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VEDER IL CURRICOLO CRESCERE DALLA PARTE DELLE
RETE “Udine e non solo” - IV anno ---------------------------------------------------------------1°, 2°, 3°, 4°, 5° Istituti comprensivi di Udine Istituti comprensivi di Tarcento, Tricesimo, Faedis, Tavagnacco, Martignacco, Mortegliano-Castions di Strada Liceo Educandato “Uccellis” di Udine Liceo Marinelli di Udine ITI Malignani di Udine Vedere il curricolo crescere dalla parte delle radici MATERIALI, PROPOSTE, ANALISI PER UN CURRICOLO VERTICALE (6-16 anni) ANNO SCOLASTICO 2012/2013 Idee per un curricolo verticale Perché siamo qui di Stefano Stefanel Dirigente scolastico del Liceo Marinelli di Udine Scuola capofila della Rete Udine e non solo La scuola italiana vive una evidente divaricazione tra l’esigenza di entrare in una logica curricolare e un, altrettanto evidente, attaccamento alla logica del programma. Tre diverse “tornate” di Indicazioni nazionali nel primo ciclo dell’istruzione (Indicazioni nazionali del Gruppo Bertagna e del Ministro Moratti del 2004, Indicazioni per il curricolo del Gruppo Ceruti e del Ministro Fioroni nel 2007, Indicazioni nazionali per il curricolo del Ministro Profumo nel 2012) e una pesante riforma di tutta la curricolarità, degli indirizzi e dei quadri orari nel secondo ciclo dell’istruzione (Indicazioni nazionali per i Licei e Linee di indirizzo per gli Istituti tecnici e professionali del Ministro Gelmini nel 2010) non sono ancora riusciti ad elevare la logica curricolare nella sua naturale dimensione ordinaria rispetto alla didattica delle scuole. Anche il lavoro di quest’anno della Rete di scuole Udine e non solo si è comunque orientato in una logica di sperimentazione, ricerca e sviluppo per cercare di uscire dalle secche di una curricolarità che sempre di più va a infrangersi su programmi monolitici e datati che non riescono più a entrare nel nuovo tempo scuola. Il tempo dei quadri orari sì è compresso, il tempo dei progetti si è dilatato, il tempo degli studenti è occupato da mille cose, il tempo della didattica ha bisogno di sempre maggiori spazi: poiché questa è la realtà non c’è allora nulla di più contraddittorio che cercare di far entrare dentro il tempo di oggi i programmi di ieri. Il lavoro avviato quest’anno non è partito con l’ambizione di produrre documenti da mettere a disposizione: se oggi riusciamo a farlo è un merito di tutti quelli che hanno lavorato e che hanno creduto in questa idea. L’idea, cioè, che ci fosse una possibilità per un curricolo verticale dai 6 ai 16 anni era solo una speranza e forse un possibile elemento di esplorazione e non di partenza. I tre ordini di scuola coinvolti (primaria, secondaria di primo e secondo grado) non sono usi a lavorare in forma congiunta e gli istituti del secondo ciclo dell’istruzione vengono spesso indicati come il luogo della disciplinarità che non si cura delle radici. Lo straordinario lavoro che qui trova una sua dimensione documentale non vuole ancora essere una proposta, ma cerca di essere una testimonianza. La strada è certamente lunga, ma l’indirizzo di tutto il lavoro è stato quello di raggiungere delle sintesi operative. Questo ha portato al lavoro dei Gruppi di Matematica e Inglese che hanno raggiunto sintesi invidiabili, chiare e per punti che possono essere da tutti discusse, integrate, verificate. Ma ha portato anche e alla straordinaria proposta del Gruppo di Italiano, che ha deciso di lasciare la sua documentazione come un work in progress. Le scelte fatte sono tutte strategiche e aprono alle attività del prossimo anno scolastico, laddove anche l’italiano dovrà cercare la sintesi e laddove anche le discipline che in quest’anno scolastico non hanno avuto un approfondimento di rete dovranno entrare nella partita (scienze, storia, arte, ecc.). Il Gruppo di lavoro di italiano ha spiazzato l’organizzazione della rete per la sua vastità ed entusiasmo. Per questo si è deciso di pubblicare tutti i materiali pervenuti esponendo non solo lo stato dell’arte, ma anche i dubbi su quello stato. Dai Gruppi di Matematica ed Inglese è venuta una chiara risposta positiva su una curricolarità verticale dai 6 ai 16 anni, mentre nel Gruppo di Italiano si è partiti da una verticalità possibile e si è approdati al dubbio su quale verticalità, nel momento in cui ci si è accorti che l’italiano è una terra veicolare molto vasta e molto aperta, in cui si esercitano troppe e diverse competenze, molte delle quali trasversali. La riflessione sulla lingua e sul suo uso richiede, perciò, ulteriore tempo perché il curricolo nasce nell’alfabetizzazione (scuola primaria) e raggiunge una sua sistemazione competenziale alla fine di quel biennio della scuola secondaria di secondo grado in cui gli spazi emendativi paiono terminati e dove la scelta diventa molto netta tra addestramento delle abilità o sviluppo (e certificazione delle competenze). Il banco di prova può essere quello del così detto “saggio breve” che nella società culturale e sociale viene redatto sempre con un costante contatto con le fonti (competenza), mentre a scuola deve essere redatto a memoria e affidandosi solo ai riferimenti inseriti nella traccia (abilità). In questo caso le radici, la curricolarità e la verticalità sono un argomento del ragionamento e della didattica, non un dato di fatto, perché l’argomentazione inizia molto precocemente, mentre la sua forma si sviluppa negli anni. La scelta di partire dalle discipline è stata netta e condivisa: se si vuol provare a redigere e applicare un curricolo dai 6 ai 16 anni è fondamentale tenere conto che gli insegnanti di scuola secondaria sono tutti disciplinaristi. La trasversalità, la pluridisciplinarità, la multiculturalità così come il plurilinguismo sono possibili traguardi processuali, non elementi di partenza. Inoltre la Rete ha dovuto fare delle scelte organizzative per cercare di raggiungere dei traguardi sostenibili e realistici. Per questo si è lavorato su Italiano, Matematica e Inglese lasciando al prossimo anno scolastico le altre discipline dell’obbligo. La necessità di rendere attuabile un percorso dai 6 ai 16 anni ha poi determinato la scelta di non partire dalla Scuola dell’Infanzia (dove le discipline non ci sono ancora) e di non entrare nel triennio della Scuola secondaria di secondo grado (dove le discipline stanno diventando specialismi). Anche se è evidente che un curricolo 6-16 anni ha nelle sue ali estreme di inizio e fine scuola piloni fondamentali necessari a sostenere il suo tragitto. Le due scuole fuori dall’obbligo (Infanzia e triennio della Secondaria di secondo grado) pongono però altri problemi ed altre dimensioni che comunque rimangono come elementi fondamentali di sfondo. Di pari passo col lavoro dei Gruppi disciplinari si è sviluppato quello sull’Invalsi e la lettura dei dati, che è stato centrato sull’analisi delle correlazioni tra strutture valutative proposte e progettazione formativa. Il gruppo, utilizzando il documento “Guida alla lettura” riferito sia alla Matematica sia all’Italiano, si è soffermato ad indagare il rapporto tra gli esiti degli studenti delle scuole rappresentate dai partecipanti con i processi cognitivi specifici indagati. Questa operazione, limitata per la scuola secondaria di II grado per la quale l’Invalsi propone documenti meno articolati, è stata significativa perché condotta in verticale, dal primo ciclo al biennio dell’obbligo. Lo spostamento del focus d’indagine dai contenuti ai processi attivati ed attivabili nell’alunno, ha consentito una riflessione in verticale e permesso di evidenziare numerosi punti di contatto. L’immediatezza e la scorrevolezza con le quali si sono svolti i lavori, su un piano metodologico possono costituire un segnale importante rispetto a piste di lavoro per un curricolo verticale. L’analisi ha posto anche in correlazione le prove nazionali con i documenti programmatici caratterizzanti i diversi ordini scolastici. Sono stati esaminati ed evidenziati punti di convergenza e di dissonanza. La sintesi dei lavori si concentra soprattutto sui nodi critici che, se indagati, consentono di aprire nuove riflessioni nella prospettiva di una didattica per competenze, ma preme sottolineare come un percorso di riflessione che ponga in rapporto esperienze e processi formativi apra una dialettica feconda. Il valore di quanto proponiamo non è però dato dai soli esiti. Ci sono i punti di passaggio, i momenti di lavoro comune, la condivisione di documenti, opinioni, idee che solo il lavoro in rete può favorire. Soprattutto se è un lavoro di gruppi nati da scuole ed esperienze diverse, nella dignità omogenea della funzione docente connessa ad una ricerca che sia realmente curricolare e non poggi su formati solo cartacei che non hanno alcuna attinenza con la realtà didattica delle scuole. Credo sia evidente anche il taglio innovativo che ha la nostra proposta, perché il lavoro di sintesi è un lavoro difficile, dove ogni parola scelta può essere quella giusta, ma poi invece può rivelarsi quella sbagliata. La tendenza del nostro lavoro in rete è la sintesi e se in italiano ancora non c’è è perché si è scelta la pluralità. Sarà necessario tornare sul lavoro fatto per cercare dalla pluralità quella sintesi necessaria a raggiungere l’obiettivo di un curricolo che si snodi su punti chiave e non su universalismi. E che poi con la sua sintesi virtuosa apra ad una vera didattica per competenze, che la logica dei programmi non può né favorire, né aiutare. Per cercare di trovare la strada da percorrere cito spesso un passaggio storico in cui la “guerra” tra conoscenze e abilità da una parte e competenze dall’altra ha portato alla disfatta. Nel 9 d.c. Publio Quintilio Varone – forte delle miglior conoscenze dell’epoca e dell’indubitabile abilità guerriera delle legioni romane – entrò nella foresta di Teuteburgo con 20.000 uomini per sconfiggere il barbaro Arminio. Finì impantanato nella foresta incapace di andare sia avanti sia indietro. Le sue legioni furono sterminate perché i suoi soldati fuori dall’ambiente noto non sapevano più combattere e i carri impantanati impedivano l’inversione di marcia della lunga colonna. Ottaviano a Roma urlava nel suo Palazzo “Varo,dove sono finite le mie legioni?”. Il lavoro che facciamo serve a fare in modo che i nostri alunni non si impantanino in nessuna foresta. Punteggiature sul coordinamento di Elena Romano insegnante coordinatrice della Rete Udine e non solo Va considerato in premessa, che la declinazione di un assetto normativo non sempre va di pari passo con una trasformazione sul piano culturale. Talvolta assistiamo a disciplinari che sanciscono una trasformazione di matrice culturale in realtà già avvenuta; talora assistiamo, invece, ad un’innovazione orientata dalla norma, frutto di riflessioni d’avanguardia che sanno leggere segni anche solo abbozzati, consentendo una virata in una direzione specifica. Si tratta, per quest’ultimo caso, di orizzonti, campi d’azione, assetti operativi ancora da definire. L’esperienza di Reti di scuole disciplinata dall’art.7 del D.P.R. n.275 del 1999, può essere letta all’interno di questo quadro con l’estrema ampiezza e vitalità insita nella possibilità di scelte compatibili sia con il contesto locale sia con l’oggetto culturale materia d’indagine. In particolare, la facoltà di costituire laboratori all’interno delle reti conferisce le basi strutturali per realizzare quell’attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo qualificante per la realizzazione di percorsi di progressivo pieno sviluppo (“development”) umano. Segnalo alcuni aspetti legati all’attività di coordinamento. La Rete Udine e non solo è nata nel 2010 e, da allora, nel promuoverne progressivamente un profilo si è inteso andare oltre ad un livello di mero scopo, ritenendo che ciò, da solo, non potesse costituire elemento qualificante. L’obiettivo non si è limitato al mandato dell’U.S.R. così come recepito a livello territoriale, alla realizzazione di un prodotto di sintesi degli apporti di ciascuno, ma ci si è orientati affinchè la rete diventasse qualcosa di più di un organismo ufficialmente codificato. Si è operato con l’idea di fondo che un confronto fra professionisti con esperienze e profili diversi, esterno al proprio contesto scolastico, potesse consentire un’esplicitazione della propria professionalità ad un livello ancora maggiore per diversi motivi: per la possibilità di ciascun componente di viversi in forma individuale al di là di ruoli, compiti e funzioni che incarna nel proprio specifico contesto professionale; per la mobilità di competenze e di risorse intellettuali; per la ricchezza che naturalmente genera il confronto fra la diversità, con la spinta a fare e farsi chiarezza che la diversità comporta. L’identificazione dell’altro come diverso da me è quello che consente una maggiore nitidezza identitaria, fondamento per una professionalità più competente. Tutto questo con l’obiettivo che una prossimità vissuta su un piano professionale possa tradursi in continuità e coerenza formativa. Teorici delle organizzazioni hanno indagato e s’interrogano ancora sulle difficoltà di strutturare dei collanti interni alle scuole orientando una “comunità destino” al perseguimento di obiettivi comuni; ancor più complesso è il discorso sulle reti. Il coordinamento di una rete ha una veste formale che si riflette in accordi specifici e transita in comunicazioni ufficiali; molto più ampia è l’attività informale, fra i docenti rappresentativi delle istituzioni scolastiche. Ritengo la rete una sorta di vestito su misura. E’ impossibile prescindere dai partecipanti, dal loro essere e vivere la scuola in prima persona. Ci sono sicuramente elementi in comune, quale la disponibilità a prendersi cura della propria professione, ma i tempi e le modalità sono sempre individuali e variano ogni volta, anche in base alla conformazione del gruppo. Sono presenti numerose variabili e varianti. La