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Alla scoperta del cielo
Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Alla scoperta del cielo Corso base di Astronomia di Enrico Bonfante – Planetario di Verona 1 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona 2 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Indice generale In viaggio nei cieli del giorno e della notte...........................................5 Vaste distanze e fenomeni incredibili............................................5 La sfera celeste, lo Zenit, e l'orizzonte..........................................5 Una panoramica del cielo...........................................................6 I pianeti del nostro sistema solare...............................................7 Il regno delle Stelle...................................................................8 "Siamo fatti di polvere di stelle"..................................................9 Oltre nostra Galassia................................................................10 Stelle luminose, costellazioni e Zodiaco..............................................11 Crepuscolo serale e mattutino...................................................11 L' aspetto delle Stelle...............................................................11 Le costellazioni........................................................................12 Come navigare in sicurezza nel cielo stellato...............................13 Costellazioni zodiacali..............................................................13 Il cielo osservato dal luogo in cui ci troviamo...............................15 Come e quando osservare le stelle più luminose...........................16 Osservare i pianeti e i loro moti..........................................................19 Il vagabondare dei pianeti........................................................19 Osservare i pianeti interni.........................................................20 Osservare i pianeti esterni........................................................21 Il moto retrogrado...................................................................21 Una panoramica dei pianeti esterni............................................22 I transiti di Mercurio e Venere...................................................24 La Luna, le fasi, e le eclissi..................................................................26 L'oggetto celeste più vicino a noi...............................................26 Le fasi lunari...........................................................................27 La posizione della Luna............................................................28 La Luna lungo l'eclittica............................................................29 La dimensione apparente della Luna...........................................30 Eclissi di Luna.........................................................................31 Satelliti, comete e meteore.................................................................33 Satelliti Satelliti Satelliti Satelliti artificiali.....................................................................33 in orbita bassa.............................................................34 in orbita media............................................................34 in orbita alta................................................................35 3 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Comete..................................................................................36 Meteore e “stelle cadenti”.........................................................37 Scrutare il cielo quando la notte si fa buia..........................................39 Grandi visioni nell'oscurità........................................................39 La luce zodiacale.....................................................................39 Gegenschein o counterglow.......................................................40 La Via Lattea..........................................................................40 Oggetti di Messier....................................................................42 Osservare nebulose e stelle con un binocolo................................42 Galassie visto con il binocolo.....................................................43 Oscurità.................................................................................44 La nostra connessione al cosmo.................................................45 Glossario.............................................................................................47 Software consigliati............................................................................55 Siti consigliati.....................................................................................55 Riferimenti..........................................................................................55 4 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona In viaggio nei cieli del giorno e della notte Lezione 1 Questo corso base di astronomia ci permetterà di affacciarci sull'Universo che ci circonda, sia vicino che lontano. Come vedremo nel corso, con i nostri occhi possiamo esplorare molti interessanti oggetti nel cielo senza l'aiuto di un binocolo o di un telescopio, e le nostre osservazioni possono essere ancora più gratificanti nel momento in cui riusciamo a comprendere il significato e l'origine fisica dei fenomeni scientifici a cui stiamo assistendo. In questa prima lezione, faremo un rapido viaggio nel cielo, partendo dagli oggetti e fenomeni più vicini a noi fino ai confini visibili dell'Universo in cui viviamo. Vaste distanze e fenomeni incredibili – L'osservazione del cielo (in inglese chiamata “skywatching”) comprende la visione di oggetti e fenomeni che si trovano in una gamma di distanze che è impressionante da considerare. – In una chiara, scura, notte senza Luna, possiamo scorgere ad occhio nudo (senza l'ausilio di strumentazione) anche la galassia di Andromeda. – Imparare ad osservare il cielo e a riconoscere le caratteristiche dei fenomeni a cui assistiamo, ci permette anche di apprezzare al meglio la bellezza di una cometa, di una meteora, e anche l'apparente banale fenomeno del crepuscolo. La sfera celeste, lo Zenit, e l'orizzonte – Quando guardiamo il cielo notturno, le stelle sembrano essere incastonate su una cupola, simile a quella che vediamo in un planetario. Questa cupola è chiamato la sfera celeste, e ruota intorno a noi man mano che la Terra compie la sua lenta rotazione attorno al proprio asse. – Lo zenit è definito come il punto nel cielo dritto sopra di noi, e l'orizzonte è il “luogo” dove la sfera celeste sembra toccare il terreno. La sfera celeste si divide naturalmente in due parti uguali: sopra e sotto 5 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona l'orizzonte. Una definizione più precisa direbbe che l'orizzonte è definito dalla retta tangente alla Terra nella direzione in cui stiamo osservando. – La distanza a cui noi vediamo l'orizzonte dipende dall'altezza da cui stiamo osservando. La distanza dell'orizzonte in miglia è pari a circa 1,2 volte la radice quadrata dell'altezza in metri (esempio: da un'altezza di 100 metri di quota, la linea d'orizzonte si trova a 12 miglia, ovvero 19 chilometri circa). – A molte persone, la sfera celeste appare schiacciata. Lo zenit sembra molto più vicino a noi rispetto l'orizzonte, anche se non è così! La cupola leggermente schiacciata che sembra avvolgere la nostra posizione altro non è che un'illusione. Non è vero che gli oggetti nel cielo sopra alle nostre teste sono vicini mentre quelli verso l'orizzonte sono lontani! Una panoramica del cielo – Il colore blu del cielo è causato dalla luce del Sole che viene in parte riflessa dalle molecole presenti nell'aria. La maggior parte dell'aria è molto vicina, entro pochi chilometri di distanza dalla superficie terrestre. Quasi tutta l'atmosfera, infatti, si trova entro un'altezza di circa 60 km dal suolo, e ¾ della massa (peso) dell'intera atmosfera è “condensata” nei soli primi 6 chilometri di altitudine. – La troposfera è la regione dell'atmosfera che si trova entro i primi 13km dalla superficie terrestre. La stratosfera è la regione che si trova tra i 13 e i 50 chilometri dalla superficie. Lo strato di ozono, che ci protegge dalle radiazioni ultraviolette del Sole, si trova in prossimità della parte superiore della stratosfera. – Lo strato successivo è la mesosfera, che arriva fino a circa 100 chilometri di quota, e oltre troviamo la ionosfera, che è parzialmente ionizzata e permeata dal campo magnetico terrestre. – Oggetti familiari, come le nuvole, gli aerei, gli arcobaleni e gli aloni solari, sono tutti fenomeni od oggetti che troviamo nel sottile strato della troposfera. Il fenomeno delle “stelle cadenti” si verifica invece nella mesosfera, mentre le luci del nord (conosciute meglio come aurore) si verificano nella ionosfera, mentre i satelliti artificiali si trovano tra la ionosfera superiore e la magnetosfera inferiore. – La Luna è un altro oggetto familiare nel cielo, e si trova a una distanza 6 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona media dalla Terra di 384.000 chilometri. Il Sole è invece a circa 150 milioni di chilometri di distanza, pari a circa 24.000 raggi terrestri (un raggio terrestre è circa 6200 chilometri). Questa distanza è nota anche come unità astronomica (UA) ed equivale alla distanza media tra la Terra e il Sole. – Il Sole è circa 390 volte più grande della Luna e 390 volte più lontano da noi rispetto al nostro satellite naturale. Questo incredibile coincidenza tra le dimensioni relative e le distanze è alla base del fenomeno incredibile delle eclissi totale di Sole. ATTENZIONE! È importante non guardare mai il Sole per più di una frazione di secondo tranne quando è completamente eclissato, o al massimo entro pochi secondi dal momento di totalità. Per osservare il Sole in modo sicuro si può ricorrere al vetro di schermatura presente ad esempio nelle maschere da saldatore o meglio ancora cercare un paio di occhiali per osservare le eclissi che tagliano il 99,999% di tutte le radiazioni che provengono dal nostro Sole. I pianeti del nostro sistema solare – Ad occhio nudo, i pianeti sembrano stelle. Ma i pianeti si muovono rispetto allo sfondo stellato con il passare del tempo, e se si ha familiarità con il cielo notturno, in particolare con le costellazioni zodiacali attraverso le quali sembrano vagabondare i pianeti, si può essere in grado di dire se una particolare stella sia o meno appartenente alla costellazione, e quindi se sia una stella o un pianeta. Quando si vede in cielo una stella molto luminosa che non appartiene alla figura della costellazione, probabilmente stiamo osservando un pianeta. – Anche se i pianeti sembrano puntiformi ai nostri occhi, molti veicoli spaziali ci hanno regalato visioni ravvicinati di questi mondi ed hanno ripreso immagini sorprendentemente dettagliate. Un'immagine di Giove ripresa dalla sonda Voyager ci ha mostrato come questi sia un gigantesco pianeta con un'atmosfera tumultuosa. – Allo stesso modo, le immagini ravvicinate degli anelli di Saturno ci hanno mostrato come questi siano costituiti da piccoli detriti, per lo più rocce e ghiaccio, probabilmente originate da una collisione tra lune o da una luna mai formatasi completamente. 7 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Il regno delle Stelle – Le stelle che noi vediamo come piccoli puntini di luce sono “Soli” molto distanti, grandi in genere come la nostra stella. Sembrano così piccoli e deboli perché sono incredibilmente lontano da noi. – La stella più vicina, Alpha Centauri, si trova a circa 270.000 UA di distanza (25 mila miliardi di miglia o 40 mila miliardi di chilometri). – Sirio, che si trova in basso a sinistra rispetto alla cintura del grande cacciatore Orione, è la stella più luminosa dell'intera volta celeste. La sua distanza da noi è circa il doppio rispetto a quella di Alpha Centauri. Betelgeuse, che della costellazione di Orione disegna la spalla sinistra, si trova invece a circa 150 volte la distanza di Alpha Centauri. – Nonostante si possa essere portati a pensare il contrario, la maggior parte delle stelle più luminose del cielo non si trovano vicine a noi, e la maggior parte le stelle più vicine a noi non appaiono particolarmente luminose. La luminosità percepita (o magnitudine apparente) di una stella è direttamente proporzionale alla sua luminosità intrinseca (o magnitudine assoluta) e inversamente proporzionale al quadrato della sua distanza da noi (legge dell'inverso del quadrato). – Si chiama legge dell'inverso del quadrato perché una certa quantità di luce emessa da un oggetto in ogni secondo si propaga su superfici sempre più ampie (che aumentano secondo il quadrato della distanza, ovvero al doppio della distanza iniziale la superficie illuminata sarà quattro volte maggiore). La stessa quantità di luce attraversa con il passare degli istanti una superficie sempre maggiore, e così facendo ogni unità di superficie riceve progressivamente una frazione sempre più piccola della luce emessa inizialmente (quindi al doppio della distanza la quantità di luce per unità di superficie sarà un quarto, al triplo sarà un nono, ecc...). – Per apparire brillante, una stella deve disporre di una elevata luminosità o deve essere ad una piccola distanza da chi la osserva, oppure una combinazione di queste due caratteristiche. Le stelle più vicine a noi tendono ad avere bassa luminosità. – Betelgeuse è un esempio di stella estremamente potente e luminosa. Si tratta di una stella massiccia che potrebbe effettivamente esplodere come supernova in qualsiasi istante: oggi o entro il prossimo milione di anni. – Le grandi distanze che ci separano dalle stelle