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Terrorismo e religioni: un`orrenda saldatura
f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 2 Terrorismo islamista Una delle caratteristiche peculiari di questo momento storico è purtroppo la presenza opprimente della violenza nelle nostre società; sia che una bomba esploda in un mercato, sia che un aereo esploda o venga dirottato, sia che atti di terrorismo seminino terrore e morti. Il termine terrorismo è diventato un termine di largo uso soltanto da pochi decenni e costituisce un problema globale che si manifesta in varie forme. Ci riferiamo in particolare al terrorismo islamista o, meno correttamente, islamico, che è una forma di terrorismo religioso praticato da gruppi di fondamentalisti musulmani per raggiungere vari obiettivi politici in nome della loro religione. Le azioni poste in essere da tali gruppi mirano all'instaurazione di un nuovo ordine sociale ancorato ai valori dalla propria fede per fronteggiare le sfide del presente e del futuro. Secondo la loro ideologia, i diversi attentati rappresentano un tentativo di ricreare una società perfetta - ancorché utopistica - modellata secondo i dettami del Corano e, di conseguenza, priva di quelle ingiustizie sociali, politiche ed economiche attribuite dall'ecumene islamica ai regimi secolarizzati, ipocriti e proni al mondo occidentale, definito infedele, i cui governanti sarebbero di fatto asserviti al Cristianesimo e al sionismo e, quindi, ostili all'Islam più puro. Nei versetti della spada della Sura del Corano è scritto: «Quando poi saranno trascorsi i mesi sacri, uccidete gli idolatri, dovunque li troviate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati. f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 3 Se poi si convertono, compiono l’orazione e pagano la dècima, lasciateli andare, poiché Allah è indulgente e misericordioso »(Cor., IX:5) «Combattete coloro che non credono in Allah e nell’ultimo Giorno, e che non ritengono illecito quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e coloro fra quelli cui fu data la Scrittura, che non s' attengono alla Religione della Verità. Combatteteli finché non paghino il tributo, uno per uno, umiliateli.. »(Cor., IX:29) I versetti sopra richiamati sono stati oggetto di interpretazioni non univoche da parte di studiosi ed osservatori; alcuni hanno interpretato questi passaggi coranici come giustificazione per l'uccisione su larga scala degli infedeli, mentre altri non concordano con tale visione e privilegiano una lettura non orientata alla violenza ed ispirata piuttosto alla tolleranza, Tra le varie ipotesi formulate per spiegare l'origine del terrorismo islamista moderno figurano la rivoluzione iraniana, il ritiro sovietico dall'Afghanistan e la rivitalizzazione della religione a livello globale post-guerra fredda. Sebbene Stati Uniti e Israele siano gli obiettivi più spesso colpiti dal terrorismo islamista, molti attentati sono avvenuti in altri Paesi e contro altri obiettivi. Ricordiamo il recente episodio avvenuto a Parigi nello scorso Gennaio, quando due terroristi hanno fatto irruzione nella redazione di Charlie Hebdo armati di kalashnikov. Tra i 12 morti c'è il direttore Charb ed un poliziotto giustiziato per strada. Agfganistan Striscia Gaza f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 4 Il fondamentalismo islamico L’intellettuale cattolico Benedetto Ippolito ha osservato come il problema del fondamentalismo islamico è non solo che alcuni gruppi ne danno un’interpretazione molto politica, ma che addirittura ne trasformano la natura in una politica religiosa. Quando, come nel caso di Al Qaida, si incita alla violenza e al martirio contro l’Occidente, spedendo aerei kamikaze contro i palazzi, e quando, come l’Isis, fonda uno Stato islamico fondamentalista e crudele che invia suoi emissari in giro per il mondo a seminare odio e terrore, ormai non si ha più a che fare con una religione, ma con una fede politica atea e disumana che va estirpata dal mondo. A giudizio dell’islamologo Samir Khalil Samir, padre gesuita, la responsabilità è di quanto gli imam insegnano nelle moschee. La questione fondamentale è che “nel Corano c’è la violenza, a differenza del