...

LAVORI PRODOTTI DAGLI STUDENTI SU LUIS SEPULVEDA ISIS

by user

on
Category: Documents
21

views

Report

Comments

Transcript

LAVORI PRODOTTI DAGLI STUDENTI SU LUIS SEPULVEDA ISIS
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 1
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
LAVORI PRODOTTI DAGLI STUDENTI SU LUIS SEPULVEDA
ISIS ‘PAOLO SARPI’
SAN VITO AL TAGLIAMENTO
Referente di Progetto di Istituto: Prof.ssa Fabiola Fontanel
Pag.1:
Classe 4^C RIM , 4^D RIM, 5^C RIM
Docente di riferimento: Prof.ssa Anna DAZZAN
Pag. 17: Testo creativo scritto da Giuseppe De Biasio classe 5^C RIM (vincitore
concorso Dedica)
Pag. 25: Classe 4^D RIM
Docente di riferimento: Prof.ssa Gabriella SFREDDO
Pag. 40: Classe 4^A AFM
Docenti di riferimento: Prof. Stefano ULLIANA e Prof.ssa Fabiola FONTANEL
Classe 4^C RIM , 4^D RIM, 5^C RIM
Docente di riferimento: Prof.ssa ANNA DAZZAN
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore.
Analisi del protagonista
Antonio Josè Bolìvar Proano è un vecchio che vive nella foresta, nella colonia di Ed Idilio.
E' un uomo che vive da solo, da quando la moglie è morta.
Poco dopo si viene accolto da una tribù che vive nella foresta amazzonica: gli Shuar.
Antonio sapeva leggere, ma non sapeva scrivere. Leggeva attentamente e lentamente, e
se gli piaceva, leggeva la stessa frase due volte.
I romanzi che preferiva erano quelli d'amore. Mentre leggeva, si immaginava le scene del
libro: per lui leggere è un modo di scappare dalla realtà, ma anche (e forse soprattutto)
una passione che lo aiuta a scappare dalla sua solitudine. Sepúlveda è, a parer mio, uno
scrittore, che riesce a mettere in luce il rapporto profondo che si viene ad instaurare tra il
vecchio e la natura.
Da quando è entrato a far parte delle tribù degli Shuar, egli ha imparato le regole della
foresta, di quel mondo all'apparenza crudele. Crudele soltanto in apparenza, appunto,
perché viene spesso fatto un confronto assai complicato nel libro, tra uomo e natura: chi è
tra i due il vero animale e chi il vero uomo ?
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 2
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Le catastrofi naturali, gli animali che attaccano l’uomo e tutto ciò che accade è la
conseguenza di ciò che l'uomo fa contro la natura.
Nel libro, l'animale protagonista è il tigrillo, il quale, dopo la morte dei suoi cuccioli, cerca
vendetta uccidendo tutto ciò che incontra. Il sindaco spinge così Antonio ad uccidere il
tigrillo ormai diventato una minaccia per gli abitanti della foresta.
Alla fine Antonio riuscirà ad uccidere il tigrillo, ma nel momento stesso in cui egli realizzerà
ciò che ha fatto, emergeranno in lui sentimenti di colpa e dispiacere per il povero animale.
A questo punto ci richiediamo:
"Chi è la bestia ? "
Secondo me la bestia è l'uomo che cerca sempre di distruggere tutto ciò che gli fa paura,
ciò che conosce poco o non conosce, e che invece potrebbe imparare a conoscere e a
capire: è proprio questo che differenzia noi umani dal regno animale, la ragione e un
cervello pesante.
In questa storia la bestia è rappresentata senza dubbio da un uomo, il sindaco: un uomo
avaro, egoista, pauroso, superficiale, che pensa solo a sé stesso.
Non a caso, alla fine, quando Antonio si trova faccia a faccia con il tigrillo, egli scappa
lasciando Antonio da solo.
Questa storia è una storia semplice, ma talmente intrecciata che sembra quasi difficile.
È un bellissimo momento quando il protagonista parla della moglie e delle esperienze
vissute e anche quando parla della sua fastidiosissima dentiera o quando parla del
dentista, che gli aveva tolto sì tutti i denti, ma gli portava i romanzi d'amore, quegli stessi
romanzi che erano l'antidoto alla vecchiaia e che, ricordandogli il suo grande amore, gli
ricordavano anche di aver vissuto.
Agnese D’Ales 4^C RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 3
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore
Recensione
Proprio per dare Il protagonista di questo romanzo è il vecchio Antonio José Bolivar, che vive in
una capanna ai margini della foresta amazzonica; vi è approdato dopo molte disavventure: la
morte della moglie, l’esilio dalla foresta da parte degli indios shuar ed il dispiacere che provava e
prova tutt’ora a causa degli uomini bianchi, che non hanno cura della foresta e tantomeno degli
animali che vivono al suo interno.
In questa capanna, ormai vecchio e solo, egli il passa il suo tempo leggendo molto accuratamente
alcuni romanzi d'amore.
Tutto il suo sapere, che deriva dall'aver vissuto nella grande foresta insieme agli shuar, è custodito
come fosse un tesoro inesauribile nella sua mente e nel suo cuore; è una sapienza particolare, un
accordo intimo con i ritmi e i segreti della natura, che hanno caratterizzato molti giorni della sua
esistenza.
In questo romanzo, fin dalle prime pagine, l’autore parla con estrema maestria di due anime
complementari: quella dell’uomo e quella della foresta.
spazio a quelle che sono le descrizioni e riflessioni del vecchio nel descrivere la foresta, il romanzo
si caratterizza da un ritmo abbastanza lento, il quale però permette il ricreare nella mente dei
lettori questo posto quasi idilliaco.
I personaggi che compaiono nel libro vivono in un ambiente difficile, fatto di povertà e
analfabetismo, in cui l’uomo è in costante lotta contro la natura, contro le numerose avversità che
si presentano e soprattutto è senza aspettative per il futuro. Per questo motivo il lessico adottato
dall’autore è semplice, adeguato quindi alla condizione sociale e alla poca cultura dei personaggi
che compaiono nel libro.
I temi fondamentali che vengono affrontati sono quelli della vecchiaia e della morte, temi
alquanto delicati, e quello della foresta, luogo che ha arricchito molto l’animo di Antonio.
In questo romanzo infatti l'autore, attraverso la figura del vecchio, ci presenta un problema
quanto mai attuale, ovvero la distruzione della foresta ecuadoriana, causata dall'ingordigia di
uomini senza scrupoli, che non hanno imparato quanto sia prezioso il valore delle vite racchiuso
all’interno della foresta, ed i tempi che quest’ultima necessita per continuare a vivere in modo
“umano”.
Il valore dell’amicizia viene invece evidenziato all’esordio del romanzo, nel quale Antonio
ripercorre la sua giovinezza insieme ad una tribù locale ed al suo migliore amico.
Potremmo dunque dire che gli aspetti trattati dal libro sono molteplici e vari, ma tutti con un
legame comune: il rispetto. Il rispetto tra i vari abitanti, il rispetto delle regole, delle parole date,
ma soprattutto il rispetto per la natura.
Non è ammissibile che gli uomini pensino solo ai profitti, al loro bene, perché in questo mondo
egli non è da solo: milioni di animali e piante popolano lo popolano e l’uomo, se vuole continuare
a ritenersi il più evoluto fra tutte le forme esistenti sul pianeta, deve cominciare ad imparare a
rispettare tutte le altre.
ALESSIA BOVIO
4^C RIM ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 4
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D'AMORE: RECENSIONE
"Il vecchio che leggeva romanzi d'amore" è un romanzo per lo più
descrittivo. Possiamo perciò dire che il ritmo è molto lento e,
per non appesantire il romanzo e annoiare il lettore, il lessico è
particolarmente semplice.
In questo libro affiora il sentimento dell'amore: l'amore per i
libri, per la moglie che viene ricordata dal protagonista Antonio
Josè Bolivar Proano e il suo amore per la natura deturpata però
dai ricercatori d'oro che si addentravano nella foresta per
arricchirsi senza pensare ai danni che avrebbero provocato.
L'autore fa spesso ricorso ai flashback. Descrive infatti la sua
vita passata il suo rapporto con gli shuar e i metodi di caccia.
Ormai vecchio, però, Antonio Josè Bolivar Proano si dedica alla
lettura di romanzi d'amore, procurati dal dentista, suo caro
amico. Questa sua lettura rappresenta un modo per staccare dalla
società ma anche un antidoto per la vecchiaia.
La vicenda che domina il romanzo è la cattura della femmina di
tigrillo che ha messo a repentaglio la vita di ogni singolo
abitante della città di El Idilio.
Questo è un libro alla portata di tutti grazie al lessico semplice
con una trama semplice ma intrigante, che riporta sentimenti come
l'amore per la natura, di questi tempi ormai sottovalutati.
Feltrin Chiara 4^C RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 5
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
RECENSIONE DE “IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE “
“Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, romanzo dello scrittore Luis Sepúlveda, è la storia di un
vecchio di nome Antonio José Bolivar, un colono che viveva a El Idilio. Dopo la morte della moglie,
il suo unico ricordo dell’amata è una sua foto. Per combattere la sua solitudine, il vecchio passa il
tempo a leggere romanzi d’amore, così da poter rivivere certe sensazioni ed emozioni vissute nei
romanzi.
La vita del vecchio Antonio cambia subito dopo la perdita avuta. Infatti dopo la scomparsa della
moglie, il protagonista va a vivere nella foresta con gli Shuar, imparando così i loro usi e costumi, le
loro tradizioni e gli accorgimenti per sopravvivere lì. Gli altri personaggi presenti nel racconto sono
il dentista Rubicundo Loachamín, amico del vecchio e fornitore dei romanzi e nemico accanito del
Governo, il sindaco soprannominato “Lumaca” e il tigrillo, il felino che con la sua ira lascia delle
vittime nel suo cammino. Il coraggio di un vecchio riuscirà a sconfiggere la bestia e salvare così la
gente del paese?
Il tema principale e il messaggio del libro è la noncuranza dell’uomo, che non rispetta la natura
arrivando al punto di danneggiarla o addirittura distruggerla.
“Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” non è solo la storia di un vecchio saggio, è un romanzo
che fa soffermare l’attenzione sulle conseguenze di alcune azioni compiute dall’uomo, mettendo
in evidenza il rapporto tra uomini e natura.
CRISTINA CASTIGLIONE
4^C RIM, ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 6
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Recensione
Il romanzo di Luis Sepulveda, "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore", narra della vita di
un vecchio, Antonio, che dopo la morte dell'amata moglie, prosegue la sua vita in mezzo
alla foresta con gli indigeni del posto, i quali gli insegnano a sopravvivere come loro al
passo della natura. Dopo aver commesso un errore, Antonio si trova costretto a tornare ad
El Idillo, la città nella quale aveva vissuto con la moglie. Così comincia la nuova vita di
Antonio che, vecchio e stanco, non ha più niente: né la moglie, né più la sua dignità da
colono. L'unica cosa immutabile della sua vita sono i libri, portati dal suo amico dentista,
che gli riaccendono passioni ed emozioni, che riescono a farlo evadere dalla civiltà che,
per tutta la sua esistenza, non ha fatto altro che respingere. Tramite essi, il vecchio
comprende e condivide il dolore del tigrillo che, accecato dall'ira, fa strage nel posto, dopo
aver perso i cuccioli.
