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Arnasco, identificata l`unica sopravvissuta
12 LA STAMPA MERCOLEDÌ 20 GENNAIO 2016 . Riviera .47 LA TRAGEDIA IN LOCALITÀ BEZZO. IERI L’AUTOPSIA SUL CORPO DELLE CINQUE PERSONE MORTE Arnasco, identificata l’unica sopravvissuta Si tratta di una dominicana, gravemente ustionata nell’esplosione. Indagati i proprietari della palazzina OLIVIA STEVANIN SAVONA Ha finalmente un nome l’unica sopravvissuta alla tragedia di Arnasco. Dopo giorni di lavoro intenso, ieri mattina i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Alassio, insieme ai loro colleghi della Stazione di Villanova, hanno risolto il mistero dell’identità della donna rimasta gravemente ustionata nell’esplosione della palazzina in località Bezzo. Si tratta di una cittadina dominicana di 57 anni, Nurys Alatagracia Vargas Rivera, e la sua identificazione è stata possibile grazie a numerosi accertamenti e dopo aver ascoltato diverse testimonianze. Viste le condizioni della cinquantasettenne, che è sempre ricoverata al Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale Villa Scassi di Genova, gli inquirenti non hanno potuto però eseguire l’esame dattiloscopico che avrebbe fugato ogni dubbio sulla sua identità. Essendosi affidati ad un riconoscimento «de visu» (non avendo potuto utilizzare le impronte digitali), i carabinieri, che hanno diffuso la foto della donna, chiedono a chiunque la riconoscesse di contattarli per fornire informazioni utili a confermare o meno il suo coinvolgimento nella tragedia di Arnasco (per esempio se qualcuno l’avesse vista dopo sabato 16 gennaio). Intanto ieri il medico legale Marco Canepa ha effettuato I ladri forzano una finestra ALBENGA Tentano furto nel piccolo bar dello stadio Ville, appartamenti, supermercati e attività commerciali non bastano più ai ladri, che prendono di mira persino lo stadio Annibale Riva. Presso la struttura comunale, nella nottata di lunedì, si è verificato un nuovo tentativo di furto, fortunatamente andato a vuoto. I malviventi, in cerca di attrezzatture da stadio o di bevande da trafugare, hanno cercato di forzare una finestra del piccolo bar all’interno dell’impianto sportivo. Dopo aver prelevato dal piazzale esterno una griglia di scolo, i ladri hanno tentato di scardinare gli infissi e li hanno danneggiati, ma i rumori potrebbero aver attirato l’attenzione di Treno, cane a tre zampe mascotte dell’Albenga Calcio, che fa la guardia all’interno dello stadio, e il colpo non è andato a buon fine. Sul fatto indagano i carabinieri e nelle prossime ore l’Albenga Calcio sporgerà denuncia. [D.SR.] 12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Sicurezza domestica Grido d’allarme di Confartigianato «Poca manutenzione degli impianti» 1 «Esiste un grave e diffuso problema di mancanza di un’adeguata manutenzione del proprio impianto termico». E’ il grido d’allarme di Luca Falco, presidente nazionale e regionale della Confartigianato Bruciatoristi-Manutentori, che prendendo spunto dalla tragedia di Arnasco, auspica una maggiore attenzione nel controllo degli impianti termici. «Alle famiglie delle vittime va il nostro cordoglio e la nostra vicinanza. Auspichiamo che le indagini sappiano dare quanto prima una motivazione dell’accaduto». E aggiunge:«Occorre sensibilizzare le persone sul problema della sicurezza, necessaria e fondamentale, attraverso controlli periodici che devono essere effettuati da personale specializzato e autorizzato. Perchè la manutenzione non è una tassa, ma un investimento a tutela di se stessi e della propria famiglia». [M.C.] anche le autopsie sulle vittime: Marco Vegezzi, Aicha Bellamoudden, Edoardo Niemen, Dino Andrei e Giovanni Ciliberti. L’esame autoptico, considerato un passaggio fondamentale per l’inchiesta, avrebbe accertato lesioni da deflagrazione per alcune delle vittime e da seppellimento per le altre. Sul volto di Marco Vegezzi sono stati trovati segni di una vampata di calore che invece non sono stati individuati negli altri cadaveri. Questo confermerebbe l’ipotesi avanzata fin dall’inizio dagli investigatori e cioè che siano stati Vegezzi e Nurys Alatagracia Vargas Rivera, che era in sua Dramma Le operazioni di sgombero dalle macerie sono durate alcuni giorni L’esplosione ha mandato in frantumi una palazzina creando danni nella case vicine Nurys Alatagracia Vargas Rivera compagnia, al momento di rincasare, ad accendere l’interruttore della luce che ha provocato la scintilla che ha poi scatenato l’esplosione, l’inferno. Nel frattempo ci sono i primi indagati nell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Daniela Pischetola che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e crollo colposo: sono i coniugi Accame proprietari dell’immobile crollato. «Un atto dovuto in questa fase delle indagini» precisano gli investigatori. Chi sono i responsabili, in questa tragedia, l’inchiesta lo chiarirà più avanti. 