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Elenco di piante Aromatiche Medicinali
A Elenco di piante romatiche & M edicinali Il progetto è cofinanziato dall’ Unione Europea (FESR) e le risorse nazionali della Grecia e dell'Italia attraverso il programma europeo di cooperazione territoriale. Testi, curatore scientifico Dr. GREGORIO IATROU, Professore, Responsabile Scientifico UNIVERSITA DI PATRASSO DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA SETTORE DI BIOLOGIA VEGETALE Dr. FOTINI LAMARI, Professoressa Supplente DIPARTIMENTO DI FARMACEUTICA LABORATORIO DI FARMACOGNOSIA E CHIMICA DI PRODOTTI NATURALI Dr. GIORGIO DIMITRELLOS DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA SETTORE DI BIOLOGIA VEGETALE MSc MARIA TSAKIRI DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA SETTORE DI BIOLOGIA VEGETALE Patra, ottobre 2014 Introduzione L a Grecia ha una delle flore più ricche d' Europa, sempre in relazione alle sue dimensioni. Dispone di 6.600 specie e sottospecie (taxa), di cui, i 1462 classificati come endemiche (22.2%). Più di 1/6 del totale sono classificate come piante aromatiche e medicinali, mentre più di 200 presentano interesse commerciale. Le piante aromatiche e medicinali sono classificati in circa cinquanta famiglie (Abietaceae, Apiaceae, Asteraceae, Geraniaceae, Lamiaceae, Labiatae, Rutaceae, Iridaceae, Rosaceae, ecc.). Con il termine piante aromatiche sono caratterizzate tutte quelle piante che danno aroma, il quale è dovuto ai composti volatili in esse contenute. Le piante medicinali sono quelle che almeno una parte di esse producono composti chimici con effetti terapeutici per l'uomo. Non esiste una chiara distinzione tra molte piante aromatiche e medicinali, nonché la maggior parte hanno entrambe le proprietà. Esse sono utilizzate per centinaia di anni in ogni parte della terra da numerose culture, sia in campo nutrizionale sia nel trattamento di problemi di salute. Esse sono diffuse in tutta la regione del Mediterraneo come elementi dominanti della sua flora. Le piante medicinali sono i più antichi agenti terapeutici che ha scoperto l' uomo per curare e alleviare il dolore, inoltre, in passato, la botanica e la medicina nell’ attuazione pratica erano termini sinonimi. Per molti secoli, l'arsenale terapeutico comprendeva farmaci solo a base di erbe. I primi medici erano in realtà botanici. I greci classici e antichi medici hanno scritto diversi libri sulle proprietà curative e le modalità di utilizzo delle piante, basati su tradizioni popolari della loro epoca. Le loro conoscenze hanno dominato per molti secoli e hanno costituito la base per lo sviluppo della terapeutica popolare in tutto il Mondo Occidentale. Aristotele (384-322 a.C.) e il suo allievo Teofrasto (371-285 a.C.) hanno posto le prime basi scientifiche della Botanica. L’ opera di Aristotele "Piante", non è sopravvissuta, ma i libri di Teofrasto "Storia delle Piante" e "Cause delle Piante", sono considerate, fino ad oggi, opere biologiche classiche e giustamente Teofrasto è considerato il padre della botanica. Ippocrate (460-377 a.C.) e Dioscoride (40-90 d.C.), sono stati quelli che hanno creato le basi della medicina moderna, riconoscendo e utilizzando varie piante per scopi terapeutici. Il trattato di Dioscoride "di Materia Medica" (De Materia Medika), è stato per secoli il più prezioso testo di consultazione per scopi medico-farmaceutici. La storia è piena di miti, leggende e tradizioni che fanno riferimento agli usi medicinali delle piante. Nell'antica mitologia e letteratura greca ci sono numerosi riferimenti a miti di piante con gli dei, semidei e creature mitiche, che alcuni spiegano il nome comune, mentre altri descrivono in dettaglio il loro uso come mezzo di guarigione. Basate sulla tradizione popo- 55 lare, sono sopravvissuti alla prova del tempo, molte ricette a base di piante, spesso chiamate come elisir con proprietà magiche. L'uso di erbe, unguenti fatti in casa per impacchi e cataplasmi, infusi, ecc., preparati da varie parti di piante, come fiori, corteccie, foglie, radici, fusti sotterranei e frutta, sostituivanno per secoli la medicina scientifica e chi soffriva solitamente su loro affidava la speranza di guarigione. Oggi, l’ industria alimentare, del cibo, bevande (con l’ aggiunta di aroma/gusto e conservanti), cosmetici, profumi e medicinali, torna nuovamente nella natura, con conseguenza da utilizzare più piante per la fabbricazione dei propri prodotti. Utilizzati sia come materiale vegetale, secco o fresco, o trasformati in olio essenziale. Nel mondo occidentale moderno, la fitoterapia recupera il terreno perduto ed è oggi uno dei metodi affidabili di terapia complementare in forma di inalatori, con bagni, impacchi, unguenti, massaggi, tisane, infusi, cataplasmi, tinture, estratti, ecc. La domanda di piante aromatiche e medicinali, a causa delle loro proprietà, a livello nazionale e internazionale sono ora in piena espansione, mentre popolazioni indigene si trovano quasi in tutta la Grecia. In direzione dello sfruttamento di piante aromatiche selvatiche del nostro paese sono già molte aziende greche e straniere, con lo sviluppo della ricerca industriale, che ha per oggetto l'emergere delle proprietà di piante medicinali della flora greca. La necessità di coltivazione di tali piante è fondamentale per imprese e professionisti, al fine di migliorare la loro competitività nel mercato internazionale e di limitare la raccolta incontrollata di piante selvatiche al fine di proteggere l' ambiente. La coltivazione di piante aromatiche e medicinali può aiutare efficacemente le aree caratterizzate da scarsa produttività o basso sfruttamento, per attirare i giovani agricoltori ad attività produttive nuove e innovative, che contribuiranno a rafforzare il settore primario dell' economia nazionale. Indubbiamente, le piante aromatiche e medicinali autoctone della flora greca, perché sono elementi dell’ ecosistema greco, di solito superano altre colture che prosperano in terreni simili, quindi non ci si aspetta problemi di coltivazione e crescita. Pertanto, la scelta della coltivazione e commercializzazione dei loro prodotti, è un'ottima proposta di coltura alternativa. Il progetto «Re.herb» comprende: 6 a) la registrazione e la documentazione delle piante aromatiche e medicinali, selvatiche e cultivate, nella Grecia occidentale, Epiro, Isole Ionie in Grecia e in provincia di Taranto in Italia, b) un' analisi dettagliata della situazione attuale per quanto riguarda l' attuale produzione, prezzi, distribuzione e opportunità future, c) la classificazione e la presentazione strutturata della documentazione riguardante sia le caratteristiche del prodotto e le caratteristiche legate alla cultura locale e del turismo locale e infine, d) lo sviluppo di una piattaforma innovativa, multidimensionale per l'utilizzo del mercato dell'elettronica e possibilità di networking con lo scopo di aumentare il numero delle piccole e medie imprese (PMI) partecipanti alle attività della rete e il rafforzamento delle attività di cooperazione e azioni comuni per l' internazionalizzazione. L' obiettivo principale del «Re.Herb» risiede nella valorizzazione delle proprietà terapeutiche e cosmetiche di alcune piante, sia a livello nazionale e transnazionale, al fine di informare la popolazione in modo più integrato e completo e, in secondo luogo, al rafforzamento della domanda (sia nazionale che estera) per tali piante o prodotti vegetali. Degno di nota è il fatto che l' area di studio presenta ricca diversità floristica. Nel corso del progetto «Re.herb» si è tenuta la catalogazione di tutte le piante aromatiche e medicinali di questa regione. Perché non era possibile studiarle tutte, si sono scelti alcuni rappresentanti che hanno gia interesse commerciale o potrebbero essere sfruttati in questa direzione a causa delle loro proprietà medicinali. I testi integrali di tutti i taxa selvatici e coltivati che sono studiati, sono inseriti sul sito che è stato fatto nell’ ambito del progetto (www.reherb.eu), compreso il nome scientifico e tradizionale per ciascuno di essi la descrizione sistematica, la diffusione geografica, la sottospecie che comprende, l' habitat dove trovato, le proprietà farmaceutiche e la composizione fitochimica, il grado di coltivazione e l' uso del locale, usi tradizionali, pericoli potenziali di utilizzo e materiale fotografico rappresentativo. Per ragioni pratiche e soprattutto finanziarie, in questo libro, sono specificamente indicate, dalle tre aree di studio, i più importanti rappresentanti dei nativi (82 taxa) e coltivate (19 taxa) e accompagnati rispettivamente dal nome scientifico e tradizionale, la descrizione sistematica, la diffusione geografica, gli usi farmaceutici e la loro composizione fitochimica. 7 INDICE Piante aromatiche e medicinali autoctone Achillea setacea Waldst. & Kit. Čelak ...................................................................... Anchusa officinalis L. subsp. οfficinalis ................................................................... Anthyllis vulneraria subsp. rubriflora (DC.) Arcang. ................................................ Arbutus unedo L. .................................................................................................... Arctium lappa L. ..................................................................................................... Artemisia arborescens (Vaill.) L. ............................................................................. Asparagus acutifolius L. ......................................................................................... Asphodelus ramosus L. .......................................................................................... Berberis cretica L. ................................................................................................... Blitum bonus-henricus (L.) Rchb. ........................................................................... Borago officinalis L. ................................................................................................ Brassica nigra (L.) W. D. J. Koch in Röhl. .................................................................. Bryonia dioica Jacq. ................................................................................................ Calendula officinalis L. ........................................................................................... Capparis spinosa L. ................................................................................................. Capsella bursa-pastoris (L.) Medik. ........................................................................ Celtis australis L. .................................................................................................... Centaurea cyanus L. ............................................................................................... Ceratonia siliqua L. ................................................................................................. Cichorium intybus L. .............................................................................................. Cistus creticus subsp. creticus Greuter and Burdet .................................................. Colchicum bivonae Guss. ........................................................................................ Cornus mas L. ......................................................................................................... Crataegus monogyna Jacq. .................................................................................... Crocus boryi J. Gay ................................................................................................. Cynara scolymus L. ................................................................................................. Cynodon dactylon (L.) Pers. .................................................................................... Cynoglossum officinale L. ....................................................................................... Digitalis grandiflora Mill. ........................................................................................ Dracunculus vulgaris Schott ................................................................................... Drimia numidica .................................................................................................... Ephedra nebrodensis Guss. subsp. procera ............................................................. Eryngium amethystinum L. .................................................................................... Euphorbia characias L. subsp. wulfenii (W. D. J. Koch) Radcl.-Sm. .......................... Foeniculum vulgare Mill. ........................................................................................ Fumaria officinalis L. subsp. officinalis ................................................................... Glycyrrhiza glabra L. ............................................................................................... Humulus lupulus L. ................................................................................................ Hypericum perforatum L. subsp. perforatum ......................................................... 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 9 10 Iris germanica L. ..................................................................................................... Juniperus oxycedrus L. ........................................................................................... Laurus nobilis L. ..................................................................................................... Lavandula stoechas L. subsp. stoechas ................................................................... Malva sylvestris L. .................................................................................................. Marrubium vulgare L. ............................................................................................ Matricaria chamomilla L. ....................................................................................... Melissa officinalis L. subsp. altissima (Sm.) Arcang. ............................................... Melittis melissophyllum subsp. albida (Guss.) P. W. Ball ......................................... Mentha aquatica L. ................................................................................................ Mentha pulegium L. ............................................................................................... Myrtus communis L. subsp. communis .................................................................. Origanum vulgare L. subsp. hirtum ........................................................................ Parietaria officinalis L. ............................................................................................ Pistacia lentiscus L. ................................................................................................ Portulaca oleracea L. .............................................................................................. Pulicaria dysenterica (L.) Bernh. ............................................................................. Pyrus spinosa Forssk. .............................................................................................. Quercus frainetto Ten. ............................................................................................ Ribes uva-crispa L. subsp. austro-europaeum (Bornm.) Bech. ............................... Rosa canina L. ........................................................................................................ Rosmarinus officinalis L. ........................................................................................ Rubus idaeus L. ...................................................................................................... Salvia fruticosa Mill. ............................................................................................... Salvia officinalis L. subsp. officinalis ....................................................................... Sambucus nigra L. .................................................................................................. Saponaria officinalis L. ........................................................................................... Sideritis clandestina subsp. peloponnesiaca (Boiss. & Heldr.) Baden ...................... Silybum marianum (L.) Gaertn. ............................................................................. Sinapis alba L. subsp. alba ...................................................................................... Sisymbrium officinale (L.) Scop. ............................................................................. Taraxacum pindicola (Bald.) Hand.-Mazz. .............................................................. Teucrium capitatum L. subsp. capitatum ................................................................ Thymbra capitata (L.) Cav. Elench. .......................................................................... Thymus leucotrichus Halácsy subsp. leucotrichus ................................................... Tilia tomentosa Moench ......................................................................................... Tordylium apulum L. .............................................................................................. Tussilago farfara L. ................................................................................................. Urtica dioica L. ....................................................................................................... Urtica urens L. ........................................................................................................ Verbascum thapsus L. ............................................................................................ Vinca major L. ssp. major ........................................................................................ Vitex agnus-castus L. ............................................................................................. 54 55 56 57 58 59 60 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 Piante aromatiche e medicinali coltivate Allium sativum L. ................................................................................................. Aloe vera (L.) Burm. f. .......................................................................................... Aronia melanocarpa (Michx.) Elliott ..................................................................... Artemisia dracunculus L. ...................................................................................... Coriandrum sativum L. ......................................................................................... Cuminum cyminum L. .......................................................................................... Echinacea purpurea (L.) Moench .......................................................................... Eruca vesicaria (L.) Cav. ........................................................................................ Hippophae rhamnoides L. .................................................................................... Jasminum grandiflorum L. ................................................................................... Lycium barbarum L. ............................................................................................. Mentha x piperita L. ............................................................................................. Ocimum basilicum L. ............................................................................................ Pelargonium graveolens (Thunb.) L’Hér. ............................................................... Pimpinella anisum L. ........................................................................................... Punica granatum L. .............................................................................................. Stevia rebaudiana (Bert.) Bertoni ......................................................................... Trigonella foenum-graecum L. ............................................................................. Vaccinium corymbosum L. ................................................................................... 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 11 Piante aromatiche e medicinali A utoctone 13 Achillea setacea Waldst. & Kit. Čelak Květ. Okolí Pražsk.: 130. 1870 • Famiglia: Asteraceae. • Sinonimi: Achillea fililoba Freyn, Achillea kuemmerleana Prodan. • Nome comune italiano: Millefoglio setaceo. • Descrizione sistemica: Fusto 15-30(-45) cm, eretto o ascendente, semplice, con 12-20 internodi. Foglie medie del fusto 3 x 0,5 cm, con contorno lanceolato, 3-alate, con pelo corto o più lungo, largh. rachide 0,5 mm, intere; segmenti primari c. 2 mm, contorno quasi circolare, largh. rachide 0,4 mm; lobi filiformi patenti. Involucri c. 3 x 0,5-2,5 mm; con brattee quasi uniformemente pubescenti. Ligule bianche. 2n = 18. • Distribuzione geografica: In località aride. Individuata in Europa S, SE e SC, ad Ovest della Svizzera SO e a Nord dei 56o N, in Russia C. [Au Bu Cz Ge Gr He ?Hs Hu It Ju Po ?Rm Rs (C, W, K, E)[. • Usi farmaceutici: L’ampia distribuzione del genere Achillea in tutto il mondo, ha contribuito all’utilizzo delle specie come medicinali nella medicina tradizionale dalle popolazioni locali. I decotti delle specie del genere Achillea sono stati tradizionalmente utilizzati per i dolori addominali e la flatulenza. Dioscoride usava l’Achillea per la dissenteria sia quando era associata alla colera sia ad altre cause. Come nella specie A. millefolium, l’essenza di colore blu scuro estratta con distillazione a vapore dalle foglie è generalmente usata come antinfiammatorio oppure per massaggi al torace in raffreddori e stati influenzali. Riferimenti per uso come antiflogistico, digestivo ed emmenagogo e per combattere il dolore, l’emorragia, le disfunzioni gastrointestinali e le infiammazioni della cistifellea. • Composizione fitochimica: Dall’analisi GC-MS dell’essenza isolata delle parti aeree essiccate della pianta Achillea setacea è stato identificato un elevato numero di elementi, con l’eucaliptolo (1,8-cineolo) che costituisce la componente principale dell’essenza. Inoltre, la canfora e i suoi derivati, il borneolo, il terpinen-4-olo e l’eucalip- Achillea setacea Waldst. & Kit: Dettaglio dell’infiorescenza. tolo (1,8-cineolo) sono considerati come i suoi principali componenti antimicrobici. Dalle parti aeree dell’Achillea setacea sono stati inoltre isolati sesquiterpeni con struttura di α-metilene-γ-lattone e flavonoidi. 15 Anchusa officinalis L. subsp. οfficinalis Sp. Pl.: 133. 1753 • Famiglia: Boraginaceae. • Sinonimi: Anchusa angustifolia L., Anchusa officinalis subsp. angustifolia (L.) Bjelcić, Anchusa arvalis Rchb., Anchusa microcalyx Vis., Anchusa osmanica Velen. • Nome comune italiano: Ancusa, Buglossa, Lingua di bue. • Descrizione sistemica: Perenne, raramente bienne, con pelo uniforme ispido o setoloso, fusto 20-80(-170) cm, eretto. Foglie 50-120 x 10-20 mm. Infiorescenza multipla ondulata, fitta; peduncoli molto corti, fino a 5 mm alla fruttificazione, brattee uguali o più corte del calice. Calice 5-7 mm, fino a 10 mm alla fruttificazione, diviso fino alla metà o quasi fino alla base in lobi lanceolati, acuti. La corolla è viola o rossastra, raramente bianca o gialla con tubo di 5-7 mm, uguale o fino a 1½ volta la lunghezza del calice, diametro corolla 7-15 mm. Gli stami arrivano alla metà superiore del tubo della corolla arrivando o coprendo parzialmente le squame. Frutti circa 2 x 4 mm, obliqui ovoidi. 2n = 16 ± 0-2B. • Distribuzione geografica: Distribuita in gran parte dell’Europa, ma assente dalle parti più a Nord, da molte aree dell’Occidente e da alcune zone del Mediterraneo. [Al Au Bl Bu Co Cz Da GaGe Gr He Ho Hu It Ju *No Po RmRs (*N, B, C, W, E) Su Tu (*Be *Fe)]. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa nella Grecia continentale, Zante, Cefalonia e nelle Isole del Nord Egeo. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia e Zante. 16 • Usi farmaceutici: I fusti fioriferi, le radici e i fiori sono utilizzati nell’erboristeria come emulsionanti ed espettoranti. L’Anchusa è usata per il trattamento della tosse, della bronchite e di altre infezioni del torace e della laringe, nel trattamento topico di ferite, ecchimosi e varici. Il medicinale omeopatico ricavato dalla pianta è usato per il trattamento dell’ulcera dello stomaco e del duodeno. Il decotto dalle radici è considerato “purificante” per il sangue ed è anche usato come diuretico e per promuovere la sudorazione. Anchusa officinalis L. subsp. officinalis: Dettaglio dei fiori. • Composizione fitochimica: Nella pianta fiorita sono stati individuati acido silicico, alcaloidi (inclusi alcuni alcaloidi pirrolizidinici tossici), mucillagine, saponine triterpeniche e antocianine. Anthyllis vulneraria subsp. rubriflora (DC.) Arcang. Comp. Fl. Ital.: 178. 1882 • Famiglia: Fabaceae • Sinonimi: Anthyllis font-queri Rothm., Anthyllis gandogeri (Sagorski) W. Becker, Anthyllis praepropera (A. Kern.) Beck, Anthyllis rosea Willk., Anthyllis spruneri (Boiss.) Beck, Anthyllis vulneraria subsp. praepropera (A. Kern.) Bornm., Anthyllis vulneraria subsp. spruneri (Boiss.) Bornm. • Nome comune italiano: Vulneraria, Trifoglio vulnerario, Trifoglio giallo delle sabbie. • Descrizione sistemica: annuale, biennale o perenne. Fusto fino a 10-35 cm, ascendente o decombente, irsuto nella parte bassa. Foglie basali solitamente con una sola pinnula. Foglie superiori con 7-13 pinnule uguali, apicali imparipennati, uguali o non tra di loro. Involucri con elevato numero di fiori, situati di fronte a 2 brattee palmate, molto vicino alla parte bassa dei fiori. Calice rigonfio nella fioritura, ristretto all’apice, con 5 denti disuguali e bocca obliqua diseguale. Corolla gialla, rossa, purpurea, arancione, biancastra oppure variopinta. Legume con 1 o 2 semi. Anthyllis vulneraria subsp. rubriflora (DC.) Arcang: Infiorescenza. • Distribuzione geografica: Cresce nell’area Mediterranea, assente dalla Spagna e dalla maggior parte dell’Italia. [Al Bl Co Cr Ga Gr It Ju Sa Tu]. • Usi farmaceutici: L’Anthyllis è utilizzata in pomata per il trattamento delle piaghe e delle ferite. Inoltre è un depurativo e antiasmatico. Il lavaggio dei capelli con lo stesso infuso previene la caduta dei capelli. • Composizione fitochimica: Contiene tannini, mucillagine, saponine, xantofile e sostanze organiche coloranti. 17 Arbutus unedo L. Sp. Pl.: 395. 1753 • Famiglia: Ericaceae. • Sinonimi: Arbutus serratifolia Salisb., nom. illeg., Arbutus salicifolia Hoffmanns. • Nome comune italiano: Corbezzolo, Albatro. • Descrizione sistemica: Di solito è un cespuglio con chioma densa di 1,5-3 m, occasionalmente piccolo albero fino a 12 m. La corteccia è rugosa e si sfalda in piccole strisce, principalmente opaco marrone. I giovani rami sono tormentosi e setosi almeno in parte. Foglie 4-11 x 1,5-4 cm, oblunghe-lanceolate, di solito 2-3 volte più lunghe che larghe, dentellate fino a intere, glabre ad eccezione della base, peduncolo 10 mm o più piccolo. Infiorescenza 4-5 cm. Pendula, appare in autunno. Calice 1,5 mm, con lobi suborbicolari, corolla 9 x 7 mm, bianca, spesso con macchie verdi o rosa. Frutto bacca, 20 mm coperto di papille coniche, alla maturazione passano dal giallo al rosso e alla fine al rosso intenso. 2n = 26. 18 • Distribuzione geografica: In macchie sempreverdi, margini dei boschi e pendii rocciosi. Nell’area del Mediterraneo e in Europa SO, estesa localmente a Nord nell’Irlanda NO. [Al Bl Co Cr Ga Gr HbHs It Ju Lu Sa Si Tu]. Specie stenomediterranea. In Grecia si trova sia nella Grecia continentale sia nelle isole. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, e nelle Isole Ionie (Zante e Cefalonia). Spontanea, abbondante e con buone popolazioni. Può essere raccolto in natura senza pericolo di deterioramento. In Grecia cresce anche la specie Arbutus andrachne L. (spontanea nell’area del Mediterraneo, del Medio Oriente e dell’Asia SO). • Usi farmaceutici: Le foglie, la corteccia e la radice sono note nella medicina tradizionale come antisettici, diuretici e lassativi, mentre i fiori sono leggermente sudoriferi. Sono anche usati per il trattamento di infezioni del sistema urinario, come la cistite e l’uretrite. Per la sua azione astringente viene usato nel trattamento della diarrea e della dissenteria e, come molte altre piante Arbutus unedo L.: Fiori (maturi) colorati e frutti. astringenti, si utilizza anche per lavaggi contro le infiammazioni della cavità orofaringea. • Composizione fitochimica: Tutte le parti della pianta sono ricche in polifenoli, composti fenolici semplici, flavonoidi e antocianine fino ai tannini più complessi. Arctium lappa L. Sp. Pl.: 816. 1753 • Famiglia: Astreraceae. • Sinonimi: Arctium majus Bernh., nom. illeg., Arctium vulgare (Hill) Druce, Lappa glabra Lam., nom. illeg., Lappa major Gaertn., nom. illeg., Lappa officinalis All., nom. illeg., Lappa vulgaris Hill, nom. nov., Arctium chaorum Klokov. • Nome comune italiano: Bardana comune, Lappola, Lappa bardana. • Descrizione sistemica: Pianta 90-150 cm. Fusto, piccioli e peduncoli pubescenti fino a quasi glabri. Ogni ramo principale dell’infiorescenza corimboso. Foglie basali fino a 50 cm, larghe ovate, cordate, solitamente ottuse. Peduncoli solidi. Piccioli 3-10 cm. Involucro infiorescenza 20-25 x 3542 mm alla fruttificazione, sferico come gemma, semisferico e ampiamente aperto sulla fruttificazione, lucido verde-oro, glabro o subglabro. Fioretti di lunghezza quasi uguale alle brattee dell’involucro. Acheni 6-7 mm. Pappo 1,3-5 mm. 2n = 36. • Distribuzione geografica: Quasi in tutta l’Europa ad eccezione dei paesi nordici. • Usi farmaceutici: Utilizzato per il trattamento di affezioni dovute al “sovraccarico” di tossine nell’organismo, come della gola ed altre infezioni, esantemi ed altri problemi dermatologici. La pianta è antibatterica, antimicotica e carminativa. Ha proprietà lenitive ed è considerata uno dei trattamenti più sicuri per molte patologie della pelle, ustioni, contusioni ecc. Viene utilizzato per il trattamento del herpes, dell’eczema, dell’acme, dell’impetigine, contro i morsi ecc. La pianta può essere somministrata internamente come infuso oppure può essere utilizzata esternamente per lavaggio. Usare con cauzione. Le radici dalle piante di un anno sono raccolte a metà dell’estate e vengono essiccate. Si tratta di un lassativo alternativo, depurativo del sangue, colagogo, sudorifero, diuretico. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), riconoscendo l’utilizzo fin dall’antichità della radice Arctium, permette il suo uso come medicinale di erboristeria tradizionale per: 1) l’aumento della quantità di urina per ottenere lo svuotamento del sistema urinario, come coadiuvante in piccole infezioni del sistema urinario, 2) perdite temporanee dell’appetito, e 3) nel trattamento delle affezioni seborroiche della pelle.Il seme è antiflogistico, depurativo, sudorifero e diure- Arctium lappa L.: Infiorescenze (involucri sferoidi) con brattee spinose. tico. Recenti ricerche hanno dimostrato che i frutti aiutano a diminuire i livelli degli zuccheri nel sangue. I semi vengono raccolti in estate e vengono essiccati per uso futuro. Il seme frantumato viene usato come impiastro sulle parti contuse. Le foglie sono inoltra usate come impiastri per piaghe, ustioni e ferite. Impiastri di foglie sono stati anche usati per ferite, mentre gli infusi sono usati per l’ulcera dello stomaco e la gastrite. In trattamenti topici è usata contro malattie dermatologiche, punture di insetti, prurito e graffi. Le foglie possono aiutare nei trattamenti conto le contusioni, i tumori e gli edemi. • Composizione fitochimica: La radice dell’Arctium contiene polisaccaridi (fino al 70% della massa secca, principalmente inulina), acidi grassi (0,4-0,8%), molti triterpeni (acidi, esteri, alcoli), lignani (principalmente arctina), acidi fenolici, flavonoidi e tannini (fino al 3,65% nella radice fresca) e un piccola quantità dei essenza (fino al 0,18%). Le foglie contengono sesquiterpeni (in particolare nell’essenza), alcoli ed esteri terpenici, steroli, acidi grassi (principalmente saturi), acidi fenolici, acido ascorbico e tannini, mentre i semi sono ricchi di acidi grassi, lignani (compresa l’arctina) e daucosterolo. 19 Artemisia arborescens (Vaill.) L. Sp. Pl., ed. 2: 1188. 1763 • Famiglia: Asteraceae. • Sinonimi: Absinthium arborescens Vaill. • Nome comune italiano: Assenzio arbustivo, Assenzio aromatico. • Descrizione sistemica: Pianta perenne, aromatica, bianca - tomentosa, fusti 50-100 cm, legnosi nella parte inferiore. Foglie 1-2-pennatosette o il superiore alcune volte semplice, picciolate. Lobi 5-25 x 1-2 mm, ottusi. Capitoli 6-7 mm, nell’intera infiorescenza. Involucro 3,5-4 mm, brattee ovate, tomentosi, con margine ampio, glabro, scarioso. Ricettacolo peloso. Corolla glabra. 