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IL SEN PEDICA (IDV) E IL SINDACALISTA CGIL ROBERTO
BELLI SOTTO INCHIESTA PER AVER VERSATO I SOLDI DEL
FONDO PENSIONI SIAE SUL SUO CONTO CORRENTE
PERSONALE E SU QUELLO DELLA SUA COMPAGNIA
AURORA MASCHERETTI.
COMPLIMENTI AL SENATORE PEDICA CHE SI ACCOMPAGNA A CHI DEVE
DIMOSTRARE PERCHE’ SI VERSAVA I SOLDI DELLE PENSIONI SIAE SUL
SUO CONTO.
FORSE A SUA INSAPUTA!!!!!!!!!
TOH! ANCHE IL SENATORE VITA HA QUESTE FREQUENTAZIONI CON IL
SINDACALISTA CGIL ROBERTO BELLI
ANCORA PEDICA E & BELLI ____ CHE MERAVIGLIA !
VA AGGIUNTO E …… DI LADRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
DI PIETRO COME FAI A TENERE ZAZZERA E PEDICA
?
Siae: questore Camera Colucci, azzerare
vertici
(ASCA) - Roma, 4 lug - ''Le numerose audizioni svolte finora sulla delicata e intricata vicenda
della SIAE portano ad una sola conclusione: la necessita' che in tempi rapidissimi siano azzerrate le
cariche all'interno della SIAE del Commissario Rondi, dei vice commissari Stella Richter e
Scordino, e del direttore generale Blandini''. Lo ha affermato oggi il Questore anziano della Camera
dei deputati, Francesco Colucci, nel corso dell'audizione del Ministro Ornaghi sulle vicende della
SIAE.
Mamma mia l’on Colucci fa sentire la sua voce
roboante di personaggio politico che si è sempre
tenuto alla larga da raccomandazioni , da
segnalazioni ecc….
Però è interessante scoprire dai suoi dossier
depositati alla Camera che non disdegna
segnalazioni come nel caso della SIAE chiedere a
Blandini nel “ limite del giusto e consentito” cortesi
notizie per l’assunzione di un agente
Mandatario!!!!!!!!!!!!
Non vorremmo sbagliarci … ma l’on Colucci non è lo
stesso parlamentare che dice a LAVITOLA di andare
a fare il Commissario per il terremoto in Abruzzo
come racconta Repubblica?
http://www.youtube.com/watch?v=UEMSkFY7i_A&feature=player_embedded
I VERBALI di GIUSEPPE CAPORALE e LIANA MILELLA
I piani di Valter e i consigli di
Colucci "Bertolaso se n'è
andato, fatti avanti"
Francesco Colucci
Nelle intercettazioni di Lavitola anche il decano dei questori della Camera che gli
suggerisce di farsi avanti con il premier per il posto di commissario alla
ricostruzione dell'Aquila.
ROMA - È una miniera di sorprese il giornalista-faccendiere Valter Lavitola. Per Berlusconi lavora
ai dossier, ne annuncia di clamorosi, propone posti e li vende alla grande. Ma se li sente anche
proporre. Al telefono in ogni istante della giornata, è un ciclone che mescola potere e affari.
Utilizzando sempre in modo spregiudicato le carte della disinformazione.
BERTONE MI VUOLE SOTTOSEGRETARIO
(13 novembre 2009)
Francesco Colucci, detto Ciccio o Cicciuzzo, questore della Camera, è uno degli intimi di
Lavitola. Con lui il faccendiere si sfoga e vanta la sua attività per Berlusconi. Che però non
lo ripaga con un posto da sottosegretario, nonostante sponsor di prestigio come il
segretario di Stato vaticano Bertone.
L. "Ho sentito Fabrizio. Gli ho detto che io gli sto facendo una serie di cose importanti, Comincioli
(senatore deceduto di recente, ndr.) mi ha detto che gli risulta che non ha mai visto gente che gli
produce tanto e Comincioli non avrebbe motivo di mentirmi, gli ho detto vedi un attimo: perché qua
ci sta Elio Vito che dice che se lo deve scegliere lui il sottosegretario. Deve essere la... come si
chiama.. la Santanché, che è invisa al Vaticano, mentre invece Bertone ha chiamato a Letta per
me... ma che cazzo, possibile che io devo rimanere appeso, ha detto lui va bè mo' me ne occupo".
C. "Ma te l'ha detto che io c'ho parlato?".
L. "La cosa è questa qua: siccome lui mi ha affidato un incarico importante-importante sul quale io
posso crescere politicamente, molto importante. Però sono tentato su questa cosa... per cui mi
dovrei stare zitto, portare a compimento, se Dio vuole, queste iniziative politiche che lui mi ha detto
di portare a compimento e accumulare un credito ulteriore e poi vedere che succede".
SARESTI IL PADRONE DELL'ABRUZZO
(17 novembre 2009)
Colucci propone a Lavitola il posto di commissario per la ricostruzione dell'Aquila. Gliene
vanta gli infiniti vantaggi.
Segretaria Colucci: "Posso passarle il questore".
L. "Agli ordini".
C. "Tu gli ordini li ricevi solo da una persona che poi ti incula sempre. Bertolaso si è
dimesso e beh, dico, con le tue inventive, le tue capacità, il tuo entusiasmo, le tue
esperienze non potresti fare il commissario a L'Aquila?".
