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Gennaio/Febbraio 2011
Il Giornale del Pilo Albertelli di Roma - Gen/Feb 2011 - Numero 3 - Anno IV Un nuovo sguardo sul Risorgimento Cecilia Lugi H o incontrato Giancarlo De Cataldo il 17 Novembre 2010 alle ore 18.30, presso la Libreria Feltrinelli di Piazza Colonna, in occasione della presentazione de I Traditori, opera per molti versi “paradigmatica” della letteratura italiana di quest’inizio millennio. Al termine del dibattito ho strappato allo scrittore la promessa di un’intervista per ONDANOMALA. Dopo qualche giorno De Cataldo ha mantenuto il suo impegno – via email – rispondendo alla dozzina di domande che gli avevo inviato. (segue a pag. 2) L'anello di re Salomone pag. 11 GRID pag. 4 Pensieri di uno studente qualunque Lo straniero non esiste Giulia Carletti pag. 3 Gianluca Murano Flavia Tiburzi pag. 7 Desensibilizzazione Giorgio Colletti pag. 8 Veronica Corbo Gennaio/Febbraio 2011 Con quest’opera così ponderosa non pensa che stavolta sarà ricordato non solo come “lo scrittore di Romanzo Criminale”? Sinceramente, direi che me lo auguro. È odioso essere etichettati, anche se a volte, devo ammetterlo, potrebbe far comodo. Spero che il romanzo sia letto nella sua complessità, e non solo come il “romanzo criminale” del Risorgimento. Si ha spesso l’impressione durante la lettura de I Traditori che la realizzazione dell’Italia sia stata quasi un evento accidentale, e fortuito, visti gli intrighi e i tradimenti che emergono nel testo, e dati i ricorrenti giudizi “al vetriolo” sugli italiani, definiti “popolo di troie” e opportunisti. Può giustificare tale impressione? No. Anche se innegabilmente il caso giocò la sua parte, alla base del Risorgimento vi fu l'insofferenza diffusa di vasti strati della popolazione per l'antico e obsoleto ordine imposto da reginette e duchessine, un autentico moto popolare, talora, e comunque sempre l'ostilità di una borghesia nascente che guardava all'Europa, al progresso, al futuro. In ogni caso, fu anche una rivolta giovanile contro padri opppressivi e che sapevano di cipria rancida. A proposito di attualità, nel libro viene citato Palazzo Grazioli, lussuosa residenza romana che ospita Lady Violet Cosgrave, uno dei caratteri femminili più spiccati, e altre dame… Credimi, è un caso. Quando ho scritto quel capitolo, ormai un po’ di tempo fa, per me Palazzo Grazioli era solo un vetusto e nobile palazzo romano. Se c'è una cosa di cui posso vantarmi è di aver scritto un romanzo che, sì, guarda all'attualità, ma i cui protagonisti ignorano Porta a Porta, il gossip e Ballarò. Quando Lorenzo di Vallelaura spia Mazzini a Londra per conto dei servizi segreti austriaci viene incaricato di 2 diffondere tra i cospiratori la notizia che tra i patrioti ci siano “alcuni elementi inclini alla sodomia”. La denigrazione come strategia politica, quella che recentemente Roberto Saviano ha definito “la macchina del fango”, è un fatto non solo attuale, dunque? Spie e spioni, governi e conventicole si sono sempre serviti della calunnia. La macchina del fango non è un'invenzione di oggi. Essa mira alla costruzione di una mitologia negativa, non sorretta da fatti reali, che mira a minare la credibilità dell'avversario, dipingendolo come un demone. Un testo così ricco e circostanziato presuppone un enorme lavoro di scandaglio di leggi, documenti, epistolari, carteggi… Tra queste fonti quali, secondo lei sono state le più decisive, curiose o interessanti? A chi volesse intraprendere un viaggio avventuroso nel Risorgimento consiglio di leggere i diari di Giorgio Asproni (ne circola una vecchia edizione Giuffré), le biografie che Dennis Mac Smith ha dedicato a Mazzini e Garibaldi, e il fondamentale L’invenzione dell’Italia unita di Roberto Martucci (ed. Sansoni). Sono letture storiche, ma avvincenti come romanzi. Poi, per i più diligenti, Anno IV - Numero 3 l'autobiografia di Mazzini e le sue lettere, e, in alternativa, il romanzo Noi Credevamo di Anna Banti. Il romanzo presenta tutte le qualità per una riduzione per gli schermi, tv o cinema. Ha già ricevuto proposte, visto la ricorrenza del 150ennio dall’unificazione? Ahimè no. Un film sul Risorgimento è un film in costume. Quindi, molto costoso! E poi, noi italiani abbiamo il pessimo vizio di farci cogliere da ricorrenti amnesie sul nostro passato. Ci piace dimenticare. Questione Meridionale, il secolare distacco tra governanti e governati, il settarismo leghista sono segnali che non forniscono l’idea di un’Unità consolidata. Non crede che l’Italia possa ritornare ai particolarismi preunitari, o addirittura, a essere divisa in 45 staterelli sovrani? Spero proprio di no! Io, studiando il passato, ho riscoperto l'orgoglio di essere italiano: mica pugliese, o, Dio ne scampi, padano! Il brigantaggio e la feroce repressione piemontese sono sicuramente gli argomenti più obliati dalla storiografia, e scomodi da trattare nel contesto dell’anniversario unitario. Non crede che invece vadano approfonditi? Certo. Ma non è vero che siano stati dimenticati, anzi. Rivedetevi Iovine, Alianello, i film dei Taviani, il Gattopardo e quel piccolo capolavoro misconosciuto che era Bronte di Florestano Vancini (e pure Quanto è bello lu murire accisi, un film del 1975 di Ennio Lorenzini). È una stagione, contrariamente a quanto si possa pensare, abbastanza frequentata da narratori, registi, storici. È che noi ce ne siamo dimenticati, e tocca a qualcuno (come me o Mario Martone) rievocarla. I Traditori sono anche un impietoso affresco del presente. Secondo lei riusciremo mai a liberarci del Gennaio/Febbraio 2011 trasformismo e della mafia, oppure pensa con Giovanni Falcone che come tutte le cose prodotte dall’uomo prima o poi ne verremo a capo? Sai, Cecilia, quella frase a me Falcone la ripetè personalmente, una sera a cena, sorridendo con quel suo sorriso mite e determinato allo stesso tempo. Io la penso come lui: è la nostra grettezza, il nostro opportunismo che ci impedisce di sconfiggere, una volta per tutte, le mafie. Per questo ci vuole sempre pazienza, ironia, e una grande capacità di studio e di sacrificio, per affrontare la vita. 3 vorrei che si rivendicasse tutto del nostro passato, anche le zone d'ombra. Solo da una perfetta conoscenza potrà nascere un nuovo slancio verso l'unità. Quanto al discorso degli anni Cinquanta... e chi può dirlo? Luciano Bianciardi scrisse una bellissima introduzione ai Mille di Bandi, proprio negli anni Cinquanta. Bianciardi era anarchico, ribelle, focoso, un grande Mazzini, Cavour, Re Vittorio e lo stesso Garibaldi ne escono piuttosto ridimensionati. Non pensa di aver esagerato? Se avesse pubblicato questo libro negli anni Cinquanta cosa prevede sarebbe accaduto? No, non credo di aver esagerato. A me quei grandi uomini continuano a piacere per i loro difetti: io sto con Mazzini, è chiaro, e di Cavour avrei diffidato. Fra loro si detestavano, ma contribuirono, alla fine, fra abbracci, afflati e tradimenti, a fare l'Italia. Io Anno IV - Numero 3 scrittore dimenticato. Amava l'Italia da italiano, in modo ribaldo e fumoso, ma sincero, come tanti di noi veri italiani... Tante le pagine ambientate in Inghilterra e tanti i personaggi ritratti. Tra gli inglesi quale le è risultato più congeniale? Adoro Lord Chatam, il sadico dall’anima lacerata fra l’abisso e la luce, un carattere che ricorre nei miei libri. È il funambolo dei sentimenti cantato da Browning in una sua bellissima poesia, la Bishop’s Apology, quello che sta fra la follìa e la normalità. A chi non piacerebbe salvare un'anima così, redimerla, riscattarla? Tra Lorenzo, Striga, Mario Tozzi, Terra di Nessuno, Salvo Matranga, quale incarna meglio lo spirito dell’italiano del nostro tempo? Mi piace considerarmi uno scrittore seguace della polifonia dostojeskiana. Affidare una parte di me a ciascuno dei miei personaggi. Dunque, la risposta è: ognuno di loro, perché ognuno di loro è una parte di me, e io sono parte di ognuno di loro. Desensibilizzazione L Gianluca Murano a droga, il male dell’era mo derna, la figlia prediletta del nuo vo status d’èlite della nostra società, presente ad ogni livello e in ogni forma. Anche chi non ne fa un uso diretto rischia di subirne