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l0 SPIETATO JOBS ACT DI CASA RENZI
COPERTINA La storia mai raccontata di Evans Omoigui , «strillone» nigeriano assunto a Genova da una società di Tiziano Renzi e poi cacciato con un licenziamento illegittimo. Nel 2011 il Tribunale condanna il padre dell 'allora sindaco di Firenze a risarcire l'uomo con 90 mila euro, anche perché era sottopagato e non gli venivano riconosciuti i riposi settimanali . Ma per un anno e mezzo Omoigui non vede un soldo. Così, malato e alla fame, sale in cima a una gru e minaccia il suicidio . Oggi, dopo mesi vissuti da emarginato, è tornato in Africa. d; anrnnlo rzordrro l0 SPIETATO JOBS ACT DI CASA RENZI M . «Non mi danno i miei soldi!» Genoa 9 febbraio 2013 Evans Omolgul, nl9eriano tli 39 anni. m ia di ridarsi nel vuoto da una gru del porto. Allorigine tlella disper capro ali man oc.muro tlí90 mila Renztla partend do di Tiziano Renzi d i tribut i-i~ di, uro di --1, -d2011 l'uomo perché licenziato illegittimamente. e più diiti=. Maíleo Remi ha tu pire.. tesleggiato la cua legge sul mercato del la l'ITO oti I usuale saoganistica N11 ette anni la unrazienda della sua tamìglia, la Arturo, licenziava iIlegulituatnente un dipendente extraminuuìla iu che aveva Ili,'oiolri buri Sottopagato, ut urtaio, senza diritti ué íuntro_ il Jabs a,t di casa Renai ha l volto ,oncrente e Le spa'.le ingobbite di pian, omoigui, oggi 42 anni, no di Benin City, iolla lla dal 1996. l a sua scoria spunla dagli archivi del Tribunale di Genova Eha gr rdagnaiq sla pu tngacememe e coo turca, le cronache locali. II 9 tebbraio 2013 fedi aanegenovecc di 6ep: bimbi i scrive di «lavoro nermr COPERTINA La storia mai raccontata di Evans Omoigui , « strillone» nigeriano assunto a Genova da una società di Tiziano Renzi e poi cacciato con un licenziamento illegittimo. Nel 2011 il Tribunale condanna il padre dell 'allora sindaco di Firenze a risarcire l'uomo con 90 mila euro, anche perché era sottopagato e non gli venivano riconosciuti i riposi settimanali . Ma per un anno e mezzo Omoigui non vede un soldo. Così, malato e alla fame, sale in cima a una gru e minaccia il suicidio. Oggi, dopo mesi vissuti da emarginato, è tornato in Africa. di Antonio Rossitto Ai 1 eno precari e più diritti»: Matteo Renzi ha festeggiato la sua legge sul mercato del lavoro con l'usuale sloganistica. Ma sette anni fa un'azienda della sua famiglia, la Arturo, licenziava illegittimamente un dipendente extracomunitario che aveva chiesto i contributi. Sottopagato, sfruttato, senza diritti né futuro: il Jobs act di casa Renzi ha il volto sofferente e le spalle ingobbite di Evans Omoigui, oggi 42 anni, nigeriano di Benin City, in Italia dal 1996. La sua storia spunta dagli archivi del Tribunale di Genova. E ha guadagnato, sia pur fugacemente e con anonimia, le cronache locali. Il9 febbraio 2013 l'edizione genovese di Repubblica scrive di «lavoro nero». COPERTINA MATTEO, DUE PESI E DUE MISURE La polemica dell'abbronzato Tiziano Renzi, 64 anni, padre dei premier e fondatore della Arturo srl che nel 2007 aveva assunto e licenziato il nigeriano Evans Omoigui (nella foto più a destra, l'uomo appena sceso dalla gru a Genova, due anni fa). II 16 marzo 2015 Renzi senior È la solita storia dei due pesi e delle due misure. Il Rolex, il biglietto aereo, i vestiti di sartoria: Matteo Renzi ha censurato i comportamenti «politicamente imbarazzanti» che il 19 marzo hanno indotto alle