CAPITOLO 4 - LA BIELLA Materiale adottato per la Biella
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CAPITOLO 4 - LA BIELLA Materiale adottato per la Biella
Capitolo 4 La biella 4.1 – Materiale adottato per la Biella Prima di iniziare qualsiasi verifica, è necessario definire le caratteristiche del materiale adottato in quanto tutti i dimensionamenti ed i relativi coefficienti di sicurezza vengono calcolati in funzione del materiale con il quale il singolo componente viene realizzato. In particolare, la biella ed il relativo cappello del motore BMW S54 originale risulta essere in acciaio, e per questo motivo si adottano le caratteristiche dell’acciaio 38NiCrMo4 che vengono riassunte nella tabella seguente. In particolare, si fornisce anche il rispettivo diagramma di Goodman che sarà necessario per le verifiche a fatica dei componenti. CARATTERISTICHE MECCANICHE DEL MATERIALE 38NiCrMo4 Materiale 38NiCrMo4 7,8 kg/dm3 210000 Mpa 81000 Mpa 0,3 Densità Modulo di Young Modulo di elasticità tangenziale Coefficiente di Poisson ρ E G ν Coefficiente di dilatazione termica αb Tensione di rottura σr 1000 Mpa Tensione di snervamento a trazione σy_N 850 Mpa Tensione di snervamento a flessione σy_Mf 1000 Mpa Tensione di snervamento a torsione Limite di fatica all'inversione a flessione τy_T 520 Mpa σinv_Mf 600 Mpa Limite di fatica all'origine a flessione σor_Mf 770 Mpa www.tecnicadacorsa.it 11 μm/m°C [email protected] 29 Limite di fatica all'inversione a trazione σinv_N 550 Mpa limite di fatica all'origine a trazione Limite di fatica all'inversione a torsione σor_N 730 Mpa τinv_T 350 Mpa Limite di fatica all'origine a torsione τor_T 510 Mpa Diagramma di Goodman 1200 1000 800 600 400 Sforzo Normale Flessione 200 Torsione Bisettrice 0 0 200 400 600 800 1000 1200 -200 -400 -600 -800 4.2 – Dimensionamento del Fusto La prima verifica che occorre fare sulla biella è relativa al fusto. In particolare questa si compone di una serie di sotto-verifiche ognuna delle quali copre un particolare comportamento della biella, per confermare che la stessa resista in ogni sua condizione di funzionamento, rispetto ai carichi precedentemente definiti. Le verifiche che occorre fare sono quindi: Verifica statica a trazione www.tecnicadacorsa.it [email protected] 30 Verifica a fatica Verifica a Carico di punta Verifica a Colpo di frusta Di ognuna, naturalmente, occorrerà definire il punto in cui si ha la zona critica rispetto a geometria del componente e carichi che lo stesso subisce, trovare le sollecitazioni agenti, e utilizzando i metodi ed i criteri di Costruzione di Macchine, verificare quale Coefficiente di Sicurezza si ha, in modo da capire quanto in sicurezza risulta essere la biella. Naturalmente, se si vuole realizzare un motore tranquillo, magari destinato alla serie ed in grado di coprire centinaia di migliaia di chilometri, sarà necessario mantenere i coefficienti di sicurezza alti; se invece il motore è da destinare alle competizioni e la sua vita attesa è ristretta a poche ore, sarà possibile adottare coefficienti di sicurezza molto ristretti, che per i componenti di Formula 1 e MotoGp possono arrivare anche a valori di 1.1. Il procedimento da noi seguito è stato quello di valutare prima i componenti originali, inserendo le caratteristiche richieste nel foglio di calcolo realizzato, per verificare dove ed in che modo era possibile intervenire, in modo da cercare di realizzare un componente più performante, ma con coefficienti di sicurezza comunque ragionati. Di seguito si troverà quindi le verifiche fatte sui componenti originali, e successivamente le verifiche fatte sui componenti elaborati, in modo da avere anche un riscontro diretto dell’evoluzione compiuta. 4.2.1 – Verifica Statica del Fusto La verifica statica del fusto mira a definire il coefficiente di sicurezza relativo ad una sollecitazione statica sulla biella. Naturalmente occorre fare il tutto adottando il carico più critico, unitamente alla sezione minima del fusto. La combinazione di questi, infatti, fornirà il caso più critico in termini di sforzi normali, e quindi il coefficiente di sicurezza più restrittivo. I casi da considerare in particolare sono due: Verifica a trazione: PMS in fase d’incrocio Verifica a compressione: PMS in fase di combustione all’avviamento Tali punti critici sono facilmente ritrovabili analizzando il grafico delle forze totali agenti sul manovellismo che è stato precedentemente realizzato. In particolare, per quanto riguarda i carichi da adottare, essi sono dati dai carichi inerziali al PMI con una massa totale data dalla massa equivalente traslante (pistone, spinotto, fasce, anelli) e dalla quota parte della massa della biella dotata di moto alterno per la verifica a trazione, mentre per la verifica a