non sono calcolate con i 8 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona nostri comuni chilometri o le unità astronomiche (che sono invece utili per misurare le distanze nel nostro Sistema Solare). Quando parliamo di stelle, l'unità di misura utilizzata è l'Anno Luce. Un anno luce è una unità di misura di distanza, ed equivale alla distanza percorsa da un oggetto che viaggia alla velocità della luce nell'arco di tempo di un anno. La velocità della luce è pari a circa 300.000 km al secondo. Per ottenere un anno luce in km dobbiamo moltiplicare questa distanza per 60 (ottenendo i km per corsi in un minuto), per altri 60 (otteniamo quelli percorsi in un'ora), per altri 24 (otteniamo i km percorsi in un giorno) ed infine per 365,25 (e otteniamo i km percorsi in un anno). Da questo calcolo otteniamo che un anno luce è circa 9.500 miliardi di km. – Quando guardiamo stelle che si trovano a centinaia o addirittura a migliaia di anni luce di distanza, stiamo compiendo un viaggio di centinaia o di migliaia di anni nel passato. Anche il nostro Sole lo vediamo com'era in passato, ma facciamo un viaggio di soli 8.3 minuti indietro ne tempo (tanto impiega la luce dal nostro Sole ad arrivare a noi sulla Terra). – Polaris, la famosa Stella Polare, si trova a circa 430 anni luce di distanza, mentre Betelgeuse è a circa 640 anni luce di distanza. È compito non semplice, tuttavia, per gli astronomi determinare le distanze delle stelle in modo preciso. – V762 nella costellazione di Cassiopea è la stella più distante nella nostra galassia, la Via Lattea, che possiamo vedere ad occhio nudo in una buia e limpida notte senza luna. Si trova a circa 16.000 anni luce di distanza. – Quando le stelle esplodono, queste esplosioni sono talmente potenti da rendere visibili ad occhio nudo queste stelle anche a distanze di oltre 100.000 anni luce. "Siamo fatti di polvere di stelle" – Le analisi dei resti di supernova rivelano che gli elementi più pesanti nella chimica (vedi ad esempio la tavola periodica degli elementi di Mendeleev), come il calcio nelle ossa e il ferro presente nei globuli rossi del nostro sangue, sono state prodotte da esplosioni di stelle avvenute molto, molto tempo fa e poi incorporate per formare il nostro Sistema Solare circa 4,5 miliardi di anni fa. – Come hanno fatto i gas chimicamente arricchiti ottenuti dalle esplosioni 9 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona di generazioni precedenti di supernovae ad essere incorporati in nuovi sistemi planetari e nella vita stessa? Si sono raccolte in nubi giganti chiamati nebulose, e queste attraverso un collasso gravitazionale, sono andate a formare nuove stelle e pianeti. La nebulosa di Orione è un esempio di incubatrice di stelle. – Il prodotto finale del collasso gravitazionale di gas in una nebulosa è un ammasso stellare aperto. Questo è un gruppo debolmente legato di qualche centinaio o al massimo di qualche migliaio di stelle, generalmente di forma un po' irregolare. Un grande e conosciuto esempio è l'Ammasso Aperto delle Pleiadi, chiamato anche “delle Sette Sorelle”. Oltre nostra Galassia – L'enorme luminosità di intere galassie di stelle permette di rendere visibile alcune altre galassie in notti particolarmente buie e con cielo limpido, anche ad occhio nudo senza l'aiuto di strumenti. Le Nubi di Magellano, ad esempio, sono galassie nane, satelliti della Via Lattea. – Nell'emisfero settentrionale, possiamo vedere la galassia di Andromeda, che è ancora più lontana delle Nubi di Magellano. incredibile pensare di riuscire a vedere ad occhio nudo questa galassia che si trova a ben 2,5 milioni di anni luce di distanza da noi. – Se siamo incredibilmente fortunati, potremmo riuscire ad osservare ad occhio nudo o eventualmente con un binocolo un oggetto che si trova a diversi miliardi di anni luce di distanza: il cosiddetto lampo di raggi gamma (GRB, gamma ray burst). Questo evento rappresenta un particolare tipo di morte di una stella massiccia, dove potenti getti di materia e di radiazione ad alta energia vengono espulsi e può capitare che siano indirizzati verso la nostra direzione. – Come vedremo in lezioni successive, se espandiamo la nostra visione alla lunghezze d'onda delle onde radio, possiamo anche vedere il bagliore residuo del Big Bang, la violenta, calda, densa nascita dell'Universo, in quella che viene chiamata radiazione cosmica di fondo (CMBR, cosmic microwave background radiation). 10 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Stelle luminose, costellazioni e Zodiaco Lezione 2 In questa lezione, ci addentreremo nella notte, il dominio delle tenebre punteggiato da stelle. Esploreremo alcune delle costellazioni più note, impareremo un po' di consigli su come possiamo orientarci nel cielo notturno, e scopriremo quando e dove si possono ammirare le stelle più luminose. Crepuscolo serale e mattutino – Il crepuscolo serale (tramonto) e il crepuscolo mattutino (alba) si verificano quando il Sole è completamente sotto l'orizzonte ma riesce a far risplendere parti visibili dell'atmosfera. – Il crepuscolo civile è l'intervallo tra il tramonto e il momento in cui il centro geometrico del Sole si trova 6 gradi sotto l'orizzonte. Il crepuscolo nautico è il momento in cui il Sole si trova tra i 6 e 12 gradi sotto l'orizzonte. E il crepuscolo astronomico si verifica quando il Sole è tra i 12 e 18 gradi sotto l'orizzonte. – La fine del crepuscolo civile è spesso detto essere circa 30 minuti circa dopo il tramonto, ma la durata effettiva dipende dalla latitudine dell'osservatore e dal periodo dell'anno in cui ci troviamo. – Ai tropici, il Sole tramonta quasi verticalmente, e la transizione tra giorno e notte richiede un periodo di tempo minore. Alle alte latitudini, il Sole tramonta lungo un percorso che è molto meno verticale, si muove lungo un angolo molto stretto rispetto all'orizzonte e così il crepuscolo dura più a lungo. – La durata di tramonto e alba sono anche legati alle stagioni, e questi effetti sono più marcati man mano che ci allontaniamo dall'equatore. L' aspetto delle Stelle – Gli astronomi usano il termine magnitudine apparente per quantificare la luminosità visuale apparente di una stella. Una stella di prima magnitudine è 100 volte più luminosa di una stella di sesta magnitudine 11 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona (la magnitudine segue una scala logaritmica). – Sirio, la stella più luminosa dell'intera volta celeste, visibile nelle notti invernali, ha un magnitudine di -1.4. Nella costellazione di Orione, Rigel ha una magnitudine di 0,12, mentre Betelgeuse ha una magnitudine circa di 0,5, e le tre stelle della cintura sono attorno alla 2^ magnitudine. – Le stelle luminose non sono necessariamente fisicamente più grandi delle stelle deboli, ma sembrano più grande ai nostri occhi e nelle fotografie a causa di un effetto chiamato irradiazione. Luce che colpisce la retina dell'occhio, l'emulsione fotografica o il sensore della macchina digitale, è disseminata in una zona attorno al punto in cui l'immagine è stata focalizzata, stimolando una più ampia zona di cellule retiniche (o chi per esse) e rendendo la fonte di luce più grande. – La forma stellare di una stella è generata da un aspetto fisico del nostro occhio: durante la notte, la pupilla si dilata per raccogliere più luce, e una parte della luce entra dalla zona in prossimità dei bordi esterni della pupilla, dove troviamo le fibre muscolari che servono proprio alla dilatazione e che conferiscono una forma irregolare a questo bordo, fatto che produce una forma distorta dell'immagine della stella stessa. Se avessimo pupille con bordi perfettamente circolari nei nostri occhi, le stelle avrebbero la forma di piccoli dischi e non appunto a “stella”. – Nel caso di fotografie fatte con un telescopio a riflessione (quindi dotato di specchi), le punte dalle stelle sono date dal modello di diffrazione che si va a formare quando la luce da una sorgente puntiforme viene “piegata” attorno alle aste che supportano lo specchio secondario. Le costellazioni – Le costellazioni sono figure o gruppi di stelle specifici. Nella maggior parte dei casi, le stelle di una data costellazione si trovano a distanze molto diverse rispetto a noi che le stiamo osservando, non sono quindi fisicamente legate le une alle altre, e di fatto non formano un insieme vero e proprio. – Alcune figure di stelle sono facilmente riconoscibili, ma non sono costellazioni in senso stretto. Questi sono chiamati asterismi, figure solitamente di forma geometrica e molto semplici da osservare nel cielo. Il famoso Grande Carro, per esempio, è un asterismo all'interno della costellazione dell'Orsa Maggiore. 12 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia – Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Anche se le stelle si muovono le une rispetto alle altre all'interno della nostra galassia, la Via Lattea, questi movimenti sono così lenti rispetto alle grandi distanze che ci separano da loro da far si che nell'arco della nostra vita la forme di queste costellazioni (e asterismi) non riescano a cambiare in modo sensibile. Come navigare in sicurezza nel cielo stellato – Ci sono vari strumenti che ci permettono di “navigare” in sicurezza in un cielo stellato: gli atlanti stellari, i planisfero, gli astrolabi, e anche alcuni software per computer e smartphone. Ma anche le stesse costellazioni sono utili per orientarci in una notte stellata. – Se viviamo a circa 45 gradi di latitudine nord, come Verona, la Polaris, la Stella Polare, si troverà sempre a 45 gradi di altitudine sopra l'orizzonte. La figura del Grande Carro sarà sempre sopra l'orizzonte, anche se in alcuni casi lambirà l'orizzonte (sempre che abbiamo un orizzonte sgombro da ostacoli in direzione nord!). – Un altro modo per orientarsi è quello di trovare la costellazione di Cassiopea (figura che forma una W, una M, un 3 o una E a seconda di come è ruotata nel cielo) che sarà più alta nel cielo a mezzanotte nei primi giorni di ottobre e in prima serata a metà dicembre. Questa costellazione si trova dalla parte opposta al Grande Carro rispetto alla Stella Polare (che sarà in mezzo alle due figure). – A mezzanotte alla fine di giugno o nella prima parte della sera nel mese di agosto, saranno alte nel cielo sia l'Orsa Maggiore che Cassiopea, rispettivamente a sinistra e destra rispetto a Polaris (la Stella Polare). Solo però con un cielo sufficientemente scuro si può trovare il Piccolo Carro (le cui stelle sono anche la figura completa della costellazione dell'Orsa Minore), e sarà anche possibile vedere le stelle principali della costellazione del Dragone. Costellazioni zodiacali – Come detto in precedenza, noi possiamo vedere gli altri pianeti del Sistema Solare mentre vagabondano tra una serie di costellazioni ben conosciute: le costellazioni zodiacali. Queste sono anche le costellazioni attraversate dal Sole man mano che la Terra compie il suo 13 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona moto di rivoluzione (la sua orbita, in 365,25 giorni). Il percorso preciso che segue il Sole nel cielo è chiamato eclittica. – I pianeti nei loro movimenti attorno al Sole non seguono esattamente l'eclittica (per noi che li osserviamo dalla Terra) perché i loro piani orbitali sono leggermente inclinati rispetto alla nostra orbita, e praticamente ogni pianeta ha una inclinazione del piano orbitale differenze. Così, i pianeti si trovano in una fascia leggermente più ampia di cielo: questa zona di cielo a cavallo dell'eclittica viene chiamata Zodiaco. – Le costellazioni zodiacali sono ufficialmente 12, nonostante il Sole e alcuni pianeti attraversano anche la costellazione di Ofiuco, il Portatore del Serpente. – Le costellazioni zodiacali sono fondamentali per l'astrologia. L'oroscopo tradizionale è diviso in 12 segni di uguale dimensione, 30 gradi di cielo ciascuno, ma questi sono solo simbolici rispetto alle costellazioni a cui sono associati, dato che le dimensioni di cielo coperte dalle varie costellazioni zodiacali sono ben diverse da segno a segno. – Molte delle costellazioni zodiacali non sono particolarmente evidenti nel cielo. In realtà, solo cinque di loro hanno una stella con una magnitudine maggiore (quindi valore inferiore) di 1,5. – Le costellazioni sono 88 in tutto e ricoprono l'intera volta celeste, sia dell'emisfero nord che di quello sud. Di queste, la maggior parte (le 12 dello zodiaco e le 36, oggi 38, costellazioni elencate da Tolomeo) arriva a noi dalla cultura e mitologia greca, anche se spesso gli stessi greci hanno ereditato tali costellazioni da culture precedenti. – Non è possibile inoltre osservare tutte le costellazioni in un determinato momento della notte o in uno specifico periodo dell'anno. Questo sia perché non tutto il cielo è visibile da ogni punto della Terra (alcune zone non saranno mai visibili perché sempre sotto il livello dell'orizzonte), sia perché una parte del cielo (variabile con il passare dei giorni) sarà invisibile perché immersa nel chiarore del cielo diurno. L'unico luogo da cui, nell'arco di un anno, possiamo ammirare l'intero insieme di costellazioni è l'equatore, dove tutte le stelle, prima o poi, sorgeranno e tramonteranno, e nessuna stella sarà sempre sopra il livello dell'orizzonte (circumpolare). 