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un caso di melanoma spinale in un pony
Stabile_imp 14-07-2009 9:48 Pagina 19 Ippologia, Anno 20, n. 2, Giugno 2009 19 UN CASO DI MELANOMA SPINALE IN UN PONY SPINAL MELANOMA IN A PONY: A CASE REPORT FABIO STABILE1, MARCO BERNARDINI1, CLARA FRANCESCA RIGOTTI1, GIORGIA MEZZALIRA2, ROBERTO BUSETTO1 1 Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Padova Dipartimento di Sanità Pubblica Patologia Comparata ed Igiene Veterinaria, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Padova 2 Riassunto I melanomi sono i tumori dermo-epidermici e sottocutanei più frequenti nei cavalli, specie nei soggetti con mantello grigio, e rappresenaino circa il 6-15% di tutti i tumori cutanei diagnosticati in questa specie. L’incidenza di tali neoplasie aumenta con l’invecchiamento, ma sono segnalati anche in cavalli giovani. Più dell'80% di queste neoplasie sono inizialmente benigne, ma circa due terzi di esse possono diventare maligne e, quindi, essere in grado di metastatizzare. Il presente caso clinico descrive la metastatizzazione nel canale vertebrale di un melanoma maligno in un pony anziano a mantello grigio. Summary It has been extimated that melanomas represent 6 to 15% of skin tumours seen in horses. Melanomas are the most frequently dermoepidermal and subcutaneus tumors occurring in horses, particularly in gray-skinned horses. The incidence of these tumors increases with age, however, they can be found even at younger ages. More than 90% of these tumors are benign at initial presentation, but approximately two-thirds are thought to progress to malignancy and are capable of widespread metastasis. Althought these lesions are normally limited to the dermis, melanomas can metastatize. The current report describes a case of malignant melanoma in an aged grey riding pony, with extramedullary metastasis. INTRODUZIONE I melanomi sono i tumori dermo-epidermici e sottocutanei più frequenti nei cavalli, in particolar modo nei soggetti con mantello grigio e bianco2,6,8,9. Molti Autori sono concordi nello stimare che i melanomi rappresentino circa il 615% di tutti i tumori cutanei diagnosticati in questa specie3,6,8. L’incidenza di tali neoplasie sembra avere una correlazione positiva con l’invecchiamento, anche se studi recenti ne hanno individuato la presenza anche in cavalli in età giovanile5. Più del 90% di questi tumori risulta benigno alla presentazione iniziale, ma approssimativamente i due terzi della popolazione totale può progredire ad uno stadio di malignità3,4,8. Nonostante i melanomi siano neoplasie primarie generalmente localizzate a livello dermico, essi possono facilmente metastatizzare generando una sintomatologia secondaria riferibile a tessuti, organi ed apparati sede di metastasi6. Il case report seguente ha lo scopo di illustrare un caso di melanoma maligno in un pony da sella grigio di 15 anni con metastasi epidurale compressiva sul midollo spinale. CASE REPORT Un Pony da sella grigio, femmina di 15 anni, viene riferita per un approfondimento neurologico a causa del manifestarsi di atassia e paraparesi da una settimana. Da sempre il soggetto aveva mostrato un’ampia base d’appoggio del treno posteriore sia al passo che al trotto. Tale atteggiamento non aveva tuttavia mai influito negativamente sulle performance dell’animale nelle competizioni equestri cui era destinato. All’esame obiettivo generale il cavallo appariva in buono stato di nutrizione con temperatura, polso e frequenza respiratoria nella norma. Si notava però impossibilità alla stazione quadrupedale, rimanendo il soggetto in po- Stabile_imp 20 14-07-2009 9:48 Pagina 20 Un caso di melanoma spinale in un pony sizione seduta con gli arti posteriori estesi in avanti. Si evidenziavano inoltre alcuni noduli cutanei nella regione perineale, con diametro variabile fra i due e i quattro centimetri. All’esame neurologico l’animale presentava uno stato mentale normale. Se adeguatamente stimolato ed aiutato riusciva a mantenere la stazione quadrupedale e a deambulare nonostante la grave paraparesi. Inoltre, durante l’andatura, si notava atassia generalizzata sui quattro arti. Gli arti posteriori erano trascinati a fatica e si evidenziava paresi anche a carico dell’arto anteriore destro, di entità lieve rispetto a quanto registrato nel treno posteriore. Deficit della propriocezione conscia erano rilevabili in entrambi gli arti posteriori, nei quali saltuariamente