formula organizzativa può modificarsi nel corso degli anni in base ad obiettivi specifici e negli incontri, che siano di coordinamento, di gruppo ristretto o di gruppo di lavoro, il livello di partecipazione è mutevole. Pur mantenendo un nucleo di riferimento è pressoché impossibile operare con un gruppo chiuso, confrontarsi sempre con le stesse persone, perché la coincidenza di interessi e di disponibilità oggettive è difficile. Quello che va considerato nell’azione di coordinamento è l’accoglienza di questa variabilità che fa emergere l’unicità di ciascun incontro pur all’interno di un quadro d’insieme. Per questo diventa indispensabile tenere saldi i nodi informativi e comunicativi ed evitare forme di compressione o di vincolo che compromettano l’espressione del singolo. Altro elemento su cui riflettere è la duplice veste con la quale ciascuno si propone, portavoce nel contempo di istanze personali e di percorsi, scelte condivise all’interno del proprio ambiente scolastico, con la difficoltà di rientrarci poi con nuove proposte e promuoverne una presa in carico. Su questo è opportuno anche un investimento interno alle istituzioni, di accreditamento di chi si fa portavoce sia in uscita sia in ingresso. Ancora: la componente temporale. Il lavoro in Rete non è immediato, occorre conoscersi, occorre com-prendere i diversi sistemi di riferimento e vanno conciliati tempi ristretti e concretezza; occorre essere depositari della fiducia che il tempo trascorso insieme non sarà tempo sprecato, specie inizialmente, quando è difficile prevedere l’esito dei lavori. Nelle esperienze interne a ciascun gruppo è indispensabile lasciare spazio all’ascolto individuale e alla circolarità delle riflessioni, ma, accanto, fin dal primo incontro, elaborare sintesi che mantengano l’ampiezza delle proposte dei partecipanti. Va promossa un’interdipendenza positiva. Strumento utile in questo è la circolarità di materiali con e mail che, a differenza di un contesto “pubblico” quale quello di un forum in piattaforma, stimola alla diffusione anche di riflessioni solo abbozzate che, però, avviano un processo generativo di scambio. Ritrovo nel coordinamento della Rete Udine e non solo ciò che caratterizza il sensmaking, così come declinato da K. E. Weick: l’accogliere la dissonanza, l’interagire alla ricerca di una comprensione reciproca, il collocare elementi dentro sistemi di riferimento, il costruire significati, e il creare configurazioni nuove. Non si tratta e non si è trattato di cercare e decretare ciò che è giusto o sbagliato ma di rileggere, accogliendo con meraviglia e stupore, le differenze, le dissonanze, i problemi e le istanze presentate. Si tratta di un processo continuo di creazione di ambienti sensati, di vivaci comunità di pratiche lavorative. Il percorso Gruppo di coordinamento 31 ottobre 2012 Gruppo di lavoro unitario 19 dicembre 2012 29 aprile 2013 Gruppo di lavoro sul curricolo di matematica 21 gennaio 2013 18 febbraio 2013 Gruppo di lavoro sul curricolo di inglese 19 febbraio 2013 5 marzo 2013 8 aprile 2013 Gruppo di lavoro sul curricolo di italiano 18 febbraio 2013 6 marzo 2013 12 aprile 2013 Gruppo di lavoro sull’Invalsi 18 dicembre 2012 22 gennaio 2013 9 aprile 2013 Attività formativa di Rete – “Il filo di Arianna per non perdersi nel labirinto delle Indicazioni” 6 maggio 2013 Convegno conclusivo dell’attività dell’a.s. 2012/2013 13 maggio 2013 Le scuole e i dirigenti scolastici della Rete Udine e non solo ISTITUZIONE SCOLASTICA Liceo scientifico “G. Marinelli” di Udine – Istituto capofila Istituto comprensivo 1° di Udine Istituto comprensivo 2° di Udine Istituto comprensivo 3° di Udine Istituto comprensivo 4° di Udine Istituto comprensivo 5° di Udine Istituto comprensivo di Faedis Istituto comprensivo di Martignacco (Istituto sottodimensionato) Istituto Comprensivo di Tarcento Istituto comprensivo di Tavagnacco Istituto comprensivo di Mortegliano-Castions di Strada Istituto Comprensivo di Tricesimo Liceo educandato Uccellis di Udine I.S.I.S. “A. Malignani” Legale rappresentante Stefano Stefanel Roberta Bellina Maria Piani Livio Bearzi Vittorio Del Bianco Marina Bosari Laura Bertoli Dirigente scolastica reggente Gloria Aita Annamaria Pertoldi Gloria Aita Margherita Cencig Tiziana Cavedoni Maria Letizia Burtulo Ester Iannis Gruppo di coordinamento Stefano Stefanel e Laura Pravisano (Liceo Marinelli di Udine) – Livio Bearzi e Norina D’Angelo (3° Istituto comprensivo di Udine) - Elena Romano (Istituto comprensivo di Tarcento) – Annalisa Paganin (4° Istituto comprensivo di Udine) – Laura Bertoli (Istituto comprensivo di Faedis) – Tiziana Cavedoni (Istituto comprensivo di Tricesimo) – Anna Maria Fehl (Isis Malignani di Udine) – Stefano Bulfone (Liceo educandato Uccellis di Udine) – Raffaella Saccardo (Istituto comprensivo di Mortegliano – Castions di Strada) – Ornella Comuzzo (Istituto comprensivo di Tavagnacco) Gruppi di lavoro – I partecipanti Italiano Coordinamento – Stefano Stefanel (Liceo Marinelli di Udine) e Anna Maria Fehl (Isis Malignani di Udine) Anna Maria Rossi, Anna Tomasella, Costanza Travaglini, Maria Mercedes Vecchiet, Laura Pravisano (Liceo Marinelli di Udine) – Daniela Sciarrini, Manuela Spangaro, Morena Di Iulio, Patrizia Milanese (1° Istituto comprensivo di Udine) – Laura Pegoraro, Michela Martelli, Margherita Garro (2° Istituto comprensivo di Udine) – Massimo Sebastianutti, Patrizia Tomadini, Maurizia Broseghini, Sara Borando, Rossella Perosa, Liliana Sormani (3° Istituto comprensivo di Udine) – Elena Rossi (4° Istituto comprensivo di Udine) – Claudia Pinti (5° istituto comprensivo di Udine) – Gabriella Cecotti, Lara Tomadini (Istituto comprensivo di Faedis) – Marina Gortana, Erika Stroili, Carla Santarossa, Rossella Gomboso, Elena Romano (Istituto comprensivo di Tarcento) – Raffaella Boschetti (Istituto comprensivo di Mortegliano – Castions di Strada) – Attilia Brusini (Istituto comprensivo di Tricesimo) – Ornella Comuzzo (Istituto comprensivo di Tavagnacco) Inglese Coordinamento – Daniela Feltrin (Isis Malignani di Udine) Elena Galeotti, Emanuela Toninato (Liceo Marinelli di Udine) – Marta Cesare (3° Istituto comprensivo di Udine) – Annalisa Paganin, Laura Sgualdino (4° Istituto comprensivo di Udine) – Germana Noro, Anna Sepulcri (5° Istituto comprensivo di Udine) – Nerina Volpe (Istituto comprensivo di Martignacco) – Elena Romano (Istituto comprensivo di Tarcento) – Raffaella Saccardo, Annarosa Toffoli (Istituto comprensivo di Mortegliano – Castions di Strada) – Flavio Piccin (Istituto comprensivo di Tricesimo) Matematica Coordinamento – Elena Venturini (Istituto comprensivo di Mortegliano – Castions di Strada) Annalisa Nocino, Giorgia Lauzzana (Liceo Marinelli di Udine) – Paola Salvadego, Filomena Morsa (3° Istituto comprensivo di Udine) – Maria Grazia Gallo (Istituto comprensivo di Tricesimo) – Daria Condolo, Andrea Tirelli (Isis Malignani di Udine), Lara Tomadini (Istituto comprensivo di Faedis), Alessandra Marchesini (Liceo educandato Uccellis di Udine) Invalsi Coordinamento – Tiziana Cavedoni (Istituto comprensivo di Tricesimo) Sylviane Beltrame (Liceo Marinelli di Udine) – Marta Cesare, Sara Borando (3° Istituto comprensivo di Udine) – Annalisa Paganin (4° Istituto comprensivo di Udine) – Angela Ronchi (Istituto comprensivo di Faedis) – Elena Romano, Enrico Faini (Istituto comprensivo di Tarcento) – Flavio Piccin (Istituto comprensivo di Tricesimo) – Elena Venturini, Raffaella Saccardo, Annarosa Toffoli (Istituto comprensivo di Mortegliano – Castions di Strada) – Federico Battistutta (Istituto comprensivo di Tavagnacco) – Anna Maria Fehl (Isis Malignani di Udine) MATEMATICA Il curricolo verticale si sviluppa nell’ambito di una certificazione, che permette di individuare i traguardi di passaggio irrinunciabili. Viene riprodotto con due modalità differenti: in una prima forma come struttura certificativa orizzontale. In una seconda forma attraverso una comparazione per tematiche. PRECISAZIONE. Questo certificato è uno strumento per individuare in modo chiaro e condiviso alcune delle effettive abilità/competenze possedute dall'alunno in alcune tappe del percorso formativo. Si procederà, quindi, a certificare la presenza di tali abilità e competenze (✘ sì) solo quando l'alunno ne dimostra una padronanza pienamente soddisfacente, autonoma e operativa, indipendentemente dalla valutazione della disciplina, che tiene conto anche del progresso dell'alunno e del processo formativo (impegno, partecipazione, autonomia...). I PARTE – PUNTO DI VISTA: ORIZZONTALE CERTIFICATO ABILITÀ/COMPETENZE DELL'ALUNNO AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA NUMERI esegue le quattro operazioni: − con i numeri naturali sì □ no □ − con i numeri decimali sì □ no □ opera con le frazioni in situazioni concrete: sì □ no □ SPAZIO-FIGURE riconosce in diversi contesti le principali figure piane: sì □ no □ riproduce le principali figure piane utilizzando opportuni strumenti: sì □ no □ calcola perimetro e area dei poligoni più comuni: sì □ no □ RELAZIONI-DATI-PREVISIONI sa effettuare semplici classificazioni: sì □ no □ legge interpreta e rappresenta con semplici tabelle/grafici dati di diversa origine: sì □ no □ conosce il significato di media, moda e frequenza e li applica in semplici contesti: sì □ no □ CERTIFICATO ABILITÀ/COMPETENZE DELL'ALUNNO AL TERMINE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO NUMERI esegue le operazioni con i numeri relativi: − interi sì □ no □ − razionali sì □ no □ applica le proprietà delle potenze: sì □ no □ sa operare con: − polinomi sì □ no □ − equazioni numeriche sì □ no □ − equazioni letterali sì □ no □ SPAZIO-FIGURE riconosce in contesti diversi figure piane e solide e ne individua le proprietà fondamentali: sì □ no □ RELAZIONI-DATI-PREVISIONI sa esprimere semplici generalizzazioni attraverso l'uso di lettere e simboli: sì □ no □ comprende, utilizza e rappresenta semplici relazioni: sì □ no □ calcola perimetro e area di figure piane, calcola superfici e e volume di figure solide: usa il piano cartesiano per rappresentare sì □ no □ relazioni e funzioni empiriche o ricavate da tabelle, in particolare proporzionalità diretta e risolve problemi geometrici con inversa: livello di difficoltà: sì □ no □ − basso □ in semplici situazioni aleatorie, individua gli − medio □ elementi elementari, calcola la probabilità di un − elevato □ evento: sì □ no □ rappresenta figure piane e solide con le procedure del confronta e interpreta dati utilizzando le disegno tecnico: distribuzioni delle frequenze assolute e relative e sì □ no □ le nozioni di media aritmetica, moda e mediana sì □ no □ calcola perimetro e area di figure rappresentate su piano cartesiano: sì □ no □ CERTIFICATO ABILITÀ/COMPETENZE DELL'ALUNNO AL TERMINE DEL BIENNIO DELLA SCUOLA SEC. DI II GRADO NUMERI SPAZIO-FIGURE RELAZIONI-DATI-PREVISIONI opera all'interno dei diversi insiemi numerici (interi, razionali, irrazionali): sì □ no □ comprende i concetti di teorema (ipotesi, tesi) e dimostrazione: sì □ no □ sa esprimere dati e relazioni attraverso semplici funzioni ed equazioni e disequazioni sì □ no □ effettua semplici congetture e dimostrazioni: sì □ no □ usa il piano cartesiano per rappresentare semplici funzioni polinomiali di primo e secondo grado sì □ no □ comprende il significato del calcolo letterale: sì □ no □ sa operare con: − polinomi sì □ no □ − frazioni algebriche sì □ no □ − equazioni numeriche sì □ no □ − equazioni letterali intere sì □ no □ − equazioni letterali fratte sì □ no □ − disequazioni numeriche intere sì □ no □ − disequazioni numeriche fratte sì □ no □ risolve problemi geometrici con interpreta e confronta dati statistici utilizzando l'applicazione dei teoremi semplici rappresentazioni e gli indici studiati: fondamentali sì □ no □ sì □ no □ sa utilizzare il metodo del piano cartesiano per risolvere utilizza metodi probabilistici per risolvere semplici semplici problemi ed effettuare problemi semplici dimostrazioni: sì □ no □ sì □ no □ II PARTE – PUNTO DI VISTA: VERTICALE NUMERI PRIMARIA esegue le quattro operazioni: − con i numeri naturali sì □ no □ − con i numeri decimali sì □ no □ opera con le frazioni in situazioni concrete: sì □ no □ SECONDARIA di I grado SECONDARIA di II grado esegue le operazioni con i numeri opera all'interno dei diversi insiemi numerici (interi, relativi: razionali, irrazionali): sì □ no □ − interi sì □ no □ comprende il significato del calcolo letterale: − razionali sì □ no □ sì □ no □ applica le proprietà delle potenze: sa operare con: − polinomi sì □ no □ sì □ no □ − frazioni algebriche sa operare con: sì □ no □ − polinomi − equazioni numeriche sì □ no □ sì □ no □ − equazioni numeriche − equazioni letterali intere sì □ no □ sì □ no □ − equazioni letterali − equazioni letterali fratte sì □ no □ sì □ no □ − disequazioni numeriche intere sì □ no □ − disequazioni numeriche fratte sì □ no □ SPAZIO-FIGURE PRIMARIA riconosce in diversi contesti le principali figure piane: sì □ no □ riproduce le principali figure piane utilizzando opportuni strumenti: sì □ no □ calcola perimetro e area dei poligoni più comuni: sì □ no □ SECONDARIA di I grado riconosce in contesti diversi figure piane e solide e ne individua le proprietà fondamentali: sì □ no □ calcola perimetro e area di figure piane, calcola superfici e e volume di figure solide: sì □ no □ risolve problemi geometrici con livello di difficoltà: − basso □ − medio □ − elevato □ rappresenta figure piane e solide con le procedure del disegno tecnico: sì □ no □ calcola perimetro e area di figure rappresentate su piano cartesiano: sì □ no □ SECONDARIA di II grado comprende i concetti di teorema (ipotesi, tesi) e dimostrazione: sì □ no □ effettua semplici congetture e dimostrazioni: sì □ no □ risolve problemi geometrici con l'applicazione dei teoremi studiati: sì □ no □ sa utilizzare il metodo del piano cartesiano per risolvere semplici problemi ed effettuare semplici dimostrazioni: sì □ no □ RELAZIONI-DATI-PREVISIONI