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mister yacht
Gli strani traffici di MISTER YACHT Lolli eia il re della nautica. Ma gestiva affari illeciti da Rimiri al Maghreb. Protetto dai regimi e dalla Finanza. Ira amicizie pericolose e suicidi misteriosi Dl URIO ABBATE C on quella taccia da bravo ragazzo Elenio Arcifa, 39 anni, è seduto in business class sul volo Tripoli-Roma. Si è infilato nell'aereo dopo aver incontrato il latitante bolognese Giulio Lolli, ricercato per truffa, appropriazione indebita, falso e riciclaggio. Dietro quell'aria da bravo ragazzo che sembra aver tanta frena di rientrare in Italia si nasconde una doppia vita, degna di un romanzo di John Le Carré. Una vita in cui si combinano intrighi internazionali e affari-truffa, che si intrecciano con quella di un ricercato, e hanno come protagonista uno yacht club romagnolo, l'approdo più esclusivo della costa adriatica. Una darsena che si è rivelata un covo di pirati: corsari del Mediterrano, pronti a fare traffici tra Romagna, Sicilia, Tunisia, Algeria e Libia. Così l'indagine partita dal- la procura di Rimini per una truffa si è allargata e gonfiata di misteri: la P3, le Fiamme gialle corrotte, il suicidio di un potente ex generale della Finanza, la Banca Arner. Cosa nostra, il clan dell'ex presidente tunisino Ben Ali, i contatti compromettenti del governatore siciliano Raffaele Lombardo e gli investimenti promossi da Silvio Berlusconi in Libia. protezioni di quattro ufficiali della Finanza. La sua specialità era moltiplicare la flotta: vendeva la stessa barca a più persone oppure con documenti falsi accendeva contratti di leasing sugli scafi già ceduti, facendoricaderele rate sugli ignari proprietari. Uno scherzo ripetuto per quasi cento volte, alimentando un tesoro da oltre cento di milioni di euro e ragnatele di relazioni che, stando agli investigatori, arTRIPOLI BEL SUOL D'AMORE rivano anche a Flavio Carboni e agli acL'epilogo è a gennaio in una suite di un ho- coliti della P3. tel cinque stelle di Tripoli, occupata da Ma quando in primavera la procura di una escort austriaca: l'ultimo rifugio di Ramini comincia a indagare sul Re Mida Giulio Lolli, il bolognese che ha inventa- dei pontili romagnoli, subito affiancata to il trucco milionario del Ramini Yacht da quelli di Bologna dopo la scoperta delClub. Lui era il numero uno in Italia, il più le tangenti ai finanzieri, mister Lolli • grande commerciante di motoscafi da diporto: fatturava 32 milioni di euro l'anno IL GOVERNATORE SICILIANO RAFTAELE LOMBARDO. e molti altri ne nascondeva, grazie alle SOPRA: GIUDO LOLLI. A SINISTRA: LA DARSENA DI RIMINI IL SEQUESTRO DI UNO YATCH NELLA DARSENA DI RIMINI. A DESTRA: ELENIO ARCIFA scompare. I magistrati emettono un mandato di cattura internazionale per una lunga serie di reati e i carabinieri individuano tracce della sua fuga nel Maghreb. Scoprono che il latitatite aveva trasferito parte dei suoi forzieri in un conto cifrato nella Banca Arner di Lugano, l'istituto al centro di diverse inchieste per riciclaggio e dove Silvio Berlusconi è letteralmente il cliente numero uno. E trovano che un'altra fetta del bottino è finita in Tunisia. IN FUGA NEL MAGHREB Gli investigatori concentrano le ricerche nel Nord Africa e tra novembre e dicembre riescono a fermare il fuggitivo due volte. Lo fanno bloccare ad Annaba in Algeria, ma viene rilasciato. Lo intercettano ancora a Bizerte, in Tunisia, e lui torna di nuovo Ubero. Come è possibile? La spiegazione, secondo l'accusa, viene sempre dalla scia del tesoro e dalle sue amicizie tunisine. Parte del denaro trasferito a Tunisi da mister Yacht viene girato su un conto di Elenio Arcifa, conosciuto nel paese di Ben Ali come un broker catanese molto attivo nel commercio petrolifero: un imprenditore senza precedenti penali, con la passione per gli elicotteri e la spregiudicatezza nel condurre affari. Gli investigatori lo descrivono come un « soggetto ta le da prestarsi ad operazioni