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Labirinto del silenzio parte prima
Quando i figli "giudicano" i padri Confronto tra generazioni nella Germania del miracolo economico La memoria negata dai padri ❖ Il silenzio come strategia ❖ La negazione: Auschwitz è una montatura inventata dai vincitori ❖ Ricordare non serve. Hitler è morto, la storia va avanti ❖ I nemici non sono i nazisti, ma i comunisti Il protagonista, un giovane avvocato, dovrà infrangere il muro di reticenze della generazione precedente. Il processo su Auschwitz è anche un conflitto generazionale ❖ Ben presto, però, il protagonista si rende conto che celebrare un processo contro i responsabili di Auschwitz comporta problemi inediti. A un certo punto sarà tentato di lasciare l'incarico. ❖ Innanzitutto, dal punto di vista giuridico. Non si può, come in un processo ordinario, risalire alla responsabilità individuale di singole persone. ❖ Nel caso di Auschwitz si deve parlare piuttosto di responsabilità collettiva, non solo delle alte gerarchie naziste e degli ufficiali delle SS che dirigevano i campi, ma di tutta la catena di comando fino ai gradi più bassi e, persino, dell'intero popolo tedesco, anche di coloro che pur sapendo sono rimasti indifferenti. Un'industria della morte programmata per lo sterminio su larga scala di milioni di esseri umani Tutti responsabili, un processo difficile • • • Una rete di migliaia di campi di concentramento tra loro collegati Coinvolgimento dell'industria tedesca Lo sfruttamento della forza lavoro era però subordinato allo sterminio Anni 50, miracolo economico e oblio I tedeschi degli anni Cinquanta non sono propensi a ricordare la storia recente. Il nazismo appartiene ormai al passato e nel frattempo si diffondono i valori del benessere materiale e del consumismo. Nessuno ha voglia di affrontare il tema della responsabilità collettiva, ci si chiude nel silenzio e si liquida frettolosamente l'accaduto. o M ag gi ol ACO LO o c i m o n eco in MIR ID N I D ABITU O M U S I CON STILI DI VITA Sim e im bo l i ma gin i L'oblio come condizione per ricostruire il paese, materialmente e simbolicamente Mettersi alle spalle la guerra Una figura radicata nell'immaginario collettivo è quella delle Trümmerfrauen, delle donne che nei mesi successivi alla fine del conflitto sgomberano le città tedesche dalle macerie dei bombardamenti. Sono il simbolo di una nazione amputata della propria storia che deve ripartire dalla fine. http://youtu.be/btc5ryG2TJQ La Germania processa se stessa per la prima volta ❖ Il processo su Auschwitz di Francoforte inizierà solo nel 1963 e si concluderà due anni dopo. Sono passati vent'anni dalla fine della guerra. ❖ C'era stato già il processo di Norimberga ai gerarchi nazisti, ma si era trattato di ben altra cosa. I tedeschi l’avevano vissuto più come un’imposizione, un'autocelebrazione dei vincitori, che non come una riflessione avviata dai tedeschi su se stessi. ❖ A Francoforte, invece, è la giustizia tedesca che processa la storia del proprio paese. Soltanto che avviene con un ritardo storico e soltanto grazie al ricambio generazionale. Norimberga e la rieducazione ❖ Il processo di Norimberga era parte di piano complessivo di rieducazione dei tedeschi voluto dagli angloamericani (reeducation) ❖ In origine gli alleati miravano a distruggere l'intero apparato industriale ed economico tedesco e a far regredire la Germania al livello di una società pre-industriale, per non doverne più temere la concorrenza. ❖ Poi prevale un altro indirizzo: la cancellazione delle strutture autoritarie e militaristiche che avevano condotto al nazismo; dall'altro lato, la riconversione della Germania agli ideali politici e filosofici delle democrazie occidentali. Il rifiuto di tutta la storia tedesca ❖ Questa politica di riconversione culturale, di un taglio