14 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Il cielo osservato dal luogo in cui ci troviamo – Come accennato nella Lezione 1, le stelle sono molto lontane e sembrano essere "incollate" ad una cupola che ci circonda - la sfera celeste. – l poli nord e sud celesti sono situati dove l'estensione dell'asse di rotazione terrestre interseca la sfera celeste. L'equatore celeste è l'equatore della Terra proiettato verso l'esterno sulla sfera celeste. – Se abbiamo un orizzonte libero e senza inquinamento luminoso, in qualsiasi momento possiamo ammirare metà della sfera celeste, dato che le stelle sono molto più lontane in relazione alle dimensioni della Terra. Non saremmo in grado di osservare metà della sfera celeste se questa fosse più vicina a noi. – Man mano che la Terra ruota attorno al proprio asse, noi vedremo le stelle sorgere a est, attraversare il cielo culminando a sud, e tramontare a ovest, proprio come fa il Sole. La sfera celeste sembra ruotare attorno alle nostre teste, ma questo è un moto apparente, dato che in realtà è la Terra che sta ruotando. – L'altezza della Stella Polare sull'orizzonte è pari alla latitudine di chi la osserva sulla Terra. Se fossimo al Polo Nord, la Stella Polare (Polaris) sarebbe esattamente sopra alla nostra testa (allo zenit); se fossimo invece all'equatore, la Polaris sarebbe al livello dell'orizzonte. – Le stelle che sono sempre visibili sopra l'orizzonte durante tutte le notti dell'anno (e che sarebbero visibili anche di giorno se il cielo fosse buio) sono dette circumpolari, perché si trovano sufficientemente vicine al polo nord celeste da non sorgere e tramontare mai dalla latitudine dell'osservatore. Se siamo al Polo Nord, tutte le stelle risultano essere circumpolari e mantengono sempre la stessa altezza sull'orizzonte. – Al Polo Nord, lo zenit coincide con il polo nord celeste, e l'equatore celeste si trova all'orizzonte. Il polo sud celeste è direttamente sotto di noi, molto al di sotto dell'orizzonte. Dal polo nord non possiamo osservare nessuna stella dell'emisfero sud perché sono sempre sotto l'orizzonte. – Se ci troviamo in piedi sulla linea dell'equatore, vedremmo le stelle alzarsi perpendicolarmente dall'orizzonte orientale, disegnare un arco nel cielo, e tramontare perpendicolarmente rispetto all'orizzonte occidente. – Dall'equatore terrestre, nessuna stella risulta essere circumpolare. I poli celesti all'equatore si trovano adagiati sull'orizzonte perfettamente a nord 15 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona e sud. Nel corso delle 24 ore del ciclo giorno/notte, se fossimo all'equatore, vedremmo transitare sopra alle nostre teste tutta la volta celeste, ma solo circa la metà questa sarebbe osservabile in orario notturno. – Da una latitudine intermedia sulla Terra, 45 gradi a nord, come Verona, le stelle sorgono inclinate rispetto all'orizzonte orientale, e tramontano inclinate in quello occidentale. La nostra visione del cielo notturno quindi dipende notevolmente dalla nostra latitudine sulla sfera terrestre e dal momento della notte in cui noi stiamo osservando. – Un altro fattore determinante per quello che possiamo osservare nel cielo è il mese, dato che la porzione di cielo verso cui è rivolto il nostro pianeta durante le ore notturne cambia continuamente. – Supponiamo di essere in prossimità dell'equatore terrestre a mezzanotte nel mese di Dicembre: vedremo Orione sopra alle nostre teste, perché lo zenit è nella direzione della costellazione di Orione. Ma ora di Marzo, la Terra si sarà spostato nella sua orbita attorno al Sole, e a mezzanotte, lo zenit è sarà nella direzione della costellazione della Vergine. – La combinazione del moto di rotazione e del moto di rivoluzione (la sua orbita attorno al Sole) della Terra comporta che una data costellazione, se osservata in prossimità dell'equatore, sorge o tramonta con circa 2 ore di anticipo man mano che passano i mesi. Come e quando osservare le stelle più luminose – Dalle prime serate di Aprile fino a Settembre, se si segue la curva del manico del Grande Carro verso l'esterno di quasi il doppio della sua lunghezza, incontriamo la luminosa stella di colore rosso-arancione chiamata Arcturus (Arturo). Risplende con una magnitudo di -0,04, ed è la stella più luminosa a nord dell'equatore celeste e la quarta più brillanti di tutto il cielo. – Se si continuiamo l'arco oltre Arcturus, prolungandolo di una distanza simile, troveremo Spica, una stella di 1^ magnitudine, nella costellazione della Vergine. La possiamo vedere da primavera fino ad Agosto. – Nelle prime sere di Primavera, Spica è un buon punto di partenza per cercare altre costellazioni zodiacali aventi almeno una stella luminosa. Immediatamente a ovest della Vergine c'è la costellazione del Leone, 16 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona con la brillante stella Regulus (Regolo) di magnitudine 1,35. Più a ovest, oltre la costellazione di Orione, si trova l'occhio del Toro, ovvero la stella di 1^ magnitudine Aldebaran, una gigante rossa ancora più grande di Arcturus (Arturo). – A est della Vergine troviamo invece la Bilancia, quindi lo Scorpione, che ha la rossastra stella di prima grandezza Antares come cuore. Una supergigante rossa ancora più grande è la rossa stella Betelgeuse, con un diametro pari a circa 1100 quello del Sole. – La stella biaco-blu Rigel, disegna il piede sinistro di Orione, è la settima stella più luminosa del cielo, con una magnitudine di 0,12. Nel suo complesso, la costellazione di Orione è la più luminosa del cielo, ma è più visibile dalle prime sere di Dicembre ad Aprile. – La cintura di Orione punta verso l'alto all'incirca verso Aldebaran, e continuando lungo quella stessa linea, si raggiungono le Pleiadi, chiamate anche le Sette Sorelle. – In alto a sinistra rispetto ad Aldebaran e alle Sette Sorelle troviamo la giallastra stella Capella, la sesta stella più luminosa nel cielo notturno e il terzo astro più luminoso nell'emisfero settentrionale. – Estendendo la cintura di Orione verso sud-est, arriviamo invece a Sirio, la stella più brillante di tutto il cielo, appartenente alla costellazione del Cane Maggiore, con una magnitudine di -1.4. Nelle vicinanze si trova Procione, nella costellazione del Cane Minore, splendente di magnitudine 0,34, ottava stella più luminosa nel cielo. Betelgeuse, Sirio e Procione formare quello che viene talvolta chiamato il Triangolo d'Inverno (un asterisma). – Il Triangolo Estivo (asterisma) è costituito invece da Vega, Altair e Deneb. Vega è la quinta stella più luminosa nel cielo e la seconda più brillante dell'Emisfero Nord. Si trova nella costellazione della Lyra (l'Arpa suonata da Orfeo). – Se ci troviamo vicino all'equatore o nell'emisfero meridionale tra Marzo e Luglio, è possibile ricercare la Croce del Sud (che aiuta ad identificare la direzione sud). Ad est di essa troviamo le luminose stelle Alpha e Beta Centauri. – Molte delle stelle luminose nel cielo brillano con luce tremolante. Come sappiamo, l'aria devia o rifrange la luce delle stelle. A causa della turbolenza atmosferica, questa rifrazione varia nel tempo, facendo quindi variare la quantità di luce che colpisce l'occhio: è questa continua 17 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona variazione che origina l'effetto di scintillio che vediamo nelle stelle. – Le stelle vicine all'orizzonte tendono ad avere una luce più tremolante rispetto a quelle più alte nel cielo perché la luce deve attraversare uno strato di atmosfera superiore e la turbolenza dell'aria è maggiore più vicino all'orizzonte. Stelle molto luminose, come Sirio, possono sembrar anche cambiare colore man mano che tremola la loro luminosità. 18 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Osservare i pianeti e i loro moti Lezione 3 Nell'ultima lezione, abbiamo parlato della sfera celeste e abbiamo esplorato le stelle del cielo notturno, ma alcuni oggetti che a prima vista possono sembrare delle comuni stelle sono in realtà pianeti del nostro sistema solare che orbitano, come la Terra, attorno al Sole. In questa lezione, faremo un viaggio tra i pianeti interni ed esterni e impareremo come i transiti dei pianeti possono aiutarci a trovare un mondo che potrebbe sostenere la vita all'interno della nostra Galassia. Il vagabondare dei pianeti – I pianeti lentamente vagano davanti alla cosiddetta sfera delle stelle fisse, che disegnano le costellazioni. – Dal momento che le posizioni dei pianeti cambiano, potrebbe non essere cosa complicata l'identificarli nella notte. Ma i loro movimenti spesso sono molto lenti e questo compito potrebbe invece non essere così semplice. Inoltre, ad occhio nudo, i pianeti sono molto simili alle altre stelle. Così una buona conoscenza delle figure delle costellazioni può aiutare ad identificare quali siano gli “intrusi” e, spesso, questi intrusi sono proprio i pianeti. – Se pensiamo di aver individuato un pianeta, è possibile verificare la nostra ipotesi consultando una mappa stellare, un planisfero, un software dedicato alla rappresentazione del cielo o le tabelle rintracciabili online sulla posizione dei pianeti con il passare del tempo. – Il presunto pianeta dovrebbe inoltre cambiare la sua posizione tra le stelle nel corso di pochi giorni, poche settimane o al massimo qualche mese. Se scattiamo fotografie del cielo in serate successive, possiamo evidenziale l'eventuale movimento dell'oggetto celeste rispetto alle altre stelle nelle sue vicinanze. – Un'altra buona regola per distinguere i pianeti è la seguente: se la sua luce è meno tremolante delle altre stelle di intensità simile che si trovano approssimativamente alla stessa altezza sull'orizzonte, allora è probabile che sia un pianeta. La luce riflessa dal disco del pianeta non è 19 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona puntiforme come nel caso delle stelle (che seppur molto più grandi dei pianeti, si trovano però a distanze “astronomicamente” superiori), e così risulta più stabile rispetto a quella delle stelle. Ma quando l'aria è molto turbolenta, anche i pianeti manifestano questo scintillio. – Un altro suggerimento per ricercare i pianeti è dato dal fatto che alcuni di essi possono essere molto più luminosi delle stelle. In effetti, la prima "stella" che si vede di notte è frequente Venere, che brilla a una magnitudine di circa -4, risultando l'oggetto naturale più luminoso del cielo notturno dopo la Luna. – Se vedete una stella ad una altezza inferiore ad uno o due gradi sopra l'orizzonte, è probabile che sia un pianeta, dato che nessuna stella è così luminosa da essere visibile ad occhio nudo vicino all'orizzonte, dove l'atmosfera attenua la luce in modo significativo. Osservare i pianeti interni – La visibilità di un pianeta di notte dipende molto dal fatto che il pianeta sia all'interno o all'esterno dell'orbita terrestre (quindi più vicino o più lontano dal Sole rispetto a noi). I pianeti interni appaiono sempre relativamente vicini al Sole, mentre i pianeti esterni possono essere molto lontani da esso. – Mercurio, per esempio, è piuttosto difficile da osservare dalla Terra a causa della sua apparente vicinanza al Sole. Mercurio inoltre è troppo debole per essere osservabile quando il Sole è alto, e cala sotto l'orizzonte subito dopo il tramonto o sorge poco prima dell'alba. Ed anche con un orizzonte libero e scuro, Mercurio non potrà mai essere osservato attorno alla mezzanotte, in quanto non è assolutamente possibile che si trovi dalla parte opposta del Sole rispetto alla Terra. – Mercurio solitamente si alza poco sopra all'orizzonte, e diventa visibile solo all'interno della luce crepuscolare, fatto che attenua notevolmente la sua luminosità e quidi la sua visibilità. Malgrado la sua magnitudine vari tra 2.7 e -1.4, in realtà è molto difficile da osservare quando è più debole della magnitudine 0. – Per aumentare le possibilità di osservare Mercurio, bisogna aspettare fino a quando non raggiunge una grande separazione angolare dal Sole. Di sera, intorno al periodo dell'equinozio di primavera, l'eclittica è più inclinata rispetto l'orizzonte, e Mercurio potrà apparire più in alto nel cielo sopra al Sole. 20 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia – Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Come Mercurio, anche Venere è un pianeta interno, ma è molto più facile da vedere. In realtà, con una magnitudine di -4, è l'oggetto più luminoso nel cielo dopo il Sole e la Luna. Venere può raggiungere una distanza dal Sole di circa 46 gradi, rendendosi quindi visibile fino ad alcune ore dopo tramonto a ovest o prima dell'alba a est. Osservare i pianeti esterni – I pianeti esterni rimangono alti più a lungo nel cielo notturno nei giorni in cui si trovano in opposizione, ovvero quando il Sole e il pianeta sono su lati opposti della Terra e quindi quando il pianeta si trova alla sua minima distanza dal globo terrestre. Quando un pianeta è in opposizione, lo vedremo sorgere ad est al tramonto del Sole, culminare alto nel cielo a sud a mezzanotte, e tramontare ad ovest intorno al sorgere del Sole. – Di solito è più facile vedere i pianeti esterni da 1 a 3 mesi dopo l'opposizione, quando la parte di cielo in cui si trovano sorge prima nella notte perché la Terra si è spostata lungo la sua orbita attorno al Sole. Così sono già abbastanza alti nel cielo orientale in prima serata, e calano solo poche ore dopo la mezzanotte. – Più lontano un pianeta si trova dall'opposizione, minore sarà il tempo in cui rimarrà visibile nel cielo notturno. Quando il pianeta si trova nella stessa direzione del Sole, solo di poco spostato da esso, potrebbe essere visibili solo per 1 o 2 ore dopo il tramonto o prima dell'alba. – Quando un pianeta esterno è nella stessa direzione del Sole e si trova dietro di esso, si dice che è in congiunzione con il Sole e non risulta visibile dalla Terra. Il più delle volte, il disco del pianeta non si troverà nascosto dal disco solare, dato che il piano orbitale della Terra non è esattamente uguale a quella degli altri pianeti, ma sarà comunque invisibile perché immerso nel bagliore del Sole durante il giorno. Il moto retrogrado – Il fenomeno del moto retrogrado è abbastanza ovvio per i pianeti esterni in opposizione. Ciò si verifica quando un pianeta sembra andare alla deriva lentamente tra le stelle da est a