Antonio decide di partecipare alla spedizione dei cittadini del villaggio per trovare l'animale
che verrà ucciso proprio dal vecchio che, nonostante avesse vinto la "battaglia", non si
sente affatto un vincitore, ma solo un assassino.
Nel romanzo Sepúlveda trasmette sensazioni forti e trascina il lettore in un altro mondo
facendolo immedesimare nel vecchio Antonio grazie alla cura delle descrizioni. Un libro
molto bello e scorrevole perché dal carattere semplice, con un andamento lento.
Consigliato soprattutto alle persone a cui piacciono i romanzi.
Linda Bomben
4^C RIM, ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 7
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Il romanzo parla di un vecchio, Antonio José Bolívar Proaño, che vive ad El
Idilio. Non ha più niente, né una moglie, né i denti, tanto da essere costretto
ad utilizzare una dentiera che usa solamente per mangiare e parlare.
Egli però ama dedicarsi alla lettura dei romanzi d'amore, che ritiene oramai
l’unico mezzo di consolazione per trascorrere questi ultimi anni di vita che gli
restano.
La sua vita è una vera avventura. Egli è costretto a dare la caccia e ad uccidere
un tigrillo, il feroce felino che sta uccidendo gli uomini perché distrutto dal
dolore della perdita dei suoi cuccioli a causa dell’uomo.
Ed è proprio dando la caccia al tigrillo che il suo destino cambia.
In un giorno d’estate, inoltrandosi nel bosco, Bolìvar scorge il tigrillo mentre si
sta abbeverando sulle rive del fiume Andalus. A passi silenziosi il vecchio tenta
di avvicinarsi al feroce animale, ma viene interrotto da un forte ruggito. Proprio
dietro alle sue spalle c’è un Giaguaro, che con occhi impietriti e pupille dilatate,
lo sta fissando e, in preda al panico, Antonio comincia a darsi alla fuga.
Sfortunatamente, attraversando la foresta, inciampa in un tronco e cade,
slogandosi la caviglia. Il Giaguaro è vicino, ma Bolìvar non riesce a stare in
piedi, e così si lascia andare sconfitto, senza più speranza di tornare a casa
vivo.
Il giaguaro lo raggiunge e tra i due comincia una lotta. Il vecchio dimenandosi,
cerca di sfuggire alla preda, ma i suoi sforzi sembrano inutili. E proprio mentre
sembra aver perso le speranze, ecco che arriva in suo aiuto il tigrillo,
lanciandosi sul giaguaro, il quale lascia la presa del vecchio e scappa in mezzo
alla foresta.
Se non fosse stato per il tigrillo, Bolìvar sarebbe diventato cibo per quel feroce
animale e così lo ringrazia ricambiando il favore, cioè curando il suo compagno,
che giaceva morente sulle rive del fiume.
Tra i due nasce una splendida amicizia, e Bolìvar trasferisce i due felini in un
posto più sicuro, lontano dal pericolo dell’uomo bianco che da tempo li caccia.
MARTINA CASAROTTO
4^C RIM, ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 8
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D'AMORE
Recensione
La trama di "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore" non è quella che ci può indurre a pensare il
titolo, ma è molto più ampia e con un messaggio molto più profondo.
La storia racconta di un vecchio, che dopo aver perso sua moglie a causa della malaria, si
trasferisce a vivere con una tribù, gli shuar, nella foresta, dove rimane per molto tempo ed impara
a vivere come loro e a rispettare la foresta. Un giorno, però, un suo amico viene ucciso e l'uomo
per vendicarsi usa una pistola anziché una freccia avvelenata e così viene cacciato dagli indigeni.
Comincia quindi una nuova vita a El Idilio, dove trascorre molto del suo tempo leggendo romanzi
d'amore, procurati dal suo amico dentista. Antonio successivamente partecipa a una spedizione
per uccidere il tigrillo che continuava a fare vittime per vendicarsi dell'uccisione della sua famiglia.
Dopo alcuni tentativi andati a male, Antonio rimane da solo nella foresta, aspettando che la bestia
si faccia viva.. Il vecchio alla fine riesce nel suo intento, ma torna a El Idilio amareggiato per aver
commesso un inutile uccisione, come sarebbe apparsa agli occhi degli shuar.
Interessante è la figura del vecchio, il quale appare eterno e ricco di esperienze vissute.
Luis Sepulveda ha inserito in questo libro molte parti descrittive, ma la narrazione è rimasta
semplice e fluida. Vi sono inoltre presenti flashback nel passato del vecchio.
Molto bello è il messaggio che vuole trasmettere il libro: Sepulveda vuole farci riflettere
sull'importanza della natura per l'uomo e vuole che impariamo a rispettarla.
MONICA ANTONIALI
4^C RIM, ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 9
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Il vecchio Antonio Josè Bolivar viveva ad El Idilio con sua moglie Dolores. I due
però non riuscivano ad avere bambini e per evitare i pregiudizi del loro paese,
andarono a vivere a El Idilio, ai margini della foresta, Antonio andò a vivere nella
foresta con gli shuar, una popolazione indigena che si era ritirata nella foresta. Dopo
due anni la donna morì a causa della malaria e Antonio diventò un esperto cacciatore,
ma con semplici frecce avvelenate. Un giorno uno dei suoi amici fu ucciso da un
colono. Antonio volle vendicarlo uccidendo il suo assassino, ma usò il fucile del
nemico anziché le frecce avvelenate. Per questo fu cacciato dalla comunità degli
shuar e ritornò a El Idilio. Il tempo scorreva tranquillo, anche grazie ai romanzi
d’amore che ogni sei mesi gli portava il dentista.
Un giorno, degli shuar portarono al villaggio il corpo di un gringo morto. Il vecchio
dedusse che l’uomo aveva ucciso dei cuccioli di tigrillo e aveva ferito un maschio. La
femmina, allora, lo aveva ammazzato. Nei giorni successivi altre vittime dell’animale
arrivarono morte o agonizzanti al villaggio. Si decise allora di fare una spedizione
verso quella capanna, a cui partecipò Antonio insieme al il Sindaco. Si resero conto
del rischio che c’era, ma nonostante tutto restarono lì. Si avvicinarono all’abitazione
dell’eremita e improvvisamente uscì il tigrillo e uccise tutti tranne Antonio, che riuscì
a nascondersi sopra la capanna. La belva lo vide, ma non poté salire perché era troppo
alto, così se ne andò. Più tardi gli shuar lo trovarono e lo riportarono al villaggio, gli
curano le poche ferite che aveva e gli promisero di tornare a vivere con loro.
Una notte Antonio non riusciva ad addormentarsi per i rumori provocati da animali
che si aggiravano nel villaggio, così prese uno dei suoi romanzi e iniziò a leggere;
dopo poco sentì dei versi di tigrillo provenire da fuori, uscì di corsa e vide tutti gli
shuar morti a terra. Allora iniziò a correre in preda al panico, uscì dal villaggio e
continuò a correre, quando ad un certo punto vide degli occhi dietro un cespuglio,
fece per tornare indietro, ma il tigrillo lo afferrò per una gamba e lo trascinò per
cinque metri. Lì venne divorato dalla belva. L’animale ebbe la sua ricompensa.
GERARDUZ ALICE 4^D RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 10
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Testo creativo
...Antonio andò così a caccia della bellissima e maestosa femmina di Tigrillo. Aveva paura
in fondo; sapeva che era feroce e vendicativa.
Si nascose nella foresta, impaurito, ma prese coraggio e armato di pistola andò a cercarla.
Improvvisamente la vide e il cuore gli cominciò a battere come un rullo di tamburi. Il
bellissimo Tigrillo si avvicinò furtivamente con i suoi denti enormi ed aguzzi verso Antonio,
che rimase, non si sa per quale ragione, impietrito. Non mosse un dito, ma lo guardò
intensamente negli occhi.
Vide tanta tristezza, dolore...era come se quegli occhi felini parlassero. Vide quel dolore
che niente e nessuno può colmare, data dalla perdita dei suoi cuccioli.
Antonio, guardando quegli occhi, capì che il dolore del Tigrillo era lo stesso che provava
lui per la morte della sua amata Dolores. Capì che era una cosa sbagliata ucciderlo,
perché la colpa era solo degli uomini. Antonio si avvicinò verso di lui per accarezzarlo e il
Tigrillo aveva capito che non gli avrebbe fatto del male, ma improvvisamente cominciò ad
agitarsi e ad urlare; Antonio si girò e vide un Gringo in lontananza pronto ad uccidere
l'animale. Antonio sparò al Gringo che cadde a terra senza vita e non ebbe alcun
rimpianto per ciò che aveva fatto.
Riuscì ad accarezzare il Tigrillo, aveva il pelo morbido come il cotone, e vide nei suoi occhi
quella speranza e quella gioia che aveva perso, ma soprattutto quel "grazie" che non
poteva dire con le parole. Così, quel maestoso felino se ne andò. Nessuno lo vide più da
quelle parti. Si dice che sia andato altrove, che abbia una nuova famiglia e che non provi
più rabbia verso l'uomo, perché in fondo, non tutti gli uomini sono cattivi.
Antonio fu molto soddisfatto di ciò che aveva fatto: diede la vita a chi la vita l'avevano
distrutta. Il suo compito ormai era finito, ne era uscito eroe ed è per questo che ringraziò El
Idilio per la sua fantastica avventura.
Tornò così a San Luis, la sua terra, dove cominciò a scrivere le sue storie e dove decise di
scrivere la più bella:
"STORIA DEL TIGRILLO".
CHIARA POSER
4^C RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 11
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Testo creativo
Su una cosa Rubicundo Loachmín non ha mai cambiato idea nel corso della sua pietosa e travagliata
esistenza: è tutta colpa del governo, che lui considera falso e corrotto.
A una settimana della sua partenza il dottore si era recato a Guayaquil, a recuperare il suo carico
abituale di dentiere. Questa volta quel “sottomesso di merda” come gli piaceva chiamare Manuel, il
suo fornitore, lo aveva fatto aspettare a lungo e aveva pure aumentato il prezzo. “Ladruncolo di
merda!” lo insultava, ma i guadagni che ci avrebbe fatto erano l’unico motivo per cui non si faceva
sentire.
Passando davanti a una libreria si ricordò del vecchio che abitava El Idilio. Così entrò, ma con tutte
quelle file di libri non ce la faceva proprio a capire quali l’avrebbero fatto piangere per giorni o
quali erano quelli in cui i protagonisti si amavano tanto che neanche gli dei ne sarebbero stati
capaci.
Disorientato e fuori posto pensò che era meglio mettere in atto il suo progetto di andare a
Esmeraldas. Lì lo aspettava Josefina, la ragazza che gli forniva il consueto paio di libri per quel
vecchio pazzo di Antonio José Bolívar.
Il giorno prima della sua partenza si incamminò verso il bordello sul lungomare per godere della
bella compagnia di Josefina. Gli piacevano le nere in generale ma lei era la sua preferita e poi
quando aveva scoperto che le piacevano i romanzi d’amore aveva un incentivo in più per passare da
lei.
Anche questa volta si era premurata di portargliene due.
Quando la ragazza gli portò un paio di nuovi libri lui le chiese.
“Sono tristi e dolorosi come al solito?”
“Sì e anche di più.”
“Bene”.
Erano quelli i pochi momenti in cui non riempiva il governo o chiunque altro di bestemmie.