compressione sarà necessario adottare i carichi relativi a forze agenti sul pistone dalla pressione dei gas e forze inerziali che si registrano al PMI. Applicando la teoria della costruzione di macchine, il coefficiente di sicurezza viene quindi definito come www.tecnicadacorsa.it [email protected] 31 4.2.2 – Verifica a Fatica del Fusto La verifica a fatica del fusto si rende necessaria in quanto, ad ogni ciclo del motore, la sollecitazione sulla biella non risulta essere costante, ma subisce un’oscillazione in seguito alla variazione delle forze inerziale e delle forze di espansione dei gas di combustione. In particolare, per effettuare la verifica sul componente è necessario rifarsi ad un ciclo equivalente calcolato in base ai carichi massimi in compressione e in trazione (ovvero i carichi precedentemente adottati per la verifica statica), trovando così i valori di sollecitazione medio, massimo, minimo, per poter entrare nel diagramma di Goodman ed effettuare la verifica. Per il calcolo del coefficiente di sicurezza, infine, si adotta la semplificazione di “esplosione del ciclo”, ovvero si considera un aumento dell’ampiezza delle sollecitazioni che lo definiscono in modo simmetrico, ovvero mantenendo il valore della sigma media. Sul diagramma di Goodman, questo corrisponde ad un aumento della sigma massima e minima mantenendo però la posizione sull’asse orizzontale, per cui il caso critico si avrà quando la sigma superiore arriverà ad incrociare la curva limite. Il coefficiente di sicurezza è definito a questo punto come: 4.2.3 – Verifica a Carico di Punta del Fusto La verifica a carico di punta mira a determinare il coefficiente di sicurezza in corrispondenza di un carico del tipo Euleriano. In particolare, è noto dalla costruzione di macchine che una trave verticale può incorrere ad instabilità se caricata verticalmente in compressione qualora il carico agente superi un dato carico critico calcolato in funzione della geometria e delle caratteristiche del materiale come Dove L e J sono le caratteristiche geometriche della trave ed E il modulo di Young del materiale. Anche per la biella occorre verificare tale situazione in quanto ci si può trovare prossimi al caso di carico critico nella situazione di biella in compressione sotto l’azione delle forze di espansione dei gas. Per questo motivo la verifica a carico di punta è realizzata sullo stelo della biella, e nel caso non fosse verificata, occorre cambiare o le caratteristiche geometriche della biella, o il materiale adottandone uno, per esempio, avente modulo di Young maggiore. Il procedimento di verifica necessita dapprima il calcolo di alcune grandezze caratteristiche. La scaletta da adottare è quindi: Calcolo del Raggio d’Inerzia della Sezione ρ, definito come www.tecnicadacorsa.it [email protected] 32 Calcolo del Rapporto di Snellezza Verifica che (per verificare che si rimanga nel campo elastico, in quanto nel campo plastico la relazione d’Eulero non ha più validità) Calcolo del carico critico Pcr Verifica che P < Pcr Calcolo del Coefficiente di Sicurezza, , adottando 4.2.4 – Verifica a Colpo di Frusta del Fusto Per colpo di frusta s’intende quel particolare caricamento che può essere subito dal fusto della biella in seguito alla variazione del suo angolo φ rispetto all’asse del cilindro. In seguito al tipico movimento d’oscillazione della biella tra φmax e φmin, infatti, il materiale subisce delle accelerazioni che possono essere particolarmente accentuate, e che moltiplicate per la massa stessa del fusto, portano alla generazione di un carico distribuito agente proprio sul fusto, che tende a “far spanciare” lo stesso verso l’esterno, con ovvi problemi che tale movimento può generare. In particolar modo, sarebbe opportuno cercare la posizione della biella per la quale la sollecitazione risulta essere la più gravosa, e fare la verifica in questo preciso punto, ma per semplicità di inserimento nel foglio di calcolo in genere si adotta come punto critico quello in cui la biella è in una posizione “di quadratura”, ovvero quando l’angolo tra biella e manovella risulta essere retto. La verifica mira quindi a determinare un coefficiente di sicurezza tale da garantire che la sollecitazione sia ben supportata dal fusto. In particolare, il set di carichi da adottare è dato da: componente perpendicolare all’asse della biella della forza inerziale del gruppo pistone (adottata come carico concentrato sull’estremo del fusto) componente inerziale della parte rotante della biella completa di cappello (adottata come carico concentrato sull’estremo opposto del fusto) carico inerziale dato dall’accelerazione laterale della biella rispetto alla massa distribuita. In particolare, occorre naturalmente effettuare delle semplificazione per poter