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DOSSIER EUROPA BETTE BOURNE AUSTRALIA

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DOSSIER EUROPA BETTE BOURNE AUSTRALIA
Pride Rivista mensile – Autorizzazione del tribunale di Milano n. 351 del 7/5/1999 – Direttore responsabile: Gianni Rossi Barilli. Distribuzione gratuita in tutti i locali (in edicola o libreria 2,5 euro). Trasporto esonerato da DDT ai sensi del DPR n. 472 del 14/8/1996
IL MENSILE GAY ITALIANO
139 • GENNAIO 2011
(2,5 € in edicola e libreria)
www.prideonline.it
copia gratuita
DOSSIER EUROPA
BETTE BOURNE
AUSTRALIA
2
gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
3
7
L’Europa di Babele
Stefano Bolognini
10
Nikolay il testardo
Pasquale Quaranta
12
Sos da Kampala
Pasquale Quaranta
14
Cronaca Italia
18
Cronaca estero
22
Amazon alla carica
Giovanni Dall’Orto
25
Bisex and the City
Francesco Gnerre
28
Dario il temerario
Roberto Cangioli
31
Una vita in drag
Mario Cervio Gualersi
34
I ragazzi di Dronio
Massimo Basili
37
Aussie tour
Francesco Belais
42
Avanguardie cinesi
Tommaso Rizzotti
47
Memoranda
Giovanbattista Brambilla
50
Omorama
Alessandro Insy Loan Michetti
52
Cinema
Vincenzo Patanè
54
Teatro
Mario Cervio Gualersi
56
Libri
Francesco Gnerre
58
Musica
Roberto Cangioli
60
Fumetti
Massimo Basili
62
Vita Notturna
Francesco Belais
64
La Bionda e la Mora
66
Metropoli
72
Dove e cosa
PRIDE 139
GENNAIO 2011
Illustrazione in copertina: Jacopo Camagni
DIRETTORE RESPONSABILE
Gianni Rossi Barilli
E-mail: [email protected]
AMMINISTRATORE UNICO
Frank Semenzi
ART DIRECTOR
Paolo Colonna
SEGRETERIA DI REDAZIONE
Marco Albertini
E-mail: [email protected]
Edito da:
Associazione Culturale GLBT
Stampato da:
EmmeK editore s.r.l.
di Fino Mornasco (CO)
REDAZIONE
via Antonio da Recanate 2
20124 Milano
Tel. (+39) 02 87384843
Fax (+39) 02 87384844
12
31
34
Apertura:
14:30–19:30 da lun. a ven.
o su appuntamento
PUBBLICITÀ PRIDE
Frank Semenzi: (+39) 335 6133417
E-mail: [email protected]
Abbonamento annuale: 50 €
Abbonamento semestrale: 30 €
(assegno intestato ad “Associazione
GLBT” o bonifico bancario)
4
GENNAIO
www.prideonline.it
60
La prenotazione di spazi pubblicitari
deve avvenire entro il giorno 5 del mese
precedente la pubblicazione (es. il 5 gennaio
per il numero di febbraio).
I comunicati stampa (anche per
l’aggiornamento della guida ai locali gay
d’Italia e per l’agenda) e i file grafici relativi
alla pubblicità devono pervenire in redazione
entro il giorno 10 del mese precedente la
pubblicazione (es. il 10 gennaio per il numero
di febbraio).
Non si garantisce la pubblicazione di quanto
prenotato o pervenuto oltre tali date.
gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
5
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14:29
Pagina 1
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6
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gennaio 2011 · PRIDE
CULTURA + ATTUALITÀ
L’EUROPA DI BABELE
Dal matrimonio omosex in Spagna al test che misura l’erezione dei gay che chiedono asilo
nella Repubblica ceca: l’Europa è ancora lontana da una posizione omogenea sulle tutele
per gli omosessuali. E negli ultimi anni non sta progredendo granché.
TESTO — STEFANO BOLOGNINI · [email protected]
L’Europa dei diritti gay ha rallentato, negli
ultimi tre anni, la sua corsa di civiltà. Non sono
per nulla rosee infatti, le conclusioni denunciate
dall’ultimo rapporto Homophobia, transphobia
and discrimination on grounds of sexual orientation and gender identity dell’Agenzia europea
per i diritti fondamentali.
L’ente, che dal 2007 offre alle istituzioni e ai
governi assistenza e consulenza sui diritti fondamentali, ha appioppato insufficienze più o
meno gravi nella pagella di fine anno del vecchio
continente in tutte (o quasi) le materie relative ai diritti e alla tutela della comunità glbt.
Stando all’analisi della magmatica legislazione
di tutti i paesi dell’Unione, in Europa, non esiste
PRIDE · gennaio 2011
un approccio uniforme e coordinato ai diritti dei
gay, è limitata la protezione contro la violenza
omofobica, la transessualità è trattata quasi
ovunque come un disturbo psichiatrico e sono
lenti i progressi nel recepimento delle direttive
di non discriminazione emanate dal parlamento
europeo. Peggio, alcuni Stati hanno addirittura
limitato i diritti gay.
Si salva solo, mettendo d’accordo un po’ tutti
e ventisette gli stati Ue, l’incoraggiamento
generale a una maggiore protezione dei diritti
glbt: “Il consenso internazionale sulla necessità di combattere la discriminazione basata
sull’orientamento sessuale e identità di genere
è stato fortemente ribadito”, scrive il direttore
dell’agenzia Morten Kjaerum. Ma questo consenso, da solo, non basta evidentemente a
promulgare leggi necessarie alla comunità gay.
Il quadro comunque offre, nella sua complessità, un’immagine ricca di chiaroscuri e molto
distante da quell’Europa, spesso evocata
dall’Italia, come paradiso dei diritti gay.
Al contrario, dal Mar Baltico al Mediterraneo,
è tutto un procedere a ventisette velocità
alternate: in ogni singolo paese accelerazioni e
eccellenza sull’attribuzione di diritti e tutele si
mescolano, poco sapientemente, a retromarce
o a interpretazioni restrittive delle leggi.
In generale, nella cacofonia di provvedimenti
in discussione o già approvati, la maggioranza
degli stati è intenta a confrontarsi con la questione glbt e consapevole che presto o tardi
sarà obbligata a trovare risposte comuni. E
questa sembrerebbe l’unica buona notizia che il
rapporto ha da offrire. Resta la fotografia di un
continente che, per ora, non ha (e sembra non
volere) una regia comune nel settore specifico
glbt e che strozza le rare spinte progressiste e
inclusive tra distinguo e veti figli delle legislazioni e dei pregiudizi nazionali.
È il caso della transessualità, considerata una
malattia nella quasi totalità dei paesi europei
e affrontata con legislazioni che costringono
a percorsi medici invasivi, secondo l’Agenzia
europea per i diritti fondamentali. Si salva, e fa
da apripista, la Francia grazie a un atto governativo del febbraio scorso che eliminerà, dal
2013, l’identità di genere dal manuale diagnostico dei disturbi psichiatrici. Per ora l’Europa
non è un paese per trans.
Va male anche per la lotta alla discriminazione
glbt tanto sono modesti e non sostanziali i
progressi degli ultimi anni. Solo la Slovenia, con
il nuovo codice penale del 2008, si è aggiunta
ai dodici stati europei che criminalizzano l’incitamento all’odio e la discriminazione per “orientamento sessuale”. Avanguardie solitarie la
Lituania, che prevede esplicitamente l’omofobia tra le forme di discriminazione, e la Scozia,
7
ATTUALITÀ + CULTURA
Morten Kjaerum
primo paese in ambito europeo, che condanna
per legge la “transfobia”. Tredici nazioni, la metà
dei paesi Ue, restano invece del tutto privi di
tutele specifiche per la discriminazione antigay.
Il riconoscimento delle famiglie gay inciampa
in direzioni esattamente opposte. Da una
parte, è salito a cinque, grazie a Portogallo e
Svezia, il numero di stati che hanno approvato
il matrimonio gay e Lussemburgo e Slovenia
sono molto vicini ad adottare legislazioni simili.
Dall’altra ben tre paesi (Bulgaria, Estonia e
Romania), ed è una novità, hanno limitato per
legge il matrimonio alle coppie di sesso diverso.
Questo sviluppo imprevisto ostacola il diritto di
libera circolazione e il ricongiungimento familiare delle coppie dello stesso sesso, obbligatorio secondo una direttiva Ue, ma adottato
soltanto in metà degli stati europei.
Persino un diritto fondamentale come la libertà
di riunione e di espressione, quando riguarda
le persone glbt viene messo in discussione nel
vecchio continente per pretestuosi motivi di
ordine pubblico. È il caso della Lettonia che, pur
non essendo l’Iran, il pride l’ha vietato grazie ai
politici e contro il parere dei giudici. La Lituania
invece, che poche righe fa si era dotata di una
legislazione contro l’omofobia, torna a essere
timida: prima ha minacciato il veto al pride e poi,
per legge, ha vietato di parlare di omosessualità e di relazioni tra persone dello stesso sesso
ai minori o in pubblico. Si sa mai che possiamo
fare troppi proseliti.
A far da parziale contrappeso all’assopimento
dei diritti umani che si registra soprattutto a
est, è arrivato però il successo dei pride che
l’anno scorso si sono tenuti (con qualche tensione) in Polonia, Romania e Bulgaria. L’Europa
dei diritti gay è anche spaccata esattamente
a metà sul diritto di asilo per gli omosessuali
TK-30-10-548-EN-C
FRA
Homophobia, transphobia and discrimination on grounds of sexual orientation and gender identity
doi:10.2811/83741
Homophobia, transphobia and discrimination
on grounds of sexual orientation
and gender identity
2010 Update
Comparative legal analysis
8
discriminati nei loro paesi d’origine. Alcuni paesi
concedono lo status di rifugiato a coloro che
provengono da nazioni dove l’omosessualità è
stigmatizzata, altri esigono che l’omosessualità sia un reato nel paese d’origine.
Sono poi del tutto confuse le modalità per
“certificare” l’eventuale omosessualità di chi
richiede asilo politico: in alcuni paesi è abbastanza dichiarare la propria omosessualità, in
altri, come in Ungheria è necessario sottoporsi
a una visita psichiatrica, mentre la Repubblica
ceca somministra, solo in alcuni casi e su consenso degli interessati, il test “fallometrico”.
E cioè, un po’ come nel difficile periodo della
pubertà, quando si indugia nei propri (o altrui)
pantaloni muniti di righello, in quel paese l’orientamento sessuale è misurato, con l’ausilio di un
sessuologo, nelle variazioni delle dimensioni del
pene di individui maschi sottoposti a immagini
pornografiche etero o gay. Da più parti è stata
denunciata l’inumanità della pratica, insieme
all’impossibilità di usare le stesse modalità per
“misurare” lesbiche e bisessuali. Inutile sottolineare, insieme all’Agenzia europea per i diritti
umani, che sarebbe auspicabile che anche
quella parte d’Europa superasse la difficile fase
adolescenziale.
Questo caso limite non è né unico né raro
tanto appaiono inumane anche le deroghe
alle leggi sulla discriminazione sul lavoro che
consentono il licenziamento di omosessuali che
lavorano in chiese, organizzazioni pubbliche
o private la cui etica è fondata sulla religione
o su convinzioni personali. E tra questi paesi,
in tutto tredici, con i quali l’Unione europea
ha un contenzioso aperto, ci sono, persino
due “grandi” come Germania e Regno Unito
e, non a sorpresa, la nostra piccola Italia, che
nel rapporto non è mai evidentemente tra le
eccellenze.
Anzi, il nostro paese fa una pessima figura
tra quella minoranza di dieci nazioni (Bulgaria,
Cipro, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta,
Polonia, Romania e Repubblica slovacca) che
non hanno una legge per le coppie dello stesso
sesso. E ha peggiorato le cose affossando
di recente come incostituzionale una legge
contro i crimini omofobici.
Ancora, l’Italia (insieme a Belgio, Francia,
Germania e Irlanda) è tra quegli stati che rifiutano il diritto di asilo a omosessuali in grado
ipoteticamente di nascondere il loro orientamento sessuale, e quindi, sempre ipoteticamente, di evitare la persecuzione nel paese
d’origine. L’Italia poi obbliga, come la Polonia, al
trattamento chirurgico e ormonale i trans che
chiedono la rettifica del nome sui documenti.
Inoltre, come abbiamo già osservato, non
consente il ricongiungimento familiare per le
coppie gay e lesbiche.
Il rapporto dell’Agenzia europea per i diritti
umani ha parole di apprezzamento solo per
la nostra corte costituzionale che nel marzo
scorso “ha affermato chiaramente che le
coppie dello stesso sesso godono della protezione dell’articolo due della costituzione che
comporta […] il diritto di ottenere il riconoscimento legale con i diritti e doveri” e per gli
statuti regionali di Liguria e Toscana che sono
intervenuti con politiche contro la discriminazione di gay e trans.
Nella confusione che sembra regnare un po’
ovunque, lamentare un’Italia lontanissima
dall’Europa nell’affrontare i diritti e le tutele
alla comunità gay pare un po’ fuorviante.
Guardandoci bene infatti siamo un po’ lituani
quando del pride diciamo che “purtroppo” non
si può vietare perché c’è la costituzione, un
po’ polacchi nel costringere le persone trans
a prendere ormoni e persino un poco tedeschi
perché possiamo legalmente discriminare i
dipendenti gay di gruppi religiosi. Certamente ci
piacerebbe essere più spagnoli per il matrimonio
gay o più inglesi nella lotta all’omofobia, ma per
questo dovremmo forse darci un po’ più da fare.
MA I GAY EUROPEI SONO FELICI
L’estrema frammentarietà dell’Unione
europea fotografata dall’Agenzia europea
per i diritti fondamentali è confermata
dai dati preliminari della ricerca Emis,
una ricerca europea online sul sesso tra
uomini, che ha raccolto più di 180.000 questionari, di cui quasi 17 mila solo in Italia.
Tra i dati preliminari (quelli definitivi
saranno diffusi solo nel settembre prossimo) l’Italia risulta in linea con il resto
dell’Europa occidentale, ad esempio,
nell’aumento delle infezioni (i gay HIV+
sono il 6,9% del totale dei gay intervistati;
in altre parole un omosessuale su quindici
sarebbe sieropositivo) nonostante sia
elevata, come nel resto d’Europa, la conoscenza del virus.
L’Italia è, al contrario, un’anomalia rispetto
agli altri Paesi occidentali in merito alla
visibilità dei gay. Si dichiara visibile infatti
soltanto il 44% del campione contro il
65% della Spagna o l’80% dei Paesi Bassi.
Più del 60% dei gay italiani, la maggioranza quindi, dichiara comunque di essere
felice: siamo di due punti più felici di
inglesi e tedeschi e di dieci punti dai francesi, felici al 70%.
La stragrande maggioranza dei gay europei comunque si dice felice. Sarà perché
alla domanda: “Chi è l’uomo più sexy del
pianeta?” gli europei rispondono a maggioranza assoluta “il mio partner”?
gennaio 2011 · PRIDE
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ATTUALITÀ + CULTURA
NIKOLAY IL TESTARDO
Incontro con Nikolay Alekseev, famoso ormai in tutto il mondo per il suo tenace impegno
a favore dei diritti glbt in Russia. Di recente la Corte europea dei diritti umani gli ha dato
ragione, condannando le autorità russe a risarcirlo con trentamila euro.
TESTO — PASQUALE QUARANTA · [email protected]
Nikolay Alekseev è UN avvocato e giornalista russo ma soprattutto
un attivista gay “a tempo pieno” dal 2005. Con il suo compagno ha sottoscritto una civil partnership in Svizzera e vive tra Mosca e Ginevra. È conosciuto in tutto il mondo per il suo coraggioso impegno a favore dei diritti
glbt in Russia e soprattutto per la tenacia con cui ogni anno, a partire dal
2006, ha promosso il pride a Mosca, regolarmente impedito manu militari
dalla polizia. Nikolay, a differenza delle forze di sicurezza moscovite, è
un nonviolento convinto. Non è strano perciò incontrarlo a Roma, al congresso dell’associazione radicale Certi Diritti dove l’abbiamo intervistato.
Che rapporti hai con le autorità russe?
Sono stato arrestato sei volte, interrogato e rinchiuso in celle anonime per
aver partecipato a manifestazioni non autorizzate. L’ultimo episodio risale
al 15 settembre scorso: sono stato fermato in aeroporto a Mosca, col
pretesto di controllare il mio bagaglio, mentre mi imbarcavo su un volo per
raggiungere il mio compagno a Ginevra. Sono stato drogato con qualcosa
che mi hanno messo in un bicchiere d’acqua, trattenuto per due giorni e
poi rilasciato senza alcuna spiegazione solo grazie alle pressioni nazionali
e internazionali per la mia liberazione.
Ultimamente però ti sei preso anche una bella soddisfazione...
In effetti sì. Ho sottoposto il mio caso alla Corte europea dei diritti umani
che nel giro di poche settimane ha condannato la Russia al pagamento di
una sanzione di circa 30.000 euro per danni e spese legali in mio favore:
è stata violata la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti
dell’uomo e delle libertà fondamentali di cui la Russia è paese firmatario ed
è tenuta a seguire le decisioni della Corte Europea, la quale ha il compito di
10
monitorare. Vigilerò affinché le decisioni della Corte europea siano rispettate. Vorrei sottolineare che non è stata l’opposizione al governo russo
e nemmeno le associazioni per i diritti umani ad aver ottenuto questo
successo ma siamo stati noi gay ad aver ottenuto questa grande vittoria
alla Corte Europea. La nostra lotta per i diritti delle persone omosessuali
è diventata il simbolo della lotta in generale per i diritti umani in Russia.
A che punto è l’organizzazione del prossimo pride a Mosca?
Stiamo chiedendo l’appoggio e il sostegno della comunità internazionale.Combatteremo affinché il pride del maggio 2011 sia autorizzato dal
governo e le persone possano manifestare liberamente per le strade, protette dalla polizia contro gli estremisti di destra appoggiati dalla chiesa
ortodossa.
Tu sei credente? Come vivi la tua fede religiosa?
Sono stato battezzato come ortodosso. Ho molti dubbi ora. Quando vedo
persone di questa chiesa osteggiare aspramente le nostre manifestazioni
pubbliche con le icone religiose, le croci, cantando canzoni religiose e al
tempo stesso ci lanciano delle uova, ci dicono che gli omosessuali dovrebbero sparire dalla faccia della terra, mi chiedo: “Perché dovrei restare in
questa religione? Penso spesso di diventare ateo, buddista, non so... Ma è
difficile per me fare questa sorta di ulteriore coming out perché tutte le
persone della mia famiglia sono ortodosse, è un fatto psicologico legato
anche alla tradizione e alla storia del mio paese.
Ci sono voci all’interno della chiesa ortodossa in Russia che combattono
l’omofobia?
Quest’anno, nel 2010, un vescovo della chiesa ortodossa mi ha detto
dietro le quinte di un programma televisivo: “Perché fai questo? Andrai
all’inferno!”. Gli ho risposto: “Penso che tu andrai all’inferno e io andrò in
paradiso perché io sto promuovendo amore, tu odio”. Non ha replicato.
Nel 2007 hai fatto outing a un deputato della Camera. Puoi spiegarci le
ragioni di questa scelta?
Era il giugno del 2007. Alexander Chuev era un deputato molto omofobo
e notoriamente gay: lo sappiamo perché abbiamo testimonianze di amici
comuni dagli anni Novanta. Eravamo insieme in un programma televisivo
nazionale che andava in onda nella fascia di maggiore ascolto. Nel dibattito era molto aggressivo, sosteneva come al solito tesi omofobe, non gli
avrei fatto outing se non fosse stato così ipocrita. Quando gli ho detto
che ormai tutti sanno che è gay, il presentatore ha cercato di buttarla sul
ridere dicendo: “Oh, non conosco un solo gay che non direbbe a un altro
uomo che è gay come lui”. Ma la faccia del deputato era bianca ormai, il
suo sguardo perso nel vuoto. Dopo il programma mi ha querelato. Sei mesi
dopo il talk show ha perso le elezioni per una piccola percentuale e non è
stato quindi rieletto deputato: penso che l’outing abbia influito su quella
piccola percentuale.
Qual è il tuo sogno più grande, o per lo meno quello che vuoi condividere
con noi?
Credo nel cambiamento e vedo oggi questo cambiamento. Se restiamo
uniti per la lotta per i diritti glbt in Russia, e ora come ora non possiamo
non esserlo, se restiamo uniti e ci colleghiamo in Italia, in Uganda, ovunque
nel mondo, allora vinciamo... Perché uniti si vince.
gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
11
ATTUALITÀ + CULTURA
SOS DA KAMPALA
Intervista a Kato David Kisule, attivista gay ugandese costretto a vivere in clandestinità
dopo che un giornale ha pubblicato in copertina la sua foto e il suo indirizzo per esporlo al
pubblico ludibrio. Lui però non si arrende: “Resto in Uganda per combattere l’omofobia”.
TESTO — PASQUALE QUARANTA · [email protected]
Il 2 ottobre 2010, il giornale ugandese Rolling
Stone ha pubblicato un articolo intitolato
“Divulgate 100 foto dei leader gay ugandesi” in
cui si leggevano i loro nomi, gli indirizzi di casa
e una descrizione della loro vita privata. Le
informazioni sono state ottenute attraverso
vari siti web tra cui anche Facebook e attraverso l’uso di telecamere nascoste sia in luoghi
di ritrovo pubblici che in abitazioni private. Il
tabloid sostiene che gay e lesbiche vogliono
“reclutare” entro il 2012, in una sorta di complotto internazionale, un milione di bambini
sotto i 12 anni ritenuti facilmente convertibili
all’omosessualità e alla bisessualità.
A denunciare l’accaduto numerose associazioni
umanitarie internazionali e naturalmente il
movimento glbt ugandese. Uno dei principali
bersagli di questa incredibile campagna di dio
è Kato David Kisule (nella foto in alto), attivista
gay ugandese il cui volto è stato pubblicato
addirittura sulla copertina di Rolling Stone.
12
L’associazione radicale Certi Diritti lo ha invitato
a Roma in occasione del suo ultimo congresso,
ed è lì che l’abbiamo incontrato.
Cosa sta succedendo in Uganda?
L’anno scorso i pastori evangelici degli Stati
Uniti, in nome della protezione della famiglia
tradizionale, hanno diffuso nel mio paese odio
e omofobia. Ciò ha portato a una serie di conseguenze: dalle vessazioni agli arresti, fino ad
arrivare all’attuale proposta di legge contro le
persone omosessuali.
Di cosa si tratta?
La legge in vigore prevede già la reclusione per
chiunque commetta un reato “contro natura”.
La proposta in discussione punta a inasprire
ulteriormente le pene. Si era parlato addirittura
di introdurre la pena di morte in alcuni casi,
ma su questo punto il governo ha poi fatto
marcia indietro. Tuttavia rimane in campo
un grave peggioramento della situazione. Il
governo vuole promuovere la criminalizzazione
dell’omosessualità a tutti i livelli, fino a punire
chi non denuncia le persone glbt o le aiuta in
qualsiasi modo. Che l’omofobia più violenta sia
già un fenomeno istituzionalizzato è del resto
dimostrato dal fatto che le autorità non fanno
assolutamente nulla per proteggere la nostra
comunità contro chi la attacca.
Che conseguenze ha avuto la pubblicazione
delle foto sul giornale?
L’uscita del primo articolo ha causato l’aggressione di otto persone i cui nomi e foto erano
stati pubblicati, mentre una donna è stata
costretta ad abbandonare la propria casa dopo
che i vicini l’avevano colpita con una raffica di
pietre.
Avete intentato una causa contro il giornale?
Sì, e la corte suprema dell’Uganda ha emesso il
primo novembre 2010 un ordine provvisorio che
intima a Rolling Stone di cessare qualsiasi pubblicazione che identifichi con nomi, foto o altri
dati rilevanti, persone riconosciute come gay
e lesbiche. Abbiamo consegnato una lettera
al giornale in cui abbiamo chiesto di non proseguire nella pubblicazione di ulteriori foto e dati
personali come preannunciato, ma abbiamo
ricevuto una risposta negativa da parte del
direttore che ha confermato l’intenzione di
pubblicare nuove foto e dati personali. Come in
effetti poi è accaduto.
Il 23 novembre 2010 avete avuto un’ulteriore
udienza presso la corte. Com’è andata?
Alla fine dell’udienza del caso Rolling Stone,
io e altri siamo stati assaliti da fondamentalisti religiosi, personale del giornale ed “ex
omosessuali” plagiati nel loro odio nei nostri
confronti da leader religiosi. Fortunatamente,
grazie all’intervento di alcuni rappresentanti di
associazioni per i diritti umani siamo riusciti a
lasciare indenni l’edificio. Questo ha costretto
alcuni di noi a vivere in clandestinità per il
timore di nuovi attacchi.
Anche tu vivi in clandestinità?
Sono costretto a vivere in luoghi diversi dove
non c’è la televisione e dove non ci sono i giornali perché potrebbero riconoscermi. Anche le
associazioni lgbt sono costrette a cambiare
spesso sede perché potremmo avere dei problemi se ci trovano. Ma ho deciso di vivere in
Uganda e di restarci per lottare contro questa
omofobia in prima linea e per proteggere gay e
lesbiche in Uganda.
Prima di salutarci chiedo a David se ha un compagno. “Non aspettano altro che incastrarmi... È
molto difficile che io possa avere una relazione
soddisfacente”. Lo invito a mostrarmi una copia
del giornale Rolling Stone per fotografarlo.
Il suo volto è ora più sereno, ma negli occhi
scorgo l’inquietudine per quanto ha raccontato.
Gli chiedo cosa possiamo fare, noi italiani, per
aiutarlo. “Chiedo a tutti voi di firmare una petizione per chiedere giustizia e scoraggiare il parlamento ugandese ad approvare la criminale
proposta di legge contro le persone omosessuali, anche in considerazione del fatto che il
ministro dell’etica e dell’integrità ha dichiarato
che tale testo dovrà essere approvato prima
che le camere vengano sciolte, cioè prima di
maggio 2011”. Per scrivere a David (in inglese):
[email protected]
gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
13
CRONACA ITALIA
>> Padova Per fare gli spiritosi, due
studenti del liceo scientifico Cornaro
avevano messo su internet una lettera
in cui, usando dei nickname per non
essere riconosciuti, sostenevano che
il loro professore di scienze 50enne
fosse gay. Lui non l’ha presa per niente
bene e li ha querelati per diffamazione
dopo che la polizia postale era risalita
alla loro identità. Poi, dopo le scuse
da parte degli allievi, si è detto
disponibile a ritirare la denuncia a due
condizioni: che sia pubblicata una
lettera di scuse nello stesso spazio
e con lo stesso risalto della lettera
ritenuta diffamatoria e che ci sia un
risarcimento del danno morale subito.
Altra dimostrazione che in Italia, per il
cittadino e il magistrato medi, l’accusa
di omosessualità è davvero infamante.
>> Roma Rai e Mediset, come un sol
uomo, hanno rifiutato di trasmettere
lo spot della nuova Twingo “Miss Sixty”
della Renault perché di contenuto
lesbico giudicato eccessivamente osé
per il pubblico televisivo. A incrinare
il fronte ha provveduto però Sky, che
sui suoi canali satellitari ha trasmesso
lo spot senza censura alcuna. Se
Murdoch è meglio di Berlusconi…
>> Roma Tre persone, un cittadino
Le spine del terzo polo
La fiducia fortunosamente (e con qualche aiutino sotto la cintola) ottenuta
dal governo Berlusconi lo scorso 14 dicembre ha obiettivamente complicato di parecchio le prospettive di Gianfranco Fini come leader alternativo
al Cavaliere di un futuribile centrodestra finalmente laico ed europeo. Per
rispondere alla prova di forza vinta da Berlusconi, l’opposizione di centrodestra capitanata oltre che da Fini anche da Pierferdinando Casini e
Francesco Rutelli ha annunciato la creazione del nuovo polo “centrista”,
che avrebbe come doppia ragione sociale quella di minare la leadership
di Berlusconi e di mettere la parola fine al bipolarismo tendente al bipartitismo che è stato il trend più in voga degli ultimi due decenni. Se questo
è il contesto, anche un cieco vedrebbe quanto si siano assottigliate le
possibilità di una svolta laica sui cosiddetti “temi etici” (diritti glbt, aborto
e disciplina del fine vita in primis) preconizzate da Fini negli ultimi tempi.
Costretto ad allearsi con devoti del calibro di Casini e Rutelli, il presidente
della camera dovrà come minimo abbassare molto i toni su tali argomenti,
fino a renderli probabilmente inudibili.
Per scongiurare la nascita del terzo polo, già prima del voto di fiducia del
14 dicembre, erano scese in campo la conferenza episcopale italiana e
la segreteria di stato
vaticana, per una volta
unite nella lotta anziché
impegnate nel tramare
l’una contro l’altra dietro
le quinte. Il messaggio
dato a Casini e Rutelli
dal presidente della
Cei Angelo Bagnasco
e dal segretario di
stato Tarcisio Bertone
diceva espressamente:
“mai con Fini”. Le alte
gerarchie
vedevano
piuttosto di buon occhio
una compagine centrista con l’obiettivo di puntellare la traballante maggioranza di Berlusconi, dal quale la chiesa cattolica, anche in questi tempi
di crisi, è riuscita a ottenere risorse e garanzie politiche che l’hanno spinta
a chiudere volentieri un occhio sui peccati di lussuria del premier.
Casini e Rutelli comunque non si sono lasciati convincere riguardo alla
scelta della strategia politico-elettorale. Ma il cardinal Bagnasco a questo
punto ha lanciato pochi giorni prima di Natale un nuovo monito il cui succo
è il seguente: fate pure quello che vi pare ma ricordatevi dei valori “non
negoziabili” secondo la dottrina della chiesa. Tradotto in italiano: andate
pure con Fini, ma non vi mettete in testa di cedere di un millimetro rispetto
alle posizioni “consigliate” dal papa riguardo ai temi etici. Berlusconi, da
fine umorista incline alla battuta sui froci, ha potuto così inanellare un’altra delle sue gag preferite attribuendone la paternità al cardinale Tarcisio
Bertone. “Quando gli ho chiesto cosa ne pensasse del terzo polo”, ha riferito il Cavaliere, “il cardinale mi ha risposto che non celebra matrimoni tra
uomini, soprattutto se si tratta di Fini e Casini”. Morale: secondo le regole
del gioco dell’oca che domina la politica italiana, sui diritti glbt si torna alla
casella di partenza.
egiziano e due rom rumeni, sono stati
accusati di avere messo a segno
con la stessa tecnica (un potente
sonnifero mischiato con vino) una
cinquantina di rapine nella capitale. Le
vittime erano perlopiù turisti ed erano
in genere avvicinate all’esterno dei
locali della gay street nelle vicinanze
del Colosseo, In un caso la miscela di
vino e sonnifero si è rivelata mortale,
il che ha portato a intensificare le
indagini, a collegare tra loro i diversi
episodi e all’identificazione dei
presunti responsabili.
14
Diplomazia gay friendly
Testimonial d’eccezione per Gay Help Line, centralino telefonico con base
a Roma che offre consulenza e assistenza alle persone glbt: uno spot promozionale di questo servizio mandato in onda a dicembre su Mtv ha avuto
infatti come protagonista l’ambasciatore
degli Stati Uniti David H. Thorne (a fianco),
che nel breve messaggio pronunciato
per stigmatizzare omofobia e bullismo
ha invitato tutti a tenere duro perché “le
cose cambieranno”. Chiarendo il significato del suo gesto, Thorne ha dichiarato:
“Quest’anno sia il presidente Obama che il
segretario di stato Clinton hanno voluto
sottolineare il rispetto dei diritti dei gay. In
occasione della giornata mondiale dei diritti
umani, l’ambasciata di Roma ha deciso di
collaborare con Gay Help Line per sensibilizzare l’opinione pubblica su un
tema molto importante e per aiutare i ragazzi e le ragazze omosessuali
vittime di discriminazioni e atti di bullismo”.
gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
15
CRONACA ITALIA
Certi Diritti a congresso
Diritti civili delle persone che si
prostituiscono e delle persone
transessuali, matrimonio gay,
riforma del diritto di famiglia
e movimento transnazionale.