Questa volta voleva sapere com’ era andata a finire la storia del tigrillo. Quel vecchio l’aveva
sempre incuriosito per i suoi modi e per il suo amore per i romanzi d’amore; anche se non l’avrebbe
ammesso era affezionato al quel vecchio pazzo che non ce la faceva a morire.
Il giorno dopo si era imbarcato nel Sucre.
“Ehi, dottore, vedo che è sempre dei nostri” gli gridò il capitano.
“Vecchio bastardo, speri ancora che io crepi?”
Il capitano rise di gusto. Ormai era abituato ai modi del dottore e si divertiva a stuzzicarlo.
“No ma non posso assicurarle che tornerà sano e salvo.”
“Cazzo, smettila di urlare, ce la faremo”
AKAKPOVI JOELLE 4^C RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 12
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D'AMORE
Testo creativo
Il vecchio si accucciò, e l'animale, quando fu giunto a circa cinque metri da lui, spiccò un salto
prodigioso mostrando gli artigli e le zanne. La scena sembrava al rallentatore. In quel momento,
Antonio José Bolívar, doveva prendere una decisione: sparare all'animale o lasciarlo cadere al
suolo, in modo che si ferisse ma non morisse? Restava poco tempo per decidere. L'animale si
avvicinava. Quando fu abbastanza vicino, Antonio José Bolívar si spostò di colpo e l'animale cadde
a terra rovinosamente. Non si muoveva. Egli gli si avvicinò lentamente. A piccoli passi, tra la paura
e l'incertezza che l'animale si svegliasse. Non voleva uccidere una povera creatura ma nemmeno
rimetterci la vita. Quando fu abbastanza vicino, notò che l'animale aveva perso conoscenza. Diede
uno sguardo alla zampa che aveva colpito in precedenza e notò che l'osso fuoriusciva dalle carni
dell'animale. In quel momento una sensazione di angoscia gli pervase il corpo. Non poteva lasciarla
lì in quelle condizioni, non sarebbe sopravvissuta. Prese l'animale e se lo caricò sulle spalle, con la
speranza che non si svegliasse. Pesava abbastanza, ma andava portato in salvo. Il cammino verso El
Idillio era lungo, sarebbe stato faticoso portare l'animale in spalla fino là. Appoggiò l'animale per
terra. Tagliò dei rami da un albero, che in seguito rivestì con delle foglie, e li unì con delle liane.
Mise delicatamente l'animale sopra a quella specie di amaca, piano piano, e con molta forza e
determinazione lo trasportò fino ad El Idillio. Quando giunse a casa, porto l'animale nella sua
abitazione e iniziò a prendersi cura di lui. Per prima cosa gli medicò la zampa, con quel poco che
aveva in casa, e la bendò. I giorni passavano, lenti, e l'animale non si svegliava. Antonio José
Bolívar ogni giorno usciva di casa in cerca di cibo per l'animale, con la speranza di ritornare e
trovarlo sveglio e in forma. Purtroppo ogni volta che rincasava trovava l'animale steso, immobile,
come lo aveva lasciato prima di partire. Un giorno come tanti, dopo essere andato a caccia, tornò a
casa e trovò l'animale seduto sul pavimento, che si leccava piano la zampa ferita, dalla quale si era
velocemente tolto le poche bende che gli erano state messe. L'uomo, spaventato, rimase sull'uscio,
senza muovere un solo muscolo. L'animale si alzò delicatamente in piedi, si avvicinò ad Antonio
José Bolívar e si sedette di fronte a lui. Si alzò nuovamente e si strusciò su Antonio José Bolívar,
per ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per lui, per averlo salvato e per essersene preso cura
per tutto quel tempo. Il vecchio gli accarezzò dolcemente la testa e poi passò la mano sulla sua
schiena. L'animale sembrava gradire. Antonio José Bolívar gli si affezionò molto, così tanto che
decise di tenerlo con sé. I due diventarono grandi amici e da quel giorno non si lasciarono mai più.
NICOLE PERUCH 4^C RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 13
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Testo creativo
… No. Non era più nel mondo dei sogni. La
femmina era davvero sopra la canoa e
passeggiava, e siccome il legno era molto
liscio, levigato dall’acqua incessante, l’animale
si serviva degli artigli mentre camminava da
prua a poppa. Il vecchio sentiva il suono vicino
della sua respirazione ansiosa.
Ad un certo punto si ritrovarono faccia a
faccia, occhi negli occhi e fu in quel momento
che l’uomo capì che il tigrillo non gli avrebbe
mai fatto del male, ma che avrebbe soltanto
voluto essere portato in un posto lontano da lì,
lontano dalle sofferenze, dal dolore che quel
posto e quella popolazione gli aveva
provocato. Il tigrillo voleva solamente rifarsi
una nuova vita e vedeva nel vecchio l’uomo
adatto per esaudire questo desiderio. Il
terribile felino non appariva quindi come un
nemico, ma solamente come un esempio di
tutto quello che l’uomo non riusciva ad
apprezzare e che, con le sue stesse mani, stava
distruggendo e costringendo a scomparire.
Il vecchio decise per questo motivo di
cambiare le sorti di questo animale e anziché
ucciderlo, come ogni altra persona avrebbe
fatto al posto suo, decise di salvarlo,
portandolo in un’altra foresta lontana da lì. In
questo modo avrebbe potuto crearsi un’altra
vita, dimenticando le sofferenze patite e
trascorrendo così gli anni seguenti in completa
tranquillità, distante da tutto e da tutti.
Il vecchio lo prese così in braccio, lo caricò
nella canoa e insieme si diressero verso quella
foresta che avrebbe cambiato il futuro di
entrambi.
Alessia Zoccolan 5^C RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 14
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Testo creativo
Poiché lui non rispondeva alla sfida, la femmina aveva deciso di entrare nel suo nascondiglio.
Il vecchio, trascinandosi sulla schiena, indietreggiò fino all’altro estremo della canoa.
Vide la femmina entrare, era lì, ma esitò a sparare, non sapeva neanche lui perché; allora il tigrillo
gli si fece incontro rapidamente e con un colpo gli aprì il ventre, ma lui contemporaneamente sparò
due colpi. Il tigrillo cadde colpito e morente.
Ma anche lui aveva una ferita, vedeva il suo sangue scivolare giù, il respiro sempre più affannoso,
sapeva che la morte era vicina.
I loro occhi si incrociarono, videro 2 occhi lucidi, ma che non piangevano, due occhi che
esprimevano compassione reciproca: i due nemici sarebbero morti insieme.
Il vecchio cominciò a pensare alla sua vita, a Dolores Encarnaciòn del Santissimo Sacramento
Estupiňon Otavalo, suo grande amore e che finalmente avrebbe rincontrato nell’aldilà, pensò agli
Shuar, al tempo passato con loro e alle cose che gli avevano insegnato, pensò ai suoi romanzi che lo
appassionavano e lo facevano vivere, pensò che non avrebbe mai visto Venezia e le sue gondole.
Per un attimo gli passò in testa “Lumaca” che aveva raggiunto maledettamente il suo scopo.
Ed infine ci fu un pensiero per il tigrillo, che dopo aver perso i suoi cuccioli e il suo compagno
avrebbe perso anche la propria vita.
La fine era vicina per ambedue, cominciarono a susseguirsi una serie di fastidiosi lamenti da parte
di entrambi e dopo pochi attimi morirono.
ANDREA LUCHIN 5C RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 15
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Testo creativo
Una legge misteriosa gli diceva che ucciderla era un imprescindibile atto di pietà, ma non di quella
pietà prodigata da chi è in condizione di perdonare e di regalarla.
La bestia cercava l’occasione di morire faccia a faccia, in un duello che né il sindaco né gli altri
uomini avrebbero potuto capire.
Però c’era qualcosa in Antonio che lo bloccava da questa scelta, qualcosa che fremeva all’interno
di lui, come un ricordo.
Era il ricordo della sua amata nel momento della morte, quel momento al quale nessuno vorrebbe
mai arrivare.
Non mi ero ancora fermato in questo dettaglio della storia perché poteva sembrare quasi sciocco,
quasi un distacco da quello che sto narrando, ed è per questo che non mi soffermerò a lungo.
«Qual è la tua risposta, vecchio?» ripeté il ciccione
«D’accordo.»
A questa risposta il sindaco tirò un sospiro di sollievo, prese la sua roba e in un secondo sparì da
quel posto.
Antonio si trovò li, in quel luogo quasi sperduto, tutto solo, con poche armi e poche riserve.
Sentiva il rumore di quei passi, mischiati al suono dolce della natura che gli ricordava il suo
passato, si avvicinava sempre di più, lui non poteva fare niente per sfuggirle.
A poco a poco la bestia si fece vedere, piena di graffi, probabilmente fatti dalle persone attaccate
quando cercavano di liberarsi; era lì con tutta la sua furia. Ma c’era qualcosa nei suoi occhi,
qualcosa che José non riusciva a capire. L’animale non voleva solo attaccare, sembrava quasi
volesse confonderlo, portarlo in un’altra direzione, come se avesse paura che qualcuno li vedesse.
Il suo ruggito metteva i brividi, ma il vecchio non poteva fare vedere la sua paura perché sarebbe
stata l’arma letale.
Decise di seguirla, sempre con molta cautela, arrivando alle sponde di un lago.
Non riusciva a immaginare per quale strana ragione lo avesse portato li, proprio in quel posto così
lontano, dove avrebbe potuto salvarsi solamente facendo un piccolo passo e buttandosi in quel
maestoso lago.
Ma José no, voleva capire che cosa stava succedendo. Guardò attorno a sé per cercare qualche
indizio, ma niente. Solo qualche attimo dopo, vedendo la bestia agitarsi capì.
Vide un corpo di un animale proprio sopra una roccia, troppo in alto perché lei potesse salire. La
sua visione non era chiara, ma decise di rischiare. Arrivò in cima e vide una cosa inspiegabile. Era il
corpo del maschio della belva, un corpo tutto insanguinante che soffriva. Si trovò in difficoltà.
«E ora che devo fare?» diceva il vecchio «Devi aiutarmi! Dimmi che vuoi che faccia!» era come se
cercasse risposta dall’animale, ma niente.
Non ci mise poco a capire che era solo sua la scelta e fu proprio quella di far smettere di soffrire
quella povera bestia, farla andare in un mondo sereno. Prese il suo pugnale e glielo conficcò dritto
dritto nel cuore. «Addio».
Lo portò giù da quella roccia, dalla sua compagna che si avvicinò piano piano.
Nel muso non c’era più la rabbia, ma c’era la tristezza di aver perso gli amori della sua vita, la sua
famiglia.
Antonio non sapeva che cosa fare, se scappare o uccidere quella bestia, visto che ora non sarebbe
riuscita a reagire.
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 16
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Ma rimase li, rimase fermo immobile a guardare, a guardare quella scena che aveva vissuto anni
prima. Sapeva che era una ferita che faceva più male della morte stessa.
L’animale si voltò verso di lui, come se avesse l’intenzione di concludere il suo duello.
Il vecchio ormai era distrutto, non avrebbe potuto più combattere, lasciò cadere l’arma a terra e si
accasciò..
«Ora mi arrendo, la mia voglia di combattere è svanita, fai di me la tua prossima vittima, c’è
qualcuno che mi aspetta lassù, qualcuno che mi aspetta per sentire la mia voce leggere romanzi».