ovest, piuttosto che seguire il normale moto progrado con direzione da ovest a est. 21 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona – A causa della rotazione terrestre attorno al proprio asse, tutti i pianeti sembrano sorgere da est e tramontare ad ovest nell'arco delle 24 ore. Se confrontiamo la posizione di un pianeta rispetto alle stelle di sfondo in un periodo di un paio di settimane, vedremo che per la maggior parte del tempo, il pianeta si muoverà lentamente da ovest a est. – Tuttavia ogni anno, per un determinato periodo di tempo, i pianeti invertono tale movimento e si spostano da est a ovest. Questo movimento retrogrado causato dalla differente velocità dei singoli pianeti lungo le loro orbite, che determina un cambio di prospettiva tra di essi. – Prendiamo come esempio Marte. Se consideriamo un periodo in cui Marte si muove lungo la sua orbita quasi perpendicolarmente al moto della Terra, noi vedremo che la proiezione di Marte sullo sfondo stellato si muove da ovest a est. Ma quando Marte è vicino all'opposizione, la Terra lo sta raggiungendo e superando, e quindi la proiezione di Marte sullo sfondo stellato sembra andare alla deriva e tornare indietro lungo il percorso che aveva appena effettuato, dando origine al moto retrogrado. Facendo passare un altro po' di tempo, la Terra torna a muoversi con moto approssimativamente perpendicolare rispetto a Marte, e così la posizione apparente di Marte torna ad avanzare con moto progrado. Il percorso complessivo è un anello o una figura a Z storta nel cielo a causa dell'inclinazione rispettiva dei piani orbitali. – Il moto retrogrado si verifica anche per i pianeti interni durante il passaggio tra la Terra e il Sole. più difficile da rilevare, tuttavia, perché i pianeti sono vicino al Sole e le stelle di confronto non sono così facilmente visibili nel cielo ancora illuminato dalla luce crepuscolare. Una panoramica dei pianeti esterni – Marte è il primo pianeta oltre l'orbita della Terra, e si trova ad una distanza di 1,5 UA dal Sole. Dal momento che si muove rapidamente e la sua luminosità apparente varia enormemente in relazione alla sua distanza dalla Terra, Marte può essere il pianeta esterno visibile ad occhio nudo più difficile da individuare. Quando si trova in opposizione, Marte è molto vicino alla Terra e mostra il suo disco interamente illuminato dalla luce solare: in tali circostanze può diventare molto luminoso, con una magnitudine che può giungere anche a -2.7. Ma a causa del moto combinato della Terra e di Marte, l'opposizione si verifica solo ogni due anni. – Mercurio, Venere e Marte sono chiamati i pianeti terrestri perché sono 22 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona relativamente piccoli e rocciosi, con un nucleo di ferro. La loro struttura di base è simile a quella della Terra. I pianeti Giove, Saturno, Urano, e Nettuno sono invece chiamati pianeti gioviani. Essi sono molto più grandi e sono costituiti prevalentemente da gas, masse liquide e, nel caso di Urano e Nettuno, ghiaccio. – Giove è di gran lunga il più grande e più massiccio pianeta del Sistema Solare. La sua distanza dalla Terra varia da circa 4 UA quando è in opposizione a 6 UA quando invece si trova in congiunzione. È molto luminoso nel cielo, con una magnitudine che varia da -2.5 (opposizione) a circa -1.5. Il periodo orbitale di Giove è di 12 anni; in media, si muove verso est attraversando una costellazione zodiacale all'anno. – Dopo Giove incontriamo Saturno. È famoso per i suoi anelli, costituiti da blocchi di roccia, polveri e blocchi di ghiaccio, che sembra si siano formati dalla collisione di due lune o forse da una luna che non si è mai completamente formata. La magnitudine apparente di Saturno varia da circa -0.3 a 1.3, e la sua distanza dalla Terra varia da circa 9 UA in opposizione a 11 UA in congiunzione. Il periodo orbitale di Saturno è di quasi 30 anni, quindi si muove verso est attraversando una costellazione zodiacale ogni 2,5 anni circa. – Urano è il settimo pianeta come distanza dal Sole, e si trova a circa 20 UA dalla nostra stella. Ha una luminosità di circa 5.5-6 magnitudini, risultando appena percettibile ad occhio nudo. Urano impiega 84 anni per orbitare intorno al Sole, quindi, in media, rimane in una determinata costellazione zodiacale per circa 7 anni. – Nettuno, l'ottavo pianeta, è a circa 30 UA di distanza dal Sole e si trova nella zona più esterna e fredda del Sistema Solare. Nettuno si intravede attraverso un buon binocolo, se si sa esattamente dove cercarlo. La sua magnitudine rimane pressoché stabile a circa 7.8. Con un periodo orbitale di circa 165 anni, Nettuno trascorre quasi 14 anni in una determinata costellazione zodiacale. – Plutone non è più considerato un vero pianeta, perché si trova nella Fascia di Kuiper, una zona ricca di corpi celesti analoghi all'ex pianeta. La sua magnitudine è di circa 14 o 15, rendendo Plutone troppo debole per essere visto con strumenti puramente amatoriali. necessario uno strumento di grande diametro per riuscire a rintracciarlo. – Un paio di asteroidi, che sono frammenti planetari orbitanti per lo più tra Marte e Giove, possono essere visti con un semplice binocolo. Tra questi Vesta è l'asteroide più luminoso, e a volte può essere percepito anche ad occhio nudo in condizione di cielo ottimali. 23 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona I transiti di Mercurio e Venere – Dal momento che si trovano più vicini al Sole, Mercurio e Venere a volte possono transitare direttamente sul disco solare, rendendosi in tal caso visibili (utilizzando le dovute precauzioni) come piccoli dischi neri che attraversano la faccia della nostra stella vista dalla Terra. – Il transito di Venere può richiedere molte ore, a seconda di quanto vicino al centro del Sole sia il suo percorso orbitale (prospetticamente visto dalla Terra). Il transito però non si verifica ogni volta che Venere si trova tra la Terra e il Sole, perché il suo piano orbitale è inclinato di circa 3,4 gradi rispetto al piano della Terra, quindi solitamente si trova o un po' sopra o un po' sotto la posizione del Sole. – I transiti di Venere si verificano sempre in coppia, distanziati di 8 anni l'uno dall'altro, e le coppie poi sono distanziate di oltre 100 anni. Le date dei transiti più recenti di Venere sono state l'8 Giugno 2004, e il 5 o 6 Giugno 2012. – I transiti di Mercurio sono molto più frequenti di quelli di Venere, ma rimangono comunque eventi piuttosto rari, dato che si verificano in genere solo una o due volte ogni decennio, sempre a causa del fatto che il piano orbitale di Mercurio è inclinato rispetto a quello della Terra. – Se si vuole osservare il transito di Mercurio, è particolarmente utile utilizzare un telescopio (con il filtro adeguato) dato che questo pianeta appare come solo un puntino disperso sul disco solare. – I transiti sono anche utilizzati per individuare pianeti extrasolari, cioè pianeti che orbitano attorno ad altre stelle. L'idea che sta alla base di questo metodo è che una parte della luce delle stelle può essere bloccata dal pianeta in transito, rendendo la luminosità leggermente più debole del normale per un breve intervallo di tempo. Se questo fenomeno accade con un periodo ben definito, si può evincere che vi sia un pianeta in orbita attorno alla stella. – Un telescopio spaziale chiamato Kepler ha il compito di monitorare più di 150.000 stelle per trovare tali transiti e ha già trovato decine di centinaia di nuovi candidati pianeti extrasolari. – Ora sappiamo che molte stelle hanno pianeti in orbita attorno a loro, e in alcuni casi si trovano alla giusta distanza per poter avere acqua allo stato liquido in superficie. Può essere che tra i candidati pianeti extrasolari 24 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Kepler abbia già trovato il gemello della Terra! 25 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona La Luna, le fasi, e le eclissi Lezione 4 La Luna è sicuramente l'oggetto celeste più osservato nel cielo, ancora di più del Sole dato che la sua luminosità ci permette di guardarla direttamente. Sebbene guardare la Luna Piena sia sempre stata una delle attività preferite nelle serate romantiche, il tracciare le sue fasi risulta essere molto più interessante per gli astrofili. Questa lezione esamina queste fasi in dettaglio, spiega perché la Luna sembra così grande quando è vicina all'orizzonte, e tratta anche le eclissi lunari. L'oggetto celeste più vicino a noi – La Luna è si trova a circa 384 mila chilometri di distanza dalla Terra, e possiamo osservarla molto grande nel cielo anche ad occhio nudo o con un binocolo. Fra le sue caratteristiche più evidenti ci sono sicuramente i grandi crateri e le regioni oscure chiamate Mari. Queste ultime sono colate laviche che ricoprivano i crateri da impatto e che poi si sono solidificate circa 3-4 miliardi di anni fa. – Quando il Sole illumina completamente la nostra Luna, abbiamo la Luna Piena, e vediamo una superficie piatta in cui non risaltano ombre e che risulta povera di dettagli. Se vogliamo osservare al meglio la nostra Luna, è meglio guardarla quando ci appare illuminata circa a metà dal nostro punto di vista. – Ad una prima approssimazione possiamo dire di vedere sempre la stessa faccia della Luna, indipendentemente dalla sua fase, perché la Luna ruota attorno al suo asse alla stessa velocità con cui orbita attorno alla Terra. – La Luna una volta ruotava molto più velocemente su se stessa di quanto impiegava a compiere un'orbita attorno alla Terra, ma l'interazione gravitazionale con la Terra, la cosiddetta forza di marea, l'ha rallentata fino a farle avere una rotazione sincrona con il nostro pianeta. – Ma nonostante le apparenze, noi non vediamo esattamente la stessa faccia della Luna in ogni istante. L'orbita della Luna è ellittica, quindi non perfettamente circolare, e la sua velocità orbitale varia nel tempo (ma la 26 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona sua rotazione intorno al proprio asse no): questo fatto si traduce in un effetto chiamato librazione, un movimento di ondeggiamento apparente, che ci permette di vedere poco più del 50% della superficie lunare. Le fasi lunari – Le fasi della Luna sono le seguenti: Luna Nuova, Luna Crescente, Primo Quarto, Luna Gibbosa Crescente, Luna Piena, Luna Gibbosa Calante, Terzo Quarto, Luna Calante, e nuovamente Luna Nuova. Il ciclo completo richiede in tutto 29,5 giorni. – La chiave per comprendere le fasi lunari è sapere che la Luna brilla solo riflettendo la luce solare. L'emisfero orientato verso il Sole è illuminato, mentre quello opposto è buio. – La porzione illuminata dell'emisfero rivolto verso la Terra varia in base alle reciproche posizioni di Sole, Luna e Terra, e questo rapporto geometrico cambia man mano che la Luna procede lungo la sua orbita attorno alla Terra. Se seguiamo l'orbita della Luna in rapporto al Sole, possiamo constatare che ciò che osserviamo dalla Terra è solo l'emisfero che ci sta di fronte, non necessariamente tutto l'emisfero illuminato. – Non vi è alcun lato perennemente oscuro della Luna. Tutte le parti vengono prima o poi illuminate, ma c'è un lato della Luna che invece è perennemente lontano dai nostri sguardi, e noi non lo vediamo anche quando è illuminato. – Si può determinare il momento migliore per vedere le varie fasi della Luna andando a stimare quando sarà sopra l'orizzonte rispetto alla nostra posizione sulla Terra. Ad esempio, la Luna crescente non sarà visibile tra le 9 della sera e le 9 della mattina perché semplicemente non la vediamo in cielo, ma sarà visibile prevalentemente durante il giorno. – La Luna al Primo Quarto sorge intorno a mezzogiorno, è più alta nel cielo al tramonto, e cala circa a mezzanotte. Allo stesso modo, la Luna piena sorge al tramonto e tramonta all'alba. La Luna al Terzo Quarto sorge intorno alla mezzanotte, culmina nel cielo all'alba, e tramonta a mezzogiorno circa. – Quando osserviamo la leggera falce di Luna Crescente, pochi giorni dopo la Luna Nuova in un cielo piuttosto scuro, possiamo vedere il lato oscuro debolmente illuminato. Questo fenomeno è chiamato luce cinerea. 