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Sanità, così i privati “rubano” i super-medici alle Molinette

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Sanità, così i privati “rubano” i super-medici alle Molinette
9A
LA CITTÀ DELLA CULTURA
FINO A MARZO
“Quattro milioni di visitatori”
L’anno record dei musei
Grazie a «colpi» come il raddoppio del Museo Egizio e
l’arrivo di mostre in grado
di diventare le più visitate
d’Italia, come Monet alla
Gam, eccoci al risultato finale: 4 milioni di visitatori
nei musei torinesi. Cifra che
Che
tempo
fa
I saldi partono
bene: sconti
fino al 70%
si ottiene sommando l’ottima
performance dei musei civici
(789.680 presenze) ai grandi
numeri fatti dal Museo Egizio, quello del Cinema e dalla
Reggia di Venaria.
Vendite in aumento
rispetto al 2015
Ogni famiglia spenderà
in media 250 euro
Emanuela Minucci
REPORTERS
A PAGINA 43
La coda per la mostra su Monet
Cristina Insalaco
R A L
VENDITA
RICAMBI AUTO
TORINO - Str. SAN MAURO, 18
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TORINO
LA STAMPA
MERCOLEDÌ 6 GENNAIO 2016
Via Lugaro 15, 10126 Torino, tel. 011 6568111 B fax 011 6639003,
e-mail [email protected] B [email protected] B [email protected]
& PROVINCIA
A difesa
dei pedoni
Scrivete a [email protected]
Su Twitter hashtag #pedoniarischio
Ci sono strade, a Torino, che sono un pericolo per i pedoni, ad
ogni ora del giorno. Zone della
città dove quotidianamente attraversare a piedi una via o una
04 00 04
investiti
morti
feriti
piazza è una scommessa. Dov’è
pericoloso addirittura camminare sul marciapiede. Ci sono
strisce pedonali che gli automobilisti non considerano mai,
semafori che non vengono minimamente rispettati. Segnalateci (anche con una foto, se volete) qual è la strada pericolosa
vicino a casa vostra.
Dalla pensione al gruppo Humanitas: già convinti in cinque
0° 8°
Oggi
Locali addensamenti al primo
mattino su
pianure, ma la
giornata si
presenta più
soleggiata con
lievi velature.
®
A PAGINA 42
Situazione
Aria più asciutta favorisce
oggi il diradamento dello
strato di nubi
presente sulle
pianure, portando una
parentesi in
gran parte
soleggiato.
12345367318
IL CASO
Sanità, così i privati “rubano”
i super-medici alle Molinette
Non sparate
sull’Orchestra
della Rai
Non solo stipendi più alti. Un primario: “Nel pubblico mi sento una nullità”
S
VIALATTEA CHIUDE LA PAGINA FACEBOOK. «I NOSTRI CANNONI PIÙ VECCHI CHE A MONGINEVRO»
0° 7°
Domani
Parzialmente
nuvoloso,
localmente più
nuvoloso, ma
senza piogge;
nevicate sulle
alte valli alpine.
Cinque hanno già firmato, altri
due sono in trattativa: dalle
Molinette al Gruppo Humanitas, dal pubblico al privato, è
cominciato l’esodo dei camici
bianchi. Tra le cause, condizioni di lavoro migliori e stipendi
più alti, ma anche voglia di imboccare nuovi percorsi.
Noemi Penna
A PAGINA 41
RETROSCENA
0° 8°
Venerdì
Abbastanza
soleggiato tra
velature e
addensamenti
sulle zone
collinari e alte
valli alpine.
La Ue: regolari
gli appalti Tav
Abbonati in rivolta: “Poche piste aperte”
Negati legami con la
criminalità organizzata
e conflitti di interesse
Lucia Caretti A PAGINA 45
Marco Zatterin
REPORTERS
A PAGINA 40
La storia
Dopo tre anni
torna il tram 13
Lo storico conducente
«I torinesi amano
le rotaie, non i bus»
Callegaro e Tortello
A PAGINA 44
ALBERTO MATTIOLI
ulla Rai, com’è noto, è in
corso una guerra di potere. La novità è che uno
dei prossimi campi di battaglia potrebbe essere la sua (e
nostra, inteso come torinesi)
Orchestra sinfonica nazionale. Le ostilità le ha aperte ieri
sull’Unità Michele Anzaldi,
che non è un peone piddino
qualsiasi ma il segretario della Commissione di vigilanza e
il gran censore di fatti e soprattutto misfatti della tivù di
Stato, tipo l’ultima incresciosa diretta di San Silvestro.
Nella sua requisitoria, Anzaldi rifà sommariamente la storia dell’eutanasia delle orchestre Rai e della nascita dell’Osn. Poi accusa l’azienda di
non valorizzarla e, in particolare, di affidare il Concerto di
Capodanno non alla sua orchestra ma a quella della Fenice (abbastanza lapalissiano,
visto che il concerto viene trasmesso appunto dalla Fenice).
L’attacco è strumentale e
pure rozzo, perché Anzaldi,
da buon politico, parla di cose
che non sa e, insieme a qualche verità pregressa (tipo
l’anomala durata di lavori di
restauro dell’Auditorium),
scrive grossolane inesattezze sulla realtà di oggi dell’orchestra. Per esempio, le tournée l’Osn le fa, in Italia e all’estero, e il suo concerto
d'inaugurazione in diretta tivù ci va. Insomma, se tutti i
commissari di vigilanza vigilano così, stiamo freschi.
Di vero c’è però che la Rai
non ha mai avuto una strategia chiara per la musica colta
in generale e per la sua orchestra in particolare. L’impressione è che l’abbia sempre più
subita che valorizzata. Del resto, si sa bene quali siano gli
orizzonti intellettuali della
«prima azienda culturale del
Paese»: basta dare un’occhiata ai suoi programmi. Proprio
per questo, gli ultimi tempi
hanno segnato una timida, insperata inversione di tendenza. Il passaggio della gestione
dell’orchestra a Raicultura è
una buona cosa. La nascita di
Rai5 e che l’Osn vi appaia
spesso, idem. Rottamare la
Rai e rifarla va benissimo.
Sparando nel mucchio, no.
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LA STAMPA
MERCOLEDÌ 6 GENNAIO 2016
.
Cronaca di Torino .41
LA FUGA DEI CAMICI BIANCHI
Specialisti in pensione nel pubblico, ma con un ingaggio già in tasca
Quei medici via dalle Molinette
La campagna acquisti dei privati
Condizioni migliori e stipendi più alti: il gruppo Humanitas ne ha già convinti cinque
I numeri
100
il caso
Mila
NOEMI PENNA
Lo stipendio
annuo
di un medico
strutturato
nel settore
della sanità
pubblica
600
Mila
Lo stipendio
che un medico
può raggiungere
operando
tra settore
pubblico
e privato
46
Primariati
Il numero
dei primariati
tagliati
dall’atto
della Città
della Salute
n cinque hanno già firmato, due sono in trattativa.
Sono tutti medici delle
Molinette, che hanno deciso
di fare il salto nella sanità privata, entrando a far parte del
gruppo Humanitas, nuovo
proprietario del Gradenigo.
Dietro alle loro scelte i problemi causati dal piano di
rientro della sanità regionale,
il desiderio di operare in condizioni migliori e, in fondo, un
buon emolumento. Perché se
nel pubblico lo stipendio (o la
pensione) di uno strutturato
non supera i centomila euro,
con il privato se ne possono
raggiungere anche 600.
