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quaderno 1 - Lagune Delta Po
1 QUADERNI CA’VENDRAMIN NUMERO PERIODICO DEL LABORATORIO INTERNAZIONALE DELTA E LAGUNE ATTI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE SULLE LAGUNE INTERVENTI DI VIVIFICAZIONE E CONSERVAZIONE NELLE LAGUNE: LE ESPERIENZE ITALIANE LAGUNE STRANIERE E DELTA: LA SITUAZIONE, I PROBLEMI, LE SOLUZIONI RISULTATI DELLA SCUOLA ESTIVA DELTA DEL PO QUADERNI CA’ VENDRAMIN SINTESI E RISULTATI DEI WORKSHOP NOVEMBRE - 2010 1 NUMERO QUADERNI CA’ VENDRAMIN NUMERO 1 3 Presentazione PREFAZIONE di Fabrizio Ferro 4 LA FONDAZIONE CA’ VENDRAMIN di Lino Tosini 6 CONVEGNO INTERNAZIONALE SULLE LAGUNE a cura del Comitato Scientifico Studi e ricerche 8 MAPPA DEI DELTA E DELLE LAGUNE PRESENTATI AL CONVEGNO 10 INTERVENTI DI VIVIFICAZIONE E CONSERVAZIONE NELLE LAGUNE: LE ESPERIENZE ITALIANE INTRODUZIONE di Anna Maria Martucelli 14 LAGUNE DEL DELTA DEL PO di Bruno Matticchio e Giancarlo Mantovani 24 LAGUNA DI CAORLE di Sergio Grego e Graziano Paulon 28 LAGUNA DI VENEZIA di Giovanni Cecconi 34 SACCA DI GORO di Silvano Bencivelli 40 LAGUNA DI LESINA di Paolo Breber, Lucrezia Cilenti, Tommaso Scirocco e Antonietta Specchiulli 46 STAGNI DI S’ENA ARRUBIA E CABRAS di Oliviero Uras 52 LAGUNA DI MARANO E GRADO di Michele Cicuttini 60 EVOLUZIONE E CRITICITÀ DELLA COSTA NAZIONALE di Umberto Simeoni 1 QUADERNI CA’ VENDRAMIN NUMERO 1 64 PREFAZIONE LAGUNE STRANIERE E DELTA: LA SITUAZIONE, I PROBLEMI, LE SOLUZIONI Studi e ricerche FABRIZIO FERRO Presidente della Fondazione Ca’ Vendramin Dopo la pubblicazione “sperimentale” del Numero 0 dei Quaderni Ca’ Vendramin, che ha trovato numerosi e qualificati riscontri positivi, è con particolare soddisfazione che presento il Numero 1 di quella che mi auguro possa diventare una collana edito- INTRODUZIONE di Luis Berga riale, a carattere scientifico-culturale, della Fondazione Ca’ Vendramin e in particolare 66 LAGUNE DEL DELTA DELL’EBRO del suo Laboratorio internazionale delta e lagune. La ritengo un’attività editoriale di di Inma Juan Franch grande importanza perchè rappresenta un’occasione di scambio delle migliori esperienze a livello nazionale ed internazionale per sviluppare le conoscenze scientifiche 70 sulla gestione delle lagune e dei delta. NORFOLK BROADS di Henry Cator È un’ulteriore possibilità di arricchimento tecnico e culturale anche per il personale 76 SITUAZIONE ATTUALE E PROBLEMI DEL DELTA DEL PARANÁ addetto dei Consorzi di bonifica del Veneto, il Delta del Po e il Veneto Orientale, a cui la di Andrea Behar Regione del Veneto ha affidato la gestione dei bacini vallivo-lagunari, attività ritenuta essenziale per il mantenimento del loro equilibrio idraulico ambientale e per i connessi 86 IL PROGETTO IMOLA: UN TENTATIVO DI PIANO DI GESTIONE INTEGRATA aspetti economico sociali del territorio di competenza, anche dalla recente legge re- DELLA LAGUNA DI TAM GIANG-CAU HAI gionale di riordino della bonifica n. 12/2009. di Massimo Sarti In questo numero sono riportati i contributi dei relatori al Convegno internazionale 94 WORKSHOP DEI GRUPPI DI LAVORO sulle lagune tenutosi al Museo Regionale della Bonifica Ca’ Vendramin l’1, 2 e 3 ottobre INTRODUZIONE di Pippo Gianoni dello scorso anno. Si tratta in sostanza degli “atti del Convegno” costituiti da relazioni tenutesi nei giorni sopracitati, suddivise fra esperienze italiane ed esperienze stra- 96 COSTRUIRE SCENARI PER TERRITORI FRAGILI: RISULTATI DELLA SECONDA niere nella gestione delle lagune, delle zone umide costiere e sulle problematiche dei EDIZIONE DELLA SCUOLA ESTIVA DELTA DEL PO delta in genere. di Matelda Reho e Maria Chiara Tosi Colgo l’occasione per ringraziare i relatori per la disponibilità e per il contributo 106 CONSERVAZIONE ED ATTIVITÀ PRODUTTIVE NEL DELTA DEL PO altamente qualificato che fa di questo Numero 1 dei Quaderni Ca’ Vendramin, una rac- di Remigio Rossi colta conoscitiva e scientifica insostituibile per la vastità dei temi trattati e per l’ampio orizzonte geografico interessato. 108 SINTESI E RISULTATI di Pippo Gianoni e Remigio Rossi 110 IL PROGETTO DI FORMAZIONE PER I PESCATORI Attività del Laboratorio di Remigio Rossi 2 3 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 La Fondazione Ca’ Vendramin LA FONDAZIONE CA’ VENDRAMIN LINO TOSINI Direttore della Fondazione Ca’ Vendramin Il 30 ottobre 2009, per iniziativa del Consorzio di Bonifica Delta Po Adige, è sta- attività di studio e monitoraggio e di individuare, mediante progettazione preliminare, ta costituita la Fondazione Ca’ Vendramin fra la Regione del Veneto, la Provincia di interventi a carattere sperimentale-innovativo finalizzati alla protezione ambientale e Rovigo, l’Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po e lo stesso Consorzio di Bo- al miglioramento della gestione della laguna di Hue, ma utilizzabili anche nella conser- nifica Delta Po Adige (ora Delta del Po). La Fondazione ha lo scopo di promuovere la vazione e nella gestione delle lagune venete e del delta del Po. Anche se il finanzia- ricerca avanzata a livello nazionale e internazionale sui temi attinenti ai delta e alle mento complessivo appare non sufficiente per realizzare gli obiettivi del progetto, si zone umide costiere e di favorire la conoscenza e lo sviluppo degli aspetti storico- ritiene tuttavia che il 1° stralcio proposto abbia una sua valenza funzionale e rappre- culturali legati all’idraulica e alla bonifica del delta del Po e della Regione del Veneto. senti un concreto avvio di collaborazione internazionale in ordine alle problematiche In particolare, essa persegue due obiettivi principali. Il primo obiettivo riguarda la pro- legate alle aree umide costiere. mozione, la gestione e il coordinamento, in collaborazione con le università del territorio, della ricerca scientifica interdisciplinare sui delta, sulle lagune e sulle zone umide Altre attività in avanzato stadio di preparazione si riferiscono a corsi di formazione litoranee attraverso il Laboratorio internazionale delta e lagune Ca’ Vendramin. Il la- che potranno permettere a medio termine di posizionare, in modo chiaro e sinergico boratorio svilupperà la ricerca interdisciplinare, volta a far coesistere e armonizzare con altri istituti, la Fondazione nell’orizzonte formativo veneto e nazionale. Uno riguar- la varietà e la diversità delle problematiche dei delta, delle lagune e delle aree umide da la professione del pescatore che opera nelle lagune del delta del Po, con l’obiettivo costiere delle varie parti del mondo, per mettere a disposizione di tutti gli interessati di trasmettere conoscenze di base e approfondimenti sugli ambienti di allevamento, il patrimonio di conoscenze non solo tecnico-scientifiche, ma anche economiche e so- sulla biologia degli organismi allevati, sulle potenzialità del settore, sui concetti di so- ciali per il miglioramento e la valorizzazione dei territori. stenibilità e sugli aspetti economici. Il corso è rivolto, in particolare, ai giovani molluschicoltori operanti nel delta del Po. L’altro, aperto a studenti, ricercatori, operatori e Il secondo obiettivo attiene alla promozione, gestione, valorizzazione e sviluppo del appartenenti alle pubbliche amministrazioni o ad organismi privati, ha come obietti- sistema museale del delta del Po e in particolare del Museo Regionale della Bonifica vo l’approfondimento delle conoscenze sugli ecosistemi e sulle dinamiche delle aree Ca’ Vendramin, nonché del complesso dei manufatti idraulici storici e delle antiche lagunari per sviluppare le competenze necessarie ad affrontare gli impatti e i rischi idrovore. Il Museo svilupperà e gestirà la fruizione dei percorsi attrezzati ai fini della a cui sono sottoposti questi ambienti e per sostenere le attività economiche che ivi visitazione delle opere idrauliche, degli ambienti rurali e paesaggistici del delta del Po, insistono. Ciò consentirà di accrescere le competenze di ricercatori, amministratori ed della Provincia di Rovigo e della Regione del Veneto, promuovendo la collaborazione operatori che sono indispensabili per una reale e propositiva gestione integrata delle con organismi nazionali e internazionali per valorizzare la storia, la tradizione e le lagune nel rispetto dell’ambiente e dell’economia ad esse legata. tipicità degli ambienti deltizi, lagunari e della bonifica. Sostanzialmente, quindi, la Fondazione ha una duplice finalità: quella di ricerca avanzata legata ai delta e alle lagune Sono avviate anche altre iniziative legate alla valorizzazione e allo sviluppo del e quella storico-culturale che fa riferimento al Museo Regionale della Bonifica Ca’ Ven- sistema museale del delta del Po, costituito dal Museo Regionale della Bonifica Ca’ dramin. L’art. 4 dello Statuto riporta in dettaglio tutti gli obiettivi della Fondazione che Vendramin e dal complesso di manufatti idraulici storici presenti nell’area del Delta. sono contenuti nelle predette due finalità principali per il conseguimento delle quali Contatti con l’Autorità di bacino del Po sono in corso per giungere alla stipula di una è stato nominato un Comitato Scientifico, che costituisce il punto di riferimento per convenzione in ordine a cosiddetti “contratti di fiume” che riguardano l’area del Delta. le proposte e per l’attuazione delle attività culturali e scientifiche della Fondazione. Tali strumenti pianificatori avranno influssi diretti sul Delta e sulla gestione delle lagu- L’avvio delle attività di quest’ultima è avvenuto di recente, ma alcune iniziative di gran- ne, per cui è di grande importanza il coinvolgimento della Fondazione Ca’ Vendramin, de importanza sono in fase di avanzata realizzazione. Innanzitutto, il progetto sulla quale attore locale di riferimento, alla loro definizione congiuntamente all’Autorità di laguna di Hue in Vietnam dovrebbe trovare definizione entro il 2010 attraverso la firma bacino del Po e alla Regione del Veneto. La Fondazione, risolte le inerzie burocratiche di un’apposita convenzione tra la FAO e la Fondazione Ca’ Vendramin. della costituzione, è quindi avviata, con il supporto fondamentale del Comitato Scientifico, a definire via via il proprio precorso per il conseguimento degli obiettivi statutari. Il progetto, che si svilupperà in un triennio, è nato a seguito di una missione nella Provincia Thua Thien Hue in Vietnam della Regione del Veneto, tramite l’Assessore Delta Med è un’associazione nata su iniziativa della Comunidad General de Regantes del Canal della Derecha del Ebro (Spagna) e del Consorzio di Bonifica Delta Po Adige di Taglio di Po (Italia). Essa raggruppa persone giuridiche rappresentanti dei delta e delle zone umide litoranee del Mediterraneo con lo scopo di interscambiare esperienze e conoscenze sulle problematiche del territorio, dell’ambiente e dell’agricoltura sostenibile. Per maggiori informazioni su Delta Med si rinvia a quanto riportato a pag. 104 e seguenti del Numero O dei Quaderni Ca’ Vendramin. 1 all’Ambiente e alla Difesa del Suolo, i rappresentanti del Consorzio di Bonifica Delta Po Adige e dell’Associazione Delta Med1. Nell’occasione, l’Assessore regionale Giancarlo Regione del Veneto Museo Regionale della Bonifica Ca’ Vendramin Conta, il rappresentante della FAO Mr. A. Speedy e il Vice Presidente della Provincia Mr. Nguyen Van Cao hanno condiviso l’intenzione di avviare una collaborazione nell’ambi- Provincia di Rovigo chiarazione d’intesa”. Il progetto di cooperazione decentrata, grazie al finanziamento triennale FAO (155.000,00 Euro) e quello della Regione del Veneto tramite il Consorzio Delta del Po e della Fondazione Ca’ Vendramin (complessivamente 210.000,00 Euro Comitato Scientifico Fondazione Ca’ Vendramin to del Programma di Cooperazione decentrata Italia-FAO mediante la firma di una “diParco del Delta del Po Consorzio di Bonifica Delta del Po Sezione Museo Laboratorio internazionale delta e lagune Ca’ Vendramin Sezione Lagune La Fondazione Ca’ Vendramin. nel triennio 2010-2012), si propone come obiettivo generale di svolgere una serie di 4 5 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Convegno internazionale sulle lagune CONVEGNO INTERNAZIONALE SULLE LAGUNE Giovedì 1 ottobre: Sabato 3 ottobre: avviato attività di ricerca mediante la collaborazione con le Università vicine al territo- Interventi di vivificazione e conservazio- Saluti dei Rappresentanti Istituzioni: rio per garantire interventi equilibrati e rispondenti ad una pluralità di esigenza in un ne nelle lagune: le esperienze italiane Presidente della Provincia di Rovigo ambiente complesso ed in continuo divenire. di Anna Maria Martuccelli Presidente del Parco Regionale Veneto Esperienza del Veneto nella gestione del delta del Po delle lagune di Riccardo De Gobbi Sindaci dei Comuni del delta del Po La Regione del Veneto a mezzo del Consorzio di Bonifica Delta del Po esercita la a cura del Comitato Scientifico PROGRAMMA DEL CONVEGNO gestione idraulica e ambientale del delta del Po e dei suoi sistemi Iagunari e ha altresì Obiettivo del convegno è stato quello di verificare, a distanza di 14 anni dal primo Lagune del delta del Po di Giancarlo incontro svoltosi nel 1995 sempre a Ca’ Vendramin, alla presenza dei rappresentanti ed operatori di tutte le lagune italiane, lo stato dell’arte sulla gestione degli ambienti Mantovani e Bruno Matticchio Delta e Lagune: incontro con le Istituzio- lagunari, che rappresentano ecosistemi di grande valenza ambientale e produttiva. Laguna di Caorle di Sergio Grego ni di Roberto Casarin Parallelamente si è discusso della situazione in altre lagune e ambienti deltizi europei Laguna di Venezia di Giovanni Cecconi Presentazione dei risultati dei gruppi di e di altri continenti con i quali sono già in corso progetti di collaborazione, nell’ottica Sacca di Goro di Silvano Bencivelli lavoro di Pippo Gianoni di un network operativo sulle lagune basato sul Laboratorio internazionale delta e Lago di Lesina di Paolo Breber Presentazione della Carta della naturali- lagune Ca’ Vendramin. Stagni di S’Ena Arrubia e Cabras tà del Delta del Po di Remigio Rossi di Oliviero Uras Presentazione del Laboratorio interna- Laguna di Marano e Grado di Michele zionale delta e lagune Ca’ Vendramin di Cicuttini Roberto Tovo e Rettori delle Università Venerdì 2 ottobre: Conclusioni degli Amministratori Regionali e Ministeriali: Locandina del Convegno. Lagune straniere e delta: la situazione, i Giancarlo Conta problemi, le soluzioni di Luis Berga (Assessore alle Politiche dell’Ambiente) L’Associazione Delta Med di Manel Masià Marialuisa Coppola Marsà e Lino Tosini (Assessore alle Politiche di Bilancio) Monitoraggio in tempo reale di lagune e Antonio Buonfiglio ambienti costieri di Jörg Imberger (Sottosegretario al Ministero delle Politi- Lagune del delta dell’Ebro che Agricole Alimentari e Forestali) di Inma Juan Franch Norfolk Broads di Henry Cator Foto di gruppo delle delegazioni vietnamita, spagnola e argentina. Delta del Paranà di Andrea Behar Laguna di Hue di Massimo Sarti, Nguyen Van Cao e Do Nam Workshop dei gruppi di lavoro: Pianificazione in ambiente deltizio e lagunare di Emanuela Finesso, Matelda Reho e Pippo Gianoni Usi compatibili in ambiente lagunare di Remigio Rossi e Luigi D’Alpaos Ca’ Vendramin. Sintesi dei risultati dei gruppi di lavoro Relatori e partecipanti al convegno. 6 7 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Venezia Italia (Veneto) 50.000 ha Laguna di Caorle Italia (Veneto) 3.000 ha Norfolk Broads England 30.000 ha Laguna di Marano e Grado Italia (Friuli Venezia Giulia) 3.000 ha Lagunas del delta de l’Ebre España 1.500 ha Laguna di Lesina Italia (Puglia) 5.300 ha Stagni di S’Ena Arrubia e Cabras Italia (Sardegna) 2.000 ha Hue Lagoon Vietnam 22.000 ha Sacca di Goro Italia (Emilia-Romagna) 3.000 ha Delta del Paraná Argentina 1.700.000 ha Lagune del delta del Po Italia (Veneto) 16.500 ha MAPPA DEI DELTA E DELLE LAGUNE PRESENTATI AL CONVEGNO (Superficie indicativa di lagune e aree umide) 8 9 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Interventi di vivificazione e conservazione delle lagune: le esperienze italiane _INTRODUZIONE INTERVENTI DI VIVIFICAZIONE E CONSERVAZIONE DELLE LAGUNE: LE ESPERIENZE ITALIANE ANNA MARIA MARTUCELLI Direttore generale dell’ANBI L’odierno incontro è dedicato al tema della vivificazione e conservazione delle lagune ed in particolare delle lagune italiane. La giornata di domani sarà dedicata ai stre pianure e si sono potute creare, con il miglioramento delle condizioni ambientali e con il contenimento della forza e del disordine delle acque, forme di vita più civili. problemi delle lagune di altri Paesi. La rilevanza dell’incontro nasce dalla circostanza che le lagune costituiscono una straordinaria e preziosa risorsa sia per la loro valen- In tale quadro generale il Polesine, per l’origine geologica dei propri terreni, per za ambientale che per quella economica e produttiva. Quindi le azioni finalizzate alla la forza ed il disordine dei grandi fiumi, il Po e l’Adige, che ne delimitano longitudinal- salvaguardia, tutela e risanamento delle lagune rivestono interesse pubblico genera- mente il territorio, costituisce una luminosa testimonianza dell’azione che la bonifica le. Analoga considerazione meritano i delta, che sono sistemi naturali di grande rile- ha saputo compiere per il risanamento dei terreni sommersi, per contenere il dilaga- vanza ambientale, caratterizzati dalla presenza di zone umide costituenti un habitat re delle acque, per garantire stabilità del suolo e sicurezza idraulica, per consentire prezioso per flora e fauna. I delta sono sistemi dominati dai fiumi. gli insediamenti civili e lo sviluppo economico e per tutelare il territorio polesano. La complessa idrografia polesana e la complicata rete idraulica che solca il territorio Le lagune sono sistemi dominati dal mare, esse sono, infatti, modellate dall’azione rendono testimonianza dell’imponente e secolare opera di bonifica che ha consenti- del mare con la forza del moto ondoso e delle correnti di marea, così come il mare to la costruzione del Polesine. Nella storia più recente la bonifica nel nostro Paese, e costituisce, in questo caso, la fonte primaria di sedimenti. I delta sono caratterizzati nel Polesine in modo particolare, ha proseguito il suo percorso di adeguamento alle da vaste distese di zone umide quasi al livello del mare, mentre le lagune sono per lo mutevoli esigenze del territorio e della società diversificando il proprio intervento più sistemi caratterizzati da specchi d’acqua aperti e poco profondi. Esiste, tuttavia, ed arricchendolo di azioni mirate, oltreché alla difesa e regolazione idraulica, alla un tipo di laguna la cui natura è molto più simile a quella dei delta: si tratta della la- valorizzazione economica attraverso l’estendimento dell’irrigazione, anche alla sal- guna deltizia. Le lagune deltizie sono situate ai margini dei delta o fra i rami principali vaguardia ambientale attraverso azioni di protezione delle risorse naturali. di un fiume. Le azioni destinate al risanamento ed alla conservazione di tali sistemi naturali rappresentano quindi un’attività estremamente rilevante nell’ambito della Non va dimenticato che un’organica politica per il corretto governo del territorio tutela ambientale. Si tratta di azioni che richiedono anzitutto conoscenza della speci- impone oggi una fondamentale azione di difesa dalle acque e delle acque, una co- fica realtà lagunare e deltizia certamente complessa sia sotto l’aspetto idraulico che stante azione di prevenzione e riduzione del rischio idraulico, ma richiede contem- sotto quello geomorfologico e mareografico. poraneamente un’azione di protezione attiva e di salvaguardia del suolo e delle altre risorse ambientali attraverso un ordinato e corretto uso del territorio, una costante Per poter correttamente valutare le azioni necessarie per garantire la vivifica- opera di sistemazione e regolazione dei corsi d’acqua, una razionale utilizzazione zione e la conservazione delle lagune occorrono lunghe fasi di studio, di sperimen- delle risorse idriche, una diffusa azione di risanamento delle acque superficiali e sot- tazione mirate, di monitoraggi, la costruzione di modelli matematici sensibili, ampie terranee. Solo in tal guisa si realizza anche quella salvaguardia ambientale auspicata campagne di osservazione e misure. Come è stato recentemente rilevato si tratta in ogni sede con pienezza di consensi. La bonifica integrale, quale azione specifica- di una laboriosa elaborazione per individuare strategie di interventi e metodologie mente mirata alla conservazione e difesa del suolo, alla razionale utilizzazione delle operative efficaci. Non si tratta, peraltro, soltanto di individuare come e quando in- acque e alla tutela di tali risorse ambientali, rientra quindi a pieno titolo nell’ambito tervenire, ma anche di garantire la gestione. di una moderna politica del territorio di cui rappresenta una fase fondamentale e strategica. D’altra parte, come si è visto, il ruolo della bonifica nei secoli si è costan- Assume certamente carattere strategico e centrale la gestione delle lagune, temente adeguato ai bisogni del territorio. Basta ricordare l’azione che svolgono i che richiede nel tempo un lungo, continuo e paziente processo di manutenzione e Consorzi di bonifica attraverso la gestione e manutenzione di un importante e in- conservazione attiva. La gestione presenta un duplice aspetto: gestione idraulica terconnesso sistema idraulico di scolo esteso su tutta la pianura del nostro Paese, e gestione ambientale. La stretta connessione e l’integrazione dei due aspetti ha di migliaia di impianti idrovori e di sollevamento delle acque, di un diffuso sistema determinato l’esigenza di considerare il ruolo che i Consorzi di bonifica potevano irriguo costituito da canali di derivazione, di adduzione e di distribuzione nonché di svolgere nel settore, tenuto conto da un lato delle conoscenze e delle professionalità dighe e traverse. possedute e del percorso evolutivo riconosciuto all’azione della bonifica sul territorio, attesa d’altro canto la polivalenza funzionale assunta dalla stessa con riferimento agli obiettivi di sicurezza territoriale, ambientale e alimentare. L’attività della bonifica si estende oggi su oltre il 50% del territorio del nostro Paese che deve ad essa la propria conservazione ed il mantenimento di quelle condizioni fisiche necessarie alla vita civile ed alle attività produttive per la garanzia di una co- Allorquando nel 1984 venne pubblicato il volume dal titolo “Le bonifiche in Ita- stante opera di sistemazione e regolazione dei corsi d’acqua e di tutela dei medesimi, lia dal ‘700 ad oggi” esso ha costituito seria testimonianza del fondamentale ruolo di una continua azione di approvvigionamento e razionale utilizzazione delle acque che l’attività di bonifica ha svolto nei secoli per la costruzione e difesa delle pianure attraverso sistemi irrigui collettivi. Ne costituisce testimonianza anche l’evoluzione in Italia, che sono state conquistate nei secoli con la bonifica idraulica. Infatti solo della legislazione nazionale e della legislazione regionale organica sulla bonifica. Con attraverso l’attività di bonifica, realizzata mediante l’instancabile opera dell’uomo riferimento alla prima è sufficiente ricordare che le due più recenti leggi quadro na- e con l’impiego di enormi capitali, si sono risanate, rese produttive ed abitabili le no- zionali interessanti il settore delle risorse naturali, rispettivamente la legge quadro 10 11 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Interventi di vivificazione e conservazione delle lagune: le esperienze italiane per la difesa del suolo (legge 183/1989) e quella per la gestione delle risorse idriche anche con riferimento ai sistemi territoriali connessi. Ne ha data puntuale notizia il (legge 36/1994), ricomprendono le azioni di bonifica e l’irrigazione nell’ambito dei Presidente Ferro nella sua introduzione. Ritengo che in sede nazionale non possano fondamentali interventi per la conservazione e difesa del suolo e per l’approvvigio- essere misconosciuti i problemi delle lagune e del sistema deltizio nell’ambito di una namento e la razionale utilizzazione delle acque ed indicano i Consorzi di bonifica e politica ambientale che non può trascurare l’esigenza di tutela di risorse naturali a di irrigazione tra i soggetti aventi funzioni proprie e specifica competenza istituzio- valenza ambientale ed economica, soggetti a pericoloso degrado se non si interviene nale nei due rispettivi settori. La legge quadro per la tutela delle acque, approvata tempestivamente. con decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152, riconosce inoltre, con norma espressa, il contributo che i Consorzi possono offrire nel settore della tutela ambientale. Nella Regione del Veneto, tenuto conto del riconoscimento, da parte del legislatore regionale, della polivalenza funzionale dell’azione della bonifica, sono state in- Merita di essere sottolineato che i Consorzi di bonifica avevano già da tempo av- dicate espressamente, nell’ambito delle funzioni in materia di bonifica anche quelle viato alcune delle iniziative contemplate dal legislatore nel 1999. Tra tali iniziative ri- della tutela ambientale con riferimento specifico anche al paesaggio vallivo e lagu- entrano quelle costituenti oggetto del dibattito odierno rientranti tra quelle azioni di nare nonché alla conservazione e valorizzazione del patrimonio idrico. Il riferimento tutela ambientale realizzate dai Consorzi a significativa testimonianza del percorso al Consorzio di bonifica quale soggetto gestore discende non solo dalla forte inte- evolutivo dell’azione della bonifica sul territorio. Come si vedrà sono particolarmente grazione tra le azioni di regolazione idraulica e di vivificazione e risanamento delle significativi gli interventi sul bacino scolante della laguna di Venezia e le azioni sulle lagune, ma anche dalla presenza costante del Consorzio sul territorio, dalla specifica lagune deltizie, il monitoraggio delle acque, la tutela delle risorgive e dei fontanili. professionalità e dalla circostanza che in sostanza il legislatore è intervenuto per L’azione della bonifica ha avuto rilievo determinante nel Paese attraverso l’illustrato riconoscere una operatività ed una competenza di cui i Consorzi avevano già dato processo evolutivo, in virtù del quale oggi ricomprende un insieme di azioni ed inter- testimonianza. In sede nazionale, alle leggi dinanzi citate si uniscono due importanti venti mirati alla difesa e conservazione del suolo, alla razionale utilizzazione delle provvedimenti. In particolare il documento conclusivo dell’indagine sui Consorzi ap- acque a prevalente uso irriguo e alla salvaguardia ambientale. Da tale evoluzione provato dalla Camera dei Deputati a gennaio 1996, nonché l’accordo Stato-Regioni dell’azione della bonifica è disceso l’interesse dei Consorzi verso i sistemi lagunari del 18 settembre 2008. In entrambi si riconosce sia il valore che oggi sul territorio e deltizi quindi le iniziative di vivificazione, di risanamento e di conservazione delle rappresentano le opere pubbliche gestite dai Consorzi sia l’efficacia della loro azio- lagune, di cui si tratterà nell’odierno incontro. ne, nonché la validità dell’istituzione Consorzio con particolare riguardo alla gestione delle risorse naturali, suolo ed acqua nel cui ambito rientra anche la tutela. È chiaro peraltro che il ruolo strategico ed il fondamentale contributo della bonifica integrale alla sicurezza territoriale, ambientale ed alimentare non è certamente L’auspicio, che va pertanto formulato, tenuto conto della specialità delle risor- esaustivo ma va coordinato ed integrato dalle azioni delle altre istituzioni cui l’ordi- se naturali costituito dalle lagune, è che il legislatore nazionale voglia considerare namento statale e regionale conferisce funzioni e poteri ancora più ampi e generali positivamente l’esigenza, fortemente avvertita, di un provvedimento dedicato alla finalizzati agli stessi obiettivi, a garanzia di uno sviluppo sostenibile. Il confronto, tutela delle stesse, nel cui ambito individuare gli interventi e le azioni necessarie per la concertazione e la collaborazione con tali istituzioni deve costituire, per i sog- la loro salvaguardia, oltre all’opportunità di operare attraverso attività di ricerca mi- getti protagonisti della realizzazione e gestione della bonifica integrale — Consorzi rate e specifiche sperimentazioni, riconoscendo quindi la necessità di un laboratorio di bonifica e di irrigazione — regola costante. La valenza ambientale ed economica ad elevata specializzazione ed a carattere interdisciplinare. Occorrono ovviamente delle lagune deve indurre ad un orientamento della politica del territorio che tenga le necessarie risorse finanziarie nonché l’individuazione dei soggetti preposti alla nella dovuta considerazione i problemi delle lagune deltizie individuando strategie gestione e la concertazione-cooperazione tra gli enti locali territoriali e i Consorzi di intervento e metodologie operative efficaci nonché l’individuazione dei soggetti di bonifica. competenti alla gestione. Occorrono certamente ricerche e studi, come testimoniano le esperienze che saranno oggi illustrate ma anche proposte di soluzioni e sperimentazioni. Occorre certamente, come testimonia l’attività finora svolta, un approccio ai problemi di carattere scientifico ed interdisciplinare. Già in precedenti incontri e dibattiti sono emerse conclusioni orientate verso l’esigenza di un approccio scientifico interdisciplinare e si è ipotizzata la costituzione di un laboratorio internazionale sui delta e sulle lagune, capaci di approfondire la ricerca interdisciplinare e di esportare nell’area mediterranea ed in altre zone del mondo l’approccio già sviluppato nel delta del Po. È necessario istituire un centro di ricerca con l’obiettivo di promuovere, gestire e coordinare la ricerca avanzata sui delta, sulle lagune e sulle zone umide 12 13 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Lagune del delta del Po _ATTI DEL CONVEGNO LAGUNE DEL DELTA DEL PO BRUNO MATTICCHIO Ipros Ingegneria Ambientale Srl GIANCARLO MANTOVANI Direttore del Consorzio di Bonifica Delta del Po Il sistema lagunare del delta del Po del secolo scorso le lagune deltizie sono qualità ambientale e sulla produzione canali e sulla formazione di “barene” bile per l’individuazione degli interventi comprende 18.000 ha di specchi d’acqua state soggette ad un progressivo degra- ittica (Figura 2). con il materiale di risulta dello scavo. necessari, come anche della valutazione di cui 8.150 ha sono occupati da lagune, do idro-morfologico ed ambientale. Tra Questi interventi, ricostituendo almeno dell’efficacia degli stessi, è stato un in- 8.600 ha da valli da pesca arginate e le ragioni si deve menzionare in primo L’aspetto principale con cui tale de- in parte l’originale “diversità” dei fonda- sieme di indagini sperimentali e model- oltre 1.250 ha da area umide. Le lagune luogo la subsidenza, principalmente do- grado si manifestava era rappresentato li, consentono la propagazione delle cor- listiche, messo in atto fin da subito, con principali sono 7, delle quali la più estesa vuta all’estrazione di acque metanifere dalla formazione di ampie zone di rista- renti di marea verso gli specchi d’acqua l’obiettivo da una parte di approfondire (Sacca degli Scardovari) occupa una su- dalle falde profonde, che ha stravolto gno d’acqua, spesso a ridotto tenore più interni e favoriscono l’innescarsi di la conoscenza del complesso sistema perficie di 3.300 ha, e la minore (Burcio) l’originale morfologia dei bacini. salino, in cui si originavano sistematica- fenomeni di mescolamento legati sia alla idro-morfologico lagunare, dall’altra di mente gravi fenomeni di eutrofizzazione circolazione delle correnti stesse sia agli seguire nel tempo le dinamiche evoluti- Originariamente caratterizzati dalla e proliferazione algale, soprattutto nei effetti del vento. ve sia naturali che eventualmente inne- Si tratta di un ambiente particolar- presenza di canali profondi, affiancati da periodi estivi. Il Consorzio di Bonifica mente delicato e instabile, soggetto alle bassifondi e barene emerse solo duran- Delta del Po, su mandato della Regio- Sono state inoltre realizzate opere intense dinamiche proprie delle zone di te le fasi di alta marea, i fondali lagunari ne del Veneto, ha perciò messo in atto di consolidamento delle bocche a mare transizione. Al tempo stesso la sua sal- hanno infatti subito un progressivo “ap- fin dalla prima metà degli anni ’90 una e degli scanni, per incrementare e man- vaguardia idraulica e morfologica co- piattimento” che ha influenzato negati- serie di provvedimenti finalizzati a mi- tenere il più possibile attivi gli scambi Queste indagini forniscono supporto stituisce un obiettivo irrinunciabile in vamente la circolazione delle correnti di gliorare il regime idraulico delle lagune mare-laguna, e manufatti per il controllo anche alle attuali attività del Consorzio, ragione dell’elevato valore ecologico e marea, penalizzando il mescolamento e e a ristabilirne l’equilibrio idrodinamico. dei flussi di marea in particolari sezioni, le quali riguardano da una parte il com- delle molteplici attività antropiche che il ricambio delle acque soprattutto negli Tra questi in particolare vi sono gli inter- miranti ad incrementare il naturale ri- pletamento dei progetti e la manuten- in esso hanno luogo (pesca, acquacol- specchi d’acqua più lontani dalle bocche venti per la “vivificazione” delle lagune, cambio delle acque negli specchi d’acqua zione e gestione delle opere completa- tura, turismo, ecc.). Negli ultimi decenni a mare, con pesanti ripercussioni sulla principalmente basati sul dragaggio di più penalizzati. Presupposto indispensa- te, dall’altra la realizzazione di ulteriori di 100 ha (Figura 1). 1950 ITALIA 14 graduare e guidare nel tempo la realizzazione delle opere. 1967 LEGENDA: Batimetrie > 0,6 0.1 - 0.5 -0.2 - 0 -0.4 - -0.3 -0.7 - -0.5 -0.9 - -0.8 -1.2 - -1 -1.4 - -1.3 -1.9 - 1.5 Figura 1: le lagune del delta del Po. scate dagli interventi stessi, in modo da 1990 Figura 2: evoluzione dei fondali delle lagune: progressivo approfondimento ed appiattimento dei fondali per effetto della subsidenza e dell’erosione dovuta al moto ondoso; scomparsa dei -2.4 - -2 -2.9 - 2.5 -3.4 - -3 -3.9 - -3.5 -4.4 - -4 -4.9 - 4.5 -5.4 - -5 -5.9 - -5.5 < -6 15 canali, delle barene e delle fasce marginali di transizione. Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Lagune del delta del Po interventi atti a fronteggiare particolari il Consorzio effettua periodicamen- correnti mareali nelle diverse parti dello d’acqua. I dati raccolti, informatizzati e il territorio del Delta, si riferiscono spe- è stato ed è necessario ricorrere ad inda- situazioni critiche soprattutto connesse te campagne di misura dei parametri specchio d’acqua. georeferenziati, sono inseriti in un data- cificamente alle diverse componenti del gini con modelli matematici. Infatti, una con l’azione delle mareggiate sugli scan- idrodinamici nelle lagune (Figura 4). Le base geografico (GIS), in modo che essi sistema fisico degli ambienti lagunari, volta adeguatamente validati sulla base ni e sulle bocche a mare. Tra le attività indagini tipicamente si svolgono rilevan- Alle misure idrodinamiche si affianca- possano essere facilmente accessibili ma prevedono livelli dedicati anche agli dei dati sperimentali, questi strumenti di monitoraggio un ruolo fondamentale do simultaneamente i livelli di marea e no indagini sulla distribuzione e sulle va- a chi opera per la progettazione degli interventi eseguiti dal Consorzio, agli di calcolo possono da una parte rappre- è assunto dai rilievi topografici e batime- le portate fluenti in occasione di maree riazioni dei principali parametri chimico- interventi sulle lagune. L’Archivio Geo- aspetti socio-economici e alla pianifica- sentare in modo attendibile l’idrodina- trici, necessari per definire la geometria di sizigia, ossia caratterizzate dalle più fisici, tra i quali in particolare la salinità. grafico delle Lagune del Delta del Po è zione. Nonostante le attuali potenzialità mica di tutto il bacino, dall’altra simulare del sistema fisico e supportare la pro- ampie escursioni. I livelli sono rilevati in Negli ambienti lagunari, infatti, le ampie organizzato in una serie di livelli tematici delle indagini in campo, per caratterizza- gli effetti di diversi scenari progettuali gettazione (Figura 3). più punti del bacino lagunare in modo da e repentine variazioni della salinità, ori- che, fatta eccezione per l’inquadramen- re compiutamente la complessa dinami- (Figura 5). Nella prima fase di progetta- caratterizzare gli sfasamenti e le varia- ginate dal contatto tra acque dolci di to cartografico esteso per logica a tutto ca dei processi idro-morfologici lagunari, zione degli interventi per la vivificazione I rilievi, accoppiati alle foto aeree ed zioni di ampiezza dell’onda di marea, il origine fluviale e acque marine, influen- estesi con diverso grado di dettaglio ai che fornisce un’indicazione sulla propa- zano non solo la qualità delle acque e gli fondali delle lagune e a quelli della fascia gazione della marea stessa verso i mar- aspetti ad essa correlati della produt- di mare antistante, devono essere ripe- gini lagunari. tività, ma anche l’idrodinamica stessa. tuti con regolarità per cogliere le rapide Infatti i gradienti di densità dovuti alle variazioni morfologiche che caratteriz- Le portate sono generalmente rileva- variazioni della salinità producono a loro zano questi ambienti. Oltre a collaborare te sulle bocche a mare e in alcune sezio- volta effetti sul movimento delle masse alla gestione della rete di monitoraggio ni interne in modo da quantificare sia gli d’acqua, e favoriscono, soprattutto nel- in continuo dei parametri chimico-fisici e scambi mare-laguna e quindi l’efficienza le zone più profonde e idraulicamente di qualità delle acque, facente capo alla delle bocche stesse, sia i flussi lungo i meno attive, l’insorgere di dannosi fe- competente agenzia regionale (ARPAV), canali lagunari, e quindi l’attività delle nomeni di stratificazione della colonna Figura 3: A. batimetrie della costa: - profili ogni 1 km, profondità max 15 m; - batimetrie di dettaglio a ridosso delle bocche lagunari; - rilievo della linea di riva; B. batimetria delle lagune. 2008 Chioggia DS Porta Caleri Paltanara M1 M2 0 500 1,000 1,500 m B LEGENDA: Batimetrie A 16 > 0,6 0.1 - 0.5 -0.2 - 0 -0.4 - -0.3 -0.7 - -0.5 -0.9 - -0.8 -1.2 - -1 -1.4 - -1.3 -1.9 - 1.5 Figura 4: campagne di misura dei parametri idrodinamici: - circolazione delle correnti; - livelli di marea; - portate alle bocche e nei principali canali. -2.4 - -2 -2.9 - 2.5 -3.4 - -3 -3.9 - -3.5 -4.4 - -4 -4.9 - 4.5 -5.4 - -5 -5.9 - -5.5 < -6 17 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Lagune del delta del Po -0.0 -1.0 quote (m) -2.0 -3.0 -4.0 6 agosto 1997 - ore 18.00 -5.0 -6.0 0.0 2 0 0 0 .0 4 00 0 . 0 6000.0 8 0 0 0.0 10 0 0 0 .0 120 0 0 .0 8 0 0 0 .0 1 0 0 0 0 .0 120 0 0 .0 distanze (m) -0.0 -1.0 quote (m) -2.0 -3.0 -4.0 -5.0 6 agosto 1997 - ore 24.00 -6.0 0.0 Velocità (m/s) 2 0 0 0 .0 4 00 0 . 0 6000.0 distanze (m) 1 .0 12 16 20 24 28 30 Salinità (ppm) 0.75 0. 50 0. 25 0 500 1.000 m 0 500 1.000 m 0.00 S4_mis S4_calc S1_mis S1_calc Figura 5: modello idrodinamico 2D per lo studio della circolazione delle correnti di marea: analisi dello stato di fatto; individuazione e verifica della soluzione di progetto. Figura 6: modello idrodinamico 3D per lo studio delle correnti stratificate: ingressione di acque dolci fluviali; mescolamento e stratificazione; azione del vento. 