27 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Quando vediamo la Luna Crescente, la Terra, vista dalla Luna, sembra gibbosa (con la gobba). La Terra riflette la luce del Sole verso la Luna, e la Luna riesce a riflettere nuovamente una piccola quantità di luce verso la Terra. Così, la parte oscura dell'emisfero di fronte a noi si presenta debolmente illuminato. – La quantità di luminosità che incrementa man mano che la Luna cresce, ci permette di comprendere meglio le caratteristiche superficiali. La Luna piena è di circa 12 volte più luminosa della Luna al Primo o Terzo Quarto, anche se la zona illuminata è solo due volte più grande. Questo perché non ci sono ombre quando vediamo la Luna Piena, e ogni punto della superficie riflette luce e va ad aumentare la luminosità totale. Al contrario, la Luna ai quarti è ricca di ombre. – Questo effetto è aumentato maggiormente dalla ruvidità della superficie lunare, coperta di polvere. Quando la luce penetra inclinata tra gli spazi compresi tra i grani di polvere, rimbalza e riemerge in direzioni casuali. Quando invece la Luna è Piena, la luce va verso il fondo dei fori tra le particelle di polvere e viene riflessa nella stessa direzione di provenienza, non disperdendo luce, e incrementando così la luminosità totale. La posizione della Luna – La Luna sembra ruotare attorno a noi con il passare delle ore mentre si muove attraversando il cielo di giorno o di notte. Questo effetto è causato dal fatto che la stiamo osservando da un punto della superficie terrestre che è in movimento. – Ogni giorno o notte, vista da un determinato punto sulla Terra, la Luna sorge a est e tramonta ad ovest, seguendo un arco parallelo all'equatore celeste. La Luna si trova sempre nel cielo in prossimità dell'eclittica, perché i piani orbitali della Luna e della Terra sono leggermente inclinati l'uno rispetto all'altro. A causa del suo moto orbitale attorno alla Terra, la Luna sembra muoversi verso est tra le stelle delle costellazioni dello Zodiaco di circa 12 gradi ogni giorno. – La Luna sorge e tramonta, in media, 50 minuti più tardi ogni giorno. Come nel caso del Sole (si pensi alla posizione nel cielo della nostra stella ai solstizi), l'altezza massima della Luna sopra l'orizzonte varia ampiamente nel corso dell'anno. Sarà alta in estate, bassa in inverno, e intermedia agli equinozi. – In estate, quando l'emisfero settentrionale della Terra è inclinato verso il 28 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Sole, il Sole appare più alto nel cielo. Allo stesso modo, la Luna Crescente sarà nella stessa direzioni del Sole, e come questo apparirà alto nel cielo. – Quando la Luna è Piena, allora si troverà nella parte di cielo opposta alla direzione del Sole rispetto alla Terra, e l'emisfero nord del nostro pianeta sarà inclinato verso il Sole: in questo caso avremo una Luna Piena che si ritroverà essere nel suo punto più basso sull'orizzonte, mentre la massima altezza del nostro satellite naturale verrà raggiunta durante la fase di Luna Nuova. – Allo stesso modo, in inverno nell'emisfero settentrionale il Sole appare basso nel cielo perché l'emisfero settentrionale è inclinato lontano da esso. Avremo quindi che la Luna Crescente sarà nella stessa direzione del Sole, come prima, ma saranno invertite rispetto a prima le altezze della Luna Piena (che sarà quindi molto alta nel cielo) e della Luna Nuova (che si troverà al suo punto più basso). – La Luna al Primo Quarto raggiunge la sua massima altezza sopra l'orizzonte in primavera, la sua altezza minima in autunno, mentre avrà un'altezza media in estate e in inverno. Al contrario, al Terzo Quarto la Luna sarà più alto in autunno, più basso in primavera, e sempre in posizioni intermedie in estate ed in inverno. La Luna lungo l'eclittica – Un'altra cosa interessante da considerare è l'angolo dell'eclittica rispetto all'orizzonte vicino al momento in cui la Luna sorge o tramonta. Prendiamo in considerazione la falce di Luna Crescente vicina al tramonto. – Nel periodo primaverile, l'eclittica disegna con la linea d'orizzonte al tramonto un angolo quasi verticale. In questo caso la falce di Luna sembrerà particolarmente inclinata, quasi fosse una ciotola disposta parallelamente rispetto alla linea dell'orizzonte. – In estate o in inverno, l'angolo disegnato dall'eclittica con l'orizzonte al tramonto è più stretto e la Luna Crescente sembra più inclinata. In autunno, l'eclittica stringe ancor di più l'angolo con l'orizzonte al tramonto, e la Luna Crescente sembra quasi verticale. – La cosiddetta Luna del Raccolto (Harvest Moon) ha luogo in autunno, quando la Luna Piena o quasi piena tende a sorgere a breve distanza di 29 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona tempo nelle serate consecutive. La spiegazione di questo fenomeno ha a che fare con l'angolo che l'eclittica disegna con l'orizzonte. – Ricordiamo che tutti gli oggetti celesti, tra cui anche la Luna, seguono percorsi che sono paralleli all'equatore celeste. Sorgono verso l'alto nel cielo orientale lungo questi percorsi. – Vicino all'equinozio d'autunno, l'eclittica disegna un angolo molto stretto con l'orizzonte. Ciò comporta che in giorni consecutivi, quando la Luna si muove lungo l'eclittica, sorge un po' più tardi ogni sera. Ma viaggiando lungo un percorso quasi parallelo all'equatore celeste, la sua altezza rispetto alla linea d'orizzonte è poco inferiore di notte in notte, dando l'apparenza di intervalli minori del solito tra la sua levata in giorni successivi. – In primavera, l'angolo tra l'eclittica e l'orizzonte è più verticale, così il movimento giornaliero della Luna lungo l'eclittica la porta più lontano sotto l'orizzonte ogni giorno che passa, e sorge sostanzialmente più tardi nelle serate consecutive. La dimensione apparente della Luna – Molte persone notano come la Luna sembri più grande quando è vicina all'orizzonte. Questo effetto, chiamato illusione lunare, è più pronunciato quando la Luna è Piena o quasi piena. – Al suo massimo avvicinamento alla Terra lungo la sua orbita ellittica, la Luna è in realtà circa il 12% più grande di quanto si trova alla massima distanza. Quando è più vicina alla Terra, anche la sua dimensione apparente nel cielo aumenta di circa il 12% rispetto a quando è più lontana. Ma questa non è la causa dell'illusione lunare, in la Luna che sorge o tramonta sembra molto più grande di quando la vediamo alta nel cielo la notte stessa. – Anche se la Luna può apparire più grande quando è all'orizzonte o in prossimità di esso, la sua dimensione angolare sarebbe in realtà un po' più piccola proprio in questa posizione. La Luna Piena si trova circa ad 1 raggio terrestre di distanza maggiore al suo sorgere o tramontare da noi che la osserviamo, rispetto a quando culmina verso la mezzanotte. Questa distanza maggiore dall'osservatore comporta che la sua dimensione angolare è in realtà un po' inferiore rispetto a quando è alta nel cielo. 30 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona – A farci percepire una Luna più grande quando bassa sull'orizzonte rispetto ad una Luna alta nel cielo è la presenza, all'orizzonte, di punti di riferimento (case, alberi, montagne, ecc...) che fanno in modo che il nostro cervello possa fare dei “paragoni” e, sapendo a priori che la Luna è più grande di quanto possiamo osservare vicino all'orizzonte, ce la fa vedere di dimensione maggiore. – Inoltre quando la Luna (o il Sole) si trova vicino all'orizzonte, sembra appiattita. La sua dimensione verticale sembra inferiore a quella orizzontale a causa di differenze nella rifrazione della luce tra la sua parte superiore e inferiore. Eclissi di Luna – Dal momento che il piano orbitale della Luna e quello della Terra sono inclinati di circa 5 gradi l'uno rispetto all'altro, la Luna Piena di solito non transita nel cono d'ombra proiettato dalla Terra. Un paio di volte ogni anno, però, la Luna Piena si trova vicina al punto d'incrocio tra questi due piani orbitali. Il Sole, la Terra e la Luna sono quindi quasi perfettamente allineati, e la Luna (tutta o in parte) si immerge nell'ombra della Terra (umbra), creando una Eclissi di Luna. – Il più delle volte, solo una parte della Luna è in ombra, e vediamo quindi una eclissi lunare parziale. La fase di eclissi parziale può durare fino a un'ora o giù di lì. – Durante un'eclissi, la maggior parte della luce solare viene respinta dalla superficie della Terra, ma parte di essa attraversa l'atmosfera terrestre e viene rifratta verso la Luna. Questa luce colpisce la Luna che poi la riflette nuovamente verso la Terra, e ci permette di vedere la Luna. – Nel processo di passaggio attraverso l'atmosfera terrestre, le tonalità viola, azzurre e verdi di questa luce tendono ad essere riflesse in direzioni differenti alla linea diretta che porta alla Luna dalle molecole d'aria e dalle particelle di polvere presenti, permettendo soprattutto alla luce gialla, arancione e rossa di raggiungere il disco lunare. Per questo motivo, in occasione delle eclissi di Luna, vediamo la Luna tingersi di rosso-arancione. – Dal punto di vista della Luna, durante un'eclissi lunare si verifica una eclissi totale di Sole, perché il Sole viene nascosto dal disco del pianeta Terra. 31 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona – Da notare che durante un'eclissi le parti della Luna più vicine al bordo sono più luminose rispetto alla zona centrale, perché la quantità di luce che viene curvata verso il centro della Luna è inferiore rispetto a quella che riesce a transitare più diritta verso i bordi. – È molto più probabile osservare un'eclissi Totale di Luna che non una eclissi Totale di Sole, anche se si verificano con circa la stessa regolarità, perché le eclissi lunari sono visibili da tutto il lato notturno della Terra, mentre quelle di Sole sono visibili solo da una piccola fetta della superficie terrestre. Infatti, se si prende in considerazione la rotazione della Terra durante la fase di totalità che dura circa 1 ora, almeno una parte della totalità è visibile da oltre la metà della superficie terrestre. 32 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Satelliti, comete e meteore Lezione 5 Nella lezione precedente, abbiamo parlato del satellite naturale della Terra, la Luna, che si muove verso est sullo sfondo delle stelle fisse di circa 12 gradi al giorno. Gli esseri umani però hanno prodotto numerosi satelliti artificiali che orbitano anch'essi attorno al nostro pianeta e si muovono attraverso il cielo, di solito più rapidamente del Luna. In questa lezione, parleremo delle tre principali classi di satelliti artificiale e di altri oggetti nel cielo le cui posizioni variano nel tempo, come ad esempio le comete e le meteore. Satelliti artificiali – I satelliti artificiali sono lanciati da razzi e portati in orbite che si trovano oltre una parte o tutta l'atmosfera terrestre. Lo Sputnik 1, lanciato dall'Unione Sovietica il 4 ottobre 1957, è stato il primo satellite artificiale. – Ora ci sono migliaia di satelliti in orbita attorno alla Terra, e sono utilizzati per molteplici scopi: ricerca scientifica, telecomunicazioni, meteorologia e climatologia, scopi militari, e così via. – Un satellite può essere visto come un punto di luce in movimento lungo una direzione costante; solitamente impiega tra i 5 e i 10 minuti per attraversare tutto il cielo. La maggior parte di loro appaiono ben diversi dalle meteore, che tagliano il cielo nel giro di pochi secondi o anche meno. – Solo pochi satelliti sono sufficientemente grandi e vicini da essere facilmente visibili ad occhio nudo, ma alcuni di questi sono davvero evidenti. Ad esempio, la Stazione Spaziale Internazionale orbita a circa 400 chilometri sopra la superficie Terra. – Ci sono tre classi principali di satelliti artificiali e la loro suddivisione è data dall'altitudine della loro orbita. Quelli in orbita terrestre bassa, come lo Space Stazione, sono a sole poche centinaia di chilometri sopra la superficie terrestre. I satelliti in orbita terrestre media sono tipicamente ad un'altezza di circa 3 raggi terrestri sopra la superficie, mentre quelli in orbita terrestre alta sono ad almeno 5,5 raggi terrestri 33 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona sopra la superficie. Satelliti in orbita bassa – I satelliti in orbita terrestre bassa brillano riflettendo la luce del Sole, ma di solito, la luminosità del cielo diurno sovrasta la loro luminosità, in modo tale da non renderli visibili. Di notte, quando sono di solito nell'ombra della Terra, non c'è la luce solare da riflettere, e quindi non possono essere visti. Il miglior momento per vedere un satellite è in prima serata o la mattina prima del sorgere del Sole, in genere entro 1-2 ore dopo il tramonto o prima dell'alba. – Oltre alla Stazione Spaziale, anche il famoso telescopio spaziale Hubble può essere visto, anche se è più piccolo rispetto alla Stazione Spaziale e più difficile da individuare. È possibile trovare online alcuni siti web che permettono di identificare quando e dove possiamo osservare il trasito dei satelliti dal nostro luogo di osservazione. – I brillamenti chiamati Iridium flares sono lampi causati dalla luce del Sole riflessa dalle antenne e dai pannelli solari dei satelliti Iridium, un rete di 66 satelliti di telecomunicazioni che hanno orbita polare a circa 800 chilometri sopra la Terra. I satelliti Iridium si muovono molto velocemente e possono creare brillamenti la cui luminosità può raggiungere magnitudini di -9 o -10. Satelliti in orbita media – I satelliti in orbita media si trovano solitamente a pochi raggi terrestri al di sopra della superficie del nostro pianeta. Come i satelliti in orbita bassa, anche questi brillano riflettendo la luce solare. Alcuni di essi possono essere visti a tarda notte se non sono nascosti nell'ombra della Terra. Dal momento che sono così distanti, la luce che riflettono è debole e il loro moto è lento nel cielo. – La maggior parte dei satelliti in orbita media brillano con una luminosità abbastanza costante, sebbene alcuni di essi aumentino e diminuiscono la loro luminosità periodicamente. Questa variazione indica che stanno ruotando e che un lato è più riflettente dell'altro. – Se ci troviamo in una limpida notte senza Luna e lontani 34 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona dall'inquinamento luminoso delle città, ed abbiamo dato tempo ai nostri occhi di adattarsi al buio, è possibile a volte vedere molti di questi satelliti anche ad occhio nudo anche in soli 15 minuti. Se ne seguiamo uno con gli occhi o con un binocolo, lo possiamo veder svanire quando entra nel cono d'ombra della Terra e diventa quindi invisibile. – Probabilmente i satelliti più conosciuti che si trovano in orbita terrestre media sono quelli del sistema di posizionamento globale (GPS), sebbene siano troppo deboli per essere visti ad occhio nudo. Il sistema GPS è costituito da una rete di 24 satelliti, ciascuno delle quali orbita attorno al nostro pianeta in 12 ore. – I satelliti GPS hanno a bordo orologi atomici e trasmettono segnali radio ai ricevitori, come ad esempio quelli installati in alcune auto o negli smartphone. Dagli intervalli che intercorrono tra l'emissione e la ricezinoe dei segnali da parte di un gruppo di satelliti, possiamo determinare univocamente la posizione in cui ci troviamo sul globo terrestre. – Gli orologi dei satelliti GPS avanzano leggermente più velocemente degli orologi qui sulla Terra, perché sugli orologi dei satelliti in orbita agisce un campo gravitazionale più debole. Satelliti in orbita alta – I satelliti geostazionari sono i più conosciuti e i più importanti tra i satelliti in orbita alta. Questi satelliti mantengono la loro posizione quasi costante rispetto ad un determinato punto sulla superficie terrestre, perché orbitano attorno alla Terra nello stesso tempo in cui la Terra ruota attorno al proprio asse di rotazione. – Anche se ogni satellite rimane sopra ad una posizione costante, si trova ad una quota talmente elevata da riuscire a vedere una grande parte dell'emisfero su cui si affaccia. Questi satelliti sono quindi utili per le comunicazioni e il monitoraggio delle condizioni meteo. Le loro orbite si trovano solitamente vicine all'equatore celeste, e in genere possono essere visti nel mezzo della notte perché non sono nel cono d'ombra della Terra e quindi sono in grado di riflettere la luce solare verso la superficie terrestre. – Anche se i satelliti geostazionari sono generalmente troppo deboli per essere osservati ad occhio nudo, alcuni di essi possono essere visibili attraverso un piccolo telescopio, se si sa esattamente dove cercare. 