lo stesso i danni, assumendo di continuo gli stimo li che il mondo moderno offre ai nostri occhi, come la televisione o il cinema, e alle nostre orecchie con alcuni tipi di musica. Di cosa stiamo parlando? Certo non si tratta dell’ennesima critica verso il sistema e nemmeno dell’ultimo argomento rimasto incrostato sul fondo di un pentolone e servitoci per sbaglio da uno pseudo giornalista della dome nica. Si sta parlando di un problema molto diffuso nel mondo occidentale, l’assuefa zione da intrattenimento. Perdonate la pesantezza della spiegazione: Il nostro organismo funziona come una fabbrica chimica che produce continua mente sostanze dette ormoni, che hanno lo scopo di comunicare al resto del corpo come deve comportarsi a se conda degli stimoli rilevati dall’amigda la (piccola ghiandola situata nel cervello dalla forma simile ad una mandorla o meglio all’omonimo utensile preistori co) e analizzati dalla corteccia prefronta le. Da queste rilevazioni, l’amigdala deve impartire l’ordine di incrementare la produzione di ormoni a seconda dell’emozione che deve essere provata dal resto del corpo. In caso si provi rabbia o paura, vengono prodotte so stanze come l’adrenalina e la dopamina che hanno lo scopo di potenziare il corpo per facilitare una fuga rocambo lesca o un’aggressione, annullando il dolore e la fatica anche per molti minu ti. A pericolo cessato, per rilassare il corpo viene prodotta un’altra sostanza, la serotonina che restituisce subito una sensazione di piacevole serenità. Queste sostanze sono la fonte di tutte le emozioni umane e ci garantiscono una vita piena di esperienze positive e ne gative. Nonostante ciò, le troppe e ri correnti emozioni provocate dai continui stimoli della vita moderna, ri schiano di danneggiare gravemente la Gennaio/Febbraio 2011 da pag. 3 nostra salute perché, ogni volta che c’è uno stimolo, il corpo produce ormoni che sono contenuti anche in molte so stanze stupefacenti e che interagiscono con il fisico come già detto, provo cando lentamente la nascita di un principio di assuefazione. La troppa tv, infatti, riempie l’organismo di queste sostanze che assunte in quantità ano mala, danno dipendenza: finito l’effetto, i soggetti affetti da questo bi sogno di emozioni forti si ritrovano immersi in uno stato di stasi emotiva tale che perfino una bomba non li stu pirebbe subito. Il soggetto può anche arrivare a fare delle idiozie, come gli sport estremi, pur di ottenere dal suo pusher di fiducia (in questo caso il suo organismo) la dose giornaliera di adre nalina, anche perché più è alto il do saggio e più ne servirà dopo, non riportando mai il soggetto alla normali tà. Film d’azione e video game violenti per ore e ore non fanno altro che peggiorare i sintomi che possono essere lo stress, l’apatia, l’aggressività e la de pressione che più di tutte ha mietuto troppe vittime anche tra i giovanissimi. Si parla spesso in televisione e alla ra dio dei problemi di salute e dei rapporti interpersonali dei poveri sventurati, che si sono persi nei meandri dell’abu so di alcool e di droghe pesanti e peri colose come l’eroina che, in fatto di vittime, dominano le classifiche. … Possiamo solo ridurre il tempo passato a fare zapping e uscire ogni tanto per prendere almeno una boccata d’aria. 4 N GRID Giorgio Colletti Anno IV - Numero 3 ella primavera del 1981 uno steward gay di una compagnia aerea ca nadese fu colpito da una strana forma di cancro alla pelle, conosciuto come Sarcoma di Kaposi. Successivamente altri cinque omossessuali si ammalarono di pneumocistosi, una rara forma di polmonite causata da fungo Pneumocystis jirovecii. Di lì a poco casi di questo genere si riscontrarono nelle grandi metropoli come New York e Los Angeles. I medici, confrontando i dati clinici, realizzarono che in tutti i pazienti affetti da una o ambedue le patologie si riscontrava una grave immunodeficienza. Il corpo di queste persone non era più in grado di difendersi dagli agenti esterni. I medici notarono anche un altro dettaglio significativo: tutte le persone affette da questa tipologia di immunode ficienza erano maschi adulti omosessuali precedentemente in buona salute. Per questa motivazione i medici decisero di denominare questa malattia GRID (Gay Related immune deficiency). Un altro dato saltò all’occhio durante gli esami anamnestici di questi malati ossia che la maggior parte di loro o era origi nario dell’isola di Haiti oppure vi si era recato in vacanza. In realtà il virus, come ormai è certamente noto, era stato importato dall’Africa equatoriale, dove ormai la malattia era presente da anni, da alcuni immigranti. Tuttavia non vi era alcun motivo di sprecare ingenti risorse pubbliche per la ri cerca clinica su una malattia che colpiva i moderni cittadini delle città di Sodo ma e Gomorra e per questa ragione l’allora presidente Regan decise di ignorare questa epidemia lasciandola dilagare a macchia d’olio e permettendo che un consistente numero di persone di diverso orientamento sessuale venisse a contatto con la GRID. Cresciuto il numero di malati e fatta uscire da Sodoma l’epidemia a livello mondiale ci fu una mobilitazione di fondi da destinare alla ricerca. Qualche anno dopo il prof. Montagnier, dell'Istituto Pasteur di Parigi, isolò un virus dalle cellule del sistema linfatico dei soggetti colpiti e lo chiamò LAV, contemporaneamente il prof. Robert Gallo negli US fece un’analoga scoperta e chiamò il virus isolato HTLVIII. Successivamente si comprese che il LAV e lo HTLVIII erano la stessa tipologia di virus e si optò per il nome definitivo di HIV (Human Immunodeficiency Virus). La GRID cessò di esistere e divenne SIDA per i francesi e AIDS per il mondo intero. Di AIDS ci si ammala ancora e ancora si muore, anche in Italia. Sicuramente rispetto a 1520 anni fa il tasso di Gennaio/Febbraio 2011 5 mortalità si è notevolmente ridotto ma la malattia è rimasta non curabile. Attualmente l’affezione da virus HIV prima di conclamarsi in AIDS, e quindi per allontanare il più possibile quel mo mento, viene trattata con farmaci immunosoppressori e immunomodu latori che regalano un’aspettativa di vi ta maggiore al paziente e permettono di avere una qualità di vita migliore. Pos siamo quindi dire, per esemplificare il concetto, che, una volta contratta l’infezione da HIV, questa viene tratta come una malattia cronica attraverso una terapia regolare e continuata nel tempo per tutta la vita. Tuttavia non si può guarire dall’infezione e, prima o poi, essa si manifesta come AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndro me). Una volta arrivati a questo punto non si può tornare indietro. Anche un banale raffreddore, in un corpo senza difese, diventa potenzialmente letale. Si in senso depressivo. Con il progredi re della malattia il paziente diventa apatico, non e’ più in grado di compiere le normali attività quoti diane, coesistono gravi compromis sioni delle funzioni superiori e della attività motoria. I giovani rimangono sempre più spesso vittime del virus dell’HIV perché tandono a sottovalutare il pe ricolo che questo tipo di malattia comporta per diverse ragioni come la leggerezza dovuta all’età ma anche a causa delle politiche di prevenzione adottate per una malattia che nel corso degli anni ha cambiato radi calmente volto. Negli anni ’80 e ’90 l’Aids uccideva molte persone, presentandosi come terribile e fatale. E la gente ne aveva paura. Ora si muore di meno ma questo fatto ha erroneamente indotto a credere che la malattia sia manifestano malattie come il sarcoma di Kaposi, la polmonite fungina, tbc e altre fino anche all’AIDS Dementia Complex che è dovuta all’ azione di retta virale che determina una leu coencefalopatia con danno mielinico diffuso e reazione astrocitaria e macro fagica (danni al sistema nervoso in po che parole). Negli stadi precoci i sintomi più frequenti di questa patolo gia sono la perdita di memoria recente e le modificazioni del tono dell’umore poco pericolosa e facilmente curabile. Si evita di parlarne. In famiglia e nelle scuole si tende ad evitare oppure ad affrontale troppo marginalmente l’argo mento perché si dovrebbero andare a toccare sfere che per molti rappresenta no ancora un tabù. Allora