Comments
Description
Transcript
528.50 kb - Progetto SIAM
SIAM Sustainable Industrial Area Model Life04 ENV/IT/000524 RAPPORTO FINALE TASK 3 MODELLO DI AREA INDUSTRIALE SOSTENIBILE (SIAM) Redazione Verifica Approvazione Alessio di Paolo Augusto Peruzzi Ferdinando Frenquellucci Augusto Peruzzi Laura Cutaia Maurizio Montalto Ivano Olivetti Andrea Forni Rev. 2 Data emissione 30/11/2005 Cod. Doc. Siam/RF/Igeam/3/01/05 PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 1 INDICE 1. ANALISI DELLO SCENARIO........................................................... 3 1.1 1.2 1.3 LE AREE DESTINATE AD ATTIVITA’ INDUSTRIALI ED ARTIGIALNALI ........................................ 3 LE INTERAZIONI TRA LE AREE INDUSTRIALI ED IL TERRITORIO .................................................. 4 LE AREE ECOLOGICAMENTE ATTREZZATE........................................................................................... 6 2. LE AREE INDUSTRIALI SOSTENIBILI............................................ 9 2.1 2.2 2.3 GLI ELEMENTI CARATTERIZZANTI LE AREE INDUSTRIALI SOSTENIBILI ............................................................. 9 REQUISITI DELL’AREA INDUSTRIALE SOSTENIBILE ........................................................................ 12 MARCHI DI SOSTENIBILITA’...................................................................................................................... 15 3. CRITERI DI SOSTENIBILITA’ DELL’AREA INDUSTRIALE ............. 17 4. INDICATORI............................................................................... 19 5. DEFINIZIONI.............................................................................. 20 ALLEGATI Appendice n°1 “Soggetto Gestore” Appendice n°2 “Analisi di sostenibilità” Appendice n°3 “Valutazione Iniziale” Appendice n°4 “Piano di Miglioramento” Appendice n°5 “Infrastrutture” Appendice n°6 “Monitoraggio” Set indicatori di sostenibilità PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 2 1. ANALISI DELLO SCENARIO 1.1 LE AREE DESTINATE AD ATTIVITA’ INDUSTRIALI ED ARTIGIALNALI In base al DPR 23 marzo 1998, n. 138 che stabilisce le norme per la revisione delle zone censuarie ai fini della definizione delle imposte comunale sugli immobili (ICI), le Amministrazioni comunali debbono provvedere a ripartire il proprio territorio in microzone intese come delimitazione di differenti ambiti territoriali comunali, in relazione al prevalente destino d’uso. Nei comuni di media consistenza di popolazione ed estensione territoriale, ovvero anche di limitata estensione, ma variamente articolati, ad esempio per vocazione turistico–ricettiva (culturale-artistica, marina, montana, ecc.) o per circostanze diverse possono di norma essere distintamente individuate le seguenti zone: • centro storico; • zona centrale; • zona semicentrale; • zona periferica; • zona artigianale-industriale; • zona rurale. Ciascuna delle suddette zone potrebbe inoltre richiedere una ulteriore articolazione. Va sottolineato che la classificazione rigida di alcuni ambiti territoriali, ad esempio le zone industriali, non è sempre applicabile. Si deve spesso parlare di zone produttive integrate, nel senso che, attorno alla funzione produttiva, si sviluppano attività legate alla logistica, ai servizi, al commercio, integrando cioè produzione, distribuzione e marketing. Questo comporta che le zone produttive integrate si caratterizzano per la necessità di dover disporre di alcune infrastrutture (aree espositive, parcheggi, mense, ecc.), diverse ed aggiuntive rispetto a quelle specifiche sia delle aree residenziali che di quelle tipicamente connesse all’attività industriale. In aggiunta a queste zone sono anche da considerare le aree geografiche di più vasta dimensione in cui, oltre agli insediamenti civili, sono presenti sistemi produttivi locali diffusi sul territorio, caratterizzati da una elevata concentrazione di imprese ed una spiccata specializzazione produttiva. Le zone destinate agli usi industriali e produttivi, individuate dai comuni e indicate nei Piani Regolatori e le più vaste aree in cui si sviluppano sistemi produttivi complessi sono state oggetto, in ragione della loro importanza economica, di specifiche norme, finalizzate in particolare a favorirne lo sviluppo e l’introduzione di innovazioni tecnologiche. In base alle citate norme, i territori caratterizzati da aggregazioni di imprese si distinguono principalmente in due categorie: 1. Distretti industriali (DI) PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 3 2. Aree di sviluppo industriale (ASI) I Distretti Industriali (DI) sono definiti dalla L 317 del 5 ottobre 1991, in materia di "Interventi per l'innovazione e lo sviluppo delle piccole e medie imprese", come sistemi territoriali, limitati geograficamente e costituiti da aree contigue, in cui si verifica una concentrazione di piccole imprese, caratterizzate da una stessa specializzazione produttiva. La delimitazione territoriale di queste aree è stata affidata alle Regioni. Per la loro identificazione sono stati stabiliti, mediante il Decreto 21/04/1993 del Ministero dell'Industria del Commercio e dell'Artigianato, specifici indirizzi e parametri di riferimento. Esistono poi Distretti Industriali “di fatto”, che pur non essendo stati puntualmente individuati da una legge regionale, hanno tutte le caratteristiche previste dalla L 314/1991. Accanto alle norme che tendono a favorire lo sviluppo organico di aggregazioni di imprese presenti sul territorio, sono state recentemente introdotte nuove disposizioni volte a garantire la presenza nelle aree industriali