Questi i temi affrontati a Roma
il 27 e 28 novembre nel IV
congresso
dell’associazione
radicale Certi Diritti. Analisi e
progettualità per fermare la
“deriva partitocratica dell’Italia
e la visione politica ispirata al
fondamentalismo ideologico e religioso che rende indispensabile rafforzare
un impegno”, ha dichiarato Sergio Rovasio, segretario dell’associazione.
Con questo spirito hanno partecipato ai lavori parlamentari, personalità
della società civile, rappresentanti delle associazioni che si battono in
Italia per la promozione e la difesa dei diritti civili e umani delle persone
lesbiche, gay, bisessuali, transgender e anche eterosessuali. Emozionante
il ricordo di Enzo Francone, militante radicale, nelle parole di Angelo
Pezzana, attivista del Fuori! negli anni Settanta. Il congresso ha approvato
all’unanimità una mozione che impegnerà l’associazione su tre principali
temi politici. Il primo riguarda il rilancio della campagna di affermazione
civile, grazie alla quale la corte costituzionale si è espressa lo scorso aprile
riconoscendo la rilevanza costituzionale delle coppie gay e sollecitando
la classe politica a legiferare in materia di riconoscimento dei diritti. La
campagna di affermazione civile promuove iniziative che prevedono il
ricorso alle vie legali quando viene negato dalle autorità il riconoscimento
del diritto al matrimonio. Il secondo tema riguarda le attività in ambito
transnazionale e a questo scopo Certi Diritti ha riformato il suo statuto in
vista della possibilità di divenire una delle associazioni costituenti il Partito
Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito. Infine il terzo tema
riguarda il rilancio della conferenza per la riforma del diritto di famiglia, per
promuovere un allargamento del riconoscimento dei diritti, contro una concezione clericale e a senso unico della famiglia, che in una società moderna
e democratica non può essere l’unico modello considerato legittimo. La
nuova presidente dell’Associazione è Rita Bernardini, deputata radicale
eletta nel Pd, segretario Sergio Rovasio, tesoriere Giacomo Cellottini.
Maria Gigliola Toniollo della Cgil Nuovi Diritti sarà il rappresentante di Certi
Diritti presso il Comitato dei Radicali Italiani.
Trent’anni nel Guado
Il 20 dicembre scorso l’associazione di omosessuali credenti Il Guado ha festeggiato i
suoi primi trent’anni di vita, La fondò infatti
nel 1980 don Domenico Pezzini (sacerdote
recentemente travolto da uno scandalo
sessuale che gli è già costato mesi di carcerazione preventiva per arrivare nelle scorse
settimane a una condanna a dieci anni di
carcere in primo grado). Don Pezzini accompagnò i primi anni di vita dell’associazione,
poi se ne distaccò quando il gruppo prese
una piega più rivendicativa nei confronti della
chiesa cattolica rispetto a quella delle origini.
In tre decenni, come ricorda una riflessione
dedicata all’anniversario pubblicata sul sito del Guado, molte cose sono
cambiate in Italia e nel mondo. Qualcosa però è rimasto sostanzialmente
immutato: “Dalla chiesa gli omosessuali si aspettavano un’approvazione
che non è mai arrivata”. Eppure i gay credenti non demordono e cristianamente continuano a pregare anche per le gerarchie che non li accettano.
Sottolineando che comunque qualcosa è cambiato, perché molte persone
gay di radicata fede religiosa sono passate dalla pura e semplice paura
di essere scoperte alla necessità di vivere alla luce del sole la propria
omosessualità come testimonianza del fatto che “Dio ama tutti gli uomini
e tutte le donne al di là del loro specifico orientamento sessuale”. Il trentesimo compleanno del Guado è stato festeggiato a Milano il 18 dicembre
scorso con un’iniziativa alla quale ha partecipato come ospite don Luigi
Ciotti (sopra), prete di frontiera ben noto per le sue iniziative a sostegno
di tossicodipendenti ed emarginati e per il suo impegno contro le mafie.
Proprio nel 1980, don Ciotti aveva tra l’altro appoggiato la creazione di un
gruppo di gay credenti, promosso da Ferruccio Castellano, a Torino.
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PRIDE · gennaio 2011
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Con tutte le vicende
giudiziarie aperte a suo
carico, che l’hanno portato a munirsi di svariati
“scudi” anti magistrati,
Silvio Berlusconi non
si deve essere preoccupato più di tanto per
un esposto depositato
contro di lui a Torino a
proposito della famosa
frase “meglio essere
appassionato di belle
ragazze che gay”. Tra i
promotori dell’iniziativa
spiccano i nomi di esponenti del Pd come la deputata Anna Paola Concia e
Andrea Benedino della segreteria provinciale torinese, così come quelli del
presidente del comitato provinciale Arcigay del capoluogo piemontese,
Giovanni Caponetto e dell’ex presidente nazionale di Arcigay Aurelio
Mancuso, oggi presidente della lobby anti discriminazioni Equality Italia.
La tesi che sorregge la denuncia è che un rappresentante delle istituzioni
quale Berlusconi è non può permettersi di parlare a ruota libera con il
concreto rischio di rafforzare i pregiudizi già esistenti nei confronti degli
omosessuali. Sull’iniziativa si sono registrati però dissensi provenienti non
solo dai media direttamente o indirettamente controllati dal premier ma
anche da libertari irriducibili come il radicale Silvio Viale, secondo il quale
“se si vuole contrastare l’omofobia per rivendicare parità di condizioni e di
comportamenti sessuali occorre evitare di scadere nell’autocensura consolatoria, nella richiesta alla magistratura di una moralizzazione coatta.
Chi vuole liberare il sesso, la morale e la politica deve essere il primo a
rifuggire da ogni mentalità censoria”. Berlusconi, comunque, a tutto pensa
fuorché a censurare se stesso. Così anche dopo il trambusto creato dalla
sua battuta sui gay non ha rinunciato a scherzare ancora una volta sullo
stesso tema. Rilassato dopo l’ultimo voto di fiducia ottenuto in parlamento, durante una cena con i deputati del Pdl ha così descritto il proprio
potenziale interesse verso eventuali incursioni sull’altra sponda: “Io non so
dire dei no, non l’ho mai saputo fare e la mia fortuna è stata che nessun
gay è venuto mai a farmi una proposta perché alla terza volta avrei chiesto
di spiegarmi tecnicamente come si fa e ci sarei stato”. Che un uomo della
sua esperienza dichiari tali impedimenti “tecnici” più che l’attenzione di un
magistrato potrebbe forse suscitare quella di uno psicologo.
Prete suicida
È finita nel peggiore dei modi una vicenda
partita da una denuncia televisiva della
trasmissione Le Iene di Italia Uno. In
una puntata andata in onda la scorsa
primavera, dopo la segnalazione di un
giovane gay che aveva raccontato di
essere stato molestato sessualmente
da un prete cinquantenne del santuario
di Caravaggio (Bergamo) al quale si era
rivolto per avere sostegno morale, Le Iene
avevano trasmesso un servizio in cui lo
stesso sacerdote allungava le mani anche
su un giovanissimo attore, munito di telecamera nascosta, appositamente
inviato a provocarlo per smascherarlo. Poi, di nuovo con la telecamera al
seguito, un membro della redazione del programma si era ripresentato
dal prete per chiedergli conto delle sue azioni e processandolo davanti al
pubblico televisivo. Negli spezzoni andati in onda i volti erano oscurati, ma
c’erano indizi sufficienti a far riconoscere il sacerdote colto in flagrante.
Sicché a giugno il suo vescovo lo aveva sospeso in via cautelare e spedito
in una comunità di recupero per religiosi con trascorsi analoghi ai suoi.
Meno di sei mesi dopo, a fine novembre, il reprobo si è suicidato buttandosi
sotto un treno della linea Milano-Venezia. Nei suoi confronti non era stata
presentata nessuna denuncia alla magistratura, ma una condanna più
pesante e senza appello era stata decretata dalla notorietà televisiva,
che lo aveva reso identificabile e additabile da parrocchiani e conoscenti.
Un vero caso di gogna mediatica che dovrebbe far riflettere sulla violenza
del mezzo televisivo e sulla persistenza della cultura del capro espiatorio
nel nostro medioevo contemporaneo.
17
CRONACA ESTERO
>> Budapest Il movimento glbt
ungherese lancia l’allarme sul nuovo
progetto di costituzione, promosso
dal governo conservatore che definisce il matrimonio come “l’unione di
base più naturale tra un uomo e una
donna e fondamento della famiglia”.
L’intenzione sarebbe ovviamente
quella di impedire alla radice il
riconoscimento legale delle nozze tra
persone dello stesso sesso.
>> Boston L’università di Harvard è
stata di recente teatro di un singolare
gesto di goliardia omofobica su cui sta
indagando la polizia. Quaranta libri a
tematica glbt presenti nella biblioteca
della celebre università sono stati
coscienziosamente irrorati di urina da
ignoti vandali che hanno lasciato sul
posto l’arma del delitto: una bottiglia
vuota. I responsabili della biblioteca
hanno denunciato un danno di alcune
migliaia di dollari e assicurato al tempo
stesso che tutti i libri imbrattati
saranno riacquistati e rimessi al loro
posto.
>> Washington Qualche dritta per un
viaggio negli Stati Uniti? La fornisce
la marca di preservativi americana
Condomania, che basandosi sulle
proprie vendite di profilattici per taglie
forti ha stilato una classifica delle
città “meglio dotate”. Nell’ordine: New
Orleans, Washington, San Diego, New
York, Phoenix. Un’analoga comparazione tra gli stati Usa vede invece
al primo posto il New Hampshire,
seguito da Oregon, New York, Indiana
e Arizona.
>> Wellington La compagnia aerea Air
New Zealand, dopo le proteste della
comunità glbt, ha deciso di cancellare
uno spot sulla sicu-rezza a bordo dei
velivoli prodotto con alcuni giocatori
della nazionale di rugby come testimonial. Nella scena incriminata del
video un rugbysta dei popolarissimi All
Blacks baciava una hostess, rifiutando
subito dopo di fare altrettanto con
uno steward evidentemente anelante.
Su internet il video è stato cliccato
centinaia di migliaia di volte.
18
Fine di un’epoca
Quando ormai sembrava di nuovo tutto rinviato alle calende greche,
Babbo Natale ha portato consiglio al Congresso degli Stati Uniti, che come
richiesto dal presidente Barack Obama ha compiuto infine il miracolo
di abrogare definitivamente la disciplina del don’t ask don’t tell, ovvero
l’obbligo imposto ai militari gay e lesbiche di tenere nascosto il proprio
orientamento sessuale pena la radiazione dalle forze armate. “L’unica
legge in America che chiede ai cittadini di essere disonesti e che prevede il
licenziamento per chi invece dice la verità”, secondo l’efficace definizione
del deputato democratico Jared Polis, è stata abolita dalla camera dei
rappresentanti il 15 dicembre. Lo scoglio vero era però il senato, dove solo
pochi giorni prima non era stata raggiunta la
maggioranza di 60 voti necessaria a legalizzare
subito il coming out in uniforme. Proprio questa
battuta d’arresto aveva indotto al pessimismo
sulla possibilità di chiudere la partita entro la
fine dell’anno, prima cioè che il senato tornasse
a riunirsi nella nuova composizione uscita dalle
elezioni di medio termine che hanno attribuito
più forza alla destra repubblicana, favorevole
al mantenimento dell’ipocrita politica del
don’t ask don’t tell. Nel momento del massimo
sconforto il presidente Obama ha lanciato un
estremo appello a riesaminare la questione ed
è stato ascoltato: la camera ha partorito un
nuovo testo, approvandolo a tambur battente,
e il 18 dicembre anche il senato ha capitolato
con una storica votazione finita 65 a 31. Con i democratici compatti si sono
schierati alla fine anche otto senatori repubblicani, con grande delusione
dell’ex candidato repubblicano alla Casa Bianca John McCain, a parere
del quale la fine della discriminazione nei confronti degli omosessuali
nell’esercito è una jattura che rischia di compromettere l’efficienza della
macchina bellica americana. La stessa opinione è stata espressa dall’ala
più retriva degli alti gradi militari, ma il Pentagono, dati alla mano, ha fatto
sapere che al 92% degli uomini e delle donne effettivamente schierati
sul campo (e perfino all’84% dei machissimi marines) non importa un bel
niente dell’orientamento sessuale dei commilitoni. Come è stato notato
con un simpatico gioco di parole, You don’t have to be straight to shoot
straight (non hai bisogno di essere etero per sparare diritto).
La fine della segregazione di gay e lesbiche nelle forze armate è un successo che ci voleva per il presidente Obama, che in campagna elettorale
aveva fatto tante promesse alla comunità glbt e a metà mandato non ne
aveva in pratica mantenuta nemmeno una. Lui, incassando la vittoria, ha
celebrato “uno storico passo in avanti verso la fine di una politica che mina
la nostra sicurezza nazionale e viola gli ideali che i nostri uomini e le nostre
donne in uniforme difendono”. La regola del don’t ask don’t tell era stata
introdotta nel 1993 come compromesso rispetto alla precedente prassi
di escludere a priori gli omosessuali dalle forze armate. Nei 17 anni in cui è
stata operativa 13.000 soldati e ufficiali gay e lesbiche sono stati espulsi
perché non erano riusciti a nascondersi abbastanza bene.
Uccelli al mercurio
La storia non mancherà sicuramente di riconoscere al professor Peter
Frederick dell’Università della Florida il merito di aver scoperto il nesso tra
tassi di mercurio presenti nell’ambiente e omosessualità maschile negli
ibis (uccelli trampolieri che nidificano abitualmente in Florida). Il punto
di partenza della ricerca è la constatazione che negli anni ’80 il calo dei
livelli di mercurio nel parco nazionale delle Everglades fece aumentare la
popolazione degli ibis. Così un’equipe di studiosi capitanata da Frederick
e dal collega dello Sri Lanka Nilmini Jayasena, ha preso quaranta infelici
uccelli di entrambi i sessi e li ha messi per tre anni a dieta con differenti e
infinitesimali (per loro parziale fortuna) quantità di mercurio nel menù. Al
termine di questo periodo gli scienziati hanno osservato che il 55% degli
ibis maschi che avevano ricevuto la dose di mercurio più alta avevano
mollato le femmine per mettere su un nido tra loro, mentre ciò non era
accaduto a quelli trattati con un dosaggio inferiore. Sul totale delle femmine invece la somministrazione del mercurio non aveva prodotto alcuna
variazione di comportamento a prescindere dalle dosi. Le conclusioni di
Frederick puntualizzano pure che ciò che vale per gli Ibis non vale per gli
umani, che per l’accumulo di mercurio nell’organismo non diventano gay
ma in compenso sviluppano l’Alzheimer, come sembrerebbe d’altra parte
dimostrare indirettamente anche l’esperimento di cui sopra.
gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
19
CRONACA ESTERO
Sesso in Qatar
Il presidente della FIFA Sepp
Blatter (a fianco) è scivolato nelle
scorse settimane su una battuta
di spirito che non ha fatto ridere
nessuno, a cominciare da lui. In
una conferenza stampa convocata per presentare gli appuntamenti dei mondiali di calcio del
2018 in Russia e del 2022 in Qatar,
ha risposto così a chi gli chiedeva
se si fosse posto il problema della
sicurezza dei tifosi glbt in Qatar, paese che punisce gli atti omosessuali
con la galera e la frusta: “Direi che i gay dovrebbero astenersi da qualsiasi
attività sessuale!”. Subito dopo ha cercato di metterci una pezza dicendosi
sicuro che la grande fraternità calcistica impedirà qualsiasi discriminazione,
ma ormai la frittata era fatta. Le proteste contro l’omofobica leggerezza
del presidente Blatter (che a noi italiani può tanto ricordare quella di un
altro signore con il nome che inizia per B.) si sono fatte sentire dai quattro
angoli del pianeta, capitanate dall’ex campione di basket statunitense
John Amaechi che oltre a rilasciare dichiarazioni di fuoco ha annunciato un
esposto formale alla FIFA. Così Blatter è corso ai ripari scusandosi con la
retorica di prammatica: “Se ho offeso qualcuno mi dispiace, non ne avevo
l’intenzione e non sarà mai mia intenzione discriminare chicchessia, poiché
questo è esattamente ciò contro cui si batte la FIFA”. Ciò detto, il prudente
Blatter ha preferito non entrare nel merito del trattamento riservato agli
omosessuali dalle leggi del Qatar o dei criteri che hanno indotto la FIFA a
sceglierlo quale sede di un’edizione dei mondiali di calcio. Perciò la galera
e la frusta restano e la FIFA non è tuttora in grado di garantire alcuna
garanzia ai tifosi glbt (se non appunto il consiglio di astenersi dal sesso) né
di dimostrare nei fatti il dichiarato no alle discriminazioni.
L’eredità di Milk
Guerra aperta a San
Francisco
sull’eredità
spirituale e materiale di
Harvey Milk (a sinistra
nella foto), primo politico
gay dichiarato eletto in
un consiglio comunale
d’America e assassinato
poco dopo, nel 1978, da un
omofobo psicopatico. Da
vivo, Milk era proprietario
di un negozio di fotografia
in Castro Street, cuore del quartiere gay di San Francisco, e ora proprio in
quello storico spazio che ai tempi era anche una centrale del movimento
di liberazione gay vuole insediarsi la Human Right Campaign, vale a dire la
più importante lobby per i diritti gay degli Stati Uniti. L’idea è quella di trasferire nel negozio che fu di Milk il centro informazioni/gift shop che la Hrc
già gestisce a San Francisco. Ma contro questa ipotesi si sono schierati gli
ex compagni di militanza di Harvey e l’ala più radicale del movimento glbt,
secondo i quali la posizione moderata e incline ai compromessi della Hrc
è un insulto alle ceneri del martire, che certamente si rivolterebbe nella
tomba se non fosse stato cremato. “È uno sputo in faccia alla memoria
di Harvey”, ha detto per esempio Clive Jones, che fu nei mitici Settanta
uno dei più stretti collaboratori di Milk, mentre l’irriverente blogger Bill
Browning l’ha messa giù così: “Quale sarà la prossima? Rimuovere il volto di
Monna Lisa e rimpiazzarlo con il simbolo sorridente di Walmart?”. L’accusa
è chiara: la Hrc, con il suo pragmatismo spregiudicato e le sue raccolte di
fondi nei quartieri alti, rappresenta qualcosa contro cui Milk aveva combattuto anche aspramente, come ricorda anche il film biografico di Gus
Van Sant premiato con due Oscar. Contestava ai leader che poi fondarono
la Hrc la contiguità con il potere e la ricerca del potere per se stesso, a
prescindere dai risultati. “Disprezzava quelle persone e loro disprezzavano
lui”, ha dichiarato lo sceneggiatore del film Dustin Lance Black. Che adesso
quindi la Hrc voglia appropriarsi della sua memoria vendendo le t-shirt con
la sua faccia e addirittura nel negozio che fu suo, come attesta un’apposita
lapide commemorativa, pare proprio uno scandalo. Meglio uno Starbucks,
dicono i detrattori. Ma i promotori non demordono, anche se si dicono
disposti ad accogliere qualunque suggerimento per migliorare il “tono
ideale” dell’iniziativa.
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gennaio 2011 · PRIDE
PRIDEmarketcall
PRIDE · gennaio 2011
16-12-2010
12:01
Pagina 1
21
ATTUALITÀ + CULTURA
AMAZON ALLA CARICA
Il più importante venditore mondiale di libri on line ha aperto una filiale italiana, lanciando
un implicito guanto di sfida ai siti nostrani e alle librerie fisiche. Un’opportunità in più anche
per il pubblico interessato alle tematiche glbt.
TESTO — GIOVANNI DALL’ORTO · [email protected]
In perfetto orario per i regali di natale è
stato inaugurato Amazon.it. Un sito di vendite
per corrispondenza destinato a cambiare anche
in Italia, dopo averlo fatto nel resto del mondo,
lo spazio disponibile alla cultura e alla letteratura glbt. La versione italiana parte in formato
ridotto: nel titolo della home page promette
infatti “elettronica, libri, musica, dvd e tanto
altro”. Dove il “tanto altro” non è in realtà “moltissimo”, specie tenendo conto del fatto che
negli Usa ormai Amazon vende anche padelle o
ciabatte... Inoltre Amazon.it offre sì anche libri
e cd esteri, ma a prezzi superiori a quelli che si
otterrebbero acquistandoli all’estero, magari
proprio su Amazon! Ciò detto, resta il fatto che
Amazon non è un sito qualunque: negli anni ha
infatti rivoluzionato il mercato per cui era nato,
quello librario, e lo ha fatto nel bene e nel male.
Il suo successo si basa su vari elementi.
Innanzi tutto, Amazon agisce come un “grossista al dettaglio”. Le dimensioni le garantiscono
sconti pari a quelli dei distributori, ma poi
rivende non alle librerie bensì ai loro clienti. E
sfruttandola la capacità di “disintermediare”
che ha la Rete riduce clamorosamente i prezzi
(negli Usa più che in Italia, dove la legge stabilisce limiti massimi agli sconti).
Poi, Amazon è stata pioniera nel valorizzare la
cosiddetta “coda lunga” su Internet, ovvero la
capacità di generare reddito attraverso quelle
centinaia di migliaia di titoli che trovano magari
solo dieci lettori ciascuno, e che quindi nessuna
libreria vuol più tenere. Però dieci clienti moltiplicati per 100.000 titoli “orfani” fanno un milione di
copie vendute. L’editoria rivolta al pubblico lgbt,
che ha sempre avuto il problema d’un mercato
ristretto e quindi poco appetibile per i librai, ha
uno sbocco in più su Amazon. Dove comprare
il libro d’un minuscolo editore gay non è né più
costoso né più complicato che acquistare l’ultimo super-besteller di una multinazionale editoriale. Oltre a ciò, Amazon è stato il primo sito
commerciale a capire la rivoluzione dei “contenuti generati dagli utenti”. Gran parte dell’interesse del sito viene infatti dalle recensioni che
22
i lettori, gratuitamente, scrivono e inseriscono
(nella versione italiana per ora ci sono solo le
prime, ma è giusto questione di tempo). Gli
editori hanno combattuto furiosamente questa
innovazione: fino a che i recensori sono sempre
quelli possono essere “comprati” o “sedotti”,
ma quando ogni lettore può recensire, il gioco
diventa impossibile (anche se le possibilità di
abusi – autorecensioni estasiate o stroncature
ingiuste – esistono, come alcuni scandali hanno
mostrato). Viceversa, i lettori hanno apprezzato
moltissimo queste recensioni.
Per finire, Amazon.com ha speso molte energie
nell’assistenza ai clienti. Almeno nelle versioni
straniere, se scrivi rispondono, se un libro non
arriva lo rimandano, se cambi idea puoi rendere
la merce... Cose inaudite da noi. Ma non esistevano già librerie online in Italia? Sì. Però tutte
con un problemino: le maggiori sono possedute
da editori-librai, che hanno quindi un triplice
conflitto d’interessi fra i ruoli di editore, libraio
e gestore di sito.
Ciò ha portato ad almeno quattro svantaggi. In
primo luogo, questi siti non hanno mai voluto
che i lettori recensissero, catalogassero o
consigliassero libri, col rischio che magari glieli
stroncassero. Ad Amazon non importa quali
libri vengano stroncati e quali no: tanto li vende
tutti, e se non è uno sarà l’altro. Agli editori,
invece, importa eccome. Il risultato è che i lettori sono sciamati su aNobii.com (vedi Pride n.
134), il sito cinese le cui pagine in italiano formicolano di recensioni, mentre quelle in inglese (e
in qualsiasi altra lingua) sono semideserte.
In secondo luogo, la politica degli sconti per
questi siti non ha senso, dato che il gioco sporco
di Amazon è buttare fuori dal mercato le librerie
fisiche, per prenderne il posto mentre questi
siti sono tutti legati a librerie fisiche.
In terzo luogo, l’assistenza ai clienti di questi
siti, e parlo per esperienza, fa schifo. Anche qui
prevale l’italianissima cultura da call center, con
operatori (sotto)pagati per aggirare i problemi
anziché per risolverli. Col risultato che l’Italia è il
fanalino di coda in Europa per le vendite online.
Infine, a differenza delle librerie, Amazon se ne
frega dei dogmi culturali italiani e bada esclusivamente al profitto, calpestando le remore di
editori e scrittori che non vogliono, che so, che
un loro libro sia etichettato come “gay” perché
“sarebbe ghettizzante”. Ho digitato la magica
parolina “gay” nel motore di ricerca di Amazon.
com ed ho avuto 96.756 risultati. Anche
togliendo quelli in cui “Gay” è un cognome e
quelli di difficile reperimento, restano decine di
migliaia di titoli. Scusate se è poco.
E se non bastasse, io lettore posso lasciare
le mie etichette (tags) e i miei commenti per
indirizzare i prossimi lettori. O addirittura creare
liste di consigli di lettura su qualsiasi tema, per
esempio: “Dieci libri sulla maternità lesbica”.
Ma Amazon ha in ballo altre proposte. La prima
è la stampa “on demand”, cioè su richiesta, in
grado di produrre una copia d’un libro, rilegato
e con copertina a colori, nel giro di pochi minuti
e al prezzo di pochi euro. Questo servizio è agli
albori, ma ha prospettive immense: per i piccoli
editori, ma anche per gli autori, per i quali la
tentazione di saltare editore e distributore
diventa forte. La seconda è l’investimento sulla
trasformazione del libro da prodotto fisico a
entità digitale. Amazon ha investito molto
sugli e-books, cercando di porsi come immenso
“juke-box” dal quale scegliere di volta in volta il
libro da scaricare istantaneamente. E nel quale
non esisteranno più libri esauriti, non disponibili, fuori catalogo. Anche perché fra i servizi
offerti da Amazon c’è anche un programma di
affiliazione che consente ai privati di vendere
libri usati o esauriti... Vedremo some sapranno
controbattere i concorrenti.
gennaio 2011 · PRIDE
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gennaio 2011 · PRIDE
CULTURA + ATTUALITÀ
BISEX AND THE CITY
La formazione di un giovane “metrosessuale”, i suoi coming out, l’incontro con le realtà gay,
la tv, il cinema, la letteratura in un romanzo di Sciltian Gastaldi che traccia con ironia una
storia del costume italiano degli ultimi tre decenni del Novecento.
TESTO — FRANCESCO GNERRE · [email protected]
Sciltian Gastaldi, già autore del romanzo Angeli da un’ala soltanto,
oltreché di saggi sulla cultura statunitense (Fuori i rossi da Hollywood e
Assalto all’informazione), pubblica per Fazi Editore Tutta colpa di Miguel
Bosé (pp. 400, euro 17,50). Un romanzo brioso e divertente, che racconta
l’educazione sentimentale di un giovane “metrosessuale” dagli anni
Settanta del Novecento, quando Miguel Bosé “sculettava gaio sull’onda di
Super Superman”, al Worldpride di Roma del 2000. E narra al tempo stesso
l’evoluzione del costume dell’Italia attraverso la musica, il cinema, la letteratura, le icone gay.
Da qualche anno Sciltian Gastaldi vive in Canada e lavora all’Università di
Toronto. Approfittiamo di un suo soggiorno in Italia per incontrarlo e confrontarci con lui sul suo libro e sulla sua determinazione a farsi promotore
di una identità e di una cultura “metrosessuale” o bisessuale nel variegato
universo glbtq.
La tua scrittura è molto cambiata con gli anni e sei cambiato molto
anche tu. Concordi?
Sì, decisamente. Il fatto è che da cinque anni vivo in Canada, un paese
dove si vive sereni, dove lavoro cinque ore a settimana e vengo pagato
molto di più di quanto venissi pagato in Italia per lavorarne cinquanta.
Questa serenità finanziaria, unita a quella psicologica, mi ha permesso
forse di guardare un po’ dall’esterno la società italiana e di riderci sopra.
Come è l’Italia vista dal Canada?
Piccola piccola, periferica, molto eccentrica rispetto all’Occidente. È più
una società che collega il Medio Oriente all’Europa che non una società
europea e Roma appare più vicina a Teheran che a Londra. La popolazione
glbtq in Canada ha ottenuto tutto: il matrimonio tra persone dello stesso
sesso, la possibilità di adottare, insomma non ha più niente da chiedere.
È questa situazione che mi ha dato molta voglia di scrivere. Ho già pronto
un altro romanzo, molto diverso da questo. Sto cercando di scrivere ogni
volta un romanzo diverso. Ti confesso, anche se so che può sembrarti un
po’ megalomane, che vorrei scrivere un romanzo per ogni genere letterario, un po’ come ha fatto Kubrick nel cinema.
Il primo era un romanzo gay adolescenziale, questo è un romanzo di formazione oltre che una rivisitazione della cultura degli ultimi decenni. Il
prossimo?
Angeli da un’ala soltanto era un romanzo romantico, per adolescenti, molto
lineare, molto semplice che è piaciuto a chi doveva piacere, soprattutto
agli adolescenti, ma anche a tanti adulti. Era una storia d’amore intensa di
due ragazzi che sono privi di sovrastrutture omofobiche. Con questo libro
ho voluto cambiare registro e ho scritto un’altra storia, briosa, autoironica,
alla Maupin se vuoi un nome, ma che ha come modelli anche il Tondelli di
Altri libertini e di Pao Pao, i primi libri di David Leavitt o la leggerezza di
Calvino. Volevo scrivere un romanzo che analizzasse la società sempre
con le nostre lenti arcobaleno, che mettesse in scena un personaggio che
non è gay e non è etero, una persona che sta un po’ nel mezzo, lo possiamo
chiamare “metrosessuale” o bisessuale non importa, ma che comunque
è parte della cultura glbtq. Il prossimo si chiamerà Anelli di fumo, è un
romanzo sociale più difficile da scrivere (ci ho impiegato tre anni), è un
PRIDE · gennaio 2011
libro più cupo che racconta la generazione che oggi ha tra i 35 e i 40 anni,
una specie di Grande freddo degli anni Duemila.
Qui c’è anche l’idea di rappresentare attraverso la famiglia del protagonista uno spaccato della società italiana: un padre generale ovviamente
omofobo, una madre ex cantante un po’ svampita, un fratello neofascista, una sorella integralista cattolica….
Sì, certo. Il romanzo vuole essere anche una saga familiare, ma nella storia
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ATTUALITÀ + CULTURA
che racconto appare chiaro come la società
italiana, invece di progredire, vada indietro. E
questo viene detto in maniera esplicita quando
il protagonista parla di Fini e Rutelli e aggiunge
che si tratta di due persone che non hanno
niente a che vedere con i due omonimi di oggi
perché sono due persone diverse, o quando si
parla del cilicio e il protagonista dice che negli
anni Settanta e Ottanta quando erano tutti
comunisti, nella sua famiglia c’era l’avanguardia della reazione, perché già all’epoca aveva
un fratello fascista e una sorella integralista
cattolica che usava il cilicio molto prima della
Binetti. Si tratta ovviamente di una parodia del
degrado italiano degli ultimi anni che si inserisce all’interno di un paese già conservatore.
Non dimentichiamo che il nostro è il paese che
è arrivato al divorzio nel 1974, circa un secolo
dopo la Francia. Forse nel 2191 avremo i pacs o
qualcosa di simile, chissà…
Il protagonista insiste molto a non essere definito gay, ma “metrosessuale” o bisessuale.
Perché questa insistenza?
In Occidente il percorso del movimento che una
volta si chiamava omosessuale è diventato
sempre più un movimento di inclusione (delle
lesbiche, dei bisessuali, dei transgender e di
tutti quelli che sono discriminati sulla base
di come appaiono, perfino degli etero un po’
effeminati che sembrano gay). Tutti vengono
accolti nella sigla glbtq che è diventata il
nuovo scudo del movimento omosessuale
di un tempo. Ormai bisessuali, gay, lesbiche,
transgender collaborano e ottengono risultati
ovunque tranne che in Italia. Qui i bisessuali
spesso sono considerati dei gay repressi, i transgender sono molte volte mal visti dagli stessi
gay e sopravvivono ancora forme di separatismo lesbico... Così continuiamo a dividerci
e la conseguenza è che non contiamo niente,
mentre invece dobbiamo riconoscerci tra di noi
ed essere fieri ognuno della propria specificità.
