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Don Antonio - Oratorio di Nave
Numero speciale - Marzo 2006 Notiziario della comunità parrocchiale Maria Immacolata di Nave (BS) Dieci anni fa... La prima lettera scritta da don Antonio in occasione della sua accoglienza a Nave come parroco (Ottobre 1995 Carissimi lettori, questo numero di Nave nostra è interamente dedicato alla presenza di don Antonio come parroco e pastore nella nostra comunità. È stata una presenza intensa che lo ha visto prodigarsi in una realtà a volte complessa e non sempre facile da affrontare. Abbiamo avuto la pretesa di “raccontare” il cammino pastorale e di uomo di don Antonio, convinti di aver peccato di difetto. Ci scuserà e ci scuserete per le cose dette e non dette, ma abbiamo cercato di fare del nostro meglio in troppo poco tempo. I dieci anni di sacerdozio di don Antonio a Nave non possono essere contenuti in poche pagine: preferiamo siano scritti nel nostro cuore. La redazione Ente ecclesiastico parrocchia Maria Immacolata Direttore responsabile: Alessandro Piergentili Direttore: don Antonio Tomasoni Coordinatore: Livio Tameni Raccolta fotografie: Claudio Balzarini Ferruccio Porta Direzione - Redazione Amministrazione: via S. Cesario 2, 25075 Nave (Bs) Telefono: 0302530119 Grafica: Vincenzo Morandi Stampa: Tipografia Olivieri (Nave) Dieci anni fa... “Si riprende uniti e concordi” D omenica 10 settembre (1995) ho fatto una breve sosta a Nave. Desideravo esprimere, nel contesto della Celebrazione Eucaristica, tutta la mia comprensione a don Graziano per la decisione sofferta di lasciare la Parrocchia per motivi di salute e di sensibilità pastorale e la mia partecipazione alla manifestazione di stima e di riconoscenza da parte dei parrocchiani prevista per la domenica seguente in occasione del saluto. Sapendo poi che si era diffusa la voce sul successore nella missione di Parroco, ho ritenuto opportuno confermare che in data 1° settembre Mons. Vescovo aveva nominato Parroco di Nave il re. Don Antonio Tomasoni. Don Antonio giunge a Nave all’età di 53 anni ed è prete da 28 anni. Il ministero sacerdotale svolto sia in Seminario sia negli oratori, sia nel dialogo personale che nell’animazione di gruppi e particolarmente negli undici anni come Parroco a Bornato, lo ha ben maturato per la nuova responsabilità che lo attende. Ogni Parrocchia ha la sua fisionomia, che si è formata lungo la sua storia intessuta di fatti e di eventi, che hanno inciso più o meno fortemente negli animi determinando caratteri, mentalità e comportamenti, tradizioni e costumi. Molti partecipano alla formazione di tale fisionomia, anche se in modi diversi, con l’apporto delle proprie capacità e del proprio impegno; lasciano la propria traccia, in questo caso negativa, anche coloro che o contrastano o si isolano. Ma sembra corretto affermare che tra le persone che sono nelle condizioni di incidere più fortemente nella formazione della mentalità o del costume o della cultura, un posto di rilievo è tenuto dal sacerdote, sia che si dedichi alla educazione della gioventù, o curi le celebrazioni eucaristiche, o si dedichi a iniziative caritative e assistenziali, o promuovere esperienze di sostegno alla famiglia o alla presenza di laici formati nei vari settori della vita sociale illuminando ogni ambito con la luce della fede e la prospettiva dei beni eterni. Sicuramente Don graziano ha dato un contributo notevole al cammino della comunità di Nave coniugando spessore culturale con l’attenzione alle persone anziane e malate, coinvolgendo i vari gruppi esistenti in Parrocchia in un cammino di solidarietà. Con Don Antonio inizia un’altra esperienza, che, pur continuando nella linea tracciata dalla tradizione, non potrà non offrire spunti nuovi per l’educazione alla fede sia nei giovani che negli adulti. Sicuramente don Antonio, con Don paolo e Don Giangi, non mancherà di dare prospettive e indicazioni per il cammino della Comunità; ma non potrà non contare anche sull’apporto dei consacrati e dei laici presenti nel territorio. Anzi nel nostro contesto sociale si è fatto sempre più urgente la formazione dei laici ed esigente la comunione tra tutti i membri della comunità, per rendere sempre più visibile e credibile la missione della Chiesa nel mondo. Il tempo attuale poi non permette né rallentamenti né dispersione di energie; sono troppo gravi e complessi i problemi e sono troppo poche le persone disposte e preparate. Piuttosto occorre puntare uniti sull’essenziale: partire dalla Parola di Dio, far affidamento sulla Grazia di Cristo mediante la preghiera ed i Sacramenti, scegliere obiettivi chiari e unire gli sforzi e procedere con determinazione e fiducia. E’ quanto ritengo opportuno suggerire a tutti in vista dell’ingresso di Do Antonio, mentre invoco su di lui, sui sacerdoti, sui consacrati e sui laici l’abbondanza dei beni del Signore. Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 59/2000 del 5/12/2000 pag. 2 Nave Nostra - Marzo 2006 “La parola del nostro nuovo Pastore” C arissimi Navensi, è con timore che prendo la penna per iniziare con Voi il colloquio che poi continuerà ad ogni edizione del notiziario parrocchiale. Ho scritto con “timore e tremore” perché la responsabilità di guidare questa comunità cristiana ricca di un patrimonio religioso, culturale e artistico così significativo e prezioso, mi dà le vertigini, pensando alla povertà della mia persona e all’ampiezza dei miei limiti. Per questo vi devo confessare che ho accettato con non poche resistenze interiori il mandato del Vescovo. Ma ora che sto per venire a stare con voi, sento che devo abbandonare ogni incertezza e resistenza perché la totalità dei miei pensieri, del mio cuore e delle mie energie siano dedicate a voi che state per diventare la mia famiglia. La mamma di un ragazzo handicappato, cogliendo forse il mio disagio e la mia preoccupazione di fronte alla nuova missione, mi ha scritto una bellissima lettera di cui voglio riportare un breve messaggio: “nella vita ci sono momenti in cui ci viene chiesta di vivere la nostra parte di Abramo; Abramo lascia la tua casa e va nella terra che io ti mostrerò… Prendi tuo figlio e offrilo in sacrificio”. Chissà com’era il cuore di Abramo in quel momento mentre saliva la montagna. Chissà com’era il suo passo con gli occhi offuscati dal dolore e dalle lacrime. Io oso immaginare che ogni passo faticoso, pesante, fosse mosso soltanto da una piccola fiamma, “voglio fidarmi di Te, mio Dio”. Don Antonio, Lei deve fare proprio così: “un gesto di completo abbandono nel Signore”. Vi assicuro che le parole semplici di quella mamma e di tante altre persone buone, mi hanno profondamente commosso e mi hanno aiutato a ri- trovare la serenità e la pace interiore. Voglio fidarmi di Te, Signore! So di essere uno strumento fragile e povero; proprio per questo vi invito, già fin d’ora, a pregare per me perché possa, il meno indegnamente possibile, servire questa porzione di Chiesa che mi viene affidata. Da parte mia ho già iniziato a portarvi tutti, indistintamente, all’altare del Signore perché pur non conoscendovi mi siete ormai diventati cari. Dopo avervi timidamente aperto il mio cuore, voglio dirvi che mi conforta il fatto di sapere che molte persone collaborano nei vari settori della vita comunitaria anche attraverso l’apporto qualificato dei gruppi e delle associazioni. Mentre già fin d’ora li ringrazio del servizio che hanno offerto, li invito a continuare in una dedizione sempre più generosa e responsabile a Cristo e alla sua Chiesa. In questo contesto voglio salutare e ringraziare particolarmente Don Graziano per l’eredità preziosa pag. 3 Nave Nostra - Marzo 2006 di magistero e di azione pastora che ci lascia augurandogli un period di vita serena e ancor ricca di sodd sfazioni sacerdotali. A Don Paolo e a Don Giangi, ch partecipano con me allo stesso sace dozio di Cristo e allo stesso ministe ro sacerdotale, un abbraccio fratern quale pegno di comunione e di colla borazione. Un saluto riconoscente e cordiale al comunità Salesiana e alle Reverend Suore per la loro presenza e per loro generosa dedizione. Non mi resta ora che darvi appun tamento a domenica 15 ottobre pe celebrare insieme, nell’Eucarest d’inizio del mio servizio pastorale, fedeltà dell’amore del Signore. L’intercezione della Vergine Imma colata e del patrono S. Costanzo siano di sostegno e di conforto. Il vescovo La nomina Caro don Antonio, desidero esserti vicino con affetto di padre, in quest’ora nella quale albergano nel tuo cuore sentimenti diversi e confliggenti. Da un lato, l’amarezza del distacco da una comunità che hai servito e amato per tanti anni e nella quale hai impegnato il meglio di te in un ministero generoso e competente. D’altro lato il tuo cuore sacerdotale ospita la gioia cristiana e religiosa di sapersi abbandonato alla volontà di Dio e di volere rimanere nell’abbraccio sicuro dell’obbedienza. In questo momento singolare il tuo passato e il tuo futuro si fondo no in un unico atto di affidamento al Signore che continua a servirsi di te, come uno strumento docile e valido nelle sue mani. Comprendo quan to ti costi lasciare la tua gente, ma al contempo ti voglio dire che per un uomo le azioni e le decisioni più