PRIMARIA sa effettuare classificazioni: sì □ no □ SECONDARIA di I grado semplici legge interpreta e rappresenta con semplici tabelle/grafici dati di diversa origine: sì □ no □ conosce il significato di media, moda e frequenza e li applica in semplici contesti: sì □ no □ SECONDARIA di II grado sa esprimere semplici generalizzazioni attraverso sa esprimere dati e relazioni l'uso di lettere e simboli: attraverso semplici funzioni ed sì □ no □ equazioni e disequazioni sì □ no □ comprende, utilizza e rappresenta semplici relazioni: sì □ no □ usa il piano cartesiano per rappresentare semplici funzioni usa il piano cartesiano per rappresentare polinomiali di primo e secondo grado relazioni e funzioni empiriche o ricavate da sì □ no □ tabelle, in particolare proporzionalità diretta e inversa: interpreta e confronta dati statistici sì □ no □ utilizzando semplici rappresentazioni e gli indici fondamentali in semplici situazioni aleatorie, individua gli sì □ no □ elementi elementari, calcola la probabilità di un evento: utilizza metodi probabilistici per sì □ no □ risolvere semplici problemi sì □ no □ confronta e interpreta dati utilizzando le distribuzioni delle frequenze assolute e relative e le nozioni di media aritmetica, moda e mediana sì □ no □ 15 INGLESE LISTENING (ascolto e comprensione) PRIMARIA Ascolta e comprende: 1. (discrimina) fonemi tipici della L2 sì □ SECONDARIA di I grado Ascolta e comprende: 1. (discrimina) fonemi tipici della L2 sì □ no □ SECONDARIA di II grado Ascolta e comprende: 1. no □ i fonemi tipici della lingua, individuando il senso dell’intonazione e la funzione dell’accentuazione delle sillabe sì □ 2. lessico relativo a 5 ambiti (cfr European Framework – livello A1), con un numero minimo di 10 parole ciascuno sì □ 3. no □ semplici domande, istruzioni e indicazioni sì □ 2. lessico relativo ad almeno 10 ambiti (cfr European Framework – livello A2), con un numero minimo di 20 parole per ciascuno sì □ 3. no □ 4. enunciati minimi (soggetto – verbo – complemento), espressi in modo chiaro, con pause che ne permettano la comprensione sì □ no □ 4. sì □ no □ 3. informazioni di natura fattuale da discorsi non solo circoscritti nell’ambito delle conoscenze previste sì □ no □ no □ enunciati più articolati, espressi in modo chiaro, anche ripetuti una volta (due ascolti complessivi) sì □ lessico specifico relativo ad almeno 20 ambiti (cfr European Framework – livello B1), con un numero minimo di 30 parole ciascuno no □ il messaggio globale e le informazioni specifiche (all’interno degli ambiti di riferimento) sì □ 2. no □ 4. il senso di un dialogo, anche dimostrando di cogliere atteggiamenti, intenzioni e stati d’animo di chi parla sì □ no □ no □ 16 READING (lettura e comprensione) PRIMARIA SECONDARIA di I grado SECONDARIA di II grado Legge e comprende: Legge e comprende: Legge e comprende: 1. semplici indicazioni, segnali, cartelli sì □ no □ 1. piccoli annunci,volantini, istruzioni di apparecchi sì □ no □ 1. avvisi e segnali pubblici sì □ no □ 2. messaggi, ordini, semplici istruzioni sì □ no □ 2. semplici comunicazioni informali (lettere personali, mail, biglietti, messaggi) sì □ no □ 2. brevi testi di natura fattuale dimostrando comprensione dei contenuti sì □ no □ 3. brevi descrizioni (5 righe) sì □ no □ 3. l’idea generale e/o informazioni specifiche in: -semplici testi descrittivi e narrativi su argomenti familiari sì □ no □ 3. informazioni da testi di natura fattuale, tralasciando ciò che non è rilevante, con l’obiettivo di portare a termine consegne in modo pertinente sì □ no □ 4. testi brevi e semplici (cartoline, e-mail, biglietti, semplici storie per bambini) accompagnati preferibilmente da supporti visivi sì □ no □ -semplici articoli di giornale accompagnati da supporti visivi, dati, tabelle sì □ no □ 4. testi di carattere creativo ed emotivo cogliendone il senso, identificando l’atteggiamento dello scrittore e l’effetto voluto da questi sul lettore sì □ no □ Individua il senso: 5. di strutture del linguaggio utilizzate per comunicare nozioni su tempo, spazio, possesso, ecc. sì □ no □ 17 SPEAKING (produzione e interazione orale) PRIMARIA SECONDARIA di I grado SECONDARIA di II grado Sa: Sa: Sa: 1. riprodurre fonemi tipici della L2 sì □ no □ 2. fare lo spelling di una parola sì □ no □ 3. presentare sé stesso e gli altri usando saluti ed espressioni semplici sì □ no □ 4. chiedere e dare permessi sì □ no □ 1. riprodurre fonemi, accento e intonazione sì □ no □ 2. fare lo spelling di una parola sì □ no □ Interagisce in contesti quotidiani e tiene una semplice conversazione: 3. presentare sé stesso e gli altri, fornendo informazioni significative sì □ no □ all’interno dei 26 ambiti previsti dall’European Framework, livello B1 5. esprimere alcuni semplici stati d’animo (e.g. happy, sad, …) sì □ no □ 6. descrivere sé stesso, le azioni che svolge abitualmente, il luogo in cui vive e fare semplici domande per ricevere risposte analoghe sì □ no □ 5. esprimere in modo semplice previsioni, intenzioni future sì □ no □ 4. riferire in modo semplice su un avvenimento, esperienze personali, sì □ no □ 1. porre domande e rispondere a domande sì □ no □ 2. esprimersi in modo chiaro ed efficace in situazioni che simulano la comunicazione reale sì □ no □ 3. esprimere le proprie emozioni e reazioni sì □ no □ opinioni, 6. chiedere e dare informazioni,indicazioni, spiegazioni, interagendo in contesti ed ambienti quotidiani Nota. Sono accettabili alcune pause e/o esitazioni e richieste di chiarimento. Possono essere presenti inesattezze di pronuncia, qualche errore di grammatica e/o sintassi, e imprecisioni nella scelta lessicale, purchè il messaggio sia comprensibile e la conversazione si articoli in turni di parola Nota. Sono accettabili alcune pause e/o esitazioni e richieste di chiarimento. Possono essere presenti inesattezze di pronuncia, qualche errore di grammatica e/o sintassi, e imprecisioni nella scelta lessicale, purchè il messaggio sia comprensibile e la conversazione si articoli in turni di parola 18 WRITING (produzione scritta) PRIMARIA Sa: SECONDARIA di I grado Sa: 1. completare o scrivere 1a scrivere e rispondere a biglietti semplici frasi, biglietti, mail, cartoline, lettere informali cartoline, seguendo un sì □ no □ modello dato sì □ no □ 1b. descrivere persone, oggetti, luoghi sì □ no □ 2. completare un semplice modulo/questionario, 1c. scrivere brevi annotazioni, fornendo informazioni comunicazioni personali sì □ no □ sì □ no □ 1d. usare informazioni da materiale semiautentico per redigere un nuovo testo (transcodifica) sì □ no □ SECONDARIA di II grado Sa: utilizzando la struttura della lettera/mail, del diario e/o del racconto 1. descrivere persone, oggetti, luoghi sì □ no □ 2. fare la cronaca di avvenimenti, dare informazioni su attività quotidiane e/o future, formulare ipotesi sì □ no □ 3. descrivere reazioni a situazioni, esprimere speranze, piacere, rimpianti, ecc. sì □ no □ 2. riferire esperienze personali, fatti accaduti, 4. utilizzare il lessico noto in maniera intenzioni future appropriata anche in nuovi contesti sì □ no □ sì □ no □ Nota. Si fa riferimento all’uso di frasi semplici fino al 1°grado di subordinazione, usando semplici connettivi e indicatori di tempo. Possono essere presenti alcuni errori di spelling, qualche errore di grammatica e/o sintassi, e imprecisioni nella scelta lessicale, purchè il messaggio sia comprensibile ed efficace dal punto di vista comunicativo Nota. Possono essere presenti alcuni errori di spelling, qualche errore di grammatica e/o sintassi, e imprecisioni nella scelta lessicale, purchè il messaggio sia comprensibile ed efficace dal punto di vista comunicativo 19 ITALIANO Pubblichiamo una serie di materiali che testimoniano il processo progettuale in atto. QUALCHE SPUNTO DI RIFLESSIONE di Claudia Pinti Scuola secondaria Ellero di Udine (5° Istituto comprensivo) Quali competenze ? Le competenze nella scuola oggi Asse dei Linguaggi Asse dei Linguaggi Cittadinanza “…Lo sviluppo di competenze linguistiche ampie e sicure è una condizione indispensabile per la crescita della persona…” Assi Sociali Persona Personali Trasversali Persona Risorse intellettuali Competenza comunicativa Asse dei Linguaggi Nuclei fondanti Competenza comunicativa Competenza comunicativa Comunicazione Testo Creatività Verbale/ Verbale/Non verbale Non verbale Manipolazione Motivazione Comunicazione Linguaggio Produzione Comprensione Altri linguaggi Ricettiva/ Produttiva Collaborazione Interazione Testo Testo Messaggio Punto di vista Tipologie Personale/ Interpersonale Esperienze Elementi costitutivi Educazione letteraria Emozioni Messaggi 20 Competenza comunicativa Competenza comunicativa Competenze trasversale a tutte le discipline Linguaggio Grammatica Impl/Espl Sfera Emotiva Sfera cognitiva Uso/Riflessione Lessico/ Classificazione Variabili Sfera Operativa Tempo/spazio L’alunno e’ competente quando… e’ capace di comunicare in modo autonomo ed efficace emozioni, esperienze personali, conoscenze, con un registro adeguato alla situazione ed all’interlocutore, usando termini specifici e riconoscendo/discriminando i codici opportuni da utilizzare. Comunicazione Scuola Competenza Seconda Comunicativa ria di Verbale I grado IV TAPPA: ragazzo di 13 anni Comunicare in modo autonomo,chiaro, logicamente strutturato, con lessico appropriato e registro adeguato al contesto comunicativo. Capacita’ di comunicare in modo efficace, personale e critico Competenza Comunicativa Non Verbale Capacita’ di interagire e collaborare in modo costruttivo nel rispetto di se’ e degli altri; padroneggiare le proprie potenzialita’ affettive, motorie, espressive in modo consapevole e finalizzato alla crescita personale e della comunita’; tradurre i messaggi nei vari linguaggi, iconico, sonoro e corporeo Competenza comunicativa trasversale a tutte le discipline … E’ capace di ascoltare le proprie emozioni, di gestire le proprie emozioni e riflettere sulle proprie emozioni e azioni, e’ capace di ascoltare compagni e adulti e di interagire con gli altri. 21 Per concludere… per ripartire Per infinite e complicate che possano essere le mosse di una partita di scacchi, persino il gioco degli scacchi costituisce una metafora semplicistica delle complessità delle interazioni che formano un talento... Per concludere… per ripartire Nel gioco degli scacchi le regole sono note e immutabili, accettate liberamente dai giocatori, tutte finalizzate ad uno scopo preciso: raggiungere l’esito desiderato e il momento – altrettanto chiaro e incontrovertibile - dello scacco matto al re avversario... Per concludere… per ripartire Nessuna di queste caratteristiche è applicabile a quello che succede nel formarsi di un talento, nell’allievo. Ogni minima mossa di quel processo è il risultato di una lunga storia. E questo vale tanto per il tempo trascorso a scuola dagli interessati quanto per quello trascorso in famiglia. Umberto Margiotta, Riforma del curricolo e formazione dei talenti - Linee metodologiche ed operative, 1997 22 PROPOSTE SCUOLA PRIMARIA 1° Istituto comprensivo di Udine (ex 4° Circolo Didattico) PARLATO QUINTA CONTENUTO cosa sa ABILITÀ cosa sa fare • • • • • • • • ASCOLTO PRODUZIONE messaggi istruzioni bisogni narrazioni vissuti descrizioni poesie scopi • • • • • • • • • • LETTURA TECNICA messaggi • brani istruzioni • testi bisogni narrazioni vissuti descrizioni scopi opinioni argomentazioni sintesi esposizione di: • temi affrontati • argomenti di studio • utilizzo di uno schema dato. correttezza COMPRENSIONE SCRITTO PRODUZIONE SCRITTA RIFLESSIONE LINGUISTICA • personaggi • ruoli • luogo • tempo • successione temporale • causa-effetto • struttura del testo: - narrativo - descrittivo - poetico • produzione di testi di tipo: - narrativo - descrittivo - poetico - argomentativo, •rielaborazione di testi •sintesi morfologia: • nome: specie, genere, numero, struttura morfologica • articolo: funzione, genere, numero • verbo: le coniugazioni, ausiliari, modi finiti e indefiniti • pronome: personale e relativo; • aggettivo: qualificativo con i vari gradi e determinativo; • parti invariabili; sintassi: • soggetto predicato, • espansioni segni di interpunz. • lessico: uso del vocabolario • individuazione in testi di vario tipo del contenuto, relativamente a: • scopo comunicativo • situazione contesto • registro (formale, informale, prima/terza persona) • utilizzo delle strutture specifiche date per la stesura e/o la • rielaborazione di testi di vario tipo • segni di interpunzione. • analisi delle parti variabili del discorso • predicato verbale/nominale • distinzione tra complemento diretto e complemento indiretto • informazioni utili sul vocabolario 23 • senso globale dei messaggi • informazioni specifiche di vario genere • impliciti COMPETENZA come lo utilizza Sapersi esprimere operando scelte a livello logico, semantico, lessicale. • lettura riconoscimento: espressiva - delle varie tipologie • nterpretazione testuali - dello scopo comunicativo. • utilizzo personale delle strutture specifiche per la stesura e/o la rielaborazione di testi di vario tipo • produzione chiara, coerente e corretta. →uso consapevole di: punteggiatura adeguata al tipo di testo modo indicativo transitivi e intransitivi regolari e irregolari principali connettivi (temporali, spaziali, logici) predicato nominale e predicato verbale principali complementi. →conoscenza di altri modi verbali →individuazione delle situazioni in cui usarli →informazioni desunte dal vocabolario 24 2° Istituto comprensivo di Udine ITALIANO Classe 5^ Nuclei fondanti contenuti conoscenze e abilità Traguardi per lo sviluppo delle competenze/ competenze Competenze chiave Cittadinanza europea ASCOLTO E PARLATO TESTO NARRATIVO DESCRITTIVO REGOLATIVO POETICO ARGOMENTATIVO INFORMATIVO RIFLESSIONE LINGUISTICA I. I. Verbalizzazioni, esposizioni II. Sintesi, appunti, informazioni III. Comprensione, produzione, sintesi orale e scritta schemi, mappe, IV. Convenzioni ortografiche