l’animale assumeva spontaneamente l’atteggiamento di knuckling, e nell’arto anteriore destro. Il soggetto non mostrava alcun segno di dolore e sia la sensibilità superficiale che la profonda erano presenti in tutti gli arti. Le grandi funzioni organiche risultavano mantenute e l’esame dei nervi cranici, infine, non presentava alcuna alterazione. È stata quindi localizzata una lesione del midollo spinale a livello cervicale (C1-T2). Una localizzazione clinica più precisa non risultava possibile. La diagnosi differenziale comprendeva forme infiammatorie infettive, patologie traumatiche, lesioni neoplastiche e mielopatie compressive secondarie a patologie degenerative del rachide. In accordo con il proprietario si è quindi deciso un iter diagnostico costituito da: esame emocromocitometrico ed ematobiochimico, prelievo di liquido cefalorachidiano e radiogramma pre e post-contrasto del rachide cervicale. L’esame emocromocitometrico completo e il profilo ematobiochimico del soggetto hanno evidenziato un modesto aumento della creatinfosfochinasi (CPK - 760 U/l V.N.: 65-270 U/l) e dell’aspartato aminotransferasi (AST 536 U/l - V.N.: 226-366 U/l). Non si è ritenuta opportuna la valutazione del titolo anticorpale per Herpesvirus 1 del cavallo in quanto il soggetto risultava regolarmente vaccinato per tale malattia infettiva. Valutato il profilo metabolico dell’animale si è quindi proceduto ad indurre l’anestesia generale utilizzando xilazina (0,5 mg/kg EV) e butorfanolo (0,02 mg/kg EV) in premedicazione, ketamina (2,2 mg/kg EV) e diazepam (0,05 mg/kg EV) per l’induzione e isoflurano in ossigeno al 100% come mantenimento. Una volta stabilizzata l’anestesia sono state effettuate le radiografie precontrasto del rachide cervicale, che non hanno evidenziato anormalità di struttura delle vertebre né anomalie di dimensione degli spazi intervertebrali. Si è quindi proceduto ad effettuare una puntura spinale a livello di cisterna magna per il prelievo del liquido cefalorachidiano e per l’inoculazione di 35 ml totali di mezzo di contrasto iodato (iopamidolo 300 mg iodio/ml) nello spazio subaracnoideo, prima di ripetere l’indagine radiografica. Il liquido cefalorachidiano appariva trasparente ed incolore e l’analisi del contenuto proteico era normale (proteine 50 mg/dl - V.N.: 50-100 mg/dl). La conta cellulare era normale (minore di 6 cellule/ul) e l’indagine citologica successiva alla centrifugazione non ha evidenziato la presenza di cellule infiammatorie o neoplastiche. L’iniezione del mezzo di contrasto nello spazio subaracnoideo si è rivelata assai difficoltosa per la presenza di una notevole resistenza pressoria. Il mezzo di contrasto non è defluito caudalmente all’estremità craniale della settima vertebra cervicale, permettendo solo di escludere mielopatie compressive nel tratto C1-C6. Valutati i risultati della visita clinica e della diagnostica collaterale, si è ipotizzata la presenza di una lesione verosimilmente compressiva del midollo spinale fra C7 e T2. Il risveglio dall’anestesia si è svolto senza inconvenienti. È stata quindi instaurata una terapia corticosteroidea (desametazone, 4 mg/100 kg die IM). Nei successivi quattro giorni il pony ha evidenziato, nonostante la terapia cortisonica, un rapido peggioramento della sintomatologia neurologica fino all’incapacità di mantenere la posizione quadrupedale anche se aiutato. Il proprietario ha quindi richiesto la soppressione a fine umanitario e ha autorizzato l’esame autoptico del soggetto. Alla necroscopia le formazioni nodulari multiple sottocutanee nella regione perineale apparivano delimitate, di consistenza duro-elastica e, al taglio, di colore nerastro. Macroscopicamente tali neoformazioni erano suggestive di neoplasia melanocitaria. Nella regione corrispondente alle ultime vertebre cervicali e in prossimità delle prime vertebre toraciche sono state riscontrate, a carico dei muscoli trasverso del torace di destra e del muscolo erettore del rachide di destra, delle aree multiple di colore nerastro non ben delimitate e dai margini irregolari. In due punti, a livello del passaggio cervicotoracico (C7-T1) e della terza, quarta e quinta vertebra toracica, tali aree si estendevano al rachide e invadevano il canale vertebrale attraverso i foramina provocando una mielopatia compressiva, più marcata a livello T3-T5. A questo livello il midollo spinale era avvolto da uno spesso manicotto nerastro. La diagnosi morfologica è stata di neoplasia