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pdf depliant - Teatro La Fenice
Ex Novo Ensemble
Nato nel 1979 a Venezia dalla collaborazione tra un gruppo di musicisti ed il
compositore Claudio Ambrosini, l’Ex Novo Ensemble è ormai una realtà di
riferimento nel panorama internazionale della musica nuova. La continuità del lavoro
comune e la coerenza artistica e professionale hanno consentito al gruppo di acquisire
un carattere e un «suono» inconfondibili, riconosciuti dal pubblico e dalla critica
internazionali. L’impegno portato nell’approfondimento del linguaggio musicale
contemporaneo è in seguito divenuto punto di partenza per la rilettura del repertorio
classico e particolarmente d’alcune pagine affascinanti, destinate ad organici rari e
tuttora poco note.
Tra i principali festival si ricordano: HCMF di Huddersfield, Time for Music di
Vitasaari, Festival d’Avignon, Ars Musica di Bruxelles, Autunno di Varsavia, Akademie
der Künste di Berlino, Fondazione Gaudeamus di Amsterdam, Tage für neue Musik di
Zurigo, IGNM di Basilea, Festival de Strasbourg, Concerts Ville de Genève, Festival
di Villa Medici di Roma, Biennale di Venezia, MiTo di Torino, Musica Insieme di
Bologna, Musica nel nostro tempo di Milano, Eco & Narciso di Venezia e Bologna,
Milano Musica, Settimane Gustav Mahler di Dobbiaco. Tra le stagioni concertistiche
quelle dei Münchner Philharmoniker, del Mozarteum di Salisburgo, del Teatro di San
Carlo di Napoli, del Teatro Verdi di Trieste, della RAI di Roma e di Milano, della
Tisch Foundation di New York e del Chicago Center of Arts. Il gruppo ha inoltre
registrato concerti e produzioni per le principali radio europee, dalla BBC a Radio
France alle più importanti radio tedesche, belghe e svedesi.
Molti compositori hanno dedicato loro opere all’Ex Novo Ensemble. Tra questi:
Ambrosini, Anzaghi, Baratello, Bassanese, Bellon, Boccadoro, Cacioppo, Cappelli,
Caprioli, Celona, Cifariello Ciardi, Clementi, Colasanti, Dall’Ongaro, D’Amico, de
Pablo, De Rossi Re, Esposito, Ferrero, Furlani, Furrer, Gorli, Guarnieri, King, Maggi,
Manca, Mancuso, Michielon, Mosca, Nelson, Nez, Nieder, Pennisi, Perezzani,
Perocco, Pritchard, Radulescu, Richelli, Sammarchi, Sannicandro, Sciarrino, Solbiati,
Tessier, Vandor, Wehrli, Zinnstag.
L’ensemble ha inciso numerosi CD monografici dedicati all’opera da camera di
Ambrosini, Berio, Busoni, Casella, Dall’Ongaro, Donizetti, Maderna, Malipiero,
Martucci, Pizzetti, Respighi, Rossini, Rota, Schoenberg, Sgambati, Togni e WolfFerrari.
Dal 2004 organizza a Venezia la rassegna di musica contemporanea e nuove forme di
spettacolo Ex Novo Musica.
Teatro La Fenice - Sale Apollinee
venerdì 11 luglio 2014 ore 11.00 e ore 15.00
Maratona contemporanea
Per Luigi Nono nel novantesimo anniversario della nascita
soprano
Sonia Visentin
Ex Novo Ensemble
Daniele Ruggieri flauto
Davide Teodoro clarinetto
Carlo Lazari violino
Carlo Teodoro violoncello
Aldo Orvieto pianoforte
Didier Bellon percussioni
B IO GRA FI A
MARATONA
CONTEMPORANEA
Francesco Schweizer
Despertar
per soprano, clarinetto basso,
violoncello e pianoforte
PRIMA PARTE
ore 11.00
h
Luca Francesconi
Linee di forza
per flauto, clarinetto, violino,
violoncello, pianoforte e percussioni
Arduino Gottardo
Onde serene, un respiro…
Omaggio a Luigi Nono
per flauto, clarinetto, violino,
violoncello, pianoforte e percussioni
Alberto Caprioli
Substanceless Blue – A Luigi Nono
dagli spazi di Virgilio Guidi
per soprano e pianoforte
su testi di Sylvia Plath
Maria Gabriella Zen
Tre frammenti da Stabat Mater
di Tiziano Scarpa
per voce e vibrafono
Filippo Perocco
Detrito in Acquapietra
per flauto, clarinetto, violino,
violoncello, pianoforte e suoni in
lontananza
Andrea Noce
Arabesque
per flauto, clarinetto,
violino e violoncello
Stefano Gervasoni
Prédicatif
per pianoforte
Luca Lombardi
Römisches Nachtbild
per soprano e pianoforte
su testo di Ingeborg Bachmann
Domenico Turi
Lazzi a Pantalone
per soprano e violoncello
su testo di Sandro Cappelletto
Paolo Marzocchi
Wiegenlied für Franz
per flauto basso, clarinetto basso,
violino, violoncello e vibrafono
Edoardo Micheli
Canzone da bateo
(da Ermanno Wolf-Ferrari)
per violino, violoncello e pianoforte
Matteo Musumeci
Buongiorno Siora Maschera
per violino, violoncello e pianoforte
Venezia: con le sue polifonie sacre e i suoi canti di gioiosità popolare, i suoi riti severi e i suoi
carnevali, la sua religiosità e le sue spensieratezze. Venezia e le sue due anime.