si muore. Ci sono 30 milioni di persone sieroposi tive al mondo e ogni anno 2 milioni di persone muoiono. Ogni giorno avvengo no 7.500 nuovi contagi. I media dedicavano ampi spazi all’AIDS Anno IV - Numero 3 perché allora era una novità ed una ma lattia misteriosa, un’aviaria ante litteram per intenderci. Adesso non fa più notizia, anche se ogni anni migliaia di persone continueranno a contrarre l’HIV. Non abbassare la guardia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riassunto in sei punti le indicazioni per il sesso sicuro: • usare il preservativo ogni volta che si fa sesso, per ogni rapporto (vaginale, anale e orogenitale) e in particolare con i nuovi partner. • ridurre il numero dei partner: la mono gamia è la migliore assicurazione contro le IST, compreso l’AIDS • riscoprire pratiche come massaggi, ca rezze, abbracci, baci, masturbazione in alternativa alla penetrazione • evitare le pratiche violente che possono provocare lacerazioni • nel caso di rapporti anali, usare sempre il preservativo con lubrificanti poiché la mucosa anale può lacerarsi facilmente • evitare i rapporti con penetrazione e il sesso orale se uno dei partner ha ulcere genitali o secrezioni anomale. Se pensi di appartenere ad una catego ria a rischio fai il test. E’ gratuito. Sapere di essere sieropositivo ti permette di salvaguardare la tua salute e quella degl’altri e di prendere subito le misure più adeguate per combattere il virus. Gennaio/Febbraio 2011 6 Effetti collaterali di un respingimento Giuliano Toshiro Yajima Anno IV - Numero 3 Era il luglio del 2009 quando Tekle, un profugo eritreo di venticinque anni, partì in un punto imprecisato della Libia insieme con altri trenta compagni quasi tutti connazionali a bordo di una delle tante carrette del mare che offrono per modiche cifre (prezzo di base 1000 $) servizi di trasporto dall’Africa all’Europa. Tuttavia, il barcone era stato intercettato a 10 Km dalle coste di Lampedusa e la compagnia, dopo essersi fermata per un breve periodo nel lager dell’isola, era stata comoda mente trasferita via aerea da dove era partita. L’Unione Forense per la tutela dei diritti dell’uomo si era occupata della vicenda e aveva presentato un ricorso all’Unione Europea in quanto a Telke ed i suoi compagni non era stato ricono sciuto lo status di rifugiati, seppure in fuga da un paese in dittatura perpetua come l’Eritrea. Il giovane, però, non ha resistito ad aspettare in altri lager, stavolta libici, i tempi burocratici della corte di Strasburgo; così ha preferito tentare un’altra via per aggirare le barriere della fortezza Europea, ma stavolta non per mare, bensì attraverso il deserto in direzione dell’Egitto e da lì verso la biblica Terra Promessa. I trafficanti cui si era rivolto pagando la cifra di 2000$ avrebbero dovuto portarlo fino al confine tra i due stati, a nord nella penisola del Sinai,da dove sarebbe entrato in territorio palestinese attraverso quegli stessi tunnel che vengono uti lizzati dai profughi della striscia di Gaza per la funzione opposta, la fuga. Sennonché i trasportatori non abbastanza soddi sfatti dai soldi che non solo lui, ma anche 249 altri profughi e profughe avevano dato loro, si sono riadattati a sequestratori, chiedendo altri 8000$ a loro o alle loro famiglie. Questo giovane (il cui nome in realtà è uno pseudonimo) condivide con altri suoi compatrioti e con alcuni somali, etiopi e sudanesi una sorte tragica; sono ostaggi di persone senza scrupoli, tenuti al limite della sopravvivenza e in condizioni igenicosanitarie spaventose. Della loro situazione si è saputo solo a fine No vembre, quando i contractors hanno costretto i sequestrati a telefonare alle famiglie per chiedere il riscatto, sotto minaccia di morte o peggio; alcuni invece di farlo sono riusciti a contattare don Moussie Zerai, fondatore dell’agenzia umanitaria Habe shia, ONG a sostegno dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Sul suo blog, don Moussie riporta da allora continue testimonianze di abusi dei diritti umani: gli ostaggi sono chiusi all’interno di container, incatenati mani e piedi, nutriti saltuariamente ma costantemente soggetti alla violenza, sia fisica con percosse e abusi su donne, sia psicologica con il terrore delle minacce di morte. “Se non pagate, morirete qui” è la frase che serpeggia tra i vigili guardiani, che ai continui tentativi di fuga hanno sempre risposto con una durissima rappresaglia sugli evasi. Ma può capitare anche che chi non possa pagare venga venduto ai trafficanti d’organi illegali (specialmente i bambini, rimasti soli o strappati alle loro madri), o decida egli stesso di farsi asportare un rene, in cambio della libertà. Le testimonianze pubblicate da Habeshia si somigliano tutte per tragicità e cru dezza: c’è un giovane padre che racconta di come i membri della sua famiglia siano picchiati di giorno e drogati di notte per rimanere svegli e subire nuove percosse; oppure c’è una donna incinta al quinto mese di gravidanza che rischia di perdere la vita e il bambino perché gli aguzzini non hanno avuto pudore a violentarla ripetutamente. Ciò che più stupisce è il silenzio dei due governi coinvolti in questa vicenda, quello Egiziano e quello Palestinese; poiché dei profughi è conosciuto il luogo di detenzione, non lontano dal centro abitato di Ra fah, vicinissimo alla striscia di Gaza, in un frutteto da cui diversi di loro hanno potuto scorgere quello che sembra un palazzo governativo e l’aeroporto. Si sa addirittura molto dei capi dei trafficanti, alcu ni dei quali, intervistati da alcune testate giornali stiche, hanno descritto in dettaglio di come avvengano i trasferimenti all’interno dei tunnel scavati tra i confini, spiegando che questo traffico non dà problemi alle autorità egiziane, che anzi preferiscono mantenere aperte delle valvole di sfo go per evitare che la frontiera diventi ingestibile come quella tra Messico e USA. I ricattatori, a cau sa della complicata logistica che comportano que ste attività, sembrano godere dell’appoggio esterno Gennaio/Febbraio 2011 di Hamas e non è da escludere che parte dei soldi estorti vadano a finanziare gruppi vici ni ad Al Quaeda. Si prospetterebbe così una situazione in cui diverse entità, anche in netto contrasto tra di loro, appaiono quasi direttamente coinvolte nel medesimo reddi tizio affare, la tratta degli schiavi del XXI se colo. Tutto questo, secondo don Moussie, è frutto della chiusura delle frontiere europee con accordi bilaterali, come quello italolibi co, che hanno costretto questi rifugiati ad affidarsi a quelli che lui definisce “sensali di carne umana […] i quali raggirano i dispe rati che fuggono da situazioni di guerre, persecuzioni, fame”. La sua determinazione e quella di Habeshia hanno fatto sì che la vi cenda non cadesse nel dimenticatoio, e da Novembre scorso si sono moltiplicate le ma nifestazioni in sostegno dei richiedenti di asilo, ma gli appelli non possono prescindere dalla consapevolezza che questa tragedia è stata causata dalla miope politica dei re spingimenti, di cui questo governo ha le sue responsabilità. Telke avrebbe potuto trovare un lavoro, una casa, una nuova vita in Italia se una visione xenofoba e razzista non si fos se frapposta al suo sogno in nome della sicu rezza e del contrasto alla criminalità. Inoltre, questa vicenda dimostra l’impossibilità di bloccare i flussi migratori in maniere così banali, ed impone una diversa visione del problema, volta all’ accoglienza e non alla chiusura, che invece è d’obbligo verso quegli stati grazie al quale fioriscono questi commerci di anime. 