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Diapositiva 1
Aggiornamenti sulle patologie del
rachide cervicale
Colpo di frusta cervicale: problema serio?
Claudio Gavioli, Poliambulatorio Riacef
Modena - Spezzano
Il termine entra a far parte della letteratura medica a partire dal
1945 con Davis che nel descrivere con più precisione il significato
del termine “whip lash” argomentava che gli incidenti
automobilistici ne sono la causa più prolifica e che l’estrema
mobilità del tratto cervicale della colonna consente al peso del
capo di continuare il suo movimento in avanti dopo il momento
dell’impatto…Poi nel 1953 J.R.Gay e K.H.Abbot iniziarono su tali
basi a descrivere la caratterizzazione dei sintomi ed il termine
whiplash iniziò ad essere utilizzato per indicare una lesione fisica in
grado di provocare determinati sintomi…
E aggiungevano…”nel caso in cui in relazione alle circostanze
dell’incidente ci fosse stata una profonda reazione emozionale, od una
predisposizione a sviluppare una reazione di tipo psiconevrotico, era
evenienza comune che i sintomi di tipo nervoso, ritornassero,
ricorressero e persistessero per molti mesi…”
Ma già quasi un secolo prima…
The Railway Spine
Termine coniato da Erichsen, un ortopedico inglese, per descrivere nel 1867
uno specifico tipo di lesione associato agli gli incidenti ferroviari. Erichsen
sosteneva che l’intero sistema nervoso ricevesse in seguito al trauma… “a
severe shake or shock”…e credeva che il terrore fosse in grado di
determinare cambiamenti fisici nel midollo spinale tali da provocare i
sintomi… In una successiva pubblicazione del 1886 considerava un secondo
possibile meccanismo lesionale, cioè che un improvviso colpo all’indietro e in
avanti del rachide “jarring back and forth” potesse essere responsabile dei
sintomi
Il lavoro di Erichsen attirò molta attenzione ed ebbe
importanti ripercussioni medico legali. Con l’avvento del
concetto di “concussion of the spine” venne riconosciuto per
la prima volta, tra molte conflittualità, un danno cronico della
colonna vertebrale
Colpo di frusta
Spitzer 1995
Meccanismo di trasferimento d’energia al collo in
accelerazione decelerazione con un movimento
generalmente in estensione-flessione. E’ per lo più il
risultato di collisione tra veicoli con impatto
posteriore o laterale ma può anche avvenire in
seguito ad altri infortuni (es.tuffi). L’impatto può dar
luogo a lesioni ossee e/o dei tessuti molli (Whiplash
Injury) che possono condurre a variabili
manifestazioni cliniche (Whiplash Associated
Disorders - WAD)
Il termine colpo di frusta tecnicamente indica pertanto un
tipo di movimento, non una malattia. Tuttavia viene
utilizzato nel linguaggio comune per descrivere le
manifestazioni cliniche conseguenti a tale movimento
Sintomi associati al Colpo di Frusta
Altri sintomi

Turbe del sonno

Irritabilità
Smemoratezza e difficoltà alla
concentrazione


Scroscio articolare cervicale

Sensazione di collo instabile

Facile affaticabilità

Labilità emotiva

Dolore temporo - mandibolare
Alcuni dati epidemiologici
Incidenza annuale: da 0.8 – 4.2 per 1000 abitanti. La
variazione dipende dalla popolazione studiata, dal tipo di
incidente, dai criteri di inclusione e di esclusione, da aspetti
culturali, da fonti bibliografiche

In Italia rappresenta il 66% delle lesioni al volante, rispetto al
40% tedesco, il 15% spagnolo, il 6% francese

Negli U.S.A si calcola che il costo annuo per tale problema sia
pari a 30 bilioni di $. In Gran Bretagna 3.1 milioni di £.

.
Inoltre i problemi correlati al “whiplash injury” rappresentano
un significativo onere economico, personale ed emozionale per
tutti i soggetti coinvolti
Altri dati U.S.A.