rendere i calcoli un po’ più gestibili. Proprio in questa ottica, si tende a considerare la prima componente elencata, data dal contributo inerziale del pistone, come nulla in quanto la posizione di quadratura è in genere molto prossima a quella in cui l’accelerazione del pistone si annulla, ed inoltre si considera non la reale distribuzione di massa rispetto all’asse della biella, ma una densità equivalente calcolata in base all’area minima del fusto e alla massa della biella come www.tecnicadacorsa.it [email protected] 33 Tale caricamento permette di formulare il valore del momento flettente agente ad una determinata coordinata longitudinale dell’asse della biella secondo la relazione Per cui il valore massimo si trova nella coordinata Dove il momento flettente vale Partendo proprio da tali relazioni ed aggiungendo il carico normale agente sul fusto della biella in seguito alla forza di compressione dei gas si arriva a definire E da queste Per cui si ricavano le caratteristiche del ciclo in termini di sollecitazione media e alterna, per arrivare a definire il coefficiente di sicurezza come 4.3 – Verifica del Piede di Biella La seconda parte della biella che è necessario verificare è quella relativa al piede. In questa zona si sentono infatti le sollecitazioni provenienti dal contatto tra la boccola e lo spinotto, per cui occorre verificare che il materiale adottato sia sufficiente a sorreggere le sollecitazioni. Occorre precisare fin d’ora, comunque, che il piede, così come la testa, e quindi in generale gli occhi della biella, risultano sollecitati solamente quando la stessa è posta in trazione, ovvero solo al www.tecnicadacorsa.it [email protected] 34 PMS in fase di incrocio, in quanto in ogni altra situazione, la biella risulta in compressione e questo fa si che le sollecitazioni siano assorbite dalla sola parte compresa tra gli occhi, e quindi dal fusto. Il problema che sorge, piuttosto, è quello per cui se da una parte con il fusto le approssimazioni erano accettabili per cui la Costruzione di Macchine era in grado di fornirci metodi di verifica abbastanza buoni, nel caso del piede, e ancora di più successivamente per testa e cappello, l’analogia con strutture semplificate è meno chiara per cui i risultati ne risentono rendendo la verifica meno precisa. In ogni caso, il piede di biella è studiato sfruttando la teoria delle travi curve, adottando una trave incastrata ad un angolo definito, che dovrebbe simulare la presenza del fusto. Nel corso degli anni si sono susseguite differenti metodologie che prevedevano caricamenti più o meno complessi, e che quindi portavano a soluzioni più o meno elaborate. Tra tutte, le due rimaste ancora in uso sono quella che considera la distribuzione secondo il cos 2 del Giovannozzi, e quella che tratta il carico come costante ed agente su un arco di 180°, elaborata poi nelle formule relative alle sollecitazione secondo la teoria di Demidov-Kolchin. Di queste, la prima permetterebbe una verifica più in sicurezza in quanto il momento flettente calcolato è maggiore nella sezione critica, mentre la seconda porta ad una maggiore analogia tra la deformazione del piede e quella dello spinotto. Nella nostra verifica si è scelto di adottare le metodologie che prevedono il calcolo delle sollecitazione secondo la teoria di Demidov-Kolchin e secondo una formulazione dipendente da leggi interpolanti di terzo grado nella variabile Rest/Rint. In particolare, la verifica prevede l’adozione delle formule calcolate secondo la teoria di DemidovKolkin relativamente a Momento flettente, Sforzo normale, e Sforzo di taglio in funzione dell’angolo di posizione sul piede di biella. Noti tali valori, è possibile verificare che la sezione maggiormente caricata è quella poco oltre il valore di angolo di 90°, per cui questa risulta essere la sezione critica da adottare e da verificare. Note le sollecitazioni è possibile calcolare gli sforzi, nota la geometria della sezione, secondo le relazioni Per cui, sommati i contributi di sforzo, è possibile calcolare il coefficiente di sicurezza come 4.4 – Verifica della Testa di Biella www.tecnicadacorsa.it [email protected] 35 La verifica della Testa di Biella ricalca per molti aspetti i principi visti per il piede, per cui l’obiettivo è trovare un coefficiente di sicurezza relativo alla sollecitazione che il materiale deve sopportare, ma la geometria molto complessa fa si che l’analogia con le travi curve della Costruzione di Macchine non sia particolarmente precisa. In ogni caso, questa è la strada adottata, per cui ancora una volta si semplificherà il particolare con una trave curva caricata con una distribuzione di pressione costante su un arco di 180°, per poi trovare le sollecitazioni che si avvertono nella sezione critica, che