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Quando il Bano e i croati arrivarono in Borghetto

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Quando il Bano e i croati arrivarono in Borghetto
LA SENTINELLA
del Canavese
SABATO
IVREA
UNA STORIA
UNICA
21 febbraio 2004
13
La pace sul ponte vecchio tra il Borghetto e San Maurizio
E adesso, sotto il segno del corvo
la pace sul ponte vecchio con San Maurizio
e la polenta e merluzzo delle Ceneri
Il Bano Walter Garetto
nella sede ristrutturata
del Comitato della Croazia
nel rione del Borghetto
Quando il Bano e i croati arrivarono in Borghetto
I primi furono alcuni crociati che liberarono il Santo Sepolcro a Gerusalemme
IVREA. Si parla del comitato della Croazia e del Bano e immediatamente torna alla mente il profumo inconfondibile della
polenta e del merluzzo, del pasto “povero”
del mercoledì delle ceneri e dei luoghi tipici dove si respira il carnevale di una volta:
i locali di vicolo del Forno, ad esempio, doUn racconto che lui, il Bano Walter Garetto è rimasto
uno dei pochi a conoscere a
fondo e a tramandare. «Così,
per tutti coloro che non possono ascoltare da me questa storia, quest’anno ho deciso di
preparare un depliant dove
sono descritte le vicende che
hanno portato alla nascita
del nostro gruppo». Ma qual
è, questa storia? Spesso la
gente si chiede se alla base ci
sia un vero rapporto con la
Croazia. Invece la tradizione
contiene particolari degni di
un vero romanzo. Nei secoli
scorsi alcuni croati vivevano
a Ivrea, proprio nel rione del
Borghetto. Lo dice lo storico
Angelo Pietra, il quale sostiene che vi sia un riferimento
ai Croati del Regno Lombardo Veneto che giunsero in
città nel 1848 dopo la battaglia di Novara. Ma questa
spiegazione, come rileva Garetto, un paio d’anni fa è sta-
ve i volontari lavorano ininterrottamente
per quella che considerano una vera e propria dimostrazione d’arte. Ma perché si
parla di Croazia, e perché di Bano? In tanti continuano a chiederselo, ignorando
una storia incredibile che ha come palcoscenico proprio Ivrea.
ta affiancata da una nuova
versione ben più suggestiva.
Si fa riferimento a un testo
pubblicato sulla rivista Minerva il 15 settembre 1938.
Verso la fine dell’inverno dell’anno precedente alcuni fra i
più importanti giornali italiani riportavano la notizia che
a un grande veglione carnevalesco a Ivrea aveva preso parte anche il “Bano della Croazia” (questo termine, tipicamente slavo, indica il capopolo di un Banato).
Ma nessuno seppe dare
spiegazioni circa quella “visita”: la Croazia non aveva mai
avuto rapporti con il Piemonte, ad eccezione della presenza di reggimenti che nelle
guerre del Risorgimento italiano erano arrivati fino a
Ivrea. Da qui partirono tuttavia le ricerche degli appassionati di storia, che riportarono alla luce episodi che rasentano la leggenda e sarebbero
avvenuti ottocento anni fa in
Terra Sacra, durante la Prima Crociata. In Palestina si
ritrovarono a liberare il Sacro Sepolcro dagli infedeli anche i soldati giunti da Ivrea e
dalla Croazia. Qui nacque
una profonda amicizia, che
portò alcuni crociati slavi in
Canavese. Si stabilirono al di
là della Dora e lì diedero vita
a una piccola “isola etnica”.
Nominarono un capo, il Bano, appunto, che doveva custodire le usanze e le antiche
tradizioni del popolo. Fino ai
giorni nostri. Il gruppo si è costituito in associazione nel
1985 e si occupa di due momenti fondamentali del carnevale: la cerimonia di riappacificazione degli abitanti delle
due rive della Dora e la distribuzione della polenta e merluzzo.
Il primo momento ricorda
il rapporto difficile che contraddistinse, fin dall’età ro-
Nel 1952 il Bano Francesco Mondino con il Comitato della Croazia
mana, due rioni della città: il
Borghetto e San Maurizio.
Gli abitanti del primo rione rivendicavano il fatto che i legionari si stabilirono proprio
in quell’angolo a ridosso del
fiume e lì procederono con la
costruzione del ponte e la na-
scita dell’antica Eporedia.
“Quelli” di San Maurizio mal
tolleravano la superbia dei loro vicini e non perdevano occasione per litigare: a carnevale, prima del riordino di Napoleone nel 1808, il corteo di
San Maurizio irrompeva al
Borghetto e il ponte diventava un campo di battaglia. A
porre fine alla disputa pensarono le donne delle altre parrocchie della città, che con
quelle di San Maurizio confezionarono una bandiera crociata con un corvo che portava un ramo di olivo.
Verso la fine del XVIII le
donne della città, seguite da
figli e mariti si incontrarono
a metà del ponte: quelle di
San Maurizio donarono a
quelle del Borghetto la bandiera, suggellando così la pace. Da allora tradizione vuole
che questo episodio sia ricordato dal comitato della Croazia del Borghetto con il cosiddetto “pranzo della Croazia”:
se ne ha traccia in documenti
del 1886 e del 1894.
Il secondo appuntamento tipico del comitato è la distribuzione di polenta e merluzzo: il
pranzo magro ha una storia
che risale alla seconda metà
del ‘500 con la controriforma
cattolica che decretò l’osservanza della Quaresima. La ricorrenza fu rispettata fino alla seconda guerra mondiale:
dopo il conflitto fu proprio il
Comitato della Croazia a fare
sua l’iniziativa. (ale.ba.)
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