
scopo, in prossimità del Canale Corniolo,
completato artificialmente al perimetro
acque nel comparto a regime di marea
vengono create tre zone con margina-
e sul fondo, in grado di assicurare requi-
controllato;
mento costituito da arginatura rivestita
siti di permeabilità almeno equivalenti a:
2. con la condotta presidiata dalla
in materiale argilloso di idonea permea-
K minore o uguale 1,0 x 10-9 m/s e spes-
paratoia: ricarico con acque provenienti
bilità e spessore di 1 m,: la quota di tale
sore maggiore o uguale a 1 m.
58
59
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Evoluzione e criticità della costa nazionale
_ATTI DEL CONVEGNO
EVOLUZIONE E CRITICITÀ
DELLA COSTA NAZIONALE
UMBERTO SIMEONI
Membro del Comitato Direttivo del G.N.R.A.C.
Dipartimento di Scienze della Terra
Università degli Studi di Ferrara
Costa alta
ed aree
portuali
(km)
Costa bassa
L’occupazione delle nostre coste iniziò
l’elemento più sensibile alle variazioni,
dopo l’Unità d’Italia con la costruzione
anche piccole, degli equilibri costieri e
di porti, strade e ferrovie. Nel ‘900 un
del bilancio sedimentario. La crescente
Friuli Venezia Giulia
35
76
10
nuovo impulso fu fornito dallo sviluppo
necessità di inerti da costruzione, la si-
Veneto
0
140
25
di industrie, di cui molte petrolchimiche,
stemazione dei versanti e la creazione di
Emilia Romagna
0
130
32
e del turismo balneare che, inizialmente,
invasi, l’estrazione di fluidi dal sottosuolo
Marche
28
114
78
ebbe una crescita graduale per assumere
(acqua/gas) unitamente alla costruzione
Abruzzo
26
99
60
di opere marittime portuali e per la difesa
Molise
14
22
20
Puglia
563
302
195
nel secondo dopoguerra un andamento
sempre più esponenziale. Per la localiz-
degli abitati hanno prodotto un notevole
zazione di questi insediamenti furono
deficit sedimentario aggravando progres-
privilegiate le coste basse distruggendo
sivamente il fenomeno dell’erosione dei
numerosi ecosistemi costieri di gran-
litorali (Simeoni e Bondesan, 1997).
coste alte e aree portuali
coste basse stabili o in deposito
coste basse in erosione
Regione
de valore, senza tener nel dovuto conto
totale km
in erosione
km
Basilicata
32
36
28
Calabria
44
692
300
Sicilia
506
1117
438
Sardegna
1428
459
165
Campania
256
224
95
74
216
117
77
l’impatto ambientale nel breve e lungo
All’erosione crescente delle spiagge si
periodo. Il loro inserimento, spesso in
cercò di porre rimedio attraverso diver-
Toscana
243
199
tessuti sociali deboli come quelli meri-
se strategie e tipi di intervento. La legge
Liguria
256
94
31
dionali, non favorì la conservazione dei
sulla difesa degli abitati del 1907 fu una
Italia
3515
3950
1661
valori paesaggistici e nemmeno un radi-
prima risposta organica all’erosione dei
camento di queste imprese nell’economia
litorali: essa rendeva disponibili risorse
locale. Questa occupazione, nata dalla
pubbliche per difendere gli insediamenti
distorta convinzione che lo sviluppo ur-
ma, purtroppo, non contemplava la rico-
bano portasse inevitabilmente benessere
struzione delle spiagge o la salvaguardia
economico, spesso è causa di conflitti fra
delle aree sensibili e di rilevante pregio
interessi contrapposti. Infatti, lo sviluppo
naturalistico. Furono così posti in opera
urbano e la forte sovrapposizione d’uso
svariati tipi di manufatti con lo scopo di
della fascia litorale non ha solo gli equi-
proteggere gli insediamenti o frenare
libri geologici ma anche quelli ecologici,
l’erosione. Solo negli ultimi decenni si è
estremamente sensibili ai cambiamenti
operato alla difesa dei litorali attraverso
dell’habitat.
interventi di ripascimento o, dove neces-
Negli anni ’60-‘70 il C.N.R. promos-
dinamiche degli assetti costieri. Gli studi
ed ai pianificatori territoriali, soprattutto
sario, di ricostruzione della spiaggia con
se una serie di interventi che fornirono
a carattere “geografico applicato” misero
delle Pubbliche Amministrazioni. Esso fu
versamenti di materiali idonei.
le basi per avviare studi interdisciplinari
in evidenza gli aspetti più significativi del
corredato da un volume di “Raccoman-
Un grosso impulso all’incremento
Lazio
Figura 1:
rappresentazione,
a scala regionale,
dell’estensione
della costa alta
e/o rocciosa e
di quella bassa
suddivisa in stabileavanzamento ed in
erosione.
I dati, espressi in km
ed in percentuale
rispetto alla
lunghezza totale del
litorale regionale,
provengono dallo
studio condotto nel
2006 dal G.N.R.A.C.
su 7.465 km di
costa.
per la salvaguardia delle spiagge. Furono
degrado ambientale provocati dall’inten
dazioni tecniche per la Protezione delle
lo sviluppo della rete autostradale che,
La comunità scientifica italiana, con i
avviati diversi Programmi Speciali tra cui
sa antropizzazione della fascia costiera,
coste” che, nel 1983, anticipò l’uscita dei
creando rapidi collegamenti fra le città
primi studi a cavallo fra l’800 e il ‘900
quello sulla “Conservazione del suolo” al
spesso responsabile dell’innesco di im-
fogli dell’Atlante.
ed il mare, ha favorito l’espansione de-
sulla geomorfologia costiera e sulla di-
cui interno vi era un tema specifico sul
portanti fenomeni erosivi.
gli insediamenti costieri. Oggi si può sti-
namica litorale, ha posto le basi per una
“Regime e conservazione dei litorali”.
mare che il 58% della fascia costiera è
maggiore sensibilità al problema dell’evo-
Nell’ambito di questo sottoprogetto fu-
La rilevanza della produzione scienti-
seguirono nell’ambito dei progetti coordi-
completamente urbanizzato ed il 29%
luzione e conservazione dei litorali. Suc-
rono individuate tre aree campione (Alto
fica e l’elevato grado di conoscenze rag-
nati di interesse nazionale del M.U.R.S.T.,
presenta un significativo sviluppo urba-
cessivamente agli anni ‘30 furono con-
Adriatico, Alto Tirreno e Ionio) su cui si
giunto furono lo stimolo per la stesura,
l’attuale Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-
no. È dunque negli ultimi 100 anni che
dotti sporadici studi che portarono alla
focalizzano ricerche interdisciplinari.
nel 1985, di una prima edizione (a cura
versità e della Ricerca (M.I.U.R.). Gli studi
il progressivo inurbamento della fascia
pubblicazione di importanti monografie
del C.N.R.) dell’ “Atlante delle Spiagge
si focalizzarono dapprima sui rapporti tra
costiera ha prodotto le maggiori modifi-
sulle spiagge italiane. Queste ricerche, in
Fu così possibile, per la prima volta in
Italiane” nella quale furono sintetizzati
processi naturali e modificazioni indotte
cazioni degli equilibri costieri. Se, da un
parte coordinati dal Consiglio Nazionale
Italia, integrare ricerche geologiche, se-
i risultati delle ricerche condotte su cir-
dall’antropizzazione e, successivamente,
lato, le coste alte possono presentare no-
delle Ricerche (C.N.R.), rappresentano
dimentologiche, morfologiche, idraulico-
ca il 40% del territorio costiero italiano.
sulla definizione del bilancio sedimen-
tevoli problemi soprattutto per quanto ri-
il primo tentativo di coordinamento dei
fluviali, idraulico-marittime e storiche
L’Atlante, primo esempio del genere nel
tario delle spiagge e sulle modificazioni
guarda l’instabilità delle falesie ed il loro
gruppi di ricerca che, a vario titolo, ope-
volte alla definizione della storia evo-
panorama mediterraneo, era volto princi-
indotte dalle opere di difesa sui litorali.
arretramento, le spiagge rappresentano
ravano sulla fascia costiera.
lutiva dei litorali e alla definizione delle
palmente ai fruitori del territorio costiero
I dati raccolti permisero di completata
demografico è stato dato anche dal-
60
Negli anni successivi le ricerche pro-
61
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Evoluzione e criticità della costa nazionale
la redazione dell’Atlante delle Spiagge
la fascia costiera. A tratti completamente
in avanzamento devono questa tendenza
(diversi metri a fronte d’abbassamenti di
Italiane (AA.VV., 1999) e di tracciare un
naturali si alternano litorali intensamente
allo sbarramento dei sedimenti da parte
pochi centimetri) ma anche un aumento
esaustivo quadro evolutivo del litorale
urbanizzati, a spiagge in cui l’erosione
di strutture portuali che sottoflutto inne-
della pendenza dei fondali e, in definitiva,
nazionale. L’Atlante è costituito da 108
procede con un tasso di alcune decine
scano importanti processi erosivi.
una riduzione del corpo sabbioso costie-
fogli a scala 1:100.000 nei quali sono con-
di metri all’anno ne seguono altre in cui,
densata graficamente, in una sintesi di
nell’ultimo secolo, la linea di riva è avan-
Con queste premesse i quadri regio-
oni e Corbau, 2008) anche l’officiosità
immediata lettura, tre tematiche: opere
zata di svariate centinaia di metri. In tut-
nali, ed ancor più quelli nazionali, devo-
delle foci dei rami fluviali, spesso ostruite
umane, tipi naturali e dinamica idrologica
te le regioni l’erosione trova le sue cause
no essere letti con grande cautela e solo
da barre sabbiose che limitano il libero
e sedimentaria. Nel 1998, nell’ambito del-
principalmente nel deficit sedimentario
un’approfondita ed aggiornata conoscen-
defluire delle portate in mare e rendono
le ricerche condotte dal Gruppo Naziona-
dovuto alla costruzione di sbarramenti
za dei processi in atto e delle specificità
difficoltosa la navigazione. Altre criticità
le per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeolo-
nei corsi d’acqua, nel dragaggio di sab-
territoriali possono fornire indicazioni
dell’area deltizia sono legate alla tenden-
giche (G.N.D.C.I.) del CNR è stata prodotta
bia e di ghiaia dagli alvei fluviali, e nella
attendibili sulle polite gestionali da attua-
za, resa più evidente negli ultimi decen-
una carta del rischio costiero nazionale in
costruzione di porti e di strutture agget-
re. Fortunatamente, negli ultimi anni, le
ni, al restringimento delle bocche delle
scala 1:750.000. Partendo da un aggior-
tanti che bloccano il flusso sedimentario
cose stanno cambiando e alle vecchie di-
lagune (Simeoni et al., 2007) che, ral-
namento e rilettura delle conoscenze
lungo la riva.
fese rigide si vanno sostituendo le difese
lentano della circolazione idrica interna,
Figura 2: assetto
altimetrico del
territorio del delta
del Po dove sono
evidenziate le
aree con quote al
di sotto del livello
del mare; sono
inoltre segnalate le
tendenze evolutive
della costa e la
presenza di opere
di difesa, e riportati
alcuni elementi
inerenti all’uso del
suolo.
ro. Grande preoccupazione desta (Sime-
“morbide” che si basano essenzialmente
favoriscono la sedimentazione dei mate-
delle Spiagge, ai vari tratti costieri sono
Da questo quadro generale emerge
sul versamento di sabbia sulle spiagge in
riali sottili, lo spopolamento di forme di
stati attribuite classi di rischio sulla base
come spesso le soluzioni, che sono sta-
erosione. Questa tecnica, nota come ripa-
vita bentonica e l’incremento di eventi
delle tendenze evolutive decennali, della
te adottate per fronteggiare l’erosione,
scimento artificiale, trova sempre più ap-
d’anossia delle acque.
morfologia dell’entroterra e della presen-
non siano state del tutto efficaci e come
plicazione in tutto il mondo occidentale,
za ed efficacia delle opere di difesa.
la loro diffusione abbiano trasformato
talvolta proteggendo il materiale versato
È indubbio che l’assetto altimetrico
tratti di litorali sabbiosi in coste roccio-
con opere di difesa tradizionali. In alcuni
deltizio (Figura 2) non sia in una condi-
Nel 2006 è stato presentato, presso
se. Talvolta per proteggere la costa sono
casi si preferisce non costruire opere di
zione di sicurezza (Bondesan et al., 1995)
il Consiglio Nazionale delle Ricerche, un
state poste in opera strutture a diversa
contenimento, privilegiando la tutela del
perchè la maggior parte del territorio
rapporto sulla situazione dei litorali ita-
tecnologia (pennelli, isole artificiali, sco-
paesaggio ed accettando d’intervenire
presenta quote al di sotto del livello ma-
liani (AA.VV., 2006), curato dal Gruppo
gliere aderenti, sommerse o affioranti)
con altri ripascimenti. Molte regioni ita-
rino ed è dominato, anche per parecchi
Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente
spesso associate le une alle altre in varie
liane si stanno impegnando su questi pro-
metri, dalle piene dei corsi d’acqua. L’esa-
Costiero, da cui l’acronimo G.N.R.A.C. An-
combinazioni. Inoltre, in alcuni settori la
getti ed importanti ricerche hanno per-
gerato allungamento dei rami deltizi,
che se l’Associazione è giovanissima, essa
diffusione delle opere è tale che presen-
messo di individuare giacimenti di sabbie
l’irrigidimento del reticolo idrografico e
raccoglie circa 200 esperti con esperien-
tano un rapporto di protezione di 2:1 (2
sulla piattaforma continentale antistante
la subsidenza hanno fatto assumere al
in ambito nazionale, l’interesse per l’am-
tro i 60 chilometri dal mare Se questo
ze di ricerca e di gestione dell’ambiente
km di scogliere per chilometro di litorale)
alle nostre coste.
delta attuale una caratteristica forma a
biente costiero ed il valore economico
è lo scenario che ci attende, è evidente
costiero maturate in più di trent’anni di
come nel caso della costa toscana. Tutto
catino, con i bordi elevati verso mare ed
delle spiagge spingono verso la ricerca
che ogni piano di sviluppo della fascia
attività. Quanto emerge dal rapporto,
ciò è ben documentato dai quasi 1.400
In merito al territorio del Po, fino alla
una vasta depressione al centro (Simeoni
di nuove soluzioni per la loro difesa, vi è
costiera deve essere attentamente valu-
pubblicato su un numero speciale della
lavori pubblicati sull’argomento dal 1982
metà del XX secolo vi è stato, per l’abbon-
et al., 2000).
anche la consapevolezza che non tutti i
tato (Simeoni, 2005) per evitare che, in
rivista scientifica “Studi costieri”, costi-
al 2005, elencati in appendice al volume
danza degli apporti solidi, un accentuato
litorali sono difendibili anche perchè, in
breve tempo, non si debba intervenire
tuisce la prima sintesi, non esclusivamen-
“Lo stato dei litorali italiani”, che vanno
protendimento in mare dell’area deltizia
Benché vi siano indizi per ritenere che
molti casi, è proprio la loro erosione che
per difendere gli insediamenti appena
te cartografica, sull’evoluzione e criticità
ad aggiungersi alle 350 pubblicazioni
(Dal Cin e Simeoni, 1984). Nei decenni
almeno alcune delle cause (ad esempio gli
garantisce l’afflusso di sabbia ai settori
costruiti.
dei litorali in ambito regionale. Ne emer-
prodotte dal solo Progetto Finalizzato del
successivi si instaura una crisi regressiva
abbassamenti del territorio conseguenti
limitrofi. Il fatto che buona parte delle
ge una situazione preoccupante con il
C.N.R. negli anni ’80.
determinata dal diminuito trasporto soli-
all’estrazione di acque metanifere) abbia-
spiagge mondiali sia in erosione dimostra
acquisite per la compilazione dell’Atlante
LEGENDA:
territorio >0 m
territorio <0 m
tendenza arretramento costa
opere di difesa della costa
foci armate
rilevati ed argini
aree urbanizzate
valli da pesca
risaie
bosco
fondali in innalzamento
do del fiume per la costruzione di dighe
no parzialmente attenuato i loro effetti
che questa tendenza ha origine anche da
dove, però, molte sono stabili solo grazie
Ogni analisi sulle tendenze evolutive
e sbarramenti e per l’eccessivo prelievo
negativi, la gestione di questo territorio
fattori globali e principalmente dall’innal-
alla presenza di opere di difesa (Figura 1).
della costa è dunque resa difficile dalla
d’inerti direttamente dall’alveo dei corsi
rimane molto complessa ed articolata.
zamento del livello marino.
frequenza delle opere difensive, di cui
d’acqua. A questa crisi regressiva della
Naturalmente, in questo quadro, un pro-
42,5% delle spiagge italiane in erosione
I singoli quadri regionali mostrano
si deve valutare l’efficacia e l’impatto
costa ha anche contribuito la forte sub-
blema prioritario che si dovrà affrontare
Per il futuro prossimo alcune stime
come vi siano situazioni estremamente
sui litorali adiacenti. Molti tratti di costa
sidenza del territorio che, nei confronti
è quello legato alla determinazione della
prevedono che entro il 2020 circa la
diversificate sia per le condizioni fisiche
considerati stabili, lo sono solo grazie a
di spiagge a debole pendenza, determina
risposta fisica del territorio agli effetti
metà della popolazione mondiale andrà
presenti sia per l’uso che è stato fatto del-
pesanti interventi di difesa ed altri tratti
non solo arretramenti della linea di riva
dei cambiamenti climatici previsti. Se,
a insediarsi in una fascia di territorio en-
62
63
Bibliografia a pagina 112.
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Lagune straniere e delta: la situazione,
i problemi, le soluzioni
_INTRODUZIONE
LAGUNE STRANIERE E DELTA:
LA SITUAZIONE, I PROBLEMI,
LE SOLUZIONI
LUIS BERGA
Presidente onorario della Comisión
Internacional de Grandes Presas (ICOLD)
Professore dell’Universidad Politécnica de
Catalunya
I delta sono punti strategici al confine tra le costiere e il mare. In generale dispon-
le infrastrutture, i flussi, gli impatti ambientali, la salinizzazione, la regressione, la sub-
gono di abbondanti risorse idriche e di terreni fertili e sono quindi importanti aree di
sidenza, le minacce su zone umide e le lagune, la perdita di biodiversità e gli effetti dei
produzione alimentare. Pertanto, nel corso della storia, si sono insediate sui delta fio-
cambiamenti climatici. Infine si sono presentate una gamma di soluzioni e alternative
renti civiltà e oggi sono una fonte di ricchezza per molte nazioni per la loro agricoltura,
per affrontare le minacce e le sfide dei delta.
la pesca e lo sviluppo del turismo.
Queste soluzioni possono essere azioni strutturali quali: la manutenzione e il ripriInoltre, l’enclave particolare tipica di queste zone rappresenta un ambiente ricco
stino delle infrastrutture idriche e delle zone costiere, il miglioramento della qualità
e lagune e delta sono una delle manifestazioni più emblematiche della biodiversità.
dell’acqua e dell’efficienza di irrigazione, l’ammodernamento degli stessi, il riutilizzo
Nella relazione presentata al convegno si sono descritte la situazione, i problemi e le
delle acque, l’implementazione della rete di canali d’acqua dolce e lo stoccaggio della
soluzioni alternative per i delta dei partner mediterranei Deltamed (Po, Nilo, Evros,
stessa, la costruzione di barriere anti saline, argini, polder, stazioni di pompaggio, oltre
Danubio, Rodano, Ebro).
che l’apporto e la ridistribuzione della sabbia costiera, la tutela delle dune e le azioni
di adattamento ai cambiamenti climatici.
Si sono descritte le caratteristiche di questi delta, così come la loro evoluzione nel
corso degli anni. Si è constatata la notevole differenza esistente tra di essi, ma si è
Si sottolinea anche l’importanza di attuare misure non strutturali per la gestione,
anche sintetizzata la comunanza di alcune problematiche tipiche, quali: la gestione
come: la gestione delle risorse idriche e dei sedimenti nel bacino, la valutazione glo-
delle risorse idriche e la loro qualità, la subsidenza e le inondazioni, gli ambienti salini
bale dei flussi ambientali nel delta (fiume, zone umide e lagune), la tutela e il ripristino
e l’intrusione del cuneo salino, la regressione costiera, la subsidenza e l’eustatismo del
delle zone umide e delle lagune, la visione complessiva della gestione delle acque, le
mare, le zone umide e le lagune, l’agricoltura ambientale, oltre che la conservazione
misure di conservazione ambientale e lo sviluppo di un’agricoltura ambientalmente
ambientale e lo sviluppo sostenibile. Inoltre si è valutato il potenziale impatto del cam-
sostenibile.
biamento climatico, con particolare attenzione all’aumento del livello del mare, sulla
vulnerabilità dei delta.
Si conclude che, per raggiungere uno sviluppo sostenibile, è necessario affrontare
le minacce e le sfide attuali e future dovute ai progressi e ai cambiamenti globali delle
Si sono analizzate le minacce che esistono sui delta, ovvero: lo sviluppo dei bacini
società già sviluppate e di quelle emergenti, oltre che i pericolosi effetti del cambia-
idrografici a monte, la pressione antropica, l’impatto causato dalla popolazione, dallo
mento climatico sull’esistenza e la sopravvivenza dei delta. Per far questo, è necessario
sviluppo economico e da quello turistico, la fragilità dei sistemi naturali dei delta, le
implementare le visioni integrate di misure strutturali e misure di gestione, e sviluppa-
pressioni e i rischi che insistono sulle risorse idriche, la qualità dell’acqua, la portata,
re processi e strutture amministrativo-civili tali da migliorare la governance dei delta.