Vangelo…… Quel che servirebbe, dice, è una sana autocritica, ma non la fanno, tacciono quando nel nome dell’islam viene commesso qualcosa contro gli altri. E allora è inutile dire che si sentono oppressi e inferiori. …. Non è l’occidente che li ha messi in quella situazione, ma sono loro che ci si sono infilati, andando a rovinare la reputazione di tutti i musulmani che desiderano solo vivere in pace con tutti.1 1 Il Foglio, 9 Gennaio 2015 f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 5 Principali gruppi terroristici La galassia terrorista si articola in molte organizzazioni, che evolvono col tempo, o spariscono a beneficio di nuovi gruppi. Non manca, peraltro, chi considera queste organizzazioni terroristiche di matrice islamica l'ala estrema di una religione politica, adottando una terminologia analoga a quella utilizzata per definire il nazismo Hamas Hamas, ("scossa" o "zelo" in arabo, ma acronimo di Harakat al-Muqawama al-Islamiyya, "Movimento di Resistenza Islamica"), è un'organizzazione palestinese, di carattere politico, paramilitare e terrorista. Cominciò a propugnare attacchi contro obiettivi militari e civili israeliani all'inizio della Prima Intifada nel 1987, come braccio operativo dei Fratelli Musulmani2, per combattere lo Stato di Israele, la cui presenza nella Palestina storica viene considerata illegittima. Durante la Seconda Intifada, nel periodo che va dal 2000 al 2005, ha effettuato svariati attentati suicidi contro l'esercito israeliano e contro la popolazione civile dello Stato ebraico, che hanno provocato centinaia di vittime civili e militari. Lo Statuto di Hamas del 1988 esorta alla distruzione dello Stato di Israele, sebbene i suoi portavoce non ricordino sempre in modo così esplicito questo fine strategico e propone la sua sostituzione con uno Stato islamico palestinese. La sua leadership è assicurata da intellettuali della classe media, da rispettabili chierici devoti alla religione islamica, da dottori, chimici, ingegneri e insegnanti. . Hamas gestisce anche ampi programmi sociali e ha guadagnato popolarità nella società palestinese con l'istituzione di ospedali, sistemi di istruzione, biblioteche e altri servizi in tutta la Striscia di Gaza. 2 I Fratelli Musulmani (in in arabo: ) costituiscono una delle più importanti organizzazioni islamiste internazionali con un approccio di tipo politico all'Islam. f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 6 Al-Qaida Al-Q ida, in arabo: , al-q ida, "la base" , è un movimento islamista sunnita paramilitare terroristico nato nel 1989, fautore di ideali riconducibili al fondamentalismo islamico, impegnato in modo militante nell'organizzazione e nell'esecuzione di azioni violentemente ostili, sia nei confronti dei vari regimi islamici filooccidentali definiti mun fiq n (ipocriti), sia del mondo occidentale definito kufr (infedele). E’ una rete mondiale panislamica di terroristi sunniti neo-hanbaliti formata nel periodo successivo l'invasione sovietica dell'Afghanistan, nei tardi anni ottanta da Bin Laden e Muhammad Atef. Diventata famosa per gli attentati dell'11 settembre 2001 contro le torri gemelle, rivendica il legittimo uso delle armi e della violenza contro l'Occidente e il potere militare degli Stati Uniti d'America e di ogni Stato che sia alleato con essi. Dalla sua formazione, al-Q ida ha compiuto numerosi attacchi terroristici ed attualmente sembra sia presente in più di 60 Paesi. Il suo obiettivo dichiarato è l'utilizzo del jihad (massimo sforzo) per difendere l'Islam dal Sionismo, dal Cristianesimo, dall'Occidente secolarizzato e dai governi musulmani filooccidentali o "moderati", quali quello dell'Arabia Saudita che è visto come insufficientemente islamico e troppo legato agli USA. f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 7 ISIS, o Segretario Generale del califfato Islamico Una nuova sigla che si è affacciata nell’ultimo anno sulla scena mondiale è lo Stato Islamico, proclamatosi indipendente il 3 gennaio 2014, ma in precedenza conosciuto anche come Stato Islamico dell'Iraq e della Grande Siria (ossia ISIS, o Segretario Generale del califfato Islamico). Tale gruppo terrorista sunnita, attualmente protagonista delle cronache geopolitiche, è nato da