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Paolo e la ribellione
Collegiate Quarterly: Scuola del Sabato per giovani adulti Lezione 10 27 febbraio – 4 marzo Paolo e la ribellione «Quando poi questo corruttibile avrà rivestito incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: La morte è stata sommersa nella vittoria» (1 Corinzi 15:54) Sabato 27 febbraio INTRODUZIONE Le fondamenta di Katie Turk, Lincoln, Nebraska, U.S.A. 1 Corinzi 12:29-31 «Pensavo che ne sarei stato capace ma… mi arrendo!» Enrico esclamò, alzando le mani in un gesto di sconforto. «Gianni», disse a suo fratello, «so come si costruisce la cupola, ma non so fare i calcoli giusti per i triangoli». Enrico era un appaltatore e intendeva costruire una cupola geodetica sul terreno che i due fratelli avevano davanti a sé; la base doveva avere dieci lati e nessuno spigolo. Enrico sapeva come costruire e questa volta pensava anche che sarebbe riuscito da solo a calcolare correttamente gli angoli e le diagonali della cupola, ma non aveva le nozioni matematiche sufficienti; suo fratello lo aveva lasciato provare e ora assisteva alla delusione. «Dai, lo sai che abbiamo capacità e formazione diverse; sono qui proprio per questo!» Gianni incoraggiò Enrico. «Lavoreremo in squadra come le altre volte. Tu pensa a gettare le fondamenta, perché questo io non so farlo». Enrico, sorridendo, passò la calcolatrice a Gianni che, immediatamente, cominciò da un lato a fare calcoli e, dall’altro, a riportarli sul tablet. Il giorno seguente il progetto era rifinito e i due fratelli s’incontrarono per verificarlo; rifacendosi ai calcoli, segnarono tutti gli angoli e i lati; arrivati all’ultimo, accertarono che esso che si collegava perfettamente al primo angolo che avevano segnato: i calcoli di Gianni si erano rivelati corretti al millimetro. «Ora possiamo gettare il cemento» Enrico dichiarò, contento del risultato. Quando il progetto fu terminato, Enrico constatò pubblicamente che, senza l’aiuto di suo fratello, non si sarebbe potuto fare nulla di concreto, e Gianni lo corresse dicendo che l’uno senza l’altro non sarebbero riusciti; ciascuno aveva fatto la sua parte in modo professionale. In 1 Corinzi 12 Paolo scrive cha la chiesa di Dio è un corpo e che in essa ciascuno ha un dono speciale che serve a farlo funzionare. Se tutti avessero lo stesso talento, la chiesa funzionerebbe come un corpo composto da un unico arto; dunque, non funzionerebbe. Il popolo di Dio deve lavorare come un corpo unico, come i due fratelli della nostra storia. Deve utilizzare i talenti di ciascuno per realizzare uno scopo condiviso e unico: essere le mani e i piedi di Dio che vanno nel mondo per insegnare Cristo e per insegnare a proteggersi dagli attacchi di Satana. Non dimentichiamo il fatto che stiamo vivendo nel mezzo di una grande guerra, il conflitto tra il bene e il male e che, grazie alla chiesa, abbiamo gli strumenti e la capacità di formare un esercito il cui comandante sarà Dio. Se rimaniamo con Cristo, saremo un unico corpo e, con Dio alla guida, sconfiggeremo il nemico finale, cioè la morte. Domenica 28 febbraio EVIDENZA Sconfiggere il peccato con la grazia di Amanda Jane Berg, Lincoln, Nebraska, U.S.A. Matteo 23:13; Giovanni 3:3; Romani 5:12; 1 Corinzi 12:2; 15:47 Siamo nati nel peccato e siamo fatti di carne e di sangue (Romani 5:12). La vittoria possiamo ottenerla solo se nasciamo di nuovo: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio» (Giovanni 3:3). La frase «nati di nuovo» ha origine dal termine greco gennao, che significa «essere nato» e anothen, che significa «dall’alto o da un luogo più in alto»1. Dai racconti biblici possiamo capire con certezza che Dio, nel corso di tutta la storia, ha agito affinché potessimo capire come ottenere la salvezza. Sul monte Sinai, con i dieci comandamenti, il Signore ci aveva già spiegato che possiamo sfuggire alle abitudini e ai gesti che ci allontanano da Dio e dalle sue benedizioni. I libri biblici raccontano gli eventi che hanno condotto alla croce e dispiegano