impegnative e soffer te sono quell e che maggiormente lo realizzano e per un sacerdote la sua gente è il pross imo che la vita gli affianca. Ti accompagno con fervida preghiera e imploro per te dal il Signore, Pasto re supremo delle nostre anime, una speciale benedizione. pag. 4 Nave Nostra - Marzo 2006 pag. 5 Nave Nostra - Marzo 2006 Intervista a don Antonio Intervista a don Antonio Intervista a don Antonio Tomasoni L a redazione di Nave nostra ha intervistato don Antonio in merito ai suoi dieci anni di vita pastorale nella nostra comunità. Ecco quanto ci ha raccontato rispondendo alle nostre domande: 1) La notizia del suo trasferimento ha colto di sorpresa l’intera Comunità di Nave. Sono ormai trascorsi dieci anni dal momento in cui lei ha fatto il suo ingresso tra noi: era il 15 ottobre 1995. Nella prima fase di conoscenza di una nuova collettività, qual è stato l’impatto e quali sono state le sue prime impressioni nei confronti della Comunità di Nave? Ricordo che mi accompagnava una trepidazione da togliermi il sonno. Avevo avuto modo di raccogliere alcune informazioni sull’operato del mio predecessore, don Graziano, pastore stimato ed apprezzato da tutta la Comunità per la sua capacità di comunicatore profondo del Vangelo e interprete saggio e sapiente dei segni dei tempi; e questo mi faceva sentire ancora di più impari di fronte al mandato conferitomi. Per di più l’impatto iniziale con la gente di Nave mi aveva un poco raggelato perché avevo l’impressione di una Comunità fredda, distratta e disinteressata alla proposta religiosa. Oggi ritengo che quelle impressioni fossero dettate più che altro dal mio stato d’animo ancora legato alla precedente esperienza pastorale. 2) In questi anni, e soprattutto negli ultimi, è avvenuto un notevole cambiamento nell’ambito dell’evangelizzazione. Durante la sua attività pastorale, quali sono state le tappe fondamentali, per la crescita comunitaria, che hanno caratterizzato il suo operato? Ritengo che due siano state le tappe significative: anzitutto la ristrutturazione dell’Oratorio che ha comportato insieme al gravoso impegno economico, soprattutto uno sforzo radicale e profondo nel ripensare il progetto educativo che doveva presiedere alla vita dell’oratorio. Tutto questo lavoro di riflessione e di condivisione, che ha coinvolto il consiglio pastorale, gli educatori, il consiglio direttivo dell’oratorio e le famiglie, è stato sintetizzato nella CARTA Educativa che resta ancora oggi il riferimento valido e prezioso dell’aziopag. 6 Nave Nostra - Marzo 2006 ne educativa dell’oratorio. Un’altra tappa significativa è stata l’esperienza straordinaria della “MISSIONE POPOLARE” celebrata nel 2000. In quella occasione abbiamo preso coscienza che era giunto il momento di passare da una pastorale di conservazione a una pastorale di annuncio. Questo significava annunciare il Vangelo dove la gente vive. Da questa presa di coscienza è nata una grande mobilitazione che ha visto la presenza e l’azione di tanti missionari che per 15 giorni hanno percorso le nostre strade, sono entrati nelle nostre case e ci hanno fatto sperimentare la gioia dell’incontro a piccoli gruppi nella famiglie e una gioia nuova nelle assemblee liturgiche. Il frutto più prezioso della MISSIONE sono stati i CENTRI di ASCOLTO della Parola che ancora oggi coinvolgono circa 250 persone in un cammino costante di incontro dialogato con la PAROLA del Signore. p particolare, se non farmi vicino e condividere, per quanto mi è stato possibile, con le singole persone e con le famiglie le difficoltà, la malattia e i momenti faticosi e difficili. In loro ho trovato persone aassetate di affetto e bisognose di essere rassicurate circa l’amore del Signore. Auguro loro di trovare dei buoni “samaritani”, cioè persone capaci di ascoltare, di comprendere e di dare speranza. 4) Accanto a lei hanno lavorato i curati e altri preziosi collaboratori, che hanno contribuito a mantenere viva l’attività in Oratorio. In un lavoro di scambio e di reciproca collaborazione quali sono stati i momenti di maggiore vicinanza a queste persone? Devo dire che con don Giangi e D particolarmente con don Paolo p aall’inizio e poi con don Adriano e don Andrea c’è stato un dialogo aaperto e costruttivo che ci ha permesso di mantenere e riportare immediatamente un clima di fiducia reciproca e di intesa. Questo ha consentito, mi pare, di lavorare insieme dentro l’unica Comunità senza diffidenze o divisioni e quindi di offrire una testimonianza di comunione. I contatti e la collaborazione con gli altri operatori di pastorale giovanile sono stati molto sporadici e a livello quasi personale: ho cercato di cogliere le occasioni anche più informali per sostenere, incoraggiare e motivare il loro impegno. 5) Molti gruppi, che operano in Parrocchia, e altri gruppi di volontariato hanno sentito la sua presenza in termini di sostegno e supporto, hanno visto in lei una guida per il raggiungimento di finalità e la realizzazione del loro cammino. Quali sono stati i consigli, le indicazioni, i suggerimenti che lei ha offerto per la riorganizzazione del loro lavoro? Alla conclusione del mio mandato sento il dovere di ringraziare i gruppi e le associazioni parrocchiali per la collaborazione convinta e generosa con cui hanno sostenuto la vita della Comunità: dal consiglio pastorale al consiglio 3) La sua presenza tra gli ammalati, nelle case e negli ospedali, tra le persone bisognose e gli anziani è sempre stata forte, continua e costante. Che rapporto ha instaurato con queste persone? E ora quale messaggio e quali parole vuole lasciar loro? Durante il Concilio Vaticano II, è stato affermato ripetutamente che la Chiesa deve ripartire dagli ultimi, cioè dai poveri vecchi e nuovi, dai malati, dagli esclusi, dagli handicappati, dagli anziani abbandonati… Io non ho fatto nulla di Don Antonio e Padre Renzo con i coscritti pag. 7 Nave Nostra - Marzo 2006 Intervista a don Antonio Intervista a don Antonio educatori, dico che ci assumiamo una terribile responsabilità se non siamo capaci di trasmettere ai giovani il patrimonio di sapienza e di fede, che ha illuminato la nostra generazione e la generazione dei nostri genitori. per gli affari economici, al gruppo dei catechisti ed educatori dell’oratorio, agli animatori dei centri di ascolto, agli animatori della liturgia, ai responsabili e animatori delle chiese di contrada, agli organisti, ai ministranti, agli “Amici di Conche”, agli addetti al culto della chiesa parrocchiale, alla redazione di Nave Nostra. Si tratta di un numero rilevante di persone cui si aggiungono i gruppi di volontariato non ecclesiale, ma che mi hanno offerto una decisiva collaborazione in alcuni importanti momenti di vita parrocchiale: il gruppo degli Alpini, il Coro del Garza, la Banda S. Cecilia, gli Amici della Pieve della Mitria, i comitati di contrada. A tutti indistintamente l’invito a riscoprire il gusto del servizio, andando al centro delle cose senza idolatrare la propria immagine. loro che vivono vicini ai giovani? Ai giovani voglio dire che la vita è bella, ma che per essere tale, ha bisogno di ideali, che le diano un senso. Oggi, mi pare, che la vita di tanti giovani manca di significato: sono pieni di molte cose, ma poveri di spiritualità, sono stracolmi di esperienze affettive e sessuali, ma poveri di amore e incapaci di amare. Per questo ai genitori e agli Giornata del Ringraziamento ai Volontari di Conche (Ottobre 2005) 7) Due momenti di partecipazione popolare e di rievocazione storica hanno caratterizzato questo decennio: il duecentocinquantesimo anniversario della consacrazione (1748-1998) della Chiesa intitolata a Maria Immacolata e il bicentenario della traslazione (1805-2005) delle reliquie di San Costanzo dalla città di Brescia a Nave, dove ora sono custodite e venerate dai fedeli. Secondo lei, come ha vissuto la Comunità di Nave questi momenti di aggregazione e di condivisione di fatti appartenenti alla propria storia locale e religiosa? Questi due avvenimenti hanno visto una notevole e straordinaria partecipazione di Navesi che mi hanno aiutato a scoprire e ad apprezzare in modo nuovo questo popolo sensibile e attento alla propria storia e alle proprie tradizioni. Ritengo che coloro che sono rivestiti di autorità abbiano il dovere di richiamare l’attenzione della cittadinanza valorizzando la propria memoria storica. Non possiamo conoscere bene il presente e orientare positivamente il futuro senza conoscere le nostre radici. 8) Il nostro paese è ricco di edifici religiosi di un certo valore artistico, non mancano neppure, all’interno degli stessi, beni preziosi che necessitano di essere conservati e salvaguardati. Durante questi anni numerosi sono stati gli interventi sui beni mobili e immobili e le nuove realizzazioni, lavori che hanno comportato notevoli sforzi, anche economici, per l’intera parrocchia. Come ha vissuto questi 6) Le speranze e le preoccupazioni per le nuove generazioni lasciano spesso gli adulti ad un bivio: la serena fiducia o la preoccupante diffidenza. Quale messaggio vorrebbe lasciare al mondo giovanile? E quali consigli suggerirebbe agli educatori, ai genitori e a tutti copag. 