35 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Comete – Le comete appaiono come macchie luminose diffuse nel cielo, spesso con lunghe code. Si muovono tra le stelle di notte in notte e sono di solito visibili solo su per un paio di settimane o mesi al massimo. – Una cometa è fondamentalmente una palla di neve sporca o una palla di ghiaccio sporco palla: una palla di roccia, polvere e ghiaccio che arriva dalle zone esterne più remote del nostro Sistema Solare. Il ghiaccio è costituito di acqua gelata, ammoniaca, metano, anidride carbonica e altre molecole che evaporano man mano che la cometa si avvicina al Sole e la cometa si riscalda. – Il calore del Sole fa rilasciare alla cometa anche la polvere e piccole rocce perché il ghiaccio che funge da "colla" e li tiene insieme, evapora. La polvere e i gas vengono spinti dalla pressione della luce solare e dal vento solare, che consiste di particelle cariche che si muovono ad alta velocità. Le particelle di polvere che si staccano dalla superficie della cometa riflettono la luce del Sole, causando una luminosa coda che si incurva. I gas ionizzati diventano incandescenti o fluorescenti quando interagiscono con la radiazione ultravioletta del Sole, formando una coda di ioni o di gas dritta e solitamente bluastra. – Non c'è nulla in realtà che brucia nella coda di una cometa. La polvere e i gas sono semplicemente dispersi dalla radiazione solare che li illumina o li rende fluorescenti e, quindi, sembrano bruciare. Inoltre, osservando una cometa possiamo notare come la coda punti generalmente nella direzione opposta al Sole. Questa infatti viene spinta dal pressione della luce solare e delle particelle cariche, ma non sempre nella direzione in cui si muove la cometa stessa. – Il nucleo di una cometa può avere una dimensione che varia da pochi chilometri a 35 o 40 chilometri di diametro. I nuclei cometari sono difficili da vedere dalla Terra anche quando sono grandi, perché riflettono meno del 5 % della luce solare che li colpisce. Sono tra i corpi più neri che si conoscano. Attorno al nucleo si forma la chioma: una nube sfocata di polveri e gas evaporati, facilmente visibile in una cometa luminosa. – Le comete hanno due tipi principali di coda, la coda di ioni diritta in direzione opposta al Sole e la coda di polveri che solitamente è un po' incurvata. La curva della coda di polveri è causata dai gas espulsi che si allontanano dal nucleo e si spostano sempre più distanti da esso su orbite più lente perché più lontane dal Sole. 36 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona – La coda di ioni punta invece sempre in direzione opposta al Sole perché i gas ionizzati seguono le linee del campo magnetico del vento solare, che sono abbastanza lineari quando si trovano distanti dal Sole. – Ogni anno, di solito, diventano visibili con un binocolo o un piccolo telescopio alcune comete. I loro nuclei sono solitamente di poche centinaia di metri di diametro, ma la chioma cresce e diventa molto più grande. Anche in questo caso si può consultare Internet per scoprire dove e quando poter osservare qualche cometa. – Alcune comete possono improvvisamente diventare molto luminose (overburst) quando il nucleo si surriscalda ed espelle una grande quantità di gas e polveri, che poi riflettono la luce solare. – Le comete periodiche in genere hanno periodi orbitali che variano dai pochi anni a qualche centinaio di anni. Hanno orbite ellittiche molto eccentriche e trascorrono la maggior parte della loro vita lontane dal Sole. Quando entrano nella parte interna del Sistema Solare, accelerano per la forza di attrazione gravitazionale del Sole e si muovono molto rapidamente. – La maggior parte delle comete non sono periodiche. Queste si avvicinano al Sole solo una volta nella loro vita oppure hanno periodi orbitali di molte migliaia di anni, e quindi non siamo in grado di prevedere il loro ritorno. – Alcune comete transitano così vicine al Sole che vengono chiamate comete radenti (sungrazing comets). In alcuni casi al loro perielio (punto dell'orbita più vicino al Sole) si vanno ad immergere negli strati esterni della nostra stella non riuscendo più a riemergere (come nel caso della recente cometa C/2012 S1 ISON). – In altri casi, alcune comete quando passano vicine al Sole si frantumano, permettendo agli scienziati di studiare meglio e più facilmente la loro composizione e dando spesso spettacoli magnifici nel cielo. Meteore e “stelle cadenti” – Le meteore appaiono come veloci bagliori di luce che tagliano il cielo. Sono piccoli sassolini o pezzi di ghiaccio che provengono dalla cintura di asteroidi o dai detriti di una cometa. Quando vagano attraverso il Sistema Solare, vengono chiamati meteoroidi. 37 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona – Quando i meteoroidi entrano nell'atmosfera terrestre ad una altezza di circa 100 chilometri, si comprimono e riscaldano l'aria circostante, provocando il bagliore luminoso. Nella maggior parte dei casi, il meteoroide brucia prima di raggiunge la superficie terrestre. – La maggior parte delle meteore sono deboli, ma alcune possono diventare molto luminose. Quelle che diventano più luminose di Venere (magnitudine -4) vengono chiamate palle di fuoco (fireballs). Palle di fuoco eccezionalmente luminose vengono poi chiamate bolidi, specialmente se si frantumano o esplodono mentre ardono nell'atmosfera. – Le meteore sporadiche, che arrivano da direzioni casuali, senza un chiaro modello, sono solitamente meglio visibili dopo la mezzanotte, quando l'emisfero in cui ci troviamo è nella stessa direzione del moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole. – Gli sciami meteorici si verificano invece quando la Terra attraversa l'orbita di una vecchia cometa disintegrata o una cometa più giovane che ha lasciato lungo il suo percorso una grande quantità di detriti. In occasione di tali eventi, si possono vedere qualche decina di meteore all'ora. – Ogni anno, ci sono una serie di sciami meteorici legati a specifiche comete, generate dal fatto che il piano orbitale di queste abbia intersecato o meno quello terrestre durante il loro passaggio vicino al Sole. Gli sciami meteorici vengono chiamati in relazione alla costellazione in cui si trova il loro radiante (l'apparente origine di provenienza delle meteore). – Il modo migliore per vedere una pioggia di meteore è quello di trovare un luogo buio nelle notti di picco dello sciame. Il radiante deve essere al di sopra della orizzonte, e più alto è tale radiante, maggiore sarà la quantità di meteore che possiamo vedere. Se si guarda lontano dal radiante, tra i 50 e i 90 gradi di distanza, potremo vedere un minor numero di meteore, ma le loro traiettorie saranno più lunghe nel cielo. 38 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Scrutare il cielo quando la notte si fa buia Lezione 6 In questo corso, abbiamo trattato ed analizzato alcuni oggetti e fenomeni visibili nel cielo. In questa lezione finale, andremo a scrutare il cielo in condizioni di ottima visibilità. Con la crescita delle città ed il relativo inquinamento luminoso, trovare un cielo molto buoi sta diventando una impresa abbastanza ardua. Ma se ci troviamo ad esempio in campeggio in una notte senza Luna, lontano dalle luci della città, possiamo vedere anche stelle molto deboli, la luce zodiacale, il gegenshein (o bagliore riflesso), e addirittura anche altre galassie. Grandi visioni nell'oscurità – Il più grande singolo oggetto visibile in un cielo scuro è la Via Lattea, la nostra galassia. Per osservarla la meglio, dobbiamo prima di tutto abituare i nostri occhi al buio ed è necessario essere lontani dalle luci delle città. E inoltre non deve essere presente nel cielo la Luna che risplende o essere in presenza di attività aurorale. – In qualsiasi momento da una zona buia, possiamo vedere, al massimo, 3000 stelle nell'emisfero celeste visibile, che salgono a circa 6000 nell'arco di una notte intera. Nelle aree suburbane più luminose, il numero di stelle visibili scende ad un massimo di poche centinaia. – Se stiamo osservando un cielo estremamente buio, potremmo riuscire ad osservare stelle fino ad una magnitudine di 7 o anche un po' più deboli. Altri oggetti deboli, come gli asteroidi più luminosi o satelliti in orbita media, possono essere visibili in condizioni di cielo ottimale. La luce zodiacale – La luce zodiacale appare come un debole bagliore sopra l'orizzonte occidentale subito dopo il crepuscolo serale o nel cielo orientale subito prima dell'alba. A volte viene chiamata anche falsa alba. – La luce zodiacale è in realtà la luce solare riflessa dalle polveri 39 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona interplanetarie disperse ad esempio dalle code delle comete, da comete che si disintegrano, o da collisioni di asteroidi. Si tratta di un fascio di luce lungo lo Zodiaco (la zona a cavallo dell'eclittica), che è più luminosa vicino al Sole e si dissolve man mano che ci si allontana da esso. – Nei mesi di febbraio, marzo e aprile, la luce zodiacale è maggiormente visibile dalle latitudini medie fino ai poli dopo il tramonto. Questo perché in primavera, l'eclittica è maggiormente inclinata rispetto all'orizzonte al tramonto, risultando quindi ben visibile sopra l'orizzonte a livello del punto in cui è tramontato il Sole. – Intorno a settembre od ottobre, conviene ricercare questo fenomeno prima dell'alba, perché l'inclinazione dell'eclittica in autunno è maggiore all'alba rispetto che al tramonto. Vicino all'equatore, invece non è importante il periodo dell'anno, dato che l'eclittica rimane piuttosto inclinata rispetto all'orizzonte per la maggior parte dell'anno. Gegenschein o counterglow – Il fenomeno chiamato Gegenschein (o "counterglow", tradotto in italiano con bagliore riflesso) è correlato alla luce zodiacale, ma è molto più difficile da osservare. È una macchia di luce molto debole che si staglia nel cielo scuro di fronte al Sole, più alta sull'orizzonte attorno alla mezzanotte. – Questo bagliore è dato dalla luce del sole diffusa oltre l'orbita terrestre dalle polveri presenti tra i pianeti. In generale, la diffusione frontale della luce da particelle è solitamente più efficiente, ma dispersione posteriore può essere ritenuta come seconda come efficacia. In questo caso, vi è un eccesso di luce nella direzione opposta al Sole, il punto antisolare. – Ottobre è il mese più favorevole per la visualizzazione del Gegenschein perché il punto antisolare cade nella costellazione dei Pesci, che è in una zona particolarmente scura del cielo. La Via Lattea – La Via Lattea è una galassia a spirale barrata. Se la potessimo osservare da sopra e da una distanza sufficiente, apparirebbe come un disco con bracci a spirale. Nella regione centrale di una galassia spirale, 40 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona solitamente abbiamo un rigonfiamento dato dalla presenza di molte vecchie stelle e al centro troviamo un piccolo nucleo che di solito ospita un buco nero gigante. – L'intero disco della Via Lattea ha una estensione di circa 100.000 anni luce ma solo poche migliaia di anni luce di spessore. Il nostro Sole si trova a circa 26.000 anni luce dal centro del disco. – Quando guardiamo lontano dal disco centrale, vediamo un numero di stelle relativamente basso nel cielo notturno, ma se guardiamo verso la zona centrale del disco, secondo il piano della nostra galassia, troviamo molte più stelle. Noi vediamo la luminosità complessiva generata da centinaia di migliaia di stelle lungo il piano della nostra galassia e progressivamente la luminosità (come la quantità di stelle) diminuisce man mano che guardiamo in direzioni differenti dal piano galattico. Le stelle formano una fascia luminosa che avvolge l'intero cielo attorno a noi, che spesso viene chiamato grande cerchio. – Da notare che la Via Lattea non coincide con l'eclittica. Il piano della nostra Galassia e il piano orbitale della Terra, che definisce il eclittica, sono inclinati di circa 60 gradi. Si intersecano nella costellazione del Sagittario e dei Gemelli, così a volte possiamo osservare i pianeti transitare con sfondo la Via Lattea. – La Via Lattea ha un aspetto “maculato”. Ci sono alcune zone più luminose caratterizzate da nubi di gas ionizzati e ammassi stellari, ma ci sono anche zone dove sono presenti nubi più scure. Queste sono prodotti da nubi di gas e polveri interstellari particolarmente dense, e proprio la polvere tende ad attenuare e arrossare la luce delle stelle sullo sfondo. – In alcune fotografie astronomiche a lunga posa della zona centrale della nostra galassia, è possibile vedere una parte del