Barriere antimarea sul Tamigi.
Inondazione sul corso medio del Po.
64
Arginatura per la difesa dall’erosione costiera in Sacca degli
Scardovari.
Modello matematico di un’ipotesi progettuale di rigenerazione per la
laguna della Vallona (delta del Po).
65
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Lagune del delta dell’Ebro
_ATTI DEL CONVEGNO
LAGUNE DEL DELTA
DELL’EBRO
INMA JUAN FRANCH
Parc Natural del Delta de l’Ebre
Le lagune del delta dell’Ebro
Il delta dell’Ebro, situato nell’estre-
lini, con spiagge ampie e desertiche e con
to idrologico molto diverso da quello
dune cordonate da Ammophilae e altre
delle lagune costiere mediterranee. Ciò
piante ben adattate all’ambiente.
è dovuto all’artificialità del loro sistema
idrico, che è prodotto prevalentemente
mo sud della Catalogna, è caratterizzato
da un paesaggio contraddistinto da una
Le lagune sono uno degli ambienti ac-
al fine della coltivazione del riso (22.000
grande ricchezza biologica, che riunisce
quatici naturali più importanti del Delta,
ha). Per la realizzazione di questa coltura
una diversità di flora e fauna di incal-
hanno tutte le caratteristiche delle lagu-
si dispone di un’immensa rete di canali e
colabile valore. Con i suoi 320 km , è il
ne costiere mediterranee e attualmente
scoli d’acqua dolce che viene distribuita
più grande habitat acquatico del terri-
sono integrate nel Parco naturale del del-
in tutto il Delta.
torio catalano e rappresenta un luogo
ta dell’Ebro. A differenza dei laghi dell’in-
di importanza vitale nelle zone umide
terno e di quelli di montagna, la loro vi-
del Mediterraneo. La sua ricchezza bio-
cinanza al mare e l’influenza dell’acqua
logica contrasta con la profonda an-
marina e di quella dolce definiscono que-
L’acqua dolce in eccesso dall’irrigazio-
tropizzazione e la trasformazione agri-
sto ecosistema. Sono inoltre considerate
ne e soprattutto dal drenaggio delle risa-
cola di gran parte della sua superficie.
come habitat prioritario dalla Direttiva
ie alimenta le lagune dal mese di aprile
Habitat 92/43 del Codice dell’Unione Eu-
a quello di dicembre, mentre da gennaio
Al fine di rendere possibile l’armonia
ropea n.1150: lagune, albufere e stagni co-
ad aprile, periodo in cui si chiudono i ca-
tra i valori naturali della zona, il suo sfrut-
stieri (Ruppietea maritimae, Potametea,
nali per l’irrigazione delle risaie, l’acqua
tamento da parte dell’uomo e le richieste
Zosteretea). La loro importanza deriva
marina salata penetra e invade le lagune.
dei suoi abitanti, nel 1983 la Generalitat
tanto dal loro valore naturale quanto dal-
Il risultato dell’interazione tra questi due
de Catalunya costituì il Parque Natural
le attività socio-economiche che vi ven-
tipi di acque definisce l’ecosistema nelle
del Delta de l’Ebre (Parco naturale del
gono sviluppate. Anche se si tratta di un
diverse aree, non solo nelle lagune del
delta dell’Ebro). La sua importanza è rico-
ecosistema molto produttivo, hanno un
delta, ma anche nelle baie. L’unica laguna
nosciuta a livello internazionale dai mas-
contrappunto nella loro estrema fragili-
nella quale non si produce questo singo-
simi organismi specializzati. Il paesaggio
tà, spesso sono infatti aree che possono
lare ciclo idrogeologico è quella di Garxal
del Delta ha una forte personalità. I terre-
essere minacciate: i loro peggiori nemici,
che si alimenta essenzialmente di acqua
ni interamente pianeggianti, bagnati dal
tra gli altri, sono l’eutrofizzazione, i con-
dolce del fiume. Questo sistema agrico-
fiume Ebro, gli danno un aspetto del tutto
taminanti e il sovra sfruttamento delle
lo segna il ciclo idrologico di molte delle
peculiare.
risorse proprie.
aree protette del Parco.
2
Tabella 1: superfici del delta dell’Ebro.
Una rete idraulica di più di 800 km
La vegetazione
Le ampie coltivazioni coltivate a riso,
L’origine delle lagune è una diretta
che cambiano secondo le stagioni (ter-
conseguenza della dinamica evolutiva del
rose in inverno, inondate d’acqua in pri-
Delta. Alcune lacune si formano attraver-
All’interno delle lagune e con l’ingres-
mavera e verdi in estate), dominano la
so l’isolamento di grandi masse d’acqua
so di grandi quantità di acqua dolce, si
fisionomia del Delta. Nella zona costiera
marina, progressivamente circondate da
sviluppa una vegetazione intensa. La
incontriamo uno dei paesaggi più sugge-
barriere e cordoni di sabbia. Altre trova-
vegetazione sommersa è costituita da
stivi del Mediterraneo: grandi lagune cir-
no origine nello straripamento dell’acqua
macrofite, che sono piante radicate che
condate da canneti e giunchi. Nella parte
del fiume nel suo cammino verso il mare.
crescono completamente sommerse. For-
periferica ci sono grandi aree di suoli sa-
Attualmente ci sono otto lagune costiere
mano estese praterie formate principal-
nel Delta: le Olles, il Canal Vell, il Garxal,
mente da specie dei generi Potamogeton,
il Calaixos de Buda, l’Alfacada, la Platjola,
Ruppia e Najas, che sono tra l’altro il cibo
Totale della pianura deltizia
330,31 km2
Pianura alluvionale
83,4%
Fiume
2,4%
Lagune
4,3%
Lobi
10,0%
marino e quello acquatico continentale,
Baie
68,46 km2
sono caratterizzate da un funzionamen-
66
la Tancada e l’Encanyissa. Queste lagune, collegate direttamente al mare e cir-
Figura 1: delta
dell’Ebro: pescatore
con il Tresmall;
fenicotteri;
cacciatori nella
laguna del Canal
Vell.
condate da risaie, situazioni queste che
determinano i loro limiti tra l’ambiente
67
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Lagune del delta dell’Ebro
che vengono inizialmente diffusi dai responsabili del Parco Naturale e il cui controllo sull’applicazione è garantito successivamente dai custodi (agents rurals).
- La pesca: le lagune sono protette dal
Parco Naturale e la normativa prevede
che tutte le attività svolte debbano seguire metodi tradizionali, prescrizione
Figura 3: (da sinistra
a destra, dall’alto in
basso) ciclista negli
itinerari della laguna
di Garxal .
Migrazione degli
uccelli di mare.
Faro Faroleta nella
Punta del Fangar.
Risaie in novembre.
Pescatore con il
Rall.
questa che si applica anche alla pesca.
La confraternita di San Pere è quella che
storicamente ha diritto di pesca in tutte
le lagune. Conta circa 900 soci, di cui
solo 40 vengono sorteggiati ogni anno
per ottenere la licenza per andare a pescare da ottobre a marzo.
- Il turismo: il valore paesaggistico e
Figura 2: salsedine e
Salicorniae.
ornitologico di questa zona naturale attira molti visitatori che desiderano scopri-
responsabili dell’organizzazione e dello
una gestione che garantisca la conser-
delle lagune. 10. Controllo e monitoraggio
e offrono rifugio a molte specie della ca-
della Cofradía de San Pedro (Confraterni-
re e godere delle sue bellezze. La norma-
sfruttamento collettivo delle acque pub-
vazione e il miglioramento delle lagune.
delle attività. 11. Segnaletica informativa
tena alimentare. Perimetralmente alle
ta di San Pedro), che possiedono una con-
tiva vieta le attività ricreative all’interno
bliche superficiali e sotterranee che sono
2. Rendere esecutivo il piano di gestione
e interpretativa della normativa e delle
lagune, cresce un cordone più o meno
cessione di pesca negli stagni da ottobre
delle lagune, ragion per cui si fornisce la
giudicate comuni) e le guardie hanno
approvato per ciascuna delle lagune del
nozioni relative alle lagune.
ampio di vegetazione emergente, compo-
a marzo.
possibilità di visitarla dal Parco attraver-
acquisito conoscenze ed esperienze che
Delta. 3. Gestire, congiuntamente alle
so varie strutture, belvedere, percorsi in-
attualmente condividono con i dirigenti
associazioni di pescatori e cacciatori, le
Tutte queste azioni contribuiscono a
terpretativi, ecc., che permettono ai visi-
del parco naturale che sono gli attuali
attività di caccia e pesca con criteri di so-
migliorare la gestione delle lagune, ma è
tatori di conoscere le attrattive di questo
responsabili dell’amministrazione delle
stenibilità. 4. Coordinarsi con le differenti
chiaro che ci sono ancora alcune minacce
ambiente naturale.
lagune.
amministrazioni pubbliche di competenza
che le rendono zone di grande fragilità,
nella zona del Parco. 5. Migliorare il siste-
alcune delle quali possono essere:
sto principalmente da paludi salmastre,
canneti (Phragmites australis) e giunchi.
La fauna
Le attività umane
La produttività biologica della laguna
è diventata una risorsa economica per
La gestione delle lagune
Obiettivi del Parco in relazione alle
ma idrico per facilitare il perfezionamen-
lagune
to e il controllo di gestione. 6. Favorire il
Le lagune sono una grande vetrina
la popolazione del Delta. I primi coloni
durante il corso dell’anno per gli uccelli
approfittarono delle sue inestimabili ri-
del Delta. Si complementano le grandi
sorse vegetali e faunistiche, privilegiando
Le lagune sono uno degli ambienti di
concentrazioni di anatre, folaghe (Fulica
attività di sussistenza quali la caccia e la
maggior valore ecologico e richiedono
atra), cormorani (Phalacrocorax carbo)
pesca, che sono ormai pratiche profonda-
una gestione completa e continua. Gesti-
dei valori biologici, antropici e della loro
come garanzia per il mantenimento am-
e fenicotteri (Phoenicopterus ruber) in
mente radicate nel territorio.
re le lagune significa cercare di portare
biodiversità. 2. Concordare con tutti gli
bientale dell’attuale ecosistema del Delta
mantenimento della coltivazione del riso
1. La conservazione e il miglioramento
e l’attuazione di misure agro ambientali,
- presenza di acqua: gestione del fiume Ebro; inondazione delle risaie;
- qualità dell’acqua: problematiche legate all’inquinamento chimico e antropico;
- eutrofizzazione, ipersalinazione e
anossia;
tutti gli eventi idrologici che si verificano
utenti una strategia di salvaguardia e di
e delle sue lagune. 7. Realizzare un moni-
aironi e mignattini in primavera e estate.
- La caccia: la presenza di un gran nu-
all’interno delle stesse ad avere una fina-
sviluppo sostenibile.
toraggio mensile dei parametri biologici
È uno degli ambienti più variabili sotto il
mero di uccelli acquatici incoraggia l’inte-
lità produttiva e di conservazione di que-
e fisico-chimici delle acque delle lagune e
- regressione e subsidenza;
profilo ittiologico per il rapporto diretto
resse dei cacciatori locali e stranieri per
sti ecosistemi. Ad esempio, una corretta
Azioni del Parco Naturale dirette alla
dei prati di macrofite, come indicatori per
- pressione antropica;
che si stabilisce con le variazioni delle
questo sport. Attualmente nel Delta vi
gestione dell’acqua permette che nei suoi
gestione integrale delle lagune
la gestione dei criteri di conservazione
- colonizzazione di specie alloctone.
condizioni fisico-chimiche delle acque.
sono 11 società di cacciatori, che contano
depositi si sviluppino prati di macrofite,
inverno con le colonie di nidificazione di
- compattazione dei bacini interni e
dei canali di comunicazione con il mare;
delle condizioni ambientali delle lagune
Specie come il cefalo (Chelon labrosus),
un totale di più di 4.000 soci. La gestione
che sono cibo e offrono rifugio per molte
1. La collaborazione stretta e coordi-
e allo stesso tempo controllare il livello
La conservazione di queste aree na-
la spigola (Dicentrarchus labrax), l’orata
della caccia è di competenza dell’ammi-
specie della catena alimentare. Storica-
nata con le comunidades de regantes che
di anossia, eutrofizzazione e compatta-
turali è una responsabilità non solo degli
(Sparus aurata), l’anguilla (Anguilla an-
nistrazione, attraverso il Departament de
mente, la gestione delle acque dei bacini
sono gli enti che detengono la conces-
zione. 8. Realizzazione di incendi control-
amministratori del Parco, ma dell’intera
guilla), la sogliola (Solea vulgaris) e la
Medi Ambient (direzione ambiente) della
è stata effettuata dagli utenti. I pescato-
sione di acqua da canali di irrigazione e
lati dei canneti (Phragmites australis).
società ed è nostro dovere preservare
carpa (Cyprinus carpio) popolano le sue
Generalitat de Catalunya, che regola l’at-
ri, i cacciatori, le comunidad de regantes
quindi possono collaborare alla fornitura
9. Realizzazione degli sfalci periodici dei
questo patrimonio naturale per le gene-
acque e vengono catturate dai pescatori
tività attraverso piani d’uso cinegetico,
(corporazioni di diritto pubblico che sono
di acqua alle lagune e all’attuazione di
canali di intercomunicazione all’interno
razioni future.
68
69
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Norfolk Broads
_ATTI DEL CONVEGNO
NORFOLK BROADS
HENRY CATOR
Officer of the Order of the British Empire (OBE)
Fellow of the Royal Institution of Chartered
Surveyors (FRICS)
Quella che viene definita Norfolk
Broads è un’area specifica, caratterizzata
da una rete di fiumi e laghi nella contea
di Norfolk, situata nell’Inghilterra orientale, dove ci sono alcuni dei terreni più
pianeggianti e delle terre più fertili del
Paese (Figura 9). Questa mappa (Figura
1) mostra l’estensione della pianura, gestita nell’Inghilterra orientale dalle Commissioni per il Drenaggio Interno sotto la
gestione del Consorzio denominato Wa-
ter Management Alliance. L’idrografia dei
Broads defluisce interamente nel Mare
del Nord a Great Yarmouth. L’importanza ambientale dei Broads è enorme: un
enorme habitat di acqua dolce che ora
sta sostenendo una sfida dovuta ai cambiamenti climatici e del livello del mare. I
Broads costituiscono il più grande habitat
di acqua dolce di tutta l’Inghilterra e sono
Figura 2: il sistema
fluviale dei Broads
costituiva già nel
passato un sistema
integrato alla rete di
trasporto.
intrinsecamente associati ai fiumi per la
gati e successivamente i canali vennero
leggio. Aumentate rapidamente con lo
gestione dei terreni circostanti.
tagliati per essere collegati al sistema
sviluppo delle barche con motore a com-
fluviale adiacente. Il terreno circostante è
bustione interna e raggiungendo il cul-
L’origine dei canali di Norfolk e Suf-
prevalentemente pianeggiante, così che i
mine nel 1970, ci sono state oltre 5.000
folk va indietro nella storia al Medioevo,
fiumi e i Broads divennero ben presto una
imbarcazioni a motore immatricolate nel-
quando la torba veniva scavata come
vivace rete di trasporto dell’acqua. Nor-
la rete dei Broads, la maggior parte delle
combustibile. Questi scavi furono alla-
wich è stata per molti anni la seconda cit-
quali scarica i suoi rifiuti direttamente nel
tà più grande in Inghilterra dopo Londra
fiume.
e la sua ricchezza proveniva dalla lana
Figura 3: l’effetto
della gestione delle
aree aperte in questi
ambienti palustri
produce un grande
beneficio in termini
di biodiversità
specifica e di
habitat.
e dal commercio nel nord Europa con le
La legislazione che disciplina le opere
nazioni in seno alla Lega Anseatica. Le
di trattamento fognario è stata debole. I
paludi e i terreni lungo i fiumi sono stati
Broads si stavano arricchendo di nutrien-
produttivi per il pascolo e la raccolta delle
te e le alghe che germogliavano presto
canne e dei carici utilizzati per paglia dei
impedirono l’entrata della luce del sole,
tetti degli edifici. Il più alto terreno circo-
causando la morte delle piante marine e
stante è stato e continua a tutt’oggi ad
la torbidità e l’inquinamento delle acque
essere produttivo come terreno agricolo
(Figura 10). La qualità dell’acqua è nuova-
coltivabile.
mente in via di miglioramento attraverso
l’utilizzo di barche con l’obbligo di avere
Figura 1: l’estensione
della pianura di
Norfolk Broads.
70
Nei primi anni del ‘900, i Broads sono
cisterne sigillate per gli scarichi. I villag-
diventati una destinazione popolare per
gi locali sono collegati alla rete fognaria
la caccia di uccelli selvatici in inverno e
principale, quindi non si riscontrano casi
per la vela in estate. La Gran Bretagna
di inquinamento diffuso causato da fosse
rurale è diventata accessibile a seguito
settiche. Una lezione che è stata appresa
dell’introduzione delle ferrovie. Già nel
è quanta sia delicato mantenere un equi-
1920, i costruttori locali di barche aveva-
librio naturale prima che venga raggiunto
no iniziato a produrre barche per il no-
un punto di non ritorno.
71
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Norfolk Broads
Figura 4: previsione
di aumento del
livello dell’acqua
marina, fenomeno
all’origine
dell’aumento del
cuneo salino.
Figura 5: opere di
dragaggio dei canali
e sistemazione di
argini, funzionali
anche alla creazione
di nuovi habitat
secondari estensivi.
L’industria del turismo è cresciuta
cambiati. Nei primi anni del 1990, il Pia-
Special Scientific Interest) e l’arenamen-
fino al 1980, quando voli economici e le
no per i Pascoli Paludosi è diventato il
to delle barche in alcune aree.
vacanze all’estero hanno fornito un’alter-
progetto pilota per l’intero program-
nativa alle vacanze sui Broads. L’aumento
ma nazionale per le Aree Ambiental-
Mentre il dragaggio può essere effet-
della pressione commerciale immessa sul
mente Sensibili (ESA - Environmentally
tuato ad un costo ridotto dopo l’acquisto
fragile ecosistema ha portato alla forma-
Sensitive Areas). Nell’ambito di questo
di attrezzature da parte dell’Autorità dei
zione di un Parco Nazionale nel 1989.
progetto si sono concessi aiuti agli agri-
Broads, per l’autorità di navigazione l’at-
coltori per ricominciare a seminare i
tività continua è quella dello smaltimento
A seguito del Broads Act del 1989, è
territori arabili. Gli effetti dei pascoli
del materiale dragato. Questo è stato un
stata costituita l’Autorità dei Broads. Tale
estensivi in queste aree palustri produ-
problema particolare in una zona d’ac-
organo è stato costituito per unificare,
cono benefici in relazione agli aspetti
qua nota come Heigham Sound, in cui
per la prima volta, gli interessi di conser-
naturali, alla fauna e alla flora (Figura 3).
la navigazione è stata colpita a causa
vazione insieme a quelli di navigazione
dell’aumento di sedimento. L’Autorità dei
nella zona dei Broads. Per tutto il 1990 la
Visto che i Broads sono corpi idrici ar-
Broads sta attualmente sperimentando
conservazione è stata incentivata e l’agri-
tificiali creati da scavi di torba, essi richie-
un metodo in cui ceste metalliche rive-
coltura e il turismo sono stati sempre più
dono azioni continue e una gestione atta
stite in plastica vengono riempite di se-
stimolati a cambiare il loro tipo di gestio-
alla riduzione dell’accumulo di sedimenti,
dimenti e messe in acqua a decantare sul
ne. Il turismo “verde” e le imbarcazioni
cosa che viene attuata attraverso i dra-
fango. Viene formato un circolo di ceste
elettriche sono ormai comuni nella zona
gaggi. Come risultato del rapido accumu-
e i sedimenti vengono depositati al cen-
dei Broads (Figura 7). La maggior parte
lo di sedimenti degli ultimi sessant’anni e
tro per formare un’isola, che nel tempo
delle paludi, che erano state bonificate
delle spese di dragaggio in aumento sin
diventerà un habitat per le specie selva-
e convertite in terreni agricoli durante e
dal 1980, c’è stato un calo significativo
tiche (Figura 5). Quest’azione è volta non
dopo la seconda guerra mondiale, sono
del volume di materiale di regolarmen-
solo a risolvere il problema dei depositi
state ora restituite alla forma di pascoli
te rimosso (Figura 5). L’effetto a catena
di sedimenti, ma avrà anche un impatto
paludosi nei quali si può mantenere la
dovuto all’accumulo di sedimenti nei cor-
positivo sulla conservazione.
biodiversità delle falde freatiche alte per
si d’acqua ha provocato il mancato rag-
gli uccelli e le piante, sistema questo che
giungimento di quei miglioramenti nella
L’incremento della domanda di acqua
dipende dalla presenza dell’acqua dolce.
qualità delle acque che sono necessari
dolce da parte di una popolazione in cre-
per soddisfare gli obiettivi imposti dal
scita e le nuove abitazioni unitamente
governo britannico per i siti SSSI (Site of
alla domanda per l’irrigazione agricola
Anche i sistemi di allevamento sono
72
Figura 6:
gli incentivi
all’agricoltura e al
pascolo estensivo
sono in costante
evoluzione, in linea
con la pianificazione
dell’area ad opera
dell’Autorità dei
Broads.