3 milioni di nuovi “whiplash” ogni anno
la percentuale di impatti a bassa velocità a rischio di
lesioni è del 30-60%


di queste lesioni il 35-70% non guarisce completamente
di queste si stima una percentuale di casi superiore al
14% risulterà in disabilità

Richiami di anatomia funzionale del rachide cervicale
applicati alla
“sindrome da accelerazione –decelerazione”
 7 vertebre
 2 Segmenti sup ed inf
 flex-est
 Rot dx e sx
 Inclin lat dx e sx
 movimenti combinati
i peduncoli hanno un diametro di 6 mm ed un altezza di
7mm ed insieme alle lamine formano l’arco vertebrale

le lamine si uniscono sulla linea mediana a formare il
processo spinoso

dai peduncoli originano le faccette articolari delle
articolazioni zigoapofisarie

Le faccette articolari superiori
sono orientate superiormente ed
posteriormente a 45°, le faccette
articolari inferiori inferiormente ed
anteriormente a 45°: ciò è
importante per i complessi
movimenti del rachide cervicale

L’inclinazione diviene più verticale
a livello del tratto inferiore della
colonna cervicale

Le articolazioni zigoapofisarie
sono appiattite e sono delle vere
articolazioni sinoviali racchiuse da
una capsula fibrosa e rivestite da
una membrana sinoviale

Ogni articolazione
zigoapofisaria da C3/C4 a
C7/T1 è innervata dalla
branca posteriore del
nervo spinale

L’articolazione C2/C3 è
largamente innervata dal
terzo nervo occipitale che
è la branca superficiale
mediale del ramo dorsale
di C3

Ogni articolazione è
ricoperta da cartilagine
ialina e può contenere un
menisco

 A livello di ognuno dei segmenti
cervicali “tipici” le radici nervose
escono dal canale spinale attraverso
tunnel ristretti denominati forami
intervertebrali
 Il forame intervertebrale è circondato
superiormente ed inferiormente dai
peduncoli, posteriormente dalle
articolazioni zigoapofisarie,
anteriormente dal corpo vertebrale
disco e articolazioni uncovertebrali
 il diametro medio verticale del
forame intervertebrale è
approssimativamente 10 mm, quello
orizzontale 4 mm e la lunghezza 5 mm
a livello della colonna cervicale i
dischi sono più spessi anteriormente,
il che rende conto della lordosi
cervicale

l’anello fibroso è composto da
fibrocartilagine e proteine fibrose
predisposte in lamelle concentriche
che conferiscono forza e stabilità alla
colonna

il nucleo polposo è formato da una
miscela di proteoglicani e di fibre
collagene molto ricca d’acqua. Con
l’avanzare degli anni tende a perdere
le sue proprietà idrofiliche diventando
più fibrocartilagineo

• 1) Ligamento longitudinale anteriore
• 2) Ligamento longitudinale posteriore
• 3) Ligamenti gialli, che si dispongono sulle articolazioni
interapofisarie a livello delle lamine entrando a far parte
della composizione fibrosa della capsula articolare
• 4) Ligamento interspinoso
• 5) Ligamento sovraspinoso
L’
arteria vertebrale,ramo
della succlavia, è la fonte
principale di apporto sanguigno
alla colonna cervicale e alla
porzione cervicale del midollo
spinale

Passa attraverso i forami
trasversari da C6 a C1
Aspetti biomeccanici, anatomopatologici,fisiopatologici
e clinici
I meccanismi patogenetici delle varie condizioni dolorose
associate al CDF sono tuttora oggetto di discussione e non si
trova nella letteratura scientifica internazionale un’uniformità
di vedute riguardo la sequela di lesioni che la colonna
cervicale subisce in seguito ad un incidente.
Si devono in ogni caso distinguere 3 componenti:
1) L’Evento, ovvero il processo biomeccanico che conduce a
2) Le Lesioni Tissutali e
3) La Sindrome Clinica
Dal punto di vista biomeccanico il CDF è la conseguenza della
risposta inerziale del corpo alle forze erogate. Il capo ed il collo
sono sottoposti a una escursione senza alcun colpo diretto

Vi è ampio consenso nel ritenere che la colonna cervicale
subisce in concomitanza dell’impatto improvviso una pressione
ed un sovraccarico significativi durante il meccanismo di
accelerazione-decelerazione del tronco rispetto al capo, che
viene proiettato posteriormente sino alla massima escursione
articolare, e a volte oltre, con un ritorno in flessione, nella fase di
decelerazione

