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autobiografia e narrativa [modalità compatibilità]
Autobiografia e biografia narrativa: viaggio nelle memorie Felice chi, come Ulisse, ha fatto un lungo viaggio nello spazio e nel tempo, finisce per ritrovare il suo cuore e la sua ragione, e realizza finalmente la sua vera vita per se stesso. Jaochim du Bellay I ricordi sono il centro della nostra individualità. Quello che ciascuno di noi ricorda è diverso da ciò che ricorda chiunque altro, anche nel caso si tratti di esperienze in comune. Ognuno di noi ricorda eventi, fatti, emozioni e sentimenti, che rimangono racchiusi nello “scrigno” della nostra memoria e danno forma alla così detta “coscienza individuale”. Attingendo a questa risorsa si può creare una autobiografia che permette di dare voce a quei sintomi, a quei disagi , a quei malesseri che ci tengono ingabbiati dentro copioni perversi e pensieri disfunzionali, che ci precludono la realizzazione del nostro vero sé e di una vita sana e felice. “Fai attenzione a come pensi e a come parli, perché può trasformarsi nella profezia della tua vita” San Francesco Per una efficace analisi dei sintomi e dei disagi psicofisici, dopo aver acquisito le informazioni necessarie sul “linguaggio d’organo”, sulla valenza simbolica che è corrispondente all’organo colpito, al fine di procedere ad un ampliamento della propria coscienza, si risponda, seguendo le tappe indicate, alle domande della “scheda patobiografica”. (Franco Nanetti “Dialoghi tra psiche e soma. Fondamenti di antropoanalisi fenomenologica applicata” pag.206) Prima tappa: riconoscere il significato del sintomo fisico o comportamentale. Seconda tappa: identificare i rapporti tra inibizione emotiva e bisogno non manifestato. Terza tappa: identificare i vantaggi che derivano dalla malattia. Quarta tappa:identificare che cosa la malattia ti impedisce di fare. Quinta tappa: identificare cosa manca alla mia coscienza per essere più autentico e sincero. Sesta tappa: ringrazia la presenza del sintomo e individua alcuni passi per dare inizio al tuo percorso di trasformazione interiore. I padri han mangiato l’uva acerba e i denti dei figli sono rimasti allegati” Geremia Un altro “scrigno” estremamente prezioso, dal quale possiamo attingere ricordi funzionali al nostro benessere, è quello della memoria transgenerazionale che ci permette di entrare nella storia della “coscienza famigliare” del nostro sistema e creare una biografia narrativa. Sarebbe presuntuoso pensare che la vita cominci da noi, dato che noi siamo l’eredità della storia dei nostri avi. La carne e i geni non sono le sole cose che si trasmettono di generazione in generazione, perché noi facciamo parte di un’umanità in divenire, frutto di dinamismo e sviluppo, come direbbe Francoise Dolto. Siamo gli eredi dei nostri antenati, ai quali siamo legati dai cromosomi, ma anche dagli usi e costumi, dalle credenze e dai comportamenti. “I fatti sono testardi” Anne Ancelin Schutzenberger In maniera del tutto inconsapevole, i genitori, i nonni, gli avi, lasciano in eredità ai discendenti problemi non risolti, traumi non elaborati, segreti indicibili, fallimenti, colpe o ingiustizie. Quando le “cose” non vengono risolte, non vengono “dette”, il corpo deve per forza esprimerle: questa è la somatizzazione. Il corpo si trasforma nella voce dell’antenato ferito, nella “parola” del suo trauma. Diventa allora necessario decodificare i messaggi delle ferite non rimarginate, i sintomi delle patologie e tutto ciò che crea disagio fisico, emozionale e spirituale. Per questa ricerca è nata la Psicogenealogia. Il termine « psicogenealogia » è stato usato per la prima volta dalla psicoanalista francese Anne Ancelin Schutzenberger per definire le conoscenze, i metodi di indagine e gli strumenti di lavoro provenienti da diverse fonti, relativi ad identificare le influenze degli antenati sullo svolgimento della vita dei discendenti e a risolvere i conflitti dati da queste influenze. Un altro autore importante è stato Nicolas Abraham, che ha esplorato il campo delle trasmissioni dei conflitti irrisolti all’interno delle famiglie, ricercando le cause ancestrali di morti premature e scelte professionali, lavorando sulle faide e le vendette, valutando gli effetti dei « segreti di famiglia » nella vita dei discendenti su più generazioni. La scuola Sistemica Strategica di Filadelfia con Ivan Boszormenyi Nagy, approfondisce il concetto di giustizia sociale, definendo la natura particolare del rapporto con i genitori, attraverso i quali il figlio riceve la vita, sviluppando un legame di lealtà familiare comprendente diritti e doveri per entrambi. Il mancato riconoscimento e godimento dei diritti e la disobbedienza ai doveri naturali, insiti nel vincolo d’amore, crea una serie di debiti e crediti affettivi che si trasmettono da una generazione all’altra, obbligando i discendenti a ripristinare la giustizia perduta o tradita dagli antenati. Gaulejac approfondisce l’argomento delle conseguenze che la disobbedienza al codice del clan ha sul successo professionale della persona e sul verificarsi di fallimenti e perdite. Importante e irrinunciabile è l’apporto dato dall’approccio interpretativo del terapeuta tedesco Bert Hellinger, da lui