dimissioni Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture, ma ha pienamente «assolto» i suoi quattro sottosegretari, benché indagati, e soprattutto i propri comportamenti. Ecco, in sintesi, le vicende che hanno visto relazioni e passi non proprio «politicamente limpidi» del presidente del Consiglio. Nulla di penalmente rilevante, è evidente. Ma se nella politica italiana pesi e misure fossero univoci... ha suscitato qualche polemica per una battuta dal sapore razzista: su Facebook aveva definito «abbronzato» Micah Richards, terzino di colore della Fiorentina , suggerendgli anche di tornare «a zappare». Poi, dopo essere stato smascherato su Panorama.it, ha cancellato il post. «Malato e truffato sale sulla gru» titola il quotidiano. L'occhiello spiega: «Vince la causa, ma il datore di lavoro non paga. E lui minaccia il suicidio». L'imprenditore cui Repubblica fa riferimento, senza mai citarlo, è Tiziano Renzi, padre del futuro premier che in quel momento è sindaco di Firenze. E il disperato che vuole farla finita è Omoigui. «Sono tutti dei ladri! Adesso mi ammazzo» continua a gridare, mentre è in bilico a 30 metri d'altezza. Solo dopo essere stato messo in salvo svela il perché della sua protesta: «Renzi mi deve 90 mila euro». Panorama ha tentato per settimane di rintracciare Omoigui.L; uomo però sembra sparito nel nulla. Simona Nicatore, il suo ultimo avvocato, spiega: «In dicembre, dopo la morte di suo padre, è partito per la Nigeria. Era gravemente malato, viveva per strada, angosciato e incattivito. E pensava di aver ricevuto un torto enorme: non riusciva a darsi pace. Sarebbe dovuto rimanere nel suo Paese qualche settimana, ma non è più tornato. Ora spero solo che stia bene». Quella di Omoigui è una storia di ordinaria ingiustizia. Viene assunto per un anno dalla Arturo srl di Tiziano Renzi il7 febbraio 2007. Ma lo cacciano due mesi più tardi, il 13 aprile 2007, dopo che l'uomo aveva chiesto di essere messo in regola. Si batteva per i suoi diritti, nient'altro: così hanno stabilito i giudici. Eppure viene licenziato in tronco. Un sopruso che fa sprofondare Omoigui in un vortice: disoccupazione, depressione e malattia. Il poveretto si aggrappa alla speranza di avere giustizia. Così accade. I120 settembre 2011 la Arturo viene condannata dal Tribunale di Genova: dovrà risarcire l'ex dipendente con quasi 90 mila euro. Ma l'azienda, nonostante i solleciti, non liquiderà mai Omoigui. La Arturo è un'azienda fondata a gennaio del 2003 da Renzi senior, che ne detiene il 90 per cento. Il resto è nelle mani di sua sorella Tiziana. A Genova, all'inizio del 2007, la società organizza i venditori porta a porta del quotidiano Secolo XIX. Il 7 febbraio 2007 Omoigui viene assunto come co.co.co. dalla Arturo. La «lettera d'intenti», destinata all'Ufficio immigrazione di Genova, annuncia «la disponibilità a sottoscrivere un contratto di collaborazione a progetto per lo svolgimento dell'attività di distribuzione di giornali quotidiani e materiale pubblicitario». Compenso pattuito: 750 euro al mese, per un anno. Il precontratto è firmato dall'amministratore: Tiziano Renzi. Nonostante gli accordi, Omoigui viene mandato via due mesi dopo: il 13 aprile 2007. Per un motivo sideralmente lontano dalla «giusta causa» del Jobs act renziano: avere chiesto la regolarizzazione del rapporto e un compenso per pagare la benzina. Interrogato il 20 gennaio 2009 da Margherita Bossi, giudice del lavoro a Genova, Omoigui racconta: «Il giorno