L’animale prese la rincorsa, ma successe una cosa strana; arrivata davanti a l’uomo, lo graffiò con i
suoi artigli e non fece altro. Cambiò direzione e corse via.
Il vecchio rimase sorpreso, non riusciva a spiegarsi per quale motivo avesse fatto questo.
Da quel giorno non si sentì più parlare della bestia e non ci furono più vittime.
Antonio Josè Bolivar non si dimenticò mai di quello che era successo anni prima nella foresta, ma
la sua vita rimase serena come un tempo, nella sua capanna a leggere i suoi romanzi, che
parlavano d’amore con parole così belle che a volte gli facevano dimenticare la barbarie umana.
DESIRÈ TRUANT 5^C RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 17
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Testo creativo
ANTONIO, UNA FINE ROMANTICA
ANTONIO PRESE UN LIBRO, SI SEDETTE SU UNA SPECIE DI CUSCINO CHE AVEVA PREPARATO CON
DELL’ERBA SECCA, RACCOLTA ATTORNO ALLA CAPANNA; AVEVA PRESO LA FORMA DEL SUO
CORPO, SEMBRAVA ORAMAI UNA POLTRONA. L’ATMOSFERA ERA PERFETTA, ERA TUTTO COME
VOLEVA VIVERE IL SUO ULTIMO PERIODO DI VITA, TANTO SAPEVA CHE PRIMA O POI SE NE
SAREBBE ANDATO, VOLEVA SOLO FARLO NEL MIGLIORE DEI MODI.
RIPENSO’ PER UN ATTIMO A COS’ERA SUCCESSO NEL PERIODO PRECEDENTE AL RITORNO NELLA
SUA DIMORA. PENSO’ ALLA VERGOGNA CHE PROV0’ NEL MOMENTO FINALE DELLA BATTAGLIA
CON IL TIGRILLO, SI SENTIVA COSI’ PICCOLO CHE IN CONFRONTO ALLA NATURA ERA UN SEMPLICE
SASSOLINO STACCATOSI DA UNA ROCCIA. SI SENTIVA COME IL SASSO, LONTANO DALLA SUA
NATURA, DAL SUO ESSERE.
“L’AMORE E’ COME UNA PIANTA, PIU’ CRESCE, PIU’ PIACE, MA PER PIACERE HA BISOGNO SEMPRE
DI UNA NUOVA SPINTA, NECESSITA DI NUOVE EMOZIONI, HA BISOGNO DI ACQUA PER RESTARE
VIVA”. QUELLA FRASE SUL LIBRO LO FECE SCOPPIARE IN UN PIANTO NOSTALGICO; NOSTALGICO
DELLA SUA VITA, DELLE EMOZIONI CHE AVEVA PROVATO FINO A QUEL MOMENTO, DELLA
CONOSCENZA DELLA NATURA ACQUISITA DOPO TANTI ANNI DI AVVENTURE E CAMBIAMENTO DI
STILI DI VITA E DI TUTTI I SUOI ASPETTI, DI SUA MOGLIE…AVEVA PERSO TUTTO, AVEVA PERSO LA
VOGLIA DI VIVERE. E CHIUSE IL LIBRO.
DE BIASIO GIUSEPPE 5^C
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 18
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
ILVECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Testo creativo
Passarono il resto del pomeriggio a occuparsi dei morti.
Il vecchio Antonio José Bolìvar, dentro di sé, sapeva che tutte quelle morti erano riconducibili al
tigrillo, alla sua vendetta.
Il giorno seguente, la “Lumaca” commissionò al vecchio, perché solo lui conosceva veramente la
natura, di uccidere la femmina del tigrillo dato che stava uccidendo i suoi cittadini.
Il vecchio era triste all'idea di ammazzare una bestia, infatti esitò prima di accettare l'offerta del
Sindaco.
Spettava a lui come e quando attaccarla così decise di attaccarla alla luce del sole con un tagliente
machete.
Però, quando si addentrò nella foresta, vide il tigrillo che stava soffrendo perché qualche uomo
l'aveva ferita con un’arma da fuoco.
Sentendosi in colpa per aver ucciso il suo maschio, per non farlo più soffrire, decise di andar contro
alla richiesta del Sindaco: decise di curarla..
Esperto della natura, Antonio sapeva quali erbe avevano proprietà medicinali: fece una poltiglia,
tritando con due grandi pietre foglie di calendula, tea tree e saliva di piranha, che era un ottimo
disinfettante.
Gli occhi dell'animale cambiarono: da nero pece, pieni di rabbia a occhi neri che brillavano di
riconoscenza per averla salvata.
Il vecchio Antonio sapeva che quella era la scelta giusta, sapeva che il sangue generava altro
sangue, sapeva che il tigrillo stava soffrendo come soffriva lui per la perdita della moglie.
Antonio, dopo aver salvato la bestia, decise di fuggire da quelle persone perfide che fanno del male
alle persone e alla natura solo perché sono ricchi di potere e di beni materiali.
Il tigrillo seguì il vecchio, i due vissero lontani da quel mondo crudele e continuarono la loro vita
insieme.
GRAZIA GRILLO 5^C RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 19
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore
…
Antonio si svegliò quella mattina per cercare la femmina e ucciderla. La trovò
accanto al fiume appoggiata al maschio ferito.
Appena la belva si accorse dell’uomo, lo attaccò. Combatterono. Il vecchio
l’aveva in pugno. Avrebbe potuto ammazzarla ma non lo fece. Gli vennero in
mente gli Shuar. Si ricordò di avere con sé l’ultimo dardo avvelenato e l’usò
contro la femmina.
Sapeva che il suo effetto non sarebbe durato molto e si precipitò dal maschio.
Cercò di medicarlo, ma l’altra si svegliò, pronta ad attaccarlo; quando però
vide l’impegno che il vecchio stava mettendo per salvare il suo compagno, si
calmò e si avvicinò lentamente.
Antonio appena vide la bestia si scansò velocemente per evitare un altro
attacco, ma non fu quella la sua reazione. Al contrario, infatti, la femmina si
accoccolò sul maschio e permise al vecchio di finire il suo lavoro.
Era ormai sera, e Antonio si rifugiò in una piccola capanna. Alla mattina, al suo
risveglio, trovò i due animali vicino all’abitazione. Uscì senza alcun timore e si
avviò verso El Idilio con un sorriso smagliante e con il cuore in pace.
Fu fiero di se stesso per non aver ammazzato la povera femmina che cercava
semplicemente di rivendicare il male fatto al maschio e ai suoi piccoli.
Passò dagli Shuar per ringraziarli di tutto ciò che avevano fatto per lui nel
passato.
Tornato in città, spiegò l’accaduto e si rese conto che i cinquanta romanzi
d’amore che aveva letto precedentemente gli avevano cambiato il cuore e il
modo di vivere.
ARIANNA MASCARIN 4^D RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 20
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL Vecchio Che Leggeva Romanzi D’amore
Testo creativo
[…] dopo ore e ore di ricerca, l’uomo trovò il tigrillo e decise di affrontarlo …
I due si guardavano fissi negli occhi, Antonio aspettava ansioso che il felino
attaccasse, e quest’ultimo attendeva il primo passo falso dell’uomo. Ad un certo
punto, Antonio estrasse il fucile, mirò il tigrillo e fece fuoco, cercando di colpirlo, ma
non ci riuscì, lo sfiorò …
Il felino, preso dalla collera dello sparo, si scagliò verso Antonio con un balzo, che lo
fece cadere a terra. L’uomo cercò con tutte le sue forze di difendersi, ma il tigrillo
ebbe la meglio, per il povero Antonio non ci fu niente da fare, rimase lì a terra, privo
di vita.
Nel frattempo il felino, ancora più vendicativo, stava continuando ad uccidere alti
esseri umani, arrivando al punto che El Idilio rimase desolato, disabitato, vi regnava
il silenzio e la tranquillità. Non c’era più nessun essere umano, ma solo vegetazione
ed animali, anche i restanti di El Idilio si trasferirono in un altro villaggio più sicuro,
chiamato El Dorado. Il tigrillo riuscì così ad avere la sua vendetta.
Insomma, El Idilio non era più un villaggio, ma solo una foresta, dove i tigrillos
potevano vivere tranquillamente e serenamente, senza aver più paura ed essere
disturbati dagli esseri umani.
CHIARA DARPIN 4^D RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 21
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Il Vecchio Che Leggeva Romanzi D’amore
Testo creativo
[…] l’animale sorpreso, si acquattò sulle pietre calcolando l’attacco.
Erano faccia a faccia, uno di fronte all’altro, uno con la doppietta, l’altro con gli artigli
sfoderati.
Attendevano il primo passo. Si studiavano, anche se ormai si conoscevano bene.
Il vecchio aveva dalla sua la distanza, la doppietta gli permetteva di colpire l’obiettivo a diversi
metri, ma i suoi riflessi non erano più molto veloci mentre la velocità del tigrillo poteva essere
mortale. Il tigrillo, infatti, non poteva contare su un attacco a distanza ma il suo scatto gli
permetteva di raggiungere il vecchio in pochi centesimi di secondo.
I due si fissarono per qualche minuto, feriti, ma carichi di adrenalina. Il tigrillo, colmo di
vendetta, calcolava un piano che gli permettesse di non essere ferito mortalmente. Il vecchio,
oramai esausto, ricontrollava la doppietta mentre con un occhio teneva a vista l’animale.
Mentre il vecchio portava la doppietta verso la spalla, con un rapido scatto il tigrillo si
avvicinò al vecchio, saltò e gli conficcò gli artigli anteriori sul petto, puntando alla giugulare.
Mentre le zampe dell’animale affondavano sulla carne del vecchio, gli artigli posteriori
facevano presa sull’addome lacerandolo ad ogni movimento. Antonio, preso di sorpresa, lasciò
cadere il fucile e, insieme a lui, cadde di schiena urlando dal dolore. Le urla di colpo furono
interrotte da un rumore sordo. Dal fucile partirono le due cartucce caricate che raggiunsero
l’animale dritto al cuore. Il tigrillo lasciò la presa e, insanguinato, si accasciò accanto al
vecchio.
Antonio Josè Bolivar Proaño giaceva immobile in una pozza di sangue. La giugulare recisa di
netto ed un enorme lembo di pelle che penzolava dal petto.
Il silenzio incideva i loro corpi rendendo il vecchio, finalmente, un tutt’uno con la sua amata
natura.
CRISTINA FANTINEL 4D RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 22
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Antonio Bolivar e il suo amico raggiungono la foresta ecuadoriana; sono stati costretti dal sindaco
del paese di nome El Idilio ad uccidere una femmina di tigrillo che da qualche tempo sta
sterminando numerosi gringos a causa dell’uccisione dei suoi piccoli da parte di un cacciatore.
Antonio conosce la foresta meglio di chiunque altro, avendo vissuto in giovane età con gli indios
per un lungo periodo di tempo.
È una giornata calda e umida, si odono i cinguettii dei volatili e la pace che sprigiona quel luogo.
Antonio si sente a suo agio; ama profondamente la natura e la fauna.
Non ha il coraggio di uccidere quel tigrillo, sapendo che un umano ha tolto la vita ai suoi figli. Lui e
l’amico, essendo ben attrezzati, riescono a catturarla mentre si sta appisolando e la trascinano fino
la capanna dove vive il vecchietto.
Da quel giorno, pian piano inizia ad addestrarla; la femmina di tigrillo comincia ad essere
obbediente ed abbastanza quieta; l’uomo la considera un’ “amica”.