73
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Norfolk Broads
hanno portato ad una maggiore pressio-
d’acqua dolce o dovremmo invece accet-
ne sulle risorse di acqua dolce in questi
tare i processi naturali e rendere al mare
bacini. Come risultato, in periodi di scar-
la terra che è stata bonificata nel corso
se precipitazioni c’è meno acqua fresca
degli ultimi 1000 anni?
all’interno del sistema fluviale che scorre
verso il mare.
- Quanto è importante questa fertile
terra agricola per sfamare una piccola
nazione insulare con una popolazione in
Con il livello del mare che cresce ad
Figura 7: turismo
verde nei Broads.
costante crescita?
una velocità di circa 6 mm all’anno, il ri-
- Quanto sono importanti le specie
sultato è l’infiltrazione di sale fino al si-
d’acqua dolce che hanno colonizzato le
stema fluviale (Figura 4). Quando non c’è
zone umide individuate nella Convenzio-
un sufficiente flusso di acqua dolce pro-
ne di Ramsar, le zone di protezione spe-
veniente dal fiume, il pesante cuneo d’ac-
ciale (ZPS), i siti di particolare interesse
qua salata spinge più in alto, portando ad
scientifico (SSSI) e le riserve naturali na-
un aumento del rischio di intrusione sali-
zionali (NNR - National Nature Reserves),
na nel sistema di acqua dolce circostan-
fermo restando che per ciascuna di que-
te.Le paludi a pascolo contano sull’acqua
ste denominazioni è previsto un grado di
dolce degli argini circostanti. Questi for-
protezione obbligatorio per la Direttiva
niscono acqua potabile per il bestiame e
Habitat dell’Unione Europea?
servono da “recinti umidi” per tenere e
accumulare il bestiame su parcelle di terreno differenziate per proprietà e/o attività o professione. Le dighe sono i canali
di drenaggio attraverso cui viene bonificato questo territorio. Gran parte di esse
- Chi dovrebbe essere coinvolto nel
dibattito?
- Come possono essere finanziate le
opere?
- Preservare questa zona è una responsabilità nazionale o locale?
si avvale di drenaggi pompati in quanto si
trova al di sotto del livello del mare.
è evidente che, una volta predisposti i
finanziamenti, ci sono soluzioni tecniche
Cambiamenti
climatici
Portatori di
interesse e comunità
locali
Ingegneria e
tecnologia
Interazione
Una delle principali sfide per i Broads
e ingegneristiche che possono essere at-
è costituita dalla tutela dall’intrusione
tuate per proteggere quest’area dall’in-
salina di un sito d’acqua dolce d’impor-
trusione salina, per preservare in questo
tanza internazionale. Nei primi anni ’50
modo la sua biodiversità unica e speciale
si è parlato per la prima volta di uno
e la sua fauna selvatica e per tutelare le
sbarramento di marea alla foce dei fiumi
aziende di coloro che vivono e lavorano
a Great Yarmouth, ma la proposta è sta-
nell’area. A che punto e in quale misura
ta scartata in seguito all’opposizione del
vogliamo investire oggi per preservare il
porto di Yarmouth per l’effetto che essa
domani? Forse è necessario che tutti noi
avrebbe avuto sulla navigazione. Con la
lavoriamo più uniti!
Figura 9: veduta
aerea dei Broads.
recente costruzione di un nuovo porto
Figura 10:
attraverso le
diverse attività
stabilite nel Broads
Act, si è cercato
di migliorare
la qualità delle
acque, eliminando
la presenza di
alghe in eccesso
e diminuendo gli
scarichi nel bacino.
esterno a Great Yarmouth, c’è ora la posUn futuro sostenibile
per i Broads
sibilità di rivedere le strutture di controllo dell’acqua.
Le domande che le Agenzie Governa-
Figura 8: Interazioni
indispensabili al
fine di ottenere un
futuro sostenibile
nei Broads.
tive insieme con i portatori di interesse e
le comunità locali si pongono sono:
- è importante mantenere un sistema
74
75
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Situazione attuale e problemi del delta
del Paraná
_ATTI DEL CONVEGNO
SITUAZIONE ATTUALE
E PROBLEMI DEL DELTA
DEL PARANÁ
ANDREA BEHAR
Facultad de Arquitectura, Diseño y Urbanismo
Universidad de Buenos Aires
Questo lavoro è parte del progetto:
Carta del rischio urbano-ambientale in
territori deltizi. Caso studio: il delta del
Paraná. I cambiamenti nell’uso del suolo
unitamente all’aumento degli insediamenti umani, al consumo di risorse, alla
trasformazione del paesaggio e alla mancanza di competenza dei promotori di
Dalla località di Diamante al suo estuario è suddiviso in tre aree principali:
- il Delta Superior (da Diamante, Entre
Ríos, a Villa Constitución, Santa Fe);
- il Delta Medio (da Villa Constitución
a Ibicuy, Entre Ríos);
- il Delta Inferior o in via di formazione (da Ibicuy fino alla bocca).
sviluppo immobiliare e dei politici, ovvero
di coloro che sono preposti a prendere
La scala dell’analisi è strettamente
le decisioni, impattano sugli ecosistemi
legata alla quantità di informazioni a
naturali a diverse scale territoriali. Que-
disposizione, che facilitano la compren-
sto è ciò che accade in una delle zone
sione della complessa struttura dell’eco-
umide più importanti del Paese: il delta
sistema.
del Paraná. Il rischio urbano-ambientale
è un concetto che implica l’esistenza di
Tipologia di paesaggio
due fattori: pericolosità1 e vulnerabilità2.
Dall’interrelazione esistente tra questi
Il delta del Paraná è un’immensa zona
due tipi di fattori deriva il rischio, le cui
umida che ospita una ricca biodiversità e
caratteristiche e specificità sono estre-
compie funzioni, tra le altre, di ricarica e
mamente eterogenee. Il presente docu-
scarico per le acque sotterranee, di con-
È possibile definire tre fasi principali
dall’esistenza di terreni a buon mercato
mento illustra le caratteristiche generali
trollo per le inondazioni, di ritenzione di
nella storia regionale del Delta a partire
nel Delta che, oltre alla vicina presenza
della zona e dei suoi problemi.
sedimenti e sostanze nutrienti, di stabiliz-
dalla “conquista” e successive al periodo
del mercato urbano di Buenos Aires, por-
zazione del litorale, di protezione contro
di occupazione indigena. Si rileva che i
tò alla scelta da parte di molti di trasferir-
l’erosione e di regolamentazione del cli-
primi abitanti di detta area sarebbero
si in questa zona (Figura 1).
ma. Si tratta di un ecosistema complesso
stati gli antenati dei popoli Guaraní a
Una delle zone umide più importanti
e dinamico. Il regime idrologico inoltre
sud-est e Chanás a nord-ovest. L’occupa-
L’intero prodotto era destinato al mer-
dell’Argentina è il delta del fiume Paranà
è la principale causa della struttura del-
zione Creola ed europea di queste terre
cato interno, in particolare al Gran Bue-
(Figura 2). Si estende all’incirca per 300
la comunità e delle funzioni ecologiche.
(ascrivibile a un periodo che va tra il XVIII
nos Aires. Il raccolto annuale di frutta si
km, coprendo una superficie di 17.000
Questo tipo di ecosistema svolge un ruo-
secolo e la prima metà del XIX secolo)
commercializzava attraverso il porto di
km2, misurando una lunghezza di 320 km,
lo cruciale in molti processi naturali, pre-
segnò l’inizio della costruzione del terri-
Tigre, denominato “Puerto de Frutos”
con una larghezza che varia molto, dai 18
sentando in tal maniera caratteristiche e
torio. Le attività prevalenti erano costi-
(Porto della Frutta). Il Delta fu per molti
km di fronte alla città di Baradero agli ol-
attributi peculiari e riconoscibili (Caneva-
tuite dall’estrazione diretta delle risorse
anni l’unico fornitore di frutta dell’area
tre 60 km tra i fiumi Luján (Buenos Aires)
ri et al., 1999). Le funzioni principali inclu-
naturali e non portarono alla creazione di
metropolitana, oltre che essere meta tu-
e Gutierrez (Entre Ríos).
dono: controllo delle inondazioni; ricarica
insediamenti di rilievo.
ristica e dedita principalmente alle attivi-
Caratteristiche generali
Pericolosità: si riferisce alla probabilità del verificarsi di un evento fisico dannoso per la società.
2
Vulnerabilità: si riferisce alla propensione di
una società o di un elemento della società ad essere sottoposto ad un danno.
1
tà ricreative. Questa fase coincise con il
e scarico degli acquiferi; ritenzione di sedimenti; accumulo di sostanze nutrienti
Un secondo periodo (dalla seconda
e tossiche; funge inoltre da serbatoio di
metà del XIX secolo all’inizio del XX se-
carbonio.
colo) è stato contraddistinto dall’inizio
L’inizio del terzo e ultimo periodo co-
del grande processo di trasformazione
minciò alla metà del secolo XX, quando
dell’ambiente naturale, dovuto principal-
cioè i tre fattori che in precedenza ave-
mente al formarsi dei primi insediamenti
vano consentito lo sviluppo della zona
La regione del delta del Paraná è stata
permanenti e dalla coltivazione intensiva
cessarono di esistere congiuntamente,
un’area relativamente importante in ter-
di alberi da frutto da parte di piccole uni-
contrassegnando la crisi della piccola
mini economici e sociali, trovandosi alle
tà famigliari. Questo periodo è stato ca-
produzione. Le tre condizioni si possono
porte della zona metropolitana di Buenos
ratterizzato dalla necessità per gli immi-
così riassumere: cessazione della produ-
Aires (AMBA).
grati di ottenere un terreno da lavorare e
zione agricola (prevalentemente costi-
Colonizzazione
Figura 1: seconda
fase della
colonizzazione:
formazione dei primi
insediamenti stabili.
76
periodo d’oro della regione.
77
Figura 2: delta del
Paraná.
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Situazione attuale e problemi del delta
del Paraná
Avanzamento della frontiera urbana
L’area urbana è aumentata a partire
dalla metà del XX secolo ed è cambiata
deputata all’espansione dell’edilizia pri-
Aires) può essere definito come l’estua-
la Plata. Senza dubbio la zona umida di-
vata è di 500 km2 (addirittura maggiore
rio. All’estremità orientale, nella bocca,
minuisce all’aumentare della distanza dal
di quella della città di Buenos Aires che si
vi è una continua sedimentazione che
fiume, stabilendo così un gradiente idro-
attesta intorno ai 300 Km ).
origina banchi e isole in quello che viene
geologico tra i sedimenti di acqua a valle
chiamato “fronte di avanzamento” (Kan-
e a monte (Kandus, 2002). È quest’ulti-
2
notevolmente negli anni ‘90 (Figura 3).
Figura 3:
avanzamento della
frontiera urbana
nel delta del Paraná
(immagine dal
satellite LandSat).
Figura 4: diffusione
dei “complessi
residenziali chiusi”
anche di grandi
dimensioni: Colony
Park.
Figura 5:
urbanizzazione
diffusa.
Nell’AMBA vive il 31% della popolazione
Il Delta è un caso di studio interessan-
dus, 1997). Queste isole formano un Del-
ma parte, anche influenzata dai crescenti
nazionale in un territorio relativamente
te non solo per la sua biodiversità, ma
ta in fase di crescita sulla foce del Plata
picchi stagionali del fiume Paraná, che at-
piccolo (inferiore allo 0,15% della super-
anche a causa delle diverse modalità di
(Iriondo e Scott, 1979, Parker e Marcolini,
tribuisce all’area le caratteristiche tipiche
ficie del Paese) e che produce il 53% del
appropriazione e trasformazione del ter-
1992). Uno studio dell’Instituto Nacional
delle pianure alluvionali.
PIL complessivo. Negli anni ‘90 è stato
ritorio in funzione dei processi produttivi
de Agua (INA) ha rivelato che negli ultimi
promosso lo sviluppo dei Comuni della
e residenziali. Lungo il Delta si possono
200 anni la superficie del Delta è aumen-
Le comunità vegetali compaiono ini-
prima e della seconda corona. Questo
trovare diverse realtà territoriali: le aree
tata fino a coprire 200 km e che, se non
zialmente in banchi e coste, dove le acque
sviluppo è stato caratterizzato da una
urbanizzate a media densità (Figura 5), i
si procederà a bonificare il Río de la Plata,
cariche di sedimenti possiedono una cor-
profonda riforma della proprietà, da nuo-
territori naturali, i poli industriali, le azien-
il fronte dello stesso raggiungerà la costa
rente debole. Il processo di successione
ve leggi urbane, dal calo dell’inflazione,
de agricole, le aree a uso misto, i porti, le
della città di Buenos Aires in 110 anni.
inizia con specie pioniere come il giunco,
dall’aumento degli investimenti esteri di-
urbanizzazioni private e le urbanizzazioni
retti (dovuti all’abbassamento degli inte-
diffuse (nelle isole). L’aumentare delle ur-
I problemi da risolvere sono i seguenti:
all’elevazione di quota del terreno che
tuita da frutta); aumento della domanda
ressi internazionali), dalla costruzione di
banizzazioni private sulle isole del Delta
- la frammentazione amministrativa
darà in futuro origine a un’isola. Il settore
di legname e dei suoi derivati, ricavabili
infrastrutture di trasporto (autostrade),
Inferior portò conseguenze ambientali,
del territorio insulare data dalla scar-
più alto, l’argine, è occupato dalla fore-
dalla deforestazione; impossibilità per i
dal passaggio da un’economia industria-
quali:
sa articolazione delle competenze nella
piccoli produttori di investire in questo
le a un’economia di servizi, ma è stato
- la modifica fisica della zona per i rin-
2
che stanno gradualmente contribuendo
DELTA BAJO
zona;
Alloro
mercato a causa della limitata capacità di
anche contraddistinto da una frammen-
terri, le bonifiche e/o i lavori che preve-
- la mancanza di una definizione del-
capitalizzazione. La risposta fu l’abban-
tazione delle classi sociali strettamente
devano la deviazione dei corsi d’acqua,
le aree da dedicare prioritariamente alla
Inga (Inga edulis)
dono da parte dei piccoli produttori delle
legata alla segmentazione territoriale.
la costruzione di argini o l’allagamento di
produzione e alla conservazione. In gene-
tratti del Delta;
rale, è problematico l’ampliamento degli
Higueron (Ficus
costaricana)
loro fattorie, la vendita delle stesse e la
Canelón (Myrsine
laetevirens)
Il mercato immobiliare ha imposto la
- la mancanza di valutazione dell’im-
sua supremazia su ogni tentativo di pia-
patto ambientale dei progetti. La man-
- l’occupazione illegale dei terreni e il
Coloro che restarono diversificarono
nificazione. In questo contesto, ci fu un
canza di un adeguato controllo di proget-
loro spopolamento, causato da problemi
la produzione e le fonti di reddito (attra-
netto vantaggio degli attori privati relati-
ti e opere;
di attuazione delle norme, oggi hanno
verso il rimboschimento, il mercato di
vamente al governo e alla gestione della
- la violazione delle alzaie, preservate
portato una parte dei produttori interes-
vimini, la produzione per l’autoconsumo,
città per quanto riguardava gli spazi isti-
al contrario dal Codice Civile, che da esso
sati ad avere delle controversie legate
la dipendenza salariale data dall’impiego
tuzionali. La città metropolitana e il ter-
sono definite come delle fasce di 35 metri
alle proprietà;
sia in aziende che in uffici pubblici, ecc.).
ritorio da essa influenzato furono propizi
dalla riva verso l’interno e che dovrebbe-
- a causa del fenomeno dei territori
Va detto che questa decisione fu legata
per la costruzione di più di quattrocento
ro inoltre essere di pubblico e gratuito
di recente formazione (alluvionali o ar-
più a una strategia di sussistenza che mi-
“complessi residenziali chiusi” (Figura 4),
accesso. I quartieri privati non rispettano
ginati), che vengono acquisiti e sfruttati
rata allo sviluppo economico.
caratterizzati da diversi tipi di pianifica-
le disposizioni previste, in violazione al
senza l’intervento del Governo, si creano
zione urbana, in un raggio compreso tra
diritto nazionale e al Codice Civile.
ulteriori conflitti.
Evoluzione geologica
Espansione dei confini agricoli
Alloro
Avanzamento del fronte Delta
Ecosistema naturale: flora
Timbo Blanco (Albizia
inundata)
migrazione verso la città.
Problematica attuale
orizzonti produttivi;
A causa della sua posizione adiacente
no occupati dal 1991 in poi (Sonia Vidal
al corridoio di sviluppo fortemente antro-
Koppmann, 2002, 2005, 2006, 2008;
pizzato e maggiormente consolidato del
Pablo Ciccolella, 2004; Guillermo Tella,
Paese, è una zona di particolare interes-
2001). La percentuale più alta si concen-
Dalla parte più alta del fiume il Delta
In termini generali, il delta del Pa-
se, in linea con i processi di trasformazio-
trò lungo i corridoi a nord e nord-ovest
trasporta 160 milioni di tonnellate di se-
raná, soggetto a maree d’acqua dolce,
ne dell’uso del suolo. Il territorio è suddi-
della regione, nelle vicinanze del traccia-
dimenti all’anno che si depositano presso
costituisce una zona umida influenzata
viso in tre corone a partire dalla città di
to dell’Accesso Nord dell’Autostrada Pa-
la sua bocca. Il Bajo Delta Bonaerense
dalle maree lunari e caratterizzata dagli
Buenos Aires (la capitale del Paese).
namericana. Secondo P. Ciccolella, l’area
(appartenente alla provincia di Buenos
effetti del vento in prossimità del Rio de
78
Lino (Cordia sebestena)
Altezza moderata
Palma
Abbondano epifite
e liane
DELTA SUPERIOR E MEDIO
Salice
Aliso del rio (Tessaria
integrifolia)
Alberi di legno tenero
Curupì (Sapium haematospermum)
i 30 e i 70 km dal centro finanziario. La
maggior parte di essi, circa il 75%, furo-
Foresta chiamata
Monte Blanco
79
Eritrina (Erythrina
crista-galli)
Crescita rapida
Scarseggiano epifite e
liane
Tabella 1: specie vegetali presenti nel Delta
Bajo, Superior e Medio.
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Situazione attuale e problemi del delta
del Paraná
Figura 6: mappa
tematica relativa
alle attività agricole.
LEGENDA:
boschi naturali
piantagioni estensive
piantagioni abbandonate
praterie
Le attività tradizionali agropastorali han-
principali (Paraguay, Paraná, Uruguay e
questo che ha lasciato un’eredità d’in-
no inoltre contribuito alla distruzione
Plata) travalicano i confini nazionali. Date
quinamento, povertà e un debito ancora
della vegetazione naturale lungo il baci-
la sua dimensione e la varietà morfologi-
maggiore. Lungo il fiume Paraná ci sono
no, con il conseguente deterioramento ed
ca e climatica, ha generato un patrimonio
quattro centrali idroelettriche (Ilha Sol-
erosione del suolo, nonché con l’elimina-
di risorse idriche non ancora sfruttato in
teira e Jupiá in Brasile, Itaipu tra Brasile
zione o la frammentazione degli habitat
tutto il suo potenziale. Se a questa realtà
e Paraguay e Yaciretá tra Paraguay e Ar-
delle specie di tetrapodi più rappresenta-
fisica si aggiungono le risorse umane e le
gentina). Le dighe idroelettriche produ-
tive delle zone umide. Le foreste pluviali
attività economiche che qui si sviluppa-
cono impatti negativi sul territorio, che
come il Monte Blanco hanno sofferto e
no, ci si può fare un quadro generale del-
possono essere classificati in:
stanno soffrendo molto di questo proble-
le dimensioni e delle potenzialità offerte
- impatti di primo livello: producono
ma, al punto che vedono compromesse la
dal territorio di studio. Il fiume Paraná
conseguenze fisiche, chimiche e geomor-
propria esistenza e il proprio ruolo di cor-
è il secondo fiume più importante del
fologiche al fine di bloccare un fiume e
ridoi di biodiversità (Bucher, 1999; Quin-
Sud America e il quarto nel mondo per
alterare la distribuzione e periodicità na-
tana et al., 2002). Tutto ciò particolar-
dimensioni, portata e biodiversità, oltre
turale della sua corrente.
mente per le specie subtropicali, dato che
che essere fonte di vita e cultura per le
molte di esse sono esclusive o facoltative
comunità rivierasche.
in queste foreste (Giraudo et al., 2004).