I
Città della Salute
“Scelta legittima
il vero problema
è la spending review”
Nuova
avventura
Il gruppo
privato
ha appena
acquisito
l’ospedale
Gradenigo
e a Torino
possiede
la clinica
Cellini
Accorpamenti
Il primo è stato Sebastiano
Marra, primario emerito e
ora direttore del dipartimento cardiovascolare del Maria
Pia Hospital. In pensione, sì,
ma dal primo dei reparti che
hanno subito la fusione imposta dal nuovo atto aziendale
della Città della Salute: la
Cardiologia delle Molinette,
unificata sotto la guida di Fiorenzo Gaita. Ora toccherà ad
altri ventun reparti, accorpati
entro l’anno. E uno di questi
sarà proprio la Radiologia vascolare di Claudio Rabbia, che
da domani potrà contare su
un organico dimezzato. Sono
tre su sei a lasciare, per salpare con un nuovo progetto all’interno delle strutture torinesi di Humanitas: a seguire il
primario nella nuova avventura saranno infatti le dottoresse Roberta Eva Pini e Carla Suriani. Il reparto di Rabbia era arrivato a fare anche
1200 procedure mini-invasive
diagnostiche e terapeutiche
l’anno, evitando altrettanti interventi chirurgici.
REPORTERS
Il Gradenigo cresce
A scegliere Humanitas sono
anche il chirurgo vascolare Piero Bretto, responsabile della
struttura semplice dei Trapianti renali, andato in pensione anticipata, e Gian Ruggero
Fronda, già primario di Chirurgia generale, ora al Gradenigo.
Dopo un anno di trattativa,
l’ospedale di corso Regina è
passato dalle suore della Congregazione Figlie della Carità
di San Vincenzo al gruppo di
Rozzano, con l’obiettivo di «crescere, investendo in strutture,
personale e tecnologie». Fronda è fra quelli che da sempre
hanno lavorato sia nel pubblico
che nel privato: «Sono andato
in pensione a ottobre, dopo 40
anni di Molinette. Il Gradenigo
è una realtà completamente diversa, più piccola e famigliare:
la speranza è che l’Humanitas
riesca a fare lo stesso miracolo
che ha compiuto a Milano. Ora
sono consulente di Paolo De Paolis, che era stato un mio aiuto:
di fare il pensionato proprio
non me la sento. Finché fisico e
mente mi sosterranno, continuerò a operare. Nei prossimi
mesi potremo anche puntare a
interventi più complessi, come
quelli sul pancreas, proprio
perché è in programma l’ampliamento della rianimazione
del pronto soccorso».
In trattativa
Per il settore emergenza l’Humanitas è quindi alla ricerca di
anestesisti. Non a caso pare che
in trattativa ci sia Mario Lupo,
direttore della struttura semplice di Anestesia in cardiochirurgia, sempre delle Molinette. All’interno della Città della Salute
ci sono almeno altri cinque professionisti interessati al privato.
Fra loro c’è anche il professor Paolo Cavallo Perin, primario universitario di Medicina interna
delle Molinette, che ha lasciato la
cattedra il 31 dicembre alla professoressa Marinela Durazzo.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Città della Salute, l’azienda
ospedaliera che comprende
Molinette, Cto, Sant’Anna e
Regina Margherita, è la più
grande della regione e quindi
la più bersagliata dalla spending review. Il nuovo atto, entrato in vigore da sei giorni,
riduce a cento i primariati
ospedalieri (erano 146), a 130
le strutture semplici (da 480)
e a 12 le amministrative (18).
Una situazione che ha «logicamente creato dei malumori, ma è stata affrontata dai
più con grande senso di responsabilità», commenta il
direttore generale Gian Paolo Zanetta, che non si stupisce della migrazione nel privato dei medici delle Molinette: «Sono andati in pensione
e sono quindi liberi di fare
quello che preferiscono. È
una consuetudine per il settore continuare a praticare
nel privato, conclusa la carriera nel pubblico. In molti
scelgono di proseguire il loro
lavoro nonostante il vitalizio». Su chi invece pensionato non è, commenta: «Adesso
vedremo come lasceranno,
non conosco le loro motivazioni e scelte personali».
Scelte difficili
Certo è che nell’ultimo anno in corso Bramante sono
state prese decisioni difficili, dettate dal piano di rientro della Regione e dalla necessità di «ridisegnare
l’azienda limitando gli impatti sui pazienti. Stiamo
cercando di costruire delle
condizioni ottimali per chi
lavora da noi: l’atto è stato
condiviso, c’è stato un con-
S
È per questo che cambia
azienda?
«Il mio reparto è fra quelli
che scompariranno, fonden-
direttore generale
Città della Salute
fronto leale fra le parti ma alla fine c’è sempre chi si
aspetta qualcosa di diverso.
Il problema è lo stesso che si
sta vivendo in tutta la pubblica amministrazione».
Personale all’osso
A pesare di più è il blocco del
turn over: «Man mano che
completeremo gli accorpamenti, valuteremo il numero di
personale che serve, a partire
da infermieri e operatori sanitari», spiega Zanetta. Il primo
momento di verifica sarà a giugno, il secondo a fine anno.
«Proprio come accaduto per
cardiologia, provvederemo
gradualmente all’accorpamento di ventuno reparti. Il resto
del piano sarà avviato entro fine anno, tenendo sempre presente che al centro delle nostre
attenzioni ci sono i pazienti», e
non i primari rimasti senza un
reparto da dirigere.
[N. PEN.]
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Rabbia è uno
dei medici
cui i privati
fanno
ponti d’oro
sfruttando
le difficoltà
del pubblico
“Non ho cambiato per denaro
Nel pubblico mi sentivo una nullità”
dosi con la Radiologia. Ho lavorato per 37 anni alle Molinette e mi sono trovato sempre bene, ma nell’ultimo periodo mancavano gli stimoli per
andare avanti. La decisione
l’ho maturata la scorsa primavera, quando ho saputo che
avrebbero tolto il primariato e
mi hanno fatto capire che sarei stato di troppo. L’offerta di
Humanitas è arrivata dopo:
l’ho valutata come altre ma alla fine l’ho ritenuta la più interessante. In pensione sarei
dovuto andare ad aprile del
2019, poi c’è stata la possibilità di anticipare e abbiamo risolto così, ma di certo nessuno
mi ha chiesto di ripensarci».
Gian Paolo Zanetta
Le nuove
sfide
Intervista Il veterano di Radiologia
ino a dicembre Claudio Rabbia è stato direttore della Radiologia vascolare delle Molinette. Da domani entra a far
par parte del gruppo Humanitas, e con lui le sue collaboratrici Roberta Eva Pini e Carla Suriani. «Siamo
una squadra affiatata. È
stato difficile prendere questa decisione, staccandoci
dagli altri colleghi per avviare un nuovo progetto,
ma ormai alle Molinette mi
sentivo una nullità».
Provvederemo
gradualmente
all’accorpamento
di ventuno reparti
Quale ruolo andrà a ricoprire?
«Avvierò una nuova attività
di Radiologia interventistica
ed endovascolare, sia al Gradenigo che alla Cellini. È un
progetto molto interessante
ma soprattutto utile, mirato
a creare nel privato una
struttura come quella pubblica. Il servizio è infatti accreditato dalla Regione,
quindi potranno accedervi
tutti e i costi sono contenuti.
Sarà una grossa sfida, anche
perché la mia è una specialità sommersa che intendiamo
sviluppare e sfruttare sempre di più. Il sogno sarebbe
coinvolgere anche i tre colleghi rimasti alle Molinette;
l privati investono:
se hai bisogno di uno
strumento il giorno
dopo ce l’hai
Claudio Rabbia
primario
al gruppo Humanitas
completerebbero il reparto».