una tradizione legata ad Al Qaeda per poi rivendicare , a partire dal febbraio 2014, un ruolo autonomo. La nascita e l’evoluzione dell’ISIS rappresentano un momento importante rispetto al nuovo corso che sta assumendo il terrorismo in diverse realtà geografiche. Unitamente ad altri gruppi strutturati e operanti soprattutto nell’ area dell’Africa subsahariana, ISIS evidenzia dei caratteri operativi innovativi di completezza e complessità che riducono, in modo considerevole, l’ asimmetria del conflitto tra gruppo terrorista e Stato legittimo. L’evoluzione del gruppo terrorista ISIS rappresenta oggi una forte criticità per l’assetto geopolitico mediorientale, in particolare per la stabilità dell’Iraq post bellico e della Siria. Tale organizzazione, che occupa quasi il 30% della galassia terroristica mondiale, ha come leader Abu Bakr al-Baghdadi, il quale ha unilateralmente proclamato la rinascita del califfato nei territori caduti sotto il suo controllo. La conquista di ampie zone della Siria e dell’Iraq, fino a lambire il confine con la Turchia, conferma la potenza di fuoco ed economica dei jihadisti, abili anche a sfruttare i mezzi di comunicazione. Peculiarità dello Stato Islamico è quella di riunire in una sola entità le caratteristiche dell’esercito, delle modalità terroristiche, della fisicità del territorio in cui risiede e della struttura statale. f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 8 Il terrorismo islamista sembra dunque dividersi e contrapporsi a se stesso; se da una parte ci sono i gruppi storicamente fedeli alla cultura di Al Qaeda, dall’altra ne avanzano altri che rivendicano la superiorità ideologica e di azione di ISIS in nome della restaurazione del Califfato: il terrorismo di matrice islamista assume dunque caratteri e tendenze variegate. Infatti, mentre Al Qaeda ha operato ab initio secondo una logica che negli anni ne ha visto una crescita graduale, di contrapposizione prima ideologico-propagandistica e poi militare rispetto al cosiddetto “Occidente”, l’ISIS emergendo da fazioni contrapposte e già consapevoli, interne alla stessa Al Qaeda, ha modo di operare in uno scenario già completamente destabilizzato dal punto di vista delle strutture politiche e sociali. E’ ipotizzabile che ISIS, approfittando di tanta instabilità, possa influenzare ideologicamente i gruppi terroristi minoritari che operano nel Sinai e nel contesto libico, anche e soprattutto fornendo supporto logistico e addestrativo. Una radicale trasformazione del terrorismo islamico si è avuta con l'emergere di nuovi Stati con grandi disponibilità finanziarie come l'Arabia Saudita e gli emirati del Golfo Persico, caratterizzati anche da forme di governo che si influenzano reciprocamente con gli ambienti "clericali" islamici e con le dottrine legate a correnti di pensiero integraliste come il wahhabismo. Questi Stati hanno indirettamente finanziato (talvolta anche inconsapevolmente), attraverso donazioni da parte di istituzioni caritatevoli, gruppi più o meno legati al terrorismo. Lo stesso si può dire di facoltosi esponenti del mondo privato di questa medesima area. f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 9 Attentato alla redazione di ‘Charlie Hebdo’ L’assalto di Parigi alla redazione di Charlie Hebdo si può ritenere l’esecuzione di una sentenza di condanna a morte emessa nel 2006 contro i giornalisti di un giornale danese che aveva pubblicato vignette irridenti contro Maometto e contro coloro che le avessero riprese. Il Charlie Hebdo negli anni aveva rincarato la dose, anche dopo essere stato fatto oggetto di un grave attentato nel 2011. I vignettisti, oggi celebrati come martiri della libertà, non erano pienamente coscienti che in democrazia non può esistere la libertà di offendere gratuitamente l’altro, tanto meno se l’altro è musulmano e dunque molto meno remissivo della maggior parte dei cristiani verso le offese dei sentimenti più profondi. E’ così hanno messo in pericolo se stessi, altri che avevano il compito di proteggerli e l’intera sicurezza nazionale. Il cardinale André Vingt-Trois, che era stato oggetto di una delle vignette più insultanti, che coinvolgeva in modo blasfemo la Trinità, ha scritto: Una caricatura, anche se di gusto