- impatti di secondo livello: producono
Figura 7: il Sistema
Acquifero Guaraní.
cambiamenti nella produttività biologica
primaria dell’ecosistema, includendo ef-
profondità di falda, l’acqua sorge natu-
Le attività agricole e pastorali sviluppate
Il fiume è alterato e danneggiato prin-
fetti sulla vita vegetale fluviale e ripariale
ralmente e in molti casi emerge al di so-
su terreni o con tecniche non adeguate
cipalmente a causa della costruzione
e sull’habitat del fiume a valle, come nelle
pra del livello del suolo; le temperature,
zone umide.
prodotto della profondità raggiunta (per
sta pluviale. Nel Delta Superior vi è una
adatti a diverse tipologie commerciali.
e l’avanzamento della frontiera agropa-
di dighe nel tratto superiore. Ci sono 41
maggiore penetrazione di elementi della
Attualmente la superficie forestale occu-
storale contribuiscono a intensificare
dighe costruite nel suo bacino che han-
- impatti di terzo livello: producono al-
il gradiente geotermico) variano da 33ºC
regione del Chaco, che crescono princi-
pata da Salicaceae è stimata in 58.000
sempre più i problemi succitati. A questo
no portato all’inondamento di quasi 1,8
terazioni nella fauna (come ad esempio i
a 65°C. Nonostante il fatto che il volu-
palmente sugli scogli che circondano il
ha per l’intera regione, di cui 38.500 ha
si sommano le pratiche di gestione delle
milioni di ettari di terreno. La quantità
pesci) a causa dell’effetto di un impatto di
me totale di acqua immagazzinata sia
sistema delle isole. Nel Delta Inferior si
a Entre Rios e 19.500 ha a Buenos Aires
risorse idriche (dighe di grandi dimen-
e distribuzione della popolazione sono
primo livello (come il blocco della migra-
enorme (50.000 Km3, di cui 1 Km3 è pari
sviluppa una vera e propria giungla, chia-
(Borodowski, 2006). Uno dei maggio-
sioni, canalizzazioni e opere di bonifica)
relazionate alle condizioni naturali e alla
zione) oppure di secondo livello (come la
a 1 miliardo di litri), in realtà il volume
mata “Monte Blanco” (Monte Bianco).
ri problemi che impediscono al Delta di
che incidono sulla struttura e soprattutto
struttura economico-storica, ovvero si
minore disponibilità di plancton).
effettivamente sfruttabile, considerato
La flora reintrodotta, volontariamente
espandere i propri orizzonti produttivi è
sul funzionamento dei sistemi delle zone
sono sviluppate principalmente nella par-
o meno, rappresenta un problema grave
quello della proprietà della terra. I primi
umide (Bó e Quintana, 1999).
te orientale dell’Asse Paraguay-Paraná,
per l’ecosistema deltizio, provocando lo
piani insediativi permettevano a coloro
spostamento della flora autoctona e la
che si trasferivano lì di richiedere che fos-
Come area di confluenza delle bonifi-
Buenos Aires) in testa. Unendo la percen-
Lungo il bacino del fiume Paraná si
sono stoccate su di antiche formazioni
colonizzazione degli ambienti naturali
se loro consegnata una quantità di terra
che del bacino del Rio de la Plata, il delta
tuale di popolazione residente in Brasile
estende il cosiddetto Sistema Acquifero
geologiche, che si possono far risalire al
(Tabella 1).
sufficiente per vivere e avviare un’attività
sta soffrendo l’impatto di pratiche non
(67%) con quella residente in Argentina
Guaraní (Figura 7) che è uno dei più gran-
Triassico, Giurassico e Cretacico inferio-
produttiva.
sostenibili che si sviluppano a monte e
(24%), si arriva a un totale del 91% della
di serbatoi d’acqua sotterranea al mondo,
re. Queste rocce hanno un’età compresa
addirittura di quelle che lo fanno oltre i
popolazione totale del Bacino.
occupando un’area sotterranea di circa
tra i 200 e 132 milioni di anni.
Le attività agricole
La regione del delta del Paranà è co-
attualmente come una riserva di scorta
Sistema Acquifero Guaraní
o rinnovabile, è di 40-80 Km3/anno. Le
avendo le sue due metropoli (Sao Paulo e
confini del Paese.
acque sotterranee del sistema Guaraní
1.19 milioni di Km2 (una superficie pari a
Economia regionale e nazionale
Mercosur
Il delta del Paraná si configura come la
stituita da una struttura di piccoli sta-
cornice fisica più importante per la colti-
bilimenti. Secondo la SAGPyA - Secre-
vazione di pioppi e salici nel nostro Paese
taría de Agricultura, Ganadería, Pesca
(Figura 6). La larga diffusione di queste
y Alimento, Ministerio de la Producción
La Cuenca del Plata (Bacino del Plata)
Le grandi dighe ebbero il loro mag-
in Argentina di 225.000 Km2 (18,9%), in
Il Delta è situato nel principale cor-
coltivazioni si deve al fatto che le condi-
(Segreteria dell’Agricoltura, Allevamen-
è la superficie di raccolta delle acque del
gior sviluppo nel corso del XX secolo. Si
Paraguay di 70.000 Km (5,9%) e in Uru-
ridoio commerciale del Mercosur (ac-
zioni climatiche e pedologiche della zona
to, Pesca e Alimentazione, Ministero per
Rio de la Plata e dei suoi affluenti, ab-
costruirono grandi impianti idroelettrici,
guay di 45.000 Km2 (3,8%). In Argentina
cordo politico ed economico tra Brasile,
sono le più favorevoli per la produzione
le Attività Produttive), il 92% degli sta-
braccia un vasto territorio che va oltre le
per la cui realizzazione si allagarono va-
si trova a profondità inferiori ai 900m e
Paraguay, Uruguay e Argentina). Cile,
in larga scala di legname a crescita rapida
bilimenti ha meno di 200 ha di terra, il
frontiere nazionali e ingloba un’area dalle
ste aree del territorio. Questo non avven-
nella maggior parte degli altri Paesi è a
Bolivia e Venezuela non sono inclusi
e soprattutto di legname tenero. D’altra
6%, cioè il gruppo di produttori di medie
potenzialità enormi. Si estende su un’area
ne a vantaggio delle popolazioni, come si
profondità variabile (tra i 50 m e i 1.500
nella costituzione originale, ma hanno
parte le Salicaceae hanno una grande
dimensioni, va da 200 a 1.000 ha e solo
di 3.1 milioni di km2, di cui il 49% appartie-
ebbe diffusamente a dire, ma allo scopo
m). In generale possiede notevoli pressio-
firmato gli accordi politici ed economi-
adattabilità ecologica, una crescita rapi-
il 2% è costituito dai grandi produttori,
ne al bacino del fiume Paraná. Il territorio
di fornire elettricità a buon mercato alle
ni di risalita così che, una volta realizzata
ci. La rotta più importante del Merco-
da e producono materiali di alta qualità
cioè coloro che hanno più di 1.000 ha.
del bacino insiste su cinque Paesi e i fiumi
grandi industrie elettro intensive, fatto
una perforazione, quando si raggiunge la
sur è il corridoio del Mercosur-Cile, che
80
quella di Spagna, Francia e Portogallo
Il bacino del Plata
Dighe idroelettriche
insieme). In Brasile copre una superficie
di circa 850.000 Km2 (71,4% del totale),
2
81
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Situazione attuale e problemi del delta
del Paraná
porta da Sao Paulo a Santiago del Cile,
fondamentali per la realizzazione di un
gli argini e le dighe abusivi per convertire
di organismi acquatici nonché più che
specie si comportano come piante infe-
tra parte produce un impatto negativo
passando per l’Argentina. Inoltre, l’Idro-
canale navigabile (di 10 piedi di profon-
la zona umida in territorio adatto alle ne-
probabili problemi di salute per la popo-
stanti, tanto nelle zone votate al rimbo-
a causa dell’inquinamento ambientale
via Paraguay-Paraná è un importante
dità) per chiatte di 320m di lunghezza
cessità delle tenute.
lazione della regione. Anche se il letame
schimento, quanto nei canali di scolo e
(Figura 7). Le fabbriche producono emis-
luogo per l’intercambio commerciale
e 60m di larghezza, per 24 ore al gior-
dei bovini è ricco di sostanze nutritive, la
nelle fognature (Toscani, 1978, 1994).
sioni di gas, rifiuti liquidi e solidi, oltre che
e attraverso i porti del Rio de la Plata
no e 365 giorni l’anno, tra Corumbà nel
I bovini producono 21 volte più residui
quantità di esso di cui necessita il terre-
permette una connessione al commer-
Mato Grosso do Sul, fino al Canal Tamen-
(feci ed urine) dell’essere umano, quindi
no per l’agricoltura è ben al di sotto della
Cambiamento qualitativo della zona
sono raccolti senza un adeguato tratta-
cio internazionale con altri continenti.
go in Bolivia e a Santa Fe in Argentina.
un terreno con 10.000 capi di bestiame
quantità dei residui prodotti. Questo ec-
umida: il cambiamento del territorio, in
mento degli effluenti e quindi contamina-
Questo accordo regionale è importante
Il dragaggio sta provocando cambiamenti
produce la stessa quantità di rifiuti di
cesso di nutrienti può raggiungere sia la
funzione degli interessi dei nuovi attori
no le risorse idriche superficiali sotterra-
per l’economia argentina, perché il 49%
nel corso del fiume e nella qualità delle
una città di 210.000 abitanti (Belloso,
falda freatica che l’acqua di superficie,
economici, ignora le disposizioni in mate-
nee così come la terra, condizionando la
delle importazioni e il 33% delle espor-
sue acque, erodendo le coste, che tra
2008). In genere, in un terreno dedicato
provocando gravi danni all’ambiente na-
ria di incendi, di alterazione dei corsi d’ac-
qualità dei prodotti della pesca e quelli
tazioni sono verso i paesi del Mercosur,
l’altro devono sostenere il moto ondoso
all’allevamento di bestiame non è richie-
turale. Quando questo eccesso di sostan-
qua e di controllo delle infestazioni.
agropastorali. Alcune delle produzioni
oltre che per le connessioni con gli altri
provocato dalle imbarcazioni. La rimozio-
sto alcun tipo di tecnologia per il tratta-
ze nutrienti (azoto e fosforo) arriva alle
paesi latinoamericani, visto che le impor-
ne dei sedimenti e il traffico fluviale su
mento dei rifiuti residui, di conseguenza
acque superficiali favorisce la crescita
tazioni e le esportazioni nei loro confron-
vasta scala causano inoltre inquinamento
non sono gestiti correttamente e finisco-
delle alghe.
ti rappresentano rispettivamente l’8% e
dell’acqua. Naturalmente l’entità e la du-
no nel suolo e nell’acqua provocandone
il 25%. Il corridoio Mercosur-Cile si arti-
rata dipendono dai volumi e dalle caratte-
la contaminazione (Figura 8). Questo si
Questo fenomeno, noto con il nome
cola principalmente lungo le rotte interne
ristiche del sito.
traduce in un significativo danno all’am-
di “eutrofizzazione”, crea due problemi:
biente, che include tra l’altro la morte
il primo è che le alghe producono un
di ciascun paese, da Sao Paulo a Santiago
del Cile, attraverso le due città argentine
di Rosario e Mendoza.
C.O.P.R.O.N.E.
Inquinamento di aria, acqua e
terra
Allevamento
inquinamento acustico. Spesso i rifiuti
più problematiche sono le seguenti:
Che cosa si semina? Il rimboschimento avviene tramite la piantumazione prin-
- prodotti congelati: sostanze tossiche
(detergenti);
cipalmente di salici nativi e noci pecan e
- concerie: cromo, acidi e solfuri;
in una percentuale inferiore di frumento,
- cartiere: mercaptani, acidi, resine;
- cereali e fabbriche di olio vegetale:
sorgo e soia.
soda caustica;
aumento della torbidità delle acque e
Tecnica produttiva: si è attuato un di-
ostruiscono il passaggio della luce sola-
sconoscimento dell’ecosistema. Si applica-
re, uccidendo le piante acquatiche che
no le stesse tecniche che si usano nel con-
offrono cibo e riparo ai pesci; in secon-
tinente ed è proliferata la costruzione di
do luogo, le alghe muoiono e vengono
terrapieni al fine di regolare l’acqua e adattare la terra per l’attività agropastorale.
- fabbriche di sapone: detersivi, acidi,
soda caustica;
- fabbriche di mosaici: aniline;
- depositi di carburante per le barche:
scarico accidentale di idrocarburi.
Vi è un accordo di sviluppo locale tra
Nel continente si è verificato un au-
decomposte dai batteri. Questo proces-
i comuni del Nord-Est dell’AMBA. Questo
mento degli ettari di terreno votati alle
so utilizza l’ossigeno disciolto dell’ac-
accordo è costituito da 15 comuni, di cui 6
coltivazioni a soia transgenica, in ragio-
qua, riducendo la quantità di ossigeno
La fumigazione di prodotti agrochimi-
commestibili non riguarda solo coloro che
appartenenti al Consorcio de Conindelta.
ne della sua alta redditività. Questo fatto
disponibile per i pesci e gli altri organi-
ci nei campi raggiunge i torrenti affluenti
vivono nelle vicinanze, ma anche tutta la
ha comportato la conversione di milioni
smi acquatici. Il fenomeno infine produ-
del Paraná, facendo sì che questi veleni si
regione in cui vengono commercializzati.
di ettari di terreno precedentemente de-
ce la mortalità degli stessi, la riduzione
mescolino con l’acqua dei fiume. Va inol-
Attività portuale
Questa contaminazione di prodotti
dicati al pascolo, rendendo il Delta una
della biodiversità e in casi estremi pos-
tre detto che gli agrochimici sono danno-
L’attività portuale è molto importan-
zona ambita per l’allevamento e l’ingras-
sono apparire le così dette “zone mor-
si per l’uomo.
te nel fiume Paraná e in particolare nel
samento del bestiame. L’INTA (2008) os-
te”, come quelle che oggi troviamo nel
Delta. Oltre il 51% dei porti argentini si
serva che nel corso degli ultimi tre anni, i
Riachuelo della città di Buenos Aires.
trovano sul Paraná e il 34% dei porti del
capi di bestiame sarebbero aumentati da
Paraná si trovano sul Delta. I prodotti tra-
60.000 a 1.000.000, ben al di sopra della
Rimboschimento
sportati attraverso questi porti sono prin-
quota raccomandabile per la superficie
cipalmente costituiti da soia, altri cereali
interessata dal fenomeno.
to di grano e i porti del Delta l’8%.
Idrovia Paraná - Paraguay
Il terreno destinato all’imboschimento, all’allevamento e alla coltivazione
Industrie
della soia ha bisogno di essere privo di
Lungo il delta del Paraná ci sono di-
piante infestanti e roditori. Per rimuovere
Inquinamento con “atrazina” e “gli-
verse zone industriali che sono situate
gli elementi superflui si bruciano i terreni
fosato”
strategicamente vicino ai porti princi-
(Figura 7), pratica questa ricorrente nel
pali e lungo l’asse del Mercosur. Tutti i
corso della storia. In meno di dieci anni il
I siti utilizzati per il rimboschimento
comuni del Delta hanno stabilimenti in-
valore della terra nelle isole è aumentato
e semi oleosi, agrumi e carburante. I porti
del Paraná gestiscono il 70% del traspor-
Incendi
Nel dicembre 2004, per esempio, è
stata approvata la Ley de Arrendamien-
con Salicaceae nel delta del Paranà sono
dustriali, ma i più importanti si trovano
di 20 volte e il numero di capi di bestiame
tos (legge sulle locazioni) di Entre Rios e a
caratterizzati dalla presenza di comunità
a San Nicolás, Ramallo, Zárate e Cam-
allevati è di oltre il 400%. Tradizional-
partire dall’agosto 2007 circa 109 aggiu-
vegetali ad elevata diversità, composte
pana. L’attività industriale da un lato è
mente gli allevatori bruciano i pascoli in
dicatari avevano già preso in affitto ap-
prevalentemente da specie subtropicali
una risorsa importante per le comunità
modo da far germogliare più rapidamen-
della steppa pampeana e da alcune pian-
locali e nazionali generando posti di la-
te il foraggio per il bestiame. Il conflitto
te esotiche naturalizzate (Burkart, 1957).
voro, creando benefici per le città dovuti
innescato dalla combustione dei pascoli
A causa della loro densità e della loro
agli investimenti realizzati e aumentan-
nelle isole del delta del Paranà nel corso
capacità colonizzatrice, molte di queste
do il benessere degli abitanti, ma d’al-
del 2008 ha posto la questione al centro
Sono previste opere di dragaggio,
prossimativamente 128.350 ha di terreno
nel breve periodo verranno realizzati
pubblico nel Dipartimento di Victoria. Il
passaggi sui fondali rocciosi e sistemi
99% di questa superficie è utilizzato per
di segnalazione in 23 tratti considerati
l’allevamento. Inoltre si sono moltiplicati
82
Figura 8: alcune
delle fonti maggiori
di inquinamento
presenti nel
contesto territoriale.
83
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Situazione attuale e problemi del delta
del Paraná
Superficie aree incendiate
Superficie nella Provincia di Buenos Aires:
Superficie nella Provincia di Entre Rios:
Totale superficie incendiata:
33.974 ha
172.981 ha
206.955 ha
ratorie. Si possono anche mettere in pe-
blico e non vi è un controllo adeguato sul
ricolo la fauna selvatica e le specie vege-
trattamento delle acque reflue. Vengono
tali autoctone, alterando la biodiversità
inoltre effettuati l’estrazione e l’inseri-
del Delta. Più di 700 specie di flora sono
mento di sabbia per simulare le spiagge.
state sferzate dagli incendi e delle 580
specie di vertebrati che abitano la zona
Luogo
Attività
Continente
Conclusioni
delle isole 37 sono attualmente a qualche
livello di minaccia a livello globale o na-
Nel suo dinamismo naturale il ter-
zionale per il fatto di trovarsi in pericolo
ritorio del Delta incontra cambiamenti
di estinzione. La combustione produce
sia del flusso che della portata di acqua,
inoltre anidride carbonica, che aggrava
così come la diminuzione o l’aumento dei
l’effetto serra.
suoi detriti. A questo si deve aggiunge-
Corsi d’acqua
- Canottaggio
- Pesca
- Giri in barca
- Sci acquatico
- Wakeboard
- Motonautica
- Kayak
- Spiaggia e bagni
Isole
- Passeggiate
- Birdwatching
- Safari fotografici
- Aree Pic-nic
- Gastronomia
- Svago
- Campeggio
- Spiaggia e bagni
re l’influenza diretta di opere realizzate
Turismo
dall’uomo, con speculazioni di vario tipo.
Queste ultime possono aumentare i ri-
20
0
Figura 9: mappa
delle aree soggette a
incendio nel 2008.
20
- Percorsi: nel centro, nella costa del fiume Tigre, nel Paseo
Victorica, lungo il circuito del sentiero Real e quello del Puerto
de Frutos
- Apparati museali
- Parco di La Costa
- Casinò
- Treno di La Costa
- Club di canottaggio
- Piste ciclabili
- Aree Pic-nic
- Gastronomia
Le attività turistiche possono essere
schi ecologici che non sono stati valutati,
classificate come indicato nella Tabella
quali quelli che hanno cambiato il destino
2. Va osservato che alcune di esse sono
del Bajo Delta (massicciamente orienta-
realizzate o sono condivise da più di un
to al turismo) e che minacciano altre re-
settore di impiego. L’attività turistica
gioni deltizie. La politica pubblica, intesa
crea degli impatti per l’ambiente. La ve-
come insieme delle azioni dello Stato per
locità di movimento delle navi irrompe,
promuovere e sviluppare il Delta Bona-
causando condizioni di pericolo per gli
erense, è quella di lasciar fare oppure
sportivi (Figura 10) che praticano il ca-
l’omissione (Tamayo Sáez, 1997). Questa
sull’acqua per l’inquinamento degli strati
nottaggio, aumentando tra l’altro il fe-
inefficienza o mancanza di controllo ha
sotterranei e superficiali, dovuto a scari-
nomeno dell’erosione costiera. Il rumore
anche favorito lo sviluppo di speculazioni
chi di acque nere e grigie e di rifiuti solidi.
dei motori e le trombe delle imbarcazioni,
irregolari tanto per i terreni fiscali quan-
Ci sono anche degli effetti negativi sulla
dell’attenzione politica e mediatica. Nel
oltre alla pulizia delle sentine che vengo-
to per quelli privati. Esse infatti non os-
vegetazione a causa dei detriti deriva-
mese di aprile 2008 (Figura 9), quando il
no scaricate in fiumi e torrenti, generano
servano alcun inquadramento all’interno
ti dalle opere edili, dell’introduzione di
fumo proveniente dalla combustione del-
inquinamento acustico e idrico. Le ban-
della normativa vigente. Ci sono esempi
specie esotiche a fini paesaggistici, del-
le praterie del Delta coprì Buenos Aires,
chine si deteriorano a causa delle onde. Il
di situazioni che creano i presupposti per
la rimozione della fauna associata alla
sì è cominciato a vedere questa pratica
servizio delle barche collettive è scaden-
il proliferare di queste pratiche e metto-
vegetazione naturale e delle migrazioni
come un problema strutturale. Una vol-
te, le stesse sono in cattive condizioni e i
no le condizioni per la creazione di un
dovute al rumore. Si produce inoltre un
ta innescato il processo di occupazione
rifiuti solidi prodotti dall’attività vengono
“mercato informale di terreni”.
aumento dell’eterogeneità del paesaggio
delle isole, gli incendi si propagarono con
gettati in fiumi e torrenti oppure vengo-
una frequenza e in una scala senza pre-
no interrati o bruciati.
40 Km
cedenti. Il fuoco diventò un problema di
Tabella 2: descrizione delle principali attività
turistiche.
alterando il suo stato naturale.