Non per caso nelle ultime pagine del romanzo
ho voluto rappresentare la variegata umanità
rainbow del world gay pride fatta di persone
diverse: i leather muscolosi, i travestiti con le
parrucche verde pisello, i bisessuali in jeans
e maglietta, tribadi camioniste con canotta,
gay fashion-victim, omosessuali di mezza età,
lesbiche dolly in tailleur, checche effeminate,
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froci militanti e finocchie da aperitivo, transessuali con le tette finte e signori in giacca
e cravatta, maschi dal capezzolo piersato e
saffiche in gonna e camicetta, ecc. Quello che
voglio dire in queste ultime pagine del romanzo
è proprio questo: le persone diverse da te che
però lottano con te, sono le tue persone, è la
tua gente e tu sei parte di quella cultura lì. È con
queste persone che devi combattere e la lotta
la facciamo tutti insieme.
A me pare ovvio che deI movimento glbtq
facciano parte le lesbiche, i transgender, i
bisessuali e quant’altro. È la superspecializzazione delle definizioni identitarie che mi
lascia un po’ perplesso, mi sembra solo una
questione nominalistica. Nella storia siamo
stati chiamati o abbiamo scelto di chiamarci in
vari modi, a prescindere dalla nostra frequentazione di persone dell’altro sesso, sodomiti,
invertiti, omosessuali, gay. Oscar Wilde era
padre di famiglia, come Gide, Umberto Saba e
l’elenco potrebbe continuare. Non per questo
parliamo di loro come di bisessuali. Se ora ci
si vuole chiamare “metrosesuali” va bene, ma
mi pare poco importante. Qualcuno potrebbe
dire, citando la battuta di un noto film di
Ozpetek: “Io sono all’antica, sono frocio”.
Non sono d’accordo. Secondo me è importante
chiarire. Il protagonista del romanzo è fiero
di essere bisessuale, come i gay sono fieri di
essere gay. È una forma di orgoglio di identità. Ciascuno nel suo campo è fiero di essere
quello che è. All’inizio il protagonista dice di non
essere né carne né pesce perché non ha ancora
una identità che poi acquista attraverso i film,
le musiche, le letture, le esperienze. E si tratta
di un’identità bisessuale.
I bisessuali sono in genere discreti, forse
perché, a differenza dei gay, non hanno
particolari rivendicazioni da portare avanti:
una parte della loro vita è in armonia con
le aspettative della società e in genere si
sposano, hanno figli… Invece il protagonista
del tuo romanzo non ha nessuna discrezione.
Anzi, rivendica il suo essere metrosessuale o
bisessuale in maniera plateale e se qualcuno
gli dice che è gay si sente offeso tanto da far
venire il sospetto che sia affetto da una forma
di omofobia interiorizzata.
Assolutamente no. Egli è solo fiero di essere
quello che è. E per essere fieri è necessario
mettere i puntini sulle “i”. Se qualcuno gli dice
che è gay o che è etero, è ovvio che egli dica
“no, non sono frocio e non sono etero, sono
bisessuale”.
O diversamente etero?
Beh, quando il personaggio si esprime così si
prende in giro da sé. Evidentemente quella è
una frase che ha orecchiato e la utilizza per fare
il suo coming out col padre, con la sorella o col
fratello, ma è chiaro che si tratta di una forma
di autoironia.
Devi ammettere però che spesso è la pressione sociale a spingere molti gay a definirsi
bisessuali, o no?
Si, certo, lo so che ci sono tanti gay che dicono
di essere bisessuali ancora nel 2010, come
ai tempi di Oscar Wilde. Detto ciò però non
dimentichiamo che in tutto l’Occidente, là dove
non ti impiccano se sei gay, esistono persone
genuinamente bisessuali e quando si innamorano di una donna – parliamo di uomini – non lo
fanno per convenzione. Questa è la differenza:
i veri bisessuali sono questi, non degli omosessuali repressi. Insomma quello che molti
gay non ammettono è che ci sono persone
genuinamente e naturalmente bisessuali. Io,
per esempio, sono bisessuale. Ora sto con una
donna e sono monogamo e fedele. Nella pratica
sarei quindi etero, ma non dico di essere etero,
perché sono bisessuale. Se questa mia storia
dovesse finire, potrei innamorarmi di un uomo. Il
fatto è che non ci sono articoli, non ci sono libri
sui bisessuali. Invece questo mio romanzo (e
penso anche gli altri che scriverò) ha per protagonista un bisessuale, anche perché di letteratura gay ce n’è tanta, di letteratura etero pure,
la letteratura bisessuale non c’è ancora, anche
se non sono mancati, credo, scrittori bisessuali,
pensa a Sibilla Aleramo.
Devi ammettere che se la distinzione tra
omosessuale e bisessuale è difficile oggi, lo è
ancora di più per i decenni passati, quando la
pressione sociale era molto più forte…
Si, certo, ma probabilmente fra 50 anni, quando
questo tema sarà meno scottante, saremo in
grado come critici – non io e te e nemmeno i
nostri lettori, ma quelli che verranno – di dire
che in Italia ci sono stati scrittori eterosessuali,
scrittori omosessuali e scrittori bisessuali.
Io, se si farà una distinzione degli scrittori in
base all’orientamento sessuale, non voglio
passare per scrittore etero, nè per scrittore
gay, ma vorrei essere ricordato come scrittore
bisessuale.
Un’ultima domanda sul titolo del tuo romanzo:
Miguel Bosé, ha saputo di questo libro?
Sì, lo ha letto e pare che gli sia piaciuto. Mi è
stato detto che si è molto divertito.
gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
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ATTUALITÀ + CULTURA
DARIO IL TEMERARIO
Dario Gay, una delle figure più militanti (in senso glbt) del nostro panorama musicale, esce
con un doppio cd in cui ricapitola la propria avventura artistica con la collaborazione di
molti e famosi compagni di strada. Da Enrico Ruggeri a Milva e Rita Pavone.
TESTO — ROBERTO CANGIOLI · [email protected]
In un momento in cui il
mercato discografico è in
profonda crisi, c’è chi va
contro corrente, pubblicando
un’opera complessa e articolata che richiede temerarietà:
“È vero, ci vuole coraggio!
Tuttavia,
proprio
perché
sembra che oggi non vi siano
più regole, vale tutto e il
contrario di tutto, tanto vale
realizzare un prodotto di cui
andare fieri, che soddisfi le
nostre orecchie infischiandocene dello show business”.
Ora che si è guadagnato la propria libertà intellettuale e umana, Dario
Gay non ha più la necessità di nascondersi dietro un falso cognome come
aveva dovuto fare all’inizio della carriera per timore di essere classificato
come omosessuale, e ha la possibilità di proporsi per quello che è, che
piaccia o no. Dall’ultimo disco in studio sono passati un po’ di anni; così,
spinto anche dall’esigenza di fare ordine nella sua discografia costellata
di singoli che se pur soddisfacenti sono sempre rimasti un po’ di nicchia,
ecco la necessità di riassumere tanto lavoro in un progetto più ampio da
distribuire nei negozi, una sorta di viaggio musicale in cui il cantautore è
attorniato da una miriade di amici vecchi e nuovi.
In Ognuno ha tanta storia (titolo dedicato a Gabriella Ferri) ce ne sono
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davvero tanti: dall’amica di sempre, Rita Pavone, che per prima credette
in lui scoprendolo ne il Talentiere – e che in quest’album esce dal suo
silenzio artistico per lanciarsi in una nuova sorprendente versione rock di
Domani è primavera (sigla ufficiale del pride glbt nazionale del 2001) – fino
a personaggi vicini ideologicamente all’autore, come ad esempio Vladimir
Luxuria, con cui omaggia Mia Martini in una spensierata Tutti uguali.
Lavorare con così tante persone potrebbe significare scendere a compromessi, tuttavia Dario sottolinea: “Tutti gli artisti che hanno collaborato al
disco e tutti gli addetti ai lavori hanno dimostrato un ottimo livello professionale e si sono trovati molto in sintonia con me. La mia omosessualità è
una componente assolutamente irrilevante nei miei rapporti con queste
persone, quanto la loro sessualità. Viviamo rapporti molto sereni basati
sullo scambio emotivo e artistico”.
Quest’intesa si respira mano a mano che il disco viene letto e ascoltato
come una sorta di audiolibro in cui ogni canzone racconta una storia particolare, molte delle quali gettano uno sguardo sulle differenze di orientamento e di genere e rappresentano motivo di denuncia per un’omofobia
mai sopita, a partire dalla più famosa Ti sposerò: “È il brano più propositivo
rispetto al discorso. È una canzone d’amore con un testo semplice e
diretto; eppure una discografica, ascoltandola, ne rifiutò a suo tempo la
pubblicazione, definendola troppo ‘politica’, come se cantare l’amore tra
due uomini debba per forza essere un discorso politico”.
Oggettivamente risulta difficile individuare un brano più “sentito” degli
altri tra i 27 presenti nei due cd, a partire da quelli interpretati con gli
amici di sempre, come Enrico Ruggeri (Il viaggiatore, presente anche
come un divertente video sul dvd), Viola Valentino, Andrea Mirò, Milva,
Aida Cooper, solo per citarne alcuni. Ma se dovessimo segnalare quello
che getta un seme sulla speranza di un futuro migliore, sceglieremmo Le
nuvole, presentato all’Europride-Songcontest di Colonia nel 2002 insieme
a La Cristiana e qui cantato in duetto con Stefania La Fauci: “Questo
testo racconta il dramma, purtroppo ancora molto diffuso, vissuto da un
ragazzo rifiutato dalla famiglia perché omosessuale. La storia di tanti,
persino di un mio amico carissimo trovatosi in mezzo alla strada a soli 16
anni perché i suoi genitori si vergognavano di lui. Si è rappacificato con la
famiglia lo scorso Natale, all’età di 35 anni”.
Certo, se altri cantanti italiani seguissero l’esempio di Dario, forse qualche ragazzo affronterebbe la realtà con maggiore coraggio e verrebbe
accettato per quello che è: “Molti colleghi, risaputamente gay, continuano
non solo a negare di esserlo (cosa peraltro legittima, per carità!), ma
addirittura a tentare di spacciarsi per eterosessuali... Ecco, io penso che
perlomeno sarebbe più rispettoso non parlarne del tutto. I giovani che
seguono i cantanti spesso ne seguono l’esempio. Nascondersi come se
essere gay fosse un peccato mortale è altamente diseducativo per i fan;
d’altra parte gli input arrivano continuamente da molto più in alto, tra leggi
che non vengono mai approvate e battute dozzinali da osteria di vecchia
tradizione, che non fanno altro che ‘legittimare’ omofobia e bullismo”.
gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
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Premio tesi di laurea
a tematica
lesbica, gay, trans e queer
scadenza: 31 gennaio 2011
Il C.I.G Arcigay Milano Onlus, con l’obiettivo di
incoraggiare lo studio e la ricerca su
tematiche quali il genere, le differenze
di genere e l’orientamento sessuale,
bandisce due premi del valore di
2500€ ciascuno a due tesi di laurea
magistrale discusse nel 2010 che
tratteranno argomenti di interesse
lesbico, gay, transessuale,
transgender e queer.
Possono partecipare tutti
i laureati nel 2010 senza
distinzione d’età,
identità di genere e
orientamento sessuale
che abbiano discusso
la loro tesi in una
università italiana.
Il termine per la partecipazione al concorso è fissato
al 31 gennaio 2011.
Arcigay Milano, a seguito della raccolta degli elaborati,
secondo quanto stabilito dal regolamento, nominerà la
commissione di valutazione.
Comitato Provinciale di Milano
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Per il regolamento completo del bando e ulteriori
informazioni visita: www.arcigaymilano.org
La Segreteria del C.I.G (Via Bezzecca 3, 20135 Milano)
è aperta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 20.
[email protected] - tel 02.5412 22 25
gennaio 2011 · PRIDE
CULTURA + ATTUALITÀ
UNA VITA IN DRAG
Testimone di un’epoca irripetibile, militante nei primi movimenti per i diritti civili, attore
shakespeariano e performer en travesti, Bette Bourne racconta la sua vita straordinaria
in uno spettacolo ideato da Mark Ravenhill: un tuffo nel passato con l’occhio sul presente.
TESTO — MARIO CERVIO GUALERSI · [email protected]
Chi mai direbbe che l’elegante e matura
signora intenta a sfogliare il suo album di famiglia è una delle più celebri drag queen della scena
angloamericana? Bette Bourne (all’anagrafe
Peter) ha attraversato impavida mezzo secolo
di storia del movimento gay e ce lo racconta in
A Life in 3 Acts, biografia-spettacolo scritta a
quattro mani con Mark Ravenhill, drammaturgo
e regista noto in Italia soprattutto per Shopping
and Fucking. Mark aveva pensato subito a lei per
la regina Vittoria in Ripper, il suo ultimo lavoro
ispirato a Jack lo Squartatore, ricordandola nei
panni della balia in Romeo e Giulietta e in quelli
di Lady Bracknell nell’Importanza di chiamarsi
Ernesto di Oscar Wilde.
La carriera di Bette, dopo gli studi alla Central
School of Speech and Drama era iniziata negli
anni Cinquanta in teatro e televisione e aveva
raggiunto l’apice nel 1969 quando recitava
per la Royal Shakespeare Company accanto
a Ian McKellen nell’Edoardo II di Marlowe e nel
Riccardo II di Shakespeare. Pochi mesi più
tardi nella sua vita entrò d’improvviso il Gay
Liberation Front per il quale non esitò a abbandonare le scene diventando un militante e decidendo di trasferirsi in una comune: in parallelo
ci fu la folgorazione per il drag con conseguente
nuovo nome al femminile.
Nonostante non calcasse più il palcoscenico,
la teatralità certo non mancava in quell’unico
e irripetibile periodo nella Londra degli anni
Settanta, ma il ritorno alla scena vera e propria
Bette lo fece nel ’76 aggregandosi alle Hot
Peaches, gruppo di drag queen americane in
tournée in Europa, con cui si esibì in Inghilterra,
Germania e Olanda. Quando la compagnia fece
ritorno in patria, su quel modello Bette decise
di fondarne una propria, battezzandola Bloolips,
forte del sodalizio artistico con John Taylor che
scriveva testi satirici ricchi di erotismo come
The Ugly Duckling (Il brutto anatroccolo) e
Lust in Space (Lussuria nello spazio), accolta
trionfalmente anche nell’off Broadway a New
York. Bette si divideva ormai tra Londra e gli
Stati Uniti e qui fu testimone dell’inizio e dei
disastri causati dall’insorgere dell’Aids. Tornata
a casa, è stata protagonista di due acclamate
produzioni del regista Neil Bartlett e si è guadagnata un premio della critica per Il vortice di
Noel Coward, alternando la recitazione in drag a
quella in abiti maschili.
A Ravenhill la conoscenza di Bette ha fatto
PRIDE · gennaio 2011
scoprire un immenso patrimonio di ricordi e
testimonianze private e pubbliche, tanto da
farlo decidere di usarle per una breve performance alla Vauxhall Tavern di Londra, poi
ampliata e diventata una pièce suddivisa in
tre parti che ha debuttato nel 2009 al festival
di Edimburgo, vincendo il primo premio nella
sezione Fringe.
In A Life in 3 Acts Bette, fasciata in austero tailleur nero (anche se adora le audaci stravaganze
della stilista Vivienne Westwood) ci fa partecipi
di una straordinaria esistenza (ha compiuto
71 anni) col supporto di un leggio e splendide
immagini in bianco e nero che illustrano la sua
storia, dall’infanzia in famiglia alla militanza
gay, l’amore per il compagno Rex e gli amici
scomparsi. Dopo le repliche a Torino, Bette è in
scena alla Tosse di Genova dove la incontriamo:
cercheremo di mettere ordine nel flusso di
aneddoti, battute e riflessioni a ruota libera che
ci ha regalato.
Cominciamo dal percorso che ti ha portato a
diventare una drag queen...
La prima fascinazione per il drag l’ho avuta a
11 anni. In una recita scolastica dovevo interpretare, insieme a un compagno, una coppia di
coniugi. Io facevo l’uomo e Hugh la donna, con
una terribile vecchia parrucca e un grembiule
prestato dalla mamma: era però talmente
maschio, bello e muscoloso che la mia prima
reazione fu di mettermi a ridere come un matto.
Poi, visto il piacere che gli leggevo in faccia e
l’impatto travolgente sul pubblico, inconsciamente cominciai a rendermi conto del potere
che il travestirsi può esercitare. A quell’età
avevo già cominciato a fare giochi erotici con i
ragazzi nei bagni, quelli più carini, ovviamente.
I partecipanti al corso di scritture sacre ci stavano quasi tutti: si rimorchiava senza possibilità
di sbagliare. Un paio d’anni dopo mi capitò una
cosa strana. Un coetaneo da cui ero molto
attratto mi diede appuntamento alla toilette:
quando aprii la porta e lo vidi con indosso
calze da donna, giarrettiere e reggiseno, fuggii
31
ATTUALITÀ + CULTURA
Bette Bourne come Quentin Crisp in Resident Alien
orrificato. Mi resi conto che mi piacevano i maschi e non i travestiti.
Dunque la svolta decisiva si è registrata più avanti...
È accaduta poco dopo il mio arruolamento nel Gay Liberation Front nel
1970. Un gruppo di militanti americani erano arrivati a Londra e avevano
messo un avviso alla London School of Economics. Tutto cominciò così.
Rex, il mio fidanzato australiano, studente d’arte, mi aveva raccontato di
essere stato a una riunione. Spinto dalla curiosità, ci arrivai vestito come
Che Guevara con relativa barba e mi resi presto conto che l’atmosfera che
si respirava era molto diversa da quella delle chiacchiere tra finocchi dove
il tema obbligato erano le misure dell’ultimo tipo con cui si era scopato.
In pochissimo tempo in me si operò una trasformazione profonda: presi
coscienza di quanto la società eterosessuale mi avesse fregato, impedendomi di affermare apertamente la mia sessualità in pubblico e sul lavoro,
il mio desiderio di amare un altro uomo. Sentivo crescere in me una grande
rabbia che doveva tracimare. Presi parte a tutte le marce organizzate a
Londra, entrai nel comitato direttivo del Gay Liberation Front (in pochi mesi
eravamo diventati 300.000) e decisi di lasciare il teatro. Cominciò anche la
mia trasformazione fisica: capelli molto più lunghi, via la barba, l’aspetto
virile si attenuava sotto il make up e infine il grande salto, un abito scarlatto anni Trenta, una mantellina vittoriana e tacchi a spillo per andare a
una manifestazione. Da quel momento sono diventata Bette e ho cominciato a capire cosa prova una donna a girare sola per la strada.
Che ricordi hai dell’esperienza nella comune dove hai vissuto?
Un periodo folle e bellissimo, come vivere in mezzo a una fiaba. Eravamo 9
uomini, quasi tutti in drag, 3 donne e un paio di bambini e occupammo uno
studio cinematografico dismesso. C’era una quantità incredibile di vestiti
e trucchi e cambiavamo il nostro look più volte al giorno. Sentivamo la
Callas, ci torturavamo in lunghe sedute di autocoscienza, fumavamo erba
e ci facevamo di acido, senza pensare al futuro. Una mattina mentre dormivamo ancora ci fu l’irruzione della polizia. Otto giovani agenti ci buttarono
giù dal letto: eravamo tutti nudi e qualcuno stava avendo un’erezione.
Non trovarono nulla e se ne andarono. Le cose cominciarono a cambiare in
peggio quando in casa cominciò a circolare l’eroina con relativi spacciatori.
Alcuni di noi ne divennero preda e ci lasciarono la vita. Non era per me e
capii che quell’avventura era finita.
Ma ne cominciava un’altra insieme alle Hot Peaches...
Tre gay e due lesbiche capitanati da Jimmy Camicia. Andai a vedere il loro
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show e fu un colpo di fulmine: le parole delle canzoni e degli sketch avevano
per tema l’essere omo oppure drag queen con tutte le sfumature possibili,
tipo fare coming out in famiglia. Mi dissero che un’attrice lasciava il gruppo,
offrendomi di sostituirla. Accettai senza esitazione e fu un anno fantastico.
Come quelli successivi con le Bloolips?
Era la mia compagnia e non mi aspettavo tutto quel successo, anche in
America. A New York conobbi Quentin Crisp (massima icona gay nella Gran
Bretagna degli anni Settanta ndr) e nacque una bella amicizia. Dopo la sua
morte nel 1999 a 91 anni, creai uno spettacolo dedicato a lui. Erano anche
gli anni dell’epidemia di Aids. Avevo cominciato a scrivere i nomi degli amici
e conoscenti morti, alcuni giovanissimi, e sono arrivato a contarne oltre
cento. C’era molta tristezza in giro e ti sentivi dire in faccia che il tuo interlocutore stava morendo. Ma non ne vorrei parlare perché mi causa ancora
troppo dolore.
Ci sono molti spettatori giovani che vengono a vedere il tuo show: quale
messaggio pensi di rivolgere loro?
Quello che sorprende il pubblico più giovane è che gli omosessuali sono
saggi e hanno una storia cominciata non nel 1970 ma migliaia di anni fa.
Ricordi l’imperatore Adriano? Era gay, era italiano e amava Antinoo, un
bellissimo ragazzo: ho fatto uno spettacolo su loro due. Le giovani generazioni devono sapere che abbiamo una lunghissima storia alle spalle e una
altrettanto lunga davanti a noi.
Come vedi la condizione delle persone glbt oggi in Gran Bretagna?
Le cose sono molto migliorate, c’è più consapevolezza anche grazie ai
media, ad esempio con la presenza di personaggi gay nelle fiction di maggior successo. Ma sono passi in avanti molto lenti. Persino a Londra ci sono
ancora violenze, aggressioni e c’è stato un omicidio a Trafalgar Square
circa un mese fa. Quando esco in drag anche a Notting Hill, il quartiere
dove abito da sempre, talvolta vengo pesantemente insultata. Gli stessi
ambulanti di Portobello che mi salutano e fanno conversazione con me,
quando li incontro con i figli fingono di non conoscermi.
Cosa ci dici della tua quotidianità?
Ma io non ho una vita di tutti i giorni! Nel momento stesso in cui esco
dalla porta di casa sono in palcoscenico, truccata e ben pettinata. Non
come Camilla, con quell’orribile taglio di capelli. L’hai vista nella Rolls,
bersagliata dalle uova? Ha voluto mettersi nelle scarpe di Diana e si è
beccata la vernice…
gennaio 2011 · PRIDE
Photo: Ilario Botti - Artwork: Marco Contini
c/o BORGO DEL TEMPO PERSO
via F. Massimo, 36 - MILANO - MM3 Porto di Mare
Comitato Provinciale Arcigay Milano
C.I.G. - Centro di iniziativa Gay
Tel. 02.54.12.22.25
www.arcigaymilano.org
08 nel 1937 nasce a Cardiff nel Galles la cantante SHIRLEY BASSEY 13 nel 1998 in segno di protesta contro l’omofobia vaticana si appicca
il fuoco in Piazza San Pietro ALFREDO ORMANDO: morirà il 23 gennaio 18 nel 2004 viene trasmesso negli USA l’episodio pilota della serie
TV THE L WORLD; arriverà in Italia il 2 ottobre 2005 25 nel 1882 nasce a Londra VIRGINIA WOOLF; morirà il 28 marzo 1941 27 giornata della
memoria 31 nel 1942 nasce a Northwood il regista DEREK JARMAN; morirà il 19 febbraio 1994
PRIDE · gennaio 2011
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ATTUALITÀ + CULTURA
I RAGAZZI DI DRONIO
Dai primi fumetti con Kappa Edizioni ai personaggi Marvel, passando per i lavori a tema
gay in coppia col fidanzato Marco: abbiamo intervistato il fumettista bolognese Jacopo
Camagni, autore della copertina di Pride di questo mese.
TESTO — MASSIMO BASILI · [email protected]
Quando gli abbiamo proposto di realizzare una copertina per Pride
ci ha risposto con entusiasmo. Dopo pochi giorni ci ha mandato qualche
bozzetto, e in quello preferito da lui in piena sintonia con la redazione ha
racchiuso il suo immaginario: la passione per la cultura nipponica, per le
atmosfere soffuse delle ambientazioni, per l’ironia sottile, per il romanticismo pop. E per gli uomini sexy un po’ beffardi, dall’erotismo mai sguaiato.
“L’estate scorsa sono stato in Giappone”, racconta. “Sognavo di fare il
bagno dove le scimmie rimangono in ammollo nelle fonti termali, ma non ci
sono riuscito, così ho deciso di utilizzare quella cornice per una copertina
invernale un po’ atipica”.
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Jacopo Camagni ha 33 anni, è nato e vive a Bologna e lì ha fondato col fidanzato Marco Felicioni lo studio Dronio (dronio.com), condiviso col fratello di
lui, Andrea, e con l’illustratore e colorista Fabio Barboni. Insieme producono
fumetti per ragazzi, illustrazioni e immagini pubblicitarie. L’autore s’è fatto
le ossa collaborando per più di un decennio con Kappa Edizioni, la casa
editrice bolognese ben nota ai lettori di Pride per i suoi numerosi fumetti
a tema gay, tra i quali le serie Take Away e Le Amiche Giuste, disegnate da
Jacopo su sceneggiature di Massimiliano De Giovanni.
Camagni è gay dichiarato da sempre e porta avanti con successo la sua
produzione di fumetti mainstream – pubblicati anche in Francia (per Soleil)
e negli Stati Uniti (per Marvel Comics) – accanto a quella più marcatamente
omosessuale. I suoi lavori a tema gay sono arrivati persino a Hollywood,
esposti in una mostra collettiva nel 2007 al fianco di maestri del settore
come Glen Hanson e Patrick Fillion. A breve sarà possibile acquistare dal
suo sito una raccolta delle illustrazioni omoerotiche realizzate dal ’98 a
oggi, dal titolo Dronio - Maneater.
“La mia attività di ‘illustratore gay’ è nata come sfogo: disegnando tutto
il giorno storie per ragazzi ho capito che avevo bisogno di ritagliarmi uno
spazio tutto mio, dove far maturare le mie fantasie. Così ho cominciato a
lavorare su progetti personali come la serie True, dove, insieme a Marco,
ho cercato di esprimere un mio personale punto di vista sulle dinamiche
della vita omosessuale contemporanea. Non affronto temi esplicitamente
sessuali ma mi interessa raccontare altro: trovo molto più eccitante il
contesto o la tensione erotica presenti nel momento che precede un rapporto, piuttosto che quello che, meccanicamente, avviene durante. Senza
contare che nel campo del fumetto per ragazzi difficilmente accetterebbero un disegnatore che fa anche materiale pornografico”.
Durante i tuoi inizi a fumetti con Kappa hai trovato un ambiente piuttosto libero, dal punto di vista della visibilità. Questo ha influito, sul tuo
lavoro?
Ha indubbiamente contribuito a fare di me quello che sono oggi, ma è
stata un’influenza reciproca. Al mio arrivo l’ambiente non era dei più
friendly, poi le cose sono cominciate a migliorare dopo il mio coming out
in redazione. Ricordo che fui il primo a dichiararmi apertamente, portando
il mio ragazzo alle feste o alle inaugurazioni e presentandolo come tale.
Per fortuna la redazione era piena di persone intelligenti: il clima generale
diventò talmente rilassato da portare altre persone a uscire allo scoperto.
Come sono nate le storie gay pubblicate con Kappa Edizioni?
Take Away nacque dalla passione mia e di Massimiliano De Giovanni per i
film di Wong Kar Wai, soprattutto Happy Together. Decidemmo di creare
una storia che racchiudesse le atmosfere dei suoi film e al tempo stesso
raccontasse una vicenda gay non banale.
La storia delle Amiche Giuste invece è totalmente diversa. Stavamo tornando a Bologna in macchina, era successo un evento molto brutto per
entrambi; cominciammo a parlare di fumetti e serie animate e, ridendo,
fantasticammo su un’improbabile serie a tematica glbt che coniugasse
lo stile grafico di certi cartoni americani di Cartoon Network con situazioni divertenti e battute al vetriolo. Nacquero cosi, probabilmente come
gennaio 2011 · PRIDE
CULTURA + ATTUALITÀ
Foto: Marco Felicioni
reazione lenitiva a una giornata troppo triste.
Raccontaci del sodalizio professionale con
Marco. Com’è, lavorare con uno sceneggiatore
che è anche il tuo ragazzo? 
Marco l’ho conosciuto otto anni fa al Cassero di
Bologna, dove lavoravo come barista e nel contempo come illustratore di flyer e riviste della
vecchia e storica sede di Porta Saragozza; lui
aveva 21 anni. È di certo la persona con la quale,
a oggi, ho diviso più tempo, intimità, pensieri,
paure, gioie: abbiamo avuto modo di evolverci
insieme, influenzandoci a vicenda. Diciamo pure
che la ragione principale che ha fatto scoccare
la scintilla tra noi è stata sicuramente la voglia
di entrambi di raccontare storie, lasciare un
segno nell’immaginazione delle persone. Da
ciò viene che la vita privata e quella lavorativa
diventino una cosa sola. Le storie a fumetti
di solito nascono da un’idea buttata lì con la
formula “immagina se…”, poi la sviluppiamo
assieme, in macchina o sul divano di casa. A
quel punto il lavoro si divide: Marco si occupa
di scrivere la trama generale e di svilupparla,
mentre io mi dedico al disegno dei personaggi
e degli ambienti. Una volta completata, la sceneggiatura arriva a me per essere disegnata.
Alla Marvel ti hanno imposto limiti particolari,
su quello che puoi disegnare?
Lavoro per lo più su testate per ragazzi e,
anche se il mio sceneggiatore americano e il
mio editor sanno della mia omosessualità, non
ho alcun problema con loro. Anzi, sembra quasi
che lo sceneggiatore mi affidi apposta storie
con situazioni al limite dell’omoerotico, del tipo:
Capitan America e Iron Man senza costume,
sudati, giocano a basket in una sequenza con
continui placcaggi reciproci... Purtroppo non
ho ancora avuto l’occasione di cimentarmi con
personaggi espressamente gay come Wiccan o
Hulkling (v. Pride n. 119, marzo 2009, ndr), allora
mi limito a infilare tra le tavole un po’ di sano
erotismo. Un giorno magari riceverò la mail di un
non più giovane ragazzetto americano che mi
ringrazierà per il pelo delle ascelle disegnato a
Wolverine, dicendomi che l’ha aiutato a passare
certi momenti di solitudine della sua pubertà.
Dopotutto, in Italia mi succede ancora di ricevere messaggi simili per Take Away.
PRIDE · gennaio 2011
Conosci il panorama del fumetto gay italiano e
internazionale?
Esiste un panorama italiano di fumetto gay?
Non me n’ero accorto… Invece, ho moltissimi
amici tra le fila degli illustratori gay esteri. Il
problema è che loro riescono a pubblicare solo
ed esclusivamente se il materiale ha contenuti
hard. Mi piacerebbe poter raccontare storie
dove l’omosessualità venga vissuta con normalità, dove non sia necessariamente il perno
narrativo. Mi piacerebbe che fosse semplicemente parte del contesto naturale nel quale la
storia è ambientata, al pari del cane che fa bau
o dell’acqua che fa plic plic.
E della situazione politica e sociale italiana, a
proposito dei diritti omosessuali, cosa pensi?
Credo seriamente che in Italia la situazione sia
grave. Non solo non vedo un miglioramento
nelle politiche sociali, ma c’è anche una colpevole erosione di tutti i traguardi raggiunti nei
decenni passati da persone come Marcella
Di Folco o Stefano Casagrande, giusto per
citare due militanti bolognesi storici che ho
conosciuto e ammirato di persona. I giovani
gay godono dell’attivismo riflesso delle generazioni che li hanno preceduti senza conoscere
realmente il valore di quello che hanno e che
rischiano di perdere. Starnazzano tra divertimenti monoporzione nel loro bel localino
fashion, del tutto ignari del fatto che una volta
fosse fulcro di idee, movimenti, iniziative e rivoluzioni. Così facendo, lasciano avanzare le orde
omofobe in continua crescita, senza nemmeno
rendersene conto.