pessimo, una critica anche gravemente ingiusta, non possono però essere messe sullo stesso piano di un omicidio”. Non si può cioè uccidere per una vignetta, fosse la più sanguinosa come quelle del Charlie Hebdo. Papa Francesco durante il volo per le Filippine ha spiegato ai giornalisti che non si può reagire violentemente, anzi, che è un’aberrazione uccidere in nome di Dio, ma per quanto riguarda la libertà di espressione c’è un limite. Libertà religiosa e libertà di espressione sono entrambi diritti umani fondamentali. Ognuno ha il diritto, di praticare la propria religione senza offendere ed ognuno ha, non solo la libertà e il diritto, ma anche l’obbligo di dire ciò che pensa per aiutare il bene comune. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri. Il miglior modo per rispondere alle minacce è la mitezza, essere mite, umile, come il pane, senza fare aggressioni. Dietro ogni attentato suicida c’è un elemento di squilibrio umano. C’è tanta gente che lavora, come ad esempio i missionari: danno la vita, ma per costruire. Il kamikaze invece dà la vita per distruggere. C’è qualcosa che non va. f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 10 Il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, e quattro imam francesi hanno pubblicato una dichiarazione congiunta nella quale è scritto: considerando l’impatto dei mezzi di comunicazione, si invitano i loro responsabili a offrire un’informazione rispettosa delle religioni, dei loro membri e delle loro pratiche, favorendo così una cultura dell’incontro. Da qualche parte si tende a presentare i fratelli Kouachi e Amedy Coulibaly, autori della strage di POarigi, come figli di nessuno, tacendo la loro matrice islamica. Il presidente Hollande, nel suo discorso alla Nazione di venerdì 9 gennaio, ha affermato che i tre non avevano niente a che fare con la religione islamica. Ma non è tacendo la realtà che si progredisce in un vero dialogo con il mondo islamico. Sia i fratelli Kouachi che Amedy Coulibaly (così come la moglie fuggitiva Hayat Boumedienne) erano musulmani a pieno titolo, figli di un’interpretazione del Corano che trova ampia giustificazione in molte pagine del libro sacro. E’ un’interpretazione, come purtroppo si sa, che trova numerosi adepti nel Medio Oriente ed anche tra diversi musulmani di seconda generazione in Europa. Ed è con tale interpretazione dell’Islam, che i musulmani moderati devono confrontarsi nel loro sforzo, tanto immane quanto urgente, di rendere l’Islam una religione meno guerriera e favorire l’integrazione con i popoli che professano religioni diverse. Dobbiamo infine ricordare che durante i fatti di Francia (caratterizzati anche dal gravissimo assalto antisemita di porte de Vincennes, in cui sono stati uccisi alcuni ostaggi ebrei) gli affiliati al fondamentalismo islamico continuavano a spargere terrore anche in altre parti del mondo, in particolare, oltre che in Siria, in Iraq e in Nigeria, dove i Boko Haram hanno raso al suolo una cittadina e incendiato altri 16 villaggi vicini con un bilancio – a quanto si legge – di almeno duemila cristiani morti. Sarebbe opportuno ricordare e non dimenticare tali martiri: in una società come la nostra che distingue – purtroppo e per tante ragioni non sempre nobili – in morti di serie A (da elevare con riti ufficiali di massa a martiri della libertà) e in morti di cui nessuno si scandalizza e che vengono dimenticati dans l’espace d’un matin. f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 11 I papi e il terrorismo Le ultime grandi visioni prospettiche dei vertici della Santa sede in tema di terrorismosi fermano al 2006, alla memorabile lezione di Ratisbona di Benedetto XVI, che invocò anche per il mondo musulmano, come già avvenuto per il cristianesimo, una sorta di rivoluzione illuministica, a partire dal rispetto dei diritti delle persone. La tolleranza di cui abbiamo urgente bisogno, disse Benedetto XVI in quell'occasione, comprende il timor di Dio – il rispetto di ciò che per l’altro è cosa sacra. Ma questo rispetto per ciò che gli altri ritengono sacro presuppone che noi stessi impariamo nuovamente il timor di Dio. Il cammino avviato dal papa fu interrotto però dall’interno della Chiesa, come affermato dal