rigonfiamento che costituisce la zona più spessa della Via Lattea. Questo rigonfiamento si trova all'interno della costellazione del Sagittario, e quando guardiamo in questa direzione stiamo osservando il centro della nostra galassia. – Le parti più luminose della Via Lattea sono visibili per gran parte del notte durante l'estate nell'emisfero settentrionale o in inverno nell'emisfero australe. A causa della rotazione terrestre, per ammirare al meglio la Via Lattea possiamo osservare il cielo anche nelle ore prima dell'alba in primavera e in prima serata in autunno (dall'emisfero nord). – Gli osservatori nell'emisfero australe della Terra hanno un vantaggio rispetto agli osservatori nell'emisfero nord nell'ammirare la Via Lattea 41 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona perché il centro galattico si innalza maggiormente sopra l'orizzonte, e risulta quindi non essere oscurato dall'inquinamento dell'aria o dall'inquinamento luminoso. – Se passiamo un po' di tempo ad ammirare il cielo, specialmente all'interno o nelle vicinanze della Via Lattea, possiamo trovare molte zone interessanti e più luminose. Vale la pena utilizzare un planisfero, o applicazioni su computer o smartphone, o Internet per identificare questi oggetti. Oggetti di Messier – Charles Messier, astronomo francese della metà del 18° secolo, ha catalogato 110 oggetti stazionari che aveva osservato nel cielo e che avrebbero potuto essere scambiati per comete. Alcuni degli oggetti del catalogo di Messier, come l'ammasso aperto delle Pleiadi, sono molto luminosi. – La maggior parte degli oggetti di Messier sono molto più deboli delle Pleiadi. Anche se alcune decine di essi possono essere identificati ad occhio nudo in una notte buia, la visione migliore la si otterrà utilizzando un normale binocolo 10×25 (dove il primo numero indica il diametro della lente frontale in mm e il secondo l'ingrandimento). – Se utilizziamo dei telescopi, possiamo avere una visione migliore di molti di questi oggetti, soprattutto se si utilizza quella che viene chiamata visione distolta che consiste nel guardare non direttamente l'oggetto in centro, ma spostare lo sguardo verso il bordo del campo di vista dell'oculare, e guardare quindi con la cosiddetta coda dell'occhio. Questo trucco permette di osservare l'oggetto con la parte sensibile della retina. Osservare nebulose e stelle con un binocolo – La spada di Orione contiene una famosa nebulosa M42, la Grande Nebulosa di Orione. Questa nube di gas e polvere, situata a circa 1500 anni luce di distanza da noi, è una incubatrice di stelle. Nella zona centrale della nebulosa sono visibili quattro stelle luminose che sono conosciute anche con il nome di Trapezio. – La Grande Nebulosa di Orione (M42) è una nebulosa a emissione, così 42 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona chiamata perché la sua luminosità è data dagli atomi di gas che la compongono che vengono eccitati dalla luce ultravioletta emessa dalle calde e massicce stelle da poco formatesi. Nel cielo sono presenti anche nebulose a riflessione, che solitamente hanno colorazioni verso il blu per lo stesso motivo per cui è blu il nostro cielo diurno: la polvere interstellare illuminata da stelle vicine diffonde maggiormente le gradazioni di luce blu rispetto a quelle rosse, conferendo una colorazione blu a queste nebulose. – In alcuni zone sono invece visibili nebulose molto scure: sono le nebulose oscure. Queste nubi sono formate da gas molto denso e polvere interstellare. In molti di loro si stanno attualmente formando delle nuove stelle. – Se ci si sposta verso l'equatore o a sud di esso, possiamo osservare una interessante zona della Via Lattea compresa tra le costellazioni del Centauro, della Croce del Sud e della Carena, che sono visibili la sera da Febbraio a Luglio. Qui sono visibili Alfa e Beta Centauri, la nebulosa della Carena (chiamata anche Keyhole), e una delle stelle più massicce conosciute: Eta Carinae. – Nella costellazione dello Scorpione invece ci sono almeno due ammassi di stelle visibili a occhio nudo: M6 (Ammasso Farfalla) e M7 (Ammasso di Tolomeo). I gruppi di stelle come questi sono chiamati ammassi stellari aperti perché hanno una forma piuttosto irregolare e non hanno stretti legami gravitazionali. – In Ercole, costellazione alta nel cielo dell'emisfero settentrionale nelle notti estive, si può vedere M13, un ammasso globulare. Gli ammassi globulari sono fondamentalmente i primi oggetti formatisi nella nostra Galassia, quindi sono composti dalle stelle più vecchie della Via Lattea. Galassie visto con il binocolo – La galassia più brillante che si può vedere con un binocolo è M31, la famosa Galassia di Andromeda. Questa galassia, che si trova a 2,5 milioni di anni luce di distanza da noi, presenta anche due galassie nane satelliti che orbitano attorno ad essa molto lentamente. – La Galassia di Andromeda e i suoi satelliti fanno parte del nostro Gruppo Locale, un insieme di circa 60 galassie legate gravitazionalmente. Un altro membro del Gruppo Locale è la Galassia del Triangolo, M33, che si trova a circa 3 milioni di anni luce di distanza. 43 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia – Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Nell'emisfero australe, possiamo ammirare anche la Grande e la Piccola Nube di Magellano. Sembrano zone separate della Via Lattea, ma sono in realtà galassie nane, satelliti della nostra, che quindi appartengono al nostro Gruppo Locale. Oscurità – L'oscurità del cielo notturno ha profonde implicazioni legate alle origini dell'universo stesso. – Se pensiamo che l'Universo sia statico, infinitamente vecchio e infinitamente grande, uniformemente costellato da stelle come il Sole, è logico pensare che il cielo dovrebbe essere luminoso almeno come la superficie del Sole in ogni istante. – Il fatto che questo non accade è noto con il nome di Paradosso di Olbers, dal nome di Wilhelm Olbers. Quindi almeno una delle ipotesi iniziali sulla natura dell'Universo deve essere errata. – La principale spiegazione del paradosso di Olbers è che l'Universo non sia infinitamente vecchio. In realtà, ha un'età di soli 14 miliardi di anni circa. La luce di stelle e galassie che si trovano ad una distanza superiore ai 14 miliardi anni luce circa, non ha ancora avuto il tempo di raggiungerci, e nelle nostre vicinanze semplicemente non ci sono abbastanza di queste stelle e galassie per illuminare tutti il cielo. – Se l'Universo avesse un'età finita, dovrebbe aver avuto un istante iniziale. E secondo le teorie più accreditate in effetti è proprio così, e questo istante iniziale viene chiamato Big Bang. Si ritiene che l'Universo abbia avuto origine da un punto estremamente denso ed estremamente caldo, che si è poi andato via via raffreddando ed espandendo. – Allora se guardiamo abbastanza indietro nel passato, non dovremmo vedere un Universo molto caldo e ionizzato e, quindi, molto luminoso? No, perché l'onda della radiazione di luce visibile originata al momento del Big Bang si è andata via dilatando man mano che si espandeva l'Universo stesso, risultando rintracciabile ora solo nello spettro delle onde radio. Questa radiazione cosmica di fondo (CMBR, cosmic microwave background radiation) è essenzialmente il bagliore residuo del Big Bang. 44 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona La nostra connessione al cosmo – La nebulosa Tarantola nella Grande Nube di Magellano è la più grande incubatrice di stelle nel nostro Gruppo Locale di galassie. Il 23 febbraio 1987, la luce emanata dalla morte di una stella massiccia in questa nebulosa, Supernova 1987A, ha raggiunto la Terra dopo aver viaggiato per circa 170.000 anni. È stata l'esplosione stellare più luminosa negli ultimi 4 secoli. – Le supernovae che esplodono sono incredibilmente importanti per noi. Infatti, la nostra stessa esistenza la dobbiamo a loro. Prima e durante le fasi iniziali dell'esplosione, gli elementi più pesanti sono generati dalle reazioni di fusione nucleare che avvengono nei nuclei di queste stelle, e poi vengono espulsi nell'Universo come risultato dell'esplosione stessa. – Nel corso di decine di migliaia di anni, questi gas si espandono e si diradano. Poi, si fondono assieme per formare nuove nebulose grazie a sopraggiunti legami gravitazionali che si vanno a creare con il tempo. Quando questa nebulosa collassa, si formano nuove stelle, alcune delle quali presentano dei dischi di gas e polveri che le circonda. Da questi dischi di polveri si possono formare pianeti rocciosi, pianeti simili alla Terra, proprio come è avvenuto al nostro pianeta circa 4,6 miliardi anni fa. – Nel caso della Terra, organismi primitivi auto-replicanti si sono sparsi su tutta la superficie del pianeta, e dopo miliardi di anni di evoluzione, hanno visto la luce anche i primi esseri umani. 45 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Il compianto Carl Sagan ha detto: "Siamo fatti di materia stellare". Con questa frase intendeva dire che la maggior parte degli elementi che compongono il nostro corpo sono stati forgiati nelle stelle. E questo è assolutamente vero. E proprio grazie all'osservazione del cielo stellato e agli studi svolti sulla vita delle stelle nel nostro Universo, siamo in grado di scoprire le origini della vita umana. CIELI SERENI! 46 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Glossario • Ammasso aperto: Un insieme di stelle legato gravitazionalmente in modo debole, di solito composto da giovani stelle che alla fine si allontanano dal gruppo iniziale. • Asterismo: Un raggruppamento facilmente riconoscibile di stelle che non compone una costellazione completa, ma è parte di una o più costellazioni. Ad esempio il Grande Carro è un asterisma, parte della costellazione dell'Orsa Maggiore. • Asteroide: Un piccolo corpo celeste (più piccolo di un pianeta), nella maggior parte dei casi costituito da roccia o ferro, che orbita attorno al Sole, in genere nella zona compresa tra l'orbita di Marte e l'orbita di Giove. • Astrologia: La credenza non fondata su basi scientifiche secondo la quale le posizioni del Sole e di vari pianeti al momento della nascita influenzano in modo significativo la propria vita e la personalità. Non ci sono prove significative che l'astrologia sia corretta e non ci sono spiegazioni fisiche che diano ragione ai presunti effetti. • Atmosfera: Lo strato di aria che circonda la superficie della Terra, confinato per lo più ad un'altezza di 100 km o meno, di solito divisa in troposfera, stratosfera, mesosfera, e (sopra i 60 km) ionosfera. Anche altri pianeti hanno atmosfere. L'atmosfera del Sole è costituita dalla cromosfera e dalla corona. • Big Bang: La nascita dell'Universo in un ambiente molto caldo, datata circa 13,7 miliardi anni fa, seguita dall'espansione dello spazio. • Binocolo: Due piccoli telescopi rifrattori uniti tra di loro, che producono una immagine ingrandita e più luminosa di oggetti distanti. • Bolide: Una meteora particolarmente luminosa. Una palla di fuoco molto luminosa è spesso chiamato un bolide, soprattutto se si rompe in tanti pezzi, mentre attraversa l'atmosfera. • Buco nero: Una regione dello spazio in cui il campo gravitazionale è così forte che nulla, nemmeno la luce, può sfuggire. stato previsto dalla teoria generale della relatività di Einstein. 47 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona • Calante: Diventare sempre più piccolo;in particolare , la Luna è calante quando si trova tra la fase di Luna Piena e la fase di Luna Nuova. • Cintura di Kuiper: Un serbatoio di forse milioni di oggetti del sistema solare in orbita attorno al Sole, in genere al di fuori dell'orbita di Nettuno. Eris e Plutone sono i due oggetti più conosciuti della Cintura di Kuiper, anche se alcuni astronomi li considerano pianeti. • Cometa radente: Una cometa che si avvicina molto al Sole e, in alcuni casi, si immerge negli strati esterni della nostra stella. • Cometa: Un pezzo di ghiaccio e roccia interplanetario (a volte chiamato "palla di neve sporca" o "palla di ghiaccio polverosa"), con un'orbita di solito molto eccentrica (allungata). Le comete possono evaporare parzialmente (sublimazione) quando si avvicinano al Sole, formando una macchia diffusa di luce nel cielo, costituita da una "chioma" e spesso da una lunga "coda", che consiste di gas ionizzato incandescente e/o da luce solare riflessa. • Congiunzione: Un pianeta è detto essere in congiunzione quando appare nella stessa (o quasi) direzione del Sole nel cielo. Due pianeti sono in congiunzione quando sono vicini l'uno all'altro nel cielo (formalmente, hanno la stessa longitudine celeste). • Cratere: Una regione generalmente circolare su una luna o un pianeta prodotta dall'impatto di un asteroide o meteorite. Ci sono anche crateri vulcanici generati da eventi eruttivi. • Crepuscolo: Il periodo di tempo dopo il tramonto (o prima dell'alba), quando il cielo non è completamente buio. Durante il crepuscolo civile, nautico e astronomico, il Sole è (rispettivamente) tra 0-6 gradi, tra 6-12 gradi, e tra 12 e 18 gradi sotto l'orizzonte. • Crescente: Diventare progressivamente più grandi; in particolare, la Luna è in fase crescente quando da Luna Nuova sta diventanto Luna Piena. • Eclisse: Il passaggio di un corpo celeste nell'ombra di un altro o l'oscuramento di un corpo celeste ad opera di un altro corpo che passa di fronte ad esso. Dalla Terra, vediamo le eclissi solari quando la Luna passa davanti al Sole e le eclissi lunari quando la Luna entra nel cono d'ombra della Terra. • Eclissi lunare: Si verifica quando la Luna entra parzialmente o completamente nel cono d'ombra proiettato dalla Terra. Durante la fase 48 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona di penombra, un osservatore sulla Luna vedrebbe una parte del Sole non nascosto