L’aumento del mercato immobiliare
sulle aree naturalmente basse e inonda-
Il progetto fornirà informazioni sullo
sicurezza sulle strade, di sanità pubblica
Il mancato rispetto delle aree previste
bili, attraverso riempimenti e terrapieni,
stato dell’ambiente, sui principali fattori
in città e provocò gravi danni ambientali
dalle carte nautiche per la navigazione
che impediscono il normale sviluppo del-
di cambiamento, sugli impatti, le rispo-
nelle zone umide.
porta all’attraversamento delle zone indi-
le zone umide, provoca un impatto diret-
ste e le prospettive future. Il risultato di
viduate per le altre attività quali la prati-
to e negativo sul terreno, per la mancan-
sintesi finale sarà una mappa del rischio
Che effetti crea il fuoco? Le ceneri
ca del canottaggio e facilitano il rischio
za di assorbimento di acqua e la perdita
ambientale, nella quale si differenziano le
si depositano nelle città e nelle strade,
di incidenti. È inoltre presente una scarsa
di sostanze nutrienti, contribuendo alla
zone per livello di rischio legato a una o
compromettendo l’ambiente e gli abitan-
presenza di infrastrutture di servizio atte
compromissione idrodinamica dell’eco-
più minacce. Permetterà di generare uno
ti. Sono difficili da controllare e possono
a gestire l’aumento della domanda turi-
sistema e interferendo con uno dei suoi
strumento di analisi per la formulazione
estendersi ad aree di grandi dimensioni. Il
stica in alta stagione. I servizi igienico-sa-
servizi principali, cioè la regolazione
di politiche e progetti urbanistici ambien-
fumo è nocivo e dannoso per le vie respi-
nitari non sono previsti dal settore pub-
idrica. Inoltre produce impatti negativi
talmente sostenibili.
84
85
Figura 10: attività
turistico-sportive
praticate nel Delta.
Quaderni Ca’ Vendramin
Il progetto IMOLA: un tentativo di piano di
gestione integrata della Laguna di Tam GiangCau Hai
_ATTI DEL CONVEGNO
IL PROGETTO IMOLA:
UN TENTATIVO DI PIANO
DI GESTIONE INTEGRATA
DELLA LAGUNA DI
TAM GIANG-CAU HAI
MASSIMO SARTI
Capo Consulente Tecnico per il Progetto IMOLA
Numero 1 - 2010
Il progetto “Gestione integrata delle
al momento del concepimento e della for-
Secondo i dati esistenti e i feedback da
attività lagunari nella Laguna Tam Giang
mulazione del progetto (fattibilità, valu-
parte di pescatori, associazioni legate al
Cau Hai (IMOLA)“ è iniziato nel mese di
tazione preliminare, predisposizione del
mondo della pesca, leader delle comunità
agosto 2005 e vedrà completata la sua
budget, formalità governative, ecc.) e in
e informazioni locali, le principali ragioni
prima fase nel dicembre 2008. La sua lo-
seguito realizzata durante la fase iniziale
nella necessità di gestire la laguna sono
gica si basa sulla crescente pressione cui
di attuazione del progetto (2005-2007),
dovute al continuo degrado dell’ecologia
le risorse acquatiche della laguna sono
includendo le analisi istituzionali, la va-
e dell’ambiente della stessa e ad una si-
soggette e sul conseguente degrado am-
lutazione del quadro normativo, l’analisi
gnificativa riduzione nella quantità e di-
bientale. Insieme ai tifoni, alle inondazio-
degli stakeholder, sondaggi sulle necessi-
versità delle scorte. Sulla base di queste
ni e alle siccità, che spesso colpiscono la
tà a livello di formazione e la valutazio-
premesse, il progetto IMOLA ha concepito
Provincia di Thua Thien Hue e la laguna
ne dei datasets da acquisire. Durante il
la sua strategia di attuazione prevedendo
di Tam Giang-Cau Hai, questo ha creato
pre-progetto di pianificazione, sono stati
due obiettivi simultanei e complementari,
una situazione di crescente vulnerabilità
ideati e inclusi in bilancio i sondaggi e,
quello di una valutazione dello stato delle
per la popolazione con effetti a cascata in
attraverso appositi contratti con i part-
risorse naturali e del risanamento am-
termini di degrado ambientale, disgrega-
ner individuati, condotti fino alla messa
bientale e quello della razionalizzazione
zione sociale e povertà.
a punto di una banca dati completa della
del settore della pesca, attraverso lo svi-
laguna, su sistema GIS, che costituisce la
luppo di un’organizzazione professionale
L’obiettivo immediato del progetto è
piattaforma informativa su cui è costrui-
dei pescatori e degli operatori dell’acqua-
quello di “sviluppare e implementare un
to l’ILMP (Integrated Land Management
piano integrato di gestione della laguna,
Plan). La definizione dell’ecosistema (uno
costruito attraverso il consenso dei por-
sfondo concettuale per la gestione degli
tatori d’interesse, che bilanci l’uso soste-
ecosistemi) è il risultato della fase di in-
nibile delle risorse lagunari con i mezzi
dagine.
Figura 1: vista
grafica da DEM
della Provincia Thua
Thien Hue e della
laguna Tam GiangCau Hai.
La gestione degli ecosistemi è intesa come “un
processo che integra i fattori ecologici, socioeconomici e istituzionali in un’analisi completa
e in azioni, al fine di sostenere e migliorare la
qualità dell’ecosistema per soddisfare le esigenze attuali e future”. L’obiettivo principale della
gestione degli ecosistemi è l’utilizzo sostenibile,
efficiente ed equo delle risorse naturali. La gestione degli ecosistemi riconosce che l’interconnessione dei sistemi ecologici, socio-culturali,
economici ed istituzionali sia fondamentale per
la nostra comprensione dei fattori che influenzano gli obiettivi ambientali e i loro esiti. Si tratta
di un approccio olistico, multidisciplinare ed integrato, che richiede un cambiamento sostanziale
nel modo in cui percepiamo e approcciamo la
gestione di entrambi i nostri ambienti, siano essi
naturali o modificati (Commission for Ecosystem
Management dell’IUCN; IUCN-CEM).
- l’ecozona del delta del fiume Huong,
di sviluppo di capacità costruttiva e mi-
nella quale le acque fluviali e marine si
glioramento tecnologico strumentale per
mescolano, valorizzata dalla complessità
la pianificazione.
della morfologia deltizia;
- l’ecozona Sam Chuon, isolata da en-
di sussistenza e le esigenze dei fruitori
1
coltura, collegata a un solido programma
Figura 2: veduta
aerea del canale
Thuy Tu, la laguna
a sud.
Il nucleo della strategia di attuazione
trambi gli afflussi fluviale e marino, con
del progetto IMOLA: la costruzione
una circolazione che va da limitata a for-
della co-gestione
delle risorse”. In termini moderni e più
Una caratteristica del Tam Giang-Cau
esattamente perché il Tam Giang-Cau
Hai è la sua geomorfologia a comparti-
Hai è una vasta zona umida naturale (la
menti, che si esplicita nella sua fluttuante
più grande nel sud-est asiatico), un ap-
e complessa idrologia, la quale dipende
- l’ecozona dell’alto Thuy Tu, caratte-
Il concetto di co-gestione è oggi am-
proccio di “gestione dell’ecosistema”1 è
dal bilanciamento di masse d’acqua e
rizzata da flussi di ritorno che dipendono
piamente accettato per la pesca su picco-
contemplato in questa formulazione che
portata dei fiumi (Figura 1). Conseguenze
dalla stagionalità e a volte dai bacini delle
la scala nei paesi in via di sviluppo in tut-
armonizza l’imperativo del paesaggio na-
di ciò sono la circolazione ostruita delle
acque stagnanti;
to il mondo, ma le modalità in cui viene
turale e della conservazione delle risorse
masse d’acqua e la complessità dell’am-
- l’ecozona del basso Thuy Tu (Figu-
esercitato e in cui si realizza il deferimen-
con le necessità di sviluppo economico e
biente. È stata quindi redatta la seguente
ra 2), in qualche modo influenzata dalle
to del potere a livello locale seguono una
la sicurezza alimentare per le comunità
suddivisione in base alle caratteristiche
masse d’acqua del Cau Hai che scorrono
diversità di modelli oltre ad essere tutta-
umane. Per raggiungere questo obiettivo
ecologiche:
a monte;
via fonti di preoccupazione. La resistenza
temente inibita;
immediato, sono stati definiti sei output e
- l’ecozona di O’Lau (nella fascia su-
- l’ecozona del Cau Hai, divisa in due
è comprensibilmente più elevata in quelle
sono state programmate le attività per il
periore del Tam Giang), prossima (vicina
parti: una a bassa energia, dominata
situazioni in cui le comunità non mostra-
loro raggiungimento.
alla foce del fiume) o distale (lontana dal-
dall’azione fluviale, e una a maggiore
no gradi sufficienti di organizzazioni per
la foce), rispettivamente caratterizzata
energia, con una decisa predominanza
il dialogo. Il Progetto IMOLA si trova in
Il progetto è stato strutturato in tre fasi:
dall’acqua dolce fluviale proveniente dal
marina. Una circolazione oraria ed inter-
questo scenario, con la consapevolezza
una fase di sondaggio pre-pianificazione;
fiume O‘Lao o dalle acque salmastre di
mittente è guidata contemporaneamente
di dover colmare in primo luogo questa
una fase di pianificazione, che consiste
transizione;
dalle acque fluviali che scorrono verso
lacuna organizzativa, di dover costruire
nell’elaborazione del piano di gestione;
- l’ecozona del Basso Tam Giang, ca-
l’esterno e delle maree in entrata. Vi è una
una partnership di co-gestione e quindi di
una fase di realizzazione, durante la qua-
ratterizzata da una predominanza fluvia-
chiara necessità di gestione della laguna
sviluppare un processo di gestione delle
le il piano di gestione è diretto secondo
le, con una maggiore influenza marina
e un bisogno latente legato alla gestio-
risorse e di pianificazione territoriale dal
quanto stabilito nelle precedenti fasi. La
stagionale e una circolazione limitata,
ne delle attività di pesca costiera e ma-
basso: in quest’ambito si sono concentra-
fase di pre-pianificazione è stata avviata
ostacolata da passaggi ristretti;
rina nella Provincia del Thua Thien Hue.
ti la maggior parte degli investimenti.
86
87
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Il progetto IMOLA: un tentativo di piano di
gestione integrata della Laguna di Tam GiangCau Hai
LEGENDA:
grass ground (Vinh Hien)
spawning zone (Loc Binh)
commune border buffer:
75-100 m
coastal buffer: 200-500750 m
navigation route
PFA
FAD
fish cage
stake trap
stake trap zone
aquaculture pond
grass ground core
(Vinh Hien)
Figura 3: mappa
delle attività di
acquacoltura e
pesca.
0.5
1
2 Km
ai fini di convalida e integrazione all’ILMP
rio la conseguenza certa sarebbe la per-
(International Leadership and Manage-
dita di mezzi di sussistenza e la disgre-
ment Program), per essere attuato nel
gazione sociale, insieme con l’ulteriore
quinquennio successivo 2010-2015, rivol-
degrado ambientale.
to in prospettiva al 2020.
L’inversione delle tendenze negative
Nelle sezioni seguenti saranno rie-
degli ultimi decenni è realizzabile attra-
saminate le questioni politiche, indicati
verso l’implementazione di un piano di
i problemi e valutati i rischi in termini di
gestione integrata che dovrebbe com-
gravità e di probabilità che si generi una
prendere in via prioritaria:
situazione di emergenza, comprendendo
- l’adozione di misure per mitigare gli
inoltre una scheda temporale per ogni
effetti dell’acquacoltura intensiva (so-
emergenza che si potrebbe manifestare.
prattutto per i gamberi).
Sarà fornita a breve una serie di racco-
- la promozione di un “acquacoltura si-
mandazioni per guidare i responsabili
cura” attraverso la razionalizzazione del-
nella definizione delle priorità e nell’intro-
le pratiche di coltura, utilizzando tra le al-
duzione, ove opportuno, di piani di ade-
cato ed aumentarne il profitto; 5. ottimiz-
nel caso delle epidemie per i gamberi
tre le BMP (Better Management Practice)
guamento.
zare la produzione di merci acquatiche, in
d’acquacoltura), ad azioni di progettazio-
e le GAP (Good Agricultural Practice);
zioni di emergenza si palesavano (come
0
nella consapevolezza che in caso contra-
ne estensiva, per costruire una base concettuale al fine della gestione integrata,
- la regolazione e l’adattamento delle
attività di pesca;
Figura 4: le coste
del Thuy Tu sono
siti di acquacoltura
intensiva (gamberi).
relazione alla domanda di mercato e alla
La mitigazione degli effetti
produttività dell’ecosistema.
dell’acquacoltura intensiva
con la prospettiva di implementazione del
- lo sviluppo di una comunità di pe-
Sono stati prodotti degli output per
piano, almeno a livello di sperimentazio-
scatori artigianali della laguna economi-
Dal 1986 (periodo nel quale ci furono
gamberetti a terra. La superficie totale
trollato di reflui, si raccomanda quanto
fornire le informazioni ai pescatori e agli
ne, nei successivi due anni della fase II del
camente e responsabilmente vincente,
le prime iniziative legate all’acquacoltura
degli stagni di gamberetti nella laguna
segue:
allevatori che si dedicano all’acquacol-
progetto IMOLA. In armonia con il man-
attraverso la sensibilizzazione e la costru-
nel Tam Giang-Cau Hai) la produzione è
di Tam Giang-Cau Hai (Figura 4) dovreb-
tura, al fine di aumentare la loro consa-
dato della FAO, il progetto ha mantenuto
zione di una partnership di co-gestione;
costantemente aumentata fino alle quasi
be essere ridotta del 20% entro il 2010,
pevolezza e capacità di intervenire nella
il suo orientamento verso i più poveri, in
- la razionalizzazione e l’adeguamento
7.000 tonnellate del 2005, un valore di
quantità corrispondente alla metà del
- sperimentazione a basso costo, com-
formulazione delle decisioni, ma anche di
quanto più svantaggiati nel sopportare il
delle politiche provinciali, il quadro istitu-
circa un ordine di grandezza superiore
contributo calcolato per soddisfare le ca-
patibile con l’ambiente, oltre a un sistema
dotarli delle necessarie conoscenze tec-
fardello più pesante derivante da riforme
zionale e normativo per la gestione della
a quello che era inizialmente. Di conse-
pacità di carico di corrente.
di trattamento fisico, chimico e biologico;
niche e questioni ambientali per invertire
e cambiamenti, senza mai perdere di vista
pesca;
guenza, la qualità delle acque si è sem-
le tendenze negative degli ultimi decenni.
l’imperativo del miglioramento dell’am-
- la bonifica e la riqualificazione am-
pre più deteriorata, soprattutto a partire
Riqualificare paesaggisticamente e
Per massimizzare l’impatto, sono stati
biente e della semplificazione normativa.
bientale, oltre alla promozione della con-
dagli effluenti non trattati, mentre gravi
rinaturalizzare il territorio bonificato.
servazione della biodiversità;
danni per l’ambiente sono stati prodotti
Il processo di ri-naturalizzazione delle su-
considerati la maggior parte dei bacini
Ridurre la superficie degli stagni di
- controllo dei reflui e trattamento degli
effluenti prima dell’emissione in laguna;
- regimazione dei canali e sistema di
bacini ad “alta marea”, per prevenire le
contaminazioni non rilevabili.
della laguna (Figura 3), ovvero degli eco-
Il Piano di Gestione Integrata della
- la costruzione di competenze e lo
dal bacino che invade la poco profonda
perfici di bacino degradate e convertite
Promuovere e incentivare un’acqua-
sistemi (Cau Hai, Thuy Tu, Tam Giang) e
Laguna: questioni chiave politiche
sviluppo di strumenti tecnologici per la
zona costiera subtidale. L’inquinamento
dovrebbe prevedere le seguenti quattro
coltura alternativa (compresa la coltura
pianificazione territoriale.
delle acque e la pesca eccessiva hanno
fasi di attuazione:
dei bivalvi). Si consigliano le seguenti op-
sono state incluse, tra i siti considerati,
determinato un costante calo nella ren-
- ripristino della “bassa marea”, ram-
una gamma di situazioni sociali, da quelle
Il progetto IMOLA ha individuato sei
più svantaggiate alle più benestanti. Tutti
principali questioni politiche come ele-
I temi politici legati alla sostenibilità
dita in vaste zone della laguna di Tam
i cinque i distretti sono stati toccati dal
menti di importanza nel guidare l’econo-
ambientale sono stati esaminati durante
Giang-Cau Hai. Sono stati proposti i se-
progetto IMOLA e tre di loro sono stati
mia provinciale e, più specificamente, la
la fase di pre-pianificazione e le misure
guenti interventi al fine di:
selezionati per specifici interventi (in to-
componente che dipende fortemente dal-
consigliate sono presentate di seguito.
1. ridurre l’acquacoltura di gamberet-
- ricostruzione di una terrazza suprati-
tale 22 comuni pari al 75% della superfi-
la comunità di pescatori della laguna di
Queste sono le proposte che dovranno
ti per portarla in linea con la capacità
dale per la protezione degli stagni di ba-
cie dell’acqua e al 63% della popolazione
Tam Giang-Cau Hai. Senza mai distogliere
essere convalidate per procedere alla
di carico lagunare; 2. mitigare l’impatto
cino ad alta marea, la prevenzione dell’in-
lagunare).
l’attenzione dalle complessità di un am-
fase attuativa nell’imminente biennio
degli effluenti per l’ambiente acquatico;
quinamento e la fornitura di servizi;
biente in via di estinzione, la sussistenza
della Fase II del progetto IMOLA, nella
3. diversificare la produzione e le oppor-
- migliorare l’idraulica di bacino e il
I tipi di intervento andavano dai rimedi
dei pescatori artigianali deve affidarsi
prospettiva di più consistenti investimen-
tunità di sostentamento; 4. migliorare la
mantenimento del sistema di bacino di
di “pronto soccorso”, dovunque le situa-
all’uso sostenibile delle risorse naturali,
ti. Il biennio 2009-2010 è stato proposto
qualità del prodotto, il suo valore di mer-
“alta marea”. Per evitare il rilascio incon-
88
pa superficiale-subtidale;
zioni di sostentamento:
- sperimentare e promuovere l’alleva-
- ampliamento dei fregolatoi a partire
dalle aree di bacino rinaturalizzate;
mento di pesce e specie acquatiche alternative (sulla base di esigenze biologiche
e di habitat, nonché della domanda di
mercato);
- promuovere l’adozione di BMP e GAP,
in linea con il codice di condotta previsto
89
dal protocollo per la “zona di protezione
per l’acquacoltura”;
- sperimentare e promuovere l’alleva-
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Il progetto IMOLA: un tentativo di piano di
gestione integrata della Laguna di Tam GiangCau Hai
mento, in habitat adeguati, di specie a
to internazionale.
basso impatto e costo, come i molluschi
bivalvi filtratori e detritivori.
oltre a restrizioni interne quali i sistemi
di licenze e meccanismi cooperativi di ge-
Adeguamento e modifica delle attività
Figura 5: lavorieri
per la pesca a Sam
Chuon.
vernare e far rispettare la gestione e di
combattere le attività distruttive;
- il coordinamento e la creazione di
stione.
una rete tra provincia, distretto, comune
di pesca
Valutare le possibilità di sviluppo della
e associazioni di pescatori;
Zone esclusive. La zonizzazione in
maricoltura. Lo sviluppo della maricol-
La pesca da cattura è un’occupazione
base al tipo di attività (ad esempio zone
- la necessità di avere mezzi di sosten-
tura è spesso visto come un’importante
tradizionale per le comunità della laguna
dedicate alla pesca con attrezzi fissi, zone
tamento alternativi per coloro che risen-
strategia per contribuire alla riduzione
di Hue, dove può essere definita come
dedicate alla pesca con attrezzi mobili, ai
tono dell’impatto della pesca.
della povertà delle comunità rurali costie-
una tipologia di pesca artigianale e di
corsi d’acqua, ecc.) e la sensibilità eco-
re. Nel Thua Thien Hue, tale pratica può
sussistenza su piccola scala: si tratta di
logica sono i criteri che sono stati messi
contribuire ad alleviare la pressione sulle
una pesca multispecie e “multi-attrezza-
avanti dalle autorità provinciali e seguiti
acque interne del litorale attraverso:
Le incertezze permangono per i seguenti problemi:
ta”, praticata nella laguna ma anche nei
dal progetto in quello che è stato il primo
- come migliorare un meccanismo di
- realizzazione di progetti pilota speri-
fiumi e, per alcuni comuni del litorale di
esercizio di applicazione delle politiche
gestione dei conflitti in grado di affronta-
mentali per l’allevamento di una gamma
fronte all’oceano, sulla riva. Le trappole
intraprese dalla nascente Associazione di
di prodotti marini tra cui cernie, alghe,
(stake traps) sono uno degli attrezzi più
pesca. La zonizzazione comunale è parte
aragoste, orecchie di mare, oloturie, ecc.;
popolari, efficaci e ampiamente distribu-
di questo esercizio come contributo alla
- come trattare con i pescatori itine-
- fornitura di una formazione specifica
ite in una gamma di 35 diversi tipi (sia
progettazione partecipata e alla zonizza-
ranti che provengono da altre aree della
sulle tecniche di maricoltura, sulla pre-
fisse che mobili) utilizzate dai pescatori
zione lagunare. I confini delle associazioni
laguna e se e come limitare il loro acces-
venzione delle malattie, ecc.;
per la cattura nelle acque interne: la loro
di pescatori sono stati delimitati in primo
so alla zona.
caratteristica di non-selettività e le loro
luogo per definire le aree di competenza.
grandi dimensioni le rendono lo strumen-
La partecipazione all’elaborazione del
L’obiettivo immediato per il potenzia-
to di maggior impatto nei tratti di mare
regolamento di gestione, per controllare
mento dell’Associazione della pesca è
La catena commerciale, lo sviluppo
chiuso (Figura 7). Pertanto, e al di là della
l’uso di ogni zona, è stato complementare
quello di regolare la riduzione degli sforzi
dell’industria e il branding. L’adozione di
necessità di gestire la capacità di pesca in
all’esercizio zonizzazione.
in termini di spazio e tempo e di mini-
misure di razionalizzazione del settore,
senso largo, le misure prioritarie per ar-
industrializzare la produzione e svilup-
restare e possibilmente invertire la ten-
Le stagioni di chiusura. Le stagioni di
pare la catena commerciale sono attività
denza del degrado ambientale e la pesca
chiusura sono basate sulla stessa logica
pesca, unitamente al rilascio delle licenze
pre più la partecipazione della risorsa
effetti della conservazione a lungo termi-
che dovrebbero procedere attraverso:
eccessiva devono concentrarsi sull’eco-
ma includono una dimensione temporale.
per la pesca.
costituita dagli utenti come elemento ne-
ne e del recupero delle scorte, attraverso
sistema lagunare nel suo complesso, in
Si tratta di un’opzione attuabile a condi-
cessario per il sistema di gestione della
la limitazione dell’accesso, in base ai dati
particolare:
zione che siano noti sia i posizionamenti
La riduzione della pesca IUU (Illegal,
pesca. Per limitare l’accesso, l’approccio
e alle informazioni disponibili e in corso
- riducendo l’utilizzo di attrezzi fissi;
degli habitat critici che i periodi di ripro-
Unreported and Unregulated). La ridu-
prescelto prevede il rilascio di licenze di
di elaborazione.
tario per gli animali acquatici, per tutto
- attraverso l’eliminazione dell’acqua-
duzione, allevamento e accrescimento
zione della pesca IUU, ed in particolare
uso territoriali per i partner della coope-
quanto concerne il controllo delle malat-
coltura a “bassa marea”, in almeno tutti i
nonché quelli della migrazione degli alle-
delle pratiche di pesca distruttive, non è
razione, per esempio l’Associazione di pe-
Le Associazioni di pescatori dovreb-
tie e la prevenzione;
fregolatoi già conosciuti e/o potenziali.
vatori. Allo stato attuale, le informazioni
solo un’opzione di gestione ma, sia nella
scatori, e il processo è iniziato nonostan-
bero essere impegnata concentrandosi
e i dati sono ancora scarsi per definire
laguna che nelle zone di pesca costiera,
te il fatto che la delega delle competenze
prioritariamente su:
- investimenti a sostegno dei settori
secondari.