delle infrastrutture dedicate alla salvaguardia ambientale. In conformità a tale esigenza sono state definite le Aree Ecologicamente Attrezzate. Le Aree di Sviluppo Industriale (ASI) sono disciplinate dalla L 634/1957, L 64/1986 e L 317/1991 e successive modifiche. Esse si possono articolare in più nuclei industriali identificando un territorio (ampio e tendenzialmente omogeneo) di pertinenza di uno o più Comuni all’interno del quale sussistono le condizioni per attuare una trasformazione economica. Le A.S.I. sono uno strumento capace di contemperare insieme le esigenze sia generali sia specifiche delle imprese per conseguire, al meglio determinati obiettivi, tra cui: a) L’ottimizzazione dell’offerta d'infrastrutture e di suoli; b) La riduzione dei conflitti tra i richiedenti d’uso, dei suoli migliori, per ubicazione e locazione; c) L’offerta dei servizi alle imprese; d) La difesa ed il controllo ambientale. 1.2 LE INTERAZIONI TRA LE AREE INDUSTRIALI ED IL TERRITORIO La presenza di un’area industriale o di un distretto industriale in un territorio genera modifiche agli elementi che compongono il Sistema Ecologico, il Sistema Sociale ed il Sistema Economico. I tre sistemi sono spesso interdipendenti infatti le modifiche che subiscono dovute alla presenza di un Area Industriale possono essere negativi su un sistema e positivi su un altro e manifestare effetti diversi nel tempo sullo stesso sistema. Infatti, ad esempio, un’area industriale può modificare: negativamente il Sistema Ecologico alterando il paesaggio, la qualità dell’aria, la disponibilità delle risorse naturali presenti ed altro; positivamente il Sistema Economico aumentando il reddito procapite degli addetti delle aziende insediate ed il reddito procapite dei proprietari delle abitazioni data la maggiore domanda che si viene a determinare nel mercato immobiliare; PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 4 negativamente il Sistema Sociale in quanto l’aumento rapido della popolazione residente dovuto al flusso migratorio di lavoratori e delle loro famiglie se non è supportato da un incremento dei servizi sociali (scuole, asili nido, impianti sportivi, mobilità ed altro) da parte del Comune causerà un disagio sociale di tutta la popolazione. Inoltre il peggioramento di un elemento del Sistema Ecologico quale ad esempio la riduzione della disponibilità della risorsa idrica per usi civili causato dall’eccessivo emungimento delle aziende causa indirettamente sia un maggior disagio della popolazione che deve accedere a sistemi alternativi o è soggetta ad un uso razionato, sia un maggior costo economico per l’acquisto di acqua minerale o acqua potabile da distributori privati. Quindi si può affermare che l’Area Industriale incide sul Sistema Produzione-TerritorioPopolazione. L’area industriale è caratterizzata dalla presenza di una pluralità di soggetti, privati e/o pubblici che condividono spesso obiettivi diversi, con ruoli differenti, che generano i loro effetti sullo stesso Sistema Locale cioè l’insieme dei Sistemi Produzione-Territorio-Popolazione. Quindi il miglioramento delle componenti ambientali, economiche e sociali che caratterizzano il sistema di pertinenza non potrà prescindere da una logica di partenariato e condivisione tra le imprese insediate, gli enti e le aziende pubbliche che operano nel contesto e delle altre parti interessate presenti. La logica del partenariato, che è una specificità della gestione sostenibile di un’area industriale, è un elemento imprescindibile anche in considerazione ai gradi diversi di responsabilità degli impatti sul sistema: collettive a livello di area industriale e singole proprie delle aziende e degli Enti Locali competenti. La gestione di un’area industriale secondo principi di sostenibilità dovrebbe da un lato costituire un vantaggio per le imprese insediate in termini di ottimizzazione dei costi diretti ed indiretti dall’altro migliorare la qualità della vita all’interno del territorio in cui è inserita e conseguentemente ottimizzare i costi degli Enti Locali e dei cittadini presenti. Sistema Locale Sistema Ambiente Sistema Economico Area Industriale Sistema Sociale PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 5 1.3 LE AREE ECOLOGICAMENTE ATTREZZATE La nozione di Area Ecologicamente Attrezzata è stata introdotta nell’ordinamento legislativo italiano dal D.Lgs. n. 112/98 (Bassanini), che prevede all’art. 26 che “le Regioni disciplinino, con proprie leggi, le aree industriali e le aree ecologicamente attrezzate, dotate delle infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente”. Osservando il panorama legislativo regionale italiano sull’attuazione dell’art.26 del D.lgs. n.112 del 1998, si rileva come a legiferare in modo completo, cioè con legge regionale e relativo regolamento attuativo, siano state solo la Liguria (LR 9/1999 e DGR 648/2003), l’Emilia Romagna (LR 20/2000) e recentemente le Marche (LR 20/2003 e DGR 157/2005). Altre due Regioni hanno emanato una legge in materia ma entrambe senza regolamento di completamento, Toscana e Puglia. Sulla legge della Regione Puglia è intervenuta la sentenza 69/2004 della Corte Costituzionale che dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art.4 per violazione delle norme Costituzionali in materia d’attribuzione di potere - artt. 114, 117 e 120. Altre Regioni hanno provveduto solo ad emanare una legge di recepimento di quanto previsto sul conferimento delle funzioni amministrative dal D.lgs. n. 112/1998, a Regioni, Province e Comuni e non specificamente sull’art.26. All’interno di tale legge di recepimento