vaticanista dell’Espresso Sandro Magister; si preferiva la strada del dialogo, o meglio la retorica del dialogo, a tutti i costi che, alla prova dei fatti, si è tradotto in un dialogo puramente cerimoniale, che non ha prodotto risultati. Anche papa Francesco, ha affrontato il tema del terrorismo in varie occasioni. Tornando dalla Turchia il 30 Novembre 2014 invitò tutti i dirigenti religiosi, politici e intellettuali musulmani a condannare chiaramente il terrorismo islamico e affermare che il Corano non è questo. È una mia opinione personale, ma sono convinto che noi stiamo vivendo una terza guerra mondiale a pezzi. Dietro ci sono inimicizie, problemi politici ed economici per salvare questo sistema dove al centro è il dio denaro. E poi problemi commerciali, il traffico di armi è terribile Nel Gennaio di quest’anno, di fronte al corpo diplomatico Papa Bergoglio ha affermato con forza che il terrorismo fondamentalista rifiuta Dio stesso ed ha auspicato ancora una volta che i leader religiosi, politici e intellettuali specialmente musulmani, condannino qualsiasi interpretazione fondamentalista ed estremista della religione che giustifica la violenza. Alla cultura che rigetta l' altro e genera violenza e morte, il Pontefice associa i numerosi fatti della cronaca quotidiana, non ultima la tragica strage avvenuta recentemente a Parigi. f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 12 Gli altri vengono visti come oggetti e l’essere umano da libero diventa schiavo, ora delle mode, ora del potere, ora del denaro, talvolta perfino di forme fuorviate di religione. Tale situazione è conseguenza della cultura dello scarto applicata a Dio. Il fondamentalismo religioso, infatti, prima ancora di scartare gli esseri umani perpetrando orrendi massacri, rifiuta Dio stesso, relegandolo a un mero pretesto ideologico. Occorre una risposta unanime che, nel quadro del diritto internazionale, fermi il dilagare delle violenze, ristabilisca la concordia e risani le profonde ferite che il succedersi dei conflitti ha provocato. Nel sollecitare la comunità internazionale a non essere indifferente davanti a tale situazione, il Pontefice auspica una intensificazione del dialogo interreligioso ed invita ripetutamente i leader religiosi, politici e intellettuali a condannare qualsiasi interpretazione fondamentalista ed estremista della religione, volta a giustificare tali atti di violenza. Naturalmente il dialogo interreligioso va condotto a schiena diritta, evitando atteggiamenti troppo remissivi intesi a compiacere gli interlocutori. La rinuncia a recite e canti Natalizi, all’allestimento di presepi con la scusa di non urtare la sensibilità islamica appaiono come esempi di gratuito masochismo, atto solo a suscitare disprezzo da parte islamica verso gli autori di tali rinunce. La Chiesa è cresciuta tanto nel rispetto delle altre religioni, il Concilio Vaticano II ha parlato del rispetto per i loro valori. Ci sono stati tempi oscuri nella storia della Chiesa, dobbiamo dirlo senza vergogna, perché anche noi siamo in un cammino, questa interreligiosità è una grazia. Francesco ha quindi ricordato le vittime ed in particolare i bambini, ha parlato dell'orrendo crimine che è lo stupro, che si accompagna alle guerre ed è una gravissima offesa alla dignità della donna Il discorso si è concluso con una citazione del discorso di Paolo VI all'Onu nel 1965: «Non più la guerra, non più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei Popoli e dell’intera umanità». f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 13 Conclusione Tanti europei mostrano di condividere una falsità, ossia che chi uccide in nome di Dio non sia un vero credente, dimenticando che gli uomini si sono sempre ammazzati fra loro in omaggio a un Dio o a un pugno di Dei. È vero che gli europei non sono più disposti a farlo. Ma ciò dipende anche dal fatto che sono tanti gli europei che non credono più in Dio: l’Europa è infatti il più secolarizzato continente del mondo. Chi non crede in Dio fatica a capire gli assassini in nome di Dio. Possiamo credere che diversi musulmani viventi da tempo in Europa, nonostante la loro religione non abbia mai fatto i conti con la modernità, abbiano trovato il modo di fare convivere