Antonio ha sempre vissuto da solo, ha pochi amici nel paese e sua moglie è deceduta molti anni fa;
trascorre il suo tempo leggendo romanzi d’amore, il suo genere preferito.
Così inizia a condividere con lei il suo passatempo preferito; ogni sera legge in sua compagnia,
come se fosse una persona che ascolta le storie d’ amore, e non solo un animale.
Antonio, finalmente, non si sente più abbandonato in mezzo a quella foresta: il pericolo che
quell’animale attacchi ancora non esiste più.
ILARIA CELLA 4D RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 23
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Il vecchio ultimi anni della sua vita non faceva altro che leggere, ma dopo l’uccisione di
due uomini residenti in un villaggio poco distante fu arruolato per l’uccisione della femmina
di tigrillo che era ritenuta la colpevole di quelle morti; lui e gli altri uomini si inoltrarono nella
foresta oscura ma ad un certo punto del percorso gli uomini si arresero e il vecchio
proseguì il suo viaggio da solo.
Il vecchio non abbassava mai la guardia perché si sentiva gli occhi del tigrillo sempre
addosso e dopo giorni di cammino giunse dove il tigrillo voleva, ovvero dal suo compagno
ferito; il vecchio capì che il tigrillo non era cattivo ma cercava solo aiuto per salvare il suo
compagno.
Le condizioni del tigrillo maschio erano pessime, ma fortunatamente il vecchio aveva con
sé una bottiglia di aceto che fungeva da disinfettante che applicò sulla ferita e usò alcune
foglie di banano e uno spago come benda. Il tigrillo, dopo giorni di cure e attenzioni, riuscì
a riprendersi e per ringraziare il vecchio lo leccò sulla guancia e se ne andò con la sua
amata compagna.
Dopo quei giorni assurdi il vecchio tornò a El Idilio interrogandosi su cosa voleva fare del
resto della sua vita e decise di partire con il dentista e di andare a vivere in città dove
conobbe una donna bellissima che sposò. Il vecchio e la sua seconda moglie non vissero
molti anni insieme ma in quei pochi anni furono contenti come non mai e adottarono 5
ragazzini provenienti dalla strada. Il vecchio morì dopo qualche anno in mezzo ai suoi
cari, in una casa modesta ma piena d’amore.
MONICA BOSCARIOL 4D RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 24
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Come la notte aspetta nel buio
la luce del sole,
così io aspetto nella paura
la decisione.
Questa grande creatura meravigliosa,
dall’aria del tutto mostruosa,
io devo affrontare
perché i suoi piccoli vuole vendicare.
Un grande dolore
abita nel nostro cuore.
e in questa foresta
solo la speranza resta.
Lacrimante e costretto,
dal mio fucile
parte un colpo netto.
E con un battito di palpebra
leggero
la creatura abbandona ogni pensiero.
NATASHA MIRAGLIA 4D RIM
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 25
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Classe 4^D RIM
Docente di riferimento: Prof.ssa Gabriella Sfreddo
IL VECCHIO E L’AMAZZONIA
Il vecchio Antonio Josè Bolivar Proaño vive ai margini della foresta Amazzonica
ecuadoriana, in un paesino chiamato El Idilio. Porta con sé un’esperienza tutt’altro che
felice, la morte dell’amata moglie ed i giudizi delle persone.
Antonio, pur se con difficoltà, ama leggere, il suo genere preferito sono i romanzi
d’amore.
È un uomo saggio che può contare sulle sue conoscenze derivate dall’aver vissuto
dentro la grande foresta, insieme agli Indios Shuar: un accordo intimo con la natura,
che i Gringos, capaci soltanto di sfruttare e distruggere, non potranno mai capire.
Soltanto Antonio con la sua grande esperienza ed il suo amore per la natura, può
inseguire per la foresta una femmina di tigrillo, felino che, accecato dal dolore per
l’inutile sterminio dei suoi cuccioli da parte di un Gringo, si aggira minaccioso per
vendicarsi sull’uomo.
Il romanzo, come Sèpulveda ci ha abituati, scorre via veloce, con un linguaggio
intuitivo e con temi di facile comprensione: l’ecologia ed il rispetto per la natura.
Questi temi sono molto presenti nella storia del protagonista, Antonio Josè Bolivar,
che ama e soprattutto rispetta la foresta e tutti i suoi abitanti, umani e non.
Il racconto non ci espone niente di nuovo, gli uomini bianchi che non comprendono la
natura, la maltrattano e per questo creano grandi disastri. Opposti a loro gli indigeni,
che vivono, invece, in simbiosi con la foresta, la comprendono, e per questo per loro
non è pericolosa. Infine c’è il vecchio, a metà tra i due mondi, un bianco dal cuore
Shuar, che rispetta la natura.
L’opera può contare su due grandi protagonisti, dotati di grandi doti:
Antonio Josè Bolivar che fin dalla prima apparizione si improvvisa detective e dimostra
un acume ed una conoscenza non comuni. Il tigrillo che inizialmente sembra solo il
simbolo di una natura violenta, distrutta senza rispetto, prende sempre consistenza,
diventando un vero e proprio personaggio dotato di sensibilità, intelligenza e scopo.
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 26
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Il finale, degno di un grandissimo autore come Sèpulveda, sa incantare con una
delicatezza poetica non comune e lascerà certamente qualcosa di importante nei
pensieri dei lettori, anche nell’amara consapevolezza di un’Amazzonia sempre più
derubata della sua irripetibile ricchezza.
CRISTINA FANTINEL
Classe 4^D
ISIS ‘P. SARPI’
S. Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 27
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL GIOVANE CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
Antonio Jose Bolivar Proano è un vecchio saggio della città e vive al El Idiolio.
In questa città vive con me. Io sono Dolores, sua moglie. Io non riesco ad avere dei
figli, e quando questa voce giunge in città, l’intera popolazione inizia a parlarne e ad
avere dei pregiudizi verso me e la mia famiglia. Un giorno mio marito ed io decidiamo
di trasferirci nella foresta equatoriale, dove desideriamo trovare la tranquillità e la
serenità che le malelingue del nostro paese di provenienza non ci permettono di
avere.
Nella terra da noi raggiunta vivono degli enormi animali, con le sembianze di una
tigre, chiamati tigrilli.
Appena arrivati nella foresta io e Antonio costruiamo una capanna, nostro riparo per
l’intera permanenza nella selva, e lui va a caccia per procurare la nostra cena.
Durante l’arco di tempo in cui noi permaniamo nella foresta siamo attaccati diverse
volte dai tigrilli, ma grazie alle capacità difensive ed abili di mio marito riusciamo ad
averne sempre la meglio.
Antonio uccide ogni tigrillo che ci attacca e procura così il cibo a noi necessario le
pellicce per la notte.
A cinque mesi dal nostro arrivo nella selva arriva la notizia che sconvolge noi e che ci
unisce ancor di più, scopriamo di aspettare un figlio. Entrambi siamo molto felici di
questa scoperta e decidiamo di non tornare al paese al nostro paese fino alla nascita
del nostro primogenito perché desideriamo che lui venga al mondo nello stesso luogo
in cui è stato concepito.
Un giorno mentre camminiamo come nostro solito, un tigrillo mi attacca. È il più
grande mai visto, io comincio subito ad urlare e a chiedere aiuto a mio marito. Lui
senza aspettare un attimo distrae il tigrillo, liberandomi dalle sue grinfie, e sotto voce
mi dice: “va, fuggi e salva nostro figlio, io me la caverò”. Queste sono le ultime parole
di Antonio perché quel giorno lui muore dopo un lungo e arduo combattimento contro
la bestia ed io vedo il tragico accaduto tra le frasche del bosco.
Rimasta ormai vedova e disperata per la mia solitudine e la sua mancanza decido di
tornare nella capanna, dalla quale non mi sposto fino al giorno della nascita del piccolo
José che avviene tre giorni dopo il triste accaduto. Scelgo questo nome per il mio
piccolo in ricordo di mio marito.
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 28
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Il giorno seguente alla nascita di mio figlio decido di partire con lui alla ricerca di un
posto più sicuro e protetto per entrambi. Fuggiamo così da quella foresta pericolosa e
dopo giorni di cammino raggiungiamo un villaggio di Gringos. Appena arrivati gli
sguardi sono su di noi. Un uomo anziano si avvicina e mi chiede: ”Voi chi siete?”. Io
spaventata con voce tremante rispondo e racconto la nostra storia chiedendogli infine
un aiuto e un alloggio. In vecchio Gringos risponde: ”Noi siamo lieti di aiutarvi e
desideriamo prenderci cura del piccolo”. Le mie orecchie non potevano udire parole
migliori. Gli abitanti del villaggio ci accolgono, ci danno del cibo e poi ci portano in una
capanna in cui riposare dopo la dura camminata. Da quel giorno io e Jose non
lasciamo più il villaggio e il popolo mi aiuta a crescere mio figlio e a dargli il giusto
insegnamento.
Per il suo primo compleanno il vecchio saggio del villaggio mi consegna un libro
dicendomi: “questo è il libro che io amo. Prendilo e daglielo quando saprà farne il
giusto uso, gli sarà da aiuto”. Io prendo il libro e seguo il suo consiglio, infatti non
appena Josè sa leggere io gli consegno il libro dicendogli da parte di chi è.
Il giovane, stupito del suo regalo lo prende con sé e va a sedersi in riva al fiume. Lì
solo apre il libro ed inizia a leggerlo. Sono diversi romanzi d’amore rilegati insieme.
Mentre legge mio figlio capisce il valore di ciò che lo circonda e inizia così ad amare le
persone, la natura e gli animali, e a guardare il tutto con occhi diversi.
Da quel giorno Josè non smette più di leggere romanzi d’amore.
GIORGIA LENA
Classe 4^D
ISIS ‘P. SARPI’
S. Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 29
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
LA TRILOGIA DELL’AMICIZIA
Luis Sepùlveda, scrittore molto noto in questo periodo nelle scuole della ragione, nasce in Cile nel
1949.
È una persona che viaggia molto e attualmente vive in Spagna.
Il suo primo romanzo, e anche uno dei più conosciuti e letti, è “Il vecchio che leggeva romanzi
d’amore”.
Uno dei suoi ultimi libri stampati è la “Trilogia dell’amicizia” la cui stampa è stata terminata nel
mese di novembre 2014 per conto della Ugo Guanda S.r.l.
In questa sua opera lo scrittore riunisce tre sue storie molto belle che parlano, appunto,
dell’amicizia.
La prima storia è intitolata “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, parla di
una gabbiana capitata in una macchia di petrolio nelle acque del mar del Nord e attera, in fin di
vita, sul balcone del gatto Zorba al quale affida l’uovo che sta per deporre facendogli promettere
che non lo mangerà, che avrà cura del piccolo che nascerà e che gli insegnerà a volare. La vicenda
prosegue con una serie di avventure divertenti.
La seconda parte del libro narra di un gatto, Mix, che perde la vista e incontra un topo al quale lui
stesso dà il nome di Mex; qua nasce una nuova e bizzarra amicizia tra i due; infatti il titolo della
storia è “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico”.
L’ultimo racconto, “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della sua lentezza”, descrive il
comportamento monotono delle lumache che vivono nel prato “Paese del Dente di Leone”. Tra
queste lumache c’è una che si ribella; che vuole avere un nome e vuole sapere il perché della sua
lentezza, proprio per ciò intraprende un viaggio che si trasforma in un’avventura verso la libertà.