- il miglioramento della sicurezza dei
prodotti acquatici e il controllo di qualità;
- l’applicazione di un protocollo sani-
- l’applicazione di un protocollo relati-
Figura 6:
allevamento di
ostriche a Cau Hai.
re i conflitti stessi;
- come controllare l’accesso;
mizzare gli impatti negativi sui mezzi di
sussistenza, oltre che di massimizzare gli
vo alle “zone di sicurezza per l’acquacol-
Rispecchiando la situazione della pe-
quando e come temporanee chiusure
una misura prioritaria per arrestare un
sia ancora motivo di preoccupazione. Le
tura” per le piccole aziende agricole, BMP
sca lagunare e marina nella provincia di
gioverebbero all’immagazzinaggio delle
ulteriore depauperamento delle risorse.
Associazioni di pescatori sono funzionan-
e GAP;
- il miglioramento dell’ambiente lagunare;
- la diminuzione della mortalità dei
Thua Thien Hue oltre alle esigenze di ge-
scorte e al loro recupero. Tuttavia il con-
- il miglioramento della tecnologia del
stione, vengono presentate alcune delle
cetto di restrizioni temporali è in atto e
Co-gestione della pesca attraverso le
sviluppo, sono state attivamente coinvol-
processo post-raccolta e le strategie di
opzioni di gestione possibili (per quanto
misure sono attualmente in corso. Le re-
Associazioni della pesca
te in percorsi di pianificazione parteci-
- la progressiva eliminazione/ripianifi-
distribuzione;
attiene alla pesca e in linea con la FAO,
strizioni in entrata. L’approccio scelto per
pata. I problemi in via di soluzione sono
cazione dell’acquacoltura di bassa marea,
i seguenti:
attraverso convenzioni a livello politico,
ti e, anche se in una fase preliminare di
- il branding dei prodotti acquatici (la
2001). Noto che il sistema di “quota indi-
limitare le immissioni a livello nazionale
Come onere finanziario di monitorag-
produzione di prodotti di maggiore valo-
viduale” (IQ) è difficilmente attuabile sia
e, di conseguenza, a livello provinciale
gio, dato che le azioni di sorveglianza e
re offre l’opportunità di adottare un mar-
per la laguna che per la pesca marittima,
è quello della cooperazione attraverso
controllo richieste per attuare le misure
chio di mercato efficace e distintivo per
vengono discusse soltanto la creazione di
l’utilizzo degli organi di co-gestione che
di gestione attraverso una forma di con-
la Provincia);
restrizioni come le “zone di pesca esclusi-
sono, nel caso specifico della comunità di
trollo dall’alto sarebbero troppo elevate,
va” e le “stagioni di chiusura della pesca”,
Tam Giang-Cau Hai, le Associazioni della
le autorità provinciali considerano sem-
- lo sviluppo di opportunità sul merca-
90
- la stesura di linee guida su come il
pesci;
considerando che questo tipo di sfruttamento è economicamente dispendioso e
distretto assegnerà i diritti di pesca;
- la pianificazione per le zone di com-
occupa potenziali aree di riproduzione e
di accrescimento;
petenza da assegnare;
- la capacità a livello comunale di go-
91
- la riduzione drastica di trappole fisse
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Il progetto IMOLA: un tentativo di piano di
gestione integrata della Laguna di Tam GiangCau Hai
e pesca con reti (Figura 5) per lo stesso
biotopi naturali (ad esempio la foresta di
L’inserimento di queste misure insie-
motivo e a causa della loro non selettività
mangrovie endemica), l’impoverimento
me con le specifiche tecniche contenu-
e dell’impatto negativo sulla migrazione
della fauna aviaria (così comune nella
te in una “Legge per la Fauna Selvatica
dei pesci;
trezzi per la pesca autorizzati e definire
la lista di quelli distruttivi vietati;
- delegare il potere alle Associazioni
maggior parte delle zone umide del mon-
Naturale e la Conservazione Ambientale”
di pescatori per far rispettare l’MSC nelle
- l’attivazione di auto-gestioni/co-
do), insieme con una perdita complessiva
(Natural Wildlife and Environmental Con-
aree di loro competenza;
gestioni, basate sul diritto, efficaci e in
nella cattura di pesci a causa della pesca
servation Act) contribuirà a:
grado di essere utili alla lotta contro la
eccessiva. Il risultato è una perdita netta
- promuovere lo sviluppo sostenibile
supporto finanziario dei partner di co-
pesca IUU.
di patrimonio pubblico a vantaggio di una
delle risorse naturali e fisiche e il man-
gestione istituzionalizzati (ad esempio le
cattiva gestione privata che, se calcolata
tenimento dei processi ecologici e della
associazioni di pescatori).
al tasso degli attuali economici, può ri-
diversità genetica;
Conservazione ambientale
sultare in un totale di qualche milione di
Come conseguenza delle attività di
dollari.
pesca, dell’agricoltura e della costruzione
- prevedere strumenti giuridici per il
- prevedere l’uso e lo sviluppo equo,
L’obiettivo del progetto ILMP è quello
ordinato e sostenibile di aria, terra e ac-
di sviluppare e promuovere alternative
qua;
politiche concrete a sostegno della pe-
di infrastrutture, le seguenti modifiche
Una fauna selvatica naturale e una
- incoraggiare la partecipazione pub-
sca sostenibile, mezzi di sussistenza ru-
ambientali hanno progressivamente in-
politica di conservazione ambientale do-
blica nella gestione delle risorse e nella
rali, insieme a misure di conservazione
teressato il Tam Giang-Cau Hai e le zone
vrebbero prevedere i seguenti interventi
pianificazione;
umide circostanti, nelle quali nel medio
volti a ripristinare le tendenze e ad inne-
- facilitare lo sviluppo economico in
termine potrebbero aumentare gli effet-
scare un ciclo di feedback positivi, che
conformità con gli obiettivi di cui ai punti
ti negativi, se non venisse applicata una
in ultima analisi ripagheranno in termini
precedenti;
politica di conservazione:
di profitto per i pescatori e di aumento
- promuovere la condivisione delle
delle attività economiche collaterali, che
responsabilità di gestione delle risorse
è una pletora di piani, decreti e decisio-
vrapposizione verticale delle competen-
che si applicano le politiche provinciali
verranno infine promosse (per esempio
e pianificazione tra le diverse sfere di
ni relative a questioni specifiche sulla
ze a livello provinciale, almeno per quan-
e i criteri di gestione integrata. Tutta-
- l’alterazione del disegno originale
il turismo ecologico), o garantiranno un
governo, la comunità e l’industria nello
gestione dell’ambiente marino e lagu-
to riguarda le competenze dell’ex DOFI
via, come riconosciuto all’unanimità,
degli emissari del delta del fiume Huong;
guadagno in termini di valori di non-uso
Stato;
- l’annullamento dei flussi in alcuni
del territorio (quindi ambientali, paesag-
- l’aumento dell’erosione costiera nel
tratto centrale del Thuan An;
tratti della laguna e le modifiche di circolazione a causa della prevalenza della
marea;
gistici ed estetici):
- la rinaturalizzazione delle zone bonificate di acquacoltura a bassa marea;
- la riduzione/degradazione dei fon-
- la creazione di un’isola ecologica
dali per la riproduzione e l’allevamento,
(santuari della fauna selvatica) e di cor-
a causa di un eccessivo sviluppo dell’ac-
ridoi ecologici;
quacoltura a bassa marea;
- la definizione del concetto di conser-
dell’ambiente, attraverso una gamma di
Figura 7: recinti per
il pesce, altrimenti
denominati stake
traps (no sao) a Cau
Hai.
ricerca, sviluppo e attività di patrocinio.
L’area di riferimento per la zona costiera, così come è legalmente definita, è
relativamente piccola. È su questa zona
nare. In particolare, il decreto n. 3677
verso le amministrazioni distrettuali e
questa definizione è inadeguata come
- un sistema di pianificazione è vinco-
contiene un vasto elenco di norme e
comunali, che ha portato all’incoerenza
punto di partenza per una reale strate-
lante per tutti i membri del pubblico, delle
regolamenti diretti a gestire la capacità
politica verticale e che potrebbe costitui-
gia di gestione integrata delle risorse.
agenzie governative statali, delle autori-
di pesca, ad es. condizioni e limiti per
re un ostacolo per il decentramento delle
Idealmente gli interi bacini dei fiumi che
tà pubbliche e delle autorità di pianifica-
l’autogestione delle associazioni del-
funzioni di gestione della pesca, come
sfociano in mare dovrebbero essere inclu-
zione.
la pesca, come il divieto di alcuni stru-
discusso in precedenza. Non è chiaro ad
si per permettere un’adeguata sistema-
menti, i limiti spaziali per attrezzi fissi,
esempio a quale autonomia i DPC dovran-
zione tra le attività ed i processi collegati
Adeguamento del quadro giuridico e
dimensioni minime delle maglie, ecc. E
no rilasciare gli specifici orientamenti per
da idrologia. Pertanto, dal punto di vista
istituzionale
ssa stabilisce inoltre di ridurre la capacità
la regolamentazione in materia di asse-
istituzionale, le raccomandazioni sono:
attuale del 30% entro il 2010:
gnazione dei diritti di pesca.
- la perdita di habitat naturali;
vazione delle zone costiere, un cambio
- la perdita di biodiversità.
nell’uso delle risorse delle acque costiere;
La Costituzione vietnamita fornisce il
- riducendo del 40% il numero e la
- la definizione delle pratiche di ge-
quadro giuridico generale per l’utilizzo
densità degli strumenti di pesca, pari al
stione delle acque interne e delle acque
delle risorse acquatiche, mentre la Leg-
40% della capacità totale;
sotterranee;
ge per la pesca delega la gestione delle
- riducendo del 25% i tempi di sfrutta-
ze nella raccolta dei dati e nella gestione,
- promuovere l’istituzione di un’Auto-
Il risultato di questi cambiamenti ha
portato ad una frammentazione degli
- promuovere l’istituzione di un’Autorità di Bacino, con giurisdizione su tutto
Sovrapposizioni verticali e orizzontali
sono anche dimostrate dalle incongruen-
il bacino di utenza, comprese le lagune
costiere e le zone umide;
ecosistemi e degli habitat, inducendo al-
- l’adozione di misure per limitare l’in-
zone di pesca in generale alla Provincia.
mento a causa del divieto di sfruttamen-
che non si possono solo spiegare con la
rità di Bacino Costiera, con giurisdizione
terazioni a cascata nel comportamento e
quinamento delle acque (divieto di POP
L’obiettivo è quello di decentrare la ge-
to per 3 mesi all’anno, pari al 15% della
scarsità di capacità rilevate nel persona-
sull’unità geofisica costiera, sotto l’in-
nei modelli di migrazione della fauna na-
selezionati);
stione dei percorsi costieri a Comitati di
capacità totale;
le. Dal punto di vista giuridico, le racco-
fluenza di un bacino specifico, adiacente
mandazioni sono:
alla piattaforma continentale;
turale, sia acquatica che terrestre e nel
- il ripristino dell’idrologia lagunare na-
ciclo biologico delle specie che migrano
turale: i) riattivando il sistema di effluenti
dal mare in laguna per la riproduzione.
naturali del delta del fiume Huong e ii) ri-
Non ci sono i record documentati degli
attivando le maree naturali attraverso la
effetti di tali cambiamenti ecologici, ma la
stabilizzazione degli immissari;
conoscenza tradizionale riporta la scomparsa di specie acquatiche, la perdita di
- la regolazione nell’apporto di golene
attive.
92
Persone a livello distrettuale e comunale
e di sviluppare modelli di cogestione.
Le attività di pesca lagunare si inse-
- riducendo del 25% gli individui piccoli a causa del regolamento sulla crescita
- eliminare le incoerenze della politica;
- istituzionalizzare a livello provinciale
della dimensione minima delle maglie,
- fornire definizioni chiare delle prero-
la raccolta di dati e la gestione della pe-
gative e delle competenze delle agenzie
sca, ambientale, biologica ed epidemiolo-
delegate ad amministrare i diritti di pe-
gica;
pari al 15% della capacità totale.
riscono in questo intorno legislativo: a
livello provinciale e in gran parte a se-
Secondo gli accertamenti effettuati
guito del quadro giuridico nazionale, vi
dal progetto IMOLA, c’è una certa so-
- promuovere le relazioni con agenzie
sca;
- fornire specifiche tecniche per gli at-
93
a livello nazionale e internazionale.
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Workshop dei gruppi di lavoro
_INTRODUZIONE
WORKSHOP DEI GRUPPI DI
LAVORO
PIPPO GIANONI
IUAV Venezia e Dionea SA Locarno
La costruzione di un processo territoriale complesso implica il coinvolgimento, il
confronto e la discussione tra i diversi attori, che operano, vivono e partecipano alla
costruzione del territorio. Cà Vendramin in quest’ottica può fungere da punto di intersezione e scambio fra le diverse conoscenze.
Si è scelto di attivare due piste di lavoro, condividendo la considerazione di Marina
Bertoncini “nel laboratorio territoriale deltizio istanze recenti sono impegnate nell’attivazione di logiche territorializzanti finalmente autocentrante, rifondando internamente il processo di costruzione del territorio. Le dinamiche autopropulsive (omissis)
muovono in quelle attività (alieutica soprattutto e attività legate al Parco), in grado
di assumere ruoli significativi e che potrebbero diventare trainanti anche rispetto ad
altri settori”.
Una prima riflessione allargata riguarda la pianificazione tramite il confronto tra i
diversi attori che operano nel Delta, facendo riferimento al Piano del Parco e alla presentazione dei risultati della Summer school dell’Università IUAV sul Delta, dal titolo
Costruire scenari per territori fragili.
Un secondo tema è legato alle attività produttive presenti nel Delta e alla loro compatibilità con l’aspetto della conservazione e tutela dei valori naturali.
Le discussioni nei gruppi di lavoro hanno permesso un confronto e la definizione
di una serie di proposte operative che potranno fungere da stimolo per il futuro, sia a
livello pianificatorio che progettuale e gestionale.
Figure 1,2,3:
workshop “Costruire
scenari per territori
fragili”: le attività
della Summer School
Delta del Po.
94
95
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Costruire scenari per territori fragili: risultati
della seconda edizione della scuola estiva
Delta del Po
_ATTI DEL CONVEGNO
COSTRUIRE SCENARI
PER TERRITORI FRAGILI:
RISULTATI DELLA SECONDA
EDIZIONE DELLA SCUOLA
ESTIVA DELTA DEL PO
In questo testo presentiamo i risul-
coglie riflessioni, indagini, comparazioni
tati della seconda edizione della Sum-
e scenari per il delta del Po, un territorio
MARIA CHIARA TOSI
Università IUAV di Venezia
mer School Delta del Po, attività svolta
fragile le cui caratteristiche, paradossi e
nell’ambito dell’Osservatorio sul terri-
dilemmi appartengono e sono condivisi
LORENZO CHELLERI
Universitat Autónoma de Barcelona
torio del delta del Po che quest’anno si
da molti altri territori deltizi. È per que-
è configurata come Erasmus Intensive
sta ragione che il lavoro prodotto viene
Program ed ha per questo beneficiato
presentato come sforzo interpretativo e
MATELDA REHO
Università IUAV di Venezia
THORSTEN SCHUETZE
Delft University of Technology
CATALIN SARBU
Universitatea de Arhitectura si Urbanism
“Ion Mincu” Bucuresti
anche di un finanziamento della Comu-
progettuale cui altri territori fragili pos-
nità Europea. La scuola estiva Delta del
sono utilmente attingere.
Po si occupa di alcuni importanti temi e
questioni che negli anni recenti hanno
Due ipotesi si situano sullo sfondo del
interessato questo territorio; fa ciò pro-
lavoro svolto. La prima ipotesi è che il
muovendo una riflessione plurale attra-
delta del Po non possa essere considera-
verso il coinvolgimento di gruppi di lavo-
to come un territorio, un oggetto fermo
ro trasversali alle diverse competenze
e risolto, bensì un fenomeno animato e
di pianificatori, architetti del paesaggio
dinamico, un coacervo di materiali com-
e designer della comunicazione. Per
posito ed in continuo cambiamento. Ciò
questo ha previsto il coinvolgimento di
si scontra con una questione assai rile-
studenti e docenti provenienti da diver-
vante: in questo territorio è difficile fare
se università europee: Universitat Autó-
esperienza del cambiamento se non in
noma de Barcelona (geografia e pianifi-
condizioni estreme, quando cioè la ma-
cazione territoriale); Delft University of
gnificenza dell’acqua si confronta con la
Technology (architettura del paesaggio
tragedia della devastazione. Ciò ha po-
e urbanistica); Universitatea de Arhitec-
sto le basi per la lenta costituzione di un
tura si Urbanism “Ion Mincu” Bucuresti
immaginario collettivo in cui instabilità,
(architettura del paesaggio e urbanisti-
insicurezza e depressione costituiscono
ca); nonché dall’Università IUAV di Vene-
le principali figure attraverso cui il terri-
zia (architettura del paesaggio, urbani-
torio e la sua popolazione si descrivono
stica, pianificazione territoriale, design
e raccontano, contemporaneamente ad
penetrare, ma allo stesso tempo è stata
si riesce a ricomporre e che forse costi-
del prodotto e della comunicazione).
un impulso insistente ed inesorabile ver-
anche l’occasione per far conoscere la
tuisce ancora oggi una delle principali
so condizioni di robustezza, sicurezza e
nostra attività, la presenza dell’Universi-
ragioni della conflittualità e della fatica
prosperità.
tà in questo territorio, di qualcuno che di
con cui in questo territorio ci si coagula
questo territorio si sta prendendo cura.
attorno ad alcune strategie non contra-
La scuola estiva si colloca all’interno
di un più ampio progetto di ricerca-azione definito dall’Osservatorio sul territo-
Questa prima considerazione ci ha
rio del delta del Po, un progetto quest’ul-
sollecitato a rintracciare le ragioni di
La seconda ipotesi riconosce nel delta
luppo indirizzati verso una medesima
timo nato da una collaborazione tra la
questo immaginario negativo, cercan-
del Po un territorio in cui nel tempo lun-
meta. Attraverso la comparazione delle
Fondazione della Cassa di Risparmio di
do di individuare i presupposti su cui si
go, attraverso successive stratificazioni,
fragilità che attraversano alcuni territori
Padova e Rovigo e l’Università IUAV di
basa l’agire della società locale, dei suoi
è stata forzata la distinzione tra diverse
deltizi in Europa e l’elaborazione di sce-
Venezia, ed il cui obbiettivo è di appro-
abitanti: imprenditori, giovani ed anzia-
logiche: acqua e terra, natura e cultura,
nari che suggeriscono concatenazioni di
fondire ed incrementare la conoscenza
ni, politici ed amministratori, tecnici e
fiume e insediamenti. Una distinzione
azioni talvolta inedite, ed assumendo la
che la società ha del proprio territorio
più in generale di chi in questo territorio
che spesso ha assunto la forma della
complementarietà e l’integrazione tra
per orientarne le trasformazioni, con
abita, lavora e trascorre la propria esi-
separazione tra gli attori, le specifiche
strategie di sviluppo, uso delle risorse,
l’ambizione di diventare il volano per
stenza. La discussione con gli abitanti
strategie di organizzazione, le economie,
attivazione di attori locali ed esterni
l’avvio di processi di rinnovamento cul-
ha costituito, come sempre accade, uno
i sentieri di sviluppo, i processi culturali
come principale finalità, abbiamo cer-
turale, sociale, economico e di valorizza-
strumento importante attraverso cui ap-
e sociali, le modalità di antropizzazione
cato di introdurre nel dibattito locale un
zione degli aspetti paesaggistici. Il lavoro
propriarsi di una conoscenza locale che
e infrastrutturazione del territorio.Una
punto di vista diverso, con l’ambizione di
svolto nell’ambito della scuola estiva rac-
diversamente sarebbe stato impossibile
tensione tra opposti che con difficoltà
porre le basi per una discussione capa-
96
stanti, attorno ad alcuni sentieri di svi-
97
Figura 1:
paesaggi di
parole.