7 Anno IV - Numero 3 Lo straniero non esiste Giulia Carletti N on c'è concetto più relativo di quello dello straniero. Tutti siamo stranieri di tutti e questo ci deve allontanare da qualsiasi pregiudi zio. Ma che cosa significa realmente ''straniero''? Con questa parola alcuni intendono qualcuno di diverso da noi, altri addirittura una minaccia per l'individualità culturale e sociale. Ma questa individualità che tanto vogliamo conservare e di cui tanto andiamo fieri non è forse frutto di tante idee e di tanti altri caratteri che 2 nel tempo si sono uniti formando quella che oggi chiamiamo identità culturale? Il problema sta proprio nel fatto che quest'identità si è improvvisamente tradotta in schemi che insie me costituiscono un sistema a circuito chiuso. Prendiamo, ad esempio, la società dell'antica Grecia: situazione completamente diversa. Lo straniero, avvolto da una sorta di sacralità, era considerato prima ospite che diverso. Nella nostra collettività questo rispetto e questo senso di ospitalità si è del tutto perso: l'individuo si pone in maniera del tutto differente nei confronti dello straniero, inteso ora come qualcosa di diverso, di estraneo e addirittura di pericoloso. Nella poesia di Baudelaire ''Lo straniero'' c'è un completo abbattimento di tutti gli schemi che definiscono l'identità socia le. Secondo me, è proprio questo che bisogna sforzarsi di fare: capire che, in realtà, identità culturale e società non sono altro che parole che ci chiu dono in un microcosmo fatto in realtà di più pensieri che ne trovano uno dominante. Con questo, non voglio affatto escludere il concetto di indivi dualità, infatti, aprirsi al confronto con uno straniero non vuol dire svuo tarla ma, al contrario, rafforzarla, accettando delle idee e rifiutandone altre. In fondo i valori che definiamo ''nostri'' ci sono stati a loro volta tra smessi da altri. Perché oggi è così difficile parlare di confronto adottando quella famosa apertura mentale? Il problema parte dall'individuo, dal singolo che, prima di identificarsi con una comunità, deve realizzare un percorso interiore che lo renda privo di pregiudizi e aperto a qualsiasi tipo di diversità. Ma questi pregiudizi di cui si parla tanto da dove provengono? Non certo dalla persona singola, ma da un complesso sistema che fa appa rire lo straniero come qualcosa di pericoloso. In primo luogo ci sono le au torità, che vedono l'immigrazione come una minaccia e l'integrazione come qualcosa di impossibile da raggiungere e che ostacolano continua mente. Per non parlare, poi, delle organizzazioni criminali che offrono agli stranieri possibilità di lavoro soltanto nell'illegalità, come spacciatori, prostitute ecc. Con quest'immagine distorta il cittadino che idea si farà dello straniero se non quella di ladro di lavoro o di malavito so? Il punto è proprio questo: in una società che vede co struttivo il rifiuto dello straniero associato quindi al concetto di minaccia, come potrà essere realizzato quel percorso inte riore di cui prima ho parlato? Con quanta difficoltà potremo abbattere quei paradigmi? Quando si potrà capire che lo straniero malavitoso lo è solo diventato, che diverse culture e idee ci arricchiscono e non ci svuotano? Quando l'idea di accettazione si identificherà con quella di umanità, quando quella di confronto sarà quella di curiosità, quando il termine ''diverso'' si riferirà semplicemente a una persona e quando la parola ''straniero'' apparirà infinita mente stupida. Gennaio/Febbraio 2011 8 Anno IV - Numero 3 Pensieri di uno studente qualunque La odiernaantica corruzione della res publica. Veronica Corbo Un Liceo Classico qualunque, lezione di letteratura latina, ore 10 e 30. "[…] Dispiace, infatti, ricordare come in questi ultimi quindici anni la tracotanza di una ristretta oligarchia si sia presa giuoco di voi, […] come il vostro animo si sia lasciato corrompere dall’inazione e dall’indolenza." "[… ] Ma chi sono costoro, che han fatto propria la Repubblica? Uomini scellerati, dalle mani grondanti di sangue, di avidità smisurata, ribaldi e superbi, a cui lealtà e decoro e devozione e tutto ciò che c’è di onorevole e di disonorevole serve solo a cavarne profitti. [… ] Ma se tanta cura voi aveste della libertà, quanto essi sono assetati di tirannide, indubbiamente la Repubblica non sarebbe, come ora, messa a sacco, e i benefici che da voi possono venire andrebbero agli uomini migliori, non ai più sfrontati. [… ]" Discorso del tribuno della plebe Memmio ai populares, dal “Bellum Iugurhinum” di Sallustio (86 a.C. – 35 a.C.) Sallustio denunciava, attraverso le sue opere, i fattori della crisi politica e l’incapacità della nobilitas corrotta a di fendere lo Stato. Di fatto la virtus roma na, che era stata sostituita dall’avidità di ricchezza e potere, apparteneva ormai al glorioso passato dell’Impero. Memmio, nel discorso tratto dal Bellum Iugurthinum, incitava la plebe a distaccarsi da quella inazione e indolenza che permetteva passivamente alla nobilitas corrotta di occuparsi esclusivamente dei suoi profitti a svantaggio della res publica. Le parole del tribuno della plebe, rese eterne dal potere della penna, non permangono nella mente dello studente qualunque come antichi relitti di un passato remo to. Sorge, nel corso dei suoi pensieri, una considerazione che forse grava sulle spalle dell’intera società italiana: è incredibile e, allo stesso tempo, inquietante che un discorso risalente a più di duemila anni fa potrebbe essere tenuto, oggi, davanti ai posteri degli ascoltatori di quel tempo e risultare, tuttavia, attuale e vero. La formazione culturale dello studente qualunque comprende uno studio approfondito della storia, dalle origini ai giorni no stri. Allora, quell’anonimo adolescente si chiede: a che scopo l’umanità studia il suo passato se poi ricade perenne mente negli stessi errori? “[…] Abbia- mo perso orgoglio e dignità. essuno si dimette. Sono tutti pronti a chinare il capo, a mantenere il posto, a guadagna- re, a sopraffare, ad intrallazzare. on c’è nessuna dignità da nessuna parte. La generazione è corrotta, è malata, va spazzata via non so da che cosa o da chi, o meglio, lo saprei, ma lasciamo andare.” (Dall’intervista a Mario Mo nicelli). Nel ritratto di Monicelli, il giovane ritrova la stessa generazione corrotta della nobilitas romana del pri mo secolo avanti Cristo. Scopre che, di nuovo, la classe dirigente si occupa dei propri interessi a svantaggio dell’inte ro Stato e che i “nuovi populares” subiscono questa situazione senza alzare mai la voce davvero, senza un reale ed efficace tentativo di aprire una finestra di riforma sull’aria viziata che aleggia in Italia, ma con tanta indifferenza quanta corruzione dilaga nelle Istituzioni politiche. Quella stes sa indolenza e inazione di cui parlava Memmio, si è potuta riscontrare ai giorni nostri nelle innumerevoli volte in cui nessuno ha impedito che perso naggi politici di rilievo abusassero della propria posizione per accrescere la propria ricchezza, ottenere più po tere o sottrarsi alla legge promovendo addirittura una condotta anticostitu zionale. Lo studente qualunque vive sulla sua pelle la crisi dell’antica res publica romana. Al tempo della congiura sventata da Marco Cicerone, Catilina traviava e corrompeva la gio ventù romana, oltre ad assoldare cri minali, disperati e uomini vili d’ogni genere, al fine di ottenere con la vio lenza il potere per instaurare la sua dittatu ra. Oggi la classe dirigente dà lo stesso esempio di corruzione e totale noncuranza della legalità alle nuove generazioni che, come lo stesso studente qualunque, navi gano sulle acque, di giorno in giorno più profonde, dell’assuefazione al crimine e al degrado della democrazia. Nella stessa ipo crisia, nell’insensibilità verso i più deboli della società, nella sete di potere sociale, che si appura nella nuova gioventù, in un crescendo spiazzante, lo studente qua lunque scorge il modello della grande de pravazione politica odierna, ma anche quella stessa che Catilina diffondeva infettando la virtus romana. Gennaio/Febbraio 2011 Il giovane liceale di ogni dove non po ne domande solo a se stesso, ma le ri volge all’intera nazione. Perché la società adulta crede fermamente nella propria superiorità e nell’inesperienza e nell’incapacità di agire dei più giova ni se poi la realtà sociale e politica da es sa creata dimostra che non ha assolutamente assimilato i saggi inse gnamenti dei posteri e che, anzi, favori sce, con la passività di alcuni e la prepotenza di altri, l’inquinamento delle nuove generazioni con valori distorti? Nessuno si rende davvero conto dell’inesorabile voragine in cui questa meravigliosa e fertile penisola sta precipitando, per il semplice fatto che la lentezza della discesa e le distra zioni della quotidianità di ognuno allontanano le menti dalla