Alessio Rossato (Venezia, 16 agosto 1977)
Frastuono / Madreperla / Penombra
per clarinetto basso, violoncello e pianoforte
La distribuzione spaziale è ispirata alle relazioni delle componenti timbriche dei singoli
strumenti, molto differenti tra loro, nella generazione del suono e nella estinzione del suono.
Uno strato superficiale in primo piano (Frastuono), imponendosi temporaneamente con
violenza, genera e apre vasti spazi su un fondo molto ampio, in Penombra, e con una esile
lucentezza, quasi inafferrabile (Madreperla).
Martino Traversa (Caltagirone, 29 febbraio 1960)
Di altri cieli
per soprano, flauto basso, clarinetto basso, violino, violoncello, pianoforte e
vibrafono, su testo di Friedrich Hölderlin
Alla pagina 26, sezione 41, del quartetto Fragmente - Stille, An Diotima di Luigi Nono,
quell’accordo di sol minore che affiora alla fine, su un valore di metronomo di 30 alla
semiminima, mi ha sempre profondamente emozionato. Quattro semplici battute, nella prima
delle quali il verso «Schatten stummes Reich» di Friedrich Hölderlin sembra svelare nell’ombra
tutta l’umana fragilità, e da qui, quel vento di sopravvivenza così caro a Nono. Mi ci sono
voluti oltre venticinque anni per riscrivere quelle quattro battute in questo Di altri cieli…
Claudio Cavallini
Ballata venexiana
per voce, flauto, violoncello, marimba
e vibrafono
su testo dell’autore
Stefano Alessandretti
Miniatura
per pianoforte e marimba
P R OG RA M MA
Chiara Benati (Bologna, 20 luglio 1956)
Lauda e greghesca
per soprano, flauto, violino e violoncello
2
h
15
S EC ON D A
PART E
dopo, proprio come il tempo: l’acqua nelle calli è una scansione temporale. Tempo e acqua
sono e sono stati visione e dimensione temporale comuni a tutti i compositori veneziani che,
in virtù di questo continuo attraversare e fluire, sono tra loro tutti «contemporanei». Anche
qui, di conseguenza, dall’orologio emerge il ricordo di una Follia di Antonio Vivaldi, pochi
secondi e poi il meccanismo torna alla sua scansione. Relogio da aqua – composto per questa
celebrazione della musica in Venezia – scorre quindi in tre immaginari minuti di un tempo
e di un luogo comuni agli inventori di musica che a Venezia hanno vissuto, vivono, hanno
soggiornato o la visitano.
Luigi Sammarchi (Bologna, 28 luglio 1962)
Infinito-Attimo
per flauto, soprano e violoncello, su testo di Paolo Cecchi
«Visione del tempo»… dimensione dell’anima trasognante che insegue infinite reminiscenze…
tracce fuggenti nell’infinito flusso di attimi… eco dell’inizio… oltre l’orizzonte irraggiungibile.
Musica… flusso temporale… riflessi risonanze di immagini… infinita eco di attimi che scorrono.
Gérard Pesson (Torteron, Francia, 17 gennaio 1958)
Am Grabe Luigi Nonos
per pianoforte
Ho saputo della morte di Luigi Nono qualche minuto prima di presentarmi davanti alla
commissione di Villa Medici, quel martedì 8 maggio 1990. Così, proprio nel momento in
cui andavo a vivere in Italia, venivo a sapere che non avrei più potuto incontrare Nono, il
compositore del ventesimo secolo che più aveva contato per me. La mia prima visita a Venezia
è dunque stata per la sua tomba, al cimitero di San Michele. Ne ho tratto, qualche anno più
tardi, nello spirito di Diotima e Prometeo, questi brevi frammenti di silenzio e di raccoglimento,
il cui titolo allude al brano simmetrico di Franz Liszt Am Grabe Richard Wagners, morto anche
lui a Venezia centosette anni prima.