davanti a noi le enormi agevolazioni spirituali di cui possiamo godere per grazia di Dio, per cambiare, per nascere di nuovo. «Voi sapete che quando eravate pagani eravate trascinati dietro agli idoli muti secondo come vi si conduceva» (1 Corinzi 12:2). Satana desidera tuttora impedire al popolo di Dio di entrare nel regno, così come fece con gli scribi e i farisei: «Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare» (Matteo 23:13). Paolo espone le sue idee in modo che anche noi oggi abbiamo la possibilità di entrare nel regno di Dio. «Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini» (Romani 5:12). Da allora in poi, il peccato e la morte sono arrivati in tutti gli angoli del mondo. Paolo, però, aggiunge che questo non deve scoraggiarci. La grazia di Dio è all’altezza di circoscrivere il peccato. «… la grazia di Dio e il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti» (Romani 15:5). «Così si è provveduto, per affrontare tutte le conseguenze del 1 Strong’s Concordance, alle voci gennaō e anōthen, su http://www.blueletterbible.org/lang/lexicon/lexicon.cfm?Strongs=G1080&t=KJV, al 29 ottobre 2014 peccato di Adamo, a una misura estensiva nella sua applicazione, tanto quanto la rovina provocata dal peccato»2. Rispondi 1. In quali altri modi il Nuovo Testamento ci istruisce sugli inganni di Satana e sulla «nuova nascita»? 2. Pensa ad alcuni esempi tratti dalla tua vita quotidiana in cui la grazia di Dio vince il peccato. Lunedì 29 febbraio LOGOS Cristo, la chiesa e tu di David Deemer, Lincoln, Nebraska, U.S.A. Matteo 7:24-27; Romani 5; 1 Corinzi 3:4-17; 6:15-20; 1 Corinzi 12,15 Adamo e Gesù (Romani 5) Alla creazione, Dio creò l’uomo. Lo chiamò Adamo e gli dette il dominio su tutta la terra (Genesi 1:26). Adamo, come primo della sua razza, fu veramente «un figlio di Dio» (Luca 3:38). Nonostante i meravigliosi benefici di una casa giardino, Adamo ed Eva scelsero di disubbidire a Dio e mangiarono il frutto dell’albero della vita. Furono cacciati dal giardino e da allora ogni essere umano è sotto la maledizione del peccato. Davide esclamò: «Ecco, io sono stato generato nell'iniquità, mia madre mi ha concepito nel peccato» (Salmo 51:5). Paolo si serve di questo contesto per aiutare i suoi lettori a capire il ruolo che Gesù ebbe nel processo di salvezza. Così come il primo peccato fece entrare nel mondo la morte, così la vita senza peccato di Gesù portò nel mondo la libertà e la salvezza. Adamo, Eva e Gesù vissero una vita che influenzò profondamente la razza umana. Gesù, però, vinse laddove Adamo ed Eva avevano perso. Il figlio di Dio è la primizia della salvezza per mezzo della sua risurrezione (1 Corinzi 15:23). La chiesa «edificio» (Matteo 7:24-27; 1 Corinzi 3:4-17; 6:15-20) Paolo usa spesso delle illustrazioni per far capire meglio il messaggio. I primi seguaci di Cristo avevano la tendenza a identificarsi con il loro capo spirituale. Paolo parlò negativamente in proposito e mise l’accento sia sulla condivisione dell’umanità in genere sia sul ruolo che la chiesa ha nella salvezza; ciascuno ha la sua parte da interpretare; tuttavia, alla fine è Dio che controlla la crescita della pianta (1 Corinzi 3:6,7). È per questo che dobbiamo sempre ricordare che siamo solo strumenti di Dio nel processo della salvezza, e che la nostra lealtà e affetto devono essere rivolti solo a Dio, e a nessun altro individuo o istituzione. Paolo, inoltre, rafforza l’importanza di una vita cristocentrica, paragonandola alla costruzione di una casa. Per costruire bene una casa, si devono prima di tutto gettare solide fondamenta. Solo dopo si può procedere ad alzare i muri. Alle tempeste che inevitabilmente arriveranno, solo fondamenta solide potranno resistere e tenere in piedi la casa. Altrettanto si può dire di Gesù: egli è sicuramente la base solida che ci permette di sopravvivere alle tempeste della vita. 2 AAVV, The Seventh-day Adventist Bible Commentary, vol. 6, p. 533 Paolo spiega, infine, l’importanza del corpo umano come dimora dello Spirito Santo. Il tabernacolo