chirurgico rispetto al passato e di un nuovo inizio viene però vissuta come un atto di prepotenza dei vincitori, un'intera missione in casa propria. ❖ Nei suoi esiti estremi, l'atteggiamento degli americani ha finito col produrre l'idea che tutta la storia della Germania fosse sbagliata e che il nazismo fosse il risultato necessario di tutta la storia precedente. Uno scritto del '59 scuote la cultura tedesca e apre una nuova fase nel dibattito sulla memoria Adorno, una pedagogia al posto del silenzio In Cosa significa elaborazione del passato Adorno sottopone a critica le strategie pubbliche e private di riflessione sul passato nazista La scuola di Francoforte L'istituto di ricerca sociale nasce nel 1924 per iniziativa di un gruppo di filosofi e studiosi di varie discipline. Adorno è tra i fondatori. La Scuola di Francoforte diventa il laboratorio filosofico della teoria critica, di un atteggiamento teorico e sperimentale che si richiama a Hegel, Marx e Freud Con l'ascesa al potere del nazismo la Scuola viene chiusa. Adorno, Horkheimer e altri lasciamo la Germania e si rifugiano negli Stati Uniti. Qui compiono ricerche sociologiche sulla formazione del "carattere autoritario" Dialettica dell'Illuminismo, 1947 Ragione e barbarie, i due poli della modernità Tra il 1939 e il 1944, durante l'esilio negli Stati Uniti, Adorno e Horkheimer scrivono una serie di saggi, poi pubblicati con il titolo Dialettica dell'Illuminismo. Tema centrale è «la conoscenza del perché l’umanità, anziché entrare in una condizione veramente umana, sprofondi in una nuova sorta di barbarie» e v o u N e m r fo di dominio Teoria critica o pessimismo? Il fallimento della civiltà occidentale La società moderna è incapace di opporre una resistenza efficace dinanzi alle nuove forme totalizzanti di dominio. Adorno e Horkheimer sottopongono a una critica radicale la ragione illuministica. Illuminismo, tecnica, positivismo • La civiltà occidentale è il risultato di una progressiva razionalizzazione. L'uomo interpreta il mondo per trasformarlo. • Il modello di razionalità che storicamente prevale, è la ragione strumentale: la tecnica, la quale riduce la natura a mezzo per soddisfare bisogni e fini • Il dominio della natura è quindi la condizione della civiltà occidentale • L'illuminismo decade a positivismo, distrugge i miti, i grandi orizzonti di senso e vede soltanto fatti isolati nella loro singolarità, all'interno di una prospettiva acritica e senza storia. I rapporti sociali esistenti sono considerati come necessari. Un mondo disincantato • Nonostante l'enfasi sulla libertà dell'individuo e sulla sua autonomia legislatrice (Kant), il soggetto moderno finisce per essere schiacciato dalla potenze della tecnica e dell'economia, da lui stesso prodotte. „L'illuminismo, nel senso più ampio di pensiero in continuo progresso, ha perseguito da sempre l’obiettivo di togliere agli uomini la paura e di renderli padroni. Ma la terra interamente illuminata splende all’insegna di trionfale sventura.“ – Adorno, Horkheimer „Il processo di disincanto, razionalizzazione, rischiaramento, civilizzazione, non si è svolto sotto il segno della realizzazione di quella felicità che, vista retrospettivamente, sembrava caratterizzare il mondo primitivo.“ – Adorno, Horkheimer Il cuore malato della civiltà In controtendenza rispetto alla visione dominante nel dopoguerra Adorno interpreta il nazismo non come una ricaduta della civiltà nella barbarie, ma come una sua eterogenesi. Una sorta di dialettica negativa avrebbe trasformato la ragione da strumento di emancipazione in strumento di dominio e il progresso tecnico-industriale in regressione umana e sociale. La Shoah è dunque una barbarie annidata nel cuore della civiltà stessa. Tutta la tradizione della filosofia, dell’arte e delle scienze illuministiche non è stata in grado di scuotere gli uomini e cambiarli. Tra pessimismo e impegno pedagogico ❖ Il benessere economico del dopoguerra è la molla materiale del desiderio collettivo di oblio ❖ «Ci si vuole liberare del passato: a buon diritto, perché non si può vivere nella sua ombra [...]; a torto, perché il passato da cui si desidera sottrarsi, vive ancora [...]