stili di comportamento: aggressività, passività, assertività
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stili di comportamento: aggressività, passività, assertività
STILI DI COMPORTAMENTO: AGGRESSIVITÀ, PASSIVITÀ, ASSERTIVITA’ NEGOZIAZIONE QUATTRO STILI DI COMPORTAMENTO IO SONO OK TU SEI OK TU NON SEI OK IO NON SONO OK STILE ASSERTIVO STILE PASSIVO LE PERSONE HANNO RUOLI DIVERSI MA TUTTE HANNO UN “VALORE” LA PERSONA RINUNCIA AL SUO RUOLO. STILE AGGRESSIVO UNA PERSONA METTE L’ALTRA IN UNA POSIZIONE DI INFERIORITÀ. NEGA IL SUO “VALORE” LOGICA DISTRUTTIVA PERDITA RECIPROCA TIPOLOGIA DI COMPORTAMENTI RELAZIONALI • AGGRESSIVO: IO SONO OK, TU NON SEI OK. » IO UP - TU DOWN • PASSIVO: IO NON SONO OK, TU SEI OK » IO DOWN - TU UP • ASSERTIVO. IO SONO OK, TU SEI OK » IO UP - TU UP COMPORTAMENTO AGGRESSIVO Chi adotta un comportamento aggressivo tende a imporsi, a dominare e a svalutare gli altri. Il comportamento aggressivo si basa su: • l'idea di aver sempre ragione, • la volontà di ottenere ciò che si vuole a tutti i costi, • l'indifferenza per i sentimenti altrui. COMPORTAMENTO AGGRESSIVO L’ OBIETTIVO dell’aggressivo è “vincere” attraverso un intimidazione,una svalutazione, un attacco nei confronti dell’altro LA COMUNICAZIONE NON VERBALE è caratterizzata da voce altezzosa, arrogante o sarcastica, sguardo penetrante e freddo, mani sui fianchi, dito puntato, mani serrate LA COMUNICAZIONE AGGRESSIVA crea conflitto, spaventa e inibisce o suscita a sua volta aggressività, crea ostacoli alla trasmissione e alla comprensione del messaggio COMPORTAMENTO AGGRESSIVO • GENERALIZZA, USA STEREOTIPI: “SIETE TUTTI…” • PERSONALIZZA. “LEI E’ UN…” • USA PREGIUDIZI: “VI CONOSCO…”, “SO GIÀ DOVE VUOLE ARRIVARE…” • MANIFESTA I PROPRI SENTIMENTI ATTACCANDO E ACCUSANDO L’ALTRO • IMPONE • PRETENDE • MANIPOLA • SCARICA LE RESPONSABILITÀ COMPORTAMENTO PASSIVO Chi adotta un comportamento passivo tende a subire, a essere dominato dagli altri. Il comportamento passivo si basa su: • l’ evitamento di ogni conflitto, il subire le situazioni, • la scarsa valutazione di sé, • la ricerca continua dell'approvazione da parte degli altri COMPORTAMENTO PASSIVO L’ OBIETTIVO della persona passiva è “subire”, dare sempre spazio e ragione all’altro, evitare responsabilità e conflitti, svalutandosi, lamentandosi, facendo la vittima, idealizzando gli altri LA COMUNICAZIONE NON VERBALE è caratterizzata da voce debole, esitante, sguardo abbassato, distolto, atteggiamento incurvato LA COMUNICAZIONE PASSIVA dà all’altro la possibilità di condurre la relazione a suo piacimento e svaluta il messaggio che non viene preso in considerazione dall’interlocutore COMPORTAMENTO PASSIVO • INVENTA SCUSE • EVITA SITUAZIONI SPIACEVOLI • E’ ASSENTE, SI DEFILA/EMARGINA, SFUGGE ALLE RESPONSABILITÀ • REPRIME MANIFESTAZIONI DI DISSENSO, SENTIMENTI, BISOGNI • RINUNCIA AI PROPRI DIRITTI • SUBISCE • RIMANDA I PROBLEMI INVECE DI RISOLVERLI COMPORTAMENTO ASSERTIVO Chi adotta un comportamento assertivo tende a collaborare, stabilendo relazioni paritarie. Il comportamento assertivo si basa su: • la gestione del conflitto cercando di individuare soluzioni condivise, • la valorizzazione di sé e dell’altro, COMPORTAMENTO ASSERTIVO L’ OBIETTIVO della persona assertiva è cooperare. Vincere insieme e entrambi. Non sacrificare la propria personalità, ne’ prevaricare quella dell’altro. LA COMUNICAZIONE NON VERBALE è caratterizzata da: tono di voce fermo, caldo, ben modulato, sguardo diretto, aperto, franco, atteggiamento rilassato LA COMUNICAZIONE ASSERTIVA stabilisce una relazione paritaria e permette di comprendersi valorizzando i reciproci punti di vista COMPORTAMENTO ASSERTIVO • DESCRIVE FATTI ACCADUTI, SI ATTIENE A DATI OBIETTIVI • ARGOMENTA IN MODO ESPLICITO LE SUE RICHIESTE, MOTIVA SULLA BASE DI DATI E VINCOLI OBIETTIVI • ESPRIME I PROPRI BISOGNI/RICHIESTE/SENTIMENTI PARLANDO DI SE E NON DELL’ALTRO • ESPRIME DISPONIBILITÀ ALLA RICERCA DI SOLUZIONI CHE SODDISFINO I DIRITTI/BISOGNI DELL’ALTRO NEL RISPETTO DEI DIRITTI/BISOGNI PROPRI COMPORTAMENTO ASSERTIVO • DICE DI NO IN MODO NON AGGRESSIVO SENZA ATTACCARE L’ALTRO E MOTIVANDO/ARGOMENTANDO IN BASE A DATI E FATTI • DICE DI NO FISSANDO ED ESPLICITANDO CON CALMA, MA FERMAMENTE, LIMITI PERSONALI INVALICABILI • PUR DICENDO NO LASCIA APERTE ALTERNATIVE O POSSIBILITÀ FUTURE • SI ASSUME LA RESPONSABILITÀ DEI SUOI ATTI COMPORTAMENTI E COMUNICAZIONI NEGOZIALI LOGICA COMPETITIVA E LOGICA NEGOZIALE LOGICA COMPETITIVA: IO VINCO, TU PERDI. (OBIETTIVO E’ SCONFIGGERE L’AVVERSARIO, MASSIMIZZANDO I PROPRI VANTAGGI) LOGICA NEGOZIALE: IO VINCO, TU VINCI. (OBIETTIVO E’ SCONFIGGERE IL PROBLEMA RICERCANDO SOLUZIONI VANTAGGIOSE PER ENTRAMBE LE PARTI) LOGICA COMPETITIVA • OBIETTIVO E’ SCONFIGGERE LA CONTROPARTE • OCCORRE INTERPRETARE IL CONTESTO PER COGLIERE I RAPPORTI DI FORZA • SI RICORRE A TATTICHE EMOTIVE (FINTE EMOZIONI, FINTE ROTTURE, COLPEVOLIZZARE, DILATARE IL TEMPO, STANCARE, AGGREDIRE) • SI “SQUALIFICA” E ATTACCA PERSONALMENTE L’AVVERSARIO PER INDEBOLIRLO PSICOLOGICAMENTE E METTERLO IN DIFFICOLTÀ • PER ESSERE PIENAMENTE EFFICACE OCCORRE CHE L’ALTRO SIA INCONSAPEVOLE/INGENUO • E’ POCO EFFICACE SE TRA LA PARTI ESISTE UNA RELAZIONE CONTINUATIVA PROBLEMI DELLA COMPETIZIONE • PROVOCA RISENTIMENTO, OSTILITÀ, FRUSTRAZIONE • NON C’E’ MOTIVAZIONE NELL’IMPLEMENTARE LE SOLUZIONI • RICHIEDE CONTROLLO E IMPOSIZIONE • INIBISCE LO SPIRITO DI COLLABORAZIONE • INIBISCE LA CREATIVITA E L’INNOVAZIONE • NON PRODUCE SOLUZIONI CONDIVISE E UNITARIE • CREA UNA SPIRALE DI ATTACCHI E OFFENSIVE RECIPROCHE LOGICA NEGOZIALE • OCCORRE PRENDERE UNA DECISIONE COMUNE • OBIETTIVO E’ RISOLVERE IL PROBLEMA, NON L’AVVERSARIO • E’ UN SISTEMA DI INTERAZIONI SINERGICHE • OCCORRE RIDURRE LA DIFFERENZA INIZIALE CHE