era la dimora spirituale per Dio, e i nostri corpi sono la dimora dello Spirito Santo a cui dobbiamo il massimo rispetto (1 Corinzi 3:16,17). La chiesa come corpo (1 Corinzi 12) In 1 Corinzi 12, Paolo scava più a fondo sul tema dell’unità e dell’organizzazione che Dio desidera per la sua chiesa. Potenzialmente, la varietà dei doni spirituali e dei talenti può essere fonte di conflitti e di disunione. Paolo, quindi, inizia ricordando che lo Spirito Santo è il fattore unificante del corpo della chiesa, che elargisce alla chiesa talenti e doni spirituali così come meglio ritiene (1 Corinzi 12:11). Lo Spirito, inoltre, facilita la cooperazione nella chiesa di Dio. Ogni suo componente, come succede al corpo umano, ha una funzione da svolgere e la forza del corpo riposa nelle sue varie specificità e unità. La stessa cosa è vera per la chiesa (1 Corinzi 12:1726). Se vogliono far funzionare la chiesa, i membri devono essere uniti e organizzati, devono collaborare sotto la spinta dello Spirito Santo, oltre a riconoscere a ogni membro i doni specifici ricevuti da Dio. L’armatura di Dio (Salmo 1:5; Giovanni 1:14, 17; 4:24; 8:31, 32; 14:6; Efesini 6:11-17; Apocalisse 1:5, 6; 2:10) Paolo continua spiegando quanto sia importante essere vigili nella guerra spirituale che i cristiani devono combattere. Siamo come soldati e i soldati non vanno in guerra senza armi; così anche noi non possiamo lottare senza essere preparati e coscienti della realtà della guerra spirituale. In Efesini 6, Paolo enfatizza l’importanza della verità, della giustizia, del Vangelo, della fede, della salvezza e della Parola di Dio, per combattere il male e, inoltra, ricorda che il contesto della guerra spirituale non è contro l’umanità ma contro le forze spirituali della malvagità (Efesini 6:12). L’ultimo nemico (1 Corinzi 15:1-18,23-26,45-53) Sin dal peccato di Adamo ed Eva, la morte è stata una realtà implacabile per l’umanità. Davide proclama la sua frustrazione nel Salmo 49: «Infatti la vedrà: i sapienti muoiono; lo stolto e l'ignorante periscono tutti e lasciano ad altri le loro ricchezze» (v. 10). In 1 Corinzi 15, Paolo commenta la risurrezione di Gesù e il suo significato per i credenti. Ci ricorda il trionfo finale di Cristo: ogni potere gli sarà sottomesso, persino la morte. La stessa scena si ripete in Apocalisse, e qui la morte e il soggiorno dei morti vengono gettati nel fuoco (Apocalisse 20:14). Paolo rassicura i suoi lettori: Gesù vincerà, al suo ritorno ci sarà la risurrezione e la morte sarà definitivamente distrutta. Rispondi 1. Che cosa significa vivere essendo spiritualmente sempre vigili, indossando l’armatura di Dio? 2. Come sai se Gesù è il fondamento della tua vita? E se non lo è, come renderlo tale? 3. Quali sono ai nostri giorni le diverse parti del corpo della chiesa? Sono uguali o diverse dai doni spirituali descritti in 1 Corinzi 12? Martedì 1° marzo TESTIMONIANZA Redenzione: la nostra missione di J-Fiah Reeves, Houston, Texas, U.S.A. Colossesi 1:22,23 «Ogni vero ministro sente la pesante responsabilità di contribuire alla crescita spirituale dei credenti che sono stati affidati alle sue cure. Egli desidera che essi diventino collaboratori di Dio. Comprende che il benessere della chiesa dipende in larga misura dal fedele adempimento del suo lavoro. Con ardore instancabile, cerca di stimolare i credenti a desiderare di conquistare nuove anime a Cristo, ricordando che ogni aggiunto alla chiesa dovrebbe contribuire personalmente alla piena realizzazione del piano della salvezza»3. «Ora, condividendo l’esperienza di Paolo prigioniero, egli comprese come mai prima che è meglio conquistare l’amore di Cristo che conquistare il mondo e perdere l’anima per la cui salvezza fu sparso il sangue di Cristo. Affrontando severe prove e avversità, Marco continuò a rimanere saldo nella fede, divenendo un saggio e amato assistente dell’apostolo»4. «Egli indica ai suoi ascoltatori il sacrificio compiuto per l’umanità caduta. Dichiara che un infinito prezzo è stato pagato per la redenzione