18 19 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Lagune del delta del Po Figura 9: barena artificiale: area perimetrata riempita con materiale di risulta. Figura 7: barene artificiali: burghe. delle lagune la configurazione degli interventi stessi è stata individuata principalmente sulla base di calcoli effettuati con modelli matematici bidimensionali. I positivi risultati ottenuti hanno implicitamente confermato la validità dell’approccio. Nella fase attuale di gestione, il Consorzio si avvale ancora di simulazioni con modelli bidimensionali per verificare l’attuale stato della circolazione nelle lagune e valutare eventuali alternative progettuali. Modelli idro-morfologici più sofisticati sono utilizzati per indagare anche sull’evoluzione dei fondali per effetto combinato delle correnti di marea e delle mareggiate nelle analisi relative alla stabilizzazione delle bocche a mare - formazione di barene artificiali co- natanti. Le barene artificiali sono state il naturale “inverdimento” delle barene e degli scanni. Infine modelli di tipo tridi- stituite con il materiale proveniente realizzate conterminando l’area indivi- stesse. (Figura 10). mensionale sono impiegati per studiare dagli scavi scaricato in aree opportuna- duata con burghe (Figura 7) o con pali in l’idrodinamica lagunare, nell’ambito di mente perimetrate nelle zone di minor legno affiancati (Figura 8). indagini che riguardano l’ingressione di profondità. acque dolci di origine fluviale, i fenome- Sono stati inoltre realizzati manufatti dotati di porte vinciane o paratoie a ven- Una volta completata la perimetrazio- tola nelle lagune di Caleri, Vallona e Bar- Furono così elaborati i progetti per la ne le aree così conterminate sono state bamarco per l’ottimizzazione del regime vivificazione delle lagune di Caleri, Val- riempite con il materiale di risulta del idrodinamico attraverso la regolazione lona, Barbamarco e Scardovari da realiz- dragaggio fino ad una quota di 30÷50 cm dei flussi di marea. (Figure 11 e 12). Que- zare con i finanziamenti previsti dal P.I.M. sopra il livello medio del mare in modo sto induce una circolazione residua che raggi preliminari effettuati sulle aree (Programma Integrato Mediterraneo) tale da realizzare le barene (Figura 9). potenzia il ricambio delle acque lagunari lagunari hanno indicato l’idrodinamica di cui al Reg. CEE n.2088/85. L’escavo Per contrastare l’erosione eolica sono con un effetto di “pompaggio”. I risultati quale fattore preponderante su cui agire dei nuovi canali è stato realizzato con state altresì realizzate opere di ripristi- positivi degli interventi realizzati sono per ottenere, da un lato il risanamento idonee draghe aspiranti e refluenti e, in no ambientale tramite la piantumazione stati immediati e da subito si è assistito ambientale delle lagune e dall’altro il casi specifici, con escavatori montati su di specie pioniere che hanno poi attivato alla ripresa della produttività delle lagu- ni di mescolamento e stratificazione, e la circolazione dovuta al vento (Figura 6). Figura 8: barene artificiali: pali di legno affiancati. In definitiva, gli studi ed i monito- recupero delle loro risorse produttive e lo sviluppo delle attività economiche ad esse collegate. Tali studi hanno altresì individuato lo strumento da utilizzare per vivificare le lagune e cioè la realizzazione di opere che intervengano sulla morfologia lagunare ripristinando, nei limiti del possibile, le caratteristiche che le lagune possedevano prima del verificarsi del fenomeno della subsidenza, semplificando il campo delle soluzioni possibili verso due principali categorie di lavori: - scavo di nuovi canali sub-lagunari o Figura 10: piantumazione di specie pioniere. riescavo ed adeguamento di quelli esistenti nelle zone di maggior profondità; 20 21 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Lagune del delta del Po ne, produttività che costituisce la carti- di collegamento fra mare e lagune e fra na al tornasole della validità delle opere lagune e fiumi; realizzate (Figura 13). - monitoraggio della qualità delle acque lagunari; Le lagune sono zone costiere in pre- - monitoraggio delle produzioni di cario equilibrio tra terra e mare sogget- molluschicoltura ed ittiche nelle lagune; te a continue e rapide variazioni. Sono - controlli batimetrici e campagne di cioè ambienti dinamici che si modificano giorno per giorno e queste modifiche si misure idrauliche; - completamento degli interventi. ripercuotono sull’idrodinamica lagunare, solitamente in maniera negativa, e quindi sull’ambiente. È stata da subito evidenziata la necessità di continuare a monitorare queste modificazioni, correggerle quanto è possibile e, se non è possibile, assecondarle. Ponte Pozzantini Di qui si passa al concetto di gestione delle lagune. La Regione del Veneto ha immediatamente colto l’importan- Figura 11: realizzazione di manufatti nella Laguna di Caleri. za della gestione delle lagune tant’è che con l’art.29 della L.R. 22.02.99 n.7 ha autorizzato la Giunta Regionale ad affidare ai Consorzi di Bonifica Delta Po Adige e Pianura Venera tra Livenza e Tagliamento la gestione e l’esercizio delle opere realizzate nelle lagune del delta del Po e di Caorle. La stessa legge autorizzava, tra l’altro, la Giunta Regionale a finanziare specifici progetti di manutenzione delle lagune. Le linee essenziali dell’azione gestionale delle lagune sono le seguenti: Manufatto S.Margherita - mantenimento della corretta idrodinamica lagunare, manutenzione delle bocche lagunari, dei canali esistenti ed interventi di ripristino della morfologia lagunare; - deposito di materiale dragato sulle barene e sugli scanni; - interventi di stabilizzazione delle bocche lagunari; - rinforzo e ripascimento degli scanni litoranei; Figura 12: realizzazione di manufatti nella Laguna Vallona. Figura 13: ripresa della produttività in seguito agli interventi. - opere a verde; - gestione funzionale dei manufatti 22 23 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Caorle _ATTI DEL CONVEGNO LAGUNA DI CAORLE SERGIO GREGO Direttore del Consorzio di Bonifica Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento GRAZIANO PAULON Consorzio di Bonifica Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento La Laguna di Caorle è senz’altro pressoché chiuso; in queste condizioni bile raggiungendo valori di acqua mari- l’ecosistema di maggior interesse natu- non è in grado di accogliere se non scar- na (35 g/l) solo alla foce, riducendosi a ralistico e ambientale tra quelli rilevati si volumi di riflusso durante il ciclo di valori iposalmastri (1-2 g/l) in buona par- nel comprensorio. La sua importanza marea. In passato il complesso dei canali te dell’area. tuttavia va oltre gli aspetti strettamen- lagunari si raccordava ad ampi specchi te ecologici: allo stato di salute dell’am- liquidi (valli), costituendo un sistema a Nel complesso, il rilievo dei flussi la- biente lagunare sono infatti legati i de- flusso alterno che garantiva il ricambio gunari ha evidenziato forti escursioni stini di attività economiche che vanno dell’acqua e la piena officiosità degli alvei dei flussi di marea alle foci, l’inversione dall’agricoltura, all’itticoltura, al turismo stessi. Ora, sparite quasi del tutto le valli (Figura 1). libere, il sistema dendritico lagunare ha del moto si riscontra solo a pochi chi- Figura 1: Caorle e la sua laguna. lometri dalle stesse; ciò spiega la prevalenza delle acque dolci in parte eu- perduto la sua funzione fondamentale La Laguna di Caorle rappresenta il del trasporto alterno di portate idriche residuo dell’ampio bacino di espansione tanto più elevate quanto più grandi era- delle piene dei fiumi Livenza e Taglia- no le valli lagunari. Il sistema idrografico mento. In conseguenza dei vari inter- lagunare di Caorle è oggi essenzialmen- venti di bonifica realizzati tra gli inizi te un reticolo di corsi d’acqua. Le valli re- del secolo ed i primi anni ’60, la confi- sidue (Valle Zignago, Perera, Valgrande gurazione originaria è stata ampiamen- e Valnova e altre minori) partecipano in te modificata: velme e barene sono ora misura limitata ai flussi del sistema idro- trofiche nel sistema lagunare. A fronte di questo quadro, dal 1990, nell’ambito LEGENDA: prima dei Programmi Integrati Mediterlavori di scavo del tratto terminale del canale dei Lovi ranei, quindi del Programma Regionale lavori eseguiti lavori da eseguire (manutenzione lagunari l.r. 7/1999) ge Regionale n. 7/1999, il Consorzio di lavori eseguiti lavori da eseguire (altri finanziamenti) ripristinare la funzionalità dell’ecosiste- di manutenzioni lagunari di cui alla LegBonifica Pianura Veneta ha avviato una serie di interventi (Figura 2) finalizzati a confinate in spazi molto ristretti, mentre grafico a causa delle ridotte dimensioni le aree comprese tra gli ampi canali la- delle luci o dei canali aperti sul sistema gunari sono state trasformate in valli da stesso. Il sistema riceve le acque dol- dalla graduale perdita di salubrità delle pesca arginate o addirittura, dopo boni- ci dei fiumi Lemene, Loncon e parte di acque e dal progressivo interrimento dei ficazione, in terreni coltivati. Il sistema quelle di piena dei fiumi Tagliamento e canali lagunari e delle aree vallive dovu- idraulico lagunare è strutturato su due Livenza nonché i deflussi del sistema di te all’insufficiente scambio d’acqua tra aste principali, il canale Nicesolo, al qua- bonifica retrostante (Figura2). mare e laguna e la presenza di immissio- le affluiscono, attraverso i canali Saetta nodi principali corridoi principali area di intervento - nodo potenziale corridoi secondari area di completamento della rete ecologica secondaria corridoi potenziali ma della laguna di Caorle, compromessa ni in laguna, attraverso le principali aste fluviali, delle immissioni benché depura- e Maranghetto, parte delle portate del L’acqua di mare entra nel sistema du- fiume Livenza e del fiume Lemene, ed rante l’alta marea e vi penetra nella mi- il canale dei Lovi, nel quale confluisce sura consentita dal flusso contrario del- il canale Cavrato, scaricatore di piena le acque dolci. Durante la bassa marea del fiume Tagliamento. Inoltre conflui- defluiscono a mare sia le acque salate Le ipotesi operative, tradottesi poi in sce nel sistema lagunare l’intera rete di prima penetrate con l’alta marea, sia le specifici interventi si possono così sinte- scolo dei territorii di bonifica antistanti, acque dolci. La commistione tuttavia si tizzare: facente capo ai canali Sindacale, Taglio avverte in modo significativo solo nella - riapertura di parte delle Valli o del- e altri minori. parte più a valle del sistema, quella in- le aree connesse al sistema lagunare teressata dal riflusso. Sul piano quali- (Vallevecchia), da collegarsi al sistema Dal punto di vista idraulico il sistema tativo il quadro generale è fortemente dei canali mediante arterie a bassa re- appare notevolmente efficiente, grazie condizionato da questa caratteristica, sistenza idraulica, per vivificare sia le soprattutto alla grande ampiezza del- per cui nelle acque del sistema si pre- aree stesse che i canali veicolanti i flussi le sezioni liquide delle aste principali. Il sentano alcune situazioni di presenza di marea; sistema tuttavia evidenzia una scarsa di sostanza organica, solidi sospesi e - diversione dei maggiori flussi fluvia- capacità di scambio delle proprie acque di inquinamento microbiologico, la pre- li di magra e dei più consistenti flussi di con il mare: ciò è dovuto alla sua chiu- senza di nutrienti correlata a fenomeni sura alla sommità, nel punto di raccordo di eutrofia e con una certa frequen- con la rete fluviale, fattore da cui deriva za la riduzione dell’ossigeno disciolto. una conformazione a imbuto con il fondo La salinità è invece estremamente varia- 24 te del sistema urbano retrostante e del territorio agricolo. scarico delle bonifiche attraverso sbarramenti mobili, con effetti secondari di Figura 2: complesso degli interventi realizzati in ambito lagunare. contrasto della risalita del cuneo salino e di riduzione della commistione delle 25 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Caorle Figura 3: progetto per il recupero ambientale e la rinaturalizzazione di Vallevecchia. (Elaborazione a cura dello Studio Tepco). acque lagunari con quelle veicolanti i immediatamente seguito l’avvio di una neto (proprietaria dell’area) e attraverso - dare un impulso significativo alle deflussi provenienti dagli insediamenti sistematica campagna di monitoraggio l’ente strumentale Veneto Agricoltura ed dinamiche dei flussi lagunari, per gran urbani; per verificare attraverso misure dirette il Comune di Caorle, ha realizzato alcuni parte devitalizzate dal complesso degli Figura 4: foce del Baseleghe. del territorio rurale, all’interno del quale Valle Vecchia risulta integrata. Lo studio di fattibilità ha evidenziato verifica del funzionamento del sistema tre possibili scenari conseguenti agli inter- di apertura alla marea, l’evoluzione degli - recuperare il valore culturale e venti di rinaturalizzazione individuando ambienti costituiti in condizioni di diverso storico della Laguna, dando sviluppo al tre ipotesi di intervento complessivo che gradiente salino e contemporaneamente legame vissuto in particolare dalla po- si possono così riassumere: la possibilità di analizzare eventuali ulte- - ampliamento delle sezioni dei cana- l’esatta consistenza dei benefici conse- interventi sperimentali di riqualificazio- interventi di riduzione degli spazi aperti li che compiono l’ufficio di vivificare il guiti, in termini qualitativi già percepiti ne ambientale con la reintroduzione di alla libera espansione delle maree; sistema lagunare, in particolare il Nice- dagli operatori di settore. Si tratta ora di ambienti umidi su di una superficie di solo ed il canale dei Lovi e contestuale proseguire comunque in questa azione, quasi 80 ha. ripristino ambientale di zone a velma e in quanto le condizioni di miglioramen- barena negli spazi limitrofi. to create presentano per il momento Conclusa la fase sperimentale inizia- polazione di Caorle che tuttora sente 1. riapertura del canale Baseleghe (Fi- carattere di reversibilità. L’analisi più le, si è recentemente completato uno forti le proprie radici negli ampi spazi di gura 4), estensione delle azioni di ripristi- In concreto sono stati realizzati dap- recente ha quindi posto l’attenzione su studio di fattibilità comprendente la pro- acque e barene e ancora vive l’intensità no e riqualificazione ambientale alla quasi 3. limitazione degli interventi alla sola prima i lavori di riescavo del canale Ni- di un ambito specifico ricadente nel si- gettazione definitiva di alcuni interventi dei conflitti che, dalla confisca dei beni totalità del comprensorio di Valle Vecchia, apertura del Baseleghe nella zona orien- cesolo, quindi di gran parte dei canali stema della Laguna di Caorle. Si tratta (Figura 3), attraverso il quale si mira ora di Caorle del 1642 alla estesa opera di secondo uno schema centrato sulla pre- tale dell’area e mantenimento dell’attuale lagunari interni, ed in questo periodo di Vallevecchia, un’area di circa 900 ha a raggiungere i seguenti obiettivi strate- prosciugamento del ‘900, hanno segna- valenza degli ambienti umidi realizzati destinazione agraria nella restante parte sono in corso i lavori che interessano sottoposta a bonifica idraulica negli anni gici: to la storia di questa comunità; attraverso l’estesa apertura alle acque del comprensorio. la foce del Canale dei Lovi. In ciascun ’60, nella quale, quasi contestualmente - esprimere al massimo le potenziali- - valorizzare le potenzialità economi- intervento, come sopra evidenziato, ai all’avvio dei processi sopra descritti, si tà ambientali e paesaggistiche di Valle che del territorio lagunare e delle aree 2. ad integrazione della riapertura del La Giunta Regionale del Veneto si è re- lavori di escavo si sono associati speci- è iniziata una riflessione accompagnata Vecchia e, per effetto indotto, dell’intera limitrofe, arricchendo e diversifican- Baseleghe e delle aree limitrofe alla ma- centemente espressa indicando la propria fici interventi complementari di sistema- da alcune esperienze progettuali, fina- Laguna di Caorle, attraverso la restitu- do l’offerta turistica, migliorandone le rea, realizzazione di un ambiente umido opzione per il secondo scenario, rispetto zione ambientale e di ricostituzione di lizzata al recupero ambientale anche at- zione di ampi spazi alla laguna, la crea- opportunità di destagionalizzazione e reversibile a carattere stagionale nelle al quale sono state orientate le successi- velme e barene. Si può affermare che si traverso la reintroduzione su vasta scala zione di habitat umidi, l’aumento della consolidando le prospettive di integra- restanti aree più occidentali attraverso ve determinazioni in ordine all’avvio della sta per completare un primo ciclo fun- di ambienti umidi. Dal 1994 il Consorzio , biodiversità e il richiamo di specie prio- zione fra le attività agricole delle aree la trattenuta ed il controllo dei deflussi progettazione e della individuazione delle zionale di interventi al quale dovrà fare in collaborazione con la Regione del Ve- ritarie; retrostanti e l’uso turistico-ambientale meteorici, al fine di realizzare una prima risorse finanziarie. 26 riori possibilità di estensione definitiva degli interventi; lagunari; 27 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Venezia _ATTI DEL CONVEGNO LAGUNA DI VENEZIA GIOVANNI CECCONI Consorzio Venezia Nuova La salvaguardia della città di Venezia 1930 dagli allagamenti e dall’erosione è stret- 400 barene artificiali Apporti dal bacino scolante tamente collegata al risanamento della struttura idro-morfologica della laguna e dei litorali. Spiagge, dune, barene, velme, fondali, canali hanno subito vistose 30 trasformazioni per subsidenza, crescita 400 del livello dei mari, drastica riduzione degli apporti sedimentari, eccesso di energia ondosa, navigazione e pesca 2100 erosione dei bassifondali con attrezzi meccanici (Figura 1). Senza un’organizzazione idro-morfologica 70 erosione bordi 80 barene naturali 150 0 2,5 5 7,5 10 12,5 km e biologica complessa i sedimenti sono 2050 risospesi e trasportati dai fondali e dalle barene sino ai canali ove si depositano 1970 1100 deposito dei canali o da dove si disperdono fino in mare: ne risulta un generale appiattimento con la perdita, oltre che delle forme, anche della molteplicità di habitat e di funzio- 580 sedimento fine ni proprie dei sistemi idro-morfologici e 30 sabbia biologici complessi. La memoria riporta i risultati raggiunti dal Magistrato alle Acque con le attività di recupero della struttura idro-morfologica lagunare attraverso il riuso dei sedimenti di dragaggio per la manutenzione dei canali 0 2,5 5 7,5 10 12,5 km (Figura 2). 2000 0 2,5 5 7,5 10 12,5 km Figura 2: il bilancio dei sedimenti in migliaia di m3. La protezione dal moto ondoso marginamenti urbani e dei bordi delle barene, sia sperimentando nuovi di- Le fragili strutture morfologiche la- spositivi di intercettazione del flusso di gunari delle velme e delle barene sono energia ondosa che si propaga dai bor- esposte a gravi condizioni di erosione di dei canali di navigazione.Mentre nel a causa di un eccesso di energia dovu- caso delle protezioni aderenti le tecni- to al moto ondoso da vento su fondali che di intervento sono ormai acquisite di maggior profondità ed all’aumento e da tempo applicate (palificate o geo- del numero e della velocità delle imbar- griglie con pietrame a quota barena o cazioni di linea e da diporto (Figura 3). inferiore), le difese distaccate, prossime Ora lungo i canali lagunari anche la voga alla zona di generazione dell’eccesso alla veneta è sempre meno praticata e di energia ondosa, devono essere per- nessuno più si azzarda ad attraversare a fezionate ricercando soluzioni che non remi il Canale della Giudecca. alterino il valore paesaggistico dei luoghi o che almeno siano percepite come Figura 1: i bassi fondali da 0 a -60 cm s.m. si sono ridotti a 1/3; da 168 km2 nel 1930, a 105 km2 nel 1970, a 60 km2 nel 2000. 28 Il Magistrato alle Acque è da tempo armoniosa-necessaria transizione tra intervenuto, sia per prevenire i problemi gli ambiti fortemente antropizzati e con del moto ondoso (con specifiche ordi- eccesso di energia (il sistema antropico) nanze che limitano le velocità e intensi- e gli ambiti in cui mantenere i caratteri ficando la vigilanza), sia con interventi di auto-conservazione (il sistema natu- strutturali di protezione e rinforzo dei rale). 29 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Venezia Nel mese di giugno 2008 è iniziata Protezione del litorale Volumi totali Sabbia per il ripascimento 8.500.000 m3 Spiagge 45 km Recupero di dune 8 km e far emergere il legame inverso fra la Gestione dei canali lagunari Volumi totali di dragaggio capacità di intercettazione del moto on- Autorità portuale di Chioggia Aspo 2.000.000 m3 doso e l’alterazione della visuale: infatti, Genio Civile Opere marittime del MAV 4.300.000 m3 mentre per ridurre l’impatto paesaggi- Autorità Portuale di Venezia 7.400.000 m3 stico le strutture dovrebbero emergere Canali del Comune di Venezia INSULA 420.000 m3 poco, affinchè siano efficaci se ne deve MAV (Legge 366/63) 10.000.000 m3 per 176 km di canali una sperimentazione dimostrativa di una serie di possibili tecniche di intercettazione delle onde nei bassi fondali subito a lato dei canali. Lo scopo è quantificare aumentare esponenzialmente la larghezza e il costo. La sperimentazione sarà il luogo del confronto, l’arena in cui le istituzioni assieme agli altri stakeholders potranno raggiungere una soluzione di com- Protezione delle barene e velme naturali: 34 km Ricostruzione di barene e velme con il riuso di sedimenti: 18.000.000 m3, in 109 unità, per una superficie di 11,5 km2 Tabella 1: quantità di sedimenti impiegati nelle attività di recupero idro-morfologico e di protezione delle spiagge. promesso informato sulle modalità di realizzazione dei presidi artificiali per proteggere e conservare il territorio delle velme, delle barene e della della voga pee (come l’avifauna e l’ittiofauna degli - la messa a punto delle tecniche più veneta dagli effetti della navigazione ne- ambienti umidi, l’entomofauna e le rare idonee per la formazione dei depositi ini- cessaria. specie di vegetazione alofila) le barene ziali di velme e barene; e le velme assicurano meta-stabilità al La ricostruzione di velme e barene sistema idro-morfologico; esse infatti limitano la formazione e la propagazione - le modalità di ricarica della superfi- Riprendendo una consuetudine se- delle onde attraverso i fondali, guidano i cie barenale, i dispositivi per ridurre la colare, dal 1986 il Magistrato alle Acque flussi lungo i canali e soprattutto, entro generazione e propagazione delle onde di Venezia ha riutilizzato i sedimenti di certi limiti, hanno la capacità di adattarsi o per contenere gli effetti erosivi della risulta dei dragaggi di manutenzione alla crescita del livello medio del mare o pesca e della navigazione portuale (Fi- dei canali per formare depositi che nel dell’energia delle onde in virtù di specie gura 4). tempo, con l’energia della marea e delle vegetali e bentoniche che provvedono onde, si sono naturalizzati formando ha- alla bio-stabilizzazione e alla regolazio- bitat di velma e di barena. Oggi, a oltre ne della quota superficiale attorno alle 20 anni di distanza dalle prime opere, la normali alte maree. superficie di barene e velme ricostruite Figura 3: moto ondoso da traffico: effetti su fondali, barene e sulle attività di voga alla veneta. 30 - i materiali e le strutture meno impattanti per proteggerne i bordi; Risultati raggiunti Sono state valutate le principali funzioni idro-morfologiche e ambientali si estende per 11,5 km2: il doppio degli Attraverso studi, sperimentazioni e svolte dalle 100 strutture morfologiche areali naturali che si sono erosi nello soprattutto rilievi e monitoraggi, nel realizzate dal 1986 al 2007: le attività stesso arco di tempo: 84 barene com- corso degli anni sono state selezionate di monitoraggio hanno evidenziato che, pletate per 8,5 km2, 14 velme e sovralzi le conoscenze necessarie per la gestio- generalmente, la progressiva evoluzione completati per 1,5 km2, 11 barene in corso ne dei processi di naturalizzazione dei da un deposito di sedimento all’habitat a per 1,5 km2 (Tabella 1). depositi di sedimento, per la migliore marea richiede un periodo di 5-10 anni, evoluzione da habitat di neoformazione attraverso 5 stadi differenti per tessuto Oltre al valore estetico, paesaggistico agli assetti idro-morfologici e biologici idro-morfologico, struttura della vege- e naturalistico con habitat, biotopi e spe- di maggiore complessità. Lo sviluppo del tazione e numero di specie nidificanti cie di pregio protette dalle direttive euro- metodo ha riguardato: (Figure 5 e 6). 31 Figura 4: esempi di protezioni locali dei bordi di velme e barene naturali anche attraverso la sperimentazione di schermi di sedimentazione, ripascimento superficiale, canali di vivificazione e trapianti di vegetazione. Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Venezia Struttura della vegetazione trano altre 3 specie (Beccaccia, Volpoca, Figura 5: realizzazione di strutture morfologiche artificiali. STADIO 0: refluimento di miscela di sedimento e acqua entro conterminazioni. Già nella prima fase di realizzazione si creano aree favorevoli all’alimentazione e alla nidificazione dell’avifauna. STADIO 0 Corriere piccolo), con un sostanziale auLe barene sono habitat di interesse mento della ricchezza specifica (Figura comunitario da tutelare secondo le nor- 7). Nelle barene naturali e soprattutto in mative europee. Nella gran parte dei casi quelle artificiali notevole è la densità di le strutture artificiali evolvono sino a Pettegola, una specie particolarmente presentare habitat a barena di interesse importante, con 40 coppie/km2 . comunitario . Dai monitoraggi, al dicem1 bre 2007, risulta che le barene artificiali abbiano una densità di habitat di pregio Considerazioni conclusive e sviluppi futuri simile a quella delle barene naturali: infatti nelle barene naturali l’estensione Gli interventi sin qui realizzati, con degli habitat con specie di interesse co- l’impiego di 18 milioni di m3 di sedimen- munitario è pari al 60% della superficie to, hanno garantito la conservazione totale (24 km2 su 40) e nelle barene ar- quantitativa e funzionale degli habitat a tificiali è pari al 42% (2,7 km su 6,3 ri- barena della laguna di Venezia. 2 Figura 6: STADIO 1 da 2 mesi a 1 anno dalla realizzazione (sinistra) e STADIO 5 a oltre 10 anni dalla realizzazione (destra). STADIO 5 STADIO 1 levati). Quando le strutture raggiungono gli stadi superiori, lo sviluppo delle spe- Gli habitat a barena ricostruiti pre- cie vegetali è accompagnato dal peculia- sentano una struttura della vegetazione re processo di adattamento della quota che nel 60% dei casi mostra un livello di della struttura al livello medio del mare naturalità adeguato all’età, mentre nel per cattura di sedimento e di materia 27% dei casi sono necessari piccoli in- organica, con modalità del tutto equiva- terventi correttivi e solo nel 13% dei casi lenti al processo di auto-conservazione sono da prevedere ricariche o riduzioni tipico per le barene naturali. del volume di sedimento per sopperire Vegetazione Vegetazione a Salicornia sp. (specie pioniera) alla carenza o all’ eccesso di quota. Avifauna nidificante Avifauna Specie di interesse conservazionistico Fratino (Charadrius alexandrinus) 1 Secondo la direttiva CEE 92/43, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche: Salicornietum venetae (Salicornieto: Habitat comunitario non prioritario cod. 1310), Puccinellio festuciformis-Sarcocornietum fruticosae (Sarcocornieto: Habitat comunitario non prioritario cod. 1420), Prati a Spartina (Spartinion maritimae: Habitat comunitario non prioritario cod. 1320); Steppe salate mediterranee (Limonetali: Habitat comunitario prioritario cod. 1510). 2 In particolare è stata rilevata la nidificazione di 13 specie di uccelli acquatici di cui 5 di importanza comunitaria (indicate con il simbolo*): Volpoca, Germano reale, Mestolone, Pavoncella, Beccaccia di mare, Cavaliere d’Italia*, Avocetta*, Corriere piccolo, Fratino*, Pettegola, Gabbiano reale, Sterna comune*, Fraticello*. erosivi dei bassi fondali, dovuti all’ecces- rene artificiali costituiscono areali idonei so di energia delle onde ed alle correnti alla sosta, alimentazione e nidificazione trasversali, sarà necessario concertare di diverse specie di uccelli di area umi- nuovi assetti del paesaggio che consen- da2: nelle barene artificiali della laguna tano di realizzare adeguate strutture di di Venezia specie di particolare pregio intercettazione e canalizzazione a velma come Volpoca, Beccaccia di mare, Cava- o a sovralzo di fondale. Da 2 mesi a 1 anno Avifauna Specie di interesse conservazionistico Vegetazione a Salicornia fruticosa (specie perenne) Beccaccia di mare (Haematopus ostralegus) Germano reale (Anas platyrhynchos) Beccaccia di mare (Haematopus ostralegus) Vegetazione a Limonium narbonense (specie perenne) Cavaliere d’Italia (Haematopus haematopus) Fratino (Charadrius alexandrinus) Fraticello (Sterna albifrons) Vegetazione a Halimione portulacoides (specie perenne) Avocetta (Recurvirosa avosetta) Pettegola (Tringa totanus) In futuro, per contenere i processi Nel corso della loro evoluzione le ba- Vegetazione Altre specie Quota + 0.60 - 0.70 m s.m. Gabbiano reale (Larus cachinnans) Maggiore di 10 anni Quota + 0.30 - 0.40 m s.m. Figura 7: la varietà del mosaico vegetazionale, che progressivamente si viene a creare nella barena artificiale, corrisponde ad una varietà di habitat idonei alla nidificazione di molte specie dell’avifauna. liere d’Italia, Avocetta, Fratino, Pettegola, Gabbiano reale, Fraticello nidificano L’efficacia degli interventi dipende con un numero di coppie tale da contri- infatti dal superamento del vincolo for- buire significativamente al totale nazio- male del “com’era dov’era” in favore nale (Figure 5 e 6). della “conservazione delle funzioni”, su questa linea, nella zona del Canale dei Mentre nelle barene naturali già di Petroli a Fusina e del Canale dei Marani qualche km2 nidificano 4-6 specie di inte- a nord di Venezia, sono già in corso due resse naturalistico (Pettegola, Germano importanti interventi in cui si impiegano reale, Beccamoschino, Cavaliere d’Italia, i sedimenti sabbiosi provenienti dagli ma anche Fratino e Fraticello), con l’in- scavi per la costruzione di barriere mo- serimento di barene artificiali si riscon- bili alle bocche di porto. 32 Altre specie Gabbiano reale (Larus cachinnans) 33 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Sacca di Goro _ATTI DEL CONVEGNO SACCA DI GORO SILVANO BENCIVELLI Provincia di Ferrara U.O.P.C. Acque Costiere ed Economia Ittica La Sacca di Goro è la laguna più meri- nell’immagine (Figura 1), che sono tribu- all’interno della Sacca è garantita da una dionale del delta del Po ed è fortemente tari della porzione più settentrionale del rete di canali sublagunari che veicolano condizionata dagli apporti di nutrienti territorio provinciale ferrarese. Il bacino le acque scambiate con il mare attraver- del bacino padano. È un ambiente estre- sotteso è di circa 650 km , su cui abitano so le due bocche di collegamento (Figu- mamente produttivo e per tale ragione circa 70.000 abitanti, ed è caratterizza- ra 2). ha avuto un forte sviluppo la molluschi- to da un intenso sviluppo agricolo. Sul coltura, ma è contemporaneamente lato orientale la Sacca è in collegamento La Sacca, come tutte le lagune, è un un’area a forte rischio ambientale per le con il Po di Goro attraverso dei manufat- ambiente di transizione da acque inter- sistematiche proliferazioni di macroal- ti idraulici che consentono di controllare ne (dolci) ad acque esterne (marine) in ghe che frequentemente degenerano in la quantità delle acque in ingresso, pure continua evoluzione morfologica. In par- crisi distrofiche. L’azione di risanamen- evidenziati da frecce azzurre. Inoltre ticolare negli ultimi anni si è avuta una to è stata incentrata principalmente sul una parte delle acque in ingresso dal Po preoccupante e continua crescita dello controllo delle immissioni delle acque di Goro transita attraverso un bacino di Scanno verso ovest a discapito dell’aper- dolci, dell’incremento della circolazione circa 80 ha, che ha funzione fitodepura- tura della bocca secondaria, che si è pro- delle acque e dell’interscambio con il tiva, anche se diminuita negli ultimi anni gressivamente ridotta ed è stata costret- mare. Il sistema si basa su di una rete di per la necessità di interventi di ripristino ta, dalla spinta esercitata dal processo di canali sublagunari e su diversi manufatti delle arginature. crescita, ad una rotazione verso ovest e 2 LEGENDA: punti di interesse strade comunali strade provinciali canali sublagunari canali di scolo consortili corsi d’acqua principali zone emerse centri abitati 0 250 500 1.000 1.500 2.000 m ad uno spostamento della sezione più idraulici, dei quali il principale consiste Figura 2: carta generale della Sacca di Goro. in paratoie vinciane che controllano il I collegamenti con le acque marine profonda del canale di marea verso deflusso delle acque con costi nulli dal avvengono attraverso due bocche che si mare. Inoltre l’eccesso di sedimentazio- punto di vista energetico e modesti dal aprono sulla linea degli scanni e che se- ne nella parte terminale dello scanno ha punto di vista economico. parano la Sacca dal mare aperto, ripor- mandato in crisi il sistema isola-barriera turale della chiusura a mare della Sacca Interesse Comunitario) e ZPS (Zona a tati con frecce blu. Si tratta di un terri- posto dall’altro lato della bocca in quan- porta al progressivo prolungamento del- Protezione Speciale). Per contrastare La Sacca di Goro è una classica la- torio estremamente fragile, soggetto da to, in tale zona, non si ha più deposito ed lo scanno che provoca, nel tempo, una gli effetti dell’evoluzione morfodinamica guna costiera fortemente condizionata un lato a subsidenza, dall’altro all’intera- essa è in continuo abbassamento dovuto crescente riduzione dello scambio idrico in corso sono già stati effettuati diversi dagli apporti di acque dolci. Sul lato oc- zione tra dinamiche marine e fluviali. In alla subsidenza ed all’erosione prodotta tra acque interne ed acque esterne. Tale interventi, finalizzati al miglioramento cidentale riceve il Po di Volano e il Canal ragione del fondale poco profondo (me- dal moto ondoso. condizione evolutiva comporta, oltre che dello scambio idrico tra ambiente inter- Bianco, evidenziati dalle frecce azzurre diamente 1,5 metri), la qualità dell’acqua 0 500 1.000 1.500 2.000 m minor ricambio delle acque, anche una no ed esterno, costituiti essenzialmente Attualmente si può considerare la minore circolazione idrodinamica delle dall’escavo di canali lagunari in grado di bocca secondaria come il cuore pulsan- correnti di marea all’interno della Sacca, convogliare con maggior dinamismo le te del sistema circolatorio della laguna con la conseguente riduzione della ca- acque di mare all’interno della Sacca e in quanto da essa si dipartono tre canali pacità di rimescolamento idrodinamico il riescavo dei canali di marea in prossi- che distribuiscono le acque nella parte e quindi della capacità di trasporto delle mità delle bocche. In questo contesto, le a nord, a nord-est verso Gorino e ad est sostanze disciolte o sospese nelle acque bocche di collegamento con il mare e i verso il Faro. Proprio quest’ultimo cana- per convezione e dispersione. canali sublagunari devono garantire un le, realizzato dalla Regione nel 1999, che BOCCA PRINCIPALE O DI VOLANO Figura 1: analisi della Sacca da immagine acquisita il 23 gennaio 2006 dal satellite QuickBird. 34 BOCCA SECONDARIA O MEDIANA continuo interscambio tra le acque a di- collega la bocca secondaria alla zona più La scarsa mobilità delle acque dà versa salinità ed una sempre maggiore interna della Sacca ed è poi connesso vita, nei periodi caldi, al proliferare della diffusione delle stesse all’interno della alla foce del Po di Goro a mezzo di una popolazione algale, comportando i noti laguna, vivificando così l’ambiente e ga- struttura munita di paratoie a ventola fenomeni negativi sull’ambiente idrico rantendo l’equilibrio dell’ecosistema. ad apertura automatica, per differenza della laguna, da cui consegue una forte di livello (di concezione vinciana), che riduzione della produzione di molluschi, Le bocche ed i canali stessi sono con- permettono solo il deflusso unidirezio- che rappresenta la fonte economica temporaneamente delle “trappole per nale dall’interno all’esterno della lagu- primaria della zona e, ovviamente, un sedimenti”, in quanto nel fondo com- na, è quello che ha permesso di vivifica- enorme danno ambientale ad un’area pletamente piatto della laguna rappre- re e salvaguardare tutta la porzione più che oltre ad essere compresa nel Par- sentano delle depressioni verso le quali orientale della laguna. L’evoluzione na- co del Delta del Po è anche SIC (Sito di quanto trasportato dalle correnti di ma- 35 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Sacca di Goro LEGENDA: rea e dal moto ondoso, provocato dal bocca mediana. È stato risezionato il ca- so, per ripascimenti sui fondali delle con- passaggio dei natanti, tende a deposi- nale di marea della bocca secondaria e il cessioni dedite alla molluschicoltura al zona di scavo tarsi. Ne consegue che questo fenomeno canale sublagunare che collega la bocca fine di aumentarne la produttività. In en- percorso condotte deve essere periodicamente contrastato secondaria al manufatto unidireziona- trambi i casi i risultati sono sempre stati concessioni demaniali con l’asportazione di quanto depositato: le retrostante il Faro di Goro. Inoltre si soddisfacenti. Un parametro importante solo così i canali e le bocche conservano è realizzato un sovralzo della sommità per valutare l’efficacia degli interventi la loro efficienza. arginale tra la conca di Gorino e la Lan- eseguiti è certamente la produzione dei terna Vecchia in modo tale da impedire molluschi, attività particolarmente im- La difficoltà basilare nella gestione nuovamente il sormonto delle acque del portante per l’economia locale. In Sacca delle acque interne della sacca consiste Po di Goro in occasione di eventi di piena di Goro sin dal 1985 è stata introdotta la nell’individuare la giusta misura di inter- particolarmente sostenuti. vongola filippina che ha trovato un ambiente ideale per la crescita e, soprattut- scambio delle acque tra laguna e mare, affinché il ricambio non sia così limitato Complessivamente negli ultimi cin- to, per la riproduzione dopo una prima da compromettere la qualità delle acque que anni la Provincia di Ferrara ha rise- fase di acclimatazione, fase che è stata interne, ma non sia d’altra parte tanto zionato circa 25 Km della rete di canali accompagnata e seguita dagli ingenti in- consistente da turbare quel giusto equi- sublagunari asportando 500.000 m3 di terventi di risanamento ambientale pre- librio tra temperatura, salinità, ossigeno sedimenti tramite finanziamenti regio- cedentemente richiamati. disciolto e stratificazione delle acque nali (Protezione Civile) e statali (fondi interne che determina l’elevata produt- CIPE) per un ammontare complessivo di tività della Sacca. quasi 3.000.000 di Euro. Figura 3: progetto di ripristino della circolazione idraulica. precedente. Per il 2009 si tratta eviden- cretizzato in un protocollo d’intesa tra la tera area e sulle attività economiche che Il grafico successivo (Tabella 1) è par- temente di una previsione sulla scorta dei Regione Emilia Romagna, la Provincia di vi insistono. La Provincia ha simulato, ticolarmente indicativo in quanto mette dati sino ad ora disponibili. In questi ultimi Ferrara, il Comune di Goro e le Associa- con il modello matematico che rappre- chiaramente in evidenza come, dopo la anni la produzione si è attestata intorno zioni che rappresentano i pescatori e che senta la circolazione idrica della laguna, Con gli interventi realizzati negli ul- Il materiale di risulta dei vari interven- realizzazione dei lavori più importanti di alle 15.000 tonnellate/anno facendo di- ha consentito di costituire un Comitato tre scenari: 1) la completa chiusura della timi anni si è provveduto a ristabilire ti è sempre stato utilizzato internamente risanamento ambientale avvenuta tra il ventare la Sacca di Goro uno dei princi- di Coordinamento, di formulare alcune bocca secondaria attuata dalla crescita una corretta circolazione delle acque alla laguna in base alla sua granulome- 1999 e il 2001, asportazione della punta pali produttori di vongole di tutta l’Euro- regole sulle quali incentrare la gestione dello Scanno; 2) la situazione nello stato nell’area prospiciente il Po di Goro, a tria. In particolare se esso è prevalente- dello scanno verso ovest, riescavo del pa, sicuramente la prima se si considera e di individuare nella Provincia l’ente di di fatto; 3) la situazione dopo la realizza- ripristinare la piena officiosità dei ma- mente argilloso o limoso argilloso è uti- canale retrostante lo scanno verso est la produzione rispetto all’estensione. Il riferimento per le attività in laguna. È da zione di un possibile progetto di riaper- nufatti idraulici e del bacino di fitodepu- lizzato per interventi di ricostruzione di e attivazione del manufatto unidirezio- miglioramento ambientale è inoltre am- sottolineare che nel delta del Po è l’unica tura della bocca. razione ed a migliorare la circolazione barene per l’innalzamento dei fondali al nale, vi sia stata un deciso incremento piamente dimostrabile dai controlli sulla laguna appartenente al demanio maritti- idraulica nella parte centrale della lagu- fine di favorire la ricrescita del canneto della quantità di vongole prodotte che qualità delle acque che vengono costan- mo. Come precedentemente affermato, I risultati ottenuti hanno dimostrato na con un canale di collegamento con la o, nel caso sia sabbioso o limoso sabbio- di fatto raddoppia rispetto al periodo temente effettuati. La Provincia ha attiva- la Sacca di Goro, come tutte le lagune, che l’eventuale chiusura della bocca se- to sin dal 1988 una rete automatica di mo- è un ambiente in continua evoluzione condaria avrebbe pesanti ripercussioni nitoraggio della qualità delle acque, rete morfologica, ragione questa dei continui sulla circolazione idrica di tutta la lagu- che è stata via via implementata nel corso interventi effettuati. na, con velocità delle correnti in ingres- 20.000 16.000 14.000 che consiste in quattro stazioni fisse con L’accrescimento dello scanno verso (che non consentono la coltivazione di sonda multiparametrica, due stazioni con ovest ha progressivamente ridotto la se- vongole nell’area e che potrebbero inne- correntometri e due mareografi. zione della bocca secondaria, portando scare probabili fenomeni erosivi) e velo- nel 2007 l’apertura a circa 200 m e ruo- cità molto basse nelle zone interne, con Peraltro è da sottolineare come la tando in senso orario il canale di marea elevati rischi per la qualità delle acque produzione dei molluschi sia stretta- da una posizione inizialmente ortogona- interne, incompatibili con l’allevamento mente collegata alla qualità ambientale le allo scanno ad una posizione sempre di molluschi. per cui le due finalità non sono contra- più inclinata a causa della spinta prodot- 12.000 tonnellate so dalla bocca principale molto elevate degli anni sino alla configurazione attuale, 18.000 10.000 8.000 6.000 stanti. Oltre alle caratteristiche ambien- ta dalla punta dello scanno. L’eventuale La sensazione di un imminente peri- 4.000 tali ed ai lavori eseguiti, decisiva è stata chiusura della bocca secondaria avreb- colo per l’ambiente e le attività produtti- 2.000 la capacità degli enti e dei produttori di be comportato gravissime ripercussioni ve legate alla probabile rapida chiusura inventarsi uno strumento per la gestio- sull’idrodinamica della laguna e di con- della bocca secondaria era ben presen- ne condivisa della laguna, che si è con- seguenza sulle qualità ambientali dell’in- te. Di fronte all’impossibilità di reperire 0 1985 1986 1987 1 9 8 8 1 989 1990 1 991 1 992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2 002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 36 Tabella 1: produzione di vongole nella Sacca di Goro (Fonte: E. Turolla). 