Si tratta anche di una questione economica?
«Di certo non l’ho fatto per i
soldi. Nella mia vita ho sempre lavorato e non so fare altro. Ma alle Molinette nell’ultimo anno sono diminuiti
gli interventi. Non venivo
ascoltato e non c’erano margini di progettualità. Nel pri-
vato ho trovato un ambiente
completamente diverso, disponibile al confronto, pronto a crescere e a investire. Se
hai una proposta puoi presentarla senza problemi; se
hai bisogno di uno strumento il giorno dopo lo hai. Alle
Molinette era già qualcosa
se sapevano che c’ero».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
12345367318
40 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
GIOVEDÌ 7 GENNAIO 2016
Il gruppo investirà 10 milioni in tre anni
La seconda vita
del Gradenigo parte
dal pronto soccorso
Humanitas: “Faremo crescere chi lavorerà da noi”
Sulla «Stampa»
Retroscena
LA FUGA DEI CAMICI BIANCHI
Specialisti in pensione nel pubblico, ma con un ingaggio già in tasca
Quei medici via dalle Molinette
La campagna acquisti dei privati
NOEMI PENNA
Condizioni migliori e stipendi più alti: il gruppo Humanitas ne ha già convinti cinque
0
Città della Salute
il caso
“Scelta legittima
il vero problema
è la spending review”
NOEMI PENNA
n cinque hanno già firmato, due sono in trattativa.
Sono tutti medici delle
Molinette, che hanno deciso
di fare il salto nella sanità privata, entrando a far parte del
gruppo Humanitas, nuovo
proprietario del Gradenigo.
Dietro alle loro scelte i problemi causati dal piano di
rientro della sanità regionale,
il desiderio di operare in condizioni migliori e, in fondo, un
buon emolumento. Perché se
nel pubblico lo stipendio (o la
pensione) di uno strutturato
non supera i centomila euro,
con il privato se ne possono
raggiungere anche 600.
I
0
l 2016 del Gradenigo parte
in quinta. Il 29 dicembre la
giunta regionale ha ratificato il passaggio di proprietà
dalla Congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo a Humanitas, colosso
sella sanità lombarda del
gruppo Techint, presieduto
da Gianfelice Rocca, già proprietario della Clinica Cellini
di Torino. In una nota, l’azienda di Rozzano esprime «piena
soddisfazione per l’iter burocratico che ha permesso il
passaggio di proprietà. Il nostro ringraziamento va alle
suore, con cui c’è stata una
proficua collaborazione, ad
Asl To2, Comune di Torino e
Regione Piemonte che ci hanno dato la possibilità di far
partire quanto annunciato
due anni fa». Prende così via il
potenziamento del Gradenigo,
I
«per cui verranno non solo
mantenuti tutti i posti di lavoro,
ma saranno garantiti investimenti in strutture e tecnologie
al servizio di tutti».
Il profilo
A far grande l’azienda sono i
professionisti che ne fanno parte»: è questa la filosofia di Humanitas, che si farà carico dei
debiti dell’ospedale di corso Regina Margherita, che ammontano a 20 milioni di euro, e investirà in tre anni 10 milioni per lo
sviluppo dei servizi e delle tecnologie della struttura. Un progetto sanitario che fa gola a
molti, soprattutto a coloro che
hanno apprezzato il lavoro nella
clinica di Rozzano, diventata
anche centro universitario riconosciuto dal Miur, e negli ospedali di Bergamo, Catania e Castellanza. I nuovi atti aziendali
6
Nuova
avventura
Il gruppo
privato
ha appena
acquisito
l’ospedale
Gradenigo
e a Torino
possiede
la clinica
Cellini
Accorpamenti
Il primo è stato Sebastiano
Marra, primario emerito e
ora direttore del dipartimento cardiovascolare del Maria
Pia Hospital. In pensione, sì,
ma dal primo dei reparti che
hanno subito la fusione imposta dal nuovo atto aziendale
della Città della Salute: la
Cardiologia delle Molinette,
unificata sotto la guida di Fiorenzo Gaita. Ora toccherà ad
altri ventun reparti, accorpati
entro l’anno. E uno di questi
sarà proprio la Radiologia vascolare di Claudio Rabbia, che
REPORTERS
Il Gradenigo cresce
A scegliere Humanitas sono
anche il chirurgo vascolare Piero Bretto, responsabile della
struttura semplice dei Trapianti renali, andato in pensione anticipata, e Gian Ruggero
Fronda, già primario di Chirurgia generale, ora al Gradenigo.
Dopo un anno di trattativa,
l’ospedale di corso Regina è
passato dalle suore della Congregazione Figlie della Carità
di San Vincenzo al gruppo di
di fare il pensionato proprio
non me la sento. Finché fisico e
mente mi sosterranno, continuerò a operare. Nei prossimi
mesi potremo anche puntare a
interventi più complessi, come
quelli sul pancreas, proprio
perché è in programma l’ampliamento della rianimazione
del pronto soccorso».
In trattativa
Per il settore emergenza l’Humanitas è quindi alla ricerca di
Città della Salute, l’azienda
ospedaliera che comprende
Molinette, Cto, Sant’Anna e
Regina Margherita, è la più
grande della regione e quindi
la più bersagliata dalla spending review. Il nuovo atto, entrato in vigore da sei giorni,
riduce a cento i primariati
ospedalieri (erano 146), a 130
le strutture semplici (da 480)
e a 12 le amministrative (18).
Una situazione che ha «logicamente creato dei malumori, ma è stata affrontata dai
più con grande senso di responsabilità», commenta il
direttore generale Gian Paolo Zanetta, che non si stupisce della migrazione nel privato dei medici delle Molinette: «Sono andati in pensione
e sono quindi liberi di fare
quello che preferiscono. È
una consuetudine per il settore continuare a praticare
nel privato, conclusa la carriera nel pubblico. In molti
scelgono di proseguire il loro
lavoro nonostante il vitalizio». Su chi invece pensionato non è, commenta: «Adesso
vedremo come lasceranno,
non conosco le loro motiva-
Provvederemo
gradualmente
all’accorpamento
di ventuno reparti
Gian Paolo Zanetta
direttore generale
Città della Salute
fronto leale fra le parti ma alla fine c’è sempre chi si
aspetta qualcosa di diverso.
Il problema è lo stesso che si
sta vivendo in tutta la pubblica amministrazione».
Personale all’osso
A pesare di più è il blocco del
turn over: «Man mano che
completeremo gli accorpamenti, valuteremo il numero di
personale che serve, a partire
È iniziato l’esodo dei
medici verso la sanità privata: cinque sono passati dalle
Molinette a Humanitas.
1
ospedalieri quest’anno taglieranno qualcosa come 120 strutture complesse e quindi altrettanti primari. E, ragionevolmente, pur capendo le difficoltà
economiche e i sacrifici imposti
dalla Regione, a nessuno fa piacere essere lasciato senza reparto. A fare il salto nel privato,
quindi, non sono interessati solo i pensionati. Il profilo del medico che lascia il pubblico è uno
strutturato fra i 45 e i 55 anni,
con esperienza all’estero (dove
REPORTERS
Reparti potenziati
Il gruppo privato intende rafforzare anche il reparto di emergenza e urgenza, in cui verrà
istituita una guardia anestesiologica di 24 ore, ed aprirà un nuovo reparto di rianimazione
la sanità è in mano alle assicurazioni), desideroso di maggiore
libertà e campo d’azione.