dell’uomo. Si è provveduto a ogni cosa perché possa condividere il trono di Dio»5. Paolo seppe sopportare le catene, le percosse e la morte perché era motivato. Era sempre l’idea della redenzione che lo spingeva a condividere Cristo e, grazie ai suoi sforzi, la redenzione divenne la dichiarazione d’intenti della prima chiesa. Cristo, e Cristo crocifisso divenne il motto dei primi cristiani. Noi avventisti, crediamo di avere molte verità bibliche da condividere con il mondo. Perché? Perché derivano tutte dal piano di redenzione. Senza questo piano non ci sarebbero legge, grazia, salvezza e neppure speranza o giustizia. Ecco perché quando presenti Dio a qualcuno, ti devi prima chiedere: «Che cos’è che mi spinge a farlo? È la redenzione la mia dichiarazione d’intenti?». Se lo è, allora Cristo può servirsi di te. «Cristo, il celeste mercante in cerca delle perle preziose, ha visto nell’umanità la perla di gran prezzo. Negli uomini, sconfitti e rovinati dal peccato, ha visto la possibilità di redenzione»6. Rispondi 1. Come possiamo vivere la redenzione? 2. Perché è importante avere una dichiarazione di missione personale per quanto riguarda la fede? 3 4 5 6 Ellen G. White, Gli uomini che vinsero un impero, cap. 20 Ibid., cap. 43 Ibid., cap. 48 Ellen G. White, Parole di vita, p. 118 Mercoledì 2 marzo COME FARE Siamo in guerra di Natalie Bruzon, Altamonte Springs, Florida Giosuè 10:8; 1 Corinzi 12:12-26; Efesini 6:11-24 «Ti prego, ripetimi che non ho bisogno di questa sigaretta!» mi chiese la mia amica. Era in piena lotta contro il fumo. Tutti viviamo in zona di guerra e il diavolo non combatte lealmente; se ci vede giù di tono, è il momento in cui sferra i suoi attacchi. Se ci vede su di tono, cercherà di fuorviarci gettandoci nella mischia dei tanti piaceri mondani. Quando il nostro rapporto con Cristo è in crisi, farà di tutto per indurci a credere che la Bibbia non è altro che pura fantasia. Noi, di certo, sappiamo per esperienza che la lotta è reale e poiché Satana sa che siamo alla fine, non si ferma davanti a niente. Ma anche Cristo non arretra e Bibbia alla mano ci suggerisce delle strategie vincenti. La completa armatura - Senza una delle varie parti dell’armatura, saremo vulnerabili alle «pallottole» di Satana. La cintura della verità è l’elemento principale, perché è la base di tutto ed è ciò tiene insieme l’armatura. Senza camminare quotidianamente con Dio, non avremo alcuna possibilità di vincere. Il pettorale della giustizia - Il pettorale protegge il cuore del soldato. Il pettorale della giustizia «preserva la vita del credente e protegge gli organi vitali della vita spirituale»7. Le scarpe del Vangelo - In guerra, il terreno è disseminato di ostacoli; dunque, ci occorrono scarpe adeguate. Il Vangelo ci dà la forza di continuare la marcia, nonostante i tentativi di Satana di scoraggiarci. Lo scudo della fede - Ci protegge dalle pallottole di Satana. Il dubbio perfora la nostra fiducia in Dio, ma la fede ci protegge. L’elmo della salvezza/la spada dello Spirito - L’elmo della salvezza allontana le cose cattive e avvicina quelle buone. Nel dubbio, dobbiamo afferrare la spada dello Spirito, che ci rassicurerà della salvezza e ci aiuterà a lottare. La spada rappresenta la Parola di Dio. È la sola arma di difesa che abbiamo. Il corpo di Cristo (la chiesa) - Quest’arma ci dà l’energia per continuare la lotta. Ci dà la speranza quando qualsiasi altra cosa ci viene a mancare. Voi e io siamo il corpo di Cristo e il ruolo che svolgiamo è importante. Le guerre non si combattono da sole. Cristo non è solo contro il nemico. Fratelli e sorelle, la guerra è feroce. Ma come fu promesso a Giosuè, anche a noi è stata promessa la vittoria. «Non li temere, perché io li ho dati in tuo potere; nessuno di loro potrà resistere di fronte a te» (Giosuè 10:8). 