2n = 18. • Distribuzione geografica: Area del Mediterraneo, S. Portogallo. [Bl Co Cr Gr Hs It Ju Lu Sa Si (Ga)]. La distribuzione in Grecia include la S. Grecia e Creta. Nell’area dello studio è diffusa in Elide e Cefalonia. • Usi farmaceutici: L’ A. arborescens ha avuto diversi usi farmaceutici nella storia, come medicinale antelmintico, stimolante dell’appetito, diuretico, emmenagogo e abortivo. I decotti dalle fogli sono stati usati contro il raffreddore comune, l’asma, la rinite allergica, la bronchite asmatica e le vertigini e come agente ipoglicemico. Inoltre, foglie polverizzate sono state usate nella medicina tradizionale nel trattamento topico esterno di diverse dermatiti e reazioni allergiche e dell’insufficienza venosa. Infine, è considerato antisettico. 20 • Composizione fitochimica: La pianta ha un alto contenuto in essenza- tujone, canfora e camazulene costituiscono fino al 75% dei componenti. L’alto contenuto in camazulene spiega le proprietà e il suo uso antinfiammatorio, mentre per l’essenza sono state riferite proprietà spasmolitiche e antivirali. Oltre all’essenza, la pianta contiene acidi fenolici, flavonoidi, sesquiterpeni, steroli e altri triterpeni. Artemisia arborescens (Vaill.) L.: Infiorescenza. Asparagus acutifolius L. Sp. Pl.: 314. 1753 • Famiglia: Asparagaceae. • Sinonimi: Asparagus aetnensis Tornab., Asparagus ambiguus De Not., Asparagus brevifolius Tornab., Asparagus commutatus Ten., Asparagus corruda Scop., Asparagus inarimensis Tornab.. • Nome comune italiano: Asparago pungente, Asparago spinoso, Asparagina. • Descrizione sistemica: Fusto fino a 200 cm, legnoso, bianco o grigio. Fusti e rami longitudinalmente striati, papillosi oppure quasi glabri. Cladodi 2-8 (-10) x 0,3-0,5 mm., quasi eguali, in fascetti (5-)10-30(-50), patenti, fortemente spinosi. Pedicelli 3-7 (-8) mm., circondati da bratteole alla base. Nodi con (1-)2-4 fiori mischiati con i cladodi. Perianzio-segmenti 3-4 mm. Bacca 4,5-7,5 (-10) mm, nera, con 1-2 semi. 2n = 40. I cladodi sono generalmente più corti nelle specie del Mediterraneo Occidentale in confronto a quelle del Mediterraneo Orientale. Le piante dalle zone litorali, in particolare dalle isole, sono alcune volte solo leggermente legnose e hanno cladodi sottili, scarsamente spinosi (var. gracilis Baker). Asparagus acutifolius L.: Ramo con frutti. loro consumazione. La pianta contiene inoltre vitamine Α, Β1, Β2, C, Ε, Mg, Ρ, Ca, Fe e acido folico. Altri componenti chimici importanti dell’Asparagus sono l’asparagina, l’arginina, la tirosina, i flavonoidi (kaempferolo, quercetina e rutina), resine e tannini. • Distribuzione geografica: Europa S., verso Est in Creta e in Bulgaria SE. [Al Bl Bu Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si Tu]. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa nella Grecia continentale e meno nelle Isole Ionie e dell’Egeo. È diffuso in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia, Itaca e Zante. • Usi farmaceutici: Le specie del genere Asparagus sono considerate depurative, disintossicanti e diuretiche. La radice della specie Asparagus officinalis è usata come diuretico, in casi di idrope, sedativo forte per il cuore, trattamento per la schistosomiasi e la tubercolosi. Le radici dell’Asparagus filicinus sono considerate tonificanti, astringenti e antielmintiche. • Composizione fitochimica: Le sostanze bioattive principali degli asparagi sono un gruppo di saponine steroidi. Componenti organosulfurici caratteristici sono responsabili per l’odore caratteristico nelle urine dopo la 21 Asphodelus ramosus L. Sp. Pl.: 310. 1753 • Famiglia: Asphodelaceae. • Sinonimi: Asphodelus albus subsp. ramosus (L.) Bonnier & Layens, Asphodelus ramosus L. subsp. ramosus, Asphodelus ramosus subsp. distalis Z. Díaz & Valdés. • Nome comune italiano: Asfodelo ramoso, Asfodelo mediterraneo, Porraccio. • Descrizione sistemica: Perenne, con radici tuberose. Foglie 15-40 x 1-3 (-4) cm, appiattite, leggermente carenate. Fusto 40-150 cm, robusto, generalmente con molte ramificazioni. I rami laterali hanno lunghezza quasi eguale con il ramo estremo. Brattee membranose verso verde ocra. Segmenti di perianzio 15-20 cm, lanceolati o lineari-oblunghi, ottusi. Capsula 8-14 x 5-11 mm, ovata. 2n = 28, 56, 84. • Distribuzione geografica: Cresce in Europa SO e si estende ad Est fino alla Grecia SO. [Co Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si]. • Usi farmaceutici: È usato come diuretico e per la decongestione della pelle irritata. • Composizione fitochimica: La pianta contiene carboidrati, glucosidi e alcaloidi. 22 Asphodelus ramosus L.: Foto della pianta in natura. Berberis cretica L. Sp. Pl. (1753) 331. • Famiglia: Berberidaceae. • Sinonimi: Berberis cretica var. serratifolia Loudon, Berberis vulgaris var. cretica (L.) Hook.f. & Thomson. • Nome comune italiano: Crespino. • Descrizione sistemica: Simile al Β. hispanica, ma stolonifero. Le foglie sono quasi sempre intere, racemi 7-15 mm che superano appena le foglie, solamente con 3-8 fiori, foglie mellifere c. 4-5 mm più lunghe dall’interno del perianzio-segmenti, frutto 6-7 mm. • Distribuzione geografica: N. Africa, E. Mediterraneo, compreso Cipro, più raramente Mediterraneo Europeo. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa nella Grecia continentale, in Creta e nell’Egeo. Nell’area dello studio cresce ad altitudini da 1500 a 2200 m circa. Berberis cretica L.: Aspetto della pianta con i rami spinosi. • Usi farmaceutici: Estratti dalla pianta sono usati come analgesici, antibatterici, antivirali, antiaritmici, antinfiammatori, ipoglicemici, colagoghi, come fattori di ossificazione e contro l’indigestione e la diarrea. Le radice e la corteccia in decotti sono utili per le infezioni dei polmoni, dei reni e del fegato. Aiuta all’eliminazione delle pietre dalla cistifellea e dai reni. Viene inoltre usato nei trattamenti contro la dissenteria, la malaria, la leishmaniosi, l’epatite, il tumore del fegato e l’ipertensione. Le foglie sono usate come antiemorragico nelle emorragie ginecologiche. • Composizione fitochimica: Le caratteristiche fitochimiche della specie sono gli alcaloidi tetraciclici (protoberberine) derivati dalla benzil-isochinolina e sono responsabili per le proprietà coloranti e terapeutiche. Le piante sono inoltre ricche fonti di tannini, cere, mucillagine, minerali e pectine. 23 Blitum bonus-henricus (L.) Rchb. Fl. Germ. Excurs.: 582. 1832 • Famiglia: Chenopodiaceae. • Sinonimi: Blitum bonus-henricus L., Blitum bonushenricus (L.) C. A. Mey., Chenopodium esculentus. • Nome comune italiano: Farinello buon-enrico, Spinacio selvatico. • Descrizione sistemica: Pianta erbacea perenne, 5-80 cm, eretta o ascendente, sparsamente setosa. Foglie più o meno triangolari, lanceolate a saettate, quasi intere ad eccezione dei lobi alla loro base. Infiorescenza principalmente terminale (all’estremità del fusto) ristretta, conica, senza foglie sopra. Sepali privi o con piccola carena. Stigmi 0,8-1,5 mm. Semi di 1,5-2,2 mm di diametro, verticali ad eccezione dei fiori terminali. 2n = 36. • Distribuzione geografica: Diffusa in gran parte dell’Europa, ma raramente ad Est, dubbia la sua origine a Nord. Si espande principalmente sulle montagne del N. Europa. [Al Au *Be Bu Co Cz *Da Ga Ge Gr He *Ho Hs Hu It Ju Lu *No *Po Rm Rs(*B, C, W, E) Sa Si (Br Fe Hb)]. In Grecia si trova sulle montagne della Grecia continentale. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide. • Usi farmaceutici: Le radici, i semi, nonché tutta la pianta sono usati come emollienti e lassativi. L’impiastro dalle foglie è stato utilizzato per la pulizia e il trattamento di ferite croniche, esantemi e ascessi. 24 • Composizione fitochimica: L’intera pianta, nonché le sue radici, sono ricche in saponine. Dalle radici sono stati isolati ecdisteroidi. Blitum bonus-henricus (L.) Rchb.: Pianta con infiorescenze. Borago officinalis L. Sp. Pl.: 137. 1753 • Famiglia: Boraginaceae. • Sinonimi: Nessuno. • Nome comune italiano: Borragine comune, Borrana, Borragine, Buglossa vera, Boragia, Lingua rada. • Descrizione sistemica: Pianta annuale ispida, fusti 15-70 cm, eretti, robusti, spesso ramificati. Foglie basali 5-20 cm, ovate-lanceolate, picciolate. Foglie cauline senza picciolo, amplessicauli. Pedicelli 5-30 mm, spessi, patenti o deflessi dopo l’antesi. Calice 8-15 mm all’antesi, fino a 20 mm nella fruttificazione, lobi lineari-lanceolati, acuti, conniventi alla fruttificazione. Corolla a ruota, colore chiaro blu, raramente bianco. Tubo molto corto oppure quasi assente. Lobi 8-15 mm, lanceolati, acuti. Frutti 7-10 mm, oblunghi-ovati. 2n = 16. • Distribuzione geografica: S. Europa. Ampiamente coltivata come ornamentale, naturalizzata nelle parti più calde dell’Europa C., E. e O. Esemplari di breve duratasi incontrano più a Nord. [*AzBl Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si Tu (Au Br Cz Ge He Ho Hu Po RmRs -C, W, K, E-)]. Regioni aride, di solito con rifiuti. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa nella Grecia Meridionale, in Creta e nell’Egeo Est. È diffuso in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide e Zante. Non sono stati segnalati rischi di raccolta. • Usi farmaceutici: Il Borago è un farmaco vegetale domestico abbastanza comune usato fin dall’antichità. La sua azione è considerata particolarmente benefica per il sistema nervoso, dato che viene utilizzato contro la melanconia e induce senso di euforia. Ha inoltre azione sudorifera, disintossicante, diuretica, espettorante, antipiretica, emolliente, lenitiva e sedativa. Viene consumato come decotto e non deve essere prescritto a persone con problemi epatici. Esternamente viene usato come impiastro per edemi infiammatori. L’olio dei semi aiuta alla regolazione del sistema endocrino e riduce la pressione arteriosa. Viene usato internamente ed esternamente fornendo sollievo in malattie dermatologiche e nella tensione mestruale. Usato anche nel trattamento contro la flebite. Borago officinalis L.: Fiori. • Composizione fitochimica: I semi sono fonte ricca di acido gamma-linolenico. Dal Borago sono stati isolati diversi polifenoli, ma gli alcaloidi pirrolizidinici individuati in piccole quantità hanno attratto l’attenzione a causa delle loro proprietà cancerogene e epatotossiche. 25 Brassica nigra (L.) W. D. J. Koch in Röhl., Deutschl. Fl., ed. 3, 4: 713. 1833 • Famiglia: Brassicaceae. • Sinonimi: Sinapis nigra L., Brassica bracteolata Fisch. & C. A. Mey. • Nome comune italiano: Senape nera. • Descrizione sistemica: Annuale. Fusti fino a 100 cm o più alti, ramificati dalla metà oppure vicino alla base. Le foglie più basse lirate-pennatosette, con 1-3 coppie di lobi laterali e un lobo terminale molto più grande, ispide in ambedue le superfici le foglie superiori lineari-oblunghe, intere oppure dentate glabre. Tutte le foglie picciolate. Petali 7-9 mm, gialli. Silique 10-20 x 1,5-2 mm, attenuate in rostro breve, senza semi, su pedicelli corti (2,5-6 mm) appressati all’asse. 2n = 16. • Distribuzione geografica: Presente nella maggior parte dell’Europa, ma molto più comune nelle parti centrali e meridionali. Di solito alieno. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa in tutte le regioni. È diffuso in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia e Zante. 26 • Usi farmaceutici: I semi sono spesso usati nell’erboristeria tradizionale soprattutto come impiastro o polvere. In applicazioni topiche, la Brassica nigra produce irritazione e iperemia. La polvere dei semi è spesso applicata al torace sopra i polmoni per ridurre la congestione e attivare l’espettorazione. L’acqua bollente sui semi polverizzati costituisce un pediluvio stimolante, buono per i raffreddori e la cefalalgia. L’olio è stato usato per trattamenti contro l’alopecia, l’epilessia, il mal di denti e per i morsi di serpenti. Inoltra, il frutto è utilizzato anche per uso interno. In concentrazioni basse è uno stimolante dell’appetito, digestivo, diuretico e tonificante, mentre in concentrazioni più alte è un emetico. La polvere è considerata antisettica. • Composizione fitochimica: I glugosinolati sono considerati il gruppo principale di costituenti attivi. Quando i semi vengono polverizzati e mescolati con acqua calda oppure masticati, i glucosinolati, in particolare Brassica nigra (L.) W. D. J. Koch in Röhl: Coltura delle piante. la sinigrina, vengono idrolizzati dagli enzimi in principi attivi, come isotiocianato di allile, responsabile per il sapore piccante. Sono stati isolati derivati fenilopropanio e oli (30%), mucillagine e proteine. Bryonia dioica Jacq. Fl. Austriac. 2: 59. 1774 • Famiglia: Cucurbitaceae. • Sinonimi: Bryonia acuta Desf., Bryonia cretica L. subsp. dioica (Jacq) Tutin. • Nome comune italiano: Brionia comune, Vite bianca, Fescera, Zucca selvatica. • Descrizione sistemica: Dioico. Fusti fino a 4 m, ramificati. Foglie 5-10 cm, ovate, cordate, pentagone o palmate con 5 lobi. I lobi delle foglie sono interi oppure con pochi, grandi denti subottusi, quello centrale solitamente molto più lungo dei laterali. Il calice dei fiori femminili, solitamente lunghi la metà della corolla, gli stigmi pappilosi-pelosi. Frutti di 6-10 mm di diametro, rossi. Le foglie e i frutti immaturi sono uniformemente verdi. Infiorescenza maschile ghiandolosa con pochi peli lunghi oppure senza peli. 2n = 20. • Distribuzione geografica: Europa S., SC e O. Ufficialmente è coltivata come pianta medicinale e spesso naturalizzata. In Grecia è diffusa soprattutto nella Grecia continentale e con popolazioni minori nelle Isole Ionie. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide e Zante. • Usi farmaceutici: Ippocrate usava la radice della Brionia per il trattamento dei malati di tetano. Discoride chiamava la pianta con il nome di “Ofiostafylon”, ossia vite dei serpenti, per indicare le sue proprietà velenose. In antichità si credeva che le radici, le foglie e i frutti della pianta avevano proprietà medicinali contro le ulcere maligne, dermatiti, esantemi della pelle, infezioni, ascessi e epilessia. Veniva somministrato come antidoto per il veleno dei serpenti. La radice della Brionia è considerata come potente fattore purgativo. In piccole quantità è usata internamente per il trattamento di malattie dello stomaco e dell’intestino, dei polmoni e del fegato, per l’artrite e per disturbi del metabolismo. Si usa anche per la prevenzione delle infezioni. Viene inoltre usata per aumentare la quantità dell’urina per offrire sollievo dalla ritenzione dei liquidi. In grandi dosi farmacologiche è stata usata Bryonia dioica Jacq.: Foto della pianta. come emetico, mentre in dosi elevate è considerata velenosa. Per uso esterno è usata contro i disturbi muscolari, i dolori alle articolazioni e la pleurite. • Composizione fitochimica: Sono stati individuati e vengono considerati responsabili della tossicità della pianta alcuni triterpeni (curcubitacine) e alcaloidi. Sono state inoltre individuate nella radice glicoproteine e lectine tossiche. Altri componenti importanti sono gomme e flavonoidi. 27 Calendula officinalis L. Sp. Pl.: 921. 1753 • Famiglia: Asteraceae. • Sinonimi: Calendula aurantiaca. Calendula eriocarpa. Calendula hydruntina. Caltha officinalis. • Nome comune italiano: Calendula, Calta, Fiorrancio. • Descrizione sistemica: Annuali a perenni, legnosi solo alla base. Fusti (17-)20-50(-10) cm eretti, diffusi o procombenti, molto ramificati, generalmente frondosi quasi fino all’apice. Foglie (3-)7-14(-17) x 1-4(-6) cm, oblancelate, obovate, oblunghe o spatolate, leggermente acute o ottuse, ghiandolose-pubescenti sporadicamente aracnoidi-fioccose, solitamente quasi intere a ondulate-dentate. Capolino solitamente di 4-7 cm di diametro. Fiori ligulati circa 2 cm, gialli o arancioni, di lunghezza almeno doppia delle brattee membranose. Fiori tubulosi solitamente quasi dello stesso colore, alcune volte marroni. Capolino nella fruttificazione con o senza serie esterna di acheni ricurvi con becco di 2-2,5 cm, alternati ad acheni cimbiformi molto più piccoli. • Distribuzione geografica: È coltivata come pianta ornamentale in tutta l’Europa. Spontaneo nell’Europa S. e O. e spesso in altre parti. [Az Br Hs It.]. Cresce in giardini, terre coltivate e lungo i margine delle strade. In Europa è principalmente una pianta coltivata. Nell’Europa meridionale e occidentale cresce occasionalmente e localmente come pianta spontanea. Cresce in giardini e in campi in Etolia-Acarnania, Acaia e Elide. Nell’area dello studio cresce ad altitudini da 0 a 600 (-1000) m. 28 • Usi farmaceutici: La Calendula è usata di solito come tintura internamente e in forma di olio, crema o pomata per applicazioni esterne. L’applicazione esterna topica è usata per una varietà di problemi dermatologici, come ferite e traumi chirurgici e per malattie come l’ulcera della pelle, ascessi, acme, psoriasi, eczema, prurito, vaginite, cervicite, eruzione cutanea, flebite ecc. è inoltre considerata come erba depurative e disintossicante e viene somministrata per il trattamento della febbre e delle infezioni croniche. Viene anche usata per lavaggi nel trattamento della gengivite, della stomatite e delle ulcere orali. Viene usata per il trattamento della congiuntivite in forma liquida per Calendula officinalis L.: Aspetto della pianta. lavaggi degli occhi, di impiastri o di impacchi, mentre per il trattamento della leucorrea gonococcica viene usata per docce e lavaggi. Il decotto dai petali è stimolante della circolazione e, somministrato con regolarità, può attenuare i sintomi della flebite. L’intera pianta, ma principalmente i fiori e le foglie, sono antiflogistici, antisettici, antispastici, disintossicanti, astringenti, colagoghi, sudoriferi ed emmenagoghi. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), riconoscendo il suo utilizzo fin dall’antichità permette l’uso per: a) il trattamento sintomatico di piccole infiammazioni della pelle (p.es. ustioni solari) e la guarigione di piccole ferite, e b) il trattamento sintomatico di infiammazioni minore della cavità orale e della gola. Proprietà farmaceutiche simili ha anche la Calendula arvensis L. • Composizione fitochimica: I principali componenti sono le saponine triterpeniche (2-10% nei capolini secchi dei fiori) a base di acido oleanolico (p.es. calendulosidi) e flavonoidi (3-O-glicoside di isoramnetina e di quercetina), compresi l’astragalina, l’iperoside, l’isoquercitrina e la rutina. Altri composti contengono l’essenza, i sesquiterpeni (p.es. cariofillene) e triterpeni (p.es. a-e b-amirine, lupeolo e lupenone). Sono stati individuati anche polisaccaridi in alte concentrazioni (15%). Capparis spinosa L. Sp. Pl.: 503. 1753 • Famiglia: Capparaceae. • Sinonimi: Capparis inermis Turra (1780), Capparis orientalis Veill. (1800), Capparis rupestris Sm. (1806). • Nome comune italiano: Capparo, Cappero. • Descrizione sistemica: Foglie glabri, picciolate, orbicolari oppure orbicolari-ovate, ottuse o emarginate all’apice. La spina alla base dei piccioli è ricurva all’indietro, alcune volte non completamente sviluppato. Fiori di 5-7 cm di diametro, leggermente zigomorfi. Sepali purpurei. • Distribuzione geografica: Area del Mediterraneo. [Al Bl Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Rs (K) Sa Si]. Il cappero è diffuso in quasi tutti i paesi del Mediterraneo e fa parte della flora della maggioranza di essi, ma l’origine della pianta è incerta. • Usi farmaceutici: La corteccia della radice è un analgesico, antelmintico, antiemorroidico, depurativo, deostruente, disintossicante, diuretico, emmenagogo, espettorante, tonificante, vasocostrittore, stimolante dell’appetito. La somministrazione per via orale è indicata per il trattamento delle infezioni gastrointestinali, della diarrea, dell’artrite e dei reumatismi. L’uso esterno topico contribuisce alla terapia delle dermatiti e a combattere la fragilità dei vasi capillari e la facilità di contusione. I fiori chiusi hanno azione lassative, vengono somministrati per il trattamento della tosse e delle infezioni oculari, sono fonte ricca in componenti noti come inibitori dell’aldoso reduttasi. Per tali componenti è stato dimostrato che offrono una prevenzione efficace contro la formazione della cateratta. Vengono raccolti prima dell’apertura dei fiori per essere conservati per uso futuro. Si sostiene che quando sono correttamente lavorati offrono sollievo dal mal di stomaco. Il decotto della pianta è usato per il trattamento dell’afta vaginale. Le foglie vengono sminuzzate e usate come poltiglia nel trattamento dell’artrite. Il consumo del cappero può contribuire all’assunzione della dose quotidiana di anticancerogeni naturali che possono ridurre il rischio di Capparis spinosa L.: Aspetto generale della pianta. formazione di tumori. I glugosinolati sono inoltre noti per la loro azione antitiroidea. Il consumo di cappero si considera che contribuisce alla protezione antiossidante. • Composizione fitochimica: Flavonoidi (glicosidi di quercetina e di kaempferolo), glugosinolati, poliprenoli, prenil-glicosidi, tocoferoli (vitamina E), vitamina C, carotenoidi, acidi grassi polinsaturi e steroli nell’olio dei semi e alcaloidi nelle radici. 29 Capsella bursa-pastoris (L.) Medik. Pfl.-Gatt.: 85. 1792 • Famiglia: Brassicaceae. • Sinonimi: Thlaspi bursa-pastoris L., Bursa djurdjurae Shull, Bursa fracticruris Borbás, Bursa nana (Baumg.) Borbás, Bursa occidentalis Shull, Bursa pastoris Hill, Capsella apetala Opiz, Capsella batavorum E. B. Almq., Capsella concava E. B. Almq., Capsella heegeri Solms, Capsella mediterranea E. B., Bursa pastoris Weber Almq., Capsella patagonica E. B. Almq., Capsella ruderalis Jord., Capsella stenocarpa Timb.-Lagr., Capsella treviorum E. B. Almq., Capsella turoniensis E. B. Almq., Solmsiella heegeri (Solms) Borbás, Capsella bursa-pastoris subsp. occidentalis (Shull) Maire, Capsella bursa-pastoris subsp. typica Emb. & Maire. • Nome comune italiano: Capsella, Borsacchina, Erba borsa, Borsa del pastore. • Descrizione sistemica: Pianta con peli diradati, specialmente nella parte inferiore, oppure glabra. Fiori inodori. Sepali solitamente verdi, spesso pubescenti. Petali 2-3 mm, circa due volte la lunghezza dei sepali, bianchi (raramente assenti). Siliqua 6-9 x 4-9 mm, solitamente più lunga che larga, scarsamente attenuata alla base, solitamente leggermente emarginata. I margini laterali sono solitamente lineari o convessi. Lobi apicali solitamente subacuti. Stili c. 0,25 mm. 2n = 32. • Distribuzione geografica: In tutta l’Europa, in tutto il territorio. • Usi farmaceutici: Tisana dall’intera pianta contro lo 30 scorbuto, come astringente, diuretico, emmenagogo, emostatico, ipotensivo, stimolante, vasocostrittore, vasodilatatore e vulnerario. È inoltre considerato efficace contro le emorragie di tutti i tipi - allo stomaco, ai polmoni, all’utero e, specialmente, ai reni. Ha proprietà legate alle contrazioni dell’utero ed è usata tradizionalmente durante il parto. È usata al trattamento dei calcoli urinari. L’uso della Capsella bursa-pastoris è stato approvato per emorragie nasali, sindrome premestruale, ferite e ustioni. Riconoscendo l’uso tradizionale come astringente, Capsella bursa-pastoris: piante con fiori e frutti. l’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato la circolazione delle erbe essiccate oppure dei liquidi estratti come medicinale tradizionale di provenienza natura per la riduzione delle emorragie mestruali gravi nelle donne con ciclo mestruale regolare, in seguito ad esclusione di patologie più serie dal medico. • Composizione fitochimica: Molti componenti sono stati identificati nelle parti aeree della pianta. Contiene flavonoidi, acidi fenolici, saponine ed altri triterpeni, lipidi polari, resine, glicoside e olio di senape. Celtis australis L. Sp. Pl.: 1043. 1753 • Famiglia: Ulmaceae. • Sinonimi: Nessuno. • Nome comune italiano: Bagolaro, Spaccasassi, Romiglia. • Descrizione sistemica: Albero fino a 25 m, corteccia grigiastra. Foglie 4-15 x 1,5-6 cm, da lanceolate a ovate, dentellate, seghettate, arrotondate o cordate alla base, ruvide nella parte superiore e tomentose in quella inferiore. Peduncoli dell’infiorescenza fino a 3,5 cm. Drupe 9-12 mm di diametro, sferiche, glabre, di colore marrone-nero alla maturazione, seme intensamente reticolato-rugoso. • Distribuzione geografica: in Europa S. [Al Bl Bu Co Ga Gr Hs It Ju Lu Rm Sa Si (He)]. Celtis australis L.: Foglie e frutti caratteristici. • Usi farmaceutici: Le foglie e i frutti sono astringenti, analgesici e protettive per lo stomaco. Le foglie sono raccolte all’inizio dell’estate ed essiccate per uso futuro. I frutti sono considerati più efficaci per uso farmaceutico quando vengono raccolti prima della maturazione completa. Il decotto prodotto dalle foglie e dai frutti è usato contro i sintomi delle mestruazioni intense, nonché nel periodo tra i cicli mestruali. A causa delle sue proprietà astringenti nelle membrane mucose può essere usato anche per la diarrea, la dissenteria e l’ulcera gastrica. • Composizione fitochimica: Le foglie sono fonte ricca in flavonoidi e gamma-glicosidasi. Nelle foglie giovani sono state individuate quantità maggiori di fenolici per grammo di sostanza secca. Agli inizi del periodo di coltivazione si osserva un contenuto più alto in fenoli e la loro caduta veloce influenza i derivati come l’acido caffeico e i flavonoidi. 31 Centaurea cyanus L. Sp. Pl.: 911. 1753 • Famiglia: Asteraceae. • Sinonimi: Centaurea cyanus L., Centaurea cyanocephala Velen., Centaurea hortorum Pau, Centaurea cyanus subsp. coa Rech. f. • Nome comune italiano: Cianio, Fiordaliso. • Descrizione sistemica: Annuali, raramente biennali. Fusto 20-80 cm, eretto, ramificato. Foglie coperte con peli densi e fioccosi nella parte inferiore, verdi e glabre nella parte superiore. Quelle inferiori lanceolate, intere, con dentatura sparsa oppure lirate pennatosette con 1-3 segmenti lineari o lanceolati in ogni lato, acute, picciolate. Le superiori lineari-lanceolate intere. Involucro di 12-13 mm di diametro, ovato-sferico, appendici strette (0,3 mm) ascendenti, marroni, fimbriate 1 mm argento. Fioretti interni blu-violetti. Esternamente blu scuro, raramente bianco o violetto. Acheni 3, 5-4 mm. Pappo (pappus) 3-4 mm. 2n = 24. • Distribuzione geografica: Spontanea in habitat secchi e aperti in Europa SE e in Sicilia. Naturalizzate nelle coltivazioni di granoturco quasi in tutta l’Europa, ma ormai molto rara o solamente occasionalmente in Br Hb Rs (Ε) e probabilmente anche in altre zone. [Al Bu Gr *Ju Si Tu (Au Be Br Co Cz Da Fe Ga Ge Hb He Ho Hs Hu It Lu No Po Rm Rs -N, B, C, W, K, E- Sa Su)]. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa nella Grecia continentale. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide. • Usi farmaceutici: Ha una lunga storia di uso in erbori- 32 steria, ma attualmente viene usata raramente. I capolini dei fiori sono usati per trattamenti contro infiammazioni oculari minori. I fiori secchi sono antipruritici, antibecchici, astringenti, leggermente diuretici, emmenagoghi, leggeri purgativi e tonificanti. L’infuso è usato per il trattamento dell’idrope, della stitichezza oppure per lavaggi in caso di ulcera orale o di emorragie delle gengive, come tonificante e stimolante dell’appetito, migliorando la digestione, supportando la funzione epatica e rinforzando la resistenza alle infezioni. I semi sono usati come Centaurea cyanus L.: Capolino fiorito con brattee caratteristiche e fiori. purgativo leggero per bambini. Il decotto delle foglie è antireumatico, antimicotico ed è usato per il lavaggio dei capelli nei trattamenti contro l’eczema del cuoi capelluto. I lavaggi sono raccomandati anche per il trattamento delle infezioni vaginali da Candida. Può essere usato per ferite, esantemi, acme e contusioni della pelle. • Composizione fitochimica: I flavonoidi e i polisaccaridi sono i componenti principali della pianta, mentre nei semi sono stati individuati alcaloidi indolici. Ceratonia siliqua L. Sp. Pl.: 1026. 1753 • Famiglia: Caesalpiniaceae. • Sinonimi: Nessuno. • Nome comune italiano: Carrubo, Carrubbio, Siliqua dolce. • Descrizione sistemica: Albero o arbusto con altezza fino a 10 m. Pinnule 2-5 coppie, 30-50 x 30-40 mm, ellittiche oppure obovate fino a suborbicolari, coriacee, verde scuro e lucidi nella parte superiore, verde chiaro in quella inferiore. Fiori verdi. Legumi 10-20 x 1,5-2 cm, marrone-violetto, pendenti. • Distribuzione geografica: spontaneo nell’area del Mediterraneo, coltivato anche ampiamente (in Portogallo) come mangime ed ampiamente naturalizzato, in modo da rendere difficile la determinazione dell’area di origine. [Al Bl Cr Ga Gr Hs It Ju Sa Si (Co Lu)]. In Grecia è diffuso nella parte meridionale e nelle isole, nella zona costiera e calda. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Zante, Cefalonia e Itaca vicino alle coste. • Usi farmaceutici: La polpa dei frutti del Carrubo è molto nutriente a causa dell’elevato contenuto in zuccheri, ha un sapore dolce e azione leggermente lassativa. Ha anche azione astringente ed è usata come decotto nel trattamento della diarrea e per la pulizia leggera, nonché per dare sollievo dalle irritazioni dell’intestino. Anche se questi effetti appaiono contraddittori, il carrubo è un esempio di come l’organismo risponde in modo diverso alle medicine naturali in base alla lavorazione delle erbe e al problema patologico. I frutti sono usati anche contro la tosse. La farina preparata dai frutti maturi è un emolliente e viene usata nel trattamento contro la diarrea. La pula dei semi è un astringente e purgativo. La corteccia è un forte astringente. Inoltra, il carrubo è usato per problemi di digestione compresa la diarrea, il bruciore gastrico e l’incapacità dell’intestino di assorbire correttamente certe sostanze nutritive dagli alimenti. Altri usi comprendono i trattamenti contro l’obesità, il vomito durante la gravidanza e il colesterolo lato. Ceratonia siliqua L.: Albero femmina con frutti immaturi (lobi). • Composizione fitochimica: Il carrubo ha un valore particolare a causa dei sui frutti. I frutti sono ricchi in zuccheri, mentre i semi sono ricchi in proteine. I frutti maturi contengono grandi quantità di tannini concentrati. Lo zucchero può essere estratto dai frutti con l’alcool e la melassa è ottenuta come derivato che può essere sottoposto a fermentazione per la produzione di alcool etilico. I semi contengono anche vitamina Α, D, E e tracce di vitamina Β1. Una sostanza gommosa, nota come gomma di carrube, è ottenuta dai semi e consiste in un endosperma corneo grigio-bianco che viene separati dai semi con macchine specifiche. È inodore e ha un sapore gommoso. 33 Cichorium intybus L. Sp. Pl.: 813. 1753 • Famiglia: Asteraceae. • Sinonimi: Cichorium balearicum Porta, Cichorium glabratum C. Presl, Cichorium glaucum Hoffmanns. & Link, Cichorium hirsutum Gren., Cichorium intybus subsp. balearicum (Porta) Gand., Cichorium intybus subsp. foliosum (Hegi) Janch., Cichorium intybus subsp. glabratum (C. Presl) Arcang., Cichorium intybus subsp. glaucum (Hoffmanns. & Link) Tzvelev, Cichorium intybus subsp. sativum (DC.) Janch. • Nome comune italiano: Cicoria comune, Cicoria selvatica, Cicoria amara, Radicchio. • Descrizione sistemica: Glabra o con peli semirigidi. Perenne con radice principale lunga e voluminosa. Fusti 30-120 cm, eretti, con rami rigidi, patenti-ascendenti. Foglie basali 7-30 x 1-12 cm, lanceolate, roncinate-pennatosette, fino a dentate, con piccioli corti o sviluppate dal fusto con meno denti o intere, senza picciolo, amplessicauli. Peduncolo del capolino leggermente ingrossato all’apice. Involucro 11-14 x 4-10 mm. Brattee esterne c. 8, larghe lanceolate, patenti all’apice. Brattee interne c. 5, lunghe due volte le interne e più strette, erette. Ligule blu chiaro, raramente rosa o bianche, 3 volte più lunghe del frutto. Acheni 2-3 mm, irregolarmente angolari, marrone tenue. Pappo da 01/10 a 01/8 degli acheni. 2n = 18. 34 • Distribuzione geografica: In gran parte dell’Europa. Veniva coltivata come pianta medicinale e in tempi più recenti come surrogato del caffè e ornamentale, mentre è ampiamente naturalizzato. In tutti i paesi ad eccezione di Fa Is Sb, ma casualmente o incertamente naturalizzato in Fe Hb No Rs (N). Diffusa in terreni erbosi e coltivati. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa in tutto il paese. È diffuso in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia, Itaca e Zante. • Usi farmaceutici: La cicoria ha una lunga storia nell’erboristeria ed ha un valore importante per i suoi effetti tonificanti per il fegato e il sistema digestivo. La radice e le foglie sono stimolante per l’appetito, colagoghi, Cichorium intybus L.: Infiorescenza (capolino). disintossicanti, digestivi, diuretici, ipoglicemici, depurativi e tonificanti. Il decotto della radice è stato dimostrato come efficace nel trattamento dell’ittero, dell’ingrossamento del fegato, della gotta e dei reumatismi. Il decotto della pianta fresca è usato nel trattamento contro diverse calcolosi. Esperimenti hanno dimostrato che gli estratti della radice producono un battito cardiaco (polso) più lento e basso. Si effettuano ricerche per l’uso della pianta nelle aritmie cardiache. Il succo del gambo è usato per la distruzione delle verruche. L’Agenzia Europea per i Medicinali dichiara che la radice sminuzzata può essere usata come decotto (tisana, prodotti farmaceutici vegetali tradizionali) contro i sintomi di disfunzioni leggere del sistema digestivo. • Composizione fitochimica: I componenti caratteristici delle radici e dei capolini della pianta sono una serie di lattoni sesquiterpenici responsabili per il sapore amaro della pianta. Tutta la pianta contiene flavonoidi (in particolare i fiori contengono antocianine), mentre nei fusti sono stata individuate cumarine. Cistus creticus L. subsp. creticus Syst. Nat. ed. 10: 1077. 