dietro alla Terra, ma durante la fase di ombra, tutta la fotosfera è bloccato (anche se alcuni raggi di luce emessi dal Sole possono ancora attraverso l'atmosfera terrestre e debolmente illuminare la Luna). • Eclissi solare: Una copertura totale o parziale della fotosfera del Sole (superficie visibile), che avviene quando la Luna si trova tra la Terra e il Sole. Le fasi parziali devono essere osservate attraverso un filtro protettivo o mediante tecniche di proiezione, come per esempio un foro stenopeico. • Forza di marea: La differenza tra la forza gravitazionale esercitata da un corpo sui lati vicini e lontani di un altro corpo. • Galassia a spirale: Una delle due grandi classi di galassie definite da Edwin Hubble, costituita da un rigonfiamento centrale a grosso modo sferico che contiene le stelle più vecchie, circondata da un disco sottile in cui sono presenti i bracci della spirale. • Galassia di Andromeda: La grande galassia più vicina alla nostra Via Lattea, a circa 2,5 milioni di anni luce di distanza (1.5×10^8km). • Gamma-ray Burst (GRB): Una breve esplosione di raggi gamma nel cielo, generata da esplosioni estremamente potenti di oggetti distanti. • Gegenschein: Una debole macchia di luce nel cielo notturno in direzione opposta al Sole, prodotta quando la luce solare è dispersa dalla polvere interplanetaria. • Gibbosa: La fase della Luna quando appare tra l'essere illuminata a metà ("quarto di Luna") e completamente illuminata ("Luna Piena"), sia crescente che calante. Si può anche associare all'apparenza di un pianeta. • Gigante rossa: La fase evolutiva di una stella relativamente piccola massa (ad esempio come il Sole) che segue la sequenza principale: la stella cresce in dimensioni e luminosità ma ha una superficie più fredda. • Grande Nube di Magellano: Una galassia nana compagna della nostra Via Lattea, a circa 170.000 anni luce di distanza, visibile al meglio dall'emisfero sud della Terra. • Harvest Moon, Luna del Raccolto: La Luna Piena a ridosso dell'equinozio d'autunno, quando sembra sorge a poca distanza di tempo in notti consecutive. 49 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona • Illusione lunare: L'apparente maggiore dimensione della Luna (generalmente in fase calante o di Luna Piena) quando si trova vicino all'orizzonte rispetto a quando invece è alta nel cielo. L'effetto non è ancora pienamente spiegato, ma può essere in parte dovuta ad una illusione di Ponzo o legata all'apparente appiattimento della sfera celeste. • Ionosfera: Il quarto strato principale dell'atmosfera terrestre, che in genere partire da un'altitudine di circa 100 chilometri. Le aurore hanno solitamente luogo nella ionosfera. • Irradiazione: Un effetto in cui l'immagine di una stella o altra sorgente puntiforme di luce appare più grande del previsto se osservata dall'occhio umano o in una fotografia, la luce ben focalizzato viene diffusa andando ad interessare regioni limitrofe. • Legge dell'inverso del quadrato: Decrescente del quadrato della distanza crescente. Ad esempio, la luminosità di una stella è proporzionale all'inverso del quadrato della distanza, come anche la forza gravitazionale tra due oggetti. • Librazione: La leggera oscillazione apparente della Luna, nonostante la rotazione sincrona, tale che ci permette di osservare più della metà della sua superficie totale. • Luce cinerea: La luce del Sole che illumina la Luna dopo essere stata riflessa dalla Terra. • Luce zodiacale: Un debole bagliore nel cielo notturno lungo l'eclittica, che si estende dall'orizzonte occidentale poco dopo il tramonto e da quello orientale poco prima dell'alba, ed è prodotto dalla luce solare riflessa dalla polvere interplanetaria. Se la luce si vede lontano dalla direzione del Sole, è talvolta chiamato fascia zodiacale. • Luminosità apparente: La quantità di energia ricevuta da un oggetto al secondo per centimetro quadrato di superficie di raccolta. È legata alla luminosità intrinseca e alla distanza dall'osservatore mediante l'equazione b=L/(4 π d 2) , conosciuta anche come legge dell'inverso del quadrato. • Luminosità: Potenza; l'energia totale emessa da un oggetto per unità di tempo; spesso riferita anche alla luminosità intrinseca. • Luna: Satellite naturale della Terra, che si trova a circa 384.000 chilometri (60 raggi terrestri) di distanza. Il termine più generico "luna" (con lettera iniziale minuscola) si riferisce ai satelliti naturali orbitanti 50 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona attorno ad altri pianeti. Come i pianeti, queste lune brillano riflettendo la luce solare. • Magnitudine: Una misura logaritmica della luminosità apparente di un oggetto celeste, secondo cui la differenza di 5 magnitudini corrisponde ad un rapporto di luminosità di 100. Stelle molto luminose hanno magnitudini tipiche inferiori a 1; le stelle più deboli visibili a occhio nudo (in cieli scuri) hanno magnitudine attorno a 6. • Mappa stellare: Una mappa del cielo che mostra le posizioni delle stelle e di altri oggetti, come gli ammassi stellari, le nebulose e le galassie. Sono spesso evidenziati anche i confini delle costellazioni. A volte viene anche chiamato atlante stellare, soprattutto se vengono visualizzati ulteriori dettagli. • Mesosfera: Il terzo grande strato dell'atmosfera terrestre, sopra la stratosfera, generalmente ad altitudini tra circa 50 e 100 chilometri. • Meteora sporadica: Una meteora che non è associata ad alcuna pioggia di meteoriti conosciuto. • Meteora: Una striscia di luce nel cielo (chiamata anche "stella cadente") prodotta quando una piccola roccia interplanetaria entra nell'atmosfera terrestre e brucia come risultato della compressione dell'aria attorno a lei. Se la roccia raggiunge la superficie terrestre, si parla di meteorite. • Meteoroide: Un corpo interplanetario più piccolo di un asteroide, grande anche fino ad alcune decine di metri di diametro ma generalmente più grande di 0,1 mm. • Moto progrado: Il moto apparente dei pianeti quando sembrano muoversi gradualmente tra le stelle da ovest a est; il moto retrogrado avviene quando il movimento è in direzione opposta. • Moto retrogrado: Il movimento apparente all'indietro (con direzione est-ovest) che i pianeti compiono tra le stelle per un breve periodo di tempo ogni anno. • Nebulosa: Una regione che contiene una densità di gas e polveri interstellari oltre la media, spesso associata ad una zona in cui stanno nascendo nuove stelle o al gas espulso da una stella morente. • Ombra: La parte più scura dell'ombra di un oggetto, dal dietro la quale sembra che la luce del Sole sia completamente bloccata. 51 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona • Opposizione: Un pianeta esterno (cioè un pianeta oltre l'orbita terrestre) si dice che sia in opposizione quando è nella direzione del cielo opposta a quella del Sole. In quel momento si trova più vicino alla Terra rispetto a qualsiasi altro punto della sua orbita, ed è più alto nel cielo intorno alla mezzanotte. • Palla di fuoco: Una meteora molto luminosa, anche conosciuto come bolide, se eccezionalmente brillante. • Paradosso di Olbers: Il cielo di notte è buio; argomentazioni semplici suggeriscono che dovrebbe essere molto luminoso. • Pianeta extrasolare: Un pianeta che orbita attorno a una stella diversa dal Sole, noto anche come esopianeta. • Pianeta: Un corpo celeste che orbita attorno principalmente ad una stella (le lune ruotano principalmente attorno ai pianeti), sufficientemente grande per essere con buona approssimazione sferico (in genere, più grande di circa 600 km di diametro), e che domina gravitazionalmente la sua regione di spazio (cioè, ha in gran parte spazzato via altri detriti), e non ha mai innescato al suo interno processi di fusione nucleare. • Pianeti gioviani: Nel nostro sistema solare sono Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Pianeti che sono grandi rispetto alla Terra e sono costituiti in gran parte di gas e liquidi, con nuclei solidi. Chiamati anche pianeti giganti. • Pioggia meteorica: Un tasso di meteore più grande del normale provenienti da una particolare direzione nel cielo, in genere diverse decine ogni ora. Si verifica quando la Terra attraversa l'orbita di una cometa morta o polverizzata. • Planisfero: Un semplice dispositivo che mostra le stelle e le costellazioni che sono visibili da una data latitudine o gamma di latitudini in funzione del mese e dell'orario. • Polo Celeste: La proiezione dei Poli Nord e Sud della Terra sulla sfera celeste. Il cielo ruota attorno ai poli celesti da est a ovest. • Radiazione Cosmica di Fondo: Radiazione elettromagnetica radio che è stata prodotta dal calore del Big Bang. Ora corrisponde la sua temperatura corrisponde a circa 3 gradi Kelvin a causa dell'espansione e relativo raffreddamento dell'Universo. 52 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona • Satellite geostazionario: un satellite artificiale che orbita attorno sopra all'equatore terrestre alla stessa velocità a cui ruota la Terra; il satellite rimane sempre sopra la stessa posizione rispetto al suolo. • Satellite GPS: Un satellite artificiale in orbita terrestre media, usato per il sistema di posizionamento globale (GPS, Global Positioning System). • Satellite: Un oggetto in orbita un altro oggetto. Ad esempio, la Luna è il satellite naturale della Terra. I satelliti artificiali sono generalmente in tre classi principali: con orbita terrestre bassa (entro poche centinaia di chilometri), con orbita terrestre media (un paio di raggi terrestri) e orbita terrestre alta (spesso geostazionaria, a 5,5 raggi terrestri dalla superficie della Terra). • Sfera Celeste: La sfera enorme, centrata sulla Terra, sulla quale sembrano fissate le stelle. • Sole: La stella intorno alla quale orbita della Terra. • Stelle Circumpolari: Insieme di stelle che, viste da una determinata posizione del globo terrestre, non sembrano mai sorgere e tramontare, ma rimangono sempre sopra il livello dell'orizzonte. • Strato di Ozono: Zona dell'atmosfera a livello della stratosfera, in genere tra i 20 e i 40 chilometri sopra la superficie terrestre, che contiene notevoli quantità di ozono (molecola O3), e protegge la superficie terrestre dalla maggior parte (ma non tutta) della radiazione ultravioletta proveniente dal Sole. Inoltre, a lunghezze d'onda visibili, l'ozono assorbe più luce rossa che blu, lasciando il blu come la luce diffusa dominante e causando la colorazione blu scura che si può osservare alta nel cielo al crepuscolo. • Stratosfera: Il secondo grande livello dell'atmosfera terrestre, al di sopra della troposfera, che si trova in genere tra i 12 e i 50 chilometri sopra il livello del mare. • Supergigante: La fase evolutiva successiva alla sequenza principale di una stella massiccia; la stella diventa più luminosa e più grande. Se la sua dimensione aumenta di un fattore molto grande, si raffredda divenendo rossa. • Supernova: La violenta esplosione di una stella massiccia al termine della sua vita. • Telescopio riflettore: Telescopio che utilizza uno specchio invece di una 53 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona lente per raccogliere la luce e che , a differenza del telescopio rifrattore, porta tutti i colori a fuoco nello stesso punto. • Transito: Un transito si verifica quando un pianeta passa direttamente tra la Terra e il Sole o un'altra stella. Inoltre, una stella si dice "transita", quando raggiunge il suo punto più alto nel cielo, osservata dalla superficie terrestre. • Tremolio delle stelle: Rapidi cambiamenti nella luminosità apparente di una stella, causati dalla luce che passa attraverso gli strati turbolenti dell'atmosfera terrestre aventi diverse densità e temperature. • Troposfera: Il livello più basso dell'atmosfera terrestre, dove si trovano quasi tutte le nubi e avvengono i fenomeni legati alle condizioni atmosferiche. Il suo spessore varia con la latitudine, ma in genere è di circa 8 chilometri. La temperatura generalmente diminuisce con l'aumento dell'altitudine nella troposfera. • Ultravioletto: Luce che ha lunghezze d'onda più corte di quelle della luce visibile, ma più lunghe di quelle dei raggi gamma e raggi X, in genere tra circa 10 e 400 nanometri. • Unità Astronomica (UA): La distanza media tra il Sole e la Terra (150 milioni di chilometri). • Vento solare: Un flusso continuo di particelle cariche direzionate verso l'esterno dalla corona solare; può variare nel tempo a causa di protuberanze, brillamenti solari e espulsioni di massa coronale. • Via Lattea: La debole striscia di luce nel cielo proveniente dalle stelle e dai gas ionizzati nel piano della nostra galassia (appunto la Via Lattea). • Zodiaco: La fascia di cielo in cui si trovano le costellazioni attraverso cui apparentemente si muove il Sole durante il corso di un anno. Ci sono 12 costellazioni zodiacali classiche, tuttavia, tenendo conto dei limiti formali delle costellazioni, Ofiuco potrebbe essere considerata la 13 costellazione zodiacale. 54 Alla scoperta del cielo. Corso base di astronomia Copyright Enrico Bonfante / Planetario di Verona Software consigliati Stellarium: software gratuito, localizzato anche in italiano, per Windows, Mac, Linux. Sito web: www.stellarium.org Starry Night: software a pagamento, in inglese. Sito web: astronomy.starrynight.com Cartes du Ciel: software gratuito, modulare, localizzato in italiano, per Windows, Mac, Linux. Sito web: www.ap-i.net/skychart/it/start Siti consigliati Planetario di Verona: www.planetariodiverona.it Associazione Scientifico Culturale EmpiricaMente: www.empiricamente.info Heavens Above (previsione passaggi ISS e satelliti principali, comete, altre informazioni astronomiche): www.heavens-above.com Riferimenti Planetario di Verona di Enrico Bonfante www.planetariodiverona.it [email protected] Tel. +39 342 539 8043 55