Allo stato attuale delle conoscenze non vi è tuttavia alcuna
soluzione matematica che possa spiegare le forze in gioco nella
dinamica del tamponamento per l’esistenza di troppe variabili
che non permettono una standardizzazione applicabile all’intera
popolazione

Variabili che condizionano
la vis lesiva e l’entità delle lesioni

postura del capo

direzione dell’impatto

premonizione del sinistro

morfologia del soggetto e circonferenza del collo

sesso ed età

condizioni fisiche precedenti

la massa, la resistenza il tipo di veicoli coinvolti

rigidità del sedile

mutamenti che intervengono nei veicoli venuti a collisione

condizioni del manto stradale
La posizione di partenza del capo e la direzione della forza di
impatto rispetto al corpo determinano l’associazione di forze in
rotazione che possono modificare il meccanismo traumatico. E’
pertanto riduttivo definire il colpo di frusta come un trauma da
iperestensione - iperflessione, potendosi spesso associare anche
iper-rotazione e inclinazione del capo, realizzando meccaniche
traumatiche complesse e multidirezionali in grado di determinare
lesioni più gravi che il semplice meccanismo di flesso estensione
In ogni caso, considerando la tipica sequela di eventi
conseguente ad un classico “tamponamento”avremo:
1) Improvvisa accelerazione del veicolo urtato
2) Spinta in avanti del dorso della persona urtata dopo un
rapido contatto con il sedile che si muove in avanti
3) Estensione/compressione del segmento cervicale inferiore
e flessione/compressione del segmento cervicale
superiore con la colonna cervicale che assume una
transitoria forma ad S
4) Durante questi eventi vi è accumulo di energia nelle
componenti elastiche della colonna cervicale, seguito da
un rapido rilascio di energia che spinge innanzi il capo ed il
collo
5) Questo rilascio rapido di energia produce una successiva
rapida flessione e forze di distrazione nella colonna cervicale
contribuendo a determinare nuove lesioni
6) La curva sigmoide determinata dalle differenti forze che
agiscono contemporaneamente provoca uno scivolamento
delle faccette articolari le une sulle altre
7) Lo scivolamento a sua volta determina una condizione di
stress sulle strutture sensitive anteriori e posteriori: faccette
articolari, capsule articolari, dischi, anulus, ligamenti
longitudinali ant.e post., strutture meniscoidi
8) Ciò provoca un incremento del potenziale lesionale e spiega
anche perché un impatto a bassa velocità può essere
responsabile di sintomi che altre condizioni similari non
provocano
E’ questo il momento critico in cui le capsule e le faccette
articolari delle articolazioni interapofisarie possono essere
“stretched, pinched and torn”
Durante la seconda fase di questo movimento anomalo (>100
ms) si osserva il massimo spostamento del capo e del collo, tutti
i segmenti cervicali sono sollecitati in estensione, i legamenti
anteriori possono essere eccessivamente allungati, e le faccette
articolari essere ulteriormente danneggiate
Altri meccanismi lesionali
La risposta muscolare all’evento traumatico si verifica con un
tempo di latenza relativamente lungo (100-125 ms dopo il
trauma). La risposta primaria all’impatto e all’accelerazione è la
contrattura con successiva potenziale lesione se i muscoli
contratti oppongono resistenza al movimento del capo.

Studi ben documentati hanno evidenziato un interessamento
dei mm. sub - occipitali, del m. semispinale del capo, dello SCM,
degli scaleni, del piccolo pettorale, del m.lunghissimo del collo,
del trapezio

In tali muscoli possono determinarsi condizioni di
“sovraccarico” che sono alla base del dolore miofasciale posttraumatico

E poi ancora…
il disco intervertebrale è una sorgente ben documentata di
dolore sia di origine centrale che periferica nel CDF

i meccanismi lesionali vanno ricercati nelle significative
forze che si vengono a determinare specie a carico
dell’anulus a causa delle forze di compressione e di carico al
momento dell’impatto

l’arteria vertebrale è un’altra struttura sensibile che può
essere danneggiata, ovvero eccessivamente allungata, come
dimostrato da test biomeccanici di collisione