1759 • Famiglia: Cistaceae. • Sinonimi: Cistus creticus, Cistus polymorphus, Cistus villosus subsp. creticus. • Nome comune italiano: Cisto Rosso, Cisto di Creta. • Descrizione sistemica: Fusto fino a 100 cm, eretto o disteso. Foglie (10 -)20-50(-70) x 8-30 mm, ovate, obovate o ellittiche, spesso ondulate, con venature pennate, verdi o grigie, pubescenti o tomentose con peli stellati, venature a rilievo nella parte superiore e sporgenti in quella inferiore. Piccioli 3-15 mm. Infiorescenza ondulata con 1-7-fiori, più o meno simmetrici. Sepali 5, ovati-lanceolati, acuminati, con peli stellati e lunghi semplici. Fiori di 4-6 cm. di diametro, viola-rosa. Cistus creticus subsp. creticus: Habitat. • Distribuzione geografica: Cresce in S. Europa, ma raramente nella parte Occidentale. [Al Bl Bu Co Cr Gr Ju Rs (K) Sa Si Tu (Br)]. Specie mediterranea diffusa in Grecia dalle isole fino alla Grecia continentale. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, e nelle Isole Ionie. Spontanea, abbondante e con buone popolazioni. Può essere raccolto in natura senza pericolo di deterioramento. • Usi farmaceutici: La pianta è un’erba aromatica, espettorante e tonificante che controlla l’emorragia ed ha effetti antibiotici. È somministrata per via orale per il trattamento del catarro e della diarrea e come emmenagogo. Le foglie sono raccolte alla fine della primavera e all’inizio dell’estate e possono essere essiccate per uso futuro intere oppure in forma di resina estratta da esse. Sia la pianta sia l’oleoresina sono usati per diverse infezioni della pelle, per ulcere e anche contro i tumori. Le specie Cistus incanus e Cistus monsepaliensis hanno proprietà farmaceutiche simili. • Composizione fitochimica: L’essenza della pianta contiene diterpeni di ladano, mentre sono stati individuati anche flavonoidi. 35 Colchicum bivonae Guss. Cat. Pl. Boccad. 72 (1821) • Famiglia: Colchicaceae. • Sinonimi: Colchicum autumnale var. bivonae (Guss.) Fiori, Colchicum amabile Heldr., Colchicum bowlesianum B. L. Burtt., Colchicum busambarense Lojac., Colchicum latifolium Sm., Colchicum pulchrum Herb. ex Baker, Colchicum sibthorpii Baker, Colchicum tuntasium Heldr., Colchicum variegatum Biv., nom. illeg., Colchicum variopictum Janka. • Nome comune italiano: Il nome scientifico della pianta è dovuto alla Colchide, un regno dell’antichità sul Mar Nero, dove è stata trovata per la prima volta. Colchico. • Descrizione sistemica: Bulbo 2,5-5 x 2,5-4 cm, ovato. Tunica marrone scuro, coriacea o subcoriaceo, con collo lungo. Foglie (4-)5-9, fino a 25 cm x 8-13 mm, sviluppate dopo l’antesi, lineari-lanceolate o solo lanceolate, da acute a ottuse, glabre. Fiori 1-6, perianzi-segmenti (40-)55-65 x 8-20 mm, intensamente tassellati, rosa tenue fino a intenso-viola, bianchi alla base, oblunghi fino ad ampiamente ellittici, ottusi fino ad acuti. Filamenti 10-30 mm. Antere (5-)7-8(-11) mm, viola-nere oppure -marroni. Polline gialla. Stili curvi all’apice. Stigmi lunghi-eretti. Capsula c. 40 mm, ovata. Fioritura da agosto ad ottobre (-novembre). 2n = 36, 54, 90. 36 • Distribuzione geografica: Νel Mediterraneo Centrale e nel Sud della Penisola Balcanica. [AE(G) Bu Gr It Ju Sa Si Tu(AE)]. Cresce nella maggioranza delle regioni greche, ad eccezione della Creta, delle Cicladi e dell’Egeo N. Nell’area dello studio è diffusa nelle zone montagnose di Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide e delle Isole Ionie. • Usi farmaceutici: In passato i bulbi e i frutti del C. bivonae erano usati nel trattamento dell’asma, dei reumatismi, della dissenteria e della gotta. • Composizione fitochimica: I bulbi del Colchicum bivonae contengono alcuni alcaloidi caratteristici, i colchinoidi. La colchicina è stata approvata dall’US FDA per il trattamento della gotta e della malattia periodica e ha Colchicum bivonae Guss.: Fiori caratteristici. un indice terapeutico stretto. La colchicina viene usate anche nella riproduzione vegetale per la produzione di ceppi poliploidi. Cornus mas L. Sp. Pl.: 117. 1753 • Famiglia: Cornaceae. • Sinonimi: Macrocarpium mas (L.) Nakai, Cornus erythrocarpa St.-Lag., Cornus flava Steud., Cornus homerica Bubani, Cornus mascula L., Cornus nudiflora Dumort., Cornus praecox Stokes, Cornus vernalis Salisb., Eukrania mascula (L.) Merr., Cornus mas var. oblongifolia Jovan. • Nome comune italiano: Corgnolo, Corniolo. La parola Cornus proviene dal latino “cornum” che significa “corno”. Il nome è dovuto al legno particolarmente resistente alla rottura dei rappresentanti del genere Cornus. • Descrizione sistemica: Arbusto o piccolo albero fino a 8 m, con rami verdastri-gialli. Foglie 4-10 cm ovate oppure ellittiche, acute o acuminate, di colore grigio opaco nella parte inferiore. Venature 3-5 coppie. Brattee 6-10 x 3-6 mm, decidue. Pedicello quasi uguale alle brattee. Petali 2-2,5 mm, gialli. Frutto 12-15 mm, rosso. Cornus mas L.: Ramo con frutti. • Distribuzione geografica: Europa C., SE. fino all’Italia meridionale e la Francia centrale. Coltivato come ornamentale e per i suoi frutti commestibili. [Al Au Be Bu Cz Ga Ge Gr He Hu It Ju Rm Rs (W,K) Tu (Br)]. In Grecia si trova nella Grecia continentale. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide. • Usi farmaceutici: La corteccia e i frutti sono astringenti, antipiretici e nutrienti. Il frutto astringente contribuisce al trattamento dei disturbi intestinali e della febbre e viene anche usato contro il colera. I frutti e i fiori sono utili contro la diarrea. • Composizione fitochimica: Tannini in elevate concentrazioni. I frutti sono ricchi in antocianine e acido ursolico. 37 Crataegus monogyna Jacq. Fl. Austriac. 3: 50. 1775 • Famiglia: Rosaceae. • Sinonimi: Mespilus monogyna (Jacq.) All., Oxyacantha monogyna (Jacq.) M. Roem., Crataegus oxyacantha subsp. monogyna (Jacq.) Syme, Mespilus oxyacantha subsp. monogyna (Jacq.) Čelak. • Nome comune italiano: Biancospino, Azaruolo selvatico, Spino bianco. • Descrizione sistemica: Arbusto o piccolo albero fino a 10 m. Spine 7-20 mm. Foglie da obovate a romboidali, cuneate, discolorate, lobi 3-7, oblunghe, acute oppure ottuse, intere oppure con dentatura sparsa vicine all’apice, estendendo la Ύ verso la venatura centrale, lobi solitamente aperti e profondi, stipole intere, lanceolate-subulate. Fiori di 8-15 mm di diametro. Stilo 1. Frutti 6-10 mm, rosso scuro o chiaro, coronati da sepali deflessi che sono di solito leggermente più lunghi che larghi. Nocciolo 1. • Distribuzione geografica: Quasi in tutta l’Europa ad eccezione dei limiti a Nord e ad Est. [In tutte le parte ad eccezione di Az Fa Is Rs (N, B, E)Sb]. 38 • Usi farmaceutici: Il biancospino è un tonificante riconosciuto per il cuore e ha effetti benefici nei trattamenti di molte malattie del cuore, compresa la tachicardia, l’aritmia, l’insufficienza cardiaca e altre malattie degenerative del cuore. Studi clinici hanno dimostrato i suoi effetti. L’erba agisce delicatamente al cuore in modo da provocare un battito leggermente più veloce, contribuendo così alla riduzione dello sforzo al quale si sottopone il cuore. Inoltre, dilata le arterie migliorando la circolazione del sangue nell’organismo e rafforza il muscolo cardiaco. Queste proprietà aiutano nella terapia dell’aterosclerosi e regolano la pressione sanguigna. Il Crataegus monogyna può incrementare la bassa pressione del sangue ad un ritmo regolare e ridurre l’alta pressione per evitare l’ipertensione. L’erba può offrire sollievo dall’angina pectoris riducendo l’acido lattico responsabile per il dolore al muscolo cardiaco. Inoltre, riduce la percentuale del colesterolo che è considerato responsabile per le cardiopatie. Il biancospino è stato usato anche come agente spasmolitico nel trattamento contro l’asma, la diarrea, in malattie della cistifellea nelle contrazioni dell’utero, nonché come calmante contro l’insonnia. Le sue proprietà astringenti hanno effetti Crataegus monogyna Jacq.: Rami con frutti. benefici nel trattamento dell’edema, delle malattie dei reni e del mal di gola. Il biancospino è stato usato nella Medicina Cinese Tradizionale per la terapia dei disordini del sistema digestivo, come la nausea, il vomito e la diarrea, nonché in malattie cardiovascolari. Il Crataegus monogyna aiuta alla digestione della carne e dei grassi attivando la produzione di enzimi e di bile che sono necessari per la loro digestione. Nella Medicina Cinese Tradizionale l’erba è somministrata come infuso oppure polverizzato in forma di pillola. • Composizione fitochimica: I componenti principali sono i flavonoidi (rutina, iperoside, vitexina, Vitexin-2-ramnoside, acetilvitexin-2’’-ramnoside e le relative preantocianidine. Nella fioritura sono presenti i glicosidi del flavonolo, in particolare sotto forma di iperoside, spiroside e rutina. I derivati principali dei flavonoidi nelle foglie sono l’epicatechina (epicatecolo) o/e la catechina (catecolo), nonché le relative preantocianidine che si formano dalla condensazione di 2-8 monomeri di tali catechine, insieme a procianidine oligomeriche. È stata individuata anche presenza di acidi fenolici semplici (p.es. acido clorogenico e caffeico). Tra i componenti principali sono compresi anche sostanze non fenoliche, come triterpeni pentaciclici (acido ursolico e oleico) e il derivato 2-idrossi dell’acido oleico, noto come acido crategolico. Crocus boryi J. Gay Bull. Sci. Nat. Géol. 25: 320. 1831 • Famiglia: Iridaceae • Sinonimi: Crocus boryanus Herb., nom. superfl., Crocus laevigatus subsp. boryi (J. Gay) K. Richt., Crocus boryanus var. cephalonensis Herb., Crocus laevigatus var. boryi (J. Gay) Nyman, Crocus cretensis Körn., Crocus ionicus Herb., Crocus marathonisius Heldr., Crocus boryi subsp. cretensis (Körn.) Nyman. • Nome comune italiano: Zafferano di Bory [nome in onore del naturalista francese J.B. M. Bory de St Vincent (1780-1846)]. • Descrizione sistemica: Bulbi ovoidi, di 0,8-2 cm di diametro. Tuniche soffici come carta, separati alla base in molte fibre parallele longitudinali. Catafilli 3-4, membranosi, bianchi, verdi con venature all’apice. Foglie 3-9, da molto più corte a molto più lunghe dei fiori, all’antesi, 1-3,5 mm di larghezza, verdi scure, glabre oppure sparsamente cigliate. Profilli assenti. Brattee e bratteoli più o meno uguali, verdastri all’apice. Fiori autunnali, 1-4, crema-bianchi, alcune volte con venature leggermente a rilievo o viola nella parte esterna. Collo del fiore giallo intenso, glabro o leggermente pappiloso. Tubo perianzio 5-15 cm, bianco o raramente con venature viola a rilievo. Segmenti ellittici o obovati, (1,5) 2,5-5 x 0,6-2,3 mm, da ottusi a arrotondati. Filamenti 3-7 mm, gialli, pappilosi. Antere 7-17 mm, bianche. Stili ramificati, di colore arancione o rossastro. Capsula quasi sferica e generalmente ellissoide, 0,5-1 x 0,5-0,6 cm. Seme quasi sferico, diametro 3 mm., rossiccio-marrone, rugoso. • Distribuzione geografica: Grecia S. e O., da Corfù (Isole Ionie) e più a Sud, in Peloponneso, nella Creta SE, nell’Egeo S. [Cr Gr. : Uliveti, pendii rocciosi e boschetti]. • Usi farmaceutici: simili allo Zafferano (C. sativus). Generalmente, dall’uso continuo dei diversi componenti dello zafferano per millenni nella farmaceutica, sono stati proposti più di 90 usi specifici. Sono stati attribuiti effetti benefici contro l’asma, le infezioni oculari, i disturbi del ciclo mestruale delle donne, la depressione, l’in- Crocus boryi J. Gay: Fiori caratteristici. vecchiamento e i disturbi del sistema circolatorio, mentre è stato usato anche come analgesico, digestivo, lenitivo, trombolitico e abortivo. Le proprietà dello Zafferano erano note agli antichi Greci che lo usavano contro l’insonnia e per gli effetti sgradevoli dell’intossicazione da vino. Inoltre era anche noto il suo uso come profumante nelle terme, ma anche come afrodisiaco. • Composizione fitochimica: Gli stili contengono crochine (carotenoidi caratteristici), flavonoidi ed essenza ricca in aldeidi monoterpenici. • Altri taxa del genere Crocus con proprietà ed effetti simili esistenti nell’area dello studio sono: Crocus cancellatus subsp. mazziaricus (Yugoslavia S., Grecia, Turchia S. e O.), Crocus niveus (Grecia S.). 39 Cynara scolymus L. Sp. Pl.: 827. 1753 • Famiglia: Asteraceae. • Sinonimi: Cynara cardunculus subsp. scolymus (L.) Hegi. • Nome comune italiano: Carciofo. • Descrizione sistemica: Fusto fino a 200 cm, quasi glabro. Foglie fino a 80 x 40 cm, quasi glabre nella superficie superiore e grigie tomentose in quella inferiore, con ampi margini inermi o spinosi. Involucro 60-70 x 7080 mm con brattee carnose con segmento apicale piano. Mucrone 15-40 x 12-35 mm, da ovato a triangolare, troncato, appuntito o auricolato- troncato. • Distribuzione geografica: È ampiamente coltivato in grande scala nell’Europa Meridionale, Occidentale e Centrale, nonché in altre zone, dato che i capolini giovani sono commestibili. [Au Be Co Cr Cz Ga Gr He Ho Hs It Ju Lu Rm Rs (W) Sa Si]. • Usi farmaceutici: Viene usato nella medicina. Contiene cinarina, per la quale è stato dimostrato che riduce in modo significativo il livello del colesterolo e dei trigliceridi nell’organismo, Studi universitari hanno dimostrato che stimola le secrezione di bile ed è usata nel trattamento dell’insufficienza del fegato e della digestione problematica. Inoltra è ritenuta benefica per l’arteriosclerosi, i reumatismi, il prurito e l’atonia. 40 • Composizione fitochimica: Costituisce fonte di fibre dietetiche, rame, magnesio, calcio, fosforo, manganese, ferro, vitamina Κ, vitamina C, tutte le vitamine del gruppo Β e potassio. Contiene anche flavoonoidi. Cynara scolymus L.: Aspetto della pianta. Cynodon dactylon (L.) Pers. Syn. Pl. 1: 85. 1805 • Famiglia: Poaceae. • Sinonimi: Panicum dactylon L., Cynodon glabratus Steud., Dactylon officinale Vill. • Nome comune italiano: Gramigna rossa, Capriola, Dente di cane, Ramigna. • Descrizione sistemica: Si sviluppa orizzontalmente con stoloni e rizomi striscianti. Fusti fino a 30 cm. Foglie fino a 6 cm., lineari- lanceolate, lamina canalicolata e cigliata. Stelo 1-5 cm. Spighette 2 mm., quasi senza picciolo poste sulla rachide. Brattee lineari-lanceolate, spesso purpuree. Gluma a forma di barchetta, villosa sulla carena e sui margini. Peduncoli dell’infiorescenza glabri, allungati. 2n = 36, 40. • Distribuzione geografica: Europa O., S., SE. e EC. [Gr He Ho Hs Hu It Ju Lu RmRs (C, W, K, E) Sa Si Tu (Ge)]. • Usi farmaceutici: Riferimenti di proprietà antisettiche, purgative, astringenti, lenitive, purificanti del sangue, diuretiche, emollienti, sudorifere e terapeutiche per le ferire. Il decotto della radice viene usato come diuretico nel trattamento contro l’idrope e la sifilide. L’infuso della radice è usato nel trattamento per le emorroidi. Il succo estratto dalla pianta, come astringente, è usato esternamente per la cicatrizzazione delle ferite e dei tagli, è diuretico ed è usato per il trattamento dell’idrope e della disforia toracica. Miscelato a polvere di garofano (Syzygium aromaticum) è usato come antielmintico. Internamente è usato per il trattamento della diarrea cronica e della dissenteria. È utile anche nel catarro oculare. Il succo delle foglie è usato in casi di isteria, epilessia e di infermità mentale. In base alla medicina popolare è usato in generale per la disforia toracica, il cancro, i foruncoli, gli spasmi, la tosse, i crampi, la cistite, la diarrea, l’idrope, la dissenteria, l’epilessia, il mal di testa, le emorroidi, l’ipertensione, l’isteria, l’infermità mentale, il morbillo, la rosolia, i morsi dei serpenti, le ulcere, i tumori, le disfunzioni urogenitali, la verruca e le ferite. Cynodon dactylon (L.) Pers.: Aspetto della pianta in natura. • Composizione fitochimica: La pianta contiene il polisaccaride triticina (3-8%), che assomiglia all’inulina, sostanza gommosa (10%), polialcool, quantità minime di essenza e glucosidi di vanillina. 41 Cynoglossum officinale L. Sp. Pl.: 134. 1753 • Famiglia: Boraginaceae. • Sinonimi: Cynoglossum castellanum Pau, Cynoglossum officinale var. corsicum Brand. • Nome comune italiano: Lingua di cane, Erba vellutina. • Descrizione sistemica: Biennale. Fusto (20-)30-60(90) cm, irsuto. Foglie del fusto da oblunghe a lanceolate, le inferiori a picciolo corto, le medie larghe (10-)16-25 (-30) mm, senza picciolo fino a amplessicauli, con peluria corta e soffice su tutte le superfici. Infiorescenze senza brattee (raramente con brattee alla base). I lobi del calice fino a 4 mm, ovoidi, irsuti. Corolla 5-6 mm, viola chiaro, tubo cilindrico, lembo più corto del tubo. Stami inseriti nella parte superiore del tubo. Frutti di 5-8 mm di diametro, ovoidi, bordo distinto, facciata esterna con glochidi densi. 2n = 24, 48. • Distribuzione geografica: Nella maggior parte dell’Europa ad eccezione delle zone estreme del Nord e del Sud. [Al Au Be Br Bu Co Cz Da Fe Ga Ge Gr Hb He Ho Hs Hu It Ju No Po Rm Rs (B, C, W, K, E) Sa Su]. 42 • Usi farmaceutici: L’uso tradizionale della pianta come erba ha una lunga storia, nonostante nei nostri giorni non viene usata raramente nell’erboristeria. Le foglie contengono allantoina, un sostanza attiva ce accelera il processo di guarigione dell’organismo. La pianta è stata usata per via orale nel trattamento della tosse e della diarrea, anche se ormai si usa principalmente come impiastro per le emorroidi, le ferite, piccoli traumi e morsi. Comunque deve essere usata con particolare attenzione, dato che sono stati riferiti effetti narcotici in caso di somministrazione a dosi elevate e la pianta è considerata potenzialmente cancerogena (anche se è stata usata nel trattamento contro il cancro). Le foglie e le radici hanno effetto analgesico, antiemorroidico, spasmolitico, astringente, digestivo, emulsionante e leggermente narcotico. La pianta contiene gli alcaloidi cinoglossina e consolidina che hanno un uso farmaceutico antidolorifico. Inibiscono Cynoglossum officinale L.: La parte superiore della pianta con le infiorescenze. il sistema nervoso e sono anche potenzialmente cancerogeni. • Composizione fitochimica: La pianta è ricca in alcaloidi. Le parti aeree della pianta possono contenere alcaloidi pirrolizidinici fino al 1,5%. Nelle parti aeree è stata identificata anche l’allantoina. Digitalis grandiflora Mill. Gard. Dict., ed. 8: no. 4, Corr. 1768 • Famiglia: Scrophulariaceae. •Sinonimi: Digitalis ambigua Murray. • Nome comune italiano: Digitale gialla grande, Digitale a grandi fiori. • Descrizione sistemica: Biennale o perenne, altezza (30-)60-100 cm. Foglie 70-250 x 20-60 mm, ovoidi- lanceolate, a margine seghettato, di solito glabre e verdi lucidi nella parte superiore, sparsamente pubescenti in quella inferiore. Lobi del calice lanceolati acuti. Corolla 40-50 mm, gialla. 2n= 56. • Distribuzione geografica: Nelle foreste, in Europa E. e C., verso Nord fino all’Estonia e a Sud fino alla Grecia N., si estende ad Occidente verso il Belgio e la Francia SC. [Al Au Be Bu Cz Ga Ge Gr He Hu It Ju Po Rm Rs (B, C, W, E) Tu]. Nell’area dello studio, diffusa in burroni e ai margini delle strade dai 700-1400 m. Diffusa principalmente ad Ioannina e Arta. Digitalis grandiflora Mill.: Foto della pianta in natura. • Usi farmaceutici: Ha proprietà tonificanti per il cuore e il sistema nervoso. I suoi ingredienti hanno effetti benefici per i cardiopatici. Oggi è disponibile al commercio il prodotto digoxin ampiamente somministrato in casi di insufficienza cardiaca e aritmia. Le foglie vengono raccolte poco prima dell’antesi e vengono usate per la produzione di medicinali tonificanti cardiaci. Negli ultimi anni si studiano le proprietà anticancerogene della digitale. • Composizione fitochimica: Le foglie della Digitale contengono glucossidi, come digitalina, digitossina e altre. Contengono inoltre saponine, flavonoidi, acidi, colina ecc. Tutta la pianta contiene 63 glucossidi classificati in 5 gruppi. 43 Dracunculus vulgaris Schott in Schott & Endlicher, Melet. Bot.: 17. 1832 • Famiglia: Araceae. • Sinonimi: Arum dracunculus L., Aron dracunculum (L.) St.-Lag., Dracunculus dracunculus (L.) Voss, des. inval., Dracunculus spadiceus Raf., nom. illeg., Arum guttatum Salisb., Dracunculus creticus Schott, Dracunculus major Garsault, des. inval., Dracunculus polyphyllus Blume, nom. illeg., Dracunculus vulgaris subsp. creticus (Schott) K. Richt., Dracunculus vulgaris var. creticus (Schott) Nyman, Dracunculus vulgaris var. elongatus Engl., Dracunculus vulgaris var. laevigatus Engl. • Nome comune italiano: Dragonea, Dragonzio, Erba Serpentaria. • Descrizione sistemica: Pianta fino a 100 cm. Foglie 15-20 x 25-35 cm, con contorno più o meno reniforme. Segmenti 9-15, ellittici o oblunghi-lanceolati, acuti. Picciolo a base avvolta lunga e larga, con macchie viola scure, nascondente la base del fusto, dando l’impressione che alcune foglie sono cauline. Spata 20-40 (-55) cm, glabra, con la parte inferiore verdastra e quella superiore marrone scuro-viola. La parte superiore lanceolata, eretta. Margini ondulati. Spadice con zone maschili e femminili quasi contigue. Pochi fiori sterili, a volte assenti. Appendice a ceppo corto pallido, il resto viola scuro. Bacche arancioni-rosse. 2n = 32. 44 • Distribuzione geografica: Parte E. e C. del Mediterraneo. Diffusa in Bulgaria S., coltivata ma anche naturalizzata in molte altre parti. [Al Bu Co Cr Gr It Ju Sa Si (Ga ?Hs Lu)]. • Usi farmaceutici: Diverse parti della pianta sono state usate fin dall’antichità come antidoto per il veleno dei serpenti. Gli antichi credevano che lo strofinamento della radice nelle mani forniva protezione dai morsi dei serpenti e proteggevano il formaggio dalla putrefazione avvolgendolo nella pianta. Le foglie sminuzzate della Dragonea venivano usate come compresse sulle ferite, uso al quale è dovuto il bome “break root”, ossia per il trattamento e la cicatrizzazione delle fratture. Il “succo” Dracunculus vulgaris Schott : Foto della pianta in natura. della radice (con olio) veniva somministrato in gocce nelle orecchie delle persone che soffrivano di dolore nelle orecchie. I tuberi sono stati usati esternamente nel trattamento contro i reumatismi. La radice della Dragonea è descritta da Dioscoride come espettorante in forma di decotto o fresca, essiccata o in soluzione. È stata usata spesso come medicinale contro le malattie polmonari. Per tale motivo ha preso il nome di “erba del polmone”. Dioscoride riferisce le proprietà abortive delle radici di Dracunculus e ci sono parecchi riferimenti al suo uso contro i tumori maligni. I frutti con i semi sono usati per via orale per il trattamento delle emorroidi, anche sono noti i suoi effetti tossici. • Composizione fitochimica: Le foglie e i tuberi del genere Dracunculus contengono saponine e alcaloidi della Coniina, tannini, flavonoidi e cumarine. Nei semi sono state individuate tracce di acidi fenilici-grassi. Drimia numidica (Jord. & Fourr.) J.C. Manning & Goldblatt Endiburg J. Bot. 60: 533-568 (2004) • Famiglia: Hyacinthaceae. • Sinonimi: Urginea maritima (L.) Baker, Drimia maritima (L.) Stearn, Scilla maritima L. • Nome comune italiano: Scilla Marittima, Cipolla Marina. • Descrizione sistemica: Bulbo di 5-15 cm di diametro. Fusto 50-150 cm. Foglie 30-100 cm x 30-100 mm, oblunghe-lanceolate, intere che appaiono prima dei fiori. Infiorescenza in racemo lungo e denso con più di 50 fiori, brattee speronate, spesso effimere, più corte dei peduncoli, peduncoli 10-30 mm, più o meno eretti. Perianzio 6-8 mm, oblungo, biancastro, con un nervo verde o purpureo in centro. Antere c. 2,5 mm. Stilo di lunghezza uguale afgli stami. 2n = 20, 30, 40, 60, 64. • Distribuzione geografica: In terreni sabbiosi e rocciosi, accanto al mare. Nell’area mediterranea fino al Portogallo. [Al Bl Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si]. • Usi farmaceutici: I bulbi sono stati ampiamente usati per la loro azione benefica per il cuore nonché per le loro proprietà stimolanti, espettoranti e diuretiche. I bulbi freschi sono più efficaci in confronto agli essiccati, contengono però un succo gommoso che può provocare infiammazioni alla pelle. I bulbi essiccati in dosi elevate hanno un azione stimolante per il cuore, diuretica ed emetica, nonché proprietà espettoranti. Usata internamente per il trattamento della bronchite, dell’asma, della tosse e dell’edema ed è usata come surrogato della Digitale nelle terapie delle disfunzioni cardiache. Il bulbo viene raccolto in inverno, spezzettato ed essiccato per uso futuro. Esternamente il bulbo viene usato per il trattamento contro la forfora e della seborrea. • Composizione fitochimica: Contiene sostanza gommosa (4-11%), flavonoidi, terpeni e diversi glucossidi cardiaci (bufadienolide). Drimia numidica (Jord. & Fourr.) J.C. Manning & Goldblatt: Primo piano dell’infiorescenza. 45 Ephedra nebrodensis Guss. subsp. procera (Fischer & C.A. Meyer) K. Richter Pl. Eur. 1: 8. 1890 • Famiglia: Ephedraceae. • Sinonimi: Ephedra procera C. A. Mey., Ephedra nebrodensis subsp. procera (C. A. Mey.) K. Richt., Ephedra major var. procera (C. A. Mey.) Hayek, Ephedra nebrodensis var. procera (C. A. Mey.) Stapf, Ephedra procera var. chrysocarpa C. A. Mey., Ephedra procera var. erythrocarpa C. A. Mey. • Nome comune italiano: Efedra. • Descrizione sistemica: Dioico. Arbusto, altezza fino a 2 m, con 1 tronco-come fusto. Rami piccoli 0,7-1 (,2 -1) larghezza mm. Strobilo maschile sessile, globoso, con 2-4 coppie di fiori. Fiori con 6-8 microsporangi. Strobili femminili con picciolo piccolo, con 1 fiore. Tubo dell’involucro 0, 6-1 mm, diritto. Frutti ad 1 seme, seme emergente. Rami ragolari. Strobili femminili con brattee interne unite per c. ½ della loro lunghezza. • Distribuzione geografica: Area del Mediterraneo. Zone montagnose della Penisola Balcanica S., Turchia, Cipro, Caucaso, Iran e Himalaia. Montagne della Grecia e della Yugoslavia S. In Grecia è spontanea e diffusa principalmente sulle montagne. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide. 46 • Usi farmaceutici: I membri del genere contengono alcaloidi (principalmente efedrina) e vengono usati ampiamente in preparati per il trattamento dell’asma e del catarro. L’intera pianta può essere usata in concentrazioni minori in confronto ai costituenti isolati e, al contrario dell’uso dell’efedrina isolata, l’utilizzo dell’intera pianta raramente provoca effetti collaterali. I piccioli vengono usati per la loro proprietà di dilatare i vasi bronchiali, sono tonificanti per il cuore e il sistema nervoso centrale, sudoriferi, diuretici, antipiretici, ipertensivi, rilassanti, toracici, stimolanti, vasocostrittori e vasodilatatori. Vengono somministrati per via orale per il trattamento dell’asma, della rinite allergica e di altre patologie allergiche. In combinazione con altre erbe è utile per il trattamento di un ampio spettro di disturbi. Le erbe che Ephedra nebrodensis Guss. subsp. Procera: Rami con frutti. contengono efedrina vengono usate in integratori per il miglioramento delle prestazioni e dietetici, ma tale useo è stato vietato negli ultimi dieci anni. • Composizione fitochimica: Gli alcaloidi sono i componenti bioattivi principali, con l’efedrina il più importante. L’erba contiene inoltre flavonoidi e glucossidi fenolici. • Proprietà ed effetti simili hanno anche altri taxa del genere Ephedra: Ephedra distachya L. (da Europa S. ad Asia N.), Ephedra foeminea Forssk. (Mediterraneo E.), Ephedra major Host. (Mediterraneo). Eryngium amethystinum L. Sp. Pl.: 233. 1753 • Famiglia: Apiaceae. • Sinonimi: Nessuno. • Nome comune italiano: Calcatreppola Ametistina, Eringio ametistino. • Descrizione sistemica: Perenne. Fusti 20-40 cm, eretti. Foglie basali generalmente persistenti, coriacee, lamina fogliare 10-15 cm, obovata, palmata superiormente e pennatosetta inferiormente i segmenti 2- o 3palmate con segmenti lineari-lanceolati, spinosi-dentellati. Peduncoli con ampie ali. Infiorescenza solitamente azzurrognola, a cilindrica a corimbiforme, di solito con numerosi capolini picciolati sferoidi o ovoidi 1-2 cm. Brattee 2-5 cm, 5-9 lineari-lanceolate, con 1-4 coppie di spine. Brattee piccole intere oppure 3-appuntite. Sepali 1,5-2,5 mm ovoidi-lanceolati, mucronati. Frutto con squame sparse. Eryngium amethystinum L.: Foto della pianta in natura. • Distribuzione geografica: In località aride. Diffusa nella Penisola Balcanica, nell’area dell’Egeo, in Italia e in Sicilia. [Al ? Bu Cr Gr It Ju Si]. • Usi farmaceutici: Viene usato come diuretico e stimolante e per migliorare l’appetito, grazie alle essenze e ai componenti bioattivi che contiene. • Composizione fitochimica: La radice contiene monoterpeni, saponine, fenolici, acetileni ed altre sostanze. 47 Euphorbia characias L. subsp. wulfenii (W. D. J. Koch) Radcl.-Sm., Repert. Spec. Nov. Regni Veg. 79: 55. 1968 • Famiglia: Euphorbiaceae. • Sinonimi: Euphorbia wulfenii Hoppe ex W. D. J. Koch, Tithymalus wulfenii (Hoppe ex W. D. J. Koch) Soják, Euphorbia lycia Boiss., Euphorbia melapetala Gasp. ex Guss., Euphorbia messeniaca Heldr. ex Halácsy, nom. illeg., Euphorbia sibthorpii Boiss., Tithymalus melapetalus (Gasp. ex Guss.) Klotzsch & Garcke, Tithymalus sibthorpii (Boiss.) Soják. • Nome comune italiano: Euforbia cespugliosa. • Descrizione sistemica: Densamente tomentosa, raramente glabrescente, glauca, cespitosa, perenne, alcune volte con fusti biennali fino a 180 cm, con 13-30(-40) raggi ascellari. Foglie (14-)30-130 x 4-10(-17) mm lineari fino a oblanceolate o occasionalmente obovate, intere. Le fogli del primo anno di sviluppo sono solitamente più grandi di quelle del secondo. Foglie dei raggi come le cauline. Foglie dei piccoli raggi suborbicolari-deltoidi, di solito connate in coppie alla base. Raggi 10-20, di solito doppi, ma anche fino a 4 volte dicotome. Ghiandole variabili. Capsula 4-7 x 5-6 mm, profondamente solcata, piana, densamente pelosa. Semi 2,5-3,8 cm, ovati, argento-grigio. Fusti fino a 180 cm. Ghiandole gialle. • Distribuzione geografica: Area del Mediterraneo Est. Terreni aridi, abbastanza aperti. In Grecia cresce spontaneamente ed θ diffusa nella Grecia continentale e nelle isole. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Cefalonia e Zante. 48 • Usi farmaceutici: I taxa del genere Euphorbia sono usati frequentemente nel trattamento contro la bronchite e i problemi dovuti all’asma. Inoltre, sono considerati benefici contro i sintomi dei raffreddori e dell’influenza. Le foglie della pianta sono utili nel trattamento delle irritazioni della pella. Il latice, anche se velenoso, θ stato usato come medicinale vegetale tradizionale contro i problemi della pelle, come le verruche e i tumori. L’infuso dai fiori macinati è considerato benefico contro diverse infezioni oculari e infiammazioni come la congiuntivite. La pianta è considerata benefica contro la febbre rompiossa, aiutando la produzione di piastrine, mentre può essere usata anche per la terapia contro i morsi Euphorbia characias L. subsp. wulfenii: Aspetto caratteristico della pianta. dei serpenti. Θ nota per le sue proprietà antielmintiche e può essere usata contro i vermi e altri organismi parassitici. Si ritiene che aiuta alla produzione del latte nelle donne che allattano. Può essere usato nei trattamenti contro le malattie veneree, come la gonorrea, mentre è utile anche nel trattamento contro l’impotenza, l’eiaculazione precoce ed altri disturbi sessuali. Dalla radice può essere prodotta una poltiglia utilizzata contro i dolori stomachici. Comunque, deve essere usata solamente nelle dosi consigliate, diversamente può provocare il vomito. Si ritiene che ha azione antivirali ed è stata usata contro la dissenteria e i sintomi della diarrea. • Composizione fitochimica: Nell’Euphorbia sono state individuate quasi tutte le categorie delle composizioni fitochimiche. Oltre i flavonoidi e i tannini che sono ampiamente diffusi, l’Euphorbia characias contiene una grande varietà di terpenoidi. I diterpenoidi sono abbondanti nel latice e nelle radici. Sono stati individuati inoltre triterpenoidi e fitosteroli. Il latice contiene composti complessi di cerebrosidi, lectine con azione emoagglutinante e diversi enzimi come perossidasi, amminoossidasi, enzimi lipolitici, metalloproteine della pirofosfatasi/fosfodiesterasi dei nucleootidi. L’essenza contiene più di 60 composti diversi. Foeniculum vulgare Mill. Gard. Dict., ed. 8: no. 1. 