Massimo Biasioni (Trento, 20 novembre 1963)
Mai sui fragili rostri
per violino e violoncello
Il titolo del brano è una parafrasi autoironica di un brano di Luigi Nono, a cui è ispirato il mio
modesto omaggio allo spirito veneziano. I due strumenti sono trattati come un unico oggetto,
questo come evocazione del gioco timbrico di «specchi sonori» tanto spesso magistralmente
usato da Nono.
Stefano Trevisi
Hecho de tiempo y agua
per flauto basso, clarinetto basso,
violino, violoncello, pianoforte
e percussioni
MARATONA
CONTEMPORANEA
Michèle Reverdy
Miroirs. Omaggio a Luigi Nono
per flauto e clarinetto
Giovanni Mancuso
Il ritorno dei chironomidi
quarta invasione: attacco
alla grande nave
per voce, due ocarine, violino,
violoncello, pianoforte e percussioni
SECONDA PARTE
ore 15.00
Fabrizio De Rossi Re
Rondò di notte
per soprano leggero, flauto
e pianoforte
su testo di Giorgio Baffo
Daniela Terranova
Inner
per violino e violoncello
Vittorio Montalti
Little Puzzle
per violoncello
Cristina Landuzzi
Trois images du ciel
per soprano, violoncello e pianoforte
Aurélien Dumont
Fiocchi di silenzio
per flauto contralto, clarinetto basso,
violino e violoncello
Stefano Bassanese
Gibigiana
per flauto, clarinetto, violino
e violoncello
Michele Dall’Ongaro
Notturno veneziano
per violino, violoncello e pianoforte
Betsy Jolas
In memoriam Luigi Nono
per pianoforte e vibrafono
Orazio Sciortino
Poexìa
per voce, flauto, clarinetto basso,
violino, violoncello e vibrafono
su testo di Biagio Marin
Mathieu Bonilla
Un’echo di Maurizio.
Omaggio a Luigi Nono
per flauto basso, violino e violoncello
Mauro Lanza
Nononophis janeziarii
per flauto, clarinetto, violino,
violoncello, pianoforte, tubo
zigrinato e temple block
h
N O T E
A L
PRO G R AMMA
14
3
PR OG R A M M A
Massimo Di Gesu
Luci d’estate. Through a mask,
brightly
per soprano e pianoforte
su testo dell’autore
Maurizio Pisati
Relogio da aqua
per clarinetto basso, violino,
violoncello e percussioni
Luigi Sammarchi
Infinito-Attimo
per soprano, flauto e violoncello
su testo di Paolo Cecchi
Claudio Ambrosini
De alchimia
per flauti, clarinetto, violino,
violoncello, pianoforte, percussioni
e materiali vari
Gérard Pesson
Am Grabe Luigi Nonos
per pianoforte
Raphaèle Biston
Fluide
per flauto, violino, violoncello e
pianoforte
Massimo Biasioni
Mai sui fragili rostri
per violino e violoncello
Daniele Carnini
Piroscafo casa di fuoco
per soprano e violoncello
su testo di Valerio Magrelli
Chiara Benati
Lauda e greghesca
per soprano, flauto, violino
e violoncello
Federico Costanza
Xhiamma
per violino, violoncello e pianoforte
Alessio Rossato
Frastuono / Madreperla / Penombra
per clarinetto basso, violoncello
e pianoforte
Nildo Sanvido
Prossima fermata Santo Spirito
per clarinetto, violoncello, sassi
e tam tam
Martino Traversa
Di altri cieli
per soprano, flauto basso, clarinetto
basso, violino, violoncello, pianoforte
e vibrafono
su testo di Friedrich Hölderlin
Paolo Furlani
Architetture riflesse
per flauto, clarinetto, violino,
violoncello e pianoforte
Questa la poesia di Valerio Magrelli che chiude il breve ciclo La forma della casa, a sua volta parte
della raccolta Nature e venature (1987): «Piroscafo casa di fuoco / calafatata e alta / entra nell’acqua
/ come un santo battista». A nessuno sfuggirà, meno che meno in questo periodo, il rapporto che la
semplice composizione musicale scritta su questi versi istituisce tra il testo e Venezia.
Federico Costanza (1976)
Xhiamma
per violino, violoncello e pianoforte
Xhiamma è da intendersi come un esercizio sulla fusione e sul tocco fra i tre strumenti, come
anche la ricerca di un suono profondo. Una chincaglieria sonora per ritrovare il frastuono in
me. «Xhiamma pura e celesti, ch’ardi ’n mia; / per gran misteriu e cu stupendu effettu».