Il nostro paese è indietro decenni rispetto alla
maggioranza dei paesi europei. Con questo non
dico che si debba aspettare: il cambiamento è
dietro l’angolo, sta solo a noi dimostrare che
con un po’ di coraggio si può fare. Se non siamo
noi i primi a viverci con orgoglio e tranquillità,
al lavoro, in pizzeria o al supermercato, nulla
potrà mai cambiare. Non possiamo aspettare
o pretendere che siano gli altri a fare la prima
mossa. Bisogna educare le persone, quindi
ditelo, che siete gay: se vi conoscono, i vostri
colleghi e amici capiranno che non sarete
diversi dal giorno prima.
Hai in cantiere qualche fumetto a tema gay,
magari da realizzare in coppia con Marco?
Ne abbiamo almeno due: una storia corale alla
Ozpetek ambientata in Italia e per un mercato
underground, con una coppia gay a far da perno
a schiere di personaggi e vicende parallele;
e una serie per il grande pubblico che stiamo
preparando insieme per un grosso editore, sarà
una storia on the road a base di sangue, esoterismo e mitologia, a zonzo per gli Usa e il Canada.
Avrà tre ragazzi per protagonisti, uno dei quali
bisessuale.
Che rapporto hai con la tua città? È ancora
un posto dove è più facile vivere, per chi fa un
lavoro artistico – e per chi è gay – rispetto al
resto d’Italia?
La amo e la odio a giorni alterni. Il problema vero
è che Bologna, negli ultimi anni, pur essendo
ancora una delle migliori realtà italiane, patisce un impoverimento culturale disarmante,
anche dal punto di vista glbt. Sto seriamente
pensando di trasferirmi all’estero, in qualche
bella città cosmopolita dove non sia costretto
a sentirmi uno straniero in patria.
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gennaio 2011 · PRIDE
CULTURA + ATTUALITÀ
AUSSIE TOUR
Melbourne, Sydney e la Tasmania: il viaggio in Australia di un dj con il cuore spezzato. Spiagge,
surfisti, attrazioni turistiche à gogo, locali e serate forse non servono a dimenticare. Ma di
certo aiutano.
TESTO + FOTOGRAFIE — FRANCESCO BELAIS · [email protected]
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Devo ammettere che stavolta sono partito
con una piccola pena nel cuore. La causa è
stata una di quelle curve sull’impervia strada
dei sentimenti, presa a una velocità troppo
elevata, senza nemmeno scalare la marcia. E
un bell’albero proprio lì, pronto ad accogliere il
mio inevitabile schianto. Ebbene, quale miglior
posto dell’Australia, posta letteralmente in culo
al mondo, per andare a rifugiarsi in una situazione così? Aggiungiamo poi che qui è inverno,
fa freddo e piove, mentre là è estate. Che c’è il
mare, con le onde, e orde di surfisti bonissimi,
seppur spesso irrimediabilmente etero, il cui
loro semplice mirar il tuo cor rallegra. Be’, i
bagagli e il biglietto aereo si fanno in un nanosecondo e affanculo tutto il resto.
Sorvoliamo su cosa mettere in valigia, siete già
PRIDE · gennaio 2011
espertissimi da soli su quanto vi sia necessario.
Posso dirvi che io amo partire con poche cose,
un po’ per viaggiare leggero e un po’ per aver
spazio per quanto acquisterò in loco. Insomma,
valigia semivuota all’andata e piena al ritorno.
Quanto al volo, ho scelto Emirates che sta
diventando una delle compagnie aeree più
forti per andare verso est, facendo scalo prima
a Dubai (c’è il volo sia da Roma sia da Milano
Malpensa) e poi a Singapore oppure a Bangkok.
Altrimenti potete optare per Thai, Singapore,
Korean Airlines. Non credo che Qantas, la
compagnia di bandiera australiana, voli più
direttamente dall’Italia. Tanto meno la nostra
povera Alitalia che da anni ormai non opera più il
volo diretto a Sydney. L’unica europea potrebbe
essere British Airways, via Londra. Fatevi fare
un po’ di preventivi e regolatevi di conseguenza,
tenendo presente che dovrete affrontare un
volo molto lungo, di oltre venti ore.
Io ho costruito il mio itinerario di viaggio in base
a due serate in cui ero stato ingaggiato come
disc jockey. La prima era a Melbourne, ed è qui
che sono atterrato con il volo di andata. Giusto
il tempo di riposare qualche ora per rendermi
quanto meno presentabile e sono arrivato in
discoteca. Si trattava di Rogue Stallion (il nome
è già tutto un programma), uno dei party più
fichi della città, la domenica pomeriggio, che
vi consiglio assolutamente di non perdere.
Bellissima location, bella gente, molte sale e
buona musica. Ho avuto modo di condividere la
consolle con Pierre Fitch, un porno attore gay
canadese, anch’egli datosi all’arte del mixer
(cosa negli ultimi tempi abbastanza frequente,
tanto che per pareggiare i conti bisognerà che
qualcuno di noi dj si dia al porno), simpatico e
direi anche parecchio belloccio. Insomma proprio un bel vedere, non c’è che dire (provate a
googlarlo se non avete presente chi è, sul suo
sito ci sono anche diversi filmati gratuiti dove
potete vederlo in action, chiaramente non in
questa sua nuova veste musicale).
Melbourne è una città molto interessante, la più
europea di tutta l’Australia. Affacciata su una
baia, è attraversata dal fiume Yarra e alterna la
modernità dei grattacieli, all’architettura vittoriana degli edifici più vecchi. Per visitarla sono
sufficienti un paio di giorni. La vita gay è vivace,
poiché la comunità glbt è molto grande. La
scena conta più di venti bar e club, sei saune e
alcuni cruising, per lo più situati a Collingwood,
Prahran e South Yarra.
Da Melbourne mi sono imbarcato su un volo
interno di circa un’ora diretto a Hobart,
Tasmania. Un’isola a forma di cuore (guarda
caso), posta all’estremo sud del continente
australiano, praticamente quasi in Antartide. In
effetti, nei giorni in cui non c’era il sole faceva un
po’ freddino. Qui ho soggiornato all’Edimburgh
Gallery, un b&b indicato nella guida come gay
friendly e da qui mi sono organizzato le varie
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ATTUALITÀ + CULTURA
02
escursioni che si possono acquistare
presso le numerose agenzie locali,
alla scoperta di questa terra assolutamente magica. Se volete seguire le
mie orme, tra i tanti pacchetti offerti,
vi consiglio di scegliere i seguenti: la
visita a Porth Arthur, i resti di uno dei
più antichi e rivoluzionari penitenziari della zona; la gita a Wineglass
Bay e al Freycinet National Park
e l’escursione a Bruny Island, con
tanto di foche e pinguini. Ogni gita
dura un giorno intero, vi vengono a
prendere al mattino in albergo, vi
riportano la sera, e c’è una guida che
oltre a condurvi vi spiegherà tutto,
per quanto sia talvolta un po’ difficile
comprendere l’inglese con accento
australiano. Tenetevi anche un
giorno di riserva per visitare Hobart,
possibilmente il sabato quando si
svolge il Salamanca Market, caratteristico mercatino settimanale. Sempre a Hobart ci sono
diversi locali gay per uscire la sera: il Flamingo
dance bar, Les Girls, il più importante nightspot
con drag show e Lalaland, un grande party che
si svolge il terzo sabato notte di ogni mese,
diversi bar gay friendly e anche una nutrita e
attiva comunità gay. Nei giorni in cui c’ero io,
dalla fine di ottobre sino a metà novembre, si
svolgeva il TasPride Festival, l’ annuale celebrazione della comunità gay, lesbica, bisessuale,
intersessuale, transgender, queer e delle loro
famiglie e amici (almeno così riporta la dicitura
nel programma), con moltissime iniziative,
feste, proiezioni, incontri ecc.
Trascorsi cinque giorni, dopo un sabato di
shopping tra le vie del mercatino di Salamanca
ho così lasciato Hobart, alla volta di Sydney, la
capitale rosa dell’Australia, dove mi attendevano un nuovo party e un altro dj set.
Live, in Oxford Street, praticamente nel cuore
della movida gay della città, è il nome della
serata cui ho partecipato come special guest.
Insieme a Arq è uno dei party in disco più interessanti della scena notturna, ma ovviamente
l’offerta di feste e locali cui potrete andare,
anche nel corso della settimana, non si ferma
qui ed è molto ampia e variegata. Vi basterà
procurarvi una copia di SX (equivalente locale
del nostro Pride) per dare una scorsa alle varie
pagine pubblicitarie e al programma dei party
per scegliere quello che fa per voi. Idem per
quanto riguarda bar, pub, ristoranti e saune.
L’unico consiglio che posso darvi in merito a
queste ultime è che la Sydney City Steam 357,
indicata sulle guide come la sauna più grande
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03
fantastica, sembra incredibile che
una metropoli del genere possa
offrire un mare così bello e pulito e
delle spiagge così meravigliose. Un
must è Bondi beach che, essendo
sull’oceano, per ovvie ragioni di
onde, è la preferita dai surfisti. È la
più turistica e affollata, soprattutto
nell’ora di pranzo dove anche molti
residenti vanno a farsi la pausa dal
lavoro. Nella zona nord di Bondi si
trova l’area un po’ più gay. Molto
bella anche la vicina Bronte beach,
raggiungibile con una bella passeggiata lungo costa, oppure la spiaggia
di Manly che si raggiunge però in
traghetto, anche questa non prettamente gaya.
Per quanto riguarda le spiagge gay,
dove è possibile fare anche nudismo
e, qualora ne abbiate l’esigenza, con
annesso cruising naturalistico tra pinete e
boschetti vari, assolutamente da non perdere
sono La Perouse e Lady Bay. La prima si trova
nel Parco Nazionale di Botany Bay, è raggiungibile facilmente con un autobus dalla fermata in
Flinder Street (Oxford Square) di cui La Perouse
è il capolinea. Per la seconda ci sono diversi
bus da Oxford Street, prendete quelli diretti a
Watson Bay. Una volta arrivati qui c’è un piccolo
tratto a piedi lungo la costa, con un bellissimo
panorama dello skyline di Sydney all’orizzonte,
prima di arrivare in questa spiaggia bomboniera.
Piccola e incastonata tra le rocce, Lady Bay è
incantevole. Sulle rocce retrostanti c’è un certo
andirivieni, e non credo si tratti di studiosi di
geologia o di raccoglitori di conchiglie. Lascio a
voi immaginare. Sulla sera da qui arrivate fino
al vicino faro da dove si vede l’intera baia e
l’oceano, le vele, il sole rosso che si tuffa dietro
i grattacieli, very, very romantic.
Tra le spiagge gay, mi hanno consigliato anche
Obelisk beach, ma purtroppo non ho avuto il
tempo di andarci. I miei giorni australiani sono
inesorabilmente volti al termine, ho buttato
le mie cose in valigia e, davvero a malincuore,
sono tornato in Italia, verso l’inverno, la noia e
le piogge. Per quanto riguarda le pene d’amore,
che sono peraltro davvero fuori moda, ci vuole
ben più di un viaggio per farle guarire.
Ma questa è un’altra storia.
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e più bella della città, e che probabilmente lo
è, in realtà è frequentata quasi unicamente
da orientali. Quindi, a meno che non amiate il
genere, lasciate perdere.
Il quartiere gay di Sydney è Kings Cross, dove
appunto si trova la maggior parte dei locali, ma
anche dove abita gran parte della comunità.
E quindi palestre, alberghi, librerie, negozi di
oggettistica e di abbigliamento, dove canotte e
altri capi Aussie Bum infestano letteralmente le
vetrine. Praticamente froci everywhere. Ma non
solo. Poiché di solito ci piacciono le zone un po’
malfamate, nell’area ci sono anche molti locali
a luci rosse, spogliarelli, live show, mignotte e
qualche immancabile tossico. Quanto basta per
non annoiarsi.
Per dormire potete scegliere varie soluzioni, dai
boutique hotel come Medusa o Manhorhouse,
oppure soluzioni più spartane e a buon mercato come il Formula 1 o i numerosi ostelli per
backpackers che si trovano in zona.
Ovviamente visitate Sydney in lungo in largo.
Affacciata su una delle baie più belle del mondo,
offre davvero tanto dal punto di vista turistico.
A cominciare dall’Opera House, simbolo e icona
della città, fino al ponte di Harbour. Ma anche il
centro con tutti i numerosi negozi (per i fan di
Mac c’è un Apple Store di tre piani e dalle pareti
di cristallo assolutamente da non perdere),
Darling Harbour, l’Acquario, la Sydney Tower,
il quartiere The Rocks, Hyde Park, il giardino
botanico. Dopo una giornata, al massimo due,
dedicate interamente ai giri turistici e un’altra
allo shopping, direi che vi restano ancora tre
cose da approfondire: mare, mare, mare.
Sotto questo aspetto Sydney è assolutamente
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L’Opera House a Sydney
Il quartiere di Darling Harbour
Il fiume Yarra a Melbourne
Un surfista a Bondi beach
gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
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gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
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ATTUALITÀ + CULTURA
AVANGUARDIE CINESI
Reportage da Chengdu, un’isola felice nel cuore della Cina che ha molto da offrire a una
sempre più prospera e vivace comunità glbt.
TESTO — TOMMASO RIZZOTTI · [email protected] | FOTOGRAFIE — YANN BIGANT · [email protected]
01
Chengdu, assieme alla sua città gemella
Chongqing, con circa 12 milioni di abitanti è
una delle principali città della Cina occidentale.
Capitale della provincia del Sichuan, è rinomata
in tutto il paese per il suo stile di vita: cucina
eccellente, clima mite, persone amichevoli e
un ritmo rilassato. Gli tsendulen, come vengono chiamati in dialetto locale gli abitanti di
Chengdu, amano passare interi pomeriggi nelle
sale da tè sorseggiando tè verde, giocando
a carte o mahjong e sgranocchiando semi di
girasole. La cucina del Sichuan è famosa per
essere la migliore della Cina, grazie alla notevole varietà di verdure, spezie e carni che sono
cucinate con maestria ed eleganza. A poche
ore di strada da Chengdu, ai piedi dell’altopiano
tibetano, si trovano vaste foreste uniche al
mondo poiché ospitano in libertà quei simpatici
pigroni dei panda.
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Non è un caso che in questa atmosfera edonistica e rilassata, proprio a Chengdu si sia
costituito, negli ultimi anni, uno dei centri più
importanti della comunità lgbt cinese. Per molti
uomini e donne omosessuali questa città è
un’autentica isola felice che offre un ambiente
più aperto e amichevole rispetto ad altre aree
più rurali e tradizionali della Cina senza doversi
trasferire nelle città più progressiste, ma anche
più care e distanti, come Beijing o Shanghai.
L’attuale, permissivo atteggiamento delle autorità nei confronti dell’omosessualità non deve
stupire più di tanto, perché ha profonde radici
storiche. A differenza delle religioni abramitiche (o monoteistiche: cristianesimo, islamismo
ed ebraismo), i culti più diffusi in Cina non considerano il rapporto omosessuale un peccato.
Fintanto che una persona fa il suo dovere
sociale generando figli, nella vita privata è poi
libera di fare quello che vuole. Nella letteratura
cinese classica le espressioni con cui si allude
all’omosessualità sono molto poetiche – la
“passione delle maniche tagliate”, “l’amore della
mezza pesca” o “della pesca morsicata” – e si
riferiscono a episodi storici di cui furono protagonisti personaggi ai vertici della scala sociale.
Quest’ultima definizione viene collegata a
Mi Zixia, un bellissimo ragazzo concupito dal
duca Ling di Wei: si narra che Mi Zixia un giorno
mangiò una pesca già smangiucchiata dal duca,
il quale rimase estasiato da quel gesto. La
prima espressione invece viene fatta risalire
all’imperatore Ai della dinastia Han il quale, per
non svegliare l’amato Dong Xian addormentatosi sulle maniche del suo vestito, se le tagliò
senza fare rumore. Lo studioso Pan Guangdan
sostiene che non vi fu alcun imperatore della
dinastia Han, la prima della Cina unificata, che
non avesse avuto uno o più concubini maschi.
La competizione per le attenzioni sessuali dei
potenti non riguardava solo donne e uomini ma
anche i numerosissimi eunuchi che affollavano
la corte imperiale dei quali ci si serviva fra l’altro
per controllare l’immensa burocrazia.
Durante la dinastia Song (960-1279) l’omosessualità fu addirittura considerata di moda
per entrambi i sessi, nonostante la grande
diffusione del buddhismo indiano che tendeva a
sminuire il sesso in ogni sua espressione. Verso
la fine della dinastia Ming (1368–1644) la provincia del Fujian era considerata il paradiso degli
omosessuali ma, faceva notare lo scrittore Xie
Zhaozhe (1567-1624): “Da Jiangnan, a Zhejiang
a Beijing e Shanxi, non c’è nessuno che ignori
questo tipo di amore”. E il disgusto del celebre
padre Matteo Maria Ricci per l’omosessualità e
la sua ostentazione in pubblico era ricambiato
dai cinesi con la convinzione che il celibato dei
gesuiti fosse un promettente presupposto per
pratiche sessuali interessanti.
Anche dopo essere stati messi fuori legge nel
1740, frutto dell’influenza occidentale, gli omosessuali continuarono a godere di una vasta tolleranza, almeno fino al 1949. Seguendo l’esempio di Stalin, che aveva capovolto la decisione
di Lenin di decriminalizzare l’omosessualità già
gennaio 2011 · PRIDE
CULTURA + ATTUALITÀ
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nel 1922, il regime maoista la considerò una
malattia mentale. Il periodo peggiore per i gay
cinesi fu però quello della rivoluzione culturale
(1966-76) quando le persecuzioni divennero
aperte e crudeli.
Nonostante oggi quei tempi bui siano solo un
ricordo, l’omosessualità resta ancora un tema
difficile da trattare in Cina, anche se, o forse
proprio perché, a livello governativo viene del
tutto ignorato. Dopo aver abolito dal codice
penale nel 1997 il crimine di “vandalismo”, termine che includeva anche la sodomia, e dopo
aver depennato nel 2001 l’omosessualità dalla
“Classificazione Cinese delle Malattie Mentali”,
il governo centrale ha deciso di ignorare del
tutto la questione e di lasciare che le autorità
locali perseguano la politica che ritengono più
appropriata. Così, per esempio, nel novembre
del 2009 la municipalità di Dali – una città turistica situata nella provincia sud-occidentale
dello Yunnan – preoccupata per la diffusione
dell’Aids, decise di contribuire al finanziamento
del primo bar per omosessuali, per potervi svolgere un’attività di educazione e informazione.
E così Chengdu, che dista circa 2000 km dalla
capitale Beijing, ha potuto continuare a dimostrare la sua tradizionale ospitalità accogliendo
e “coltivando” una vivace comunità gay che si
sta espandendo velocemente. Le autorità non
reprimono né incoraggiano, ma tollerano, fino
a che la questione rimane lontana dai riflettori
PRIDE · gennaio 2011
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dei media nazionali e non causa problemi. Forse
per un occidentale non sembrerà molto ma
per migliaia di uomini e donne che altrove non
avrebbero mai avuto la possibilità di vivere liberamente la loro vita sessuale e sentimentale si
tratta di un vero “dono del cielo”, come a volte
viene vezzeggiativamente chiamata questa
città.  E Chengdu presenta una “gay scene”
insospettatamente ricca e articolata, che
nessun occidentale si aspetterebbe di trovare
in una città nel cuore della Cina. Siamo andati a
visitare per Pride i locali più interessanti.
Situato in una stradina pittoresca che costeggia il fiume, a soli 20 minuti a piedi dalla piazza
principale di Chengdu, si trova l’MC Club. La
sua veranda illuminata, spaziosa e colorata, è
ornata su entrambi i lati dalla famosa bandiera
arcobaleno. Il maître, un ragazzo cinese con un
sorriso caloroso e occhietti furbi, ci dà il benvenuto sulla porta e ci fa strada dentro il locale già
in fermento alle 9 di sera. I camerieri, che indossano livree e orecchie di gatto, ci sorridono
appena entriamo mentre servono tavoli occupati da uomini tra i 20 e i 30 anni, tutti impegnati
in conversazione. Il locale è organizzato attorno
al bancone del bar, dietro al quale si trova un
palco e un palo per la lap dance. Lo stile è decisamente chic e la colonna sonora, molto coinvolgente, spazia dalla sana musica pop all’electro, al rap francese e alla salsa sudamericana,
oltre a performance dal vivo di cantanti locali.
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Ci presentano il gestore del locale, Zou Jin, che
ci accoglie in modo amichevole e cameratesco.
Presto comincia a raccontarci del suo club e
della vita gay in Cina. “Ho vissuto all’estero 10
anni,” ci dice. “A quei tempi non era facile per noi:
i gay non avevano alcun luogo di ritrovo eccetto
i parchi e le toilette publiche e c’era sempre
il terrore di essere arrestati dalla polizia.
Emigrai nel sud-est asiatico, ma tutti gli anni,
quando rientravo per le vacanze, notavo un
lento miglioramento. Dopo il 2005 la situazione
cominciò a mutare rapidamente per cui decisi
che i tempi erano maturi per rientrare. Prima
aprii un locale per sfilate di moda e concorsi
di bellezza per le drag; i partecipanti venivano
da Chengdu e dintorni. Poi, l’anno scorso, ho
aperto questo club, principalmente come punto
di ritrovo, dove persone di tutti i tipi possono
venire per incontrarsi, chiacchierare, scambiarsi
i numeri di telefono… Diamo a tutti dei bigliettini
prestampati dove possono scrivere i loro nomi,
numeri di telefono e interessi personali per
poi attaccarli sulla nostra bacheca. Ci piace
presentare i nuovi arrivati, se sono abbastanza
spigliati, facendoli salire sul palco per dare loro
il benvenuto nella “famiglia”. Promuoviamo un
ambiente amichevole e non abbiamo mai avuto
problemi, abbiamo persino alcuni poliziotti tra
i nostri clienti…” ci dice con un sorriso soddisfatto. È mercoledì, la serata dedicata ai single,
e uno dei camerieri ci porta un bigliettino e ce
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ATTUALITÀ + CULTURA
07
lo consegna cerimoniosamente con entrambi
le mani: ci sono scritti un nome, un numero di
telefono e una domanda semplice e diretta: sei
gay? Decisamente un posto caloroso, reqing,
come dicono da questi parti. Per aggiungere
un pizzico di calore, nel retro del locale c’è
una sauna spaziosa: sotto il pavimento degli
spogliatoi nuotano pesci rossi in perfetto stile
cinese e ci sono anche delle cabine a disposizione. Tutto quello che si potrebbe desiderare
in un’umida notte d’inverno a Chengdu, qui c’è! 
In una delle innumerevoli bancarelle che vendono film piratati, troviamo con relativa facilità
copie di film “a tematica” sia cinesi che stranieri,
spesso ufficialmente proibiti. E laddove il mercato non riesce a fornire copie piratate dei dvd,
internet è un’ottima risorsa alternativa sia per
scaricare film proibiti sia per conoscere locali e
incontrare persone. Ci sono dozzine di siti cinesi
che riportano annunci privati di servizi e indirizzi
di locali glbt e quando superano la “sottile linea
rossa” il governo li oscura, soltanto per vederne
spuntare altri a velocità sensazionale. 
Situato vicino alla zona commerciale più
famosa e centrale della città, il Bianzou, o bar
“Variazione”, è lo storico locale di cabaret glbt a
Chengdu. Recentemente c’è stato un cambio di
gestione e ora il manager è un ventriquattrenne
bello e carismatico di nome Ah Shin, il quale è
riuscito a ritagliare un po’ di tempo per fare due
chiacchiere con noi la sera dell’inaugurazione.
“Ho fatto parecchi mestieri nella mia vita, la
maggior parte legati all’estetica e alla bellezza:
il fotografo, il parrucchiere, il cantante, il ballerino e altri ancora. Prima lavoravo per il Bianzou,
poi qualche mese fa il vecchio proprietario ha
deciso di andare in pensione e mi ha offerto di
subentrargli. Non ci ho pensato due volte, però
ho scelto di rifare totalmente gli arredi. Ora
questo locale è, se non il più grande, di certo
il più chic tra i locali di questo genere in Cina.”
E, aggiungeremmo noi, il suo senso estetico
è decisamente visibile in ogni aspetto del bar.
Tutte le sere, a partire dalle 21.30, travestiti
sensuali in costumi di scena stupendi si esibiscono in spettacoli di danza, canto e cabaret
a un ritmo travolgente che lascia incantati.
Alcune performance attingono al repertorio di
danze tradizionali cinesi mentre altre hanno un
taglio decisamente più moderno e tutte vedono
come protagonisti, oltre ai bellissimi travestiti,
lo stesso Ah Shin o un altro giovane dagli addominali degni di una statua greca. Infine, ogni
mese vi si tiene un concorso di bellezza per
drag queen: “A volte persino le mamme vengono
qui a tifare per i loro ragazzi,” ci dice Ah Shin.
I vincitori del concorso hanno poi l’opportunità
di lavorare per il Bianzou. La clientela è per la
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maggior parte gay e i tavolini di forma quadrata
sono ricolmi di birre vendute alla dozzina; oltre
a essere più a buon mercato (circa 1 euro a
bottiglia) sono anche più adeguate ai gruppi
numerosi di amici che tendono a frequentare il
locale. L’atmosfera è allo stesso tempo conviviale e vibrante di sensualità. Come ovunque a
Chengdu, gli stranieri suscitano molta curiosità,
sempre molto amichevole e benevola, per cui se
vi sedete nelle prime file davanti al palco state
certi che sarete coinvolti in una gag durante
il cabaret oppure rimedierete un bacio da una
delle ballerine nel climax dello spettacolo.
Usciamo dal Bianzou sicuri del fatto che sia una
tappa obbligata quando si visita Chengdu.
Siccome è ancora troppo presto per tornare a
casa, decidiamo di dare un’occhiata a un altro
posto che ha aperto i battenti recentemente
in un’altra zona dei divertimenti lungo il fiume.
Il nome della zona è Capo di Buona Speranza,
quello del locale è Liuse II (6 colori II). Questo
locale è diviso in diverse aree: a piano terra c’è
la pista da ballo dove ragazzi dall’aspetto malizioso si muovono sinuosamente al ritmo della
musica; su uno dei lati si trova un palchetto per
il dj e dirimpetto c’è un mezzanino con tavolini. Scendendo tre scalini ci troviamo sotto il
mezzanino, davanti al bancone del bar, e dopo
aver preso qualcosa da bere ci accomodiamo
su uno dei sofà. Questo bar ha una clientela
abbastanza mista anche se sembra essere
gestito per lo più da lesbiche. Una delle cameriere ci presenta la manager, Liao Jie, che ha
qualche minuto da dedicarci. L’ambiente intimo
sotto il mezzanino è decisamente favorevole
alla conversazione e ci troviamo subito nel bel
mezzo di una piacevole chiacchierata. Liao Jie
ci spiega che sia i gay che le lesbiche in Cina
hanno ruoli sessuali molto polarizzati: un gay
attivo si chiama 1, un gay passivo si chiama 0,
mentre quelli più versatili sono definiti 0,5. Se in
passato in ruoli erano molto chiari e inflessibili,
oggigiorno il numero di 0,5 sta decisamente crescendo. Nomignoli simili valgono per le lesbiche:
le “T”, termine derivato dall’inglese Tomboy, si
vestono e si comportano come uomini e non
frequenterebbero mai un’altra T, cosa che pare
loro persino un po’ ‘innaturale’. Le “P”, dal cinese
“po” ovvero donna, sono le lesbiche femminili.
Le “H” vanno sia con le P che con le T ma sono
decisamente meno comuni. 
Dopo questo tuffo nella vita sotterranea di
Chengdu cominciamo a notare molti più indizi di
vita gay nelle strade e perfino nei locali etero:
anche se è abbastanza comune in Cina che le
amiche si tengano per mano e che i ragazzi si
appoggino a vicenda un braccio sulle spalle,
alcune coppie che incontriamo ci fanno pensare
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senza ombra di dubbio che la cultura lgbt si stia
diffondendo rapidamente a Chengdu e cominci
timidamente a venire allo scoperto. 
A un livello culturale più generale, la società
cinese è ancora fortemente impregnata di
valori tipici del confucianesimo, in cui i legami
familiari e la gerarchia legata all’età rimane predominante. Al contrario dell’Occidente dove il
conflitto intergenerazionale è ritenuto un fenomeno pressoché naturale, in Cina i genitori mantengono una forte influenza sui loro figli anche
in età adulta, ragione per cui il “coming-out” di
giovani gay e lesbiche è direttamente correlato
sia all’apertura mentale dei loro genitori sia alle
conseguenze che questo atto potrebbe avere
sui rapporti sociali dei genitori. Siccome salvare
la faccia è di importanza suprema, la maggioranza degli omosessuali prima o poi deve fare
i conti con la questione del matrimonio ‘etero’,
un tema molto discusso nella comunità. Tutti
cercheranno di trovare un accordo implicito che
sia accettabile anche per i genitori, spesso emigrando in un’altra provincia e rimandando finché
è possibile. Alcuni sperano di poter combinare
un matrimonio con una lesbica ma siccome gay
e lesbiche tendono a frequentare mondi diversi,
pochi riescono concretamente a farlo.
Per quanto riguarda il matrimonio omosessuale
– nonostante la sessuologa Li Yinhe abbia più
volte proposto al governo un disegno di legge
che, altrettante volte, è stato rifiutato – la
maggioranza dei gay a Chengdu ritiene che
toccherà forse solo alla prossima generazione
di godere di questo diritto. Per molti l’attuale
mancanza di riconoscimento non è un segno
di odio o disprezzo, come spesso succede in
Occidente, bensì soprattutto di disinformazione e ignoranza rispetto al fenomeno. Il modo
cinese di fare le cose è di cercare sempre un
equilibrio con la realtà, non di piegarla al proprio volere a tutti i costi. I genitori odierni sono
sempre più propensi a considerare la felicità del
proprio figlio (unico!) tanto importante quanto
il rispetto dei valori tradizionali, quindi il processo di apertura è, e sarà – non nutriamo alcun
dubbio al riguardo – più scorrevole e armonioso
rispetto all’Occidente.
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Il ponte dei Nove Occhi a Chengdu
Chengdu by night
Spettacolo di drag queen
Mercato delle spezie a Chengdu
Spettacolo al Bianzou con costumi tradizionali
Sigarette “Pride”
Sala da tè nel parco
Ragazzi all’MC Club
gennaio 2011 · PRIDE
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gennaio 2011 · PRIDE
MEMORANDA
Memoranda
di Giovanbattista Brambilla
[email protected]
Pignoleria nazista
Benché le foto che qui vi ripropongo appartengano a giovani nazisti impegnati in aviazione
e artiglieria, oggi vi parlerò di un caso di violazione del codice penale tedesco, paragrafo 175
contro atti omosessuali, addirittura tra i corpi
scelti delle SS. Simili vicende, perché quella
qui esposta non è l’unica, sono riaffiorate
alla memoria grazie allo studio sistematico di
tutte le carte sopravvissute negli uffici del
Reichsführer Heinrich Himmler (1900-1945),
capo delle terribili e inumane SS. Grazie alla
meticolosità poliziesca con cui le indagini erano
crudelmente analizzate al dettaglio e verbalizzate, prima con interrogatori e poi con discussione in tribunale, sino all’inevitabile esecuzione
della condanna, quasi sempre a morte, tutto
veniva trascritto nero su bianco e poi archiviato.
Per ragioni di “privacy”, dato che le persone
coinvolte non sono ancora decedute da 70 anni,
i protagonisti delle vicende non è possibile indicarli col vero cognome ma solo con semplici iniziali. Il caso qui in esame riguarda il 24enne Hans
G., un sergente maggiore già decorato nel 1942
per essere stato ferito ferito durante un’azione.