percezione della crisi imminente. Basti pensare all’inaudita gravità dell’apatia generale rispetto alla situazione italiana di oggi. Gli Italiani che provano un profondo ri brezzo per ogni atto di offesa alla demo crazia e alla legalità ormai sono pochi. La stragrande maggioranza è talmente 9 abituata a fatti del genere che si limita a commentare con frasi qualunquiste come “Che ci vuoi fare? La situazione non cambierà mai”. Sono pochi coloro che leggono e si informano, la maggior parte preferisce soap opera, reality show e tutto il resto dei programmi che in un numero sempre più elevato si aggiungono alla discarica della tv trash. In questo modo, solo quei pochi reagiscono davvero, giorno dopo giorno, alla cruda realtà della deca denza italiana. Lo studente qualunque tiene anche in considerazione il fatto che, se nel corso degli ultimi decenni la maggior parte della popolazione ita liana non si è preoccupata affatto di salvarsi dalla rovina, in cui la corruzio ne e il monopolio del potere dei più grandi e forti la sta ancora trascinando, allora, forse, merita la punizione di soccombere a causa della propria insensibilità. Forse il problema ha ori gini troppo radicate, forse ci si concentra su complicazioni sbagliate, e forse il vero problema è la natura di questo popolo che, come dice Moni Anno IV - Numero 3 celli, “sono 300 anni che è schiavo di tutti” e non possiede più alcuna dignità o onore indispensabili per reagire e uscire dall’inazione, o forse non li ha mai posseduti? “Come finisce questo film maestro?” “Io spero che finisca con quello che in Italia non c'è mai stato, una bella botta, una bella rivoluzione. . . c'è stata in Inghilterra, c'è stata in Francia, c'è stata in Russia, c'è stata in Germania, dappertutto meno che in Italia. Quindi, ci vuole qualcosa che riscatti veramente questo popolo che è sempre stato sottoposto. ” Society: New body's religion Giorgio Colletti Ian McEwan nel suo libro “Solar” ha pensato all’energia del sole: una nuova religione, un nuovo culto che con i suoi impianti fotovoltaici e le sue torri solari nel deserto tanto ci ricorda l’aspirazione umana a raggiungere il cielo che troviamo espressa nelle cattedrali medioevali. Tra le nuove religioni New Age e la riscoperta delle antiche tradizioni orientali tuttavia c’è un culto che ha preso piede nel mondo moderno e che annovera tra i suoi seguaci miliardi di persone in tutti e cinque i continenti: il culto del corpo. Il corpo infatti nei tempi della crisi e dell’incertezza diventa l’ultimo baluardo a cui aggrapparsi. La cura di sé si trasforma in un rito rassicurante e un modo per ottenere delle certezze attraverso l’esercizio quotidiano di una routine, un modo per resistere, per sentirsi sicuri e rifugiarsi nell’unico luogo sicuro che ci appartiene da sempre. Yoga, Pilates, ginnastiche in mille varianti che vengono dall’India, dalla Cina, dall’Argentina sono i nuovi culti in cui non si venera più un dio trascendentale ma ci si dedica al culto del benessere fisico e mentale. Il corpo tuttavia si vede costretto anche a relazionarsi con un ambiente che potenzialmente potrebbe indurre dinamiche definibi li parareligiose (certo rituali) come accade con il Feng Shui dove non è solo la struttura dell’edificio a conta re ma anche il modo con il quale lo si arreda a so prattutto con che cosa lo si arreda: ad esempio niente legno trattato chimicamente, meglio prediligere pro 10 Gennaio/Febbraio 2011 da pag. 9 dotti trattati naturalmente, magari con estratti di agrumi. Ma per curare il corpo è anche necessario prestare attenzione a ciò che mantie ne il corpo in vita, il modo in cui ci si alimenta e le zone di rispetto che vanno stabilite con il resto della natura. Qui i fedeli per definizione sono i Vegani. Niente carne e niente derivati animali, quindi niente latte e niente uova ma nemmeno lana, seta o pellicce. Uno stile di vita non violento che promette di eli minare la sofferenza e lo sfruttamento deli animali che tra i suoi seguaci anno vera personalità di spicco co me Paul McCartney, l’atleta Carl Lewis o il filosofo Peter Singer. Il corpo e il suo be nessere sono diventati i nostri biglietti da visita, l’unico mezzo per presentarsi: una sorta di status symbol. Un atteggiamento dietro al quale aleggia la paura del rifiuto. Ben venga il veganesimo, sia lode allo Yoga, sia benedetto il Feng Shui: ci fanno stare bene. L’importante è non la sciare che la ricerca del be nessere ci renda schiavi. Anno IV - Numero 3 In s i d e t h e s c h o o l Corruptio Optumi Pessuma (lettera aperta ai responsabili dell’occupazione) V Prof. Luigi De Luca i scrivo pubblicamente perché non voglio che rimangano non detti e ma lintesi, e perché ingenuamente continuo a sperare che questa possa essere un’occasione per ciascuno di assumersi apertamente le proprie responsabi lità. Ho deciso di rinunciare a sviluppare il mio progetto di denunciare i responsabili dell’occupazione, più che altro per stanchezza, perché mi sembra che alla fine una denuncia non avrebbe portato ad alcun risultato positivo. Rimango comunque convinto, come diceva Sallustio nel suo latino arcaizzante, che “corruptio optumi pessuma”, che un mezzo sbagliato e violento come l’occupazione rovini anche un fi ne giusto come il tentativo di difendere la scuola pubblica. Rimango altresì convinto che l’occupazione abbia dei responsabili, che alcuni di loro siano indivi duabili a chiunque voglia vedere, che la responsabilità di un reato (l’occupazione è anche illegale, oltre ad essere, soprattutto, sbagliata) sia personale, e che quindi il fatto di non essere in grado di individuare tutti i responsabili non impedisce la possi bilità di individuarne qualcuno. Rimango anche, purtroppo, pessimista sulla possibi lità che i responsabili dell’occupazione possano comprendere questi concetti in tempi brevi. Spero almeno che la maggioranza degli studenti dell’Albertelli abbiano capito, o possano capire anche grazie a questa discussione, che impedire l’accesso a scuola a qualcuno, al prof. A o all’impiegato Z, non porta a nulla di buono e che l’occupazio ne è solo una breve vacanza, abbastanza immeritata, che al termine lascia invariati sia i rapporti interni alla scuola sia le relazioni tra manifestanti e autorità. Con un gesto unilaterale di buona volontà, pertanto, rinuncio al mio diritto costituzionale e nonviolento di chiedere alla magistratura di far valere le mie ragioni e di punire chi ha fatto un torto a me e a tutti i proprietari della scuola pubblica, e riporto la vi cenda nell’ambito della quotidianità didattica. Consapevolmente rinuncio al termine “dialogo”, che rischia di essere ingannevole se significa “parliamo, parlate, poi quando ci gira occupiamo la scuola, tanto poi non ci può succedere niente perché siamo minorenni”. “Dialogo” per me significa “confronto aperto fra due ragioni”, significa aprirsi alla possibilità di cambiare idea, significa esporsi alle conseguenze delle proprie azioni, cosa che mi sembra del tutto assente fra i responsabili dell’occupazione, che ora sembrano solo preoccupati del 5 in condotta o dell’esclusione dalle gite. Il vero dialogo l’ho avuto con i colleghi, con i genitori e soprattutto con la Preside Emilia Marano, che voglio ringraziare per la sua sensibilità personale e per il senso dell’istituzione che rappresenta, una dote rara di questi tempi. Pur trovandoci in disaccordo, possiamo riconoscere che siamo tutti animati dallo stesso amore per la scuola pubblica e dalla stessa volontà di tutelarla al meglio. Che cosa resta da fare, la prossima volta che un gruppetto di anonimi (cioè vigliacchi) impedirà con la vio lenza (cioè in modo fascista) il mio e nostro diritto costituzionale all’istruzione? Mi viene in mente che cosa avrebbe fatto Gandhi: un digiuno ad oltranza fino alla ripa razione del torto subito. È una soluzione paradossale, perciò spero che possa essere presa sul serio. Gennaio/Febbraio 2011 L 11 L'anello di re Salomone ’anello di re Salomone è un libro pubblicato nel 1949 il cui autore è il famoso etologo Konrad Lo renz. Lo scrittore (nato a Vienna nel 7 novembre 1903 e morto ad Altenberg nel 27 febbraio 1989) è stato un biologo, zoologo, psichiatra e filosofo