Il pronto soccorso
L’annuncio del passaggio di proprietà, ratificato dall’ultima
giunta regionale di dicembre, è
stato fatto lo scorso luglio, ma è
da novembre 2014 che il gruppo
lombardo affianca le suore della
Congregazione nella gestione
della struttura, con un ruolo di
«consulenza nell’ambito gestio-
nale». L’impegno è ora di trasformare il Gradenigo in un polo
all’avanguardia dove il pubblico
incontra il privato. I punti di forza saranno il pronto soccorso (a
cui si rivolgono 45 mila cittadini
l’anno) e il reparto di emergenza e urgenza, in cui verrà istituita una guardia anestesiologica
di 24 ore. Questo permetterà di
aprire un nuovo reparto di rianimazione, indispensabile per
gestire non solo i grandi traumi
ma anche interventi più com-
plessi. Ed è proprio nel settore
della medicina d’urgenza e di
chirurgia che presto potrebbero arrivare altri nomi eccellenti.
Intanto oggi sarà il primo giorno del dottor Claudio Rabbia e
del reparto di radiologia interventistica. Sui nuovi acquisti,
l’azienda fa sapere che «l’idea è
di instaurare una collaborazione proficua per far crescere chi
c’è e chi verrà, portando al Gradenigo grandi professionalità».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Oggi il debutto
La Dental School
della Città della Salute
ora sfida i privati
Prezzi convenienti
per coprire le spese
a fronte della qualità
del servizio fornito
Al Lingotto, da oggi la Dental
School apre le porte a tutti.
La scuola di odontoiatria della Città della Salute, diretta
dal professor Stefano Carossa, compie una piccola rivoluzione: proporre nel pubblico un servizio offerto solo dal
privato. Un campo non contemplato dalla sanità pubblica, proprio per gli alti costi
che ne derivano.
Il progetto inizia la sua attività «per tutti» in via sperimentale, su iniziativa del direttore generale Gian Paolo
Zanetta che ha puntato su
questo cambiamento che
può, a tutti gli effetti, garantire un introito all’azienda
ospedaliera senza impattare
sulle tasche dei cittadini che
già si affidano alle cure di un
dentista privato. Verrà fornito ogni tipo di intervento,
dalla detartrasi all’estrazione di denti e radici, dalla inserzione di protesi rimovibile
alla terapia canalare, incluse
le urgenze come flemmoni,
emorragie e la dislocazione
dell’articolazione (che continueranno a essere rimborsa-
te dal fondo sanitario regionale). Per fare tre esempi, si pagheranno 60 euro per una detartrasi, dai 50 ai 70 euro per
una estrazione di dente o di radice, dai 75 ai 90 euro per una
ricostruzione mediante otturazione. Un prezzo concorrenziale, destinato alla copertura
delle spese di esercizio, pur assicurando un’assoluta qualità
dei prodotti e delle tecniche
utilizzate. Il professor Stefano
Carossa si occupa di riabilitazione orale, protesi e implantologia; il professor Elio Berruti
dell’odontostomatologia; il
dottor Domenico Coscia della
chirurgia estrattiva e il professor Gianfranco Gassino della
riabilitazione post traumi. La
Dental School si trova in via
Nizza 230. La prima visita specialistica, in convenzione con il
sistema sanitario nazionale, è
ad accesso diretto da lunedì al
venerdì per 70 pazienti al giorno, dalle 7,30 ad esaurimento
numeri. Successivamente, chi
rientra nelle categorie di «Vulnerabilità sanitaria» potrà seguire le prestazione in regime
con il servizio sanitario regionale, ovvero compartecipando
alla spesa pagando il ticket, altrimenti si potrà usufruire
ugualmente delle prestazioni,
senza bisogno di ricetta, come
da un dentista privato ma a
prezzo calmierato.
[N.P.]
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
12
34
Allarme legionella
Lotteria Italia
ad Alessandria
Boom di biglietti in Piemonte
Dopo Torino, c’è Alessandria
Verranno trasferiti anche ad
Alessandria parte dei detenuti e personale dal carcere
«Giuseppe Montalto» di Alba dove sono stati accertati
dal 31 dicembre tre casi di legionella. Le altre destinazioni, oltre al San Michele sono
Saluzzo, Fossano (Cuneo).
Nell’edizione 2015 il Piemonte ha fatto registrare una crescita del 15,2% nella vendita
dei biglietti della Lotteria Italia, 524.790, la maggior parte
dei quali sono stati staccati a
Torino (278.350). Impennata
ad Asti, +33,4% quasi
27mila, ma è Alessandria la
LA STAMPA Detenuti di Alba
REDAZIONE PIAZZA LIBERTÀ 15
ALESSANDRIA 15121
TELEFONO 0131 511711
FAX 0131 232508
E-MAIL [email protected]
WEB WWW.LASTAMPA.IT/ALESSANDRIA
STAMPA IN 349 7090100
PUBBLICITÀ PUBLIKOMPASS S.P.A.
CUNEO, CORSO GIOLITTI 21 BIS
TELEFONO 0171 609122
FAX 0171 488249
ALESSANDRIA
Che
tempo
fa
Situazione
Fronti nuvolosi
si susseguono
da Ovest, ma si
limitano a
portare innocui
passaggi nuvolosi, anche se a
tratti estesi.
Il carcere di San Michele
seconda provincia per biglietti,
97.120 (+24,9%). Biella, segna
un aumento del 15,9% con
9.600 tagliandi. Segno positivo
anche a Cuneo (36.130), Verbania (10.390) e Novara (43.110).
Unica provincia col segno meno è Vercelli, calo del 10,1%
con 23.500 biglietti.
[V. F.]
E PROVINCIA
GIOVEDÌ 7 GENNAIO 2016
IL COMUNE: PUNTIAMO SULLA REINTRODUZIONE DELL’EPIDURALE PER FAR SALIRE LE NASCITE, LA REGIONE CE L’HA PROMESSO
Il ministro “gela” l’ospedale di Casale
“Chiudere i reparti con meno di 500 parti l’anno”. Al Santo Spirito sono 400
FRANCA NEBBIA
CASALE MONFERRATO
-1° 8°
Oggi
Parzialmente o
irregolarmente
nuvoloso,
localmente più
nuvoloso, ma
senza piogge.
2° 4°
Domani
Abbastanza
soleggiato tra
velature, con
addensamenti e
nubi più estese
sulle zone
collinari, in
aumento tra
pomeriggio e
sera.
2° 4°
Sabato
Nuvoloso con
piogge a tratti,
più frequenti tra
pomeriggio e
sera; nevicate
oltre i 1500
metri.
Le polemiche legate ai recenti episodi che in Italia hanno
visto la morte di alcune partorienti rischiano di innescare un meccanismo che avrà
pesanti ripercussioni anche
sull’ospedale Santo Spirito di
Casale. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, si è infatti pronunciata per la chiusura dei reparti di Ostetricia
e Ginecologia che non raggiungano almeno 500 parti
all’anno. E il Santo Spirito
nel 2015 si è attestato su 417
nascite nel reparto diretto da
Roberto Chiapponi.