ESISTE TRA LE PARTI • SI RICERCA UN ACCORDO VANTAGGIOSO/ACCETTABILE PER LE PARTI • OLTRE AL “CHE COSA” SI TRATTA E’ IMPORTANTE IL “COME” SI TRATTA • SVILUPPA UN RAPPORTO BASATO SULLA FIDUCIA NEGOZIAZIONE E COMPETIZIONE IO VINCO TU VINCI RICERCA DEL VANTAGGIO RECIPROCO RICERCA DEL VANTAGGIO ALTRUI A DANNO PROPRIO LOGICA NEGOZIALE LOGICA RINUNCIATARIA SODDISFAZIONE DI BISOGNI/INTERESSI DI ENTRAMBI TU PERDI IO PERDO RICERCA DEL VANTAGGIO PROPRIO A DANNO ALTRUI LOGICA COMPETITIVA SODDISFAZIONE DEI PROPRI BISOGNI SODDISFAZIONE DI BISOGNI INTERESSI DELL’ALTRO LOGICA DISTRUTTIVA DANNO MIO DANNO TUO PERDIAMO ENTRAMBI PERCHÉ PUÒ ESSERE DIFFICILE NEGOZIARE • PROBLEMI DI INFORMAZIONI: LE PARTI HANNO INFORMAZIONI DIVERSE RISPETTO ALLA SITUAZIONE. NON SI CONOSCONO I RECIPROCI BISOGNI E VINCOLI • PROBLEMI DI PERCEZIONE: LE PARTI VEDONO IL PROBLEMA DA PUNTI DI VISTA DIVERSI. LE LOGICHE, GLI SCHEMI, LE “MAPPE MENTALI” SONO IN PARTENZA DIFFERENTI E PRODUCONO SCELTE OPERATIVE DIVERGENTI PERCHÉ PUÒ ESSERE DIFFICILE NEGOZIARE • PROBLEMI EMOTIVO RELAZIONALI: IL MODO IN CUI SI COMUNICA PUÒ CREARE CONFLITTI, GLI ATTEGGIAMENTI, LE POSIZIONI RELAZIONALI POSSONO PROVOCARE IRRIGIDIMENTI • PROBLEMI ORGANIZZATIVI, DI RUOLO: DIFFICOLTÀ AD ACCETTARE SOLUZIONI VISTE COME INCOMPATIBILI CON IL PROPRIO RUOLO. PREGIUDIZI PRESENTI NEI CONFRONTI DI UNA DELLE PARTI COMPORTAMENTI NEGOZIALI EFFICACI • INDIVIDUAZIONE DI UN METODO DI LAVORO COMUNE • FACILITARE L’ESPRESSIONE DI BISOGNI/INTERESSI. ASCOLTARE CON ATTENZIONE. ASCOLTARE IN MODO ATTIVO • CONSIDERARE I PUNTI DI VISTA DELL’ALTRO, RICONOSCERLI COME LEGITTIMI, NON SQUALIFICARE O BANALIZZARE • SFORZARSI DI TROVARE SOLUZIONI VANTAGGIOSE PER TUTTE LE PARTI COMPORTAMENTI NEGOZIALI EFFICACI • METTERSI NEI PANNI • ASCOLTARE E VALORIZZARE L’ALTRO PER CREARE UN CLIMA DI DISPONIBILITÀ AL CAMBIAMENTO • ATTENZIONE AL “COME” OLTRE CHE AL “COSA” COMUNICHIAMO: E’ QUESTO IL LIVELLO CHE DETERMINA LE RELAZIONI • CONSENTIRE DI “SFOGARSI”. ESSERE COMPRENSIVI VERSO LE EMOZIONI (NON NECESSARIAMENTE VERSO I MOTIVI OGGETTIVI DELLO SFOGO). NON ESSERE AGGRESSIVI PER EVITARE SPIRALI DI AGGRESSIONE RECIPROCA IL CONFLITTO CONFLITTO INTERAZIONE TRA INDIVIDUI (O PARTI) LEGATI DA AFFETTI, INTERESSI, RAPPORTI PROFESSIONALI CIASCUNA PARTE PENSA CHE LA SODDISFAZIONE DEGLI INTERESSI ALTRUI IMPEDISCA O OSTACOLI LA SODDISFAZIONE DEI PROPRI LE DIFFERENZE PRESENTI NON VENGONO GESTITE E GENERANO TENSIONE APPROCCI AL CONFLITTO • APPIANAMENTO, MINIMIZZAZIONE: il conflitto viene evitato, si riducono e negano le differenze, oppure si cede • POTERE, INFLUENZA: il conflitto è gestito con la forza, con l’autorità che una delle due parte possiede rispetto all’altra • NEGOZIAZIONE, INTEGRAZIONE, CONFRONTO: si esplorano i motivi del conflitti, si ascoltano le diverse posizioni, si ricercano soluzioni che tengano conto dei diversi punti di vista/ interessi