stesso definito sistemico fenomenologico, cioè fondato sull’osservazione empirica delle regole del sistema nella pratica delle Costellazioni familiari. E’ attraverso il lavoro delle Costellazioni familiari, come metodo di indagine delle percezioni a proposito di sé e del sistema che ci circonda, che Bert Hellinger fornisce un portentoso strumento di comprensione delle nostre convinzioni sane, delle nostre convinzioni malate, ancor più, di ciò in cui è utile credere e di ciò in cui è del tutto inutile e nocivo credere. Il lavoro sistemico con le Costellazioni familiari consente di realizzare che scelte, emozioni, pensieri che crediamo nostri sono spesso invece la risposta all’ anima collettiva della famiglia, dove esistono i cosiddetti ordini dell’amore, dinamiche nascoste che spesso provocano malattie, conflitti e (co)dipendenze, la causa è spesso da ricercarsi in un irretimento, per cui un individuo replica a sua insaputa il destino di un nonno, uno zio o un altro membro familiare, anche se non l’ha mai conosciuto. “Cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile” San Francesco L’inchiesta transgenerazionale guida la persona tra i rami del suo Albero genealogico alla scoperta dei nodi ereditari che impediscono la realizzazione dei suoi obiettivi. Aiuta a sciogliere i divieti e i sensi di colpa che limitano l’espansione del vero sé. Consente di prendere il giusto posto nell’ordine sistemico e di ridare ai membri della famiglia il giusto posto nel cuore. Conduce infine ad onorare la vita e coloro che l’hanno donata con un atto di amore, e quindi a poter prendere quell’eredità di forza, intelligenza, coraggio e grandezza che gli antenati hanno da donare ai discendenti con amore. Si canta bene solo dai rami del proprio albero genealogico René Char Una metodologia per attingere alla memoria familiare può iniziare dalla creazione del proprio Albero genealogico (oggettivo) completato da quei riferimenti che lo faranno diventare genogramma (ciò che è custodito nella memoria famigliare). Per ogni persona del nostro sistema, occorre indicare i fatti di rilievo della sua vita: data di nascita e di morte se già avvenuta e come è avvenuta; livello di studi; professione; matrimonio/i; separazione/i; figli/e anche i non nati; promozioni/qualifiche; fallimenti; traslochi; riconciliazioni; malattie; incidenti; traumi fisici e psichici, mettendo, dove è possibile, anche le date. Le date sono importanti nella misura in cui rappresentano i limiti e le chiavi della memoria; il giorno della nascita o della morte, la relazione con una festa o un avvenimento importante, religioso o storico, possono essere le chiavi per comprendere malattie, incidenti, rotture di matrimoni (sindrome da anniversario). Importante è anche il nome, che è un elemento chiave della identità acquisita, e al quale si possono attribuire “maledizioni” (nome di una persona malata, morta violentemente, pazza, rifiutata..) e “proiezioni” (per portare a termine qualcosa di incompiuto …). A seconda della cultura, ai bambini possono essere dati anche più nomi. E’ bene cercare di chiarire le cause e le circostanze dei decessi, queste ci possono fornire informazioni sul carattere, sulle ferite più segrete, traumi irrisolti ecc. Per ogni coppia occorre annotare tutti i figli nati e non, e anche figli illegittimi. E’ bene annotare anche se ci sono grandi viaggi, emigranti, esiliati, prigionieri, portatori di handicap, figli adottati o abbandonati. SEQUENZA GENERAZIONALE Maschio 1. 2. 3. 4. 5. 6. Il primogenito maschio è collegato caratterialmente a al nonno materno, al padre della madre. Il secondo figlio maschio riporta in essere le peculiarità del nonno paterno. E' lui che ha l'eredità del cognome paterno e che ripropone la dialettica relazionale di suo padre con il nonno. Il terzogenito è connesso al Padre della Nonna Materna Il quartogenito è connesso al Padre del Nonno Paterno Il quintogenito è connesso al Padre del Nonno Materno Il sestogenito è connesso al Padre della Nonna Paterna I figli maschi dispari sono collegati al Clan MATERNO I figli maschi pari sono collegati invece al Clan PATERNO SEQUENZA GENERAZIONALE Femmina 1. La primogenita femmina è collegata caratterialmente alla nonna paterna, alla madre del padre. Clan PATERNO 2. La seconda femmina riporta in essere le peculiarità della nonna materna. Clan materno 3. La terzogenita è connessa alla Madre del Nonno Paterno 4. La quartogenita è connessa alla Madre della Nonna Materna 5. La quintogenita è connessa alla Madre della Nonna Paterna 6. La sestogenita è connessa alla madre del Nonno Materno Le figlie femmine dispari sono collegati al Clan PATERNO Le figlie femmine pari sono collegati invece al Clan MATERNO Ciò che siamo non cambia mai Chi siamo non smette mai di cambiare bibliografia Franco Nanetti “Dialoghi tra psiche e soma” Ed. Magi Anastasia Miszczyszyn “Il potere delle radici” Ed. URRA Alejandro Jodorowsky “Metagenealogia” Ed. Feltrinelli Anne Ancelin Schutzenberger “La sindrome degli antenati” De Renzo Ed. Anne Ancelin Schutzenberger “Psicogenealogia” De Renzo Ed. Anne Ancelin Schutzenberger “Una malattia chiamata genitori” De Renzo Ed. Bert Hellinger “La guarigione” Ed. Tecniche nuove Bert Hellinger “L’amore dello spirito” Ed. Tecniche nuove