dopo la nostra protesta, il 13 aprile 2007, ho trovato i cancelli chiusi. Sono comunque riuscito a entrare e ho parlato con il nostro supervisore capo, Adeniji. Mi disse che non poteva più farmi lavorare. E che per chiarimenti dovevo rivolgermi al signor Tiziano Renzi, di Firenze». La sua versione viene confermata in aula il 22 settembre 2009 da Mercy Omorodion, sua compagna nella vita e collega: «Quella notte c'ero anch'io perché lo avevo accompagnato» ricorda. Al mio fidanzato ha chiesto la regolarizzazione del rapporto. Ma un responsabile ha chiamato la Polizia. Evans allora è stato portato in Questura: fi ha reso delle dichiarazioni. Il giorno dopo non l'hanno fatto entrare: il cancello era chiuso». Un'identica testimonianza viene resa da un altro ex dipendente, Odion Salami, assunto con Omoigui: Al rapporto Per la sua pensione, Matteo Renzi approfitta di un trucco escogitato una dozzina d'anni fa. II 27 ottobre 2003, due giorni prima dell'annuncio della sua candidatura a presidente della Provincia di Firenze, Renzi viene infatti promosso dirigente dalla Chil, la società di suo padre Tiziano nella quale è stato assunto sette mesi prima come precario. La Chil gli paga i contributi fino all'elezione, nel giugno 2004. Ma da quel momento è la Provincia a versarli, ovviamente parametrati sullo stipendio da dirigente. Eletto sindaco nel 2009, Renzi gode dello stesso privilegio fino al febbraio 2014, quando diventa presidente del Consiglio. Solo due mesi dopo, il 22 maggio 2014, e soltanto perché pressato dai giornali, si dimette dalla Chil. Nel frattempo ha incassato qua$i 200 mila euro di contribut a spese pubbliche. L'imprenditore Marco Carrai ha messo a disposizione di Renzi un appartamento da lui affittato in via degli Alfani, nel centr i Firenze. Renzi (sind o della città dal giugno 20 al marzo 2014) ha risi eduto lì per circa tre anni, al marzo 2011 al gennaio 2014, trasferendovi la sua residenza anagrafica da Pontassieve. In tutto, Carrai avrebbe pagato circa 37 mila euro nel periodo in cui Renzi ha risieduto in via degli Alfani. Carrai ha ottenuto diversi incarichi dal Comune di Firenze quando Renzi ne era sindaco: è stato amministratore delegato di Firenze parcheggi ed è presidente dell'Aeroporto di Firenze. Inoltre la C&T Crossmedia, un'azienda partecipata per il 50 per cento da una società di Carrai, fornisce dal 2011 servizi di audioguide e noleggio tablet ad alcuni musei fiorentini. Sulla casa, Renzi ha obiettato di averne usufruito soltanto in poche occasioni e di avere affittato «a sue spese e per circa un anno» nel 2009, un altro appartamento a Firenze, in via Malenchini. di lavoro è finito dopo che i responsabili avevano fatto intervenire la Polizia, visto che chiedevamo un aumento» riferisce il 20 aprile 2010. Al giorno seguente non ci hanno permesso di tornare in ditta. Il licenziamento ce l'ha comunicato un uomo di colore bianco, di cui non ricordo il nome». Il giudice gli chiede che orari faceva: «Da mezzanotte alle 6 del mattino, da lunedì a domenica. La paga era di 28 euro al giorno. E usavamo sempre la nostra macchina, senza alcun rimborso spese». Omoigui, quindi, viene allontanato dal lavoro il 13 aprile 2007. I suoi avvocati inviano subito un tentativo di conciliazione all'azienda. Ma la Arturo non risponde. Intanto, il 20 marzo 2007, Tiziano Renzi ha ceduto la carica di amministratore al fotografo Pier Giovanni Spiteri: un nome che entra ed esce di frequente negli affari