Lo scrittore affronta vari temi molto importanti e lo fa con fermezza e spontaneità, ed è proprio
questo modo di scrivere che rende l’idea della bravura del narratore. Luis esprime concetti,
dell’amicizia, dell’amore, della fiducia, in modo fiabesco facendoci capire quanto questi temi siano
belli da vivere oggi nella nostra realtà e significativi per noi giovani, anche se dedica i racconti, in
particolare, ai suoi nipotini.
In questo unico volume Sepùlveda ci racconta le tre grandi storie d’amicizia, amore e rispetto della
natura capaci di divertire e commuovere più generazioni di lettori, perché è proprio questa la
magia del grande scrittore cileno.
MILICA MILOVANOVIC
Classe 4^D
ISIS ‘P. SARPI’
S. Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 30
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
GIORNALINO SCOLASTICO, 28/01/2015
Testo creativo: “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”
In un giorno d’estate, in un paesino chiamato El Indilio situato nella foresta ecuadoriana, giunge un
dentista di nome Rubicondo, che due volte all’anno arriva là con la sua imbarcazione attraverso il
fiume Nagaritza per curare i denti della gente del posto.
Quello stesso giorno, arrivano degli uomini che gli dicono: “Rubicondo, un uomo è stato trovato
morto nel bosco, lo dobbiamo trasportare con la tua imbarcazione.”
Proprio in quel momento incontra Antonio José Bolivar, un vecchietto del posto che conosce da
molto tempo, e si salutano in modo amichevole.
Quando il sindaco del paese arriva lì, visto l’accaduto, accusa dell’uccisione un gruppo di indigeni i
quali prima avevano trasportato il corpo; infatti il cadavere presenta tagli. - “Lo hanno colpito con
un machete!” – esclama uno degli abitanti.
Ma Antonio osservandolo attentamente, dice: “Guardate bene quei tagli; sono stati provocati dagli
artigli di una femmina di tigrillo. L’uomo ha ucciso i piccoli mentre era assente la loro mamma che,
seguendo l’odore lasciato dai cuccioli, lo ha poi ammazzato.”
Il sindaco si convince dell’affermazione dell’uomo, e chiarito l’episodio, il dentista regala ad
Antonio due romanzi d’amore; a lui infatti piace molto i libri di quel genere e passa le sere a leggere
nella sua capanna dove tiene un mucchio di libri che il dentista gli dà ogni volta che giunge ad El
Idilio.
Nei giorni seguenti, numerosi cacciatori vengono sterminati dal tigrillo vendicativo.
Antonio Bolivar e un suo amico raggiungono la foresta ecuadoriana; sono stati costretti dal sindaco
del paese ad uccidere l’animale. Antonio conosce la foresta meglio di qualunque altro, avendo
vissuto in giovane età con gli indios per un lungo periodo di tempo.
È una giornata calda e umida, si odono i cinguettii dei volatili e la pace che sprigiona quel luogo.
Antonio si sente a suo agio; ama profondamente la natura e la fauna.
-“Non ho il coraggio di uccidere quel tigrillo, sapendo che un essere umano ha tolto la vita ai suoi
figli.”- riferendosi all’amico.
Essendo ben attrezzati, riescono a catturarla mentre si sta appisolando e la trascinano fino alla
capanna del vecchietto.
Da quel giorno, pian piano inizia ad addestrarla; la femmina di tigrillo comincia ad essere
obbediente ed abbastanza quieta nei suoi confronti e l’uomo la reputa come una “amica”.
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 31
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Antonio ha sempre vissuto da solo, ha pochi amici nel paese e sua moglie è deceduta molti anni fa.
Così inizia a condividere con lei il suo passatempo preferito; ogni sera legge in sua compagnia
come se fosse una persona ad ascoltare le storie avvincenti, passionali e non un animale.
-“Non mi sento più abbandonato in mezzo a questa foresta.” – pensa Antonio.
E non c’é più pericolo che quell’animale attacchi ancora.
ILARIA CELLA
Classe 4^D
ISIS ‘P. SARPI’
S. Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 32
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL VECCHIO CHE LEGGEVA ROMANZI D’AMORE
TESTO CREATIVO
Antonio José Bolivar Proano era un vecchio saggio che viveva in una capanna da lui
costruita con la sua amata moglie Dòlores.
El Idilio era stata presentata ai due come una terra fantastica, invece era tutto un
inganno di gente maliziosa che voleva guadagnare vendendo nuovi terreni.
Antonio e Dòlores avevano dovuto trasferirsi a El Idilio perché nel villaggio precedente
la poveretta non era vista di buon occhio, non riuscendo a rimanere incinta.
El Idilio era una terra difficile da addomesticare, ma Antonio lavorava duramente per la
loro sopravvivenza.
Dopo un anno la donna rimase incinta, ma sfortunatamente poco dopo il parto morì
lasciando il piccolo Jonas nelle mani del padre.
Antonio fece del suo meglio per non far mancare nulla al piccolo e insieme cacciavano,
pescavano e soprattutto leggevano libri.
Jonas aveva 10 anni quando tornò dalla sua passeggiata e trovò il corpo del padre senza
vita vicino ai resti della loro capanna. Era stato ucciso da un tigrillo, un animale molto
pericoloso e da sempre nemico degli uomini.
Senza la guida paterna il piccolo si sentiva perso, ma per fortuna, trovò il villaggio degli
Scwar e, stranamente, non lo mandarono via.
Nel villaggio Jonas imparò la loro linguae e le strane usanze.
Crescendo attribuiva il giusto rispetto alla natura e alla fine diventò un ragazzone agile e
veloce con i muscoli scolpiti.
Era in grado di cacciare a mani nude, e uccidere con le frecce possenti dei pericolosi
tigrilli, vendicando così la morte di suo padre.
La sua vita movimentata prese una piega diversa quando trovò nel mezzo di un sentiero
un libro, che probabilmente aveva smarrito un turista.
Si trattava di un romanzo d’amore e scorrendo le pagine si rese conto che sapeva ancora
leggere, cosa che gli aveva insegnato il suo vecchio padre.
Quella lettura gli alleviava le fatiche della giornata e leggeva e rileggeva quella storia
ogni sera, finchè realizzò che un solo libro non gli bastava, così si mise alla ricerca di
più romanzi.
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 33
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Così passarono gli abbi e Jonas, tornato dal suo viaggio, trascorse la sua vecchiaia in
una capanna in riva al fiume e il suo unico passatempo era leggere i suoi romanzi
d’amore, assaporandone ogni parola.
Quella per lui era la felicità.
ALEXANDRA BITICA
Classe 4^D
ISIS ‘P. SARPI’
S. Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 34
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Un’opera indimenticabile e straordinaria: chi la legge non può che meravigliarsi dei
grandi misteri della natura, e ricordarsi che sono loro i veri sovrani del nostro pianeta,
la Terra
Il vecchio che leggeva romanzi
d’amore
di Veronica Gennari
4^D RIM ISIS P.Sarpi San Vito al Tagliamento
La storia ruota intorno alla figura di Antonio José Bolívar Proaño, un uomo di circa
sessantacinque anni che vive a El Idilio, un paese molto isolato ai margini della foresta
amazzonica ecuadoriana.
Antonio José Bolívar ha vissuto anche a San Luis, dove ha sposato Dolores Encarnacion del
Santisimo Sacramento Estupinan Otavalo, con la quale però non è riuscito ad avere
bambini. Così i due coniugi, per fuggire ai pettegolezzi del paese e per cercare un po’ di
serenità, vanno ad abitare nella foresta. Lì la donna riesce finalmente a rimanere incinta, ma
poco dopo contrae la malaria e muore.
Antonio José Bolívar continua a vivere insieme agli shuar, indios che gli insegnano le leggi
della foresta e con i quali rimane fino a quando viene esiliato e si trasferisce a El Idilio,
dove si dedica alla lettura di romanzi d’amore.
Ma un giorno l’armonia della foresta viene a essere violata da un gringos che uccide dei
cuccioli di tigrillo e ferisce un maschio. Si scatena allora l’ira della femmina di tigrillo, e
Antonio José Bolívar è l’unico che la possa frenare.
Antonio José Bolívar vive in una piccola capanna fatta di canne e con un tetto di paglia. Nel
suo interno c’è solo un’amaca, un quadro, una cassa che sostiene il fornello, un tavolo. La
semplicità e la sobrietà del luogo in cui egli vive svelano molto della sua personalità:
Antonio José Bolívar è un uomo equilibrato e saggio, al quale piace appartarsi e soprattutto
ascoltare il silenzio, per poter meglio distinguere le parole che risuonano in esso. Egli,
infatti, desidera le parole più di qualsiasi altra cosa al mondo. Le ama, e si nutre di esse. Le
parole che più preferisce sono quelle scritte tra le pagine dei romanzi d’amore, e le predilige
a quelle degli altri libri perché vanno dritte all’essenziale: infatti Antonio José Bolívar,
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 35
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
riducendo la sua vita al necessario, ha imparato molto bene a distinguere il superfluo
dall’indispensabile. Egli ha capito quanto prezioso sia ogni singolo soffio di vita, e ha allo
stesso modo inteso con quanta cautela esso debba essere custodito, perché un soffio è per
sua natura inafferrabile, sfuggente, impercettibile.
Solo Antonio José Bolívar, a El Idilio, è in grado di cogliere la voce della natura, che parla
solo se ascoltata. Il vecchio è riuscito a sentire le parole che proferiscono tanto i tigrilli
quanto i pesci, gli uccelli, gli alberi, il vento e perfino la terra sotto i suoi piedi. Il linguaggio
della natura è autentico e spontaneo, e si rivela in modo particolare nel momento in cui
Antonio José Bolívar combatte lo scontro finale con il tigrillo femmina. La sua sincerità lo
stupisce, colpendo nel più profondo le corde del suo cuore e, nonostante sia lui ad avere la
meglio sull’animale, si sente sconfitto. Egli sa che il tigrillo ha combattuto lealmente,
mentre lui no: gli shuar, infatti, gli avevano insegnato che la doppietta, che lui usa per
uccidere l’animale, è uno strumento di viltà. Quindi Antonio José Bolívar realizza che in
realtà non è lui a vincere il combattimento, ma la natura, anche se quando ritornerà per gli
abitanti di El Idilio sembrerà il contrario.
Il lettore, insieme con il vecchio, non solo si sente insoddisfatto, ma si vergogna della sua
pusillanimità, che sporca il velo della sua coscienza con delle macchie che, messe a
confronto con la purezza del mondo naturale, spiccano colpevoli.
Allora, con l’esperienza di Antonio José Bolívar, si impara a non andare contro la natura,
perché altrimenti il costo da pagare sarebbe la saggezza, e con essa la capacità di guidare la
direzione dei ricordi per non cadere nelle trappole che questi spesso tendono, come scrive
lo stesso Sepúlveda.