e siano vantaggiose per tutte le parti NEGOZIAZIONE E CONFLITTO: approcci diversi A IL CONFLITTO E’ UN FENOMENO PATOLOGICO B IL CONFLITTO E’ UN FENOMENO FISIOLOGICO Non accettazione della diversità di opinioni e credenze Accettazione delle diversità di opinioni e credenze Il consenso è un punto di partenza Il consenso è un punto di arrivo Il conflitto va soppresso, eluso, rimosso Il conflitto è una fonte di cambiamento, innovazione, miglioramento E’ un rapporto antagonista in cui le parti o negano il conflitto o cercano di strapparsi vicendevolmente il massimo possibile NEGOZIAZIONE DIECI REGOLE PER GESTIRE UN CONFLITTO 1. AMMETTERE L’ESISTENZA DEL PROBLEMA: FAR FINTA DI NON VEDERLO PORTA SOLO AD ALTRE COMPLICAZIONI. E’ MEGLIO DISCUTERNE POCO DOPO IL SUO NASCERE PIUTTOSTO CHE ACCANTONARLO PER LUNGO TEMPO. 2. CONSIDERARE IL CONTRASTO COME UN PROBLEMA PER TUTTE LE PARTI IN CAUSA: ESSO DEVE ESSERE RISOLTO IN COLLABORAZIONE E NON CON L’IDEA DEL “SE IO VINCO TU PERDI”. 3. SCEGLIERE UN MOMENTO COMODO PER ENTRAMBI, SEDERSI E LAVORARE ALLA RISOLUZIONE DEL PROBLEMA. NON È CONSIGLIABILE INTRAPRENDERE QUESTO COMPITO IMMEDIATAMENTE DOPO LA COMPARSA DEL CONTRASTO (POCO DOPO DICE LA PRIMA REGOLA) E NELLO STESSO LUOGO IN CUI È COMPARSO. DIECI REGOLE PER GESTIRE UN CONFLITTO 4. DIMOSTRARE RISPETTO PER L’ALTRA PERSONA E PER LA SUA POSIZIONE; NON FARLA SENTIRE IN COLPA. SE L’ALTRO SI LAMENTA DI QUALCOSA, ASCOLTIAMOLO E FACCIAMOGLI CAPIRE CHE CI RENDIAMO CONTO DEL SUO STATO D’ANIMO. CIÒ NON SIGNIFICA CHE SIAMO D’ACCORDO O CHE FAREMO QUANTO RICHIESTO; LE DIVERGENZE NON SI RISOLVONO FINCHÉ NON SI COMPRENDE BENE IL PROBLEMA. 5. SE NON CI SI TROVA D’ACCORDO SU UN PUNTO POSSIAMO CRITICARE LE IDEE DELL’ALTRO, MA SENZA OFFENDERE LA PERSONA. INVECE DI “AGGREDIRE” È CONSIGLIABILE SPIEGARE QUELLO CHE DESIDERIAMO CHE SI FACCIA DI DIVERSO. DIECI REGOLE PER GESTIRE UN CONFLITTO 6. DISCUTERE IN MANIERA LEALE ED APERTA,NON DOBBIAMO NASCONDERE INFORMAZIONI, NÉ RAPPRESENTARE IN MODO DISTORTO LA NOSTRA POSIZIONE. E’ NECESSARIO EVITARE GLI INGANNI E LE BUGIE. 7. AFFRONTARE IL PROBLEMA DA EGUALI, CON EQUILIBRIO DELLE FORZE, NON MOSTRARE ATTEGGIAMENTI DI SFIDA PER SENTIRSI PIÙ FORTI. 8. DEDICARE MOLTO IMPEGNO NEL CHIARIRE LE RISPETTIVE POSIZIONI, E’ IMPORTANTE CHE CIASCUNO COMPRENDA L’ESATTA NATURA DEL CONTRASTO. DIECI REGOLE PER GESTIRE UN CONFLITTO 9. DICHIARARSI FLESSIBILI E DISPONIBILI A MODIFICARE LE NOSTRE POSIZIONI, FACCIAMOLO CAPIRE CON I FATTI. 10. METTERE A FUOCO I PUNTI IN COMUNE PIUTTOSTO CHE LE DIFFERENZE; PROVIAMO POI A SFRUTTARLI PER GIUNGERE AD UNA SOLUZIONE SODDISFACENTE PER ENTRAMBI. SE QUESTO NON È POSSIBILE, CI SI POTREBBE METTERE D’ACCORDO PER FARE QUELLO CHE DESIDERA L’ALTRO, PER UNA VOLTA E QUELLO CHE DESIDERIAMO NOI, LA VOLTA SUCCESSIVA; OPPURE CIASCUNO DEI DUE POTREBBE RINUNCIARE A QUALCOSA PER GIUNGERE AD UN COMPROMESSO ACCETTABILE.