V. Grammatica: parti variabili e invariabili VI. Sintassi: sintagmi e funzioni VII. Semantica: sinonimia, polisemia, 1. partecipa a discussioni di gruppo individuando il problema 2. comprende ed espone il contenuto di una lettura o racconto ascoltato 3. relaziona oralmente su un argomento di studio 4. utilizza appunti per ricostruire un’esperienza 5. legge anche silenziosamente testi di vario tipo a prima vista 6. produce testi scritti coesi e coerenti 7. esprime opinioni e stati d’animo in forma adeguata allo scopo 8. elabora e rielabora in modo creativo testi di vario tipo 9. riassume testi 10. traduce in prosa un testo poetico 11. utilizza correttamente le fondamentali convenzioni ortografiche 12. analizza e coniuga modi e i tempi dei verbi regolari a. Usa la sua capacità comunicativa in contesti diversi usando un registro adeguato A. Imparare ad imparare B. Progettare C. Comunicare b. usa la capacità di comprensione ed interpretazione di messaggi, consegne, testi continui e non continui c. usa le abilità funzionali allo studio per rielaborare ed esporre conoscenze su un dato argomento D. collaborare e partecipare E. agire in modo autonomo e responsabile F. risolvere problemi d. usa modalità e strategie di lettura adeguate e. usa la capacità di produrre testi in relazione ai differenti scopi comunicativi G. individuare collegamenti e relazioni H. acquisire ed interpretare l'informazione f. usa la riflessione linguistica per comunicare, scrivere e leggere 25 omonimia VIII. Lessico 13. analizza le parti variabili ed invariabili del discorso 14. analizza la struttura logica della frase 15. riflette sulle relazioni sintattiche esistenti nella frase 16. usa con sicurezza il dizionario 26 Istituto comprensivo di Tarcento ASCOLTARE E PARLARE QUINTA Conoscenze Atteggiamenti di ascolto attivo Terminologia appropriata per ogni argomento Punti di vista diversi dal proprio - - - Abilità - Assume e mantiene un atteggiamento di ascolto attivo per tempi adeguati alla situazione. Si esprime oralmente in maniera chiara e strutturata utilizzando una terminologia appropriata. Collega ad un discorso le proprie conoscenze. Espone oralmente argomenti noti , fornendo informazioni in modo essenziale e chiaro rispettando l’ordine cronologico e/o logico. Interagisce in una conversazione in modo pertinente rispettando i punti di vista degli altri. LEGGERE Testi d’istruzioni e/o schemi. Varie tipologie di testi Informazioni relative al piano referenziale e inferenziale. - - - - Legge in modo scorrevole ed espressivo Individua le informazioni nella titolazione, nelle immagini e nelle didascalie e le utilizza per una lettura preliminare del testo. Legge e comprende testi d’istruzioni e/o schemi. Legge varie tipologie di testi mostrando di riconoscere le caratteristiche essenziali che li contraddistinguono. Individua gli elementi costitutivi in testi letterari e poetici. Legge varie tipologie di testi cogliendo informazioni sul piano referenziale e inferenziale. RIFLETTERE SULLA LINGUA SCRIVERE Traccia di un testo Regole morfo-sintattiche e ortografiche - - - - - - Raccoglie idee, le organizza e pianifica la traccia di un testo/racconto. Redige cronache di esperienze significative personali e/o collettive. Produce testi creativi sulla base di modelli dati. Esprime esperienze, emozioni, stati d’animo. Rielabora testi (parafrasi, schemi, riassunti, mappe…). Applica le regole morfosintattiche e ortografiche per redigere un testo corretto. Sa come raccogliere idee e organizzarle per pianificare la traccia di un racconto Parti variabili/invariabili di un discorso Principali segni d’interpunzione Struttura del dizionario Funzioni di una frase (soggetto, predicato, complementi diretti/indiretti) - - - Riconosce le parti di un discorso. Sa usare correttamente i principali segni d’interpunzione. Sa consultare il dizionario Sa cogliere i significati delle parole in relazione ai contesti. Analizza la frase nelle sue funzioni (soggetto, predicato, complementi diretti/indiretti) 27 - Competenze Comprendere il significato di testi di varie tipologie e lunghezze Sapersi esprimere in modo adeguato alla situazione comunicativa Produrre discorsi corretti e pertinenti rispetto alle consegne - Comprende il significato di un testo. Leggere correttamente e con espressione. Cogliere le informazioni principali in diverse tipologie testuali. Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza - Cogliere le informazioni principali in diverse tipologie testuali. Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza - Conoscere e rispettare le regole ortografiche e le categorie grammaticali 28 PROPOSTE PER LA SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO Riflessione sulle competenze Prof.ssa Elena Rossi Scuola secondaria “E. Fermi” di Udine (4° Istituto comprensivo di Udine) La mia riflessione si sviluppa a partire dai due parametri che avevamo fissato nel primo incontro: SOGLIA DI ACCETTABILITA' e ECCELLENZA. Ho provato a coinvolgere i miei alunni di terza per capire che cosa loro considerano accettabile e quanto eccellente. ACCETTABILE: mi faccio capire. Esempio: vado in Giappone e ho bisogno di mangiare e di andare in bagno, posso esprimermi a gesti e sopravvivo. ECCELLENZA: mi innamoro di una ragazza giapponese e riesco a comunicarle i miei sentimenti (e a conquistarla). Ho quindi provato a riportare il discorso al contesto scolastico: nella scuola manca la situazione di contesto (o COMPITO AUTENTICO, mi pare Pellerey) e la MOTIVAZIONE comunicativa. Credo che la correttezza ortografica e morfosintattica su cui abbiamo insistito possa essere avvicinata al calcolo a mente e alla conoscenza di tabelline e formule geometriche che tanto tormentano i colleghi di matematica. Nel mondo ADULTO (autentico, reale) nessuno fa più i calcoli a mente, così come (lo avevamo sottolineato) ortografia e morfosintassi sono secondari nella scrittura al computer o sui social network. Purtroppo, INVALSI e prove di Stato (esame secondaria primo grado) ci dicono d'insistere sui modelli tradizionali e anche i prodotti editoriali presentano i soliti contenuti solo in veste tecnologica. E allora? La scuola resta la scuola, il mondo reale è il mondo reale. Secondo me possiamo avvicinarli agendo sulla motivazione e simulando compiti autentici. Se c'è motivazione anzitutto si può recuperare l'AUTOCORREZIONE e nel compito autentico si può arrivare all'AUTOVALUTAZIONE. Una BELLA SFIDA. 29 COMPETENZE della LINGUA ITALIANA INDICATORE di COMPETENZA SOGLIA di ACCETTABILITÀ della COMPETENZA INTERMEDIO ECCELLENZA CALLIGRAFIA Scrittura leggibile ? Scrittura regolare e ordinata ORTOGRAFIA La presenza di errori non compromette la comprensione del testo ? Nessun errore MORFOSINTASSI Non oltre il secondo grado di subordinazione ? Più livelli di subordinazione, senza compromettere la completezza del periodo complesso TRATTAZIONE / ARGOMENTAZIONE (proposta Rossi) Il contenuto è pertinente alle indicazioni della consegna ? Il contenuto è articolato, approfondito e argomentato Griglia per la correzione di un elaborato scritto 30 Prof.sse Gabriella Cecotti, Ornella Comuzzo, Michela Martelli, Laura Pegoraro, Claudia Pinti Istituti Comprensivi di Faedis e di Tavagnacco Scuole secondarie di 1^ grado “P. Valussi” ed “G. Ellero” di Udine (2° e 5° Istituto comprensivo di Udine) Nell’ambito dello sviluppo della competenza nella produzione scritta il tema è una delle tipologie testuali utilizzate in ambito scolastico. Si tratta di un compito complesso perché richiede all’allievo/a di utilizzare conoscenze e abilità diversificate. Nell’ottica della costruzione di un curricolo verticale di italiano sono state individuate le competenze di tipo ideativo e comunicativo, definendo anche i rispettivi descrittori di livello, utilizzate comunemente nella fase di correzione di un testo. Infatti si è ritenuto, soprattutto pensando agli anni ponte (quinta primaria- prima secondaria I grado e terza secondaria I grado – prima secondaria II grado), che l’utilizzo di uno strumento condiviso possa dare continuità al lavoro dei docenti e accompagnare l’allievo/a nel suo percorso di apprendimento. E’ importante che nelle fasi di passaggio si mantengano delle procedure note anche per favorire un percorso di autovalutazione, che permetta allo studente di avere chiari i parametri della valutazione e di analizzare i suoi punti di forza o di criticità. Poiché risulta evidente la difficoltà di oggettivare la fase di correzione definendo numericamente la soglia di accettabilità per ogni tipologia di errore, si è preferito utilizzare dei valori percentuali per ogni descrittore; questi valori percentuali possono essere modificati dai docenti dei dipartimenti di italiano passando da un grado di istruzione ad un altro (ad esempio la “originalità e ricchezza di contenuto/apporti personali” può avere pesi diversi in base alla classe frequentata) in modo da sostenere lo sviluppo di competenze via via più complesse. 31 Schema guida per la correzione degli elaborati di Italiano e la formulazione del giudizio Descrittori di livello (da 1- a 4); i livelli sono riconducibili a valutazione in decimi: LIV LIV LIV LIV 1 2 3 4 Avanzato – Medio – Base – Carente – valutazione valutazione valutazione valutazione 10 - 9 8-7 6 5-4 Competenze di tipo ideativo (contenuto) 1 - Pertinenza a) Aderenza alla traccia proposta b) Coerenza rispetto alla tipologia testuale 1. L’elaborato risponde in modo corretto alla richiesta del titolo: tutti gli aspetti della traccia sono sviluppati in modo appropriato / approfondito 2. Aderenza corretta / sviluppo appropriato 3. Complessivamente attinente / sviluppo adeguato dei principali temi proposti 4. Sviluppo non aderente / solo in parte pertinente 1. 2. 3. 4. Il testo rispecchia le caratteristiche della tipologia testuale richiesta Il testo è adeguatamente strutturato rispetto alla tipologia testuale La struttura del testo tiene conto solo in parte della tipologia testuale Il testo non è strutturato in modo appropriato 2 – Organicità Organizzazione del testo; coerenza espositiva 1. Il pensiero è ben sviluppato / articolato / segue una chiara e logicamente strutturata coerenza espositiva 2. Sviluppo equilibrato / coerente 3. Sviluppo adeguato / soddisfacente / testo semplice, ma lineare 4. Sviluppo non adeguato / carente / confuso / poco chiaro 3 – Contenuto Originalità e ricchezza di contenuto / Apporti personali 1. Testo esauriente / ricco / personale /critico /con elementi di originalità 2. Contenuto sviluppato in modo ricco e completo 3. Contenuto sviluppato in modo adeguato 4. Sviluppo elementare / senza particolare fisionomia / superficiale / generico Competenze di tipo espressivo (forma) 32 1– Correttezza morfo-sintattica Complessità delle frasi (uso paratassi/ipotassi) 2– Correttezza ortografico-grammaticale 3– Lessico 4Aspetto grafico: grafia; capoversi; organizzazione spaziale; gestione del foglio; 1. Elaborato pienamente corretto / forma molto sicura (padronanza nell’uso dei connettivi logici e dei periodi complessi / frasi ben articolate e scorrevoli) 2. Esposizione buona / sicura (uso anche di frasi complesse ben articolate e scorrevoli) 3. Forma soddisfacente 4. Incerta / carente / limitata 1. Elaborato pienamente corretto (uso sicuro dell’ortografia e delle regole grammaticali) 2. Esposizione buona (applica in modo corretto le principali regole) 3. Esposizione soddisfacente (presenza di alcuni errori) 4. Incerta / carente / limitata (errori frequenti e ripetuti più volte) 1. Appropriato / ricco / vario / funzionale al contesto e tipologia testuale 2. Adeguato / appropriato 3. Elementare / a volte ripetitivo / generico 4. Ripetitivo / generico / approssimativo / inadeguato / con improprietà 1. 2. 3. 4. Curato/ ordinato/ perfettamente leggibile Abbastanza ordinato/ leggibile Accettabile Sciatto/ disordinato/ difficilmente decifrabile ITALIANO: produzione scritta 33 Premessa alla tabella Prof.ssa Claudia Pinti – Scuola secondaria di 1° grado “G. Ellero” di Udine (5° Istituto comprensivo di Udine) Quando ho iniziato a pensare al compito assegnatoci durante l’incontro di Rete del 18 febbraio 2012, di fronte alla complessità che il termine “competenza comunicativa” porta con sè, mi sono quasi arresa… Poi ho ripensato al lavoro svolto con i miei colleghi, ormai già quattro anni fa, quando stavamo scrivendo la premessa al documento del Curricolo di Italiano per il nostro Istituto (Scuola Sec. di Primo Grado Via Divisione Julia), e ho ritrovato alcune riflessioni che mi sono state utili. … e’ necessario che l’apprendimento della lingua sia oggetto di attenzione da parte di tutti i docenti. L’”oggetto” dell’insegnamento dell’Italiano è particolarmente complesso, sia per la caratteristica fortemente trasversale della disciplina stessa, sia per la molteplicità delle sue dimensioni Le competenze linguistiche da sviluppare sono sostanzialmente le stesse nell’arco dell’istruzione secondaria, ciò che cambia è la complessità dei contenuti proposti (tipologie testuali, complessità linguistica…) e la complessità delle operazioni richieste (“gradualità del curricolo”) E’ fondamentale identificare delle linee comuni di lavoro a livello di Istituto, in sintonia con le indicazioni ministeriali, ma è anche importante tenere presente l’autonomia, la libertà e la creatività nelle scelte didattiche dei docenti Ogni alunno vive nella Scuola un proprio percorso personale di crescita ed acquisizione di competenze: bisogna quindi tenere presenti i livelli di partenza e il percorso effettuato dall’allievo a livello individuale durante l’anno scolastico. Andando nello specifico del problema: Come valutare un tema ? Che peso dare agli errori ortografici, grammaticali, lessicali, sintattici in una produzione scritta ? E’ possibile individuare parametri universali condivisibili e quale scala applicare? Che percentuale attribuire ai singoli indicatori? Quando un errore è “molto grave”? Prima di “tentare” una