8 Nave Nostra - Marzo 2006 interventi e quali sono state le sue maggiori preoccupazioni? Molto resta da fare! Colgo l’occaM ssione per ringraziare tutti coloro a cui sono affidati questi beni e per invitarli a continuare nella loro opera di custodia amorosa e di recupero. Non dobbiamo dimenticare che molte persone forse s’incamminano verso l’Assoluto sospinte da sentieri ascetici. A coloro che hanno collaborato con il loro lavoro e con il proprio denaro giunga il mio grazie più cordiale. 9) Ora la partenza da Nave, l’ultimo saluto con i suoi parrocchiani avverrà domenica 26 marzo. La gente di Nave l’ha sempre considerata un padre sempre presente. E lei che idea si è fatto dei suoi parrocchiani e come vive ora il distacco da loro? Nel sofferto distacco dai Navesi, N aavverto anche un senso di privazzione da un ricco e prezioso pa- 10) Questa comunità, questo gregge perde in questo momento il suo Pastore. Voglia chiudere questa intervista con un messaggio che tutti noi conserveremo come stimolo per proseguire nel cammino di fede che lei ci ha indicato e che in questi dieci anni abbiamo percorso insieme. speranza. Oggi me ne allontano con nostalgia. Ringrazio tutti per la fiducia che mi avete accordato nella amministrazione dei beni e delle offerte della Comunità. Chiedo perdono a quanti ho dato cattivo esempio o inavvertitamente ho offeso e deluso. Continuate a camminare nell’unità e nella docilità col nuovo Pastore e nella comunione tra di voi. Questa sarà la vostra forza. Un grazie vivissimo a don Giangi, a don Andrea, al diacono Franco e alle reverende Suore Lucilla e Rosa per la stima, la fiducia e i buoni esempi che mi hanno dato. Un ringraziamento tutto speciale alla Comunità salesiana e ai suoi direttori, don Mario Colombo, don Enrico Castoldi e don Eugenio Riva, per l’amicizia fraterna e per la generosa e preziosa collaborazione offerta attraverso il loro ministero e il servizio apostolico dei giovani confratelli. Dieci anni fa sono entrato in questa Parrocchia con trepidazione e Grazie, don Antonio trimonio artistico e architettonico che ho imparato ad amare e custodire e che non ha confronto con la mia nuova Parrocchia. Ho seguito con preoccupazione l’intervento di sostituzione del pavimento della Parrocchiale per far posto al nuovo impianto di riscaldamento, ma ancora di più ho sentito e vissuto con angoscia le pesanti conseguenze del terremoto. Ho gioito per gli interventi di restauro che si sono susseguiti nella Pieve della Mitria, nella chiesa di S. Rocco e in tante opere minori. Celebrazione della festa di S. Costanzo (2006) pag. 9 Nave Nostra - Marzo 2006 Percorso pastorale Percorso pastorale Il percorso pastorale di don Antonio a Nave S i suol dire che il bel gioco dura poco, e generalmente è così, ma non sempre. Dieci anni non sono pochi ma neanche tantissimi e in questo periodo di permanenza a Nave, don Antonio ne ha fatto parecchio di “bel gioco” nella comunità. Il nostro Vescovo ha avuto buon fiuto nel portarcelo via: ne ha pesato l’anima e la bontà, unite alla stoffa del “costruttore”, e lo ha spedito ai confini della provincia, in quel di Pontevico, che quelli forse ne han più bisogno di noi! Si sa, le vie del Signore sono infinite e non tutte ci è dato di conoscerle; buon per loro, intendendosi i Pontevichesi, che avranno di che gioirsene, a buona ragione. E noi di Nave, che dell’ineluttabile ne facciamo conto, attendiamo l’arrivo del nuovo pastore. Ma le cose non finiscono qui. Don Antonio ci ha abituato con l’esempio, che è insegnamento, a non adagiarci troppo, a tirare avanti al di là degli “inconvenienti”, a muoverci veloci in un mondo forse troppo dinamico che tende a seppellirci sotto la fretta, a tener d’occhio il Vangelo in ogni momento. Bene, la strada che don Antonio e tanti parroci come lui e prima di lui ci hanno tracciato, la co- Un parroco speciale C aro don Antonio, ci rendiamo conto (ora che viene trasferito ad un’altra parrocchia), di quanto tempo lei ha dedicato a noi ospiti della casa di riposo Villa dei Fiori, con parole di conforto e sempre con grande attenzione e sollecitudine nei momenti più critici delle nostre malattie. Siamo consapevoli di essere stati fortunati e ringraziamo Gesù e la Madonna, di cui sappiamo lei molto devoto, per averci mandato un pastore della sua intelligenza e saggezza, impreziosite da una straordinaria semplicità con grande rispetto dei valori morali e religiosi; sentiremo la sua mancanza. nosciamo da secoli: facciamo tesoro dei buoni esempi e continuiamo sulla via segnata. Alla fine del 1995 don Graziano Montani se ne andava da Nave e al suo posto arrivava don Antonio Tomasoni. Ci siamo accorti subito che non era un tipo da star troppo fermo. Ben conosciamo la sua spericolatezza in auto, nel recarsi a trovare questo o quell'ammalato di cui aveva notizia; una dinamicità che si è riflessa anche nell'azione pastorale e spirituale. Don Antonio è stato tra noi missionario in “Parola e in opere di Dio” e il primo tocco della sua creatività ha avuto al centro le celebrazioni del Mistero di Cristo, volute gioiose, luminose, partecipate e solennizzate con musiche e canti in un tempio (chiesa) sobrio, ma bello. Grazie don Antonio, grazie con questo piccolo dono a nostro ricordo, un cofanetto in pelle con i contenitori dell’olio santo e delle particole per la comunione, l’aspersorio dell’acqua santa, un piccolo altare ed una stola da viaggio, che lei sacerdote sa usare con amore per salvare le anime da presentare all’Altissimo. Missione Popolare (anno 2000) Grazie… Ciao don Antonio Con affetto gli OSPITI DELLA CASA DI RIPOSO “VILLA DEI FIORI” suor Rosa e Giuseppe Calza Ci ha educato a vivere lo spirito comunitario correlando alle celebrazioni la vita con i suoi momenti di gioia e di tristezza. E ancora, come strumento comunitario, ha voluto la radio parrocchiale attraverso la quale le persone Consegna delle lampade ai Centri di ascolto impedite possono mettersi e sentirsi in comunione con la preghiera liturgica, quella delle Lodi, del Vespro e del Rosario e soprattutto la Messa. La vicina scadenza del millennio gli ha suggerito l’idea della Missione popolare. Chi non ricorda con emozione i canti: “come un soffio leggero la Parola si dona…”. Le case si sono aperte al missionario e alla parola di Dio e il cuore ne ha gioito. Dalla missione sono continuati i Centri di ascolto della Parola, veri incontri con Dio e con i fratelli nelle nostre case. La forte spiritualità di don Antonio e il suo amore alla preghiera hanno fatto gustare anche alla comunità i momenti preziosi della contemplazione: ecco l’iniziativa degli Esercizi Spirituali quaresimali e l’Adorazione Eucaristica settimanale con la disponibilità per le confessioni. Inizio anno pastorale 2004/2005 pag. 10 Nave Nostra - Marzo 2006 Con il Vescovo a “Villa dei Fiori” (2005) A settembre, all’inizio di ogni anno pastorale arriva l’invito al “cammino verso Conche” come gli antichi pellegrini, per affidare alla Madonna della Misericordia la vita della parrocchia. A ottobre invece la Settimana Mariana con importanti momenti di discernimento comunitario, studio e programmazione delle attività seguendo i piani pastorali diocesani. pag. 11 Nave Nostra - Marzo 2006 Percorso pastorale Percorso pastorale Anche alla Caritas e alla S. Vincenzo non sono mai mancate le sue sollecitazioni e gli aiuti concreti. In Terra Santa (2000) ne del pavimento e l’installazione del nuovo riscaldamento, più efficiente del vecchio e più rispettoso dei preziosi affreschi che abbelliscono il tempio. Pieve della Mitria: Ciborio ligneo e paliotto d’altare Nuovo risalto ha dato alla festa del Patrono S. Costanzo. Ne ha proposto la solenne celebrazione nel giorno proprio, ne ha stimolato la conoscenza e l’attualità del messaggio, raccogliendo ogni anno in questa occasione, tutti i sacerdoti nativi e coloro che qui hanno operato, ha arricchito la comunità nel reciproco scambio di doni, gratitudine e riconoscenza, rendendoci più consapevoli della forte appartenenza alla Chiesa e al territorio di cui S. Costanzo è il protettore. Numerosi volontari hanno raccolto l’invito di don Antonio a fornire manodopera, alleggerendo l’onere finanziario. Quattro nuovi confessionali impreziosiscono gli altari laterali dedicati a S. Costanzo e alla Madonna. Importante realizzazione è stata la completa ristrutturazione dell’Oratorio, adeguandolo alle normative vigenti e corredandolo dei necessari spazi dedicati all’attività sportiva. Uno sforzo che sta dando i suoi frutti ed è punto di riferimento per molti giovani e per le loro attività. Accanto al cammino pastorale, don Antonio ha saputo coniugare le necessarie “opere” dedicate alla conservazione e rivalutazione delle nostre chiese e del loro patrimonio artistico, frutto della devozione e religiosità popolare. L'elenco è lungo e lo potete leggere più avanti. Qualche cosa probabilmente ci sfuggirà e ne chiediamo venia. Vi vogliamo offrire alcuni esempi dei restauri eseguiti sulle opere d’arte presenti nelle nostre chiese, perché meritano la vostra attenzione la prossima volta che vi recherete, Dalla Mitria D Suo motto: “La carità ad ogni costo verso tutti”. - Ama i missionari in modo particolare come portatori del Vangelo: lo abbiamo visto sempre molto vicino ai nostri quattro concittadini in