Disco intervertebrale
 avulsioni del disco dal piatto
vertebrale
lesioni fissurative (tears) della
porzione anteriore e posteriore
dell’anello fibroso che possono
predisporre il disco ad una
prematura degenerazione venendo
ad essere compromesso il normale
“flusso nutrizionale osmotico”

ernie discali post-traumatiche
(raramente acute,

+ probabili in dischi già degenerati)
Radici nervose
 La combinazione di forze di varia entità e direzione può
essere responsabile di lesioni alle radici nervose cervicali.
Queste possono venire intrappolate nel forame di coniugazione
transitoriamente ristretto durante la fase iperestensoria del
trauma ed essere successivamente sottoposte a trazione
durante la fase di rebound flessorio con conseguente
congestione intraneurale vascolare ed edema che sarebbe
particolarmente pronunciato nel caso agiscano forze
compressive rapide.
Inoltre bisogna considerare le connessioni anatomiche del
sistema nervoso autonomo (simpatico cervicale) con le radici
nervose cervicali, i nervi cranici, i vasi del collo ed i potenziali
sintomi conseguenti alla sua irritazione in seguito a CDF

Legamenti
 Il legamento più esposto a lesioni che
possono andare dalla semplice distensione
alla lacerazione macroscopica è il ligamento
longitudinale anteriore che può fondersi
impercettibilmente con la porzione anteriore
del disco intervertebrale indicando pertanto
che si tratta di lesioni frequentemente
associate
Aspetti clinici
Il sintomo dolore dopo CDF può originare da
differenti strutture anatomiche, ovvero:

Ossa

Legamenti

Dischi intervertebrali

Muscoli

Articolazioni

Nervi
OLD MAN
E’importante evidenziare che
nella definizione della IASP (International Association for the
Study of Pain) il sintomo dolore è considerato come “una
spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata con
lesioni tissutali reali o potenziali”

il dolore è sempre un’esperienza soggettiva e può essere
pertanto riferito per ragioni psicologiche anche in assenza di
danni tissutali dimostrabili


il dolore nel CDF può essere acuto o cronico.
il dolore acuto post-traumatico implica che la lesione tissutale
sia responsabile della generazione e trasmissione di impulsi
algici al SNC

l’intensità, la rapidità d’insorgenza e la diffusione del dolore
acuto dopo un incidente sono fattori predittivi di un aumentato
rischio di cronicità

il dolore cronico è per definizione una condizione che dura
almeno dai 3 ai 6 mesi e che ci si aspetta possa divenire
permanente. Si può verificare essenzialmente in due differenti
situazioni:

1) quando la lesione è così severa che si verifica un danno
anatomico strutturale permanente alle strutture coinvolte di entità
tale da comprometterne la funzionalità

2) quando si verifica una condizione caratterizzata da una
costellazione generalizzata di sintomi cronici che includono
cervicalgia, cefalea, rigidità al collo, instabilità, parestesie agli arti
superiori, sintomi temporo - mandibolari, disturbi psicologico emozionali che si sviluppano o persistono più di 6 mesi
dall’evento traumatico e prendono il nome di “late whiplash
syndrome”

lo sviluppo di tale condizione sembra essere
multifattoriale con l’intersecarsi di componenti
neuropsicologiche, cognitive, psicosociali ed emozionali
in grado di modificare la percezione del dolore a livello
del SNC

Melzack R.: From the gate to the neuromatrix.Pain suppl 6,1999
Generalmente i pazienti sviluppano i sintomi piuttosto
rapidamente, tipicamente entro le 24- 48 ore

La stragrande maggioranza si lamenta invariabilmente per il
dolore nella regione cervicale posteriore che si irradia ai muscoli
trapezi, alle spalle, in regione interscapolare inferiormente, in
regione occipitale superiormente o si irradia agli arti superiori ed
è esacerbato dai movimenti del collo

Il dolore spesso si associa a sensazione di bruciore e rigidità.
La restrizione dei movimenti può essere rilevante ed è spesso
associata a contrattura muscolare che a sua volta, insieme al
dolore, contribuisce alla riduzione del ROM


