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Partecipate. Vitali: "stop ai pasticci e alle super
Vitali: «Stop ai pasticci e alle super-indennità Salvare l'acqua pubblica» inchiesta apre il dibattito sulle società, i debiti nascosti e il futuro della multiutility Her a «Sì alla privatizzazione, ma scorporando l'acqua » CLAUDIO VISANI BOLOGNA cvisani@unita .it ene ha fatto "l'Unità" co n la sua inchiesta a lanciare l'allarme sull'indebitamento nascosto creato dalle società partecipate . E giusto denunciare le gravi distorsioni avvenute, frutto dell'azione di ammi nistratori maldestri e irresponsabi li . Dopo di che non si può demoniz zare questi strumenti . Occorre saper separare quel che non va d a ciò che funziona . Il problema è l'uso che viene fatto delle societ à pubbliche e del project financing» . Walter Vitali, senatore, già sindaco di Bologna e responsabile de gli Enti locali per il Pd, ha le idee chiare sul tema sollevato l'altro ie ri dal nostro giornale . Anche sui te mi "scomodi" della possibile priva tizzazione di Hera e delle super-indennità dei suoi consiglieri di amministrazione . Nel primo caso le norme dicono che entro il 2013 l e quote dei Comuni nelle societ à quotate in Borsa dovranno scende re sotto il 30% ; se non lo faranno , tutte le attività delle multiutility dovranno essere messe a gara . «Non si può pensare a un ritorno alle gestioni dirette dei Comuni, alle vecchie municipalizzate dice Vitali - se i Comuni decideran no di scendere fino al 30%, dovran no essere bravi a realizzare una go vernance capace di assicurare i l controllo con quella quota . Cosa a mio avviso possibile . Anche se m i sembrerebbe saggio pensare a un'operazione che scorpori l'acqua per salvaguardarne la proprietà pubblica, "privatizzando" invece le altre attività di Hera, come si sta pensando di fare con la gemella del Nord-Ovest, Iren». Sulle indennità da 100mila euro lordi l'anno dei consiglieri di Hera, Vitali è ancora più netto . «E as - surdo, bisogna tornare al sistem a dei gettoni di presenza per i consiglieri, lasciando le indennità solo a chi ha incarichi operativi» . Temi che stanno catalizzando l'at- tenzione della politica e dell'ecomo mia, come è testimoniato dall'acceso dibattito sulla nostra pagina Facebook (si veda a pagina 11) . Nella nostra inchiesta avevamo citato i cas i della Sapro di Forlì-Cesena, la prima società partecipata pubblica fallita in Emilia-Romagna con u n "buco" di 110 milioni, e del Gruppo Stt di Parma, che ha chiuso il 201 0 con un indebitamento di 320 milioni . In entrambi i casi, a quelle socie tà erano stati trasferiti terreni e immobili dei Comuni a garanzi a dell'indebitamento, che poi si son o rivelati inalienabili . Così, se una banca chiede il rientro, la società fallisce . È accaduto a Forlì . Sta rischian do di accadere a Parma . Qui, dop o due proroghe, la Banca del Monte, passata da poco sotto il controllo d i Intesa Sanpaolo, ha dato l'ultima - rACEBOOK " t[itf' nostri lettori intervenuti con nume rosi post Una sintesi ve la forviamo a pagina Xi. tum al Comune :•tre mesi di tempo per restituire la prima rata del finanziamento da 14 milioni concesso alla partecipata Alfa . Per tappare l a falla, l'amministrazione civico-poli sta del sindaco Pietro Vignali ha deciso di portare al prossimo Consiglio comunale un piano di ricapitalizzazione del Gruppo delle partecipate . Con quali risorse non si sa . Questo mentre la capogruppo Stt starebbe per perfezionare con un'al tra banca l'emissione di un Bond d a 89 milioni . Debito scaccia debito. Per una Giunta che ha fatto delle partecipate una vera e propria amministrazione parallela della città. Parma suabric, e cra c «Buco» di 320 milion i le banche battono cass a il Comune ricapitalizza «Bisogna combattere queste dege nerazioni del sistema - afferma Vita li - la tentazione di scaricare sulle società i debiti dei Comuni aggirand o così il Patto di stabilità . Chi lo fa dovrebbe essere chiamato anche personalmente a rispondere» . Non è però il caso di Bologna, dice il senatore . Anzi, qui «è stato fatto un uso ottimo degli strumenti partecipate e opere in project financing, a comin ciare da Hera e dalla realizzazione del nuovo palazzo del Comune» . E se il punto di partenza rimane pe r tutti la sofferenza finanziaria a cui Roma condanna i Comuni, «non s i può pensare di rimediare con la finanza creativa e le cartolarizzazioni» . Del resto, ora che i buoi son o scappati il Governo chiude la stalla . «Arriveranno nuovi limiti - conferma Vitali - come lo stop alle società grappolo», cioè il divieto per le socie tà pubbliche di controllare altre società. A fine 2011 i Comuni sotto i 30mila abitanti dovranno cedere le partecipazioni e le società sarann o soggette al Patto di stabilità. v Pagina 4 BoÍOgna Walter Vitali senatore del Pd Pagina 4 i,arogn; PN V pasticci .11e .m4ndemità