Nel settembre 1944 fu arrestato con l’accusa di
violenza omosessuale su un commilitone. Hans
G. ammise d’aver praticato masturbazione reciproca con suoi due militari. Per un po’ di tempo
dei suoi atteggiamenti “strani” avevano turbato
il suo piccolo plotone, solo però due precisi
episodi “carnali” avevano scatenato le lamentele presso superiori (dettate probabilmente
dalla paura d’essere tutti condannati a morte
per complicità). Il caporale Otto D., non solo
PRIDE · gennaio 2011
ammise d’essersi sessualmente eccitato con
Hans G. ma di averlo pure ricambiato per dieci
minuti circa. Erano entrambi ubriachi e Otto D.
candidamente dichiarò: ”L’incidente non è che
mi abbia particolarmente colpito, volli solo
dimenticarlo. So che tutto ciò era inusuale ma
non ho mai sentito nessuna legge del Führer a
riguardo e non credevo fossero cose punibili”.
La cosa però era stata contraddetta dall’interrogatorio di Hans G. che ammise che ci fu un
precedente tra i due mentre erano di pattuglia.
E non solo s’erano baciati ma Hans G. aveva
sfregato il pene tra le cosce di Otto D. (atto che
già nella Germania pre-nazista sarebbe stato
fuorilegge). La polizia, intanto, aveva fatto
indagini capillari anche nella città natale di
Hans G. per sapere se in famiglia c’erano casi di
anormali o criminali. Non emerse nulla: il padre
era un tranviere e anche gli altri dieci suoi figli
non erano mai incappati in nessun guaio. Le
avances di Hans G. sui suoi militari erano state,
in molti casi, assai esplicite. Quando condivise
la notte col plotone in un fienile, per esempio,
volle essere aiutato da intendenti a spogliarsi
persino delle mutande. A volte voleva che uno
dei suoi ragazzi (perché, sia ben chiaro, erano
tutti militari più giovani), proprio il 19enne Otto
D., rimanesse vicino a lui tenendogli la mano,
con la scusa che così avrebbe dormito meglio.
Otto trovò quantomeno improprio, solo tre settimane dopo essere stato assegnato a questa
unità come “segnalatore”, starsene lì a dormire
mano nella mano col suo sergente maggiore.
Infatti la cosa andò ben oltre e una notte Hans
G. accavallò le sue gambe sul fianco di Otto D.
(“Rimasi completamente passivo”, disse lui), ed
iniziò a strusciarglisi contro gemendo e ansimando. Il mattino dopo, disturbato da tali escalations, il giovanotto si rivolse a un commilitone
per un consiglio. In assenza di testimoni non si
poteva fare nulla. Due notti dopo, Hans G. tornò
all’attacco e tutti sentirono lo scambio di sussurri tra i due, con Hans G. che diceva “Prendi il
mio che io voglio giocare col tuo” e “Perchè non
vuoi? L’abbiamo già fatto una volta!”. In seguito
Otto D. condusse un’indagine sulla vita intima
degli uomini di questa unità per riferirla ai superiori. Ciò che ne uscì fornisce una visione insolita
ma non certo rara sul tipo d’intimità tra i militari
al fronte. Nessuna delle parti in causa pensava
d’essere omosessuale. È interessante analizzare l’uso delle idee di virilità o femminilità, sia
nelle dichiarazioni dei commilitoni che dell’imputato o poi nella sentenza del tribunale. Anche il
ventunenne Franz B. era stato oggetto di attenzioni di Hans G. ma le SS inquirenti ritennero che
avese “manierismi effeminati” che avrebbero
potuto screditarlo come testimone. Sul verbale
del suo interrogatorio, il giudice vergò di suo
pugno la nota: “Esteriormente B. è senza dubbio
un tipo che attrae gli omosessuali”. Secondo un
comune pregiudizio dell’epoca, i gay sarebbero
stati attratti solo da effeminati. Ma il ragionamento era insolito perché l’aspetto effeminato
del testimone dimostrava l’effettiva omosessualità dell’imputato! Mentre Hans G. accarezzava Franz B., disse che gli “sembrava una
ragazza innamorata e gemeva stranamente
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MEMORANDA
tutto il tempo”. I due, soli dentro un bunker,
finirono sdraiati sulla paglia. Con Hans G. che
cominciato ad accarezzare i capelli, poi il petto,
finì senza ostacoli sui genitali. Lì la cosa finì ma
Franz B. testimoniò: “Mi prese tra le braccia e mi
strinse la testa contro il petto, tuttavia, non ho
mai avuto la sensazione che si trattasse d’un
gesto anormale, non pensai altro”. La cosa s’innesta sull’ideologia nazista che aveva esaltato
l’amicizia tra maschi, in cui però non per tutti
era chiara la linea di demarcazione con un ben
altro tipo d’intimità. Nel caso in cui tale linea
tra cameratismo e fisicità venisse sorpassata
molti uomini non ci vedevano nulla di male. Le
proteste di innocenza di Franz B. e Hans G. forse
erano del tutto sincere, anche se le loro ingenue
ammissioni erano auto-incriminanti. L’uno era
troppo “carino” e quindi dava colpa all’altro se
gli saltava addosso. E l’altro sosteneva che non
era colpa sua se smanazzava, per affetto, un
tenero giovanotto consenziente. Ma Himmler
come minimo doveva stupirsi leggendo i verbali
del caso e apprendendo che le sue SS al fronte
passavano le serate tenendosi per mano o
accarezzandosi a vicenda senza alcun senso di
colpa o preoccupazione.
Hans G. negava di essere omosessuale, dando
la colpa al lungo periodo d’astinenza sessuale
“regolare” a causa della guerra. In verità, alle
truppe era severamente vietato qualsiasi
contatto intimo con le donne nei territori occupati. S’era offerto volontario, a 16 anni, nelle
Waffen-SS e poi, a 18 anni, alle SS Totenkopf
(Testa di Morto) per il campo di sterminio di
Dachau. Fu poi trasferito a Mauthausen e
Flossenbürg, campi in cui c’erano molti reclusi
omosessuali col “triangolo rosa”. Hans G.
dichiarò: “Ho avuto il primo rapporto sessuale
con una donna a 18 anni. Non sapevo nulla di
sesso tra uomini, non mi masturbavo neppure.
La prima volta che ne ho sentito parlare è stato
nel luglio 1944 in campo di concentramento.
Mai saputo del paragrafo 175, né del divieto del
Führer. Mai nessuno me l’ha detto.” Ciò testimonia anche come Hans G., secondo la mentalità
allora comune, pensasse che solo un rapporto
anale sarebbe stato definito come omosessuale. Non è un caso che in alcuni lager, sempre
secondo il paragrafo 175, entrato in vigore
dal 1871 ma ampliato dai nazisti nel 1935, gli
omosessuali dovessero sfoggiare un distintivo
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con la lettera “A” (che indicava Arschficker, cioè
“scopa culo”). A sua discolpa Hans G. rispolverò
un aneddoto che lo mise ancor più in cattiva
luce. Insistette sul fatto che in un bagno pubblico a Brno, dove era stanziata la sua unità SS
nel 1939, un uomo cercò di toccargli i genitali
e lui gli tirò un pugno. Poi andò a denunciare il
fatto alla Gestapo. Disse che andò all’udienza
in tribunale ma che non fu chiamato a testimoniare a riguardo. Aggiunse pure: “Il colpevole fu
condannato a due anni e mezzo di carcere e a
essere picchiato tutti i giorni”. Se Hans G. pensava di suggerire, imprudentemente, una punizione adeguata per un “vero” omosessuale era
logico che le avances da lui fatte ai suoi militari
erano ben peggiori.
Il giudice, annotò dei punti esclamativi vicino
alla deposizione. Come rimase perplesso dei
racconti amatori dell’imputato con ben 15
donne elencate. Fu invece sottolineato il fatto
che avesse frequentato per due anni una
scuola di un monastero cattolico, in quanto
riprova immediata di possibile omosessualità(!).
La colpa peggiore di cui era imputato Hans G.,
era di aver abusato dei suoi giovani sottufficiali
approfittando del proprio rango superiore. Il 10
ottobre 1944 il tribunale delle SS pronunciò la
condanna a morte per 5 rapporti omosessuali
provati e due tentativi non riusciti. Hans G.
fece ricorso in appello e il generale Steiner
scrisse alla corte vantandone le doti in combattimento e coraggio. Costui dette anche
colpa al peggioramento della situazione della
guerra, scrivendo: “Non credo che la sua azione
possa essere giudicata come conseguenza di
una disposizione malata o depravata, perché
non ci fu mai sospetto di reati simili. Piuttosto,
questo sembra davvero essere un esempio di
privazione sessuale. A mio parere abbiamo qui
una forte aberrazione psichica ed erotica che è
stata creata dalle condizioni di guerra.”
Purtroppo il finale della vicenda non è chiaro
perché molto materiale cartaceo è andato
distrutto. Per accertamenti, la pratica fu inviata
per ulteriori pareri al preposto ufficio di polizia
giudiziaria “Reichszentrale zur Bekämpfung der
Homosexualität” (Ufficio centrale di stato per la
lotta contro l’omosessualità) a Berlino. Con una
città già in gran parte in rovina in quei primi mesi
del 1945, appare grottesco e agghiacciante
che tale ufficio proseguisse con le sue indagini
laboriose, per curiosare nella vita privata d’un
individuo al fine di vedere se poteva essere
curato oppure essere ammazzato. Si indagò
ad esempio sul perché all’età di 12 anni Hans G.
avesse lasciato la scuola cattolica di Stettino
(lui dichiarò che accadde perché fu scoperto a
leggere un giornale nazista).
Alla fine del febbraio 1945, a due mesi dalla fine
della guerra, Hans G. fu trasferito per un interrogatorio dal carcere di Schöneberg alla sede
centrale della polizia sotto i bombardamenti
di Berlino. Lì furono passati al setaccio con
l’usuale attenzione maniacale i suoi rapporti
con le donne. Alla domanda se avesse provato
piacere nelle attività omosessuali, lui cautamente rispose: ”Ho avuto il desiderio di trovare
soddisfazione sessuale in ogni circostanza.”
Ammise che la masturbazione reciproca tra
uomini non era normale e che aveva ripetuto i
reati perché la sua volontà era stata indebolita
dall’uso di alcool. Poi la sua storia documentata
si interrompe, ma è molto probabile che infine la
condanna a morte sia stata eseguita.
gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
49
RUBRICHE
Omorama
di Alessandro Insy Loan Michetti
[email protected]
TOSSICI IN CARRIERA
01
01 Kate Moss
02 Amy Winehouse
02 Lindsay Lohan
50
02
La signora Ford ha lo sguardo
piantato sulla parete di una delle
sale di rappresentanza della Casa
Bianca. Ha l’espressione pensierosa. “Forse una carta da parati
sarebbe la soluzione migliore per
dare un nuovo carattere alla stanza”. Intanto
03
porta alle labbra la tazza di porcellana finissima
decorata a mano e sorseggia un altro goccio di
the. Il sapore è piuttosto insipido. Estrae dalla
borsetta una borraccetta in argento sagomata
piena di gin. Ne versa un po’ in quella brodaglia
senza senso. Adesso ha tutto un altro sapore.
Riguardando ora il muro, le idee le si chiariscono
improvvisamente: tessuto broccato. Ecco cosa
serve a queste mura!
Betty Ford ha combattuto quasi tutta la vita
contro l’abuso di alcol e pillole e per lei la battaglia è stata ancora più difficile non solo a causa
del suo ruolo di first lady ma anche per il biasimo
sociale che, in quegli anni, tendeva ancora a
chiamare le cose in modo politicamente scorretto e la “dipendenza” veniva apostrofata senza mezzi
termini come “vizio”.
Ma Betty era la moglie del presidente degli Stati Uniti e in
quel paese si cerca sempre di trovare un rimedio concreto
a qualsiasi tipo di problema: l’aerobica contro il grasso,
l’atomica contro i giapponesi e i centri di riabilitazione
contro le dipendenze. Nel 1982, fu proprio Betty la prima
a fondare un centro assistenza per aiutare gli addicted ad
abbassare il gomito. Il centro prese il suo nome e da allora
è sinonimo di centro di riabilitazione.
Con la sua confessione la signora Ford dimostrò al popolo
americano che l’élite dorata di quel paese non era immune
dalle umane debolezze e che anche loro potevano inciampare in una bottiglia di whisky o su un flacone di oppiacei.
Da allora sono migliaia gli dei che, caduti dalle colline di
Hollywood, sono ruzzolati fin nella stanza di un centro di
rehab scegliendo il ricovero volontario in uno di quei monasteri a cinque stelle disseminati in America per affrontare
e superare la propria dipendenza. Alcol, cibo, gioco d’azzardo, sesso: quelli che nel medioevo venivano bollati
come vizi capitali da espiare con cilici ulceranti o roghi
purificatori, oggi possono essere redenti semplicemente
strisciando una carta di credito (platino) alla reception.
Questa inclinazione tutta anglosassone a mettere in
piazza i propri vizi risulta ancora poco condivisibile da noi
italiani che abbiamo il senso del pudore e della vergogna
che ci scorrono nelle vene e che affidiamo piuttosto al
segreto del confessionale l’ammissione di una colpa.
Ma d’altra parte, se è vero che l’Italia continua a essere il
cinquantaduesimo stato dell’America dove mode e modi
vengono introdotti con orgoglioso senso di emulazione (i
casi Lewinsky e Ruby Rubacuori tutto sommato non sono
così diversi), sarebbe opportuno che anche i nostri noti e
notori iniziassero a considerare l’ipotesi di confessare o
addirittura inventare una bella dipendenza da poter poi
smaltire in qualche resort riabilitativo dal momento che
un bel ciclo di rehab pare sempre di più l’accessorio definitivo per la consacrazione al titolo di star o per dare nuovo
lustro a patine dorate ingrigite dal tempo e dagli insuccessi professionali. Di certo gioverà alla carriera anche
perché la casistica finora ha dimostrato proprio questa
equazione: confessione di una dipendenza + periodo riabilitativo = firma di contratti miliardari e ripresa in volo della
propria carriera.
Ne è un esempio lampante quanto è accaduto a Kate
Moss. Un metro e settanta di charme e cocaina, venne
beccata da uno scatto piuttosto infame che la ritraeva
fare a gara con un’aspirapolvere della Hoover. Dopo
aver pubblicamente ammesso di avere “beh, sì, qualche
problemino con la polvere magica”, rischiò di perdere
l’affidamento della figlia, si vide annullare contratti di
lavoro e, nel biasimo generale andò a scontare il marchio
dell’infamia in un rehab. Ma una volta uscita di lì sembrò,
se possibile, essere ancora più bella di prima e ottenne
contratti ancora più munifici di quanti ne avesse perduti
all’indomani del fattaccio.
Lo stesso vale per Michael Douglas ai tempi di Basic
Instinct. Questo attore, che sembrava sceso da un cartellone pubblicitario di Tommy Hilfiger, poco incarnava l’idea
di uno stallone da monta, come richiedeva il personaggio
del film. Venne così fuori il fatto che, anche lui, poco dopo
le riprese del film, aveva avuto bisogno di un pit stop in
un rehab per curare una sua dipendenza da sesso e la sua
fama di sciupafemmine conobbe un successo mai visto
prima.
Rimane comunque il dubbio che i metodi appresi nei soggiorni di rehab non vengano poi davvero messi in pratica
dai pazienti. Lindsay Lohan ne è l’esempio più drammatico.
Lei, con una camera a suo nome prenotata tutto l’anno, è
stata segnalata così tante volte dalla polizia per guida in
stato di ebbrezza e possesso di “farmaci” che se le avessero dato un dollaro ogni volta a quest’ora non dovrebbe
aspettare scritture ma potrebbe prodursi da sola un
kolossal diretto da Cameron e sono ormai anni che entra
ed esce dalle cliniche, senza alcun successo. Ma Lindsay
in fondo di darsi una ripulita risolutiva non sembra averne
proprio voglia, tanto quanto Amy Winehouse che quel che
pensa dei rehab non l’ha certo tenuto nascosto al punto
da gridarlo addirittura nella sua canzone più famosa:
“Hanno provato a farmi andare in riabilitazione ma io ho
detto no no no”...
gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
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RUBRICHE
Cinema
di Vincenzo Patanè
[email protected]
DIMENTICARE VENEZIA
Non era mai uscito in dvd e quindi saranno in molti a
essere contenti. Parlo di uno dei capisaldi del cinema italiano a tematica gay: Dimenticare Venezia (dvd Medusa),
di Franco Brusati. Molta acqua è passata sotto i ponti
dal lontano 1979, quando fu candidato all’Oscar come
migliore film straniero e diventò subito uno dei film culto
della comunità gay italiana. Anche ora, a distanza di anni,
anche se fatalmente un po’ datato, continua ad avere un
suo fascino particolare.
Un tempo affermata cantante lirica, Marta è ora malata
e sfiduciata. Vive in una villa nella campagna veneta, nel
trevigiano, accudita dalla vecchia governante Caterina;
assieme a loro ci sono Claudia (Eleonora Giorgi) e Anna
(Mariangela Melato), una
lontana parente di Marta,
legate da un forte rapporto
sentimentale e fisico. Mentre
Anna accudisce la campagna, Claudia, accolta orfana
nella casa quando era piccina, è maestra per i bambini
della zona. Un giorno Marta
riceve la visita del fratello
Nicky (Erland Josephsson),
che gestiste un negozio a
Milano di macchine classiche,
e del suo giovane e attraente
amante
Picchio
(Davide
Pontremoli), suo socio in
affari. I due stanno felicemente assieme da più di tre anni. La loro venuta colora
l’atmosfera della villa di una gioia incredibile e di voglia di
vivere, anche se impregnata di nostalgia. Per festeggiare,
i sei decidono di andare Venezia, una città magica che rappresenta per tutti un brandello del proprio passato.
Proprio quando si deve partire, Marta muore però per un
infarto. D’incanto, cambia tutto; ciascuno sembra perdere
i propri punti di riferimento e quindi reagisce a suo modo.
Certo non è più il caso di andare a Venezia, ma poi cosa
fare? Anna – che per poco non va a letto con Picchio – e
Nicky sono quelli maggiormente in crisi. Alla fine le due
ragazze decidono di andarsene da quella casa dove non
hanno più ragione di restare. Decidono dunque di partire
per Milano con Picchio, mentre Nicky resta lì, nella casa
della sua infanzia, in attesa forse di tornare un giorno dal
suo amore. In un momento in cui il cinema italiano stava
iniziando con cautela ad affrontare il tema dell’omosessualità, in Dimenticare Venezia ben 4 dei 5 protagonisti
sono gay e soprattutto vi sono contemporaneamente
l’omosessualità maschile e quella femminile. Le due coppie
(il maturo Nicky e l’esuberante Picchio, l’estroversa Anna
e la remissiva Claudia) appaiono però molto diverse tra
di loro e pertanto ricercano in maniera differente la loro
felicità. L’efficace titolo indica nella rinuncia del viaggio a
Venezia, città cristallizzata nella storia e luogo mitico per
eccellenza, la rottura definitiva dei ponti con il passato.
La morte di Marta è quella della casa e quindi implica l’incamminarsi verso una nuova vita, finalmente lontana dai
fantasmi, belli o brutti che siano, della giovinezza. Il perno
attorno a cui gira la storia è dunque la contrapposizione
del presente ai ricordi del passato. Nicky e Anna sono i personaggi più importanti, che rivivono in cinque flashback le
seduzioni della casa dove furono fanciulli. Nicky ripensa,
a contatto con quegli oggetti, ai momenti splendidi della
sua infanzia, a cominciare dalle prime esperienze erotiche.
Tornano però a galla anche degli sgradevoli fantasmi del
passato. Non è chiaro perché alla fine Nicky decida di rimanere solo. Un’ipotesi è quella del rifiuto della sua omosessualità, cosa che darebbe al film un tono fastidioso, come
quello di tante storie viste sugli schermi: l’omosessualità
come momento passeggero della vita, da cui prima o poi si
uscirà. Più probabilmente però finisce solo con l’accettare
la propria vecchiaia, come si vede nella scena della sfera
di cristallo, quella con cui suo padre fingeva di leggere
uno splendido futuro nelle festicciole di loro bambini, che
si rompe definitivamente. Comunque sia il film di Brusati,
elegante e raffinato, scandaglia a fondo e con sensibilità
le psicologie dei protagonisti, mostrando appieno sia la
complessità dei rapporti umani, a cominciare da quelli di
coppia, sia quanto sia difficile affermare se stessi. Certo,
a volte è troppo intessuto di simboli e intellettuale, con
momenti viscontiani che magari non piacciono a tutti. Ma
di fondo è magnifico, dolce e amaro nello stesso tempo, e
sa emozionare per la tenerezza, la complicità e la sensualità, che se pure non ha momenti veramente espliciti, trova
i suoi spunti migliori nel nudo dell’atletico Picchio.
DA NON PERDERE
James Ivory, il regista di Maurice, è stato il meritato vincitore della prima edizione del premio “Dorian Gray” al
ToGay 2010. In quell’occasione ha presentato il suo ultimo film, Quella sera dorata (dvd CG Home Video), tratto dal
romanzo (The City of Your Final Destination) di Peter Cameron. È la storia di Omar (Omar Metwally), uno studente
iraniano che deve scrivere la biografia di uno scrittore ebreo (autore di un solo romanzo) scampato al genocidio
nazista. Per questo va in Uruguay, dove conosce tre persone care allo scrittore, che vivono assieme in un bizzarro nucleo familiare: la vedova (Laura Linney), il fratello gay (Anthony Hopkins), col suo prestante compagno/
domestico giapponese Pete, e la giovane amante. La presenza dello studente sconvolge questi strani equilibri,
ma nello stesso tempo anche lui è sorpreso nell’incontrare un pizzico di mistero, situazioni inattese e la passione.
Tutte cose che lo portano a capire meglio se stesso. Lo stile è quello di Ivory, questa volta però non calato in un
film in costume: elegante e delicato (ma a volte anche un po’ lento), immerso un’atmosfera nostalgica e sospesa
nel tempo.
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gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
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RUBRICHE
Teatro
di Mario Cervio Gualersi
[email protected]
TRIANGOLI PERICOLOSI
Le rassegne di teatro
omosessuale sono ormai
una realtà consolidata, miracolosamente sopravvissute
ai tagli e alle censure delle
amministrazioni di destra:
focalizzando l’attenzione dei
lettori su “Garofano Verde”,
glorioso apripista a Roma, e
“Liberi Amori Possibili”, l’ultimo nato a Milano, abbiamo
sempre lamentato che gli
spettacoli, esaurita la breve
vita del festival, incontrassero somme difficoltà
a circuitare in altre città,
piccole
o
grandi,
del
nostro paese. Con piacere
02
constatiamo oggi che due lavori ospitati nella
kermesse milanese lo scorso maggio vengono
ripresi e proposti a un pubblico più vasto. Dopo
averli presentati e visti in anteprima, desideriamo approfondirli in un abbinamento che
mescola tematiche e vicende molto diverse
ma comunque legate dal filo rosso della
differenza sessuale. Pare che le coppie gay
americane, mature, benestanti e non monogame, abbiano preso l’abitudine di assumere
ragazzi di bell’aspetto e altre virtù per badare alle faccende domestiche: cucina, pulizie e soprattutto camere
da letto, non solo rassettate ma usate per fantasiosi
triangoli erotici in cui i padroni di casa scongiurano l’usura
del rapporto a due. The Houseboy è la pièce che Massimo
Stinco, anche regista e interprete, ha tratto dalla sceneggiatura dell’omonimo film di Spencer Schilly. Il tuttofare
in questione si chiama Rick, vive da parecchio tempo con
i suoi datori di lavoro che ne hanno assaporato tutte le
competenze e, assai cinicamente, un bel giorno decidono
di sbarazzarsene in vista di un avvicendamento che possa
offrire carne più fresca. Il giovanotto lo apprende proprio
durante le festività natalizie quando la coppia, in procinto
di partire per le vacanze, lo lascia solo nella lussuosa casa
che dovrà abbandonare a breve. Non avendo una famiglia
da cui tornare poiché da questa ripudiato al momento del
01
01 Una scena da The Houseboy
02 La locandina di The Houseboy
coming out, Rick viene colto da comprensibile depressione e per esorcizzarla non trova di meglio che gettarsi
in una serie di incontri a luci rosse e sesso talvolta non
protetto con partner alquanto stereotipati. Resosi conto
che non si tratta della terapia più adatta, passa alla decisione estrema di suicidarsi la notte di Natale. Avviatosi in
un parco ghiacciato, incrocia Blake, un ragazzo romantico
e idealista, che dapprima Rick considera una specie di
alieno ma che si rivelerà capace di dare un senso alla sua
vita. Il giovane cast (Riccardo Bergo, Vincenzo D’Amato,
Gianpiero Botta, Massimiliano Frateschi e Simone Marzola)
pur con qualche nota acerba profonde energia e ardore
e si concede in alcune scene di nudo integrale. Al teatro
Nuovo Colosseo di Roma fino al 9 gennaio.
Segno di riconoscimento per gli internati omosessuali, il
triangolo rosa era tristemente noto nei campi di sterminio
nazisti: uno di questi, Sachsenhausen, alla periferia di
Berlino, aveva la stessa forma geometrica e veniva considerato il capolavoro degli architetti del regime, poiché
con un numero ridotto di guardiani si poteva garantire il
controllo su tutto lo spazio del lager. Qui viene rinchiuso
Jürgen, rampollo di una famiglia dell’alta borghesia tedesca, che ha il solo torto di essere gay. Il suo primo amante
è stato Ruben, il garzone del fioraio, fornitore di fiducia di
mamma Gretel per gli addobbi della casa, di cui si era innamorato da adolescente, scoprendo così la sua identità
gay. Passa qualche anno e, con l’avvento di Hitler, inizia
l’incubo che lo porta diritto nel campo di concentramento.
Ci rimarrà solo qualche mese perché viene rilasciato e
messo sotto il controllo della madre che tenterà di convincerlo a rispettare le norme imposte dalla società. È
su questo intenso e controverso rapporto che si snoda
Le rose di Jürgen, autore Giacomo Fanfani, regia della
compagnia Con-fusione, accorati interpreti Rafael Porras
Montero e Luisella Serni. Il dialogo a senso unico che i due
intessono è il fulcro della pièce: talvolta poetico, spesso
brutale. I due personaggi infatti mettono a nudo pregiudizi, depravazioni delle gerarchie di potere come quelle
della Berlino anni Trenta, ammantata di moralismi e tabù.
Da una parte l’incapacità d’amare della donna, dall’altra
il figlio che si condanna all’esclusione. In occasione del
Giorno della Memoria, replica il 27 gennaio al teatrino delle
Briciole di Prato e il 1° febbraio presso Arci Tom a Mantova.
IN CARTELLONE
Durante un viaggio in Albania per un reportage sulla condizione femminile, la giornalista Livia Grossi ha scoperto l’esistenza delle vergini giurate:
nella zona di Skutari le donne che hanno visto morire tutti i maschi della famiglia – di solito in maniera violenta – per riscattare diritti e dignità
si trasformano in uomini, entrando a far parte della comunità maschile che si arroga il potere di uccidere. Pashka è una di loro e la sua storia è
narrata in Diventare uomo, scritta dalla Grossi con Maria Arena e Laura Facchi, portata sulla scena da Emanuela Villagrossi e Lucia Vasini con
supporti cinematografici e musica di Gaetano Liguori. Al teatro della Cooperativa di Milano dal 12 al 16/1.
È la risposta teatrale ai Dico di cui si è persa traccia, alle coppie di fatto senza diritti, alle unioni gay scomunicate, alla fecondazione in vitro
non per tutti, alle convivenze per solitudine e carenza di servizi sociali. In Due uomini e un cullo una coppia di maschietti conviventi si vede
recapitare un neonato come pacco dono. Contro ogni previsione, i giovanotti che si proiettavano in un futuro senza sorprese cominciano a
credere al destino e il bimbo diventa un collante, un riscatto sociale, un’integrazione nella società. Scritto e interpretato da Manuel Buttus e
Giorgio Monte (anche regista) del Teatrino del Rifo, lo spettacolo sarà al teatro San Giorgio di Udine il 22/1.
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gennaio 2011 · PRIDE
GENNAIO
2011
TUTTI I VENERDÌ
COMMERCIAL DISCO
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MERCOLEDÌ 5
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SABATO 8
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VENERDÌ 14
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TUTTI I MERCOLEDÌ
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VENERDÌ / SABATO 14.00 - 2.00
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TUTTI I GIORNI
PRIDE · gennaio 2011
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RUBRICHE
Libri
di Francesco Gnerre
[email protected]
GILBERTO SEVERINI
A COSA SERVONO GLI AMORI INFELICI
Playground, Roma 2010
pp. 122, 11,00 €
Estate 1999. Un uomo di cinquantotto anni, mentre si
prepara a qualche giorno di vacanza, finisce in ospedale
per problemi cardiaci. Qui l’attesa di un intervento chirurgico diventa più lunga del previsto perché un’iniezione,
forse per la distrazione di un’infermiera, gli ha procurato
un’emorragia interna, ma lui non protesta né denuncia
nessuno, non ama le seccature, e poi ha sempre pensato
che “è meglio avere a che fare col Fato che con i tribunali”.
Così, in attesa del riassorbimento dell’emorragia, decide
di dedicare il suo tempo alla scrittura, e dato
che il computer è proibito perché interferirebbe con le macchine del monitoraggio, si fa
portare un quaderno, una matita, un piccolo
tavolino da letto e prende appunti a mano per
un improbabile libro progettato da tempo,
registra quanto lo circonda e scrive tre
lunghe lettere, la prima a un collega d’ufficio,
la seconda a un sacerdote che lo ha amato da
ragazzo, la terza a un destinatario anonimo
che forse non spedirà mai. Costruito con
modalità e forme diverse, dalle lettere alla
minuziosa descrizione dell’atmosfera ospedaliera, dal gusto della citazione ai toni più
leggeri e ironici fino ai ricordi più intimi e alle
confessioni più sofferte, il romanzo ci riporta
ai temi e alle atmosfere tipiche di Severini:
la provincia italiana degli anni Sessanta e il
rimpianto struggente di occasioni mancate,
di una vita intravista, ma mai pienamente
vissuta, fino all’attesa “indecente, data l’età,
di una seconda chance”.
Quello che caratterizza il personaggio è infatti, come in
altre opere dello scrittore, la plumbea atmosfera della
provincia italiana, le rinunce sempre in un contraddittorio
miscuglio di lusinghe e di tormenti, l’autoconvincimento
che il sesso sia sporco e volgare e che il contrario della volgarità siano l’arte, la musica, la conversazione intelligente,
o forse che la libertà, compresa un po’ di disinvoltura nel
sesso, sia una prerogativa delle generazioni successive,
ma non della propria.
Una volta il sacerdote innamorato di lui gli ha detto: “Dici
troppe parole d’aria, e poche di terra. È come se di un paesaggio descrivessi soltanto il vento”. E Gianmaria, l’altro
uomo innamorato di lui e respinto anch’egli con terrore:
“Sai capire i libri, ma non sai leggere i sentimenti delle persone neppure quando ti riguardano”. È questa corazza nei
confronti della vita che lo ha portato a sbrigare le proprie
esigenze fisiologiche con imbarazzo e vergogna: “Pratiche
da cessi, da sottoscala, da auto notturne in periferia”;
“cose rapide, cose sordide”. “Per starmene lontano se non
dall’umiliazione almeno dalla passione”.
Anche se ora sa bene che ricostruire il passato è un’impresa insidiosa e che la vita ce la raccontiamo cercando
di renderla interessante (“le facciamo il lifting, come per
le rughe”), egli però non rinuncia a fare un bilancio dei
propri fallimenti fino a scendere sempre più in profondità
e a cogliere, con inedita lucidità, e anche con crudeltà, il
potere del desiderio erotico, il suo mettere in moto energie sotterranee non solo in chi desidera, ma anche in chi
è desiderato: “Si sa tutto sugli innamorati infelici, niente
o pochissimo sui destinatari di amori impossibili da ricambiare. Sugli amati infelici. Anche questa può essere una
condizione di grande avvilimento”.