L. "Ma no, l'Aquila a me...".
C. "Ma lì è una cosa seria, e lì che rilanci, se uno sa fare come sai fare tu, ti rilanci e vai ai
sette cieli".
L. "Commissario solo all'Aquila o alla Protezione civile?".
C. "No all'Aquila, alla Protezione civile no, perché ti metteresti dentro un merdaio, dai rifiuti
alle madonne eccetera che è meglio stare alla larga, non a caso ho detto all'Aquila. Sai che
significa, che tu saresti padrone dell'Abruzzo".
L. "Glielo posso dire... ".
C. "Perché adesso è inutile che mette Chiodi. Chiodi non farà un cazzo, perché Chiodi è un
rammollito, è uno che non ha entusiasmo nelle cose, vedi come sta amministrando 'sta
Regione, per fare una norma ci mette dieci anni. Ma tu diventi il punto di riferimento
dell'Abruzzo che va ogni giorno sui giornali".
IL FATTO QUOTIDIANO
Milano, l’avvocato della ‘ndrangheta e il
sostegno elettorale all’assessore Colucci
di Davide Milosa | 6 aprile 2012
Nella primavera del 2010 un collaboratore del questore della Camera contatta
Vincenzo Minasi (arrestato per i suoi rapporti con i clan) per chiedergli un
sostegno elettorale a favore dell'attuale assessore regionale lombardo
Esattamente due anni fa: 16 marzo 2010. In piena bagarre elettorale per le regionali un avvocato e
un consigliere comunale del Pdl si sentono al telefono: parlano di politica. Meglio: di appoggi da
dare e di voti da veicolare. Obiettivo: una poltrona d’assessore accanto al governatore Roberto
Formigoni.
Nulla di strano, se non fosse per un particolare: la telefonata è annotata nell’informativa della
squadra Mobile di Reggio Calabria messa agli atti dell’inchiesta sulla ‘ndrangheta lombarda e sugli
affari di Giuseppe Lampada, ritenuto il riciclatore della potente cosca Condello. Il 30 novembre
2011, Lampada finirà in carcere assieme ad altre nove persone. Tra loro il consigliere della
Regione Calabria Franco Morelli e l’avvocato Vincenzo Minasi.
Accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, il legale, originario di Palmi, il 16 marzo
2010 è al telefono con il consigliere comunale del Pdl di Avellino Orazio Sorece, nonché
coordinatore per la Campania di Noi riformatori movimento politico fondato da Francesco Colucci,
storico questore della Camera. Al centro della telefonata c’è la candidatura del figlio
Alessandro Colucci “capolista del Pdl – annotano gli investigatori – e amico dell’Onorevole
Francesco Morelli”.
Orazio Sorace arriva subito al dunque: “Ti volevo chiedere una gentilezza: su Milano io ci ho il
figlio dell’Onorevole Colucci (…) che è candidato, io collaboro con il papà alla Camera, lui è
Questore della Camera”. E ancora: “Possiamo dargli una mano?” perché “lui è molto vicino a
Formigoni” e “stiamo cercando tutti di farlo uscire con un bel numero per poter fare l’assessore alla
Regione”. Per Minasi non ci sono problemi: “Certo – dice- che gli posso dare una mano ci
mancherebbe pure! Fammi avere un po’ di materiale elettorale”. A questo punto Sorace spiega che
“lui (Colucci, ndr) praticamente è capolista del Pdl già uscente” e che nelle precedenti elezioni ha
incassato “quattordicimila voti”.
Sorace si riferisce alle regionali del 2005. All’epoca Colucci entra in consiglio regionale per la
prima volta. Pochi giorni dopo il voto, la squadra Mobile di Milano intercetta una telefonata tra due
uomini legati al boss della ‘ndrangheta Salvatore Morabito. Sono il trafficante di droga Francesco
Zappalà e l’imprenditore Antonio Marchi, il quale ha sostenuto un candidato diverso dal figlio del
questore. A quel punto Zappalà lo rassicura: “Comunque Colucci ha vinto e quindi abbiamo un
amico in Regione…” . E’ l’aprile 2005. Poche settimane prima si tiene una cena in un noto locale
milanese alla quale oltre a Colucci partecipano anche gli uomini della cosca Morabito. “Lo scopo
esplicito della cena – annota il pm Laura Barbaini – è quello di raccogliere consensi per l’elezione
di un candidato alla Regione Lombardia, tale Alessandro Colucci, che si piazzerà al secondo posto
della propria lista di riferimento e verrà quindi eletto”. Colucci non risulterà indagato, né in
quell’inchiesta né in quella che ha portato in carcere Vincenzo Minasi.
Nella primavera 2010 l’operazione di sostegno è in piena attività. Tanto che lo stesso Sorace
conclude la telefonata invitando “l’avvocato della ‘ndrangheta” a una cena politica alla quale
parteciperanno “circa cinquanta persone, tra le quali noti chirurghi e soggetti fra i più noti e influenti
di Milano”. Due giorni dopo, Minasi è al telefono con la segretaria di Francesco Colucci per
concordare un appuntamento e pianificare la strategia della campagna elettorale che si concluderà
con la riconferma di Alessandro Colucci e la sua nomina ad assessore in Regione Lombardia.
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