1768 • Famiglia: Apiaceae/ Umbeliferae. • Sinonimi: Anethum piperitum Ucria, Foeniculum azoricum Mill., Foeniculum dulce Mill., Foeniculum giganteum Lojac., Foeniculum subinodorum Maire & al., Foeniculum vulgare subsp. capillaceum Holmboe, Foeniculum vulgare subsp. piperitum (Ucria) Cout., Foeniculum vulgare subsp. subinodorum (Maire & al.) Ibn Tattou, Foeniculum vulgare var. azoricum (Mill.) Thell. • Nome comune italiano: Finocchio, Finocchio Selvatico. Il nome comune greco, marathos, come pure la zona della storica Battaglia di Maratona e la corsa omonima, provengono secondo la bibliografia da una pianura con finocchio. Nella mitologia greca, Prometeo ha usato un gambo di finocchio per rubare il fuoco dagli dei. • Descrizione sistemica: Pianta perenne o biennale, glabra, glauca, fino a 250 cm. Fusto striato, lucido, crescendo diventa cavo. Foglie più o meno esternamente triangolari, lobi di solito 5-50 mm, filiformi, acuminati, cartilaginei all’apice, di solito larghi e non disposti sullo stesso livello. Piccioli delle foglie superiori di solito 3-6 cm. Raggi 4-30. Brattee e pinnule di solito assenti. Frutto 4-10,5 mm, oblungo-ovoide. Scanalature laterali leggermente più sporgenti di quelle dorsali. • Distribuzione geografica: Spontanea nelle coste del Mediterraneo, ma ampiamente naturalizzato in molte altre parti del mondo. Diffusa nella maggior parte dei paesi dell’Europa, ad eccezione del Nord, ma probabilmente nativo soltanto a S. e a O. [Al Az Bl *Br Bu Co Cr Ga Gr *Hb Hs It Ju Lu Sa Si Tu (Au Be Cz Ge He Ho Hu Po Rm Rs -C, W, E, K-)]. • Usi farmaceutici: L’uso farmaceutico del Finocchio è dovuto all’azione spasmolitica, mucolitica, espettorante e antibatterica della sua essenza. L’essenza del Finocchio che viene usata è prodotta attraverso distillazione a vapore. L’essenza contiene elevate quantità di anetolo che agisce come estrogeno vegetale spiegando così alcuni Foeniculum vulgare: Semi. degli usi del Finocchio. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), riconoscendo l’uso radicato come prodotto fitoterapico, permette l’uso dei semi (frutti) come prodotto farmaceutico vegetale tradizionale per il trattamento: 1) dei disturbi minori da spasmi del sistema gastrointestinale, come la flatulenza, 2) degli spasmi associati alle mestruazioni, e 3) come espettorante per la tosse. L’EMA comunque ha stabilito che l’essenza del finocchio amaro può essere usato solamente come espettorante. • Composizione fitochimica: I semi del finocchio amaro sono caratterizzati dall’elevato contenuto di essenza. L’essenza del finocchio amaro contiene più del 60% anetolo e 15% fencone e meno del 5% estragolo, mentre l’essenza del finocchio dolce contiene più del 80% anetolo e meno del 7.5% fencone e 15% estragolo (Farmacopea Europea). I semi polverizzati perdono gradualmente i loro componenti volatili con il passare del tempo. I semi contengono inoltre glicosidi monoterpenici idrosolubili e composti aromatici, nonché altre sostanze, come proteine, cellulosa, lignina, pectine, trigliceridi, cere, fosfolipidi, fitosteroli (p.es. β-sitosterolo e stigmasterolo), flavonoidi, idrossicumarine, furanocumarine e vitamine (tocoferolo e tocotrienolo). 49 Fumaria officinalis L. subsp. officinalis Sp. Pl. : 700. 1753 • Famiglia: Fumariaceae. • Sinonimi: Nessuno. • Nome comune italiano: Fumaria, Fumosa, Fumosterno. • Descrizione sistemica: Pianta erbacea annuale dal sapore amaro. Fusti corti 10-25 cm di lunghezza, verdi. Foglie alternate, profondamente incise, senza stipole con picciolo lungo. Opposte alle foglie si trovano le infiorescenze racemiche, costituite da 20-30 piccoli fiori di colore intenso rosa. I fiori hanno un calice con due sepali dentati, più corti della corolla che cadono presto. La corolla è costituita da 4 petali. I due 2 interni sono uniti insieme all’apice. I 2 esterni sono liberi e quello superiore ha uno sperone posteriore, mentre quello inferiore è semplice. Frutto achenio ad 1 seme. • Distribuzione geografica: Specie cosmopolita diffusa nell’area del Mediterraneo. 50 • Usi farmaceutici: È stato particolarmente apprezzato, almeno durante il periodo romano, per le sue proprietà tonificanti, nonché per l’azione purificante per il sangue. Viene usata per il trattamento di tutti i disturbi intestinali, specialmente contro i disturbi del fegato, nel scorbuto, nelle malattie dermatologiche, specialmente contro l’eczema (uso interno ed esterno). La pianta ha azione spasmolitica, purgativa, colagoga, leggermente sudorifera, diuretica e tonificante, La pianta viene raccolta quando inizia l’antesi nell’estate, e può essere usata fresca o essiccata per uso futuro. Il suo uso richiede attenzione, dato che la dose eccessiva ha azione sonnifera e sedativa, specialmente se assunta per più di 8 giorni. • Composizione fitochimica: Contiene alcaloidi, acido fumarico, mucillagine, sali minerali e vitamine. Fumaria officinalis L. subsp. officinalis: Infiorescenze. Glycyrrhiza glabra L. Sp. Pl.: 742. 1753 • Famiglia: Leguminasae. • Sinonimi: Glycyrrhiza glandulifera Waldst. & Kit. (provisional), Glycyrrhiza hirsuta Pall., Glycyrrhiza pallida Boiss. & Noë, Glycyrrhiza violacea Boiss. & Noë, Glycyrrhiza glabra subsp. glandulifera (Waldst. & Kit.) Ponert. • Nome comune italiano: Liquirizia, Regolizia, Glicirriza. • Descrizione sistemica: Fusto 50-100 cm. Fusti e piccioli pubescenti, alcune volte scabri. Pinnule 9-17, 2040(-55) mm, ellittiche, ovate o oblunghe, ottuse, alcune volte mucronate e spesso viscide. L’infiorescenza (racemo) supera le foglie almeno durante l’antesi, è cascante e oblunga. Corolla 8-12 mm. Legumi fino a 30 mm, lienari-oblunghi, compressi, diritti, con suture lineari, glabri oppure setosi. Semi (2-) 3-5. • Distribuzione geografica: Habitat aridi aperti. Europa S. e E. Coltivata e spesso naturalizzata. [Al Bu Cr *Ga Gr *Hs It Ju Rm Rs (C, W, K, E) Sa Si Tu (Au Cz He Hu Lu)]. In Grecia cresce spontaneamente ed è diffusa nella Grecia continentale e nelle isole. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Cefalonia e Zante. • Usi farmaceutici: La liquirizia ha proprietà emollienti ed espettoranti facilitando lo scioglimento e l’estrazione del muco del catarro e di malattie delle vie respiratorie superiori, mentre oggi viene usata in preparati per la tosse. Sono state dimostrate le sue proprietà cicatrizzanti per diverse ulcere, antinfiammatoria e leggera lassativa. Ha azione di mineralcorticoidi a causa della presenza dell’acido glicirrizico e del metabolita acido gliciritinico, che è un inibitore del metabolismo del cortisolo. La liquirizia ha azione estrogena, è stata usata per la stabilizzazione del ciclo mestruale e come trattamento per disturbi dei polmoni e della milza. È combinata con altre erbe per il trattamento della tosse, del raffreddore, del mal di gola, dell’asma, dell’ulcera dello stomaco e del duodeno, dell’epatite, dell’isteria, dell’intossicazione alimentare, Glycyrrhiza glabra L.: Foto della pianta in natura. dell’ipoglicemia, della bronchite, della colite, della diverticolite, della gastrite, di alcuni disturbi d’ansia e della nausea. L’uso dei preparati di liquirizia senza saponine sono stati riferiti per casi di stomatiti aftose (ulcerazioni della bocca). Utilizzi utili sono stati descritti anche per il trattamento della dermatite atopica. • Composizione fitochimica: La radice della liquirizia contiene saponine triterpeniche (4-20%), per la maggior parte glicirrizina, una miscela di minerali del potassio e del calcio e dell’acido glicirizzico (noto anche come acido glicirizzinico o glicoside dell’acido gliciritinico). Dalla specie Glycyrrhiza sono stati isolati più di 300 flavonoidi. Tali sostanze sono responsabili per il colore giallo della liquirizia. Contiene anche cumarine, glicosidi fenolici, gomme ecc. 51 Humulus lupulus L. Sp. Pl.: 1028. 1753 • Famiglia: Cannabaceae. • Sinonimi: Lupulus humulus, Cannabis lupulus, Humulus vulgaris, Humulus americanus, Humulus volubilis. Lupulus amarus. • Nome comune italiano: Luppolo. • Descrizione sistemica: Fusto fino a 6 m., ruvido con peli deflessi. Foglie opposte, in linea generale ovate-cordate, di solito profonde a 3 o 5 lobi e intensamente dentate. Lobi acuminati. I fiori maschili c. 5 mm di diametro. Infiorescenza femminile 15-20 mm. Fiori con brattee resistenti, ovate, acute, di colore verde chiaro. Infiorescenza conica c. 30 mm. 2n = 20. 52 Humulus lupulus L.: Foto della pianta in natura. • Distribuzione geografica: Nella maggioranza dei paesi europei. [Tutti ad eccezione di Az Bl Cr Fa Is Sb]. In Grecia è diffusa soprattutto nella parte Settentrionale e sporadicamente nelle altre zone. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide. mi leggeri dello stress mentale e come coadiuvante del sonno, basandosi esclusivamente al suo uso per moltissimi anni in Europa. • Usi farmaceutici: Il Luppolo ha una lunga storia di uso terapeutico dovuta principalmente alla sua azione lenitiva, sedativa, tonificante e rilassante per il corpo e la mente. Il sapore fortemente amaro è in gran parte responsabile della sua capacità di stimolare la digestione, aumentando le secrezioni gastriche. La pianta femminile in fruttificazione ha proprietà analgesiche, antisettiche, spasmolitiche, diuretiche, antipiretiche, sonnifere, tonificanti per i nervi, sedative, stomacoprotettive e tonificanti. I fiori del Luppolo sono usati per la preparazione di infusi oppure possono essere utilizzati per riempire cuscini dove il peso della testa libera le essenze volatili. Il frutto viene usato anche esternamente come impiastro per ulcere, esantemi, edemi dolorosi ecc. e si ritiene benefico per il trattamento di tumori dolorosi. I capolini femminili fioriti vengono raccolti in autunno per essere usati freschi o essiccati. Un impiastro delle foglie è considerato utile nel trattamento della scrofola. L’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato il Luppolo come medicinale tradizionale di origine vegetale per i sinto- • Composizione fitochimica: L’oleoresina (3% - 20%) è costituita da diversi derivati floroglucinolici prenilati chiamati “acidi amari”. Queste sostanze sono classificate come “α-acidi” oppure come “β-acidi”. Gli α-acidi sono considerati i componenti più importanti che determinano la qualità del Luppolo. Contribuiscono alla stabilità della schiuma e hanno proprietà antibatteriche, mentre non hanno sapore amaro. Sapore amaro hanno però i loro isomeri che si formano sotto varie condizioni. L’essenza è costituita (0,5-1,5%) principalmente da alcani semplici ossidati, monoterpeni e sesquiterpeni. Per quanto riguarda il valore economico tradizionale del Luppolo, l’essenza volatile e gli acidi amari sono i componenti più importanti. Una terza categoria di composti sono i flavonoidi (0,5-1,5%). Il fitoestrogeno principale del Luppolo e il racemato (1:1) di 8-prenilnaringenina e hopeina. Altri componenti del Luppolo sono aminoacidi e proteine (15%), polisaccaridi (50-60%), minerali, acidi fenolici come il caffeico e il clorogenico, lipidi e tannini concentrati (2-4%). Hypericum perforatum L. subsp. perforatum Sp. Pl.: 785. 1753 • Famiglia: Hypericacae. • Sinonimi: Hypericum noeanum Boiss., Hypericum plasonii Formánek. • Nome comune italiano: Iperico, Erba di San Giovanni, Pilatro, Cacciadiavoli, Millebuchi, Erba dell´olio rosso, Erba trona. • Descrizione sistemica: Fusti 10-100 cm, eretti da base rizomatosa decumbente, in 2 linee. Foglie (5-)8-30(-35) mm, da ovate a lineari, sessili o subsessili, con venatura reticolata invisibile e con numerose macchie trasparenti. Sepali lanceolati o oblunghi a lineari, acuti ad acuminati o terminanti ad una piccola spina, di solito interi, senza o con poche macchie nere superficiali. Petali con poche macchie nere marginali, certe volte anche con macchie o striature superficiali nere. Capsula con nervature dorsali e nervature laterali oblique o vesciche. 2n = 32 (? .48). • Distribuzione geografica: In tutta l’Europa ad eccezione della parte Nord. [In tutte le parti ad eccezione di Fa Is Sb]. • Usi farmaceutici: L’uso di tale pianta come medicinale vegetale per il trattamento di diversi disturbi interni ed esterni risale all’epoca della Grecia Antica. Producevano vino e lo usavano come antipiretico. Producevano olio che era noto come “olio balsamico”. Il decotto dalle cime fiorite della pianta era usato contro il catarro polmonare cronico, l’asma, la tisi con espettorazione densa e il catarro della ciste. L’infuso della pianta è stato usato contro l’idrope per provocare diuresi. Decotti e tinture sono state usate per il trattamento dell’ansia, della depressione, dell’insonnia, delle emicranie e del mal di testa. Inoltre, sono stati usati per diversi disturbi gastrointestinali, come la gastrite, le ulcere, l’indigestione, il catarro gastrointestinale, le malattie gastrointestinali di origine nervosa, i dolori addominali, le emorroidi e la diarrea, nonché per i disturbi del fegato della cistifellea, l’enuresi notturna, i calcoli renali, l’incontinenza, come diuretico, contro il raffreddore comune e i parassiti, come emenagogo, contro il diabete e i reumatismi. I preparati con oli vegetali costituiscono una terapia diffusa contro le ferite, le ustioni, le ulcere dello stomaco, Hypericum perforatum L ssp. perforatum: Fusti fioriti. le emorroidi e contro diverse situazioni infiammatorie. Recenti studi hanno dimostrato l’efficacia di tale erba o dei suoi componenti chimici nel trattamento di altre malattie, compreso il cancro, i disturbi infiammatori, batterici e virali e come fattore antiossidante e neuroprottetivo. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), riconoscendo l’utilizzo tradizionale dell’Iperico, autorizza il suo uso come medicinale vegetale per l’esaurimento nervoso temporaneo, la terapia sintomatica delle infiammazioni della pelle minori e come coadiuvante per la cicatrizzazione di piccole ferite, ma anche per la disforia gastrointestinale. Inoltre, in base ai dati scientifici, l’EMA permette il suo uso come medicinale per la depressione minore o moderata. La specie Hypericum empetrifolium Willd. subsp. empetrifolium ha proprietà farmaceutiche simili. • Composizione fitochimica: L’infuso dei fiori è un liquido rosso contenente sostanze bioattive come: 0.064% naftodiantroni (ipericina, pseudoipericina), 0.2-4% floroglucinoli (iperforina, antiperforina), 2-4% flavonoidi (quercetina, iperoside, quercitrina, isoquercitrina, rutina, kaempferolo, miricetina, amentoflavone), 6-15% procianidine e tannini (procianidina, catechina, polimeri della catechina), fenilpropanoidi (acido caffeico, acido clorogenico) e una piccola quantità (0.01-0.25%) di essenza (terpeni, alcool). 53 Iris germanica L. Sp. Pl. 38 (1753) • Famiglia: Iridaceae. • Sinonimi: Nessuno. • Nome comune italiano: Giaggiolo Germanico, Giaggiolo Maggiore. • Descrizione sistemica: Fusti 40-90 cm, irsuti, con ramificazioni di almeno 5 cm di lunghezza nella metà superiore, i fiori inferiori chiaramente sporgenti dalle brattee, anche in fiori giovani. Foglie 30-70 cm x 20-35 mm, alcune volte glauche, più o meno diritte. Fiori (3-) 4(-5), di colore azzurro-viola o bianco con leggera sfumatura azzurra. Piccioli molto corti. Spata 35-55 mm, appena sporgente dal tubo dell’ipanzio, membranosa nella parte superiore 1/2-2/3, spesso con colore purpureo. Tubo dell’ipanzio 17-25 mm., tepali esterni 55-90 x 40-60 mm, cuneiformi-ovati, senza unghia distinta. Stendardi 55-90 x 45-60 mm ampiamente ellittici, con unghia corta rossa. Semi piriformi, rugosi, rossi-marroni. 2n = 36, 44, 48. • Distribuzione geografica: Ampiamente coltivata come pianta ornamentale e per la produzione di profumi. Naturalizzata nella maggioranza delle zone europee, ad eccezione del Nord. Probabilmente spontanea nell’area del Mediterraneo Est. [Al Au Az Be Bl Br Bu Co Cr Cz Da Ga Ge *Gr He Hs Hu It Ju Lu Rm Rs (C, W, K, E) Sa Si]. 54 • Usi farmaceutici: La radice ha azione diuretica, emetica, espettorante e leggermente purgativa. In base ad altri rapporti, il succo della radice è benefico per il trattamento dell’idrope. In passato, parti della radice essiccate venivano masticate durante la dentizione, uso che è stato abbandonato per motivi d’igiene. • Composizione fitochimica: Contiene diversi isoflavonoidi considerati ad azione lenitiva. Le radici della pianta contengono anche amido 50%, sostanze mucose ed essenza contenente un chetone particolarmente aromatico, l’irone, con profumo di viola. Iris germanica L.: Foto della pianta in natura. Juniperus oxycedrus L. Sp. Pl. 1038 (1753) • Famiglia: Cupressaceae. • Sinonimi: Nessuno. • Nome comune italiano: Ginepro rosso. • Descrizione sistemica: Arbusto prostrato o eretto oppure albero sottile fino a 10 m. Dioico. Foglie patenti, 10-20 x 1,2-3,0 mm. La superficie superiore con due zone a stomi 1 condotto di resina esterno sotto il fascio vascolare, 1-3(-4) strati di celle ipodermiche. Frutti di 6-16 mm di diametro, costituiti da 3(-6) squame, giallastri-verdi inizialmente, rossastri-marroni alla maturazione nel secondo anno, con peduncoli. Semi (1-)3. • Distribuzione geografica: Diffuso in tutta l’Europa, in particolare sulle montagne del Sud. [In tutte le parti ad eccezione di Az Bl Cr Sb ?Tu]. In Grecia è abbondantemente presente su tutte le montagne. • Usi farmaceutici: Dalla pianta viene prodotto l’olio farmaceutico “Oil of Cade” attraverso la lunga distillazione del legno dell’arbusto. È un olio aromatico scuro con forte odore di affumicato usato in cosmetica e (tradizionalmente) per medicinali contro le malattie dermatologiche e come incenso. L’olio è utile per l’unzione esterna nei trattamenti delle malattie dermatologiche, come la psoriasi e l’eczema cronico. È un buon antiparassitario in caso di psoriasi e di tigna favosa. Ha anche azione antisettica. La specie Juniperus communis L., possiede proprietà farmaceutiche simili. • Composizione fitochimica: L’olio dalle bacche di J. oxycedrus ssp. oxycedrus contiene elevati quantità di alfa-pinene (30-60%) e beta-mircene. Juniperus oxycedrus L. ssp. oxycedrus: Ramo della pianta femminile con frutti (drupe). 55 Laurus nobilis L. Sp. Pl. 369 (1753) • Famiglia: Lauraceae. • Sinonimi: Nessuno. • Nome comune italiano: Alloro, Lauro. • Descrizione sistemica: Arbusto o piccolo albero 2-20 m, con rami sottili glabri. Foglie 5-10 x 2-4 (-7,5) cm, oblunghe-lanceolate, acute o acuminate, glabre. Fiori maschili con 8-12 stami, tutti o quasi con 2 ghiandole alla base. Antere aperte con 2 valve. Fiori femminili con 2-4 staminodi. Frutto 10-15 mm, ovato, nero alla maturazione. 2n = 42. • Distribuzione geografica: Diffuso nell’area mediterranea. Coltivato e naturalizzato in molte zone. [Al *Bl Co Cr *Ga Gr *Hs It Ju *Lu Sa Tu - Rs (K)]. In Grecia è diffuso nella parte continentale e nelle isole, principalmente in Calcidica e più a Sud nel Pelio, a Thasos, Cefalonia, Creta ecc. Nell’area dello studio è sporadicamente diffuso in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Zante, Cefalonia e Itaca. 56 • Usi farmaceutici: In base ai dati raccolti, sia le foglie sia il frutto dell’Alloro sono usati spesso per problemi riguardanti la salute delle donne, per aumentare la fertilità, aiutare le mestruazioni, come anticoncezionale e per accelerare il parto. In Grecia il distillato delle foglie è usto come anticoncezionale. È usato ampiamente per migliorare la digestione, contro la disforia gastrointestinale e per stimolare l’appetito. È usato anche nel trattamento della bronchite e dell’influenza. Le foglie hanno azione diuretica, spasmolitica, antibatterica, purgativa, antisettica, astringente, sudorifera, emetica (in dosi elevate), come narcotico e antiparassitario. Oli non volatili dal frutto sono usati esternamente per il trattamento di distorsioni, contusioni ecc., e certe volte in gocce per le orecchie contro il dolore. L’essenza dalle foglie ha azione narcotica, antibatterica e fungicida. L’essenza dell’Alloro è molto utilizzata nei massaggi, contro l’artrite e i reumatismi. L’uso di impacchi da foglie di Alloro bollite costituisce una terapia tradizionale per esantemi dovuti a intossicazioni da edera, quercia e ortica. Laurus nobilis L.: Rami della pianta femminile con frutti. • Composizione fitochimica: Le foglie sono ricche in essenze che contengono 1,8-cineolo in grandi quantità. Altre sostanze fitochimiche importanti nelle foglie sono i polifenoli e in particolare i flavonoidi e i lattoni sesquiterpenici. Lavandula stoechas L. subsp. stoechas Sp. Pl.: 573. 1753 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Lavandula approximata Gand., Lavandula corsica Gand., Lavandula debeauxii Gand., Lavandula fascicularis Gand., Lavandula incana Salisb., Lavandula olbiensis Gand., Lavandula stoechadensis St.-Lag., Stoechas arabica Garsault, des. inval., Lavandula stoechas subsp. caesia Borja & Rivas Goday. • Nome comune italiano: Lavanda selvatica, Steca, Stecade, Stigadosso. • Descrizione sistemica: Arbusto fino a 100 cm, tomentoso. Foglie 10-40 mm, lineari a oblunghe-lanceolate, intere, di solito grigie-tomentose. Peduncolo più corto della spiga. Spiga di solito 2-3 cm. Brattee fertili 4-8 mm, rombiche-cordate, tomentose. Brettee superiori 10-50 mm, oblunghe-obovate, di solito purpuree, senza fiori nelle ascelle. Infiorescenze verticillate con 6-10 fiori. Brettee inferiori acute. Calice 4-6 mm, con 13 venature, il dente superiore con un’appendice obcordata all’apice 1-1,5 mm di larghezza. Corolla 6-8 mm., di solito purpurea scura. 2n = 30. • Distribuzione geografica: Area del Mediterraneo. Dalla Spagna NE. verso Est fino alla Grecia. In Grecia cresce spontanea nella parte continentale e nelle isole. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Zante, Itaca e Cefalonia. • Usi farmaceutici: La Lavanda è un calmante naturale leggero contro l’ansia, l’insonnia e la depressione. L’infuso è digestivo, tonificante, spasmolitico ed è utile per la disinfettazione di ferite. È usato in casi di asma, influenza, malattie del fegato e della milza, ittero, congestione, leucorrea e indebolimento della vista. Un bagno con lavanda dà sollievo dai reumatismi e dalla gotta, distende i nervi e i muscoli in tensione ed è particolarmente efficace in caso di contusioni, tumefazioni, distorsioni, slogature e stiramenti. L’essenza contribuisce alla terapia del raffreddore, dell’influenza, dell’angina pectoris, della bronchite, del mal di testa e dei disturbi comportamen- Lavandula stoechas L. subsp. stoechas: Aspetto generale della pianta. tali. Nei gargarismi disinfetta le graffiature orali e iuta in caso di paralisi della lingua o di balbettio. La frizione al torace accelera la terapia della polmonite, della pleurite e della congestione polmonare, mentre il massaggio alla testa è considerato benefico contro l’alopecia. • Composizione fitochimica: Come pianta aromatica, la lavanda è ampiamente conosciuta per l’elevato contenuto in essenza. I fiori essiccati contengono 1,5-3 % di essenza, mentre quelli freschi circa 0,5 %. I componenti volatili più importanti sono il fencone e la canfora. Altre sostanze non volatili sono i flavonoidi, le antocianine e alcuni composti fenolici. 57 Malva sylvestris L. Sp. Pl.: 689. 1753 • Famiglia: Malvaceae. • Sinonimi: Malva ambigua Guss., Malva erecta C. Presl, Malva grossheimii Iljin, Malva mauritiana L., Malva sylvestris subsp. ambigua (Guss.) P. Fourn., Malva sylvestris subsp. erecta (C. Presl) Nyman, Malva sylvestris subsp. mauritiana (L.) Cout. • Nome comune italiano: Malva Selvatica. • Descrizione sistemica: Biennale o perenne, con peli lunghi o stellati. Fusti fino a 150 cm, diritti a obliqui, legnosi alla base. Foglie di varie grandezze, reniformi a subsferiche-cordate, più o meno palmate, con 3-7 lobi dentati semicircolari a oblunghi. Segmenti epicalice oblunghi-lanceolati a ellittici. Sepali pubescenti-tomentosi nella superficie inferiore, petali 12-30 mm, rosa a purpurei, con venature più scure. Metacarpi glabri o tomentosi, intensamente reticolati, con superficie dorsale piana, angoli acuti senza ali. 2n = 42. • Distribuzione geografica: Presente quasi in tutta l’Europa, ad eccezione dell’estremo Nord. Nell’area dello studio è diffusa nella zona costiera fino ad altitudini abbastanza elevate. Diffusa a Ioannina, Arta, Tesprozia, Prevesa, Leucade e Corfù. 58 • Usi farmaceutici: Possiede proprietà lenitive ed emollienti, diuretiche, contro la tosse, l’ulcera dello stomaco e del duodeno. La Malva è usata in parecchi preparati farmaceutici. Dalla sua radice sono prodotte pomate e impacchi per ferite, ustioni ed esantemi. Viene anche usata come emolliente, lenitivo e antitosse, ma anche nei trattamenti per disturbi del sistema digestivo e urinario (coliche, cistite, gastrite) e dell’intestino. Negli ultimi anni si effettuano ricerche sulla sua azione anticancerogena. • Composizione fitochimica: Tutte le parti della pianta, ma principalmente i fiori e le foglie, contengono mucillagine idrosolubile in zuccheri e sostanze derivate: lattosio, arabinosio, raminosio e galatturonico. Le foglie contengono piccole quantità di vitamina A, B1, B2 e C. Malva sylvestris L.: Foto della pianta in natura. Marrubium vulgare L. Sp. Pl.: 583. 1753 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Prasium marrubium E. H. L. Krause, nom. superfl. • Nome comune italiano: Marrubio Comune, Robbio. • Descrizione sistemica: Fusti fino a 45 cm, bianchi-irsuti almeno nella parte inferiore, con numerosi rami non fioriferi. Foglie orbicolari a a larghe ovate, subcordate o arrotondati alla base, profondamente e irregolarmente dentate, sparsamente tomentose a quasi glabre nella parte superiore, più densamente tomentose in quella inferiore. Piccioli delle foglie inferiori più corti della lamina della foglia. Infiorescenze verticillate globose, con numerosi fiori, distanti. Bratteole lineari, pubescenti da le due parti. Calice con tubo 3-4 mm, con 10 striature obscure, peloso-tomentoso, denti 10, più corti della corolla, di uguale lunghezza, patenti, in forma di gancio all’apice, pubescenti inferiormente, glabri superiormente. Corolla sporgente dei denti del calice, bianca. 2n = 34. • Distribuzione geografica: In zone non coltivate. Presente in Europa, dall’Inghilterra alla Svezia S. e la Russia C. più a Sud. [In tutte le parte ad eccezione di Fa Fe Is No Rs (N) Sb]. Solamente come alieno in Hb. In Grecia cresce nelle isole e nella parte continentale. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Zante e Cefalonia. • Usi farmaceutici: Il Marrubio è considerato principalmente come espettorante e antitosse. In passato è stato usato come antitosse e come medicinale molto utile contro i sintomi del raffreddore comune, per la bronchite acute e cronica, l’asma, la congestione toracica e nasale, le infezioni del sistema respiratorio e il mal di gola. È inoltre molto utile nel trattamento dell’aritmia cardiaca, del diabete, dei disturbi intestinali, della cistifellea e dell’utero. È benefico come tonificante gastrico, utile in caso di perdita dell’appetito e della flatulenza. L’applicazione esterna topica è efficace per la pulizia delle ferite e può aiutare in case di dermatiti sia temporanee sia Marrubium vulgare L.: Infiorescenze verticillate con numerosi fiori. croniche. Le foglie e i fusti fioriferi giovani hanno azione antisettica, spasmolitica, colagoga, sudorifera, digestiva, diuretica, emmenagoga e stimolante. Come tonificante amaro stimola l’appetito e aiuta la funzione stomachica. La radice è raccomandata per i morsi dei serpenti usata in porzione uguale con Plantago lanceolata o Ρ. major. • Composizione fitochimica: Contiene molti prodotti bioattivi naturali. Sono stati isolati derivati diterpenici (specialmente del tipo del ladano), p.es. marrubiina (lattone) ed alcuni alcool (marrubenolo, marrubiolo ecc.). Inoltre, in infusi del marrubio sono stati identificati flavonoidi (apigenina, luteolina), tannini, fenilpropanoidi, essenza (ricca in sesquiterpeni), acidi grassi rari (acido 9-ottadecinoico), steroli ed altri triterpeni (acido ursolico e oleanolico). 59 Matricaria chamomilla L. Sp. Pl.: 891. 1753 • Famiglia: Asteraceae. • Sinonimi: Chamomilla recutita (L.) Rauschert, Courrantia chamomilloides Sch. Bip., nom. illeg., Matricaria bayeri Kanitz, Matricaria courrantiana DC., Matricaria exigua Tuntas, Matricaria kochiana Sch. Bip., Matricaria pusilla Willd., Matricaria recutita L., Matricaria salina (Schur) Schur, Matricaria suaveolens L., nom. illeg., Chamomilla recutita var. bayeri (Kanitz) Dostál, Matricaria chamomilla var. salina Schur. • Nome comune italiano: Camomilla. In base a Galeno, il nome greco chamomilo è dovuto all’antico “chamemilon” “a causa dell’odore simile a quello delle mele”. Erano cioè le mele in terra. A causa della sua forma gli Egizi l’avevano dedicata al Sole. • Descrizione sistemica: Piante glabre. Fusti (2 -)1060 cm, eretti o ascendenti, molto ramificati sopra. Foglie 4-7 cm, segmenti acuti, bene separati. Piccioli 3-10 cm. Capitoli (1-) 8-120(-900), 10-25 mm di diametro. Brattee involucrali con margine morbido. Ligulate 6-9 x 2-3 mm, deflesse, raramente assenti. Petali tubulari a 5 lobi, gialli glabri. La parte superiore del tubo ha forma campanulata sopra una certa costrizione. Acheni c. 1 mm grigio gialla-marrone, con 4-5 venature nella parte ventrale. Pappo solitamente molto piccolo o assente, ma certe volte, specialmente in acheni dei petali ligulati, porta un lobo cospicuo irregolare e dentato, lungo quanto l’achenio o di più. 2n = 18. 60 • Distribuzione geografica: Cosmopolita. Diffusa nel- la maggior parte dei paesi europei, ma, probabilmente, spontanea solamente nell’Europa Meridionale e Orientale. [In tutte le parti ad eccezione di Az Fa Hb è Rs (N) Sb]. Raramente in uno di questi. In terreni coltivati, discariche e steppe saline. Coltivata anche come pianta farmaceutica. In Grecia cresce spontaneamente nella Grecia continentale e nelle isole. • Usi farmaceutici: È considerata il medicinale più efficace per il trattamento di diversi disturbi del sistema Matricaria chamomilla L.: Aspetto comune in natura. digestivo, della tensione nervosa e dell’irascibilità ed è usata anche esternamente per il trattamento di diversi problemi dermatologici. L’infuso delle foglie viene somministrato per via orale come analgesico, antinfiammatorio, antisettico, spasmolitico, colagogo, sudorifero, emmenagogo, antipiretico, calmante, stomachico, tonificante e vasodilatatore. È anche particolarmente utile per i bambini come lenitivo per lo stomaco, tonificante dei nervi e calmante, specialmente durante la dentizione. È usata anche nel trattamento della sindrome dell’intestino irritato, del morbo di Crohn, l’ulcera gastrica e dell’ernia dello hiatus esofageo. I fiori sono usati anche esternamente per il trattamento delle ferite, delle ustioni solari, delle ustioni, delle emorroidi, della mastite e delle ulcere i piedi. Nel processo di distillazione a vapore, i proazuleni si trasformano in camazulene che è un eccezionale antiallergico e antinfiammatorio, utile nel tratta- mento dell’asma e della rinite allergica. La Commissione Tedesca Ε ha approvato la camomilla per uso interno nel trattamento degli spasmi gastrointestinali e di malattie infiammatorie e per uso esterno per infiammazioni della pelle, delle mucose e della parte superiore dei genitali, per infezioni batteriche della pelle (comprese quelle della cavità orale e delle gengive) e per infiammazioni delle vie respiratorie. • Composizione fitochimica: Le foglie sono ricche in sostanze volatili e essenze (0,4-2,0%). I componenti principali dell’olio comprendono il torpenoide alfa-bisabololo e i suoi ossidi e azuleni, compreso il camazulene (1-15%). Il camazulene è un componente artificiale con proprietà antinfiammatorie, che si forma in temperature elevate o/e condizioni acide dalla matricina (procamazulene), presente nei capitoli dei fiori freschi. La tisana preparata con la camomilla contiene 10-15% dell’essenza totale del fiore. La composizione base dell’olio di camomilla può variare in modo considerevole (sia in qualità sia in quantità) tra le varie zone, in popolazioni coltivate o selvatiche della pianta, ma anche a causa dei diversi metodi di lavorazione. Parecchi flavonoidi ed altre sostanze fenoliche (derivati dell’acido cinnamico) sono state individuate in quantità elevate in diverse parti dei capitoli dei fiori. I flavonoidi principali sono l’apigenina (16,8%), la quercetina (9,9%), la patuletina (6,5%) e l luteolina (1,9%) e i loro glicosidi. Altri componenti importanti sono le cumarine, presenti in una quantità che corrisponde al 0,1% dei componenti totali. 61 Melissa officinalis L. subsp. altissima (Sm.) Arcang. Comp. Fl. Ital., ed. 2: 427. 1894 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Melissa altissima Sm., Melissa officinalis subvar. altissima (Sm.) Nyman, Melissa bicornis Klokov, Melissa romana Mill., Melissa officinalis var. romana (Mill.) Woodv. • Nome comune italiano: Erba Limone, Melissa, Citronella, Cedronella. Gli antichi Romani la chiamavano apiastrum dall’“apias” che significa ape. • Descrizione sistemica: Fusti 20-150 cm, eretti, ramificati, poco ghiandolari-pubescenti, con peli sparsi o densi, lunghi, patenti, non ghiandolari o quasi glabri. Foglie 2-9 x 1,5-7 cm, ampiamente ovati a rombici, ottuse o acute, più o meno dentate ad eccezione della base. Grigie o biancastri-tomentose nella parte inferiore. Foglie floreali troncate o subcordate alla base. Infiorescenze a verticilli con 4-12 fiori. Bratteole 2-5 mm, ovate a lineari, intere. Calice 7-9 mm, con peli lunghi, patenti, senza o con pochissime glandole. Denti sotto il lembo lanceolate-triangolari. Dente medio del lembo superiore al calice fruttifero appena cospicuo, troncato o emarginato. Corolla 8-15 mm, di colore giallo chiaro che diventa bianco o rosa. Piccoli frutti 1,5-2 mm. 2n = 64. • Distribuzione geografica: Europa S. [AE(G) Al Bl Bu Co Cr Cy Gr Hs It Ju Lu Rf(CS) Sa Si Tcs Tu(A E)]. In Grecia spontanea e diffusa nella zona continentale e nelle isole. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Cefalonia e Zante. 62 • Usi farmaceutici: La Melissa ha una lunga tradizione di uso farmaceutico in Europa, in forma di decotto, come sostanza vegetale in polvere o sotto forma di infusi in acqua o etanolo, contro i sintomi leggeri dell’ansia, per aiutare il sonno e contro i sintomi leggeri dei disturbi gastrointestinali, compresa la flatulenza. Tali usi sono stati documentati in parecchi manuali e farmacopee ufficiali, e, di conseguenza, la Melissa è stata approvata come medicinale vegetale tradizionale per le indicazioni sopra riportate in Europa dall’Agenzia Europea per i Medicinali. Melissa officinalis L. subsp. altissima (Sm.) Arcang.: Infiorescenza con fiori. Si ritiene anche che ha proprietà antibatteriche e antivirali (contro l’herpes comune). • Composizione fitochimica: L’essenza nella percentuale da 0,06 a 0,8%, contiene aldeidi monoterpenici, in particolare citrale, nerale e citronellale e derivati di sesquiterpeni. La pianta è ricca in fenipropanoidi compresi i derivati dell’acido idrossicinamico. I flavonoidi come i glucosidi luteolina, quercetina, apigenina e chemferolo sono contenuti in quantità abbondanti. Altri componenti contenuti sono i glucositi monoterpenici, tannini e triterpeni compresi gli acidi ursolico e oleanolico. Melittis melissophyllum subsp. albida (Guss.) P. W. Ball in Bot. J. Linn. Soc. 64: 71. 1971 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Melittis albida Guss., Melittis melisso phyllum var. albida (Guss.) Nyman, Melittis graeca Klokov. • Nome comune italiano: Erba Limona comune, Bocca di lupo. • Descrizione sistemica: Fusti 20-70 cm, eretti, densamente coperti da piccoli nodi con piccioli. Foglie 2-15 x 1-8 cm, ovate oblunghe a cordate fino a troncate alla base, grossolanamente dentate o dentate. Le foglie maggiori 6-15 cm con 20-30 denti grandi per lato. Piccioli 4-10 mm. Calice 12-25 mm. Corolla 25-40 mm, bianca, spesso con macchie rosa o viola nel lembo inferiore, raramente viola. Il tubo della corolla supera il calice. 2n = 30. • Distribuzione geografica: Italia S., Sicilia, penisola Balcanica. In Grecia spontanea e diffusa nella zona continentale. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide ed Etolia-Acarnania. • Usi farmaceutici: È considerata un trattamento efficace per una varietà di patologie, come la diarrea, l’emorragia nasale e di altri tipi, infezioni ed altre patologie dei reni, problemi di mestruazioni, ansia, inquietudine e per il trattamento delle ferite. L’essenza delle foglie è stata usata come calmante, narcotico, antimicotico e antibatterico ed è rilassante per i muscoli e spasmolitica. • Composizione fitochimica: Le foglie contengono acidi fenolici e flavonoidi (tra l’altro, kaempferolo, apigenina e luteolina), hanno effeti antiossidanti e antinfiammatoria. L’erba contiene anche cumarina. La sottospecie albida ha una quantità minore di cumarina in rapporto alla sottospecie melissophyllum che ha concentrazioni più alte, in particolare nelle prime fasi del ciclo vegetale. Melittis melissophyllum subsp. albida (Guss.) P. W. Ball: La pianta con foglie di due colori diversi. 63 Mentha aquatica L. Sp. Pl.: 576. 1753 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Marrubium aquaticum (L.) Uspensky, Mentha aquatica var. nemorosa Fr., des. inval., Mentha acuta Opiz, Mentha hirsuta Huds. • Nome comune italiano: Menta d’acqua, Mentastro. • Descrizione sistemica: Quasi glabra a tomentosa, spesso rossastra perenne (10-)20-90 cm, con profumo intenso. Foglie (15-)30-90 x (10-)15-40 mm, ovate a ovate-lanceolate, di solito troncate alla base, picciolate, seghettate. Infiorescenza con 2-3 verticilli condensati con foglie bratteali incospicue, formanti un capitolo terminale, fino a 2 cm. Di diametro, alcune volte con 1-3 verticilli distanziali nella parte inferiore, nelle ascelle delle brattee in forma fogliare. Calice (2,5-)3-4 mm, tubolare, venature cospicue. Denti subulati stretti o triangolari. Piccioli pubescenti. Corolla viola. Frutti di colore marrone chiaro. 2n = 96. • Distribuzione geografica: Presente in tutta l’Europa ad eccezione del Nord estremo. [In tutte le parti ad eccezione di Rs (N) Sb]. È considerata specie cosmopolita. In Grecia è spontanea e diffusa soprattutto nella zona continentale. Le popolazioni da zona in zona possono essere da medie e piccole e di solito sparse. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania e Cefalonia. 64 • Usi farmaceutici: Nell’antica Grecia Ippocrate e Galeno usavano la menta contro l’indigestione, i disturbi neurologici, le vertigini, l’insonnia, la gastrite, la tosse, il raffreddore, il mal di gola e come spasmolitico. Le foglie hanno azione antidolorifica, astringente, colagogoga, sudorifera, emetica, refrigerante, stimolante, tonificante e vasodilatatoria. Il decotto delle foglie è stato usato tradizionalmente nel trattamento della febbre, del mal di testa, dei disturbi digestivi e diversi disturbi minori. È usata anche per lavaggi stomatici e gargarismi nel trattamento del mal di gola, delle ulcere, della respirazione insufficiente ecc. Le foglie vengono raccolte nella fase d’antesi della pianta e possono essere essiccate per uso Mentha aquatica L.: Aspetto della pianta. futuro. L’essenza delle foglie è un antisettico, anche se tossica in dosi elevate. Le specie M. spicata L., M. suaveolens possiedono proprietà farmaceutiche simili. • Composizione fitochimica: Ricca in essenza che contiene parecchi monoterpeni e sesquiterpeni, componente principale dei quali è il mentofurano, l’ 1,8-cineolo e il trans-cariofillene. Sono stati individuati anche molti flavonoidi polari e lipofili ed altre sostanze fenoliche. Mentha pulegium L. Sp. Pl.: 577. 1753 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Melissa pulegium (L.) Griseb., Minthe pulegia (L.) St.-Lag., Pulegium vulgare Mill., Mentha pulegium subsp. vulgaris (Mill.) Briq., Mentha pulegium var. vulgaris (Mill.) Briq. • Nome comune italiano: Menta poleggio, Mentuccia romana. • Descrizione sistemica: Fusti 20-50(-90) cm, eretti, diritti, di solito semplici, deflessi-tomentosi o tomentosi. Foglie 10-30 x 5-20 mm, ovate, ottuse a acute, più o meno dentate, leggermente pubescenti, con macchie dense nella parte inferiore. Infiorescenze a verticillastri con 10-70 fiori, distanziati, quelli inferiori più corti e i superiori più lunghi delle foglie inferiori. Calice 3,5-4 mm, leggermente tomentoso, sparsamente pubescente al collo. Denti 1/3-1/2 della lunghezza del tubo, lineari-lanceolati o pubescenti, diritti. Corolla 7-9 mm, bianca o purpurea. Piccole noci ottuse. • Distribuzione geografica: Specie cosmopolita. [AE (G) Ag Al Au Az Be Bl Br Bu By Ca Co Cr Cy Cz Eg Ga Ge Gr Hb He Ho Hs Hu IJ It Ju Li LS Lu Ma Md Po Rf(CS S) Rm Sa Si Tcs Tn Tu(A E) Uk(K U)]. In Grecia è spontanea e diffusa nelle zone continentali e nelle isole. Le popolazioni di zona in zona sono medie fino a piccole. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania e Zante. • Usi farmaceutici: È usata per i raffreddori, la polmonite e altri problemi di respirazione. È anche usata per i dolori allo stomaco, la flatulenza, i disturbi intestinali e diversi problemi del fegato e della cistifellea. Le donne la usano per avviare o per regolare le mestruazioni oppure per provocare l’aborto. È usata anche per il controllo delle convulsioni muscolari, per provocare sudorazione e per aumentare la produzione di urina. Viene usata anche come tonificante nel trattamento della debolezza. La Menta viene applicata sulla pelle per l’eliminazione dei microbi, come repellente per gli insetti e per il trattamento di diverse patologie della pelle. È usata anche Mentha pulegium L.: Fusto con infiorescenze verticillari in sequenza. in applicazioni topiche per la gotta, in caso di morso da serpenti e per ulcere nella zona della bocca. Viene usata anche per l’eliminazione delle pulci. • Composizione fitochimica: La pianta è ricca in essenza. L’essenza contiene monoterpeni ossidati, soprattutto pulegone. Gli idrocarburi monoterpenici più importanti sono il limonene e l’alfa-pinene, mentre sono individuati anche sesquiterpenoidi in concentrazioni più basse. 65 Myrtus communis L. subsp. communis Sp. Pl.: 471. 1753 • Famiglia: Myrtaceae. • Sinonimi: Myrtus acuta Mill., Myrtus acutifolia (L.) Sennen & Teodoro, Myrtus angustifolia Raf., nom. illeg., Myrtus augustinii Sennen & Teodoro, Myrtus baetica (L.) Mill., Myrtus baui Sennen & Teodoro, Myrtus belgica (L.) Mill., Myrtus borbonis Sennen, Myrtus briquetii (Sennen & Teodoro) Sennen & Teodoro, Myrtus buxifolia Raf., nom. illeg., Myrtus christinae (Sennen & Teodoro) Sennen & Teodoro, Myrtus eusebii (Sennen & Teodoro) Sennen & Teodoro, Myrtus gervasii (Sennen & Teodoro) Sennen & Teodoro, Myrtus italica Mill. • Nome comune italiano: Mirto. • Descrizione sistemica: Arbusto eretto, intensamente ramificato, fino a 5 m. Ramuli nodosi-pubescenti quando sono giovani. Foglie 2-5 cm, ovate-lanceolate, acute, intere, coriacee, macchiate, intensamente aromatiche quando schiacciate. I fiori fino a 3 cm. di diametro, con profumo gradevole. Peduncoli lunghi, sottili, con 2 piccole brattee effimere. Petali subsferici, bianchi. Bacca 7-10 x 6-8 mm, ampiamente ellittica, di solito azzurra- nera alla maturazione. • Distribuzione geografica: Nell’area mediterranea e nell’Europea SO. [Al Az Bl Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si]. Ampiamente coltivato, ragion per cui le zone in cui cresce spontaneo non sono certe. 66 • Usi farmaceutici: Noto come balsamico, astringente, antisettico e per la congestione circolatoria. L’uso interno è indicato per infezioni del sistema urinario, infiammazioni vaginali e in caso di congestione bronchiale. L’uso esterno è indicato per infezioni delle gengive, acme e emorroidi. Il decotto può essere usato per lavaggi e come tonificante. • Composizione fitochimica: Terpeni (pinene 2040%, limonene 9-15%), esteri (myrtenyl acetate 2025%), alcool (linaloolo 1-7%). Myrtus communis L. subsp. communis: Aspetto della pianta in natura. Origanum vulgare L. subsp. hirtum (Link) A. Terracc. • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Origanum hirtum Link, Majorana neglecta (Vogel) Walp., Origanum heracleoticum Benth., nom. illeg., Origanum illyricum Scheele, Origanum latifolium Scheele, nom. illeg., Origanum megastachyum Link, Origanum megastachyum Link, Origanum neglectum Vogel, Origanum smyrnaeum Sm., Origanum hirtum var. illyricum (Scheele) Nyman, Origanum hirtum var. latifolium Nyman, Origanum hirtum var. neglectum (Vogel) Nyman, Origanum vulgare var. megastachyum (Link) W. D. J. Koch. • Nome comune italiano: Origano. • Descrizione sistemica: Legnoso, rizomatoso, perenne. Fusti fino a 90 cm o più, di solito ramificati superiormente, pubescenti, tomentosi o setosi, raramente glabri. Foglie 10-40 (-50) x 4-25 mm, ovate, intere o leggermente seghettate, glabre o pubescenti, ghiandolosi-macchiate, picciolate. Spicole 5-30 mm, ovate, oblunghe o prismatiche, formanti un corimbo o pannocchia. Brattee 4-5 mm, quasi doppie del calice, ovate, non apicolate, tomentose o glabre, glandolose oppure minimamente glandolose-punteggiate, erbacee, viola-violetto o verdastre. Calice giallo-glandoloso-punteggiato, pubescente o glabro. Corolla 4-7 mm, bianca o viola-rossa. 2n = 30, ?32. • Distribuzione geografica: Nella maggioranza dei paesi europei. [AE(G) Al Bu Cr Cy Gr Ju Tu(A E)]. Pianta europea diffusa anche a Nord. Molte specie, sottospecie e cultivar sono diffuse in tutti i paesi del Mediterraneo, dell’Europa, dell’Asia e dell’America. In Grecia è diffuso nelle zone costiere fino alle montagne alte. Nell’area dello studio è diffuso in Acaia, Elide, Etolia-Acrnania, Zante, Itaca e Cefalonia. In Etolia-Acarnania, Zante, Itaca e Cefalonia è diffusa anche la specie Origanum vulgare subsp. vulgare. • Usi farmaceutici: L’Origano viene usato per via orale per disturbi gastrointestinali, come la digestione e il gonfiore, ma anche per il trattamento dell’ulcera gastrica e Οriganum vulgare L. subsp. hirtum (Link) A. Terracc: Dettaglio dell’infiorescenza. della candidosi gastrointestinale. Come decotto è usato per infezioni del sistema respiratorio. È considerato anche tonificante, spasmolitico, sudorifero e diuretico. Viene usato per via orale per me dismenorrea, l’artrite reumatica, patologie delle vie urinarie, comprese le infezioni del sistema urinario, mal di testa e malattie cardiologiche. L’olio è usato per via orale contro i parassiti intestinali, le allergie, la sinusite, l’artrite, il raffreddore e l’influenza, la febbre suina, l’otite, ma anche contro l’affaticamento, e, in uso topico, per l’acme, infezioni batteriche e micosi, la pitiriasi, in punture di insetti e ragni, contro la gengivite, il mal di denti, la psoriasi, la seborrea, la tricofitosi, l’acne rosacea, i dolori muscolari, le vene varicose e le verruche. • Composizione fitochimica: Come aromatico, l’Origano ha un’elevata concentrazione in essenza. I componenti volatili principali sono il timolo e il carvacrolo, composti che hanno azione antimicrobica. È inoltre ricco in acidi fenolici e flavonoidi. Sono stati individuati anche sesquiterpeni e acido ursolico. 67 Parietaria officinalis L. Sp. Pl.: 1052. 1753 • Famiglia: Urticaceae. • Sinonimi: Parietaria erecta Mert. & W. D. J. Koch • Nome comune italiano: Erba vetriola, Erba vento, Gamba rossa. • Descrizione sistemica: Perenne, fusti 30-100 cm, eretti, semplici o leggermente ramificati, densamente tomentosi. Foglie 3-12 cm, ovate–lanceolate o ellittiche, lunghe-seghettate. Picciolo più corto della lamina. Brattee libere, più corte del perianzio. Acheni neri. 2n = 14. • Distribuzione geografica: Rocce sabbiose umide e rive. Diffusa in Europa C. e SE., si estende fino alla Corsica e la Francia C. [Al Au Co CzGaGe Gr He *Ho Hu It Ju Rm Rs(W, K) Sa Si Tu (Be Da Po Su)]. 68 • Usi farmaceutici: La Parietaria è stata apprezzata per le sue proprietà per più di 2,000 anni, dato che è considerata diuretica, è benefica contro la tosse cronica e come pomata è usata per ferite e ustioni. Si ritiene che ha azione rinvigorente per i reni, sostenendo e rafforzando la loro funzione. L’intera pianta raccolta quando è fiorita, ha proprietà colagoghe, leggermente lenitive, diuretiche, purgative, rinfrescanti e per la guarigione delle ferite. È un trattamento efficace per i calcoli ai reni e la vescica, nonché contro gli altri sintomi riguardanti il sistema urinario, come la cistite e la nefrite. Non deve essere somministrata a persone con rinite allergica o altre reazioni allergiche. Le foglie sono utili per uso esterno come compressa in ferite ecc. Hanno proprietà lenitive in ustioni semplici e da liquidi. La pianta viene raccolta quando fiorisce e può essere usata fresca o essiccata. • Composizione fitochimica: La Parietaria contiene calcio, potassio, minerali, mucillagine, sostanze che contengono zolfo, flavonoidi e tannini. Parietaria officinalis L: Aspetto della pianta in natura. Pistacia lentiscus L. Sp. Pl. 1026 (1753) • Famiglia: Anacardiaceae. • Sinonimi: Pistacia massiliensis Mill., Terebinthus lentiscus Moench, Pistacia gummifera Salisb., Terebinthus vulgaris Fourr., Lentiscus massiliensis (Mill.) Fourr. • Nome comune italiano: Lentisco, Lentischio, Sondro, Stinco. • Descrizione sistemica: Arbusto o piccolo albero sempreverde, di 1-8 m. Foglie paripennate. Pinnule 1-5 x 0,5-1,5 cm, (4-)8-12, lanceolate a obovate-lanceolate, mucronate, coriacee. Rachide ampiamente alata. Piccioli glabri. Infiorescenza complessa, assomigliante a pannocchia. Fiori giallastri o purpurei. Drupa 4 mm, glabra, appuntita, rossa tendente al nero. Pistacia lentiscus L.: Frutti. • Distribuzione geografica: Nell’area mediterranea, estesa fino al Portogallo. [Al Bl Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si]. • Usi farmaceutici: Scarsamente usata nell’erboristeria moderna, nonostante sia particolarmente efficace contro i problemi bronchiali, la tosse, e la diarrea. La resina ha proprietà analgesiche, antitosse, espettoranti, calmanti e stimolanti, ed è benefica contro la flatulenza e il mal di denti. Miscelata ad altre sostanze era usata in casi di denti distrutti. Internamente viene usata nel trattamento della diarrea ai bambini ed esternamente su foruncoli, ulcere, tricofitia e rigidezze muscolari. • Composizione fitochimica: Le foglie sono ricche in tannini ed essenze. 69 Portulaca oleracea L. Sp. Pl. 445 (1753) • Famiglia: Portulacaceae. • Sinonimi: Portulaca officinarum Crantz, Portulaca stellata (Danin& H. G. Baker) Ricceri & Arrigoni, Portulaca oleracea subsp. stellata Danin& H. G. Baker. • Nome comune italiano: Porcellana, Procaccia, Sportellacchia. • Descrizione sistemica: Annuale con fusti ramificati 10- 50 cm. Foglie alterne, ma quasi opposte e concentrate sotto i fiori, oblunghe-obovate, senza picciolo a base cuneiforme, lucidi. Fiori solitari o a 2-3 insieme, spesso interi. Sepali c. 4 mm., con carena, uniti in uno tubo corto alla base. Petali 5,6-8 mm, gialli, obovati, non cospicuamente uniti. Stami 7-12. Capsula 3-9 mm, ovata. Semi neri. • Distribuzione geografica: Coltivata come ortaggio o diffusa come malerba nelle coltivazioni. Diffusa in Europa. 70 • Usi farmaceutici: La pianta ha proprietà antibatteriche, antiscorbutiche, disintossicanti, diuretiche e antipiretiche. Le foglie costituiscono una ricca fonte di acidi grassi omega 3, che contribuiscono alla prevenzione dell’infarto e rafforzano il sistema immunitario. Il succo fresco è usato per il trattamento della disuria, della tosse, delle ferite ecc. Le foglie, sotto forma di impacco, sono usate per le ustioni. L’impacco e il succo sono particolarmente efficaci contro le malattie dermatologiche e contro le punture degli insetti. Il decotto delle foglie è usato per i dolori addominali e il mal di testa. Il succo delle foglie è indicato per il dolore nelle orecchie e offre sollievo dal doloro delle punture. I semi hanno proprietà tonificanti e antielmintiche. È indicato in casi di indigestione e opacità della cornea. • Composizione fitochimica: Elevato contenuto in vitamina A, C, vitamine B (meno), carotenoidi, calcio, magnesio, potassio, ferro, glutatione ecc. È anche l’ortaggio con il più alto contenuto in acidi grassi omega 3. Portulaca oleracea L.: Fusti con fiori. Pulicaria dysenterica (L.) Bernh. Syst. Verz.: 153. 1800 • Famiglia: Asteraceae. • Sinonimi: Inula dysenterica L., Pulicaria palustris Hoffmanns. & Link, Pulicaria dysenterica subsp. uliginosa Nyman. • Nome comune italiano: Mentastro, Menta selvatica, Incensaria comune. • Descrizione sistemica: Pianta perenne con stoloni lamellari. Fusti 20-60 cm, con peli lunghi o tomentosi, ramificati liberamente. Foglie oblunghe -lanceolate, le più basse picciolate, secche all’antesi, le restanti senza picciolo, solitamente allargate vicino alla base le amplessicauli con auriculate. Tutte ondulate, con dentatura sparsa, verdi e ruvidi nella parte superiore, grigi-tomentosi in quella inferiore. Capolini di solito numerosi, 1,5-3 cm di diametro, emisferici. Peduncoli 1,5-2,5 cm non compatti dalla parte superiore, con o senza 1 brattea. Involucro brattee membranoso lineare a subulato, più o meno con peli pubescenti e glandolare. Ligule c. 5 mm più lunga dalla pula del frutto, patenti. Pappo squame unito per più del 1/2 della sua lunghezza, attorniato da 14-20 peli. Acheni c.1,5 mm pubescenti. 2n = 18, 20. Pulicaria dysenterica (L.) Bernh.: Capolini fioriti. • Distribuzione geografica: Europa S., O. e C., fino alla Danimarca. [In tutte le parti eccetto Az Fa Fe Is No Rs (N, B, ?C, E) Sb. In aree umide]. In Grecia spontanea e ampiamente diffusa. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia e Zante. • Usi farmaceutici: Le foglie schiacciate hanno un odore di sapone e possono essere usate per il trattamento della dissenteria. Una crema preparata dalla pianta è usata esternamente per le ferite. Il succo nei tessuti è amaro, acerbo e salmastro e gli animali evitano la pianta. Ha azione terapeutica a causa delle sue proprietà astringenti, che rimangono nei decotti e nelle tisane dell’erba essiccata. La radice è astringente e viene usata nel trattamento della dissenteria. • Composizione fitochimica: La pianta è nota per la presenza di flavonoidi lipofili O-metilati. 71 Pyrus spinosa Forssk. Fl. Aegypt.-Arab.: 211. 1775 • Famiglia: Rosaceae. • Sinonimi: Crataegus amygdaliformis (Vill.) Chalon, Pyrus amygdaliformis Vill., Pyrus amygdaloides Link, Pyrus angustifolia Decne., Pyrus cuneifolia Guss., Pyrus nivalis Lindl., Pyrus oblongifolia Spach, Pyrus parviflora Desf., Pyrus pyrainus Raf., Pyrus communis subsp. amygdaliformis (Vill.) Braun-Blanq. • Nome comune italiano: Pero mandorlino. • Descrizione sistemica: Arbusto o piccolo albero fino a 6 m., rami alcune volte spinosi. Rami grigiastri, opachi, tomentosi quando sono giovani. Foglie 2,5-8 x 1-3 mm, strette lanceolate a ovate, di solito intere, raramente 3-lobi, con base arrotondata o cuneiforme, sparsamente setose quando sono giovani, pappilosi nella superficie inferiore quando sono maturi. Piccioli 2-5 cm. Sepali 5-6 x 1,5 mm triangolari, seghettati. Petali 7-8 x 5-6 mm ellittici, troncati all’apice. Frutti di 1,5-3 cm di diametro, di solito sferici, biondi, peduncoli decombenti, di lunghezza uguale al frutto o leggermente maggiore. Calice rimanente. • Distribuzione geografica: Nell’area mediterranea e in Bulgaria. [Al Bu Co Cr Ga Gr Hs It Ju Sa Si Tu]. • Usi farmaceutici: Agisce come emostatico, contro l’indigestione, la diarrea, refrigerante, spasmolitico, benefico per il sistema respiratorio e la dismenorrea. 72 • Composizione fitochimica: Contiene acidi dei frutti: malico, citrico, quinico, glicosidi cianogenici (amigdalina), sostanze aromatiche, derivati dell’acido caffeico, in particolare acido 5-caffeoil-quinico, pictina. Pyrus spinosa Forssk.: Frutti. Quercus frainetto Ten. Fl. Napol. 1(Suppl. 2): lxxii. 1813 • Famiglia: Fagaceae • Sinonimi: Quercus conferta Kit., Quercus farnetto Ten. • Nome comune italiano: Farnetto. • Descrizione sistemica: Albero caduco, fino a 30 m. Rametti tomentosi. Gemme grosse attorniate da stipole rimanenti. Foglie 10-20 cm, concentrate verso l’estremità del ramo, obovate, coniche alla base auricolata, profondamente pennatosette con 7-9 coppie oblunghe, spesso segmenti lobati, pubescenti nella parte inferiore con peli grigie o marroni. Venature laterali parallele, con poche vene trasversali, picciolate 2-6 mm. Involucro del frutto 6-12 x 12-15 mm squame oblunghe, ottuse, pubescenti, ricoperte. • Distribuzione geografica: Penisola Balcanica estesa verso NO. Italia S. e C. [Al Bu * Cz Gr * Hu It Ju Rm Tu]. In Grecia diffusa quasi in tutto il paese. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide ed Etolia-Acarnania. • Usi farmaceutici: La corteccia del Farnetto è usata in applicazioni topiche su ustioni e ferite o viene somministrata per via orale contro la gastrite o la diarrea. I calli che si formano sull’albero sono particolarmente astringenti e possono essere usati nei trattamenti delle emorragie, della diarrea cronica, della dissenteria ecc. L’infuso della corteccia è usato per gargarismi contro il mal di gola, per gli arti inferiori irritati, la sudorazione eccessiva dei piedi, le distorsioni delle caviglie, le ulcere, il mal di denti, la nevralgia e reumatismo. L’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato l’uso della corteccia del farnetto come medicinale tradizionale di origine vegetale per la terapia sintomatica della leggera diarrea, dell’infiammazione minore della mucosa della bocca o della pelle, nonché contro il prurito e i bruciori dovuti alle emorroidi. • Composizione fitochimica: La corteccia del farnetto contiene quantità di tannini (8-20%) estremamente variabili. Il contenuto in tannini dipende dal periodo della raccolta, l’età dei rami e il metodo di determinazione usato. Contengono galloilo-esteri e i loro derivati (gallo- Quercus frainetto Ten.: Foglie caratteristiche e frutti. tannini, ellagitannini e tannini complessi) oppure sono oligomeri e poliemri dei proantocianidi e possono avere diversa congiunzione tra i flavonoli monomeri e altri sostituti (tannini concentrati). 73 Ribes uva-crispa L. subsp. austro-europaeum (Bornm.) Bech. in Repert. Spec. Nov. Regni Veg. 27: 228 (1929) • Famiglia: Grossulariaceae. • Sinonimi: Grossularia reclinata (L.) Mill., Ribes grossularia L., Ribes reclinatum L., Ribes uva-crispa subsp. austro-europeum Bornm., Ribes uva-crispa subsp. grossularia (L.) Rchb., Ribes uva-crispa subsp. grossularia (L.) Schübl. & G. Martens, Ribes uva-crispa subsp. lasiocarpum (Monnard) T. Vraber, des. inval., Ribes uva-crispa subsp. reclinatum (L.) Rchb., Ribes uvacrispa subsp. reclinatum (L.) Schübl. & G. Martens. • Nome comune italiano: Uva spina. • Descrizione sistemica: 1-1,5 m, con ramificazione libera e complessa, con grosse spine nei nodi, di solito in gruppi di 3 (raramente assenti). Foglie 2-5 cm di larghezza, raramente di più, profondi lobati, glabri o pubescenti. Fiori ascellari 1-3. Piccioli con 2 bratteole quasi in mezzo. Sepali 5-7 mm, lingulati, opaco o rosa-verde. Petali bianchi, più piccoli. Frutti c.10 mm di diametro, verdi, gialli o viola-rossi, di solito pubescenti. 2n = 16. • Distribuzione geografica: Nativo in Europa S., C. e O. Ampiamente coltivato e spesso naturalizzato in altre zone attraverso la dispersione dagli uccelli. [Au Be Br Bu Cr Cz Ga Ge Gr He Ho Hs Hu It Ju Po Rm Rs (W) (Co Da Fe Hb Lu No Rs -N, B, C- Su)]. In Grecia è diffusa in Peloponneso, nella Grecia S. e C. e in Creta. Nell’area dello studio è diffusa in zone montagnose in Acaia ed Elide. 74 • Usi farmaceutici: Il frutto è purgativo. I frutti immaturi bolliti vengono usati per la disintossicazione dell’organismo nella primavera. Le foglie sono state usate nel trattamento della diarrea, del vomito, dell’emorragia, delle emorroidi e della flebite. L’infuso della pianta somministrato prima delle mestruazioni sembra che funzioni come tonificante per lo sviluppo delle ragazze. Le foglie contengono tannino e sono state usate come astringente nel trattamento della dissenteria e delle ferite. Si ritiene che i frutti contribuiscono al miglioramento dell’acutezza della vista e nel trattamento del diabete. Ribes uva-crispa L. subsp. austro-europaeum (Bornm.) Bech: Frutti. • Composizione fitochimica: Le uva spina sono non solo una ricca fonte di carboidrati, vitamine e minerali, ma anche acidi fenolici, flavonoidi, antociani ed altri polifenoli. Rosa canina L. Sp. Pl.: 491. 1753 • Famiglia: Rosaceae. • Sinonimi: Rosa canina έχει 118 συνώνυμα. Μερικά από αυτά είναι: Crepinia canina (L.) Gand., Crepinia aciphylla (A. Rau) Gand., Crepinia andegavensis (Bastard) Gand., Crepinia psilophylla (A. Rau) Gand., Crepinia squarrosa (A. Rau) Gand., Rosa achburensis Chrshan., Rosa aciphylla A. Rau, Rosa aciphylloides Cottet & Castella, Rosa adenocalyx Gren., Rosa actinodroma Gand., ecc. • Nome comune italiano: Rosa selvatica. • Descrizione sistemica: Fusti verdi. Internodi lunghi. Spine grosse, curve o uncinate. Fusti fioriferi raramente senza spine. Pinnule 5-7, 15-40 x 12-20 mm, ovate, obovate o ellittiche, seghettate o compatte-seghettate, glabre e glandolari, verde scuro e verdastro, lucide o opache superiormente. Piccioli e dorso delle foglie spesso con “aghi”. Piccioli 10-20 mm, come i più grossi dei frutti, glabri. Sepali deflessi e pendenti dopo la fioritura. Petali 15-25 (-30) mm, rosa a bianchi. Peduncolo grosso, con la bocca di diametro minore di 1 mm. Stili di solito poco emergenti, spesso pubescenti a glabri. Frutti 10-20 mm, globosi, ovati o ellittici, glabri, rossi. 2n = 35. • Distribuzione geografica: In Europa più a Nord dei c. 62° S. [In tutte le aree ad eccezione di Az Fa Is Sb Tu]. Spontanea in Europa, Africa NO e Asia O. In Grecia è diffusa come spontanea in tutta la zona continentale e nelle isole. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Zante e Cefalonia. • Usi farmaceutici: Dioscoride ha scritto per le proprietà refrigeranti e astringenti della rosa e che il vino medicinale delle rose era utile per il trattamento del mal di testa e delle malattie degli occhi, delle orecchie, delle gengive, dell’ano e dell’utero. In polvere, i fiori essiccati della rosa venivano mescolati con gli alimenti per il dolore nelle gengive. I frutti maturi sono stati usati nel trattamento del raffreddore, dell’influenza, di diverse infezioni, della gastrite e per il controllo della diarrea. Di solito, sono somministrati perché ricchi in vitamina C e di conseguenza adatti per casi di carenza C. Inoltre, possono essere usati come diuretici e per Rosa canina L.: Frutti e foglie complesse. rinforzare i vasi capillari. Uno sciroppo estratto dalle rose è usato per dare sapore gradevole a medicinali aggiunti in preparati per la tosse. I semi sono stati usati come antielmintico. Le rose canine sono usate per diverse patologie del sangue (depurazione del sangue, malattie del sangue con implicazioni polmonari, emorragia interna, emottisi), per patologie femminili (seno, mestruazioni eccessive, crampi dell’utero), per patologie gastrointestinali (diarrea, dissenteria), per patologie del sistema respiratorio (infezione toraciche, raffreddori, tosse, influenza), per patologie del sistema urinario (depurazione dei reni e della vescica, eliminazione dell’acido urico, trattamento della gotta e dei reumatismi e contro la ritenzione di liquidi), nonché per altri disturbi come la debilitazione generale. A causa del loro uso tradizionale, l’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato l’uso dei petali interi essiccati della R. gallica, R. damascena, R. centifolia in Europa come medicinale tradizionale di origine vegetale per le infezioni moderate della bocca e della mucosa della faringe e per le infezioni minori della pelle. • Composizione fitochimica: I componenti bioattivi principali nei frutti maturi sono le vitamine Α, C, ed Ε, i flavonoidi, i tannini ed altri acidi grassi indispensabili per l’organismo. 75 Rosmarinus officinalis L. Sp. Pl. 23 (1753) • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Rosmarinus officinalis subsp. laxiflorus (Noë ex Lange) Nyman. • Nome comune italiano: Rosmarino, Ramerino, Rosamarina, Stammerino. • Descrizione sistemica: Fino a 2 m, rami eretti, ascendenti o raramente decombenti, marroni, aromatici. Foglie 15-40 x 1,2-3,5 mm leneari, coriacee, con margini revoluti, verde chiaro e leggermente corrugato superiormente, bianchi-tomentosi inferiormente, senza picciolo. Piccioli a stella-tomentosi. Calice 3-4 mm, verde o viola e spasramente tomentoso quando è giovane, in seguito 5-7 mm subglabro e con venature intense. Corolla 10-12 mm, blu chiaro (raramente rosa o bianca). Frutti castani. 2n =24. • Distribuzione geografica: Arbusti secchi. Nell’area mediterranea si estende fino al Portogallo e la Spagna NO. In tutte le altre parti, coltivato come ornamentale o per il suo olio aromatico. [Bl Co *Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si (Al Az Su He Rs -K-)]. In Grecia spontaneo in alcune isole dell’Ionio e dell’Egeo e in Sterea Ellada. Nell’area dello studio è diffuso in Zante dove copre superfici estese nella zona O-No dell’isola, con popolazioni rappresentative nella zona del Navagio. Come pianta coltivata negli orti degli insediamenti è diffuso in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Zante, Itaca e Cefalonia. • Usi farmaceutici: Il rosmarino è stato usato nella 76 medicina tradizionale greca come tonificante, stimolan- te, carminativo e contro l’indigestione, il mal di testa e la tensione nervosa. Gli antichi Greci lo usavano per rinforzare la memoria. È stato usato come tonificante per la crescita dei capelli e in applicazione topica contro il cancro. Le foglio e l’olio del rosmarino sono usati per il trattamento dei reumatismi, dell’indigestione, della perdita dell’appetito, il trattamento delle mialgie e dell’artrite e per migliorare la circolazione (applicazione topica sulla pelle). Tutta la pianta è un antisettico, spasmolitico, Rosmarinus officinalis L.: Aspetto dei fiori con il lembo superiore della corolla mancante. aromatico, astringente, tonificante del cuore, carminativo, colagogo, sudorifero, emmenagogo, tonificante dei nervi, stimolante, stomachico e tonificante. L’infuso dei fusti fioriferi, prodotto in recipiente chiuso per trattenere i vapori, è efficace nel trattamento del mal di testa, delle coliti, del raffreddore e delle patologie neurologiche. L’acqua distillata dei fiori è usata per il lavaggio degli occhi. In base ai dati d’uso tradizionale della pianta in Europa, l’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato l’uso dei preparati dalle foglie o dell’essenza di rosmarino come prodotti medicinali tradizionali per il trattamento sintomatico dell’indigestione e dei disturbi moderati del sistema gastrointestinale (per via orale), ma anche come medicinale coadiuvante per leggeri dolori miuscolari e articolari e diasturbi minori del sistema circolatorio (come additivo per il bagno o per uso dermico) • Composizione fitochimica: È ricco in essenze, flavonoidi e acidi fenolici che sono antisettici e antinfiammatori efficaci. L’acido rosmarinico può contribuire al trattamento della sindrome dello choc tossico, mentre il flavonoide diosmina è ritenuto più efficace della rutina per la riduzione della fragilità dei vasi capillari. Rubus idaeus L. Sp. Pl.: 492. 