generalmente si prevede che la Regione emani entro congruo termine la legge che individui criteri e parametri per la definizione di aree industriali attrezzate e di aree ecologicamente attrezzate e si delineano sommariamente le competenze di Regione, Province e Comuni, rimandando a una legge ad hoc sull’argomento e a un regolamento che predisponga gli strumenti concreti di attuazione della legge L’introduzione di questo nuovo concetto di area produttiva, pensata in chiave ambientale, dotata di requisiti tecnici ed organizzativi finalizzati a minimizzare ed a gestire in modo integrato le pressioni sull’ambiente, nasce dalla necessità di sostituire il cosiddetto approccio “end of pipe” (abbattimento dell’inquinamento a fine ciclo) con il principio di precauzione e prevenzione dall’inquinamento. In particolare non si tratta di agire sulle specifiche dotazioni ambientali delle imprese, come avvenuto fino ad ora, ma di organizzare il sito produttivo in modo da agevolare, sia economicamente sia tecnicamente, le singole imprese insediate a realizzare i loro obiettivi ambientali, siano essi prescrittivi o volontari. Le aree ecologicamente attrezzate devono essere progettate, realizzate e gestite sulla base di criteri di ecoefficienza, al fine di garantire un sistema di gestione integrato degli aspetti ambientali, la riduzione e la prevenzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, la tutela della salute e della sicurezza nonché un miglioramento ambientale diffuso del territorio. PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 6 Gli impianti produttivi localizzati nelle aree ecologicamente attrezzate sono esonerati dall'acquisizione delle autorizzazioni concernenti l’utilizzazione dei servizi ivi presenti. In estrema sintesi, gli elementi minimi caratterizzanti un’area industriale ecologicamente attrezzata sono: 1. Presenza di infrastrutture, servizi ed attrezzature comuni per la difesa dell’ambiente (impianti per la depurazione delle acque, trattamento dei rifiuti, sistemi di monitoraggio ambientale, trasporti collettivi, impianti centralizzati per la produzione di energia, ecc.); 2. Esistenza di un gestore delle infrastrutture, dei servizi e delle attrezzature comuni; 3. Standard di qualità ambientale superiori rispetto a quelli ottenibili singolarmente dalle imprese (maggiore garanzia del rispetto delle norme ambientali, prestazioni ambientali più elevati con minori costi, ecc.); Da questo modello si deduce che le imprese facenti parte dell’area riceverebbero un beneficio, sia potenzialmente in termini economici sia in termini di minore impatto ambientale sul territorio, che è maggiore della somma dei benefici che ogni azienda realizzerebbe ottimizzando esclusivamente le proprie performances ambientali. Le aree ecologicamente attrezzate rappresentano anche occasione di sviluppo per il territorio interessato dato che la presenza di efficienti infrastrutture dedicate alla difesa dell’ambiente, costituisce elemento di attrazione per l’insediamento di nuove imprese. Benché le aree ecologicamente attrezzate costituiscano la soluzione più avanzata per perseguire contestualmente ed efficacemente, in un determinato e delimitato territorio, lo sviluppo produttivo e la difesa dell’ambiente, esse da sole non consentono di dare risposte esaustive sul lato sociale ed economico. In altre parole, la realizzazione e la gestione delle aree ecologicamente attrezzate, obiettivo peraltro non di facile ottenimento e non ancora diffusamente perseguito dato il numero limitato di Regioni che si sono adeguate alla normativa di riferimento (D.Lgs. n. 112/98), se da un lato costituisce un fattore determinante per coniugare le esigenze di sviluppo industriale con quelle di difesa dell’ambiente in un determinato territorio, dall’altro risulta ancora insufficiente per dare pratica attuazione agli indirizzi della politica comunitaria in favore della sostenibilità. Il principio per cui l’aggregazione di imprese a livello territoriale ed a livello produttivo consente di migliorare l’efficienza nell’organizzazione e nella produzione, secondo principi di sussidiarietà verticale ed orizzontale, è presupposto di politiche economiche nazionali e regionali come affermato anche dalle recenti disposizioni di finanziamento a livello regionale e dal Disegno di Legge Finanziaria 20061. Infatti queste disposizioni riconoscono alle imprese identificate all’interno di aggregazione quali i Distretti produttivi (Sistemi produttivi, Sistemi produttivi, Locali, Distretti Industriali e Consorzi di Sviluppo Industriale) agevolazioni allo scopo di sviluppare le sinergie provenienti da tali integrazioni. 1 Disegno di Legge 3613 Finanziaria 2006 - Titolo I “Parte ordinaria-disposizioni per la correzione dei conti pubblici” art. 53. PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 7 Gli ambiti nei quali sono previste le agevolazioni sono i seguenti: fiscali che prevede ad esempio l’esercizio dell’opzione per la tassazione di Distretto; contabile-amministrativo che ad esempio al fine di favorire la massima semplificazione ed imprese che appartengono ai Distretti consente di intrattenere rapporti con le pubbliche amminstrazioni e con gli enti pubblici ovvero dare avvio presso gli stessi a procedimenti amministrativi per il tramite del distretto; finanziario ad esempio al fine di favorire il finanziamento dei distretti e delle relative imprese sono individuate semplificazioni alle operazioni di cartolizzazione aventi ad oggetto crediti concessi da una pluralità di banche o intermediari finanziari alle imprese facenti parte