Il romanzo, di grande suggestione già dal bellissimo titolo,
è così la storia di un “uomo senza qualità” che trova la
forza di analizzare le proprie sconfitte che sono insieme
lavorative, sessuali e generazionali, ma lo scrittore, come
al solito, non ama i toni gridati e riesce a dire le cose più
terribili con la consueta discrezione e pacatezza.
Come ebbe a scrivere già Pier Vittorio Tondelli: “La novità
della scrittura di Severini è proprio l’estrema capacità di
tenuta e soffocazione delle punte estreme d’emotività. È
come se l’autore, abilmente, volesse giungere al massimo
solo per contrazione, creare tensione per non usarla,
creare emozione per svaporarla, preferendo a tutto ciò un
gioco di sentimenti malinconici e sfumature e controtoni
e pianissimi: come se, per lui, la più grande deflagrazione
dell’intensità intima fosse l’espressione di un silenzio
assoluto appena appena spezzato da un lontano e
improbabile singhiozzo”.
SEGNALAZIONI
Giacomo Cardaci, La formula chimica del dolore, Mondadori, Milano 2010, pp. 210, 16,00 €
Un giovane gay, colpito da un tumore, alle prese col mondo dell’ospedale: lo smarrimento, la solitudine, le fantasie, i cicli di chemioterapia, la
voglia di guarire, le trasformazioni che la malattia determina nel nostro modo di guardare la realtà, i sensi di colpa, e poi una galleria di personaggi di straordinaria umanità: infermieri, pazienti, medici. Il protagonista, proiezione autobiografica dell’autore, racconta la propria drammatica
esperienza con leggerezza, ironia e autoironia. Un libro bello, che racconta il dolore, ma che ti mette addosso una straordinaria voglia di vivere.
Franco Buffoni, Laico alfabeto in salsa gay piccante, Transeuropa, Massa 2010, pp. 152, 14,00 €
Dalla A di Animali e di Ateo alla Z di Zamel e Zapatero, 52 voci, due per ogni lettera dell’alfabeto, acute e nello stesso tempo leggere e spesso
divertenti, e in più l’aggiunta di cinque inserti saggistici di approfondimenti (Odio, Compromessi, Identità, Omertà vaticane, Milk) per un discorso
fondamentalmente unitario sul pregiudizio antiomosessuale e sul bisogno di liberarsene.
Brane Mozetic, Storia Perduta, traduzione di Daniele Furlan, Beit Udine 2010, pp. 224, 15,00 €
Questo avvincente romanzo di un autore sloveno poco noto in Italia mette in scena le peripezie di alcuni giovani tra eccesso di droghe, speranze
d’amore e fatica a integrare l’omosessualità nella propria esperienza di vita. Finché un giorno ci si risveglia straniti dai sogni chimici e ci si
domanda “dove è andato a finire tutto?”
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gennaio 2011 · PRIDE
CORONA
LA MIA
VERITÀ
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PRIDE · gennaio 2011
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57
RUBRICHE
Musica
di Roberto Cangioli
[email protected]
ETERO PRO NOBIS
È innegabile che spesso la musica
sia servita ad aumentare una presa
di coscienza nei confronti di valori
irrinunciabili e, se guardiamo al nostro
orticello, crediamo che essa possa
anche perorare la causa per contrastare l’omofobia e più in generale per
appoggiare le speranze della comunità
glbtq. Paradossalmente nel nostro
paese sono sempre più gli artisti etero,
piuttosto che i loro colleghi gay italiani e verrebbe da chiedersi quali, visto che
solo uno dei pochi famosi ha recentemente fatto il coming out pubblico - a
farsi portavoce di un pensiero universale. Sarebbe già molto se i cantanti
gay si facessero promotori attraverso
i testi delle loro canzoni di un chiaro messaggio d’amore,
piuttosto che celarsi dietro comode ipocrisie e banalità
sconcertanti (a onor del vero qualche coraggioso episodio
che vi abbiamo sottoposto negli ultimi anni su queste
pagine c’è stato, ma generalmente è per lo più relativo ad
artisti che raramente cadono sotto i riflettori).
Se da un lato vi sono artisti etero pronti a mostrarsi paladini dell’amore gaio con il proposito di rinverdire i vecchi
fasti e di catturare attenzione da parte di un pubblico
più ampio, ve ne sono altrettanti che invece hanno dato
già in passato un visibile appoggio alla comunità gay e
continuano a darlo, come Viola Valentino, che dopo l’ennesima sparata di Berlusconi, ha emesso un comunicato
stampa per esprimere il suo sdegno: “Diciamo BASTA
una volta per tutte alle offese rivolte alle persone gay, io
personalmente lo canto nella mia canzone contro l’omofobia Domani è un altro giorno presentata all’ultimo pride
nazionale, ed è il modo che ritengo mi sia più consono per
combattere questa discriminazione, ma chiedo a tutti di
prenderne atto e attivarsi per cambiare questa società.
La comunità glbtq è desiderosa soltanto di giustizia e
eguaglianza”. Il brano, contenuto nell’ultimo album della
cantante I tacchi di Giada, si distingue per il tema forte,
narrando con lucidità e chiarezza un pestaggio ai danni
di un omosessuale: “Adesso dimmi se colpisci solo per
tua trasgressione, e se ti fa star bene, dai continua pure,
tanto ho le spalle larghe, so anche perdonare, quelli che
non sanno amare…”.
Quella raccontata da Viola è una violenza fisica che nasce
dall’incapacità di capire le dinamiche di un altro amore,
quello rivolto verso le persone dello stesso sesso. Della
difficoltà che incontrano due ragazzi nel vivere una relazione sentimentale, ci parla Pino Putignani ne Le intermittenze del cuore, contenuto nel suo cd Autobiografia non
autorizzata: “Questo amico mi ha raccontato gli ostacoli
creati dalla gente, dalle rispettive famiglie, persino dagli
amici, tutti in qualche modo vittime dell’ignoranza della
società in cui viviamo”. Per il cantautore trentino quella
descritta è una storia comune a molti e rappresenta il suo
modo per dare sostegno alla comunità gay che resterà
sempre discriminata fino a quando non saranno gli eterosessuali a prenderne le difese, manifestando supporto e
diffondendo una (vera) cultura dell’accettazione rispetto
a tutte le diversità.
NOTE IN PILLOLE
Cyndi Lauper – Memphis Blues (Naïve)
“È un onore avere l’affetto genuino della comunità gay” ha ribadito Cyndi Lauper quando nel 2007 ha organizzato assieme ad altri artisti gay friendly il tour True Colors. Cyndi, che si è sempre distinta come un inossidabile
avvocato per sostenere la comunità glbtq, ha recentemente reinventato se stessa producendo un album dove
interpreta famosi brani blues assieme ad artisti del calibro di B.B. King e Jonny Lang. Album grintoso e pieno di vita,
Memphis Blues restituisce il calore di un genere musicale in cui si respira energia a pieni polmoni.
Nicki Minaj – Pink Friday (Universal Motown)
Onika Tanya Maraj, alias Nicki Minaj, è una giovane rapper newyorkese che grazie alla sua schiettezza ha forse
trovato l’ingrediente giusto per modificare definitivamente il panorama rap omofobico. I suoi testi sfacciati e il suo
anticonformismo avventuroso la rendono un’artista assolutamente sopra le righe; ha saputo porsi all’attenzione
di celebri colleghi come Will I am, Kanye West e dello stesso Eminem, tanto da portarseli come collaboratori in
questo splendido Pink Friday, un debutto col botto.
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gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
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RUBRICHE
Fumetti
di Massimo Basili
[email protected]
RALF KÖNIG
GENIO PER AMORE / VITA DA GENIO
Ralf König
GENIO PER AMORE / VITA DA GENIO
Kappa Edizioni
b/n, pp. 176 e 160
14,00 e 13,00 €
L’età che avanza non solo non scalfisce di un millimetro
la vena corrosiva del grande fumettaro tedesco Ralf König,
ma i suoi libri ne guadagnano in profondità e leggerezza,
mantenendo invariato l’alto tasso di divertimento.
Succede anche nella miniserie in due volumi che Kappa
Edizioni ha dato alle stampe in due momenti diversi nel
2010; l’ultimo volume, Vita da genio, è stato presentato alla
fiera di Lucca Comics & Games a novembre.
Il dittico, uscito in Germania nel biennio 2005-2006, sembra
ribattere con lo sberleffo a tutti gli apocalittici cantori dello
“scontro di civilità” che impazzavano sui media qualche
anno fa, soprattutto a ridosso dell’inizio della guerra in
Afghanistan e dell’invasione dell’Iraq da parte degli Usa.
Ispirandosi al gioco di incastri narrativi de Le mille e una
notte, il racconto di König prende avvio nel nono secolo
dopo Cristo, epoca nella quale Occidente e Oriente avevano
ben poco da scontrarsi, vista la schiacciante superiorità del
mondo arabo in fatto di scienza, arti e costumi. A Baghdad,
all’ebreo Isaak viene affidata la guida di una spedizione di
cammelli con ricchi doni da mandare ad Aquisgrana, omaggio del califfo Harun al-Rashid per l’imperatore Carlomagno.
Tra tappeti, spezie e fusti d’incenso finisce per sbaglio una
teiera brutta e malconcia, che però nasconde un prodigio:
basta sfregarla cinque volte dicendo “esci! esci!” per vedere
apparire un genio in guisa di magnifico giovane, il cui unico
scopo è soddisfare sessualmente chiunque lo liberi, uomo o
donna che sia! Il genio è, in realtà, un truce e bigotto mullah,
abituato a segregare le proprie mogli e a lapidare i sodomiti,
60
ma che per contrappasso viene punito, trasformato e infilato nella teiera, per 440.391 notti, proprio da un ciabattino
indiano sodomita, grazie ai poteri del suo amante, il demone
Abus.
Secoli dopo, nell’Aquisgrana dei nostri giorni (che ora si
chiama Aachen), la teiera arriva nelle mani di Dörte, compagna d’appartamento quarantenne e zitella del complessato
gay orso Manfred. L’incantesimo si compie e il genio efebico
viene rievocato, ma Dörte, terrorizzata, ordina a Manfred di
far sparire la teiera. Per l’uomo è un periodaccio, si sente
brutto e sgraziato e per questo è in terapia, inoltre fa un
lavoro poco gratificante. Perché allora privarsi di qualche
momento di relax, se può avvalersi a comando dei servigi
di uno splendido ragazzo sempre arrapato, disposto a fargli
provare sensazioni uniche con tutte le posizioni del kamasutra, tra le quali la formidabile “unione della mucca”? Una
volta iniziati all’amore orientale, difficile tornare indietro…
Ma l’incantesimo è ormai alla fine e l’orrendo mullah “originale” sta per tornare. Riuscirà Manfred, ormai completamente alla mercè del genio, a disfarsene e a farlo rientrare
per sempre nella teiera?
Lo spunto fiabesco dà a König un ottimo pretesto per confezionare una storia che appare più ecumenica e rassicurante del solito, ma solo per ambientare lontano nel tempo
conflitti culturali ed “etnici” che sono di stringente attualità.
Non vengono risparmiate stoccate all’integralismo islamico
misogino e antigay o alla mania dei nostri giorni per le discipline new age. Anche in questo fumetto c’è il tormentone
del maschio nerboruto e peloso tanto caro all’autore, ma
ancor più che in altre opere König mostra una spiccata
vena femminista, quando ribadisce che le battaglie contro
machismo e omofobia dovrebbero accomunare etero e gay
più di quanto siamo disposti ad ammettere, e che amore
e sesso, con le dovute differenze dei gusti personali, non
hanno davvero confini di genere e orientamento.
La casa editrice bolognese continua la benemerita proposta dell’opera omnia del nostro, però la gimcana temporale
tra opere giovanili e fumetti di recentissima fattura rendono
difficile apprezzarne la continua evoluzione stilistica. In
questa “dilogia”, infatti, il segno di König s’è fatto meno
nervoso e più accurato rispetto al passato, arricchito poi
da una piacevole mezzatinta grigia. Ma tant’è: traduzione
e adattamento sono, come al solito, pregevoli (a parte un
paio di refusi nel testo).
gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
61
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A 5 MIN. DALL’ARENA in P.zza BRA’, DALLA FIERA
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E TUTTE LE DOMENICHE CONCESSE DAL “REGOLAMENTO COMUNALE”
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VIENI DALLE NOSTRE PARTI ?? ABITI IN ZONA ??... SCEGLI IL
RUBRICHE
Vita notturna
di Francesco Belais
[email protected]
Mi piacerebbe essere ottimista, come consiglia sempre il Cavaliere, ma in realtà ogni anno è sempre peggio. Lasciando da
parte economia, politica e quant’altro esuli dal tema di questa mia piccola rubrica, il mondo della notte, con tutto il suo
indotto, è sempre più maltrattato e bistrattato. Limitazioni di orari (a tal proposito è a rischio pure la Marina di Torre del
Lago, punta di diamante della movida gay estiva italiana), leggi sempre più restrittive, controlli su tutti i fronti. Insomma,
certe situazioni possiamo ormai andare a cercarle solo all’estero. Con tutte queste premesse, i gestori e proprietari di
locali, giustamente, rischiano e investono poco, e sulla piazza rimane ormai da tempo la stessa minestra riscaldata.
Certamente, non facciamo una gran figura nei confronti degli stranieri. Eppure la macchina del turismo, e a ruota quella
del divertimento, in Italia, per ovvie ragioni climatiche e geografiche, dovrebbero essere il nostro biglietto da visita e una
nostra grande risorsa. Non so quale possa essere ormai la ricetta del cambiamento, se la risposta dovrà arrivare dalla
politica o dal coraggio della gente. Non lo so, davvero. Quello che spero è che ci sia una ripresa, che si respiri un’aria nuova,
di entusiasmo e di rinnovamento. E se questo non arriverà, mi auguro e auguro a ciascuno di voi di trovare almeno un po’ di
serenità nel cuore. E che duri per tutto il nuovo decennio.
GENTE DELLA NOTTE FLAVIA CAVALCANTI
Costumista e animatrice della notte,
nata in Brasile sotto il segno del
Sagittario, vive e lavora a Milano da
quasi vent’anni. Le sue creazioni sono
arrivate fino a notissime campagne
pubblicitarie (Tim, Golden Lady
ecc). Di notte collabora con i party
più esclusivi: LaMessa, Chandelier,
Sodoma (Milano), Echoes (Riccione).
Foto: Sandro Brant
Come e quando hai iniziato a lavorare nei locali?
Sono arrivata in Italia nel ‘92 e già nel primo fine
settimana ho conosciuto un gruppo di persone che
lavorava al Cocoricò, tra questi il Principe Maurice,
tuttora un mio carissimo amico, che ha creduto in
me e nel mio lavoro e mi ha spinta a intraprendere
quest’arte della movida notturna.
Tu sei anche una brava costumista non è vero?
Non solo, sono una anche stylist, truccatrice,
hairstylist e organizzo gruppi per spettacoli sia per
feste private ma anche discoteche.
Come è nata questa tua passione per la sartoria e
come hai imparato?
Da quando ero molto piccola, già a scuola preparavo
costumi per me e per i miei amici e ogni volta che
partecipavo a qualche festa vincevo già tutti i primi
premi. Poi in Italia ho approfondito la mia esperienza
in scuole sia a Rimini sia a Milano con diversi corsi di
sartoria.
Se tu non avessi fatto la costumista che cosa ti
sarebbe piaciuto fare nella vita?
Sicuramente il mio lavoro porta grandi soddisfazioni
anche se l’ambiente che vorrei è sicuramente un
altro. Sono una creativa a 360°, ma vorrei con tutto il
cuore un lavoro che mi portasse ad aiutare il prossimo
e magari un giorno sarà così, mi piacerebbe fare la
missionaria laica.
Qual è la cosa più imbarazzante che ti è accaduta in
una serata?
Cadere da sobria sulla scalinata del Cocoricò mentre
ero in un super abito da sera.
Sei single o fidanzata?
Sono felicemente… single!
Qual è il tuo uomo ideale?
Sicuramente colto, intelligente, simpatico, generoso,
pieno di entusiasmo. Ovviamente anche l’occhio vuole
la sua ma non cerco il tipico tronista di Uomini e Donne.
La crisi economica si fa sentire nel mondo della notte
e dei locali?
Non per i creativi come me. Chi è capace di evolversi
cresce sempre.
Cosa pensi della scena gay italiana?
Un po’ deludente. Se poi ci mettiamo il lavoro dei
media, del papa e del nostro presidente del consiglio...
Un tuo messaggio alla comunità?
Fortunatamente noi usiamo entrambe le parti del
cervello allora ragazzi e ragazze facciamoci valere.
Basta compiangersi, nella nostra vita ci vuole più
amore e fratellanza. Approfondite la vostra spiritualità,
con questo non voglio dire di far parte di una religione,
ma createvi la vostra. I pensieri sono molto importanti
perciò cercate di visualizzare un bel futuro per voi, per
il prossimo e per il nostro pianeta che come noi è vivo e
ha bisogno di noi.
PIATTI CALDI
David Morales - I Make you Gaga (Time)
Lo storico dj/produttore e remixer statunitense con origini portoricane, torna dopo 5 anni dal suo ultimo singolo
con una nuova canzone dal ritornello insistente e rimbombante che vuol essere un richiamo alla musica e allo
stile della più grande artista del momento: Lady Gaga. I Make You Gaga si annuncia come uno dei tormentoni da
pista da ballo.
AA. VV. – Villa delle Rose (cool edition) (Energy)
Ecco la nuova compilation ufficiale dell’esclusivo club della riviera adriatica dove nascono tutte le tendenze
musicali più importanti, che torna con un doppio volume invernale. Il primo cd con le hits più forti dell’inverno
insieme a novità in anteprima, mixate tra loro dagli storici resident dj Stefano Gambarelli, Mauro Ferrucci, Ciuffo,
Holly & Mappa. Il secondo cd con una selezione lounge. Presto disponibile in esclusiva su iTunes anche la “special
edition” digitale.
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EVENTI
LA BIONDA E LA MORA
Travestite a fin di bene, Platinette e Lele Mora sono state le star
del Gran Galà di Beneficenza che si è svolto a Milano il 9 dicembre
scorso sotto il tendone del Circo Orfei. Le vediamo qui accanto,
nelle immagini di Flavio Morgante (LM Production) in una
riedizione per taglie forti delle gemelle Kessler e in
passerella a bordo di una decappottabile in compagnia
della mitica Moira Orfei, con Mora sul sedile posteriore
trasformato grazie a un trucco miracoloso in clone
della padrona di casa. Altra ospite in drag dell’evento
Miss Vicky, animatrice della serata Join The Gap
gestita da Arcigay Milano al Borgo del Tempo
Perso. L’incasso della serata è stato
devoluto all’associazione Alfa Omega
e verrà utilizzato per la costruzione
di un ospedale in Bolivia.
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EVENTI
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METROPOLI
Metropoli
www.prideonline.it
ITALIA
CASTRO MARKET
Continua anche per tutto il mese di gennaio l’offerta per la spedizione degli ordini in tutta Italia
a solo 4,90 euro, anche per chi ordina in contrassegno (il prezzo non cambia e non ci sarà
da pagare nessuna tassa di contrassegno che
offriamo noi in omaggio). Corri quindi a visitare
Castro Market, il primo e più grande negozio
gay online, dove trovi il cinema gay italiano e
internazionale in dvd con tantissime offerte,
libri di letteratura e saggistica gay, guide gay
d’Italia e del mondo, riviste gay di informazione
e hard, libri fotografici di nudo maschile; t-shirt,
canotte, intimo uomo e jockstraps; tutto per il
cruising, sex toys e accessori di ogni tipo, lubrificanti, preservativi; dvd gay hard originali da
tutte le case di produzione mondiale. I pacchi
sono inviati in imballo completamente anonimo.
Info e ordini: numero verde gratuito
800.993.305 dal lunedì al venerdì dalle 9:30
alle 19:00; da cellulare chiamare 075 8583526.
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GAY LOVE SPIRIT
Gay Love Spirit è una rete internazionale di
istruttori e terapeuti, e il centro su cui si basa
il nostro lavoro è la connessione fra sessualità
e spiritualità nell’uomo. Il nostro proposito
è dunque una consapevole esplorazione di
questa connessione insieme ad altri uomini.
Questo seminario per esordienti si terrà a
Milano durante un intero fine settimana e con
esso vogliamo presentare il nostro lavoro nelle
idee e nella pratica. Ci sarà un’ampia varietà di
esercizi col corpo, meditazione e molti incontri sensuali, nonché tecniche di respirazione e
massaggio. Sii curioso e stimolato dall’idea di
incontrare persone differenti durante il seminario e fai conoscenza con loro in maniera rilassata attraverso i vari esercizi. Il nostro istruttore
Thomas e i suoi assistenti ti accompagneranno
durante il weekend e ti aiuteranno a fare delle
nuove esperienze dei sensi in un ambiente davvero protetto.
Info: 3312196969
www.gaylovespirit.it
GAY PARSHIP
Anno nuovo, amore vero! Dai desideri alla
realizzazione il passo intermedio necessario è
l’azione: perché Cupido possa scoccare le sue
frecce, bisogna creare delle occasioni giuste. E
iscriversi a gay-Parship.it è il primo passo nella
giusta direzione! Con oltre 1 milione di iscritti, è
la prima e più importante agenzia europea on
line rivolta a single omosessuali in cerca di una
storia d’amore importante e duratura. Il servizio
si basa sul metodo Parship per determinare l’affinità di coppia tra le persone e il 38% di chi si
abbona trova il partner giusto. La registrazione
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è semplice, gratuita e include il test di personalità: i risultati sono immediatamente disponibili,
insieme a suggerimenti mirati per le proprie
relazioni. E ora gli utenti hanno a disposizione
anche una specifica applicazione iPhone gratuita da scaricare dall’App Store.
it.gay-PARSHIP.com
IL DELFINO
L’agenzia il Delfino è il primo network di agenzie
“non virtuali” creato in Italia per la ricerca di un
partner gay. Offriamo un servizio relazionale
personalizzato, selezione degli incontri proposti
con criteri di compatibilità, qualità e serietà degli
iscritti perché li conosciamo personalmente
tutti. Assoluta tutela della privacy e massima
professionalità sono garantite. Non siamo un
sito di incontri on line ma una vera agenzia, per
chi desidera affidare i propri sentimenti a uno
staff qualificato e di fiducia. Presenti a Torino,
Milano, Roma, Cagliari, Genova e nelle principali
città italiane, si riceve previo appuntamento
telefonando a una delle sedi o inviando un form
di richiesta dal sito. Per vivere l’emozione di
incontrare persone come te ci siamo anche noi.
www.agenziaildelfino.com
PIEMONTE
TORINO
011 SAUNA CLUB
Con la stagione invernale la Sauna 011 ha
aggiunto un nuovo appuntamento a tema al
suo programma ricreativo. Concepita secondo
lo schema gia testato con grande successo
dei naked party del sabato notte, la serata del
mercoledì si propone a un pubblico di soci più
vasto. Mix di naked, underwear e jockstrap
l’evento ha inizio alle 20 al cruising bar della 011
e alle 22:30 la 011 sospenderà i servizi “acqua”
per aprire le porte a “Evening free”, per continuare tutti insieme la nottata.
Info: 011 284263
www.011saunaclub.it
GARAGE CLUB
Ampliato su due livelli con lounge bar, ristorazione, area fumatori, sala video, sauna finlandese con cromoterapia, vasca idromassaggio
Jacuzzi, ambienti relax, bagno turco e climatizzazione. Per tutti rientro giornaliero e ingresso
per la serata successiva gratuiti. Riduzioni per
gli under 25, militari, forze dell’ordine, soci circolo Maurice, associazione GayLib e per gli orsi
del sito www.superbear.eu. Sabato è “Bears
day”, ingresso ridotto con consumazione per
tutti i bear. Tutti i mercoledì alle 21:30 “Live
sexy show” e a seguire naked party. Lunedì e
venerdì dalle 22 il molto frequentato “Naked
party”. Sabato sera alle 21.30 “Saturday double
live: ordinary look (lounge bar, privé, cabaret
show con ingresso libero e prima consumazione
obbligatoria) e towel look (lounge bar, privé,
cabaret show, sauna finlandese, bagno turco
e idromassaggio). Sorteggio ingressi omaggio
per Les Folies Scandal. Tutti i giorni, dalle 19
aperitivo offerto ai soci. Aperto tutti i giorni
dalle 14 alle 2 (orario prolungato nelle serate
naked).
Info: 346 3006612
www.garageclub.it
LOMBARDIA
MILANO
DEPOT
Questo mese un nuovo appuntamento vi
aspetta venerdi 28: un naked/underwear party
al buio e non è tutto! Al piano inferiore non ci
saranno luci ma saprete in ogni momento a chi
vi state avvicinando. A ogni socio all’ingresso
sarà disegnato un simbolo sul petto che identifica i suoi gusti in ambito sessuale. Questo
simbolo sarà visibile solo ed esclusivamente al
buio più completo, e nella dark illumineranno
il vostro cammino permettendovi di trovare i
tipi giusti al “primo colpo”. Una specie di speed
date del sesso! Per tutte le altre date vedere il
calendario su Pride o il sito.
www.depotmilano.com
ILLUMINED
Tre piani di superdivertimento vi aspettano
all’Illumined. Al piano superiore ogni sera dalle
22 e la domenica dalle 20, apre la “sala Fire”,
la naked area del locale dove a date prefissate
si tengono gli appuntamenti speciali. Il bar è
aperto 24 ore su 24 e nel piano seminterrato la
zona relax è sempre pronta, pulita e attrezzata
con numerose e accoglienti cabine. Gli appuntamenti speciali nella “sala Fire” del mese di
gennaio sono: “Fire Off” (Fire Zone spegne le
luci) ogni lunedì; “Masked” mercoledì 5; “Fist”
venerdì 7; “Dildos” venerdì 14; “Total Naked”
venerdì 21; “Masked” venerdì 28; Domenica 16
“Fist” dalle ore 15. “Naked Party” tutti i sabati.
L’ingresso è riservato esclusivamente ai soci
Arcigay muniti di tessera e di un documento
di identità. Cruising Illumined è in via Napo
Torriani 12 (vicino alla Stazione Centrale).
Info: 02 66985060
LA CESIRA – DQ
La Cesira e il suo staff hanno preparato un inizio
anno davvero speciale! Mercoledì 5 “DQ… Dolce
e carbone”, per festeggiare in modo davvero
insolito l’Epifania. Giovedì 13 “La Corrida DQ”,
dilettanti allo sbaraglio per una serata esilarante. Giovedì 27 “DQ Classic“, una rassegna di
esibizioni e ospiti d’eccezione. E al termine delle
esibizioni Moira dj ci farà scatenare con la sua
inconfondibile selezione musicale. Buffet, prima
consumazione, spettacolo e disco a 12 euro.
Cene su prenotazione a partire da 35 euro. Il DQ
e tutto lo staff sono a disposizione per festeggiare i vostri compleanni, nubilati, celibati ecc!
Lo Stacco apre alle 20:30 e lo spettacolo inizia
alle 22:15.
Info e prenotazioni Max 333 2600608
www.lacesira.it
METRÒ CENTRALE SAUNA
Finite le festività natalizie si rientra a lavoro, ma
una calda pausa giornaliera è sempre gradita.
Passate dal freddo e dalla nebbia al tepore
della sauna Metrò Centrale, a soli 500 metri
dalla stazione. Aperta tutti i giorni dalle 12 sino
a tarda notte, è su tre piani con diverse zone per
ogni tipo di piacere. Si parte dalla zona Acqua,
con due saune umide e una sauna secca con
video X, zona idromassaggio e camerini relax.
Al secondo piano c’è un ottimo bar con drink
e primi piatti, e ogni prima e terza domenica
del mese è offerto un buffet; sale massaggi e
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PRIDE · gennaio 2011
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METROPOLI
altri camerini relax. Terzo e ultimo piano per il
piacere con le zone dark, glory holes e la cura
del corpo con fitness e doccia solare. La sauna
Metrò è ideale per fare sempre nuovi incontri,
essendo di passaggio per chi transita in città.
Info: 02 66719089
www.metroclub.it
Metropoli
ONEWAY
www.prideonline.it
Un nuovo anno
inizia e il OneWay è sempre presente per offrirvi le sue grandi serate. Sabato 1
e 15 dj Giorgino ci farà ballare tutta la notte con
ruggenti serate bear, appuntamenti con una
grande affluenza di pubblico. Imperdibili anche
le serate con dj Max Morelli e il suo particolare
programma house-commerciale sabato 8 e 29.
Mercoledì 5 grande festa dell’Epifania con dj
Giorgino. Sabato 22 ritorna “Daddy Cool Bear
Party”, e a farci ballare fino all’alba ci sarà dj
Max Morelli. Ingresso 15 euro e in lista 12 euro.
Info e liste: 02 2421341, 348 7424824, Angelo
345 7091435
www.onewaymilano.com
STUDIO KNOW HOW
Proprio accanto alla stazione Centrale lo Studio
Know How è il più grande sex shop gay only in
Italia che soddisfa ogni esigenza grazie al suo
assortimento di dvd per ogni gusto, accessori
fetish, leather, bdsm dei migliori produttori
mondiali, gadget per un regalo divertente
o per sentirsi più orgogliosi. In fase finale di
costruzione il nuovo sito di e-commerce che vi
permetterà di scegliere e acquistare da casa in
tutta comodità e con la cortesia, la discrezione
e il supporto di sempre.
Info: 02 67391224
www.skhonlinemi.com
X CLUB
Apertura eccezionale martedì 7 con “Kagaoke”
diretto da La Wicky e Ciquitiña: buffet, spettacoli hard e le donne sono benvenute. Tutti
i clienti presenti lunedì 6 avranno l’ingresso
omaggio per il giorno dopo. Nel locale trovate
un ambiente climatizzato, sala centrale con
spettacoli, musica e spazio relax; bar con panini
e cocktail; sala labirinto con illuminazione soffusa e in centro un grande letto; comodi camerini, sala divani, sala cinema con in proiezione
sempre le ultime uscite; sala sling e nuova sala
con accesso internet gratuito. Per il programma
degli appuntamenti settimanali visita il sito!
www.xclubmilano.com
BRESCIA
DE-GENERI(S)
Il convegno De-Generi(s) è rivolto a
psicologhe/i, psicoterapeute/i, medici, educatori, formatori, operatrici/tori della relazione
d’aiuto e a tutte le persone interessate alle
tematiche oggetto del convegno: riflessioni
critiche sull’identità di genere, l’orientamento
sessuale e le psicoterapie. L’incontro si terrà
sabato 22 presso il museo di Scienze Naturali in
via Ozanam 4. Con il patrocinio dell’Ordine degli
Psicologi della Lombardia e della Commissione
Pari Opportunità della Provincia di Brescia.
Per l’adesione compilare la scheda d’iscrizione
e inviarla a [email protected] Il
modulo e tutto il materiale si può scaricare dal
sito.
www.pianetaviola.com
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LIVING ROOM
Il Living Room è un locale giovane e colorato,
dove la varietà dei cocktail, dei drink e della
birra offre una selezione pronta a soddisfare la
richiesta del cliente più esigente, in un’atmosfera familiare frizzante e qualche volta un po’
pazza. L’ampia fascia oraria d’apertura, dalla
prima colazione all’aperitivo serale, lo rende un
luogo perfetto per tutti. Nelle serate “LVR” lo
spazio si trasforma con eventi a tema ogni fine
settimana e sempre nuovi ogni mese. Vi aspettiamo sabato 22 con Giudi Drug, ospite tutti i
mesi al Living Room.
LE CHIC LOUNGE MUSIC BAR
Gennaio intenso a Le Chic, tra gli aperitivi della
domenica, il karaoke del giovedì e la disco
del venerdì notte. Gli appuntamenti da non
mancare sono domenica 2 “Happy hours &
Happy 2011!”; venerdì 7 “Le befane del giorno
dopo” con Fena d-gay e Frenzy dj. Domenica
9 “Aperitigers”, le nostre tigri ti faranno divertire tra drink e stuzzichini! Venerdì 14 si balla al
ritmo di Fena d-gay e per risvegliare le vostre
fantasie la splendida Sister Gaya. Venerdì 21
special guest Le Strulle. Domenica il vostro
aperitivo sarò accompagnato con musica dal
vivo delle Soulsista! Giovedì 27 gara di karaoke
con simpatici premi in palio. Venerdì 28 “Angeli
e demoni”, svela la tua natura sui brani selezionati da Fena d-gay e Frenzy dj. Sister Gaya sarà
angelo o demone?