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Costruire scenari per territori fragili: risultati
della seconda edizione della scuola estiva
Delta del Po
EROSION COAST LINE
DANUBE
ce di confrontarsi con una prospettiva al
venienti dai paesi dei delta analizzati. Il
subsidenza, processi di progressiva sa-
contempo radicata nel territorio, ma an-
lavoro predisposto dagli studenti da un
linizzazione, inondazioni/secche, orga-
che aperta a contaminazioni esterne.
lato sottolinea la grande diversità tra
nizzazione degli insediamenti e delle in-
territori: l’alto livello di urbanizzazione
frastrutture, protezione di aree naturali,
Tre sono i percorsi lungo i quali è sta-
del delta del Reno, l’uso prevalentemen-
distribuzione della popolazione e sue
ta indirizzata la ricerca durante la scuola
te agricolo o legato alle risorse idriche
dinamiche, organizzazione delle attività
estiva.
dei delta del Po e del fiume Ebro, il rela-
umane, sono i principali temi affrontati
tivo isolamento e il carattere di naturali-
nella costruzione dell’atlante e finaliz-
1. Comparazione tra i territori deltizi
tà predominante del delta del Danubio.
zati a letture trasversali utili ad immagi-
europei
Dall’altro lato il lavoro si è concentrato
nare nuove strategie di sviluppo soste-
sull’individuazione di problemi comuni
nibile attraverso cui provare a gestirne
L’attività di comparazione tra terri-
a territori fragili come quelli analizzati.
le fragilità intrinseche, con un maggiore
tori deltizi è stata considerata come il
I principali riguardano: la gestione della
legame ai valori propri di questi territo-
primo passo verso la realizzazione di
rete idrografica; la perdita del potenzia-
ri. Ognuno dei quattro delta con cui si
un Atlante dei delta europei. Per questo
le economico locale legata al rischio di
è iniziato a costruire l’Atlante presenta
motivo sono stati direttamente coin-
inondazioni, il processo di progressiva
specificità e differenze.
volti, oltre alle università, anche tecnici
salinizzazione, la scomparsa di habitat
appartenenti alle istituzioni di governo
naturali e alla perdita di biodiversità.
Il delta del Danubio risulta caratte-
dei territori deltizi posti a confronto,
Rischi a loro volta legati all’incremento
rizzato da una forte vocazione natura-
al fine di evidenziare temi e questioni,
delle temperature medie globali.
le in cui un debole sistema insediativo,
coast line trend
erosion
evolution lines
tendenza della linea costiera
erosione
linea d’evoluzione
EBRO
coast line trend
erosion
evolution lines
Sediments accumulation from Kilia branch and erosion in
the southern coasts. The Sulina jetty construction has
increased this dynamic.
tendenza della linea costiera
erosione
linea d’evoluzione
Due to decrese in water flow, upstream sediment trapping and
wind, the Ebro delta is not growing.
A causa della riduzione della portata, del trattenimento dei sedimenti
a monte e del vento, il Delta dell’Ebro non cresce.
Accumulo di sedimenti dal braccio di Kilia e erosione nelle
coste meridionali. La costruzione del molo di Sulina ha accentuato la dinamica.
scarsamente connesso ai principali poli
nonché progetti in atto. I materiali e le
informazioni raccolte sono stati elabo-
Il risultato prodotto restituisce una
attrattori della regione, pur mostrando
rati con l’obiettivo di restituire mappe di
panoramica di problemi sia specifici che
importanti potenzialità risulta investi-
sintesi, diagrammi, schemi descrittivi di
generali e fornisce alcuni spunti per un
to da deboli processi di sviluppo socio-
ogni singolo delta analizzato, ma soprat-
più ampio dibattito sullo sviluppo futuro
economico. Partendo dall’idea che que-
tutto per mettere a fuoco quell’insieme
del delta del Po. La costruzione dell’At-
sto insieme di aspetti siano fortemente
di temi capaci di delineare le specifiche
lante parte da un’ipotesi: che la natura
interconnessi gli uni agli altri, la bassa
caratteristiche che contraddistinguono
intrinsecamente instabile dei territori
accessibilità può essere interpretata in
questi territori (Figura 2).
deltizi li esponga più fortemente a rischi
differenti modi: può essere considerata
ambientali e antropici. La loro posizione
come un problema per le attività umane
L’Atlante propone uno sguardo ana-
geografica, la morfologia specifica, la
e i bisogni della società, ma anche come
litico sulle principali caratteristiche di
confluenza di processi antitetici, la loro
una condizione favorevole alla biodiver-
alcuni territori deltizi in Europa. La com-
evoluzione e il continuo dinamismo, li
sità. Questo risulta vero soprattutto se
parazione tra il delta del Po, del fiume
rende complessi e singolari, delicati e fa-
consideriamo che è l’unico delta al mon-
Ebro, del Reno e del Danubio, è finaliz-
cilmente compromettibili, alla costante
do dichiarato biosfera protetta.In questo
zata ad individuare problematiche co-
ricerca di equilibrio: talvolta essi risul-
contesto gli aspetti ambientali e quelli
muni, oltre che specifiche o particolari.
tano esposti assai più di altri territori al
umani dovrebbero relazionarsi e adat-
I criteri di analisi sono stati selezionati
rischio di un progressivo impoverimento
tarsi l’uno all’altro attraverso program-
tra quelli capaci di mettere in risalto al-
demografico, economico e civile.
mi di gestione strategica, come nel caso
PO
RHINE
della restituzione di terre al mare, della
cune importanti questioni di carattere
ecologico (principalmente collegate ai
Considerando la fragilità come una
rischi idraulici ed a cambiamenti clima-
condizione specifica di queste aree, si
tici), ma anche specifici problemi econo-
è cercato di rintracciare le relazioni tra
mici e sociali che investono tali territori.I
le strutture territoriali proprie di alcuni
dati sono stati raccolti a partire da studi
delta europei e le dinamiche comples-
di sintesi e informazioni fornite princi-
se determinate da questa condizione.
palmente da ricercatori e docenti pro-
Trasformazioni idrauliche, fenomeni di
98
coast line trend
erosion
evolution lines
Figura 2: atlante:
erosione della costa.
tendenza della linea costiera
erosione
linea d’evoluzione
coast line trend
erosion
evolution lines
tendenza della linea costiera
erosione
linea d’evoluzione
Due to decrese in water flow, upstream sediment trapping
and wind, the Po delta is not growing.
Erosion along the coast because of the sea current and the deficit of
sediments discharged by the Rhine.
A causa della riduzione della portata, del trattenimento dei
sedimenti a monte e del vento, il delta del Po non cresce.
Erosione lungo la costa a causa delle correnti marine e del deficit di
sedimenti portati dal Reno.
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Costruire scenari per territori fragili: risultati
della seconda edizione della scuola estiva
Delta del Po
riqualificazione del fiume e della rinatu-
ro territorio.Infine, il territorio del delta
le mappe elaborate differiscono note-
ralizzazione, con particolare attenzione
del Reno si caratterizza per la presenza
volmente le une dalle altre. Per la realiz-
ai valori paesaggistici.
di una quota consistente di popolazione
zazione delle mappe sono state raccolte
che vive in stretta relazione con il pro-
le informazioni necessarie attraverso
A differenza del delta del Danubio,
prio territorio e si è attrezzata nel tempo
numerose interviste e la messa a punto
quello dell’Ebro è un territorio che ri-
per contrastarne la fragilità intrinseca e
di un questionario, la cui compilazione
sulta investito da un più consistente
trarre vantaggio dalle risorse naturali.
è stata sovente accompagnata da conversazioni più approfondite, attraverso
processo di antropizzazione, finalizzato
a potenziare la capacità di produzione
Infine, il delta del Reno risulta essere
cui si è cercato di comprendere con più
agricola, ma che allo stesso tempo ha
oggi una delle aree più urbanizzate d’Eu-
precisione il punto di vista delle persone
prestato attenzione alle dinamiche natu-
ropa. Recentemente, questioni legate a
intervistate.
rali della biodiversità. Il tratto principale
qualità, quantità e accessibilità all’acqua,
del fiume che attraversa il delta è stato
sono state considerate sfide di primaria
Considerato il tempo limitato della
modificato per garantire una maggiore
importanza, amplificate dai rischi indotti
scuola estiva, si è deciso di basare le
produttività economica. Per mantenere
dai cambiamenti climatici. In questo spe-
indagini su un campione numericamen-
l’equilibrio ambientale tra natura, inse-
cifico territorio un nuovo equilibrio tra
te ristretto, ma sufficientemente etero-
diamenti umani e attività ricreative, è
attività umane e processi naturali risulta
geneo di abitanti dei comuni di Taglio
stato sviluppato un programma di ge-
indispensabile per immaginare uno svi-
di Po e di Porto Viro, punto di partenza
stione regionale capace di tenere insie-
luppo sostenibile del territorio.
per l’elaborazione di un insieme di “mappe di percezione” delle relazioni tra gli
me tutte le principali attività del delta. È
importante sottolineare il fatto che que-
2. Mappe di comunità
abitanti e il loro territorio. Nonostante
l’esiguità del campione, ci sembra che i
sto è l’unico caso tra i quattro delta stuL’obiettivo principale delle mappe di
risultati dell’indagine svolta restituisca-
comunità è stato quello di esplicitare la
no in modo significativo la percezione di
percezione che gli abitanti del delta del
alcuni fenomeni territoriali generalizza-
Il delta del Po si presenta come
Po hanno del proprio territorio. Le map-
bile ad una più ampia parte della comu-
un’ampia regione agricola supportata
pe evidenziano il modo in cui la comu-
nità locale (Figura 1).
da una capillare infrastruttura idraulica.
nità locale vede, percepisce, attribuisce
Il sistema delle acque esistenti è il risul-
valore al proprio territorio, inteso come
tato di un lungo e assai importante pro-
paesaggio, insieme di attività svolte,
cesso di antropizzazione del territorio.
deposito di memorie e trasformazioni
Uno dei compiti che la scuola estiva
Oggi, fenomeni come la subsidenza, la
future. La costruzione delle mappe è av-
si è proposta di trattare riguarda l’indi-
risalita del cuneo salino, la scarsità d’ac-
venuta secondo tre fasi principali.
viduazione delle risorse e criticità del
diati in cui funziona una cooperazione
attiva tra gli attori territoriali coinvolti.
3. Scenari
territorio del Delta del Po e la predispo-
qua e l’innalzamento del livello del mare,
rendono sempre più incerte le economie
In primo luogo è stato necessario
sizione di scenari per il loro utilizzo vir-
di questo territorio. L’acquacoltura e più
procedere all’identificazione e alla deli-
tuoso. Le attività svolte si sono confron-
in generale le attività legate all’acqua,
mitazione dell’ambito territoriale ogget-
tate innanzitutto con le “logiche di terra
sembrano essere alternative prometten-
to di indagine. Successivamente sono
e acqua” proprie di un territorio fragile e
ti, in grado di adattarsi all’emergere di
stati individuati gli strumenti più idonei
investito da importanti cambiamenti cli-
nuove instabilità. La centrale di Polesine
alla raccolta delle impressioni e dei rac-
matici. Considerando che questi caratte-
Camerini rappresenta un’altra minaccia
conti degli abitanti. Infine, si è discusso
per l’ambiente deltizio ma può anche
delle tecniche di rappresentazione più
essere vista come un’opportunità. L’ipo-
idonee alla restituzione grafica dei dati
tesi di una riconversione della centrale
raccolti. Infatti, la modalità di rappre-
esistente con l’impiego di tecnologie
sentazione delle informazioni raccolte è
innovative a basso impatto ambientale,
stata essa stessa oggetto di sperimen-
può guidare un rinnovamento dell’inte-
tazione e di ricerca. Per questo motivo
100
Figura 3: scenario:
usi del suolo previsti.
MASTERPLAN
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Costruire scenari per territori fragili: risultati
della seconda edizione della scuola estiva
Delta del Po
WATER SYSTEM
water purification
irrigation water
drained water
ri stanno producendo significativi effetti
a cambiamenti climatici). Lo scambio co-
sui luoghi e sui modi di abitare il Delta,
stante e la discussione intercorsa, anche
essi sono stati alla base della costruzio-
con gli altri gruppi di lavoro della Scuola
ne degli scenari. La domanda implicita
Estiva hanno contribuito ad una rifles-
è come il Delta potrebbe svilupparsi in
sione critica sulla costruzione degli sce-
futuro, dando forma a quali tipi di pae-
nari, così come alla loro messa a punto
saggio. Una questione questa che tiene
riguardo ad aspetti sociali, economici ed
sullo sfondo tre presupposti:
ecologici.
zione dei seguenti sistemi:
river water catcher
- strutture ecologiche e sistema
water storage basin
dell’acqua;
- infrastrutture viarie e sistema inse-
rain water storage basin
diativo.
L’indagine svolta ha evidenziato che,
come per la vicina Isola di Polesine Ca-
1. una crescente consapevolezza sui
Nel complesso, gli scenari costruiti
merini, gli effetti del cambiamento clima-
2. il rafforzamento del legame tra pa-
appaiono tra loro molto differenti. Cer-
tico, in particolare la risalita del cuneo
esaggio (aspetti ecologici ed economici)
cano di predisporre soluzioni diverse
salino e l’insufficienza irrigua, minaccia-
e qualità della vita delle persone che lo
per lo sviluppo futuro sostenibile, appli-
no le attività agricole che interessano la
abitano (aspetti sociali, culturali ed eco-
cabili ad altri luoghi del Delta similmen-
gran parte dell’isola.
nomici);
te fragili. I lavori conclusivi potrebbero
temi dei cambiamenti climatici;
water pump
Si è per questo proceduto all’osserva-
3. pianificazione partecipata, pro-
suscitare il dissenso della popolazione
Una porzione del territorio è stata re-
grammazione delle trasformazioni e
locale, degli amministratori e degli sta-
centemente oggetto di un progetto pilo-
strategie di intervento basate sul coin-
keholders. Potrebbero essere giudica-
ta al quale hanno collaborato il Consorzio
volgimento della popolazione locale e
ti drastici o non realistici. Potrebbero
di Bonifica Delta del Po e l’ente regiona-
azioni di comunicazione.
confliggere con immagini consolidate
le per l’agricoltura, Veneto Agricoltura.
del territorio così come con la presente
Il progetto di rinaturazione nominato
Gli studenti hanno lavorato alla co-
struttura amministrativa, di gestione ed
Oasi di Ca’ Mello insiste sull’antico sedi-
struzione di scenari per lo sviluppo so-
istituzionale. Ciò nonostante vorrebbero
me di un ramo del fiume Po. Una serie
stenibile dell’isola di Polesine Camerini
suggerire a chi guida le trasformazioni
di dispositivi consentono la depurazione
e dell’isola della Donzella. In partenza
di agire tempestivamente per affronta-
delle acque di drenaggio delle coltivazio-
ci si è basati sulla così detta S.W.O.T.
re gli effetti dell’innalzamento del livello
ni ricche in nutrienti. Le acque drenate
Analysis per individuare punti di forza
del mare, dei cambiamenti climatici ed
attraversano le aree umide disposte lun-
e debolezze, opportunità e rischi delle
economici.
go il corridoio ecologico dell’oasi e dopo
ed rain water
drain
dra
ined salty wat
er
la depurazione l’acqua in uscita viene
aree in indagate. Le informazioni sono
state raccolte a partire da escursioni,
Di seguito illustriamo uno dei due
mappe, testi e dati, nonché attraver-
scenari, quello per l’Isola della Donzel-
so lezioni e discussioni con gli abitanti,
la, definito “Corridoi Verdi”. L’Isola della
esperti e stakeholders, (tra i quali i rap-
Donzella presenta una forma ad ‘U’ rove-
Le principali potenzialità per l’ela-
presentanti di associazioni di categoria
sciata, ed è circondata su tre lati da cor-
borazione di una strategia di lungo ter-
e gli amministratori locali). Gli scenari
si d’acqua, due dei quali rami del fiume
mine sono state individuate anche tra i
propongono una prospettiva futura ba-
Po. A sud accoglie l’estesa laguna della
caratteri del paesaggio agrario, i siti di
sata sulle specifiche caratteristiche dei
Sacca degli Scardovari, area ad eleva-
valore storico e sociale, nonchè nei ca-
luoghi indagati.
ta biodiversità e adatta all’allevamen-
ratteri fisici e strategici del progetto pi-
to di molluschi mentre le terre emerse
lota Oasi di Ca’ Mello. Strutture fisiche
e strategie che sottendono al progetto
L’intento è stato quello di far leva sui
dell’isola sono interamente coltivate. Usi
punti di forza, sulle opportunità e sulle
del suolo, ciclo dell’acqua e relative in-
caratteristiche endogene di ogni area,
frastrutture, strade ed aree ad elevata
di utilizzare in modo virtuoso le attua-
naturalità (queste ultime parte del Parco
li fragilità del territorio e quelle future
Regionale del Delta del Po), costituisco-
(debolezze e minacce, come ad esem-
no gli elementi a partire dai quali è stata
pio l’innalzamento del livello del mare,
sviluppata una riflessione critica circa il
l’avanzamento del cuneo salino o dovute
futuro sostenibile dell’isola.
102
parzialmente stoccata allo scopo di essere riutilizzata a fini irrigui.
Figura 4: scenario:
sistema di gestione
dell’acqua.
clay impermeabilization
river
water purification system
water storage
irrigation and drainage system
sea
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Costruire scenari per territori fragili: risultati
della seconda edizione della scuola estiva
Delta del Po
TIMELINE
2013_european founds for biofarm
road
water purification
biofarm agricolture
pilota Oasi di Ca’ Mello, insieme ai carat-
Durante l’anno l’acqua di pioggia drena-
terno della quale si sono svolte le atti-
teri del paesaggio agrario ed ai diversi
ta dai campi e le acque dolci derivate a
vità della scuola estiva ha fatto si che
siti di valore storico e sociale, sono i
monte dai corsi d’acqua vengono trat-
ci si potesse spingere ad immaginare la
principali elementi sui quali si è provato
tenute, purificate e stoccate. Come nel
ricomposizione e mediazione di logiche
a costruire una strategia forte e di lun-
caso dell’Oasi di Ca’ Mello l’intrusione
apparentemente irriducibili l’una all’al-
go termine.Il design concept ispirandosi
di acqua salata è notevolmente ridotta.
tra. Ci sembra legittimo a questo punto
a questi caratteri propone la reiterazione
L’acqua stoccata è in grado di coprire le
chiederci quali prospettive si aprono alla
dell’infrastruttura ecologica di Ca’ Mello
esigenze irrigue delle attività presenti
ricerca ed alla sperimentazione proget-
nel territorio per rinforzarne infrastruttu-
nell’isola. Le aree umide fornendo nuovi
tuale svolte a stretto contatto con speci-
re fisiche e sociali e indirizzare lo sviluppo
habitat per flora e fauna incrementano
fici territori, alle attività che vedono im-
dell’area verso una configurazione territo-
la biodiversità. I nuovi corridoi ecologici
pegnata l’Università fianco a fianco con il
riale sostenibile. La strategia intende dare
sono le infrastrutture multifunzionali del
territorio nel contribuire a ri-orientarne i
risposta alle seguenti problematiche:
paesaggio sulle quali si appoggia fruizio-
processi di costruzione e trasformazione.
- salinizzazione del suolo e delle ac-
- Insufficiente competitività di agricoltura e turismo.