37 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Sacca di Goro Conclusioni adeguati finanziamenti pubblici per ef- Il progetto è un compromesso tra le tossiche per molti esseri viventi nella la- fettuare un intervento maggiormente diverse esigenze dell’area e quindi può guna. In queste condizioni abbiamo assi- consistente, che consentisse almeno 3–4 essere considerato un’applicazione con- stito più volte nel passato, ed in maniera La Sacca di Goro oggi è un ambiente coloro che dall’acquacoltura ottengono anni di respiro, la Provincia si è rivolta ai creta delle linee guida per la Gestione più limitata in tempi recenti, a danni am- in buone condizioni ambientali, grazie il loro reddito. I pescatori sono, come si pescatori dediti alla molluschicoltura in Integrata delle Zone Costiere, approvata bientali ingentissimi ed ad altrettanto ai numerosi interventi effettuati negli direbbe con un termine moderno stake- Sacca di Goro evidenziando che la ipo- dalla Regione Emilia Romagna e recepita ingenti danni economici per la moria di anni. Si è ben consapevoli che è un equi- holders, i portatori di interesse sulle tizzata chiusura dello Scanno avrebbe con un atto formale dalla Provincia di Fer- elevate quantità di vongole. Ovviamen- librio precario, destinato a modificarsi vicende di questo ambiente. Sono per- causato ingenti danni ambientali, ma rara. I lavori si stanno concludendo in que- te queste situazioni vanno quanto più rapidamente contestualmente all’evo- tanto interessati alle decisioni relative anche forti ripercussioni sulle capaci- sti giorni e le prime osservazioni sembra- possibile prevenute con interventi di luzione morfologica caratteristica delle alla gestione e ai nuovi interventi da re- tà produttive della laguna, chiedendo no particolarmente positive: è aumentata carattere strutturale e gestionale, ma di lagune, che per la Sacca di Goro è parti- alizzare in laguna. La sottoscrizione di sostanzialmente alle cooperative dei la circolazione delle acque, già numerose fronte all’evento l’unica difesa è la rac- colarmente velocizzata da una dinamica un protocollo d’intesa tra la Regione, la pescatori di finanziare un consistente cooperative hanno potuto iniziare a colti- colta meccanica della maggior quantità costiera caratterizzata da un ingente Provincia, il Comune, le Associazioni dei progetto di ripristino della circolazione vare le aree sulle quali è stato effettuato il possibile di macroalghe. In questo modo trasporto solido. Sono quindi da pre- pescatori e il Comitato di coordinamen- idraulica (Figura 3). ripascimento e la produzione complessiva si evita che una parte della biomassa vedersi ulteriori interventi finalizzati al to che ne è scaturito, è stata elemento della laguna sembra in aumento rispetto possa decomporsi in acqua limitando in mantenimento dell’officiosità dei canali decisivo nella condivisione delle azioni all’anno precedente. questo modo i possibili danni delle crisi sublagunari e delle bocche di collega- portate avanti negli ultimi anni. Molti distrofiche. In questa attività si è matu- mento con il mare. La strada da seguire dei molluschicoltori, in particolar modo Le adesioni al progetto sono state numerose (hanno aderito 24 coope- compenetrare interessi diffusi, tipicamente pubblici, con interessi privati di rative che rappresentano il 90% dei Come si è più volte detto in prece- rata una esperienza consolidata in molti è quella di evitare opere rigide che por- quelli meno giovani, sono dei pescatori pescatori operanti in laguna) e hanno denza, la Sacca di Goro deve la propria anni di raccolta, dal 1990, che si è nel tano a risultati temporanei e che spesso che dal mare, dove il loro reddito era permesso alla Provincia di progettare elevata produttività agli apporti di nu- tempo affinata anche e soprattutto in ingenerano effetti negativi anche molto sempre più effimero, si sono trasferiti un intervento consistente, per un am- trienti che arrivano dalle acque dolci e questi ultimi anni con la partecipazione gravi. Bisogna accompagnare l’evoluzio- in laguna attirati da un guadagno più montare complessivo di € 7.500.00 per dal bacino padano. Questa situazione attiva dei pescatori (Figura 4). ne naturale. elevato e certo. Questo, sino all’anno l’asportazione di circa 1.200.000 m3 di tende generalmente a degradare verso sabbia, destinati al miglioramento del- una situazione di ipertrofia se si ridu- Diverse cooperative si sono dotate di La Sacca di Goro ha una importante vongole ha reso questa affermazione la tessitura dei fondali all’interno delle cono gli interscambi con il mare e viene macchine raccoglitrici che depositano ricaduta economica legata all’attività meno veritiera. I molluschicoltori hanno concessioni demaniali. Si tratta quindi di limitata la circolazione delle acque all’in- il materiale raccolto, insieme a quello di molluschicoltura che vede impegna- comunque mantenuto lo spirito del pe- un progetto rilevante dal punto di vista terno della laguna per l’interrimento raccolto manualmente con l’aiuto delle ti circa 1300 pescatori e almeno altre scatore che prende oggi tutto quello che economico, complesso per il valore am- dei canali sublagunari. La caratteristica barche da pesca, all’interno di grossi ce- 300 persone nell’indotto. È una attivi- è possibile perchè domani non sa nem- bientale e la fragilità dell’area interessa- maggiormente evidente di queste situa- stoni, 5x10 m e oltre, appositamente co- tà economica compatibile con le carat- meno se può uscire in mare e comunque ta e che rappresenta una svolta storica zioni di degrado è l’enorme sviluppo di struiti e posizionati in laguna. Un’imbar- teristiche ambientali e naturalistiche la quantità di pescato potrebbe essere nel susseguirsi da oltre venti anni di in- macroalghe costituite in gran parte da cazione da carico di una ditta incaricata dell’area. L’impatto ambientale di atti- insignificante. L’acquacoltore, invece, si terventi esclusivamente pubblici per la Ulva. Quando le alghe sono vitali non vi dalla Provincia provvede al periodico vità industriali in grado di dare lavoro avvicina molto all’agricoltore che deve difesa della laguna. Durante la stesura sono particolari problemi, vi è anzi una svuotamento dei cestoni ed al trasporto a 1300 persone sarebbe di gran lunga seminare e curare il proprio prodotto. del progetto si è tenuto conto delle tante forte presenza di ossigeno nell’acqua delle biomasse a terra presso un centro superiore. Non bisogna però dimenti- È necessario infatti reperire il seme di problematiche presenti nell’area e con- per la notevole produzione fotosintetica, di stoccaggio opportunamente attrezza- care che l’attività di molluschicoltura vongola nelle zone dove naturalmente si mente la biomassa presente costituisce to. Le biomasse, dopo oltre un anno di ha comunque un effetto sull’ambiente deposita e trasferirlo nella concessione, l’inizio di una ricca catena trofica. stabilizzazione, vengono reimpiegate in legato alla contemporanea presenza di pulire la concessione dalle macroalghe, agricoltura sui terreni di recente bonifi- milioni di animali in spazi ristretti ed al verificare periodicamente lo sviluppo ca nelle immediate adiacenze della sac- loro metabolismo quindi: non bisogna delle vongole sino al raggiungimento ca. Nel passato sono state fatte positive superare i limiti della sostenibilità am- della taglia commerciale desiderata e esperienze nell’essicazione dell’ulva e bientale. In Sacca di Goro sono ora dati solo allora si conclude il ciclo con la rac- nel successivo impiego per la produzio- in concessione per la molluschicoltura colta. È fondamentale lavorare per dare ne di carta. Nei prossimi mesi, subordi- circa 1300 ha: è un limite da non supe- la consapevolezza agli acquacoltori che sono degli imprenditori e questo può nesse con l’area di intervento: - difesa del territorio dalle mareggia- scorso. Ora, la caduta del prezzo delle te; - disponibilità di materiali per i ripascimenti delle spiagge; - mantenimento dell’equilibrio ecologico e salvaguardia delle biodiversità; - presenza di avifauna di interesse Popolazioni eccessive di ulva tendono però a degradare rapidamente per autombreggiamento, per la totale segregazione dei nutrienti e, molto frequentemente, per l’elevata temperatura. L’ele- Figura 4: raccolta meccanica delle macroalghe. vato consumo di ossigeno richiesto dalla natamente alla concessione di un finan- rare. La Sacca di Goro è un’area dagli - significato economico della mollu- degradazione di migliaia di tonnellate di ziamento richiesto alla UE, si attiverà un aspetti molteplici: insieme a grande va- cominciare dal loro coinvolgimento da schicoltura per le comunità di Goro e biomassa crea una forte crisi anossica progetto sperimentale per la produzio- lenza ambientale vi è una attività eco- parte degli enti pubblici nella gestione Gorino. con la produzione di sostanze ridotte ne di biogas. nomica di grande rilievo. Si tratta di far dell’ambiente nel quale operano. europeo; 38 39 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Lesina _ATTI DEL CONVEGNO LAGUNA DI LESINA PAOLO BREBER LUCREZIA CILENTI TOMMASO SCIROCCO ANTONIETTA SPECCHIULLI CNR - ISMAR (Lesina - Foggia) Vengono descritti gli interventi dell’uo- media è di 0,7 m con un massimo di 1,15 m. mo sulla grande e bassa laguna di Lesina Le acque sono salmastre e presentano un sulla costa meridionale dell’Adriatico, gradiente di valori salini da Est a Ovest. interventi motivati dalla necessità della Nella parte orientale, dove affluisce ac- pesca, dalla volontà di acquisire nuovi qua dolce, la salinità resta sempre inferio- terreni agricoli e dalla necessità di debel- re a quella marina (36 ‰ S), mentre nella lare paludi malarigene. Fino al 1851 l’eco- parte occidentale i valori a volte eccedo- sistema era interamente regolato dalle no quello marino, specialmente d’estate forze naturali. In quell’anno veniva scava- quando l’evaporazione è intensa. ta una seconda foce marina (Schiapparo) in aggiunta a quella naturale esistente (S. Quando la laguna è al livello di medio Andrea). Nel 1903 fu aperta un’altra foce mare la sua superficie è di 5.328 ha ma, marina (Acquarotta) e l’antica foce S. An- prima che venisse arginata negli anni ‘50 drea venne abbandonata. (Figura 2), si espandeva per altri 1.581 ha (un totale di 6.673 ha sommersi) durante Negli anni ‘50 si conclusero i lavori di la stagione delle pioggie in autunno ed in- perficie del bacino è di 10 mm in estate, co della pesca lagunare consiste nel fat- arginamento del bacino e di bonifica inte- verno. Questa zona paludosa si estende- 6 mm in primavera ed autunno e 2 mm to che quasi tutte le specie commerciali grale della zona maremmana sul lato sud. va a Sud e ad Est dell’attuale bacino. in inverno. All’estremità orientale tre sor- spendono solo parte del loro ciclo vitale genti carsiche (S. Nazario, Lauro, Fiume in laguna. Questi bacini sono ricercati dal Canali subalvei furono scavati nel bacino (Acquarotta, Longo) sgorgano a circa 2 km dalla base pesce giovane come luogo di pastura, ma Negli ultimi decenni si è cominciato ad Schiapparo, scavati nel 1903 e 1853 rispet- del monte Gargano e contribuiscono ca il pesce maturo è obbligato a tornare in avvertire l’effetto dell’inquinamento. Die- tivamente) collegano la laguna al mare. In 2 m3/sec. Prima della bonifica degli anni mare per la fregola. Il principio base del- ci anni fa si è iniziato a trasformare il ter- precedenza vi era una sola foce principa- ‘50, che le ha arginate ed incanalate, que- la pesca lagunare sta nel far entrare più minale marino del canale Acquarotta in le attrezzata (S. Andrea) e diverse minori ste sorgenti, spandendosi liberamente, pesce possibile e poi impedirne la fuga, porto canale a discapito dell’ecologia ed estemporanee (Acquarotta, Zappino, S. determinavano la natura dulciacquicola in attesa di essere pescato alla taglia e economia lagunare. Maria, S. Placido, Caùto, Morella, Grava- della palude orientale. All’interno del ba- al momento di mercato più favorevoli. I glione, S. Focato) le quali, tuttavia, era- cino scolante vi sono i tre paesi di San Ni- mezzi per ottenere ciò sono le griglie ed i no semplici fossi scavati all’occasione in candro, Poggio Imperiale e Lesina per un portelloni alle foci. primavera, e non tutti gli anni, per la ne- totale di 30.000 abitanti. Gli impianti di cessità della montata del pesce novello. depurazione delle acque reflue di questi Le griglie consentono al pesce novello tre centri contribuiscono ca 60 l/sec alla di entrare ma impediscono a quello più laguna (Breber, 1999). grande di uscire. I portelloni regolano il per facilitare la circolazione dell’acqua. Introduzione La laguna di Lesina giace sulla costa Due canali artificiali Adriatica immediatamente a Nord del promontorio del Gargano (Figura 1). Ha Il bacino imbrifero di Lesina è di 604 una forma oblunga che si estende lungo km2, poco più di dieci volte lo specchio la costa per 22,4 km e con una larghezza d’acqua. La precipitazione media annua- variabile tra 3,8 e 1,4 km. La profondità le è di 455 cm e l’evaporazione dalla su- flusso d’acqua nei due sensi: da marzo a L’industria della pesca maggio vengono tenuti aperti in modo da lasciare entrare gli sciami di pesce appena Da tempi remoti le lagune del Mediterraneo hanno sempre attratto gli uomini nato, attratti dalla corrente uscente dalla laguna, gonfia delle piogge invernali. a motivo della loro ricca e facile pesca. Figura 1: immagine satellitare della laguna di Lesina. Le chiazze bianche solforose nella zona occidentale attestano ad una recente crisi distrofica. All’estremità orientale si può osservare il verde del cannucceto. 40 Il prodotto è comunemente composto L’altra occasione di apertura delle foci da anguilla (Anguilla anguilla), spigola è in occasione della pesca autunnale del (Dicentrarchus labrax), orata (Sparus pesce maturo. Ora è l’acqua marina che aurata), muggini (Mugil cephalus, Liza entra per effetto dell’abbassamento del aurata, Liza saliens, Liza ramada, Chelon livello lagunare causato, dall’evaporazio- labrosus) e latterino (Atherina boyeri), ne estiva. Sentendo l’acqua di mare, il pe- ma la lista può essere più lunga se si in- sce sessualmente maturo si movimenta cludono molluschi e crostacei a seconda per cercare la via d’uscita e così finisce della particolare laguna. L’aspetto criti- nelle reti da posta (Bullo, 1902). 41 Figura 2: la laguna di Lesina a inizio ‘900, prima delle bonifiche. Notare le maremme ad allagamento invernale sui lati est, sud ed ovest. Dalla sponda nord si dipartono le “paranze”, ordigni di pesca approntati per la pesca invernale delle anguille argentine. L’antica foce S. Andrea si presenta ineterrata, sostituita dalle foci Acquarotta e Schiapparo. Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Lesina Problemi prima del 1811 territorio era determinato dalla condizio- questo modo il proprietario poté sfrutta- da scoraggiare i proprietari con lo scopo ne invernale per cui confinavano effetti- re in esclusiva la ricca pesca delle anguille far loro rinunciare i propri diritti esclusi- Prima dell’abolizione della feudalità nel vamente con l’acqua mentre per i lesinesi in cambio di una corresponsione in dena- vi. Lo strumento giuridico impiegato dal 1811, i diritti di pesca su Lesina spettavano era valida la condizione estiva quando il ro al comune che avrebbe offerto il van- sindaco fu il seguente: concesso che la sia al feudatario che ai cittadini. I lesinesi confine della strada era ben lontano dal taggio di alleggerire le tasse ai decurioni. laguna era dei privati, tuttavia le foci ma- potevano pescare per il proprio consumo bordo dell’acqua. I lesinesi non potevano domestico e per vendere all’interno della accettare questa invasione che sottrae- I possessori della laguna che la tenne- propria comunità, mentre il commercio va loro 1.581 ha di territorio e l’esclusiva ro come feudo dal 1753 al 1810, e come all’esterno spettava solo al feudatario. La della pesca. La gestione della pesca però proprietà dal 1810 in poi, la vendette- Il sindaco ora dichiarava che per mo- pesca dell’anguilla rendeva questo feu- esige l’innalzamento durante l’inverno ro nel 1836. Ma lo spirito dei tempi era tivo di salute pubblica questi canali dove- do particolarmente ricco rispetto a feudi del livello del bacino di almeno un metro cambiato ed i nuovi proprietari trova- vano restare sempre aperti. L’incidenza semplicemente agricoli. Vi era comunque sopra il livello del mare. Ciò provocava rono gli abitanti locali assai meno docili di malaria era molto alta localmente e le molta pesca abusiva da parte dei locali, il l’espansione della laguna fino ai confini di di prima e per niente rassegnati a come esalazioni delle paludi ne erano in quei che portava a scontri ripetuti con gli agen- S. Nicandro il che, in virtù del De Salario si era evoluta la situazione. Il nuovo spi- tempi ritenute la causa. Tenendo sempre ti dei titolari. Ma c’erano anche disturbi Eorum, creava una situazione di fatto che rito irrequieto si manifestò con l’aper- aperte le foci e così tenendo il più basso provenienti dall’esterno. Il perenne stato giustificava i sannicandresi. Scontri vio- tura abusiva di una nuova foce marina possibile il livello della laguna, le paludi oscillante degli ecosistemi paralici e di lenti ed azioni legali tra le due comunità si (Schiapparo) all’estremità orientale della circostanti sarebbero rimaste asciutte quello lesinese in particolare confonde e sono protratti nei secoli (Colozzi, 1932). laguna (Figura 2). Ciò fu quasi sicura- e quindi meno atte a formare gas dalla mente opera dei sannicandresi che vo- decomposizione della vegetazione. Per levano tenere basso il livello dell’acqua i proprietari si trattava di una manovra per impedire che i loro orti nella palude sporca. Come sopra spiegato, l’apertura venissero allagati (Rosano et al. 1903). e la chiusura dei portelloni in determina- cruccia gli schemi razionalistici dell’uomo. Problemi dopo il 1811 L’incertezza del confine meridiona- rine erano acque pubbliche e quindi non le del bacino, l’ecotono acquitrinoso a L’abolizione della feudalità nel perio- cavallo di acqua salata, acqua dolce e do napoleonico comportò la trasforma- terraferma, divenne causa di disputa tra zione dei feudi in proprietà private. Ciò i comuni di Lesina e San Nicandro, che significava che i diritti dell’ex-feudatario dopo quattro secoli non si è ancora risol- e dei cittadini sulla pesca non potevano capziose per sabotare la pesca in modo ta. La questione insorse nel 1539 (Colozzi, più essere goduti promiscuamente. L’8 1932), quando dei sannicandresi furono giugno 1811 il Regio Commissario proce- accusati di mettere reti là dove i lesinesi deva a dividere la proprietà della laguna rivendicavano diritti esclusivi. Secondo ricadevano sotto la loro gestione. LEGENDA 1. Strada Lesina-Rodi 2. Paludi orientali 3. Divisione del 1811 4. Foce Schiapparo 5. Foce S. Andrea 6. Foce Acquarotta 7. Argine 8. Sorgenti S. Nazario, Lauro e Fiume Longo da (sinistra e destra) 9. Canale subalveo. Figura 4: il piano di bonifica dell’ecosistema di Lesina (Colacicco, 1955). ti momenti dell’anno sono indispensabili questa, strappando le erbe del fondale, trasmesso da una persona malata ad una Il municipio di Lesina iniziò ora una per gestire la pesca. I proprietari si rifiu- favoriva la loro putrescenza malarigena. sana dalla puntura della femmina della lunga guerra legale con argomentazioni tarono di obbedire ma il sindaco non de- È da notare che questa politica del sinda- zanzara Anopheles. L’idea che il prosciu- mordeva e nel 1873 convinceva il Ministro co favoriva l’altro avversario, S. Nicandro. gamento delle paludi potesse risolvere il dell’Interno ad ordinare l’apertura del Tenendo la foce sempre aperta le paludi problema perse buona parte della sua va- Canale Schiapparo il quale, ora munito di restavano asciutte ed accessibili, con lidità in quanto qualunque pozzanghera, sponde stabili e portelloni, aveva preso il il risultato della completa occupazione le stesse scoline della bonifica, erano più tra l’ex-feudatario e la cittadinanza. I due posto dell’antica foce S. Andrea (Figura abusiva da parte degli abitanti del paese che sufficienti per la diffusione della zan- la legge De Salario Eorum di Ferdinando terzi orientali del bacino venivano asse- 2). Per alcuni anni il sindaco la ebbe vinta, vicino. Stanco di questo litigio, il governo zara. Tuttavia la trasformazione delle pa- I (1482-83), gli usi civici di praticare la pe- gnati al primo ed il terzo occidentale alla lasciando fuggire il pesce in inverno, sco- centrale nominò nel 1902 una commis- ludi in campi agricoli continuò perchè era sca appartengono agli abitanti del terri- seconda. raggiando la montata in primavera e così sione di esperti per esaminare l’intera l’unico mezzo legale per eliminare l’uso causando grosse perdite ai titolari. faccenda e possibilmente risolverla una promiscuo del territorio, retaggio della volta per tutte. feudalità (Acrosso e Rizzi, 1956). LEGENDA: torio confinante con lo specchio d’acqua in questione. Il divieto ai lesinesi di commerciare pesce fuori dal paese veniva abolito. Il Com- Nel frattempo costoro riuscirono a pe- La vexata quaestio era se il comune missario dava loro il permesso di scavare rorare il proprio punto di vista presso il Le relazioni conclusive (Bullo, 1902; Nel 1905 un ulteriore decreto del Mini- di S. Nicandro confinava o meno con il un canale marino per la loro parte d’acqua Ministero e nel 1882 ottennero un decre- Nazzani, 1904) mostrarono una certa stero riportò la situazione a favore del sin- bacino lagunare. Il limite tra i territori di ma il progetto sarebbe stato realizzato to che permetteva la chiusura di Schiap- comprensione per il punto di vista del daco di Lesina. L’innalzamento consentito Lesina e S. Nicandro è la via pubblica che molti anni dopo con il Canale Acquarotta. paro in inverno in modo da innalzare il proprietario e indicarono chiaramente del livello lagunare durante l’inverno fu da Lesina giunge a Rodi e Vico verso est. A questo punto il proprietario dei due ter- livello dell’acqua a 0,9 m sopra quello del all’autorità centrale la necessità di alzare abbassato da 0,9 a 0,3 m, gli acconci nella Prima della bonifica questa via coincide- zi riuscì nel 1823 a farsi dare in enfiteusi mare. Allora il sindaco contrattaccò e con il livello della laguna durante l’inverno. Era foce Schiapparo potevano restare ma il di- va con il bordo della laguna durante l’in- il terzo spettante ai lesinesi che in questo una sua ordinanza fece aprire i portelloni di quegli anni la scoperta che non sono i vieto di pescare le anguille con la sciabica verno quando le acque si innalzavano, ma modo rinunciavano ad ogni diritto di pe- ai quali fece mettere dei sigilli, proibì di gas di palude (acido solfidrico, metano) restava. I proprietari ormai decisamente che se ne allontanava di 1.500 m in estate sca. Restavano loro alcuni usi civici mino- apporre acconci nella foce perchè osta- ad essere la causa della malaria, come si avviliti e resisi conto che il governo stava quando le acque si ritiravano. I sannican- ri: il diritto di legnatico, di cacciare le fola- colavano la corrente e vietò persino la pe- era universalmente creduto sino ad allo- per dichiarare acque pubbliche la laguna dresi sostenevano che il limite del loro ghe e di raccogliere cannucce e giunchi. In sca delle anguille con la sciabica perchè ra, bensì un protozoo, Plasmodium sp., cambiarono completamente strategia ed 42 Figura 3: il piano di prosciugamento della laguna di Lesina (Camera dei Deputati 1915), caldeggiato dai proprietari per risolvere la vertenza con il Comune di Lesina. 43 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Lesina Figura 5: visione della Sacca Orientale della laguna. Le alterazioni del regime degli immissari di acqua dolce hanno determinato l’invasione di cannuccia in ca 500 ha situati all’estremità orientale del bacino. Negli anni 1970 si eseguirono dei la- Con l’arginatura del bacino (Figura sta. Una peschiera lagunare è una attivi- vori di scavo di trincee subalvee per lo 6) si è eliminato l’ecotono graduale tra tà che necessariamente va organizzata scopo dichiarato di favorire l’idrodinami- terraferma ed acqua profonda, ovvero e svolta in modo collettivo mediante una ca del bacino e creare un rifugio in acque quell’acquitrino stagionalmente mutevo- gestione unitaria e disciplinata. L’effi- più profonde in periodi di caldo e freddo le di pochi cm d’acqua che costituiscono cienza delle foci marine, la pulizia delle eccessivi. Nel 2003 furono istallate nuo- l’habitat d’elezione di moltissime specie griglie e l’apertura e chiusura dei portel- ve griglie agli incili dei due canali e si è di uccelli acquatici. Questo tipo di habitat loni a tempo debito coinvolgono tutta la tentato brevemente di instaurare una avrebbe oggi priorità assoluta di tutela. comunità dei pescatori di laguna. A Le- nuova disciplina. Nel 1981 la zona di 970 Lo scavo di canali subalvei ha avuto un sina per consuetudine non si pesca con ha all’estremità orientale, con acqua dol- effetto negativo sul benthos, sede della gli acconci alle foci marine ma la laguna Nel 1903 veniva finalmente aperto il ce e cannucceti, è stata dichiarata Oasi di maggior parte della produzione prima- viene suddivisa a sezioni che vengono canale Acquarotta quasi cent’anni dopo Protezione con divieto di caccia e tutela- ria in una laguna. Queste trincee furono assegnate mediante sorteggio tra il nu- che era stato proposto (Figura 2). Par- ta dal Corpo Forestale. scavate negli anni ‘70 e sono ormai qua- mero delle ciurme di pescatori costitui- si completamente interrate, ma le fane- tesi per l’occasione. Ogni sezione viene Nel 1991 la laguna è entrata a far rogame Zostera, Cymodocea e Ruppia, sfruttata con reti da posta, le cosiddette parte del Parco Nazionale del Gargano, densamente presenti nelle zone confi- “paranze”, che vengono stese da riva a eccetto per una zona centrale lasciata a nanti e molto importanti nel trofismo del riva assialmente in direzione Nord - Sud. disposizione della attività venatoria agli sistema, non hanno ancora ricolonizzato È evidente come tale forma di pesca ri- acquatici. Riguardo al conflitto con S. Ni- questi fondali manomessi. chieda una accentuata organizzazione iniziarono a promuovere il prosciugamento totale del bacino (Figura 3). Trasformando la laguna in campi avrebbe messo fine per sempre ad ogni questione: l’area sarebbe stata proprietà privata, niente pesca di frodo, niente più usi civici, niente più beghe con il comune per questioni di salute pubblica. Ma questo progetto drastico non doveva realizzarsi. tendo dal bordo della laguna il canale fu Figura 6: visione della sponda sud. L’argine sul quale scorre la strada fu innalzato dalle opere di bonifica per impedire l’allagamento dei terreni confinanti. scavato fino a congiungersi con il tratto terminale di una foce abbandonata del fiume Fortore in località Casa Acquarotta (ora detta Mafalda) in modo da sfruttare un alveo preesistente. Tuttavia questa soluzione si rivelò ben presto inefficace sociale e un rispetto per le regole. candro, risalente al XVI secolo, più di una cosicché nel 1926 lo scavo fu proseguito battaglia è stata persa ma la guerra non Negli ultimi anni si è visto avanzare il fino a far sfociare il canale in coinciden- si è conclusa. Oltre al riconoscimento dei fenomeno dell’inquinamento da diverse Non vi è reclutamento nella categoria za con il promontorio roccioso chiamato diritti di pesca, agli agricoltori sannican- fonti: i depuratori di Lesina, Lesina Ma- dei pescatori ed attualmente sono quasi “Pietre Nere” dove non si ebbero più pro- dresi sono definitivamente rimasti tutte rina, Poggio Imperiale e S. Nicandro, i tutti in età di pensionamento. Secondo blemi (Figura 4). le centinaia di ettari della palude bonifi- reflui degli impianti di piscicoltura in- gli studi che si compiono presso l’istituto cata. tensiva presso S. Nazario, il carico di be- del CNR di Lesina, il decadimento dell’in- stiame bufalino sulle sponde occidentali, dustria ittica della laguna di Lesina non è ecc. Considerando 60 g il B.O.D. prodotto dovuto ad una diminuzione della capaci- da ogni abitante al giorno, si può stimare tà dell’ecosistema a produrre pesce ma è da attribuirsi a cause socio-politiche. Nel 1924 il Tribunale di Bari passò una Discussione sentenza che riconosceva gli usi civici dei sannicandresi di pescare nella laguna (Colozzi, 1931). Ciò fu considerato as- po stava preparando un piano integrato go furono incanalate e convogliate diret- Quali sono stati i risultati a lungo ter- che la laguna riceve ogni giorno 1800 kg surdo dai lesinesi. Essi, che avevano da per risolvere ogni aspetto della faccen- tamente nel bacino arginato. All’interno mine dei cambiamenti nell’ecosistema di B.O.D. dai tre comuni di Lesina, Poggio secoli vissuto della laguna e si identifica- da. Tanto per cominciare, la laguna fu del bacino furono scavati 25 km di ca- portati dall’uomo? L’aspetto positivo Imperiale e S. Nicandro, con altri 750 kg/ vano con essa, si trovavano ora esclusi. dichiarata senza appello acque pubbli- nali subalvei per favorire la circolazione della bonifica è stato di creare campi giorno in estate con il turismo. I proprietari avevano i diritti di pesca, i che (1934), togliendo di mezzo in questo dell’acqua (Colacicco, 1955). La conclu- assai fertili. Tuttavia, da un punto di vi- sannicandresi gli usi civici, mentre l’enfi- modo la questione dell’enfiteusi. Agli ex- sione finale della vertenza tra proprietari sta ambientale vi sono state anche del- Il risultato si vede con lo sviluppo di teusi del 1823 con la quale Lesina rinun- proprietari fu “chiesto” di cedere il 60% e la comunità locale arrivò nel 1943, dopo le perdite. La regimazione delle grosse macroalghe nitrofile e crisi distrofiche in- ciava al suo terzo di laguna era ancora dei diritti di pesca a Lesina (30%) e a S. 134 anni, con l’occupazione delle Forze sorgenti ha determinato la trasforma- torno all’abitato di Lesina (Breber, 1999). considerata valida. Nicandro (30%). Alleate durante la 2a Guerra Mondiale zione di ca 500 ha nella sacca orientale Nel 1999 i pescatori di mare decisero di quando, dietro richiesta dei lesinesi, l’au- in una zona d’acqua dolce ormai invasa usare la foce marina del canale Acqua- Nel 1925 il sindaco di Lesina tentò La vertenza sugli allagamenti inver- torità militare conferì a questi il 99% dei dalla cannuccia (Figura 5) e quindi persa rotta come porto per i loro pescherec- un’altra mossa. Dichiarò che, secondo nali si sarebbe risolta arginando il bacino diritti di pesca (Colacicco, 1955), toglien- alla produzione di pesce. Considerando ci costruendo banchine e moli in modo i suoi calcoli, i proprietari non avevano sul perimetro del suo minimo livello in do di mezzo, in pratica, i vecchi aventi di- che i 1.500 ha messi all’asciutto costi- abusivo. Questo disturbo di luci, rumore, versato negli ultimi tre anni l’intero ca- modo che l’innalzamento dell’acqua non ritto. Con la pesca gestita direttamente tuivano habitat per l’anguilla, si ha qui inquinamento ed ostacoli alla bocca del none dovuto dall’enfiteusi per cui il terzo avrebbe causato espansioni orizzontali. dal basso, ovvero dai pescatori stessi, un’altra perdita per il settore alieutico. canale ha un effetto deterrente per l’in- lagunare doveva ritornare ipso facto al Questi lavori (Figura 4) furono progetta- inizia un periodo di declino, lento all’ini- L’ecosistema nel complesso ha così per- gresso del pesce novello in primavera e Comune. Ma tutto questo manovrare fu ti nel 1925 e terminati negli anni 1950. Le zio sotto la tutela del sindaco Colozzi, più so circa un terzo del suo potenziale di quindi all’impesciamento della laguna, reso vano dal Governo che nel frattem- sorgenti S. Nazario, Lauro e Fiume Lon- rapido negli ultimi tempi. produzione di pesce pregiato. aspetto cruciale dell’economia di que- 44 45 Bibliografia a pagina 112. Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Stagni di S’Ena Arrubia e Cabras _ATTI DEL CONVEGNO STAGNI DI S’ENA ARRUBIA E CABRAS OLIVIERO URAS Consorzio di Bonifica dell’Oristanese Descrizione del compendio idrico e del sistema circostante bonificati, che, per la loro particolare interconnessi con le zone sistemate del L’agricoltura e l’allevamento, benché bellezza, per la ricchezza e particola- compendio. In merito alla Tabella 1 si contino un numero di addetti (20% del- rità delle specie vegetali ed animali ivi possono formulare le seguenti osserva- la popolazione attiva) inferiore a quelli zioni esplicative: delle attività industriali (intorno al 30% Il comprensorio consortile si esten- presenti, costituiscono un patrimonio de su una superficie totale di 854 km2, ambientale di notevole valore, oggi tu- - il bacino imbrifero totale degli stagni della popolazione attiva), sono più diffu- ricadenti in venticinque comuni della telato da piani, protezioni e convenzioni dell’Oristanese connessi con le reti idro- se nel territorio e, soprattutto, nella par- provincia di Oristano. Da un punto di vi- regionali, nazionali ed internazionali. Le grafiche e di bonifica equivale a circa il te di esso pianeggiante e prossima alle sta idrologico la Piana dell’Oristanese, zone umide dell’Oristanese sono quindi 7,3% della superficie della Sardegna ed zone umide. La popolazione presente delimitata esternamente a Sud dal rio primariamente una risorsa di bellezza al 58% della superficie della provincia di non è numerosa: circa 170.000 abitanti Fluminimannu di Pabillonis, è interessa- da conservare. L’attività di bonifica, ini- Oristano. Tali zone umide sono pertan- ta dal corso vallivo arginato di due corpi ziata in questi territori a partire dagli to ricettrici delle acque dolci di porzioni idrici principali: il Tirso ed il Mogoro; dai anni ‘20, ha avuto come oggetto prin- consistenti di territorio regionale; corpi idrici vallivi canalizzati del sistema cipale la regimazione del tratto vallivo - la quota di detto bacino imbrifero pertanto una preziosa risorsa economica Marefoghe/Cispiri/Stagno meno di 100.000 nel Compendio Idrico in esame. Cabras, dei corsi d’acqua, il prosciugamento di ricadente nel Comprensorio Consortile da salvaguardare e gestire oculatamen- È comprensibile come i conflitti emer- con i rii ad esso affluenti; dal corso val- alcune zone paludose, la costruzione di è pari a circa l’80% della superficie del te. Essi appartengono oggi al Demanio si negli ultimi anni riguardino da un lato livo sistemato dei rivoli minori riversan- una notevole rete viabile rurale. Compendio stesso mentre la parte di Regionale ed il loro sfruttamento ittico è la semplice conservazione ovvero l’uso zone sistemate idraulicamente che ivi affidato in concessione a Cooperative di delle zone umide ai fini principalmente di tisi sugli stagni di Cabras, Santa Giusta, Pauli Maiori, S’Ena Arrubia, Corru S’Itti- Successivamente agli anni ‘50 venne versa è equivalente al 100% della super- pescatori. L’attuale assetto sostituisce, di pesca e, tra le attività umane, il con- ri e Marceddì e dalla rete di bonifica più iniziata la realizzazione degli impianti ficie delle zone stesse; possiamo pertan- per alcuni di essi, la proprietà da parte di flitto tra l’esercizio della pesca e gli altri capillare collegata. pubblici collettivi di irrigazione. Il tempo to affermare che, nell’Oristanese, tutta privati e la gestione con sistemi semifeu- usi del territorio tra cui quello agricolo e ha mostrato la funzionalità e l’intrinse- la bonifica è tributaria degli Stagni. dali in parte sopravvissuti sino ad un non di allevamento, quello abitativo ed infi- troppo remoto passato (anni ‘80 circa). ne quello relativo ad attività industriali. Il Comprensorio si estende su un ca coerenza di tale insieme di opere. Se territorio comprendente a Nord la bas- l’Oristanese non fa notizia dal punto di L’esame della Tabella 1 consente inol- Il Consorzio collabora con la Regione Tutte le suddette attività possono infat- sa valle del Tirso ed a Sud la piana in vista dei disastri idrologici lo si deve an- tre di dividere i corpi idrici lagunari in per la gestione degli Stagni quale dele- ti portare al rilascio, attraverso la rete destra del rio Fluminimannu, poste tra che e soprattutto alla correttezza delle due distinte categorie: quella delle la- gato alla realizzazione di opere e con- idrografica nella quale venissero sca- i due rilievi dei monti Ferru ed Arci. La operazioni di bonifica idraulica attuate gune propriamente dette e quella degli sulente per studi e ricerche nel campo ricate, di sostanze inquinanti o ipernu- rete idrografica, pur fitta, è rappre- nel passato e qui sinteticamente de- stagni. Premesso che tra dette tipologie dell’idraulica e dell’idrologia. trienti negli stagni. sentata da corsi d’acqua con portate scritte. non esiste un limite di demarcazione netto, possiamo ascrivere al primo gruppo modeste e col tipico regime torrentizio Principali problemi/conflitti emersi negli ultimi anni soprattutto con riferimento agli usi multipli dell’area È evidente dalle premesse come, nel del clima mediterraneo insulare. Il fiu- Focalizzando la nostra attenzione i corpi idrici con minor bacino imbrifero, me Tirso, attraversando il territorio in sulle zone umide che, come sopra det- minori dimensioni e più dirette comu- senso Nord-Est/Sud-Ovest, è arginato to, costituiscono, con l’eccezione del rio nicazioni col mare (Santa Giusta, S’Ena e ha quindi minimali interconnessioni Mogoro e di zone marginali a tergo de- Arrubia e Corru S’Ittiri) ed al secondo con le reti idrografiche minori e di bo- gli argini del Tirso, il naturale recapito quelli con più vasto bacino imbrifero, Il territorio dell’Oristanese è dedito, cittadini residenti e, solo da ultimo, dagli nifica. Peculiari del territorio sono le del compendio idrico dell’Oristanese, maggiori dimensioni e, proporzional- tra le attività produttive, all’agricoltura industriali. Ulteriori conflitti “interni”, si- numerose aree umide costituenti sta- esaminiamo la Tabella 1 che riassume mente, minore vicinanza al mare. e all’allevamento in misura, pur ridot- nora forse sottovalutati, possono deriva- gni di varia ampiezza, di cui solo taluni le caratteristiche salienti degli Stagni tasi negli ultimi decenni, assai maggio- re all’attività di pesca dalla pratica della Come detto tutte le sopradette zone re che in altre zone d’Italia. Le attività stessa con metodologie non corrette, od umide comunicano col mare e sono per- industriali presenti sono di piccole di- improprie ovvero intempestive. tanto potenziali valli da pesca vocate mensioni, spesso non particolarmente all’allevamento di pesce di mare e, so- inquinanti (trasformazione di prodotti compendio in esame, i principali imputati di scarichi dannosi agli stagni ed all’attività di pesca in essi svolta siano gli agricoltori e gli allevatori, seguiti dai Bacino (km2) di cui nel comp. (km2) di cui sistemati (km2) Volume medio (mm3) Superficie media (ha) Stagno di Cabras 459 256 146 38 2.300 prattutto, dei cefali. Ciò consente non agricoli e simili), concentrate in zone ad consortile ha influito a causa dell’uti- Stagni di Pauli Maiori e S.Giusta 167 105 75 4 900 solo la cattura e la vendita del pesce ma esse dedicate presso i centri abitati ed lizzo, invero limitato e controllato, Stagno S’Ena Arrubia 121 121 72 1 210 anche la tradizionale produzione della in gran parte ubicate presso il Porto In- di diserbanti nella pulizia dei canali. Laguna Corru S’Ittiri 35 35 35 3 350 pregiata bottarga (Figura 1) costitui- dustriale di Oristano a valle delle zone I problemi più eclatanti emersi negli ul- Stagni di S. Giovanni e Marceddì 974 148 81 16 1.600 ta dalla sacca salata ed essiccata delle umide, del reticolo idraulico e di bonifica timi anni, probabilmente riconducibili 1.756 665 409 62 5.360 uova di cefalo. Gli stagni costituiscono e degli Stagni. agli usi multipli del compendio, sono Corpo idrico Tabella 1: caratteristiche degli Stagni interconnessi con le zone sistemate del compendio. nell’intera Provincia di Oristano di cui Figura 1: bottarga di cefalo. TOTALE 46 47 Sporadicamente anche l’attività Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Stagni di S’Ena Arrubia e Cabras Figura 2: morìa di pesci nello stagno di S’Ena Arrubia. la popolazione ittica e minima, per le al superamento dei problemi/conflitti seguentemente ridotto la dolcificazione acque e, purtroppo, l’abnorme sviluppo, predisposto a cura e spese della stessa, elevate temperature, la capacità di as- sopradescritti, sono state intraprese avutasi nei precedenti anni di maggior di Mercierella enigmatica: vermetto in- consistenti opere relative allo stagno di sorbimento di ossigeno dalla superficie diverse azioni per il superamento delle sperpero irriguo. festante che vive in colonie e che crea Marceddì. Tali opere comprendono: stagnale. Va inoltre ricordato come le suddette criticità. La Regione ha innanzi- ammassi di carbonato di calcio, anche di - la realizzazione di un argine interno alghe, anche se vitali, producano ossi- tutto finanziato ed indirizzato una cam- Per il miglioramento dei reflui agri- notevoli dimensioni, sotto forma di tubu- allo stagno che lo divide in due zone di geno durante le ore diurne attraverso la pagna di studi e ricerche tesa ad indaga- coli ha giovato, oltre che la doverosa li ravvicinati. Detto animale, non tipico cui la prima, a monte ed in sinistra idrau- fotosintesi clorofilliana, ma lo assorbano re le dinamiche idrologiche e biologiche azione di controllo sugli scarichi svolta dei nostri ambienti lagunari, si è pur- lica, destinata a ricevere le acque dolci semplicemente, in assenza di luce, du- che governano le diverse realtà stagnali dalle istituzioni regionali e provinciali, il troppo in essi perfettamente adattato e dal vasto bacino imbrifero, e la seconda, rante la notte. e le cause delle avvenute distrofie. Dalle miglioramento delle tecnologie produt- prospera soprattutto nelle acque più sa- più a valle ed in destra idraulica, più sa- risultanze di detti studi è stato dedotto tive che ha messo a disposizione degli late con sporadici apporti di acque dolci lata e più specificamente dedicata alla In questa situazione eventuali morie il meccanismo degenerativo sopra ipo- agricoltori diserbanti e pesticidi con mi- quali i canali di collegamento col mare o pesca. Le due zone comunicano tra loro localizzate per motivi anche contingenti tizzato. Il Consorzio ha collaborato con nori tempi di decadimento e che non ne- le lagune stesse quando meno profonde per tracimazione dell’argine durante le certamente le morie di pesci (Figura 2) e non diffusi (ammasso di pesci in zone i suoi tecnici, in qualità di consulenti- cessitano, per il loro utilizzo, di appositi e con minori apporti di acque dolci. maggiori piene o attraverso paratoie in che avvengono, soprattutto nel periodo ristrette e conseguenti traumi, attacco esperti, agli studi relativi allo stagno di scarichi. Per il miglioramento dei reflui della tarda primavera/estate, con mag- di predatori ecc.) possono portare ad un Cabras curandone gli aspetti idrologici. da allevamento bestiame, diffuso inten- giore frequenza (comunque pluriennale) ulteriore sottrazione di ossigeno per la negli stagni di minor volume e soggetti decomposizione delle carcasse e rischia- Le analisi condotte dal Consorzio han- to nella zona di Arborea per un totale di a maggior pressione antropica, ma con no di innescare una reazione a catena no consentito di superare alcune errate 30.000 capi bovini su circa 8.000 ha, la maggiore danno in quelli di più grande che può estendersi a tutto o a gran parte credenze circa le dinamiche saline degli Regione ha da tempo avviato un azione capacità. In pratica i corpi idrici meno del volume del corpo idrico. È evidente stagni con più vasto bacino imbrifero e per l’abbattimento dei nitrati di origine estesi, ma soprattutto di minore profon- come l’eventuale apporto agli stagni di più ridotte comunicazioni col mare (Ca- agricola. Per il miglioramento dei reflui Vengono successivamente descritti i sulla bontà delle opere allora realizzate è dità e volume, e con più ridotto apporto sostanze nutrienti o inquinanti possa es- bras e Marceddì) che si volevano princi- urbani la Regione ha provveduto a fi- principali interventi posti in essere, fon- però indubbio che, tra gli stagni dell’Ori- di acque dolci si sono dimostrati più sen- sere estremamente dannoso, soprattut- palmente dipendenti, come avviene per nanziare gli impianti di depurazione dei damentalmente dalla Regione Sardegna, stanese, quello di Marceddì appare at- sibili in quanto privi di quel volano idrau- to se improvviso, sia perchè in generale le lagune in senso stretto, soprattutto singoli comuni e, per quanto riguarda per la protezione ed il miglioramento de- tualmente il meno problematico e che le lico che consente di reagire ad eventuali fonte di eutrofizzazione e di consumo dai moti di marea e dai conseguenti in- il Comprensorio, anche una rete di col- gli habitat stagnali. Detti interventi sono stesse consentono maggiori opzioni ge- stimoli esterni negativi e/o improvvisi. di ossigeno, sia perchè possibile causa, terscambi col mare. Lo studio ha invece lettamento tra diversi comuni a pochi divisi per corpo idrico ed elencati in ordi- stionali senza stravolgere sensibilmente Le cause dei suddetti disastri non sono nelle situazioni critiche sopradescritte, dimostrato una maggiore dipendenza impianti di maggiori dimensioni più fa- ne approssimativamente cronologico. l’ambiente sul quale insistono. ancora state univocamente determina- dell’innesco del meccanismo autodege- dagli apporti di acque dolci dal bacino cilmente ed economicamente gestibili. te per la complessità dei problemi in- nerativo suindicato. Nasce quindi l’esi- imbrifero afferente e dall’evaporazione Per il miglioramento dei reflui industria- Santa Giusta S’Ena Arrubia terdisciplinari che le sottendono e per genza di proteggere, a valle dei doverosi dalla superficie lacuale. Ciò porta, nel cli- li l’Amministrazione Provinciale ha da l’accavallarsi di tanti possibili fattori impianti di depurazione da realizzarsi ma della Sardegna, ad una dolcificazione tempo avviato il controllo degli scarichi È lo stagno forse più vulnerabile per Negli anni il Consorzio ha realizza- concomitanti ed interferenti. Traendoli in corrispondenza degli scarichi nella delle acque nel periodo invernale prima- a seguito della realizzazione di impianti il notevole carico antropico del bacino to, all’interno del programma europeo dagli studi e dalle indagini effettuate è rete idrografica e di bonifica, i corpi idri- verile con minimi nei mesi di aprile/mag- di depurazione singoli e consortili. idrografico e, proporzionalmente, per denominato Life Natura, un intervento possibile definire alcuni scenari plausibi- ci stagnali prima delle immissioni dei gio ed ad una salificazione estiva con i limitati volumi idrici. In esso la Regio- per la protezione e la rivitalizzazione li se non certi. corsi d’acqua ivi versanti con adeguate minimi nei mesi di settembre/ottobre. Le iniziative sopradescritte erano ne Sardegna ha realizzato consistenti dello Stagno di S’Ena Arrubia (Figure 3 sivamente nel comprensorio soprattut- stanese, la stagione della maggiore pro- e l’omogeneizzazione delle caratteristiche delle acque immesse. sperità mentre il suo termine costituisce il periodo di maggior rischio. L’apporto di acque dolci nel periodo invernale e primaverile consente infatti la riduzione Soluzioni adottate per il superamento di problemi/conflitti e relativo livello di efficacia della salinità e l’ingresso di novellame - il rifacimento delle peschiere, con materiali più durevoli e con metodologie più facilmente gestibili, in corrispondenza dello sbocco a mare. È difficile esprimere pareri definitivi tese alla protezione degli stagni da opere per l’ampliamento delle bocche e 4). Dette opere consistono nella rea- Lo studio ha quindi evidenziato le quanto ad essi perviene dall’entroterra. a mare, l’escavo di arterie interne allo lizzazione a monte del corpo idrico, in conseguenze dei recenti cambiamen- Si pensò invece che un più diretto col- specchio idrico, la realizzazione di canali corrispondenza del canale emissario ti climatici che, comportando annate legamento col mare fosse positivo per circondariali esterni di protezione ed il esterno denominato Diversivo S. Anna, mediamente più calde e secche, hanno l’ossigenazione delle acque nonché per collegamento di questi con il bacino del di una zona di lagunaggio e fitodepu- portato ad una maggiore salificazione l’allevamento di specie pregiate e più ti- vicino porto industriale. razione nella quale vengono deviate le media delle acque stagnali e, negli anni picamente marine quali branzini, orate, ‘90 e seguenti, del miglioramento della sogliole ecc. In molti corpi idrici si è per- Complesso stagnale di Marceddì/San basse posto al servizio della zona del Giovanni bacino (ex stagno di Sassu bonificato) opere che consentano il miglioramento La primavera è, per gli stagni dell’Ori- condizioni di magra o di morbida; Interventi tecnici posti in essere negli ultimi anni per la protezione e il miglioramento degli habitat stagnali e loro livello di innovazione acque di magra del canale delle acque dal mare. Agli inizi della successiva sta- A seguito di un’iniziativa principal- gestione irrigua che, riducendo il quanti- tanto provveduto ad allargare ed accor- gione estiva si innalza talora repentina- mente della Regione Sardegna, titolare tativo di acque erogate e non utilizzate, ciare le bocche a mare. Ciò ha causato mente la salinità, si sviluppa una popo- della proprietà delle zone umide e quin- ha contratto i relativi innaturali apporti nei corpi idrici con minor bacino di ac- Negli anni il Consorzio ha realizzato, di bestiame bovino. Per ottenere l’auspi- lazione algale galleggiante, è massima di soggetto maggiormente interessato estivi agli stagni di acque dolci e, con- que dolci una maggior salificazione delle per conto della Regione e su progetto cata azione di filtrazione biologica lun- 48 dove sono presenti allevamenti intensivi 49 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Stagni di S’Ena Arrubia e Cabras Figura 3: immissario e peschiera dello stagno di S’Ena Arrubia. go il tracciato del Diversivo sono state dovrebbero costituire zone-rifugio per salinità media nelle quali riduce ulterior- realizzate delle soglie che consentono, il pesce in caso di distrofie, ed opere di mente, per il crearsi di aggregazioni sul con l’ausilio di paratoie, piccoli invasi. monitoraggio, che dovrebbero consenti- fondo, i livelli ed i volumi idrici. Le acque della zona bonificata vengono re di acquisire dati ed orientamenti per pompate a monte di tali soglie in ma- ulteriori e più mirati interventi. Tali ulti- Questa situazione porta a suggerire niera da consentirne l’immissione nello me opere, di recentissima realizzazione, per il futuro, se non ad imporre, la rea- stagno delle portate dalla zona più in- non hanno ancora avuto modo di pro- lizzazione, in ambienti salmastri di bassa tensiva, solo dopo l’auspicata azione di durre risultati per l’assenza di episodi di- profondità, di opere senza organi in mo- nimi e poche apparecchiature artificiali sibile evoluzione positiva o perlomeno filtraggio biologico nel Diversivo. Nell’in- strofici e per il troppo ridotto numero di vimento o comunque a funzionamento sofisticate. Laddove si stabilisse incon- non degenerativa dei rischi soprattutto tervento era inclusa anche la pulizia e dati continuativamente reso disponibile. semplice ed affidabile che consentano trovertibilmente che l’aumento della sa- per quei corpi idrici di maggiori dimen- la sistemazione delle bocche a mare. Nel pur breve periodo si è però eviden- un uso predeterminato e non complesso. linità estiva oltre una certa soglia possa sioni nei quali la situazione non appare essere dannosa al corpo idrico ed alla ancora irreparabilmente compromessa. ziato il problema della manutenzione/ Cabras gestione che appaiono comunque ardue e non sempre definite. Tra i corpi idrici dell’Oristanese lo Stagno di Cabras è il più grande e quello meno direttamente collegato al mare quindi quello meno vulnerabile sia da monte che da valle. Forse per questo motivo o per l’onerosità dei relativi even- Proposte per il futuro e principali rischi a cui sono esposti i corpi idrici lagunari in una prospettiva temporale decennale tuali interventi non è stato interessato Analoghe considerazioni tratte da sua popolazione vegetale ed animale passate esperienze portano a suggerire l’intima connessione, nell’Oristanese, Unitamente alle suddette azioni, che la gestione delle opere deve essere tra reti idrografiche e di bonifica e sta- da intraprendersi e consolidarsi per semplice e predeterminata. Se a mon- gni può portare alla limitazione di detta la risoluzione a monte dei conflitti e te del corpo idrico non può che essere salinità attraverso rilasci programmati dei problemi, appare auspicabile giun- affidata al soggetto gestore della rete dalle reti irrigue e poi scolanti. gere a semplificazioni amministrative idrografica, a valle o nello stesso deve che evitino il sovrapporsi di soggetti essere gestita dal soggetto concessio- Si auspica altresì, nel futuro, il com- diversi non coordinati nella gestione nario, opportunamente responsabilizza- pletamento delle azioni per il migliora- e persino nello studio dei corpi idrici to attraverso necessari adeguamenti mento qualitativo delle acque immesse. lagunari. Detto coordinamento sareb- della concessione stessa. Molto è stato fatto ma tanto resta anco- be forse semplicemente ottenibile con ra da fare per ulteriori interventi depu- una maggiore responsabilizzazione e da opere particolarmente consistenti. Le esperienze realizzative del recen- Modesti lavori sono stati realizzati negli te passato hanno dimostrato che i corpi anni ‘90 per circoscrivere il compendio idrici lagunari dell’Oristanese sono am- ittico e limitare la risalita salina nei ca- bienti assai ostili per la manutenzione Le suddette considerazioni portano rativi e per la manutenzione e gestione qualificazione dei soggetti concessio- nali immissari. delle opere in essi realizzate. Il crearsi a vedere con favore, soprattutto per le di quanto già attuato. In quest’ottica, nari, per la pesca, delle zone umide che ed il proliferare delle sopradescritte con- lagune in senso stretto soggette a con- considerata la densità non eccessiva dovrebbero disporre al loro interno di Più recentemente, su iniziativa della crezioni calcaree è esiziale per la mano- sistente “pressione antropica”, la realiz- della popolazione nel compendio idrico, staff tecnici interdisciplinari in grado di Regione Sardegna e con la collabora- vra e la conservazione di organi mobili zazione di bacini seminaturali per il lagu- la conseguente proporzionale limitatez- interloquire con la Regione concedente zione del Consorzio, sono stati poste in di regolazione (paratoie o simili) e mi- naggio e/o fitodepurazione che devono za di produzioni inquinanti, le azioni già con maggiore qualificazione e di prov- essere, oltre agli studi descritti al prece- naccia addirittura la sopravvivenza delle possibilmente essere creati utilizzando intraprese e quelle in fieri per il miglio- vedere in proprio alla gestione di opere dente paragrafo, opere di areazione, che lagune di minore profondità e maggiore al massimo dislivelli naturali anche mi- ramento dei reflui, si intravede una pos- e strumentazioni anche sofisticate. 50 51 Figura 4: stagno di S’Ena Arrubia. Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Marano e Grado _ATTI DEL CONVEGNO LAGUNA DI MARANO E GRADO MICHELE CICUTTINI Consorzio di Bonifica Bassa Friulana Inquadramento generale infatti una grande varietà di ambienti e San Giorgio di Nogaro biotopi, nonché un’eccezionale ricchezL’area, zona terminale della Bassa Pia- za floristica costituita da 2.780 specie, nura Friulana, risulta dalla sommersione più dell’intero patrimonio della Germa- di una zona costiera, di delta, separata nia (2.400 specie) e più di metà di quello dal mare attraverso un sistema di dune italiano. Figura 2: carta della esondabilità potenziale della laguna di Marano e Grado. Cervignano Monfalcone Latisana Marano Lagunare e cordoni litorali, determinati dal gioco degli apporti fluviali e delle correnti ma- Il confine tra la laguna ed il mare aper- rine, nonché dal moto ondoso. Tali limiti to è costituito da alcuni isolotti litorali, sono tuttora dotati di una certa dinami- in qualche caso collegati da argini artifi- cità, e sono in continua evoluzione nel ciali; nonostante l’occlusione di qualche tempo. La laguna è intimamente legata antica bocca, le comunicazioni tra mare alla terraferma circostante, dato che da e Laguna sono efficaci attraverso quelle questa ultima provengono le acque flu- principali rimaste. Le conterminazioni viali, con portate massime variabili tra arginali sono presenti sulle isole interne tre 5 km nella parte orientale. Le tappe gine artificiale, è quella di un sedimento stanze impongono il costante manteni- qualche decina e 100 m /s, e di falda. La e sul bordo interno (settentrionale) della principali sono le seguenti: sabbioargilloso, o argilloso e torboso, mento in efficienza del cordone arginale zona costituisce ZPS per la Direttiva Uc- Laguna, per proteggere le basse terre di - inizio ‘900: oltre 50.000 ha sono praticamente impermeabile. Tali solchi, di difesa dell’entroterra e delle isole. Con celli e SIC ai sensi della Direttiva Habitat, bonifica dalle acque alte. I centri abita- ancora impaludati, e l’agricoltura viene nella loro correlazione con le oscillazioni un recente studio della Protezione Civile per la presenza di avifauna migratoria ti più importanti sono Grado e Lignano, praticata su 20.000 ha; di marea, rivestono un’immensa impor- della Regione Friuli Venezia Giulia, sono protetta internazionalmente (vicinanza prevalentemente turistiche, e Marano - nel 1904: primi lavori di bonifica tanza per la circolazione ed il ricambio state individuate e classificate in ordine con la zona Ramsar denominata “Mara- Lagunare, con preponderanza delle atti- (per intervento diretto dello Stato in dell’acqua nella Laguna, ed in definitiva di pericolosità tutte le situazioni arginali no Lagunare – Foci dello Stella”). vità legate a pesca ed acquicoltura. base al T.U. del 1900) quali costruzione per la vitalizzazione delle sue acque. Il critiche, in relazione a vari parametri di di argini perimetrali, canali interni, stra- loro ruolo costituisce una caratteristica valutazione (Figura 3). de e chiaviche per lo smaltimento delle peculiare della Laguna di Grado e Mara- acque (soluzioni tecniche, basate sullo no; infatti nella adiacente (e maggiore) 3 Più in generale la laguna si colloca in La bonifica una regione, il Friuli Venezia Giulia (Fi- Lignano Grado La qualità ambientale gura 1), che costituisce un importante La fascia costiera interna risulta da scolo naturale ed intermittente); i risul- Laguna di Venezia, ad esempio, il ruolo crocevia biogeografico, oggetto di stu- bonifiche. Lungo il limite interno della tati finali di questi primi interventi sono delle maree nel ricambio delle acque è dio fra i più interessanti in Europa: per Laguna la fascia bonificata si estende modesti perchè col tempo si verifica un notevolmente più modesto (Figura 2). posizione, aspetto fisico, geomorfolo- in media su una larghezza di 2 km nella costipamento del terreno superiore al gico e per il clima, la regione presenta parte occidentale e centrale, e per ol- previsto, ed il franco di coltivazione di- Le problematiche D.M. 18 settembre 2001 n. 468 tra i siti venta del tutto insufficiente; Le conterminazioni arginali di bonifica di interesse nazionale: ciò è Figura 1: Laguna di Marano e Grado. - 1 Guerra Mondiale: la Bassa Friulana dovuto al grave stato di inquinamento Per gli effetti astronomici e meteo- riscontrato nei sedimenti della Laguna. rologici tra loro combinati nelle maree, Per la bonifica della laguna di Marano - primo dopoguerra: inizio della boni- il livello dell’acqua in Laguna può sol- Lagunare, di Grado e dei corsi d’acqua fica moderna, con esaurimento mecca- levarsi anche di un metro sopra quello limitrofi è stato stimato un costo totale nico delle acque. delle massime maree sizigiali (ossia di di circa 54,8 miliardi di lire, di cui 28,6 1,50 m in totale sopra il livello medio) ed miliardi di lire per le opere più urgenti. abbassarsi, eccezionalmente, di quasi al- Da quanto riportato nel Decreto: “l’in- è ancora largamente condizionata dalle acque; Circolazione idraulica della laguna Area laguna in media sommersione: 160 km 2 Sviluppo lidi: 12,00 km Sviluppo argini: 78,60 km 52 parte centrale del territorio della Bassa Pianura Friulana sono state inserite, con a FRIULI VENEZIA GIULIA La parte centrale della laguna e la trettanto. Per il continuo innalzamento quinamento dell’area è attribuibile agli Il fondo della Laguna presenta ancora generale del livello medio del mare (at- sversamenti di mercurio da parte di uno solchi fluviali ramificati e meandriformi, tualmente 1,6 mm all’anno) e per la pro- stabilimento di produzione di cellulosa, residuo dell’antica idrografia della zona gressiva subsidenza delle coste lagunari, sito a Torviscosa”. emersa, più o meno modificata dalla il fenomeno delle acque alte in Laguna si circolazione lagunare ma anche per in- fa sempre più frequente, tanto che ogni L’inquinamento cominciato nel 1949 tervento dell’uomo. La natura del fondo, anno ormai si notano almeno una volta con un apporto di circa 20 kg/giorno si è ove non vi siano depositi lapidei di ori- livelli decisamente abnormi. Tali circo- attenuato nel 1970 (circa 6-7 kg/giorno) 53 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Marano e Grado D ambientale nella Laguna; - ordinanza ministeriale n.3217 del 03/06/2002: nomina di un Commissario A delegato a fronteggiare e risolvere la situazione di emergenza in atto; - ordinanza n.3556 del 21/12/2006: A ridefinite ed ampliate le competenze operative del Commissario; - D.P.C.M. di data 28/12/2007: proro- B ga dello stato di emergenza. L’attuazione delle misure necessarie alla soluzione dell’emergenza, tra cui il LEGENDA: cedimenti >10 cm argini costituiti da materiali sciolti o soffici esondabilità terreni perilagunari <-1 m quote argini <2.5 m subsidenza >3 mm/anno stabilità argini 1.15<Fs<1.30 permeabilità argini rischio filtrazione Fs<2 ricorso ai dragaggi, si scontra però con alcune difficoltà: C - individuazione/realizzazione di siti di stoccaggio provvisorio/recapito finale dei sedimenti aventi caratteristiche chimico-fisiche superiori ai limiti della Tabella 1 colonna (B) dell’allegato 5 al Figura 3: condizioni e criticità degli argini (parte ovest). C Titolo V della Parte IV del decreto legislativo n. 152/2006; - individuazione delle modalità di per poi annullarsi nel 1984 dopo l’ado- 2. i fondali bassi e l’eutrofizzazione zione di sistemi efficienti di recupero. Lo sono responsabili della deossigenazione sversamento complessivo nell’area am- della laguna; monterebbe a circa 186.000 kg, per cui l’inquinamento del sedimento sarebbe 3. la differente salinità delle acque trattamento dei sedimenti, finalizzate al massimo riutilizzo in laguna. L’agricoltura causa la presenza di parassiti; pari a circa 11,5 g/m2. […] Tenendo conto 4. l’assenza di interventi di dragaggio Anche il settore agricolo sta giocan- dell’elevata concentrazione di mercurio lascia che si determini il progressivo in- do purtroppo un ruolo attivo nel proces- nei sedimenti, della neurotossicità di terrimento dei canali lagunari, che a sua so di degrado ambientale in atto ai danni tale elemento anche a basse dosi se pre- volta comporta una cattiva circolazione della Laguna. L’introduzione delle mo- sente nella catena alimentare, della pre- lagunare; nocolture, la meccanizzazione totale, la senza in laguna di attività di itticoltura 5. la semplice conformazione ad 1 o 2 chimizzazione dei trattamenti colturali e e molluschicoltura, si può affermare che bocche dei canali di collegamento con la l’aumento delle superfici coltivate sono la laguna di Grado e Marano è un’area laguna determina l’assenza di ricambio resposabili di tutta una serie di effetti ad elevata pericolosità sanitaria ed am- delle acque e, di conseguenza, ancora pesanti sul territorio, dall’impoverimen bientale”. uno scadimento della qualità delle stesse. to dei terreni al depauperamento ed inquinamento del territorio e delle acque La vallicoltura Per tutti gli effetti esposti, la quali- superficiali e sotterranee, dall’adozione tà delle acque lagunari non è buona e, di una produzione intensiva non soste- Nel corso dell’ultimo decennio il set- ai sensi di legge, gran parte della lagu- nibile all’inquinamento delle acque da tore è stato messo a dura prova; le cause na viene preclusa alla molluschicoltura. nitrati, senza dimenticare la progressiva sono molteplici: L’emergenza è stata ufficializzata ed af- eliminazione dei boschetti, delle siepi e frontata attraverso i consueti strumenti delle zone erbose. 1. la promiscuità tra acque meteoriche e acque salate ha determinato lo scadimento della qualità delle acque delle valli da pesca; straordinari adottati in casi simili: - D.P.C.M. 03/05/2002: dichiarato lo Proprio in relazione all’inquinamento stato di emergenza socio-economico- da nitrati occorre ricordare la Delibera- 54 B Figura 4: planimetria dell’area denominata bonifica Muzzanella, oggetto di intervento di rinaturazione. A. Area umida con acque dolci. B. Area lagunare a regime di marea controllato. C. Area lagunare a regime di marea libero. D. Perimetrazione area S.I.N (Sito di Interesse Nazionale). 55 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Marano e Grado zione della Giunta Regionale dd. 26 giu- 2. ripristino ambientale e rinaturazio- gno 2008, n. 1246, recante l’individua- ne con ricostruzione di habitat lagunari zione del bacino scolante della laguna di tipici; condizioni speciali; - circolazione delle acque: attraverso un canale ad andamento sinuoso ed Grado-Marano come zona vulnerabile da Da ottenersi in concomitanza con: un’altra chiavica, situata a fianco della nitrati di origine agricola ai sensi della di- 3. individuazione di un’area sulla chiavica d’ingresso, esse potranno esse- rettiva del Consiglio delle Comunità Eu- quale trovare collocazione, tramite ido- ropee del 12 dicembre 1991, 91/676/CEE. nee precauzioni, ai sedimenti derivanti - terzo specchio d’acqua a salinità Più in generale si assiste ad una fram- dalle operazioni di dragaggio dei canali controllata: alimentato tramite una ter- mentazione ecologica del paesaggio con lagunari previste sia nell’intervento in za chiavica di collegamento. riduzione degli esemplari della fauna in- questione, che nei successivi stralci di terstiziale e riduzione della biodiversità completamento e nei programmi di dra- Area lagunare a regime di marea con- e del patrimonio genetico regionale, con gaggio dei canali navigabili lagunari, da trollato (Figura 4-B): è costituita da tre la creazione di habitat isolati, troppo pic- attuare per risolvere le problematiche specchi d’acqua con differenti profondi- coli per “fare sistema” tra loro. che hanno originato le Ordinanze di cui tà rispetto al livello medio mare: sopra. Soluzioni ed interventi re reimmesse nella rete di bonifica; - alimentazione: chiavica di ingresso posta a Sud; L’intervento di rinaturazione - scarico: chiavica situata a Nord (marea in ingresso e in uscita fissata tra la Il progetto portato come esempio è denominato “Ripristino e tutela ambien- Riguarda una vasta area (Figura 4) tale di aree costiere e lagunari con ope- attualmente a vocazione agricola (bo- In quest’area, un’attenzione partico- re di bonifica, vivificazione delle acque e nifica Muzzanella), di superficie pari a lare viene usata nella progettazione e miglioramento del sistema di circolazio- circa 72 ha, nel comune di Marano La- creazione di tre isolette (una nella zona ne idraulica dei canali”. Il finanziamen- gunare (UD), con creazione dei seguenti ad acqua salmastra e due nella zona to per la sua realizzazione si deve alla habitat: ad acqua salata) in modo da realizzare quota 9,50 e la quota 10,50). Commissione della Comunità Europea, - aree di rinaturazione di ambienti di quelle particolari condizioni che per- attraverso il Documento unico di pro- acqua dolce di gronda lagunare a regime mettano agli uccelli acquatici di sostare, grammazione 2000-2006 – Obiettivo 2, idrico gestito (19,4 ha); nidificare ed anche alimentarsi in siti per il tramite della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della competente Direzione Regionale dell’Ambiente. Il progetto è stato redatto nel settembre - aree di ripristino lagunare a regime di marea controllata (33,2 ha); - aree di ripristino lagunare a regime Obiettivi dell’intervento Sono sostanzialmente riassumibili secondo quanto segue: 1. ristrutturazione del sistema di rac- sizioni riparate dalle avversità non solo atmosferiche. di marea libera (15,9 ha). Area lagunare a regime di marea libero 2002 dal Consorzio di Bonifica Bassa Friulana di Udine. tranquilli, lontano dai predatori, in po- Area umida con acque dolci (Figura 4-A): (Figura 4-C): si tratta del comparto più a è situata nella parte più settentrionale. sud. Il sistema lagunare viene ripristina- Dopo una chiavica, che funge da regola- to seguendo la morfologia storica della zione della portata, si realizzerà: laguna, dopo attenta analisi degli aspet- - un bacino a pettine di profondità 135 cm per facilitare una prima fitodepura- ti paesaggistici dalle planimetrie elaborate dall’I.G.M. a partire dal 1891. zione naturale; colta e scarico delle acque meteoriche, - un tavolato a quota molto più ele- attraverso la realizzazione di canali di vata (altezza media di circa 10 cm), dove drenaggio e la realizzazione di un’idro- avverranno i processi di trasformazione vora che capta le acque agricole della fitodepurativi; Manufatti di rinaturazione Manufatto di regolazione: manufatto presidiato da una paratoia che limita zona perilagunare e le solleva nel cana- - due specchi d’acqua dolce, al cen- gli scambi tra il comparto della bonifica le Cormor che, pur sfociando in laguna tro dell’area, a profondità variabile (10, perilagunare e la zona di vivificazione e non interessa la zona da cui viene attinta 60, 135 cm) in modo da favorire alcune rinaturazione. l’acqua per l’alimentazione delle valli; specie avifaunistiche che necessitano di 56 Figura 5: planimetria manufatti di regolazione. 57 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Laguna di Marano e Grado dalla laguna; 3. con l’impiego dell’altro manufatto di regolazione: ricarico con acque dolci provenienti dalla bonifica (Figura 5). Classificazione e impiego fanghi FLUORURI MERCURIO ZINCO marginamento viene fissata a 11,80 e la sommersione; ti di marea: manufatti, inseriti nell’argi- Dalla relazione conclusiva del Piano Interesse Nazionale (Figura 4-D) si evin- – categoria C: costituzione di casse di caratterizazione preliminare: vista la ce che dopo l’esecuzione delle attività distribuzione dei punti di campionamen- previste dal piano di caratterizzazione, esistenti, con la raccomandazione che to e dell’inquinamento, senza una analisi la condizione dell’ambito di interesse le acque che residuano dalle operazioni del rischi, non essendo possibile indi- non risulta inquinata. I parametri rilevati Il Protocollo di Venezia, esteso ai ca- di pompaggio e rilasciate nella laguna, viduare l’estensione e la distribuzione infatti sono infatti generalmente di mol- nali lagunari di Grado e Marano, classi- non devono essere torbide, ma devono dell’inquinamento stesso, si propone un to inferiori ai limiti di legge di cui all’Alle- ficava i fanghi in 3 categorie basate sul essere preventivamente filtrate nei limi- asporto del materiale che verrà dragato. gato 1 del D.M. 471/99 per le zone indu- contenuto di elementi e di composti in- ti di legge in materia di scarichi; inoltre, In considerazione di ciò e dei bassi livelli striali, sia per quanto riguarda i terreni quinanti quali metalli, idrocarburi totali, le casse di colmata dovranno essere im- di contaminazione individuati per le aree (Tabella 1/A) che per quanto riguarda le IPA, PCB e pesticidi: permeabilizzate, sia al fondo che lungo interne al perimetro lagunare, in sede di acque sotterranee. - categoria A: libero uso per ricosti- il perimetro, nel rispetto di un analogo caratterizzazione preliminare, si propo- tuzione di barene o altre opere (argini, coefficiente di permeabilità previsto per ne di avviare un processo di bonifica ex tombamenti, ecc.); i fanghi di risulta la costituzione delle isole (Figura 6). situ che consenta il recupero e il riutiliz- tranti in tale categoria saranno collocaManufatti di regolazione delle corren- Per quanto concerne invece le indagini effettuate nell’area interna al Sito di di colmata o rafforzamento di quelle degli scavi del progetto in esame e rienFigura 6: campagna di analisi del Consorzio di Bonifica Bassa Friulana (2007). Elementi con concentrazione superiore ai valori limite della colonna “A” D.M. 471/99. Conclusioni viene quindi garantita l’impossibilità del- ti nell’area meridionale a escursione di Caratterizzazione ambientale della laguna marea libera; ne, a più condotti (6 per il manufatto in - categorie superiori (B e C), rideter- Lo stato di emergenza socio-econo- entrata ed altrettanto per quello in usci- minate alla luce della Tabella 1 del D.M. mico-ambientale nella Laguna consta ta) attrezzati con delle porte vinciane: n° 471/1999 e s.m.i.; delle seguenti tappe: Stato di fatto caratterizzazione zo del materiale dragato per destinarlo a 1. Area di competenza del Ministero opere di ingegneria ambientale connes- (terraferma all’interno della perimetra- se alla riprofilatura degli argini, al ripa- zione del Sito d’Interesse Nazionale): in scimento di barene e al rimodellamento attesa delle determinazioni del Ministe- di ambiti costieri e arenili. ro stesso; 2. area di competenza del Commis- Possibile tecnica di risanamento dei sario (zona lagunare all’interno della 1. in fase di marea crescente si ha l’in- – categoria B: costituzione di isole in - D.M. 18 settembre 2001 n. 468: af- sedimenti: processi elettrochimici di geo perimetrazione del Sito d’Interesse Na- gresso dell’acqua dalla laguna al bacino aree ad elevata valenza naturalistica o fidamento all’ICRAM dell’incarico della ossidazione e di complessazione indotta zionale): in attesa delle determinazioni interno soltanto dal manufatto più a Sud rafforzamento di lidi lagunari, mediante Caratterizzazione ambientale ai fini del- che possono essere applicati sia diret- del Commissario; mentre quello più a Nord resta chiuso; l’impiego di rilevati realizzati in modo la bonifica delle aree marine e salmastre tamente in situ che ex situ. Per quanto 3. area esclusa da entrambe le cate- 2. in fase di marea calante si ha l’usci- naturale o artificiale che assicurino un incluse nelle perimetrazioni dei siti di in- riguarda invece, i materiali derivanti gorie precedenti (terraferma all’esterno ta dell’acqua dalla bacino interno alla la- coefficiente di permeabilità k <= 1*10-7 teresse nazionale; dalle attività di dragaggio dei canali che della perimetrazione del Sito d’Interesse guna soltanto dal manufatto più a Nord cm/s; i fanghi di risulta degli scavi del - Ordinanza n. 3217/2003 nomina del corrono lungo il perimetro del territorio Nazionale): qualsiasi intervento futuro mentre quello più a Sud resta chiuso. progetto in esame e rientranti in tale ca- Commissario delegato a fronteggiare e di Marano, non pericolosi all’origine, in deve sottostare in generale al D. Lgs. n. 152/2006. Un sistema di sensori ed una automa- tegoria saranno collocati nell’area cen- risolvere la situazione di emergenza del- quanto i valori di concentrazione del zione consente la chiusura dei condotti trale a escursione di marea controllata: la Laguna di Marano e Grado. L’ICRAM mercurio, sono sempre inferiori ai valori con delle paratoie verticali nel caso il in tale area lagunare oltre agli specchi viene incaricato dal Commissario stesso limiti della Tabella B del 471/99, possono Attualmente la realizzazione degli livello della marea superi quota 10,50; d’acqua verranno opportunamente ri- dell’esecuzione della caratterizzazione essere refluiti, su autorizzazione della interventi dell’Obiettivo 2, oltre che allo per maggior sicurezza vengono anche modellate anche delle terre emerse che ambientale dell’intera area lagunare regione, all’interno di casse di colmata, stanziamento dei necessari finanziamen- installate dei clapet di sicurezza. per non soggiacere al livello di marea ai fini della risoluzione della situazione di vasche di raccolta, o comunque in ti, rimane subordinato alla conclusione richiedono notevoli quantitativi di ma- d’emergenza. aree di contenimento poste in ambito della procedura di caratterizzazione ed costiero. eventuale bonifica. Manufatto di vivificazione: permette teriali che vengono recuperati tra quel- al bacino a salinità controllata di scam- la aliquota di sedimenti, provenienti da biare acqua salata con il bacino a cor- operazioni di dragaggio lagunare, clas- Le stesse devono presentare un siste- rente di marea controllata: sificabili appunto come fanghi B. A tale ma di impermeabilizzazione naturale o 1. con l’elettropompa: scarico delle scopo, in prossimità del Canale Corniolo, completato artificialmente al perimetro acque nel comparto a regime di marea vengono create tre zone con margina- e sul fondo, in grado di assicurare requi- controllato; mento costituito da arginatura rivestita siti di permeabilità almeno equivalenti a: 2. con la condotta presidiata dalla in materiale argilloso di idonea permea- K minore o uguale 1,0 x 10-9 m/s e spes- paratoia: ricarico con acque provenienti bilità e spessore di 1 m,: la quota di tale sore maggiore o uguale a 1 m. 58 59 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Evoluzione e criticità della costa nazionale _ATTI DEL CONVEGNO EVOLUZIONE E CRITICITÀ DELLA COSTA NAZIONALE UMBERTO SIMEONI Membro del Comitato Direttivo del G.N.R.A.C. Dipartimento di Scienze della Terra Università degli Studi di Ferrara Costa alta ed aree portuali (km) Costa bassa L’occupazione delle nostre coste iniziò l’elemento più sensibile alle variazioni, dopo l’Unità d’Italia con la costruzione anche piccole, degli equilibri costieri e di porti, strade e ferrovie. Nel ‘900 un del bilancio sedimentario. La crescente Friuli Venezia Giulia 35 76 10 nuovo impulso fu fornito dallo sviluppo necessità di inerti da costruzione, la si- Veneto 0 140 25 di industrie, di cui molte petrolchimiche, stemazione dei versanti e la creazione di Emilia Romagna 0 