risposta vorrei anche dire che per me il “tema”, per anni osannato, oggi “demonizzato”, è una tipologia di produzione scritta molto significativa: è un vero e proprio “compito complesso” perché mette in campo conoscenze e abilità diversificate e combinate in modo vario a seconda di diversi parametri (a partire dalla consegna data). Il problema da evitare è proporre ai ragazzi solo temi: come è utile e necessario utilizzare varie strategie didattiche, così è necessario proporre ai ragazzi di sperimentare la gamma più varia possibile di “tipologie testuali”, sia come fruitori, che manipolatori e compositori… 34 Tornando agli errori: per me è sempre stato più “grave” l’errore sintattico, rispetto a quello ortografico-grammaticale, anche perché ne può derivare l’incomprensibilità del messaggio, del pensiero espresso e il venire meno della chiarezza e dell’efficacia nella comunicazione. Mi sbilancio, e forse sbaglio, ma penso che scegliere un numero preciso di errori di varia tipologia “accettabili” sia veramente difficile, forse impossibile, decontestualizzando l’elaborato. Scorrendo una panoramica di “griglie”, “indicatori”, “tabelle”, ho constatato che il panorama è piuttosto omogeneo relativamente alle voci da osservare, quanto mai vario invece relativamente alla “gerarchia d’importanza”; si arriva a posizioni addirittura agli antipodi: griglie in cui il massimo punteggio è dato al contenuto o ad “efficacia comunicativa” e tabelle in cui prevale la voce “adeguatezza e ricchezza lessicale”. Emerge comunque generalmente la tendenza ad attribuire maggior valore al contenuto, rispetto alla forma. Confrontandomi con vari colleghi ho avuto la conferma che la selezione e scelta degli indicatori/macroparametri è ormai piuttosto consolidata e condivisa…ricordo che lo scorso anno, durante gli incontri dei Dipartimenti cittadini avevamo già fatto questa osservazione, tra alcune scuole gli indicatori sono proprio identici, ma il problema resta: in che percentuale pesano per me nella valutazione? Personalmente penso che ogni elaborato scritto sia un “unicum”, penso che non si possa arrivare (forse anche per fortuna) ad una totale oggettivazione nella correzione del “tema” (oltretutto ci sono altre variabili in gioco: differenti tipologie testuali, livelli di partenza dei ragazzi, lingua madre di appartenenza, percorso personale di ogni singolo allievo…), penso però anche che questa operazione non debba nemmeno essere considerata una “misteriosa procedura alchemica”. Delle linee guida sono necessarie ed importanti, anche oltretutto nell’ottica di un percorso di tipo metacognitivo, di autovalutazione e consapevolezza da sviluppare con i ragazzi . E’ importante che un alunno sappia comunicare in modo chiaro e corretto, non certo solo per fare “un buon tema”… Lo sviluppo di competenze linguistiche ampie e sicure è una condizione indispensabile per la crescita della persona e per l’esercizio pieno della cittadinanza, per l’accesso critico a tutti gli ambiti culturali e per il raggiungimento del successo scolastico in ogni settore di studio. (Indicazioni nazionali per il curricolo) La tabella che segue e’ solo un punto di riferimento (senza dubbio perfettibile), io la trovo efficace soprattutto per “tarare la correzione”, per confrontarmi con i colleghi, per chiarire con i ragazzi quali sono i parametri in base ai quali i loro testi vengono valutati. Si può utilizzare o su quattro o su tre livelli (per i tre livelli il punteggio è pensato in centesimi). Personalmente di solito non amo molto i tre livelli, anche se comodi e più veloci, perché ho notato che c’è la tendenza a non utilizzare il livello dell’eccellenza e ad appiattire la valutazione di alcune voci utilizzando sempre la fascia media. Schema guida per la correzione degli elaborati di Italiano e la formulazione del giudizio proposta operativa 35 Competenze di tipo ideativo (contenuto) 1a) Aderenza alla traccia proposta b) Coerenza rispetto alla tipologia testuale Descrittori di livello (da 1- a 4) LIV 1 – valutazione 10 - 9 LIV 2 – valutazione 8 - 7 LIV 3 – valutazione 6 LIV 4 – valutazione 5 - 4 Liv. Avan zato Liv. Base Liv. Carent e 16 10 8 20 12 9 14 8 7 1. L’elaborato risponde in modo corretto alla richiesta del titolo: tutti gli aspetti della traccia sono sviluppati in modo appropriato / approfondito 2. Aderenza corretta / sviluppo appropriato 3. Complessivamente attinente / sviluppo adeguato dei principali temi proposti 4. Sviluppo non aderente / solo in parte pertinente 5. Il testo rispecchia le caratteristiche della tipologia testuale richiesta 6. Il testo è adeguatamente strutturato rispetto alla tipologia testuale 7. La struttura del testo tiene conto solo in parte della tipologia testuale 8. Il testo non è strutturato in modo appropriato 2– Organizzazione del testo; coerenza espositiva 3– Originalità e ricchezza di contenuto / Apporti personali 1. Il pensiero è ben sviluppato / articolato / segue una chiara e logicamente strutturata coerenza espositiva 2. Sviluppo equilibrato / coerente 3. Sviluppo adeguato / soddisfacente / testo semplice, ma lineare 4. Sviluppo non adeguato / carente / confuso / poco chiaro 1. Testo esauriente / ricco / personale /critico /con elementi di originalità 2. Contenuto sviluppato in modo ricco e completo 3. Contenuto sviluppato in modo adeguato 4. Sviluppo elementare / senza particolare fisionomia / superficiale / generico 36 Competenze di tipo espressivo (forma) 1– Correttezza morfo-sintattica Complessità delle frasi (uso paratassi/ipotassi) 2– Correttezza ortografico-grammaticale 3– Lessico 1. Più che positiva / molto sicura (padronanza nell’uso dei connettivi logici e dei periodi complessi / frasi ben articolate e scorrevoli) 2. Più che buona / sicura (uso anche di frasi complesse ben articolate e scorrevoli) 3. Buona / soddisfacente 4. Incerta / carente / limitata 1. 2. 3. 4. Più che positiva / molto sicura Più che buona / sicura Buona / soddisfacente Incerta / carente / limitata 1. Appropriato / ricco / vario / funzionale al contesto e tipologia testuale 2. Adeguato / appropriato 3. Elementare / a volte ripetitivo / generico 4. Ripetitivo / generico / approssimativo / inadeguato / con improprietà 20 12 8 16 10 4 14 8 4 100 60 40 37 Rubrica per la valutazione del compito complesso: - Approfondimento tematico (anche in piccolo gruppo) - Realizzazione di un cartellone/ipertesto/dossier Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Valutazione 10-9 Valutazione 8-7 Valutazione 6 Valutazione 5-4 Dimensioni Fase organizzativa: Comprensione delle consegne Capacità di organizzarsi in modo autonomo/ divisione dei compiti Organizzazione del tempo in classe Esposizione L’alunno espone i L’alunno espone i contenuti con contenuti con linguaggio linguaggio corretto, in corretto, con tono di voce modo chiaro e appropriato. scorrevole, con padronanza e proprietà nell’uso della terminologia, con tono di voce E’ capace di interessare e appropriato. coinvolgere i compagni, coglie le loro sollecitazioni. L’alunno espone i contenuti con linguaggio corretto, in modo chiaro e scorrevole, con padronanza e proprietà nell’uso della terminologia, con tono di voce appropriato. Conoscenza dei Contenuti I contenuti sono precisi, esaurienti, c’è ricchezza di particolari. I contenuti sono precisi ed esaurienti. L’alunno ripete i contenuti dell’argomento in modo a volte mnemonico. L’esposizione non è sempre chiara e l’alunno usa un linguaggio approssimativo. L’alunno ripete alcuni dei contenuti, ha spesso bisogno di leggere gli appunti. 38 L’alunno ha compreso e rielaborato quanto studiato, fa esempi e collegamenti con altri argomenti. Sa rispondere ad eventuali domande e sostiene il dibattito. Modalità di presentazione Creatività L’alunno ha compreso e rielaborato quanto Ha difficoltà a rispondere studiato. alle domande. Non si orienta nei collegamenti e non riesce a rispondere alle domande poste. Sa rispondere ad alcune domande e sostiene il dibattito. L’alunno espone i contenuti secondo una logica predefinita, utilizza il cartellone/ipertesto per richiamare l’attenzione e presentare i concetti. L’alunno espone i contenuti, utilizza il cartellone/ipertesto per richiamare l’attenzione e presentare i concetti. L’alunno espone i contenuti con qualche incertezza, facendo raramente riferimento al cartellone/ipertesto per richiamare l’attenzione. L’alunno espone i contenuti senza fare riferimento al cartellone. Rispetta i propri tempi di esposizione Rispetta i propri tempi di esposizione Rispetta in parte i propri tempi. Non rispetta i tempi di esposizione. Il cartellone/ipertesto è esauriente sul piano dei contenuti, contiene i concetti più significativi; è ordinato, logicamente strutturato; ha una buona leggibilità e attira l’attenzione; c’ e’ un buon equilibrio tra immagini e parti scritte; è originale nella sua realizzazione. Il cartellone/ipertesto è esauriente sul piano dei contenuti, contiene i concetti più significativi; è ordinato, logicamente strutturato; ha una buona leggibilità e attira l’attenzione; c’ e’ un buon equilibrio tra immagini e parti scritte. Il cartellone/ipertesto contiene solo alcune informazioni importanti; è ordinato; c’è una buona veste grafica. Il cartellone/ipertesto contiene solo alcune informazioni importanti; c’è disequilibrio tra immagini e parti scritte; non c’è ordine e/o cura nei particolari. 39 PROPOSTE PER LA SCUOLA SECONDARIA DI 2° GRADO Contributo alla riflessione A cura di Costanza Travaglini, Anna Tomasella, Anna Maria Rossi (Liceo Scientifico “G. Marinelli” di Udine) Rispetto alla prima domanda posta dal Dirigente, prof. S. Stefanel, ad introduzione del primo incontro (all’incirca: è possibile una definizione di competenze-traguardo, non obiettivo, per l’italiano, in un’ottica di curricolo verticale?), crediamo che sia possibile rispondere affermativamente, ma con le seguenti precisazioni: 1. definire come concetto e distinguere per finalità, se necessario, le competenze-traguardo e le competenze-obiettivo; 2. stabilire se si intende individuare descrittori di livello di competenza (elaborando quindi scale di descrittori) oppure se si intende definire (ed eventualmente descrivere) il livello di padronanza accettabile (o competenza di livello minimo) per ogni grado di istruzione; 3. chiarire il fine di questo lavoro (per l’insegnante, per lo studente, per la certificazione…?); 4. distinguere chiaramente tra competenze d’uso della lingua e conoscenze dichiarative sulla lingua; 5. chiarire come si valutano le competenze, una volta descritte; 6. valutare se riferirsi, almeno come dichiarazione di intenti, non solo a competenze specifiche dell’italiano, ma anche ad una competenza plurilingue (e quindi pluriculturale), che raggruppi tutte le competenze raggiunte attraverso le varie lingue avvicinate ed acquisite, anche in maniera parziale. Quanto sopra per le seguenti ragioni, esposte in relazione ai punti precedenti: 1. A. non è indifferente su quali elementi o competenze un curricolo pone l’accento, considerando anche che la definizione di competenze-traguardo prevede necessariamente la consapevolezza di competenze obiettivo; B. è importante distinguere tra valutazione della padronanza (che c’è o non c’è, ma che crediamo vada descritta) e valutazione del profitto (che valuta qualitativamente ciò che è stato appreso in relazione a ciò che è stato insegnato e che forse può caratterizzare, per l’uso che se ne fa, le competenze scolastiche, ma è solo un’ipotesi); 40 2. si può senz’altro parlare di competenze linguistiche, dal momento che in esse si può riscontrare anche il punto di vista esterno all’apprendimento scolastico, ma proprio per questo occorre fare attenzione, perché a rigore si potrebbe parlare di competenze linguistiche proprie anche di una persona che non ha mai studiato a scuola, oppure, più realisticamente, proprie di uno studente di madrelingua diversa da quella italiana; 3. conseguentemente occorrerebbe avere ben presente, anche in questo lavoro, la distinzione tra lingua madre e lingua di istruzione; 4. le competenze linguistiche non risentono solo della ovvia (e spesso decisiva, dipende dal compito) presenza di conoscenze (dichiarative) e di abilità (pratiche, apprese diversamente, sia in modo procedurale che come addestramento), ma anche di fattori che riguardano in generale l’apprendimento, come il cosiddetto “saper apprendere” (capacità di osservare, assorbire e integrare nuove conoscenze con quelle già presenti, eventualmente modificandole), o altri fattori anche più delicati, ma pure decisivi, quali la personalità, gli stili cognitivi, gli atteggiamenti, le motivazioni, le concezioni… 5. La lingua è un sistema formale finalizzato a produrre significati ed è in continua evoluzione, quindi non si può pensare di padroneggiarla in modo assoluto. La competenza linguistica generale può quindi essere definita come la capacità d’uso di strumenti formali e di conoscenze sugli strumenti usati, con cui si vengono a formulare messaggi significativi e ben strutturati. Il ruolo della grammatica è diverso se la si intende in modo prescrittivo o descrittivo: se la si intende in modo prescrittivo, non si potrà fare a meno di considerare gli errori e gli sbagli come elementi da valutare, in quanto deviazioni dalla norma considerata come obiettivo assoluto. Viceversa, se si intende la competenza grammaticale come un processo inesauribile, si potrà descrivere in positivo il livello di competenza dimostrato da chi usa la lingua. 