. Le condizioni sociali che generarono il fascismo, sussistono ancora» ❖ Allo stesso tempo, Adorno postula un'etica del ricordo, una politica pubblica della memoria, una sorta di pedagogia istituzionale che entrerà negli anni successivi tra i valori ufficiali dello Stato tedesco Il cd del discorso radiofonico Cosa significa elaborazione del passato Una formula sospetta «Negli ultimi anni l'espressione "elaborare" (aufarbeiten) il passato è diventata sospetta. Con essa, nell'uso linguistico, non si intende che si vuole seriamente rielaborare (verarbeiten) l'accaduto. Al contrario, si vuole tracciare una linea e lavare via il passato dalla memoria» Rimozione e nevrosi, una patologia collettiva ❖ La psicanalisi come chiave di lettura ❖ Indubbiamente - sostiene Adorno - ci sono molti tratti nevrotici nella maniera di rapportarsi con il passato: reazioni di difesa ingiustificate, incapacità di provare affetti ed emozioni, rimozione, uso di eufemismi per riferirsi a eventi passati, afasia, zone d'ombra nel linguaggio Nevrosi: disturbi patologici della psiche, derivanti dalla rimozione o repressione di pulsioni e desideri, dal conflitto inconscio tra Super-Io e l'Es Senso di colpa e negazione della realtà ❖ I meccanismi più tipici ricordati da Adorno, segni di una ferita non rielaborata a livello psicologico Non sapevamo Al massimo sono stati gasati 5 milioni e non sei Auschwitz non è un orrore peggiore del bombardamento di Dresda Se gli ebrei sono finiti nei lager, devono aver fatto qualcosa Faust e la distruzione della memoria ❖ In realtà, aggiunge Adorno, non è corretto parlare di un processo inconscio. Il silenzio e l'oblio su Auschwitz sono scelte intenzionali ❖ Inoltre è fuorviante ridurre la questione a un problema psicologico. La psichiatria considera la colpa un sentimento patologico che, se non curato, crea nell'individuo un comportamento inadeguato, un'incapacità a vivere nella realtà, a causa del peso del passato. Così si distoglie l'attenzione dalla realtà di ciò che è accaduto, come se il problema fosse il sentimento di coloro che provano colpa. ❖ In nome di questo presunto realismo si giustifica la distruzione della memoria, la perdita della coscienza storica. «Meglio così, come se non fosse mai stato», sentenzia Mefistofele nel Faust di Goethe. Una democrazia ancora debole ❖ Più che una patologia psichica inconscia, l'oblio è una strategia consapevole che risponde a precise esigenze sociali. Lo spirito del tempo (Zeitgeist) si incarna nella maggioranza silenziosa, in una sorta di opinione non-pubblica, poco propensa a non sprecare energie in pensieri ritenuti inutili. ❖ Ma soprattutto l'allarme di Adorno riguarda lo stato ancora precario di una democrazia alla quale la Germania è arrivata con grande ritardo storico. Già la repubblica di Weimar aveva dimostrato questa debolezza. Anche dopo il '45 la democrazia è vissuta più come una imposizione dei vincitori che non come una cosa propria. I tedeschi l'accettano solo perché funziona, fintanto che favorisca l'interesse individuale, assicurando un certo benessere materiale. Ma non in nome dell'interesse comune. I fascismi sono nati in paesi giunti all'unificazione nazionale con grande ritardo storico I regimi autoritari come risposta alla crisi della politica Il ragionamento di Adorno: il fascismo è un rischio sempre latente; nella società moderna i cittadini non si riconoscono nelle istituzioni. La forza del fascismo consiste nell'offrire un surrogato di comunità, un