130 32 e del turismo balneare che, inizialmente, invasi, l’estrazione di fluidi dal sottosuolo Marche 28 114 78 ebbe una crescita graduale per assumere (acqua/gas) unitamente alla costruzione Abruzzo 26 99 60 di opere marittime portuali e per la difesa Molise 14 22 20 Puglia 563 302 195 nel secondo dopoguerra un andamento sempre più esponenziale. Per la localiz- degli abitati hanno prodotto un notevole zazione di questi insediamenti furono deficit sedimentario aggravando progres- privilegiate le coste basse distruggendo sivamente il fenomeno dell’erosione dei numerosi ecosistemi costieri di gran- litorali (Simeoni e Bondesan, 1997). coste alte e aree portuali coste basse stabili o in deposito coste basse in erosione Regione de valore, senza tener nel dovuto conto totale km in erosione km Basilicata 32 36 28 Calabria 44 692 300 Sicilia 506 1117 438 Sardegna 1428 459 165 Campania 256 224 95 74 216 117 77 l’impatto ambientale nel breve e lungo All’erosione crescente delle spiagge si periodo. Il loro inserimento, spesso in cercò di porre rimedio attraverso diver- Toscana 243 199 tessuti sociali deboli come quelli meri- se strategie e tipi di intervento. La legge Liguria 256 94 31 dionali, non favorì la conservazione dei sulla difesa degli abitati del 1907 fu una Italia 3515 3950 1661 valori paesaggistici e nemmeno un radi- prima risposta organica all’erosione dei camento di queste imprese nell’economia litorali: essa rendeva disponibili risorse locale. Questa occupazione, nata dalla pubbliche per difendere gli insediamenti distorta convinzione che lo sviluppo ur- ma, purtroppo, non contemplava la rico- bano portasse inevitabilmente benessere struzione delle spiagge o la salvaguardia economico, spesso è causa di conflitti fra delle aree sensibili e di rilevante pregio interessi contrapposti. Infatti, lo sviluppo naturalistico. Furono così posti in opera urbano e la forte sovrapposizione d’uso svariati tipi di manufatti con lo scopo di della fascia litorale non ha solo gli equi- proteggere gli insediamenti o frenare libri geologici ma anche quelli ecologici, l’erosione. Solo negli ultimi decenni si è estremamente sensibili ai cambiamenti operato alla difesa dei litorali attraverso dell’habitat. interventi di ripascimento o, dove neces- Negli anni ’60-‘70 il C.N.R. promos- dinamiche degli assetti costieri. Gli studi ed ai pianificatori territoriali, soprattutto sario, di ricostruzione della spiaggia con se una serie di interventi che fornirono a carattere “geografico applicato” misero delle Pubbliche Amministrazioni. Esso fu versamenti di materiali idonei. le basi per avviare studi interdisciplinari in evidenza gli aspetti più significativi del corredato da un volume di “Raccoman- Un grosso impulso all’incremento Lazio Figura 1: rappresentazione, a scala regionale, dell’estensione della costa alta e/o rocciosa e di quella bassa suddivisa in stabileavanzamento ed in erosione. I dati, espressi in km ed in percentuale rispetto alla lunghezza totale del litorale regionale, provengono dallo studio condotto nel 2006 dal G.N.R.A.C. su 7.465 km di costa. per la salvaguardia delle spiagge. Furono degrado ambientale provocati dall’inten dazioni tecniche per la Protezione delle lo sviluppo della rete autostradale che, La comunità scientifica italiana, con i avviati diversi Programmi Speciali tra cui sa antropizzazione della fascia costiera, coste” che, nel 1983, anticipò l’uscita dei creando rapidi collegamenti fra le città primi studi a cavallo fra l’800 e il ‘900 quello sulla “Conservazione del suolo” al spesso responsabile dell’innesco di im- fogli dell’Atlante. ed il mare, ha favorito l’espansione de- sulla geomorfologia costiera e sulla di- cui interno vi era un tema specifico sul portanti fenomeni erosivi. gli insediamenti costieri. Oggi si può sti- namica litorale, ha posto le basi per una “Regime e conservazione dei litorali”. mare che il 58% della fascia costiera è maggiore sensibilità al problema dell’evo- Nell’ambito di questo sottoprogetto fu- La rilevanza della produzione scienti- seguirono nell’ambito dei progetti coordi- completamente urbanizzato ed il 29% luzione e conservazione dei litorali. Suc- rono individuate tre aree campione (Alto fica e l’elevato grado di conoscenze rag- nati di interesse nazionale del M.U.R.S.T., presenta un significativo sviluppo urba- cessivamente agli anni ‘30 furono con- Adriatico, Alto Tirreno e Ionio) su cui si giunto furono lo stimolo per la stesura, l’attuale Ministero dell’Istruzione, dell’Uni- no. È dunque negli ultimi 100 anni che dotti sporadici studi che portarono alla focalizzano ricerche interdisciplinari. nel 1985, di una prima edizione (a cura versità e della Ricerca (M.I.U.R.). Gli studi il progressivo inurbamento della fascia pubblicazione di importanti monografie del C.N.R.) dell’ “Atlante delle Spiagge si focalizzarono dapprima sui rapporti tra costiera ha prodotto le maggiori modifi- sulle spiagge italiane. Queste ricerche, in Fu così possibile, per la prima volta in Italiane” nella quale furono sintetizzati processi naturali e modificazioni indotte cazioni degli equilibri costieri. Se, da un parte coordinati dal Consiglio Nazionale Italia, integrare ricerche geologiche, se- i risultati delle ricerche condotte su cir- dall’antropizzazione e, successivamente, lato, le coste alte possono presentare no- delle Ricerche (C.N.R.), rappresentano dimentologiche, morfologiche, idraulico- ca il 40% del territorio costiero italiano. sulla definizione del bilancio sedimen- tevoli problemi soprattutto per quanto ri- il primo tentativo di coordinamento dei fluviali, idraulico-marittime e storiche L’Atlante, primo esempio del genere nel tario delle spiagge e sulle modificazioni guarda l’instabilità delle falesie ed il loro gruppi di ricerca che, a vario titolo, ope- volte alla definizione della storia evo- panorama mediterraneo, era volto princi- indotte dalle opere di difesa sui litorali. arretramento, le spiagge rappresentano ravano sulla fascia costiera. lutiva dei litorali e alla definizione delle palmente ai fruitori del territorio costiero I dati raccolti permisero di completata demografico è stato dato anche dal- 60 Negli anni successivi le ricerche pro- 61 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Evoluzione e criticità della costa nazionale la redazione dell’Atlante delle Spiagge la fascia costiera. A tratti completamente in avanzamento devono questa tendenza (diversi metri a fronte d’abbassamenti di Italiane (AA.VV., 1999) e di tracciare un naturali si alternano litorali intensamente allo sbarramento dei sedimenti da parte pochi centimetri) ma anche un aumento esaustivo quadro evolutivo del litorale urbanizzati, a spiagge in cui l’erosione di strutture portuali che sottoflutto inne- della pendenza dei fondali e, in definitiva, nazionale. L’Atlante è costituito da 108 procede con un tasso di alcune decine scano importanti processi erosivi. una riduzione del corpo sabbioso costie- fogli a scala 1:100.000 nei quali sono con- di metri all’anno ne seguono altre in cui, densata graficamente, in una sintesi di nell’ultimo secolo, la linea di riva è avan- Con queste premesse i quadri regio- oni e Corbau, 2008) anche l’officiosità immediata lettura, tre tematiche: opere zata di svariate centinaia di metri. In tut- nali, ed ancor più quelli nazionali, devo- delle foci dei rami fluviali, spesso ostruite umane, tipi naturali e dinamica idrologica te le regioni l’erosione trova le sue cause no essere letti con grande cautela e solo da barre sabbiose che limitano il libero e sedimentaria. Nel 1998, nell’ambito del- principalmente nel deficit sedimentario un’approfondita ed aggiornata conoscen- defluire delle portate in mare e rendono le ricerche condotte dal Gruppo Naziona- dovuto alla costruzione di sbarramenti za dei processi in atto e delle specificità difficoltosa la navigazione. Altre criticità le per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeolo- nei corsi d’acqua, nel dragaggio di sab- territoriali possono fornire indicazioni dell’area deltizia sono legate alla tenden- giche (G.N.D.C.I.) del CNR è stata prodotta bia e di ghiaia dagli alvei fluviali, e nella attendibili sulle polite gestionali da attua- za, resa più evidente negli ultimi decen- una carta del rischio costiero nazionale in costruzione di porti e di strutture agget- re. Fortunatamente, negli ultimi anni, le ni, al restringimento delle bocche delle scala 1:750.000. Partendo da un aggior- tanti che bloccano il flusso sedimentario cose stanno cambiando e alle vecchie di- lagune (Simeoni et al., 2007) che, ral- namento e rilettura delle conoscenze lungo la riva. fese rigide si vanno sostituendo le difese lentano della circolazione idrica interna, Figura 2: assetto altimetrico del territorio del delta del Po dove sono evidenziate le aree con quote al di sotto del livello del mare; sono inoltre segnalate le tendenze evolutive della costa e la presenza di opere di difesa, e riportati alcuni elementi inerenti all’uso del suolo. ro. Grande preoccupazione desta (Sime- “morbide” che si basano essenzialmente favoriscono la sedimentazione dei mate- delle Spiagge, ai vari tratti costieri sono Da questo quadro generale emerge sul versamento di sabbia sulle spiagge in riali sottili, lo spopolamento di forme di stati attribuite classi di rischio sulla base come spesso le soluzioni, che sono sta- erosione. Questa tecnica, nota come ripa- vita bentonica e l’incremento di eventi delle tendenze evolutive decennali, della te adottate per fronteggiare l’erosione, scimento artificiale, trova sempre più ap- d’anossia delle acque. morfologia dell’entroterra e della presen- non siano state del tutto efficaci e come plicazione in tutto il mondo occidentale, za ed efficacia delle opere di difesa. la loro diffusione abbiano trasformato talvolta proteggendo il materiale versato È indubbio che l’assetto altimetrico tratti di litorali sabbiosi in coste roccio- con opere di difesa tradizionali. In alcuni deltizio (Figura 2) non sia in una condi- Nel 2006 è stato presentato, presso se. Talvolta per proteggere la costa sono casi si preferisce non costruire opere di zione di sicurezza (Bondesan et al., 1995) il Consiglio Nazionale delle Ricerche, un state poste in opera strutture a diversa contenimento, privilegiando la tutela del perchè la maggior parte del territorio rapporto sulla situazione dei litorali ita- tecnologia (pennelli, isole artificiali, sco- paesaggio ed accettando d’intervenire presenta quote al di sotto del livello ma- liani (AA.VV., 2006), curato dal Gruppo gliere aderenti, sommerse o affioranti) con altri ripascimenti. Molte regioni ita- rino ed è dominato, anche per parecchi Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente spesso associate le une alle altre in varie liane si stanno impegnando su questi pro- metri, dalle piene dei corsi d’acqua. L’esa- Costiero, da cui l’acronimo G.N.R.A.C. An- combinazioni. Inoltre, in alcuni settori la getti ed importanti ricerche hanno per- gerato allungamento dei rami deltizi, che se l’Associazione è giovanissima, essa diffusione delle opere è tale che presen- messo di individuare giacimenti di sabbie l’irrigidimento del reticolo idrografico e raccoglie circa 200 esperti con esperien- tano un rapporto di protezione di 2:1 (2 sulla piattaforma continentale antistante la subsidenza hanno fatto assumere al in ambito nazionale, l’interesse per l’am- tro i 60 chilometri dal mare Se questo ze di ricerca e di gestione dell’ambiente km di scogliere per chilometro di litorale) alle nostre coste. delta attuale una caratteristica forma a biente costiero ed il valore economico è lo scenario che ci attende, è evidente costiero maturate in più di trent’anni di come nel caso della costa toscana. Tutto catino, con i bordi elevati verso mare ed delle spiagge spingono verso la ricerca che ogni piano di sviluppo della fascia attività. Quanto emerge dal rapporto, ciò è ben documentato dai quasi 1.400 In merito al territorio del Po, fino alla una vasta depressione al centro (Simeoni di nuove soluzioni per la loro difesa, vi è costiera deve essere attentamente valu- pubblicato su un numero speciale della lavori pubblicati sull’argomento dal 1982 metà del XX secolo vi è stato, per l’abbon- et al., 2000). anche la consapevolezza che non tutti i tato (Simeoni, 2005) per evitare che, in rivista scientifica “Studi costieri”, costi- al 2005, elencati in appendice al volume danza degli apporti solidi, un accentuato litorali sono difendibili anche perchè, in breve tempo, non si debba intervenire tuisce la prima sintesi, non esclusivamen- “Lo stato dei litorali italiani”, che vanno protendimento in mare dell’area deltizia Benché vi siano indizi per ritenere che molti casi, è proprio la loro erosione che per difendere gli insediamenti appena te cartografica, sull’evoluzione e criticità ad aggiungersi alle 350 pubblicazioni (Dal Cin e Simeoni, 1984). Nei decenni almeno alcune delle cause (ad esempio gli garantisce l’afflusso di sabbia ai settori costruiti. dei litorali in ambito regionale. Ne emer- prodotte dal solo Progetto Finalizzato del successivi si instaura una crisi regressiva abbassamenti del territorio conseguenti limitrofi. Il fatto che buona parte delle ge una situazione preoccupante con il C.N.R. negli anni ’80. determinata dal diminuito trasporto soli- all’estrazione di acque metanifere) abbia- spiagge mondiali sia in erosione dimostra acquisite per la compilazione dell’Atlante LEGENDA: territorio >0 m territorio <0 m tendenza arretramento costa opere di difesa della costa foci armate rilevati ed argini aree urbanizzate valli da pesca risaie bosco fondali in innalzamento do del fiume per la costruzione di dighe no parzialmente attenuato i loro effetti che questa tendenza ha origine anche da dove, però, molte sono stabili solo grazie Ogni analisi sulle tendenze evolutive e sbarramenti e per l’eccessivo prelievo negativi, la gestione di questo territorio fattori globali e principalmente dall’innal- alla presenza di opere di difesa (Figura 1). della costa è dunque resa difficile dalla d’inerti direttamente dall’alveo dei corsi rimane molto complessa ed articolata. zamento del livello marino. frequenza delle opere difensive, di cui d’acqua. A questa crisi regressiva della Naturalmente, in questo quadro, un pro- 42,5% delle spiagge italiane in erosione I singoli quadri regionali mostrano si deve valutare l’efficacia e l’impatto costa ha anche contribuito la forte sub- blema prioritario che si dovrà affrontare Per il futuro prossimo alcune stime come vi siano situazioni estremamente sui litorali adiacenti. Molti tratti di costa sidenza del territorio che, nei confronti è quello legato alla determinazione della prevedono che entro il 2020 circa la diversificate sia per le condizioni fisiche considerati stabili, lo sono solo grazie a di spiagge a debole pendenza, determina risposta fisica del territorio agli effetti metà della popolazione mondiale andrà presenti sia per l’uso che è stato fatto del- pesanti interventi di difesa ed altri tratti non solo arretramenti della linea di riva dei cambiamenti climatici previsti. Se, a insediarsi in una fascia di territorio en- 62 63 Bibliografia a pagina 112. Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Lagune straniere e delta: la situazione, i problemi, le soluzioni _INTRODUZIONE LAGUNE STRANIERE E DELTA: LA SITUAZIONE, I PROBLEMI, LE SOLUZIONI LUIS BERGA Presidente onorario della Comisión Internacional de Grandes Presas (ICOLD) Professore dell’Universidad Politécnica de Catalunya I delta sono punti strategici al confine tra le costiere e il mare. In generale dispon- le infrastrutture, i flussi, gli impatti ambientali, la salinizzazione, la regressione, la sub- gono di abbondanti risorse idriche e di terreni fertili e sono quindi importanti aree di sidenza, le minacce su zone umide e le lagune, la perdita di biodiversità e gli effetti dei produzione alimentare. Pertanto, nel corso della storia, si sono insediate sui delta fio- cambiamenti climatici. Infine si sono presentate una gamma di soluzioni e alternative renti civiltà e oggi sono una fonte di ricchezza per molte nazioni per la loro agricoltura, per affrontare le minacce e le sfide dei delta. la pesca e lo sviluppo del turismo. Queste soluzioni possono essere azioni strutturali quali: la manutenzione e il ripriInoltre, l’enclave particolare tipica di queste zone rappresenta un ambiente ricco stino delle infrastrutture idriche e delle zone costiere, il miglioramento della qualità e lagune e delta sono una delle manifestazioni più emblematiche della biodiversità. dell’acqua e dell’efficienza di irrigazione, l’ammodernamento degli stessi, il riutilizzo Nella relazione presentata al convegno si sono descritte la situazione, i problemi e le delle acque, l’implementazione della rete di canali d’acqua dolce e lo stoccaggio della soluzioni alternative per i delta dei partner mediterranei Deltamed (Po, Nilo, Evros, stessa, la costruzione di barriere anti saline, argini, polder, stazioni di pompaggio, oltre Danubio, Rodano, Ebro). che l’apporto e la ridistribuzione della sabbia costiera, la tutela delle dune e le azioni di adattamento ai cambiamenti climatici. Si sono descritte le caratteristiche di questi delta, così come la loro evoluzione nel corso degli anni. Si è constatata la notevole differenza esistente tra di essi, ma si è Si sottolinea anche l’importanza di attuare misure non strutturali per la gestione, anche sintetizzata la comunanza di alcune problematiche tipiche, quali: la gestione come: la gestione delle risorse idriche e dei sedimenti nel bacino, la valutazione glo- delle risorse idriche e la loro qualità, la subsidenza e le inondazioni, gli ambienti salini bale dei flussi ambientali nel delta (fiume, zone umide e lagune), la tutela e il ripristino e l’intrusione del cuneo salino, la regressione costiera, la subsidenza e l’eustatismo del delle zone umide e delle lagune, la visione complessiva della gestione delle acque, le mare, le zone umide e le lagune, l’agricoltura ambientale, oltre che la conservazione misure di conservazione ambientale e lo sviluppo di un’agricoltura ambientalmente ambientale e lo sviluppo sostenibile. Inoltre si è valutato il potenziale impatto del cam- sostenibile. biamento climatico, con particolare attenzione all’aumento del livello del mare, sulla vulnerabilità dei delta. Si conclude che, per raggiungere uno sviluppo sostenibile, è necessario affrontare le minacce e le sfide attuali e future dovute ai progressi e ai cambiamenti globali delle Si sono analizzate le minacce che esistono sui delta, ovvero: lo sviluppo dei bacini società già sviluppate e di quelle emergenti, oltre che i pericolosi effetti del cambia- idrografici a monte, la pressione antropica, l’impatto causato dalla popolazione, dallo mento climatico sull’esistenza e la sopravvivenza dei delta. Per far questo, è necessario sviluppo economico e da quello turistico, la fragilità dei sistemi naturali dei delta, le implementare le visioni integrate di misure strutturali e misure di gestione, e sviluppa- pressioni e i rischi che insistono sulle risorse idriche, la qualità dell’acqua, la portata, re processi e strutture amministrativo-civili tali da migliorare la governance dei delta. Barriere antimarea sul Tamigi. Inondazione sul corso medio del Po. 64 Arginatura per la difesa dall’erosione costiera in Sacca degli Scardovari. Modello matematico di un’ipotesi progettuale di rigenerazione per la laguna della Vallona (delta del Po). 65 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Lagune del delta dell’Ebro _ATTI DEL CONVEGNO LAGUNE DEL DELTA DELL’EBRO INMA JUAN FRANCH Parc Natural del Delta de l’Ebre Le lagune del delta dell’Ebro Il delta dell’Ebro, situato nell’estre- lini, con spiagge ampie e desertiche e con to idrologico molto diverso da quello dune cordonate da Ammophilae e altre delle lagune costiere mediterranee. Ciò piante ben adattate all’ambiente. è dovuto all’artificialità del loro sistema idrico, che è prodotto prevalentemente mo sud della Catalogna, è caratterizzato da un paesaggio contraddistinto da una Le lagune sono uno degli ambienti ac- al fine della coltivazione del riso (22.000 grande ricchezza biologica, che riunisce quatici naturali più importanti del Delta, ha). Per la realizzazione di questa coltura una diversità di flora e fauna di incal- hanno tutte le caratteristiche delle lagu- si dispone di un’immensa rete di canali e colabile valore. Con i suoi 320 km , è il ne costiere mediterranee e attualmente scoli d’acqua dolce che viene distribuita più grande habitat acquatico del terri- sono integrate nel Parco naturale del del- in tutto il Delta. torio catalano e rappresenta un luogo ta dell’Ebro. A differenza dei laghi dell’in- di importanza vitale nelle zone umide terno e di quelli di montagna, la loro vi- del Mediterraneo. La sua ricchezza bio- cinanza al mare e l’influenza dell’acqua logica contrasta con la profonda an- marina e di quella dolce definiscono que- L’acqua dolce in eccesso dall’irrigazio- tropizzazione e la trasformazione agri- sto ecosistema. Sono inoltre considerate ne e soprattutto dal drenaggio delle risa- cola di gran parte della sua superficie. come habitat prioritario dalla Direttiva ie alimenta le lagune dal mese di aprile Habitat 92/43 del Codice dell’Unione Eu- a quello di dicembre, mentre da gennaio Al fine di rendere possibile l’armonia ropea n.1150: lagune, albufere e stagni co- ad aprile, periodo in cui si chiudono i ca- tra i valori naturali della zona, il suo sfrut- stieri (Ruppietea maritimae, Potametea, nali per l’irrigazione delle risaie, l’acqua tamento da parte dell’uomo e le richieste Zosteretea). La loro importanza deriva marina salata penetra e invade le lagune. dei suoi abitanti, nel 1983 la Generalitat tanto dal loro valore naturale quanto dal- Il risultato dell’interazione tra questi due de Catalunya costituì il Parque Natural le attività socio-economiche che vi ven- tipi di acque definisce l’ecosistema nelle del Delta de l’Ebre (Parco naturale del gono sviluppate. Anche se si tratta di un diverse aree, non solo nelle lagune del delta dell’Ebro). La sua importanza è rico- ecosistema molto produttivo, hanno un delta, ma anche nelle baie. L’unica laguna nosciuta a livello internazionale dai mas- contrappunto nella loro estrema fragili- nella quale non si produce questo singo- simi organismi specializzati. Il paesaggio tà, spesso sono infatti aree che possono lare ciclo idrogeologico è quella di Garxal del Delta ha una forte personalità. I terre- essere minacciate: i loro peggiori nemici, che si alimenta essenzialmente di acqua ni interamente pianeggianti, bagnati dal tra gli altri, sono l’eutrofizzazione, i con- dolce del fiume. Questo sistema agrico- fiume Ebro, gli danno un aspetto del tutto taminanti e il sovra sfruttamento delle lo segna il ciclo idrologico di molte delle peculiare. risorse proprie. aree protette del Parco. 2 Tabella 1: superfici del delta dell’Ebro. Una rete idraulica di più di 800 km La vegetazione Le ampie coltivazioni coltivate a riso, L’origine delle lagune è una diretta che cambiano secondo le stagioni (ter- conseguenza della dinamica evolutiva del rose in inverno, inondate d’acqua in pri- Delta. Alcune lacune si formano attraver- All’interno delle lagune e con l’ingres- mavera e verdi in estate), dominano la so l’isolamento di grandi masse d’acqua so di grandi quantità di acqua dolce, si fisionomia del Delta. Nella zona costiera marina, progressivamente circondate da sviluppa una vegetazione intensa. La incontriamo uno dei paesaggi più sugge- barriere e cordoni di sabbia. Altre trova- vegetazione sommersa è costituita da stivi del Mediterraneo: grandi lagune cir- no origine nello straripamento dell’acqua macrofite, che sono piante radicate che condate da canneti e giunchi. Nella parte del fiume nel suo cammino verso il mare. crescono completamente sommerse. For- periferica ci sono grandi aree di suoli sa- Attualmente ci sono otto lagune costiere mano estese praterie formate principal- nel Delta: le Olles, il Canal Vell, il Garxal, mente da specie dei generi Potamogeton, il Calaixos de Buda, l’Alfacada, la Platjola, Ruppia e Najas, che sono tra l’altro il cibo Totale della pianura deltizia 330,31 km2 Pianura alluvionale 83,4% Fiume 2,4% Lagune 4,3% Lobi 10,0% marino e quello acquatico continentale, Baie 68,46 km2 sono caratterizzate da un funzionamen- 66 la Tancada e l’Encanyissa. Queste lagune, collegate direttamente al mare e cir- Figura 1: delta dell’Ebro: pescatore con il Tresmall; fenicotteri; cacciatori nella laguna del Canal Vell. condate da risaie, situazioni queste che determinano i loro limiti tra l’ambiente 67 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Lagune del delta dell’Ebro che vengono inizialmente diffusi dai responsabili del Parco Naturale e il cui controllo sull’applicazione è garantito successivamente dai custodi (agents rurals). - La pesca: le lagune sono protette dal Parco Naturale e la normativa prevede che tutte le attività svolte debbano seguire metodi tradizionali, prescrizione Figura 3: (da sinistra a destra, dall’alto in basso) ciclista negli itinerari della laguna di Garxal . Migrazione degli uccelli di mare. Faro Faroleta nella Punta del Fangar. Risaie in novembre. Pescatore con il Rall. questa che si applica anche alla pesca. La confraternita di San Pere è quella che storicamente ha diritto di pesca in tutte le lagune. Conta circa 900 soci, di cui solo 40 vengono sorteggiati ogni anno per ottenere la licenza per andare a pescare da ottobre a marzo. - Il turismo: il valore paesaggistico e Figura 2: salsedine e Salicorniae. ornitologico di questa zona naturale attira molti visitatori che desiderano scopri- responsabili dell’organizzazione e dello una gestione che garantisca la conser- delle lagune. 10. Controllo e monitoraggio e offrono rifugio a molte specie della ca- della Cofradía de San Pedro (Confraterni- re e godere delle sue bellezze. La norma- sfruttamento collettivo delle acque pub- vazione e il miglioramento delle lagune. delle attività. 11. Segnaletica informativa tena alimentare. Perimetralmente alle ta di San Pedro), che possiedono una con- tiva vieta le attività ricreative all’interno bliche superficiali e sotterranee che sono 2. Rendere esecutivo il piano di gestione e interpretativa della normativa e delle lagune, cresce un cordone più o meno cessione di pesca negli stagni da ottobre delle lagune, ragion per cui si fornisce la giudicate comuni) e le guardie hanno approvato per ciascuna delle lagune del nozioni relative alle lagune. ampio di vegetazione emergente, compo- a marzo. possibilità di visitarla dal Parco attraver- acquisito conoscenze ed esperienze che Delta. 3. Gestire, congiuntamente alle so varie strutture, belvedere, percorsi in- attualmente condividono con i dirigenti associazioni di pescatori e cacciatori, le Tutte queste azioni contribuiscono a terpretativi, ecc., che permettono ai visi- del parco naturale che sono gli attuali attività di caccia e pesca con criteri di so- migliorare la gestione delle lagune, ma è tatori di conoscere le attrattive di questo responsabili dell’amministrazione delle stenibilità. 4. Coordinarsi con le differenti chiaro che ci sono ancora alcune minacce ambiente naturale. lagune. amministrazioni pubbliche di competenza che le rendono zone di grande fragilità, nella zona del Parco. 5. Migliorare il siste- alcune delle quali possono essere: sto principalmente da paludi salmastre, canneti (Phragmites australis) e giunchi. La fauna Le attività umane La produttività biologica della laguna è diventata una risorsa economica per La gestione delle lagune Obiettivi del Parco in relazione alle ma idrico per facilitare il perfezionamen- lagune to e il controllo di gestione. 6. Favorire il Le lagune sono una grande vetrina la popolazione del Delta. I primi coloni durante il corso dell’anno per gli uccelli approfittarono delle sue inestimabili ri- del Delta. Si complementano le grandi sorse vegetali e faunistiche, privilegiando Le lagune sono uno degli ambienti di concentrazioni di anatre, folaghe (Fulica attività di sussistenza quali la caccia e la maggior valore ecologico e richiedono atra), cormorani (Phalacrocorax carbo) pesca, che sono ormai pratiche profonda- una gestione completa e continua. Gesti- dei valori biologici, antropici e della loro come garanzia per il mantenimento am- e fenicotteri (Phoenicopterus ruber) in mente radicate nel territorio. re le lagune significa cercare di portare biodiversità. 2. Concordare con tutti gli bientale dell’attuale ecosistema del Delta mantenimento della coltivazione del riso 1. La conservazione e il miglioramento e l’attuazione di misure agro ambientali, - presenza di acqua: gestione del fiume Ebro; inondazione delle risaie; - qualità dell’acqua: problematiche legate all’inquinamento chimico e antropico; - eutrofizzazione, ipersalinazione e anossia; tutti gli eventi idrologici che si verificano utenti una strategia di salvaguardia e di e delle sue lagune. 7. Realizzare un moni- aironi e mignattini in primavera e estate. - La caccia: la presenza di un gran nu- all’interno delle stesse ad avere una fina- sviluppo sostenibile. toraggio mensile dei parametri biologici È uno degli ambienti più variabili sotto il mero di uccelli acquatici incoraggia l’inte- lità produttiva e di conservazione di que- e fisico-chimici delle acque delle lagune e - regressione e subsidenza; profilo ittiologico per il rapporto diretto resse dei cacciatori locali e stranieri per sti ecosistemi. Ad esempio, una corretta Azioni del Parco Naturale dirette alla dei prati di macrofite, come indicatori per - pressione antropica; che si stabilisce con le variazioni delle questo sport. Attualmente nel Delta vi gestione dell’acqua permette che nei suoi gestione integrale delle lagune la gestione dei criteri di conservazione - colonizzazione di specie alloctone. condizioni fisico-chimiche delle acque. sono 11 società di cacciatori, che contano depositi si sviluppino prati di macrofite, inverno con le colonie di nidificazione di - compattazione dei bacini interni e dei canali di comunicazione con il mare; delle condizioni ambientali delle lagune Specie come il cefalo (Chelon labrosus), un totale di più di 4.000 soci. La gestione che sono cibo e offrono rifugio per molte 1. La collaborazione stretta e coordi- e allo stesso tempo controllare il livello La conservazione di queste aree na- la spigola (Dicentrarchus labrax), l’orata della caccia è di competenza dell’ammi- specie della catena alimentare. Storica- nata con le comunidades de regantes che di anossia, eutrofizzazione e compatta- turali è una responsabilità non solo degli (Sparus aurata), l’anguilla (Anguilla an- nistrazione, attraverso il Departament de mente, la gestione delle acque dei bacini sono gli enti che detengono la conces- zione. 8. Realizzazione di incendi control- amministratori del Parco, ma dell’intera guilla), la sogliola (Solea vulgaris) e la Medi Ambient (direzione ambiente) della è stata effettuata dagli utenti. I pescato- sione di acqua da canali di irrigazione e lati dei canneti (Phragmites australis). società ed è nostro dovere preservare carpa (Cyprinus carpio) popolano le sue Generalitat de Catalunya, che regola l’at- ri, i cacciatori, le comunidad de regantes quindi possono collaborare alla fornitura 9. Realizzazione degli sfalci periodici dei questo patrimonio naturale per le gene- acque e vengono catturate dai pescatori tività attraverso piani d’uso cinegetico, (corporazioni di diritto pubblico che sono di acqua alle lagune e all’attuazione di canali di intercomunicazione all’interno razioni future. 68 69 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Norfolk Broads _ATTI DEL CONVEGNO NORFOLK BROADS HENRY CATOR Officer of the Order of the British Empire (OBE) Fellow of the Royal Institution of Chartered Surveyors (FRICS) Quella che viene definita Norfolk Broads è un’area specifica, caratterizzata da una rete di fiumi e laghi nella contea di Norfolk, situata nell’Inghilterra orientale, dove ci sono alcuni dei terreni più pianeggianti e delle terre più fertili del Paese (Figura 9). Questa mappa (Figura 1) mostra l’estensione della pianura, gestita nell’Inghilterra orientale dalle Commissioni per il Drenaggio Interno sotto la gestione del Consorzio denominato Wa- ter Management Alliance. L’idrografia dei Broads defluisce interamente nel Mare del Nord a Great Yarmouth. L’importanza ambientale dei Broads è enorme: un enorme habitat di acqua dolce che ora sta sostenendo una sfida dovuta ai cambiamenti climatici e del livello del mare. I Broads costituiscono il più grande habitat di acqua dolce di tutta l’Inghilterra e sono Figura 2: il sistema fluviale dei Broads costituiva già nel passato un sistema integrato alla rete di trasporto. intrinsecamente associati ai fiumi per la gati e successivamente i canali vennero leggio. Aumentate rapidamente con lo gestione dei terreni circostanti. tagliati per essere collegati al sistema sviluppo delle barche con motore a com- fluviale adiacente. Il terreno circostante è bustione interna e raggiungendo il cul- L’origine dei canali di Norfolk e Suf- prevalentemente pianeggiante, così che i mine nel 1970, ci sono state oltre 5.000 folk va indietro nella storia al Medioevo, fiumi e i Broads divennero ben presto una imbarcazioni a motore immatricolate nel- quando la torba veniva scavata come vivace rete di trasporto dell’acqua. Nor- la rete dei Broads, la maggior parte delle combustibile. Questi scavi furono alla- wich è stata per molti anni la seconda cit- quali scarica i suoi rifiuti direttamente nel tà più grande in Inghilterra dopo Londra fiume. e la sua ricchezza proveniva dalla lana Figura 3: l’effetto della gestione delle aree aperte in questi ambienti palustri produce un grande beneficio in termini di biodiversità specifica e di habitat. e dal commercio nel nord Europa con le La legislazione che disciplina le opere nazioni in seno alla Lega Anseatica. Le di trattamento fognario è stata debole. I paludi e i terreni lungo i fiumi sono stati Broads si stavano arricchendo di nutrien- produttivi per il pascolo e la raccolta delle te e le alghe che germogliavano presto canne e dei carici utilizzati per paglia dei impedirono l’entrata della luce del sole, tetti degli edifici. Il più alto terreno circo- causando la morte delle piante marine e stante è stato e continua a tutt’oggi ad la torbidità e l’inquinamento delle acque essere produttivo come terreno agricolo (Figura 10). La qualità dell’acqua è nuova- coltivabile. mente in via di miglioramento attraverso l’utilizzo di barche con l’obbligo di avere Figura 1: l’estensione della pianura di Norfolk Broads. 70 Nei primi anni del ‘900, i Broads sono cisterne sigillate per gli scarichi. I villag- diventati una destinazione popolare per gi locali sono collegati alla rete fognaria la caccia di uccelli selvatici in inverno e principale, quindi non si riscontrano casi per la vela in estate. La Gran Bretagna di inquinamento diffuso causato da fosse rurale è diventata accessibile a seguito settiche. Una lezione che è stata appresa dell’introduzione delle ferrovie. Già nel è quanta sia delicato mantenere un equi- 1920, i costruttori locali di barche aveva- librio naturale prima che venga raggiunto no iniziato a produrre barche per il no- un punto di non ritorno. 71 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Norfolk Broads Figura 4: previsione di aumento del livello dell’acqua marina, fenomeno all’origine dell’aumento del cuneo salino. Figura 5: opere di dragaggio dei canali e sistemazione di argini, funzionali anche alla creazione di nuovi habitat secondari estensivi. L’industria del turismo è cresciuta cambiati. Nei primi anni del 1990, il Pia- Special Scientific Interest) e l’arenamen- fino al 1980, quando voli economici e le no per i Pascoli Paludosi è diventato il to delle barche in alcune aree. vacanze all’estero hanno fornito un’alter- progetto pilota per l’intero program- nativa alle vacanze sui Broads. L’aumento ma nazionale per le Aree Ambiental- Mentre il dragaggio può essere effet- della pressione commerciale immessa sul mente Sensibili (ESA - Environmentally tuato ad un costo ridotto dopo l’acquisto fragile ecosistema ha portato alla forma- Sensitive Areas). Nell’ambito di questo di attrezzature da parte dell’Autorità dei zione di un Parco Nazionale nel 1989. progetto si sono concessi aiuti agli agri- Broads, per l’autorità di navigazione l’at- coltori per ricominciare a seminare i tività continua è quella dello smaltimento A seguito del Broads Act del 1989, è territori arabili. Gli effetti dei pascoli del materiale dragato. Questo è stato un stata costituita l’Autorità dei Broads. Tale estensivi in queste aree palustri produ- problema particolare in una zona d’ac- organo è stato costituito per unificare, cono benefici in relazione agli aspetti qua nota come Heigham Sound, in cui per la prima volta, gli interessi di conser- naturali, alla fauna e alla flora (Figura 3). la navigazione è stata colpita a causa vazione insieme a quelli di navigazione dell’aumento di sedimento. L’Autorità dei nella zona dei Broads. Per tutto il 1990 la Visto che i Broads sono corpi idrici ar- Broads sta attualmente sperimentando conservazione è stata incentivata e l’agri- tificiali creati da scavi di torba, essi richie- un metodo in cui ceste metalliche rive- coltura e il turismo sono stati sempre più dono azioni continue e una gestione atta stite in plastica vengono riempite di se- stimolati a cambiare il loro tipo di gestio- alla riduzione dell’accumulo di sedimenti, dimenti e messe in acqua a decantare sul ne. Il turismo “verde” e le imbarcazioni cosa che viene attuata attraverso i dra- fango. Viene formato un circolo di ceste elettriche sono ormai comuni nella zona gaggi. Come risultato del rapido accumu- e i sedimenti vengono depositati al cen- dei Broads (Figura 7). La maggior parte lo di sedimenti degli ultimi sessant’anni e tro per formare un’isola, che nel tempo delle paludi, che erano state bonificate delle spese di dragaggio in aumento sin diventerà un habitat per le specie selva- e convertite in terreni agricoli durante e dal 1980, c’è stato un calo significativo tiche (Figura 5). Quest’azione è volta non dopo la seconda guerra mondiale, sono del volume di materiale di regolarmen- solo a risolvere il problema dei depositi state ora restituite alla forma di pascoli te rimosso (Figura 5). L’effetto a catena di sedimenti, ma avrà anche un impatto paludosi nei quali si può mantenere la dovuto all’accumulo di sedimenti nei cor- positivo sulla conservazione. biodiversità delle falde freatiche alte per si d’acqua ha provocato il mancato rag- gli uccelli e le piante, sistema questo che giungimento di quei miglioramenti nella L’incremento della domanda di acqua dipende dalla presenza dell’acqua dolce. qualità delle acque che sono necessari dolce da parte di una popolazione in cre- per soddisfare gli obiettivi imposti dal scita e le nuove abitazioni unitamente governo britannico per i siti SSSI (Site of alla domanda per l’irrigazione agricola Anche i sistemi di allevamento sono 72 Figura 6: gli incentivi all’agricoltura e al pascolo estensivo sono in costante evoluzione, in linea con la pianificazione dell’area ad opera dell’Autorità dei Broads. 