Africa. - Ogni ammalato, anziano o persona in difficoltà ha sempre avuto il conforto della sua sollecita presenza in ospedale, a casa oppure degente. - Ha saputo tradurre in carità anche i momenti sereni e festosi della convivialità e della gita donando la sua preziosa affabilità. Conche (13/02/2006) on Antonio non è stato solo il nostro Parroco, ma è stato ed è uno di noi. Noi, Amici della Pieve della Mitria, legati dall’amore per questa Chiesa che vogliamo sempre più bella e viva, lo ringraziamo. Ci mancherà don Antonio (dipendesse da noi non partirebbe) ci mancherà, ma sappiamo che, almeno una volta all’anno, ci ritroveremo tutti assieme in occasione della S. Messa del 25 Marzo, giorno dell’Annunciazione, la vera festa della Mitria. Vorrei ricordare il cammino fatto assieme in questi anni: dall’acquisizione degli edifici della Vecchia Canonica (prima l’affitto, poi l’acquisto), ai festeggiamenti per il 500° anniversario della Riedificazione della Pieve, con una serie di concerti, tavole rotonde e l’arrivo del Vescovo mons. Giulio Sanguineti, nonché la pubblicazione del Libro “La Pieve della Mitria”, comprese le non poche difficoltà incontrate per il restauro degli Affreschi. Un cammino fatto assieme, concordando i vari passaggi e riunendo decine e decine di volontari. Grazie al sostegno di don Antonio ci è stato possibile restituire ai navesi e ai visitatori esterni un patrimonio artistico consegnatoci dalla storia e dalla tradizione religiosa di Nave. Grazie ancora, don Antonio, il ricordo di quanto ha fatto ci sprona a continuare nel nostro cammino. non dimenticando l’antica devozione dei nostri avi che queste opere hanno voluto. Di notevole impegno sono pure stati i gravosi lavori svolti nella chiesa parrocchiale che hanno richiesto la sostituzio- Gli Amici della Pieve della Mitria pag. 12 Nave Nostra - Marzo 2006 Presepio vivente 2005 Inaugurazione del nuovo pavimento della parrocchiale (ottobre 2003) pag. 13 Nave Nostra - Marzo 2006 Percorso pastorale Non dimentichiamo, in chiusura, gli importanti interventi sulla Pieve della Mitria in primo luogo, sulla chiesa di Monteclana , di S. Rocco e di S. Antonio e del Santuario di Conche. Don Antonio ha saputo raccogliere intorno a sé un numero consistente di volontari che sono stati determinanti nella realizzazione delle opere descritte; volontari di cui è sempre stato fiero e di cui ancora ci sarà bisogno dopo la terribile esperienza del terremoto del 2004. Pieve della Mitria Percorso pastorale I volontari di Conche A nche a noi, come a tutta la comunità di Nave, è giunta inaspettata la notizia della partenza di don Antonio per Pontevico. È stato lui stesso a parlarcene la sera della cena che si organizza ogni anno per i volontari del santuario. Passando per i tavoli rideva e scherzava con noi… ma si vedeva che in fondo era molto dispiaciuto di doversi separare da tutte le persone con cui ha passato più di un decennio. Siamo sicuri che sarà un’esperienza importante anche quella che don Antonio si appresta ad affrontare, ma siamo anche certi che un po’ le nostre belle montagne gli mancheranno. Anche perché a Pontevico di montagne non c’è nè nemmeno l’ombra… E poi di sicuro gli mancherà Conche, verso cui ha sempre dimostrato di avere un attaccamento particolare. Come parroco, don Antonio era il presidente del Consiglio Direttivo e ha ricoperto la sua carica sempre con molto entusiasmo, ricordando continuamente a tutti noi volontari quale fosse lo spirito del nostro servizio. Tutte le ricorrenze legate a Conche, la Confraternita e la festa del patrono in particolare, sono state sempre organizzate da don Antonio con scrupolo e meticolosità. Sotto la sua guida hanno assunto una particolare importanza e la partecipazione era notevole. Non dimentichiamo poi che è stato proprio il nostro parroco a ripristinare la festività del 12 febbraio, festa di S. Costanzo, e non mancava ogni anno di celebrare la messa in Conche in occasione del Santo patrono. È proprio per questo che vogliamo ringraziarlo, per il suo grande attaccamento al Santuario e per averci fatto capire quanto sia importante accogliere con gioia ogni pellegrino che vi si reca ogni domenica. Ci auguriamo di cuore che questa nuova esperienza a Pontevico sia per lui un grande arricchimento e speriamo, questo ci è lecito, che il suo successore abbia per Conche lo stesso amore mostrato da Don Antonio. Messa a Salve Regina (ogni 1° sabato di agosto) Dal Gruppo III età F orse per la nostra non più giovane età riteniamo di avvertire maggiormente nel nostro animo il contraccolpo provocato dalla notizia della partenza di don Antonio dalla nostra Comunità. In dieci anni, attraverso molteplici espressioni, egli ha comprovato il Suo modo di essere “Parroco”nel senso pieno e più significativo del termine, in un operato incisivo e senza risparmio, aperto verso tutti, senza alcuna preclusione. In particolare noi anziani abbiamo sperimentato l’efficacia della Sua parola e del Suo impegno, nella partecipazione ai nostri incontri al I venerdì del mese, al Natale e alla Pasqua dell’anziano, nella presenza familiare alle nostre gite, sempre paternamente vicino agli ammalati e agli ospiti della “Casa di riposo”, con il dono confortante e stimolante della Sua parola. Forse i caratteri del Suo impegno sacerdotale si possono sintetizzare in una nota essenziale e dominante: la “pienezza di pastoralità”. Mentre avvertiamo una profonda sensazione di vuoto per la Sua inattesa partenza, sentiamo urgente il bisogno di esprimergli la nostra profonda gratitudine per quanto di bene ha profuso tra noi, pregando il Signore perché lo ricompensi generosamente per il Suo operato multiforme, incessante, indefesso tra noi e illumini sempre il Suo cammino con la pienezza della Sua grazia. Rievocazione della traslazione delle Reliquie di S. costanzo Grazie di tutto cuore don Antonio I volontari di Conche Santuario di Conche Il gruppo Terza Età al gran completo pag. 14 Nave Nostra - Marzo 2006 pag. 15 Nave Nostra - Marzo 2006 Percorso pastorale “Ci sei sempre stato vicino” GMG 2005 (Colonia) C iao Don Antonio, siamo i tuoi giovani, quei giovani in cui tu hai sempre creduto e su cui hai investito tanto. Ci sei sempre stato vicino con disponibilità e attenzione e hai saputo strappare un sorriso ad ognuno di noi, grazie alla tua battuta sempre pronta. Il papa che ci ha appena salutati amava ricordare, rivolgendosi a noi giovani, “Voi siete il sale della terra e la luce del mondo”. Nei tuoi occhi abbiamo riscontrato lo stesso sguardo affettuoso e la stessa benevolenza, ma soprattutto la stessa fiducia nelle nostre potenzialità e nel credere che avremmo potuto volare alto! Ti ringraziamo per l’entusiasmo che hai sempre dimostrato nell’accogliere le nostre proposte e nell’esserti fatto vicino nelle nostre esperienze più significative, non solo fisicamente, ma anche attraverso la tua preziosa preghiera. Con le tue parole semplici e umili hai saputo raggiungere il cuore di tutti, facendoci sentire parte di un’unica comunità, di un unico Gregge, sotto la guida di un buon Pastore. È questa l’immagine che ci rimarrà di te, quella di un Pastore che cura amorevolmente le sue pecore per poi dare la vita per loro. Grazie per la tua preziosa guida. C Gita sulle Dolomiti “La tua capacità di coinvolgerci” È Dio ti benedica, don Antonio ’è un tempo per ogni cosa: così si legge nel libro di Qoelet. Anche noi oggi dobbiamo abituarci a dirci che c’è un tempo per ogni cosa. Se rileggiamo a ritroso la tua presenza, don Antonio, in mezzo a noi, possiamo dire che ora è il tempo per vivere ciò che si è capito, nella consapevolezza di aver condiviso tanto tempo…e di averlo vissuto bene e per il bene. Nave, 7 marzo 2006 Con affetto, i tuoi giovani con un velo di tristezza che ci troviamo a scrivere due righe per salutare e ringraziare il nostro parroco. Anche se come gruppo non siamo molto presenti nelle attività parrocchiali, abbiamo sempre apprezzato la tua capacità di coinvolgerci senza mai “ostacolare” i nostri progetti nell’ambito di S. Antonio e del presepio. Inoltre siamo certi che, pur con la tua discrezione, tu sia stato in qualche modo complice dell’unità del nostro gruppo. La tua partenza ci lascia amareggiati, siamo però sicuri che la capacità che tu hai di essere presente in mezzo alla gente, ti sarà di buon auspicio per la nuova missione che ti appresti ad affrontare. Grazie immensamente dal gruppo S. Antonio e arrivederci a quando verrai lassù alla chiesa di S. Antonio dove noi, sicuramente sempre ricordandoti, continueremo la nostra opera. Grazie, Gruppo S. Antonio Oratorio Interno della chiesa di S. antonio pag. 16 Nave Nostra - Marzo 2006 C’è stato il tempo, in questi anni, per tante cose… esperienze, incontri, preghiere, celebrazioni, feste… Il tempo degli inizi, quando dalle pagine del bollettino timidamente ci scrivevi che “volevi fossimo la tua famiglia, nella totalità dei tuoi pensieri, del tuo cuore e delle tue energie”. E noi siamo stati la tua famiglia e tu un buon padre per noi, fin da subito, dimostrandoci il tuo sguardo aperto alla vita di tutti, ma con una attenzione particolare ai ragazzi e ai giovani e alla passione educativa che animava il nostro cuore. Il tempo del sognare