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il devoto del sutra del loto incontrerà persecuzioni

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il devoto del sutra del loto incontrerà persecuzioni
Scritti di Nichiren Daishonin
volume 8
IL DEVOTO DEL SUTRA DEL LOTO INCONTRERÀ PERSECUZIONI
A Kawanobe e ai suoi, al prete Yamato Ajari e agli altri, a tutti i miei discepoli e
ai miei seguaci Saburo Zaemon-no-jo e Toki1.
Rispettosamente, Nichiren
POSCRITTO2: Nagarjuna e Vasubandhu erano entrambi
===
1. Toki è Toki Jonin (1216-1299?), uno dei principali seguaci del Daishonin che viveva nella
provincia di Shimosa; Saburo Zaemon-no-jo è Shijo Kingo (ca. 1230-1300), samurai e seguace del
Daishonin, che viveva a Kamakura. Poco si conosce di Kawanobe e Yamato Ajari. Si ritiene che Kawanobe,
un credente laico, fosse stato arrestato e imprigionato al tempo della persecuzione di Tatsunokuchi.
Alcuni identificano Yamato Ajari con Ben Ajari Nissho (1221-1323), uno dei sei discepoli anziani del
Daishonin.
2. A giudicare dalla parola "poscritto", la sezione d'apertura del Gosho, fino a «...pregare per la
prossima vita», avrebbe dovuto trovarsi alla fine della lettera. Il Daishonin scrisse molte delle sue lettere su
fogli di carta separati e, successivamente i suoi seguaci, li incollarono nel giusto ordine, per impedire che
andassero persi. In questo caso, però, il poscritto avrebbe potuto essere stato incollato all'inizio. Un'altra
possibilità è che, verso la fine della lettera, il Daishonin avesse finito la carta e così avesse aggiunto il
poscritto all'inizio. In ogni caso, abbiamo conservato questo ordine nella traduzione, sebbene i primi due
paragrafi risulterebbero più chiari se letti come poscritto conclusivo.
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studiosi dalle mille opere3, eppure esposero solo gli insegnamenti mahayana
provvisori. Essi avevano compreso in cuor loro il [significato del] Sutra del Loto, ma
non lo espressero verbalmente. (Esiste una tradizione orale a questo riguardo4).
T'ien-t'ai e Dengyo lo esposero, ma non rivelarono l'oggetto di culto di honmon, i
quattro Bodhisattva5, il santuario e i cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo6. Le
due ragioni erano che il Budda non aveva affidato a loro questi insegnamenti e che né
il tempo né la capacità delle persone erano maturi. Ora il tempo è giunto e i quattro
Bodhisattva appariranno sicuramente. Io, Nichiren, sono stato il primo ad averlo
compreso. Si dice che il volo dell'uccello azzurro annunci l'apparizione della Regina
madre dell'ovest e che il canto di una gazza predica l'arrivo di un ospite7. [Allo stesso
modo ci sono presagi che annunciano l'avvento dei quattro Bodhisattva]. Tutti coloro
che si considerano miei discepoli sappiano che questo è il tempo
===
3. Sia Nagarjuna che Vasubandhu erano così chiamati a causa del gran numero di opere che
avevano scritto o che erano state loro attribuite successivamente. Il settimo volume del Maka shikan
attribuisce a Nagarjuna un migliaio di opere - anche di Vasubandhu si dice che avesse scritto mille opere di cui cinquecento hinayana e cinquecento mahayana.
4. Probabilmente si riferisce al brano tratto dal quinto volume del Maka shikan. «Vasubandhu e
Nagarjuna percepirono chiaramente la verità nei loro cuori ma non la insegnarono. Predicarono invece gli
insegnamenti del mahayana provvisorio che erano adatti ai loro tempi».
5. Quattro Bodhisattva: le quattro guide dei bodhisattva della Terra, che appaiono nel
quindicesimo capitolo del Sutra del Loto e a cui Shakyamuni affida la propagazione della Legge mistica
nell'Ultimo giorno della Legge.