6. L’insegnamento/apprendimento di ogni lingua, compresa quella latina, va concepito in relazione a quello delle altre lingue presenti sul territorio e di quelle offerte dalla singola istituzione scolastica (quindi la o le LS [straniere] e la o le LC [classiche]), favorendo o quanto meno non ostacolando transfer e processi di osmosi tra una lingua e l’altra. Un curricolo di lingua italiana, nella scuola italiana, andrà definito in relazione a un più ampio punto di riferimento, che è l’educazione linguistica. Non si tratta però di accostare, come rischia di accadere nei cosiddetti “assi culturali”, diverse materie di insegnamento in un solo contenitore (operazione quanto meno sospetta sul piano culturale), ma di avere nella progettazione del curricolo e del singolo percorso in classe un punto di vista comune. La valutazione della competenza linguistica richiede quindi l’assunzione di scelte: 41 • • quanto e come distinguere le diverse componenti della competenza linguistica a che fine I descrittori qui sotto elencati, sono pensati come una proposta flessibile, dal punto di vista della fine della scuola dell’obbligo, ma in grado di porsi in continuità con i gradi di istruzione precedenti. Nella prima tabella vengono distinte le principali componenti formali del sistema linguistico che possono dare accesso a descrittori di competenze. Nella seconda tabella vengono elencate competenze che riguardano l’azione comunicativa, quindi la costruzione di significati, secondo ipotesi di livello interno al biennio dell’obbligo della scuola secondaria superiore. Per entrambe le tabelle, il fine è fornire un quadro di riferimento con cui insegnanti e studenti possano confrontarsi per rispettivamente valutare ed autovalutarsi, al di là di impressioni soggettive e permettendo anche a osservatori esterni di avere informazioni che vanno oltre il classico riferimento numerico: la famiglia ad esempio o in campo scolastico i colleghi di Lingue, che possono comparare le competenze in LS con quelle della lingua di istruzione, in modo da comprendere se vi siano ostacoli all’acquisizione linguistica nella lingua di partenza. Come quadro di riferimento, ogni descrittore è suscettibile di modifiche e aggiustamenti adeguati al contesto in cui si opera. Naturalmente, l’elaborazione di una scala completa sarebbe molto utile per permettere al lettore il riconoscimento di quello che ancora manca alla preparazione, trattandosi di livelli minimi. I descrittori sono formulati in positivo, perché non esistono competenze negative, ma anche per permettere al lettore di prendere coscienza di ciò che sa fare e di ciò che sa. (Aprile 2013) 1. DEFINIZIONI DI COMPETENZE LINGUISTICHE IN ITALIANO DA STRUTTURARE IN DESCRITTORI DI LIVELLO (secondo un livello minimo di padronanza per ogni grado di istruzione, oppure come cornice di riferimento da applicare in modo flessibile alle esigenze di ogni curricolo) COMPETENZA LESSICALE SEMANTICA DESCRITTORI Fa riferimento alla conoscenza e alla capacità d’uso del lessico di una lingua, composta da: • elementi lessicali fissi e d’uso comune • parole isolate, anche polisemiche e appartenenti a classi sia aperte che chiuse • parole spiccatamente grammaticali (articoli; dimostrativi, possessivi, indefiniti, numerali; pronomi personali, relativi, interrogativi; preposizioni, verbi ausiliari e modali; congiunzioni; interiezioni) • • lessicale, relativa al significato delle parole (in rapporto al contesto e in rapporto reciproco) grammaticale (ricezione o produzione di significati in base alle regole che in ogni lingua ne governano 42 • GRAMMATICALE FONOLOGICA la formazione) pragmatica (presupposizioni, implicazioni, conseguenze necessarie…) Fa riferimento • alla conoscenza e alla capacità d’uso delle risorse grammaticali di una lingua (regole atte a produrre e riconoscere frasi dotate di significato) • alla comprensione e alla produzione capace di riconoscere e utilizzare le regole presenti nella lingua Conoscenza e capacità relative alla ricezione e alla produzione di suoni e simboli che costituiscono rispettivamente i testi orali e scritti ORTOGRAFICA 2. IPOTESI DI SCALA DI DESCRITTORI DI COMPETENZE LINGUISTICHE MINIME NELLA LINGUA DI ISTRUZIONE Primo biennio (il livello di fine seconda corrisponde a quello di fine dell’obbligo scolastico) COMPETENZA PRODUZIONE SCRITTA DESCRITTORI DI LIVELLO È in grado di scrivere testi chiari e coerenti su diversi argomenti che si riferiscono prevalentemente alla sua esperienza personale, ma anche ad argomenti trattati in classe, raccogliendo in modo semplice informazioni e argomentazioni tratte da diverse fonti e sintetizzandole. Fine seconda Su una gamma di argomenti molto familiari o che si riferiscono solo alla sua esperienza personale è in grado di scrivere testi abbastanza articolati, raccogliendo in modo semplice informazioni e sintetizzandole, unendole in una sequenza logica con una serie di brevi e semplici espressioni supportate da un’articolazione sintattica semplice. Fine prima Ingresso Su una gamma di argomenti molto familiari o che si riferiscono solo alla sua esperienza personale è in grado di scrivere testi abbastanza articolati, che uniscono in una sequenza non sempre lineare una serie di brevi e semplici espressioni distinte. 43 PRODUZIONE ORALE È in grado di comprendere i concetti fondamentali di discorsi formulati su argomenti concreti e astratti, anche quando si tratta di discorsi concettualmente e linguisticamente complessi; di comprendere inoltre le discussioni relative ad argomenti scolastici già affrontati. Fine seconda È in grado di comprendere informazioni fattuali chiare su argomenti comuni relativi al lavoro scolastico, riconoscendo sia il significato generale, sia le informazioni specifiche, purché il discorso sia pronunciato con chiarezza. Fine prima Ingresso È in grado di comprendere i punti salienti di un discorso chiaro che tratti argomenti familiari affrontati abitualmente a scuola e nel tempo libero, compresi RICEZIONE SCRITTA È in grado di comprendere testi di diverso tipo, abbastanza complessi ma con un basso contenuto di espressioni di tipo accademico o non comune. È in grado di interpretare testi non letterari, come articoli di giornale, e, in modo semplice, testi letterari di autori molto in voga o privi di complessità. Fine seconda È in grado di comprendere testi di diverso tipo, poco complessi e con un basso contenuto di espressioni di tipo accademico o non comune. È in grado di interpretare in modo molto semplice testi che contengano lessico ad alta frequenza e/o lessico di base specifico per le necessità di studio. Fine prima ingresso È in grado di comprendere testi brevi e semplici che contengano lessico ad altissima frequenza, privi di espressioni di tipo accademico o non comune. RICEZIONE ORALE Su un argomento riferito alla sua esperienza personale o relativo al corso di studi, lo studente è in grado di fare un'esposizione lineare che spieghi i punti salienti con ragionevole precisione e risulti chiara, almeno tanto da poter essere seguita senza difficoltà per quasi tutto il tempo. Fine seconda Fine prima È in grado di produrre una descrizione o una semplice esposizione con sufficiente chiarezza, così che il discorso possa essere seguito per lo più senza difficoltà. ingresso È in grado di produrre, relativamente agli argomenti del corso di studi, descrizioni semplici e lineari, narrazioni strutturate in modo lineare, esposizioni almeno minimamente organizzate in modo logico. È in grado di riferire la trama di un libro o di un film e di descrivere le proprie impressioni. 44 INTERAZIONE --------------- (da sviluppare) MEDIAZIONE --------------- (da sviluppare) Un prodotto del 2011-2012 per il curricolo di italiano A cura di Ebe Galletti Ebe, Giovanni Nimis, Anna Maria Rossi, Giovanna Toffoli, Tomasella Anna, Costanza Travaglini, Vecchiet Mercedes, Zoff Rosanna. (Liceo Scientifico “G. Marinelli”) Di seguito si allega parte del prodotto finale (con un punto di vista mirato all’Educazione Linguistica) elaborato da un gruppo di docenti del Dipartimento di Lettere del liceo “G. Marinelli” durante lo scorso anno scolastico, all’interno del corso-percorso organizzato dall’USR nell’a.s. 2011-2012 e intitolato “La didattica per competenze. Terza fase. Programmare per competenze nel consiglio di classe”. Diviso in altre due tabelle, propone i nuclei fondanti del curricolo quinquennale di italiano e, dove possibile, dei descrittori di competenza ad essi collegati. Il lavoro del gruppo di italiano è stato prescelto per la presentazione al Convegno organizzato dall’USR il 23 maggio 2012, per presentare alcuni lavori delle scuole tra quelli prodotti. Il Liceo “G. Marinelli” ha lavorato all’interno della rete “Insieme per le competenze”. Si allegano le slide presentate al Convegno. Nuclei fondanti per il quinquennio di LINGUA E LETTERATURA ITALIANA del liceo scientifico Lingua e linguaggi • Il pensiero si attua nella comunicazione linguistica, inizialmente, nell’infanzia, ponendo in rapporto referenziale l’atto comunicativo con l’oggetto della comunicazione, per passare successivamente ad un rapporto via via più astratto e concettuale. • Tale passaggio conosce una gamma vastissima di linguaggi, di codici, sottocodici e registri, e comporta l’attraversamento di livelli linguistici via via più complessi, che tendono ad un modello astratto di riferimento. 45 Comunicazione Interculturalità Competenze linguistiche esplicite e implicite Corretto/Scorretto Ricezione/produzione di testi • L’atto comunicativo avviene con uno o più interlocutori per rispondere ai bisogni presenti in o provocati da una determinata situazione, che può trovarsi in un dominio personale, pubblico, professionale o educativo. • Se il pensiero si attua in tipi di comunicazione “parallela a” o “diversa da” le parole, si parla di comunicazione analogica, o si entra nel campo di quella artistica, che fanno riferimento a linguaggi propri, in ogni caso codificati. • Nell’ottica dell’educazione ai media si considerano i diversi strumenti audiovisivi e multimediali in genere. • Si ritiene opportuno tenere conto di tutti questi aspetti ai fini dell’educazione linguistica. • La consapevolezza interculturale sta alla base di ogni nuova acquisizione linguistica, nella lingua madre, ma anche nelle nuove lingue di apprendimento. • Comporta la coscienza di uno scarto tra il proprio contesto mentale e culturale e quello della lingua di apprendimento. • Per gli italofoni riguarda il passaggio dal dialetto alla lingua italiana e da un livello di competenza ad uno superiore. • Il superamento degli eventuali stereotipi aumenta la disponibilità all’acquisizione linguistica. • L’acquisizione della lingua madre avviene per lo più in modo implicito, fin dalla prima infanzia, e successivamente, negli anni di scolarità dell’individuo, viene affiancata da un apprendimento che si fa via via più esplicito, promosso non solo dalle materie letterarie, ma dal proficuo convergere degli insegnamenti linguistici di tutte le discipline • La competenza linguistica è comunque prevalentemente implicita: si manifesta in atto e come tale viene valutata • L’apprendimento esplicito, anche tramite lo studio grammaticale, produce conoscenza linguistica che, unita alla conseguente consapevolezza metalinguistica, si considera comunque necessaria per lo sviluppo di un livello accademico di competenza • Nell’ambito dell’uso della lingua, la dialettica tra ciò che viene giudicato corretto e ciò che viene giudicato scorretto e quindi “errore” si svolge in relazione a: 1. un modello astratto di lingua di riferimento, che si propone senz’altro come relativo: un modello in movimento, in quanto subisce trasformazioni, spostandosi nello spazio e nel tempo; 2. la relazione tra il contesto mentale di chi comunica e quello di chi riceve la comunicazione 3. il contesto 4. la situazione comunicativa 5. il controllo delle forme linguistiche • Atti linguistico-comunicativi rivolti all’ascolto e alla lettura o al parlato e allo scritto, quindi alla decodifica o alla codificazione di testi orali o scritti. • Comportano l’utilizzo di strategie • Si avvalgono di strumenti di varia natura, anche multimediale • Permettono di rilevare la competenza linguistica, anche parziale, di chi usa la lingua 46 • Insieme di atti linguistici che si svolgono tra più persone, a livello orale, scritto e attraverso i Interazione linguistica media. • Atto linguistico che permette di svolgere una funzione di tramite, quando la comunicazione non si Mediazione linguistica • Morfosintassi • • • Lessico • può svolgere direttamente, per ragioni diverse, tra cui la diversità linguistica, la distanza storica e il diverso codice comunicativo. Evidenze scientifiche dimostrano che su questo piano l’acquisizione si può dire quasi totalmente implicita, specie per le parole e le strutture di classe chiusa, e per lo più si svolge dai sei mesi ai sei anni di vita. Tuttavia l’apprendimento successivo, via via più esplicito, può riuscire a influenzare e modificare positivamente le competenze già acquisite. Si ritiene importante tenere presenti i meccanismi procedurali che intervengono a questo proposito. L’apprendimento del lessico avviene in modo prevalentemente esplicito, utilizzando la memoria dichiarativa, e fa riferimento al rapporto tra le parole e la conoscenza del mondo e di sé. Si ritiene quindi importante considerare la relazione tra le conoscenze e lo sviluppo lessicale, che risultano essere in un rapporto di dipendenza reciproca. Il lessico può essere può o meno ampio e adeguato alla situazione comunicativa. Coesione linguistica • Coerenza linguistica • Fa riferimento all’organizzazione del discorso secondo rapporti logici Fluenza • Fa riferimento alla scioltezza comunicativa Fa riferimento ai meccanismi coesivi insiti in ogni lingua, capaci di connettere le parole, i gruppi di parole, le frasi… Dai nuclei fondanti alle competenze Lingua e linguaggi Tali nuclei fondanti, per come sono stati intesi (v. documento dei Dipartimenti di Lettere del liceo Marinelli n.1) non sono direttamente osservabili e quindi non producono descrittori di competenze. Si ritiene e si propone che possano essere riconosciuti quindi come nuclei essenziali dell’Asse dei linguaggi in quanto offrono una cornice pedagogico-didattica di riferimento, che favorisce l’emergere della complessità dell’insegnamento/apprendimento linguistico dell’italiano e di ogni lingua. Comunicazione 47 Interculturalità Corretto/Scorretto Competenze linguistiche esplicite e implicite1 I nuclei fondanti che seguono (colonna di sinistra) riguardano comportamenti osservabili e possono quindi produrre descrittori di competenza. I descrittori seguenti sono in fase di elaborazione. Si presenta il lavoro per come si è svolto fino al 23 aprile. Si è riconosciuto che alcuni nuclei fondanti richiedono una esame più approfondito. Per le competenze su cui si è già lungamente riflettuto, si propongono delle scale di riferimento. Ricezione/ produzione RICEZIONE di testi È in grado di comprendere e interpretare in modo critico tutte le forme di linguaggio scritto, ivi compresi testi letterari e non letterari astratti, strutturalmente complessi e molto ricchi di espressioni A di tipo sia accademico che informale, anche non comune. È in grado di comprendere un'ampia gamma di testi lunghi e complessi, cogliendone fini differenze stilistiche e afferrando i significati sia espliciti che impliciti. È in grado di comprendere e interpretare in modo critico tutte le forme di linguaggio scritto, ivi B compresi testi letterari e non letterari astratti, strutturalmente complessi e molto ricchi di espressioni SCRITTA di tipo sia accademico che informale, anche non comune. (DESCRITTORI STRUTTURATI È in grado di comprendere testi di diverso tipo, abbastanza complessi ma con un basso contenuto di espressioni di tipo accademico o non comune. IN UNA SCALA C È in grado di interpretare testi non letterari, come articoli di giornale, e, in modo semplice, testi DI LIVELLI) letterari di autori molto in voga o privi di complessità. È in grado di comprendere testi di diverso tipo, poco complessi e con un basso contenuto di D espressioni di tipo accademico o non comune. È in grado di interpretare in modo molto semplice testi non letterari, come articoli di giornale. È in grado di comprendere testi brevi e semplici che contengano lessico ad altissima frequenza, privi E di espressioni di tipo accademico o non comune. 