del Distretto e ceduti ad una unica società cessionaria. PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 8 2. LE AREE INDUSTRIALI SOSTENIBILI 2.1 Gli elementi caratterizzanti le Aree Industriali sostenibili Sulla base dell’analisi di scenario (Capitolo n° 1), è infatti da rilevare che la protezione ambientale costituisce solo uno dei tre pilastri su cui poggia lo sviluppo sostenibile ed ulteriori elementi debbono pertanto essere presi in considerazione perché si applichi in modo chiaro il concetto di sviluppo sostenibile. Gli elementi che caratterizzano la gestione sostenibile di una area industriale sono: 1. L’introduzione del concetto di “accettazione” dell’Area Industriale da parte del Sistema Locale, quale elemento da considerare in tutti i momenti della vita di Area Industriale, dalla scelta della zona dove essere ubicata alla sua riqualificazione. Questo elemento deve consentire, agli enti istituzionalmente coinvolti di fare delle scelte, di individuare il territorio più “adatto” per ricevere gli impatti positivi e negativi in termini economici, sociali ed ambientali dell’Area Industriale sul Sistema Locale. L’estensione del concetto di accettazione del territorio anche agli elementi sociali ed economici è in linea con le ultime disposizioni normative per la valutazione dei progetti in ambito territoriale. Infatti nella Legge della Regione Toscana (LEGGE REGIONALE 3 gennaio 2005, n. 1 Norme per il governo del territorio si fà riferimento all’art. 74 punto 4 lettera c) “alla presenza nei programmi di riqualificazione insediativa anche di una valutazione degli effetti sui sistemi insediativo, ambientale, paesaggistico, della mobilità, sociale ed economico che la realizzazione degli interventi proposti comporta”. Questo è un evidente segnale di come la valutazione di un programma si estende anche ai sistemi sociali ed economici. 2. La presenza e la gestione di infrastrutture comuni che consentano di ottimizzare i comportamenti in campo ambientali, economico e sociale delle singole insediate nell’area industriale; 3. Una visione sistemica della gestione dell’Area e delle singole aziende insediate che consenta di affrontare con continuità le criticità presenti e potenziali secondo la metodologia nota come PDCA Plan-Do-Check-Act (pianificare, attuare, verificare, agire). La metodologia PDCA applicata alla gestione di un’Area Industriale può essere brevemente descritta nel modo seguente: A. – Pianificare: stabilire gli obiettivi di miglioramento dell’Area considerata come unica entità ed individuare i programmi che consentono di raggiungere gli obiettivi definiti con il coinvolgimento di tutti gli attori che possono per per attribuzione di compiti istituzionali e volontari effettuare scelte per l’area industriale; B. - Attuare i processi e le attività necessarie per migliorare le prestazioni Ambientali, economiche e sociali dell’Area Industriale C. - Sorvegliare e monitorare lle prestazioni dell’area e delle singole aziende per tenere sotto controllo le interazioni tra l’Area Industriale ed il Sistema Produzione – Territorio e Popolazione. PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 9 D. - Intraprendere le azioni necessarie per migliorare, a seguito dell’analisi dei risultati del monitoraggio, le prestazioni dell’Area Industriale. 4) la condivisione delle scelte con le parti interessate presenti nel Sistema Locale che consente di affrontare le criticità presenti con l’accettazione e la sinergia di tutti i responsabili individuati (pubblici e privati). Occorre cioè definire un nuovo percorso logico che, partendo dagli elementi che contraddistinguono le Aree Industriali e, dove esistenti, le Aree Industriali Ecologicamente Attrezzate (AIEA), conduca alle Aree Industriali Sostenibili (AIS). PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 10 L’Area industriale sostenibile presenta dunque gli elementi che caratterizzano un’Area ecologicamente attrezzata ai quali dovranno essere associati ulteriori elementi che investono considerazioni di natura economica e sociale, secondo lo schema sotto illustrato. Tabella n° 1 Lo sviluppo della gestione sostenibile nelle Aree Industriali AIS AEA AI Elementi Protezione e Gestionali prevenzione ambientale Sviluppo Miglioramento Economico Sociale INFRASTRUTTURE Economica Sociale Ambientale Sistema gestione ACCETTAZIONE DEL SISTEMA LOCALE di Condivisione con le parti interessate GESTIONE SISTEMICA E CONDIVISA Legenda: AI = Area Industriale tradizionale AEA = Area Ecologicamente Attrezzata AIS = Area Industriale Sostenibile PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 11 2.2 REQUISITI DELL’AREA INDUSTRIALE SOSTENIBILE I requisiti dell’AIS sono gli elementi essenziali che costituiscono la conditio sine qua non per poter attribuire ad un’Area industriale la qualifica di “sostenibile”. I requisiti descritti nel seguito devono essere presenti nell’Area Industriale affinchè sia possibile riconoscere la sostenibilità della sua gestione. REQUISITI 1. Soggetto Gestore L’AIS viene gestita da un Soggetto definito “Soggetto Gestore” con funzioni e capacità in campo gestionale2. • Il Soggetto Gestore deve essere rappresentativo delle imprese insediate e riconosciuto dal sistema pubblico locale; • Deve avere una forma giuridica riconoscibile; • Deve documentare le regole di funzionamento dell’AIS ed aggiornarle; • Deve ricoprire un ruolo di interfaccia con gli Enti Locali e le parti interessate; • Deve curare la formazione, la sensibilizzazione e l’informazione dei soggetti insediati nell’AIS. • Il Soggetto Gestore deve garantire, attraverso