il nostro futuro, un futuro bello. Per questo sogno hai messo in campo tutte le energie, le speranze, le idee per vedere emergere dalla vita il di più che il sogno non sa immaginare. Il tempo dell’attenzione premurosa e costante, della presenza delicata e quasi timorosa (ricordi quando ci raggiungevi nei ritiri o nei campi?), ma decisa, che non ti ha mai fatto desistere dall’incontrarci e dallo stare un po’ con i tuoi giovani, come un buon padre fa con i propri figli, come un buon padre che aiuta , sostiene e accompagna ogni passo , ogni conquista o ogni sconfitta. Il tempo dell’assumere coraggiosamente e con responsabilità il sogno della ristrutturazione del nostro Oratorio, della nostra Casa. Impegno fortemente voluto e perseguito con tenacia e lungimiranza, perché fosse una casa bella e accogliente, al passo coi tempi, adatta a educare a una vita bella e capace di senso nell’incontro col volto di Gesù. GRAZIE per averci creduto davvero. Il tempo della condivisione e del sostegno delle scelte e delle sfide che man mano si prospettavano: il progetto educativo dell’Oratorio e la carta educativa, punto di riferimento per la nuova evangelizzazione, condiviso con tutta la comunità e sostenuto da giovani e adulti con una grande passione educativa; la scommessa sui preadolescenti e adolescenti; il laboratorio di pastorale giovanile dei giovani e degli educatori; il tempo della notte valorizzato dall’attenzione al tempo diurno; il patto educativo col territorio; il tutto realizzato nella disponibilità e nella semplicità, nel desiderio di lavorare insieme, nella valorizzazione dei laici, nel sostegno continuo e costante ai sacerdoti. Il tempo delle sfide grandi: la fede in Gesù come energia e motore del nostro cammino e la ricerca di una spiritualità per la vita quotidiana che facesse risuonare dentro ciascuno la bella notizia del Vangelo: la Missione Giovani, le GMG, i tanti momenti di spiritualità, la sapienza dell’attesa. Il tempo dell’incontro: sei stato per noi luogo di carità e Parola, un vero testimone, che ci ha aiutato a scoprire che la fede è sorgente di pienezza umana e fondamento di convivenza fraterna; sei stato il sacerdote di tutti e ci hai accompagnato nel cammino di fede, ci hai aiutati a vivere un Cristo vivo, ad affrontare con serenità e coraggio i problemi, a condividere gioie e difficoltà, ci hai accompagnato a diventare comunità. Ora è il tempo dell’andare oltre quello che abbiamo capito, nel discernimento del mistero e della volontà di Dio nella nostra storia, per non chiudere la parentesi straordinaria di questi anni ma perché tutto ciò che di bello è stato, sia nuovamente motivo di vita vera per tutti, con lo sguardo fisso sul volto di Gesù perché altri lo vedano. Il tempo di dirti grazie, don Antonio, di averci voluto bene, di esserti preso a cuore la nostra vita. Anche noi te ne vogliamo e continueremo a volertene nell’incontro con il Signore; scusa se non siamo sempre stati tempestivi nelle risposte; il Signore ti benedica don Antonio e benedica il tuo nuovo mandato, perché attraverso di te tante altre persone possano incontrare Lui, il Signore della vita. I bambini, i ragazzi, gli adolescenti, i giovani, gli adulti, la Comunità Educativa dell’oratorio Giovani in Festa (2005) pag. 17 Nave Nostra - Marzo 2006 Le opere Le opere Cronistoria dei principali interventi di restauro nel decennio 1995/2005 1996- 1998 Restauro conservativo Organo Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. 1996 Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Restauro della pala dell’altare maggiore “L’Immacolata Concezione” di Marco Antonio Franceschini(sec. XVIII) a cura di Emanuela Montagnoli Vertua. Primavera 1997 Pieve della Mitria. Restauro del paliotto d’altare ligneo raffigurante Madonna con Bambino, S. Caterina e S. Domenico. Sponsor Inner While. Ditta Abeni – Guerra Srl. e Ornella Martinelli. Autunno 1997 restauro superfici murali chiesa di S. Martino a Monteclana. Primavera 1998 Pieve della Mitria. Intervento di restauro al ciborio ligneo e paliotto d’altare. Ditta Abeni – Guerra Srl. e Ornella Martinelli. Pieve della Mitria. Restauro affresco raffigurante Madonna con Bambino, S. Giovanni Battista e S. Nicolò da Tolentino. Ditta Abeni – Guerra Srl. 1998 Restauro dipinto ad olio su tela “Madonna col Bambino e S. Rocco” dalla Disciplina di S.Rocco di Antonio Zadei (seconda metà sec. XVIII). Restauro Emanuela Montagnoli Vertua. 1998 Restauro dipinto ad olio su tela “L’Annunciazione” della Disciplina dell’Annunciata di Antonio Dusi (datato 1776). Restauro Emanuela Montagnoli Vertua. 1998 Sacrestia della Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Restauro del dipinto raffigurante l’Apparizione della Madonna a S. Filippo Neri di Giacomo Parolini di Ferrara (sec. XVIII). Restauratore Romeo Seccamani. Ottobre 1998 Rifacimento della pavimentazione dell’abside della Pieve della Mitria; gli scavi hanno portato alla luce resti di una precedente chiesa. Ottobre 1998 Festeggiamenti per il 250° anniversario della Consacrazione della Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Pubblicazione libro di S. Rossetti - Livio Tameni, La Chiesa parrocchiale di Nave, Nave 1998. Inverno 1998-1999 Pieve della Mitria Restauro della pala dell’altare maggiore raffigurante l’Annunciazione. Ditta Abeni – Guerra Srl. 1999 Pieve della Mitria. Restauro dipinto raffigurante “Il Purgatorio”. Luglio/agosto 1999 Convenzione tra il Comune e la Parrocchia per la realizzazione del vialetto pedonale collegante il sagrato retrostante la Chiesa di S. Maria Immacolata ed il parcheggio di Via S. Costanzo. 1998/2000 Chiesa di San Rocco. Restauro del dipinto “Madonna con Bambino” di autore anonimo del sec. XIX; restauratore Romeo Seccamani. 2000 Pieve della Mitria. Restauro affresco raffigurante S. Giovanni Evangelista sopra la porta che immette in sacrestia. Ditta Abeni Guerra Srl. 2000 Santuario di Conche. Angiolino Damonti e Domenico Cretti restaurano l’affresco “Maria Madre della Misericordia”; Clara Coatti restaura il Crocefisso ligneo del XVII secolo. Febbraio/marzo 2001 Pieve della Mitria. Restauro affresco raffigurante cinque Santi. Parete laterale quarta cappella di sinistra. Ditta Abeni Guerra Srl. 2001 Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Rifacimento tetti dopo grandinata settembre 2000. 2001/2002 Pieve della Mitria. Restauro dello stendardo raffigurante sul recto l’Annunciazione e sul verso Ma- pag. 18 Nave Nostra - Marzo 2006 ria Addolorata e S. Giovanni Evangelista. Ditta Abeni Guerra Srl. 2001/2002 Pieve della Mitria. Restauro affreschi parete absidale. Ditta Abeni Guerra Srl. 2001/2002 Lavori di sistemazione del Teatro di S. Costanzo danneggiato dalla grandinata del settembre 2000. 2003 Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Posa del nuovo impianto di riscaldamento con conseguente rifacimento del pavimento. 2003 Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Realizzazione di quattro confessionali ad opera dell’Officina Giuseppe Rivadossi. 2003 Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Restauro della tela “La cacciata dei mercanti dal tempio” di autore ignoto del sec. XVIII. Restauratrice Emanuela Montagnoli Verta. Contributo Fondazione Comunità Bresciana. Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata: pala dell’altare maggiore “L’Immacolata Concezione” (di Marco Antonio Franceschini - sec.XVIII) “L’Annunciazione” della Disciplina dell’Annunciata di Antonio Dusi (datato 1776) 12 dicembre 2003 Il Sindaco, Ing. Luca Senestrari, risponde positivamente alle reiterate richieste di un potenziamento dell’illuminazione del sagrato. 2004 Adeguamento e migliorie alla casa estiva di Sonico. S. Natale 2004 Prima manifestazione del Presepio Vivente. S. Natale 2005 Seconda manifestazione del Presepio Vivente. 500° di Rifondazione della Pieve della Mitria. 2005 Cimitero di Nave. Restauro della cappella cimiteriale dei Sacerdoti. 