Info, liste e tavoli: 349 5401850
NEW TRAP GENERATION
Sabato 1 Luke Carrara avrà l’onore e l’onere di
introdurre l’anno in “Welcome party” con le
migliori musica e tisane per riprendersi dai botti
della notte precedente! Mercoledì 5 il gruppo
Extralarge eccezionalmente per ”Ephyfunny”, e
tanti auguri alle solite befane. Sabato 8 l’evento
Icon party sarà dedicato ad Anna Oxa! Sabato
15 tutti in fila per farsi leggere i tarocchi in una
splendida “Gold magic night”. Venerdì 21 inizia
“The Rage”, il nuovo appuntamento ospitato al
primo piano con dress code molto rigido (vedi
evento successivo). Sabato 22 l’acclamato “Trap
beauty farm nite”, dove le brutte diverranno
belline e le belle saranno stupende, e le stupende… Serata con omaggi per i più divertenti
e divertiti! Sabato 29 l’appuntamento bear con
il gruppo Extralarge in “Snow storm party”. In
main room musica commerciale by Mr Mads dj
& Luca Carrara. Al Primopiano musica house
con Renato dj & guest djs. Ingresso riservato ai
soli soci Arci.
Info: 340 6857585
www.trapmad.it
THE RAGE NITE
Venerdi 21 prende il via il nuovo appuntamento
mensile “strictly dress code” per tutti gli
amanti del genere leather, militare, uniform,
rubber, s/m o naked presso il Trap.
Una rigida
selezione all’ingresso garantirà l’accesso alle
serate solo a chi avrà un abbigliamento a tema.
L’ampio guardaroba all’entrata permetterà
ai clienti del locale di cambiarsi (o spogliarsi)
comodamente.
Le serate sono aperte anche ai
club leather che vogliono promuovere le loro
iniziative. Ingresso riservato ai possessori di
tessere Arci-Arcigay.
Riduzione all’ingresso a
chi presenterà tessera di associazioni o leather
club italiani e/o stranieri.
www.rageclub.it
TRENTINO ALTO ADIGE
BOLZANO
PAPARAZZI
Geena Queenie, esuberante padrona di casa
del Paparazzi, ha il piacere di comunicarvi che
la discoteca diventa anche pub! Da mercoledì
a domenica dalle 18 alle 2. Le serate The First
Disco restano il primo e terzo sabato del mese,
e ormai ci accompagnano per il 3° anno consecutivo con animazione e servizio buffet. I rimanenti sabati sono le serate “Paparazzi Night”,
condite con buona musica e tanto divertimento!
Info Andrea 333 6071630
www.thefirstdisco.it
SAUNA EXIT
Venerdì 21 la notte in sauna diventa più accattivante che mai con “Sex-Sex-Sex”, party con animazione e buffet dalle 20 alle 3! Veniteci a trovare e godetevi il nuovo look, provate il nuovo
massaggiatore e per le giornate “only men in
sauna” consultate il sito o iscrivetevi a www.
gayromeo.com/sauna-exit-bolzano.
Seguite
la penombra tra candele, incensi e troverete
la via del piacere tra due saune finlandesi, un
bagno turco, due vasche idromassaggio da 4 e
da 6 posti, sala relax, camerini relax e uno snack
bar dove si possono gustare anche pasti caldi.
Scoprite nuovi amici in un ambiente e in un’atmosfera unici per comfort, divertimento e relax.
Info: 347 4700645
www.sauna-exit.it
VENETO
VENEZIA
METRÒ VENEZIA SAUNA
L’epifania tutte le feste si porta via ma alla
sauna Metrò Venezia è sempre festa, grazie ai
tantissimi turisti che vengono in vacanza o a far
visita alla città lagunare. E grazie alla vicinanza
alla stazione e all’aeroporto ci sono sempre
volti nuovi. Locale pulito, alla moda, intrigante
e discreto, con personale professionale e massaggiatori, a Metrò Venezia trovi dalla zona
acqua alla zona fetish del “Black level” dove
sbizzarrire le tue fantasie!
Info 041 5384299
www.metroclub.it
PADOVA
BIGNÈ 3 @ FLEXO CLUB
Venerdì 28 vi prendiamo nuovamente per
la gola con la serata disco più dolce che c’è!
Muscolosi boys vi offriranno le loro prelibatezze, conturbanti drag vi allieteranno l’animo e
il dj vi farà ballare i vostri pezzi preferiti. Il tutto
assaporando svariati tipi di dolci, per una serata
dopocena diversa e con i fiocchi!
DANCING QUEEN @ FLEXO CLUB
Tutte le domeniche, la sola e unica Miss Linda è la
padrona di casa che vi presenta gli spettacoli di
drag queen, il karaoke e il divertente bingo. Una
serata da passare in allegria, sentendo cantare
gennaio 2011 · PRIDE
STUDIO KNOW HOW
ENTERTAINMENT
DVD n. 12902
DVD n. 12926
DVD n. 12930
DVD n. 12944
DVD n. 12970
DVD n. 12985
DVD n. 12987
DVD n. 13036
DVD n. 13040
DVD n. 13041
DVD n. 13068
DVD n. 13073
DVD n. 13094
DVD n. 13099
DVD n. 13100
DVD n. 13105
DVD n. 13106
DVD n. 13123
DVD n. 13124
DVD n. 13125
Per informazioni e ordini tel. 02 67391224
MILANO Via Antonio da Recanate 7 (MM Centrale) 20124 tel. 02-67391224 fax 02-67847756
Aperto dal lunedì al sabato (orario continuato) h. 9,30 - 19,30
ROMA Via S.Gallicano 13 (Trastevere) tel. 06-58335692 fax 06-58390427
Chiuso il lunedì, aperto dal martedì al sabato h. 10,00 - 20,00
www.skhonlinemi.com
[email protected]
PRIDE · gennaio 2011
69
METROPOLI
voci belle e un po’ meno, perché l’importante e
partecipare. Per chi vuole cimentarsi come drag
queen è sempre possibile proporsi, sia che siate
alle prime armi che tra le più professioniste.
gayromeo.com/officina, potrai conoscere tutti
i membri!
Info: 349 0941909
www.clubofficina.com
video ma, vera grande novità per Bologna,
un cruising aperto sin dal primo pomeriggio!
Prossimamente sito e news.
Info: Massimo 349 4702213
THE BLOCK
Randy e TheBlock si preparano per un gennaio
ricco di ospiti, spettacoli e tanta bella musica!
Sabato 8 “Sweet Candy”, appuntamento con
dj Andy J e www.prideonline.it
Mytho voice. Dall’Enigma Club di
Rimini special guest dj Paolo Baga in “Play
Off” sabato 15 con Mytho voice. Sabato 22
“XXX night”, evento con dj Dany Toro. Sabato
29 dj Enrico Arghentini con “I love Barcelona”,
notte ricca di sonorità internazionali e in sala
commerciale Mytho voice. Ogni sabato notte
nelle 2 sale a rotazione i dj Andy J, Rondini e
Jack, Killer. Siamo aperti dalle 23 alle 4 e vi
ricordiamo che è attivo tutta la notte il servizio
navetta con l’autosilos convenzionato in via A.
da Bassano.
Info 339 060434
www.block.it
VERONA
MOVIDA CLUB
Continuano le serate hard che ormai da due
anni riscuotono un notevole successo. Il locale
è a due passi da piazza Maggiore e a dieci
minuti dalla stazione, ed è aperto tutti i giorni
dalle 21:30 a tarda notte e il sabato fino alle
5 del mattino. Su 250 metri quadri di spazio
troverai a tua disposizione cabine, glory holes,
darkroom, sling, una sala fumatori, 2 sale video,
un fornitissimo bar e musica di qualità. Per gli
eventi tieniti sempre aggiornato sul sito
Info: 051 232507
www.cruisingmovida.com
Metropoli
FLEXO CLUB
L’appuntamento più atteso dagli orsi e dai loro
simpatizzanti questo mese è eccezionalmente
sabato 15. Con il dj Emello, superstar from
Bearkamp in Francia, festeggeremo il compleanno del bear dancer Stefano. A febbraio
l’appuntamento Beardoc tornerà il primo
sabato del mese, 5 febbraio, con “Mr GagaBear
Tour”. Sabato 8 “Dirty”, la serata disco dove
tutto si può con i dirty go-go boys. Sabato 22
e 29 “TabooXXX” night con striptease. Tutti i
mercoledì Miss Linda vi aspetta con il suo karaoke; giovedì e venerdì cruising bar. Martedì 5
tornano a grande richiesta con un nuovo spettacolo Le Bambole, con nuovi sketch in dialetto
chioggiotto e le indimenticabili imitazioni delle
nostre icone.
Info 049 8074707, 339 7379579
www.flexoclub.it
HOT DOG NAKED CLUB
Novità al naked club per eccellenza d’Italia,
l’unico che ti offre 7 giorni su 7 un intero locale
esclusivamente naked. Lunedì “Couple Night”,
entrate in coppia e paga solo uno. Giovedì sera
“Glory holes night”, con i nuovi glory “open &
close”. Sabato apertura anticipata alle 18. Le
domeniche pomeriggio, sempre più affollate,
si arricchiscono di un buffet offerto dal club.
Domenica 9 e 30 un Hot boy allieterà la vostra
vista e il vostro tatto. Martedì sera e domenica
pomeriggio dalle 14 alle 20 confermati i “Naked
Mask” party, con maschera fornita dal club.
Mercoledì 6 apertura anticipata alle 14 con
“Naked & Underwear” party.
www.hot-dog-club.com
OFFICINA
Per tutto il mese di gennaio Officina vi aspetta
dal giovedì alla domenica con eccitanti appuntamenti. Ogni giovedì e sabato solo nudi, i
venerdì continua l’appuntamento orgia con
ingresso naked-underwear. Speciale orgia fist
con Luca Mi animatore hard venerdì 21. Ogni
domenica pomeriggio un diverso appuntamento, visita il calendario per tutti gli eventi del
mese! Domenica 9 pomeriggio appuntamento
in collaborazione con Porsei Veneti; domenica
23 “Jeans party”. Sabato 29 novità con ‘Il
mercato degli schiavi’. Per essere informato
su ogni iniziativa iscriviti al club virtuale www.
70
ROMEO’S
Il venerdì Romeo’s ritorna alle origini con nuove
sonorità e commercial disco, animazione e a
rotazione Graziano dj e Mr Mads dj, e Bino voice.
Venerdì 14 grande ritorno di Donna Rachele e
Ivanca Pervinca per “Tacchi allo Sbaraglio”,
in compagnia di Marchesa Casati e delle sue
amiche. Mercoledì 5 scaldano la notte di festa i
“Sexy Befani”, la musica di Luca Carrara dj e la
voce di Angel Devid direttamente dallo Stupida
di Torre del Lago!
Per tutti gli orsetti sabato
8 la divertentissima serata BeaRomeo’s, con
Giorgino dj e Lola voice. E non perdetevi l’esclusiva maglietta in regalo! Tutti i mercoledì dalle
21 alle 2 è “Bearbar”, per stare in compagnia e
ascoltare lounge music suonata da Mr Mads dj.
Hard Session Romeo’s propone sabato 1 Naked
party, sabato 15 Fist party, sabato 22 Mask
party, sabato 29 Special Naked party. Tutti i
martedì dalle 21 alle 2 Underwear party e tutti i
giovedì dalle 21 alle 2 Naked party. Torna golosamente Arena Sex domenica 2 e 23 dalle 16
alle 22. La programmazione completa e ancora
di più sul nostro nuovo sito.
Info: 340 9660487
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TOSCANA
FIRENZE
FABRIK
Ogni venerdì “Show yourself!”, underwear &
fetish night. Un nuovo appuntamento per far
vedere chi sei: in mutande, sui tacchi, come
vuoi... Ammissione libera, no dresscode. Ogni
giovedì “Blackout Party”, illuminazione a intensità ridotta, contatti ad alto voltaggio. Sabato
8 “Stars on 45”, musica anni ‘70-’80-’90 solo
da 45 giri! Domenica 9 e 23: “HardSexParty h.
16-21”, dress code obbligatorio: leather, rubber,
sospensorio o total naked (ammissione riservata
in lista sul nostro sito) dalle 16 alle 21. La serata
prosegue regolarmente fino alle 3. Sabato 15
“Bears Troops”, l’evento della comunità ursina
toscana. Weblist esclusivamente sul nostro sito.
Sabato 22 “Drastik Fabrik”, le Drastik Queen al
Fabrik!
Info: 349 8906645
www.fabrikfirenze.it
EMILIA ROMAGNA
BOLOGNA
CRUISING 69
Apre a Bologna un nuovo cruising in via De’
Carracci 69, a due passi dalla stazione ferroviaria, facilmente raggiungibile anche a piedi! 180
metri quadrati di spazio hard per i tuoi freddi
pomeriggi. Cabine, labirinto, sling, darkroom,
PUGLIA
BARI
SAUNA MILLENNIUM BATH
Distribuita su due livelli, polifunzionale e con
un’ambientazione hi-tech, la sauna Millennium
Bath è il posto giusto per rilassarsi o divertirsi
tra i vapori del confortevole bagno turco,
nelle calde acque dell’ampia vasca idromassaggio o all’interno della sauna finlandese.
L’illuminazione, calda contro le pareti dai colori
aggressivi, diventa soffusa al piano superiore
fino a proporre le suggestioni di un notturno
stellato nell’area relax, a cui si accede passando
attraverso un corridoio destinato al cruising.
La sala video, la dark room con labirinto e
l’area lettura, arredata con confortevoli divani,
completano un ambiente dove i soci possono
trascorrere piacevoli ore di relax.
Info 080 5342530
www.millenniumbath.com
CAMPANIA
NAPOLI
DEPOT
Domenica 16 e 30 il club presenta due appuntamenti distinti durante la serata: potrete
partecipare al naked party con passamontagna
fino alle 22 e dopo trasformare la vostra nottata
in un appuntamento cruising senza obblighi di
dress code o nudità. Sabato le serate sono dedicate al “Black out party”, con il locale al buio e
l’eccitazione a mille. Il giovedì cogliete l’occasione per venire in due a bere qualche cosa da
noi e pagate un solo ingresso. Tutti i mercoledì
i famosissimi naked party, l’appuntamento più
facile e divertente che possiate trovare in città.
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SAUNA APOCALIXE
Prossimamente in zona Piazza Garibaldi la
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piani, con sauna finlandese, bagno turco, grotta
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Info: 081 5543298 Enzo 333 9467202
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gennaio 2011 · PRIDE
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FIST PARTY
VEN 07/01 DALLE 22.00
DOM 16/01 DALLE 15.00
DILDOS PARTY
VEN 14/01 DALLE 22.00
TOTAL NAKED PARTY
VEN 21/01 DALLE 22.00
MASKED PARTY
MER 05/01 DALLE 22.00
VEN 28/01 DALLE 22.00
FIRE OFF
FIRE ZONE SPEGNE LE LUCI
TUTTI I LUNEDÌ DALLE 22.00
NAKED PARTY
TUTTI I SABATI DALLE 22.00
VIA NAPO TORRIANI 12
(STAZIONE CENTRALE)
MIILANO - TEL.0266985060
PRIDE · gennaio 2011
71
DOVE & COSA
Locali e discoteche
Dove & Cosa
www.prideonline.it
ANCONA
Locali e discoteche
Pensiero Stupendo
Via Montignano 3, Castel Colonna (AN)
ven.–sab. e prefestivi 23:00–04:00
tel. 347 0779266, 347 4758758
www.pensierostupendo.net
Saune
Velluto
S.S. Adriatica Sud 184, Marzocca (AN)
dom. lun e gio. 15:00–24:00, ven.
15:00–01:00, sab. 15:00–02:00
chiuso martedì e mercoledì
www.saunavelluto.it
ASTI
Locali e discoteche
Boschetto Bar
viale Partigiani 34
tel. 0141 352471, 347 5811687
Ristoranti
Trattoria Anita
via al Luio 60, Alzano Lombardo (BG)
chiuso lunedì e martedì a pranzo
tel. 035 521830
Saune
The City Sauna
via della Clementina 8
tel. 035 240418
www.thecitysauna.com
Shop
BARI
Center Fantasy sex shop
via Manzù 3/d, Curno (BG)
tel. 035 614111
www.centerfantasy.it
Associazioni
Altro
Between Project
tel. 346 1674512
www.betweenproject.com
Kabum Pride Village Associazione
Promozione Pari Opportunità
tel. 348 6104584
www.lefateignoranti.fan-club.it
Comotti Gomme
via Giovanni XXIII 1, Azzano S. Paolo
(BG)
sconti per i lettori di Pride
tel. 035 532110
[email protected]
Locali e discoteche
El Merendero Disco
SS 100 uscita Adelfia, Rutigliano (BA)
www.elmerenderodisco.it
Makumba Gay Pride
c/o Heineken Disco Pub
via G. Pastore km 1.100, Gioia del Colle
(BA)
one night gay ogni primo e terzo sabato
tel. 347 3670135
www.gaybari.it
North Wind Disco Pub
via Giannone 18 (zona campus)
21:00–4:00, chiuso lunedì
tel. 080 5580028
www.nordwinddiscopub.eu.com
NovantaGradi Events, iniziative del
gruppo e sulla movida gay pugliese
tel. 340 3523807, 347 5053583
www.novantagradievents.com
Saune
Millennium Bath
via Adriatico 13
mar.–ven. 15:30–23:00, sab.–dom.
15:30–24:00, chiuso lunedì
tel 080 5342530
www.millenniumbath.com
BERGAMO
Locali e discoteche
Divina Fashion Bar
borgo Santa Caterina 1
19.00–2.00, chiuso domenica e lunedì
www.bardivina.it
Get Up Club
via Bianzana 46
72
tel 349 5525092
www.discogetup.com
Mamo’s Bar
via Baschenis 13/a
dalle 17:00, chiuso lunedì
tel. 035 270014
www.mamos.it
BOLOGNA
Associazioni
AGEDO Bologna
c/o Arcigay Il Cassero
tel. 338 1869101
www.agedo.org
Arcigay nazionale
via Don Minzoni 18
tel. 051 6493055
www.arcigay.it
Comitato provinciale Arcigay Il
Cassero
via Don Minzoni 18
tel. 051 6494416
www.cassero.it
Bart
via Polese 47/a
tel. 051 243998
www.bartclub.net
Cruising Club 69
via De’ Carracci 69
tel. 349 4702213
Easy Staff
stagione invernale c/o La Scuderia
piazza Verdi 9
one night venerdì 22:00–04:00
www.gaybologna.com
Blitz Disco Dinner
one night sabato con cena, drag show
e disco
via Circonvallazione Nord 147, Bazzano
(BO)
dalle 21:00
tel. 338 1459580
Ganesh
via Polese 47/c
19:00–03:00
tel. 051 5877771
Movida Club
via S. Felice 6/b
lun.–dom. 22:00–04:00
tel. 051/232507
www.cruisingmovida.com
Red Club
via del Tipografo 2
dalle 23:00 venerdì e sabato
tel. 051 6011241
www.discoredclub.com
Ristoranti
Trattoria Papa Re
piazza Unità 6
chiuso domenica
tel. 051 356120
Saune
Black Sauna
via del Tipografo 2
14:00–02:00, ven.–sab. 14:00–03:00
chiuso martedì
tel. 051 6011241
www.blacksauna.com
Cosmos Sauna
via Boldrini 22
Steam
via Ferrarese 22/i
dalle 14:00
tel. 051 363953
www.steamsauna.it
Shop
Igor Libreria
via S. Petronio Vecchio 3
tel. 051 229466
www.facebook.com/igor.libreria
La Boutique dell’Eros
via Polese 32
tel. 051 4070551
www.laboutiquedelleros.it
Robintur – Felsina Viaggi
via Guerrazzi 19/e
tel. 051 235181
www.robintur.it
BOLZANO
Hotel
Alpin Garden Wellness Resort, 5 stelle
via J. Skasa 68, Ortisei (BZ)
tel. 0471 796021, fax 0471 796601
www.alpingarden.com
Locali e discoteche
Bossanova Pub
via Cappuccini 8/a
tel. 347 4575846
The First disco
c/o Paparazzi discotheque & pub, via
Galvani 39
one night sabato
tel. 333 6071630
www.thefirstdisco.it
Saune
Exit sauna wellness
via Visitazione 2/Mariaheimweg 2
mar. gio. ven. 18:00–24:00, sab. dom.
14:00–24:00, chiuso lunedì
www.sauna-exit.it
BRESCIA
Locali e discoteche
Art Club
via Mella 4, Desenzano del Garda (BS)
www.artclubdisco.com
Antico Borgo (dalla Giò)
via Borgo Trento 38
Circolo Le Visionnaire
concerti live, proiezioni, esposizioni
contrada Carmine 10/c
18:00–01:00 da lunedì a sabato
www.levisionnaire.info
Big Mama’s
via Mapella 7, Lonato (BS)
tel. 347 2563585, 347 1509452
www.bigmamas.it
DayBar
viale Europa 45/m, Montichiari (BS)
www.daybar.it
Factory Disco
c/o Parking Centro Commerciale
Italmark
via Padana superiore 171, Ospitaletto
(BS)
tel. 338 7460610, 328 4828471
www.factorydisco.it
Le Chic, lounge music bar
via del Palazzo 1, Montirone (BS)
mar.–dom. 19:00–02:00
tel. 349 5401850
Living Room Bar
via E. Ferri 31
tel. 030 2310939
lun. 07:30–15:00, mar.–ven. 07:30–
01:00, sab. 17:00–02:00, dom. chiuso
Out Limits
via U. Foscolo 2, Paderno Franciacorta
(BS)
22:30–05:00 venerdì e sabato
tel. 335 8775189
www.outlimits.it
Re Desiderio Pub
vicolo Lungo 11
www.redesiderio.com
Sisì pub
piazza Duomo 13/a, Desenzano del
Garda (BS)
tel. 030 9140085
lun.–sab. 21:00–02:00, dom. 18:00–
02:00, chiuso primo lun. e mar. del mese
www.sisipub.com
Trap
via Castagna 55
venerdì e sabato
tel. 340 6857585
www.trapmad.it
Saune
Splash Club
via Faustinella 1, Desenzano del Garda
(BS)
lun.–ven. 15:00–01:00, sab. 15:00–
02:00, dom. 14:00–24:00
tel. 030 9142299
www.splashclub.it
Shop
Sexy Shop C’est La Vie
viale Marconi 130, Desenzano del Garda
(BS)
aperto tutti i giorni
tel. 030 9911784
Altro
Lucas Kazan Production
produzione film hard
via del Molin 45/f, Desenzano del Garda
(BS)
tel. 333 2017811
www.lucaskazan.com
BRINDISI
Hotel
B&B Lune Saracene
strada Provinciale 28, OstuniFrancavilla km 13, S. Michele Salentino
tel. 0831 966294
www.lunesaracene.it
Gruppi sportivi
Bogasport asd
Volley, basket, calcetto e tennis
Vieni a giocare con noi!
tel. 338 1083693
[email protected]
www.bogasport.it
Gruppo Pesce
c/o piscina Vandelli via di Corticella
180/4
allenamenti mar. e ven. 19:30–20:20
(primo turno) 20:20–21:10 (secondo
turno)
tel. 329 4547793
Hotel
I Portici Hotel, 4 stelle
via Indipendenza 69
tel. 051 42185
www.iporticihotel.com
gennaio 2011 · PRIDE
DOVE & COSA
Pietrefitte B&B
contrada Pascarosa SP14 Ostuni/
Martina Franca
tel. 0831 330778, 348 0446507
www.pietrefitte.com
CAGLIARI
Locali e discoteche
Go Fish
via G.B. Venturi 12/14
giovedì e sabato
tel. 070 45453169, 348 5876314
www.go-fish.it
Il Fico d’India
lungomare Poetto
tel. 070 380936
Rainbow Café
via Rossini 16 angolo via Verdi
tel. 347 6078384
Altro
Il Delfino club, agenzia relazionale per
gay e lesbiche (su appuntamento)
via Bonaria 66
tel. 331 5262754
www.agenziaildelfino.com
CASERTA
Ristoranti
Taverna La Napoli Popolare
viale degli Ulivi, Pinetamare (CE)
tel. 081 5094144, 339 1221381, 331
9390916, 393 6748577
CATANIA
Associazioni
KALON associazione culturale glbte
Tel. 393 6711629
www.kalonglbte.it
Hotel
B&B Crispi Rooms
via Francesco Crispi 15, 1° piano
tel./fax 095 532548
www.crispirooms.com
Neva Caffè
piazza San Francesco 4/5
07:00–03:00
tel. 095 315545
Saune
Terme di Achille
via Tezzano 13
da mar.a dom. 14:00–24:00, sab. no stop
t. 095 7463543, 333/4305708
www.termediachille.com
Sauna Mykonos
via Platamone 20
da mar. a dom. 16:00–23:00
tel. 095 531355
www.saunamykonos.it
COMO
Ristoranti
Risoamaro
via Milano (Mariano Comense)
chiuso domenica
tel. 031 750997
www.risoamaro.it
COSENZA
Altro
Libreria Domus Universitaria
corso Italia 74-84
tel. 0984 36910
CREMONA
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay La Rocca
via Speciano 4 (presso ARCI)
www.arcigaycremona.it
La Goccia, gay credenti
via De Berenzani 18/c
tel. 0372 471622, 347 4116736
Locali e discoteche
Notte Praga
viale Po 129/d
one night sabato 23:00–04:00
t. 0372 410798, 349 3763150
www.nottepraga.com
FIRENZE
Tre Vie Style Apartment
via Santa Barbara
tel. 347 8388791
[email protected]
www.3vie.eu
B&B Four rooms
via Monserrato 9
tel. 095 448239, 348 3243872
www.4roomshotel.com
Hotel Villa Romeo, 3 stelle
via Platamone 8
tel. 095 534714
www.hotelvillaromeo.it
Locali e discoteche
Codice Rosso cruising bar
via Conte Ruggero 48
tel. 340 9076099
www.ilcodicerosso.com
Diva Club
viale Kennedy 80, Lidi Playa
tel. 349 2693745, 347 9548021
Le Capannine
viale Kennedy 93, Lidi Playa, Stradella
Capannine
tel. 349 2693745
one night venerdì
www.cristinagarofalo.it
Pegaso’s Circus
viale Kennedy 80, Lidi Playa
one night sabato e prefestivi
tel. 095 7357268, 348 3534116
www.pegasos.it
Ristoranti
PRIDE · gennaio 2011
Hotel
Medici Hotel, 2 stelle
via de’ Medici 6
tel. 055 284818
www.hotelmedici.it
Pensione Matilde
via Nazionale 17
tel. 055 2690935, 392 9127871
www.pensionematilde.eu
Locali e discoteche
Crisco club, gay disco - cruising bar
via San Egidio 43/r
tel. 055 2480580
aperto dalle 22:00, chiuso dom. e mar.
www.criscoclub.com
Fabrik cruising bar
via del Lavoro 19 zona ind. Fibbiana,
Calenzano (FI)
mar.–dom. dalle 22:00
tel. 349 8906645
www.fabrikfirenze.it
Hard Bar 85
via Guelfa 85 rosso
tel. 055 2645461
www.hardbar85.it
Piccolo Café
borgo Santa Croce 23/r
tel. 055 2001057
Tabasco Disco Gay
piazza Santa Cecilia 3
055 213000
www.tabascogay.it
Y.A.G. B@R
via de’ Macci 8r
tel. 055 2469022
www.yagbar.com
Saune
Florence Baths
via Guelfa 93 rosso
tel. 055 216050
www.florencebaths.eu
Altro
Extro, parrucchieri
via di Avane 58, Empoli (FI)
tel. 0571 82007
FORLÌ - CESENA
Hotel
Villaggio Camping delle Rose
via Nazionale Adriatica 29, Gatteo a
Mare (FC)
tel. 0547 86213
www.villaggiorose.com
Locali e discoteche
Exarea Café
viale Gramsci 81
one night giovedì dalle 21:00 alle 24:00,
domenica aperitivo con drag show dalle
19:00 alle 22:00
tel. 338 5652490
www.myspace.com/exarea81
GENOVA
Locali e discoteche
Aqua Club Bar (presso la sauna)
aperto ven.–sab. 21:30–02:00
Virgo Discoclub
via Carzino 13 rosso
tel. 347 8151451
www.virgoclub.com
Saune
Aqua Club
salita Salvatore Viale 15/r
dom.–lun., mer.–gio. 15:00–21:00
ven.–sab. 15:00–24:00
chiuso martedì
tel. 010 5533098
GROSSETO
Associazioni
Friendly Maremma
www. friendlymaremma.it
LECCO
Ristoranti
Ristorante Sanmauro
via De Gasperi 82 (Casatenovo)
tel. 039 9202601
www.sanmauroweb.it
LUCCA
Associazioni
Friendly Versilia
Tel. 199 443686 (infoline)
www.friendlyversilia.it
Hotel
B&B La Mimosa
via Pisana 66
tel. 0583 583121
www.bblamimosa.it/lgbt.html
B&B Las Dunas
via Alfano 20/b, Torre del Lago (LU)
tel. 348 9173963
www.lasdunasbeb.com
B&B Libano
via Tabarro 23, Torre del Lago (LU)
tel. 335 5955290
www.bedandbreakfast-libano.it
Locali e discoteche
Adagio
viale Europa 9, Torre del Lago (LU)
12–notte
tel. 392 9232446
www.adagiolounge.com
Stupid!A
viale Europa 1, Torre del Lago (LU)
tel. 0584 350976
www.stupida.tv
Frau Disco
viale Europa, Torre del Lago (LU)
tel. 0584 342282
www.fraumarleen.com
G-Live
via Casola, Marina di Massa (LU)
tel. 392 9618819
www.glive.eu
Mama Beach
viale Europa a 100 m dal Mama Mia,
Torre del Lago (LU)
www.mamabeach.it
Mama Mia
viale Europa 5, Torre del Lago (LU)
tel. 345 1068618
www.mamamiadisco.com
Priscilla bar tabacchi
viale Europa, Torre del Lago (LU)
aperto tutto l’anno, Pride in
distribuzione
tel. 0584 341804
www.priscillacaffe.it
Reset Disco (ex The H.U.B.)
c/o Casina Rossa
via di Poggio 29
Ponte San Pietro (LU)
one night venerdì
tel. 348 0076165
www.resetdisco.com
Ristoranti
Buddy
Fast Food – Caffè –Ristorante
viale Europa, 9
Torre del Lago (LU)
tel. 346 9952338
www.buddyhouse.it
Bigodini
venerdi e sabato cena e drag show
c/o Buddy
Viale Europa, 9
Torre del Lago (LU)
dalle 21:00
tel. 346 9952338
www.bigodiniristorante.it
MANTOVA
Shop
Etnoambienti, mobili etnici
via Lonato 4, Castiglione delle Stiviere
(MN)
chiuso lunedì mattina
tel. 0376 638007, 339 1118042
www.etnoambienti.it
MESSINA
Locali e discoteche
Shatulle Bar
piazza Palladini 4, Taormina (ME)
tel. 0942 23056
MILANO
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay CIG
Centro di Iniziativa Gay
via Bezzecca 3
lun.–ven. 15:00–20:00
tel. 02 54122225
Telefono amico gay: 20:00–23:00 lun.
mar. gio. ven. 02 541222227
www.arcigaymilano.org
AGEDO nazionale Associazione Genitori
Di Omosessuali
via Bezzecca 4
giov 14:00–17:30
tel. 02 54122211
www.agedo.org
ASA Associazione Solidarietà Aids
via Arena 25
tel. 02 58107084
www.asamilano.org
Gruppo del Guado, cristiani
omosessuali
via Soperga 36
tel. 392 6466944, 347 7345323
www.gaycristiani.it
VARCO - Rete Evangelica Fede e
Omosessualità
Gruppo GLBT valdese
73
DOVE & COSA
tel. 02 29000516
Thermas
via Bezzecca 9
tel. 02 5450355
dom.–gio. 12:00–24:00, ven.–sab.