in questo caso è la sezione di passaggio tra fusto e testa, dove nelle bielle a I la criticità è particolarmente sentita per via dello spianamento necessario per l’alloggio delle viti. Riportando il carico inerziale al PMS in fase di incrocio, ed un momento in corrispondenza dell’estremo del cappello per garantire che tale parte non si infletta verso il perno di biella, le sollecitazioni sono ancora una volta date da un momento flettente, da un taglio, e da uno sforzo normale. Di queste, il taglio potrebbe essere trascurato ancora una volta in quanto i punti in cui esso introduce i massimi sforzi sono opposti rispetto a quelli relativi al momento flettente; in ogni caso, per restare a favore della sicurezza, scegliamo di considerare anche questa sollecitazione e trovare quindi una sigma ideale secondo Von Mises. Si ottiene quindi Al quale corrisponde un coefficiente di sicurezza relativo al ciclo a fatica all’origine pari a 4.5 – Verifica del Cappello di Biella Ultima verifica per quel che riguarda la biella è la verifica del cappello. Anche questa, come detto, subisce l’effetto delle eccessive approssimazioni per trovare un caso di studio analogo nel campo della Costruzione di Macchine, per cui i risultati sono spesso troppo “in sicurezza” e si sceglie quindi d’ottimizzare il particolare con l’ausilio dell’analisi FEM, specie per le complesse geometrie con le quali viene realizzato. In ogni caso, il cappello viene dapprima considerato come la solita trave curva caricata con carico distribuito costante, ma successivamente vengono fatte alcune considerazioni relative alla riduzione del carico in un secondo carico equivalente, per cui, grazie ad ulteriori semplificazioni si arriva all’analogia con la trave dritta caricata con carico distribuito e forze di reazioni delle due viti. Il problema in ogni caso è quello per cui le eccessive semplificazioni “in sicurezza” portano inevitabilmente ad allontanarsi dal caso reale, per cui alla fine il pezzo risulta molto sovradimensionato rispetto a quello che realmente potrebbe essere. La questione viene in parte risolta concedendo coefficiente di sicurezza anche pari a 0,95 – 1, ma la strada seguita è comunque quella dell’ottimizzazione secondo l’analisi FEM. In ogni caso, partendo dalla trave caricata è possibile estrarre i carichi gravanti nella sezione critica, che risulta essere la sezione in chiave del cappello, per cui si arriva a definire www.tecnicadacorsa.it [email protected] 36 Dove “i” è l’iterasse tra le viti, “Di” è il diametri interno del cappello, e “yg” la distanza baricentrica nella sezione (anche trascurabile se di difficile calcolo). Note le sollecitazioni è possibile calcolare gli sforzi come E da qui calcolare il coefficiente di sicurezza dalla relazione 4.6 – Verifica della biella BMW originale 4.6.1 – Verifica del Fusto Come preannunciato, il procedimento da noi adottato è stato quello di andare a verificare i componenti del motore originale per vedere dove e come poter intervenire per la sua elaborazione. Tutte le grandezze relative alla biella necessarie per completare il foglio di calcolo sono quindi state raccolte ed inserite nel foglio excel per verificare i singoli coefficienti di sicurezza. Il foglio contiene naturalmente tutte le relazioni ed equazioni necessarie per calcolare i parametri utili alla definizione dei coefficienti di sicurezza. Riportiamo quindi il risultato ottenuto da tale verifica. Precisiamo a tal proposito che alcune grandezze, quali per esempio le Aree Minime ed i momenti d’inerzia, sono stati volutamente inseriti in modo diretto andando a leggere i relativi valori forniti dal modellatore solido, in modo da poter avere dati più corretti e sicuramente più esatti rispetto alle semplificazioni geometriche adottate per il loro calcolo analitico, senza trascurare quindi, per esempio, il contributo fondamentale in termini di materiale dato da raccordi e geometrie complesse. VERIFICA DELLA BIELLA Carichi Risultanti www.tecnicadacorsa.it [email protected] 37 Compressione Massima dovuta ai Gas Forze di Inerzia delle Masse Alterne al PMS a RPM max Forze di Inerzia delle Masse Alterne al PMI a RPM max Forza alterna della Biella al PMS a RPM max Forza alterna della Biella al PMI a RPM max Forza rotanti della Biella a RPM max Forza testa cappello P P1 P2 P3 P4 P5 P6 -46071 20228 -10251 6387 -3237 16389 42961 N N N N N N N Posizione: sezione minima del Fusto B 23,93 mm H 12,50 mm C 3,79 mm S 3,50 mm ri 5,00 mm re 1,15 mm Area minima della Sezione Momento d'Inerzia X-X della Sezione minima Momento d'Inerzia Y-Y della Sezione minima Distanza lungo X dal baricentro al punto più esterno Distanza lungo Y dal baricentro al punto più esterno Modulo di Inerzia X-X della sezione minima Modulo di Inerzia Y-Y della