Nildo Sanvido (Crocetta del Montello, 4 maggio 1956)
Prossima fermata Santo Spirito
per soprano, clarinetto, violoncello e percussioni
Questa presentazione può essere letta in un secondo momento.
Paolo Furlani (Verona, 8 febbraio 1964)
Architetture riflesse
per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte
Dei numerosi musicisti di passaggio a Venezia rimangono vari riflessi nei palazzi che li hanno
ospitati. Un esempio tra tanti: il palazzo della principessa de Polignac, all’Accademia, che in anni
diversi ha ospitato Fauré, Poulenc, Rubinstein, Falla… Mi piace pensare che i riflessi di questi
musicisti e delle loro musiche siano ancora vivi, in giro per i palazzi e per la città. Ho scritto questo
brano giocando ad incastrare dei piccoli «mattoni» – ciascuno con un proprio colore armonico
(come le tessere di un mosaico) – combinando i colori, quasi dando forma ad una architettura
minuta, leggera, fatta di riflessi. Una architettura liquida, fluida, che possa assomigliare ai riflessi
colorati dei palazzi, galleggianti sulla superficie dell’acqua nei canali di Venezia.
Maurizio Pisati (Milano, 21 giugno 1959)
Relogio da aqua
per clarinetto basso, violino, violoncello e percussioni
h
P R OG RA M MA
Daniele Carnini (Roma, 2 settembre 1974)
Piroscafo casa di fuoco
per soprano e violoncello, su testo di Valerio Magrelli
L’emozione di una esperienza sensoriale completa è ciò che lega Venezia al suo abitante o –
pur in maniera diversa – al passante. Sempre, a Venezia, l’acqua è «tra qui e là», tra prima e
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S E CO N D A
PA RTE
Mauro Lanza (Venezia, 10 marzo 1975)
Nononophis janeziarii
per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte, tubo zigrinato e temple block
Cactacea immaginaria.
Habitat: lagunare.
Terreno: formula base. formula minerale. formula base di pomice, lava, sabbia e sabbioso e
70% di lapillo.
Temperatura: ideale 24°.
Coltivazione: fertilizzare per far posto alla cocciniglia ed al ragnetto rosso. Evitare l’uso di
terracotta. Propagazione da talea, crescita lenta, autosterile. Spesso emette polloni.
Massimo Di Gesu (Milano, 13 ottobre 1970)
Luci d’estate. Through a mask, brightly
per soprano e pianoforte, su testo dell’autore
Il sottotitolo di questa lirica, Through a Mask, Brightly, allude al biblico titolo del bergmaniano
film Through a Glass, Darkly (anche il titolo è antitesi di un altro dello svedese: Luci d’inverno),
e illustra un testo che parla della luminosa veridicità dello sguardo (in opposizione alla natura
spesso dissimulatoria della parola); lo sguardo è, appunto, l’unico elemento espressivo che
la maschera di un deliberato camuffamento, quella tipica del carnevale – fra i simboli più
evocativi della Serenissima –, lascia sondabile e perfino esalta, giungendo a neutralizzare la
capziosità dell’altra maschera: quella esistenziale, pirandelliana.
Claudio Ambrosini (Venezia, 9 aprile 1948)
De alchimia
per flauti, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte, percussioni e materiali vari
Questo piccolo pezzo nasce per festeggiare nel ricordo il novantesimo anniversario della
nascita di Luigi Nono. In un’intervista del 1987 raccolta nella monografia EDT a lui dedicata,
e riferendosi all’uso che allora stavo facendo del «terzo suono», Nono nota la presenza di una
«acustica invisibile in partitura» e dice tra l’altro: «Qualche volta, scherzando, dico che la
formazione culturale di Ambrosini nasce nella scia degli alchimisti della Praga di Rodolfo II».
Come cadeau, stavolta ho provato a prenderlo in parola.
Raphaèle Biston (Lyon, Francia, 2 maggio 1975)
Fluide
per flauto, violino, violoncello e pianoforte
Fluide evoca un ambiente ondeggiante, la cui contemplazione sembra interrotta da sospensioni
rapprese, nel tentativo forse di fissare un’immagine che fugge incessantemente.