dei Renzi. E anche stavolta resta alla guida per pochi mesi. Nell'ottobre 2007 viene sostituito da Antonello Gabelli, indagato dalla Procura di Genova per la bancarotta fraudolenta della Chil, la più famosa società dei Renzi. Ci ha lavorato pure il premier: come fondatore, poi collaboratore e infine dirigente. I magistrati, il 20 marzo 2015, hanno poi chiesto l'archiviazione per Tizia- 10. COPERTINA Salvatore Buzzi, l'ex ergastolR oi redento ondatore einrequalità SII> sbile di alcune a coi rative sociali aderenti a ga coop, e nel dicembre 14 arrestato per corruzione é associazione mafiosa nell'inchiesta romana «Mafia capitale», partecipa con un tavolo a pagamento alla cena di finanziamento di Matteo Renzi che si 'svolge all'Eur il 7 ottobre 2014. Nell'agosto 2014 il presidente del Consiglio Renzi sceglie per le sue ferie l'albergo Villa Roma Imperiale del Forte dei Marmi . L'hotel è di Riccardo Maestrelli , imprenditore fiorentino, già finanziatore dell'ex sindaco. Il presidente del Consiglio alloggia con moglie e figli pagando circa 5 mila euro (si calcola circa rp 1 ' Ie meno del listino). La vo di Maestrelli, non ind ato, compare nelle inter ettazioni disposte nel 200 dalla Procura di Firen e su presunte irregolarità negli appalti pubblici a Fir nze. Andrea Bacci , imprenditore di Rignano sull'Arno, il paese dei Renzi, è attivo nel lusso con la AB Florence ed è presidente della squadra di calcio Lucchese. E indicato tra i finanziatori del presidente no Renzi, amministratore della Chil fino al novembre 2010. Ora il giudice deve decidere. Intanto, cinque anni fa, anche la Arturo, dopo la gestione Gabelli, comincia a essere smantellata. I118 aprile 2008 ritorna nelle mani del socio di maggioranza: papà Renzi. Che diventa il liquidatore dell'azienda. Poco più di due mesi dopo, il 2 luglio 2008, viene depositato il ricorso di Omoigui. Fissata la prima udienza, il 25 luglio l'ufficiale giudiziario bussa alla sede legale della società in via Giuseppe di Vittorio, a Rignano sull'Arno. Ed è proprio Tiziano Renzi a firmare l'avviso di ricevimento dell'atto. Quasi tre mesi dopo, il 15 ottobre 2008, la Arturo viene cancellata dal registro delle imprese. Ma il processo va avanti. Il 20 settembre 2011 la società è condannata dal Tribunale di Genova a pagare 85.862 euro per il licenziamento illegittimo di Omoigui: «Privo della forma scritta, intimato oralmente, comporta l'assoluta inefficacia dello stesso» scrive Bossi nella sentenza. Al nigeriano sono riconosciuti altri 3.947 euro: per differenze retributive e mancati riposi. Quasi 90 mila euro, in totale. Che però l'uomo non vedrà mai, nonostante i continui solleciti dei suoi avvocati. Tiziano Renzi del Consiglio. Quando Renzi è alla Provincia sceglie Bacci per guidare la Florence multimedia, 17!' la partecipata che finisce al centro di molte polemiche per le spese facili e nelle indagini della Corte dei conti per un presunto danno erarial ndo poi Renzi è sindaco, Bacci diventa presidente della Silfi, società partecipata al 30 per cento dal Comune, che si occupa d'illuminazione. Nel dicembre 2009, quando Renzi è sindaco di Firenze da sei mesi , l'imprenditore edile fiorentino Riccardo Fusi, coinvolto in più di un'inchi per appalti truccati, corruzione e bancarotta fraudolenta, gli mette a disposizione un elicottero in aula non compare. Un comportamento stigmatizzato dal giudice Bossi: «I legali rappresentanti neppure si sono presentati a rispondere