processo definiti, lo scambio di informazioni tra tutti i soggetti insediati nell’AIS al fine di garantire il funzionamento dell’AIS. 2 Politica dell’AIS - Il Soggetto Gestore adotta una Politica di sostenibilità (Ambientale, Economica e Sociale) dell’AIS. Tale Politica deve essere misurabile attraverso opportuni indicatori e tendere all’ottimizzazione delle risorse ambientali, economiche e sociali e al miglioramento continuo delle prestazioni dell’AIS e dei singoli soggetti insediati. - Nella Politica deve essere esplicitamente indicato l’impegno del Soggetto Gestore sia per il mantenimento della conformità normativa dei servizi da lui forniti, sia per il sostegno al mantenimento della conformità normativa dei singoli soggetti insediati e collettivamente delle loro attività. - Nella Politica deve essere esplicitamente indicato l’impegno del Soggetto Gestore ad ottimizzare i costi diretti ed indiretti dei singoli soggetti insediati e delle parti interessate attraverso programmi di interventi che migliorano le prestazioni ambientali, economiche e sociali dell’AIS. - La Politica di sostenibilità dell’AIS deve essere: • definita in modo da risultare sinergica e considerando le politiche di pianificazione e sviluppo stabilite dagli Enti Locali competenti sul territorio; 2 • documentata, attuata e mantenuta attiva; • condivisa con le parti interessate; • diffusa alle parti interessate e resa disponibile a chiunque ne faccia richiesta. La Capacità gestionale si intende comprensiva delle competenze specifiche in campo Ambientale, Sociale, Sicurezza sul lavoro ed Economico. PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 12 3 Identificazione e Valutazione degli Aspetti di Sostenibilità 3.1 Valutazione Iniziale La Valutazione Iniziale deve essere effettuata da un Soggetto Valutatore ed è propedeutica all’insediamento e alla progettazione di un’Area Industriale Sostenibile. - La Valutazione Iniziale deve essere documentata, condivisa dalle parti interessate e deve comprendere: • l’inquadramento territoriale e normativo; • l’individuazione degli aspetti di sostenibilità; • l’identificazione del sistema locale dove ricadranno gli impatti ambientali, sociali e economici delle diverse ipotesi ubicative dell’AIS; • la definizione di una metodologia per individuare la “migliore” scelta ubicativa e progettuale dell’AIS; • l’individuazione dell’area destinata all’insediamento dell’AIS e della scelta progettuale effettuate in base alla metodologia precedentemente definita. - La metodologia adottata deve essere generale, verificabile, riproducibile e condivisa dalle parti interessate. 3.2 Analisi di sostenibilità - Il Soggetto Gestore deve effettuare una Analisi di sostenibilità dell’Area interessata. - L’analisi di sostenibilità deve essere documentata, condivisa dalle parti interessate, aggiornata periodicamente e deve comprendere: • l’inquadramento territoriale e normativo; • l’identificazione del sistema locale dove ricadono gli effetti dell’AIS; • l’individuazione degli aspetti di sostenibilità; • la definizione di una metodologia per valutare la significatività degli aspetti; • la valutazione degli aspetti di sostenibilità sulla base della metodologia definita; • l’elenco degli aspetti di sostenibilità ritenuti significativi. - Gli aspetti di sostenibilità da considerare nel corso dell’Analisi sono suddivisi in: • aspetti diretti (quelli sotto il controllo diretto del Soggetto Gestore); • aspetti indiretti (quelli per i quali il controllo non è completo, ma sui quali può avere un’influenza). - La metodologia adottata deve essere generale, verificabile, riproducibile e condivisa dalle parti interessate. - L’individuazione degli aspetti significativi di natura ambientale, economica e sociale dell’Area Industriale, è finalizzata all’elaborazione del Piano di miglioramento e alla gestione dell’AIS. PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 13 4 Piano di miglioramento - Il Soggetto Gestore deve predisporre un Piano con lo scopo di definire e programmare le azioni volte al miglioramento delle prestazioni (economiche, sociali ed ambientali) dell’area industriale, sulla base degli aspetti significativi emersi dall’Analisi di sostenibilità. - Il Piano deve: • indicare chiari e specifici obiettivi da raggiungere ed azioni da intraprendere, che devono tenere conto degli strumenti di pianificazione territoriale predisposti dagli Enti Locali competenti sul territorio; • essere documentato e periodicamente aggiornato dal Soggetto Gestore; • contenere modalità, mezzi, tempi e responsabilità per la realizzazione delle azioni individuate. - Le azioni del piano di miglioramento devono essere accettate e condivise dalle parti interessate. - Il Soggetto Gestore deve verificare il raggiungimento degli obiettivi contenuti nel Piano di Miglioramento. 5 Infrastrutture e loro gestione - L’AIS deve essere dotata di impianti comuni per la gestione degli aspetti ambientali, sociali ed economici in coerenza con la Politica di sostenibilità. In particolare: • le infrastrutture comuni ricadono sotto la responsabilità del Soggetto Gestore; • la responsabilità del Soggetto Gestore nella gestione degli impianti comuni deve essere documentata in modo appropriato. - L’AIS può essere dotata anche di impianti di pertinenza dei singoli soggetti insediati, ma la loro operatività dovrà risultare coerente con la Politica di sostenibilità dell’AIS. In tal caso: • il Soggetto Gestore deve garantire un ruolo di indirizzo sulle modalità di gestione dei singoli impianti (riferiti a singole imprese) attraverso un atto formale sottoscritto dai soggetti insediati; • il Soggetto Gestore deve assicurare che ogni singolo impianto, benché individuale, funzioni in modo sinergico, ove possibile, con gli altri o, comunque, senza interferire negativamente con essi; - L’AIS deve essere dotata di reti di servizi a gestione comune per ciò che concerne gli aspetti di carattere ambientale, sociale ed economico coerentemente con la Politica dell’AIS. - La gestione di tali reti di servizi può essere garantita dal Soggetto Gestore senza oneri economici aggiuntivi per le imprese rispetto i prezzi di libero mercato. - Gli ambiti di pertinenza delle responsabilità dei soggetti insediati e del Soggetto Gestore devono essere opportunamente documentati. 