73 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Norfolk Broads hanno portato ad una maggiore pressio- d’acqua dolce o dovremmo invece accet- ne sulle risorse di acqua dolce in questi tare i processi naturali e rendere al mare bacini. Come risultato, in periodi di scar- la terra che è stata bonificata nel corso se precipitazioni c’è meno acqua fresca degli ultimi 1000 anni? all’interno del sistema fluviale che scorre verso il mare. - Quanto è importante questa fertile terra agricola per sfamare una piccola nazione insulare con una popolazione in Con il livello del mare che cresce ad Figura 7: turismo verde nei Broads. costante crescita? una velocità di circa 6 mm all’anno, il ri- - Quanto sono importanti le specie sultato è l’infiltrazione di sale fino al si- d’acqua dolce che hanno colonizzato le stema fluviale (Figura 4). Quando non c’è zone umide individuate nella Convenzio- un sufficiente flusso di acqua dolce pro- ne di Ramsar, le zone di protezione spe- veniente dal fiume, il pesante cuneo d’ac- ciale (ZPS), i siti di particolare interesse qua salata spinge più in alto, portando ad scientifico (SSSI) e le riserve naturali na- un aumento del rischio di intrusione sali- zionali (NNR - National Nature Reserves), na nel sistema di acqua dolce circostan- fermo restando che per ciascuna di que- te.Le paludi a pascolo contano sull’acqua ste denominazioni è previsto un grado di dolce degli argini circostanti. Questi for- protezione obbligatorio per la Direttiva niscono acqua potabile per il bestiame e Habitat dell’Unione Europea? servono da “recinti umidi” per tenere e accumulare il bestiame su parcelle di terreno differenziate per proprietà e/o attività o professione. Le dighe sono i canali di drenaggio attraverso cui viene bonificato questo territorio. Gran parte di esse - Chi dovrebbe essere coinvolto nel dibattito? - Come possono essere finanziate le opere? - Preservare questa zona è una responsabilità nazionale o locale? si avvale di drenaggi pompati in quanto si trova al di sotto del livello del mare. è evidente che, una volta predisposti i finanziamenti, ci sono soluzioni tecniche Cambiamenti climatici Portatori di interesse e comunità locali Ingegneria e tecnologia Interazione Una delle principali sfide per i Broads e ingegneristiche che possono essere at- è costituita dalla tutela dall’intrusione tuate per proteggere quest’area dall’in- salina di un sito d’acqua dolce d’impor- trusione salina, per preservare in questo tanza internazionale. Nei primi anni ’50 modo la sua biodiversità unica e speciale si è parlato per la prima volta di uno e la sua fauna selvatica e per tutelare le sbarramento di marea alla foce dei fiumi aziende di coloro che vivono e lavorano a Great Yarmouth, ma la proposta è sta- nell’area. A che punto e in quale misura ta scartata in seguito all’opposizione del vogliamo investire oggi per preservare il porto di Yarmouth per l’effetto che essa domani? Forse è necessario che tutti noi avrebbe avuto sulla navigazione. Con la lavoriamo più uniti! Figura 9: veduta aerea dei Broads. recente costruzione di un nuovo porto Figura 10: attraverso le diverse attività stabilite nel Broads Act, si è cercato di migliorare la qualità delle acque, eliminando la presenza di alghe in eccesso e diminuendo gli scarichi nel bacino. esterno a Great Yarmouth, c’è ora la posUn futuro sostenibile per i Broads sibilità di rivedere le strutture di controllo dell’acqua. Le domande che le Agenzie Governa- Figura 8: Interazioni indispensabili al fine di ottenere un futuro sostenibile nei Broads. tive insieme con i portatori di interesse e le comunità locali si pongono sono: - è importante mantenere un sistema 74 75 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Situazione attuale e problemi del delta del Paraná _ATTI DEL CONVEGNO SITUAZIONE ATTUALE E PROBLEMI DEL DELTA DEL PARANÁ ANDREA BEHAR Facultad de Arquitectura, Diseño y Urbanismo Universidad de Buenos Aires Questo lavoro è parte del progetto: Carta del rischio urbano-ambientale in territori deltizi. Caso studio: il delta del Paraná. I cambiamenti nell’uso del suolo unitamente all’aumento degli insediamenti umani, al consumo di risorse, alla trasformazione del paesaggio e alla mancanza di competenza dei promotori di Dalla località di Diamante al suo estuario è suddiviso in tre aree principali: - il Delta Superior (da Diamante, Entre Ríos, a Villa Constitución, Santa Fe); - il Delta Medio (da Villa Constitución a Ibicuy, Entre Ríos); - il Delta Inferior o in via di formazione (da Ibicuy fino alla bocca). sviluppo immobiliare e dei politici, ovvero di coloro che sono preposti a prendere La scala dell’analisi è strettamente le decisioni, impattano sugli ecosistemi legata alla quantità di informazioni a naturali a diverse scale territoriali. Que- disposizione, che facilitano la compren- sto è ciò che accade in una delle zone sione della complessa struttura dell’eco- umide più importanti del Paese: il delta sistema. del Paraná. Il rischio urbano-ambientale è un concetto che implica l’esistenza di Tipologia di paesaggio due fattori: pericolosità1 e vulnerabilità2. Dall’interrelazione esistente tra questi Il delta del Paraná è un’immensa zona due tipi di fattori deriva il rischio, le cui umida che ospita una ricca biodiversità e caratteristiche e specificità sono estre- compie funzioni, tra le altre, di ricarica e mamente eterogenee. Il presente docu- scarico per le acque sotterranee, di con- È possibile definire tre fasi principali dall’esistenza di terreni a buon mercato mento illustra le caratteristiche generali trollo per le inondazioni, di ritenzione di nella storia regionale del Delta a partire nel Delta che, oltre alla vicina presenza della zona e dei suoi problemi. sedimenti e sostanze nutrienti, di stabiliz- dalla “conquista” e successive al periodo del mercato urbano di Buenos Aires, por- zazione del litorale, di protezione contro di occupazione indigena. Si rileva che i tò alla scelta da parte di molti di trasferir- l’erosione e di regolamentazione del cli- primi abitanti di detta area sarebbero si in questa zona (Figura 1). ma. Si tratta di un ecosistema complesso stati gli antenati dei popoli Guaraní a Una delle zone umide più importanti e dinamico. Il regime idrologico inoltre sud-est e Chanás a nord-ovest. L’occupa- L’intero prodotto era destinato al mer- dell’Argentina è il delta del fiume Paranà è la principale causa della struttura del- zione Creola ed europea di queste terre cato interno, in particolare al Gran Bue- (Figura 2). Si estende all’incirca per 300 la comunità e delle funzioni ecologiche. (ascrivibile a un periodo che va tra il XVIII nos Aires. Il raccolto annuale di frutta si km, coprendo una superficie di 17.000 Questo tipo di ecosistema svolge un ruo- secolo e la prima metà del XIX secolo) commercializzava attraverso il porto di km2, misurando una lunghezza di 320 km, lo cruciale in molti processi naturali, pre- segnò l’inizio della costruzione del terri- Tigre, denominato “Puerto de Frutos” con una larghezza che varia molto, dai 18 sentando in tal maniera caratteristiche e torio. Le attività prevalenti erano costi- (Porto della Frutta). Il Delta fu per molti km di fronte alla città di Baradero agli ol- attributi peculiari e riconoscibili (Caneva- tuite dall’estrazione diretta delle risorse anni l’unico fornitore di frutta dell’area tre 60 km tra i fiumi Luján (Buenos Aires) ri et al., 1999). Le funzioni principali inclu- naturali e non portarono alla creazione di metropolitana, oltre che essere meta tu- e Gutierrez (Entre Ríos). dono: controllo delle inondazioni; ricarica insediamenti di rilievo. ristica e dedita principalmente alle attivi- Caratteristiche generali Pericolosità: si riferisce alla probabilità del verificarsi di un evento fisico dannoso per la società. 2 Vulnerabilità: si riferisce alla propensione di una società o di un elemento della società ad essere sottoposto ad un danno. 1 tà ricreative. Questa fase coincise con il e scarico degli acquiferi; ritenzione di sedimenti; accumulo di sostanze nutrienti Un secondo periodo (dalla seconda e tossiche; funge inoltre da serbatoio di metà del XIX secolo all’inizio del XX se- carbonio. colo) è stato contraddistinto dall’inizio L’inizio del terzo e ultimo periodo co- del grande processo di trasformazione minciò alla metà del secolo XX, quando dell’ambiente naturale, dovuto principal- cioè i tre fattori che in precedenza ave- mente al formarsi dei primi insediamenti vano consentito lo sviluppo della zona La regione del delta del Paraná è stata permanenti e dalla coltivazione intensiva cessarono di esistere congiuntamente, un’area relativamente importante in ter- di alberi da frutto da parte di piccole uni- contrassegnando la crisi della piccola mini economici e sociali, trovandosi alle tà famigliari. Questo periodo è stato ca- produzione. Le tre condizioni si possono porte della zona metropolitana di Buenos ratterizzato dalla necessità per gli immi- così riassumere: cessazione della produ- Aires (AMBA). grati di ottenere un terreno da lavorare e zione agricola (prevalentemente costi- Colonizzazione Figura 1: seconda fase della colonizzazione: formazione dei primi insediamenti stabili. 76 periodo d’oro della regione. 77 Figura 2: delta del Paraná. Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Situazione attuale e problemi del delta del Paraná Avanzamento della frontiera urbana L’area urbana è aumentata a partire dalla metà del XX secolo ed è cambiata deputata all’espansione dell’edilizia pri- Aires) può essere definito come l’estua- la Plata. Senza dubbio la zona umida di- vata è di 500 km2 (addirittura maggiore rio. All’estremità orientale, nella bocca, minuisce all’aumentare della distanza dal di quella della città di Buenos Aires che si vi è una continua sedimentazione che fiume, stabilendo così un gradiente idro- attesta intorno ai 300 Km ). origina banchi e isole in quello che viene geologico tra i sedimenti di acqua a valle chiamato “fronte di avanzamento” (Kan- e a monte (Kandus, 2002). È quest’ulti- 2 notevolmente negli anni ‘90 (Figura 3). Figura 3: avanzamento della frontiera urbana nel delta del Paraná (immagine dal satellite LandSat). Figura 4: diffusione dei “complessi residenziali chiusi” anche di grandi dimensioni: Colony Park. Figura 5: urbanizzazione diffusa. Nell’AMBA vive il 31% della popolazione Il Delta è un caso di studio interessan- dus, 1997). Queste isole formano un Del- ma parte, anche influenzata dai crescenti nazionale in un territorio relativamente te non solo per la sua biodiversità, ma ta in fase di crescita sulla foce del Plata picchi stagionali del fiume Paraná, che at- piccolo (inferiore allo 0,15% della super- anche a causa delle diverse modalità di (Iriondo e Scott, 1979, Parker e Marcolini, tribuisce all’area le caratteristiche tipiche ficie del Paese) e che produce il 53% del appropriazione e trasformazione del ter- 1992). Uno studio dell’Instituto Nacional delle pianure alluvionali. PIL complessivo. Negli anni ‘90 è stato ritorio in funzione dei processi produttivi de Agua (INA) ha rivelato che negli ultimi promosso lo sviluppo dei Comuni della e residenziali. Lungo il Delta si possono 200 anni la superficie del Delta è aumen- Le comunità vegetali compaiono ini- prima e della seconda corona. Questo trovare diverse realtà territoriali: le aree tata fino a coprire 200 km e che, se non zialmente in banchi e coste, dove le acque sviluppo è stato caratterizzato da una urbanizzate a media densità (Figura 5), i si procederà a bonificare il Río de la Plata, cariche di sedimenti possiedono una cor- profonda riforma della proprietà, da nuo- territori naturali, i poli industriali, le azien- il fronte dello stesso raggiungerà la costa rente debole. Il processo di successione ve leggi urbane, dal calo dell’inflazione, de agricole, le aree a uso misto, i porti, le della città di Buenos Aires in 110 anni. inizia con specie pioniere come il giunco, dall’aumento degli investimenti esteri di- urbanizzazioni private e le urbanizzazioni retti (dovuti all’abbassamento degli inte- diffuse (nelle isole). L’aumentare delle ur- I problemi da risolvere sono i seguenti: all’elevazione di quota del terreno che tuita da frutta); aumento della domanda ressi internazionali), dalla costruzione di banizzazioni private sulle isole del Delta - la frammentazione amministrativa darà in futuro origine a un’isola. Il settore di legname e dei suoi derivati, ricavabili infrastrutture di trasporto (autostrade), Inferior portò conseguenze ambientali, del territorio insulare data dalla scar- più alto, l’argine, è occupato dalla fore- dalla deforestazione; impossibilità per i dal passaggio da un’economia industria- quali: sa articolazione delle competenze nella piccoli produttori di investire in questo le a un’economia di servizi, ma è stato - la modifica fisica della zona per i rin- 2 che stanno gradualmente contribuendo DELTA BAJO zona; Alloro mercato a causa della limitata capacità di anche contraddistinto da una frammen- terri, le bonifiche e/o i lavori che preve- - la mancanza di una definizione del- capitalizzazione. La risposta fu l’abban- tazione delle classi sociali strettamente devano la deviazione dei corsi d’acqua, le aree da dedicare prioritariamente alla Inga (Inga edulis) dono da parte dei piccoli produttori delle legata alla segmentazione territoriale. la costruzione di argini o l’allagamento di produzione e alla conservazione. In gene- tratti del Delta; rale, è problematico l’ampliamento degli Higueron (Ficus costaricana) loro fattorie, la vendita delle stesse e la Canelón (Myrsine laetevirens) Il mercato immobiliare ha imposto la - la mancanza di valutazione dell’im- sua supremazia su ogni tentativo di pia- patto ambientale dei progetti. La man- - l’occupazione illegale dei terreni e il Coloro che restarono diversificarono nificazione. In questo contesto, ci fu un canza di un adeguato controllo di proget- loro spopolamento, causato da problemi la produzione e le fonti di reddito (attra- netto vantaggio degli attori privati relati- ti e opere; di attuazione delle norme, oggi hanno verso il rimboschimento, il mercato di vamente al governo e alla gestione della - la violazione delle alzaie, preservate portato una parte dei produttori interes- vimini, la produzione per l’autoconsumo, città per quanto riguardava gli spazi isti- al contrario dal Codice Civile, che da esso sati ad avere delle controversie legate la dipendenza salariale data dall’impiego tuzionali. La città metropolitana e il ter- sono definite come delle fasce di 35 metri alle proprietà; sia in aziende che in uffici pubblici, ecc.). ritorio da essa influenzato furono propizi dalla riva verso l’interno e che dovrebbe- - a causa del fenomeno dei territori Va detto che questa decisione fu legata per la costruzione di più di quattrocento ro inoltre essere di pubblico e gratuito di recente formazione (alluvionali o ar- più a una strategia di sussistenza che mi- “complessi residenziali chiusi” (Figura 4), accesso. I quartieri privati non rispettano ginati), che vengono acquisiti e sfruttati rata allo sviluppo economico. caratterizzati da diversi tipi di pianifica- le disposizioni previste, in violazione al senza l’intervento del Governo, si creano zione urbana, in un raggio compreso tra diritto nazionale e al Codice Civile. ulteriori conflitti. Evoluzione geologica Espansione dei confini agricoli Alloro Avanzamento del fronte Delta Ecosistema naturale: flora Timbo Blanco (Albizia inundata) migrazione verso la città. Problematica attuale orizzonti produttivi; A causa della sua posizione adiacente no occupati dal 1991 in poi (Sonia Vidal al corridoio di sviluppo fortemente antro- Koppmann, 2002, 2005, 2006, 2008; pizzato e maggiormente consolidato del Pablo Ciccolella, 2004; Guillermo Tella, Paese, è una zona di particolare interes- 2001). La percentuale più alta si concen- Dalla parte più alta del fiume il Delta In termini generali, il delta del Pa- se, in linea con i processi di trasformazio- trò lungo i corridoi a nord e nord-ovest trasporta 160 milioni di tonnellate di se- raná, soggetto a maree d’acqua dolce, ne dell’uso del suolo. Il territorio è suddi- della regione, nelle vicinanze del traccia- dimenti all’anno che si depositano presso costituisce una zona umida influenzata viso in tre corone a partire dalla città di to dell’Accesso Nord dell’Autostrada Pa- la sua bocca. Il Bajo Delta Bonaerense dalle maree lunari e caratterizzata dagli Buenos Aires (la capitale del Paese). namericana. Secondo P. Ciccolella, l’area (appartenente alla provincia di Buenos effetti del vento in prossimità del Rio de 78 Lino (Cordia sebestena) Altezza moderata Palma Abbondano epifite e liane DELTA SUPERIOR E MEDIO Salice Aliso del rio (Tessaria integrifolia) Alberi di legno tenero Curupì (Sapium haematospermum) i 30 e i 70 km dal centro finanziario. La maggior parte di essi, circa il 75%, furo- Foresta chiamata Monte Blanco 79 Eritrina (Erythrina crista-galli) Crescita rapida Scarseggiano epifite e liane Tabella 1: specie vegetali presenti nel Delta Bajo, Superior e Medio. Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Situazione attuale e problemi del delta del Paraná Figura 6: mappa tematica relativa alle attività agricole. LEGENDA: boschi naturali piantagioni estensive piantagioni abbandonate praterie Le attività tradizionali agropastorali han- principali (Paraguay, Paraná, Uruguay e questo che ha lasciato un’eredità d’in- no inoltre contribuito alla distruzione Plata) travalicano i confini nazionali. Date quinamento, povertà e un debito ancora della vegetazione naturale lungo il baci- la sua dimensione e la varietà morfologi- maggiore. Lungo il fiume Paraná ci sono no, con il conseguente deterioramento ed ca e climatica, ha generato un patrimonio quattro centrali idroelettriche (Ilha Sol- erosione del suolo, nonché con l’elimina- di risorse idriche non ancora sfruttato in teira e Jupiá in Brasile, Itaipu tra Brasile zione o la frammentazione degli habitat tutto il suo potenziale. Se a questa realtà e Paraguay e Yaciretá tra Paraguay e Ar- delle specie di tetrapodi più rappresenta- fisica si aggiungono le risorse umane e le gentina). Le dighe idroelettriche produ- tive delle zone umide. Le foreste pluviali attività economiche che qui si sviluppa- cono impatti negativi sul territorio, che come il Monte Blanco hanno sofferto e no, ci si può fare un quadro generale del- possono essere classificati in: stanno soffrendo molto di questo proble- le dimensioni e delle potenzialità offerte - impatti di primo livello: producono ma, al punto che vedono compromesse la dal territorio di studio. Il fiume Paraná conseguenze fisiche, chimiche e geomor- propria esistenza e il proprio ruolo di cor- è il secondo fiume più importante del fologiche al fine di bloccare un fiume e ridoi di biodiversità (Bucher, 1999; Quin- Sud America e il quarto nel mondo per alterare la distribuzione e periodicità na- tana et al., 2002). Tutto ciò particolar- dimensioni, portata e biodiversità, oltre turale della sua corrente. mente per le specie subtropicali, dato che che essere fonte di vita e cultura per le molte di esse sono esclusive o facoltative comunità rivierasche. in queste foreste (Giraudo et al., 2004). - impatti di secondo livello: producono Figura 7: il Sistema Acquifero Guaraní. cambiamenti nella produttività biologica primaria dell’ecosistema, includendo ef- profondità di falda, l’acqua sorge natu- Le attività agricole e pastorali sviluppate Il fiume è alterato e danneggiato prin- fetti sulla vita vegetale fluviale e ripariale ralmente e in molti casi emerge al di so- su terreni o con tecniche non adeguate cipalmente a causa della costruzione e sull’habitat del fiume a valle, come nelle pra del livello del suolo; le temperature, zone umide. prodotto della profondità raggiunta (per sta pluviale. Nel Delta Superior vi è una adatti a diverse tipologie commerciali. e l’avanzamento della frontiera agropa- di dighe nel tratto superiore. Ci sono 41 maggiore penetrazione di elementi della Attualmente la superficie forestale occu- storale contribuiscono a intensificare dighe costruite nel suo bacino che han- - impatti di terzo livello: producono al- il gradiente geotermico) variano da 33ºC regione del Chaco, che crescono princi- pata da Salicaceae è stimata in 58.000 sempre più i problemi succitati. A questo no portato all’inondamento di quasi 1,8 terazioni nella fauna (come ad esempio i a 65°C. Nonostante il fatto che il volu- palmente sugli scogli che circondano il ha per l’intera regione, di cui 38.500 ha si sommano le pratiche di gestione delle milioni di ettari di terreno. La quantità pesci) a causa dell’effetto di un impatto di me totale di acqua immagazzinata sia sistema delle isole. Nel Delta Inferior si a Entre Rios e 19.500 ha a Buenos Aires risorse idriche (dighe di grandi dimen- e distribuzione della popolazione sono primo livello (come il blocco della migra- enorme (50.000 Km3, di cui 1 Km3 è pari sviluppa una vera e propria giungla, chia- (Borodowski, 2006). Uno dei maggio- sioni, canalizzazioni e opere di bonifica) relazionate alle condizioni naturali e alla zione) oppure di secondo livello (come la a 1 miliardo di litri), in realtà il volume mata “Monte Blanco” (Monte Bianco). ri problemi che impediscono al Delta di che incidono sulla struttura e soprattutto struttura economico-storica, ovvero si minore disponibilità di plancton). effettivamente sfruttabile, considerato La flora reintrodotta, volontariamente espandere i propri orizzonti produttivi è sul funzionamento dei sistemi delle zone sono sviluppate principalmente nella par- o meno, rappresenta un problema grave quello della proprietà della terra. I primi umide (Bó e Quintana, 1999). te orientale dell’Asse Paraguay-Paraná, per l’ecosistema deltizio, provocando lo piani insediativi permettevano a coloro spostamento della flora autoctona e la che si trasferivano lì di richiedere che fos- Come area di confluenza delle bonifi- Buenos Aires) in testa. Unendo la percen- Lungo il bacino del fiume Paraná si sono stoccate su di antiche formazioni colonizzazione degli ambienti naturali se loro consegnata una quantità di terra che del bacino del Rio de la Plata, il delta tuale di popolazione residente in Brasile estende il cosiddetto Sistema Acquifero geologiche, che si possono far risalire al (Tabella 1). sufficiente per vivere e avviare un’attività sta soffrendo l’impatto di pratiche non (67%) con quella residente in Argentina Guaraní (Figura 7) che è uno dei più gran- Triassico, Giurassico e Cretacico inferio- produttiva. sostenibili che si sviluppano a monte e (24%), si arriva a un totale del 91% della di serbatoi d’acqua sotterranea al mondo, re. Queste rocce hanno un’età compresa addirittura di quelle che lo fanno oltre i popolazione totale del Bacino. occupando un’area sotterranea di circa tra i 200 e 132 milioni di anni. Le attività agricole La regione del delta del Paranà è co- attualmente come una riserva di scorta Sistema Acquifero Guaraní o rinnovabile, è di 40-80 Km3/anno. Le avendo le sue due metropoli (Sao Paulo e confini del Paese. acque sotterranee del sistema Guaraní 1.19 milioni di Km2 (una superficie pari a Economia regionale e nazionale Mercosur Il delta del Paraná si configura come la stituita da una struttura di piccoli sta- cornice fisica più importante per la colti- bilimenti. Secondo la SAGPyA - Secre- vazione di pioppi e salici nel nostro Paese taría de Agricultura, Ganadería, Pesca (Figura 6). La larga diffusione di queste y Alimento, Ministerio de la Producción La Cuenca del Plata (Bacino del Plata) Le grandi dighe ebbero il loro mag- in Argentina di 225.000 Km2 (18,9%), in Il Delta è situato nel principale cor- coltivazioni si deve al fatto che le condi- (Segreteria dell’Agricoltura, Allevamen- è la superficie di raccolta delle acque del gior sviluppo nel corso del XX secolo. Si Paraguay di 70.000 Km (5,9%) e in Uru- ridoio commerciale del Mercosur (ac- zioni climatiche e pedologiche della zona to, Pesca e Alimentazione, Ministero per Rio de la Plata e dei suoi affluenti, ab- costruirono grandi impianti idroelettrici, guay di 45.000 Km2 (3,8%). In Argentina cordo politico ed economico tra Brasile, sono le più favorevoli per la produzione le Attività Produttive), il 92% degli sta- braccia un vasto territorio che va oltre le per la cui realizzazione si allagarono va- si trova a profondità inferiori ai 900m e Paraguay, Uruguay e Argentina). Cile, in larga scala di legname a crescita rapida bilimenti ha meno di 200 ha di terra, il frontiere nazionali e ingloba un’area dalle ste aree del territorio. Questo non avven- nella maggior parte degli altri Paesi è a Bolivia e Venezuela non sono inclusi e soprattutto di legname tenero. D’altra 6%, cioè il gruppo di produttori di medie potenzialità enormi. Si estende su un’area ne a vantaggio delle popolazioni, come si profondità variabile (tra i 50 m e i 1.500 nella costituzione originale, ma hanno parte le Salicaceae hanno una grande dimensioni, va da 200 a 1.000 ha e solo di 3.1 milioni di km2, di cui il 49% appartie- ebbe diffusamente a dire, ma allo scopo m). In generale possiede notevoli pressio- firmato gli accordi politici ed economi- adattabilità ecologica, una crescita rapi- il 2% è costituito dai grandi produttori, ne al bacino del fiume Paraná. Il territorio di fornire elettricità a buon mercato alle ni di risalita così che, una volta realizzata ci. La rotta più importante del Merco- da e producono materiali di alta qualità cioè coloro che hanno più di 1.000 ha. del bacino insiste su cinque Paesi e i fiumi grandi industrie elettro intensive, fatto una perforazione, quando si raggiunge la sur è il corridoio del Mercosur-Cile, che 80 quella di Spagna, Francia e Portogallo Il bacino del Plata Dighe idroelettriche insieme). In Brasile copre una superficie di circa 850.000 Km2 (71,4% del totale), 2 81 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Situazione attuale e problemi del delta del Paraná porta da Sao Paulo a Santiago del Cile, fondamentali per la realizzazione di un gli argini e le dighe abusivi per convertire di organismi acquatici nonché più che specie si comportano come piante infe- tra parte produce un impatto negativo passando per l’Argentina. Inoltre, l’Idro- canale navigabile (di 10 piedi di profon- la zona umida in territorio adatto alle ne- probabili problemi di salute per la popo- stanti, tanto nelle zone votate al rimbo- a causa dell’inquinamento ambientale via Paraguay-Paraná è un importante dità) per chiatte di 320m di lunghezza cessità delle tenute. lazione della regione. Anche se il letame schimento, quanto nei canali di scolo e (Figura 7). Le fabbriche producono emis- luogo per l’intercambio commerciale e 60m di larghezza, per 24 ore al gior- dei bovini è ricco di sostanze nutritive, la nelle fognature (Toscani, 1978, 1994). sioni di gas, rifiuti liquidi e solidi, oltre che e attraverso i porti del Rio de la Plata no e 365 giorni l’anno, tra Corumbà nel I bovini producono 21 volte più residui quantità di esso di cui necessita il terre- permette una connessione al commer- Mato Grosso do Sul, fino al Canal Tamen- (feci ed urine) dell’essere umano, quindi no per l’agricoltura è ben al di sotto della Cambiamento qualitativo della zona sono raccolti senza un adeguato tratta- cio internazionale con altri continenti. go in Bolivia e a Santa Fe in Argentina. un terreno con 10.000 capi di bestiame quantità dei residui prodotti. Questo ec- umida: il cambiamento del territorio, in mento degli effluenti e quindi contamina- Questo accordo regionale è importante Il dragaggio sta provocando cambiamenti produce la stessa quantità di rifiuti di cesso di nutrienti può raggiungere sia la funzione degli interessi dei nuovi attori no le risorse idriche superficiali sotterra- per l’economia argentina, perché il 49% nel corso del fiume e nella qualità delle una città di 210.000 abitanti (Belloso, falda freatica che l’acqua di superficie, economici, ignora le disposizioni in mate- nee così come la terra, condizionando la delle importazioni e il 33% delle espor- sue acque, erodendo le coste, che tra 2008). In genere, in un terreno dedicato provocando gravi danni all’ambiente na- ria di incendi, di alterazione dei corsi d’ac- qualità dei prodotti della pesca e quelli tazioni sono verso i paesi del Mercosur, l’altro devono sostenere il moto ondoso all’allevamento di bestiame non è richie- turale. Quando questo eccesso di sostan- qua e di controllo delle infestazioni. agropastorali. Alcune delle produzioni oltre che per le connessioni con gli altri provocato dalle imbarcazioni. La rimozio- sto alcun tipo di tecnologia per il tratta- ze nutrienti (azoto e fosforo) arriva alle paesi latinoamericani, visto che le impor- ne dei sedimenti e il traffico fluviale su mento dei rifiuti residui, di conseguenza acque superficiali favorisce la crescita tazioni e le esportazioni nei loro confron- vasta scala causano inoltre inquinamento non sono gestiti correttamente e finisco- delle alghe. ti rappresentano rispettivamente l’8% e dell’acqua. Naturalmente l’entità e la du- no nel suolo e nell’acqua provocandone il 25%. Il corridoio Mercosur-Cile si arti- rata dipendono dai volumi e dalle caratte- la contaminazione (Figura 8). Questo si Questo fenomeno, noto con il nome cola principalmente lungo le rotte interne ristiche del sito. traduce in un significativo danno all’am- di “eutrofizzazione”, crea due problemi: biente, che include tra l’altro la morte il primo è che le alghe producono un di ciascun paese, da Sao Paulo a Santiago del Cile, attraverso le due città argentine di Rosario e Mendoza. C.O.P.R.O.N.E. Inquinamento di aria, acqua e terra Allevamento inquinamento acustico. Spesso i rifiuti più problematiche sono le seguenti: Che cosa si semina? Il rimboschimento avviene tramite la piantumazione prin- - prodotti congelati: sostanze tossiche (detergenti); cipalmente di salici nativi e noci pecan e - concerie: cromo, acidi e solfuri; in una percentuale inferiore di frumento, - cartiere: mercaptani, acidi, resine; - cereali e fabbriche di olio vegetale: sorgo e soia. soda caustica; aumento della torbidità delle acque e Tecnica produttiva: si è attuato un di- ostruiscono il passaggio della luce sola- sconoscimento dell’ecosistema. Si applica- re, uccidendo le piante acquatiche che no le stesse tecniche che si usano nel con- offrono cibo e riparo ai pesci; in secon- tinente ed è proliferata la costruzione di do luogo, le alghe muoiono e vengono terrapieni al fine di regolare l’acqua e adattare la terra per l’attività agropastorale. - fabbriche di sapone: detersivi, acidi, soda caustica; - fabbriche di mosaici: aniline; - depositi di carburante per le barche: scarico accidentale di idrocarburi. Vi è un accordo di sviluppo locale tra Nel continente si è verificato un au- decomposte dai batteri. Questo proces- i comuni del Nord-Est dell’AMBA. Questo mento degli ettari di terreno votati alle so utilizza l’ossigeno disciolto dell’ac- accordo è costituito da 15 comuni, di cui 6 coltivazioni a soia transgenica, in ragio- qua, riducendo la quantità di ossigeno La fumigazione di prodotti agrochimi- commestibili non riguarda solo coloro che appartenenti al Consorcio de Conindelta. ne della sua alta redditività. Questo fatto disponibile per i pesci e gli altri organi- ci nei campi raggiunge i torrenti affluenti vivono nelle vicinanze, ma anche tutta la ha comportato la conversione di milioni smi acquatici. Il fenomeno infine produ- del Paraná, facendo sì che questi veleni si regione in cui vengono commercializzati. di ettari di terreno precedentemente de- ce la mortalità degli stessi, la riduzione mescolino con l’acqua dei fiume. Va inol- Attività portuale Questa contaminazione di prodotti dicati al pascolo, rendendo il Delta una della biodiversità e in casi estremi pos- tre detto che gli agrochimici sono danno- L’attività portuale è molto importan- zona ambita per l’allevamento e l’ingras- sono apparire le così dette “zone mor- si per l’uomo. te nel fiume Paraná e in particolare nel samento del bestiame. L’INTA (2008) os- te”, come quelle che oggi troviamo nel Delta. Oltre il 51% dei porti argentini si serva che nel corso degli ultimi tre anni, i Riachuelo della città di Buenos Aires. trovano sul Paraná e il 34% dei porti del capi di bestiame sarebbero aumentati da Paraná si trovano sul Delta. I prodotti tra- 60.000 a 1.000.000, ben al di sopra della Rimboschimento sportati attraverso questi porti sono prin- quota raccomandabile per la superficie cipalmente costituiti da soia, altri cereali interessata dal fenomeno. to di grano e i porti del Delta l’8%. Idrovia Paraná - Paraguay Il terreno destinato all’imboschimento, all’allevamento e alla coltivazione Industrie della soia ha bisogno di essere privo di Lungo il delta del Paraná ci sono di- piante infestanti e roditori. Per rimuovere Inquinamento con “atrazina” e “gli- verse zone industriali che sono situate gli elementi superflui si bruciano i terreni fosato” strategicamente vicino ai porti princi- (Figura 7), pratica questa ricorrente nel pali e lungo l’asse del Mercosur. Tutti i corso della storia. In meno di dieci anni il I siti utilizzati per il rimboschimento comuni del Delta hanno stabilimenti in- valore della terra nelle isole è aumentato e semi oleosi, agrumi e carburante. I porti del Paraná gestiscono il 70% del traspor- Incendi Nel dicembre 2004, per esempio, è stata approvata la Ley de Arrendamien- con Salicaceae nel delta del Paranà sono dustriali, ma i più importanti si trovano di 20 volte e il numero di capi di bestiame tos (legge sulle locazioni) di Entre Rios e a caratterizzati dalla presenza di comunità a San Nicolás, Ramallo, Zárate e Cam- allevati è di oltre il 400%. Tradizional- partire dall’agosto 2007 circa 109 aggiu- vegetali ad elevata diversità, composte pana. L’attività industriale da un lato è mente gli allevatori bruciano i pascoli in dicatari avevano già preso in affitto ap- prevalentemente da specie subtropicali una risorsa importante per le comunità modo da far germogliare più rapidamen- della steppa pampeana e da alcune pian- locali e nazionali generando posti di la- te il foraggio per il bestiame. Il conflitto te esotiche naturalizzate (Burkart, 1957). voro, creando benefici per le città dovuti innescato dalla combustione dei pascoli A causa della loro densità e della loro agli investimenti realizzati e aumentan- nelle isole del delta del Paranà nel corso capacità colonizzatrice, molte di queste do il benessere degli abitanti, ma d’al- del 2008 ha posto la questione al centro Sono previste opere di dragaggio, prossimativamente 128.350 ha di terreno nel breve periodo verranno realizzati pubblico nel Dipartimento di Victoria. Il passaggi sui fondali rocciosi e sistemi 99% di questa superficie è utilizzato per di segnalazione in 23 tratti considerati l’allevamento. Inoltre si sono moltiplicati 82 Figura 8: alcune delle fonti maggiori di inquinamento presenti nel contesto territoriale. 83 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Situazione attuale e problemi del delta del Paraná Superficie aree incendiate Superficie nella Provincia di Buenos Aires: Superficie nella Provincia di Entre Rios: Totale superficie incendiata: 33.974 ha 172.981 ha 206.955 ha ratorie. Si possono anche mettere in pe- blico e non vi è un controllo adeguato sul ricolo la fauna selvatica e le specie vege- trattamento delle acque reflue. Vengono tali autoctone, alterando la biodiversità inoltre effettuati l’estrazione e l’inseri- del Delta. Più di 700 specie di flora sono mento di sabbia per simulare le spiagge. state sferzate dagli incendi e delle 580 specie di vertebrati che abitano la zona Luogo Attività Continente Conclusioni delle isole 37 sono attualmente a qualche livello di minaccia a livello globale o na- Nel suo dinamismo naturale il ter- zionale per il fatto di trovarsi in pericolo ritorio del Delta incontra cambiamenti di estinzione. La combustione produce sia del flusso che della portata di acqua, inoltre anidride carbonica, che aggrava così come la diminuzione o l’aumento dei l’effetto serra. suoi detriti. A questo si deve aggiunge- Corsi d’acqua - Canottaggio - Pesca - Giri in barca - Sci acquatico - Wakeboard - Motonautica - Kayak - Spiaggia e bagni Isole - Passeggiate - Birdwatching - Safari fotografici - Aree Pic-nic - Gastronomia - Svago - Campeggio - Spiaggia e bagni re l’influenza diretta di opere realizzate Turismo dall’uomo, con speculazioni di vario tipo. Queste ultime possono aumentare i ri- 20 0 Figura 9: mappa delle aree soggette a incendio nel 2008. 20 - Percorsi: nel centro, nella costa del fiume Tigre, nel Paseo Victorica, lungo il circuito del sentiero Real e quello del Puerto de Frutos - Apparati museali - Parco di La Costa - Casinò - Treno di La Costa - Club di canottaggio - Piste ciclabili - Aree Pic-nic - Gastronomia Le attività turistiche possono essere schi ecologici che non sono stati valutati, classificate come indicato nella Tabella quali quelli che hanno cambiato il destino 2. Va osservato che alcune di esse sono del Bajo Delta (massicciamente orienta- realizzate o sono condivise da più di un to al turismo) e che minacciano altre re- settore di impiego. L’attività turistica gioni deltizie. La politica pubblica, intesa crea degli impatti per l’ambiente. La ve- come insieme delle azioni dello Stato per locità di movimento delle navi irrompe, promuovere e sviluppare il Delta Bona- causando condizioni di pericolo per gli erense, è quella di lasciar fare oppure sportivi (Figura 10) che praticano il ca- l’omissione (Tamayo Sáez, 1997). Questa sull’acqua per l’inquinamento degli strati nottaggio, aumentando tra l’altro il fe- inefficienza o mancanza di controllo ha sotterranei e superficiali, dovuto a scari- nomeno dell’erosione costiera. Il rumore anche favorito lo sviluppo di speculazioni chi di acque nere e grigie e di rifiuti solidi. dei motori e le trombe delle imbarcazioni, irregolari tanto per i terreni fiscali quan- Ci sono anche degli effetti negativi sulla dell’attenzione politica e mediatica. Nel oltre alla pulizia delle sentine che vengo- to per quelli privati. Esse infatti non os- vegetazione a causa dei detriti deriva- mese di aprile 2008 (Figura 9), quando il no scaricate in fiumi e torrenti, generano servano alcun inquadramento all’interno ti dalle opere edili, dell’introduzione di fumo proveniente dalla combustione del- inquinamento acustico e idrico. Le ban- della normativa vigente. Ci sono esempi specie esotiche a fini paesaggistici, del- le praterie del Delta coprì Buenos Aires, chine si deteriorano a causa delle onde. Il di situazioni che creano i presupposti per la rimozione della fauna associata alla sì è cominciato a vedere questa pratica servizio delle barche collettive è scaden- il proliferare di queste pratiche e metto- vegetazione naturale e delle migrazioni come un problema strutturale. Una vol- te, le stesse sono in cattive condizioni e i no le condizioni per la creazione di un dovute al rumore. Si produce inoltre un ta innescato il processo di occupazione rifiuti solidi prodotti dall’attività vengono “mercato informale di terreni”. aumento dell’eterogeneità del paesaggio delle isole, gli incendi si propagarono con gettati in fiumi e torrenti oppure vengo- una frequenza e in una scala senza pre- no interrati o bruciati. 40 Km cedenti. Il fuoco diventò un problema di Tabella 2: descrizione delle principali attività turistiche. alterando il suo stato naturale. L’aumento del mercato immobiliare sulle aree naturalmente basse e inonda- Il progetto fornirà informazioni sullo sicurezza sulle strade, di sanità pubblica Il mancato rispetto delle aree previste bili, attraverso riempimenti e terrapieni, stato dell’ambiente, sui principali fattori in città e provocò gravi danni ambientali dalle carte nautiche per la navigazione che impediscono il normale sviluppo del- di cambiamento, sugli impatti, le rispo- nelle zone umide. porta all’attraversamento delle zone indi- le zone umide, provoca un impatto diret- ste e le prospettive future. Il risultato di viduate per le altre attività quali la prati- to e negativo sul terreno, per la mancan- sintesi finale sarà una mappa del rischio Che effetti crea il fuoco? Le ceneri ca del canottaggio e facilitano il rischio za di assorbimento di acqua e la perdita ambientale, nella quale si differenziano le si depositano nelle città e nelle strade, di incidenti. È inoltre presente una scarsa di sostanze nutrienti, contribuendo alla zone per livello di rischio legato a una o compromettendo l’ambiente e gli abitan- presenza di infrastrutture di servizio atte compromissione idrodinamica dell’eco- più minacce. Permetterà di generare uno ti. Sono difficili da controllare e possono a gestire l’aumento della domanda turi- sistema e interferendo con uno dei suoi strumento di analisi per la formulazione estendersi ad aree di grandi dimensioni. Il stica in alta stagione. I servizi igienico-sa- servizi principali, cioè la regolazione di politiche e progetti urbanistici ambien- fumo è nocivo e dannoso per le vie respi- nitari non sono previsti dal settore pub- idrica. Inoltre produce impatti negativi talmente sostenibili. 