compressiva di probabile origine melanocitaria (Figg. 1-2). L’esame istopatologico delle sezioni provenienti dai noduli della regione perineale ha rilevato la presenza di formazioni nodulari che si approfondivano dal derma al tessuto muscolare sottocutaneo, delimitate, non capsulate, infiltranti, composte da una popolazione cellulare di origine mesenchimale disposta a tappeto o formante piccoli fasci. Gli elementi cellulari presentavano forma da rotondeggiante a fusata, margini cellulari non ben definiti, e moderato citoplasma contenente granulazioni nerastre, riferibili a pigmento melanico. I nuclei da rotondeggianti ad ovalari, vescicolosi, motravano un nucleolo evidente, quando non oscurato dal pigmento intracitoplasmatico. Le caratteristiche di anisocitosi ed anisocariosi erano moderate. Tale popolazione cellulare atipica infiltrava multifocalmente l’epitelio di superficie. Le aree nerastre a livello dei muscoli trasverso del torace, muscolo erettore del rachide, delle vertebre toraciche e dello spazio epidurale a livello C7-T1 e T3-T5, erano costituite dalla medesima popolazione cellulare atipica precedentemente descritta che, multifocalmente, si rilevava anche all’interno di strutture vascolari. Sono stati trovati elementi cellulari atipici all’interno di strutture vascolari, nel seno sottocapsulare e nei seni midollari del linfonodo prescapolare (Figg. 3-4). Si è quindi formulata la diagnosi istopatologica di noduli multipli di melanoma, invasione vascolare e linfonodale, e metastasi a livello muscolare ed epidurale. Stabile_imp 14-07-2009 9:48 Pagina 21 Ippologia, Anno 20, n. 2, Giugno 2009 21 FIGURA 1 - Sezione sagittale del rachide toracico con evidenza di mielopatia compressiva causata dal melanoma. FIGURA 3 - Sezione di lamina vertebrale. Le cellule neoplastiche avvolgono le strutture nervose e la lamina, invadendo il tessuto osseo. EE 2x. FIGURA 2 - Massa melanocitaria compressiva sul midollo spinale a livello T3-T5. DISCUSSIONE Le neoplasie del SNC sono un’evenienza rara nei grossi animali fatta eccezione per i linfosarcomi e neurofibromi dei bovini6. La maggior parte dei tumori che causano disfunzioni al midollo spinale sono generalmente masse extradurali, ovvero esterne al parenchima del SNC. Nel cavallo, le neoplasie secondarie extradurali che causano compressione diretta sul midollo spinale sono: linfosarcomi4,7,10, mielomi delle cellule plasmatiche6,7, feocromocitomi6,7, fibrosarcomi6,7, emangiosarcomi6,7, adenocarcinomi mammari6, polmonari7 e prostatici6 e melanoma maligno4,5,6,7. Le neoplasie secondarie raggiungono il SNC attraverso metastatizzazione per via ematica, linfatica o attraverso emboli tumorali5,6,7. I melanomi del cavallo si sviluppano più frequentemente a livello cutaneo nella regione perineale, sulla superficie ventrale della coda e a livello di genitali esterni1,2,5,6,8. Molto raramente sono stati riportati segni neurologici secondari a compressione del midollo spinale da noduli metastatici1,5,8. Anche nel nostro caso abbiamo rilevato la presenza di numerosi melanomi a livello di cute e sottocute nella regione del perineo, mentre non sono stati evidenziati melanomi in altre sedi esplorabili clinicamente. È quindi verosimile ritenere che la localizzazione paravertebrale del melanoma costituisca una metastatizzazione delle forme classiche genitali. Vista la crescita lenta di queste neoplasie, localmente invasive, che richiedono diversi anni per raggiungere le dimensioni di 10 cm5,6 e la grande capacità di adattamento funzionale del midollo spinale quando compresso da masse a lenta evoluzione, è estremamente difficile ipotizzare da FIGURA 4 - Sezione trasversale del midollo spinale toracico. Lo spazio epidurale è completamente riempito da cellule neoplastiche. EE 2x. quanto tempo esistesse la patologia in sede toracica. A complicare la situazione c’è la postura ad ampia base d’appoggio del treno posteriore che la pony aveva sempre manifestato a detta dei proprietari. L’assenza di cellule infiammatorie all’analisi del liquido cefalorachidiano ha esclulso la possibilità di patologie infiammatorie infettive. L’indagine radiografica pre e post contrasto ha permesso di escludere forme traumatiche a carico del rachide cervicale e patologie compressive midollari secondarie a processi degenerativi delle articolazioni vertebrali. La mielografia non ha mostrato interruzioni del mezzo di contrasto a livello del rachide cervicale C1-C7. Tuttavia, la