La struttura
una trentina in meno rispetto
al 2014. Al Santo Spirito si tenta di evitare il ricorso al parto
cesareo, come chiede lo stesso
ministero della Salute. In alternativa all’epidurale, soppressa perché mancano gli
anestesisti, «il primario
Chiapponi - come spiegano nel
reparto - ha introdotto l’uso
del Livopan, un gas esilarante,
che consente alle partorienti
di non avvertire dolore, pur
restando pienamente coscienti». Sperimentato positivamente in Odontostomatologia, presenta, secondo il personale dell’ospedale, anche
meno pericoli dell’epidurale,
che richiede la presenza di
anestesisti e il continuo monitoraggio elettronico fetale.
L’ospedale
Santo
Spirito
di Casale
fa capo all’Asl
e ha
mantenuto
finora
un ruolo
di primo
piano
nella rete
della
sanità
provinciale
Tagli annunciati
Di tagli dei reparti in realtà si
parla già da anni, con l’obiettivo di garantire maggiormente mamme e bambini. In
provincia la scure ha già colpito, non senza polemiche, i
punti nascita di Tortona (trasferito all’ospedale di Novi
Ligure) e di Acqui Terme. A
Casale il punto nascita di fatto è stato mantenuto «con riserva», proprio per i numeri
non sufficienti. In città c’è
anche chi lamenta la mancata presenza nel reparto di
anestesisti nell’intero arco
delle 24 ore, per garantire
parti indolori. Proprio su
questo punto si è mossa la
commissione Salute, recentemente costituitasi in Comune, e di cui fanno parte anche medici e il sindaco Titti
Palazzetti, con un’azione sulla Regione sul fronte degli
anestesisti. «Quando al Santo Spirito c’era la possibilità
di usufruire dell’anestesia
Nascite in acqua
epidurale - dice Titti Palazzetti
- i parti erano arrivati a circa
600 l’anno. Abbiamo avuto assicurazioni sia dalla Regione
sia dall’Asl provinciale». Secondo altri, sul numero dei
parti incidono le «fughe» verso
altri ospedali (Alessandria e
Asti) in cui sono presenti centri neonatologici, assenti a Casale, dove la Pediatria era stata
privata dei posti letto.
Gas anestetico
Nel reparto di Ostetricia e Ginecologia nell’anno appena
terminato sono venuti alla luce 266 bambini da genitori italiani e 151 da genitori stranieri,
Così su La Stampa
16 .Cronache
STAMPA
.LA
MERCOLEDÌ 6 GENNAIO 2016
Meno di 500 nascite all’anno?
Il governo chiude le maternità
il caso
ALESSANDRO MONDO
TORINO
N
I criteri
essuna trattativa a scapito dell’incolumità delle partorienti e dei bambini. E’, in sintesi, la risposta del
ministro della Salute ai sindaci
siciliani che avevano chiesto
una deroga per il punto nascite
di Petralia Sottana, destinato a
chiudere perchè sottosoglia in
termini di sicurezza: 128 parti
l’anno contro i 500 necessari,
come minimo, per continuare
l’attività (ma dal Ministero precisano che il numero ottimale
sarebbe mille).
Regioni in ritardo
La soglia
I punti
nascita
devono
effettuare
almeno
500 parti
ogni anno:
la soglia
ottimale
è di mille
Personale
I punti
nascita
devono
avere
abbastanza
medici
e infermieri
per coprire
i turni
sulle
24 ore
I trasporti
Le Regioni
devono
potenziare
la rete
territoriale
tramite
ambulanze
e elicotteri
Posizione netta, quella di Beatrice Lorenzin, rafforzata dal ritardo delle Regioni nel completare la riorganizzazione dei
punti nascite in base ai volumi
di attività (tra gli obiettivi anche la riduzione dei cesarei):
promossa dal 2010, attraverso il
Comitato Percorso Nascita nazionale, trascinatasi negli anni
tra resistenze e campanilismi,
rilanciata nel 2014 con un decreto integrativo che prevede
deroghe alla chiusura solo in
casi eccezionali - la distanza e
quindi la difficoltà dei collegamenti per alcune isole e Comuni montani, la fusione con i punti nascita di altri Comuni o l’«attrattività» verso le donne dei
paesi limitrofi - e a fronte di precise compensazioni (ad esempio un servizio di elisoccorso
operativo h. 24). In tutti gli altri
casi, a fare la differenza tra la
sopravvivenza o meno di un
punto nascite sono tre fattori:
almeno 500 parti annui, la disponibilità h.24 di ginecologi,
pediatri neonatologi e ostetriche, la presenza a corto raggio
di un servizio di terapia intensiva neonatale e subintensiva per
le madri.
La linea dello Stato
Da qui lo «stop» del ministro:
scaduti i termini per le proroghe, fronteggia una nuova levata di scudi da parte di Comuni
altrettanto pronti nel beccarsi
Il ministro della Salute Lorenzin nega la deroga ai piccoli centri ospedalieri
“Non si possono lasciare le donne e i bambini in strutture inadatte”
*
2 privati
non accreditati
76
6 Trento I numeri
10
4
13
8 Bolzano
6
34
2
Lombardia
5
3
1 Valle
D'Aosta
7
Liguria
3
Friuli
Venezia
Giulia
31
Veneto
2
4
Emilia Romagna
35+2* Toscana
11
Marche
11 Umbria
5
17
3
1
1
5
9
561 88 104
11
1 38
1
Piemonte
12
3
Molise
Sardegna
45
1
Abruzzo
6
17
6
Puglia
10
-2.00
4
5
PUNTI NASCITA
<500 PARTI/ANNO
Chiusi
Da chiudere
3
2
39
7**
Lazio
TOTALE
PUNTI NASCITA
AL 2011
corsi per potenziare il personale h.24. E all’assessore regionale alla Salute della Regione Sicilia Baldo Gucciardi, secondo il
quale nel confronto tra i punti
nascita sottosoglia sul totale la
Sicilia si colloca al di sotto di
Emilia, Toscana, Veneto e Lazio, il Ministero ricorda come la
popolazione di quelle regioni
sia superiore.
TOTALE
4
**
6 privati
non accreditati
67 Campania
70
19
18
-6.824
Sicilia
Basilicata
15
Calabria
- LA STAMPA
16
6
1
1
9
1
Tutti contro tutti
Insorgono i sindaci di Petralia e
Santo Stefano Quisquina. L’Anci Sicilia chiede l’apertura di un
tavolo con il Ministero. Marco
Giorgianni, sindaco di Lipari
(punto nascite destinato alla
chiusura) più che con Roma se
la prende con il piano sanitario
regionale: «Non prevede fondi
per aumentare il personale».
Non solo la Sicilia. Tensioni anche in Piemonte, dove lo stop a
quello dell’ospedale di Susa (132
parti nel 2014) ha scatenato la
sollevazione: braccio di ferro
tra enti locali e Regione, sulla
chiusura dei punti-nascite di
Domodossola, Verbania, Casale, Borgosesia. In altri casi si eccede per zelo: le Marche chiudono il punto nascita di San Severino, anche se dista 76 chilometri da Macerata ed effettua
570 parti l’anno.
Piacenza
Il feto muore
prima del cesareo
1 Ancora una gravi-
danza segnata dal lutto: a Piacenza una bimba non è venuta alla luce. Il feto è morto nel
grembo della madre,
che pochi giorni prima
aveva passato senza
problemi uno degli ultimi controlli in vista
del cesareo, già fissato. L’altra notte però la
madre si è presentata
al pronto soccorso non
avvertendo più segni
vitali dalla bimba. Si è
così scoperto che era
morta. Le condizioni
della donna sono buone. È stata aperta
un’inchiesta. Nelle ultime settimane ci sono
state altre cinque morti di parto: a Brescia,
Verona, Torino, Bassano del Grappa e Foggia
(tutte in ospedale
tranne quest’ultimo).