NO TE
A L
PRO G R AMMA
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Maratona contemporanea
Per Luigi Nono nel novantesimo anniversario della nascita
La Maratona di compositori, che vede l’esecuzione in prima assoluta di più di quaranta
brani cameristici scritti per l’occasione da altrettanti autori, ‘risarcisce’ in un certo
senso chi affronta la difficile professione del musicista compositore, spesso vittima di
un silenzio generalizzato e inquietante. L’attenzione rivolta alla musica di oggi è infatti
altalenante, frammentaria, indistinta. Pensare a un lungo percorso di ricerca, dedicato
a Bruno Maderna nel quarantennale della morte, è stata, lo scorso anno, un’iniziativa
fortemente voluta dal Teatro La Fenice, che ha inserito questa giornata all’interno
della prima edizione del festival «Lo spirito della musica di Venezia». La città lagunare,
infatti, è sempre stata, nei secoli del suo massimo splendore, un laboratorio inesausto
che produceva e assimilava il nuovo. Ora, nella seconda edizione della rassegna estiva,
questa «maratona» di musica contemporanea acquisisce il segno di un appuntamento
non sporadico, ma invece programmato a scadenza annuale. E non poteva che essere
Luigi Nono, con Maderna la massima gloria del secondo Novecento veneziano, il
dedicatario di questo nuovo appuntamento, che cade nel novantennale della nascita.
Luca Francesconi (Milano, 17 marzo 1956)
Linee di forza
per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte e percussioni
Sono tre cromosomi, di un DNA immaginario che potrebbe svelare altrettante linee di forza
che percorrono il tragitto di un organismo musicale che va portato a compimento. O forse no,
possono restare sospesi così, come brevi soffi d’aria estiva.
Alberto Caprioli (Bologna, 16 novembre 1956)
Substanceless Blue – A Luigi Nono
dagli spazi di Virgilio Guidi
per soprano e pianoforte, su testi di Sylvia Plath
Hans-Georg Gadamer, in Wahrheit und Methode, sosteneva che «l’auto-interpretazione degli
artisti ha un valore discutibile», e si chiedeva se l’interpretazione musicale avesse luogo «in uno
stato di sonnambulismo e senza alcun sapere». È difficile tradurre la musica, come la poesia, in
qualcosa di diverso dai suoni e rinchiuderla in un significante logico analitico filosofico – come
scrive Roland Barthes – comunque «condannato al senso». Talvolta anche attraverso la parola,
la musica parla una lingua senza parole.
Filippo Perocco (Treviso, 31 luglio 1972)
Detrito in Acquapietra
per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte e suoni in lontananza
Questo lavoro fa parte del Catalogo di detriti, macerie e rovine, una raccolta inorganica di
vari brani realizzati dal 2003 ad oggi per insiemi diversi. Prendendo a prestito la tecnica del
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N OT E
AL
P RO G RAM M A
grattage, raccolgo lo scarto di materiale altro (mio e di altri autori). Nel Detrito in Acquapietra
i musicisti «dal vivo» sembrano pietrificati e impossibilitati a cogliere il residuo di se stessi; ciò
che resta di un lavoro scritto per lo stesso organico nei primi mesi di quest’anno.
Cristina Landuzzi (Foggia, 8 marzo 1961)
Trois images du ciel
per soprano, violoncello e pianoforte
Stefano Gervasoni (Bergamo, 26 luglio 1962)
Prédicatif
per pianoforte
La drammaturgia timbrica, il potere evocativo del colore e del gesto sonoro, ecco i personaggi
di un’azione scenica che sempre si propone e ripropone ogni volta che la musica invade spazi
e silenzi, creando la magia dell’espressione. Tempo e spazio come dimensioni necessarie alla
rappresentazione profonda del nostro «io»: tormentato e sereno nella sua ineludibile realtà,
urgente e impetuoso nel suo bisogno di rappresentazione. I quadri nei quali si articola la
composizione godono di una narrazione quasi nascosta: la voce, nel suo canto puro, senza
riferimenti testuali, coglie la dimensione profonda del dialogo interiore della coscienza e delle
sue aperture improvvise alla realtà.
Prédicatif è il quindicesimo di un ciclo di brevi pezzi pianistici d’ispirazione infantile intitolato
Prés (piccoli preludi all’aria aperta) organizzato in tre quaderni di sei brani ciascuno. Questo
ciclo vuole iscriversi nella tradizione delle composizioni per bambini a cui ogni autore si è
dedicato – da Bach a Kurtág, attraverso Schumann, Debussy, Ravel, Čajkovskij, Bartók… –,
volendo concentrare in una pagina d’album i misteri e i fantasmi del proprio io, riannodare il
filo con la tradizione e nello stesso tempo con il passato rimosso e i sogni perduti dell’infanzia,
sperimentare nel laboratorio della piccola forma nuove idee compositive, e, infine, portare un
contributo creativo allo sviluppo della pedagogia e alla conoscenza del repertorio.