difficoltà riscontrata durante l’iniezione del mezzo di contrasto nello spazio subaracnoideo era compatibile con la presenza di un ostacolo al deflusso del liquido. Per questi motivi il nostro sospetto diagnostico pendeva per una patologia occupante spazio nel canale vertebrale caudale a C7. Un esame di tomografia assiale computerizzata o di risonanza magnetica avrebbe potuto confermare il sospetto emesso a seguito della mielografia e avrebbe potuto stabilirne la sede esatta (extradurale o intradurale). L’esame necroscopico ha confermato il sospetto diagnostico visualizzando le metastasi extradurali di melanoma che, invadendo il canale vertebrale, erano in grado di cau- Stabile_imp 22 14-07-2009 9:48 Pagina 22 Un caso di melanoma spinale in un pony sare una mielopatia compressiva. L’alta incidenza dei melanomi nei cavalli grigi potrebbe suggerire un coinvolgimento del fenotipo cutaneo relazionato alla pigmentazione2,6. Poiché tali neoplasie insorgono quando il mantello si schiarisce durante l’invecchiamento, alcuni Autori ipotizzano che anomalie del trasferimento del pigmento melanico dai melanociti dermici alle cellule follicolari possano essere alla base del loro sviluppo5. Infatti, l’accumulo di pigmento melanico può stimolare un aumento dell’attività dei melanociti dermici o la loro proliferazione, predisponendoli a degenerazione in senso neoplastico. A sostegno di questa ipotesi i melanociti e il pigmento melanico sembrano accumularsi preferenzialmente a livello di sottocute perineale5. Una nuova teoria in merito alla patogenesi dei melanomi equini suggerisce che i tumori melanocitici cutanei e viscerali possano, in realtà, rappresentare una patologia d’accumulo più che una forma neoplastica maligna, dovuta all’accumulo di melanina nei melanociti durante il processo di depigmentazione8. I melanomi iniziano a svilupparsi nei cavalli grigi o bianchi dai cinque anni di vita, età in cui il mantello mostra maggiore cambiamento di colore3,8. La loro prevalenza aumenta fino a raggiungere, all’età di 15 anni, un’incidenza dell’80%2,6,8,9. Nel caso clinico riportato in questo lavoro la localizzazione della massa neoplastica extradurale è risultata in posizione più caudale rispetto alla localizzazione determinata dalla visita clinica neurologica. È molto probabile che la massa abbia causato inizialmente una sintomatologia subdola e insidiosa, resa clinicamente manifesta al momento dell’invasione del canale vertebrale. Per queste ragioni gli Autori ritengono che sia buona norma considerare, nella diagnosi differenziale di cavalli con mantello grigio atassici o paretici, la possibilità di una mielopatia compressiva causata da metastasi di melanomi cutanei. Parole chiave Neoplasia, melanoma, paraparesi. Key words Neoplasia, melanoma, paraparesis. Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Fleury C, Berard F, Leblond A, Fauer C, Ganem N, Thomas L (2000): The study of cutaneous melanomas in Camaurgue-type gray-skinned horses: epidemiological survey. Pigment cell res. 13, 47-51. Fleury C, Berard F, Leblond A, Fauer C, Ganem N, Thomas L (2000): The study of cutaneous melanomas in Camaurgue-type gray-skinned horses: clinical- pathological characterization. Pigment cell res. 13, 39-46. Johnson PJ (1998): Dermatologic tumors (excluding sarcoids).Vet Clin North Am Equine Pract 14, 625-658. Kirker-Head CA, Loeffler D, Held JP (1985): Pelvic limb lameness due to malignant melanoma in a horse. J Am Vet Med Assoc. 186, 1215-1217. Patterson-Kane JC, Sanchez LC, Uhl EW, Edens LM (2001): Disseminated metastatic Intramedullary melanoma in an aged grey horse. J. Comp. Path. 125, 204-207. Rodriguez F, Forga J, Herràez P, Andrada M, Fernandez A (1998): Metastatic melanoma causing spinal cord compression in a horse. Veterinary Record 142, 248-249. Schott HC, Major MD, Grant BD, Bayly WM (1990): Melanoma as a cause of spinal cord compression in two horses. J Am Vet Med Assoc. 196, 1820-1822. 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Si intende che la partecipazioe implica la citazione in eventuali lavori scientifici. Infine, la collaborazione scientifica potrà svolgersi secondo ulteriori modalità da concordare. Per contatti e dettagli: Prof. Giuseppe Borzacchiello Dipartimento di Patologia e Sanità animale - Facoltà di Medicina Veterinaria Università degli Studi di Napoli Federico II - Via F. Delpino, 1 - 80137 Napoli Tel. 081 2536467 - Cell. 338 3626344 - E-mail: [email protected]