Cefalea acuta attribuita a colpo di frusta
Criteri diagnostici:
Rilievo anamnestico di colpo di frusta (improvviso e brusco
movimento di accelerazione/decelerazione del collo)
associato a cervicalgia in fase acuta
La cefalea esordisce entro i 7 giorni successivi al colpo di
frusta
La cefalea si risolve entro i 3 mesi successivi al trauma
cranico
La cefalea persiste, ma al momento dell’osservazione non
sono ancora trascorsi 3 mesi dal trauma cranico
a) Forma occipitale
b) Forma occipito - temporo- mascellare
c) Forma sovraorbitaria (la più frequente)
Altre caratteristiche di minore importanza
a) Nausea
b) Fonofobia o fotofobia
c) Instabilità
d) Visione offuscata “ipsilaterale”
e) Disfagia
f) Edema ipsilaterale in area perioculare
Sindrome dolorosa
miofasciale post-traumatica
Condizione clinica caratterizzata dalla
presenza di dolore muscolare localizzato che
origina in aree ben delimitate di ipersensibilità
apprezzabili come noduli palpabili insiti in una
bendelletta muscolare tesa che prendono il
nome di trigger points (P.T)
Vertigine e Instabilità
Numerosi pazienti che hanno subito il trauma da CDF
riferiscono sintomi di vertigine descritti spesso in termini di
sensazione di “testa vuota”, “galleggiamento”,
“barcollamento”,”disorientamento nello spazio” “giramenti di
testa”, “disequilibrio”… Si tratta pertanto in realtà di
instabilità
Parestesie, dolore alle braccia,
debolezza soggettiva, pesantezza…
Sindrome dello Stretto Toracico (TOS)
sia studi prospettivi che retrospettivi riportano la sensazione
di formicolio e intorpidimento alle mani, in particolare alle due
dita del lato ulnare

in genere tali sintomi, così come il riscontro di debolezza,
pesantezza o fatica agli arti superiori non sono accompagnati
da segni neurologici all’esame clinico

una delle teorie più plausibili è che si tratti di disturbi
riconducibili a Sindrome dello Stretto Toracico che originerebbe
dalla “compressione intermittente” dei tronchi inferiori del
plesso brachiale nel passaggio attraverso i mm.scaleno
anteriore e medio contratti

Disturbi psicologici
Stress psicologico, ansia,
disturbi affettivi, anomalie comportamentali
Sterling Michele: Manual Therapy 9 (2004) 60-70
 si riscontrano tipicamente nei pz che presentano WAD cronici
disturbi psicologici di minore entità si possono riscontrare tuttavia anche
in fase acuta

si ritiene che i fattori psicologici, specie se significativi già in fase acuta,
possano avere un ruolo determinante nel passaggio da una condizione
acuta ad una cronica

Late Whiplash Syndrome







La maggior parte degli individui “guarisce” entro 3 mesi
Il 10% dei pz però continua a lamentare severi sintomi
Se i sintomi persistono oltre i 6 mesi dal trauma si parla di
“late whiplash syndrome”
Molti esempi in letteratura di sintomi che durano per mesi o
anni
Lo sviluppo di tale condizione sembra multifattoriale, con
elementi cognitivi, psicosociali e psicologici
In particolare ansia e depressione
Un ipersensitività del tessuto nervoso e successiva iperalgesia
sono spesso osservate
Late Whiplash Syndrome and Litigation