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il parroco di Petralia Sottana (Palermo)
“Sbagliato far nascere altrove i nostri figli
io protesto suonando le mie sei campane”
LAURA ANELLO
PETRALIA SOTTANA (PALERMO)
Sono sei campane,
la più antica è del
festa, come facevo quando i
piccoli nascevano qui. Ho
scampanato per la prima volta
l’altroieri, quando Giuseppe ha
settantacinque chilometri di
curve, con la pioggia, con la
nebbia, con la neve. Per tanti
turisti la Sicilia è soltanto sole
e mare, invece è anche montagne e gelo».
E allora per protesta lei tira le
corde delle campane della
basilica di Maria Santissima
a chi avesse avuto il terzo figlio. Ero pronto a sborsarli,
ovviamente. Ma non nacquero
terzogeniti».
Neanche uno?
«No. E quest’anno a Petralia ho
celebrato 57 funerali e soltanto
18 battesimi. Se le coppie hanno già paura di dare la vita per-
Il governo chiude i punti
nascita con meno di 500
parti. La notizia pubblicata
ieri su La Stampa.
1
ministrativa i valori del Socialismo in scelte e atti concreti per
lo sviluppo e la crescita della comunità». Quelli sono stati gli
anni della creazione delle aree
industriali, dell’insediamento
della Michelin. È stata l’amministrazione Abbiati la prima a
immaginare il nuovo Teatro Comunale. «Amava stare in mezzo
alla gente e vivere la politica
con rigore, onestà e rettitudine.
Lo conoscevo, era amico di mio
padre - continua Rossa -, era un
uomo buono. È stato un punto
di riferimento per molti».
È morto a casa, tra i suoi cari
(lascia due figli, Laura e Ferruccio), gli ultimi anni li ha passati
in città, poco lontano dal centro. L’ultima uscita pubblica è
stata a febbraio del 2014, ospite
al Salotto del Mandrogno: lì, seduto di fianco a un altro sindaco, Felice Borgoglio, ha ricordato il suo modo di amministrare.
Accanto a lui, anche in quell’occasione, Claudio Simonelli che
è stato suo assessore al Bilancio. E che di lui ha solo bei ricordi: «Era socialista, leader degli
autonomisti e del partito. È di-
FOTO DI FRANCESCO CASTELLANI
Claudio Simonelli e Abbiati (90 anni) all’ultima uscita pubblica
ventato sindaco in un periodo in
cui la città era seduta su se stessa: l’industria non aveva ritmo,
c’era un politica fiscale morbida
per ottenere consensi. Noi abbiamo deciso di far pagare le
tasse e ci sono state grosse po-
Altro servizio A PAGINA 39
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Addio ad Amaele Abbiati
fu parlamentare e sindaco
Solo quattro anni da sindaco,
ma dal 1964 al 1968 ne sono
successe di cose ad Alessandria: lui amava raccontarle
tutte, anche se la memoria lo
assisteva sempre meno. Amaele Abbiati se n’è andato a 90
anni (sarebbero stati 91 il 18
gennaio) e «in silenzio» come
suggerisce chi dopo tanti anni
ha preso il suo posto, Rita
Rossa: «Così, con la semplicità dell’uomo grande e profondo. È stato uomo di esempi e
dignità, ha tradotto nell’attività politica, istituzionale e am-
Il reparto casalese è dotato
inoltre di vasca per le nascite
in acqua, un’altra possibilità
offerta alle donne perché risponde a criteri di un parto naturale per il bambino, già abituato all’ambiente «liquido»
del ventre materno, meno
traumatico. Soprattutto è molto stretta la collaborazione tra
il personale medico del reparto e quello del Consultorio familiare di piazza S. Domenico,
coordinato con gli altri consultori dell’Asl da Fulvia D’Addezio, e dove si effettuano corsi di
pre-parto e post-parto. «Le
partorienti sono seguite - dicono le ostetriche - dal settimo
mese di gravidanza al quinto
dopo il parto. E proponiamo
anche corsi di massaggio del
bambino e di allattamento».
lemiche, ma l’abbiamo fatto per
poter fare i primi seri investimenti su Alessandria». Ricorda
Abbiati come uomo duro: «I
Consigli erano combattutissimi, a ogni seduta avevamo la
balconata piena di gente».
L’altra grande discussione di
quei quattro anni è stata la Michelin: «L’opposizione era contraria, ma a noi interessava garantire posti di lavoro. Ne sono
arrivati duemila». Abbiati non è
stato solo un sindaco: fece la
Resistenza; nel ’68 fu eletto in
Parlamento. Nel 1967 fu scelto
insieme ad altri nove politici europei e invitato dal Governo Federale degli Usa(fu insignito dal
sindaco di New Orleans della
cittadinanza onoraria).
Fu vicepresidente della commissione di vigilanza Rai e capo
delegazione per missioni governative in Giappone e Nuova Zelanda. Stasera alle 20,30 sarà
recitato il rosario nella chiesa di
San Pio V, domani alle 15,30 il
funerale. Sarà allestita la came[V. F.]
ra ardente in Comune.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
12
LA STAMPA
GIOVEDÌ 7 GENNAIO 2016
Alessandria e provincia .39
.
I TAGLI ALLA SANITÀ
“Difenderemo il punto nascite
dell’ospedale S. Spirito di Casale”
Il Comune: ma la Regione ha promesso che resterà. L’ex ministro: garantire più sicurezza
FRANCA NEBBIA
CASALE MONFERRATO
La linea
Lorenzin
1 Nessuna
trattativa a scapito dell’incolumità delle partorienti e dei bambini. È, in sintesi,
la risposta del ministro della Salute, Beatrice Lorenzi, ai sindaci siciliani che avevano chiesto una
deroga per il punto nascite di Petralia Sottana,
destinato a chiudere perché sottosoglia in termini di sicurezza.
Secondo il ministero a fare la differenza tra la sopravvivenza o
meno di un punto
nascite sono tre
fattori: almeno
500 parti annui,
la disponibilità 24
ore su 24 di ginecologi, pediatri
neonatologi e
ostetriche, la presenza a corto raggio di un servizio
di terapia intensiva neonatale e subintensiva per le
madri.
Reparto di Maternità di Casale
a rischio chiusura per insufficiente numero di parti? Il sindaco Titti Palazzetti confida
«che le promesse fatte dalla Regione e dal direttore generale
dell’Asl, Gilberto Gentili, per il
mantenimento della struttura e
l’arrivo di un anestesista siano
mantenute. Mi sono state fatte
promesse anche per posti letto
in Pediatria. Il nostro ospedale
non meriterebbe un “declassamento” di questo tipo e in città
si fa di tutto per sollecitare nuove nascite e aiutare le famiglie».
417
«Il nostro ospedale
non meriterebbe
un “declassamento”
di questo tipo»
Titti Palazzetti
L’ex ministro
Più deciso l’on. Renato Balduzzi, che da ministro della Salute
del governo Monti aveva sollecitato la chiusura dei reparti
con nascite inferiori a 500 l’anno: «Si parla di questa proposta
da anni e lo si fa per una maggiore sicurezza di mamme e
bambini. In Germania, ad
esempio, i reparti attivi devono
avere almeno 2000 parti l’anno.
I cittadini devono comprendere
che dove si effettuano più parti
il rischio di incidenti è minore».