1753 • Famiglia: Rosaceae. • Sinonimi: Batidaea idaea (L.) Greene, Rubus fragrans Salisb., nom. illeg., Rubus frambaesianus Lam., nom. illeg. • Nome comune italiano: Lampone. • Descrizione sistemica: Il pollone si sviluppa da gemme avventizie dalle radici. Fusti 100-150 cm, eretti, cilindrici, tomentosi spesso con numerose spine deboli. Foglie di solito pennatosette con 5-7 pinnule oppure trifide, glabre superiormente, bianche-tomentosi inferiormente. Pinnula estrema ovata o oblunga, alcune volte leggermente lobata, cordata, leggermente acuminata. Stipole filiformi, cigliate. Infiorescenza con pochi fiori, frondosa, da brattee estreme e ascellari, asse glandolare con sparsi accigli. Fiori c.1 cm di diametro, obliqui. Sepali lanceolati, tomentosi. Petali stretti, eretti, glabri, bianchi. Stami bianchi, eretti. Frutti rossi o arancioni. 2n = 14. • Distribuzione geografica: Quasi in tutta l’Europa, ma solamente nelle montagne del Sud. [In tutti i paesi ad eccezione di Az Bl Cr Fa Is Lu Sb Tu]. Pianta diffusa in Europa, Asia e America del Nord. In Grecia è diffusa come spontanea in tutta la zona continentale. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide. • Usi farmaceutici: Tradizionalmente, il lampone è stato usato per trattamenti contro l’anemia, la diarrea, la gengivite, le ferite, i crampi ai piedi e della nausea gravidica mattutina. Oggi viene usato principalmente per le sue proprietà astringenti e tonificanti. La tisana dalla pianta è utile per il mal di gola e l’infiammazione delle mucose. Le foglie del lampone sono antiemorragici, astringenti, tonificanti del cuore, stimolanti e tonificanti, sono usati per lavaggi su ustioni, esantemi della pelle, ferite e ulcere. Sono usati per gargarismi per l’emorragia delle gengive, la dissoluzione della placca dentale, l’infiammazione della bocca, il mal di gola e ulcere della bocca. Il decotto delle foglie può essere usato per lavaggi Rubus idaeus L.: Frutti caratteristici. degli occhi contro la congiuntivite e come soluzione orale e può contribuire alla riduzione delle secrezioni vaginali eccessive. Durante la gravidanza, l’uso delle foglie riduce l’emorragia e l’ingrossamento dell’utero dopo il parto, aiuta a prevenire l’aborto, aiuta l’utero a ritornare nella sua posizione normale dopo il parto e contribuisce alla riduzione dei pseudodolori del parto (somministrate come infuso caldo), migliora l’efficacia delle convulsioni, aumenta la produzione di latte materno, riduce il dolore del parto, rinforza e tonifica i tessuti delle pareti dell’utero durante la gravidanza per aiutare con le contrazioni e l’emorragia, rinforza inoltra i muscoli della pelvi e dei legamenti per un parto facile e naturale, mentre, nell’ultimo trimestre della gravidanza, le foglie hanno effetto tonificante per l’utero. Basando all’uso tradizionale delle foglie del lampone, l’Agenzia Europea per i Medicinali ha permesso l’inserimento nei medicinali tradizionali di ori- 77 gine vegetale per il trattamento sintomatico delle convulsioni delle mestruazioni, il trattamento sintomatico dell’infiammazione moderata della bocca o della gola e la diarrea moderata. La specie Rubus ulmifolius Schott. viene usata per le sue proprietà farmaceutiche simili. Composizione fitochimica: La vitamina C e i componenti fenolici sono presenti nei lamponi rossi. In particolare, le antocianine cianidina-3-soforoside, cianidina-3-(2(Ζ)-glicosil-rutinosite) e cianidina-3-glicoside e 78 due ellagitannini coesistono con tracce di flavonoli e di acido ellagico e idrossicinamomico. Le foglie essiccate del lampone contengono metaboliti polifenolici seconfdari, soprattutto tannini idrolizzabili (da 2,6% a 6,9%). Altri composti polifenolici sono soprattutto i flavonoidi (0.46 -1.05% nelle foglie essiccate). Inoltre, sono stati identificati, terpeni, vitamina C ed E, nonché minerali come calcio, magnesio e zinco. Le foglie dl lampone contengono inoltre piccollissime quantità di acidi fenolici come il caffeico e il clorogenico. Salvia fruticosa Mill. Gard. Dict. ed. 8: 5. 1768 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Salvia baccifera Etl., Salvia clusii Jacq., Salvia cypria Unger & Kotschy, Salvia incarnata Etl., Salvia libanotica Boiss. & Gaill., Salvia lobryana Azn., Salvia marrubioides Vahl, Salvia ovata F. Dietr., Salvia sipylea Lam., Salvia subtriloba Schrank, Salvia sypilea Lam., Salvia thomasii Lacaita, Salvia triloba L. f. • Nome comune italiano: Salvia triloba. • Descrizione botanica: Arbusto fino a 120 cm. Fusti con pelo bianco-tomentoso appressato. Foglie semplici o pennatosette con 1-2 coppie dei segmenti ovati laterali e un grande segmento finale ovato-ellittico, picciolato, rugoso non glandolare, grigio-bianco inferiormente, verse superiormente. Verticilli con 2-6 fiori. Calice 5-8 mm, campanulato, dentato, spesso viola, con pelo glandolare o no. Corolla 16-25 mm, violetto o rosa, raramente bianca. • Distribuzione geografica: Mediterraneo C. e E., dalla Sicilia fino a Creta. [Al Cr Gr It Si (Lu)]. Pianta mediterranea diffusa nel Mediterraneo Centrale e Orientale, dalla Sicilia fino a Creta. In Grecia è diffusa con le migliori popolazioni soprattuto nella Grecia S., O, e C. Più di 22 specie del genere Salvia sono presenti in Grecia. • Usi farmaceutici: Le foglie sono antisudorifere, antisettiche, spasmolitiche, astringenti, carminative, colagoghe, disintossicanti, espettoranti, antipiretiche, tonificanti e vasodilattatorie. Sono usate per vie orale per il trattamento di disturbi digestivi, respiratori e neurologici, problemi di mestruazioni, sterilità e depressione. Non devono essere somministrate a donne in gravidanza. L’infuso delle foglie è indicato per il trattamento del mal di testa, dei dolori addominali e reumatici. Gli infusi e i decotti delle foglie o dei fusti fioriferi sono utili come depurativi del sangue e sono indicati per il sistema circolatorio. La pianta è ampiamente usata per il trattamento dei disturbi cardiaci, dei raffreddori, della tosse e dell’influenza. È usata come vulnerario, antisettico, per il trattamento delle ferite, degli edemi e dell’idrope. Secondo Salvia fruticosa Mill.: Aspetto della pianta in natura. la bibliografia, nell’antichità la pianta era usata come emostatico, vulnerario, antisettico e per il trattamento del mal di gola e delle irritazioni. • Composizione fitochimica: La pianta è ricca in essenza. Contiene 1,8-cineolo (componente principale), beta-mircene, alfa-pinene, beta-pinene, camfene, alfa-tujone, beta-tujone e camfora. Altri componenti non volatili sono acidi fenolici semplici (compreso l’acido rosmarinico) e flavonoidi. 79 Salvia officinalis L. subsp. officinalis Sp. Pl.: 23. 1753 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Salvia chromatica Hoffmanns., Salvia clusii Vilm., Salvia cretica L., Salvia digyna Stokes, Salvia grandiflora Ten., nom. illeg., Salvia hispanica Garsault, des. inval., Salvia minor Garsault, des. inval., Salvia papillosa Hoffmanns., Salvia tricolor Vilm. • Nome comune italiano: Salvia comune. • Descrizione sistemica: Pianta eretta, quasi glabra fino a densamente irsuta, perenne, 15-100 cm. Foglie 30-120 x 15-50 mm, oblunghe fino a oblunghe-ovate, cordate alla base, con dentatura leggera o densa. Verticilli dei fiori in spiga, alcune volte interrotta nella parte inferiore. Calice 5-9(-12) mm. Denti ¼-¾ di lunghezza uguale al tubo. Corolla 12-18 mm, rosso chiaro-viola, raramente rosa o bianco, tubo emergente dal calice con il lembo superiore intero. 2n = 16. • Distribuzione geografica: Diffusa nella maggior parte dell’Europa. Pianta mediterranea diffusa nel Mediterraneo C. e O. e nella Penisola Balcanica O. In Grecia è diffusa nella parte NO. e SC., con le migliori popolazioni soprattutto nella Grecia N. e O. Più di 22 specie del genere Salvia presenti in Grecia. 80 • Usi farmaceutici: La pianta è stomachica, tonificante e tonificante per il cuore e viene usata anche contro le nevralgie. È particolarmente tonificante a causa del tannino che contiene. È un buon medicinale contro l’atonia dello stomaco e dell’intestino, ma anche disinfettante ed espettorante in caso di raffreddore. È considerato rinforzante della memoria e contro la sonnolenza. La salvia è benefica per i capelli e astringente come maschera facciale. Il decotto è usato contro la gengivite e le patologie dermatologiche. L’essenza contro il mal di denti. La salvia ha anche effetti inibitori per le secrezioni delle ghiandole mammarie e contro il diabete mellito. La salvia è usata nella medicina popolare come decotto per lavaggi orali in caso di ferite nella cavità orale (stomatite, faringite, gengivite) e per via orale come antisudorifero (in particolare Salvia officinalis L. subsp. officinalis: Infiorescenza caratteristica. contro la sudorazione notturna delle persone affette da tubercolosi e da disturbi neurologici), mentre in piccole dosi è usata come medicinale stomachico, spasmolitico, carminativo (previene la formazione di gas intestinali), diuretico ed emenagogo. A causa del suo uso tradizionale, l’Agenzia Europea per i Medicinali ha riconosciuto che le foglie della Salvia officinalis possono essere usate come medicinale vegetale per il trattamento sintomatico di problemi minori d’indigestione, come il bruciore gastrico e il meteorismo, per combattere la sudorazione eccessiva, per la terapia sintomatica delle infiammazioni nella bocca e nella gola e per infiammazioni della pelle minori. • Composizione fitochimica: La pianta è ricca in essenza. I componenti volatili più importanti sono i neurotossici alfa- e beta-tujone. Tali composti determinano alcune limitazioni alla quantità usata. Altri componenti non volatili sono tannini, sostanze diterpeniche, triterpeni, steroidi, flavoni e glicosidi dei flavonoidi. Sambucus nigra L. Sp. Pl. 269 (1753). • Famiglia: Caprifoliaceae. • Sinonimi: Sambucus caerulea Raf. • Nome comune italiano: Sambuco nero, Sambuco comune. • Descrizione sistemica: Arbusto o piccolo albero fino a 10 m, corteccia marrone- grigia, solcata, sugherosa e midollo biancastro. I piccioli sono diritti, eretti con fusti direttamente dalla base. I rami formano di solito un arco. Pinnule 5-7(-9), 4,5-12(-18) x 2-6(-10) cm, ovate, ovate-lanceolate oppure ovate-ellittiche, acuminate, dentate, sparsamente pubescenti nella parte inferiore. Stipole assenti oppure, quando sono presenti, subulati. Le infiorescenze hanno diametro 10-24 cm., a corimbo, con (4-)5 raggi principali. La corolla del fiore bianca. Anteri giallastri, bianchi. Il frutto è globoso, nero (molto raramente rosso). 2n = 36. Sambucus nigra L.: Grappolo di frutti. • Distribuzione geografica: Nella maggior parte dell’Europa ad eccezione del Nord. [In tutte le parti eccetto Bl Cr Fa Is Rs (N) Sb, ma naturalizzati a Fe No Su]. Anche se indubbiamente è spontanea in foreste umide nella maggior parte dell’Europa, è stata coltivata ampiamente per i suoi frutti. Presente in viali, aree cespugliose, foreste, ai margini delle strade, in zone con rifiuti ecc., in particolare in zone con terreni ricchi in azoto. fiori sono usati per impacchi contro il dolore e per ridurre l’infiammazione. È usata come pomata per il trattamento dei geloni, delle ustioni, delle ferite ecc. La tisana dai frutti essiccati si ritiene che ha effetti benefici per le coliche e la diarrea. L’Agenzia Europea per i Medicinali ha autorizzato l’uso del fiori essiccati (per la preparazione di decotti) e dei loro infusi etanolici/tinture contro i sintomi del raffreddore comune. • Usi farmaceutici: Il sambuco ha una lunghissima storia nell’uso domestico come erba medicinale ed è stato ampiamente usato dai botanici. La pianta era stata nominata “il baule della medicina popolare”. I fiori sono la parte principale usata nell’erboristeria moderna, anche se tutte le parti della pianta sono state usate in vari periodi. Gli usi terapeutici tradizionale del sambuco contro il raffreddore comune, come purgativo, sudorifero e diuretico è stato documentato da diversi studi scientifici. È usato anche nel trattamento della stitichezza dell’artrite. Dalla corteccia interna verde viene prodotta una pomata emolliente. È anche un espettorante ed emostatico. Il succo è considerato un buon rimedio contro le infezioni degli occhi. L’infuso della pianta è un buon tonificante primaverile e contribuisce alla depurazione del sangue. I • Composizione fitochimica: I frutti del sambuco contengono diversi composti che possono contribuire all’azione farmacologica, ma le sostanze principali sono i polifenoli. Nei frutti freschi si trovano elevate concentrazioni di antocianine (soprattutto glicosidi della cianidina), nonché piccole quantità di flavonoli e dei loro esteri. I semi contengono lectine e i frutti glucosidi cianogenetici a seconda della fase di maturazione. Altri componenti sono le vitamine e minerali in piccole quantità, idrocarburi come la pictina, glucosio e fruttosio e 0.01% essenza. I flavonoidi e i derivati dell’acido caffeico sono i composti principali dei fiori (fino al 3% per categoria). Oltre ai polifenoli, altri composti dei fiori sono diversi triterpeni (amirine, steroli, acido oleanolico e ursolico), minerali, mucillagine, plastocianina (proteina), pictina, zuccheri ed essenza (0,03-0,14%). 81 Saponaria officinalis L. Sp. Pl.: 408. 1753 • Famiglia: Caryophyllaceae. • Sinonimi: Saponaria aenebia Heldr., Saponaria alluvionalis Du Moulin • Nome comune italiano: Saponaria comune, Saponella. • Descrizione sistemica: Perenne. Fusti 30-90 cm, diritti, solitamente glabri, semplici o ramificati. Foglie ovate a ovate-lanceolate, a tre venature, acute. Infiorescenza densa, a rami opposti a cima bipara. Fiori grandi, a peduncoli corti, solitamente al colore della pelle. Calice c. 20 mm, glabro o raramente leggermente irsuto, verde o rossastro. Denti triangolari, acuti. Ovario dei petali c. 10 mm, più o meno intero. 2n = 28. • Distribuzione geografica: Europa, dal Belgio, la Germania N e la Russia C. e a Sud. Spesso coltivata come ornamentale, inserita nella flora naturale espandendosi dalle coltivazioni in molte zone del Nord. [Al Au Be Bl Bu Co Cr Cz Ga Ge Gr He Hs Hu It Ju Lu Po Rm Rs (C, W, K, E) Sa Si Tu (*Br Da Fe Hb No *Rs -B- Su)]. Pianta diffusa in tutta l’Europa, l’Asia e il Nord America. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Zante e Cefalonia. 82 • Usi farmaceutici: L’uso farmaceutico principale della saponaria è come espettorante per la tosse/bronchite. La sua intensa azione irritante provoca il riflesso della tosse e aumenta la produzione dei muco liquido nelle vie respiratorie. Tutta la piante, ma in particolare le sue radici, si ritiene che hanno azione tonificante, antitubercolare, colagoga, disintossicante, sudorifera, diuretica moderata, espettorante, purgativa, tonificante e provoca lo starnuto. Il decotto dalla pianta intera è applicato esternamente per il trattamento della pelle irritata. La pianta è stata usata nel trattamento dell’ittero e dei disturbi intestinali. La radice viene raccolta in primavera ed essiccata per uso futuro. • Composizione fitochimica: I costituenti predominanti sono le saponine triterpeniche, mentre è stata segnalata la prezenza di alcune proteine che inibiscono i ribosoma. Saponaria officinalis L.: Aspetto della pianta in natura. Sideritis clandestina subsp. peloponnesiaca (Boiss. & Heldr.) Baden in Strid & Kit Tan (Eds.), Mount. Fl. Greece 2: 88. 1991 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Sideritis theezans var. cyllenea Heldr. ex Boiss., Sideritis clandestina var. cyllenea (Heldr. ex Boiss.) Hayek, Sideritis peloponnesiaca Boiss. & Heldr., Sideritis theezans subsp. peloponnesiaca (Boiss. & Heldr.) Nyman, Sideritis clandestina subsp. cyllenea (Heldr. ex Boiss.) Papan. & Kokkini. • Nome comune italiano: Stregonia. Il nome “sideritis” proviene dalla parola greca “sidiros” (ferro) perché la sideritis era considerato un medicinale eccezionale “contro le ferite da armi di ferro” riportate nelle guerre. Dioscoride consigliava ai soldati di bere l’infuso dell’erba come tonificante per ottenere una guarigione più veloce ed efficace. • Descrizione sistemica: Perenne 15-40 cm. Pelo giallastro. Foglie inferiori 25-50 x 8-20 mm, oblunghe-spatolate a ovate intere o con piccola dentatura, le foglie medie e superiori 30-70 x 6-12 mm, oblunghe-ellittiche, intere 4-10 I verticilli distanziati con numerosi fiori. Brattee medie 10-20 mm compresa l’apice, superando i fiori, generalmente ovate a suborbicolari, apice 4-10 mm, con peli radi o densi. Calice 9-11 mm, denti 3,5-4,5 mm, leggermente più corti del tubo. Corolla 10-15 mm, gialla. • Distribuzione geografica: Montagne rocciose. Grecia S. (Peloponneso N. e NC.). [Gr]. Specie endemica diffusa sulle montagne del Pelonneso N. e NC. (Helmos, Erymanthos, Kyllini, Oligyrtos, Menalo, Mavrovouni, Dourdouvana). Nell’area dello studio è diffusa in Acaia ed Elide. • Usi farmaceutici: Nell’antichità, il termine Sideritis era generalmente riferito a piante che potevano essere usate come medicinali per le ferite inferte da armi di ferro in guerra. Il decotto delle piante del genere Sideritis è considerato dalla medicina popolare come lenitivo, calmante, stomachico, analgesico, antibatterico e antinfiammatorio e viene usato in casi di raffreddore ed edema e per il buon funzionamento del sistema respiratorio. Sideritis clandestina subsp. peloponnesiaca (Boiss. & Heldr.) Baden: Aspetto della pianta in natura. I taxa del genere Sideritis con effetti e azioni simili nell’area dello studio sono: Sideritis purpurea Talbot ex Benth, Sideritis scardica Griseb. (τσάι του Ολύμπου), Sideritis raeseri Boiss. & Heldr. • Composizione fitochimica: I componenti principali della stregonia sono diterpenoidi, flavonoidi ed essenza. Importanti studi confermano l’uso tradizionale della pianta contro il raffreddore, le virosi e le allergie. Le ricerche moderne confermano anche che aiuta alla prevenzione dell’osteoporosi e che ha azione ansiolitica. 83 Silybum marianum (L.) Gaertn. Fruct. Sem. Pl. 2: 378. 1791 • Famiglia: Asteraceae. • Sinonimi: Carduus marianus L., Carduus marianus L., Mariana lactea Hill, Centaurea dalmatica Fraas, Silybum pygmaeum Cass. • Nome comune italiano: Il nome proviene dal greco “silybos” che significa “ciuffo”. Cardo mariano. • Descrizione sistemica: Fusti 20-150 cm, raramente più corti, glabri oppure leggermente aracno-pubescenti verdi. Foglie basali 25-50 x 12-25 cm, pennatosette glabre o quasi glabre, picciolate. Foglie del fusto più piccole, meno profonde divisi amplessicauli auricolate con spine giallastre-bianche fino a 8 mm. Capolini 2,5-4 cm. Peduncoli lunghi, eretti, senza brattee oppure con poche brattee, brattee esterne e medie del capolino con appendici 8-15 x 6-10 mm che terminano gradualmente in spine ricurve canalate 20-50 mm. Acheni 6-8 x 2,5-4 mm, lucidi, neri, a macchie grigie, pappo, 15-20 mm. 2n = 34. • Distribuzione geografica: Area del Mediterraneo ed Europa SO. Coltivata come pianta ornamentale e naturalizzata o spontanea in gran parte dell’Europa. [Al Bl Bu Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Sa Si Tu (Be Br Cz He Ho Rm Rs -C,W,K,E-)]. Ai margini delle strade, a terreni incoltivati e coltivati. Pianta comune diffusa nel Mediterraneo e nell’Europa SO. In Grecia è diffusa in tutto il territorio. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnani, Acaia, Elide, Cefalonia e Zante. • Usi farmaceutici: Il cardo ha una lunga storia nella 84 medicina tradizionale dell’Occidente per il trattamento dei problemi del fegato. Studi recenti hanno confermato la sua efficacia considerevole nel proteggere il fegato dai danni derivanti dall’intossicazione o intossicazioni di altro tipo. La somministrazione per via orale è utile nel trattamento delle patologie del fegato e della cistifellea, dell’ittero, della cirrosi, dell’epatite e dell’intossicazione. La silimarina, un infuso dai suoi semi, contiene flavonolignani bioattivi e agisce alla membrana delle cellule epatiche evitando l’introduzione di tossine virali o di altri Silybum marianum (L.) Gaertn.: Infiorescenza caratteristica (capolino), con appendici spinose. composti tossici, prevenendo danni alle cellule. Inoltre, migliora in modo sorprendente la rigenerazione del fegato in casi di epatite, cirrosi, intossicazione da funghi ed altre patologie. Infusi dai semi vengono prodotti come preparati commerciali in Europa. Una ricetta usata nell’omeopatia contiene parti uguali di radice non decorticata e di frutti non mondati. Nell’industria farmaceutica il Silybum marianum viene usato per problemi d’indigestione e per i calcoli della cistifellea. Nella medicina tradizionale è indicato per il trattamento dell’amenorrea, della stitichezza, del diabete, della febbre da fieno, delle emorragie dell’utero e della flebite. • Composizione fitochimica: I principali componenti attivi dei semi sono le flavonolignanes (1,5-3,0%), che sono conosciute come silimarina. La silimarina è una miscela complessa di composti polifenolici, che comprende sette flavonolignanes strutturalmente affini (silibina A, silibina B, isosilybin A, isosilybin B, silichristina, isosilychristini, silydianina) ed un flavonoide caratteristico. Sinapis alba L. subsp. alba Sp. Pl.: 668. 1753 • Famiglia: Brassicaceae. • Sinonimi: Leucosinapis alba (L.) Spach • Nome comune italiano: Senape bianca. • Descrizione sistemica: Annuale. Fusti fino a 80 cm, solitamente con peli duri deflessi, raramente glabri. Foglie di solito con peli densi ma non duri. Silique 20-40 x 3-6,5 mm, ascendente. Rostro 10-30 mm, ottuso e sottile. Frutti 4-8. • Distribuzione geografica: Spontanea nell’area mediterranea e in Crimea. Naturalizzata nel resto dell’Europa, ma rara o sporadica a Nord. [In tutte le parti eccetto Az, Sb, Tu. Solo casualmente in Fa, Fe, Is, Rs (N)]. È un’erba infestante delle aree coltivate e diffusa in zone non coltivate, specialmente in terreni calcarei. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia, Itaca e Zante. Sinapis alba L. ssp. alba : Fiori e frutti immaturi. • Usi farmaceutici: I semi sono antibatterici, antimicotici, stimolanti dell’appetito, sudoriferi, digestivi, diuretici, emetici, espettoranti, flogistici e tonificanti. È usata nel trattamento della tosse per aumentare l’espettorato, la tubercolosi e la pleurite. I semi sono somministrati per via orale come medicinale nell’Occidente. Inoltre, si preparano impacchi di mostarda (usando semi schiacciati), cataplasmi o preparati per il bagno. Utili anche nel trattamento delle infezioni del sistema respiratorio, dei legamenti, dei geloni, degli esantemi della pelle ecc. • Composizione fitochimica: La pianta è nota per i glucosinolati, anche se contiene vari composti fitochimici come componenti volatili, acidi fenolici e flavonoidi. I glucosilonati vengono idrolizzati in derivati isotiocianati che sono responsabili per il sapore piccante della mostarda. 85 Sisymbrium officinale (L.) Scop. Fl. Carniol., ed. 2, 2: 26. 1772 • Famiglia: Brassicaceae. • Sinonimi: Erysimum officinale L., Chamaeplium officinale (L.) Wallr., Sisymbrium officinale (L.) Scop. var. officinale, Sisymbrium officinale var. leiocarpum DC. • Nome comune italiano: Erisimo, Erba cornacchia. • Descrizione sistemica: Annuale o biennale 5-90 cm. Le foglie più basse pennatosette, più o meno ovate nel margine, con grandi lobi terminali. Piccioli 1-2 mm. Petali 2-4 mm. Antere c. 7 mm. Ovari con 10-20 ovuli. Silique (8-)10-20 mm, coniche cilindriche, lineari, terminante agli stili. Stili 0,5-1 mm. Semi c.1 mm. 2n = 14. • Distribuzione geografica: In tutta l’Europa, al Nord fino a c. 68⁰ N. [In tutte le zone eccetto Fa Sb]. In Grecia è spontanea e diffusa in tutte le zone. Diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia, Itaca e Zante. • Usi farmaceutici: L’intera pianta è ritenuta tonificante, diuretica, espettorante, purgativa e stomachica. Questa pianta era nota come “erba del cantante” a causa del suo uso per il ripristino della voce. L’infuso forte dell’intera pianta è stato usato nel trattamento contro il mal di gola. Inoltre, nell’antichità la pianta farmaceutica era considerata ad azione anticancerogena. La pianta essiccata perde molte sostanze attive e per tale motivo deve essere usata fresca. 86 • Composizione fitochimica: Sono contenuti fenilpropani volatili e non volatili, monoterpeni, flavonoidi e polisaccaridi, ma le sostanze bioattive più caratteristiche sono i glucosilonati (dominante la putranjivina). Sisymbrium officinale (L.) Scop.: Fusti con fiori. Taraxacum pindicola (Bald.) Hand.-Mazz. Monogr. Taraxacum: 107. 1907 • Famiglia: Asteraceae. • Sinonimi: Taraxacum vulgare var. pindicola Bald, Taraxacum laevigatum subsp. pindicola (Bald.) Hayek. • Nome comune italiano: Aniceto. • Descrizione sistemica: Foglie 5-40 cm, intere a laciniate, spesso grandi e spesse, mai sottili, senza macchie. Lobi più o meno triangolari. Piccioli spesso alati. Fusti 5-40 cm., robusti, eretti o ascendenti, di solito irsuti. Capolino 25-75 mm di diametro, spesso deflesso. Involucro 12-25 x 15-25 mm. Brattee esterne fino a 17 mm, lineari-lanceolate, di solito scure, più o meno verde glauco, più tenue nella parte interna, margine di solito morbido presente ma mai cospicuo, erette a inflesse, con siliqua o leggermente ispessite. Ligule lunghe, strette, gialle, di solito con una striscia marrone. Acheni marroni. Corpo 2,5-3,5 mm tubercolare con piccole spine. Cono 0,2-0,7 mm., conico. Rostro 7-15 mm., sottile. • Distribuzione geografica: Presente in terreni distrutti, pascoli e foreste. [Al Gr Ju]. In Grecia è diffusa nelle zone continentali. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia ed Elide. • Usi farmaceutici: Tutte le parti della pianta, ma soprattutto la radice, hanno proprietà leggermente purgative, colagoghe, depurative, fortemente diuretiche, epatiche, stomachiche e tonificanti. La radice è anche ipoglicemica e agisce come antibiotico leggero contro le infezioni da lieviti. Dalle foglie o dalle radici viene preparato un decotto. La pianta è usata per il trattamento dei disturbi della cistifellea, della calcolosi della cistifellea, dell’ittero, della cirrosi, dell’indigestione con stitichezza, dell’edema dovuto a pressione arteriosa elevata e insufficienza cardiaca, dell’artrite cronica e dei problemi dermatologici, della gotta, dell’eczema e dell’acne. Il succo della pianta può essere usato per l’eliminazione di calli e verruche, ha azione precisa contro le infiammazioni della cistifellea e si ritiene che può eliminare i calcoli dal fegato. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha approvato Taraxacum pindicola (Bald.) Hand.-Mazz.: Aspetto della pianta in natura. la commercializzazione dei preparati vegetali con foglie di aniceto e dei loro infusi, come medicinale tradizionale di origine vegetale che aumenta la quantità di urina per ottenere il lavaggio del sistema urinario e come coadiuvante in disturbi leggeri del sistema urinario. Inoltre, ha approvato l’uso dei preparati delle radici e delle foglie in prodotti farmaceutici vegetali tradizionali per a) alleggerire i sintomi relativi a disturbi leggeri del sistema digestivo (come la sensazione di sazietà, il meteorismo e la digestione lenta) e la perdita temporanea dell’appetito, e b) l’aumento della quantità di urina per ottenere il lavaggio del sistema urinario e come coadiuvante in disturbi leggeri del sistema urinario. • Composizione fitochimica: Nelle radici e nelle foglie sono stati individuati numerosi sesquiterpeni (compresi i lattoni), steroli, derivati fenolici semplici (acidi ed esteri) e flavonoidi. È stata individuata anche un’elevata percentuale di potassio. 87 Teucrium capitatum L. subsp. capitatum Sp. Pl.: 566. 1753 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Chamaedrys capitata (L.) Raf., Polium capitatum (L.) Mill., Teucrium polium subsp. capitatum (L.) Arcang. • Nome comune italiano: Camedrio capitato. Il Teucrium probabilmente ha preso il suo nome da Teucro, figlio del re di Salamina, Telamone, e della sua seconda moglie, Issione, figlia del re di Troia, Laomedonte. Ha lottato contro il suo fratellastro, Aiace, durante la Guerra di Troia ed è stato il fondatore della città di Salamina a Cipro. • Descrizione sistematica: Suffrutice. Fusti 10-25 cm di colore grigio, irsuti, spesso densi. Foglie 7-27 mm, oblunghe a oblunghe obovate, appiattite o a margini deflessi, con 2-5(-9) incisioni, a fasci, i margini più o meno deflessi. Fiori in capolini semplici o complessi. Brattee assomiglianti a foglie. Calice (2,5-)3-5 mm, densamente e uniformemente irsuto. Corolla bianca o rossa. Lobi globosi o triangolari, glabri o irsuti. 2n = 26, 52, 78. • Distribuzione geografica: Zone aride. Diffusa in Europa S, si estende a Nord fino a c. 51° N. in Russia SC. [Al Bl Bu Co Cr Ga Gr Hs It Ju Lu Rm Rs (C, W, K, E) Sa Si Tu]. In Grecia è diffusa come pianta spontanea nella zona continentale e nelle isole. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Zante, Itaca e Cefalonia. 88 • Usi farmaceutici: Nella medicina popolare il Teucrium capitatum è stato usato per il trattamento del diabete, dell’iperlipidemia e dell’ipertensione. Inoltre, viene usato per offrire sollievo dai gas nel canale alimentare, come spasmolitico, antinfiammatorio, contro la sensibilità a irritazioni traumatiche e come antibatterico. • Composizione fitochimica: L’essenza è ricca in sesquiterpeni, soprattutto cariofillene e carvacrolo. La pianta è ricca in diterpeni e flavonoidi. Teucrium capitatum L. subsp. capitatum: Aspetto della pianta in natura. Thymbra capitata (L.) Cav. Elench. Pl. Horti Matr.: 37. 1803 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Satureja capitata L., Coridothymus capitatus (L.) Rchb. f., Origanum capitatum (L.) Kuntze, Thymus capitatus (L.) Hoffmanns. & Link. • Nome comune italiano: Timo arbustivo. Etimologicamente, il timo prende il suo nome dalla parola greca “thio” che inizialmente significava “fumo” e in seguito “sacrifico”. • Descrizione sistemica: Suffrutice 20-50 (-150) cm, si sviluppa eretto con rami legnosi portanti verticilli ascellari con foglie (spesso le uniche foglie durante la stagione arida). Foglie dei fusti lunghi 6-10 x 1-1,2 mm senza picciolo, lineari, acuti, subglabri, sparsamente cigliate alla base. Venature laterali non cospicue. Infiorescenza oblunga conica. Brattee c. 6 Χ 2 mm intrecciate, ovate-lanceolate, verdastre, cigliate. Bratteole c. 6 mm., simili alle foglie. Calice c. 5 mm, il lembo superiore più piccolo di quello inferiore, i denti tutti cigliati. Corolla fino a 10 mm, viola-rosa, il lembo superiore bifido. 2n = 30. • Distribuzione geografica: In terreni calcarei. Nell’area del Mediterraneo, Portogallo. [Al Bl Co Cr Gr Hs It Ju Lu Sa Si Tu]. Nell’area dello studio è diffusa in Acaia, Elide, Etolia-Acarnania, Zante, Itaca e Cefalonia. • Usi farmaceutici: La pianta può essere usata fresca in tutti i periodi dell’anno oppure raccolta nel periodo di fioritura e distillata per l’essenza o essiccata per uso futuro. Le foglie e in particolare l’essenza contenuto in essa sono particolarmente antisettici, deodoranti e disinfettanti. Il capolino del timo ha proprietà riscaldanti, astringenti ed espettoranti, migliora la digestione, contribuisce al rilascio delle convulsioni e al controllo della tosse. È un forte antisettico e antimicotico. Per via orale viene usato contro la tosse secca, la pertosse, la bronchite, il catarro bronchiale, l’asma, la laringite, l’indigestione, la gastrite, la diarrea e l’enuresi notturna. Esternamente viene usato per gargarismi contro la tonsillite e le infezioni delle gen- Thymbra capitata (L.) Cav. Elench: Capolini con fiori. give e come lavaggio per ferite e patologie dermatologiche, come le infezioni da funghi. • Composizione fitochimica: La pianta (specialmente le foglie) è ricca in essenza. Il componente principale è il carvacrolo, mentre altri componenti sono i monoterpeni monociclici e biciclici, monoterpeni non ciclici e sesquiterpeni. Oltre all’essenza, la pianta contiene diversi polifenoli. 89 Thymus leucotrichus Halácsy subsp. leucotrichus Consp. Fl. Graec. 2: 561. 