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Le falle di Aida e Lucia
n TEMPO LIBERO n Venerdì 25 Luglio 2008 nn Teatri Difetti di concertazione e regia nelle due opere in scena a Caracalla Le falle di Aida e Lucia La migliore performance di entrambi gli allestimenti è quella delle voci. Sublimi quelle della pièce donizettiana di Giuseppe Pennisi I n estate il Teatro dell’Opera di Roma trasloca alle Terme di Caracalla, grande e affascinante complesso monumentale la cui acustica è migliorata nel corso degli anni. Questa stagione si estende fino al 14 agosto e include Aida, Lucia di Lammermoor, Madama Butterfly e Giselle, lavori molto conosciuti e molto popolari, in Italia come all’estero. Sotto il profilo dell’allestimento scenico e della regia è interessante soprattutto l’allestimento di Aida, prodotto interamente nei laboratori del teatro, ma con dimensioni intercontinentali. Questa versione è stata realizzata per conto del coreano Beseto Opera Group che l’ha messa in scena prima a Hong Kong (per le celebrazioni del decennale del ritorno della città alla Cina) e successivamente a Seul. Dopo le rappresentazioni romane (fino al 24 luglio), andrà a Tokyo, Shanghai, Pechino e tornerà la prossima estate a Caracalla. Molto efficace la regia di Maurizio Di Mattia e l’impianto scenico di Andrea Miglio, sono attraenti i costumi di Anna Biaggiotti. Il visivo raccoglie bene i colori della partitura verdiana, brave le due protagoniste (soprattutto Maria Carola). Lasciano invece a desiderare il resto del cast e soprattutto la bacchetta esangue di Antonio Pirolli. . L’edizione di Lucia, in scena sino al 31 luglio, presenta un rudimentale e lugubre impianto scenico e un’inesistente regia (firmata da Pier Luigi Maestrini). La concertazione di Antonello Allemandi è un po’ pesante. Splendono invece le voci, tanto che c’è da augurarsi che lo spettacolo sia ripreso al chiuso, dove la vocalità può essere apprezzata meglio che in un’arena all’aperto. Annick Massis è uno dei soprani lirici puri migliori sulla scena mondiale, presenta una Lucia che seduce sin dall’aria di apertura e dal duetto del primo atto per trionfare nella scena della pazzia. Stefano Secco (Edgardo) è un tenore lirico spinto, duttile nei passaggi a mezza voce ma in grado di ascendere a tonalità alte e a discendervi con grande perizia. Roberto Frontali e Giovanni Meoni si alternano nel ruolo di Enrico e mostrano come i baritoni donizettiani avessero fatto molta strada verso l’impostazione che, pochi lustri più tardi, avrebbero avuto i baritoni verdiani. (riproduzione riservata) Personal Affari in carta 33 di Guido Settepassi Grand Hotel, l’enologia si specchia nei Navigli I l Grand Hotel non è un locale alla moda, anzi, a vederlo da fuori ha tutta l’aria della tipica locanda sul Naviglio, all’epoca della sua apertura situata quasi fuori Milano in direzione di Pavia. Varcando la soglia d’ingresso, dalla sala centrale arredata in maniera semplice e tradizionale, si intravede un grazioso giardinetto con il campo da bocce e una bella pergola di fianco alla quale, nella bella stagione, si può cenare godendo della pace di uno degli ultimi luoghi tranquilli nella baraonda dei canali milanesi. Il grande pregio di questa enoteca risiede nell’eccezionalità della carta dei vini: pagine e pagine di prodotti enologici italiani e stranieri, alcuni molto conosciuti, altri chicche per intenditori. Bottiglie quasi introvabili a Milano (e a maggior ragione ai prezzi onesti del Grand Hotel) come l’Amarone e il Valpolicella di Quintarelli, il Barolo Monfortino di Conterno, o ancora rarità alsaziane di Hugel e grandi nomi della Borgogna e di Bordeaux. Non mancano prodotti italiani di eccellente levatura ma meno noti come il Graticciata, uno dei migliori vini salentini, o il syrah dell’Azienda Bisceglia. La cucina è un degno e onesto accompagnamento ai vini in carta; le ricette non sono mai azzardate, al contrario sono improntate alla solida tradizione, soprattutto lombarda, sempre ben eseguite con attenzione e puntualità. A cominciare dal tortino di scalogno caramellato all’aceto balsamico, o dall’insalata di testina, saporitissima e proseguendo con gli spaghetti al cipollotto, o alla chitarra con guanciale, pecorino e pomodoro fresco. Tra i secondi vanno invece segnalati il ganassino di vitello con salsa verde leggera e il petto d’anatra. Tra i dolci è imperdibile la golosa ile flottante, ossia chiare d’uovo montate a neve servite con un’ottima crema inglese. Prezzo: 50 euro vini inclusi. Info: 02.89511586. (riproduzione riservata)