sezione minima Amin Jxx Jyy 161,15 mm2 1199,13 mm4 10865,00 mm4 xmax 11,97 mm ymax 6,25 mm Wxx Wyy 191,86 mm3 908,07 mm3 Verifica a Sforzo Normale e a Fatica A) Condizione di Avviamento Carico di Compressione statico P σ (compressione statica) Fattore di sicurezza a compressione del fusto -46071 N -285,89 Mpa 2,973 B) Funzionamento a Regime Carico di Compressione a regime P+P1 σ (Compressione Ripetuta) Carico di Trazione a Regime P1+P3 σ (trazione ripetuta) -25843 -160,37 26615 165,16 N Mpa N Mpa Caratteristiche del Ciclo di Fatica a trazione - compressione σ tratt σ comp σ m (val Assoluto) σ alt (valore assoluto) σ max (valore assoluto) 165,16 -160,37 2,40 162,76 165,16 Mpa Mpa Mpa Mpa Mpa www.tecnicadacorsa.it [email protected] 38 σ lim (valore assoluto) Coefficiente di sicurezza a Fatica dello stelo 551,18 Mpa 3,337 Verifica a Carico di Punta Rapporto di Snellezza Limite Coefficiente di Sicurezza (calcolato) λ_lim n_cp 55,21 1,65 VERIFICA DETTAGLIATA A CARICO DI PUNTA A) Nel piano normale all'asse dello Spinotto Linghezza Libera di inflessione (cerniera - cerniera) Raggio di Inerzia Y-Y Rapporto di Snellezza Y-Y 1=λ_y<λ_lim; 0= λ_y>λ_lim Carico di Punta critico in Y-Y Carico di Punta di sicurezza in Y-Y 1=Carico di punta verificato; 0= Carici di punta non verificato B) Nel piano medio contenente l'Asse dello Spinotto Coefficiente per la Lunghezza libera di Inflessione (da 0,6 a 0,8) Lunghezza Libera di Inflessione (incastro - incastro) Raggio di Inerzia X-X Rapporto di Snellezza X-X 1=λ_x<λ_lim; 0= λ_x>λ_lim Carico di punta critico in X-X Carico di punta di sicurezza in X-X 1=Carico di punta verificato; 0= Carici di punta non verificato L_yy ρ_yy 139,00 mm 8,21 mm λ_yy P_cry P_cry/n_cp 16,93 1 1165518 N 708052 N 1 0,6 L_xx ρ_xx λ_xx P_crx P_crx/n_cp 83,40 2,73 30,57 1 357317 217070 1 mm mm N N Verifica a Colpo di Frusta Angolo di Manovella per M(max) θ_M(max) Angolo di Biella per M(max) Arretramento corrispondente del pistone Distanza dal Piede di Biella della sezione con M(max) Volume dei Gas per M(Max) Φ_M(max) d_M(max) x_M(max) V_M(max) A) SOLO MOMENTO FLETTENTE q_L Momento flettente Massimo SIGMA (Flessione Massima) Caratteristiche del ciclo (all'inversione) di fatica a flessione SIGMA-max SIGMA-min www.tecnicadacorsa.it q_L M(max) 71,87 ° 18,13 38,24 80,25 278,86 ° mm mm cm3 163,0 N/mm 201972 Nmm 222,42 Mpa 222,42 Mpa -222,42 Mpa [email protected] 39 SIGMA-med (Val Assoluto) SIGMA-alt (Val Assoluto) SIGMA-lim Coefficiente di sicurezza B) MOMENTO FLETTENTE E SFORZO NORMALE Pressione agente per M(max) Forza normale agente per M(max) SIGMA (Compressione) Caratteristiche del ciclo di fatica risultante (Alterno Asimm) SIGMA-max SIGMA-min SIGMA-med (Val Assoluto) SIGMA-alt (Val Assoluto) SIGMA-lim Coefficiente di sicurezza 0,00 Mpa 222,42 Mpa 600,00 Mpa 2,698 p_M(max) 10,88 bar -6182 N -36,5 Mpa 258,9 -222,4 18,2 240,7 608,0 2,3488 Mpa Mpa Mpa Mpa Mpa Tralasciando il commento dei risultati, facilmente interpretabili andando a valutare i Coefficienti di Sicurezza calcolati per ogni caso analizzato, la considerazione più significativa da fare riguarda sicuramente la geometria globale della biella: nonostante si tratti di un motore spinto, infatti, questa presenta ancora una geometria ad “I”, dettata sicuramente dalla necessità di dover realizzare numeri produttivi non limitati, nonostante il modello sul quale il motore è installato copra una piccola nicchia di mercato. Da qui anche la scelta di adottare come materiale del semplice acciaio legato. Potendo realizzare un motore da competizione modificato, la biella è sicuramente il componente che può essere maggiormente rivisto, passando per esempio verso materiali più innovativi quali le leghe di titanio e geometrie più costose in termini di produzione come quella a “H” o addirittura quella a “X” usata solo negli ultimi anni in Formula 1. Tali modifiche possono permettere un ulteriore alleggerimento delle masse alterne grazie all’adozione di materiali diversi dall’acciaio, ma anche forme che risultano più complesse in fase di produzione ma che, una volta installate, presentano comportamenti migliori e risultano quindi più performanti: passando da una sezione a “I” ad una sezione ad “H” per esempio si hanno notevoli vantaggi nella gestione degli sforzi nel collegamento tra testa e fusto, dove non sono più necessari gli spianamenti della nervatura centrale per poter ospitare le viti di serraggio. 