1902 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Thymus vulgaris L., Thymus leucotrichus var. austroanatolicus Jalas. • Nome comune italiano: Timo maggiore. • Descrizione sistemica: Pianta raramente raccolta diffusa sulle montagne della Grecia Centrale e Meridionale, con foglie lineari- lanceolate, senza picciolo, coperte da peli lunghi e corti, brattee purpuree di lunghezza almeno doppia della larghezza delle foglie. L’infiorescenza è subsferica. Corolla rosa-purpurea appena emergente dal calice. • Distribuzione geografica: Come pianta spontanea in Bulgaria, Grecia, Libano, Siria e Turchia. Nell’area dello studio è diffusa abbondantemente come pianta spontanea in Epiro (altitudini minori). • Usi farmaceutici: Viene usato come potente antiossidante negli alimenti e in farmaceutica. La sua essenza viene principalmente usata per la sua azione antibatterica, antimicotica (il timolo è anche efficace contro i funghi che provocano spesso infezioni nelle unghie degli arti inferiori) e stimolante per il cuore. Può essere usato per il trattamento della tosse e della bronchite. • Composizione fitochimica: I componenti principali sono il timolo, gamma-terpinene, p-cimene, linaloolo, mircene, alfa-pinene, eugenolo, carvacrolo e alfa-thujene. 90 Thymus leucotrichus Halácsy subsp. leucotrichus: Aspetto della pianta in natura. Tilia tomentosa Moench Verz. Ausl. Bδume Weissenst. 136 (1785) • Famiglia: Tiliaceae. • Sinonimi: Tilia alba Aiton., Tilia argentea Desf. ex DC. • Nome comune italiano: Tiglio. • Descrizione sistemica: Fino a 30 cm, ampiamente piramidale. Giovani rami tomentosi. Foglie 8-10 cm, subsferiche-cordate, seghettate, bi-seghettate o leggermente lobate, verde scuro e quasi glabre superiormente, bianche tomentose con peli stellati nella parte inferiore. I piccioli sono di solito più corti della metà della lunghezza della lamina. Brattee lanceolate a oblunghe, quasi senza picciolo. Fiori bianco opaco, in infiorescenza pendente ondulata da 6-10. Staminoidi presenti. Frutto 6-8 mm, di solito ovato, leggermente tuberoso. Tilia tomentosa Moench.: Infiorescenza. • Distribuzione geografica: Diffuso nella penisola Balcanica, si espande a Nord fino al Nord Ungheria e all’Ucraina Occidentale. Coltivato come ornamentale in molte altre parti. [Al Bu Gr Hu Ju Rm Rs (W) Tu]. • Usi farmaceutici: Agisce come diuretico ed espettorante, calmante, riduce la pressione sanguigna alta, aumenta la sudorazione, libera le convulsioni e miglio la digestione ed è usato come colagogo. Viene usato per via orale con effetti benefici per problemi di ipertensione, arteriosclerosi, disturbi cardiovascolari e digestivi associati ad agitazione, infiammazioni del sistema urinario, influenza, catarro, emicrania, ipertensione nervosa e cefalalgia. L’infuso dei fiori e delle foglie è indicato per raffreddori febbrili (catarro, tosse, influenza, muco, bronchite ecc.). Grazie alle proprietà dell’erba di provocare sudorazione e aumento della diuresi, i fiori sono usati anche in disturbi renali e dell’uretra, e per alleviare i dolori migliorando le funzioni dello stomaco. Rinforza il sistema immunitario ed aiuta alla prevenzione dei problemi cardiovascolari con i suoi effetti benefici per la riduzione del colesterolo e il rilassamento delle arterie. • Composizione fitochimica: I fiori e le foglie dell’albero contengono sostanze emollienti, essenze volatili ricche in farnesolo, diversi gluconici, zuccheri, astringenti e sostanze simili alla vitamina E. 91 Tordylium apulum L. Sp. Pl.: 239. 1753 • Famiglia: Apiaceae. • Sinonimi: Nessuno. •Nome comune italiano: Ombrellini, Erba fragola. •Descrizione sistemica: Leggermente e sparsamente tomentoso, annuale con altezza di 20-50 cm. Fusti densamente irsuti alla base, con peli lunghi sparsi superiormente. Foglie pennatosette, le inferiori con segmenti ovati, intensamente dentati. Le parti superiori con segmenti lineari interi. Raggi 3-8. Brattee e bratteole molto più corte dei raggi, speronate, rigide, fimbriate. I fiori esterni con un petalo più grande degli altri (4-6 mm), più o meno in due lobi uguali, assomigliante a due petali grandi. Frutto 5-8 mm, con peli soffici cistici, ala con parte interna sottile, margini spessi solcati, minimamente pappiloso. • Distribuzione geografica: Nell’area mediterranea. [Al Bl Co Cr Ga Gr Hs It JuSa Si Tu]. • Usi farmaceutici: Viene usato per il trattamento della caduta dei capelli, per disturbi bronchiali e neurologici, come espettorante, nonché come regolatore delle mestruazioni. • Composizione fitochimica: Dei 67 componenti diversi identificati e rappresentanti il 96.5% dell’essenza, i più importanti sono l’alfa-cumulene (alpha-humulene), l’octil-exanoato e il fanesil- acetone (farnesyl acetone). 92 Tordylium apulum L.: Infiorescenza caratteristica. Tussilago farfara L. Sp. Pl.: 865. 1753 • Famiglia: Asteraceae. • Sinonimi: Tussilago alpestris Hegetschw., Tussilago umbertina Borbás. • Nome comune italiano: Tossilaggine comune, Farfaro. • Descrizione sistemica: Rizoma oblungo, biancastro, strisciante, a rosette di foglie. Foglie 10-20(-30) cm, suborbicolari, a lobi sinuosi e irregolarmente dentate, cordate alla base, verdi, leggermente fioccose quando sono giovani, permanentemente biancastre-tomentose nella parte inferiore. Picciolate con scanalature sulla superficie rivolta verso l’asse. Fusti 4-15 cm, si allungano durante la fruttificazione, ascellari, con numerose squame purpuree, fioccosi, spuntano prima delle foglie, eretti nella fase delle gemme, si piegano dopo l’antesi. Involucro sotto l’infiorescenza 10 mm, numerose brattee, lineari-lanceolate, ottuse, purpuree a margine membranoso. Acheni 3 mm. 2n = 60. • Distribuzione geografica: Diffusa in quasi tutta l’Europa. [Ad eccezione di Az Bl Cr Lu]. In località umide, specialmente in terreni argillosi. In Grecia spontaneo ed ampiamente diffuso nel territorio. Nell’area dello studio è diffuso in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia e Zante. • Usi farmaceutici: Come emolliente efficace ed espettorante, è uno dei trattamenti più popolari in Europa per la tosse e per diversi disturbi respiratori, come l’asma, la bronchite, la laringite, la pertosse, l’influenza e la congestione polmonare. Alcune persone fanno inalazioni contro la tosse e dispnea sibilante. Si usano soprattutto le foglie e i piccioli fioriferi che sono ricchi in mucillagine, ma certe volte si usa anche la radice. La mucillagine è probabilmente responsabile per gli effetti emollienti della pianta. Dalla radice si può estrarre un preparato amaro, tonificante e sudorifero. Le foglie sono raccolte a giugno e agli inizi di luglio. La raccolta dei fiori viene effettuata quando sono completamente aperti. La radice viene rac- Tussilago farfara L.: Fusti fioriti. colta in autunno. Tutte le parti possono essere essiccate e usate in futuro. La tossilaggine è particolarmente efficace quando viene usata in combinazione alla liquirizia (specie del genere Glycyrrhiza), il timo (Thymbra capitata) e il ciliegio selvaggio (Prunus serotina). L’impiastro dei fiori ha effetti calmanti per varie patologie dermatologiche, come l’eczema, le ulcere, le ferite, i morsi e le infiammazioni. • Composizione fitochimica: Oltre agli acidi idrossicinamici, i tannini, i flavonoidi e i polisaccaridi, sono stati isolati anche numerosi sesquiterpeni. Sono stati isolati anche alcaloidi pirrolizidinici. 93 Urtica dioica L. Sp. Pl.: 984. 1753 • Famiglia: Urticaceae. • Sinonimi: Nessuno. • Nome comune italiano: Ortica. • Descrizione sistemica: Lamina di solito a peli urticanti, spesso più o meno irsuta, diversamente, irsuto solamente sparsamente, soprattutto sulle venature, foglie ovate a ovate-lanceolate, arrotondate, cuneiformi, cordate alla base. Stipole di 1-2(-3) mm di larghezza. Nodi inferiori dell’infiorescenza al 7ο-14ο verticillo. 2n = 48, 52, raramente 26. • Distribuzione geografica: Nitrofilo, in terreni non coltivati e in foreste umide. Presente in tutta l’Europa, mentre in alcune zone è stata introdotta come infestante. [Diffuse in tutte le parti ad eccezione di Az Bl Cr Sb]. • Usi farmaceutici: In base all’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), l’ortica essiccata è considerata parte dell’alimentazione umana. Ha azione diuretica, ipotensiva, antipiastrinica, ipocolesterolemica, epatoprotettiva, antiossidante, antibatterica, analgesica, antireumatica e antiulcerogena. • Composizione fitochimica: L’ortica è ricca in minerali: calcio, rame, cloro, potassio, silicio, sodio, ferro. Contiene 21- 23% proteine e 9- 21% fibre vegetali. 94 Urtica dioica L.: Infiorescenze. Urtica urens L. Sp. Pl.: 984. 1753 • Famiglia: Urticaceae. • Sinonimi: Nessuno. • Nome comune italiano: Ortica minore. • Descrizione sistemica: Annuale 5-60(-80) cm, di colore verde chiaro, monoica. Foglie 1-4(-6) cm, ovate, arrotondate a cuneiformi alla base, di solite intensamente dentate. Picciolo di lunghezza uguale alla lamina, stipole 4 ad ogni nodo. Racemi fino a 2 cm, di solito non più lunghi del picciolo della foglia frontale. Gruppi ascellari con pochi fiori, con numerosi fiori femminili e pochi maschili, sviluppati eretti nella fruttificazione. Segmenti del perianzio dei fiori femminili, frangiati nel margine, glabri o sparsamente irsuti nella parte posteriore. 2n = 24, 26, 52. • Distribuzione geografica: Presente soprattutto in terreni coltivati e distrutti. In tutta l’Europa, ma ci sono dubbi riguardo la possibilità che sia spontanea nel Nord. • Usi farmaceutici: Il decotto delle foglie è stato usato tradizionalmente come tonificante e per la depurazione del sangue. Tutta la pianta si ritiene che abbia azione antiasmatica, antiforfora, astringente, diuretica, galattagoga, emostatica, ipoglicemica e tonificante. L’infuso è efficace perché ferma l’emorragia interna, contribuisce al trattamento dell’anemia, delle mestruazioni eccessive, delle emorroidi, dell’artrite, dei reumatismi e dei disturbi dermatologici, come l’eczema. Esternamente, la pianta è usata contro i dolori dell’artrite, la sciatalgia, la nevralgia, le emorroidi, i problemi di crescita dei capelli ecc. Per motivi terapeutici la pianta viene raccolta a maggio o a giugno, quando fiorisce, e viene essiccata per uso futuro. Il succo può essere usato come antidoto per la puntura delle foglie dell’ortica. L’infuso dalle foglie fresche è un emolliente che aiuta la cicatrizzazione delle ferite. È un trattamento utile in caso di morsi, di punture, di ustioni e di problemi d’allattamento. • Composizione fitochimica: Contiene acido gallico, acido formico, istamina, acetilcolina, serotonina, vitamine A, C, K, tannini e minerali. Urtica urens L.: Aspetto della pianta in natura. 95 Verbascum thapsus L. Sp. Pl.: 177. 1753 • Famiglia: Scrophulariaceae. • Sinonimi: Verbascum macrurum Lange, Verbascum simplex Hoffmanns & Link • Nome comune italiano: Tasso barbasso. • Descrizione sistemica: Biennale, più o meno denso tomentoso, grigiastro o biancastro. Fusto 30-200 cm. Foglie basali 8-50 Χ 2,5-14 cm, ellittiche a obovate-oblunghe, acute, intere o precisamente dentate, le foglie superiore del fusto si estendono verso la parte inferiore. Infiorescenza di solito semplice. Brattee 12-18 mm, ovate a lanceolate, seghettate, peduncoli parzialmente connati al fusto. Calice (5-)8-12 mm a lobi lanceolati. Corolla 12-35 mm di diametro. Stami 5, i superiori a filamenti pubescenti, gli inferiori a filamenti glabri, peli dei filamenti bianchi. Stigma con capolini. Capsula 7-10 mm, ellittica-ovata. 2n = 32, 36. • Distribuzione geografica: Nella maggior parte dell’Europa, ad eccezione dell’estremo Nord e in parecchie zone della penisola Balcanica. [Au Az Be Bl Br Co Cz Da Fe GaGeHb He Ho Hs Hu It Ju Lu No Poτ RmRs (N, B, C, W, K, E) Sa Si Su]. • Usi farmaceutici: La presenza di flavonoidi e di saponine fornisce alla pianta proprietà diuretiche e calmanti. Il suo uso è anche noto a causa delle sue proprietà sudorifere e antireumatiche. Il decotto delle foglie era usato per lavaggi a causa delle sue proprietà emollienti. 96 • Composizione fitochimica: Contiene diversi composti chimici, come saponine, iridoidi, flavonoidi, vitamina C e minerali. Verbascum thapsus L.: Aspetto della pianta. Vinca major L. ssp. major Sp. Pl.: 209. 1753 • Famiglia: Apocynaceae. • Sinonimi: Nessuno. • Nome comune italiano: Pervinca maggiore. • Descrizione sistemica: Fusti sul terreno o ascendenti, svernanti. Foglie 1,5-9 x 0,5-6 cm, prevalentemente lanceolate o ellittiche (spesso anche ovate sui fusti striscianti), base arrotondata o cuneiforme, sempreverdi, glabri o a margini cigliati. Fusti fioriferi fino a 30 cm. Lobi del calice 3-17 mm, stretti ovati a stretti triangolari, glabri o a margini cigliati. Tubo della corolla 9-15 mm disco della corolla 25-50 mm, di solito blu o blu-rosa, lobi troncati asimmetrici. 2n = 46, 92. • Distribuzione geografica: Europa S., O. e C., con estensione ad Est fino alla Lituania e l’Ucraina (Krym). [Au Be Bu Co Cz Ga Ge Gr He Ho Hs Hu It Si Ju Lu Rm Rs (B, C, W, K) Po Si (Br Da Hb No Su Tu)]. Specie spontanea nell’area mediterranea Occidentale e Centrale, ma naturalizzata in tutte le altre zone. • Usi farmaceutici: Viene usata per il trattamento della diarrea, dell’ipertensione, per la memoria/concentrazione e la menorragia. La pianta è astringente, lenitiva, stomachica e tonificante. Contiene l’alcaloide “vincamina”, usato dall’industria farmaceutica come stimolante per il cervello e come vasodilatatorio. Contiene anche “reserpina”, che riduce la pressione arteriosa. Viene usata nel trattamento dell’emorragia intensa nelle mestruazioni, dell’emorragia utero-vaginale non fisiologica, delle secrezioni uterine, della rinorragia, il mal di gola e le ulcere orali. Le piante vengono tagliate durante la fioritura e in seguito essiccate per uso futuro. I fiori freschi sono purgativi leggeri, ma perdono dalle effetto con l’essiccazione. Le foglie e i frutti della pervinca contengono vincamina, la sostanza precursore della vinpocetina, usata dalla medicina per rafforzare la memoria degli anziani in modo naturale. La vincamina è venduta come sostanza pura in forma di integratore, ma i fitoterapeuti preferiscono l’uso dell’intera pianta, sia come infuso sia come decotto. Altri Vinca major L. ssp. major: Fiori. usi tradizionali comprendono il suo uso per il diabete, come medicinale per la tosse e come astringente per le emorragie. • Composizione fitochimica: Contiene alcaloidi dell’ indolio che sono i componenti bioattivi principali. La vincamina è la molecola responsabile per la sua azione neuroprottetiva. Altri alcaloidi contenuti sono: reserpininan, acuamicina, majidina, vinerina, ervina, vineridina, tombosina, vincamasina, vincanina, vincanidina, vincamone, aponvincamone, vincaminole, desossivincaminolo, vincorina e perivinsina. Oltre agli alcaloidi, sono state individuate anche saponine, steroli e acidi organici e fenolici. 97 Vitex agnus-castus L. Sp. Pl.: 638. 1753 • Famiglia: Verbenaceae. • Sinonimi: Agnus-castus robusta (Lebas) Carrière, Agnus-castus vulgaris Carrière, Vitex agnus Stokes, Vitex hybrida Moldenke, Vitex integra Medik., Vitex latifolia Mill., Vitex lupinifolia Salisb., Vitex pseudonegundo (Hausskn.) Hand.-Mazz., Vitex robusta Lebas, Vitex verticillata Lam. • Nome comune italiano: Agnocasto. • Descrizione sistemica: 1-6 m, aromatico. Ra mi giovani con 4 angoli ottusi, grigi-tomentosi. Foglie picciolate, con 5-7 pinnule su picciolo. Pinnule 1,5-10 cm, lineari-lanceolate, seghettate, intere, bianchastre-tomentose nella parte inferiore, glabri nella parte superiore. Calice e corolla esternamente tomentosi. Corolla 8-10 mm blu o rosa. Drupa sferica, rossastra-nera, leggermente più lunga del calice. • Distribuzione geografica: Europa S. [Al Bl Bu Co Cr Ga Gr Hs It Ju Rs (K) Sa Si Tu]. Specie euro-mediterranea. In Grecia è spontanea e ampiamente diffusa sia nella parte continentale sia nelle isole. Nell’area dello studio è diffusa in Etolia-Acarnania, Acaia, Elide, Cefalonia e Zante. 98 • Usi farmaceutici: L’agnocasto è usato ampiamente per il trattamento dei disturbi riproduttivi delle donne, compresa l’insufficienza del corpo luteo, della sindrome premestruale, dei sintomi della menopausa e dell’insufficiente secrezione di latte. È stato usato per il trattamento dei fibromi e previene gli aborti dovuti all’insufficienza di progesterone. Regola l’ipofisi riducendo la produzione di estrogeni e aumentando la produzione di progesterone. I frutti secchi schiacciati in poltiglia possono essere usati in forma di tintura contro la paralisi, i dolori agli arti, la debolezza ecc. Altri usi prevedono la riduzione del meteorismo, l’inibizione dell’appetito e la stimolazione del sonno. L’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato il suo uso (frutti, polvere di sostanza vegetale, tintura, infusi secchi) in medicinali tradizionali di origine vegetale contro i sintomi dei giorni prima delle mestruazioni. Vitex agnus-castus L.: Aspetto generale della pianta in natura. • Composizione fitochimica: I componenti bioattivi principali sono glicosidi degli iridoidi (circa 1%), diterpeni, flavonoidi come la casticina (lipofila) con contenuto da 0,02 a 2,0%, essenza con componenti principali (15-25%): 1,8-cineolo, limonene, alfa- e beta-pinenio e trigliceridi con acido alfa-linolenico, palmitico, oleico, steatico e linolenico. Piante aromatiche e medicinali C coltivate 99 Allium sativum L. Sp. Pl.: 296. 1753 • Famiglia: Amaryllidaceae. • Sinonimi: Porrum sativum (L.) Rchb. • Nome comune italiano: Aglio. • Descrizione sistemica: Bulbi di 3-6 cm di diametro, depressi-ovoidi, costituiti da 5-15(-60) bulbilli. Tunica esterna membranosa. Fusto 25-100(-200) cm. Foglie 6-12, fino a 60 cm x 12(-30) mm, lineari, piani, carenate, avvolgono la metà inferiore del fusto. Spata fino a 25 cm, univalve, lungamente rostrata, caduca. Ombrella di 2,5-5 cm di diametro, solitamente con pochi fiori (che spessa, quando sono giovani, interrompono il loro sviluppo e appassiscono) e con molti bulbilli. Pedicelli 10-20 mm, disuguali. Perianzio a forma di coppa, segmenti 3-5 mm, verdastri-bianchi, rosa, raramente bianchi o porpora, glabri, gli esterni lanceolati, acuti, gli interni ovati-lanceolati. Stami interni o di uguale lunghezza al perianzio; esternamente 3 filamenti 6-8 mm, semplici o tricuspidi, i 3 interni con lamina alla base ampiamente oblunga, largh. 1,5-2 mm e circa 1/3 della lunghezza del cuspide centrale, cuspidi laterali 2 o 4, ampiamente più lunghi del centrale. • Distribuzione geografica: L’aglio è nativo di Asia Centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Tagikistan e Uzbekistan) e nell’Iran NE. È ambientato e coltivato largamente nel Sud Europa, ma anche in tutto il mondo. • Usi farmaceutici: L’aglio pare che abbia numerosi effetti sul sistema cardiovascolare e in particolare sull’aterosclerosi, oltre alla riduzione dei lipidi del siero. Le sue “proprietà vasorilassanti” sono state rilevate in molti studi pre-clinici. Inoltre, studi su animali rilevano effetti protettivi contro le epatotossine. Ci sono indici che i composti chimici che contengono gruppi di allile possono essere responsabili di proprietà chemioprotettive. Ricerche hanno evidenziato le sue proprietà anti-proliferattive contro le linee cellulari tumorali umane. Prove in vitro hanno dimostrato i suoi effetti contro molti microrganismi patogeni, compresi i batteri, i ceppi resistenti, mico- Allium sativum L.: Infiorescenze in piante fiorite di coltivazione. batteri, il Helicobacter pylori e i funghi. Ulteriori prove in vitro hanno dimostrato i suoi effetti anche contro parecchi virus. • Composizione fitochimica: L’analisi chimica attribuisce l’attività dell’aglio ai composti sulfurei che contiene. Il composto solforato alliina produce allicina quando l’aglio viene tritato o schiacciato. Sono stati inoltre individuati altri composti dello zolfo, peptidi, steroidi, terpenoidi, flavonoidi e fenoli. 101 Aloe vera (L.) Burm. f. Fl. Indica: 83. 1768 • Famiglia: Xanthorrhoeaceae. • Sinonimi: Aloe perfoliata var. vera L., Aloe barbadensis Mill., Aloe chinensis Steud. ex Baker, Aloe elongata Murray, Aloe flava Pers., Aloe indica Royle, Aloe lanzae Tod., Aloe littoralis J. König ex Baker, Aloe maculata Forssk., nom. illeg., Aloe rubescens DC., Aloe variegata Forssk., nom. illeg., Aloe vulgaris Lam., Aloe barbadensis var. chinensis Haw., Aloe perfoliata var. barbadensis (Mill.) Aiton • Nome comune italiano: Aloe vera. • Descrizione sistemica: pianta carnosa con fusti corti o senza fusti, cresce arrivando ad un’altezza da 60 a 100 cm. Si espande con piccoli fusti reclinati. Le foglie sono spesse e carnose, verdi tendenti al grigio-verde, alcune varietà presentano delle macchie bianche nelle parti superiori ed inferiori delle superfici. Il bordo delle foglie è dentato con piccole spine bianche. Fiorisce d’estate, i fiori formano uno stelo alto fino a 90 cm, ogni fiore è pendulo con una rosetta gialla a tubo di 2-3 cm di lunghezza. • Distribuzione geografica: La distribuzione spontanea di Aloe vera non è chiara, dato che la specie è coltivata ampiamente in tutto il mondo. 102 • Usi farmaceutici: Il parenchima delle fogli di Aloe vera (gel) è probabilmente efficace per uso topico sulla pelle contro la psoriasi, i congelamenti, nonché le ulcere da herpes. Studi hanno dimostrato che l’assunzione del gel per via orale può contribuire alla diminuzione dei livelli del colesterolo, nonché alla diminuzione del glucosio nel sangue in persone affette da diabete di tipo II. Dalla superficie verde delle foglie viene estratto un liquido amaro e giallo con proprietà diverse da quelle del parenchima. Ha effetti purgativi. Da notare che numerosi studi hanno dimostrato che i componenti dell’aloe hanno effetti negativi quando interagiscono con altri medicinali o prodotti di erboristeria. Aloe vera (L.) Burm. f.: Infiorescenza di piante fiorite. • Composizione fitochimica: Le foglie dell’Aloe vera contengono composti come acetil-mannosio, polimannosi, antrachinoni come l’emodina, glucosidi e diverse lectine. Aronia melanocarpa (Michx.) Elliott Sketch bot. S. Carolina 1:556. 1821 • Famiglia: Rosaceae. Sottofamiglia: Amygdaloideae. • Sinonimi: Aronia arbutifolia (L.) Pers. var. nigra (Willd.) Seymour, Aronia nigra (Willd.) Koehne, Photinia melanocarpa (Michx.) K.R. Robertson & Phipps, Pyrus arbutifolia (L.) L. f. var. nigra Willd., Pyrus melanocarpa (Michx.) Willd., Sorbus melanocarpa (Michx.) Heynh. • Nome comune italiano: Aronia nera, Aronia. • Descrizione sistemica: Piccolo arbusto con 8-16 cm di altezza. Foglie alternate sui fusti, semplici, lunghezza 2,5-7,5 cm e larghezza 1,9-5 cm. Forma obovata (ovate, ma con base più stretta dell’estremità), con denti simmetrici lungo il contorno. La superficie superiore è di colore scuro verde e lucida, con ghiandole scure sulla superficie superiore della venatura centrale. La superficie inferiore è meno verde. Ambedue le superfici sono glabre. I piccioli hanno lunghezza di 0,7 cm o meno Le foglie spesso si sviluppano sui 2/3 superiori della pianta. Le foglie sono verdi lucidi al loro sviluppo e si scuriscono con il passare della stagione. I fiori hanno cinque petali bianchi e numerosi stami rosa. In ogni infiorescenza che ha una lunghezza di 5 cm, ci sono circa 30 fiori. I frutti hanno un diametro di 0,8-1,3 cm, sono lucidi e, quando maturano, sono neri. Pendono in gruppi da peduncoli rossi e ogni grappolo ha da pochi fino a 30 frutti. Ogni frutto contiene 1-5 semi. Poco dopo la maturazione si raggrinzano, si restringono e la maggior parte di loro cadono. • Distribuzione geografica: Spontanea nell’Est del Canada, e negli USA NE, Centrali e SE. • Usi farmaceutici: Le antocianine e gli altri polifenoli ricavati dall’aronia possono essere utilizzati per combattere lo stress ossidativo allo scopo di prevenire le malattie cardiovascolari. Gli antiossidanti sono utili alla protezione della funzione endoteliale, hanno effetti di vasodilatazione e migliorano l’aggregazione delle piastrine. Studi su animali hanno dimostrato che le antocianine dell’Aronia possono anche influenzare l’azione genotossica e di agire come antimutageni. Decotti farmaceutici dai frutti Aronia melanocarpa (Michx.) Elliott: Frutti maturi della pianta. e dalle foglie sono stati usati per aiutare il mantenimento dell’acutezza visiva. In base alla medicina tradizionale, sia la diarrea sia la stitichezza possono essere combattute con il consumo dei frutti. Studi moderni confermano che i tannini contenuti aiutano alla riduzione delle infiammazioni del canale alimentare. Per i pazienti affetti da artrite e dolori legati all’intestino si raccomanda una dieta comprendente il consumo di frutti ricchi in antocianine. • Composizione fitochimica: I frutti sono ricchi in flavonoidi, minerali, sostanze fenoliche e antocianine. Sono ricchi in procianidine (tannini), antocianine e acidi fenolici. Dai frutti viene estratta l’amigdalina, un glicoside responsabile dell’aroma di mandorlo amaro nei frutti freschi. 103 Artemisia dracunculus L. Sp. Pl.: 849. 1753 • Famiglia: Asteraceae. Sottofamiglia: Asteroideae. • Sinonimi: Artemisia dracunculoides Pursh, Artemisia glauca Pall. ex Willd., Artemisia dracunculus ssp. dracunculus L., Artemisia dracunculus ssp. glauca (Pall. ex Willd.) H.M. Hall & Clem., Oligosporus dracunculus (L.) Poljakov, Oligosporus dracunculus ssp. dracunculinus (S. Watson) W.A. Weber, Oligosporus dracunculus ssp. glaucus (Pall. ex Willd.) A. Löve & D. Löve, Artemisia dracunculoides var. dracunculina (S. Watson) S.F. Blake, Artemisia glauca var. dracunculina (S. Watson) Fernald. • Nome comune italiano: Dragoncello, Estragone. • Descrizione sistemica: Pianta aromatica, molto ramificata, glabra, perenne, 60-120 cm. Foglie basali trifide all’estremità, il resto 2-10 x 0,2-1 cm, lineari tendenti a lanceolate, intere o leggermente dentellate. Capitoli sferici, picciolati, ricurvi. Involucro infiorescenza 2-3 mm, brattee esterne oblunghe-elittiche, quasi intere erbacee, le interne ovate, con margine ampio scarioso. Corolla giallastra. 2n = 18, 36, 90. • Distribuzione geografica: Parti S. ed E. dell’Unione Sovietica. Ampiamente coltivata come pianta aromatica (estragone) e localmente naturalizzata. [Rs (C, W, E) Au Cz Ga Ge He Ju Rm Rs (?B, K)]. La specie è largamente coltivata in tutto il mondo, in particolare nel S. Europa, in Russia e negli Stati Uniti. • Usi farmaceutici: L’estragone è stato usato nella me- 104 dicina popolare fin dall’antichità. Tradizionalmente è stato utilizzato per il mal di denti, come sedativo mite, per la prevenzione delle malattie cardiologiche e come antidoto per il veleno dei serpenti. Oggi viene utilizzato per malattie del sistema digestivo: allevia i crampi allo stomaco, stimola l’appetito e la produzione di bile. Viene inoltre usato per la agevolare le mestruazioni, come sedativo mite e sostituto del sale per le persone con pressione arteriosa alta. La radice può essere usata in caso di mal di denti. Studi in vivo, in particolare in roditori, met- Artemisia dracunculus L.: Pianta con infiorescenze immature. tono in risalto la sua probabile attività antinfiammatoria, epatoprottetive e antiperglicemiche. • Composizione fitochimica: Metaboliti secondari biologicamente attivi sono l’essenza, le cumarine, i flavonoidi e gli acidi fenilpropanici. Il metileugenolo, l’estragolo, l’elemicina e il terpinolene sono i componenti principali dell’essenza tra le diverse varietà locali. Sono stati individuati anche sesquiterpenoidi, vitamine e sostanze concianti. Coriandrum sativum L. Sp. Pl.: 256. 1753 • Famiglia: Apiaceae. • Sinonimi: Coriandrum majus Gouan, Coriandrum diversifolium Gilib., Coriandrum testiculatum Lour., Coriandrum globosum Salisb., Bifora loureirii Kostel., Coriandrum melphitense Ten. et Guss., Selinum coriandrum Krause. • Nome comune italiano: Coriandolo, Erba cimicina. • Descrizione sistemica: Glabra, annuale 15-50 cm, con odore sgradevole quando è fresco. Sepali evidenti, diseguali. Petali bianchi, gli esterni più larghi e profondi a 2 lobi, apice inflesso. Segmenti delle fogli inferiori ovati-cuneati, irregolarmente dentati. Lobi delle foglie superiori lineari. Raggi 3-5(-10). Brattee 0 o 1, bratteole solitamente 3, lineari. Mericarpi dei semi non separati alla maturazione. Frutti 2-6 x 2-5,5 mm. 2n = 22. • Distribuzione geografica: Coltivata ampiamente per i suoi frutti aromatici. Ampiamente naturalizzata in Europa S. [Au Az Cr Cz Ga Ge Gr He Hs Hu It Ju Lu Po Rm Rs (B, C, W, K, E) Si.] (N. Africa, Asia O.). •Usi farmaceutici: I semi sono inclusi in terapie per la febbre, la diarrea, il vomito e l’indigestione e per dare sollievo dai gas dello stomaco, vertigini, per evitare svenimenti e perdita di memoria. Sono stati usati anche per il trattamento contro l’insonnia e l’ansia a dei loro effetti calmanti. Le foglie sono aromatiche e stimolanti. La poltiglia dallo schiacciamento delle foglie verdi insieme alla farina d’orzo è ricca in vitamina A e viene somministrata contro la lacrimazione, mentre ha anche effetti di purgativo leggero. È utile contro malattie dermatologiche. Viene somministrata per disturbi intestinali, bruciore gastrico, sete e nausea. L’infuso delle foglie ha effetti antimicrobici e viene usato per ulcere e ferite da malattie veneree. È inoltre utile in malattie che riguardano la milza e per la dispersione dei gas intestinali. Il succo è particolarmente benefico in caso di mancanza di vitamina A, B, B2, C e di ferro. Il succo di coriandolo in latticello è particolarmente benefico nel trattamento contro i distur- Coriandrum sativum L.: Piante fiorite. bi digestivi come l’indigestione, la nausea, la dissenteria, l’epatite e la rettocolite ulcerosa. È inoltre molto benefico contro la febbre tifoide. • Composizione fitochimica: I frutti contengono olio volatile. La componente principale dell’olio è il d-linalolo. Contiene inoltre sostanze grasse costituite da gliceridi, sostanze non saponificabili, acido oleico, proteine, amido, zuccheri, cumarine, glicosidi di flavonoidi, tannini, acido clorogenico e caffeico e altri. Le foglie contengono minori quantità di oli volatili in confronto dei frutti, grassi, proteine, zuccheri, cumarine, glicosidi di flavonoidi, acido clorogenico e caffeico, vitamina C e altri. 105 Cuminum cyminum L. Sp. Pl.: 254. 1753 • Famiglia: Apiaceae • Sinonimi: Cuminia cyminum J. F. Gmel., Cuminum aegyptiacum Mérat ex DC., Cuminum hispanicum Mérat ex DC., Cuminum odorum Salisb., Cuminum sativum J.Sm., Cyminon longeinvolucellatum St.-Lag., Selinum cuminum E.H. Crantz. Nome comune italiano: Cumino, Cumino Romano. Il nome Cumino proviene dall’arabo Kamūn. Si sostiene che il nome proviene dalla città della Persia, Kerman, che in antichità è stato un importante centro di produzione del cumino. Descrizione sistemica: Pianta erbacea, eretta, snella, subglabra, annuale, cresce fino a 50 cm., con una radice principale lunga e sottile. Foglie 2-3-pennatosette, lunghe 4-6 cm. Segmenti assolutamente filiformi 3-6 x 0,05 cm. Base dei piccioli con ali strette membranose. Infiorescenza lunga picciolata, compatta, 3-15-con stendardo raggiato, brattee e bratteoli a 3 lobi all’apice, leggermente pubescenti. Ombrella 6- a fiori. Bratteoli subulati, 7-10 mm. Fiori con calice a 5 segmenti diseguali, lineari-lanceolati. Petali oblunghi-ovati, bianchi o rosa, 1 mm. Frutto elissoide con achene fusiforme non deiscente, 4-6 mm. di lunghezza, giallastro-marrone, sparsamente pubescente. Con nervature semplici longitudinali. 106 Distribuzione geografica: Spontaneo dal Mediterraneo Orientale fino all’India. Coltivato nell’area mediterranea per i suoi frutti aromatici e naturalizzato a livello locale [Ga Hs Si.] (N. Africa, Asia SO.). Usi farmaceutici: Nelle terapie tradizionali, i semi del Cumino sono considerati spasmolitici e astringenti e sono usati nel trattamento dei disturbi digestivi moderati, della diarrea, dell’indigestione, della flatulenza, della nausea gravidica mattutina e delle coliche e sono considerati coadiuvanti per l’assorbimento di altre erbe e il miglioramento del funzionamento epatico. Sono usati in disturbi broncopolmonari come antibecchici, nonché come analgesici. I vapori dei semi hanno effetti benefici per Cuminum cyminum L.: Dettaglio dell’infiorescenza. le persone che soffrono di lombaggine e di reumatismi. Studi recenti hanno dimostrato le proprietà antiossidanti del cumino ed altri effetti biologici come antimicrobico, antidiabetico, l’effetto di ridurre il livello dei lipidi, anticancerogeno/antimutageno, ansiolitico, antiepilettico, analgesico, antiulcerogeno ecc. Composizione fitochimica: Nell’essenza, nelle oleoresine e nei semi è stato individuato un ampio spettro di sostanze. La maggioranza delle sostanze sono carboidrati monoterpenici, monoterpeni ossigenati, sesquiterpeni ossigenati, acidi grassi, aldeidi, chetoni ed esteri. Altri componenti dei semi sono trigliceridi, polisaccaridi, lignina, diversi ingredienti nutritivi come vitamine, aminoacidi, proteine e sali minerali, amido, zuccheri, tannini, acido fitico e fibre vegetali dietetiche. Echinacea purpurea (L.) Moench Methodus: 591. 