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NOVITÀ - COMINCIAMO DAL PRINCIPIO dicembre 2010 A cura di Massimo Vecchi DAVID FOSTER WALLACE Roger Federer come esperienza religiosa Traduzione di Matteo Campagnoli Ed. Casagrande, 2010 pp. 57, € 8,50 Nato a Ithaca, Stato di New York, Usa, nel 1062, David Foster Wallace si è tolto la vita il 12 settembre 2008 nella sua casa di Claremont, California, dove viveva con la moglie Karen Green. Dopo l’esordio folgorante nel 1987 con il romanzo La scopa del sistema, edito in Italia da Fandango e poi da Einaudi Stile Libero, ha pubblicato molti racconti, reportage, saggi, in una prosa magica, paradossale, ricca di digressioni, rimandi, associazioni di idee, riflessioni, spiegazioni tecniche, invenzioni linguistiche. Una scrittura che ambiva a rappresentare una umanità fragile al di là dell’apparente gagliardia e che sembrava dettata, chissà quanto involontariamente, dall’angoscia che l’ossessionava, un disagio di vivere che lo faceva precipitare in una depressione senza uscita. Sempre da Fandango e Einaudi Stile Libero è apparso il secondo romanzo Infinite Jest, mentre per i tipi di minimum fax sono usciti Tennis, Tv, trigonometria, tornado (e altre cose divertenti che non farò mai più) del 1997 e La ragazza dai capelli strani. Einaudi Stile Libero ha pubblicato Brevi interviste con uomini schifosi (1999), Oblio (2004), Considera l’aragosta del 2006. «Quasi tutti gli appassionati di tennis che seguono il circuito maschile in televisione, da qualche anno a questa parte hanno avuto modo di sperimentare quelli che si potrebbero definire Momenti Federer. Sono gli attimi in cui, mentre guardi il giovane svizzero in azione, ti cade la mascella, strabuzzi gli occhi ed emetti suoni che fanno accorrere la tua consorte dalla stanza accanto per controllare che tutto sia a posto. Questi Momenti sono ancora più intensi se hai giocato a tennis quanto basta per renderti conto che ciò che gli hai appena visto fare è impossibile. Gli esempi abbondano, e ognuno ha i suoi. Eccone uno. Finale degli U.S. Open 2005, Federer contro Agassi. Siamo agli inizi del quarto set, serve Federer; parte una serie di scambi piuttosto lunga, con il tipico schema a farfalla del moderno gioco d'attacco da fondocampo, Federer e Agassi si buttano a vicenda da una parte all’altra, cercando di chiudere il punto da fondo... finché». GIANRICO CAROFIGLIO La manomissione delle parole Ed. Rizzoli, 2010 pp. 189, € 13,00 Nato a Bari nel 1961, Gianrico Carofiglio è magistrato e scrittore. Nelle elezioni del 2008 è stato eletto senatore della Repubblica per il Partito Democratico. Ha esordito nella narrativa nel 2002 con il romanzo Testimone inconsapevole edito da Sellerio,), che ha aperto il filone del thriller legale italiano, raccontando le vicende dell'avvocato Guido Guerrieri. Il seguito esce l’anno dopo sempre da Sellerio con il titolo Ad occhi chiusi, che vince vari premi in Italia e viene eletto "il miglior noir internazionale dell'anno" da una giuria di librai e giornalisti in Germania. Seguono Il passato è una terra straniera (Rizzoli, 2004), Ragionevoli dubbi (Sellerio, 2006) e nel 2007 da Rizzoli Cacciatori nelle tenebre, una graphic novel, illustrata dai disegni del fratello, Francesco Carofiglio. Nel 2007 è stato pubblicato da Sellerio il saggio L'arte del dubbio, l’anno dopo il romanzo Né qui né altrove. Una notte a Bari (Laterza), nel 2009 Il paradosso del poliziotto presso Nottetempo e all’inizio del 2010 la quarta avventura dell'avvocato Guerrieri, Le perfezioni provvisorie, edito da Sellerio. Superpremiate e tradotte in molte lingue, le opere di Carofiglio sono state trasposte in film e fiction tv. Introduzione «Autocitarsi è un'operazione piuttosto inelegante, che di regola andrebbe evitata. In questo caso, però, la citazione del brano che segue, tratto dal romanzo Ragionevoli dubbi, è davvero indispensabile per spiegare la genesi di questo piccolo volume e il suo stesso titolo. A quell’ora – erano le undici – avrei trovato un solo posto dove comprare libri e fare anche due chiacchiere. “L’Osteria del caffellatte”, che nonostante il nome è una libreria. Apre la sera alle dieci e chiude la mattina alle sei. Il libraio – Ottavio – è un ex professore di liceo con l’insonnia cronica. Aveva tenacemente detestato il suo lavoro di professore per tutti gli anni in cui era stato costretto a farlo. Poi una vecchia zia, senza figli, senza altri parenti, gli aveva lasciato soldi e un piccolissimo palazzo in pieno centro. Pian terreno e due appartamenti, uno sull’altro. L’occasione della sua vita». NICCOLÒ AMMANITI Io e te Ed. Einaudi, Stile libero Big pp. 119, € 10,00 Nato Roma nel 1966, Niccolò Ammaniti ha pubblicato il romanzo Branchie (Editrice Ediesse 1994, poi Einaudi nel 1997), i racconti di Fango nel 1996 (Mondadori), altri racconti nelle antologie Gioventù cannibale (Einaudi, 1996) e Tutti i denti del mostro sono perfetti (Mondadori, 1997). Esce da Mondadori Ti prendo e ti porto via (1999) e da Einaudi Io non ho paura (2001). Torna da Mondadori con Come Dio comanda, vincitore del premio Strega (2006) e poi da Einaudi con Che la festa cominci (2009). « - Caffè? Una cameriera mi scruta da sopra la montatura degli occhiali. In mano ha un thermos argentato. Le porgo la tazza. – Grazie. Me la riempie fino al bordo. – E venuto per la fiera? Faccio segno di no con la testa. – Che fiera? – La fiera dei cavalli. Mi guarda. Si aspetta che le dica per quale ragione mi trovo a Cividale del Friuli. Alla fine tira fuori un blocchetto. – Che stanza, ha? Le mostro la chiave. – Centodiciannove. Si segna il numero. – Se vuole altro caffè lo può prendere da solo al buffet. – Grazie. – Dovere. Appena si allontana tiro fuori dal portafogli un biglietto piegato in quattro. Lo stendo sul tavolo. Lo ha scritto mia sorella Olivia dieci anni fa, il ventiquattro febbraio duemila. Io avevo quattordici anni e lei ventitre».