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I GAs DI cUI ABBIAMO PIù BIsOGN0: GRUPPI d
‘ I Gas di cui abbiamo più bisogn0: Gruppi d’acquisto e orti urbani La vignetta di colucci Tempo di elezioni KONRAD di noi non ha mai dimenticato. Anche a Trieste dal 2012 è partito il progetto “Orti Trieste” con un portale internet dedicato e la sperimentazione dei primi orti sociali urbani in Strada di Fiume. Di questo primo lotto suddiviso in 14 orti di 50-60 mq ciascuno con collegamento alla rete idrica e deposito attrezzi, 7 sono stati assegnati a famiglie, 5 a pensionati e 2 ad associazioni. Per le scuole è stato attivato il progetto triennale “Orto in condotta”, con la creazione di 14 orti all’interno delle strutture educative stesse, ai quali confluiscono ben 45 strutture educative dagli asili nido alle scuole secondarie di primo grado, assieme al centro per Anziani ITIS. Per disabili e anziani è nato “Orto giardino terapeutico”, sviluppato per favorire il contatto con la natura attraverso laboratori multisensoriali. A oggi il progetto è attivo al Centro per l’anziano di via De Marchesetti e al Centro diurno di via Weiss ed è in programma la sua estensione a Casa Capon (Villa Carsia di Opicina). Infine per l’intera comunità, “Urbi et horti”, con capofila Bioest assieme ad altre associazioni, per un progetto, finanziato dal Centro Servizi Volontariato Friuli Venezia Giulia, che ha attivato più di 10 orti, coinvolto più di 100 persone, messo in contatto privati proprietari di terreni coltivabili e cittadini aspiranti orticoltori, offerto gratuitamente alla cittadinanza un corso in 10 moduli da 2 ore ciascuno di agricoltura biologica con lezioni teoriche (AIAB) e pratiche in campo. Il Comune di Trieste per sostenere concretamente il progetto, ha concesso loro a titolo gratuito un terreno, sito presso il comprensorio denominato “Le Piane” in prossimità di via Grego. Dall’attuale mondo dei profitti ossessionato dalla crescita, se guardassimo indietro a circa 60 anni fa, quando si è scelta l’industrializzazione anziché la coltura delle campagne, perdonando quel contadino di allora, che vedeva l’abbandono della zappa come una rivincita, come una possibilità di crescita sia sociale che economica, ma che assiste oggi al capolinea di quell’idea di progresso in una terra oramai avvelenata dalla chimica, che ha creato un popolo vittima dell’ accumulo e dell’iperconsumo, capiremmo che la sfida della generazione successiva alla sua sarà proprio questa, né un ritorno al passato né un rifiuto del progresso, ma una giusta difesa dall’impatto globalizzante per ritrovare, conservare, custodire quella vera realtà che appartiene a noi ma soprattutto alle generazioni future. ‘ E se lentamente ci stessimo risvegliando? Se improvvisamente sempre più persone stessero comprendendo di aver interpretato un ruolo in una scena, in un mondo che ci avevano venduto come fosse un film, con valori e priorità non solo finti ma anche nocivi? Se la crisi economica, ambientale e spirituale ci stesse ormai inevitabilmente riconnettendo alla realtà vera, da riconquistarci dopo questo volo, venduto come crescita e progresso e, che ora sta rivelando tutte le sue conseguenze? Se le comunità e le persone stessero comprendendo l’importanza di riappropriarsi della terra, dei saperi e usi della propria tradizione e genti? Se iniziassimo a capire che unirsi in comunità per coltivare un’orto, assicurandosi magari un proprio raccolto con il sudore della fronte e a km 0 costituisce la prima impronta verso un cammino di allontanamento dalla dipendenza dei mercati internazionali, aprendo le porte ad un’incremento massiccio dell’economia locale e favorendo il recupero di aree verdi pubbliche degradate oltre che la socializzazione, e la condivisione di valori come la cultura naturalistica, ambientale,alimentare? Il 12 gennaio è stata la prima tappa dell’iniziativa, “assicurati un raccolto”, portata avanti da dei cittadini di Muggia, accumunati dall’appartenenza ad un G.A.S. (gruppo di acquisto solidale) e mossi dall’intento di ritrovare una vicinanza con la terra che nella vita odierna sembra un miraggio sempre più lontano. Riapprendere le tecniche e i mestieri da cui questa società ci ha allontanato per permettere a tutti, soprattutto ai più giovani, di intraprendere la via del recupero di conoscenze e sensibilità smarrite e promuovere la produttività alimentare locale. Il comune di Muggia ha fornito in uso un terreno in località laghetti delle Noghere, ed il gruppo, ha iniziato a ripulirlo da rifiuti di ogni tipo, procedendo poi al taglio delle erbacce e alla potatura degli alberi per la creazione di un’orto comune gestito con metodi naturali. Insieme all’avvio di un corso teorico di orticoltura. Come partecipante, è stato toccante trascorrere delle ore faticando, falciando tra i rovi, ma respirando un’aria di verità e arcaica che forse il corpo e l’anima di ognuno FEBBRAIO 2013 41 Tiziana Peressutti