2005 Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata. Restauro “I misteri del SS. Rosario” di Antonio Paglia (1739). Restauratrice Emanuela Montagnoli Vertua. Chiesa Parrocchiale Maria Immacolata: “La cacciata dei mercanti dal tempio” (di autore ignoto del sec. XVIII) pag. 19 Nave Nostra - Marzo 2006 Grazie, don Antonio Grazie, don Antonio Ti sei preso cura di tutti noi “Porzione del Signore è il suo popolo, sua eredità è Giacobbe. Egli lo trovò in una terra deserta, in una landa di ululati solitari. Lo educò, ne ebbe cura, lo custodì come la pupilla del suo occhio. Come un’aquila veglia la sua nidiata che vola sopra i suoi nati egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle sue ali. Il Signore lo guidò da solo, non c’era con lui alcun dio straniero (Dt 32, 10-12)”. L ’immagine è di quelle belle, di quelle che suscitano emozioni profonde, da legare magari a una persona importante che ora parte e con cui si è camminato per lungo tempo. Un ricordo, qualcosa da fissare per sempre nella memoria, da conservare, custodire. Molti, credo, in questi giorni stiano cercando un’immagine così. E questa è l’immagine con cui conservo ciò che ho vissuto a Nave con don Antonio. “…lo educò, ne ebbe cura, lo custodì… come un’aquila veglia la sua nidiata…egli spiegò le ali e lo prese…”. Educare, avere cura, custodire, sollevare… Don Antonio, negli anni navensi, ho sentito che ti sei preso cura di me. Ti sei preso cura di tutti noi. Il Signore che affida il suo popolo, la sua eredità, ciò che ha, quindi, di più prezioso, al sacerdote ha affidato, per 10 anni, a te Nave, la sua gente, i suoi preti perché tu ne avessi cura. Sei stato sacerdote, parroco, padre. Molti hanno trovato nel tuo stile sacerdotale il volto amorevole di Dio che ama il suo popolo. Sei stato un’aquila premurosa, hai visto lontano, hai scrutato l’orizzonte e ci hai condotto, ci hai educato, ci ha sollevato e custodito. Tante volte i preti si chiedono cosa devono fare in una parrocchia, come devono essere, quale stile assumere, con quale spiritualità vivere. I documenti (Pastores dabo vobis di Giovanni Paolo II) parlano della carità pastorale che unifica attorno a un centro la vita del prete. Don Antonio tu l’hai vissuta a Nave, in questa chiesa, in questa parrocchia giorno per giorno sull’esempio di Gesù Buon Pastore anche quando essa poteva apparire una terra deserta, una landa di ululati solitari. Io me ne sono accorto, tanti se ne sono accorti. E allora, don Antonio, grazie ancora. Te lo voglio ripetere da prete che da novello hai introdotto al ministero. Ho capito che non è tanto importante la parrocchia in cui un prete è mandato in prima destinazione, i problemi delle comunità sono molteplici, ma tutti affrontabili. La cosa che conta per un giovane prete è trovare un prete più grande di lui che lo metta sotto le sue ali, se ne prenda cura, gli insegni con la vita come si ama una comunità, come ci si spende per essa, come la si serve da prete, come la si orienti all’incontro con il Signore e in questo faccia crescere il suo ministero. Te lo voglio ripetere da ex responsabile dell’Oratorio. Tu, uomo di Dio Grazie perché ti sei preso cura dei giovani. Le scelte coraggiose e lungimiranti della ristrutturazione e del progetto educativo (carta educativa) dell’Oratorio perché a Nave non mancasse una casa bella e accogliente e una proposta di fede e di vita per i giovani è frutto della tua passione educativa, della tua amorevole cura, del tuo sostegno costante e paziente. Nessun direttore di oratorio, per quanto vivace e creativo, potrebbe operare nulla senza il sostegno del parroco che, come te, ha saputo coinvolgere la comunità, appassionarla all’amore ai giovani, sostenere e condividere, camminare verso ciò che è essenziale, dare fiducia e apprezzare il lavoro compiuto. Te lo dico da uomo. Grazie, ti sei preso cura della mia umanità e dell’umanità di tutte le persone che hai incontrato. Avere una parola per tutti, nella custodia A di relazioni autentiche, in una cura dei dettagli che nulla lascia al caso e che sa entrare nel cuore. Sollevare con le ali della fede soprattutto nei momenti difficili della malattia, del dolore, della morte, della solitudine. Correggere e dare speranza, richiamare, aiutare ad accettare e ad affidarsi a un bene più grande. Ci hai reso più umani con la tua umanità. Io me ne sono accorto da tempo e sono convinto che anche Nave se ne accorgerà ancora di più quando sarai partito. Se ne accorgeranno anche a Pontevico, ne sono certo. Sei un dono splendido per quella comunità che già ti attende. Se ne accorgerà anche chi dopo di te raccoglierà l’amorevole cura di questa comunità cristiana. A lui l’augurio più grande, Nave entra nel cuore di chi ci passa e si dona con gioia. Troverà l’entusiasmo di camminare insieme al proprio pastore, la fatica della quotidianità, ma anche una condivisione e corresponsabilità laicale cresciuta. Troverà qualche miseria umana dentro cui, però, si potrà inserire, con cuore di pastore, con quella premurosa attenzione che don A Antonio non ha mai fatto mancare. “Un servo del Signore non dev’essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, paziente nelle offese subite, dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi” (2Tm 2,24-25). Q uesta è solo una delle tante indicazioni che l’apostolo Paolo consegna, nelle sue lettere, a Timoteo, suo carissimo figlio nella fede, pastore di una comunità cristiana. Queste lettere indirizzate a Timoteo raggiungono e interpellano tutti coloro che sono chiamati ad essere pastori dentro e per le comunità cristiane. I due versetti riportati sopra, mi sembra esprimano bene le caratteristiche a cui tende l’animo pastorale di don Antonio: il servizio generoso e gratuito svolto nel nome del Signore, amato e annunciato “in ogni occasione opportuna e non opportuna”; la mitezza con tutti, virtù di chi si propone senza imporsi; il desiderio di “insegnare” il Vangelo, di farlo entrare, segnarlo dentro la vita delle persone; la pazienza di chi patisce, anche in silenzio, senza condannare, con l’attenzione di comprendere e aspettare di fronte alle incomprensioni e alle difficoltà; la dolcezza di un padre nei confronti dei figli per chi si oppone a determinate scelte; la speranza sempre viva, nutrita di preghiera e Parola, che nulla va perduto, ma tutto può essere d’aiuto per la conversione dei cuori. E allora, grazie ancora. Don Adriano Bianchi pag. 20 Nave Nostra - Marzo 2006 pag. 21 Nave Nostra - Marzo 2006 Don Antonio è un prete che vive la carità pastorale alla ricerca continua e instancabile, non priva di fatica, della comunione. Una comunione desiderata non solo per la comunità, ma soprattutto con i fratelli sacerdoti, i curati e tutti i preti della nostra zona. Davvero un esempio di collaborazione, disponibilità, confronto. Capace di dare fiducia, di incoraggiare e di sostenere un giovane prete all’inizio del suo ministero. Accoglienza, fiducia, sostegno e condivisione hanno segnato la vicinanza di don Antonio al mio cammino. Per questo non posso che essere grato al Signore per il dono della sua presenza, per il tempo speso insieme, per il bene ricevuto. Caro don Antonio mi sgriderai per aver indugiato troppo sugli elogi. Io li considero una specie di eredità spirituale che tu lasci a me, come farebbe un buon padre con il figlio. Tu prendili non come elogi, ma come punti fermi, essenziali sui quali ritornare continuamente per essere ancora, ovunque e con chiunque, un pastore, un servo del Signore, un uomo di Dio. Don Andrea Il saluto del Sindaco Grazie, don Antonio Ti siamo debitori C Comune di Nave Il Sindaco D esidero rivolgere a Lei il mio saluto, don Antonio, i più sentiti ringraziamenti e la riconoscenza che la Comunità sente di doverle per la preziosa opera prestata a Nave nei dieci anni della Sua attività pastorale. La gestione quotidiana delle molte incombenze spesso ci distoglie dal valutare e considerare la precarietà, la provvisorietà dei ruoli impedendoci di vivere in profondità e di valorizzare la ricchezza del rapporto personale. Questo è il rincrescimento che ora, nel momento della sua partenza, si fa più acuto, rendendoci, tuttavia, più consapevoli di un valore essenziale maturato nell’esperienza dell’incontro e del dialogo. All’annuncio del Suo nuovo incarico a Pontevico si è diffuso immediatamente un senso di profondo rammarico: quanto si temeva è venuto a concretizzarsi e la rapidità degli eventi è solamente l’ultimo dei motivi di amarezza che molti hanno subito manifestato. Si credeva, o sperava, che le numerose e gravi necessità legate agli interventi di consolidamento sulla chiesa parrocchiale fossero una ragione sufficiente per un prolungamento della Sua presenza a Nave. Tuttavia, si sa, le logiche sono anche altre e le esigenze di questa Comunità, se viste in un contesto più ampio, possono risultare assai ridimensionate. Le sensazioni di questo periodo si mescolano ai ricordi dei vari incontri che in veste di Sindaco ho avuto e dei momenti che con gli altri parrocchiani ho con Lei condiviso: è stata una doppia opportunità di dialogo, di confronto e di collaborazione che ha coinvolto e segnato positivamente anche i rapporti tra l’Amministrazione Comunale che rappresento e i diversi organismi parrocchiali. Le numerose attività da Lei promosse, dagli interventi per la conservazione dei beni storico-artistici di Nave alle iniziative culturali e religiose legate alle nostre tradizioni, hanno dimostra- Il Sindaco Luca Senestrari in occasione della visita pastorale (2004) to il Suo apprezzamento per il nostro territorio trasmettendo alla Comunità fiducia, coraggio e dedizione, elementi indispensabili per il nostro vivere insieme. Grazie alla costante collaborazione tra Comune e Parrocchia, su delicati e urgenti problemi di carattere sociale, sono stati compiuti importanti passi avanti, un felice traguardo frutto di un comune spirito di attenzione verso le realtà più bisognose. Tutti Le riconoscono la particolare attenzione nelle relazioni interpersonali: sostegno alle famiglie nelle situazioni di difficoltà, conforto agli ammalati nel momento del dolore, oltre ad una premurosa e serena presenza nelle occasioni di festa. pag. 22 Nave Nostra - Marzo 2006 Lei ha accettato di rimettersi in gioco, di iniziare una nuova esperienza pastorale. E’ una scelta coraggiosa e un’ulteriore conferma di come vive con fedeltà e coerenza la Sua vocazione. A nome della comunità di Nave Le esprimo vicinanza e sincero incoraggiamento per l’importante nuovo compito che L’attende. Prosegua con lo stesso entusiasmo e la medesima dedizione di cui noi abbiamo goduto e non mancheranno, accanto alle preoccupazioni, la gioia del bene compiuto e la riconoscenza di coloro che incontrerà. arissimo don Antonio, anche nell’obbedienza ci sei Padre: “Lascia la tua terra e va’ nella Parrocchia che io ti mostrerò”…In questa tua disponibilità a seguire unicamente le vie del Signore , germoglierà la Parola di Dio che, con voce viva, con l’esempio, nella carità delle opere di misericordia, hai proclamato ed esercitato. Certamente germoglierà: “chi semina nelle lacrime mieterà nel giubilo”. A Anche in questi difficili momenti ci additi il Signore con cui hai camminato fianco a fianco e, spesso, parlato faccia a faccia di noi e per noi: “Bisogna che Egli aumenti e io diminuisca…”. Non ci è possibile non volerti bene e costa anche a noi l’esercizio della tua obbedienza. Tuttavia sappiamo che la cronaca di questi dieci anni ha radicato reciprocamente nel nostro cuore, soprattutto perché le sue radici, prima che in noi, avevano dimora nel cuore di Dio. Dopo il lavoro di buon Pastore, di solerte Agricoltore di Dio, di Pescatore che si fida unicamente della Paro- Dalla redazione la del Maestro, ci lasci risuonando la tua ultima raccomandazione. “E’ il Signore che dona sviluppo, che dà incremento… Non abbiate paura!”