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 36
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Recensione di taglio critico
Giornalino scolastico
“La vita nella foresta”
Titolo: “ il vecchio che leggeva romanzi d’amore”
Autore: Luis Sepúlveda
Data di pubblicazione: 1989
Trama: Il vecchio Antonio Jose Bolivar Proaño viveva a El Idilio insieme agli indigeni, qui impara a
vivere con loro e come loro. Egli diventa cacciatore ed esperto della foresta equatoriale. Scopre di
saper leggere e si dedica soprattutto alla lettura dei romanzi d’amore perché gli piace immaginare
le varie situazioni, le città, che vengono descritte, come Londra, Parigi. Il tema centrale dei suoi
romanzi, l’amore, lo incuriosisce e lo sorprende a ogni lettura sempre più, fino al punto che
trascorre giornate intere dedicandosi alle letture. Ma un giorno viene a sapere che il suo
compagno di caccia è stato ucciso da un feroce tigrillo, che sta uccidendo altri uomini. Cosi
Antonio comincia a dare la caccia all’atroce animale, in quanto anni fa il caro amico gli ha salvato
la vita, ora tocca a lui vendicare il compagno.
Commento: “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” è uno dei primi testi scritti da Luis
Sepulveda. Il libro è un racconto d’avventura, con un lessico semplice e ben comprensibile da noi
giovani. Inoltre la storia procede con un ritmo lento che fa incuriosire il lettore tenendolo sulle
spine. Il tema centrale è la distruzione della foresta equatoriale, che vede gli uomini, i veri animali,
che distruggono il patrimonio di intere vite racchiuse al suo interno.
Nel romanzo sono presenti dei flashback in quanto è il vecchio stesso che racconta la storia della
sua vita fin da giovane età. Vi è presente anche lo spannung, momento di massima tensione,
nell’ultimo scontro tra Antonio e il tigrillo.
Il personaggio del signor Bolivar è visto come una figura tormentata e sola, segno di un passato
difficile. Durante il racconto egli fa molte riflessioni e descrizioni sui fatti che accadono e lo
circondano. Alla fine della storia lui non si vede un eroe, ma anzi si sente un assassino per la morte
del tigrillo.
SIMONA ROXANA BOGDANESCU
Classe 4^D
ISIS ‘P. SARPI’
S. Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 37
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
TESTO CREATIVO
Antonio José Bolívar vive a El Idilio e si sposa ai soli 15 anni con Dolores e per questo vengono
chiamati sposi bambini. Per i primi tre anni di matrimonio vivevano con il padre della sposa e
quando questo muore ereditarono un piccolo campo e degli animali domestici. La sposa non ha
ancora figli e ogni mese aspetta una gravidanza che però non arriva e per non sentire le
chiacchiere del paese decide di spostarsi con Antonio dal piccolo paese alla foresta dell’Amazzonia.
Qui cominciano a costruirsi una capanna e quando arriva la prima stagione delle piogge finiscono
le provviste e iniziano a morire i primi abitanti. La loro salvezza saranno gli “shuar”, uomini
seminudi della foresta che insegnano loro come cacciare, cosa pescare e soprattutto a convivere
con la foresta.
Il secondo anno delle piogge, però, Dolores muore di malaria e Antonio non ne vuole più sapere di
donne e d’amore.
Rimase nella foresta ancora qualche settimana, facendo conoscenza con uno degli shuar che poi
diventa il suo migliore amico. Quest’ultimo però viene ucciso e Antonio decide di vendicarsi
uccidendo il suo assassino con un fucile però non obbedisce alle regole degli shuar: avrebbe
dovuto usare il dardo avvelenato, così viene esiliato. Si sposta a El Idilio dove scopre che sa
leggere ed è uno dei pochi che sa leggere, oltre al sindaco Lumaca.
C’è un dentista che va al villaggio due volte all’anno e un giorno arriva una canoa con a bordo un
cadavere dai capelli biondi e da qui comincia tutto.
Ogni volta che il dentista viene al villaggio, porta ad Antonio dei libri e un giorno su richiesta sua
gli porta dei libri d’amore.
Dal momento in cui arriva il cadavere tutti si chiedono chi è il colpevole e secondo il sindaco sono
gli shuar, ma il vecchio, dice invece che loro non uccidono. Guarda bene il morto e capisce che è
un tigrillo ad averlo ucciso perché sente odore di pipì e vede delle pelli. L’animale inferocito cerca
vendetta perché gli erano stati uccisi i cuccioli e il compagno. La sua vendetta è uccidere uomini.
Dopo vari morti i coloni decidono di ammazzare la femmina prima che lei faccia una strage.
Antonio, il sindaco e altri coloni vanno alla ricerca del tigrillo e quando arrivano a scoprire il posto
dove si rifugia, trovano altri due cadaveri e così capiscono che l’animale si trova proprio lì.
Il sindaco e gli altri coloni lasciano il compito ad Antonio dicendogli che lui conosce meglio la
foresta e che loro torneranno a controllare il villaggio. Riesce ad ucciderla e piangendo torna alla
sua capanna continuando la sua normale vita.
Qualche giorno dopo arriva il dentista, che porta una sorpresa ad Antonio: non i soliti libri d’amore
ma una donna, Lucia, vedova anche lei. È un colpo di fulmine per i due!!
Antonio le insegna a leggere, a pescare e piano piano la loro storia inizia a farsi sempre più
intensa.
Il sindaco Lumaca, viene cacciato e Antonio prende il suo posto cambiando il villaggio nel modo
migliore: nessuno più è povero, nessuno muore di fame e vi è un clima di serenità.
Antonio si stupisce di se stesso perché, dopo la morte della moglie, non voleva più saperne di
donne e d’amore, invece si accorge che riesce ad amare un’altra donna, Lucia, grazie al dentista!
ANDREA TREVISAN
Classe 4^D
ISIS ‘P. SARPI’ , San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 38
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
TESTO CREATIVO
Il vecchio negli ultimi anni della sua vita non faceva altro che leggere e leggere ma dopo
l’uccisione di due uomini residenti in un villaggio poco distante fu arruolato per l’uccisione della
femmina di tigrillo che era ritenuta la colpevole di quelle morti; lui e gli altri uomini si inoltrarono
nella foresta oscura ma ad un certo punto del percorso gli uomini si arresero e il vecchio proseguì
il suo viaggio da solo.
Il vecchio non abbassava mai la guardia perché si sentiva gli occhi del tigrillo sempre addosso e
dopo giorni di cammino giunse dove il tigrillo voleva, ovvero dal suo compagno ferito; il vecchio
capì che il tigrillo non era cattivo ma cercava solo aiuto per salvare il suo compagno.
Le condizioni del tigrillo maschio erano pessime ma fortunatamente il vecchio aveva con sé una
bottiglia di aceto che fungeva da disinfettante, glielo applicò sulla ferita e usò alcune foglie di
banano e uno spago come benda. Il tigrillo dopo giorni di cure e attenzioni riuscì a riprendersi e per
ringraziare il vecchio lo leccò sulla guancia e se ne andò con la sua amata compagna.
Dopo quei giorni assurdi il vecchio tornò a El Idilio e pensò a cosa volesse fare del resto della sua
vita e decise di partire con il dentista e di andare a vivere in città dove conobbe una donna
bellissima che sposò. Il vecchio e la sua seconda moglie non vissero molti anni insieme ma in quei
pochi anni vissero contenti come non mai e adottarono dalla strada cinque ragazzini. Il vecchio
morì dopo qualche anno in mezzo ai suoi cari, in una casa modesta ma piena d’amore.
Monica Boscariol
Classe 4^D
ISIS ‘P. SARPI’
S. Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 39
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
TESTO CREATIVO: Il vecchio che leggeva romanzi d’amore —> Una nuova breve amicizia
[…..] nei giorni seguenti continuavano ad arrivare corpi di uomini in fin di vita o già morti e il
sindaco e Antonio partirono ma una volta arrivati, per la paura, il sindaco lasciò solo il vecchio che
andò a cercare il feroce animale. Una volta trovata la femmina di tigrillo capì che era molto triste e
cercò di aiutarla a trovare un nuovo rifugio lontano dal villaggio perché se non fosse tornato entro
tre giorni il sindaco e il resto della spedizione sarebbero andati a cercarla per poi ucciderla; cercò
inoltre di aiutare il maschio di tigrillo.
Passarono tutto il pomeriggio di quel giorno e la mattina del giorno seguente a costruire i nuovo
rifugio. Una volta finito tutto quanto il vecchio decise di tornare al villaggio perché era molto
stanco ed affamato ma appena partito sentì arrivare un gruppo di persone e quando si girò vide che
stavano cercando di ammazzare il tigrillo femmina e maschio. Non appena si avvicinò per spiegare
tutto quello che gli era successo un proiettile gli forò il petto, colpendo il suo cuore e stessa cosa
accadde ai due animali.
FEDERICA BOMBEN
Classe 4^D
ISIS ‘P. SARPI’
S. Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 40
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Classe 4^A AFM
Docenti di riferimento: Prof. Stefano ULLIANA e Prof.ssa Fabiola FONTANEL
CAFFE’ AMARO Recensione
‘Caffè’. Questo il titolo del brano che ho scelto tratto dal libro “Incontro d’amore in un paese di
guerra”. Non facciamoci ingannare dalla sua brevità. Trovo esso un racconto pieno di significato e
mi ha conquistato proprio per il contrasto tra la sua semplicità, il suo enorme significato e le
molteplici interpretazioni di esso.
Il disprezzo del caffè mattutino è, secondo me, l’ espressione di quello che provano l’ uomo e la
donna al risveglio. La donna, sotto la doccia, viene immaginata e descritta dall’ uomo in modo
sensuale, la vede bellissima. Si sente un po’ di nostalgia nella sue parole. Ricorda già con
malinconia la notte di amore passata con lei.
La donna è fredda con lui, un po’ come l’aria fuori dal letto quando sei ancora assonnato e non
vuoi alzarti. La miscela aspra è il fallimento che diventa fisico; c’è tensione tra i due amanti e la
esprimono con il disprezzo al caffè, la soffocano con le sigarette.
Il bacio prima che i due si dividano è solo un debole segno in memoria della notte passata insieme
che lascia un retrogusto amaro.
LUCA ZANETTI
4^ A AFM ISIS ‘P. Sarpi’
San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 41
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
RECENSIONE DI: “IL CAFFÈ” dal libro Incontro d’amore in un paese di guerra.
Il caffè cattivo del mattino è simile alla pioggia improvvisa durante un pic-nic d’estate. Molto
probabilmente lo scrittore con la metafora della bevanda vuole sottolineare la grave situazione
sentimentale che purtroppo c’è fra i due coniugi protagonisti del racconto.
Questa crisi di coppia rende apparentemente ogni cosa amara e cattiva, calando un senso di
depressione e di freddezza all’interno delle mura di casa, che a sua volta provoca una serie infinita
di diverbi.
L’episodio narrato da Sepulveda rappresenta molto bene la situazione economica mondiale. La
crisi infonde negli animi delle persone un senso d’impotenza, come se fossimo di fronte alla morte,
e noi, invece di reagire, scappiamo e cerchiamo di proteggerci nel migliore dei modi. Proprio come
la moglie dona quel bacio freddo e insensato al marito, il caffè che i due bevono quel mattino non
dà loro nessun gusto, se non quello del fallimento. Il fallimento del loro matrimonio.
Il racconto dal punto di vista strutturale è molto vario ed inganna il lettore in ogni momento.
Infatti progredendo nelle diverse fasi di lettura immaginavo il seguito, che però non rispecchiava
mai ciò che veniva poi effettivamente scritto. Per esempio all’inizio pensavo fosse il racconto di
una notte di sesso fra i due, dato che si parla della doccia e dell’acqua che scende fra i seni della
donna, ma subito dopo capii che non era affatto così. Il pregio di questo breve racconto è che in
tre pagine lo scrittore ha saputo concentrare uno stile nello stesso tempo piccante, amoroso e
tragico.