In campo le mamme
Le neo mamme però insorgono
di fronte alla possibilità che il
reparto di Ostetricia e Ginecologia venga chiuso. «Ho avuto
mio figlio Alessio il 3 settembre
e all’ospedale mi sono trovata
benissimo - dice Monica Pierro,
31 anni -. Tra l’altro, avevo avuto
un brutto incidente negli anni
scorsi con la rottura del bacino le mie bambine erano grosse,
e questo creava una complica- ma sono stata aiutata in ogni
zione al momento del parto. Ho maniera da un personale che
partecipato a un gruppo di pre- mantiene stretti rapporti con
parazione al consultorio con quello del consultorio. Ci si sendonne dai 30 ai 45 anni
te dunque vezzeggiati
e mi sono trovata
da persone compebenissimo. Al S.
tenti anche al priSpirito c’è stato
mo parto, quanil naturale prodo si vive un’
seguimento di
esperienza
quel corso,
nuova».
Nel 2015 sono nati 266
dove sono stabimbi da genitori italiani
Consultorio
ta seguita “a
e 151 da ri stranieri,
misura di donParecchie doncirca 30 meno
na” e non come
ne in attesa di
rispetto al 2014
un numero. Credo
Moncalvo e Trino
sia un vantaggio
si rivolgono al
degli ospedali di medie
consultorio di Casale, ma
dimensioni».
al momento del parto vanno neValentina Soffientini è di S. gli ospedali più vicini, cioè Asti
Salvatore, assessore nella giun- e Vercelli, «ma è soprattutto la
ta di Corrado Tagliabue. Per far mancanza di un reparto di neonascere Lorenzo, il 23 settem- natologia al S. Spirito - dicono
bre, ha scelto l’ospedale di Ca- al consultorio - a scoraggiare le
sale «dove mi sono tromamme più giovani o
vata benissimo. Mio
quelle che temono
figlio aveva fretta
per la salute dei
di nascere, dunpropri bimbi.
que non ho
Le donne che
usato nemmesi rivolgono ad
no il gas per
altri ospedali
Sono quelle
non provare
sono una setche frequentano i corsi
dolore, ma il
tantina».
al consultorio di Casale
parto lo ricorUn’ultima tema poi partoriscono
do come un mostimonianza araltrove
mento gioioso,
riva dal ginecolococcolata come
go Ettore Cabiati,
sono stata dal personale.
che ieri ha trascorso tutNon vorrei proprio che si deci- ta la mattinata in sala parto: «È
desse la chiusura del reparto».
da anni che si parla di questi taChiara Morotti è mamma di gli. Noi ci auguriamo che i poliAgata, nata nel 2012, e di Anita, tici prendano decisioni diverse
nata nel 2014, e del S. Spirito ha e che il reparto resista».
un ottimo ricordo: «Tutte e due
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sindaco
di Casale Monferrato
parti
70
mamme
«In Germania i reparti
di maternità attivi
devono avere almeno
2000 parti all’anno»
Renato Balduzzi
ex ministro
della Salute
il caso
C
Convenzioni inalterate
«Fino a oggi - dice il presidente della Misericordia, Antonio
Dal Torrione - non abbiamo
ricevuto alcun tipo di istruzione dall’Asl e non è stato predisposto nulla rispetto ai cambiamenti avvenuti. Trasferendo tutti questi reparti non si
sa che succederà. Le ambulanze spesso portano i casi di
emergenza a Novi e in qualche
modo poi queste persone devono tornare a Tortona: le lamentele dei pazienti e dei loro
familiari sono tante. L’Asl non
sperando che non ci sia neve.
L’aspetto organizzativo quindi
si allunga ma non ci sono convenzioni per i trasporti in più rispetto agli anni precedenti, come se l’ospedale di Tortona funzionasse ancora a pieno regime,
invece sono ben pochi i reparti
rimasti. Sono aumentati i servizi da effettuare, con tempistiche molto più lunghe». E dall’Asl non è arrivata una risposta
su possibili soluzioni.
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Croce rossa e
Misericordia
hanno due
mezzi per le
emergenze,
più gli altri
per i trasporti
ordinari e si
basano sul
volontariato
Tempi e viaggi più lunghi
I soccorritori in affanno
Sulle ambulanze l’effetto trasloco da Tortona a Novi
I numeri
Le ambulanze per le emergenze, attive 24 ore, sono due: una
della Misericordia e una della
Croce rossa; per il servizio di
rianimazione, una sola ambulanza con medico e infermiere
in convenzione con Croce rossa
e Misericordia, 6 mesi ciascu-
Si proverà a temporeggiare
ancora un po’, nella speranza
che l’Asl conceda ai 34 sindaci
del territorio quell’incontro
che chiedono da tempo. E si
vedrà anche se il colloquio telefonico che si avrà oggi con il
giornalista Mediaset Paolo
Del Debbio per portare il caso
dei tagli all’ospedale di Acqui
sulle reti televisive nazionali
darà i frutti sperati. Nel caso
in cui tutte le strade si rivelassero un vicolo cieco, allora
prima di fine gennaio si trasferirà la protesta a Torino.
Fisicamente, con pullman e
cittadini fin sotto le finestre
della Regione. In Comune ad
Acqui lasciano filtrare anche
un paio di date ipotetiche: il
20 o forse il 25 gennaio. «Ve-
dremo» prende tempo il sindaco Enrico Bertero, che con
i colleghi della zona il 29 dicembre ha organizzato il
grande corteo popolare per le
vie di Acqui per opporsi al depotenziamento dei servizi
dell’ospedale Monsignor Galliano previsto dal nuovo piano Asl. In piazza, quel giorno,
sono scese quasi 3 mila persone, tra cui partiti politici di
ogni colore, associazioni, sindacati. Perfino la Chiesa, con
tanto di discorso finale del vescovo Micchiardi. «Il mio collega di Visone, Marco Cazzuli, presidente dell’assemblea
dei sindaci dell’Acquese, sta
lavorando per via istituzionale perché i primi cittadini
possano avere finalmente un
incontro con Gilberto Gentili,
direttore generale dell’Asl –
dice Bertero -. Vedremo come
andrà, ma non dimentichiamo che la vita delle persone
vale più dei numeri e qui, a rischio, ci sono servizi salvavita
come Pronto soccorso e Cardiologia. Se non ci saranno risposte adeguate, marceremo
su Torino. Coi pullman porteremo la gente a protestare in
Regione, come promesso».
Si vocifera che sotto la Mole
potrebbero arrivare in 250.
Intanto si lavora per portare
la protesta in tv: i contatti
non ci sono solo con Del Debbio ma anche con altre trasmissioni nazionali.
[D. P.]
In servizio
ha tenuto conto delle associazioni di volontariato. Ha mantenuto inalterate le convenzioni.
Ci troveremo in difficoltà».
La protesta
dei 34 sindaci
Un appello
anche in tivù
Il sindaco Enrico Bertero
MARIA TERESA MARCHESE
TORTONA
on le chiusure dei reparti all’ospedale di
Tortona e il loro trasferimento a Novi, ad avere più
da fare saranno le ambulanze.
Croce rossa e Misericordia
hanno due mezzi per le emergenze, più gli altri per i trasporti ordinari, il tutto fatto
funzionare quasi esclusivamente da volontari. Come gestiranno questi trasporti straordinari? Gli addetti ai lavori
dicono che l’Asl fino a oggi non
ha ancora dato direttive in
merito e che sono state mantenute le convenzioni degli anni passati: il personale, i volontari e le ambulanze sono rimasti gli stessi, mentre le
tempistiche raddoppiano per
via del tragitto Tortona-Novi.