1794 • Famiglia: Asteraceae. Sottofamiglia: Asteroideae. • Sinonimi: Brauneria purpurea (L.) Britton, Echinacea intermedia Lindl., E. purpurea (L.) Moench f., E. purpurea (L.) Moench var. arkansana Steyerm., E. speciosa Paxt., Rudbeckia purpurea L., R. hispida Hoffm., R. serotina Sweet. • Nome comune italiano: Echinacea. Il suo nome ha origine dalla parola greca “echinos” (riccio). • Descrizione sistemica: erba perenne, altezza fino a 1,8 m con rizoma (fusto sotterraneo). Sopra la superficie ha fusti ruvidi, spesso ramificati vicino all’apice con peli soffici e corti. Le foglie partono dalla base del fusto, 15 x 10 cm con margini dentellati irregolari. Le foglie che partono da un punto più alto del fusto sono coniche vicino alla loro base. Capitoli delle infiorescenze fino a 15 cm di diametro. I fioretti centrali discoidi sono arancioni. I petali esterni sterili raggiati sono rossi-viola, lunghi 3-8 cm. I fiori vengono impollinati da insetti, comprese le api, le vespe e le farfalle. Il frutto è achenio (piccolo frutto secco a pericarpio sottile). • Distribuzione geografica: Nativa in aree di drenaggio dell’Atlantico degli Stati Uniti e del Canada. È stata introdotta come pianta farmaceutico coltivata in zone dell’Africa N. ed E. e in Europa. • Usi farmaceutici: È stata usata per il trattamento delle infezioni, la cicatrizzazione delle ferite e il rafforzamento del sistema immunitari, come antidolorifico e per combattere i sintomi del raffreddore. I derivati dell’acido caffeico della pianta sono efficaci in sistemi di produzione di radicali liberi e hanno azione antinfiammatoria e inibitoria sull’ialuronidasi. La melanina è nota per la sua azione immunostimolante. I prodotti della pianta sono noti immunostimolanti vegetali. Esistono indicazioni che i preparati dalle parti aeree della pianta sono efficaci per la prevenzione del raffreddore negli adulti, ma i risultati non trovano sempre riscontro. L’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato il suo uso come prodotto farma- Echinacea purpurea (L.) Moench: Foto della pianta in natura. ceutico tradizionale per il trattamento di piccole ferite superficiali e della radice per il trattamento di supporto contro il raffreddore comune. • Composizione fitochimica: Sono state individuata numerose sostanze chimiche, come alcammidi, polialcheni, polialchini, derivati dell’acido caffeico e polisaccaridi. L’olio volatile contiene soprattutto borneolo, acetato di bornile, pentadeca-8-(Z)-en-2-one, germacrene D, cariofillene ed eposside di cariofillene. Le parti aeree contengono isobutilamidi. L’acido cicorico, derivato dell’estere dell’acido caffeico, è la sostanza attiva principale di tale categoria. 107 Eruca vesicaria (L.) Cav. Descr. Pl.: 426. 1802 • Famiglia: Brassicaceae. • Sinonimi: Brassica vesicaria L., Brassica erysimoides Spreng., Brassica hispida Ten., Brassica pinnatifida Desf., Eruca aurea Batt., Eruca cappadocica Boiss., Eruca deserti Pomel, Eruca lanceolata Pomel, Eruca longirostris R. Uechtr., Eruca orthosepala (Lange) Lange, Eruca pinnatifida (Desf.) Pomel, Eruca sativa Mill., Eruca stenocarpa Boiss. & Reut., Velleruca longistyla Pomel, Eruca sativa subsp. aurea (Batt.) Jahand. & Maire, Eruca sativa subsp. longirostris (R. Uechtr.) Jahand. & Maire, Eruca sativa subsp. pinnatifida (Desf.) Batt., Eruca sativa subsp. stenocarpa (Boiss. & Reut.) Jahand. & Maire, Eruca sativa subsp. vesicaria (L.) Jahand. & Maire. • Nome comune italiano: Rucola, Rughetta, Aruca, Erba Ruga. • Descrizione sistemica: Pianta annuale, altezza 20100 cm. Le foglie sono pennatosette profondamente lobate con 4-10 piccoli lobi laterali e uno grande terminale. Le foglie hanno diametro 2-4 cm e formano un corimbo. I petali hanno colore bianco crema con nervature viole e gli stami sono gialli. I sepali cadono subito dopo l’apertura del fiore. Il frutto è una siliqua di 12-35 mm (0,5-1,4) con un rostro apicale e contiene numerosi semi. Il numero dei cromosomi della specie è 2n = 22. • Distribuzione geografica: Spontanea nell;area del Mediterraneo, dal Marocco fino al Portogallo, e verso Est in Libano e in Turchia. 108 • Usi farmaceutici: Viene usata come pianta farmaceu- tica per il trattamento di molte infezioni oculari, digestivi e renali. Le foglie sono disintossicanti, antiscorbutici, diuretici, tonificanti, purgativi e antinfiammatori. I semi e le foglie hanno effetti stimolanti e flogistici. La pianta è usata anche nel trattamento del cuoio capelluto grasso e per la prevenzione della caduta dei capelli. Le proprietà afrodisiache della pianta sono note fin dai tempi dell’antica Roma. Oggi è molto apprezzata per il suo valore nutritivo e per i benefici che ha per la saluta la il Eruca vesicaria (L.) Cav.: Fiori caratteristici. suo consumo regolare, come l’azione chemiopreventiva, disintossicante e neuroprottetiva, nonché per i suoi effetti tonificanti per il sistema immunitario. • Composizione fitochimica: Contiene provitamina A, vitamina C, acido folico, calcio e fibre vegetali, carotenoidi (luteina e beta-carotene), flavonoidi e glucosinolati (glucoerucina). È una buona fonte di proteina, tiamina, riboflavina, vitamina B, acido pantotenico, zinco, rame e magnesio. Hippophae rhamnoides L. Angew. Bot. 57 : 77-83. • Famiglia: Elaeagnaceae. • Sinonimi: Elaeagnus rhamnoides (L.) A. Nelson, Hippophae angustifolia Lodd., Hippophae littoralis Salisb., Hippophae rhamnoideum Saint-Lager, Hippophae sibirica Lodd., Hippophae stourdziana Szabό, Osyris rhamnoides Scop., Rhamnoides hippophae Moench. • Nome comune italiano: Olivello, Olivello spinoso. Il nome latino del genere, Hippophae, proviene dalle parole greche “ippos” (cavallo) e faes (luce, bagliore) e significa cavallo lucente, dato che le sue foglie facevano parte dell’alimentazione per i cavalli da corsa. Gli antichi Greci credevano che i cavalli che pascolavano in pascoli con questi alberi diventavano forti e sani. Secondo un altro mito, le foglie dell’Olivello erano uno dei mangimi del cavallo alato Pegaso. • Descrizione sistemica: Arbusto o albero legnoso e spinoso, caduco, alcune volte fino a 18 m. Corona di forma irregolare con rami spinosi grigi. Foglie lineari-lanceolate, alternate, lunghezza 2-6 cm., coperti da ambo le parti da squame argento-bianche, mentre nella parte inferiore portano macchie marroni. Fiori incospicui, gialli, unisessuali sviluppati prima delle foglie. Frutto drupa ad 1 seme, rossastro arancione con lunghezza di 5-12 mm. • Distribuzione geografica: Spontaneo in tutta l’Europa, l’Asia, il Giappone e a Himalaia. • Usi farmaceutici: L’uso terapeutico tradizionale è focalizzato ai disturbi del sistema gastrointestinale e della pelle. Accelera la cicatrizzazione e la rigenerazione della pelle e della mucosa del sistema digestivo in situazioni infiammatorie e in condizioni ulcerose. È considerato un superalimento a causa delle sue proprietà antipiastriniche, antiulcera, antinfiammatorie, anticancerogene, epatoprotettive, ipoglicemiche, antiaterogeniche, ipotensive e cicatrizzanti. • Composizione fitochimica: I composti bioattivi nei frutti variano a seconda della maturazione, della dimen- Hippophae rhamnoides L.: Frutti e foglie. sione, della specie, dell’area geografica, del clima e del metodo di infusione. I frutti sono una fonte ricca di sostanze preziose, come vitamine, carotenoidi, flavonoidi, acidi organici, aminoacidi ed elementi micro- e macro-nutritivi. Oltre agli antiossidanti, sono anche ricchi in fitosteroli e acidi grassi. Le foglie contengono elementi nutritivi e sostanze bioattive che comprendono in particolare flavonoidi, carotenoidi, steroli liberi ed esterizzati, triterpenoli e isoprenoli. Le foglie sono ugualmente fonte ricca di antiossidanti come, β-carotene, vitamina E, catechine, acido ellagico, acido ferulico, acido folico, calcio, magnesio e potassio. Le sostanze polifenoliche nelle foglie comprendono flavonoli, leucoantocianidine, epicatechina, gallocatecchina, epigallocatechina e acido gallico. 109 Jasminum grandiflorum L. Sp. Pl. ed. 2, 9 (1762) • Famiglia: Oleaceae. • Sinonimi: Jasminum officinale subsp. grandiflorum (L.) E. Laguna, Jasminum officinale var. grandiflorum (L.) L.H. Bailey, Jasminum officinale f. grandiflorum (Linnaeus) Kobuski., Jasminum aureum D. Don. • Nome comune italiano: Gelsomino di Spagna. La parola latina “Jasminum” proviene dalla parola greca “iasminon” (fragranza), risalente alla parola persiana yâsamin o yāsam che significa “regalo di Dio”. • Descrizione sistemica: Cespuglio arrampicante, foglie opposte, intere ovate fino a ellittiche, acuminate con apice mucronato, piccioli quasi totalmente assenti, composti imperipennati, con tre coppie di pinnule terminanti con una sola foglia all’estremità. Le pinnule sono oblunghe-lanceolate, acute, 7-11 pinnule terminali leggermente più grandi dei laterali, ristrette alla base, ovate-lanceolate, acute o acuminate, laterali ovate, terminali più grandi dei laterali e spesso uniti con superfici cigliate e margini. I fiori sono terminali e su recemi ascellari, calice a lobi lungo e lineare, più della metà dei tubi della corolla. Il frutto è una bacca nera, ellittico, globoso nella maturità. • Distribuzione geografica: Nativo in Asia S. Ampiamente coltivato in Africa (Africa N.: Algeria, Egitto, Marocco), Asia-Tropici (India), Europa (Europa S.: Italia, Francia). • Usi farmaceutici: L’intera pianta è usata come amaro, 110 astringente, caustico, termogenico, afrodisiaco, analgesico, disintossicante, emenagogo, emolliente, diuretico, deostruente, tonificante e per lavaggi orali. Le radici sono utili contro la cefalalgia, la paralisi, la paralisi facciale, la debilitazione mentale, la stitichezza cronica, la flatulenza, la disuria, la sterilità, la dismenorrea, l’amenorrea, l’impetigine, la lebbra, i problemi dermatologici e le vertigini. Le foglie sono utili contro l’odontalgia, la gengivite, le ulcerazioni orali, la lebbra, le malattie dermatologiche, l’otorrea, l’otalgia, la disuria, la dismenor- Jasminum grandiflorum L.: Foto della pianta in natura. rea, le ulcere, le ferite e i calli, in casi di afta, di stomatite e di ulcera orale. I fiori sono utili contro le stomatopatie, le encefalopatie, le odontopatie, le oftalmopatie, la lebbra, le malattie dermatologiche, il prurito, la disuria, la dismenorrea, le ulcere e come mezzo refrigerante. Viene usato come compressa nella zona toracica-lombare, sui genitali e nel pube per le sue proprietà afrodisiache. Composizione fitochimica: Ci sono più di 100 componenti nell’essenza. Componenti non volatili sono i flavonoidi, i triterpeni (acido ursolico), fenilpropanoidi, acidi grassi e i loro esteri, e glucositi secoiridoidi. Lycium barbarum L. Sp. Pl.: 192. 1753 • Famiglia: Solanaceae. • Sinonimi: Lycium halimifolium Mill., Lycium trewianum Roem. & Schult., Lycium vulgare Dunal, Teremis elliptica Raf., L. chinense., L. europaeum non L., L. lanceolatum, L. megistocarpum, L. ovatum. • Nome comune italiano: Goji. • Descrizione sistemica: Pianta fino a 2-5 m. Fusti arcuati. Spine sottili, poche. Foglie 20-100 x 6-30 mm, molto strette ellittiche fino a lanceolate strette, di solito più larghe in mezzo. Calice 4 mm, bilabiato. Corolla del fiore 9 mm. infundiboliforme, tubo stretto cilindrico alla base, viola inizialmente passante al marrone. Lobi 4 mm. Stami lunghi uscenti. Filamenti con densi ciuffi di peli alla base. Frutto rosso. 2n = 24. • Distribuzione geografica: Coltivato per siepi, naturalizzato in gran parte dell’Europa. [Au Be Br Bu Co Cr Cz Da Ga Ge Hb He Ho Hs Hu It Ju Lu No Po Rm Rs (C, W, K, E) Su Tu]. (Cina.) • Usi farmaceutici: Il Goji, in base alla medicina tradizionale cinese, contribuisce al rafforzamento del sistema immunitario, al miglioramento della vista, alla protezione del fegato, all’aumento della produzione di sperma e della circolazione, agisce al fegato, ai polmoni e ai reni. Le foglie del Goji possono essere usate per la preparazione di tisane e la corteccia delle radici è usata per la terapia di malattie infiammatorie della pelle. Molti studi pubblicati riferiscono probabili effetti terapeutici, in particolare a causa delle sue priorità antiossidanti, comprese le sue probabili azioni benefiche contro le malattie cardiovascolari e infiammatorie e delle malattie riguardanti la vista, a causa delle sue proprietà neuroprottetive o della sua azione come fattore anticancerogeno e immunoregolatore. Inoltre, l’infuso dai frutti viene usato per abbassare la pressione e il colesterolo nel sangue. Il frutto è somministrato per via orale per il trattamento del diabete, delle vertigini, della lombaggine, dell’impotenza e dei disturbi della menopausa. La corteccia della radice controlla la Lycium barbarum L.: Frutti. tosse, riduce la febbre, la pressione arteriosa e il livello del colesterolo nel sangue. Viene somministrato per il trattamento di febbri croniche, di emorragie interne, di emorragie nasali, della tubercolosi, della tosse, dell’asma ecc. Viene applicato esternamente contro il prurito nei genitali. • Composizione fitochimica: I frutti contengono molti composti nutritivi e fitochimici, compresi 11 minerali essenziali e 22 microelementi, 18 aminoacidi, 6 vitamine essenziali, 8 polisaccaridi e 6 monosaccaridi. Contengono 5 acidi grassi insaturi, b-sitosterolo e altri fitosteroli, 5 carotenoidi e molti coloranti fenolici (fenoli) con proprietà antiossidanti. 111 Mentha x piperita L. Sp. Pl. 576 (1753) • Famiglia: Lamiaceae • Sinonimi: Μentha dumetorum Schult., Mentha crispa L., Mentha aquatica L. var. crispa (L.) Benth.. • Nome comune italiano: Menta piperita. • Descrizione sistemica: Pianta erbacea, perenne, con rizoma, arriva ad altezze da 30 a 90 cm, con fusti glabri e asse quadrangolare. I rizomi sono ampiamente espansi, carnosi, senza radici fibrose. Lunghezza delle foglie da 4 a 9 cm e larghezza da 1,5 a 4 cm, verde scuro con venature rossastre, apice acuto e margini dentati. Le foglie e i fusti sono di solito leggermente tomentosi. I fiori sono purpurei, lunghezza 6-8 mm, corolla a 4 lobi di 5 mm di diametro, fiori in verticillastri (infiorescenze in verticillastri) intorno al fusto, formando steli spessi e ottusi. • Distribuzione geografica: Spontanea in Europa, ampiamente coltivata. 112 • Usi farmaceutici: Ampiamente usata come lenitivo oppure per il trattamento di sintomi come la nausea, il vomito, i dolori addominali, l’indigestione, l’intestino irritato, la flatulenza. Studi in animali riportano il probabile effetto protettivo dall’irraggiamento per i malati sottoposti a terapie contro il cancro. Sembra che il profumo della menta rafforza la memoria e la vigilanza, anche se ci sono anche studi con risultati contrari. In base alla monografia Ε della Commissione Tedesca, l’olio e le foglie possono essere usate esternamente come spasmolitico, per il trattamento della sindrome dell’intestino irritato, per il catarro e per infiammazioni della cavità orale. Esternamente l’olio viene usato per mialgie e nevralgie. Ha anche effetti contro la flatulenza, come colagogo, antibatterico, mucolitico e refrigerante. • Composizione fitochimica: La mente ha un’elevata concentrazione di mentolo. L’essenza contiene mentone e metilesteri. La menta essiccata contiene 0.3-0.4% di essenza volatile contenente mentolo (7-48%), mentone (20-46%), acetato di metile (3-10%), mentofurano Mentha x piperita L.: Fusto con infiorescenze fiorite. (1-17%) e 1,8-cineolo (3-6%). L’essenza contiene anche piccole quantità di diversi composti, come limonene, pulegone, cariofillene e pinene. Ocimum basilicum L. Sp. Pl.: 597. 1753 • Famiglia: Lamiaceae. • Sinonimi: Ocimum album L., Ocimum anisatum Benth., Ocimum barrelieri Roth, Ocimum bullatum Lam., Ocimum caryophyllatum Roxb., Ocimum chevalieri Briq., Ocimum ciliare B. Heyne ex Hook. f., Ocimum ciliatum Hornem., Ocimum citrodorum Blanco, Ocimum cochleatum Desf., Ocimum dentatum Moench, Ocimum hispidum Lam., ecc. • Nome comune italiano: Basilico. Menzionato da Discoride come “Okimon” (Okimon basilico). Il nome “basilico” (reale) è stato dato in base al mito perché è germogliato nel punto dove l’Imperatore Costantino I e sua madre, Elena, hanno scoperto la Santa Croce. • Descrizione sistemica: Pianta aromatica, annuale, altezza 0,3-0,5 m, ma alcune cultivar possono arrivare fino a 1 m. La pianta cresce da una grossa radice principale con foglie setose verdi opposte (coppia) ovali, tendenti alla lunghezza di 3-11 cm e 1-6 cm, ramificati all’esterno del fusto centrale. Fiori bianchi piccoli concentrati in uno stelo all’apice della pianta. • Distribuzione geografica: Spontaneo in zone dell’Asia e dell’Africa e diffuso come pianta perenne in aLcune isole del Pacifico. Dall’India all’Europa attraverso il Medio Oriente nel sec. XVI e in seguito in America nel sec. XVII. • Usi farmaceutici: La pianta è generalmente usata per il trattamento di disturbi digestivi e del sistema nervoso. Le foglio sono usate in casi di febbre, crampi addominali, gastroenterite, stitichezza, nausea e cattiva digestione. Il decotto delle foglie è considerato benefico contro la tensione nervosa, il mal di testa, la nausea e il mal di gola. L’infuso delle foglie è un medicinale utile per il trattamento dei disturbi respiratori. Il succo delle foglie di basilico aiuta all’eliminazione dei calcoli dai reni. La masticazione quotidiana di foglie di basilico può proteggere dallo stress, l’ulcera e le infezioni orali. La pianta è utile anche per la riduzione del colesterolo nel sangue ed è usata prima e dopo il parto per migliorare la circolazio- Ocimum basilicum L.: Aspetto della pianta. ne sanguigna, nonché come trattamento per i morsi di serpenti, le punture di insetti, di vermi e di formiche. I semi sono usati come purgativo a causa della mucillagine che contengono. • Composizione fitochimica: Ricco in essenza. Contiene linaloolo, metilcavicolo, metilcinnamato, citralo, eugenolo, geraniolo ecc. La sostanza cancrtogena estragolo è presente nell’essenza in percentuale 8-16%. L’essenza è presente anche nel basilico “dolce” insieme all’acido rosmarinico, cicorico, caftarico ed altri flavonoidi. 113 Pelargonium graveolens (Thunb.) L’Hér., in Aiton, Hort. Kew. 2: 423. 1789 • Famiglia: Geraniaceae. • Sinonimi: Geraniospermum terebinthenaceum (Cav.) Kuntze, Geranium graveolens (L’Hérit.) Thunb., Geranium radula Roth, Geranium terebenthinaceum Cav., Pelargonium asperum Ehrh. ex Willd. • Nomi comuni italiani: Geranio d’Africa. • Descrizione sistemica: Suffruticoso fino a 1,3 m d’altezza, intensamente aromatico. Internodi 1-8 cm. Parti vegetative, piccioli e peduncoli glandolari e tomentosi, pubescenti quando sono giovani, con peli patenti o più o meno compresse alle foglie, glandole piccole picciolate. Lamine fogliari 2-7 x 2,5-8 cm, generalmente ovate a compresse-ovate, pennatosette o alcune volte quasi palmate, cordate alla base. Stipole deltoidi generalmente ovate, acute, spesso bifide, membranose. Infiorescenza con una pseudo-ombrella costituita da (1)2-5(7) fiori. Sepali 7,5-11 x 2-5 mm, strettamente lanceolati a strettamente ovati o lirati a strettamente oblunghi, acuti patenti-pubescenti e glandolari. Petali rosa con venature più scure. Stami con filamenti fertili 7, 10-16 mm. di lunghezza. Frutti 1,8-2,4 cm di lunghezza. Semi 3,2-3,6 x 1,4-1,8 mm, senza pericarpo, marrone opaco, minutamente reticolati. • Distribuzione geografica: Spontanea in Africa S., è stata introdotta in Europa nel sec. XVII. È stata coltivata in molte zone per motivi commerciali. • Usi farmaceutici: L’essenza della pianta aiuta alla 114 pulizia delle macchie e dei difetti della pelle. Cancella e attenua i segni del vaiolo, cicatrici, smagliature e acne, migliora la circolazione sanguigna sotto la pelle rendendola più sana e vitale. Ha effetti benefici al sistema respiratorio, digestivo e circolatorio e per le secrezioni endocrine. È un astringente efficace, protegge le ferite aperte e i tagli da infezioni, permette la cicatrizzazione veloce, contribuisce alla cicatrizzazione dei vasi sanguigni e accelera la coagulazione del sangue. Aiuta in caso di mestruazioni intense. Ha effetto come diuretico. Riduce il Pelargonium graveolens (Thunb.) L’Hér.: Aspetto della pianta in natura. dolore agendo sul sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico, dà sollievo dai dolori dell’artrite. Aiuta il sonno e in caso di disturbi umorali, come la depressione e l’ansia. • Composizione fitochimica: Nella sua essenza sono stati individuati più di 120 composti chimici. La composizione varia in base alle condizioni di coltivazione e comprende citronellolo, geraniolo, linaloolo, mentone, isomentone, limonenio, pinenio e metil-eugenolo. Pimpinella anisum L. Sp. Pl.: 264. 1753 • Famiglia: Apiaceae. • Sinonimi: Tragium anisum (L.) Link, Sison anisum (L.) Spreng., Seseli gilliesii Hook. & Arn., Selinum anisum (L.) E.H.L. Krause, Pimpinele anisa St.-Lag., Carum anisum (L.) Baill., Apium anisum (L.) Crantz, Anisum vulgare A. Gaertn., Anisum officinarum Moench, Anisum officinale DC., Anisum odoratum Raf. • Nome comune italiano: Anice. Il nome greco “anisos” e quello latino “anisum” provengono dall’arabo “anysum”. • Descrizione sistemica: Finemente pubescente, intensamente aromatico, annuale 10-50 cm. Fusto cilindrico, striato, ramificato nella parte superiore. Le foglie inferiori reniformi, incise-dentate o leggermente lobate. Le foglie immediatamente seguenti pennatosette con 3-5 segmenti, ovati o obovati. Foglie superiore del fusto 2-3-pennatosette, lobate lineari-lanceolate e strette, piccioli con guaina. Raggi 7-15, sparsamente pubescenti. Brattee assenti o 1. Bratteole di solite poche, filiformi. Petali bianchi. Frutti 3-5 mm, ovati a oblunghi, con pochi peli patenti. • Distribuzione geografica: Di origine asiatica, ampiamente coltivata per i suoi frutti aromatici e spesso naturalizzata. [Au Bu Cr Cz Ga Ge Gr Hs Hu It Ju Lu No Po Rm Rs (C, W, E)]. • Usi farmaceutici: L’uso farmaceutico dell’anice è dovuto in gran parte alle proprietà spasmolitiche, secretolitiche, espettoranti e antibatteriche della sua essenza. I frutti sminuzzati sono usati tradizionalmente per decotti. È considerato utile per il trattamento di diversi problemi digestivi, come flatulenza, nausea e indigestione e per diversi disturbi del sistema respiratorio (asma, pertosse, malattie del torace). È diuretico, digestivo e veniva somministrato contro l’insonnia, la stitichezza e per disturbi neurologici. Si ritiene che dà sollievo dal dolore associato alle mestruazioni, è galactagogo e afrodisiaco. L’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato l’uso dei semi e dell’essenza come medicinale vegetale tradizionale per Pimpinella anisum L.: Piante coltivate. il trattamento dei disturbi gastrointestinali convulsivi e come espettorante. • Composizione fitochimica: L’essenza viene somministrata tramite distillazione dai semi sminuzzati e contiene soprattutto trans-anitolo. Contiene inoltre idrocarburi monoterpenici e sesquiterpenici e una varietà di altre sostanze, compreso il linaloolo e il beta-farnesene. Altri composti sono i glicosidi del flavonolo, derivati fenolici, furanocumarine, idrossicumarine, olio non volatile e lipidi. 115 Punica granatum L. Sp. Pl.: 472.1753 • Famiglia: Lythraceae • Sinonimi: Punica malus L., Punica florida Salisb., Punica grandiflora hort. ex Steud., Punica nana L., Punica spinosa Lam. • Nomi comuni italiani: Melograno. L’antica città fenicia Punica si trovava nel Nord Africa dove, nella loro marcia contro Cartagine, le legioni romane hanno incontrato per la prima volta i melograni. Nel Vecchio Testamento è nominato come “rimmon” ed era considerato un albero sacro. • Descrizione sistemica: Arbusto, di solito a fusti multipli, arriva a 1,8-4,6 m. I rami sottili iniziano eretti e continuano pendenti. Le foglie sono lucide e di 7,6 cm di lunghezza. Molto vistosi, di colore arancione-rosso, hanno forma di salpinge con petali corrugati. Fiori di 5 cm., spesso doppi, fioriti per un lungo periodo durante l’estate. I frutti sono bacche, sferici, di 5-7,6 cm di diametro, lucidi rossi o giallo-verdi alla maturazione. Calice rimanente, a forma di piccola corona. • Distribuzione geografica: Spontaneo in Asia, dal Medio Oriente fino al Himalaia. Coltivato in gran parte del Mediterraneo e dell’America Tropicale. Naturalizzato in zone dell’Europa S. e in America S. e SE. 116 • Usi farmaceutici: Tutte le parti della pianta contengono alcaloidi («pelletierines») e vengono usate per la loro azione purgativa. Nella medicina popolare sono usate per le loro proprietà astringenti, per il trattamento di diverse patologie (tagli, sensibilità alla gola, secrezioni vaginali, gengivite). La corteccia, le foglie, i frutti immaturi e l’infuso della buccia dei frutti sono usati contro la diarrea, la dissenteria, le emorroidi, i fiori giovani polverizzati sono usati contro la rinorragia. I semi hanno azione emolliente e stomachica. Il succo contiene antiossidanti polifenolici che proteggono dal diabete, da patologie del cuore, osteoartrite e diversi tipi di tumore. È particolarmente benefica per il cuore, mantenendo le arterie flessibili e riducendo le infiammazioni all’interno Punica granatum L.: Frutti maturi. dei vasi sanguigni. È noto che riduce l’aterosclerosi, una delle principali cause per le malattie cardiovascolari, riduce i livelli del colesterolo cattivo, aumenta i livelli del colesterolo buono e riduce la pressione sanguigna. • Composizione fitochimica: Costituisce fonte importante di acido ellagico, di antiossidanti e di acido punicico (acido grasso, molto benefico per la rigenerazione delle cellule e la riproduzione). Il succo dei frutti è una fonte importante di vitamine A, C ed E, nonché di minerali come il calcio, il fosforo, il potassio, il ferro, l’acido folico, la niacina, la tiamina e la rivoflavina. La corteccia della radice, le foglie e la buccia dei frutti contengono tannini. Stevia rebaudiana (Bert.) Bertoni • Famiglia: Asteraceae. • Sinonimi: Eupatorium rebaudianum Bertoni. • Nome comune italiano: Stevia. • Descrizione sistemica: Perenne erbacea-arbustiva fino a 30 cm. Foglie senza picciolo, lunghezza 3-4 cm, oblunghe-lanceolate oppure spatolate con lamina ottusa, margini dentati dalla metà fino all’estremità, mentre più in basso intere. La superficie superiore della foglia è leggermente glandolare tomentosa. Il fusto è leggermente tomentoso nella parte inferiore e legnoso. Il rizoma ha radici leggermente ramificate. Fiori complessi, con involucro di epicalice. Capolini infiorescenze cascanti, irregolari, simpodiali, ondulate. Fiori spesso purpurei, pentameri. Achene con 5 venature, fusiforme. • Distribuzione geografica: Il genere Stevia è spontaneo nelle subtropici e nei tropici, dall’America NO fino all’America S., il Brasile e il Paraguay. • Usi farmaceutici: Probabilmente la presenza dello stevioside nella stevia è stata il motivo degli studi effettuati per la produzione di decine di rapporti riguardanti la sua azione ipoglicemica. In base agli studi, la stevia è utile in casi di ipoglicemia e di diabete mellito, dato che alimenta il pancreas e aiuta al ripristino del suo funzionamento corretto. La capacità della stevia di inibire lo sviluppo e la riproduzione di batteri e di altri organismi patogeni è molto importante. Probabilmente, è il motivo per cui i consumatori di prodotti con stevia sono meno esposti al raffreddore e all’influenza. Inoltra, a causa di tale proprietà, viene promossa la produzione di prodotti come soluzioni orali e dentifrici con stevia. La stevia riduce anche la carie dentale. La tisana preparata viene usata calda o fredda come stimolante dell’appetito a poche calorie e per la regolazione del peso. Una delle proprietà dell’infuso che non è stato ancora studiato sperimentalmente è la sua azione lenitiva per la pelle. In base alla medicina popolare, viene applicata a ferite e abrasioni per una guarigione più veloce senza cicatrici. Stevia rebaudiana (Bert.) Bertoni: Coltivazione. • Composizione fitochimica: Nella stevia sono stati individuati più di 100 composti fitochimici. Contiene diterpeni ladanici, triterpeni, stigmasterolo, tannini, oli volatili e glicosidi diterpenici. È ricca in terpeni e flavonoidi. Lo stevioside costituisce il 6-18% delle foglie ed il glicoside dominante. Altri composti dolcificanti sono i glicosidi steviolbioside, rebausioside A-E, e dulcoside A. 117 Trigonella foenum-graecum L. Sp. Pl.: 777. 1753 • Famiglia: Fabaceae. • Sinonimi: Buceras foenum-graecum (L.) All., Foenumgraecum officinale Moench, Foenum-graecum sativum Medik., Telis foenum-graeca (L.) Kuntze, Trigonella foenum-graecum subsp. culta (Alef.) Gams, Trigonella jemenensis (Serp.) Sinskaya, Trigonella graeca St.-Lag., Trogonella Tibetan (Alef.) Vassilcz. • Nome comune italiano: Fieno greco. • Descrizione sistemica: Fusto 10-50 cm, sparsamente pubescente. Pinnule 20-50 x 10-15 mm, obovate a oblunghe-oblancelate dentate. Fiori singoli o a coppie, quasi senza picciolo. Calice 6-8 mm., denti di lunghezza quasi uguale al tubo. Corolla 12-18 mm, colore bianco-giallastro, violetto alla base. Legume (eccetto rostro) 60-110 x 4-6 mm, eretto o ascendente, lineare, relativamente deflesso, glabro o quasi glabro, con nervature longitudinali. Rostro (10-)20-30 mm. Semi c. 5 x 3 mm, quadrilateri, relativamente compressi, colore giallo oppure marrone chiaro, tubercolari. 2n = 16. • Distribuzione geografica: Spontanea nell’Europa SE e nell’Asia O. Coltivata come mangime, soprattutto in Europa C. e S. ed ampiamente naturalizzata. [Al Au Be Bu Cr Cz Ga Ge Gr He Hs Hu It Ju Lu Rm Rs Si Tu.] (? Asia SO.). 118 • Usi farmaceutici: Nell’antica Roma il fieno greco veniva usato per aiutare il parto. Tradizionalmente veniva usato per il trattamento dell’indigestione e della calvizie. Alcune volte veniva usato come impiastro. Viene applicata alla pelle avvolta in tessuto e dopo riscaldamento, contro il dolore e l’edema topico (infiammazione), delle mialgie, del dolore e del rigonfiamento dei linfonodi (linfonodite), del dolore alle dita (gotta), delle ferite, delle ulcere ai piedi e dell’eczema. Le probabili proprietà ipoglicemiche e contro l’iperlipidemia dei semi polverizzati sono state proposte in base ai risultati dei test preliminari su animali e uomini. L’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato l’uso dei semi come medicinale tradizionale di origine vegetale per la perdita temporanea dell’ap- Trigonella foenum-graecum L.: Pianta con fiore. petito e il trattamento sintomatico delle piccole infezioni della pelle. • Composizione fitochimica: I semi sono ricchi in mucopolisaccaridi, contengono una piccola quantità di essenza, ma anche una varietà di metaboliti secondari, compresi i protoalcaloidi, la trigonellina e la colina. Sono state individuata saponine derivanti dalla diosgenina, l’iamogenina, la tigogenina e da altre sostanze. Ci sono inoltre, steroli, compreso il beta-sitosterolo, e flavonoidi, tra cui l’orientina, l’iso-orientina e la isovitexina. Vaccinium corymbosum L. Sp. Pl.: 350. 1753 • Famiglia: Ericaceae. Sottofamiglia: Vaccinioideae. • Sinonimi: Cyanococcus corymbosus (L.) Rydb., Vaccinium atlanticum E.P. Bicknell, V. constablaei A. Gray • Nome comune italiano: Mirtillo americano. • Descrizione sistemica: Arbusto-nano caduco. Foglie verde scuro, fino a 7 x 2,5 cm, leggermente coriacee, alcune volte con margini acuti dentati. In autunno le foglie prendono colore rosso chiaro, arancione, giallo o/e violaceo. Fiori urceolati con petali bianchi o rosa. I sepali quasi connati. Corolla cilindrica. Stami 8 o 10. Anteri con o senza appendici. Ogni lobo prolungato all’apice in un tubo con un poro all’apice. Ovario inferiore. Frutti drupe blu, 7-10 mm. • Distribuzione geografica: spontaneo negli USA E. e in Canada, diffuso in altitudini fino a 1600 m. Coltivato in molte zone, tra cui USA, Canada, Europa, Australia, Nuova Zelanda, Africa del Sud, Mexico, Argentina, Uruguay e Cile. • Usi farmaceutici: Il decotto delle foglie o della corteccia delle radici può essere usato per le ulcere, contro il mal di gola e gli edemi (infiammazione) della cavità orale o della pelle della gola. I frutti essiccati e le foglie vengono usate per la diarrea. I frutti sono utili nel trattamento dello scorbuto e dei problemi del sistema urinario, le radici schiacciate e impregnate in liquore alcolico hanno proprietà diuretiche. È stato usato per il trattamento dell’aterosclerosi, del cataratta, delle malattie degenerative della retina, della stanchezza degli occhi, della miopia, della cecità notturna, della viste debole, della retinite pigmentosa, del diabete, della retinite diabetica, dell’idrope, della dissenteria, dell’enterite leggera, della sinusite e della flebite. I frutti sono tra quelli con il più elevato effetto antiossidante. Ricercatori hanno dimostrato che una porzione di mirtilli freschi fornisce maggiore protezione antiossidante da molti altri frutti e ortaggi freschi. I suoi componenti chimici, comprese le antocianine e degli acidi fenolici, aiutano a combattere la distruzione delle Vaccinium corymbosum L.: Arbusto con fiori. cellule da radicali liberi dannosi e nella depurazione del sangue dalle tossine. Numerosi rapporti sostengono che i mirtilli appartengono ai “superalimenti”, migliorano il funzionamento del cervello e riducono i disturbi dovuti all’età, come il morbo Alzheimer o la demenza. • Composizione fitochimica: I frutti e le foglie costituiscono una buona fonte di acido clorogenico, di flavonoidi (antocianine, quercetina, kaempferolo, miricetina, catechina, epicatechina), procianidine, resveratrolo, pte rostilbene e vitamina C, che sono la causa delle sue proprietà antiossidanti. 119