6. I cinque caratteri: negli scritti di Nichiren Daishonin, Myoho-renge-kyo è spesso usato come
sinonimo di Nam-myoho-renge-kyo che consiste di sette caratteri cinesi.
7. La Regina madre dell'ovest è una dea leggendaria che dimora su una montagna nella zona
occidentale della Cina. Una espressione simile si trova nel Jibun ruishu o Shih-wen Lei chu. Il sesto volume
dell'Hokke gengi afferma: «Una gazza canta, annunciando la visita di un ospite».
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giusto per l'apparizione dei quattro Bodhisattva. Perciò, non abbandonate mai la fede,
anche a costo della vita.
Toki, Saburo Zaemon-no-jo, Kawanobe, Yamato Ajari e il resto di voi,
gentiluomini e preti, dovete leggere fra di voi questa lettera e prestare ascolto. In
questa epoca corrotta, dovete sempre parlare fra di voi e non smettere mai di pregare
per la prossima vita.
Il quarto volume del Sutra del Loto afferma: «Poiché odio e gelosia [verso
questo sutra] abbondano persino durante l'esistenza del Budda, quanto maggiori
saranno dopo la sua scomparsa!»8. Il quinto volume dice: «La società sarà piena di
ostilità e sarà molto difficile credere»9. Il trentottesimo volume10 del Sutra del Nirvana
afferma: «A quel tempo c'erano innumerevoli brahmani [...]i loro cuori erano pieni di
collera». Dice anche: «A quel tempo, innumerevoli brahmani, tutti d'accordo, si
recarono dal re Ajatashatru di Magadha e gli dissero: "Esiste attualmente un uomo di
incomparabile malvagità, un monaco chiamato Gautama11. Oh re, voi non lo avete mai
interrogato e noi abbiamo molta paura. Intorno a lui si è raccolta ogni sorta di persone
malvagie che, sperando di trarne profitto ed elemosine, sono diventate suoi seguaci.
[Essi non praticano il bene ma usano il potere degli incantesimi e della magia per
attirare uomini come] Mahakashyapa, Shariputra e Maudgalyayana "». Questi esempi
illustrano perfettamente il significato della frase: «Poiché odio e gelosia abbondano
persino durante l'esistenza del Budda...».
===
8. Sutra del Loto cap. 10.
9. Ibidem, cap. 14.
10. Trentottesimo volume: questo brano appare nel vol. 39 della versione ancora esistente del
Sutra del Nirvana. Anche il brano successivo si trova nel vol. 39.
11. Gautama: (la mucca migliore), il cognome di Shakyamuni. Nelle prime scritture e nei paesi in
cui prevale il Buddismo Theravada, Shakyamuni è spesso chiamato Budda Gautama.
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Il virtuoso monaco Tokuichi12 oltraggiò il Gran Maestro T'ien-t'ai Chih-che,
dicendogli: «Ehi, Chih-i, che razza di discepolo sei? Con una lingua lunga meno di tre
pollici tu critichi gli insegnamenti che provengono dalla lunga e larga lingua13 del
Budda!»14. Tokuichi disse anche: «Sicuramente [T'ien- t'ai] deve essere perverso e
pazzo». Più di trecento preti, inclusi gli alti prelati dei sette templi principali15 di Nara,
come il supervisore dei monaci Gomyo16 e il maestro della disciplina Keishin17,
ingiuriarono il Gran Maestro Dengyo, con queste parole: «Così come nella regione
occidentale di Hsia, in Asia Centrale, c'era un brahmano malvagio chiamato Eloquenza
Demoniaca18 che ingannava le persone, ora, in questo reame
===
12. Tokuichi: chiamato anche Tokuitsu. Prete della setta giapponese Hosso vissuto durante il
primo periodo Heian (794-1185). È ben nota la disputa tra lui e Dengyo sulla dottrina dell'Unico veicolo e la
dottrina dei tre veicoli. Tokuichi qui critica Chih-i (T'ien-t'ai) come se si rivolgesse direttamente a lui, ma
in realtà fra i due intercorrevano più di due secoli.