12:00–01:00
www.thermasclub.com
Shop
c/o chiesa Valdese di Milano
via della Signora 6
http://gruppovarco.altervista.org
Gruppi Sportivi
Gruppo Pesce Milano
Non le solite vasche! Nuoto e
nuoto sincronizzato con il gruppo
SyncDifferent
tel. 340 5246398
www.gruppopesce.org,
[email protected]
Hotel
Hotel Charly, 2 stelle
via Settala 76
sconti ai lettori di Pride secondo
disponibilità (no periodi fiera)
tel. 02 2047190
www.hotelcharly.com
Hotel Garda, 3 stelle
via Napo Torriani 21
sconti ai lettori di Pride secondo
disponibilità (no periodi fiera)
tel. 02 66982626
www.hotelgardamilan.com
B&B Maggiolina
via Edolo 6
tel. 392 4994983
www.bbmaggiolina.it
Locali e discoteche
Afterline Club
via Sammartini 25
lun.–sab. dalle 22:00, domenica chiuso
tel. 02 36519232, 339 3876398
www.afterline.it
Barbarella club
c/o Shocking Club, bastioni di Porta
Nuova 12
one night sabato
www.barbarellaclub.com
Bomberos, disco-club
via Plezzo 16
tel. 366 3409812, 333 5987284
ven. 22:00–04:00:, sab. 23:00–05:00
www.discobomberos.com
Join the Gap by CIG
c/o Borgo del Tempo Perso, via Fabio
Massimo 36
one night domenica dalle 20:00
tel. 02 54122225
Cockette
tel. 345 4670794, 345 6054350
www.cocketteparty.com
Company Club
via Benadir 14
chiuso lunedì
tel. 02 2829481
www.companyclub.org
Cruising Canyon
74
via Paisiello 4
Depot cruising bar
via dei Valtorta 19
chiuso giovedì
tel. 02 28970999
www.depotmilano.com
Flexo
via Oropa 3
mar.–dom. dalle 21:00
tel. 02 26826709
www.flexoclub.it
Gasoline
via Bonnet 11
H.D.
via Caruso ang. via Tajani
lun.–mar. ven.–sab.
tel. 02 718990
Illumined cruising
via Napo Torriani 12
aperto 24 ore tutti i giorni
tel. 02 66985060
www.club-illumined.com
King
via Derna 19
chiuso martedì
tel. 346 1472861
www.kingmilano.com
K.O. Club
via Resegone 1
dom.–gio. 22:00–03:00, ven.–sab.
22:00–06:00,
tel. 339 7798450
www.koclubmilano.com
Le Maschere
via Maiocchi 1
10:30–2:00
tel. 02 20240176, 339 5621382
Mono
via Lecco 6
dj-set dopo le 23:00, chiuso lunedì
tel. 339 4810264, 347 4434228
www.myspace.com/monomilano
Next Groove Café
via Sammartini 23
10:00–02:00
tel. 339 2019933, 389 1073546
Nuova Idea
via De Gasperi 14, Corsico (MI)
gio. 23:00–03:00, sab. 21:30–04:00
Tel. 333 4816780
One way disco
via F. Cavallotti 204, Sesto S. Giovanni
(MI)
one night venerdì e sabato
tel. 02 2421341, 348 7424824
www.oneway.it
Pour Homme
c/o Magazzini Generali, via Pietrasanta
16
one night sabato, 23:30–05:00
tel. 333 6656658, 334 1178011
www.pourhomme.tv
Rhabar
alzaia Naviglio Grande 150
mer.–dom. 19:00–02:00
www.rhabar.it
Stacco
via Noto 10
one night gio. serata DQ con La Cesira
staff dalle 20:30
tel. 348 0435725, 333 2600608
www.lacesira.it
That’s all
c/o Black Hole, viale Umbria 118
one night venerdì
tel. 339 3632056, 388 7556380
www.thats-all.com
Transfer, disco-cruising
via Breda 158
tel. 393 3880515
[email protected]
X Club
via Sammartini 23
mer.–dom. dalle 21:00 fino al mattino
tel. 02 67070683, 328 7022099
www.xclubmilano.com
Ristoranti
Acqua e Farina
via dell’Artigianato 4 (Agrate Brianza)
tel. 039 6893022
www.acquaefarina.net
Cavallini
via Mauro Macchi 2
tel. 02 6693174
Grani e Braci
via Farini angolo via Ferrari
tel. 02 36637422
www.graniebraci.it
Saune
Alexander’s Club Sauna
via Pindaro 23
tutti i giorni 13:00–01:00
tel. 02 2550220
www.alexandersauna.net
Magic Sauna
via Maiocchi 8 (4°piano)
10:30–24:00, chiuso martedì
tel. 02 29406182
Metrò Milano Centrale
via Schiapparelli 1
12:00–24:00
tel. 02 66719089
www.metroclub.it
Metrò Milano Cimiano
via Oropa 3
mer.–dom. 14:00–21:00
t. 02 28510528
www.metroclub.it
Royal Hammam
via Plezzo 16
aperta tutti i giorni dalle 12:00
www.royalhammam.com
Terme di Milano
via Varese 4
Arconati 9, arte e cornici
via Arconati 9
tel. 02 54100035, 338 7246028
[email protected]
Babele libreria
v.le Regina Giovanna 24/b
lun. 15:00–19:30, mar.–sab. 10:30–19:30,
dom. 15:00–19:30
tel. 02 36561408
www.libreriababele.it
Bushido Sex Shop
via Andrea Doria 48/a
tel. 02 6693651
lun. 11:00–19:30, mar.–sab. 09:30–19:30
dom 09.30–13:00
www.bushidomilano.com
CanCan Paris à Milan, oggettistica e regali
via de Amicis 7
tel. 02 80502683
Imbarcogay Viaggi
corso di Porta Romana 128
tel. 02 36504844
www.imbarcogay.it
Internet Café
piazza Duca d’Aosta 14
lun.–ven. 08:00–24:00, sab.–dom.
09:00–24:00
www.gayromeo.com/internetcafemilano
La Milanottica
via Vitruvio 43
sconti per i lettori di Pride
tel. 02 6693723
Pier Open Space, libri, moda e
oggettistica
via Mortara angolo via Alessandria
lun. 14:00–19:00, mar.–sab. 10:00–19:30,
dom. 15:00–19:00, chiuso ultima dom.
del mese
tel. 02 89075230
www.pierpourhom.it
Studio Know How Entertainment sexy
shop, leather shop
via Antonio da Recanate 7
tel. 02 67391224
lun.–sab. 09:30–19:30
www.skhonlinemi.com
Altro
Massaggi rilassanti e terapeutici
antistress, shiatsu, watsu e sportivi
Armando Migliolaro, via Gluck 50
tel. 347 2364970
www.ilmassaggiatore.eu
Terapista del massaggio
Massaggi antistress, decontratturanti
e shiatsu. Depilazione corpo (anche
zone intime). Su appuntamento,
anche a domicilio.
via Elio Reguzzoni 9
tel. 345 2162929
[email protected]
Massaggiatore americano
Massaggio professionale
tel: 339 740 9383 (Joel)
[email protected]
Aquarosa, centro estetico
via Anfiteatro 6
lun.–sab. 09:00–21:00
tel. 02 36519654
Il Delfino club, agenzia relazionale per
gay e lesbiche (su appuntamento)
via Monte di Pietà 21
tel. 340 8789989
www.agenziaildelfino.com
Il Dito e la Luna, edizioni lesbiche, gay
e transgender
www.ilditoelaluna.com
L’altro martedì
c/o Radio Popolare FM 107.6
mar. dalle 22:40 alle 23:30 anche in
streaming
www.radiopopolare.it
MODENA
Locali e discoteche
Frozen
via Contrada 346
ogni martedì21:00–02:00
www.myspace.com/frozenitaly
Fusion Clubkfe
via Donzi 8
ogni giovedì 18:00–01:00
www.fusionclubkfe.com
Shop
Robintur – CTM
via Bacchini 15
tel. 059 2133601
www.robintur.it
NAPOLI
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay Antinoo
vico san Geronimo 17
lun.–ven. 17:00–21:00
tel./fax 081 5528815
www.arcigaynapoli.org
Ponti Sospesi, gay credenti
www.gruppopontisospesi.eu
Hotel
Casa vacanze La Casa dei Gigli
via Tribunali 339
tel. 320 0123663
[email protected]
Dolce sonno Morelli
via Domenico Morelli 49
tel. 081 2452291, 338 3576314
Locali e discoteche
Depot
via della Veterinaria 72
mar.–sab. dalle 21:00, dom. 15:00–03:00
tel. 081 7809578
www.depotnapoli.com
Macho Lato, disco-cruising-lounge club
via Abate Minichini 62
tel. 320 1994834, 328 3093182,
081/7803062
lun.–dom. dalle 22:00
www.macholato.it
Redmoon Disco
Centro direzionale Isola A/7 (via Taddeo
da Sessa - Corso Meridionale)
giovedì serata “bear”
tel. 349 5943306
www.bearsofnaples.it
The Basement, cruising sex bar
via Atri 36b
ven.–dom. dalle 22:00, lun. dalle 18:00,
ogni seconda e ultima domenica del
mese dalle 15:00
tel. 081 19252174
www.thebasement.onlc.eu
Saune
Blu Angels Sauna
Centro direzionale Isola A/7 (via Taddeo
da Sessa - Corso Meridionale)
tutti i giorni 14:00–22:00
tel. 081 5625298
www. saunabluangels.com
Altro
Freelovers, organizzazione serate
tel. 392 6391100
www.freelovers.it
Napoligaypress, gay news blog a
gennaio 2011 · PRIDE
DOVE & COSA
Napoli e in Campania
www.napoligaypress.it
Velenika, organizzazione serate
tel. 349 6748557
www.velenika.it
PADOVA
one night sabato
tel. 333 9060434, 348 4500418
www.block.it
Tiratardi Pub
via Palermo 20
tel. 347 7096771
www.tiratardi.it
Locali e discoteche
Saune
Anima bar
via Vicenza 15
21:00–02:00, chiuso martedì
Bertelli’s, wine bar
via Gritti 3
aperto tutti i giorni dalle 18:00
tel. 347 8809766
Café Bangkok
strada dei Colli 45
aperto tutti i giorni
tel. 340 8137773
Dancing queen
one night domenica c/o Flexo
Flexo Multiclub
via Turazza 19, int. 3
mer.–dom. festivi e prefestivi dalle
22:00
tel. 049 8074707, 339 7379579
www.flexoclub.it
Flexo Club, disco-bar-cruising
via Turazza 19
mer.–dom. dalle 22:00
tel. 049 8074707, 339 7379579
www.flexoclub.it
Hot Dog
via Turazza 19, scala A
lun.–sab. dalle 20:00, dom. e festivi
dalle 14:00
tel. 338 6665207
www.hot-dog-club.com
Officina cruising
via A. Volta 1/7, Limena (PD)
gio.–sab. 22:00–03:00
tel. 349 0941909
www.clubofficina.com
Perché no? café
via Manzoni 4
19:00–02:00, chiuso lunedì
Tel. 348 8246191
The Block
c/o Randy Disco, via Bernina 18
Metrò Club
via Turazza 19
tel. 049 8075828
14:00–02:00
www.metroclub.it
Altro
Agenzia LeiLeiLuiLui, agenzia
matrimoniale e relazionale
tel. 049 2050393, 349 0893495
www.agenzialuiluileilei.it
Tanti Lati Latitanti
c/o Radio Gamma 5 MHz 94,0
lun. dalle 19.30 alle 21.30 anche in
streaming
tel. (in diretta) 049 700700, 049 700838
www.radiogammacinque.it
PALERMO
Locali e discoteche
Exit Bar
piazza S. Francesco di Paola 40
21:00–03:00 chiuso martedì
tel. 091 6111990, 348 7814698
www.exitdrinks.com
Gatto Nero, disco-pub
via rua Formaggi 15
one night mar. 22:30–2:30
I grilli bar
largo Cavalieri di Malta 11
Shop
AltroQuando libreria
via Vittorio Emanuele 143
tel. 091 6114732
www.altroquando.org
Altro
Associazione Stanze al Genio
Casa-museo con esposizione
permanente di mattonelle antiche e
collezionismo vario
via Garibaldi 11
tel. 340 0971561
[email protected]
www.stanzealgenio.it
PARMA
Locali e discoteche
Disco Andromeda
via Gramsci 5, Soragna (PR)
sabato e prefestivi dalle 22:00
tel. 0524 597204
Le Male Club
via Monte Sporno 18, Alberi (PR)
tel. 347 1556550
PERUGIA
Shop
Castro Market
9:30–19:00 da lunedì a venerdì
tel. 800 993305 (info e ordini), 075
8583526 (da cell.)
www.castromarket.it
Altro
Ermes, agenzia matrimoniale per
altrosessuali (su appuntamento)
via Luigi Catanelli 12
tel. 075 6211461, 377 2469784, 377
2463451
www.agenziaermes.com
PESARO - URBINO
Shop
Sexy Moon sex shop
via Nazionale Adriatica 21/23, Gabicce
Mare (PU)
tel./fax 0541 953608
www.sexyromagna.com
PESCARA
Saune
Rainbow Thermas
viale Europa 10, Montesilvano (PE)
tel. 392 3459549, 340 7708324
dom.–ven. 15:00–02:00, sab. orario
continuato
www.rainbowclubthermas.com
Locali e discoteche
Phoenix
via Caravaggio 109
mer.–dom.
tel. 085 73689, 338 5252134
www.phoenixclub.it
PIACENZA
Locali e discoteche
Bar Colors
via Mossotti 10
tel. 050 500248
www.colors.fm
CATCH! Cruising Club
via della Canapiglia 15
Migliarino Pisano (PI)
tel. 050 843466
www.catchclub.it
RMX
c/o Dress Code, via di Gello 175
Località Le Melorie - Ponsacco (PI)
tel. 345 1347346
www.rmxdisco.it
Saune
Siesta Club 77
via Porta a Mare 26
dom.–gio. 15:00–24:00, ven.–sab.
15:00–01:00
tel. 050 2200146
Locali e discoteche
Altro
Chikos, discoclub
via dell’Aguzzafame 87
tel. 335 8775189, 0523 497050
sab. 22:30–05:00
www.chikos.it
Movie disco
via Dante Alighieri 9, Monticelli d’Ongina
(PC)
tel. 349 6764924, 328 4822132
Gay.it S.p.A.
via Ravizza 22/f
www.gay.it
Out Travel, agenzia viaggi
tel. 800 131011, 050 3155555
www.outtravel.it
Altro
Heaven Club
via Friuli 16, Fontanafredda (PD)
mar.–sab. 22:00–04:00, chiuso
dom.–lun.
tel. 0434 999828
www.heavenclub.it
Nirvana Studio, per il tuo benessere
psicofisico
piazza Casalino 6, Fiorenzuola d’Arda
(PC)
tel. 380 5478212
www.gianantoniocorna.it
PORDENONE
Locali e discoteche
Art Livingston café/ristopub
via Marabina 239, Lido di Dante (RA)
dalle 9:00 all’alba
Hotel
Zeus
via Vivaldi 66, Lido di Classe (RA)
tel. 0544 939172
www.zeushotel.it
Locali e discoteche
Calipsho, bar gelateria
via M. Polo 22, Lido di Classe (RA)
tel. 0544 939234
Shop
Cactus Sex Shop
viale da Verrazzano 24, Lido di Classe
(RA)
tel. 0544 948207
www.sexyromagna.com
¿Why Not? Sex Shop
Via Circ.ne al Molino 74/a
tel. 0544 39308
www.sexyromagna.com
REGGIO EMILIA
Locali e discoteche
Planet Café
via Guido Da Castello 13/d
one night martedì
tel. 0522 436660
RIETI
Altro
Ermes, agenzia matrimoniale per
altrosessuali (su appuntamento)
via Giuseppe Garibaldi 252
tel. 393 1552725
www.agenziaermes.com
RAVENNA
RIMINI
PISA
Ristoranti
Hotel
Associazioni
Blu Bar
viale Da Verrazzano 30
chiuso lunedì, estate sempre aperto
tel. 333 2420334
B&B Casa Madana
via Giumbo 26/a
www.casamadana.com
Comitato provinciale Arcigay Pride!
via San Lorenzo 38
tel. 050 555 618
PRIDE · gennaio 2011
www.arcigaypisa.it
Locali e discoteche
75
DOVE & COSA
via Mecenate 59/a
14:00–23:00 tutti i giorni
tel. 06 4825389
www.apollionsauna.com
Europa Multiclub
via Aureliana 40
tel. 06 4823650
www.gaysaune.it
Mediterraneo Sauna
via Pasquale Villari 3
13:00–23:00 tutti i giorni
tel. 06 77205934
www.saunamediterraneo.it
Terme di Roma
via Persio 4
tel. 06 7184378
Shop
www.agenziaildelfino.com
Ermes, agenzia matrimoniale per
altrosessuali (su appuntamento)
uffici zona via Tiburtina (metro stazione
Tiburtina)
tel. 349 5924298
www.agenziaermes.com
SASSARI
Associazioni
MOS Movimento Omosessuale Sardo
via Rockfeller 16/c
tel. 079 219024
www.movimentomosessualesardo.org
SIRACUSA
Locali e discoteche
Souvenir, books, gadgets, fashion, toys
via S. Giovanni in Laterano 26
tutti i giorni dalle 12:00 alle 24:00
tel. 06 97845755
www.souvenirsouvenir.eu
Classic Club, discoteca
via Feleto 11
tel. 0541 7311134
www.clubclassic.net
Enigma Labirint Club
via Ausa 173, Coriano (RN)
mer. e ven.–dom. 21:30–04:00
tel. 0541 729401
www.enigmalabirintclub.com
Fuera
piazzale Gondar 1, Bellariva (RN)
tutti i giorni dalle 21:00, martedì drag
queen show
tel. 338 4655512
www.fuera.it
ROMA
Associazioni
AGEDO Roma
c/o Circolo Mario Mieli
lunedì 17:00–19:00
tel. 06 5413985
www.agedo.roma.it
Circolo di Cultura Omosessuale Mario
Mieli
via Efeso 2/a
tel. 06 5413985
www.mariomieli.org
Comitato provinciale Arcigay Gruppo
ORA
via N. Zabaglia 14
mer. Welcome Group 19:00–21:00, ven.
Gruppo Giovani 19:00–21:00
tel. 06 64501102
www.arcigayroma.it
Gay Help Line, consulenza legale,
psicologica, medica, info su locali ed
associazioni glbt
lun. mar. gio. ven. 16:00–20:00
tel. 800 713 713 (gratuito anche da cell.)
www.gayhelpline.it
R.E.F.O. rete evangelica fede e
omosessualità
c/o chiesa valdese di piazza Cavour
www.refo.it
Hotel
B&B Gaspare
via Balilla 16
tel. 328 8333486, 328 3631863
[email protected]
www.bbgaspare.com
Hotel Derby, 3 stelle
via Vigna Pozzi 7
tel. 06 5136978
www.hotelderby.it
B&B Frutta e Verdura
via Vibio Sequestre 20
t. 347 2446721
www.fruttaeverdura.roma.it
76
Second Floor Colosseo
via San Giovanni in Laterano 10
Tel. 06 96049256, 333 4118620
www.2floor.it
Locali e discoteche
Alibi
via Monte Testaccio 39/44
mer.–sab.
tel. 06 5743448
Amigdala
secondo e quarto ven. del mese c/o
Rising Love, via delle Conce 14
tel. 392 0929671
www.amigdalaqueer.it
Circolo degli Artisti
via Casilina Vecchia 42
one night Omogenic ogni ven. dalle
23:00
tel. 06 70305684
www.circoloartisti.it
Coming Out Pub
via S. Giovanni in Laterano 8
tel. 06 7009871
www.comingout.it
Eagle Club
via Placido Zurla 68
tutti i giorni dalle 22.30
www.eagleclubroma.com
Frequency
via Enea 34
ven. e dom. dalle 15:00
tel. 340 6939719
www.thefrequency.it
Frutta e Verdura
c/o Studio 69, via Monte Testaccio 94
after hour dom. e festivi dalle 04:30
tel. 347 8797063
Garbo
vicolo Santa Margherita 1/a (Trastevere)
chiuso lunedì
tel. 06 5812766
Gate
via Tuscolana 380
tutti i giorni 14:00–21:00
tel. 340 6939719, 347 6123752, 06
7840335
www.gateroma.it
Glamdala
c/o Lanificio 159, via di Pietralata 159/a
ogni terzo sabato del mese
tel. 392 0929671
www.amigdalaqueer.it
Hangar Disco Bar
via in Selci 69
chiuso martedì
tel. 06 48813971
www.hangaronline.it
Il Diavolo Dentro
largo Itri 23/24
lun.–gio. 16:00–20:00, ven.–sab.
22:00–04:00, chiuso dom.
tel. 392 3388267
www.ildiavolodentro.com
K Men’s Club
via Amato Amati 6/8
22:30–04:00, chiuso lunedì
tel. 06 21701268, 349 5876731
My bar
via S. Giovanni in Laterano 12
09:00–02:00
tel. 06 7004425
www.anfiteatro-mybar.com
Muccassassina
c/o Qube, via di Portonaccio 212
one night venerdì
www.muccassassina.com
Skyline Bar
via Pontremoli 36
22:30–03:00, ven.–sab. 22:30–04:00,
dom. 17:00–03:00
tel. 06 7009431
www.skylineclub.it
Ristoranti
Ristorante Cinese Città in Fiore
via Cavour 273
tel. 06 4824874
Taverna Edoardo II
vicolo Margana 14
chiuso martedì
tel. 06 69942419
www.edoardosecondo.com
Pani’s Restaurant
via Laurentina 62/a
da mar. a sab. la sera, dom. a pranzo
tel. 06 5408949
www.panisrestaurant.it
Saune
Apollion Sauna
Libreria Caffetteria Biblios Café
via del Consiglio Regionale 11
tel. 093 121491, 347 7908092
www.biblios-cafe.it
TARANTO
Box Sex Store
via delle Mimose 65/67
tel. 06 2312679
Edizioni Libreria Croce
via Noto 23
tel. 06 4746780
www.edizionicroce.com
Icecream Bears, dolci artigianali
via S. Giovanni in Laterano 120
tel. 06 97997028
www.myspace.com/icecreambears
Imbarcogay, agenzia viaggi
via L. Vanvitelli 33
tel. 06 5743912
www.imbarcogay.it
Internet Café
via Cavour 213
09:00–01:00
Non Solo Capelli
Largo Giovanni Ansaldo 6-7
tel. 06 5139600
Quiiky, tour operator gay
via della Consulta 52
tel. 800 030109, 06 45595886
www.quiiky.com
Studio Know How
sexy shop, oggettistica, DVD
via S. Gallicano 13 (Trastevere)
mar.–sab. 10:00–20:00
tel. 06 58335692, fax 06 58390427
Altro
Il Delfino club, agenzia relazionale per
gay e lesbiche (su appuntamento)
via Lima 7
tel. 327 1437119
Locali e discoteche
Cocomero’s
viale Jonio 160, S. Vito (TA)
tel. 099 4002795, 348 5416059
www.cocomerosclub.com
TORINO
Associazioni
Circolo culturale glbt Maurice
via Stampatori 10-12
tel. 011 5211116
tel. Linea amica ConTatto 011 5211132
lun.–ven. 19:00–21:00 sab. 15:00–17:00
www.mauriceglbt.org
Fondazione Sandro Penna
via Santa Chiara 1
tel. 011 5212033
www.fondazionesandropenna.it
Locali e discoteche
Caffè Leri
corso Vittorio Emanuele II 64
chiuso lunedì
tel. 011 543075
www.caffeleri.it
Extreme
via San Massimo 31
tel. 392 7132209
www.myspace.com/extremecafe
Les Folies Scandal
c/o Life, corso Massimo D’Azeglio 3
one night sabato dalle 23:30
tel. 347 5811687
www.lesfoliescandal.it
Metropolis
via Principessa Clotilde 82
gennaio 2011 · PRIDE
DOVE & COSA
via Santa Maria Maddalena 18
chiuso sabato mattina
tel. 0332 811310
Saune
CONFORTEVOLE • DISCRETO • ORIGINALE
New Flug Sauna
strada Paradisera 58, Gallarate (VA)
dom.–ven. dalle 15:00 alle 24:00
chiuso sabato
tel. 0331 245959, 347 2362437
www.newflug.org
VENEZIA
Hotel
B&B Fujiyama
Solo camere per non fumatori
calle Lunga San Barnaba 2727A,
Dorsoduro
tel. 041 7241042, fax 041 2771969
www.bedandbreakfast-fujiyama.it
OFFERTE
SPECIALI PER I LETTORI DI
ED UN SIMPATICO REGALO
PRIDE
VIA VIGNA POZZI, 7 (LARGO 7 CHIESE)
GARBATELLA 00145 ROMA
TEL. 06.51.34.955-06.51.36.978 FAX 06.51.20.059
[email protected]
WWW.HOTELDERBY.IT
one night al sabato
tel. 011 484116
Queever
c/o La Gare, via Sacchi 65
one night domenica dalle 20:00
www.queever.it
Shortbus, libreria-cocktail café culturale
v. Gaudenzio Ferrari 5/i
mar.–sab. 18:30–02:30
tel. 011 2763987
www.shortbuscafe.it
Tunnel Club, cruising
via Sordevolo 7/b
mar.–gio. 21:00–02:00, ven.21:00–
04:00, sab. 21:00–06:00, dom. 15:00–
02:00 chiuso lunedì
tel. 345 5948018
XXX Cruising bar
via Messina 5/d
naked party mar. 20:00–02:00 e sab.
22:00–06:00
tel. 011 284263
www.011saunaclub.it
Zi’ Barba Ristovineria
via Pellico 13/e
18:00–02:00
tel. 011 658391
www.zibarba.com
Saune
011 Sauna
via Messina 5/d
lun.–ven. 14:00–02:00, sab. 14:00–
06:00 dom. e fest. 14:00–01:00
tel. 011 284263
www.011saunaclub.it
Garage Club
corso Stati Uniti 35
tutti i giorni 14:00 –02:00
tel. 346 3006612
www.garageclub.it
Shop
Semplicemente Chic!
Boutique-studio per la cura
dell’immagine
via F.lli Calandra 6/a
tel. 011 8197862
www.semplicementechic.com
PRIDE · gennaio 2011
Artifex, stile & design
via Nizza 32
mar.–sab. 10:30–13:00, 15:30–19:30
tel. 011 5361527
www.artifextorino.com
Legrenzi Rooms
123456 78 9
Calle Legrenzi
30171 Mestre (Venezia)
tel. (+39) 041 5044145
fax (+39) 041 5041165
www.legrenzirooms.com
B&B La Venise
via Dante 107, Mestre (VE)
tel. 348 7751836
www.lavenise.it
Glitter, disco-cruising bar
via delle Macchine 41/43, Marghera (VE)
tel. 346 2113085, 338 6677997
www.glitterdisco.com
Saune
Il Delfino club, agenzia relazionale per
gay e lesbiche
via San Francesco d’Assisi 22
tel. 340 8789989
www.agenziaildelfino.com
Metrò Venezia
via Cappuccina 82/b, Mestre (VE)
14:00–02:00, ven.–sab. 14:00–03:00
tel. 041 5384299
www.metroclub.it
Locali e discoteche
Gold
via L. da Vinci 4, Godega S. Urbano (TV)
one night sabato
tel. 334 3165316
www.discogold.it
UDINE
Locali e discoteche
Pabitele
via Fiume 13
one night mercoledì dalle 21:30
VARESE
Locali e discoteche
Zsa Zsa
via Orrigoni 7
tel. 349 1734234 (info/liste), 346 2211545
www.zsazsa.it
Ristoranti
Ristorante del pesce La Posada
via Rodari 18
10:00–15:00 e 17:00–02:00, tutti i giorni
tel. 0332 812650
www.ristoranteposadavarese.com
Quattrocento
Al Braciere
via Adigetto 6/a
tel. 045 597249
Saune
The City Sauna
via Giolfino 12
14:00–02:00
tel. 045 520009
Shop
Sexy Shop Prima o Poi
corso Milano 51
tel. 045 8187000
Sexy Shop Secret Paradise
via XX Settembre 43, Cavalcaselle SS.
11 (VR)
tel. 045 6402471
Altro
I Max
Parrucchieri e truccatori
via Monte Ortigara 12 Bussolengo (VR)
tel. e fax 045 6701077
www.imaxparrucchieri.it
Imbarco Immediato, associazione
gaylesbica Ticino
via Colombi 1, Bellinzona
tel. 0041 (0) 798498717
www.imbarcoimmediato.ch
Locali e discoteche
The Oc, lounge bar
Strada Cantonale
Magliasina di Pura
aperto dalle 17
chiuso lunedì
tel. 0041 916065157
Saune
Gothic
vicolo Vecchio 3, (Massagno)
lun.–gio. e dom. 14:00–23:00,
ven.–sab. e prefestivi 14:00–01:00
t. 0041 91 9675051
www.gothicsauna.ch
Hotel
Lugano guesthouse
via Tesserete 7, (Massagno), vicino alla
Gothic sauna (dove vi sarà consegnata
la chiave)
t. 0041 91 9676077
www.gothicsauna.net/ita/guesthouse.
html
VICENZA
Associazioni
Associazione “La parola”
Gruppo gay credenti
martedì 20:30–23:00
tel. 347 4920873
[email protected]
Aletheia, associazione glbt
circoscrizione 6, via Thaon de Revel 44
incontri mer. dalle 20:30
tel. 333 2912035
www.gruppoaletheia.it
Altro
Erre studio’s, parrucchieri
rampa Cavalcavia 17, Mestre (VE)
mar.-sab. 09:00–18:00, no prenotazione
tel. 041 5314679
VERONA
Hotel
Saune
Hobby One Club
via L.da Vinci 4, Godega S. Urbano (TV)
chiuso lunedì
tel. 0438 388256
www.hobbyone.it
Ristoranti
SVIZZERA - LUGANO
Associazioni
Locali e discoteche
Altro
TREVISO
via Fontanella 28, S. Bonifacio (VR)
tel. 045 7612587, 338 2390848, 347
4200010
www.skylightdisco.com
Il Minotauro
A pochi km dal centro di Verona
ospitalità con formula bed and
breakfast – Massaggi biointegranti
tel. 338 3407227
[email protected]
B&B Casal dei Pazzi
tel. 045 597249, 347 8149538
Locali e discoteche
L’Église
via Santa Felicita 8
12:00–02:00, ristorante solo a pranzo
tel. 045 961178, 338 3907839
www.eglise.it
Luclà bar
via Bentegodi 4/a
lun.–ven. 07:00–02:00, sab.–dom.
18:00–02:00
tel. 345 2290250
www.luclacaffe.it
Romeo’s Disco Bar
via Giolfino 12
ven. sab. dom. disco dalle 23:00
tel. 335 7713380
www.romeosclub.it
Skylight
ESTERO
GERMANIA - BERLINO
Hotel
Art Hotel Connection
Fuggerstraße 33
tel. 0049 (30) 210218800
www.arthotel-connection.de
Per essere inseriti, a pagamento,
nella rubrica Dove & Cosa di
Pride contattare:
[email protected]
SPAGNA - BARCELLONA
Altro
Ermes, agenzia matrimoniale per
altrosessuali (su appuntamento)
calle Casp 51, at.7
tel. +39 075 6211461, +39 377 2463451,
+39 377 2469784
www.agenziaermes.com
SPAGNA - GRAN CANARIA
Hotel
Pasiòn Tropical
c/o Las Adelfas 6, Playa del Inglés, San
Agustìn
tel. 0034 928770131
www.pasion-tropical.com
Abbonatevi a Pride!
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SVIZZERA - LOCARNO
Locali e discoteche
Max Way Bar
via B. Rusca 34
chiuso domenica
tel. 0041 91 7512936
www.maxwaybar.ch
Su Dove & Cosa on line trovate
anche la lista completa dei circoli
politici Arcigay:
www.prideonline.it
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gennaio 2011 · PRIDE
PRIDE · gennaio 2011
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