Acqui
no; tutto invariato anche per i
trasporti che riguardano dialisi, assistenza domiciliare e trasferimento in altri presidi. «Il
personale è rimasto lo stesso,
così come i volontari e le ambulanze - aggiunge Dal Torrione -,
ma le tempistiche raddoppiano:
almeno 40 minuti di viaggio per
andare e tornare da Novi. Per
fare un esempio, se prima riuscivamo a fare cinque servizi
nell’arco della mattinata per
Tortona, ora si riducono a tre,
34
LA STAMPA
REDAZIONE
VIA DUCHESSA JOLANDA 20
VERCELLI 13100
TELEFONO 0161 269711
FAX 0161 257009
E-MAIL [email protected]
WEB WWW.LASTAMPA.IT/VERCELLI
PUBBLICITÀ PUBLIKOMPASS S.P.A.
BIELLA, VIA COLOMBO 4
TELEFONO 015 2522926 - 015 8353508
FAX 015 2522940
Appuntamento con la fortuna
Fronti nuvolosi
si susseguono
da Ovest, ma si
limitano a
portare innocui
passaggi nuvolosi in pianura,
anche se a tratti
estesi, e neve
solo all’interno
delle valli alpine.
-1° 7°
Oggi
Parzialmente
nuvoloso,
localmente più
nuvoloso, ma
senza piogge;
nevicate sull’interno delle valli
alpine.
-1° 4°
Domani
Abbastanza
soleggiato tra
velature e
addensamenti
sulle zone
collinari e alte
valli alpine. Nubi
in aumento.
2° 5°
Sabato
Nuvoloso con
piogge a tratti,
più frequenti tra
pomeriggio e
sera; nevicate
oltre i 1500
metri.
Sport
In provincia venduti
23.500 biglietti
Calcio e basket
Borgosesia super
Sono 23.500 i biglietti della
Lotteria Italia staccati in provincia, anche se il Vercellese fa
registrare un calo di vendite
del 10,1%. In Piemonte sono
stati 524.790 i tagliandi acquistati, la maggior parte dei quali staccati a Torino.
Borgosesia protagonista nell’Epifania sportiva. Hanno vinto gli incontri interni sia i granata di calcio che hanno battuto l’Acqui, sia la Gessi Basket,
che ha messo ko San Miniato.
E dedichiamo una vetrina anche alla società Arcobaleno.
Biglietti vincenti IN NAZIONALE
Il Borgo ha battuto l’Acqui
Servizi ALLE PAGG. 47, 48 E 49
VERCELLI
Che
tempo
fa
Situazione
Lotteria Italia
12
E VALSESIA
GIOVEDÌ 7 GENNAIO 2016
GATTINARA, L’IMPIANTO PROMOSSO DALLA COMMISSIONE TECNICA
Elisoccorso notturno
All’ex campo Rondi
la base di atterraggio
La pista, illuminata da fari usati durante le partite di calcio,
consentirà interventi più veloci per chi ha bisogno d’aiuto
GIUSEPPE ORRÙ
GATTINARA
L’ex campo sportivo Rondi di
Gattinara diventerà una base per l’atterraggio notturno
dell’elisoccorso. Nella città
del vino l’elicottero del 118
potrà atterrare anche di notte, per intervenire in caso di
incidenti o malori anche dopo il tramonto e ridurre così
il tempo del trasferimento in
ospedale a bordo di un’ambulanza. Il Comune e la commissione tecnica dell’Elisoccorso Piemonte hanno individuato nel campo sportivo
di via Fornace, chiamato «ex
Rondi», una buona base logistica per l’atterraggio dell’elicottero sanitario nelle ore
buie. Se di giorno l’elisoccorso atterra nella piazzola dietro al cimitero, di notte potrà
contare su una «pista» ricavata da un campo da calcio,
illuminata dai potenti fari
che consentono a bambini e
ragazzi di allenarsi di sera, e
in una zona abbastanza lontana da palazzine e ostacoli
che si levano verso l’alto.
La scelta
«Il 118 Piemonte – dice il sindaco di Gattinara, Daniele
Baglione – ha chiesto ai Co-
Attrezzati
Gli elicotteri
del «118»
sono
predisposti
per il volo
strumentale
nelle ore
notturne
ma mancano
le piste
per atterrare
al buio
muni di indicare dei luoghi idonei all’atterraggio notturno,
che rispondessero a certi requisiti, in particolare la presenza di illuminazione e la distanza dalle case. Noi abbiamo
indicato il campo Rondi e la
commissione dell’Elisoccorso
ha ritenuto il luogo ideale. Ci
ha soltanto chiesto di tagliare
delle piante nei dintorni che
sono un po’ troppo alte». Il fatto che l’elisoccorso potrà atterrare a Gattinara anche di
notte, permetterà a chi resterà
vittima di un malore o di un incidente di arrivare in ospedale
molto prima. Adesso il trasferimento notturno in volo può
avvenire solo dopo che un’ambulanza ha trasportato il paziente all’ospedale di Borgosesia, dove si trova una delle prime piste dell’Asl attrezzate
per il decollo e l’atterraggio
notturno. A breve, mentre
l’équipe medica del 118 giunta
con l’ambulanza interverrà sul
paziente, la centrale operativa
potrà disporre l’invio dell’elisoccorso che atterrerà direttamente a Gattinara, per poi
decollare verso l’ospedale più
indicato. «La Croce rossa – dice il sindaco – avrà le chiavi del
campo da calcio e aprirà i cancelli ogni qual volta sarà allertata dalla centrale del 118».
Da alcuni anni gli elicotteri
del 118 sono attrezzati anche
per il «volo strumentale» nelle
ore notturne, ma mancavano le
piste idonee all’atterraggio al
buio. Solo pochi giorni fa, l’elisoccorso ha potuto compiere il
trasferimento di un paziente
con una crisi cardiaca da Borgosesia a Vercelli, atterrando in
un campo sportivo del capoluogo. Alcune settimane fa, invece,
l’atterraggio dell’elisoccorso
costrinse l’arbitro a sospendere una partita in corso.
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GREPPI
L’ULTIMA FESTA SOTTO L’ALBERO
La Befana tra i bambini di tutta la provincia
1 Tanti eventi in piazza per la festa dell’Epifania, dal capoluogo alla
Valsesia: protagonisti i bambini, a cui la Befana ha regalato dolci e
sorrisi. Ieri è stato anche l’ultimo giorno per visitare in San Paolo la
mostra «Presepe nel mondo».
Servizi A PAGINA 41
A SAN GERMANO
Falso abbonamento
Denunciate per truffa
Volevano 780 euro per un abbonamento mai sottoscritto.
Per questo due donne di
Monza, di 36 e 25 anni, sono
state denunciate dai carabinieri di San Germano per
concorso in tentata truffa. Le
due, E.Q.e L.P., hanno contattato un trentacinquenne di
San Germano al telefono dicendo di lavorare per una casa editrice e di dover recuperare i crediti per un abbonamento ad una rivista sottoscritto dalla loro vittima. Le
truffatrici, entrambe pregiu-
dicate, hanno detto alla loro
vittima che se non avesse pagato si sarebbe dovuto presentare a Roma per saldare di
persona. Per risolvere tutto in
fretta avrebbe dovuto versare
780 euro su un conto corrente
indicatogli dalle donne. L’uomo però ha capito che c’era
qualcosa che non andava e ha
avvertito i carabinieri. Le indagini,attraverso i tabulati telefonici, hanno permesso ai
militari di risalire alle donne e
di denunciarle.
[A. ZA.]
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