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ecco il covo di riina
MAFIA | ESCLUSIVA BENVENUTI A CASA RIINA PER LA PRIMA VOLTA DOPO 18 ANNI UN GIORNALISTA E UN FOTOGRAFO ENTRANO NELLA VILLA DI VIA BERNINI CHE FU DEL CAPO DEI CAPI. FRA DEVASTAZIONE E ODORE DI STORIA, ECCO QUEL CHE HANNO VISTO di Riccardo Lo Verso Foto © Francesco Fresta 96 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA un’immagine stravolta dall’incuria, dai vandali e dalle perquisizioni. A proposito di perquisizioni. I carabinieri entrarono nella villa 18 giorni dopo l’arresto. Trovarono evidenti segni del passaggio di chi quel covo lo aveva ripulito per bene. I pentiti dissero che erano stati addirittura abbattuti e ricostruiti muri. E soprattutto, svuotata la camera blin- LA VILLA SEMBRA UNA CASA BOMBARDATA. AL PIANO TERRA UNA GRANDE CUCINA. LE UNICHE TRACCE DI VITA SONO UN PAIO DI BOTTIGLIE DI LIQUORE E QUELLE DI ACQUA FIUGGI. DISTRUTTI ANCHE I SEI BAGNI E LA SALA DA PRANZO i intatto in via Bernini è rimasto ben poco. Quasi nulla. Tranne i misteri che la villa custodirà forse per sempre. Nei due piani lussuosi, in un residence del quartiere Uditore, Totò Riina trascorse l’ultima fase della sua latitanza. Non una latitanza isolata, ma una vita, normale e agiata, con moglie e figli. Finché il 15 gennaio del 1993 non lo arrestarono poco distante da via Bernini. Per strada, come un uomo qualunque. Certo di quel lusso oggi rimane D IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 97 MAFIA | ESCLUSIVA I MOBILI, DI LEGNO BUONO E SU MISURA, SONO STATI TIRATI GIÙ. AL PIANO TERRA C’È LA CAMERA BLINDATA. L’ASCENSORE È SPROFONDATO NEL VANO CHE LO OSPITA. UNA GRANDE SCALA, ANCHE QUESTA IN LEGNO, PORTA AL PIANO DI SOPRA data. Secondo Antonino Giuffrè, ex braccio destro di Bernardo Provenzano, la cassaforte custodiva l’archivio di Riina che sarebbe finito nelle mani di un altro pezzo da novanta, Matteo Messina Denaro, l’ultimo dei grandi latitanti di Cosa nostra. Il padrino fedele alleato dei corleonesi. Cosa contenesse quell’archivio, neanche a dirlo, è un mistero. L’ultimo a parlarne è stato Massimo Ciancimino. Il figlio di don Vito disse che c’erano “carte da far crollare l’Italia”. Questo accadeva prima che la credibilità di Ciancimino jr fosse messa in discussione, da molti ma non da tutti, per una brutta storia. Nel giardino di casa sua, in pieno centro a Palemo, conservava della dinamite. 98 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA AL SECONDO PIANO ANCORA BAGNI E UN SALONE. ALLA FINE DEL CORRIDOIO IL BALCONE CHE DÀ SULLA PISCINA. IL LAMPADARIO DI CRISTALLO È INTATTO, MA LE CASSETTE DELLE LUCE SONO DIVELTE E I SANITARI SONO IN FRANTUMI La ritardata perquisizione in via Bernini è costata un processo a Mario Mori (all’epoca della cattura di Riina era a capo del Ros) e Sergio De Caprio, il capitano Ultimo (il carabiniere che mise le manette al capo dei capi). Sono stati assolti. Secondo i pubblici ministeri, mancava, infatti, l’elemento psicologico del reato. La decisione di non perquisire il covo non era stata presa per favorire Cosa nostra. Niente dolo, niente condanna. Assolti, come i boss che quel covo lo ripulirono, salvati dalla prescrizione. Nonostante la sentenza c’è chi sospetta, ancora, che la mancata perquisizione rientrava in chissà quali accordi fra la mafia e lo Stato. Mori, oggi, si deve difendere in un IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 99 MAFIA | ESCLUSIVA ADESSO LA VILLA OSPITERÀ LA CASERMA DEI CARABINIERI DELL’UDITORE. LA RISTRUTTURAZIONE DELL’EDIFICIO SARÀ FINANZIATA DALLA REGIONE, CHE HA STANZIATO UN MILIONE E MEZZO: NELLE PROSSIME SETTIMANE PARTIRÀ LA GARA altro processo. Quello per il mancato blitz che avrebbe potuto portare all’arresto di Provenzano. La villa di via Bernini sembra una casa bombardata. Al piano terra una grande cucina. Le uniche tracce di vita sono un paio di bottiglie di liquore e quelle di acqua Fiuggi. Distrutta anche la sala da pranzo. E i bagni. Ne abbiamo contati sei. I mobili, di legno buono e su misura, sono stati tirati giù. Al piano terra c’è la camera blindata. L’ascensore è sprofondato nel vano che lo ospita. Una grande scala, anche questa in legno, porta al piano di sopra. Ancora bagni, e un salone. Alla fine del corridoio c’è il balcone. Si affaccia sulla piscina. I vandali hanno risparmiato un grande lampadario di cristallo appeso al soffitto. Le cassette delle luce sono divelte e i sanitari, di ceramica buona, sono in frantumi. In una stanza c’è un vecchio materasso. Presto lo scenario cambierà. La villa di via Bernini ospiterà la nuova stazione dei carabinieri di Palermo Uditore. Nel 2010 il Comune, primo assegnatario del bene, l’ha restituita alla prefettura. Dalla prefettura all’Arma dei 100 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA L’ATTUALE CASERMA DELL’UDITORE: LA NUOVA SEDE SARÀ OSPITATA NELLA VILLA DI VIA BERNINI carabinieri. Il Provveditorato interregionale alle Opere pubbliche di Sicilia e Calabria ha redatto un progetto esecutivo. Per renderla agibile serve un milione e mezzo di euro. Solo che i prossimi soldi in uscita sono quelli che serviranno, nel prossimo triennio, a costruire la nuova caserma dei carabinieri a Partinico. È arrivata, però, in soccorso la Regione. Su proposta dell’assessore alle Infrastrutture Pier Carmelo Russo, la giunta di governo ha deciso di finanziare l’opera per il grande valore simbolico e culturale dell’iniziativa. Il mese scorso il progetto è stato approvato. Nelle prossime settimane sarà bandita la gara d’appalto. Entro il primo semestre 2013 la villa diventerà una stazione dei carabinieri.