all'interrogatorio, senza addurre alcuna giustificazione». Aggiunge il magistrato: «Arturo srl, rimanendo contumace, è rimasta inadempiente al proprio onere probatorio». Una strategia legittima: la società era stata cancellata nonostante sapesse del processo pendente. Ma discutibile e imbarazzante sotto l'aspetto morale. Va ricordato che, all'epoca della sentenza, Matteo Renzi era già sindaco di Firenze. C'è però un altro motivo che avrebbe imposto un diverso contegno. La Arturo aveva ottenuto un subappalto da un'altra impresa di casa Renzi: la Chil. Il legame di subordinazione emerge dal processo. Ne parla Giampaolo Grozio, un consulente che organizzava la diffusione del Secolo XIX. Al giudice Bossi, il 22 settembre 2009, spiega: «L'appalto era della Chil, per cui lavoravano alcune aziende che gestivano i dipendenti, tra cui la Arturo». Chil e Arturo hanno la stessa compagine azionaria (la famiglia del premier), lo stesso amministratore (Renzi per partecipare in tempo alla trasmissione Le invasioni barbariche su La7. La richiesta arriva a W11 Fusi da Andrea Bacci. Questo consente a Renzi di negare di avere richiesto il servizio . In effetti poi non prende l'elicottero: ma per il mal tempo. Sergio Mattarella ci ha abituato a vederlo sui voli di linea. Invece II 30 dicembre 2014 il Falcon 900 di Stato con Renzi, di ritorno da Tirana per una visita ufficiale, atterra a Firenze: imbarca la famiglia del premier e ri-decolla per Aosta: i Renzi passano il capodanno a Courmayeur, in una caserma degli alpini. senior), uguale business (la distribuzione del quotidiano). Difatti, come rivelato lo scorso ottobre da Panorama, anche la Chil sarà condannata, il 19 giugno 2013, sempre dal Tribunale di Genova, a risarcire altri due ex portatori di giornali (vedere il riquadro a pag. 68). Che però, come Omoigui, non hanno mai visto il becco di un quattrino. C'è un unico collaboratore che la Chil ha trattato con ogni riguardo: Matteo Renzi. Prima di diventare presidente della Provincia di Firenze nel 2004, viene promosso da co.co.co a dirigente. La sua retribuzione, come scoperto da Panorama, passa da 500 a 4.440 euro lordi al mese. Un aumento di cui la Chil s'è fatta carico per appena sette mesi. Dopo, i contributi previdenziali sono stati versati prima dalla Provincia e poi dal Comune di Firenze, dove nel 2009 Matteo viene eletto sindaco. Così, in dieci anni, il futuro premier ha accumulato un vero tesoretto previdenziale: 200 mila euro. Cui ha rinunciato solo da presidente del Consiglio viste le polemiche. Lui sì che stato antesignano di uno dei cardini della riforma del mercato del lavoro: le tutele crescenti. A spese dello Stato, però. Dunque la Arturo e la Chil sono le due facce della stessa medaglia: il Jobs Il legale ricorda: «Continuava a parlare del act di casa Renzi. Ed Evans Omoigui, ni"vostro futuro premier". Non sopportava geriano di Benin City, in Italia dal 1996, è che persone tanto potenti potessero comsolo una delle vittime. All'inizio del 2013, mettere tali iniquità». quando ancora aspetta quei 90 mila euro che potrebbero raddrizzare la sua vita, gli La Questura prende a cuore il caso dicono che il tempo è scaduto: un decreto di quest'uomo abbandonato da tutti. Il di espulsione pende sulla sua testa. Deve nigeriano ottiene di rimanere in Italia per rimpatriare: malato, disoccupato, raggi«motivi umanitari»: un visto concesso in rato, senza casa. E Omoigui non regge. Il pochissimi casi. Ma la sua vita ormai