. Personalmente, oltre all’affetto di fede, ti sono debitore della grazia del Ministero Diaconale: questo vincolo sarà, per la carità di Dio, indelebile e segno di una unione filiale che rimarrà per sempre. “Dio ha dato, Dio ha tolto: sia benedetto il Nome del Signore”: spesso ho pensato a questo detto di Giobbe come alla certificazione di una inesorabilità dolorosa: da Te ho compreso, e spero di imparare a praticare, che il Disegno di Dio, comunque esso sia, anche dolorosamente tracciato nella quotidianità, è segno di benedizione, perché il “nostro” Dio è un Dio che ama e salva gli uomini, e condivide anche le ferialità dolorose. Metto nelle Sue mani tutte le parole che vorremmo dirti: Egli te le riscriverà, in ogni tempo, come sa. Diacono Franco Lonati Ordinazione diaconale di Franco Lonati D ieci anni di lavoro solidale nella stesura di Navenostra non sono facilmente esprimibili in poche righe. L’equilibrio e la saggezza di don Antonio han saputo bene indirizzare la redazione del nostro notiziario nel non sempre agevole compito di comporre un numero dopo l’altro. La preoccupazione di don Antonio di far trovare alla comunità parrocchiale di Nave un notiziario di buona qualità e di contenuti adeguati, è stata viva e concreta in ogni momento, spronandoci a migliorare. Le discussioni in merito alle impostazioni grafiche, ai contenuti, al tenore degli articoli da pubblicare, alle fotografie ed a quant’altro, sono sempre avvenute su un piano di parità con la redazione, all’insegna di una estrema correttezza. L’esperienza di don Antonio, il suo buon senso, il suo “sentire”, sono fonte di riferimento per tutti noi che collaboriamo a realizzare Navenostra e anche di questo glie ne siamo grati. È quindi con amarezza, sì, con amarezza, non vogliamo nasconderlo, che abbiamo appreso del suo trasferimento alla parrocchia di Pontevico. Il nostro lavoro continuerà su quanto don Antonio ha saputo insegnarci e donarci, anche se, a dire il vero, ci sentiamo un po’ orfani. Ci consola il fatto che abbiamo avuto un buon padre. La conclusione di questa esperienza lascia a chi resta una qualche amarezza nell’immediato, ma pure la consapevolezza di aver contribuito con Lei ad un’autentica crescita umana della Comunità navense. Grazie di cuore La redazione di Navenostra Per tutto un Grazie e un Augurio di cuore. pag. 23 Nave Nostra - Marzo 2006 Grazie, don Antonio Grazie, don Antonio Un doveroso grazie al nostro Pastore Le righe di Dio D io scrive diritto sulle righe storte. Perché dico questo? Quando ci tolgono una persona stimata e affettuosamente vicina a noi, che ha condiviso gioie e dolori della nostra comunità come un vero padre, non ci sembra giusto. Probabilmente non sempre è stato ricambiato, ma questo non ha scalfito mai il suo equilibrio di attenzioni e di ascolto per ogni persona che ha incontrato, accogliendo e dialogando con tutti a qualsiasi colore o fede appartenessero, perché ogni persona è immagine di Dio. E’ questo il lavoro svolto da don Antonio durante questi anni trascorsi in mezzo a noi. “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”, il Vangelo calato nella quotidianità, il Vangelo contro le logiche del mondo per rimanere nel mondo e salvarlo, ed ognuno di noi è un mondo da salvare. Ecco perché Dio sa scrivere diritto sulle righe storte; a volte le vicende del mondo e le nostre personali, ci appaiono incomprensibili, ma può accadere che ciò che si giudica negativo e doloroso, diventi l’anticamera della serenità e proprio le cose che pensavamo negative sono quelle che ci arrecano benefici perché ci mettono alla prova, ci fortificano. Questo vale per chi rimane e per chi il Signore chiama altrove. Affrontare nuove esperienze ci può spaventare e non sempre è facile ma non sono solo le qualità umane che ci aiutano a vincere le nostre paure, ma il grado di purificazione che abbiamo raggiunto con l’aiuto di Dio. Quanto lavoro fatto in questi anni da don Antonio su questo tema: incontri pastorali, ecclesiali, culturali, esercizi spirituali, catechesi, pellegrinaggi, centri di ascolto! Il Consiglio Pastorale è grato e riconoscente di essere stato partecipe e di I Assisi (agosto 1999) aver condiviso questo suo intenso lavoro ed anche per ciò che ha trasmesso ad ognuno di noi. Anche nelle sue omelie ci ha ricordato spesso di non contare sulla sicurezza umana perché è nella povertà che opera la potenza di Dio, l’unica che ci libera da tutte le prigioni interne ed esterne. Quando svaniscono i sogni accarezzati, quando i nostri eroi ci deludono, quando una malattia limita le nostre forze, quando una persona amata ci viene tolta, è Dio che vuole realizzare qualcosa di grande in noi e per mezzo di noi, fa crollare le nostre sicurezze e ci invita a camminare con Lui. L’unica cosa che ci permette di portare è la nostra risposta concreta alla sua domanda: “Dov’è tuo fratello?” Grazie don Antonio Ti accompagnino il nostro abbraccio e le nostre preghiere. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale Gianfranco Ravasio pag. 24 Nave Nostra - Marzo 2006 Tutto è grazia T utto ciò che di genuino di generoso e di disponibile abbiamo sperimentato nel ministero di don Antonio ha la sua origine nella sacra umanità del Cristo che continua a dipanarsi così nella storia. Con lo sguardo al Redentore che conduce gli eventi, a don Antonio va il nostro grazie per l’apprezzamento della vita consacrata e per la benevolenza accordataci in questo tratto di cammino fatto insieme. Auguriamo luce e forza per continuare a far gustare a chi è nel bisogno l’amore di Cristo Salvatore. Le Suore l Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici, rivolge a don Antonio un sentito ringraziamento per quanto ha fatto per la nostra Comunità. In particolare per la cura ed il sentimento che ha rivolto al patrimonio della Parrocchia sapendolo salvaguardare, onorando così i sacrifici dei nostri padri, oltre che rinnovare, dando a noi ed ai nostri figli la gioia di crescere in un ambiente dai grandi contenuti artistici, umani e religiosi. Le problematiche che il Consiglio per gli Affari Economici deve affrontare, affiancano al precetto clericale la quotidianità laica, quindi il Parroco, presidente del Consiglio, è chiamato a mediare tra le “regole di mercato” e l’attività Pastorale cui è votato. In ciò don Antonio ha mostrato tutta la sua apertura ai tempi correnti e, soprattutto, grande intelligenza e saggezza nel condurre il proprio “gregge”. Ha saputo mettere in primo piano, sempre ed in ogni circostanza, la cristianità, anche con piccoli segni che poi tanto piccoli non sono, quali per esempio la breve preghiera con cui apriva ogni riunione. Non è assolutamente facile, pensando alle regole di mercato che notoriamente non sempre sono ispirate a giustizia, saper trattare la vendita di un bene piuttosto che l’assegnazione di un appalto, senza mai dimenticare di essere uomini di fede. Don Antonio, in queste occasioni, ha saputo tracciare precise linee guida, consentendo a tutti noi di lavorare con serenità sapendo che, in caso di debolezza, una “forte mano paterna” ci avrebbe riportato sul binario giusto. I risultati conseguenti all’operato di don Antonio e la sua saggezza, si apprezzano ancora di più considerando che si elevano critiche, non solo provenienti dai laici, ogni qual volta la Parrocchia viene ad operare nel mondo degli affari, ignorando che la Chiesa deve vivere e, per far ciò, deve confrontarsi con l’odierna società sempre più lacerata e divisa dalla prepotenza del potere economico. E’ questa una vecchia diatriba che ha visto per secoli tra loro contrapposte diverse ideologie, anche affascinanti. Basti pensare alla Regola Prima di san Francesco d’Assisi tesa, come è noto, al puro ascetismo ed alla assoluta povertà. La Chiesa, nella sua secolare saggezza, conscia che tutte le attività abbisognano, per reggersi, non solo di