13. La lingua larga e lunga è uno dei trentadue attributi del Budda: simboleggia la veridicità delle
sue parole.
14. La citazione è tratta dallo Shugo kokkai sho di Dengyo. Anche la successiva osservazione di
Tokuichi proviene dalla stessa fonte.
15. Sette templi principali: i principali templi buddisti di Nara, capitale del Giappone durante il
periodo di Nara (710-794). Sono il Todai-ji, il Kofuku-ji, il Gango-ji, il Daian-ji, il Yakushi-ji, il Saidai-ji e
l'Horyu-ji.
16. Gomyo (750-834): prete della setta Hosso. Quando Dengyo, nell'818, cercò di ottenere
dall'imperatore il permesso di costruire un centro di ordinazione sacerdotale mahayana sul monte Hiei,
Gomyo inviò una petizione al trono, nell'anno successivo, in cui definiva offensivo il progetto.
17. Keishin: prete del tempio Todai-ji nel primo periodo Heian. Si oppose al progetto di Dengyo per
la costruzione di un centro di ordinazione sacerdotale mahayana.
18. Eloquenza Demoniaca: brahmano la cui storia appare nel Daito saiiki ki (Relazione sulle
regioni occidentali). In India c'era un brahmano molto presuntuoso che si divertiva a creare teorie
paradossali e venerava i demoni. Poiché conduceva i dibattiti rimanendo celato dietro una tenda, nessuno
aveva mai visto la sua vera forma. Un giorno Ashvaghosha lo affrontò in dibattito e lo ridusse al silenzio.
Dopo di che Ashvaghosha sollevò la tenda e rivelò il suo aspetto demoniaco.
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orientale del Giappone, c'è un monaco dalla testa rasata che vomita astute parole.
Demoni come lui attireranno a sé persone dalla mente affine per ingannare e fuorviare
il mondo»19.
Tuttavia, Dengyo afferma nel suo Hokke shuku: «Shakyamuni insegnò che il
superficiale è facile da abbracciare, ma il profondo è difficile. Abbandonare il
superficiale e ricercare il profondo richiede coraggio. Il Gran Maestro T'ien-t'ai ripose
fede nel Budda Shakyamuni, gli obbedì e si adoperò per promuovere la scuola Hokke
(Loto) diffondendo i suoi insegnamenti in tutta la Cina. Noi, del monte Hiei, abbiamo
ereditato la dottrina da T'ien-t'ai e ci adoperiamo per sostenere la scuola Hokke e
disseminarne gli insegnamenti in tutto il Giappone».
Durante tutta la vita del Budda, come pure nei duemila anni del Primo e Medio
giorno della Legge che seguirono alla sua morte, ci furono soltanto tre devoti del Sutra
del Loto. Essi furono: il Budda Shakyamuni, T'ien-t'ai e Dengyo. Al contrario,
Shan-wu-wei e Pu-k'ung della scuola Shingon, Tu-shun e Chih-yen20 della scuola
Kegon e i maestri delle scuole Sanron e Hosso interpretarono le frasi del vero sutra in
maniera che concordassero col significato dei sutra provvisori. Studiosi come
Nagarjuna e Vasubandhu compresero dentro di sé il (significato del Sutra del Loto, ma
non ne parlarono apertamente. Nel predicare come il Sutra del Loto insegna, neanche
le quattro schiere di santi21 del Primo giorno della Legge, sono paragonabili a T'ien-t'ai
e Dengyo.
Se la profezia del Budda è vera, deve esistere un devoto del Sutra del Loto nell'Ultimo
giorno della Legge e le grandi
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19. Citato nel Kenkai ron.
20. Tu-shun (557-640) e Chih-yen (602-668): il fondatore e il secondo patriarca della scuola cinese
Hua-yen (giapponese Kegon).