La maggior parte degli Autori non ritiene che i pz affetti da
LWS siano simulatori consapevoli e fingano per guadagni
economici
E’tuttavia probabile che i contenziosi medico-legali possano
essere implicati nell’esagerazione dei sintomi in determinati
individui vulnerabili
Un appropriata attenzione ai fattori psicologici nel
trattamento del CDF in fase acuta sembra d’importanza
critica nella prevenzione della LWS.
Un approccio multidisciplinare sembra essere di
fondamentale importanza nella gestione delle condizioni
dolorose croniche
La Valutazione clinica
• Anamnesi
• Ispezione e palpazione
• ROM articolare attivo e passivo: quantità e qualità
del movimento
• Esame clinico del segmento cervicale superiore e
inferiore
• Esame neurologico
• Test specifici
Indagini Diagnostiche Strumentali
Radiografia Convenzionale (R.C.)
• prima e spesso unica indagine strumentale ad essere
effettuata al P.S.
• dovrebbe includere almeno le proiezioni A.P, L.L e la
“transorale”
• le proiezioni dinamiche sono utili per indagare potenziali
instabilità o ipomobilità
• il rilievo R.C più frequente è quello di perdita della fisiologica
lordosi
Quale significato da attribuire alla rettilineizzazione
fisiologica lordosi?
• Già Crowe nel 1958 mise in discussione il significato di
tale reperto
• Si tratta di un reperto frequente nella popolazione sana
• Vi è scarsa evidenza che reperti anomali riscontrati all’Rx
all’epoca dell’evento acuto siano correlati con gli esiti a
distanza
• Così anche vi è scarsa correlazione tra i rilievi Rx grafici e
i sintomi clinici comunemente lamentati (Balla and Iansek
1988)
• Pertanto i reperti radiografici non sono utili nella
valutazione della vasta maggioranza di pazienti
Jull G, Trott P, Potter H, et al. A randomized controlled trial of
exercise and manipulative therapy for cervicogenic headache.
Spine 2002:27:1835–45.
la contrazione del muscolo lungo del collo sarebbe
principalmente responsabile dell’appiattimento della lordosi

questa a sua volta porterebbe ad un incremento di attività del
muscolo trapezio che a sua volta determinerebbe un
sovraccarico funzionale sulle strutture articolari

inoltre un’eccessiva sollecitazione dello SCM e degli scaleni
sarebbero spesso associate

Tomografia Assiale Computerizzata (TAC)
• in fase acuta quando non sia stata ottenuta ottimale
visualizzazione di tutto il tratto cervicale alle radiografie
convenzionali
• deficit neurologico o notevole dolore cervicale con studio
radiologico convenzionale normale
• qualora sia necessario confermare e/o meglio precisare
una lesione ossea rilevata all’RX standard
• la definizione delle fratture con la Tac è maggiore rispetto
all’RM
Risonanza Magnetica (RM)
• Grande vantaggio della multiplanarietà
• In fase acuta, entro 15 gg dal trauma, non sono solitamente
rilevabili reperti specifici
• Il riscontro di lesioni dei tessuti molli appare talmente basso
da non giustificarla nella maggioranza dei casi
• In fase sub-acuta può essere indicata per il rilievo di ernie
cervicali post-traumatiche, spesso tuttavia oggetto di
possibili contenziosi
relativamente al nesso di causalità
EMG (Elettromiografia)
• Valutazione della gravità e della natura del danno radicolare
• Possibilità di fornire un supporto oggettivo ai sintomi riferiti
• Possibilità di fornire al medico legale un bilancio definitivo di
fronte ad esiti stabilizzati
• Tuttavia tale indagine è spesso di dubbia interpretazione e le
alterazioni radicolari sono di scarso rilievo
Pedana Stabilometrica
Indicazioni
• Indaga quantitativamente la funzionalità del sistema di
controllo posturale statico in soggetti in cui la clinica
rileva uno sfumato disturbo dell’equilibrio
• Controlla le modificazioni (spontanee o dovute al
trattamento farmacologico o fisioterapico) delle
oscillazioni posturali
• Analizza e documenta la simmetria di carico sugli arti
inferiori e la presenza di antero, retro o latero - pulsioni
3 Livelli di interventi
• Raccomandati: validi sulla base della forza
dell’evidenza
• Incerti: dati scientifici disponibili né positivi né
negativi
• Sconsigliati: nocivi secondo EBM
Collare si, collare no, quale collare, per
quanto tempo?
Mealy et al:72 ore
 Pennie et al:15 gg
 Atanasio et al:18 gg
 Gurumoorthy: 30 gg