84 85 Figura 10: attività turistico-sportive praticate nel Delta. Quaderni Ca’ Vendramin Il progetto IMOLA: un tentativo di piano di gestione integrata della Laguna di Tam GiangCau Hai _ATTI DEL CONVEGNO IL PROGETTO IMOLA: UN TENTATIVO DI PIANO DI GESTIONE INTEGRATA DELLA LAGUNA DI TAM GIANG-CAU HAI MASSIMO SARTI Capo Consulente Tecnico per il Progetto IMOLA Numero 1 - 2010 Il progetto “Gestione integrata delle al momento del concepimento e della for- Secondo i dati esistenti e i feedback da attività lagunari nella Laguna Tam Giang mulazione del progetto (fattibilità, valu- parte di pescatori, associazioni legate al Cau Hai (IMOLA)“ è iniziato nel mese di tazione preliminare, predisposizione del mondo della pesca, leader delle comunità agosto 2005 e vedrà completata la sua budget, formalità governative, ecc.) e in e informazioni locali, le principali ragioni prima fase nel dicembre 2008. La sua lo- seguito realizzata durante la fase iniziale nella necessità di gestire la laguna sono gica si basa sulla crescente pressione cui di attuazione del progetto (2005-2007), dovute al continuo degrado dell’ecologia le risorse acquatiche della laguna sono includendo le analisi istituzionali, la va- e dell’ambiente della stessa e ad una si- soggette e sul conseguente degrado am- lutazione del quadro normativo, l’analisi gnificativa riduzione nella quantità e di- bientale. Insieme ai tifoni, alle inondazio- degli stakeholder, sondaggi sulle necessi- versità delle scorte. Sulla base di queste ni e alle siccità, che spesso colpiscono la tà a livello di formazione e la valutazio- premesse, il progetto IMOLA ha concepito Provincia di Thua Thien Hue e la laguna ne dei datasets da acquisire. Durante il la sua strategia di attuazione prevedendo di Tam Giang-Cau Hai, questo ha creato pre-progetto di pianificazione, sono stati due obiettivi simultanei e complementari, una situazione di crescente vulnerabilità ideati e inclusi in bilancio i sondaggi e, quello di una valutazione dello stato delle per la popolazione con effetti a cascata in attraverso appositi contratti con i part- risorse naturali e del risanamento am- termini di degrado ambientale, disgrega- ner individuati, condotti fino alla messa bientale e quello della razionalizzazione zione sociale e povertà. a punto di una banca dati completa della del settore della pesca, attraverso lo svi- laguna, su sistema GIS, che costituisce la luppo di un’organizzazione professionale L’obiettivo immediato del progetto è piattaforma informativa su cui è costrui- dei pescatori e degli operatori dell’acqua- quello di “sviluppare e implementare un to l’ILMP (Integrated Land Management piano integrato di gestione della laguna, Plan). La definizione dell’ecosistema (uno costruito attraverso il consenso dei por- sfondo concettuale per la gestione degli tatori d’interesse, che bilanci l’uso soste- ecosistemi) è il risultato della fase di in- nibile delle risorse lagunari con i mezzi dagine. Figura 1: vista grafica da DEM della Provincia Thua Thien Hue e della laguna Tam GiangCau Hai. La gestione degli ecosistemi è intesa come “un processo che integra i fattori ecologici, socioeconomici e istituzionali in un’analisi completa e in azioni, al fine di sostenere e migliorare la qualità dell’ecosistema per soddisfare le esigenze attuali e future”. L’obiettivo principale della gestione degli ecosistemi è l’utilizzo sostenibile, efficiente ed equo delle risorse naturali. La gestione degli ecosistemi riconosce che l’interconnessione dei sistemi ecologici, socio-culturali, economici ed istituzionali sia fondamentale per la nostra comprensione dei fattori che influenzano gli obiettivi ambientali e i loro esiti. Si tratta di un approccio olistico, multidisciplinare ed integrato, che richiede un cambiamento sostanziale nel modo in cui percepiamo e approcciamo la gestione di entrambi i nostri ambienti, siano essi naturali o modificati (Commission for Ecosystem Management dell’IUCN; IUCN-CEM). - l’ecozona del delta del fiume Huong, di sviluppo di capacità costruttiva e mi- nella quale le acque fluviali e marine si glioramento tecnologico strumentale per mescolano, valorizzata dalla complessità la pianificazione. della morfologia deltizia; - l’ecozona Sam Chuon, isolata da en- di sussistenza e le esigenze dei fruitori 1 coltura, collegata a un solido programma Figura 2: veduta aerea del canale Thuy Tu, la laguna a sud. Il nucleo della strategia di attuazione trambi gli afflussi fluviale e marino, con del progetto IMOLA: la costruzione una circolazione che va da limitata a for- della co-gestione delle risorse”. In termini moderni e più Una caratteristica del Tam Giang-Cau esattamente perché il Tam Giang-Cau Hai è la sua geomorfologia a comparti- Hai è una vasta zona umida naturale (la menti, che si esplicita nella sua fluttuante più grande nel sud-est asiatico), un ap- e complessa idrologia, la quale dipende - l’ecozona dell’alto Thuy Tu, caratte- Il concetto di co-gestione è oggi am- proccio di “gestione dell’ecosistema”1 è dal bilanciamento di masse d’acqua e rizzata da flussi di ritorno che dipendono piamente accettato per la pesca su picco- contemplato in questa formulazione che portata dei fiumi (Figura 1). Conseguenze dalla stagionalità e a volte dai bacini delle la scala nei paesi in via di sviluppo in tut- armonizza l’imperativo del paesaggio na- di ciò sono la circolazione ostruita delle acque stagnanti; to il mondo, ma le modalità in cui viene turale e della conservazione delle risorse masse d’acqua e la complessità dell’am- - l’ecozona del basso Thuy Tu (Figu- esercitato e in cui si realizza il deferimen- con le necessità di sviluppo economico e biente. È stata quindi redatta la seguente ra 2), in qualche modo influenzata dalle to del potere a livello locale seguono una la sicurezza alimentare per le comunità suddivisione in base alle caratteristiche masse d’acqua del Cau Hai che scorrono diversità di modelli oltre ad essere tutta- umane. Per raggiungere questo obiettivo ecologiche: a monte; via fonti di preoccupazione. La resistenza temente inibita; immediato, sono stati definiti sei output e - l’ecozona di O’Lau (nella fascia su- - l’ecozona del Cau Hai, divisa in due è comprensibilmente più elevata in quelle sono state programmate le attività per il periore del Tam Giang), prossima (vicina parti: una a bassa energia, dominata situazioni in cui le comunità non mostra- loro raggiungimento. alla foce del fiume) o distale (lontana dal- dall’azione fluviale, e una a maggiore no gradi sufficienti di organizzazioni per la foce), rispettivamente caratterizzata energia, con una decisa predominanza il dialogo. Il Progetto IMOLA si trova in Il progetto è stato strutturato in tre fasi: dall’acqua dolce fluviale proveniente dal marina. Una circolazione oraria ed inter- questo scenario, con la consapevolezza una fase di sondaggio pre-pianificazione; fiume O‘Lao o dalle acque salmastre di mittente è guidata contemporaneamente di dover colmare in primo luogo questa una fase di pianificazione, che consiste transizione; dalle acque fluviali che scorrono verso lacuna organizzativa, di dover costruire nell’elaborazione del piano di gestione; - l’ecozona del Basso Tam Giang, ca- l’esterno e delle maree in entrata. Vi è una una partnership di co-gestione e quindi di una fase di realizzazione, durante la qua- ratterizzata da una predominanza fluvia- chiara necessità di gestione della laguna sviluppare un processo di gestione delle le il piano di gestione è diretto secondo le, con una maggiore influenza marina e un bisogno latente legato alla gestio- risorse e di pianificazione territoriale dal quanto stabilito nelle precedenti fasi. La stagionale e una circolazione limitata, ne delle attività di pesca costiera e ma- basso: in quest’ambito si sono concentra- fase di pre-pianificazione è stata avviata ostacolata da passaggi ristretti; rina nella Provincia del Thua Thien Hue. ti la maggior parte degli investimenti. 86 87 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Il progetto IMOLA: un tentativo di piano di gestione integrata della Laguna di Tam GiangCau Hai LEGENDA: grass ground (Vinh Hien) spawning zone (Loc Binh) commune border buffer: 75-100 m coastal buffer: 200-500750 m navigation route PFA FAD fish cage stake trap stake trap zone aquaculture pond grass ground core (Vinh Hien) Figura 3: mappa delle attività di acquacoltura e pesca. 0.5 1 2 Km ai fini di convalida e integrazione all’ILMP rio la conseguenza certa sarebbe la per- (International Leadership and Manage- dita di mezzi di sussistenza e la disgre- ment Program), per essere attuato nel gazione sociale, insieme con l’ulteriore quinquennio successivo 2010-2015, rivol- degrado ambientale. to in prospettiva al 2020. L’inversione delle tendenze negative Nelle sezioni seguenti saranno rie- degli ultimi decenni è realizzabile attra- saminate le questioni politiche, indicati verso l’implementazione di un piano di i problemi e valutati i rischi in termini di gestione integrata che dovrebbe com- gravità e di probabilità che si generi una prendere in via prioritaria: situazione di emergenza, comprendendo - l’adozione di misure per mitigare gli inoltre una scheda temporale per ogni effetti dell’acquacoltura intensiva (so- emergenza che si potrebbe manifestare. prattutto per i gamberi). Sarà fornita a breve una serie di racco- - la promozione di un “acquacoltura si- mandazioni per guidare i responsabili cura” attraverso la razionalizzazione del- nella definizione delle priorità e nell’intro- le pratiche di coltura, utilizzando tra le al- duzione, ove opportuno, di piani di ade- cato ed aumentarne il profitto; 5. ottimiz- nel caso delle epidemie per i gamberi tre le BMP (Better Management Practice) guamento. zare la produzione di merci acquatiche, in d’acquacoltura), ad azioni di progettazio- e le GAP (Good Agricultural Practice); zioni di emergenza si palesavano (come 0 nella consapevolezza che in caso contra- ne estensiva, per costruire una base concettuale al fine della gestione integrata, - la regolazione e l’adattamento delle attività di pesca; Figura 4: le coste del Thuy Tu sono siti di acquacoltura intensiva (gamberi). relazione alla domanda di mercato e alla La mitigazione degli effetti produttività dell’ecosistema. dell’acquacoltura intensiva con la prospettiva di implementazione del - lo sviluppo di una comunità di pe- Sono stati prodotti degli output per piano, almeno a livello di sperimentazio- scatori artigianali della laguna economi- Dal 1986 (periodo nel quale ci furono gamberetti a terra. La superficie totale trollato di reflui, si raccomanda quanto fornire le informazioni ai pescatori e agli ne, nei successivi due anni della fase II del camente e responsabilmente vincente, le prime iniziative legate all’acquacoltura degli stagni di gamberetti nella laguna segue: allevatori che si dedicano all’acquacol- progetto IMOLA. In armonia con il man- attraverso la sensibilizzazione e la costru- nel Tam Giang-Cau Hai) la produzione è di Tam Giang-Cau Hai (Figura 4) dovreb- tura, al fine di aumentare la loro consa- dato della FAO, il progetto ha mantenuto zione di una partnership di co-gestione; costantemente aumentata fino alle quasi be essere ridotta del 20% entro il 2010, pevolezza e capacità di intervenire nella il suo orientamento verso i più poveri, in - la razionalizzazione e l’adeguamento 7.000 tonnellate del 2005, un valore di quantità corrispondente alla metà del - sperimentazione a basso costo, com- formulazione delle decisioni, ma anche di quanto più svantaggiati nel sopportare il delle politiche provinciali, il quadro istitu- circa un ordine di grandezza superiore contributo calcolato per soddisfare le ca- patibile con l’ambiente, oltre a un sistema dotarli delle necessarie conoscenze tec- fardello più pesante derivante da riforme zionale e normativo per la gestione della a quello che era inizialmente. Di conse- pacità di carico di corrente. di trattamento fisico, chimico e biologico; niche e questioni ambientali per invertire e cambiamenti, senza mai perdere di vista pesca; guenza, la qualità delle acque si è sem- le tendenze negative degli ultimi decenni. l’imperativo del miglioramento dell’am- - la bonifica e la riqualificazione am- pre più deteriorata, soprattutto a partire Riqualificare paesaggisticamente e Per massimizzare l’impatto, sono stati biente e della semplificazione normativa. bientale, oltre alla promozione della con- dagli effluenti non trattati, mentre gravi rinaturalizzare il territorio bonificato. servazione della biodiversità; danni per l’ambiente sono stati prodotti Il processo di ri-naturalizzazione delle su- considerati la maggior parte dei bacini Ridurre la superficie degli stagni di - controllo dei reflui e trattamento degli effluenti prima dell’emissione in laguna; - regimazione dei canali e sistema di bacini ad “alta marea”, per prevenire le contaminazioni non rilevabili. della laguna (Figura 3), ovvero degli eco- Il Piano di Gestione Integrata della - la costruzione di competenze e lo dal bacino che invade la poco profonda perfici di bacino degradate e convertite Promuovere e incentivare un’acqua- sistemi (Cau Hai, Thuy Tu, Tam Giang) e Laguna: questioni chiave politiche sviluppo di strumenti tecnologici per la zona costiera subtidale. L’inquinamento dovrebbe prevedere le seguenti quattro coltura alternativa (compresa la coltura pianificazione territoriale. delle acque e la pesca eccessiva hanno fasi di attuazione: dei bivalvi). Si consigliano le seguenti op- sono state incluse, tra i siti considerati, determinato un costante calo nella ren- - ripristino della “bassa marea”, ram- una gamma di situazioni sociali, da quelle Il progetto IMOLA ha individuato sei più svantaggiate alle più benestanti. Tutti principali questioni politiche come ele- I temi politici legati alla sostenibilità dita in vaste zone della laguna di Tam i cinque i distretti sono stati toccati dal menti di importanza nel guidare l’econo- ambientale sono stati esaminati durante Giang-Cau Hai. Sono stati proposti i se- progetto IMOLA e tre di loro sono stati mia provinciale e, più specificamente, la la fase di pre-pianificazione e le misure guenti interventi al fine di: selezionati per specifici interventi (in to- componente che dipende fortemente dal- consigliate sono presentate di seguito. 1. ridurre l’acquacoltura di gamberet- - ricostruzione di una terrazza suprati- tale 22 comuni pari al 75% della superfi- la comunità di pescatori della laguna di Queste sono le proposte che dovranno ti per portarla in linea con la capacità dale per la protezione degli stagni di ba- cie dell’acqua e al 63% della popolazione Tam Giang-Cau Hai. Senza mai distogliere essere convalidate per procedere alla di carico lagunare; 2. mitigare l’impatto cino ad alta marea, la prevenzione dell’in- lagunare). l’attenzione dalle complessità di un am- fase attuativa nell’imminente biennio degli effluenti per l’ambiente acquatico; quinamento e la fornitura di servizi; biente in via di estinzione, la sussistenza della Fase II del progetto IMOLA, nella 3. diversificare la produzione e le oppor- - migliorare l’idraulica di bacino e il I tipi di intervento andavano dai rimedi dei pescatori artigianali deve affidarsi prospettiva di più consistenti investimen- tunità di sostentamento; 4. migliorare la mantenimento del sistema di bacino di di “pronto soccorso”, dovunque le situa- all’uso sostenibile delle risorse naturali, ti. Il biennio 2009-2010 è stato proposto qualità del prodotto, il suo valore di mer- “alta marea”. Per evitare il rilascio incon- 88 pa superficiale-subtidale; zioni di sostentamento: - sperimentare e promuovere l’alleva- - ampliamento dei fregolatoi a partire dalle aree di bacino rinaturalizzate; mento di pesce e specie acquatiche alternative (sulla base di esigenze biologiche e di habitat, nonché della domanda di mercato); - promuovere l’adozione di BMP e GAP, in linea con il codice di condotta previsto 89 dal protocollo per la “zona di protezione per l’acquacoltura”; - sperimentare e promuovere l’alleva- Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Il progetto IMOLA: un tentativo di piano di gestione integrata della Laguna di Tam GiangCau Hai mento, in habitat adeguati, di specie a to internazionale. basso impatto e costo, come i molluschi bivalvi filtratori e detritivori. oltre a restrizioni interne quali i sistemi di licenze e meccanismi cooperativi di ge- Adeguamento e modifica delle attività Figura 5: lavorieri per la pesca a Sam Chuon. vernare e far rispettare la gestione e di combattere le attività distruttive; - il coordinamento e la creazione di stione. una rete tra provincia, distretto, comune di pesca Valutare le possibilità di sviluppo della e associazioni di pescatori; Zone esclusive. La zonizzazione in maricoltura. Lo sviluppo della maricol- La pesca da cattura è un’occupazione base al tipo di attività (ad esempio zone - la necessità di avere mezzi di sosten- tura è spesso visto come un’importante tradizionale per le comunità della laguna dedicate alla pesca con attrezzi fissi, zone tamento alternativi per coloro che risen- strategia per contribuire alla riduzione di Hue, dove può essere definita come dedicate alla pesca con attrezzi mobili, ai tono dell’impatto della pesca. della povertà delle comunità rurali costie- una tipologia di pesca artigianale e di corsi d’acqua, ecc.) e la sensibilità eco- re. Nel Thua Thien Hue, tale pratica può sussistenza su piccola scala: si tratta di logica sono i criteri che sono stati messi contribuire ad alleviare la pressione sulle una pesca multispecie e “multi-attrezza- avanti dalle autorità provinciali e seguiti acque interne del litorale attraverso: Le incertezze permangono per i seguenti problemi: ta”, praticata nella laguna ma anche nei dal progetto in quello che è stato il primo - come migliorare un meccanismo di - realizzazione di progetti pilota speri- fiumi e, per alcuni comuni del litorale di esercizio di applicazione delle politiche gestione dei conflitti in grado di affronta- mentali per l’allevamento di una gamma fronte all’oceano, sulla riva. Le trappole intraprese dalla nascente Associazione di di prodotti marini tra cui cernie, alghe, (stake traps) sono uno degli attrezzi più pesca. La zonizzazione comunale è parte aragoste, orecchie di mare, oloturie, ecc.; popolari, efficaci e ampiamente distribu- di questo esercizio come contributo alla - come trattare con i pescatori itine- - fornitura di una formazione specifica ite in una gamma di 35 diversi tipi (sia progettazione partecipata e alla zonizza- ranti che provengono da altre aree della sulle tecniche di maricoltura, sulla pre- fisse che mobili) utilizzate dai pescatori zione lagunare. I confini delle associazioni laguna e se e come limitare il loro acces- venzione delle malattie, ecc.; per la cattura nelle acque interne: la loro di pescatori sono stati delimitati in primo so alla zona. caratteristica di non-selettività e le loro luogo per definire le aree di competenza. grandi dimensioni le rendono lo strumen- La partecipazione all’elaborazione del L’obiettivo immediato per il potenzia- to di maggior impatto nei tratti di mare regolamento di gestione, per controllare mento dell’Associazione della pesca è La catena commerciale, lo sviluppo chiuso (Figura 7). Pertanto, e al di là della l’uso di ogni zona, è stato complementare quello di regolare la riduzione degli sforzi dell’industria e il branding. L’adozione di necessità di gestire la capacità di pesca in all’esercizio zonizzazione. in termini di spazio e tempo e di mini- misure di razionalizzazione del settore, senso largo, le misure prioritarie per ar- industrializzare la produzione e svilup- restare e possibilmente invertire la ten- Le stagioni di chiusura. Le stagioni di pare la catena commerciale sono attività denza del degrado ambientale e la pesca chiusura sono basate sulla stessa logica pesca, unitamente al rilascio delle licenze pre più la partecipazione della risorsa effetti della conservazione a lungo termi- che dovrebbero procedere attraverso: eccessiva devono concentrarsi sull’eco- ma includono una dimensione temporale. per la pesca. costituita dagli utenti come elemento ne- ne e del recupero delle scorte, attraverso sistema lagunare nel suo complesso, in Si tratta di un’opzione attuabile a condi- cessario per il sistema di gestione della la limitazione dell’accesso, in base ai dati particolare: zione che siano noti sia i posizionamenti La riduzione della pesca IUU (Illegal, pesca. Per limitare l’accesso, l’approccio e alle informazioni disponibili e in corso - riducendo l’utilizzo di attrezzi fissi; degli habitat critici che i periodi di ripro- Unreported and Unregulated). La ridu- prescelto prevede il rilascio di licenze di di elaborazione. tario per gli animali acquatici, per tutto - attraverso l’eliminazione dell’acqua- duzione, allevamento e accrescimento zione della pesca IUU, ed in particolare uso territoriali per i partner della coope- quanto concerne il controllo delle malat- coltura a “bassa marea”, in almeno tutti i nonché quelli della migrazione degli alle- delle pratiche di pesca distruttive, non è razione, per esempio l’Associazione di pe- Le Associazioni di pescatori dovreb- tie e la prevenzione; fregolatoi già conosciuti e/o potenziali. vatori. Allo stato attuale, le informazioni solo un’opzione di gestione ma, sia nella scatori, e il processo è iniziato nonostan- bero essere impegnata concentrandosi e i dati sono ancora scarsi per definire laguna che nelle zone di pesca costiera, te il fatto che la delega delle competenze prioritariamente su: - investimenti a sostegno dei settori secondari. - il miglioramento della sicurezza dei prodotti acquatici e il controllo di qualità; - l’applicazione di un protocollo sani- - l’applicazione di un protocollo relati- Figura 6: allevamento di ostriche a Cau Hai. re i conflitti stessi; - come controllare l’accesso; mizzare gli impatti negativi sui mezzi di sussistenza, oltre che di massimizzare gli vo alle “zone di sicurezza per l’acquacol- Rispecchiando la situazione della pe- quando e come temporanee chiusure una misura prioritaria per arrestare un sia ancora motivo di preoccupazione. Le tura” per le piccole aziende agricole, BMP sca lagunare e marina nella provincia di gioverebbero all’immagazzinaggio delle ulteriore depauperamento delle risorse. Associazioni di pescatori sono funzionan- e GAP; - il miglioramento dell’ambiente lagunare; - la diminuzione della mortalità dei Thua Thien Hue oltre alle esigenze di ge- scorte e al loro recupero. Tuttavia il con- - il miglioramento della tecnologia del stione, vengono presentate alcune delle cetto di restrizioni temporali è in atto e Co-gestione della pesca attraverso le sviluppo, sono state attivamente coinvol- processo post-raccolta e le strategie di opzioni di gestione possibili (per quanto misure sono attualmente in corso. Le re- Associazioni della pesca te in percorsi di pianificazione parteci- - la progressiva eliminazione/ripianifi- distribuzione; attiene alla pesca e in linea con la FAO, strizioni in entrata. L’approccio scelto per pata. I problemi in via di soluzione sono cazione dell’acquacoltura di bassa marea, i seguenti: attraverso convenzioni a livello politico, ti e, anche se in una fase preliminare di - il branding dei prodotti acquatici (la 2001). Noto che il sistema di “quota indi- limitare le immissioni a livello nazionale Come onere finanziario di monitorag- produzione di prodotti di maggiore valo- viduale” (IQ) è difficilmente attuabile sia e, di conseguenza, a livello provinciale gio, dato che le azioni di sorveglianza e re offre l’opportunità di adottare un mar- per la laguna che per la pesca marittima, è quello della cooperazione attraverso controllo richieste per attuare le misure chio di mercato efficace e distintivo per vengono discusse soltanto la creazione di l’utilizzo degli organi di co-gestione che di gestione attraverso una forma di con- la Provincia); restrizioni come le “zone di pesca esclusi- sono, nel caso specifico della comunità di trollo dall’alto sarebbero troppo elevate, va” e le “stagioni di chiusura della pesca”, Tam Giang-Cau Hai, le Associazioni della le autorità provinciali considerano sem- - lo sviluppo di opportunità sul merca- 90 - la stesura di linee guida su come il pesci; considerando che questo tipo di sfruttamento è economicamente dispendioso e distretto assegnerà i diritti di pesca; - la pianificazione per le zone di com- occupa potenziali aree di riproduzione e di accrescimento; petenza da assegnare; - la capacità a livello comunale di go- 91 - la riduzione drastica di trappole fisse Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Il progetto IMOLA: un tentativo di piano di gestione integrata della Laguna di Tam GiangCau Hai e pesca con reti (Figura 5) per lo stesso biotopi naturali (ad esempio la foresta di L’inserimento di queste misure insie- motivo e a causa della loro non selettività mangrovie endemica), l’impoverimento me con le specifiche tecniche contenu- e dell’impatto negativo sulla migrazione della fauna aviaria (così comune nella te in una “Legge per la Fauna Selvatica dei pesci; trezzi per la pesca autorizzati e definire la lista di quelli distruttivi vietati; - delegare il potere alle Associazioni maggior parte delle zone umide del mon- Naturale e la Conservazione Ambientale” di pescatori per far rispettare l’MSC nelle - l’attivazione di auto-gestioni/co- do), insieme con una perdita complessiva (Natural Wildlife and Environmental Con- aree di loro competenza; gestioni, basate sul diritto, efficaci e in nella cattura di pesci a causa della pesca servation Act) contribuirà a: grado di essere utili alla lotta contro la eccessiva. Il risultato è una perdita netta - promuovere lo sviluppo sostenibile supporto finanziario dei partner di co- pesca IUU. di patrimonio pubblico a vantaggio di una delle risorse naturali e fisiche e il man- gestione istituzionalizzati (ad esempio le cattiva gestione privata che, se calcolata tenimento dei processi ecologici e della associazioni di pescatori). al tasso degli attuali economici, può ri- diversità genetica; Conservazione ambientale sultare in un totale di qualche milione di Come conseguenza delle attività di dollari. pesca, dell’agricoltura e della costruzione - prevedere strumenti giuridici per il - prevedere l’uso e lo sviluppo equo, L’obiettivo del progetto ILMP è quello ordinato e sostenibile di aria, terra e ac- di sviluppare e promuovere alternative qua; politiche concrete a sostegno della pe- di infrastrutture, le seguenti modifiche Una fauna selvatica naturale e una - incoraggiare la partecipazione pub- sca sostenibile, mezzi di sussistenza ru- ambientali hanno progressivamente in- politica di conservazione ambientale do- blica nella gestione delle risorse e nella rali, insieme a misure di conservazione teressato il Tam Giang-Cau Hai e le zone vrebbero prevedere i seguenti interventi pianificazione; umide circostanti, nelle quali nel medio volti a ripristinare le tendenze e ad inne- - facilitare lo sviluppo economico in termine potrebbero aumentare gli effet- scare un ciclo di feedback positivi, che conformità con gli obiettivi di cui ai punti ti negativi, se non venisse applicata una in ultima analisi ripagheranno in termini precedenti; politica di conservazione: di profitto per i pescatori e di aumento - promuovere la condivisione delle delle attività economiche collaterali, che responsabilità di gestione delle risorse è una pletora di piani, decreti e decisio- vrapposizione verticale delle competen- che si applicano le politiche provinciali verranno infine promosse (per esempio e pianificazione tra le diverse sfere di ni relative a questioni specifiche sulla ze a livello provinciale, almeno per quan- e i criteri di gestione integrata. Tutta- - l’alterazione del disegno originale il turismo ecologico), o garantiranno un governo, la comunità e l’industria nello gestione dell’ambiente marino e lagu- to riguarda le competenze dell’ex DOFI via, come riconosciuto all’unanimità, degli emissari del delta del fiume Huong; guadagno in termini di valori di non-uso Stato; - l’annullamento dei flussi in alcuni del territorio (quindi ambientali, paesag- - l’aumento dell’erosione costiera nel tratto centrale del Thuan An; tratti della laguna e le modifiche di circolazione a causa della prevalenza della marea; gistici ed estetici): - la rinaturalizzazione delle zone bonificate di acquacoltura a bassa marea; - la riduzione/degradazione dei fon- - la creazione di un’isola ecologica dali per la riproduzione e l’allevamento, (santuari della fauna selvatica) e di cor- a causa di un eccessivo sviluppo dell’ac- ridoi ecologici; quacoltura a bassa marea; - la definizione del concetto di conser- dell’ambiente, attraverso una gamma di Figura 7: recinti per il pesce, altrimenti denominati stake traps (no sao) a Cau Hai. ricerca, sviluppo e attività di patrocinio. L’area di riferimento per la zona costiera, così come è legalmente definita, è relativamente piccola. È su questa zona nare. In particolare, il decreto n. 3677 verso le amministrazioni distrettuali e questa definizione è inadeguata come - un sistema di pianificazione è vinco- contiene un vasto elenco di norme e comunali, che ha portato all’incoerenza punto di partenza per una reale strate- lante per tutti i membri del pubblico, delle regolamenti diretti a gestire la capacità politica verticale e che potrebbe costitui- gia di gestione integrata delle risorse. agenzie governative statali, delle autori- di pesca, ad es. condizioni e limiti per re un ostacolo per il decentramento delle Idealmente gli interi bacini dei fiumi che tà pubbliche e delle autorità di pianifica- l’autogestione delle associazioni del- funzioni di gestione della pesca, come sfociano in mare dovrebbero essere inclu- zione. la pesca, come il divieto di alcuni stru- discusso in precedenza. Non è chiaro ad si per permettere un’adeguata sistema- menti, i limiti spaziali per attrezzi fissi, esempio a quale autonomia i DPC dovran- zione tra le attività ed i processi collegati Adeguamento del quadro giuridico e dimensioni minime delle maglie, ecc. E no rilasciare gli specifici orientamenti per da idrologia. Pertanto, dal punto di vista istituzionale ssa stabilisce inoltre di ridurre la capacità la regolamentazione in materia di asse- istituzionale, le raccomandazioni sono: attuale del 30% entro il 2010: gnazione dei diritti di pesca. - la perdita di habitat naturali; vazione delle zone costiere, un cambio - la perdita di biodiversità. nell’uso delle risorse delle acque costiere; La Costituzione vietnamita fornisce il - riducendo del 40% il numero e la - la definizione delle pratiche di ge- quadro giuridico generale per l’utilizzo densità degli strumenti di pesca, pari al stione delle acque interne e delle acque delle risorse acquatiche, mentre la Leg- 40% della capacità totale; sotterranee; ge per la pesca delega la gestione delle - riducendo del 25% i tempi di sfrutta- ze nella raccolta dei dati e nella gestione, - promuovere l’istituzione di un’Auto- Il risultato di questi cambiamenti ha portato ad una frammentazione degli - promuovere l’istituzione di un’Autorità di Bacino, con giurisdizione su tutto Sovrapposizioni verticali e orizzontali sono anche dimostrate dalle incongruen- il bacino di utenza, comprese le lagune costiere e le zone umide; ecosistemi e degli habitat, inducendo al- - l’adozione di misure per limitare l’in- zone di pesca in generale alla Provincia. mento a causa del divieto di sfruttamen- che non si possono solo spiegare con la rità di Bacino Costiera, con giurisdizione terazioni a cascata nel comportamento e quinamento delle acque (divieto di POP L’obiettivo è quello di decentrare la ge- to per 3 mesi all’anno, pari al 15% della scarsità di capacità rilevate nel persona- sull’unità geofisica costiera, sotto l’in- nei modelli di migrazione della fauna na- selezionati); stione dei percorsi costieri a Comitati di capacità totale; le. Dal punto di vista giuridico, le racco- fluenza di un bacino specifico, adiacente mandazioni sono: alla piattaforma continentale; turale, sia acquatica che terrestre e nel - il ripristino dell’idrologia lagunare na- ciclo biologico delle specie che migrano turale: i) riattivando il sistema di effluenti dal mare in laguna per la riproduzione. naturali del delta del fiume Huong e ii) ri- Non ci sono i record documentati degli attivando le maree naturali attraverso la effetti di tali cambiamenti ecologici, ma la stabilizzazione degli immissari; conoscenza tradizionale riporta la scomparsa di specie acquatiche, la perdita di - la regolazione nell’apporto di golene attive. 92 Persone a livello distrettuale e comunale e di sviluppare modelli di cogestione. Le attività di pesca lagunare si inse- - riducendo del 25% gli individui piccoli a causa del regolamento sulla crescita - eliminare le incoerenze della politica; - istituzionalizzare a livello provinciale della dimensione minima delle maglie, - fornire definizioni chiare delle prero- la raccolta di dati e la gestione della pe- gative e delle competenze delle agenzie sca, ambientale, biologica ed epidemiolo- delegate ad amministrare i diritti di pe- gica; pari al 15% della capacità totale. riscono in questo intorno legislativo: a livello provinciale e in gran parte a se- Secondo gli accertamenti effettuati guito del quadro giuridico nazionale, vi dal progetto IMOLA, c’è una certa so- - promuovere le relazioni con agenzie sca; - fornire specifiche tecniche per gli at- 93 a livello nazionale e internazionale. Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Workshop dei gruppi di lavoro _INTRODUZIONE WORKSHOP DEI GRUPPI DI LAVORO PIPPO GIANONI IUAV Venezia e Dionea SA Locarno La costruzione di un processo territoriale complesso implica il coinvolgimento, il confronto e la discussione tra i diversi attori, che operano, vivono e partecipano alla costruzione del territorio. Cà Vendramin in quest’ottica può fungere da punto di intersezione e scambio fra le diverse conoscenze. Si è scelto di attivare due piste di lavoro, condividendo la considerazione di Marina Bertoncini “nel laboratorio territoriale deltizio istanze recenti sono impegnate nell’attivazione di logiche territorializzanti finalmente autocentrante, rifondando internamente il processo di costruzione del territorio. Le dinamiche autopropulsive (omissis) muovono in quelle attività (alieutica soprattutto e attività legate al Parco), in grado di assumere ruoli significativi e che potrebbero diventare trainanti anche rispetto ad altri settori”. Una prima riflessione allargata riguarda la pianificazione tramite il confronto tra i diversi attori che operano nel Delta, facendo riferimento al Piano del Parco e alla presentazione dei risultati della Summer school dell’Università IUAV sul Delta, dal titolo Costruire scenari per territori fragili. Un secondo tema è legato alle attività produttive presenti nel Delta e alla loro compatibilità con l’aspetto della conservazione e tutela dei valori naturali. Le discussioni nei gruppi di lavoro hanno permesso un confronto e la definizione di una serie di proposte operative che potranno fungere da stimolo per il futuro, sia a livello pianificatorio che progettuale e gestionale. Figure 1,2,3: workshop “Costruire scenari per territori fragili”: le attività della Summer School Delta del Po. 94 95 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Costruire scenari per territori fragili: risultati della seconda edizione della scuola estiva Delta del Po _ATTI DEL CONVEGNO COSTRUIRE SCENARI PER TERRITORI FRAGILI: RISULTATI DELLA SECONDA EDIZIONE DELLA SCUOLA ESTIVA DELTA DEL PO In questo testo presentiamo i risul- coglie riflessioni, indagini, comparazioni tati della seconda edizione della Sum- e scenari per il delta del Po, un territorio MARIA CHIARA TOSI Università IUAV di Venezia mer School Delta del Po, attività svolta fragile le cui caratteristiche, paradossi e nell’ambito dell’Osservatorio sul terri- dilemmi appartengono e sono condivisi LORENZO CHELLERI Universitat Autónoma de Barcelona torio del delta del Po che quest’anno si da molti altri territori deltizi. È per que- è configurata come Erasmus Intensive sta ragione che il lavoro prodotto viene Program ed ha per questo beneficiato presentato come sforzo interpretativo e MATELDA REHO Università IUAV di Venezia THORSTEN SCHUETZE Delft University of Technology CATALIN SARBU Universitatea de Arhitectura si Urbanism “Ion Mincu” Bucuresti anche di un finanziamento della Comu- progettuale cui altri territori fragili pos- nità Europea. La scuola estiva Delta del sono utilmente attingere. Po si occupa di alcuni importanti temi e questioni che negli anni recenti hanno Due ipotesi si situano sullo sfondo del interessato questo territorio; fa ciò pro- lavoro svolto. La prima ipotesi è che il muovendo una riflessione plurale attra- delta del Po non possa essere considera- verso il coinvolgimento di gruppi di lavo- to come un territorio, un oggetto fermo ro trasversali alle diverse competenze e risolto, bensì un fenomeno animato e di pianificatori, architetti del paesaggio dinamico, un coacervo di materiali com- e designer della comunicazione. Per posito ed in continuo cambiamento. Ciò questo ha previsto il coinvolgimento di si scontra con una questione assai rile- studenti e docenti provenienti da diver- vante: in questo territorio è difficile fare se università europee: Universitat Autó- esperienza del cambiamento se non in noma de Barcelona (geografia e pianifi- condizioni estreme, quando cioè la ma- cazione territoriale); Delft University of gnificenza dell’acqua si confronta con la Technology (architettura del paesaggio tragedia della devastazione. Ciò ha po- e urbanistica); Universitatea de Arhitec- sto le basi per la lenta costituzione di un tura si Urbanism “Ion Mincu” Bucuresti immaginario collettivo in cui instabilità, (architettura del paesaggio e urbanisti- insicurezza e depressione costituiscono ca); nonché dall’Università IUAV di Vene- le principali figure attraverso cui il terri- zia (architettura del paesaggio, urbani- torio e la sua popolazione si descrivono stica, pianificazione territoriale, design e raccontano, contemporaneamente ad penetrare, ma allo stesso tempo è stata si riesce a ricomporre e che forse costi- del prodotto e della comunicazione). un impulso insistente ed inesorabile ver- anche l’occasione per far conoscere la tuisce ancora oggi una delle principali so condizioni di robustezza, sicurezza e nostra attività, la presenza dell’Universi- ragioni della conflittualità e della fatica prosperità. tà in questo territorio, di qualcuno che di con cui in questo territorio ci si coagula questo territorio si sta prendendo cura. attorno ad alcune strategie non contra- La scuola estiva si colloca all’interno di un più ampio progetto di ricerca-azione definito dall’Osservatorio sul territo- Questa prima considerazione ci ha rio del delta del Po, un progetto quest’ul- sollecitato a rintracciare le ragioni di La seconda ipotesi riconosce nel delta luppo indirizzati verso una medesima timo nato da una collaborazione tra la questo immaginario negativo, cercan- del Po un territorio in cui nel tempo lun- meta. Attraverso la comparazione delle Fondazione della Cassa di Risparmio di do di individuare i presupposti su cui si go, attraverso successive stratificazioni, fragilità che attraversano alcuni territori Padova e Rovigo e l’Università IUAV di basa l’agire della società locale, dei suoi è stata forzata la distinzione tra diverse deltizi in Europa e l’elaborazione di sce- Venezia, ed il cui obbiettivo è di appro- abitanti: imprenditori, giovani ed anzia- logiche: acqua e terra, natura e cultura, nari che suggeriscono concatenazioni di fondire ed incrementare la conoscenza ni, politici ed amministratori, tecnici e fiume e insediamenti. Una distinzione azioni talvolta inedite, ed assumendo la che la società ha del proprio territorio più in generale di chi in questo territorio che spesso ha assunto la forma della complementarietà e l’integrazione tra per orientarne le trasformazioni, con abita, lavora e trascorre la propria esi- separazione tra gli attori, le specifiche strategie di sviluppo, uso delle risorse, l’ambizione di diventare il volano per stenza. La discussione con gli abitanti strategie di organizzazione, le economie, attivazione di attori locali ed esterni l’avvio di processi di rinnovamento cul- ha costituito, come sempre accade, uno i sentieri di sviluppo, i processi culturali come principale finalità, abbiamo cer- turale, sociale, economico e di valorizza- strumento importante attraverso cui ap- e sociali, le modalità di antropizzazione cato di introdurre nel dibattito locale un zione degli aspetti paesaggistici. Il lavoro propriarsi di una conoscenza locale che e infrastrutturazione del territorio.Una punto di vista diverso, con l’ambizione di svolto nell’ambito della scuola estiva rac- diversamente sarebbe stato impossibile tensione tra opposti che con difficoltà porre le basi per una discussione capa- 96 stanti, attorno ad alcuni sentieri di svi- 97 Figura 1: paesaggi di parole. Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Costruire scenari per territori fragili: risultati della seconda edizione della scuola estiva Delta del Po EROSION COAST LINE DANUBE ce di confrontarsi con una prospettiva al venienti dai paesi dei delta analizzati. Il subsidenza, processi di progressiva sa- contempo radicata nel territorio, ma an- lavoro predisposto dagli studenti da un linizzazione, inondazioni/secche, orga- che aperta a contaminazioni esterne. lato sottolinea la grande diversità tra nizzazione degli insediamenti e delle in- territori: l’alto livello di urbanizzazione frastrutture, protezione di aree naturali, Tre sono i percorsi lungo i quali è sta- del delta del Reno, l’uso prevalentemen- distribuzione della popolazione e sue ta indirizzata la ricerca durante la scuola te agricolo o legato alle risorse idriche dinamiche, organizzazione delle attività estiva. dei delta del Po e del fiume Ebro, il rela- umane, sono i principali temi affrontati tivo isolamento e il carattere di naturali- nella costruzione dell’atlante e finaliz- 1. Comparazione tra i territori deltizi tà predominante del delta del Danubio. zati a letture trasversali utili ad immagi- europei Dall’altro lato il lavoro si è concentrato nare nuove strategie di sviluppo soste- sull’individuazione di problemi comuni nibile attraverso cui provare a gestirne L’attività di comparazione tra terri- a territori fragili come quelli analizzati. le fragilità intrinseche, con un maggiore tori deltizi è stata considerata come il I principali riguardano: la gestione della legame ai valori propri di questi territo- primo passo verso la realizzazione di rete idrografica; la perdita del potenzia- ri. Ognuno dei quattro delta con cui si un Atlante dei delta europei. Per questo le economico locale legata al rischio di è iniziato a costruire l’Atlante presenta motivo sono stati direttamente coin- inondazioni, il processo di progressiva specificità e differenze. volti, oltre alle università, anche tecnici salinizzazione, la scomparsa di habitat appartenenti alle istituzioni di governo naturali e alla perdita di biodiversità. Il delta del Danubio risulta caratte- dei territori deltizi posti a confronto, Rischi a loro volta legati all’incremento rizzato da una forte vocazione natura- al fine di evidenziare temi e questioni, delle temperature medie globali. le in cui un debole sistema insediativo, coast line trend erosion evolution lines tendenza della linea costiera erosione linea d’evoluzione EBRO coast line trend erosion evolution lines Sediments accumulation from Kilia branch and erosion in the southern coasts. The Sulina jetty construction has increased this dynamic. tendenza della linea costiera erosione linea d’evoluzione Due to decrese in water flow, upstream sediment trapping and wind, the Ebro delta is not growing. A causa della riduzione della portata, del trattenimento dei sedimenti a monte e del vento, il Delta dell’Ebro non cresce. Accumulo di sedimenti dal braccio di Kilia e erosione nelle coste meridionali. La costruzione del molo di Sulina ha accentuato la dinamica. scarsamente connesso ai principali poli nonché progetti in atto. I materiali e le informazioni raccolte sono stati elabo- Il risultato prodotto restituisce una attrattori della regione, pur mostrando rati con l’obiettivo di restituire mappe di panoramica di problemi sia specifici che importanti potenzialità risulta investi- sintesi, diagrammi, schemi descrittivi di generali e fornisce alcuni spunti per un to da deboli processi di sviluppo socio- ogni singolo delta analizzato, ma soprat- più ampio dibattito sullo sviluppo futuro economico. Partendo dall’idea che que- tutto per mettere a fuoco quell’insieme del delta del Po. La costruzione dell’At- sto insieme di aspetti siano fortemente di temi capaci di delineare le specifiche lante parte da un’ipotesi: che la natura interconnessi gli uni agli altri, la bassa caratteristiche che contraddistinguono intrinsecamente instabile dei territori accessibilità può essere interpretata in questi territori (Figura 2). deltizi li esponga più fortemente a rischi differenti modi: può essere considerata ambientali e antropici. La loro posizione come un problema per le attività umane L’Atlante propone uno sguardo ana- geografica, la morfologia specifica, la e i bisogni della società, ma anche come litico sulle principali caratteristiche di confluenza di processi antitetici, la loro una condizione favorevole alla biodiver- alcuni territori deltizi in Europa. La com- evoluzione e il continuo dinamismo, li sità. Questo risulta vero soprattutto se parazione tra il delta del Po, del fiume rende complessi e singolari, delicati e fa- consideriamo che è l’unico delta al mon- Ebro, del Reno e del Danubio, è finaliz- cilmente compromettibili, alla costante do dichiarato biosfera protetta.In questo zata ad individuare problematiche co- ricerca di equilibrio: talvolta essi risul- contesto gli aspetti ambientali e quelli muni, oltre che specifiche o particolari. tano esposti assai più di altri territori al umani dovrebbero relazionarsi e adat- I criteri di analisi sono stati selezionati rischio di un progressivo impoverimento tarsi l’uno all’altro attraverso program- tra quelli capaci di mettere in risalto al- demografico, economico e civile. mi di gestione strategica, come nel caso PO RHINE della restituzione di terre al mare, della cune importanti questioni di carattere ecologico (principalmente collegate ai Considerando la fragilità come una rischi idraulici ed a cambiamenti clima- condizione specifica di queste aree, si tici), ma anche specifici problemi econo- è cercato di rintracciare le relazioni tra mici e sociali che investono tali territori.I le strutture territoriali proprie di alcuni dati sono stati raccolti a partire da studi delta europei e le dinamiche comples- di sintesi e informazioni fornite princi- se determinate da questa condizione. palmente da ricercatori e docenti pro- Trasformazioni idrauliche, fenomeni di 98 coast line trend erosion evolution lines Figura 2: atlante: erosione della costa. tendenza della linea costiera erosione linea d’evoluzione coast line trend erosion evolution lines tendenza della linea costiera erosione linea d’evoluzione Due to decrese in water flow, upstream sediment trapping and wind, the Po delta is not growing. Erosion along the coast because of the sea current and the deficit of sediments discharged by the Rhine. A causa della riduzione della portata, del trattenimento dei sedimenti a monte e del vento, il delta del Po non cresce. Erosione lungo la costa a causa delle correnti marine e del deficit di sedimenti portati dal Reno. Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Costruire scenari per territori fragili: risultati della seconda edizione della scuola estiva Delta del Po riqualificazione del fiume e della rinatu- ro territorio.Infine, il territorio del delta le mappe elaborate differiscono note- ralizzazione, con particolare attenzione del Reno si caratterizza per la presenza volmente le une dalle altre. Per la realiz- ai valori paesaggistici. di una quota consistente di popolazione zazione delle mappe sono state raccolte che vive in stretta relazione con il pro- le informazioni necessarie attraverso A differenza del delta del Danubio, prio territorio e si è attrezzata nel tempo numerose interviste e la messa a punto quello dell’Ebro è un territorio che ri- per contrastarne la fragilità intrinseca e di un questionario, la cui compilazione sulta investito da un più consistente trarre vantaggio dalle risorse naturali. è stata sovente accompagnata da conversazioni più approfondite, attraverso processo di antropizzazione, finalizzato a potenziare la capacità di produzione Infine, il delta del Reno risulta essere cui si è cercato di comprendere con più agricola, ma che allo stesso tempo ha oggi una delle aree più urbanizzate d’Eu- precisione il punto di vista delle persone prestato attenzione alle dinamiche natu- ropa. Recentemente, questioni legate a intervistate. rali della biodiversità. Il tratto principale qualità, quantità e accessibilità all’acqua, del fiume che attraversa il delta è stato sono state considerate sfide di primaria Considerato il tempo limitato della modificato per garantire una maggiore importanza, amplificate dai rischi indotti scuola estiva, si è deciso di basare le produttività economica. Per mantenere dai cambiamenti climatici. In questo spe- indagini su un campione numericamen- l’equilibrio ambientale tra natura, inse- cifico territorio un nuovo equilibrio tra te ristretto, ma sufficientemente etero- diamenti umani e attività ricreative, è attività umane e processi naturali risulta geneo di abitanti dei comuni di Taglio stato sviluppato un programma di ge- indispensabile per immaginare uno svi- di Po e di Porto Viro, punto di partenza stione regionale capace di tenere insie- luppo sostenibile del territorio. per l’elaborazione di un insieme di “mappe di percezione” delle relazioni tra gli me tutte le principali attività del delta. È importante sottolineare il fatto che que- 2. Mappe di comunità abitanti e il loro territorio. Nonostante l’esiguità del campione, ci sembra che i sto è l’unico caso tra i quattro delta stuL’obiettivo principale delle mappe di risultati dell’indagine svolta restituisca- comunità è stato quello di esplicitare la no in modo significativo la percezione di percezione che gli abitanti del delta del alcuni fenomeni territoriali generalizza- Il delta del Po si presenta come Po hanno del proprio territorio. Le map- bile ad una più ampia parte della comu- un’ampia regione agricola supportata pe evidenziano il modo in cui la comu- nità locale (Figura 1). da una capillare infrastruttura idraulica. nità locale vede, percepisce, attribuisce Il sistema delle acque esistenti è il risul- valore al proprio territorio, inteso come tato di un lungo e assai importante pro- paesaggio, insieme di attività svolte, cesso di antropizzazione del territorio. deposito di memorie e trasformazioni Uno dei compiti che la scuola estiva Oggi, fenomeni come la subsidenza, la future. La costruzione delle mappe è av- si è proposta di trattare riguarda l’indi- risalita del cuneo salino, la scarsità d’ac- venuta secondo tre fasi principali. viduazione delle risorse e criticità del diati in cui funziona una cooperazione attiva tra gli attori territoriali coinvolti. 3. Scenari territorio del Delta del Po e la predispo- qua e l’innalzamento del livello del mare, rendono sempre più incerte le economie In primo luogo è stato necessario sizione di scenari per il loro utilizzo vir- di questo territorio. L’acquacoltura e più procedere all’identificazione e alla deli- tuoso. Le attività svolte si sono confron- in generale le attività legate all’acqua, mitazione dell’ambito territoriale ogget- tate innanzitutto con le “logiche di terra sembrano essere alternative prometten- to di indagine. Successivamente sono e acqua” proprie di un territorio fragile e ti, in grado di adattarsi all’emergere di stati individuati gli strumenti più idonei investito da importanti cambiamenti cli- nuove instabilità. La centrale di Polesine alla raccolta delle impressioni e dei rac- matici. Considerando che questi caratte- Camerini rappresenta un’altra minaccia conti degli abitanti. Infine, si è discusso per l’ambiente deltizio ma può anche delle tecniche di rappresentazione più essere vista come un’opportunità. L’ipo- idonee alla restituzione grafica dei dati tesi di una riconversione della centrale raccolti. Infatti, la modalità di rappre- esistente con l’impiego di tecnologie sentazione delle informazioni raccolte è innovative a basso impatto ambientale, stata essa stessa oggetto di sperimen- può guidare un rinnovamento dell’inte- tazione e di ricerca. Per questo motivo 100 Figura 3: scenario: usi del suolo previsti. MASTERPLAN Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Costruire scenari per territori fragili: risultati della seconda edizione della scuola estiva Delta del Po WATER SYSTEM water purification irrigation water drained water ri stanno producendo significativi effetti a cambiamenti climatici). Lo scambio co- sui luoghi e sui modi di abitare il Delta, stante e la discussione intercorsa, anche essi sono stati alla base della costruzio- con gli altri gruppi di lavoro della Scuola ne degli scenari. La domanda implicita Estiva hanno contribuito ad una rifles- è come il Delta potrebbe svilupparsi in sione critica sulla costruzione degli sce- futuro, dando forma a quali tipi di pae- nari, così come alla loro messa a punto saggio. Una questione questa che tiene riguardo ad aspetti sociali, economici ed sullo sfondo tre presupposti: ecologici. zione dei seguenti sistemi: river water catcher - strutture ecologiche e sistema water storage basin dell’acqua; - infrastrutture viarie e sistema inse- rain water storage basin diativo. L’indagine svolta ha evidenziato che, come per la vicina Isola di Polesine Ca- 1. una crescente consapevolezza sui Nel complesso, gli scenari costruiti merini, gli effetti del cambiamento clima- 2. il rafforzamento del legame tra pa- appaiono tra loro molto differenti. Cer- tico, in particolare la risalita del cuneo esaggio (aspetti ecologici ed economici) cano di predisporre soluzioni diverse salino e l’insufficienza irrigua, minaccia- e qualità della vita delle persone che lo per lo sviluppo futuro sostenibile, appli- no le attività agricole che interessano la abitano (aspetti sociali, culturali ed eco- cabili ad altri luoghi del Delta similmen- gran parte dell’isola. nomici); te fragili. I lavori conclusivi potrebbero temi dei cambiamenti climatici; water pump Si è per questo proceduto all’osserva- 3. pianificazione partecipata, pro- suscitare il dissenso della popolazione Una porzione del territorio è stata re- grammazione delle trasformazioni e locale, degli amministratori e degli sta- centemente oggetto di un progetto pilo- strategie di intervento basate sul coin- keholders. Potrebbero essere giudica- ta al quale hanno collaborato il Consorzio volgimento della popolazione locale e ti drastici o non realistici. Potrebbero di Bonifica Delta del Po e l’ente regiona- azioni di comunicazione. confliggere con immagini consolidate le per l’agricoltura, Veneto Agricoltura. del territorio così come con la presente Il progetto di rinaturazione nominato Gli studenti hanno lavorato alla co- struttura amministrativa, di gestione ed Oasi di Ca’ Mello insiste sull’antico sedi- struzione di scenari per lo sviluppo so- istituzionale. Ciò nonostante vorrebbero me di un ramo del fiume Po. Una serie stenibile dell’isola di Polesine Camerini suggerire a chi guida le trasformazioni di dispositivi consentono la depurazione e dell’isola della Donzella. In partenza di agire tempestivamente per affronta- delle acque di drenaggio delle coltivazio- ci si è basati sulla così detta S.W.O.T. re gli effetti dell’innalzamento del livello ni ricche in nutrienti. Le acque drenate Analysis per individuare punti di forza del mare, dei cambiamenti climatici ed attraversano le aree umide disposte lun- e debolezze, opportunità e rischi delle economici. go il corridoio ecologico dell’oasi e dopo ed rain water drain dra ined salty wat er la depurazione l’acqua in uscita viene aree in indagate. Le informazioni sono state raccolte a partire da escursioni, Di seguito illustriamo uno dei due mappe, testi e dati, nonché attraver- scenari, quello per l’Isola della Donzel- so lezioni e discussioni con gli abitanti, la, definito “Corridoi Verdi”. L’Isola della esperti e stakeholders, (tra i quali i rap- Donzella presenta una forma ad ‘U’ rove- Le principali potenzialità per l’ela- presentanti di associazioni di categoria sciata, ed è circondata su tre lati da cor- borazione di una strategia di lungo ter- e gli amministratori locali). Gli scenari si d’acqua, due dei quali rami del fiume mine sono state individuate anche tra i propongono una prospettiva futura ba- Po. A sud accoglie l’estesa laguna della caratteri del paesaggio agrario, i siti di sata sulle specifiche caratteristiche dei Sacca degli Scardovari, area ad eleva- valore storico e sociale, nonchè nei ca- luoghi indagati. ta biodiversità e adatta all’allevamen- ratteri fisici e strategici del progetto pi- to di molluschi mentre le terre emerse lota Oasi di Ca’ Mello. Strutture fisiche e strategie che sottendono al progetto L’intento è stato quello di far leva sui dell’isola sono interamente coltivate. Usi punti di forza, sulle opportunità e sulle del suolo, ciclo dell’acqua e relative in- caratteristiche endogene di ogni area, frastrutture, strade ed aree ad elevata di utilizzare in modo virtuoso le attua- naturalità (queste ultime parte del Parco li fragilità del territorio e quelle future Regionale del Delta del Po), costituisco- (debolezze e minacce, come ad esem- no gli elementi a partire dai quali è stata pio l’innalzamento del livello del mare, sviluppata una riflessione critica circa il l’avanzamento del cuneo salino o dovute futuro sostenibile dell’isola. 102 parzialmente stoccata allo scopo di essere riutilizzata a fini irrigui. Figura 4: scenario: sistema di gestione dell’acqua. clay impermeabilization river water purification system water storage irrigation and drainage system sea Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Costruire scenari per territori fragili: risultati della seconda edizione della scuola estiva Delta del Po TIMELINE 2013_european founds for biofarm road water purification biofarm agricolture pilota Oasi di Ca’ Mello, insieme ai carat- Durante l’anno l’acqua di pioggia drena- terno della quale si sono svolte le atti- teri del paesaggio agrario ed ai diversi ta dai campi e le acque dolci derivate a vità della scuola estiva ha fatto si che siti di valore storico e sociale, sono i monte dai corsi d’acqua vengono trat- ci si potesse spingere ad immaginare la principali elementi sui quali si è provato tenute, purificate e stoccate. Come nel ricomposizione e mediazione di logiche a costruire una strategia forte e di lun- caso dell’Oasi di Ca’ Mello l’intrusione apparentemente irriducibili l’una all’al- go termine.Il design concept ispirandosi di acqua salata è notevolmente ridotta. tra. Ci sembra legittimo a questo punto a questi caratteri propone la reiterazione L’acqua stoccata è in grado di coprire le chiederci quali prospettive si aprono alla dell’infrastruttura ecologica di Ca’ Mello esigenze irrigue delle attività presenti ricerca ed alla sperimentazione proget- nel territorio per rinforzarne infrastruttu- nell’isola. Le aree umide fornendo nuovi tuale svolte a stretto contatto con speci- re fisiche e sociali e indirizzare lo sviluppo habitat per flora e fauna incrementano fici territori, alle attività che vedono im- dell’area verso una configurazione territo- la biodiversità. I nuovi corridoi ecologici pegnata l’Università fianco a fianco con il riale sostenibile. La strategia intende dare sono le infrastrutture multifunzionali del territorio nel contribuire a ri-orientarne i risposta alle seguenti problematiche: paesaggio sulle quali si appoggia fruizio- processi di costruzione e trasformazione. - salinizzazione del suolo e delle ac- - Insufficiente competitività di agricoltura e turismo. 3. Il nuovo ambiente consente una vità sul territorio del delta del Po ci sem- gestione più sostenibile dell’acqua e in- bra di poter dire che la presenza dell’Uni- sieme la riqualificazione del territorio. I versità in questo territorio ha assunto un corridoi verdi supportano l’avvio di nuo- ruolo meno occasionale e più struttura- Il processo di trasformazione territo- ve attività di ecoturismo e bioagricol- to. L’ambizione, che ci ha sostenuto fin tura. Alternativa all’attuale agricoltura dall’inizio, è che l’occorrenza di un’effet- possibili, al fine di ridurre il fenomeno estensiva, l’agricoltura biologica intro- tiva integrazione, convergenza e scambio della salinizzazione dell’acqua dolce ed duce produzioni compatibili con le con- tra differenti soggetti e saperi, nei quali i suoi effetti sulle attività dell’area. Il dizioni del suolo, contemporaneamente forte sia il coinvolgimento della società nuovo sistema può supportare attività diminuisce il contenuto di nutrienti del locale, portatrice di immaginari, di spe- economiche alternative all’agricoltura suolo. cifici punti di vista e criteri di valutazio- 4. In caso di considerevole innalza- uno strumento privilegiato di intervento mento del livello del mare e di aumento sul territorio; uno strumento che a buon dell’intrusione dell’acqua salata, le parti diritto può partecipare attivamente nello più a sud dell’Isola della Donzella sono sforzo collettivo di far intraprendere a 1. Attualmente il territorio subisce gli allagate rimuovendo gli argini a mare. questo, come ad altri territori, un diverso effetti della salinizzazione. Nel proget- Le terre basse invase dall’acqua salata sentiero di sviluppo. L’interesse e la cu- to pilota Oasi di Ca’ Mello l’acqua trat- si rendono disponibili alla coltivazione riosità riservata alle attività in cui sin qui tenuta, purificata e stoccata esercita delle cozze e delle vongole, attività che ci siamo impegnati ci fa ben sperare nel pressione sull’acqua salata riducendone risulta oggi essere assai più redditizia sostegno che le comunità locali stanno la risalita. L’acqua purificata è parzial- dell’agricoltura. La formazione di nuo- dando e vorranno darci in futuro consen- mente riutilizzata a fini irrigui. Il sistema ve lagune adatte alla molluschicoltura tendo a questa esperienza di continuare dell’oasi potrebbe essere replicato su richiede in ogni caso la depurazione dei nel suo lavoro e contribuire a immagina- larga scala per questo è assunto quale suoli prima oggetto delle attività agri- re il futuro di questo territorio. prototipo per lo sviluppo dello scenario. cole. L’agricoltura organica, proposta nella fase precedente, contribuisce allo 2. Altre aree umide sul modello di canal for water rechange hunting zone land property extreme increase of salinity and sea level multifunctional park / new land to live and cultivate ne, contribuisca a fare degli osservatori estensiva. seguenti: multifunctional park A un anno e mezzo dall’avvio dell’atti- riale ipotizzato prevede alcuni interventi Le principali azioni previste sono le first increase of salinity and sea level ne e sviluppo del territorio. que superficiali; - eustatismo marino; land property scopo. Ca’ Mello potrebbero essere replicate nell’isola. Viene proposto un sistema di Come abbiamo cercato di mostrare, aree umide che utilizza argini e canali la condizione privilegiata e in qualche esistenti a formare nuovi corridoi verdi. modo intellettualmente protetta all’in- 104 Figura 5: scenario: fasi realizzative. dredged material land property Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Conservazione ed attività produttive nel delta del Po _ATTI DEL CONVEGNO CONSERVAZIONE ED ATTIVITÀ PRODUTTIVE NEL DELTA DEL PO REMIGIO ROSSI Università di Ferrara Premessa aree protette. L’inserimento delle lagune Le produzioni devono qualificarsi coltura ecocompatibile). Essenziale è il depurazione basato su processi ecolo- in un’area protetta, e la contemporanea non solo con un occhio al prodotto, ma raccordo con le strutture tecniche dei gici è la tecnologia dimostratasi adatta Questo documento è stato prepara- presenza di attività turistico–naturalisti- anche ai processi produttivi (tipologia Consorzi di bonifica per la regimazione a rimuovere inquinanti dispersi a bassa to nell’ambito del primo Convegno in- che, di pesca ed acquacoltura e di caccia dell’azienda, fattori umani ed ambientali dei suoli e della bonifica, la funzionalità concentrazione. Il lagunaggio delle ac- ternazionale sulle lagune tenutosi a Cà possono apparire in contrapposizione e che la compongono, sistemi gestionali del sistema idrico superficiale (canali e que potrebbe interessare una superficie Vendramin dal 1 al 3 ottobre 2009, come creare dei conflitti apparenti sulla desti- finalizzati alla qualità, ecc.). La nuova foci) e la gestione delle infrastrutture di importante e restituire acque depurate conclusione e sintesi del Workshop “Usi nazione d’uso. Il migliore uso consiste azienda deve badare all’ambiente, cu- bonifica; destinate ad una produzione certificata compatibili in ambiente lagunare”, coor- invece nel garantire la sopravvivenza rando il paesaggio con azioni di rinatura- dinato dai Proff. Remigio Rossi e Luigi dell’ambiente e delle risorse attraverso lizzazione, piantumazione, realizzazione - predisposizione di interventi sul D’Alpaos, cui hanno partecipato con con- l’uso multiplo delle stesse. La sfida per di aree di lagunaggio. In questo modo fronte della offerta di prodotti di qualità tributi, il Presidente del Consorzio Pesca- la attuazione di modelli di sviluppo so- l’azienda offre “servizi ambientali” di in- (ipotesi del marchio di qualità “Parco del Progetto generale recupero qualità tori di Scardovari, Giovanni Colacicco, stenibile richiede nuove forme di utilizzo teresse collettivo che la collettività può Delta”) con campagne di informazione ambientale: la vegetazione un rappresentante del mondo venatorio, delle risorse ambientali che si basino su riconoscere, legittimando quindi il so- ed educazione alimentare, per garantire Lorenzo Carnacina, un rappresentante un nuovo rapporto tra impresa ed am- stegno pubblico alle imprese. La qualità uno sbocco sui mercati che sia riconosci- delle attività turistiche, Pierfrancesco biente. del contesto territoriale può consentire bile, diffuso e remunerativo; Parco Regionale del Veneto. mitata presenza di vegetazione, elemen- importante funzione azione sul fron- - a fronte di ogni proposta di inter- to già di per sé utile a mantenere una biente con impostazione protezionisti- te del marketing. I compiti di difesa del vento considerare le strette relazioni elevata biodiversità. Restano da definire ca di prima generazione e gli operatori territorio e quelli produttivi non devono che intercorrono tra ambiente acquati- più compiutamente altri progetti, che di seguito si indicano: Il documento individua alcuni obiettivi economici orientati esclusivamente al più essere in contrasto, ma le imprese e co ed ambiente terrestre. I confini degli profitto della propria impresa, senza le attività del territorio acquisiscono un interventi spesso riguardano più Comu- raggiungimento: ove condivisi dall’Am- considerare il “mondo esterno”, devo- ruolo più ampio e strategico per garan- ni, ed alla luce della normativa vigente ministrazione, dovrebbero formare il no trovare posizioni equilibrate per so- tire la conservazione, la qualificazione dovrebbero essere oggetto di interventi riferimento per la selezione dei criteri pravvivere armonicamente. Si tratta di complessiva e l’economia. i comprensori o bacini idraulicamente e delle priorità di intervento e costituire abbandonare scenari del passato come anche la base per la predisposizione di esclusivo modello di riferimento, e di va- Alcune linee strategiche per specifici progetti operativi. lorizzare al massimo ciò che del passato identificare una politica per gli rimane: si tratta, in sintesi, di inventare il ambienti del Delta: futuro come alcuni programmi comunitari auspicano. Storicamente, l’attività principale che - progetto generale conservazione affidata ai privati; - progetto Governance del Delta e delle sue lagune. collegati. - partecipazione attiva da parte delle Iniziative produttive compatibili Progetti generali (per ora un semplice elenco) Progetto generale regimazione Reddito da Vallicoltura tradizionale. idraulica Reddito da pesca. Imprese nella leadership delle politiche ha consentito la conservazione degli am- Il senso di degrado di molti dei bacini Le parti schierate a difesa dell’am- e suggerisce linee strategiche per il loro Linee guida alla base del documento volta raggiunti gli standard necessari. deriva anche dalla mancanza o dalla li- la creazione di “marchi”, assumendo una Macola, un vallicoltore, Giuseppe Penzo e Marco Gottardi in rappresentanza del per il consumo ed all’ecoturismo, una Reddito da Venericoltura. Un nuovo concetto di ambiente e ambientali, con la promozione di una La vita delle lagune è innanzi tutto produzione mentalità imprenditoriale disposta ad un problema di circolazione idraulica. ralistico. operare in una logica di produzione eco- Il Consorzio di Bonifica è lo strumento Reddito da attività venatoria. logicamente compatibile; per la predisposizione di un progetto bienti salmastri italiani e mediterranei in Reddito da Turismo e da Turismo natu- generale è stata la gestione della attività La linea delle nuove politiche comu- di pesca: i gestori delle attività produtti- nitarie implica una nuova concezione generale di riassetto idraulico, che deve Il Laboratorio internazionale delta e ve, attraverso interventi per il controllo dell’ambiente. Il settore produzione deve - destinazione di parte del territorio riguardare le foci, i canali di ogni tipo, le lagune Cà Vendramin è lo strumento per degli immissari, dei canali di marea, dei far propri i concetti di qualità totale e di al lagunaggio, visto come strumento di arginature, le infrastrutture di servizio l’approfondimento dei temi sopra indi- fondali, della circolazione interna nel lotta allo sfruttamento intensivo delle ri- miglioramento della qualità dell’acqua; (chiaviche, sifoni, eventuali punti di spin- cati. suo complesso, hanno, nel corso dei se- sorse naturali. Le risorse locali sono co- coli, contribuito alla vivificazione ed alla stituite anche dalla cultura e dalla quali- - incremento della copertura vege- conservazione delle lagune costiere, sia tà della formazione degli abitanti, dalla tale destinata a funzioni di tipo diverso pure con il fine prioritario di ottimizzar- loro capacità produttiva e dalla qualità (ecologico, produttivo, ricreativo); ne le produzioni. Il recente sviluppo di del territorio: proprio queste risorse de- politiche finalizzate alla conservazione vono costituire il vantaggio competitivo - avvio di azioni organiche ed integra- ha portato, in ambito comunitario, alla delle attività economiche locali, identifi- te con il livello di interventi urbanistici e Con riferimento alla Water Fra- creazione, in molti ambienti lagunari, di cando nicchie di mercato in cui inserirsi. territoriali (interventi idraulici ed agri- mework directive, il sistema naturale di 106 ta) sia per l’acqua dolce che per quella marina. Progetto generale recupero della qualità dell’acqua e dei sedimenti 107 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Sintesi e risultati SINTESI E RISULTATI PIPPO GIANONI IUAV Venezia e Dionea SA Locarno REMIGIO ROSSI Università di Ferrara Il tema della gestione delle lagune è stato sviluppato negli ultimi quindici anni con un approccio prevalentemente tecnico a favore di interventi di vivificazione volti a tifica con la realtà locale, anche attraverso la partecipazione degli attori locali verso nuovi modelli di sviluppo; risolvere i problemi produttivi e ambientali presenti in questi ecosistemi. I lavori realizzati in questi decenni hanno prodotto risultati positivi e la situazione attuale delle lagune è migliorata sia dal punto di vista ambientale che produttivo. - utilizzare la ricerca scientifica come fattore di crescita, dando alle università un ruolo primario nel territorio, identificando quei settori in cui è possibile, per cultura, premesse geografiche, esperienze e know-how esistente, posizionarsi in modo chiaro La questione ambientale è diventata oggi un elemento prevalente nella pianifica- e privilegiato nella rete dei delta europea e mondiale; zione degli interventi, considerato che una laguna in buono stato di conservazione è in grado di rispondere in modo migliore alle diverse aspettative ecologiche, economiche - ridurre la frammentazione a livello programmatico e gestionale, favorendo un ta- e sociali. Nuove logiche e nuovi strumenti sono dunque necessari per poter affrontare volo di condivisione tra i diversi enti pianificanti e competenti per la gestione delle il tema della gestione e valorizzazione delle acque di transizione in quanto sistemi aree, anche attraverso nuovi strumenti quali per esempio i Contratti di fiume; fragili, dinamici e in continua evoluzione. - valorizzare il partenariato tra pubblico e privato, tramite lo sviluppo di iniziative In quest’ottica appare irrinunciabile avviare processi verso una visione condivisa comuni e la formazione continua di tutti gli operatori presenti nel Delta; tra pianificazione del territorio e gestione attiva delle lagune, tra tutela dell’ambiente e sviluppo economico, tra valorizzazioni produttive e valorizzazioni turistico-ricreative. Bisogna accompagnare i processi evolutivi con nuovi paradigmi, quali: - favorire approcci flessibili nell’ambito della progettazione e della gestione, capaci di adattarsi alle continue modifiche climatiche, ecosistemiche, economiche e sociali; - partecipare attivamente ai network sui delta e lagune al fine di avere scambi di esperienze e conoscenze; - interpretare il territorio come un laboratorio dove l’innovazione e la sperimentazione possono trovare spazio a sostengo di una crescita qualitativa. - privilegiare progetti e studi multidisciplinari, favorendo l’integrazione tra inge- La Fondazione Cà Vendramin può dare un concreto aiuto alla crescita di questi gneria, scienze naturali, aspetti sociali, valutazioni economiche per generare concetti obiettivi in qualità di punto di incontro tra i diversi attori ed enti del territorio, favoren- gestionali degli spazi d’acqua integrati, transdisciplinari che integrano la realtà scien- do un forum aperto di discussione e proposte, sull’esempio di altri modelli europei. Analisi riguardo la sostenibilità ambientale e lo sviluppo del turismo integrato. Proposte provenienti dal workshop “Costruire scenari per territori fragili“. Ipotesi per attività ricreative da sviluppare nel delta del Po. Proposte provenienti dal workshop “Costruire scenari per territori fragili“. 108 109 Quaderni Ca’ Vendramin Numero 1 - 2010 Il progetto di formazione per i pescatori IL PROGETTO DI FORMAZIONE PER I PESCATORI REMIGIO ROSSI Università di Ferrara Lo sviluppo e il miglioramento di ogni settore produttivo passano obbligatoriamen- che costituiscano una base per successivi ed auspicabili approfondimenti. Il filo condut- te attraverso continui apporti ed aggiornamenti conoscitivi che riguardano innovazio- tore che lega tutti gli altri è quello dello sviluppo di una molluschicoltura responsabile ni tecnologiche, tendenze ed evoluzione dei mercati ed i cambiamenti normativi. Nel ed ecosostenibile, specificatamente calzata nella peculiare realtà polesana che, ele- Delta, la particolare collocazione degli allevamenti vicino alle foci del Po non impegna mento certamente da non dimenticare, si colloca nel cuore del Parco del Delta del Po. il molluschicoltore solo al controllo dei requisiti igienico-sanitari, ma impone una particolare attenzione alla conservazione dell’ambiente. Lo svolgimento del corso prevede dieci incontri formativi monotematici di tre ore ciascuno, programmati in modo da non interferire con le esigenze lavorative dei par- Il mondo produttivo della molluschicoltura, al pari degli altri, si confronta con diffi- tecipanti, il cui numero sarà di 20-25 per edizione. Gli incontri avranno luogo nel tardo coltà ed emergenze continue: la figura del “raccoglitore di vongole” di una volta non pomeriggio, indicativamente dalle diciassette alle venti, presso l’attrezzata sede della è più in grado di sostenere questa sfida, ed allora, per la valorizzazione di produzioni Fondazione Ca’ Vendramin, nell’omonima località. di qualità deve nascere e consolidarsi una nuova figura, quella del “vero allevatore di vongole”. Dei crescenti impegni verso l’ambiente si è detto, ma servono anche nuove Più nello specifico, dopo un primo incontro introduttivo, in cui saranno presenta- competenze, relative alla commercializzazione e promozione del prodotto, ed agli ade- te le finalità e le modalità di svolgimento del corso, con la consegna del materiale guamenti normativi. Oggi non basta più essere solamente un buon allevatore, ma bi- didattico a ciascun partecipante, i successivi affronteranno le seguenti tematiche: la sogna essere capaci di mantenere un continuo e costruttivo rapporto con gli altri alle- geomorfologia dei delta, con particolare riferimento alle modalità di formazione e evo- vatori e con le istituzioni e la pubblica amministrazione. La molluschicoltura moderna luzione del territorio del delta del Po; l’ecologia delle lagune; la biologia dei bivalvi è divenuta una materia complessa che richiede conoscenze e continui aggiornamenti in relazione alla molluschicoltura; gli interventi di riassetto idraulico per vivificare le di natura multidisciplinare. lagune del delta del Po; il riconoscimento ed l’importanza economica dei molluschi; il marketing e la modernizzazione nella commercializzazione del prodotto ittico; i prin- Nell’ambito delle iniziative tese a fornire agli allevatori polesani gli strumenti ne- cipali aspetti sanitari inerenti la molluschicoltura; alcuni aspetti inerenti la demanialità cessari per raggiungere tali obiettivi, risulta particolarmente rilevante l’attivazione da nelle in aree deltizie e, da ultimo ma non certo in ordine di importanza, le nuove pro- parte della Fondazione Cà Vendramin di un corso di formazione professionale, destina- spettive per la diversificazione del comparto della molluschicoltura. to inizialmente ai molluschicoltori operanti nell’area del Delta del Po. Il corso, intitolato Pescatori di vongole su imbarcazioni dotate di “rasca corta” e “rasche “Gestione integrata della molluschicoltura”, fornirà contributi diversificati che vanno Le tematiche oggetto di ciascun incontro saranno affidate ad esperti del settore di dagli aspetti biologici, ecologici, zootecnici, a quelli economici, sociali, giuridici e di riconosciuta fama in ambito nazionale, gli stessi che hanno curato la stesura dei conte- sicurezza alimentare. Il corso è stato progettato come “collage” organico di contributi nuti di tutto il materiale didattico prodotto specificatamente per questo corso. lunghe”. Tali attrezzi possono oggi considerarsi in disuso. Tramonto in laguna di Barbamarco. 110 Capanno di lavorazione delle cozze nella Sacca degli Scardovari. 111 Bibliografia Laguna di Lesina di Braber P. (pag. 40) Acrosso L., Rizzi G. (1956). Codice degli Usi Civici. Jandi Sapi ed. 815 pp. Breber P. (1997). The ideal salinity regime in Mediterranean lagoons, in: Özhan E. 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QUADERNI CA’ VENDRAMIN Editore: Fondazione Ca’ Vendramin Periodico del Laboratorio internazionale delta e lagune Ca’ Vendramin via Veneto, 38 45019 Taglio di Po (Rovigo) - Tel./Fax +39 0426 81219 Numero 1 - novembre 2010 Comitato Scientifico: Prof. Luigi D’Alpaos, Università di Padova Prof. Francesco Donati, Università di Udine Prof. Pierfrancesco Ghetti, Università Ca‘ Foscari di Venezia Prof. Pippo Gianoni, Università IUAV di Venezia Prof. Remigio Rossi, Università di Ferrara Ing. Lino Tosini, direttore Fondazione Ca’ Vendramin Ing. Giancarlo Mantovani, direttore Consorzio di Bonifica Delta del Po Produzione del volume e progetto collana: Deltaplanning Srl Redazione: Comitato Scientifico, Maria Saccon, Michela Casagrande Progetto grafico e impaginazione: Dasler comunicazione Coordinamento: Maria Saccon Traduzioni: Stephen Trollip (eccetto pagine 6-7, 40-45, 70-75, 86-93) Stampa: Tipografia Papergraf Spa Contributi testuali: Fabrizio Ferro, Lino Tosini, Anna Maria Martucelli, Bruno Mattichio, Giancarlo Mantovani, Sergio Grego, Graziano Paulon, Giovanni Cecconi, Silvano Bencivelli, Paolo Breber, Lucrezia Cilenti, Tommaso Scirocco, Antonietta Specchiulli, Oliviero Uras, Michele Cicuttini, Umberto Simeoni, Luis Berga, Inma Juan Franch, Henry Cator, Andrea Behar, Massimo Sarti, Pippo Gianoni, Matelda Reho, Maria Chiara Tosi, Remigio Rossi. Contributi fotografici: Archivio TE.MA Progetti Bruno Matticchio Mariano Cebolla Sebastià Abraham Consorzio di Bonifica Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento Consorzio Venezia Nuova Provincia di Ferrara , U.O.P.C. Acque Costiere ed Economia Ittica CNR - ISMAR (Lesina - Foggia) Consorzio di Bonifica dell’Oristanese Cert no. XXX-XXX-XXXX Consorzio di Bonifica Bassa Friulana Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Ferrara Parc Natural del Delta de l’Ebre © 2010 Fondazione Ca‘ Vendramin. Facultad de Arquitectura, Diseño y Urbanismo, Universidad de Buenos Aires Tutti i diritti riservati: nessuna parte di questa pubblicazione può essere Henry Cator riprodotta in alcuna forma, tramite stampa, fotocopia o qualsiasi altro Summer School Delta del Po mezzo, senza autorizzazione scritta dell’editore. Studio Tepco Michela Casagrande È stato fatto ogni sforzo per contattare i detentori dei diritti d’autore relativi www.istockphoto.com/janrysavy al materiale incluso nella presente pubblicazione. Per i casi in cui non sia www.istockphoto.com/CaraMaria stato possibile, invitiamo a contattare l’editore. www.istockphoto.com/mauro_grigollo 1 QUADERNI CA’VENDRAMIN NUMERO PERIODICO DEL LABORATORIO INTERNAZIONALE DELTA E LAGUNE ATTI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE SULLE LAGUNE INTERVENTI DI VIVIFICAZIONE E CONSERVAZIONE NELLE LAGUNE: LE ESPERIENZE ITALIANE LAGUNE STRANIERE E DELTA: LA SITUAZIONE, I PROBLEMI, LE SOLUZIONI RISULTATI DELLA SCUOLA ESTIVA DELTA DEL PO QUADERNI CA’ VENDRAMIN SINTESI E RISULTATI DEI WORKSHOP NOVEMBRE - 2010 1 NUMERO