6 Monitoraggio e valutazione - Il Soggetto Gestore deve sorvegliare e misurare regolarmente gli aspetti dell’AIS, che possono avere una ricaduta in termini ambientali, sociali ed economici sul Sistema Locale di riferimento. - Il Soggetto Gestore deve predisporre ed attuare un Piano di Monitoraggio condiviso dalle parti interessate. PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 14 - Il Piano di monitoraggio deve: • stabilire i requisiti di qualità e di affidabilità dei dati ambientali, economico e sociali; • individuare gli strumenti, la metodologia, gli standard e la periodicità di raccolta ed analisi dei dati; • stabilire la procedura di analisi e di validazione dei dati; • stabilire le modalità con cui effettuare il Data Entry; • identificare un sistema informativo di gestione dei dati; • identificare le reti comuni di monitoraggio; • implementare un Data Base di Gestione. In particolare il sistema informativo dovrà monitorare sia la pressione che lo stato di tutti gli aspetti ambientali. Nell’ambito del progetto SIAM saranno sviluppati a scopo dimostrativo solo il monitoraggio dell’aspetto energia (come pressione) e dell’aspetto aria (come stato). - Il Soggetto Gestore deve rendere accessibili i dati alle parte interessate. 7 Dichiarazione di Sostenibilità - Il Soggetto Gestore deve predisporre una “Dichiarazione di Sostenibilità” con lo scopo di mettere a disposizione delle parti interessate le informazioni sugli aspetti di sostenibilità e sul loro miglioramento. - La Dichiarazione di Sostenibilità, costituisce uno strumento di comunicazione e dialogo con le parti interessate in materia di sostenibilità. - I requisiti minimi delle informazioni contenute nella Dichiarazione di Sostenibilità sono: • una descrizione chiara e priva di ambiguità dell’Area e un sommario delle attività e dei prodotti e servizi ad essa associati; • la Politica di Sostenibilità e una breve illustrazione del suo sistema di gestione della sostenibilità dell’Area; • una descrizione di tutti gli aspetti significativi, diretti e indiretti emersi nel corso dell’Analisi di Sostenibilità • una descrizione degli obiettivi che debbono essere perseguiti in relazione agli aspetti significativi e dei tempi di realizzazione; • - un sommario dei dati disponibili sulle prestazioni dell’Area; Il Soggetto Gestore deve aggiornare periodicamente le informazioni contenute nella Dichiarazione di Sostenibilità e prevedere comunque una nuova edizione della Dichiarazione ogni tre anni. 2.3 MARCHI DI SOSTENIBILITA’ Per la riconoscibilità della gestione sostenibile del Soggetto Gestore, così come definito dal modello, e per la verifica da parte di un Ente Terzo indipendente si potrebbe prevedere un processo di rilascio di un Marchio di Area Industriale Sostenibile. PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 15 Il MARCHIO rilasciato al Soggetto Gestore per la svolgimento della sua attività e per la conduzione dei servizi, erogati di seguito denominato “SIA Management”, si differenzia da quello che possono ottenere le singole aziende insediate nell’area industriale sostenibile. Il Soggetto Gestore potrà ottenere il Marchio solo provando il suo concreto impegno nel miglioramento delle proprie prestazioni economico sociali e ambientali e di quelle complessive dell’area che gestisce e rispettando puntualmente i requisiti del modello costruito per definire un’Area industriale come Sostenibile. Un Regolamento disciplinerà il processo di rilascio, mantenimento, ritiro e rinuncia del Marchio SIA Management. Il nome ed il logo del marchio è registrato e può essere usato dai Gestori di Aree industriale solo alle condizioni specificate nel Regolamento. Diverso è il discorso per quanto riguarda il MARCHIO rilasciato alle aziende insediate all’interno dell’Area industriale Sostenibile. In questo caso il rilascio del marchio rappresenta per il Soggetto Gestore il processo con cui verificare il comportamento delle singole realtà appartenenti all’Area Industriale e dare un riconoscimento pubblico alle realtà che si attengo alla Politica di Sostenibilità del Soggetto Gestore. Il “Marchio” di Area, per la sua riconoscibilità e diffusione, costituisce un veicolo significativo non solo per l’identificazione del territorio protetto e delle strutture/servizi dell’ente di gestione, ma anche per la promozione delle attività economiche integrate e compatibili con la tutela dell’ambiente e la valorizzazione delle risorse ambientali e culturali locali. La concessione del ”Marchio” viene identificata ed evidenziata dall’utilizzo di un “logo/dicitura”. Tale “logo/dicitura” potrà essere utilizzato solo congiuntamente al ”Marchio” dell’area secondo le prescrizioni contenute nel Regolamento che disciplina il rilascio del marchio. Il soggetto preposto al rilascio della concessione ovvero l’Ente di gestione dell’Area che si avvarrà, durante