1 I descrittori delle competenze linguistiche sono originali, ma ispirati, con maggiore o minore vicinanza, a molte fonti. In particolare ci si è riferiti a: Council of Europe. 2002 (ed. it.). Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento insegnamento valutazione, Milano: La Nuova Italia. Va specificato infine che, se Colombo (2007) lamenta la mancanza nell’educazione linguistica dell’italiano, di un documento affine al Quadro comune europeo di riferimento per le lingue, gli autori e gli studiosi del Quadro affermano a chiare lettere che il Quadro stesso costituisce una base per riflettere sulla natura della lingua e della comunicazione e sui processi di apprendimento/insegnamento, nonché per elaborare programmi, curricula, esami, libri di testo. Esplicitamente, al Convegno di Venezia sul Quadro (Il Quadro comune europeo di riferimento per le lingue. Una proposta per la didattica del quotidiano , Venezia, Auditorium di S. Margherita, 10 novembre 2004), il prof. Trim, uno dei più importanti artefici di questo documento, a cui lavora dagli anni ’70, ha dichiarato che il Quadro è aperto ad uno studio applicativo anche nelle varie lingue madri e in quelle classiche. Il Quadro per Trim lascia ai docenti, insieme ai discenti, agli autori dei libri di testo, in una parola ai suoi “utenti”, il compito di esercitare la libertà di interpretarlo e applicarlo, secondo le differenti possibilità che esistono per differenti situazioni. Tutte le possibilità sono quindi valide, purché siano razionali e aperte mentalmente. Il Quadro non ha lo scopo di offrire risposte, ma strumenti per organizzare la pianificazione del processo di acquisizione linguistica. Nulla vieta che si possa usufruirne, anche in maniera intuitiva, come gli stessi autori del Quadro invitano a fare, per affinare gli strumenti propri del lavoro dell’insegnante, anche in altri ambiti disciplinari. 48 ORALE • È in grado di comprendere qualsiasi tipo e livello di testo orale, a velocità naturale, sia dal vivo che registrata. • È in grado di comprendere quanto basta per riuscire a seguire un ampio discorso su argomenti diversi, anche astratti e complessi, o estranei al suo settore abituale, pur potendo talora aver bisogno di farsi confermare qualche particolare. • Riconosce le espressioni idiomatiche e colloquiali e sa cogliere i cambiamenti di registro. • È in grado di seguire un discorso lungo, anche se non è chiaramente strutturato e se le relazioni logiche restano implicite e non vengono segnalate esplicitamente. PRODUZIONE SCRITTA (DESCRITTORI STRUTTURATI IN UNA SCALA DI LIVELLI) A È in grado di scrivere testi chiari, ben strutturati e fluenti, che trattano argomenti complessi, sviluppando in modo esauriente e critico diversi punti di vista, integrando conoscenze disciplinari di diverso tipo con conoscenze ed esperienze personali, in uno stile appropriato ed efficace e con una struttura logica che permetta al lettore di individuare i punti salienti. B È in grado di scrivere testi chiari e ben strutturati su argomenti complessi, sottolineando le questioni salienti, sviluppando punti di vista in modo abbastanza esteso, sostenendoli con dati supplementari, con motivazioni ed esempi pertinenti e concludendo il tutto in modo appropriato. C È in grado di scrivere testi chiari, articolati e coesi su diversi argomenti che si riferiscono prevalentemente alla sua esperienza personale, ma anche ad argomenti trattati in classe, valutando in modo semplice informazioni e argomentazioni tratte da diverse fonti e sintetizzandole. Su una gamma di argomenti molto familiari o che si riferiscono solo alla sua esperienza personale è in D grado di scrivere testi abbastanza articolati, che uniscono in una sequenza lineare una serie di brevi e semplici espressioni distinte. E ORALE Su una gamma di argomenti molto familiari o che si riferiscono solo alla sua esperienza personale è in grado di scrivere testi abbastanza articolati, che uniscono in una sequenza non sempre lineare una serie di brevi e molto semplici espressioni distinte. • È in grado di sviluppare una descrizione o un'argomentazione con sufficiente chiarezza, così che il discorso possa essere seguito per lo più senza difficoltà. • È in grado di riferire la trama di un libro o di un film e di descrivere le proprie impressioni. • È in grado di recepire domande di precisazione, ma può aver bisogno di chiederne la ripetizione o di tempo per elaborare la risposta • È in grado di produrre, relativamente agli argomenti del corso di studi, descrizioni semplici e lineari, narrazioni strutturate in modo lineare, esposizioni almeno minimamente organizzate in modo logico. • Su un argomento relativo al corso di studi, lo studente è in grado, anche utilizzando strumenti multimediali, di fare un'esposizione lineare, preparata in precedenza, che spieghi i punti salienti con ragionevole precisione e risulti abbastanza chiara, almeno tanto da poter essere seguita senza difficoltà per quasi tutto il tempo. 49 • È in grado di interagire con scioltezza, correttezza ed efficacia, su argomenti diversi, relativi o meno al corso di studi, proponendo il suo punto di vista e rispettando quello altrui, con ampia capacità di seguire i turni di parola. Mediazione linguistica • • • È in grado di porsi in modo aperto e sereno di fronte alla diversità linguistica. È in grado di riassumere in italiano il pensiero espresso in lingua diversa, sia a livello scritto che orale. È in grado di tradurre testi di difficoltà crescente nel corso del quinquennio, cogliendo il significato generale del testo e facendo un uso strategico del vocabolario. Morfosintassi • Mantiene il controllo grammaticale di forme linguistiche, anche complesse Lessico • Manifesta una buona padronanza del lessico, che possiede secondo un vasto repertorio e che sa utilizzare in modo corretto e adeguato alla situazione e al contesto Coesione linguistica • È in grado di produrre testi coesi, sia scritti che orali, che dimostrano l’utilizzo di un’ampia gamma di connettivi e di meccanismi coesivi di altro tipo. Coerenza linguistica • È in grado di produrre testi coerenti, sia scritti che orali, strutturati in schemi organizzativi riconoscibili e che rendono agevole la comprensione del lettore o dell’interlocutore • È in grado di produrre testi fluenti, sia scritti che orali, dotati di scioltezza e di un uso disinvolto dei mezzi espressivi, anche in periodi piuttosto lunghi Integrazione linguistica Fluenza 50 Per un curricolo quinquennale di italiano al liceo scientifico Dai nuclei fondanti alle competenze La didattica per competenze - Terza fase Programmare per competenze nel consiglio di classe IL GRUPPO DEL DIPARTIMENTO DI LETTERE MODALITÀ DI LAVORO AL LICEO MARINELLI Dopo la fase di formazione comune (8 ore con prof. Anna Maria Fehl) progettata all’interno della rete «Insieme per le competenze» (capofila Istituto Uccellis), al liceo Marinelli si è lavorato con i seguenti criteri: • Il gruppo è formato da insegnanti dei due Dipartimenti di lettere e da un insegnante di Lingue straniere: proff. Galletti Ebe, Nimis Giovanni, Rossi Anna Maria, Toffoli Giovanna, Tomasella Anna, Travaglini Costanza, Vecchiet Mercedes, Zoff Rosanna •Ricerca/Azione: individuazione dell’oggetto di ricerca, questionari, monitoraggio… • Confronto interdisciplinare •Piena libertà di scelta e di lavoro per ogni collega • Domanda di partenza: di cosa abbiamo bisogno in questo momento, in questa scuola, nel gruppo comunque parziale che costituiamo? •Gruppi di lavoro: uno per Progettazione del Consiglio di Classe (8 docenti), uno per il dipartimento di storia e filosofia (2 docenti), uno per il dipartimento di lettere (8 docenti) • Risposta: di chiarirci le idee (sui fondamenti del nostro lavoro, sulla storia del nostro dipartimento, sul cambiamento richiesto) e di condividerle, anche poi con l’insieme reale dei docenti che compongono i diversi dipartimenti Convegno dell’ U.S.R. •Progressivo avvicinamento all’obiettivo • 23 maggio 2012 •Utilizzo del campus virtuale del liceo per deposito materiali e per i questionari Modalità: brainstorming e successiva riflessione; discussione, accordo e scrittura. L’aspetto più convincente ed entusiasmante è stato il graduale grado di accordo a cui siamo pervenuti RETE “INSIEME PER LE COMPETENZE” •Progettualità flessibile entro una cornice stabile LICEO SCIENTIFICO “G. MARINELLI” UDINE •Alternanza di riunioni plenarie e lavori di gruppo Costanza Travaglini - Liceo Scientifico «G. Marinelli» – Gruppo «Dipartimento di Lettere» Materiali per la progettazione di Dipartimento PERCHÉ UN LAVORO SUL DIPARTIMENTO • Difficoltà di confronto comune nel campo della progettazione di gruppo soprattutto se riferita alla didattica per competenze (abitudine al lavoro individuale, difficoltà di confronto, stanchezza e sfiducia: fattori soggettivi ma comuni) • Difficoltà delle materie umanistiche nel riassetto in atto dei licei, scientifici in particolare • Presenza nel liceo di una grande ricchezza di esperienze di ricerca e sperimentazione nel decennio passato, condotti da docenti di lettere o a cui moti docenti di lettere hanno partecipato: • Gruppo CRUS: Progetto n.10 di collaborazione scuola-università (UniUd): formazione alla programmazione didattica di letteratura italiana per il triennio liceale – 2003-2004 • Gruppo «Rahmen», in collaborazione con UniUd: studio e applicazione sperimentale del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue - dal 2003 al 2008 • Letteratura e intercultura, in collaborazione con UniUd e UniTs - dal • Innovadidattica – progetto nazionale – 2009-2010 • D.O.C.C . - Piano nazionale di orientamento: progetto del Friuli Venezia Giulia – 2009-2010 didattica orientante Costanza Travaglini - Liceo Scientifico «G. Marinelli» – Gruppo «Dipartimento di Lettere» Materiali per la progettazione di Dipartimento Costanza Travaglini - Liceo Scientifico «G. Marinelli» – Gruppo «Dipartimento di Lettere» Materiali per la progettazione di Dipartimento Costanza Travaglini - Liceo Scientifico «G. Marinelli» – Gruppo «Dipartimento di Lettere» Materiali per la progettazione di Dipartimento NUCLEI FONDANTI E PROGETTAZIONE DESCRITTORI E PROGETTAZIONE Costanza Travaglini - Liceo Scientifico «G. Marinelli» – Gruppo «Dipartimento di Lettere» Materiali per la progettazione di Dipartimento Costanza Travaglini - Liceo Scientifico «G. Marinelli» – Gruppo «Dipartimento di Lettere» Materiali per la progettazione di Dipartimento 51 Educazione linguistica, competenze e contesto mentale di Costanza Travaglini EDUCAZIONE LINGUISTICA, COMPETENZE E CONTESTO MENTALE Qualche riflessione preliminare Le materie “non linguistiche” • Ogni apprendimento infatti si sviluppa attraverso una lingua e • Vengono normalmente studiate in lingua madre attraverso linguaggi specifici • Si manifesta una competenza disciplinare non solo attraverso le conoscenze, ma anche attraverso un uso appropriato della lingua e dei linguaggi specifici (Vygotskij, Pensiero e linguaggio, 1934) • Si manifesta una competenza disciplinare non solo attraverso le conoscenze (dichiarative), ma anche attraverso le abilità che caratterizzano quella disciplina, che non vengono, tutte e necessariamente, apprese per via dichiarativa o esplicita, ma anche per via implicita e quindi dall’ambiente, scolastico ed extrascolastico. una prevalenza dell’attenzione al contenuto piuttosto che alla lingua MA “un intervento sul significato di un enunciato dello studente può sembrare un intervento sul contenuto mentre di fatto è un intervento sulla lingua” (Coonan) attenzione alla consapevolezza Esempio L’intervento correttivo L’importanza degli obiettivi • Uno studente afferma: “Machiavelli nacque nel • Il Quadro Comune Europeo per i docenti di Lettere • Vedono Costanza Travaglini – aprile 2013 1469 a Firenze e quindi fu un uomo politico” • Cosa provoca la reazione correttiva di un docente di lettere? • Il