4.6.2 – Verifica del Piede Anche in questo caso applichiamo la teoria precedentemente dimostrata per la verifica di questa sezione critica, inserendo le opportune formule nel foglio di calcolo parametrizzato, e calcolando ancora una volta i coefficienti di sicurezza relativi. www.tecnicadacorsa.it [email protected] 40 CALCOLO DEL PIEDE DI BIELLA Posizione: sezione piede di biella B H re r_p(int) r_p(ext) 20,00 4,45 0,50 12,00 16,45 mm mm mm mm mm Area della sezione a 90° A_p 14,225 14,108 16,450 0,117 2,108 2,342 2,225 89,000 Modulo di resistenza per trave curva (interno) W_i 59,156 mm3 Modulo di resistenza per trave curva (esterno) W_o 73,006 mm3 Interferenza da progetto (sul diametro) ∆ 0,050 mm Coefficiente di dilatazione termica della biella αb 11,000 μm/m°C Coefficiente di dilatazione termica della bronzina Salto termico tra temperatura ambiente e di funzionamento αbr ∆t 11,000 μm/m°C 180 °C Modulo di Young della bronzina Ebr 207000 Mpa Modulo di Poisson della bronzina υbr Spessore bronzina Sbr 1,5 mm Interferenza termica ∆t 0,000 mm Interferenza totale ∆∑ 0,050 mm pf Pressione di forzamento SIGMA (Circ. di forzamento al bordo interno della biella) 41,342 Mpa Raggio per il baricentro della sezione a 90° Raggio per l'asse neutro della sezione a 90° Raggio esterno della sezione Distanza tra baricentro e asse neutro Distanza tra asse neutro e raggio interno Distanza tra asse neutro e raggio esterno Distanza tra baricentro e raggio interno rb_p rn_p r_p(ext) delta h_i h_o yb mm mm mm mm mm mm mm mm2 Verifica al piede di biella METODO DELLE PRESSIONI COSTANTI 0,33 Tensione di forzamento piede-bronzina www.tecnicadacorsa.it 135,387 Mpa [email protected] 41 DEMIDOV-DOLCHIN Tensione nel piede di biella Angolo di incastro del piede X rm Raggio medio piede di biella Sforzo normale in trazione (sezione in chiave) N(0) Momento flettente in trazione (sezione in chiave) Mf(0) Sforzo normale in trazione (sezione a 90°) N(90) Momento flettente in trazione (sezione a 90°) Mf(90) SIGMA (Circ. -bordo interno-90°) SIGMA (Circ.-bordo interno-MAX) Aumento della tensione massima dovuto al gioco tra piede e spinotto 135 ° 14,225 9386 4273 10114 6086 216,5 222,8 20 mm N Nmm N Nmm Mpa Mpa % 402,73 135,39 269,06 133,67 718,80 1,785 Mpa Mpa Mpa Mpa Mpa Caratteristiche del ciclo a fatica SIGMA-max SIGMA-min SIGMA-media SIGMA-alterna SIGMA-lim Coefficiente di sicurezza INTERPOLANTI 3° OR. Tensione nel piede di biella Angolo di incastro del piede X rm Raggio medio piede di biella Sforzo normale in trazione (sezione in chiave) N(0) Momento flettente in trazione (sezione in chiave) Mf(0) Sforzo normale in trazione (sezione a 90°) N(90) Momento flettente in trazione (sezione a 90°) Mf(90) SIGMA (Circ. -bordo interno-90°) SIGMA (Circ.-bordo interno-MAX) Aumento della tensione massima dovuto al gioco tra piede e spinotto 135 ° 14,225 9057 4637 10114 10404 289,51 301,85 20 mm N Nmm N Nmm Mpa Mpa % 497,60 135,39 316,50 181,11 739,75 1,487 Mpa Mpa Mpa Mpa Mpa Caratteristiche del ciclo a fatica SIGMA-max SIGMA-min SIGMA-media SIGMA-alterna SIGMA-lim Coefficiente di sicurezza www.tecnicadacorsa.it [email protected] 42 4.6.3 – Verifica della Testa Per la verifica della testa, la sezione di riferimento risulta essere quella di passaggio tra fusto e testa della biella: in questa zona infatti si registra la sezione minima di passaggio delle sollecitazioni, per cui si hanno anche gli sforzi massimi nel materiale. In particolare adottando una sezione ad “I” per la biella come nel caso del BMW originale, la questione è particolarmente delicata in quanto la nervatura di rinforzo che circonda tutta la testa e il cappello subisce una interruzione forzata per l’alloggiamento delle viti di serraggio. Nel nostro caso le viti sono del tipo mordente per cui tale quastione è leggermente meno critica, ma nel caso si adottassero viti passanti, la necessità di realizzare uno spianamento per alloggiare i bulloni porterebbe ad ottenere sezioni particolarmente critiche in questa delicata zona. Ed è propio in questa sezione che si hanno forse i maggiori benefici passando da una biella ad “I” ad una ad “H”: nel secondo caso infatti le due nervature di rinforzo risultano essere periferiche e non centrali, per cui gli alloggiamenti delle viti possono essere realizzati senza per forza dover intaccare questi importanti particolari, ed ottenendo così un flusso degli sforzi incanalato in maniera nettamente migliore, evitando pericolosi effetti di forma e d intaglio. CALCOLO DELLA TESTA DI BIELLA Posizione: sezione di collegamento testa-fusto B H(tot) b1 h1 re r_t(int) r_t(max) Raggio per il baricentro della sezione Raggio per l'asse neutro della sezione Distanza tra baricentro e asse neutro Distanza tra asse neutro e raggio interno Distanza tra asse neutro e raggio esterno Distanza tra baricentro e raggio interno www.tecnicadacorsa.it 20,000 15,300 10,790 10,190 3,000 26,500 41,800 mm mm mm mm mm mm mm rb_tf r_n e 33,100 mm 31,804 mm 1,296 mm h_i 5,304 mm h_o 9,996 mm yb 6,600 mm [email protected] 43 Area della sezione Modulo d'inerzia x-x al bordo interno Modulo d'inerzia x-x al bordo