uomini ma anche di strutture e quindi di beni materiali, ha mitigato le posizioni più estreme affermando che la cura ed il mantenimento dei beni materiali è un dovere, visto che tutto è poi rivolto alla comunità specialmente quella composta dai più deboli ed indifesi. Il Consiglio per gli Affari Economici è stato particolarmente impegnato negli anni in cui don Antonio ha retto la Parrocchia. La ristrutturazione dell’Oratorio Maschile, del cinema San Costanzo, la realizzazione degli impianti sportivi dell’Oratorio, il rinnovamento dell’impianto di riscaldamento della Chiesa, la posa di un decoroso pavimento di marmo all’interno del Tempio dedicato a Maria Immacolata, la gestione dell’emergenza “terremoto” che ha richiesto un grande coraggio nel deliberare il consolidamento della Chiesa Parrocchiale e delle sue due Discipline, gli interventi sulla chiesetta di San Roc- co, sulla Pieve della Mitria, la cura rivolta a Sant’Antonio ed al Santuario di Conche, la sistemazione della cappella cimiteriale dedicata ai Sacerdoti locali. L’elencazione di ciò che don Antonio ha saputo fare per la nostra, la sua, Parrocchia non sarebbe finita, ma è inutile dilungarsi, perché comunque tutti i Navensi, cristiani e non, sono ben consapevoli di quanto pregevole sia stato il suo operato. Grazie don Antonio per averci illuminati ogni qual volta eravamo intenti a far quadrare i conti, grazie per averci insegnato che qualsiasi scelta deve sempre essere subordinata al Bene Supremo che trascende tutti gli aspetti umani. Non rimane che il rammarico per non averLa più tra noi, ma, a nostra parziale consolazione, gioca il fatto che i suoi nuovi parrocchiani non potranno far altro che apprezzarLa per le sue doti Pastorali e per la sua naturale propensione alla mediazione, che fanno di Lei un grande condottiero di anime. Lei lascerà un grande vuoto a capo tavola della saletta in cui ci riunivamo, ma sappia che sarà sempre nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere. Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici Don Antonio con i nostri alpini all’inaugurazione della nuova sede nel 1997 pag. 25 Nave Nostra - Marzo 2006 Comunità Salesiana Grazie, don Antonio Don Antonio: un generoso pastore e un maestro spirituale L a Comunità salesiana di Nave desidera esprimere sentimenti di viva riconoscenza e porgere un saluto fraterno e cordiale a don Antonio per gli atti di amicizia e di stima che da Lui ha sempre ricevuto. L’uomo della Bibbia non vede mai l’universo come “natura” ma come “creato”; in esso egli scopre il segno di una parola suprema ed efficace, quella del Creatore. Don Antonio ha vissuto in questi anni, con il sicuro sentimento, che il territorio della città di Nave era l’opera mirabile che Dio intesseva con l’affetto delle sue mani. Don Antonio ha chiaramente animato il suo mandato di pastore nella linea tracciata dal salmista: “Il piano del Signore sussiste per sempre, i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni. Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che si è scelto come erede”. (Salmo 33,11). Non ha quindi temuto i problemi e le difficoltà, ed ha posto nel Creatore il vero con- forto, in lui solo la sua fiducia. Ha operato con intelligenza acuta e con dedizione appassionata ed ha offerto preziosi contributi per l’intelligenza credente del mistero cristiano e per la guida sapiente di molte esperienze di vita cristiana. Devoto a don Bosco, a lui si è ispirato per il suo magistero educativo e ha condotto i giovani e le giovani coppie a partecipare sempre più profondamente alle inesauribili ricchezze del mistero cristiano con singolare profondità e con fede esemplare. Il suo insegnamento è ricco e sorprendente, un atteggiamento di pastore universale. Nel suo ministero sacerdotale con sistematicità e con amorevolezza ha indicato alcuni punti, sintetici e fondamentali, capaci di sprigionare e plasmare persone ed esperienze cristiane: anzitutto un riferimento decisivo a Gesù, crocifisso e risorto. L’interiorità e la profondità si sperimentano quando si accetta e si vive il L’eucaristia di saluto a don Antonio “rischio” di esporsi alla mediazione umana della chiesa, giungendo così a scoprirvi la trasparenza reale del mistero fondamentale, che si sintetizza nella comunione con l’unico Signore morto e risorto. Altri punti sviluppati nella sua catechesi sono stati: un senso dell’essere peccatori, della grazia, del riferimento alla Parola e all’Eucaristia e alla Penitenza, della storicità dell’essere cristiano, ai temi dell’escatologia; si è sempre preoccupato di una vitale integrazione della chiesa, amandola e servendola con cuore di figlio, oggi e sempre, al suo servizio. La linfa irrora tutta la pianta, ha una forza di andare sempre, anche, contro la corteccia e di farla crescere dolcemente, senza strappi, senza ferirla, a cerchi vivi e simmetrici, i cerchi della vita. Ci siamo sentiti profondamente inseriti nel territorio civile e religioso, particolarmente e in modo suggestivo, nella festività della traslazione delle reliquie di san Costanzo. Il cortile si è presentato come una vasta arena di gioia popolare nella presenza di tutte le organizzazioni e associazioni civili e religiose del Paese; una unione di amicizia non solo, ma scambio cordiale di doni carismatici. Auguriamo a don Antonio una comunità bella e santa come la nostra Comunità Parrocchiale di Nave e una vita serena e felice. La felicità non si risolve negli attimi, ma è la situazione di una vita intera, di una vita buona, di una vita che genera la vita. Don Eugenio Riva Direttore pag. 26 Nave Nostra - Marzo 2006 Ci ha fatto sentire “comunità” L a notizia che don Antonio ci avrebbe lasciato ci ha colpito come un fulmine a ciel sereno! Ci siamo sentiti all’improvviso soli, ma don Antonio è un pastore e per questo deve andare dove il gregge ha bisogno di lui. Allora ci vien da pensare che, è chiaA mato altrove a fare ciò che per noi ha già fatto e noi, anche per questo, gli saremo per sempre grati. Una sera ci siamo riuniti, c’erano i rappresentanti di quasi tutte le contrade e l’unanime pensiero per don Antonio è stato: ”grazie”. Grazie per averci insegnato che lavorare insieme non è solo utile, ma soprattutto è bello. Sono state molte le iniziative che hanno potuto fiorire per la capacità acquisita dalle contrade e dai vari gruppi di lavorare insieme; per citarne alcune: il lavoro svolto per la ristrutturazione dell’oratorio, del teatro San Costanzo, il rifacimento del pavimento della chiesa parrocchiale, la festa di San Luigi, l’allestimento del presepio vivente e molte altre ancora. Don Antonio è stato capace di “stare a fianco”, non solo dei gruppi ma anche delle singole persone; ci ha stimolati a partecipare dando impulso al volontariato, accogliendo e sostenendo le iniziative che tutti potevano proporre, valorizzando le qualità che ciascuno aveva e sapeva mettere al servizio della comunità; ecco, don Antonio ci ha fatto sentire “comunità”. Ora un’altra chiesa lo attende, altre contrade, altre persone e noi siamo sicuri che lui, con la sua disponibilità, con la sua fede e con il suo amore, saprà ricominciare il nuovo cammino e farsi apprezzare ed amare come lo amiamo noi. Noi lo salutiamo riempiendo la sua valigia del nostro affetto, di tutta la nostra stima, della nostra riconoscenza e del ricordo che rimarrà per sempre nel nostro cuore, buon viaggio don Antonio. Mariuccia Liberini per le contrade di Nave: Borano,Campanile, Dernago, Mitria, Monteclana, Piazza, Sacca, San Cesario, i genitori dei bimbi della scuola materna e i giovani dell’oratorio A nome del Gruppo di ricerca e documentazione storico ambientale, colgo volentieri l’invito di rivolgere il saluto a don Antonio che, dopo un’intensa attività pastorale nella nostra Parrocchia, viene chiamato a dedicare lo stesso impegno in un altro territorio della Diocesi. Devo dire, innanzitutto, che questi dieci anni sono stati proficui per l’insieme delle nostre Contrade, grazie proprio al rispetto e alla considerazione che il parroco ha mantenuto verso di esse, consentendo e appoggiando la rivalutazione artistica e culturale delle stesse. Per tutte valga l’esempio dell’Antica Pieve, la cui rinascita, iniziata qualche decennio or sono, ha visto in questi ultimi anni un salto di qualità decisivo per la completa riabilitazione, anche con il contributo decisivo degli Amici della Pieve. Il nostro periodico, Nave il paese e la sua gente, che da sedici anni vede la luce ogni tre mesi, ha avuto modo di intrecciare con il Bollettino Parrocchiale una fattiva collaborazione, proprio nel campo dei Beni artistici e architettonici delle chiese della Parrocchia, e di questo ringraziamo don Antonio, augurandogli, anche nella nuova realtà in cui andrà ad operare, di portare lo stesso spirito e la medesima attenzione. Conoscendolo, non abbiamo alcun dubbio. Grazie ancora. Presepio vivente (2005) pag. 27 Nave Nostra - Marzo 2006 Per la Redazione Mauro Guerra Grazie don Antonio! Grazie Don Antonio per questi dieci anni in mezzo a noi! Il nostro augurio è con le parole di S. Paolo a Timoteo: “Tu però, vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del Vangelo, adempi il tuo ministero”. pag. 28 Nave Nostra - Marzo 2006