collegamento causa-effetto tra la data e il luogo di nascita e l’attività del personaggio, così come è espresso, può essere arbitrario • Invitando lo studente a eliminare il “quindi” facciamo più veloci, ma… Insiste sulla lingua? sulle conoscenze? su entrambi gli aspetti? • • Deve privilegiarne uno? Quale e perchè? Dipende dagli obiettivi Importanza dell’attenzione da riservare agli aspetti linguistici in tutte le discipline • Tra le primissime dichiarazioni degli autori del «Quadro Comune Europeo per le lingue (2002)» o «Framework» (pag. XII), troviamo: Una cornice dove sono espresse le finalità che aiutano a capire lo spirito del documento • Una serie di domande collegate a “bisogni, motivazioni, caratteristiche e risorse degli apprendenti” • Un chiaro invito, che si ripete in tutta la struttura e i contenuti del Framework, a definire con la massima precisione obiettivi validi, significativi e realistici • Solo conseguentemente si elaborano i metodi e si valutano i risultati • 52 Le finalità • Maggiore indipendenza di pensiero e d’azione • Maggiore sicurezza e minore soggettività • Senso di responsabilità • Disponibilità a collaborare con gli altri Esempi di domande Che cosa dovrà fare l’apprendente con la lingua? Che cosa dovrà imparare? Quanto tempo a disposizione ha? Quale motivazione lo spinge ad imparare la lingua? Che tipo di persona è? Di quali conoscenze abilità ed esperienze dispone il suo insegnante? • Quanto tempo può o intende o è in grado di dedicare all’apprendimento della lingua? • • • • • • Gli obiettivi secondo il Quadro comune • Dovrebbero essere condivisi da tutti gli “attori” del processo di apprendimento/insegnamento: non solo i docenti e gli apprendenti in classe, ma amministratori scolastici, esaminatori, autori ed editori dei testi… • “Se tali persone concordano sugli obiettivi, possono lavorare in modo coerente, ciascuno nel proprio ambito, per aiutare gli apprendenti a raggiungerli ” (Quadro, pag. SONO DOMANDE RIVOLTE A CHI INSEGNA, A CHI DIRIGE LA SCUOLA, A CHI SCRIVE E PUBBLICA LIBRI DI SCUOLA… Il contesto mentale di chi usa/apprende/insegna una lingua • cap. 4.1.4 del Quadro Comune Europeo per le Lingue • chi usa/apprende (ma anche chi insegna) la lingua elabora un’interpretazione (contesto mentale) del contesto esterno, che dipende: • • • • • dalla percezione dall’attenzione dall’esperienza (memoria, associazioni, connotazioni..) dalla classificazione di oggetti ed eventi … Il contesto mentale di chi usa/apprende/insegna una lingua Chi usa/apprende una lingua produce delle considerazioni di pertinenza e rilevanza, che ai fini del processo di apprendimento/insegnamento linguistico possono essere facilitanti, ma anche ostacolanti • Tali considerazioni di rilevanza e pertinenza dipendono da: XIII) Che effetti può avere il contesto mentale sull’apprendimento linguistico? • • • • • • Intenzioni Pensiero, idee Aspettative Riflessione sulle esperienze Bisogni, desideri, motivazioni, interessi che portano o non portano ad agire • Dell’italiano • l’idea per esempio che a un certo livello di studi non occorra insegnare la lingua italiana, o che si debbano insegnare solo alcune cose (approccio testuale…) può dipendere dal convincimento, anche esperienziale, che i discenti la conoscono già? • (Ma a che livello? Per fare che cosa? E a che memoria fa riferimento questa esperienza?) 53 Che effetti può avere il contesto mentale sull’apprendimento linguistico? Il contesto mentale di chi usa/apprende una lingua - 3 Quali competenze? • Definizione di “competenza” per il Quadro: • Del latino • l’idea per esempio che il latino sia una lingua morta • può agire sulla motivazione inconscia, sia del docente che del discente • può portare a obiettivi e metodi differenti • ma quando può dirsi “morta” una lingua? Competenza linguistico-comunicativa (relativa ad azioni linguistiche) cap.2.1.2 Comprende competenze • Linguistiche • Sociolinguistiche • Pragmatiche Possono anche essere considerate come un intreccio di competenze parziali Il CONTESTO MENTALE del locutore e dell’interlocutore sono normalmente diversi Sono le competenze inter-culturali e interdialogiche che rendono possibile il superamento di questa oggettiva difficoltà Competenze linguistiche Si riferiscono • al linguaggio come sistema complesso • alle caratteristiche cognitive di chi usa la lingua (memoria – attivazione, richiamo… -, reti associative classificazione, attenzione, percezione, elaborazione, selezione…) • a conoscenze e capacità • • • consapevoli ed esplicitabili non consapevoli e non esplicitabili (sistema fonetico) migranti tra l’esplicito e l’implicito “insieme di conoscenze, abilità e caratteristiche che permettono a una persona di compiere delle azioni” (pag. 12) • Vengono distinte in: • COMPETENZE GENERALI • COMPETENZE LINGUISTICOCOMUNICATIVE (o, meglio, competenza linguistico-comunicativa) Grammatica esplicita o implicita? • Ogni linguaggio si struttura in sistema attraverso una serie di regole • “Grammatica” come sistema di regole in atto # “grammatica come descrizione di tali regole (o prescrizione) • Anche la retorica o la stilistica sono “grammatiche” • Esiste una “grammatica” della comunicazione umana, dotata d una sua sintassi e una sua punteggiatura (Watzlawick = pragmatica) 54 “Grammatica” esplicita o implicita? (2) Il modello di Danesi (1998) Conseguenze possibili Se la grammatica di un sistema linguistico è l’insieme delle sue regolarità • Se la conoscenza dichiarativa e quella procedurale possono essere favorite dalla metacognizione • Se esiste la possibilità di articolare su un continuum l’apprendimento di tipo esplicito e quello di tipo implicito ogni processo di apprendimento è anche un processo di acquisizione ogni processo di acquisizione/apprendimento linguistico potrà trarre grandi vantaggi dal consapevole uso di metodi e tecniche migranti tra “implicito” ed “esplicito” • • Le regolarità si apprendono in modo implicito • L’esplicitazione delle regolarità richiede un apprendimento mnemonico di tipo dichiarativo (conoscenze esplicitabili) • apprendimento esplicito e implicito • Occorre essere consapevoli dei vantaggi dell’uno e dell’altro tipo di apprendimento I descrittori di competenza • Possono essere utilizzati per: • Elaborare test prognostici e diagnostici • Definire la situazione di partenza • Formulare ed esplicitare obiettivi e sotto-obiettivi • Costruire “compiti”, nel senso di azioni finalizzate al raggiungimento di un risultato • Chiarire i processi • Individuare gli ambiti interessati e le abilità coinvolte • Diversificare le tipologie testuali • Indurre strategie • Mettere in atto processi diversificati di valutazione ed autovalutazione •… BIBLIOGRAFIA • • • • • • • • • • • • • • • Baddeley, A. (1998), Your Memory. A user’s guide, Prion, London Balboni, P. E. 1998, Tecniche didattiche per l’educazione linguistica, UTET Libreria, Torino Balboni, P. E. 2002, le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse, UTET Libreria, Torino Balboni, P. E. (a cura di) 2004, Educazione letteraria e nuove tecnologie, UTET, Torino Bialystok, E. 1990, Un modello teorico dell’apprendimento di una seconda lingua, in Giunchi, P. (a cura di), “Grammatica esplicita e grammatica implicita”, Zanichelli, Bologna Cardona M. 2001, Il ruolo della memoria nell’apprendimento delle lingue, UTET, Torino Cleeremans, A. 1997, Principles for Implicit Learning, in D. Berry (Ed.), How implicit is implicit Learning? (pp. 196234), Oxford University Press, Oxford Claxton G. 1998, Il cervello lepre e la mente tartaruga. Pensare di meno per capire di più, Mondadori, Milano Coonan, C. M. 2002, La lingua straniera veicolare, UTET Libreria, Torino De Beni R. – Pazzaglia F. – Molin A. – Zamperlin C. 2001, Psicologia cognitiva e apprendimento. Aspetti teorici e applicazioni, Erickson, Trento Ellis, N.C. 2000, Implicit and explicit learning of languages, Academic Press, London Flocchini N. 1999, Insegnare latino, La Nuova Italia, Firenze Gardner, H. 1987, Formae mentis, (ed. it.) Feltrinelli, Milano Giordano Rampioni A. 1998, Manuale per l’insegnamento del latino nella scuola del 2000. Dalla didattica alla didassi, Patron Editore, Bologna Quadro… 2002, Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento insegnamento valutazione, La Nuova Italia – Oxford, Milano 55 ANALISI PROVE E PROCEDURE INVALSI Il gruppo di lavoro si è riunito tre volte e, per una parte, ha operato distinto per discipline. In sintesi ponendo in apporto gli esiti delle prove somministrate nell’a.s. 2012/2013 riferite alle scuole campione rappresentate dai partecipanti e i quesiti, valutate le informazioni fornite all’interno della “Guida alla lettura” riferita alle prove sono emersi i seguenti nodi critici: o presenza di quesiti che richiedono una capacità di decentrarsi e di lavorare su un piano di astrazione non correlata alla maturità cognitiva degli alunni (es quesito B6 prova di italiano classe II primaria); o presenza di quesiti che richiedono la capacità di scorporare struttura narrativa e struttura cronologica tenendo contemporaneamente presenti diversi piani d’indagine del testo (es. quesito B6 prova di italiano classe II primaria). Questo presuppone un livello di maturità cognitiva superiore all’età; o presenza di quesiti che richiedono una capacità di strutturare connessioni fra elementi distinti e distanti2 in un testo narrativo e, successivamente, di fare inferenze (es. quesito A3 prova di italiano classe V primaria). In sintesi, si tratta di proposte distanti rispetto al livello di maturità cognitiva degli alunni riferito all’età. Altro elemento che emerge è la discrepanza3 tra i contenuti di riferimento delle prove e l’ampiezza nelle scelte curricolari fornita dalle Indicazioni per il curricolo sia all’interno di un segmento scolastico (scuola primaria o scuola secondaria di 1^ grado) sia in fase terminale (es. GEOMETRIA – SPAZIO E FIGURE - uso formule inverse classe V scuola primaria). Una dimensione curricolare (e non programmatica) ed una scansione formativa sulla base di annualità e/o bienni, con la presenza di traguardi di sviluppo delle competenze, forniscono possibilità di scelta4 al docente sui contenuti da trattare per veicolare competenze ed anche sulla scansione temporale in cui effettuare gli approfondimenti. Tale scelta si fonda anche sulla classe e sul contesto complessivo di riferimento. 2 Potrebbe essere necessario chiarire il rapporto intercorrente tra i Quadri di riferimento e l’osservazione sistematica dell’evoluzione globale degli alunni che viene fatta dagli insegnanti nell’attività quotidiana 3 Anche in questo caso, potrebbe esser interessante chiarire il raccordo tra le prove, i QdR e i documenti che hanno la funzione di orientare la progettazione didattica ed educativa 4 Anche questo è un punto focale; si riferisce al concetto di tempo debito quale guida per la progettazione del percorso formativo, non sempre in concordanza con il tempo cronologico 56 Emerge quindi la necessità di comprendere come si collochino i Quadri di riferimento rispetto alle Indicazioni per il curricolo e, se vogliamo, alle Nuove indicazioni per il curricolo. Tale aspetto si evidenzia, con rilevanza maggiore, anche nella prova di italiano conclusiva del Primo ciclo, che incide sull’esito della valutazione complessiva del ragazzo. L’autonomia didattica5 consente al docente, infatti, di scegliere quali Autori approfondire per favorire lo sviluppo di competenze e non vi è prescrittività in tal senso. Alcune prove proposte possono fornire esiti molto diversi, legati alla conoscenza di specifici Autori di narrativa o meno. Accade infatti che il lessico e i contesti di riferimento rinviino a realtà molto distanti da quelle attuali e poco conosciute dai giovani e che, di conseguenza, la correttezza interpretativa sia più correlata ad una casuale esposizione ad una conoscenza che alla presenza di competenze specifiche. Dalle osservazioni di cui sopra e da un’analisi più ampia sulle Prove INVALSI emergono i seguenti campi di indagine da approfondire: o collocazione rispetto ai livelli di sviluppo dei processi cognitivi (rappresentazione, astrazione, generalizzazione …..) o livello di prescrittività dei Quadri di riferimento e loro rapporto con le Indicazioni nazionali per il Curricolo e altri documenti programmatici o centratura delle prove su contenuti o competenze o carattere di proattività delle prove o attendibilità e affidabilità o rapporto fra le informazioni di contesto e gli esiti della prove7. 6 dei dati emergenti dalla rilevazione del contesto e dal Questionario studente Nelle note a piè pagina si propongono alcune sottolineature che consentono di chiarire il livello di ampiezza dei nodi sui quali potrebbe convergere un successivo livello di riflessione. 5 In questo caso, sarebbe importante chiarire il raccordo tra i QdR e la libertà d’insegnamento che consente ai docenti di operare delle scelte che, a volte, possono diversificare e connotare l’esperienza formative degli alunni 6 La raccolta dei dati di contesto presenta un potenziale problema di attendibilità: accade, infatti, che le risposte risultino variate da un anno all’altro o in situazioni note alla scuola; inoltre, la comunicazione, seppure garantita da privacy, di condizioni familiari risulta non congruente nel caso in cui sia caratterizzata da elementi di criticità. Anche il questionario studente presente degli item la cui risposta potrebbe non essere corretta per errori di stima, oppure per carenza di informazioni. I dati di queste due aree risultano particolarmente interessanti, ma sorge un dubbio rispetto alla loro affidabilità. 7 Sarebbe importante comprendere se ci sia la possibilità di valutare il peso del background dell’alunno rispetto al processo di apprendimento (ipotesi avvalorata da diversi studi, cfr elaborazione del codice linguistico). Inoltre, sarebbe interessante comprendere il legame eventualmente intercorrente con il questionario studenti 57