illecite e di ripulitura del denaro che in alcune occasioni si sarebbe recato a Rimini per organizzare questa attività». Sarebbe stato sempre lui a far rilasciare il fuggitivo, sfruttando la sua amicizia, in comune con Lolli, con un uomo che contava in Tunisia prima della rivolta: Imed Trabeisi, nipote prediletto della moglie del deposto presidente Ben Ali e figura chiave di quel clan contro cui si è accanita la sommossa popolare. Imed Trabeisi ha una passione per gli yacht, soprattutto quelli degli altri: nel 2009 fece scandalo la vicenda del panfilo di un banchiere francese rubato e consegnato nelle sue mani, senza che la magistratura transalpina riuscisse a ottenere giustizia. Ma il broker catanese aveva anche buoni rapporti con Mourad Saidani, altro personaggio di spicco del clan Trabeisi. A fine gennaio, quando la protesta si è trasformata in rivoluzione, Leila Trabeisi è scappata con una tonnellata d'oro, Saidani si è trasferito a Roma mentre Imed avrebbe trovato rifugio in Italia dopo aver fatto credere di essere stato assassinato dai rivoltosi. Un video però lo mostra mentre prepara la fuga dall'aeroporto di Tunisi con la complicità di un italiano. CATANIA CONNECTION Anche Elenio Arcifa ha capito che è meglio lasciare il Maghreb. Dalla Tunisia si è trasferito in Libia per mettere a punto affari che in società con imprenditori siciliani collusi con la mafia dovevano essere conclusi con gli uomini del colonnello Gheddafi. Un business "aiutato" da politici italiani. A Tripoli Arcifa incontra diverse persone, fra cui Giulio Lolli, e poi, annusando che anche qui la rivolta popolare sta crescendo, decide di lasciare l'ex colonia, ma all'arrivo a Fiumicino trova i carabinieri, che lo arrestano per un ordine di fermo spiccato dai pm di Rimini: è accusato di riciclaggio e favoreggiamento. Quando i militari perquisiscono la sua villa di Scordia, cittadina in provincia di Catania, vi trovano quadri e mobili di valore, provenienti dal patrimonio di mister Yacht. A sorpresa però vengono scoperti anche atti giudiziari sull'ultima maxi-inchiesta della procura di Catania e del Ros sulle infiltrazioni mafiose nella politica e nell'imprenditoria cittadina che ha mandato in carcere 48 persone e nel registro degli indagati pure il presidente della regione siciliana, Raffaele Lombardo e suo fratello Angelo, deputato dell'Mpa. Documenti che il broker non doVeva avere. Ma in quella retata è finitoin cella anche un socio di Arcifa, Mariano Incarbone: i due avevano creato una società in Libia (kob Libia) per fare appalti e costruire opere pubbliche. Non sólo: secondo l'indagine, Incarbone è legato a doppio filo con i capimafia catanesi e aveva rapporti con il governatore Raffaele Lombardo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. La conoscenza fra i due indagati è agli atti dell'indagine del Ros. Lombardo dopo la nascita di Icob Libia ha condotto un braccio di ferro per convincere Berlusconi a dare un ruolo di punta alle aziende siciliane nei cantieri libici finanziati dall'Italia. FINE DEL VIAGGIO Cadute le coperture tunisine, Giulio Lolli è stato individuato e bloccato nella suite di Tripoli con la sua escori favorita. Adesso Lolli è in un penitenziario libico e il pm di Rimini, Davide Ercolani, ha chiesto l'estradizione. Se in Libia tornerà la calma e la richiesta sarà accolta, l'uomo dei panfili potrebbe essere interrogato da numerose procure. C'è Ramini che indaga sulle truffe ai danni di magnati romagnoli e sanmarinesi e sul riciclaggio di denaro. C'è Bologna che vuole fare luce sulle coperture da parte di ufficiali delle Fiamme gialle e sulla morte di un ex generale, suicidatosi durante la perquisizione dei suoi colleghi. E adesso, dopo che Rimini ha inviato gli atti su Arcifa alla Direzione distrettuale antimafia di Catania, gli investigatori vogliono capire i rapporti fra il broker, Incarbone e Lombardo. E tutti sono pronti a scommettere che dal covo dei corsari spunteranno nuovi misteri. •