austriaco. Inoltre, è considerato tra i fondatori dell'etologia, ovvero quella moderna disciplina che studia il comportamento animale nel suo ambiente naturale, e nel 1973 ricevette il Premio Nobel per la medicina. In questo libro, lo scrittore tratta, appunto, del linguaggio degli animali e di come comunichino, descrivendo esperimenti comportamentali, condotti durante tutti i suoi studi su uccelli (in particolare taccole e oche selvatiche), mammiferi e pesci. È stata la prima opera a renderlo famoso tra gli scienziati e il grande pubblico. L’Anello di Re Salomone è suddiviso in capitoli introdotti da un “prologo” molto interessante, nel quale Lorenz esprime tutta la sua indignazione verso i poeti e gli artisti che conferiscono agli animali peculiarità che nella vita reale non hanno, proponendosi, al contrario, di illustrare al lettore i suoi studi etolo gici che partono tutti da un presupposto di verità. Così, andando avanti nella lettura, si viene a scoprire che i pesci possiedono un forte istinto materno verso i propri piccoli, oppure che fra le taccole, come tra la maggior parte dei volatili, esiste una forte e determinata gerarchia sociale, o ancora che i cani so no in grado di mentire abilmente e so no dotati di una coscienza, proprio come noi esseri umani. Nel capitolo de dicato allo studio del comportamento, Lorenz, scrive che il pesce possiede un forte senso della territorialità e può di ventare anche molto aggressivo nei confronti dei propri simili pur di di fendere il proprio spazio. Inoltre, vedia mo di come il famoso proverbio “Sano come un pesce” si riveli terribilmente falso: secondo l’etologo, i pesci sono de Flavia Tiburzi gli animali molto sensibili ad infezio ni e malattie di vario genere. Un altro aspetto di carattere molto importante evidenziato in questo li bro è quello riguardante lo studio dell’imprinting, effettuato dallo scienziato sulle oche: egli, infatti, studiò come esse subito dopo la na scita identifichino la propria madre nel primo oggetto o persona in mo vimento che vedono. A tal proposito viene narrata la storia dell’ochetta Martina che, avendo visto come pri mo essere vivente lo stesso Lorenz, lo riconosce come propria figura materna, seguendolo ovunque, pro prio come farebbe un cucciolo d’oca con la propria genitrice. Nella se conda parte del libro, sono analizzati aspetti riguardanti la vita canina. Lo renz descrive prima di tutto il forte e indissolubile legame che si instaura fra un cane e il suo padrone, sottoli neando l’estrema e, a volte, commo vente fedeltà dell’animale nei confronti della persona umana. Que sta si scopre essere la stessa fedeltà che lega un gruppo di lupi (“ante nati” del cane) al loro rispettivo capobranco. Attraverso esempi personali, lo scrittore ci fa presente Anno IV - Numero 3 di come a volte i cani possano rivelarsi insinceri pur di ottenere qualcosa che desiderano fortemente: Stasi, cagnolina dello scienziato, fingeva di zoppicare vistosamente quando, durante le quoti diane passeggiate, il padrone intra prendeva sentieri a lei sgraditi e, al contrario, si dimostrava entusiasta e instancabile nel raggiungere quei luo ghi da lei prediletti. Altro argomento delicato e particolare, affrontato in questo libro, riguarda il forte senso di colpa che solitamente assale i cani do po aver compiuto, involontariamente, un gesto considerato da loro stessi gra vissimo. Buddy, ad esempio, azzannando per sbaglio la mano di Lo renz, cade in una grave depressione psicofisica dalla quale saprà risolle varlo, con molta pazienza, amore e vo lontà d’animo, solo lo stesso padrone. Con la descrizione di questi interes santi ed affascinanti esempi comporta mentali, lo scienziato austriaco vuole farci comprendere di come non sia ne cessario avere un anello come quello posseduto dal Re Salomone per comu nicare con gli animali. Il nostro amore, la nostra forza di volontà e pazienza sono più che sufficienti per riuscire a comprendere, scoprire e anche entrare a far parte di questo mondo fantastico ma, allo stesso tempo, purtroppo, sco nosciuto e sottovalutato da molti. Gennaio/Febbraio 2011 Vi presento i nostri 12 Anno IV - Numero 3 S Davide Galeotti e pensavate che, dopo l’ esilarante sequel di Una notte al museo , Ben Stiller avesse definitivamente “messo la testa apposto” e smesso di interpretare le commedie demenziali che, in compagnia dell’ immanca bile Owen Wilson, l’hanno portato alla fama hollywoodiana, beh, rimarrete delusi dal suo ultimo film, ammesso che riusciate a vederlo, piegati in due dalle grasse risate! Appena uscito, anche Vi presento in nostri promette, come i due film prede cessori, record d’incassi al botteghino se non altro per la fedeltà del pubblico che di certo non si perderà l’ultimo capitolo della saga della famiglia Fotter Byrnes. Come al solito ritroviamo il nostro Gaylord (sempre vergognoso del suo equi voco nome, con lo pseudonimo di Greg) impegnato assiduamente nel lavoro che, modestamente, chiama “di infermiere” pur essendo ormai caporeparto. A casa, la bionda Pam (Teri Polo) alleva i due pargoli nati, un bambino timido e impacciato e una bambina tutta Robert De Niro, dall’imbronciatura alle straordinarie doti per il KongFu. Ma, come sempre nella Fottertrilogia, l’inconveniente viene gentilmente fornito dai suoceri di entrambi i rami, il padre di lei ed ex CIA Jack Byrnes (Robert De Niro) e lo stravagante padre di lui ora ballerino di flamenco Bernie Fotter (Dustin Hoffman) con relative consorti. Questa volta però i genitori iperapprensivi e un po’ suonati vengo no casualmente coadiuvati da un’avvenente piazzista di medicinali che, in un mix di gag da ridere ed episodi equivoci, si inserisce come un fulmine a ciel sereno nella vita della famiglia, soprattutto dopo che Jack, in uno slancio di fi ducia intervallato da un’autodefibrillazione per problemi cardiaci, ha nomi nato il genero “il Domfotter”, ovvero il più prossimo “in linea di successione” a prendere il comando del parentado dopo di lui. Eppure la scoperta di alcu ne chiamate di lavoro alla detta collaboratrice sul telefono di Greg, fa nascere nell’ ex agente dei Servizi il sospetto che Gaylord tradisca la figlia. Messosi a pedinare il genero, quindi, in uno strampalato inseguimento di cui avrebbe fatto volentieri a meno, Jack deve infine rinunciare e affrontare a casa un ingombrante problema con una scatola di pillole blu (a buon intenditor…). Intanto la festa dei figli di Greg e Pam si avvicina, organizzata dall’amico New Vegas F Gianmarco Perrone allout New Vegas è il nuovo capitolo spinoff dell'acclamata serie di giochi di ruolo postapo calittici, Fallout. Gli eventi narrati si svolgono a circa quattro anni di distanza da quelli conclusi nelle Waste lands di D.C. in Fallout 3. Nei panni di un corriere incaricato di una importantissima consegna destinata alla Strip di New Vegas, verremo ben pre sto liquidati da un proiettile in testa, seppelliti, e il misterioso pacco ci verrà sottratto. A tirarci fuori dalla fossa sarà Victor, un simpatico robot che si crede un cowboy, il quale ci affiderà alle cu re del Dr Mitchell nella città di Goodsprings. Da questo momento ini zierà la ricerca dei nostri aggressori e del contenuto del misterioso pacchetto... Pur mantenendo il motore fisico e grafico del predecessore New Vegas introduce numerose innovazio ni: un'ambientazione totalmente nuova nel deserto di Mojave tra Nevada e Ca multimilionario di lui Kevin Rawley (Owen Wilson) e, mentre la famiglia si riu nisce col ritorno di Bernie Fotter dalla Spa gna, Jack e Greg continuano ad arrabbiarsi più sospettosi che mai da quando il suocero ha visto la rappresentante medica fare delle avances al genero. Il gigantesco problema che va così creandosi si risolve però durante la colossale festa dei bambini, con una clas sica quanto divertente rissa fra palloncini e castelli gonfiabili. Così, dopo 98 minuti di esilarante demenzialità, si conclude di nuo vo con un “felici e contenti” la fiaba grotte sca e un po’ sconcia della famiglia FotterByrnes che si riunisce nella nuova casa di Pam & Greg per festeggiare il Nata le. lifornia, un sistema dinamico di Fa zioni e relativa reputazione con le stesse in base alle nostre scelte, armi