Stefano Bassanese (Venezia, 10 agosto 1960)
Gibigiana
per flauto, clarinetto, violino e violoncello
Domenico Turi (Bari, 20 maggio 1986)
Lazzi a Pantalone
per soprano e violoncello, su testo di Sandro Cappelletto
gibigiana (o gibigianna) s.f. [voce milan., di etimo incerto], region. – [riflesso di luce su una
superficie provocato da un vetro, da un liquido, ecc.] ≈ illuminello, luminello, (region.) vecchia.
⇑ balenìo, barbaglìo, riverbero…
Lazzi a Pantalone è un omaggio a Venezia e alla sua lingua. Una piccola scena, appunto un
lazzo, per rivivere un momento della commedia dell’arte italiana, con alcune concessioni
al linguaggio della contemporaneità. È la prima di una raccolta di composizioni sulle varie
maschere e dialetti italiani, patrimonio della nostra cultura.
Betsy Jolas (Parigi, 5 agosto 1926)
In memoriam Luigi Nono
per pianoforte e vibrafono
Edoardo Micheli (Brescia, 28 gennaio 1984)
Canzone da bateo (da Ermanno Wolf-Ferrari)
per violino, violoncello e pianoforte
Il pezzo è un esperimento di sospensione dello scorrere abituale del tempo operato su un
frammento del secondo movimento del Trio con pianoforte op. 5 n. 1 di Ermanno Wolf-Ferrari.
Un brevissimo istante è stato dilatato per tutta la durata del brano in modo che tutti i parametri
esecutivi e sonori venissero deformati, distorti, sfigurati, trasfigurati.
Stefano Alessandretti (Assisi, 20 agosto 1980)
Miniatura
per pianoforte e marimba
Qualche eco, raccolta in ghirlande per il novantesimo anniversario della sua nascita, di una
Venezia del tempo passato, in omaggio al grande musicista di cui anche è stata la città, nel
nostro tempo.
Mathieu Bonilla (Moulins, Francia, 2 marzo 1979)
Un’echo di Maurizio. Omaggio a Luigi Nono
per flauto basso, violino e violoncello
Ricordo nel documentario di Bettina Ehrhardt, A Trail on the Water, quel momento nel quale
Maurizio Pollini prepara un concerto in cui accosta la musica di Luca Marenzio a quella per
pianoforte del suo amico Luigi Nono. Ricordo quello sguardo pieno di emozione, quell’istante
nel quale la musica del Rinascimento si installa nel presente come uno spettro risuscitato.
Traendo spunto dalla miniatura rinascimentale veneziana, questo breve pezzo è concepito
come un codice miniato, dove la tecnica illustrativa è simultaneamente applicata su forma,
contenuto e linguaggio e in cui la particolarità e la precisione dei gesti richiesti agli esecutori
trasfigurano quella specifica difficoltà pratica nella prassi esecutiva musicale.
N O TE
A L
PRO GR AMMA
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S EC ON D A
PART E
Michele Dall’Ongaro (Roma, 16 novembre 1957)
Notturno veneziano
per violino, violoncello e pianoforte
Francesco Schweizer (Trento, 21 agosto 1965)
Despertar
per soprano, clarinetto basso, violoncello e pianoforte
Una volta, tantissimo tempo fa, ero con un amico veneziano, stupefacente compositore e
uomo assolutamente speciale. Stavamo tornando a casa insieme alla sua famiglia dopo una
cenetta alla Giudecca: vino, chiacchiere, buonumore e amicizia. Notte alta. Venezia al suo
meglio, come quando si sforza di non avere né tempo né luogo. Arrivati alla porta di casa ho
l’impressione di sentire dei suoni, forse voci, lontani. Guardo il mio amico e gli chiedo se sente
anche lui qualcosa. Dopo qualche momento (rammento benissimo il silenzio «pieno» di quei
momenti) risponde: «Ma guarda che sono nella tua testa, cerca di ricordarli».
Lui non c’è più e io da circa trentacinque anni ci provo, a ricordarli. Forse somigliavano a quelli
che state per ascoltare e forse no, ma non credo abbia importanza.
Despertar («risvegliarsi») è l’ultima parola della poesia Ha venido. Canciones para Silvia
di Antonio Machado, musicata da Luigi Nono per soprano e coro di sei soprani. La frase
melodica di Nono che viene cantata su questa parola dà origine a tutto il mio pezzo, sia per la
parte strumentale che per quella vocale. Come dice il titolo, si tratta del passaggio dalla notte,
dal buio e dalle nebbie che talvolta pervadono Venezia, al giorno, alla luce e ai riflessi dorati
che illuminano i palazzi veneziani.