esterno 245,150 mm2 1587,069 mm3 1328,399 mm3 A_tf W_i W_o Distanza tra gli assi delle viti Inclinazione della sezione (risp. Verticale) Forza d'Inerzia sulla testa di biella Sforzo normale nella sezione Momento flettente nella sezione SIGMA (Trazione) SIGMA (Flessione) Caratteristiche del ciclo di fatica (all'origine) SIGMA-max SIGMA-min SIGMA-media SIGMA-alterna SIGMA-lim Coefficiente di sicurezza Interasse_viti α P6 65,5 mm 47,38 ° 42961 N N_t Mf_t 15807 N 180287 Nmm 64,48 Mpa 135,72 Mpa 200,20 0,00 100,10 100,10 770,00 3,846 Mpa Mpa Mpa Mpa Mpa 4.6.4 – Verifica del Cappello Risulta l’ultima verifica da effettuare sulla biella. Ovviamente la sezione maggiormente sollecitata in questo caso è quella di mezzeria, dove si hanno sollecitazioni sovrapposte sia di azione Normale che di Momento Flettente. CALCOLO DEL CAPPELLO DI BIELLA Posizione: sezione in chiave del cappello B H(tot) b1 h1 b2 www.tecnicadacorsa.it 20,000 7,500 7,140 7,200 --- mm mm mm mm mm [email protected] 44 h2 ri re smusso r_p(int) r_p(max) ----3,000 --26,500 34,000 mm mm mm mm mm mm Raggio per il baricentro della sezione Raggio per l'asse neutro della sezione Distanza tra baricentro e asse neutro Distanza tra asse neutro e raggio interno Distanza tra asse neutro e raggio esterno Distanza tra baricentro e raggio interno Area della sezione Modulo d'inerzia x-x al bordo interno Modulo d'inerzia x-x al bordo esterno rb_cap r_n e h_i h_o yb A_cap W_i W_o Forza d'inerzia agente sul cappello di biella P6 Sforzo normale Momento flettente nella sezione N_c Mf_c SIGMA (Trazione) SIGMA (Flessione) 30,060 28,986 1,074 2,486 5,014 3,560 141,170 1616,949 mm mm mm mm mm mm mm2 3 mm 3 1028,380 mm 42961 N 21481 N 57783 Nmm 152,16 Mpa 56,19 Mpa Caratteristiche del ciclo di fatica (all'origine) SIGMA-max SIGMA-min SIGMA-media SIGMA-alterna SIGMA-lim Coefficiente di sicurezza 208,35 0,00 104,17 104,17 770,00 3,696 Mpa Mpa Mpa Mpa Mpa 4.7 – Verifica delle Viti di biella L’ultimo componente della biella che è necessario dimensionare opportunamente e verificare sono le viti di collegamento tra testa e cappello. Queste, per i motori pluricilindrici 4 tempi, sono necessarie in quanto l’esigenza di realizzare un albero motore monolitico obbliga l’adozione di bielle scomponibili per poterne consentire il montaggio e lo smontaggio. Ovviamente le viti debbono essere dimensionare per poter resistere alle intense sollecitazioni alle quali sono sottoposte. A tal proposito, esistono ovviamente nomerose tecniche e scelte costruttive, ognuna delle quali presenta vantaggi e svantaggi, in genere comunque, la scelta predominante è quella di realizzare viti di biella staccate dal fusto, in modo da poter utilizzare materiali differenti molto più performanti. Infine, una caratteristica fondamentale è la tecnica di serraggio, intesa come adozione di una vite passante o di una vite mordente. Tale scelta infatti influenza pesantemente anche la geometria del www.tecnicadacorsa.it [email protected] 45 fusto e della sezione di passaggio tra fusto e testa della biella, nonchè la possibilità di controllare gli sforzi che si sviluppano. Una vite mordente offre la possibilità di realizzare una geometria più fluida evitando spianamenti e quindi intagli pericolosi, ma risulta essere ovviamente più costosa in fase di produzione: anche per questo particolare, quindi, vi sono differenti scelte progettuali legate essenzialmente allo scopo e all’applicazione per la quale si sta progettando il componente. Detto questo, la verfica delle viti si compone essenzialmente di due fasi princilapi: la prima è quella che ci permette di definire la coppia necessaria per il serraggio in modo da evitare che testa e cappello possano separarsi, con ovvi problemi soprattutto in termini di lubrificazione del perno di biella. La seconda è il dimensionamento vero e proprio con la verifica del componente, anche nel ciclo a fatica al quale è sottoposto. Dall’analisi del collegamento è possibile quindi definire il carico oltre il quale si regista la separazione del cappello dalla testa. In particolare, occorre tener conto dapprima della presenza del solo crush della bronzina e della vite, che deformandosi determineranno il comportamento nella prima parte del serraggio, per poi aggiungere anche la rigidezza di testa e cappello, che deformandosi, si faranno carico di una certa parte degli sforzi. Il carico di serraggio dovrà essere tale da evitare in qualsiasi condizione di funzionamento la separazione di testa e di cappello. Naturalmente le deformazioni e le quoteparti di carico assorbite dipenderanno dalle rigidezze di ogni componente, che a loro vota dipenderanno da materiali e geometrie adottare per ognuno. Occorre quindi dapprima definire il carico esterno massimo subito dalle viti (PMS in fase di incrocio), per poi calcolare, note le rigidezze, il carico monimo come Al quale corrisponde una coppia di serraggio pari a Dove µ è il coefficiente d’attrito relativo al contatto (adottato pari a 0,1), d è il diametro medio della filettatura, De e Di i diametri caratteristici della testa della vite, p è il passo. Una volta aver calcolato tale valore, occorre procedere al dimensionamento ed alla successiva verifica della vite. La verifica in paricolare si compone di una verifica statica al serraggio e di una verifica a fatica, dove la forza agente è data dalla somma della forza di precarico e della parte di forza esterna assorbita dalla vite, unitamente al momento torcente applicato sulla stessa. 