7 Ved. AAVV, The Seventh-day Adventist Bible Commentary, vol. 6, p. 1045 Giovedì 3 marzo OPINIONE Storie universali di Sarah Ventura, Lincoln, Nebraska, U.S.A. Isaia 25:8,9 Sono una studentessa di 22 anni e ho molto da imparare dalla vita. Devo ancora trovare un lavoro a tempo pieno per poter essere in grado di pagarmi tutte le spese. Non ho ancora fatto l’esperienza della perdita di una persona cara e l’esperienza della felicità (o agonia) di un matrimonio. Non so cosa significhi vivere in mezzo alla guerra, all’estrema povertà, o in un luogo in cui la mia lingua o la mia cultura non siano quelle predominanti. Non so cosa significhi avere un conto in banca o non poter mangiare liberamente quello che più mi piace. So di avere delle grandi potenzialità ma sono ancora un bebè nell’immensità del nostro universo. Tuttavia, quello che ho ereditato dai passati millenni ha il suo peso e il suo valore. Ho amato e sono stata amata. Ho mentito e mi hanno mentito. Qualche volta ho fallito, altre volte ho vinto; ho dato e ricevuto perdono. Ho sentito il battito di Dio, i sussurri dello Spirito e ho totalmente ignorato i suoi avvertimenti. Sono stata ribelle, e sicuramente lo sarò di nuovo. Ho provato la redenzione e la proverò di nuovo, ripetutamente. Le parole che vi propongo mi hanno colpito e, nella storia dell’autore, sento riecheggiare la mia storia e le mie parole: Dopo anni sono entrato di nuovo nella camera alta, dopo aver attraversato gli oceani, le ombre delle colline, il rumore delle bugie, dopo sconfitte e dopo aver toccato le stelle, dopo avere cercato, sbagliato e perdonato, mi sono voltato, pensando di trovare non trovare nessuno, solo chi conoscevo, e finalmente ho visto te: vestito di bianco, già ad attendere. Te, di cui avevo sentito parlare sin dal principio, Te, a cui avevo aperto la porta più di una volta nella convinzione che non fossi lontano8. Ognuno di noi ha una sua storia d’insurrezione e risurrezione da raccontare. Abbiamo bisogno di ascoltare queste storie come abbiamo bisogno dell’acqua pura e del calore del sole. L’umanità prospera nella comunità e nell’armonia, ma muore nell’isolamento. Comunque sarà il resto della mia vita, so che finirà non nella ribellione ma nella redenzione. E prego che altrettanto avvenga per voi. 8 W. S. Merwin, «Late Spring», su http://jrbenjamin.com/2013/06/13/w-s-merwin-poems-from-the-outside/ al 29 ottobre 2014 Venerdì 4 marzo ESPLORAZIONE La chiesa è di Sharon Wright, Silver Spring, Maryland, U.S.A. 2 Corinzi 11:2; Efesini 5:27; 1 Pietro 2:9 CONCLUSIONE L’apostolo Paolo presenta varie metafore sui vari aspetti della vita cristiana. Tutte queste metafore hanno un’unica base: la vittoria che Cristo ha vinto per noi. Grazie a lui siamo salvati dal peccato e dalle conseguenze della ribellione di Adamo e, poiché siamo redenti, possiamo tutti collaborare come «corpo di Cristo». Gesù ci fornisce l’armatura, e con la sua risurrezione ci assicura contro la morte. Come prima cosa c’invita a interiorizzare e a provare i benefici della redenzione, poi a condividere la buona notizia della sua missione. PROVA A - Studiare una delle parti del corpo (p.e. i piedi o il sistema nervoso) e servirti delle informazioni che trovi per sviluppare la metafora del «corpo di Cristo». - Illustrare con un disegno o un poster come ogni settore della tua vita abbia le sue basi su Cristo e sulla sua opera di redenzione. - Fare un rapido excursus sulle cose che possono provocare tensioni o divisioni nel «corpo di Cristo». In che modo ognuna di queste cose è conseguenza di una ribellione? Potrebbe essere corretta e trasformata dalla redenzione? - Cercare su un innario quanti più inni in tema con la lezione di questa settimana. Cantane uno o due. - Spiegare a un amico non cristiano l’idea del corpo di Cristo. Chiedigli se ritiene che i cristiani siano coerenti con quest’ideale. Il tuo amico, amerebbe far parte di una comunità che vive quest’idea concretamente? - Scegliere uno sport o una qualsiasi altra attività che abbia bisogno di un equipaggiamento di protezione. Come può, questo equipaggiamento, dimostrare l’idea espressa da Paolo sull’armatura di Dio? CONSULTA Salmo 84:11; 2 Corinzi 12:10; Efesini 2:8,9. Ellen G. White, Gli uomini che vinsero un impero, cap. 30.