Orazio Sciortino (Siracusa, 20 agosto 1984)
Poexìa
per voce, flauto, clarinetto basso, violino, violoncello e vibrafono
su testo di Biagio Marin
Nel brano Poexìa, la musica sta nel testo. Il compositore ascolta l’armonia rivelata dalle linee
tracciate dalle sillabe, spettatore di un sogno che si consuma nell’amplesso di pochi versi.
Giovanni Mancuso (Venezia, 10 maggio 1970)
Il ritorno dei chironomidi
quarta invasione: attacco alla grande nave
per voce, due ocarine, violino, violoncello, pianoforte e percussioni
La grande nave scivola lenta verso
il bacino di San Marco.
Un grigio arabesco ronzante la segue.
Dopo qualche istante l’immenso
metallo, avvolto da una nuvola nera,
è costretto al ritorno verso il mare.
Come un unico strato sonoro, cangiante nel doppio timbrico, violino e violoncello si intrecciano
e si fondono seguendo una stessa direzione, animati da una tensione costante e sottile che, in
alcuni momenti, resta sospesa, cristallizzando le linee orizzontali in blocchi sonori sottratti allo
scorrere del tempo.
A L
PRO G R AMMA
Una ricerca sul suono e sullo spazio, prendendo come spunto il brano per pianoforte e nastro
magnetico Sofferte onde serene di Luigi Nono. Attorno ad un piccolissimo nucleo, grumo
sonoro, ruotano gli interventi degli strumenti cercando ciascuno il proprio spazio di esistenza/
vitalità. La spazialità dello spettro sonoro è ricercata attraverso le tessiture acute/gravi di
ciascuno strumento, in una relazione testuale e compositiva strutturale.
Maria Gabriella Zen (Castelfranco Veneto, 3 novembre 1957)
Tre frammenti da Stabat Mater di Tiziano Scarpa
per voce e pianoforte
1. Noi siamo il suono puro, la voce staccata dal corpo. Noi siamo i loro sogni.
2. Le ragazze fantasticano qualche giovane buono e ricco. I giovani che ci ascoltano in chiesa
immaginano volti che non esistono. Ognuno si innamora del suo fantasma.
3. Invoco il giorno in cui gli strumenti sostituiranno le nostre voci spazzando via tutto questo
inutile impeto, tutta questa passione, questo dolore.
Variazioni su materiali musicali tratti dai primi tre movimenti dello Stabat Mater di Antonio
Vivaldi.
Daniela Terranova (Udine, 20 gennaio 1977)
Inner
per violino e violoncello
N O T E
Arduino Gottardo (Schio, 25 marzo 1950)
Onde serene, un respiro… Omaggio a Luigi Nono
per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte e percussioni
10
Andrea Noce (Reggio Calabria, 10 settembre 1985)
Arabesque
per flauto, clarinetto, violino, violoncello
Arabesque nasce come un omaggio a Venezia, ricordando i rapporti che la città ha sempre
intrattenuto con l’Oriente. Il colore armonico-melodico principale è fornito dalla scala
enigmatica che contiene al suo interno un intervallo di seconda aumentata, caratteristico di
molte scale arabe. Come in un arabesco, schegge sonore, frammenti melodici ed elementi
decorativi convivono insieme, crescendo o regredendo su loro stessi. Tutto nasce dal silenzio
per poi ritornarvi alla fine.
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P RI M A
PA RTE
Luca Lombardi (Roma, 24 dicembre 1945)
Römisches Nachtbild
per soprano e pianoforte, su testo di Ingeborg Bachmann
Stefano Trevisi (Mantova, 30 aprile 1974)
Hecho de tiempo y agua
per flauto basso, clarinetto basso, violino, violoncello, pianoforte e percussioni
Quando Claudio Ambrosini mi ha chiesto di scrivere un breve pezzo per una «Maratona
Nono» organizzata in collaborazione con il Teatro La Fenice in occasione del novantesimo
anniversario del compositore veneziano, ho accettato subito: per l’amicizia che mi lega a
Claudio, per l’amicizia che mi ha legato a Gigi e per la stima nei confronti dei musicisti dell’Ex
Novo Ensemble. Ho scelto un testo della grande poetessa austriaca Ingeborg Bachmann,
Römisches Nachtbild (Notturno romano), che al di là del titolo, riferito alla mia città natale e
alla città dove la Bachmann ha trascorso gran parte della sua breve vita, affronta, in modo lieve
ed immaginifico, temi universali, in particolare quello dell’amore. Ho conosciuto Ingeborg
Bachmann a casa del compositore Hans Werner Henze, al quale anche mi ha legato una lunga
amicizia. E così da Roma a Venezia, dall’Italia all’Austria e alla Germania (due paesi nei quali
ho studiato), da Henze alla Bachmann e a Nono, ho avuto modo di ripercorrere, in questa
breve composizione, una parte importante della mia vita.