4.8 – Materiale adottato per la vite di biella Come accennato, esistono applicazioni in cui la vite viene realizzata di pezzo con la testa di biella per cercare di limitare il fenomeno dei coefficienti di intaglio nella sezione di passaggio tra fusto e testa dato dalla necessità di effettuare gli alloggiamenti per le viti. In realtà il problema principale di www.tecnicadacorsa.it [email protected] 46 tale soluzione è quello per cui le viti non possono essere realizzate con materiali più performanti per cui da una parte si registra il vantaggio di migliorare il flusso degli sforzi nella biella, ma dall’altro si ha la criticità di non poter adottare materiali più performanti per la realizzazione di un componente che risulta già essere estremametne stressato. La soluzione con vite realizzata indipendentemente risulta quindi essere largamente la più utilizzata, ed i materiali impiegati possono raggiungere anche valori di snervamento pari a 1800 Mpa come nel caso della lega MP35N adottata per le competizioni. Nel caso del motore originale, le bielle sono realizzate in acciaio legato per via dei volumi di produzione che risultano essere mediamente alti. Nella nostra versione evoluta, sarà possibile sostituire le viti con altre in materiale più performanti, dato che la questione costi è sicuramente meno limitante. Per i valori ed il diagramma di Goodman si rimanda alla sezione introduttiva della biella dove il materiale viene presentato dettagliatamente. 4.9 – Vite di biella BMW originale Riportiamo quindi come sempre la parte di foglio di calcolo parametrizzato relativo alla verifica della vite originale, che servirà come base per eventiali modifiche al componente. CALCOLO DELLE VITI DI BIELLA Geometria delle Viti Diametro medio parte filettata Diametro esterno della vite Sezione media della parte filettata Lunghezza della parte filettata Diametro di strizione Area di Strizione Lunghezza di strizione Diametro di centraggio Area di centraggio Lunghezza di centraggio www.tecnicadacorsa.it dn De An L1 Astr L2 Acentr L3 10,00 16,00 78,54 19,00 10,40 84,95 3,00 10,40 84,95 4,00 mm mm mm2 mm mm mm mm mm [email protected] 47 Diametro del gambo Area del gambo Lunghezza del gambo Passo Coefficiente d'attrito della vite 10,40 84,95 20,00 1,00 0,10 mm Agamb Lgamb p s l Abr Rmbr C 2,00 16,00 32,00 25,50 0,10 mm mm mm2 mm mm mm mm mm Geometria delle Bronzine Spessore Bronzina Larghezza Bronzina Sezione Bronzina Raggio Medio Bronzina Crush Bronzina Carico esterno Rigidezza Bronzina Rigidezza Testa-Cappello Rigidezza Vite Modulo di resistenza Polare Quotaparte carico esterno sulle viti Quotaparte carico esterno su bronzina testa cappello Carico di serraggio minimo Maggiorazione precarico Carico di serraggio Momento Torcente di serraggio Qe Kb Ktc Kv Wp Qe,v Qe,btc Qmin n Q Mt 21481 N 82583 1029186 524214 196,35 6883 14598 22856 2,00 45712 40866 N/mm N/mm N/mm mm3 N N N N Nmm Verifica Statica al Serraggio Sigma di sforzo normale Tao di Torsione Sigma Ideale Coefficiente statico di sicurezza 538,11 Mpa 208,13 Mpa 647,70 Mpa 1,544 Verifica a Fatica Sigma di sforzo normale Tao di Torsione Sigma Ideale 669,66 Mpa 208,13 Mpa 760,52 Mpa Caratteristiche del ciclo alterno asimmentrico di fatica a trazione SIGMA-max SIGMA-min SIGMA media SIGMA-alterna 760,52 684,62 722,57 75,90 www.tecnicadacorsa.it Mpa Mpa Mpa Mpa [email protected] 48 SIGMA-lim Coefficiente di sicurezza 1000,00 Mpa 1,315 Come è possibile notare, i coefficienti di sicurezza mostrano che le viti risultano già essere particolarmente sollecitate: questo ci suggerisce immediatamente che un aumento di prestazioni, e quindi di sollecitazioni, presupporrà quasi inevitabilmente una sostituzione delle viti con altre la cui geometria magari può rimanere simule, ma il cui materiale deve necessariamente essere più performante rispetto al semplice acciaio legato adottato. 4.10 – Immagini e Disegni tecnici di Biella e Viti di Serraggio www.tecnicadacorsa.it [email protected] 49 www.tecnicadacorsa.it [email protected] 50 www.tecnicadacorsa.it [email protected] 51