21. Quattro schiere di santi: sono i maestri buddisti, considerati autorità affidabili. Qui si riferisce
a studiosi mahayana come Nagarjuna e Vasubandhu.
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difficoltà che dovrà affrontare supereranno quelle che si verificarono durante la vita
del Budda. Il Budda subì nove grandi prove22: fu calunniato da Sundari; gli fu offerta
una fetida pappa di riso; fu costretto a mangiare la biada dei cavalli; il re Virudhaka
massacrò gran parte del clan Shakya; andò a chiedere l'elemosina ma la sua ciotola
rimase vuota; fu offeso da Chinchamanavika; Devadatta fece cadere un masso dalla
cima di una collina [nel tentativo di ucciderlo]; il vento gelido lo costrinse a cercare
indumenti per proteggersi. In più, fu denunciato da tutti i brahmani, come ho già
detto in precedenza. Se dobbiamo seguire la profezia del sutra [che odio e gelosia
saranno molto maggiori dopo la morte del Budda], allora T'ien- t'ai e Dengyo non
hanno adempiuto alla profezia del Budda. Alla luce di ciò, un devoto del Sutra del Loto
dovrà apparire all'inizio dell'Ultimo giorno della Legge, proprio come predetto dal
Budda.
===
22. Nove grandi prove: le maggiori privazioni subite dal Budda Shakyamuni. Vengono elencate nel
Daichido ron e in altre fonti: 1) Su istigazione di un gruppo di brahmani, una bella donna di nome Sundari
diffuse la voce di essere l'amante di Shakyamuni. 2) I brahmani si presero gioco di Shakyamuni quando
una serva gli offrì una pappa di riso putrefatta mentre si trovava in una città brahmana. 3) Il re Ajita invitò
Shakyamuni e cinquecento suoi discepoli nel suo regno ma trascurò di fare loro offerte e così per novanta
giorni non ebbero altro da mangiare che biada. 4) Il re Virudhaka di Kosala fece uccidere un gran numero
di membri del clan Shakya. 5) Quando Shakyamuni si recò in una città brahmana, il re proibì alla
popolazione di fargli offerte e prestargli ascolto. Così Shakyamuni non potè ricevere elemosine. 6) Una
donna brahmana di nome Chinchamanavika si legò una ciotola sul ventre, sotto la veste, fingendo di
essere stata messa incinta da Shakyamuni. 7) Devadatta fece cadere un macigno dalla cima del Picco
dell'Aquila sul Budda, ma riuscì soltanto a ferirlo a un dito del piede. 8) Una volta, circa all'epoca del solstizio invernale, si sollevò un vento gelido che continuò a soffiare per otto giorni. Shakyamuni si riparò dal
vento freddo indossando tre vesti una sopra l'altra. 9) Spinto da Devadatta, il re Ajatashatru ubriacò
alcuni elefanti e li fece liberare in mezzo a Shakyamuni e ai suo discepoli. Ma non riuscì a uccidere il
Budda.
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Comunque il 7 dicembre del decimo anno di Bun'ei (1273), una lettera di Hojo
Nobutoki, ex governatore della provincia di Musashi, è giunta nella provincia di Sado.
La lettera, che portava il suo sigillo, diceva:
Abbiamo udito voci che Nichiren, il prete esiliato a Sado, sta istruendo i suoi discepoli
per tramare qualche azione malvagia. Il suo piano è estremamente oltraggioso. D'ora
in poi, chi segue quel prete sarà punito severamente. Se, nonostante questo, dovessero
ancora esserci persone che trasgrediscono questo divieto, dovete riferirne i nomi.
Questo è un ordine ufficiale.
Prete Kan'e23
Il 7 dicembre del decimo anno di Bun'ei.