pragmaticamente la loro fede con le libertà occidentali e le uguaglianze formali, facendo leva anche sulla separazione esistente in occidente fra religione e politica. Ma il guaio è che essi devono fare i conti con un’altra parte numerosa, e anche assai bene finanziata dalle petro-monarchie e da altri regimi musulmani: i portavoce di un islam puro, iper tradizionalista, antioccidentale. È qui che si trovano i predicatori che alimentano atteggiamenti di rifiuto della cultura occidentale anche quando si accompagnano a un provvisorio rispetto delle nostre leggi. Non dobbiamo però cadere nella trappola concettuale ideata dai fondamentalisti, attraverso la quale si finisce, quasi sempre, per chiamare moderato un wahabita o un fratello musulmano solo perché prende le distanze dall’azione sanguinaria dei jihadisti del momento, perdendo così di vista le continuità culturali, la comune lettura iper tradizionalista dei testi sacri. E’ necessario smettere di parlare per acronimi: basta dire Isis. Cominciamo a chiamarlo Stato islamico e cessiamo di trattare la religione musulmana come le altre. Se i musulmani che vogliono integrarsi in Europa riuscissero a prevalere sui tradizionalisti anti occidentali, allora, nonostante la cupezza del presente, potremmo pensare con un po’ più di fiducia e di ottimismo al futuro. Se invece continueranno a prevalere i finti unanimismi, le ambiguità, le ipocrisie, i guai potranno soltanto aumentare. E perderemo tutti. f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 14 È inutile perdersi in chiacchiere, è necessario reagire e soprattutto agire. Dovremmo pentirci in quest`epoca non soltanto per le parole e le azioni detestabili delle persone malvagie, ma anche per il silenzio della brava gente".(Martin Luther King Jr) Dobbiamo delegittimare il trionfalismo musulmano, per evitare di ritrovarci, come sostenuto da Tariq Ramadani, scrittore e imam ginevrino di origine egiziana, quattro pazzoidi col kalashinikov in pugno, come questi di Parigi, che magari fino a ieri avevano fatto il ragioniere, l’architetto, il medico. Charles Péguy ha scritto3: Questo mondoi moderno non è solamente un mondo di cativo cristianesimo, questo non sarebbe nulla, ma un mondo incristiano, scristianizzato. C’era la cattiveria dei tempi anche sotto i Romani. Ma Gesù venne. Egli non perse i suoi anni a gemere ed interpellare la cattiveria dei tempi. Egli taglia corto. In un modo molto semplice. Facendo il cristianesimo. Egli non si mise ad incriminare, ad accusare qualcuno. Egli salvò. Non incriminò il mondo. Egli salvò il mondo. Allora, come in varie occasioni ha ricordato Papa Francesco, non lasciamoci rubare la speranza in questo momento difficile per la Chiesa, per la situazione politica ed economica che attanaglia la nostra nazione e il mondo intero ed impegniamoci perché i popoli, a qualunque religione appartengano, cristiani, ebrei e islamici possano e convivere e collaborare. 3 Véronique. Dialogo della storia e dell' anima carnale f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 15 Bibliografia • Sottomissione, Michel Houellembecq, Bompani 2015 • Isis. Lo stato del terrore. Chi sono e cosa vogliono le milizie islamiche che minacciano il mondo L. Napoleoni, Feltrinelli 2014 • Il jihadista della porta accanto. Isis, Occidente, F. Allam Khaled Piemme, 2014 • Vivere con la spada. Il terrorismo sacro di Israele, Rokach Livia Zambon 2014 • Il terrorismo nell' era postmoderna, De Angelis Stefano Tabula Fati 2014 • Il califfato del terrore. Gli uomini. Le armi e i segreti della stato islamico, Parisi Antonio GVE 2014 • Kamikaze. Il vento degli dei, Scotto di Tella de' Douglas Luca - Colleoni Aldo Goliardica Editrice 2014 • Dopo Al Qaeda. La nuova generazione del terrorismo, Heisbourg François Armando Editore 2013 • Osama Bin Mossad, Blondet Maurizio, Effedieffe 2013 • A brief history of Terrorism, Burgess M , Center for Defense Information, 2003. • African Christianity, Gifford P., London: Hurst, 1998 • Véronique. Dialogo della storia e dell' anima carnale, Péguy Charles, Marietti 2013 • Il Corano. Ediz. Integrale, Aa. Vv , 2012 • Discorsi e omelie di Papa Francesco, Avvenire 2013/2015 f. fabrini – Terrorismo e religioni: un’orrenda saldatura 16