l’istruttoria delle domande per il rilascio e il rinnovo della concessione, della collaborazione di auditor interni qualificati appositamente incaricati dall’Ente Gestore della suddetta area. Il MARCHIO denominato “EURO SIA” è un segno che certifica l’appartenenza di una determinata azienda ad un’area industriale sostenibile, la sua adesione alla Politica e alla Dichiarazione di sostenibilità predisposte dal Soggetto Gestore dell’area industriale e il suo concreto e provato impegno nel miglioramento delle proprie prestazioni economico sociali e ambientali e di quelle complessive dell’area su cui questa insiste. Un Regolamento disciplinerà il processo di rilascio, mantenimento, ritiro e rinuncia del MARCHIO EURO SIA. Nelle varie fasi dell'assegnazione del marchio è necessario tentare di assicurare l'impiego efficiente delle risorse ed un livello elevato di protezione ambientale ed economico sociale. Il nome ed il logo del marchio è registrato e può essere usato dalle aziende solo alle condizioni specificate nel Regolamento che ne disciplina il rilascio. PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 16 3. CRITERI DI SOSTENIBILITA’ DELL’AREA INDUSTRIALE I criteri sono i principi guida sui quali costruire la Politica ed il Piano di miglioramento dell’AIS, costituiscono i riferimenti chiave per sviluppare sia l’Analisi di sostenibilità, sia la Valutazione Iniziale e definiscono gli elementi necessari per fornire, in modo trasparente, al pubblico informazioni sugli aspetti e sulle prestazioni economiche, sociali ed ambientali dell’Area interessata. N. TIP. DESCRIZIONE 1. Valutazione di alternative d’uso rispetto alla destinazione industriale dell’area, dopo ALTERNATIVE analisi dal punto di vista economico, sociale ed ambientale D’USO ACCETTABILITA’ E CONDIVISIONE 3. CONFORMITA’ Corretta comunicazione alla popolazione locale del bilancio costi benefici per il territorio e Trasversale 2. per i cittadini stessi, al fine di ottenere la necessaria accettazione del progetto Capacità del Soggetto Gestore e delle aziende dell’AIS di garantire la propria conformità normativa NORMATIVA 4. Capacità di integrazione delle prospettive sociali, economiche ed ambientali collegate allo INTEGRAZIONE sviluppo delle attività nell’area 5. Uso efficiente delle risorse e riduzione rifiuti: uso efficiente dell’energia, dell’acqua e delle USO RAZIONALE risorse naturali; minimizzazione dei rifiuti, loro riciclo e riuso, conservazione delle risorse DELLE RISORSE naturali; preservazione dal deterioramento irreversibile e dallo sfruttamento eccessivo LOCALI delle risorse naturali; preferenza nell’uso di risorse locali rinnovabili rispetto a quelle esterne. Sviluppo delle attività sinergiche sul territorio (simbiosi industriali, indotto dei servizi e dei prodotti…). 6. Preferenza TRASPORTO per mezzi di trasporti efficienti ed a ridotto impatto ambientale; ottimizzazione del loro impiego dal punto di vista economico ed ambientale e sociale. SOSTENIBILE 8. TECNOLOGIE VERDI Mantenimento della biodiversità nel territorio circostante. Ambientale 7. BIODIVERSITA’ Garanzia della continuità biologica all’interno dell’area industriale. Massimo utilizzo di tecnologie innovative a ridotto impatto ambientale 9. Modalità di costruzione e mantenimento delle infrastrutture e degli edifici, con il minore EDILIZIA impatto ambientale (sia dal punto di vista delle attività svolte che dei materiali utilizzati) SOSTENIBILE 10. Approvvigionamento di prodotti e servizi con valore aggiunto ambientale sia in fase di ACQUISITI VERDI produzione del prodotto sia in fase di utilizzazione e dismissione del prodotto (Prodotti con registrazione Ecolabel, Dichiarazione Ambientale di Prodotto). Approvvigionamento di servizi da organizzazioni qualificate (certificate ISO 14001 o registrate EMAS, certificate SA 8000, certificate OHSAS 18001). 11. Capacità delle aziende ubicate nell’area industriale di produrre e commercializzare PRODOTTI VERDI prodotti con contenuto ambientale sia per l’utilizzo del analisi del LCA sia per la presenza di certificazioni di prodotto (Ecolabel, marchi territoriali) o di Dichiarazioni ambientali di PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 17 prodotto volontarie (EPD): 11. Capacità di attrarre risorse e nuovi finanziamenti: finanziarie le attività esistenti, ATTRAZIONE accrescere le professionalità, introdurre nuove tecnologie, realizzare progetti di ricerca 12. RICICLO RISORSE FINANZ. scientifica e innovazione tecnologica; Economico RISORSE ECONOMICHE 13. Capacità di riciclo delle risorse finanziarie all’interno del sistema (impresa territorio e cittadini) mediante l’acquisto di beni e servizi locali Crescita del valore economico degli insediamenti produttivi e delle infrastrutture; VALORE ricadute positive in termini di redditività delle imprese ECONOMICO 14. Garanzia di ricaduta dei benefici economici su tutto il sistema (territorio e cittadini); EQUITA’ E introduzione di elementi di equità e coesione anche dal punto di vista inter-generazionale COESIONE SOCIALE 15. Rispetto dei diritti dei dipendenti, salvaguardia delle condizioni di lavoro, applicazione dei DIRITTI DEI principi internazionali di etica sociale. Prevenzione degli infortuni. Comunicazione di un LAVORATORI piano di sviluppo del miglioramento della qualità della vita nei luoghi di lavoro 16. Inalterabilità e preservazione delle diversità culturali e massima valorizzare delle IDENTITA’ condizioni e delle specificità locali; rivalutazione, da un punto di vista culturale, storico e paesaggistico, del territorio limitrofo all’area