A Echi-no Rokurozaemon-no-jo24
Questa lettera dice che io sto "tramando qualche azione malvagia". I brahmani
calunniarono il Budda dicendo che Gautama era un uomo malvagio. Io, Nichiren, ho
sopportato in prima persona ognuna delle nove grandi prove. Fra queste, il massacro
del clan Shakya da parte di Virudhaka, chiedere l'elemosina ma essere lasciato con la
ciotola vuota ed essere costretto a cercare indumenti per proteggersi dal vento
gelido25, hanno avuto proporzioni ben maggiori di quelle verificatesi durante la vita
del Budda. Queste sono difficoltà che
===
23. Non è sicuro se Kan'e fosse lo stesso Hojo Nobutoki o qualcuno che fungeva da suo segretario.
24. Echi-no Rokurozaemon-no-jo: Homma Rokurozaemon che era al servizio di Hojo Nobutoki.
Era così chiamato perché il suo feudo si trovava a Echi, nella provincia di Sagami. Fu anche signore di
Niiho nell'isola di Sado, vice-governatore dell'isola e, in quest'ultima veste, gli fu affidata ufficialmente la
custodia del Daishonin.
25. Qui il Daishonin interpreta le sue esperienze personali collegandole alle "nove grandi prove"
del Budda Shakyamuni. "Il massacro del clan Shakya da parte di Virudhaka" si riferisce probabilmente alla
persecuzione di Tatsunokuchi e al conseguente esilio a Sado. a quel tempo, il governo non soltanto cercò
di decapitare il Daishonin ma fece anche arrestare ed esiliare molti dei suoi seguaci. Durante la vita del
Budda molti membri del clan Shakya furono uccisi dal re Virudhaka, ma Shakyamuni non fu mai
personalmente condannato a morte dalle autorità secolari; in questo senso la "prova" del Daishonin era
superiore a quella del Budda. Per di più, al tempo della persecuzione di Komatsubara, il Daishonin riportò
una ferita di spada alla fronte e una frattura alla mano sinistra e due dei suoi seguaci, Kyonin-bo e Kudo
Yoshitaka, rimasero uccisi. Per quanto riguarda le altre due "prove" sopra citate, durante la maggior parte
della sua vita ma soprattutto nel periodo dell'esilio a Sado, il Daishonin dovette patire la fame, il freddo e
altre privazioni ben peggiori di quelle subite dal Budda Shakyamuni, per amore del Sutra del Loto.
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T'ien-t'ai e Dengyo non hanno mai incontrato. In verità sappiate che, aggiungendo
Nichiren agli altri tre, c'è ora un quarto devoto del Sutra del Loto, apparso nell'Ultimo
giorno della Legge. Come sono lieto di adempiere le parole della profezia del Budda:
«Quanto maggiori saranno dopo la sua scomparsa!» Quanto mi rattrista che tutti gli
abitanti di questo paese debbano cadere nell'inferno Avichi! Non voglio scendere nei
particolari o questa lettera diventerebbe troppo complicata. Dovete rifletterci
seriamente da soli.
Nichiren
Il 14 gennaio 1274, segno ciclico Kinoe-inu
Tutti i miei discepoli e seguaci dovrebbero leggere e ascoltare questa lettera. Coloro
che hanno uno spirito sincero dovrebbero discuterne insieme.
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Hokke gyosha ou nanji
Gosho Zenshu, pag. 965
Scritto il 14 gennaio 1274, a 53 anni, da Sado
Destinato ai discepoli e seguaci
CENNI STORICI - Il 14 gennaio 1274, Nichiren Daishonin scrisse questa lettera a tutti i
preti suoi discepoli e ai seguaci laici, tra cui Toki Jonin, Shijo Kingo, Kawanobe e
Yamato Ajari. Un mese più tardi il governo gli avrebbe concesso la grazia ma, all'epoca
della stesura della lettera, il Daishonin era ancora trattato come un criminale, come si
può vedere dall'ordinanza emanata da Hojo Nobutoki e citata in questo Gosho.
(Questa e altre lettere sono menzionate anche nel Gosho Il comportamento del Budda).
L'ostilità delle autorità unita a difficoltà quali la fame e il freddo, rendevano assai
precaria la sopravvivenza del Daishonin sull'isola di Sado.
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