personalizzabili, diversi tipi di segua ci, gioco d'azzardo e una modalità "hardcore" per gli amanti della sfida estrema e del realismo. Gennaio/Febbraio 2011 L People: Original Fake a cultura POP è arte? La cultura POP è design? La cultura POP è semplicemente marketing? Street artist celebrato dal mondo dell'arte contemporanea Brian Donne ly, in arte KAWS, con le sue mostre all'Aldrich Museum di Ridgelfied, all'Harbour City di Hong Kong e alle gallerie Perrotin di Parigi ci fa riflettere su questi quesiti. CAWS inizia sabo tando i manifesti di Calvin Klein e DK NY a Manhattan con alle spalle un Bachelor of Fine Arts conseguito alla School of Visual Art di New York. Ma la portata rivoluzionaria di questi interventi è compromessa dalle commissioni che riceve da A Bathing Ape, Comme des Garçons, Nike, Marc Jacobs e Supreme negli anni seguenti. C 13 KZ114, EPJ327, MDA802, ZHF911… Così matricolati, i deportati del campo di concentramento sono catturati durante le ronde notturne e internati. Costretti al lavoro logorante sotto le continue percosse, sottoposti quotidianamente a ogni tipo di sevizia dei kapò, gli internati sono alla ricerca quotidiana e disperata di un brandello di umanità in un pezzetto di cioccolato, un nome ri velato. Alla fine, uno di loro dovrà mo rire. Ma questo è nelle mani del televoto degli spettatori di Concentra mento, ultima trovata di una TV pari gina: reality show che non si limita a citare, ma appunto riproduce in ogni suo particolare la vita nei campi di sterminio. Se queste poche parole in merito già ripugnano, il libro intero intossica, pesa di ponderoso e covato disgusto. La provocazione della nippo belga Amèlie Nothomb che, seppure intensamente esplicita, non cade mai nel volgare – non è che il quadro amplificato, certo, di una realtà triste mente attuale di una società soggiogata dal meccanismo del reality show, la cui degenerazione raggiunge l’apice dell’inammissibile con la tolleranza, la Giorgio Colletti Ma è un bootleg di Mickey Mouse, il Companion, seguito poi da versioni alternative dell'omino Michelin, di Pinocchio e di Titti che decreta il suo successo e la nascita della febbre dei giocattoli d'artista che vende online Acido Solforico Claudia Severa graduale accoglienza collettiva, più o meno inconscia, di una forma di spetta colo che sotto ogni aspetto è indice di un progressivo abbrutimento genera zionale: a questo proposito, non ci si fermi a considerare questa manifesta zione solo per la sua sgradevolezza, il suo cattivo gusto, ma come un fenome no sociale pericoloso che sobilla il tele spettatore a “volere sempre di più”. Ormai il pubblico ha già visto tutto: non bastano più “ospiti speciali” o simi li, non ci si accontenta più del colpo di scena, o semplicemente della battuta oscena, è superata l’eccitazione del tele spettatore nello spiare rapporti in scato la tra concorrenti. E a cosa si arriverà? “Venne il momento in cui la sofferenza Anno IV - Numero 3 o da Original Fake, il suo negozio in quel di Tokyo. Gli ultimi pezzi sono dipinti ispirati ai Puffi e a Spongebob nonché toys fusi in bronzo a dimensio ni monumentali. E pensare che tutto iniziò con la consegna del Companion al bookshop del New Museum di N.Y. … Un'entrata nel mondo dell'arte dalla porta di servizio per così dire. Tra le sue opere più recenti troviamo una serie di autoritratti in cui anche il suo volto diventa un'icona da consumare a conferma di una ricerca personale che ruota intorno ad una realtà fondata sul feticcio e sulla ripetizione dove si perde l'importanza dell'oggetto in sé ma piuttosto prevale il desiderio di possederlo anche se questo è origi nalmente falso. altrui non li sfamò più: ne pretesero lo spettacolo.” Grazie del suggerimento, Amèlie. Così l’autrice abbandona la sua consueta ironia noir per una scrittura diversa, più lucida di orrore, anche se scandita da inconfondibilmente No thombiani momenti grotteschi, riu scendo con efficacia nella sua aspra denuncia. Alla base della trama inta glia la dinamica del rapporto vittima carnefice (da cui, in un intervista, rive la di essere quasi ossessionata “perché è una relazione che esiste ovunque, tra chiunque” ndr.), per cui la spietata quanto brutta kapò Zdena si accanisce prima senza vergogna sulla deportata Pannonique, per reprimere e compensare la sua feroce pulsione ses suale nei confronti della bellissima gio vane, creando al contempo un’ opposizione di ideali tra i due perso naggi. Tutto acquista di paradossalità sotto l’incessante sguardo di un pubbli co avvinto dalla sofferenza altrui, snocciolata fino all’osso, che premendo un pulsante da casa gioca con la vita dei concorrenti, e diventa, da carnefi ce, vittima. Acido Solforico è un picco lo e imperdibile gioiello di corrosione. Gennaio/Febbraio 2011 14 Anno IV - Numero 3 Un invito del comitato genitori a... partecipare I l comitato genitori invita gli studenti e i docenti a partecipare ai cinque incontri organizzati per il mese di febbraio e marzo 2011 pres so l’Aula Magna del Liceo. Gli incontri, che saranno tenuti da autore voli relatori, svilupperanno tematiche attuali di estremo interesse sociale e culturale. Vi aspettiamo il: 1) 15 febbraio, ore 14.30 “Corpo e cultura: le disoressie” 2) 24 febbraio, ore 14.30 “Quando i ragazzi si perdono il mondo Le droghe e le tossicodipendenze” 3) 8 marzo, ore 14.30 “Storie di compleanni paralleli: i famosi 150 anni dell’Unità d’Italia e quelli poco conosciuti degli Ospedali Psichiatrici Giu diziari” Relatrice: Dott.ssa Maria Rosaria Bianchi, psichiatrapsicoterapeuta. 4) 31 marzo, ore 14.30 “Immigrazione: percorso di umanità” Relatori: Don Roberto Sardelli e Prof. Giulio Marcon. Il Comitato genitori ringrazia la Dirigente scolastica e i docenti per il loro interesse e la gentile disponibilità che hanno reso possibile la realizzazione di questi progetti. Ondanomala cerca sponsor ed è interessata a offrire spazi pubblicitari! Sosteneteci anche voi! Ricordatevi di mandare i vostri lavori alla nostra e-mail [email protected] OndanomalA WANTS YOU! Direttrice: Cecilia Lugi II B Impaginazione: Cecilia Lugi II B Grafica: Cecilia Lugi II B Paolo Marzioli III C Sito Web: Lorenzo Raffio III C Responsabili Pag. Facebook: Paolo Marzioli III C Gianmarco Perrone II A Lorenzo Raffio III C Toshiro Yajima III D Redazione: Ilaria Catanzaro I E Giorgio Colletti II F Davide Galeotti V A Andreas Iacarella II D Paolo Marzioli III C Gianmarco Perrone II A Marcello Pieri II B Lorenzo Raffio III C Claudia Severa I E Flavia Tiburzi II B Valeria Tiburzi I C Toshiro Yajima II D Hanno collaborato: Prof. Luigi De Luca Veronica Corbo II E Giulia Carletti II D Gianluca Murano II B Vanessa Piccioni II B Agata Write Gennaio/Febbraio 2011 VUOI IL DIECI O IL SED… SEDICI! DJ RENDA! W le capre azzime. By le giovenche amare Silvia ci mancherai :( Ma questo John Calboth è dell’Albertelli? By una che sarebbe interessata a co noscerlo <3 Defaillance… Taranz Taranz Soooono un fungo, WATCHUWA! Per la ROSCIA più bassa DEL II B: dobbiamo smetterla di guardarci intorno e rimanere scioccate. La gente è pazza e fa cose strane, facciamocene una ragione. I love u Honey, SCIUGAAAAAH!!! let your inhibitions go, make every touch electrical, when u're feeling beautiful, will u remember me? Gianluca Murano sei semplice mente stupendo. By ammiratrice se greta in II B. I _ A Ezio da Firenze, ti prego… Segui Mirka fino alla classe e assassinalo senza farti vedere. AAAArgh! Come fai a essere così dannatamente stupendo?! >.