Personalmente ho gradito queste poche pagine di storia e credo che leggere alcuni libri di questo
autore sicuramente non mi farà male, anzi servirà ad ampliare le mie capacità scarse di scrittura.
Molto apprezzato è stato l’ordine concatenato degli argomenti: oserei dire che Sepulveda
potrebbe essersi ispirato allo stile dantesco.
ALBERTO BELLUZZO
4^ A AFM ISIS ‘P. Sarpi’
San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 42
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
IL GENERALE E IL GIUDICE
Il generale dietro le sbarre
In questo racconto Sepulveda narra di un avvenimento storico ben preciso. Siamo nel 1998
quando a Londra venne arrestato il generale e politico cileno Augusto Pinochet. La reazione
provocata nell’autore da questa notizia non è certamente fra le più sobrie. Egli infatti nel racconto
scrive che la notizia lui la apprese ascoltando la radio, mente viaggiava in auto. Dallo stupore
arrestò bruscamente la corsa dell’automobile, ignorando gli insulti provenienti dagli altri
automobilisti che viaggiavano con lui in autostrada.
Certamente, per aver fatto compiere un’azione così pericolosa, per Sepulveda deve essere stata
senza dubbio una notizia sconvolgente. Sì. Perché Pinochet con i suoi quasi vent’anni di dittatura
nei confronti del popolo cileno, a causa delle sue azioni si fece conoscere non solo a livello
nazionale, ma bensì anche a livello globale. I numeri precisi dei danni da lui provocati non
esistono, ma dalle stime che sono state fatte, sono ugualmente numeri spaventosi. Si parla di circa
3.000 oppositori politici uccisi su 130.000 arresti totali. Ovviamente persone di diverse nazionalità
furono arrestate e questo fu il fatto che fece indispettire diversi stati nazionali. Proprio per un
mandato di arresto da parte di un giudice spagnolo egli fu posto agli arresti e la causa era di un
certo peso: fu arrestato per crimini contro l’umanità.
A questo punto è facile capire il sentimento di libertà da parte dei cittadini cileni, che dopo
parecchi anni di dittatura potevano finalmente tornare ad esprimere la loro opinione al paese, allo
stato, al mondo.
Ed ecco così spiegato il motivo della reazione di Sepulveda nei confronti di tale notizia, reazione
che si può benissimo dire giustificata.
LUCA MARCON
4^ A AFM ISIS ‘P. Sarpi’
San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 43
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Recensione del racconto “LASSU’ QUALCUNO ASPETTA DELLE GARDENIE” TRATTO
DAL LIBRO “INCONTRO D’AMORE IN UN PAESE DI GUERRA” DI L. SEPULVEDA
Incontro d’amore in un paese di guerra è una raccolta di ventiquattro racconti di Luis Sepùlveda.
Il racconto che più mi ha colpito fra questi è stato “Lassù qualcuno aspetta delle gardenie”.
Questo racconto parla di un uomo, con in mano un mazzo di gardenie, intenzionato a regalarle alla
sua amata, che tanto le aspetta.
I sentimenti che il protagonista dimostra sono all’inizio paura, follia, timore, insicurezza, panico,
terrore. “... Se provassi a suonare il campanello, magari si potrebbe spaventare ...” Da lì egli iniziò
ad immaginare tutta una serie di cose sfavorevoli che gli potevano succedere, quindi pensò bene di
andarsene, con in mano ancora quel mazzo di gardenie e avvertendo la donna, profondamente triste
ed infelice per le mai ricevute gardenie.
Il motivo per il quale ho scelto di recensire questo racconto è perché secondo me in “Lassù
qualcuno aspetta delle gardenie” sono presenti molte emozioni e stati d’animo. La maggior parte di
essi sono negativi, ma anche positivi: ad esempio il gesto di regalare alla donna amata delle
gardenie è collegato con l’euforia provata dal protagonista.
Quindi si può dire che in questo caso la paura ha vinto sull’amore; il coraggio si è tramutato in
codardia, mentre quella donna, tanto desiderata, non riceverà mai quello splendido mazzo di
gardenie dall’uomo che l’ama.
ANNALISA BORTOLUSSI
4^ A AFM ISIS ‘P. Sarpi’
San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 44
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
RECENSIONE DEL RACCONTO ‘INCONTRO D’AMORE IN UN PAESE DI GUERRA’
Il brano che mi ha colpito di più è un racconto tratto dal libro “Incontro d’amore in un paese di
guerra”, di Luis Sepulveda. Il titolo del racconto dà il nome all’intera raccolta di ventiquattro
racconti, pubblicata nel 1997.
In questo breve testo viene raccontata la storia d’amore fra un soldato e una donna, che si
incontrano per la prima volta in un bar a Panama, durante il periodo delle rivolte civili.
I due poi si perdono, ma si rincontrano dopo qualche anno in un accampamento militare, dove
l’uomo aveva il compito di sorvegliare un ribelle condannato a morte per aver tradito il suo paese
e per aver causato la morte di molti soldati.
La guardia, dopo aver passato un pomeriggio a sorvegliare il prigioniero, che non sembrava aver
paura di morire, torna a casa della donna per passare la notte insieme a lei, ma al momento del
suo arrivo trova la donna che lo aspetta alla porta con le lacrime agli occhi. Dopo aver insistito nel
sapere cose fosse accaduto, la donna spiega al soldato che sta piangendo perché dopo molto
tempo ha rivisto il marito, dentro una cella.
In quel momento la guardia capisce che si tratta del prigioniero che sta custodendo: nonostante
tutto, lui non riesce a non amarla e la stessa cosa vale per lei, che ha una crisi di pianto nel
rivedere il suo ex marito imprigionato per aver tradito il proprio paese. Un marito, un uomo
impazzito per amore della moglie, che lo ha abbondonato per il Fronte.
Questo racconto mi ha colpito particolarmente, perché si capisce quanto era difficile vivere ed
amarsi in un tempo di rivolte civili come quello. Malgrado questo, viene esaltato l’amore, che è il
tema principale di tutti i racconti raccolti nel libro. È da ammirare la forza con la quale questi
soldati, contro la loro volontà, combattevano per una causa a loro non molto chiara; tutto questo
solo per poter tirare avanti e poter vivere in un paese e in un periodo difficile come quello.
DANIELE CASTIGLIA
4^ A AFM ISIS ‘P. Sarpi’
San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 45
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Recensione di “Dal giornale di ieri”, tratto dal libro Incontro d’amore in un
paese di guerra.
“Il caffè crea atmosfera. Risveglia quella sua voglia di stare indisturbato col suo pensiero, con la sua
sigaretta.
Schifato da ciò che lo circonda, impotente nella situazione che si è creata.
Alla ricerca di libertà e di assenza di monotonia egli si ritrova in casa, vittima della routine che, per
quanto sia fastidiosa, preferisce di gran lunga a ciò che lo circonda. Essa infatti riempie i suoi vuoti
e il suo bisogno di amore con il vino, il caffè e le sigarette da quattro soldi.
Un uomo apparentemente freddo e vuoto, che nasconde al suo interno un mondo completamente
inesplorato.
Il caffè, per lui è fonte di vita.”
È così che descriverei il testo “Dal giornale di ieri”, tratto dal libro Incontro d’amore in un paese di
guerra.
Mi sono scontrata quasi frontalmente con quest’uomo, così solo e apparentemente depresso, afflitto
dalla costante monotonia al punto di perdere interesse per qualsiasi cosa lo circondasse. Un uomo
che sopprime i suoi bisogni con il fumo, l’alcol e cibo scadente e preferisce rifugiarsi davanti alla
televisione che andare incontro al caos che lo aspetterebbe varcata la soglia di casa. Forse sono
rimasta più affascinata dal modo schietto, freddo in cui questo personaggio mi viene presentato,
informando il lettore di ciò che accade intorno a lui e di come lui reagisce, o forse dalla calma
apparentemente rappresentata dal suo continuo bisogno di fumare e di bere che lo circonda e dalla
pigrizia che ha preso il sopravvento su di lui.
Luis Sepùlveda riesce a trascinarci in un’altra realtà con semplici parole, a volte frasi brevi, ma
particolarmente d’impatto. Cura tutti i dettagli senza andare nello specifico, senza diventare noioso
e dispersivo. Cattura l’attenzione del lettore dal primo momento e riesce a lasciare libero sfogo alla
fantasia di interpretare la storia a modo proprio, senza essere influenzati troppo dal suo pensiero e
da ciò che lui ci vorrebbe trasmettere col suo brano.
VIKTORIYA YEREMEYCHUK
4^ A AFM ISIS ‘P. Sarpi’
San Vito al Tagl.to
Concorso DEDICA-SCUOLA Luis Sepulveda 46
Elaborati degli studenti ISIS ‘P. Sarpi’ a.s. 2014-15
Recensione de:
Trilogia dell’amicizia
Sepulveda scrive il libro intitolato Trilogia dell’amicizia. In questo testo unisce tre storie che parlano,
appunto, dell’amicizia: l'idea è quella di parlare del potere dell’amicizia attraverso inaspettati legami fra
animali che si formeranno durante questi tre racconti.
La prima storia parla di una gabbianella che capita per sbaglio in una macchia di petrolio e, avendo difficoltà
a volare, atterra sulla terrazza dove vive un grosso gatto al quale, morente, affida l'uovo che sta per
deporre, facendo promettere al gatto che lo coverà amorevolmente, che non si mangerà il piccolo e che gli
insegnerà a volare. E se per mantenere le prime due promesse sarà sufficiente l'amore materno di Zorba,
per la terza ci vorrà una grande idea e l'aiuto di tutti.
Il secondo racconto parla di Un gatto e del topo che diventò suo amico. Mix, il gatto protagonista, sta
invecchiando e sta perdendo la vista, è costretto a passare lunghe giornate in solitudine. Ma un giorno
sente provenire dei rumori dalla dispensa di casa e intuisce che lì si nasconde un topo... Un'altra grande
storia di amicizia nella differenza, questa è l’immaginazione di Luis Sepulveda.
La terza storia si intitola La lumaca che scoprì l'importanza della lentezza. Qui le lumache sono abituate a
condurre una vita lenta e silenziosa, e a chiamarsi tra loro semplicemente "lumaca". Una di loro, però, trova
ingiusto non avere un nome, e soprattutto è curiosa di scoprire le ragioni della lentezza. Per questo,
intraprende un viaggio che la porterà a conoscere un gufo malinconico e una saggia tartaruga, a
comprendere il valore della memoria e la vera natura del coraggio, e a guidare le compagne in un'avventura
ardita verso la libertà.
Sepulveda fa capire che l’amicizia è un legame molto importante, che vale anche - se non soprattutto –
quando si ha a che fare con dei soggetti diversi tra loro, che però appunto possono stare insieme ed aiutarsi
uno con l’altro, completandosi ed integrandosi a vicenda.
Secondo me questo è un ragionamento particolarmente giusto ed opportuno, perché Sepulveda,
raccontando degli animali, intende dirci che non solo loro ma anche noi, esseri umani, abbiamo bisogno di
stare l’uno accanto all’altro, perché le etnie, le religioni ed i modi di pensare differenti sanno arricchirci
reciprocamente.
JUSTINE ROSSET
4^ A AFM ISIS ‘P. Sarpi’
San Vito al Tagl.to
Fly UP