legame di identificazione tra l'individuo e la collettività L'identificazione tra individuo e comunità La figura del capo Il potere di seduzione del fascismo non va sottovalutato. Il carattere autoritario dell'individuo moderno nasce proprio dalla sua debolezza di fronte ai processi sociali ed economici. Il consenso ai fascismi non nasce soltanto dalla paura, ma dal fatto che essi offrono una protezione contro la paura e la crisi economica. Dopo la fine del nazismo - sostiene Adorno - rimane un desiderio latente di ricostituire quel legame di identificazione con la comunità che esso aveva assicurato ai tedeschi. „Se la tanto menzionata elaborazione del passato non è fino ad oggi avvenuta, ma si è tramutata nella sua caricatura, il vuoto e freddo oblio, è perché continuano a sussistere le oggettive premesse sociali che generarono il fascismo.“ – Adorno, Cosa significa elaborazione del passato Adattarsi alla realtà, il germe totalitario L'attuale società continua a riprodurre, secondo Adorno, una mentalità autoritaria, perlomeno nel senso che assoggetta la maggioranza delle persone a un ordine economico, a una logica sociale sulla quale esse non hanno alcun potere. Se vogliono vivere, non resta loro altro da fare che adattarsi e rinunciare a quella soggettività autonoma alla quale la democrazia moderna tanto si appella. La necessità di doversi adattare e identificare con l'esistente, con il potere, genera il potenziale totalitario. Educazione alla democrazia ❖ Una pedagogia democratica deve contrastare la tendenza all'oblio riscontrabile soprattutto «nei genitori, che devono ascoltare dai loro figli le domande imbarazzanti su Hitler, alle quali rispondono, per lavarsi la coscienza, parlando degli aspetti positivi e del fatto che non era poi così tanto male». ❖ L'educazione civica, tanto disprezzata, se presa sul serio, può fare molto. Tuttavia, dato il potenziale oggettivo di una sopravvivenza del nazismo, essa raggiunge praticamente solo coloro che già risultano bendisposti e immuni dal fascismo. D'altra parte, non è inutile formare un'élite di educatori. ❖ Anche la psicanalisi, a lungo osteggiata proprio a causa dei pregiudizi antisemiti, può contribuire a spiegare le dinamiche profonde dei comportamenti collettivi. Se non altro può educare a non scagliare la propria ostilità verso gli altri, ma a riflettere su se stessi. Contro l'antisemitismo ❖ A poco vale rispondere con argomentazioni e fatti o «promuovendo incontri tra giovani tedeschi e giovani israeliani». «Si dà per scontato che l'antisemitismo abbia a che fare davvero con gli ebrei e che possa essere combattuto con esperienze concrete». In realtà, l'attenzione va rivolta a chi nutre «pregiudizi razziali». È in se stessi che va cercata la radice dell'antisemitismo. „Di Auschwitz non si deve solo parlare, ma anche insegnare. Si rende necessaria per il filosofo una pedagogia che organizzi l’agire e il pensare attorno alla necessità di favorire una presa di coscienza che muova dall’interiorità del soggetto. Solo così si può impedire il ripetersi della catastrofe, distogliendo gli uomini dal colpire verso l’esterno in assenza di qualsiasi riflessione su se stessi. Non una pedagogia qualsiasi, ma una pedagogia che avrebbe senso solo se fosse un’educazione all’autoriflessione critica fin dall’infanzia.“ – Adorno, L'educazione dopo Auschwitz „Se si vuole fare qualcosa di concreto contro il pericolo concreto del fascismo, non bastano solo le idee, neppure quelle di libertà e umanità, che certo non significano molto per gli uomini nella loro forma astratta. [...] Il metodo più efficace consiste nel richiamarsi ai loro interessi più immediati. [...] Si ricordi agli uomini la cosa più semplice: che il ritorno del fascismo produce guerra, sofferenza e privazioni.“ – Adorno, Cosa significa elaborazione del passato