< By QuartinaAmmaliataCheGuarda ContinuamenteSamuelePurEssendo 15 La Posta del Pilo! PienamenteConsapevoleDelFattoC heNnJeSeFilaDePezza. Daje Buttinelli regna… e Giammo Perrons lo segue. P.S. Giammo… non te dovevi taglia re i capelli!D: Manco te, Buttinelli! By le tre sorelline malefiche Col… Ciuppapperooo By Giovenca Amara Jix we <3 love U Per Giorgia del II B: I tuoi capelli splendono come le fiamme… e io voglio bruciare con te! Il tuo di die tro tondeggiante è il mio sole! Incontriamoci al bagno dei maschi, terzo gabinetto a destra… Ci sarò. By fuoco ardente… (AARGHHH) Quanto può essere triste la storia di un ragazzo che tenta di dichiarare il suo amore per una compagna di classe e che nel farlo si mette in cattiva luce davanti a lei e magari la fa anche arrabbiare. Aga ti amo <3 Pure io! =) tua figlia A morte le quartine messaline (di una classe a caso… IV C) A Dario, Michele, Giacomo e Diego del II B… ma lavatevi i piedi per fa vore… ASD ASD By Gus 95 XDXD J.C.R. the best A n d t o n i g h t w e c a n t r u l y s a y. . . t o g e t h e r w e 're i n v i n c i b l e < 3 Anno IV - Numero 3 Edoardo Tittarelli sono quattro mesi che ti vado dietro, perché non ti accorgi di me? By amore impossibile PerQùòòòco, sei il nostro sogno erotico A Giulia C. del II B mi hai conqui stato dolce principessa… mi conce deresti l’onore di essere il tuo principe azzurro? By Il cavaliere della domenica And u GIVE yourself away… Call of Duty black ops is the way! Oggi voglio sentire la classe più unita che mai… Ci sono dei pro blemi? Li risolveremo insieme, ci aiuteremo. Mi state ascoltando ora, e sono felice di essere il vostro rappresentante di classe. Oggi sia mo qui insieme per parlare di Noi e per cominciare un nuovo anno insieme, non importa se ci stiamo molto o poco simpatici, ma siamo una classe, l’abbiamo dismostrato, non molliamo ora! GRAZIE. Occhio già un claymo… Blaaam! Che cos… KaBlaaam! Greg: Bella reg… KaBaBlaaam! Marta VE sei il mio sole Nella vita a volte bisogna farsi furby! xD <3 Porro! Ravanello! Carciofo! Si te... puzziiiiiii! By Mario xD Gennaio/Febbraio 2011 16 Scatti da matti - I e II liceo! 1993-1994 Anno IV - Numero 3 Gennaio/Febbraio 2011 17 Anno IV - Numero 3 Alla proprietaria del cappellino e al modello-barbapapà immortalato che si è VOLONTARIAMENTE sottoposto a pubblica umiliazione XXX 18 Ultimo scopo... soffocare Novembre/Dicembre 2010 Anno IV - Numero 2 Gianluca Murano Soffocare la paura…soffocare il coraggio… L’aria stessa è intrisa di veleno… Non posso proseguire. L’amore non basta e l’odio è immotivato… Solo la consapevolezza ti accompagna fedele. Lei non è con te. Ogni sguardo è un sobbalzo… Ogni parola è una lacrima amara, c’è voglia di gridare…di cambiare… Manca l’aria. Soffocare… Soffocare nella propria mente… I pensieri si accavallano, I nervi si tendono come corde di violino… e il Requiem della ragione ha infine inizio. Come vorrei capire… Come vorrei sapere… Non mi resta che patire e aspettare… Aspettare l’inevitabile e patirne l’avvento… Solo la consapevolezza ti accompagna fedele. Lei non ha bisogno di te. Dove sei… Dove sei infido bastardo, compagno di mille beghe… Amico traditore. Dove sei… Dov’è finito l’essere che si credeva un Dio… Solo per fuggire dalla sua realtà. Dove sei… Codardo e bugiardo. Dove sei… Ultimo e primo… Strabiliante essere detestabile nel suo amare… Ma amabile nel suo odiare. M Trip mentale Agata Write i sveglio da un viaggio infinito e mi rendo conto che, benchè la professoressa stesse parlando dell'Orlando Furioso e della cavalleria medievale, io mi stavo chiedendo se Lumpalandia si può considerare un universo parallelo e attra verso lo Stargate ci si potesse quindi arrivare. Ma il punto è che avevo anche provato a seguire tutta la storia dell'Orlando, ero cu riosa di sapere perchè gli giravano tanto, ma non so per quale stra na successione di pensieri ero arrivata a Willy Wonka e ai suoi malefici nanetti cantacanzoncineportasfiga. Dopo aver fatto questa breve considerazione mi guardo attorno e vedo gente che non se la passa meglio di me... Ipod, tris, l'impiccato, chi dorme, chi segue la breve parabola di una mosca che finisce, tristemente, tra le mani di un compagno che esulta manco avesse vinto il mondiale chi, più organizzato, risolve un sudoku o un cruciverba. L'unica che sembra seguire è la tipa davanti a me che, china sul banco, scribacchia convulsamente su un block notes. Cerco di indentificare il filo del discorso, sempre che la professoressa ne stia seguendo uno. Quando penso di averlo finalmente trovato, o co munque di esserci vicino, quasi per dispetto lei cambia discorso. Dopo un po' la secchiona del banco davanti si gira e tutta orgoglio sa di se stessa mi mostra un disegnino ritraente la prof a cavallo, puro stile crociato. Tanto perchè lei era l'unica che stava seguendo. Stiamo nella cacca ragazzi. Grande anima riflessa… Sei forse morto soffocato dalle tue manie? O forse non sei mai esistito… Ho bisogno del tuo aiuto…ora più che mai. Novembre/Dicembre 2010 Il Profenstein 19 Il macchinista malvagio 1 2 9 10 L 3 7 11 Anno IV - Numero 2 Riconosci i particolari del volto degli insegnanti ivi riportati. Essi compongono i lineamenti del terribile mostro che potete ammirare nella foto grande. Guai a cadere nelle grinfie di quest'automa della didattica che unisce la voracità di Hannibal Lecter all'inquietante presenza di Frankenstein! 4 8 5 6 1. Benedetti 2. Turchetti 3. Sissa 4. Grieco 5. Fracchiolla 6. Agostinelli 7. Monda 8. Bassan 9. Di Paolo 10. Pignalucci 11. Calcagno La puntualità è fuori moda Vanessa Piccioni a puntualità è direttamente proporzionale al tempo a disposizione. E nel caos della frenetica vita di un normale cittadi no del XXI secolo, chi ne ha? Ormai essere puntuali è fuori moda! Se ti presenti nel posto di appuntamente all'ora pre cisa è brutto... Si insomma, sei uno sfigato! Vuol dire che non avevi altro da fare... E magari è pure scortese, fai sentire l'altro in soggezione quando arriva. Insomma, a chiunque ancora ha questo "viziaccio" di rispettare l'ora di appuntamento, se lo tolga! E' quasi un reato ormai: bisogna aggiornarsi! Ok, cherzi a parte, il problema della puntualità, non sarà certo di grande importanza a confronto con tutti quelli che la nostra società affronta nel nostro tempo, ma ne è forse una spia? Laddove nes suno più rispetta i tempi presi con accordi precedenti, laddove fare aspettare 30 minuti (come minimo!) al povero malcapitato è ordinaria routine, laddo ve nemmeno ci si sforza più di essere in tempo... Dove si va a cercare il ri spetto verso la persona che ci aspetta e la coerenza per l'impegno preso? A tutti può capitare, ovviamente... Ma se sbagliare è umano e perseverare è diabolico... Le persone che ci prendono il vizio a fare tardi dovranno farsi un esame di coscienza... Forza, ritardatari di tutte le età, riunitevi e mettete l'orologio un’ora prima anche senza cambio d'ora, così potrete essere più precisi! Scherzi a parte e senza bisogno di riunirsi nei "ritardatari anonimi", basta pensare un momento a come reagiremmo noi dopo quaranta minuti di attesa... Per velocizzare magari un po' di più i tempi! Liber Il dark side del giornale del Pilo Albertelli di Roma Ipse Dixit A! mente Frizzi, lazzi, poesie da ridere, comicità da piangere. Apparenti scemenze, latenti genialità: liberate la mente! Correzione del tema . . . L’iliade narra gli ultimi cinquant’anni della guerra di Troia Nota del prof: “ E quanto durerebbe tutta la guerra?” xD Prof. V: “Il vostro libro a proposito dice che in Cartesio i temi tipici della filosofia del Rinascimento,(...) diventanto i fondamenti di una nuova pro blematica in cui sono coinvolti insieme l’uomo come soggetto e il mondo oggettivo. E che vuol dire? Una mazza di una mazza! Chiacchiere del piffero! Ma io dico: statte zitto! Perché dici fesserie del genere?” [rivolto ad Abbagnano] Prof.ssa A.: “Vediamo Quanti sono i baci che voglio...99! Prof alla classe: “Capito ragazzi? L’avevamo già detto ma repetita iuvant, repetita assai assaissimo iuvant!”xD Prof. D.: "Socrate per i suoi insegnamenti non prendeva neanche denaro." Alunno C.: "Ah, quindi era un barbone." Prof.ssa (a un alunno accasciato sul banco): “Rossi! Tirati su! Ma che sei un invertebrato!?” Alunno (mugola qualcosa di incomprensibile) Prof.ssa: “Mollusco! Ora ti interrogo, così vediamo come ti vivifichi subito!” [Parlando del rapporto primitivo tra uomini e donne, qualcuno dice qualcosa a favore della sottomissione femminile. ] Prof. M.: "E' meglio non dirle 'ste cose, se non vogliamo una mandria di mantidi religiose che ci fagocitano!" ET: “Fate i cardinali, fate la bella vita, avrete tutte le donne che volete…” Alunno: “Ma i cardinali non possono sposarsi!” ET: “Perché, per fare certe cose hai bisogno di sposarti?” Sempre prof. M.: "Claudia, leggi la versione." Claudia: "Da µετά?" Prof. M.: "No, da dove siamo arrivati." Ilaria Catanzaro