3. Il nuovo ambiente consente una
vità sul territorio del delta del Po ci sem-
gestione più sostenibile dell’acqua e in-
bra di poter dire che la presenza dell’Uni-
sieme la riqualificazione del territorio. I
versità in questo territorio ha assunto un
corridoi verdi supportano l’avvio di nuo-
ruolo meno occasionale e più struttura-
Il processo di trasformazione territo-
ve attività di ecoturismo e bioagricol-
to. L’ambizione, che ci ha sostenuto fin
tura. Alternativa all’attuale agricoltura
dall’inizio, è che l’occorrenza di un’effet-
possibili, al fine di ridurre il fenomeno
estensiva, l’agricoltura biologica intro-
tiva integrazione, convergenza e scambio
della salinizzazione dell’acqua dolce ed
duce produzioni compatibili con le con-
tra differenti soggetti e saperi, nei quali
i suoi effetti sulle attività dell’area. Il
dizioni del suolo, contemporaneamente
forte sia il coinvolgimento della società
nuovo sistema può supportare attività
diminuisce il contenuto di nutrienti del
locale, portatrice di immaginari, di spe-
economiche alternative all’agricoltura
suolo.
cifici punti di vista e criteri di valutazio-
4. In caso di considerevole innalza-
uno strumento privilegiato di intervento
mento del livello del mare e di aumento
sul territorio; uno strumento che a buon
dell’intrusione dell’acqua salata, le parti
diritto può partecipare attivamente nello
più a sud dell’Isola della Donzella sono
sforzo collettivo di far intraprendere a
1. Attualmente il territorio subisce gli
allagate rimuovendo gli argini a mare.
questo, come ad altri territori, un diverso
effetti della salinizzazione. Nel proget-
Le terre basse invase dall’acqua salata
sentiero di sviluppo. L’interesse e la cu-
to pilota Oasi di Ca’ Mello l’acqua trat-
si rendono disponibili alla coltivazione
riosità riservata alle attività in cui sin qui
tenuta, purificata e stoccata esercita
delle cozze e delle vongole, attività che
ci siamo impegnati ci fa ben sperare nel
pressione sull’acqua salata riducendone
risulta oggi essere assai più redditizia
sostegno che le comunità locali stanno
la risalita. L’acqua purificata è parzial-
dell’agricoltura. La formazione di nuo-
dando e vorranno darci in futuro consen-
mente riutilizzata a fini irrigui. Il sistema
ve lagune adatte alla molluschicoltura
tendo a questa esperienza di continuare
dell’oasi potrebbe essere replicato su
richiede in ogni caso la depurazione dei
nel suo lavoro e contribuire a immagina-
larga scala per questo è assunto quale
suoli prima oggetto delle attività agri-
re il futuro di questo territorio.
prototipo per lo sviluppo dello scenario.
cole. L’agricoltura organica, proposta
nella fase precedente, contribuisce allo
2. Altre aree umide sul modello di
canal for water rechange
hunting zone
land property
extreme increase of salinity and sea level
multifunctional park /
new land to live and cultivate
ne, contribuisca a fare degli osservatori
estensiva.
seguenti:
multifunctional park
A un anno e mezzo dall’avvio dell’atti-
riale ipotizzato prevede alcuni interventi
Le principali azioni previste sono le
first increase of salinity and sea level
ne e sviluppo del territorio.
que superficiali;
- eustatismo marino;
land property
scopo.
Ca’ Mello potrebbero essere replicate
nell’isola. Viene proposto un sistema di
Come abbiamo cercato di mostrare,
aree umide che utilizza argini e canali
la condizione privilegiata e in qualche
esistenti a formare nuovi corridoi verdi.
modo intellettualmente protetta all’in-
104
Figura 5: scenario:
fasi realizzative.
dredged material
land property
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Conservazione ed attività produttive nel
delta del Po
_ATTI DEL CONVEGNO
CONSERVAZIONE ED
ATTIVITÀ PRODUTTIVE NEL
DELTA DEL PO
REMIGIO ROSSI
Università di Ferrara
Premessa
aree protette. L’inserimento delle lagune
Le produzioni devono qualificarsi
coltura ecocompatibile). Essenziale è il
depurazione basato su processi ecolo-
in un’area protetta, e la contemporanea
non solo con un occhio al prodotto, ma
raccordo con le strutture tecniche dei
gici è la tecnologia dimostratasi adatta
Questo documento è stato prepara-
presenza di attività turistico–naturalisti-
anche ai processi produttivi (tipologia
Consorzi di bonifica per la regimazione
a rimuovere inquinanti dispersi a bassa
to nell’ambito del primo Convegno in-
che, di pesca ed acquacoltura e di caccia
dell’azienda, fattori umani ed ambientali
dei suoli e della bonifica, la funzionalità
concentrazione. Il lagunaggio delle ac-
ternazionale sulle lagune tenutosi a Cà
possono apparire in contrapposizione e
che la compongono, sistemi gestionali
del sistema idrico superficiale (canali e
que potrebbe interessare una superficie
Vendramin dal 1 al 3 ottobre 2009, come
creare dei conflitti apparenti sulla desti-
finalizzati alla qualità, ecc.). La nuova
foci) e la gestione delle infrastrutture di
importante e restituire acque depurate
conclusione e sintesi del Workshop “Usi
nazione d’uso. Il migliore uso consiste
azienda deve badare all’ambiente, cu-
bonifica;
destinate ad una produzione certificata
compatibili in ambiente lagunare”, coor-
invece nel garantire la sopravvivenza
rando il paesaggio con azioni di rinatura-
dinato dai Proff. Remigio Rossi e Luigi
dell’ambiente e delle risorse attraverso
lizzazione, piantumazione, realizzazione
- predisposizione di interventi sul
D’Alpaos, cui hanno partecipato con con-
l’uso multiplo delle stesse. La sfida per
di aree di lagunaggio. In questo modo
fronte della offerta di prodotti di qualità
tributi, il Presidente del Consorzio Pesca-
la attuazione di modelli di sviluppo so-
l’azienda offre “servizi ambientali” di in-
(ipotesi del marchio di qualità “Parco del
Progetto generale recupero qualità
tori di Scardovari, Giovanni Colacicco,
stenibile richiede nuove forme di utilizzo
teresse collettivo che la collettività può
Delta”) con campagne di informazione
ambientale: la vegetazione
un rappresentante del mondo venatorio,
delle risorse ambientali che si basino su
riconoscere, legittimando quindi il so-
ed educazione alimentare, per garantire
Lorenzo Carnacina, un rappresentante
un nuovo rapporto tra impresa ed am-
stegno pubblico alle imprese. La qualità
uno sbocco sui mercati che sia riconosci-
delle attività turistiche, Pierfrancesco
biente.
del contesto territoriale può consentire
bile, diffuso e remunerativo;
Parco Regionale del Veneto.
mitata presenza di vegetazione, elemen-
importante funzione azione sul fron-
- a fronte di ogni proposta di inter-
to già di per sé utile a mantenere una
biente con impostazione protezionisti-
te del marketing. I compiti di difesa del
vento considerare le strette relazioni
elevata biodiversità. Restano da definire
ca di prima generazione e gli operatori
territorio e quelli produttivi non devono
che intercorrono tra ambiente acquati-
più compiutamente altri progetti, che di
seguito si indicano:
Il documento individua alcuni obiettivi
economici orientati esclusivamente al
più essere in contrasto, ma le imprese e
co ed ambiente terrestre. I confini degli
profitto della propria impresa, senza
le attività del territorio acquisiscono un
interventi spesso riguardano più Comu-
raggiungimento: ove condivisi dall’Am-
considerare il “mondo esterno”, devo-
ruolo più ampio e strategico per garan-
ni, ed alla luce della normativa vigente
ministrazione, dovrebbero formare il
no trovare posizioni equilibrate per so-
tire la conservazione, la qualificazione
dovrebbero essere oggetto di interventi
riferimento per la selezione dei criteri
pravvivere armonicamente. Si tratta di
complessiva e l’economia.
i comprensori o bacini idraulicamente
e delle priorità di intervento e costituire
abbandonare scenari del passato come
anche la base per la predisposizione di
esclusivo modello di riferimento, e di va-
Alcune linee strategiche per
specifici progetti operativi.
lorizzare al massimo ciò che del passato
identificare una politica per gli
rimane: si tratta, in sintesi, di inventare il
ambienti del Delta:
futuro come alcuni programmi comunitari auspicano.
Storicamente, l’attività principale che
- progetto generale conservazione
affidata ai privati;
- progetto Governance del Delta e
delle sue lagune.
collegati.
- partecipazione attiva da parte delle
Iniziative produttive compatibili
Progetti generali
(per ora un semplice elenco)
Progetto generale regimazione
Reddito da Vallicoltura tradizionale.
idraulica
Reddito da pesca.
Imprese nella leadership delle politiche
ha consentito la conservazione degli am-
Il senso di degrado di molti dei bacini
Le parti schierate a difesa dell’am-
e suggerisce linee strategiche per il loro
Linee guida alla base del
documento
volta raggiunti gli standard necessari.
deriva anche dalla mancanza o dalla li-
la creazione di “marchi”, assumendo una
Macola, un vallicoltore, Giuseppe Penzo
e Marco Gottardi in rappresentanza del
per il consumo ed all’ecoturismo, una
Reddito da Venericoltura.
Un nuovo concetto di ambiente e
ambientali, con la promozione di una
La vita delle lagune è innanzi tutto
produzione
mentalità imprenditoriale disposta ad
un problema di circolazione idraulica.
ralistico.
operare in una logica di produzione eco-
Il Consorzio di Bonifica è lo strumento
Reddito da attività venatoria.
logicamente compatibile;
per la predisposizione di un progetto
bienti salmastri italiani e mediterranei in
Reddito da Turismo e da Turismo natu-
generale è stata la gestione della attività
La linea delle nuove politiche comu-
di pesca: i gestori delle attività produtti-
nitarie implica una nuova concezione
generale di riassetto idraulico, che deve
Il Laboratorio internazionale delta e
ve, attraverso interventi per il controllo
dell’ambiente. Il settore produzione deve
- destinazione di parte del territorio
riguardare le foci, i canali di ogni tipo, le
lagune Cà Vendramin è lo strumento per
degli immissari, dei canali di marea, dei
far propri i concetti di qualità totale e di
al lagunaggio, visto come strumento di
arginature, le infrastrutture di servizio
l’approfondimento dei temi sopra indi-
fondali, della circolazione interna nel
lotta allo sfruttamento intensivo delle ri-
miglioramento della qualità dell’acqua;
(chiaviche, sifoni, eventuali punti di spin-
cati.
suo complesso, hanno, nel corso dei se-
sorse naturali. Le risorse locali sono co-
coli, contribuito alla vivificazione ed alla
stituite anche dalla cultura e dalla quali-
- incremento della copertura vege-
conservazione delle lagune costiere, sia
tà della formazione degli abitanti, dalla
tale destinata a funzioni di tipo diverso
pure con il fine prioritario di ottimizzar-
loro capacità produttiva e dalla qualità
(ecologico, produttivo, ricreativo);
ne le produzioni. Il recente sviluppo di
del territorio: proprio queste risorse de-
politiche finalizzate alla conservazione
vono costituire il vantaggio competitivo
- avvio di azioni organiche ed integra-
ha portato, in ambito comunitario, alla
delle attività economiche locali, identifi-
te con il livello di interventi urbanistici e
Con riferimento alla Water Fra-
creazione, in molti ambienti lagunari, di
cando nicchie di mercato in cui inserirsi.
territoriali (interventi idraulici ed agri-
mework directive, il sistema naturale di
106
ta) sia per l’acqua dolce che per quella
marina.
Progetto generale recupero della
qualità dell’acqua e dei sedimenti
107
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Sintesi e risultati
SINTESI E RISULTATI
PIPPO GIANONI
IUAV Venezia e Dionea SA Locarno
REMIGIO ROSSI
Università di Ferrara
Il tema della gestione delle lagune è stato sviluppato negli ultimi quindici anni con
un approccio prevalentemente tecnico a favore di interventi di vivificazione volti a
tifica con la realtà locale, anche attraverso la partecipazione degli attori locali verso
nuovi modelli di sviluppo;
risolvere i problemi produttivi e ambientali presenti in questi ecosistemi. I lavori realizzati in questi decenni hanno prodotto risultati positivi e la situazione attuale delle
lagune è migliorata sia dal punto di vista ambientale che produttivo.
- utilizzare la ricerca scientifica come fattore di crescita, dando alle università un
ruolo primario nel territorio, identificando quei settori in cui è possibile, per cultura,
premesse geografiche, esperienze e know-how esistente, posizionarsi in modo chiaro
La questione ambientale è diventata oggi un elemento prevalente nella pianifica-
e privilegiato nella rete dei delta europea e mondiale;
zione degli interventi, considerato che una laguna in buono stato di conservazione è in
grado di rispondere in modo migliore alle diverse aspettative ecologiche, economiche
- ridurre la frammentazione a livello programmatico e gestionale, favorendo un ta-
e sociali. Nuove logiche e nuovi strumenti sono dunque necessari per poter affrontare
volo di condivisione tra i diversi enti pianificanti e competenti per la gestione delle
il tema della gestione e valorizzazione delle acque di transizione in quanto sistemi
aree, anche attraverso nuovi strumenti quali per esempio i Contratti di fiume;
fragili, dinamici e in continua evoluzione.
- valorizzare il partenariato tra pubblico e privato, tramite lo sviluppo di iniziative
In quest’ottica appare irrinunciabile avviare processi verso una visione condivisa
comuni e la formazione continua di tutti gli operatori presenti nel Delta;
tra pianificazione del territorio e gestione attiva delle lagune, tra tutela dell’ambiente e
sviluppo economico, tra valorizzazioni produttive e valorizzazioni turistico-ricreative.
Bisogna accompagnare i processi evolutivi con nuovi paradigmi, quali:
- favorire approcci flessibili nell’ambito della progettazione e della gestione, capaci
di adattarsi alle continue modifiche climatiche, ecosistemiche, economiche e sociali;
- partecipare attivamente ai network sui delta e lagune al fine di avere scambi di
esperienze e conoscenze;
- interpretare il territorio come un laboratorio dove l’innovazione e la sperimentazione possono trovare spazio a sostengo di una crescita qualitativa.
- privilegiare progetti e studi multidisciplinari, favorendo l’integrazione tra inge-
La Fondazione Cà Vendramin può dare un concreto aiuto alla crescita di questi
gneria, scienze naturali, aspetti sociali, valutazioni economiche per generare concetti
obiettivi in qualità di punto di incontro tra i diversi attori ed enti del territorio, favoren-
gestionali degli spazi d’acqua integrati, transdisciplinari che integrano la realtà scien-
do un forum aperto di discussione e proposte, sull’esempio di altri modelli europei.
Analisi riguardo
la sostenibilità
ambientale e lo
sviluppo del turismo
integrato. Proposte
provenienti dal
workshop “Costruire
scenari per territori
fragili“.
Ipotesi per attività
ricreative da
sviluppare nel delta
del Po. Proposte
provenienti dal
workshop “Costruire
scenari per territori
fragili“.
108
109
Quaderni Ca’ Vendramin
Numero 1 - 2010
Il progetto di formazione per i pescatori
IL PROGETTO DI FORMAZIONE
PER I PESCATORI
REMIGIO ROSSI
Università di Ferrara
Lo sviluppo e il miglioramento di ogni settore produttivo passano obbligatoriamen-
che costituiscano una base per successivi ed auspicabili approfondimenti. Il filo condut-
te attraverso continui apporti ed aggiornamenti conoscitivi che riguardano innovazio-
tore che lega tutti gli altri è quello dello sviluppo di una molluschicoltura responsabile
ni tecnologiche, tendenze ed evoluzione dei mercati ed i cambiamenti normativi. Nel
ed ecosostenibile, specificatamente calzata nella peculiare realtà polesana che, ele-
Delta, la particolare collocazione degli allevamenti vicino alle foci del Po non impegna
mento certamente da non dimenticare, si colloca nel cuore del Parco del Delta del Po.
il molluschicoltore solo al controllo dei requisiti igienico-sanitari, ma impone una particolare attenzione alla conservazione dell’ambiente.
Lo svolgimento del corso prevede dieci incontri formativi monotematici di tre ore
ciascuno, programmati in modo da non interferire con le esigenze lavorative dei par-
Il mondo produttivo della molluschicoltura, al pari degli altri, si confronta con diffi-
tecipanti, il cui numero sarà di 20-25 per edizione. Gli incontri avranno luogo nel tardo
coltà ed emergenze continue: la figura del “raccoglitore di vongole” di una volta non
pomeriggio, indicativamente dalle diciassette alle venti, presso l’attrezzata sede della
è più in grado di sostenere questa sfida, ed allora, per la valorizzazione di produzioni
Fondazione Ca’ Vendramin, nell’omonima località.
di qualità deve nascere e consolidarsi una nuova figura, quella del “vero allevatore di
vongole”. Dei crescenti impegni verso l’ambiente si è detto, ma servono anche nuove
Più nello specifico, dopo un primo incontro introduttivo, in cui saranno presenta-
competenze, relative alla commercializzazione e promozione del prodotto, ed agli ade-
te le finalità e le modalità di svolgimento del corso, con la consegna del materiale
guamenti normativi. Oggi non basta più essere solamente un buon allevatore, ma bi-
didattico a ciascun partecipante, i successivi affronteranno le seguenti tematiche: la
sogna essere capaci di mantenere un continuo e costruttivo rapporto con gli altri alle-
geomorfologia dei delta, con particolare riferimento alle modalità di formazione e evo-
vatori e con le istituzioni e la pubblica amministrazione. La molluschicoltura moderna
luzione del territorio del delta del Po; l’ecologia delle lagune; la biologia dei bivalvi
è divenuta una materia complessa che richiede conoscenze e continui aggiornamenti
in relazione alla molluschicoltura; gli interventi di riassetto idraulico per vivificare le
di natura multidisciplinare.
lagune del delta del Po; il riconoscimento ed l’importanza economica dei molluschi;
il marketing e la modernizzazione nella commercializzazione del prodotto ittico; i prin-
Nell’ambito delle iniziative tese a fornire agli allevatori polesani gli strumenti ne-
cipali aspetti sanitari inerenti la molluschicoltura; alcuni aspetti inerenti la demanialità
cessari per raggiungere tali obiettivi, risulta particolarmente rilevante l’attivazione da
nelle in aree deltizie e, da ultimo ma non certo in ordine di importanza, le nuove pro-
parte della Fondazione Cà Vendramin di un corso di formazione professionale, destina-
spettive per la diversificazione del comparto della molluschicoltura.
to inizialmente ai molluschicoltori operanti nell’area del Delta del Po. Il corso, intitolato
Pescatori di vongole
su imbarcazioni
dotate di “rasca
corta” e “rasche
“Gestione integrata della molluschicoltura”, fornirà contributi diversificati che vanno
Le tematiche oggetto di ciascun incontro saranno affidate ad esperti del settore di
dagli aspetti biologici, ecologici, zootecnici, a quelli economici, sociali, giuridici e di
riconosciuta fama in ambito nazionale, gli stessi che hanno curato la stesura dei conte-
sicurezza alimentare. Il corso è stato progettato come “collage” organico di contributi
nuti di tutto il materiale didattico prodotto specificatamente per questo corso.
lunghe”. Tali
attrezzi possono
oggi considerarsi in
disuso.
Tramonto in laguna
di Barbamarco.
110
Capanno di
lavorazione delle
cozze nella Sacca
degli Scardovari.
111
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QUADERNI CA’ VENDRAMIN
Editore:
Fondazione Ca’ Vendramin
Periodico del Laboratorio internazionale delta e lagune Ca’ Vendramin
via Veneto, 38 45019 Taglio di Po (Rovigo) - Tel./Fax +39 0426 81219
Numero 1 - novembre 2010
Comitato Scientifico:
Prof. Luigi D’Alpaos, Università di Padova
Prof. Francesco Donati, Università di Udine
Prof. Pierfrancesco Ghetti, Università Ca‘ Foscari di Venezia
Prof. Pippo Gianoni, Università IUAV di Venezia
Prof. Remigio Rossi, Università di Ferrara
Ing. Lino Tosini, direttore Fondazione Ca’ Vendramin
Ing. Giancarlo Mantovani, direttore Consorzio di Bonifica Delta del Po
Produzione del volume e progetto collana:
Deltaplanning Srl
Redazione:
Comitato Scientifico, Maria Saccon, Michela Casagrande
Progetto grafico e impaginazione:
Dasler comunicazione
Coordinamento:
Maria Saccon
Traduzioni:
Stephen Trollip (eccetto pagine 6-7, 40-45, 70-75, 86-93)
Stampa:
Tipografia Papergraf Spa
Contributi testuali:
Fabrizio Ferro, Lino Tosini, Anna Maria Martucelli, Bruno Mattichio,
Giancarlo Mantovani, Sergio Grego, Graziano Paulon, Giovanni Cecconi,
Silvano Bencivelli, Paolo Breber, Lucrezia Cilenti, Tommaso Scirocco,
Antonietta Specchiulli, Oliviero Uras, Michele Cicuttini, Umberto Simeoni,
Luis Berga, Inma Juan Franch, Henry Cator, Andrea Behar, Massimo Sarti,
Pippo Gianoni, Matelda Reho, Maria Chiara Tosi, Remigio Rossi.
Contributi fotografici:
Archivio TE.MA Progetti
Bruno Matticchio
Mariano Cebolla
Sebastià Abraham
Consorzio di Bonifica Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento
Consorzio Venezia Nuova
Provincia di Ferrara , U.O.P.C. Acque Costiere ed Economia Ittica
CNR - ISMAR (Lesina - Foggia)
Consorzio di Bonifica dell’Oristanese
Cert no. XXX-XXX-XXXX
Consorzio di Bonifica Bassa Friulana
Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Ferrara
Parc Natural del Delta de l’Ebre
© 2010 Fondazione Ca‘ Vendramin.
Facultad de Arquitectura, Diseño y Urbanismo, Universidad de Buenos Aires
Tutti i diritti riservati: nessuna parte di questa pubblicazione può essere
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Summer School Delta del Po
mezzo, senza autorizzazione scritta dell’editore.
Studio Tepco
Michela Casagrande
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QUADERNI CA’VENDRAMIN
NUMERO
PERIODICO DEL LABORATORIO INTERNAZIONALE DELTA E LAGUNE
ATTI DEL CONVEGNO
INTERNAZIONALE
SULLE LAGUNE
INTERVENTI DI
VIVIFICAZIONE E
CONSERVAZIONE NELLE
LAGUNE: LE ESPERIENZE
ITALIANE
LAGUNE STRANIERE E
DELTA: LA SITUAZIONE,
I PROBLEMI, LE SOLUZIONI
RISULTATI DELLA SCUOLA
ESTIVA DELTA DEL PO
QUADERNI CA’ VENDRAMIN
SINTESI E RISULTATI
DEI WORKSHOP
NOVEMBRE - 2010
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NUMERO
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