è in 9 febbraio 2013, poco dopo mezzogiorno, frantumi. A Genova continua a vagare tra sorpassa il Museo del mare di Genova e ospedali e cliniche: San Martino, Galliera, imbocca via Rubattino. Ha già in mente Villa Scassi. Un incidente sul lavoro lo ha che cosa fare: oltrepassa il cancello di un quasi paralizzato. Le sue cartelle cliniche cantiere, si arrampica su una gru alta 30 sembrano bollettini di guerra: parestesie, metri e sale sul braccio di ernie, vertebre schiacciate, metallo. Minaccia di but- TUTTI GUAI DI PAPA RENZI lordosi, artrosi. Omoigui si tarsi nel vuoto. rivolge anche a un sindacaAppena viene notato, to: «È venuto tre o quattro 23 dicembre 2004 scatta l'allarme. Arrivano volte» ricorda Carlo De CaLa Cassazione conferma la multa alla Speedy di Tiziano Polizia e Vigili del fuoco, ro, a Genova coordinatore Renzi per 954.900 lire e alla che gonfiano un enorme del Sindacato di base: «Mi Chil per 34.748.500 lire, per materasso ai piedi della parlava di questa società non aver pagato i contributi agli strilloni della Nazione. gru. Alcuni agenti, intanto, di Renzi. Era sempre più salgono sul tetto del palazzo insofferente. Si sentiva fre17 giugno 2011 II Tribunale civile di Genova accanto. Parlano con l'uogato da tutti». condanna la Chil a pagare mo. Cercano di farlo rinsaviEvans continua a gi437 euro alla Genova Press, re. Ma tutto sembra inutile: rovagare sconfortato per che le aveva locato alcuni locali. Condanna divenuta Omoigui vuole farla finita la città: un altro impiego, definitiva nel maggio 2012. davvero. Continua a farfunelle sue condizioni, pare 20 settembre 2011 gliare confuso: Al padre del impossibile. Chiama l'avIl Tribunale di Genova sindaco di Firenze mi deve vocato Nicatore, sperando condanna la Arturo Srl 90 mila euro. Non ce la facin buone nuove. Ma il risardi Tiziano Renzi a pagare circa 90 mila euro per cio più. Voglio morire». cimento è un'ombra che si il licenziamento di Evans Solo dopo tre ore di paallunga sempre di più. Fino Omoigui, addetto alla nico e trattative Omoigui a scomparire. Come ha fatto consegne del Secolo XIX. decide di scendere. Appelui, qualche giorno prima 19 giugno 2013 na le sue sfondate sneacker dello scorso Natale. «Non Il Tribunale di Genova, condanna la Chil a pagare toccano terra, viene circonlo vediamo da mesi» si la4.339 euro in retribuzioni dato dagli altri poliziotti. scia sfuggire uno sdentato e 439 euro di Tfr non versati Stringe tra le mani alcuni barbone davanti all'ultimo a Maurizio L. M., che distribuiva IISecoloXIX. fogli: è la sentenza che gli domicilio di Omoigui, sotto riconosce il risarcimento. i portici di piazza Montano 19 giugno 2013 Il Tribunale di Genova «Ecco, guardate, non dico di fronte alla stazione fercondanna la Chil bugie» dice nel suo malferroviaria di Sanpierdarena. a pagare 4.684 euro per mo italiano. «Leggete: 90 Notti passate accucciato retribuzioni e Tfr non versati a Manuel S., addetto alla mila euro. Ma non c'è giunei cartoni, tra alcool e anconsegna del Secolo XIX. stizia, qui in Italia?». tidolorifici. Fino a quando 20 marzo 2015 L; uomo viene portato in Evans non si è dileguato, La Procura di Genova Questura. L'avvocato Alesdopo aver chiesto per l'enchiede l'archiviazione sandra Ballerini si adopera nesima volta: «Perché in per Tiziano Renzi nell'indagine per bancarotta Italia non c'è giustizia?». ■ per fargli avere il rinnovo fraudolenta della Chil. del permesso di soggiorno. © RIPRODUZIONE RISERVATA