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21 marzo 2016 delle ore 20:11
Herb Ritts in equilibrio
I corpi, la bellezza, il glamour ma soprattutto la luce. 120 scatti per raccontare a Milano la breve,
ma densa, parabola artistica di uno dei più grandi fotografi del secolo scorso
Per immergersi nello sguardo intorno alla
bellezza di Herb Ritts, fotografo nato a Los
Angeles nel 1952, noto per aver immortalato la
statuaria bellezza delle top- model anni OttantaNovanta, è necessario lasciarsi alle spalle il
mondo digitale e riappropriarsi di quello
analogico, ancora senza photoshop, con
immagini d’autore che indagano la potenzialità
del corpo nudo, atletico, eroico, per lo più
maschile e in movimento. Il fotografo
statunitense, scomparso nel 2002 a soli
cinquant’anni, seduce con la prima importante
retrospettiva milanese di scena a Palazzo della
Ragione ricca di 120 immagini prodotte nei
ventiquattro anni della sua fulminante carriera,
divise in tre temi: i corpi, l’Africa, i ritratti,
rigorosamente in bianco e nero. L’esposizione
intitolata "Equilibri” (fino al 5 giugno, a cura
di Alessandra Mauro, promossa dal Comune di
Milano/Cultura, Palazzo della Ragione,
Contrasto, GAmm Giunti in collaborazione con
la Herb Ritts Foundation di Los Angeles), è
unica per il luogo espositivo consacrato alla
fotografia, che trasuda di storia, identità e
memoria. Di Ritts affascina il linguaggio della
luce e l’energia del bianco e nero, la potenzialità
della rappresentazione del corpo nudo come
presupposto formale ritratto all’aperto, atletico
per lo più maschile senza sbavature. Il percorso
espositivo si apre con una biografia e un primo
video che presenta l’eterogenea collezione di
fotografie di Ritts, di famiglia agiata, colto e
curioso, appassionato d’arte, di musica e di
cinema. Questo è il ritratto di un esteta alla
ricerca della luce naturale più adatta per
immortalare corpi scultorei di eco classica più
che erotica e in movimento, impressi per la
maggior parte su stampe ai sali d’argento o in
platino esposte come sculture classiche in una
pinacoteca. Le fotografie, molte delle quali
inedite, sono pezzi unici e formati originali, di
diverse dimensioni, perché dopo la morte
dell’autore non sono più state realizzate altre
stampe.
Ritts ha lavorato per "Nesweek”, "Time”,
"Vogue”, "Elle”, "Harper’s Bazar”, Vanity Fair,
ha realizzato i calendari Pirelli del 1994 e 1999,
ha caratterizzato con uno stile meno aggressivo
di quello di Helmut Newton campagne
pubblicitarie di marchi prestigiosi, mescolando
glamour, spontaneità e immediatezza, conquistando
gli stilisti Armani, Versace, Vivienne
Westwood, Klein, Ralph Lauren, e altri
protagonisti dello star system internazionale,
come Penelope Cruz, Clint Eastwood,
Elizabeth Taylor, ritratta appena operata al
cervello e la pop star Madonna, che lo ha scelto
come autore della copertina del suo disco "True
Blue”. Tra le sue foto più celebri è un’icona
quella dell’intreccio di cinque corpi delle
modelle Stephanie, Cindy, Christy, Tatjana e
Naomi, abbracciate e sedute sul pavimento di
legno: dee della bellezza, dalla nudità
vulnerabile più che sensuale: una fotografia
stampata quasi a grandezza dalla struttura
compositiva piramidale ispirata alle opere del
Rinascimento. Questa soluzione formale sarà
riproposta e copiata da altri fotografi, e quando
ciò accade, un autore entra nell’Olimpo degli
innovatori. Percorrendo la mostra ben allestita
da Migliore + Servetto Architects (e a Palazzo
della Ragione non è facile), si coglie l’equilibrio
tra "possenza” atletica dei corpi e tensione
formale ellenizzante, senza scadere nella
banalità del genere, più vicino allo stile dei
fotografi di moda tedeschi degli anni VentiTrenta. Nelle sue fotografie i dettagli fanno la
differenza, come la curvatura della schiena, i
volti velati, le linee delle gambe, natiche e
bicipiti scolpiti e il corpo danzante nello spazio,
distaccato dal suolo come si vede nella serie di
scatti dedicati al coreografo statunitense Bill T.
Jones. Questa sequenza di immagini mozzafiato
giustapposte ispirate a quelle sulle metope del
Partenone, dal titolo Ascent of Man, Los
Angeles 1995, evoca anche il dinamismo
fotodinamico di Muybridge più che l’erotismo
di Robert Mapplethorpe.
Mike Jagger, il famoso ritratto di Richard Gere
giovanissimo del 1978 e tanti altri, spicca la
mano ascetica del Dalai Lama. Ritts sorprende
quando per ognuno di loro trova soluzioni
innovative, tagliate su misura con dettagli che
svelano l’essenza del personaggio ritratto.
Jacqueline Ceresoli
Ricerca sul corpo a parte, in cui arte e moda si
combinano in un linguaggio intellettuale
sofisticato, di Ritts si coglie la sua particolare
sensibilità luministica e spaziale, nell’attitudine
di fotografare i corpi in relazione all’ambiente
naturale. Non usa setting elaborati neppure in
studio, tutto accade sotto il suo sguardo, quando
i corpi vestiti di nudità sono plasmati dalla luce
del deserto, dell’acqua, del cielo, ritratti in
esterni e sotto il sole cocente di mezzogiorno.
Sulle tracce della luce ideale, Ritts trova in
Africa habitat ideali, donne fiere e uomini
guerrieri di ebano elegantissimi dalla pelle nera,
che hanno una consistenza fisica scultorea, da
toccare oltre che da guardare. È interessante il
video che assembla alcuni provini di servizi
fotografici che documentano il suo criterio di
scelta rigorosa. Nella sezione dei ritratti di vip,
da Jack Nicholson, Mel Gibson, Isabella
Rossellini, Paloma Picasso, Bruce Springsteen,
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