Whiplash associated disorders
grado I
Trattamenti raccomandati
• Normali attività quotidiane
• Rassicurazione
• Educazione
• Esercizi attivi
• Mobilizzazione/ Manipolazione (periodo limitato)
• Analgesici/FANS (periodo limitato)
WAD grado I
trattamenti di non provata efficacia
(evidence inconclusive)
Modalità passive
•
•
•
•
•
Cuscino cervicale
Caldo/freddo
TENS
Massaggio
Agopuntura
•
•
•
•
Diatermia
Ultrasuoni
Laserterapia
Magnetoterapia
WAD grado II o III
Trattamenti raccomandati
• Modificare attività quotidiane (prime settimane)
• Rassicurazione/Educazione
• Esercizi attivi
• Mobilizzazione/Manipolazione (periodo limitato)
• Analgesici/FANS (periodo limitato)
• Collare (periodo limitato)
• Chirurgia (indicazioni specifiche)
WAD grado I
Trattamenti sconsigliati
•
•
•
•
Riposo
Assenza dal lavoro
Farmaci (utilizzo prolungato)
Modalità passive (utilizzo prolungato)
WAD grado II o III
trattamenti sconsigliati
• Farmaci (utilizzo prolungato)
• Modalità passive (utilizzo prolungato)
Ruolo degli esercizi attivi
• In tutte le direzioni di movimento
• Per tutto l’arco di movimento possibile
• Con modalità di stiramento e rinforzo
muscolare
• Non diminuire il dolore ma migliorare la
funzione
Linee Guida Cliniche per la gestione della fisioterapia nei
disturbi connessi al colpo di frusta
Moore et al. The Chartered Society of Physioteraphy, London, 2009

L’esercizio attivo andrebbe utilizzato per ridurre il dolore
L’esercizio attivo per la riduzione del dolore andrebbe iniziato
entro 4 giorni dalla lesione

Un programma di esercizi attivi pianificato per ogni individuo
dopo la valutazione andrebbe preso in considerazione per la
riduzione del dolore

Ruolo della Rassicurazione e dell’Educazione
•
•
•
•
Adeguata informazione al paziente
Incoraggiamento
Disponibilità e capacità d’ascolto
Paziente è un individuo, non una malattia
“Il bravo medico è quello che
diverte il paziente mentre la
natura fa il suo corso”
Voltaire
Vari Operatori Professionali
Medici
 Fisioterapisti
 Terapisti Manuali
 Massofisioterapisti
 Osteopati
 Chiropratici
 Altri

Molti approcci differenti
•
•
•
•
•
•
•
•
Maigne
Travel and Simmons
Rocabado
Maitland
Gunn
Rolf
Mc Kenzie
Stecco
•
•
•
•
•
•
•
•
Osteopathy-Still
Chiropratic-Palmer
Janda
Butler
Lewitt
Cyriax
Kalterborn
Knott e Wott
Si tratta dell’utilizzo di movimenti passivi
finalizzati al recupero della normale
“spinal function”

Tecniche di mobilizzazione muscolare

Tecniche di mobilizzazione articolare

Tecniche di mobilizzazione nervosa

Tecniche di stabilizzazione

Tecniche di coordinazione

Manipolazioni Vertebrali
Mobilizzazione
Manipolazione


Movimenti passivi, ripetitivi, lenti e ritmici, di ampiezza
variabile, tale in ogni caso da non superare mai
l’escursione fisiologica di movimento dell’articolazione
Spinta passiva, forzata, ad alta velocità, di poca
ampiezza, in grado di superare il limite dell’escursione
fisiologica di movimento, senza superare il limite oltre
il quale compare una lussazione articolare
Meccanismi d’azione della terapia manuale
( Meeker et al.,2002)

recupero flessibilità tessuti molli articolari

miglior distribuzione del fluido sinoviale

stimolazione recettori articolari, muscolari e tendinei

attivazione circuiti motoneuronali e propriocettivi
attivazione meccanismi neurologici riflessi a livello centrale e
corticale


inibizione del dolore tramite il rilascio di endorfine e sostanza P

riduzione sensibilizzazione centrale
The Future (?) of Whiplash







Sistemi di supporto e materiali tecnologicamente avanzati in
grado di prevenire lesioni alla colonna dopo incidenti stradali
Valutazione clinica tempestiva ed accurata
Appropriatezza delle indagini strumentali
Conoscenza accurata delle indicazioni e limiti di ogni
trattamento
Rapida progressione verso il trattamento attivo
Approccio multidisciplinare specie per i pz con dolore cronico
Sforzi coordinati dei vari operatori
Euchoreutes-naso-gerboa-grandi orecchie
Fly UP