Il tempo è disseccato in un flusso di frammenti da cui emerge un suono residuale e instabile. La
percezione del suono si offusca nella componente inudibile che ne contorna l’origine.
Paolo Marzocchi (Pesaro, 14 maggio 1971)
Wiegenlied für Franz
per flauto basso, clarinetto basso, violino, violoncello e vibrafono
Un Franz Liszt meditabondo si aggira per le nebbiose calli veneziane una grigia domenica del
1883, in attesa di recarsi dalla principessa Hatzfeld per una serata musicale. Il pubblico di
nobiluomini e gentili dame ascolta senza comprendere le ultime composizioni dell’Ungherese,
ninnananne stralunate e lugubri barcarole. Il Wiegenlied è un omaggio all’Abbé Liszt, un canto
di violoncello sulla metamorfosi di un frammento del Wiegenlied lisztiano, accompagnato da
alcuni riflessi, e qualche ombra.
Matteo Musumeci (Catania, 30 dicembre 1976)
Buongiorno Siora Maschera
per violino, violoncello e pianoforte
La magia del primo istante, la magnificenza delle maschere, ricordo indelebile ai miei occhi di
bambino che per la prima volta incontrava Venezia… Rapito dai colori, dai motivi barocchi
e dalla loro forza di raccontare la storia… evocando tempi lontani che ritornano e prendono
forma. Tutti uguali dietro ad una maschera capace di nascondere, confondere ma al contempo
di svelare l’identità di chi la indossa. Buongiorno Siora Maschera è un trio per pianoforte,
violino e violoncello di intensità ritmica e melodica, sperando di esser riuscito a cogliere un po’
di quella magia unica di Venezia.
Claudio Cavallini (Reggio Emilia, 21 giugno 1970)
Ballata venexiana
per voce, flauto, violoncello, marimba e vibrafono
Evocazione della Venezia arcaica; una lirica pervasa dalla costanza dell’elemento: acqua.
N O TE
A L
PRO GR AMMA
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«Mirar el río hecho de tiempo y agua / Y recordar que el tiempo es otro río / Saber que nos
perdemos como el río / Y que los rostros pasan como el agua».
Jorge Luis Borges, Arte poética, 1960
Michèle Reverdy (Alessandria d’Egitto, 12 dicembre 1943)
Miroirs. Omaggio a Luigi Nono
per flauto e clarinetto
L’omaggio migliore che un compositore può fare a uno dei suoi predecessori di maggior talento
non è di comporre «alla maniera di». Non mi azzarderò quindi a seguire le tracce di Luigi
Nono. Partirò invece da un’immagine melodica che si trova frequentemente nelle sue opere e
scriverò la mia musica partendo da questo materiale… Nell’emozione del ricordo.
Fabrizio De Rossi Re (Roma, 1 agosto 1960)
Rondò di notte
per soprano leggero, flauto e pianoforte
Il pezzo è dedicato a Claudio Ambrosini, al suo Rondò di forza, al suo Canzoniere ballato, a
Venezia. Si ispira al frammento iniziale di Lode alle tette di Giorgio Baffo (1694-1768): «Tette
fatte de latte, e de zonchiada, / pastizzetti, che ’l genio m’incitè, / pometti, che la vita consolè, /
cara composizion inzuccarada».
Vittorio Montalti (Roma, 12 luglio 1984)
Little puzzle
per violoncello
Little puzzle è un breve brano in cui differenti figure musicali si susseguono. Si tratta di una
sorta di messa in scena in cui più personaggi si alternano e le cui fisionomie si completano a
vicenda, come fossero i pezzi di un puzzle.
Aurélien Dumont (Marcq-en-Baroeul, Francia, 30 aprile 1980)
Fiocchi di silenzio
per flauto contralto, clarinetto basso, violino e violoncello
Fiocchi di silenzio è una miniatura che ho composto come tributo a Luigi Nono. È una sorta
di dialogo intimo a tre voci, tra silenzio, materiali delicati e l’utilizzo di A.M.O. (Aesthetically
Modified Objects) presi da un mottetto di Gabrieli, O magnum mysterium, che funziona
straordinariamente se messo in rapporto con la musica di Nono.
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P RI M A
PA RTE
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