industriale. VOCAZIONE Predilezione per lo sviluppo e la valorizzare delle imprese che tengono conto della DELL’AREA 17. QUALITA’ DELLA Sociale CULTURALI E naturale predisposizione culturale ed economica dell’area, anche incrementando e favorendo le scuole di specializzazione locale. Mantenimento/miglioramento di standard adeguati qualità di vita a livello per la popolazione locale (salute, servizi alle persone, ecc.); VITA 18. Sviluppo di programmi educativi rivolti all’acquisizione di comportamenti sostenibili da EDUCAZIONE parte di cittadini ed operatori economici e per la formazione di nuove professionalità legate allo sviluppo sostenibile; 19. INFORMAZIONE E Garanzia di una informazione trasparente, periodica e sistematica nei confronti delle parti interessate e garanzia di partecipazione della popolazione alle scelte politiche PARTECIPAZIONE PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 18 4. INDICATORI La fase di gestione e controllo della sostenibilità di una zona industriale “AIS”, comporta la necessità di valutare i migliori indicatori possibili di tipo socio-economico-ambientale, che meglio possano rappresentare il grado di sostenibilità dell’AIS rispetto al Sistema Lavoro che l’area stessa genera e influenza. Quindi l’obiettivo di ogni indicatore scelto dovrà supportare tale valutazione e l’insieme degli stessi dovrà fornire il livello di sostenibilità che l’area in oggetto raggiunge in rapporto alle altre aree industriali che desiderano entrare in questa “classifica”. Ci si potrà quindi riferire a indicatori di tipo “misto” e “normalizzato”, al fine di contemplare la duplice necessità di monitorare, ad esempio, aspetti economici rispetto ad elementi territoriali o aspetti sociali rispetto ad elementi economici e di poter confrontare aree diverse con lo stesso metro di misura o imprese della stessa area tra loro. Quindi dovranno essere sostanzialmente scelti indicatori di due generi: Indicatori d’Area: ASPETTO d’AREA (economico/sociale/ambientale) rispetto al Territorio di riferimento. Indicatori d’Impresa: ASPETTO D’IMPRESA (economico/sociale/ambientale) rispetto all’AIS. La scelta potrà essere effettuata in funzione di elementi Generici alle diverse aree industriali (e quindi valutabili in maniera assolutamente uniforme) e di elementi Particolari che tengano conto di specifiche caratteristiche del Sistema Lavoro di riferimento. Riassumendo, quindi, l’analisi della sostenibilità di un’Area Industriale sarà effettuata con diversi obiettivi: Grado di sostenibilità: gradimento economico/ambientale e integrazione sociale dell’AIS con il Territorio di Riferimento. La valutazione potrà avvenire con l’utilizzo di indicatori d’area e la scelta di livelli di guardia sopra i quali l’aspetto a cui l’indicatore si riferisce risulta “sostenibile”; Percentuale di sostenibilità: livello di “presenza” dell’impresa nell’AIS, valutato attraverso indicatori d’impresa come percento sul totale dell’area. L’insieme di tali indicatori fornisce la valutazione dell’impatto socio/economico/ambientale dell’impresa nell’area (sostanzialmente il primo passo del sistema di gestione ambientale secondo EMAS). Livello di sostenibilità: classifica di sostenibilità relativa delle AIS. Tale livello potrà essere valutato con classifica biennale alla quale tutte le aree partecipano, con punteggio calcolato in funzione dei livelli raggiunti dagli indicatori d’area (generici e particolari). PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 19 5. DEFINIZIONI AREA INDUSTRIALE SOSTENIBILE Alla luce delle considerazioni sopra esposte e tenendo conto delle indicazioni fornite dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (“eco-industrial park”), un’Area Industriale Sostenibile può essere così definita: “Comunità di imprese manifatturiere e di servizi, comprese all’interno di un ambito territoriale fisico o virtuale, che attraverso una collaborazione nella gestione delle problematiche connesse all’ambiente ed alle risorse (economiche ed umane) intendono migliorare le loro prestazioni ambientali, economiche e sociali. “dotandosi di specifici strumenti organizzativi, e gestionali e di adeguate infrastrutture”. L’Area Industriale Sostenibile intende ricercare benefici anche per le comunità limitrofe al fine di assicurare che l’impatto netto del suo sviluppo sia positivo”. AMBITO TERRITORIALE FISICO “La porzione di territorio che delimita fisicamente la singola area o l’insieme delle singole aree, contigue tra loro, ove hanno sede le diverse imprese, manifatturiere e/o di servizi che costituiscono la comunità”; AMBITO TERRITORIALE VIRTUALE “Il raggruppamento territoriale su uno spazio vasto, per fini di sostenibilità industriale, delle imprese manifatturiere e di servizi che costituiscono la comunità quando queste sono dislocate sul territorio in modo non contiguo”. ASPETTI DI SOSTENIBILITA’ Le attività dei soggetti operanti direttamente e indirettamente nell’Area Industriale che producono effetti economici, sociale ed ambientali nel Sistema Locale. SOGGETTO GESTORE Società, azienda, impresa, ente o istituzione, ovvero loro parti o combinazioni, in forma associata o meno, pubblica o privata, che abbia una propria struttura funzionale e amministrativa che svolge il ruolo di gestore dell’AI, di coordinamento con i soggetti insediati e le altre parti interessate e di rappresentanza dell’intera Area Industriale. SISTEMA PUBBLICO LOCALE L’insieme degli Enti Pubblici (Regione, Provincia, Comuni ed altro) che hanno competenza territoriale sul Sistema Locale. PROGETTO LIFE AMBIENTE 524/04 SIAM RAPPORTO FINALE TASK 3 20