12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI CERIALE. IL PROCESSO CON SEI IMPUTATI PER L’INTERVENTO URBANISTICO «T1» LA DENUNCIA DI UNA DONNA CHE ERA SU UNA TERRAZZA Caso Nucera, ora vacilla l’accusa di abuso edilizio Sparano ai cinghiali ma colpiscono le case Allarme a Zuccarello Il mistero del cambio di posizione e parere della Provincia sulla pratica T1 di Ceriale; la necessità o meno di una variante al Sua (strumento urbanistico attuativo) a fronte del sopraggiungere di un piano di bacino; la bontà della convenzione redatta dall’avvocato Mauro Vallerga; rapporti tra l’attuale amministrazione comunale cerialese e il curatore (Alberto Marchese) del fallimento della Geo costruzione di Andrea Nucera. È stata l’ennesima mattinata di sorprese al processo che vede alla sbarra sei imputati (Andrea e Monica Nucera, Giuseppa Parrinello, Ennio Fazio, Pietro Revetria e Mauro Vallerga) per i presunti abusi edilizi che hanno portato al sequestro dell’intervento urbanistico definito T1 e che al momento ha la conseguenza di lasciare uno scheletro di ferro e cemento al fianco dell’Aurelia che con il passare del tempo è diventato albergo abusivo di clandestini e sbandati, oltre che un pericolo pubblico. E ieri, davanti al giudice Francesco Giannone, hanno sfilato avvocati, tecnici e amministratori pubblici, contribuendo a rendere ancora più intricato il caso che ha rappresentato un autentico terremoto per Andrea Nucera e lo sviluppo di Ceriale. «È difficilmente comprensibile come la Provincia abbia sempre dato parere positivo al progetto - ha spiegato Enrico Paliotto, ca- Le case della T1 del gruppo Nucera a Ceriale po dell’ufficio tecnico del comune di Ceriale - Al punto che l’amministrazione si è adeguata alle varie richieste anche per quanto concerne la convenzione. Poi, all’improvviso e con un motivo ancora da chiarire, è arrivato il veto». Davanti al giudice è comparso Emiliano Bottazzi, avvocato e socio dello studio Vallerga, che ha redatto la convenzione: «Ci siamo limitati agli aspetti legali e soprattutto non abbiamo ritenuto di dover ricorrere alla variante al Sua alla luce del piano di bacino, perché pur essendo prevalente non annulla certo i progetti esistenti». «Anzi la convenzione aveva preso atto anche di tutti gli elementi richiesti dal piano di bacino» ha puntualizzato Enrico Paliotto. E proprio quest’ultimo ha chiarito anche i rapporti con la curatela fallimentare che attualmente è in possesso della costruzione: «Ha ottemperato ad alcune prescrizioni (svuotamento scantinati, pulizia e sgombero da extracomunitari, eliminazione pericoli da lamiere) - ha spiegato - mentre per il progetto di messa in sicurezza del cantiere e del mantenimento del bene, ha sottolineato che preferisce attendere l’esito dell’attuale processo». L’ex segretario e direttore generale Sandro Piccardo ha poi chiarito che a conclusione del consiglio comunale del 2 agosto 2008 «su richiesta del sindaco e dell’avvocato Vallerga ho inviato gli atti al tribunale e alla procura di Milano, perché Nucera aveva acquistato parte delle aree (dalla Fronte Mare) a un’asta giudizia[G.CIO.] ria milanese». 12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Sparano ai cinghiali, ma colpiscono le case e seminano il panico tra gli abitanti del borgo. È stata davvero una brutta avventura quella vissuta nei giorni scorsi da alcuni residenti di Zuccarello che durante una battuta di caccia al cinghiale si sono ritrovati con i proiettili che sibilavano a pochi metri dalle loro teste, andando in qualche caso a sbattere contro le facciate delle case e le impalcature dei cantieri. A lanciare l’allarme è una donna, che vive in una delle case ai margini del borgo di Ilaria e che dopo i primi attimi di terrore ha telefonato al Comune. «Ero in terrazza e stavo stendendo le camicie di mio marito quando ho sentito una serie di colpi di fucile provenire dalla collina adiacente il borgo – racconta Enza Pizzo -. Erano in sequenza 5 spari: dopo l’ultimo colpo ho sentito un sibilo, a pochi passi da dove mi trovavo, quindi un forte botto proveniente dall’impalcatura della casa vicina in ristrutturazione. Sono rientrata con affanno ed agitazione all’interno dell’abitazione, ho spiegato a mia figlia cosa era appena accaduto ed insieme a lei abbiamo chiamato il pubblico ufficiale di Zuccarello». Il comandante dei vigili Antonello Enrico si è precipitato sul posto e dopo avere ascoltato il racconto della donna ha avvisato i carabinieri che si sono messi alla ricerca di eventuali proiettili, trovandone uno (presumibilmente esploso da una carabina) proprio vicino all’impalcatura. Proiettile che è stato inviato ai laboratori per gli esami balistici. Secondo le prime ricostruzioni la squadra di cacciatori si trovava sulla collina, in direzione del castello, e stava seguendo un gruppetto di cinghiali. Quando questi si sono precipitati verso valle per evitare l’agguato, i cacciatori li avrebbero seguiti, forse senza rendersi conto della distanza ridotta dall’abitato o forse confidando di riuscire a centrare il bersaglio senza mettere a repentaglio la sicurezza degli abitanti. Resta da capire se si sia trattato della squadra che caccia in quella zona o di cacciatori di altre zone che potrebbero avere sconfinato, arrivando in una zona poco conosciuta, senza poter valutare con esattezza le distanze dall’abitato e la pericolosità degli spari, o ancora di qualche bracconiere. Fatto sta che a un certo punto qualcuno ha esploso quei colpi, che sono andati a finire contro le case. Ai carabinieri tocca il compito di verificare chi sia stato a sparare quei colpi, se fosse in regola con i permessi di caccia e da che punto siano partiti gli spari, cioè se i cacciatori fossero in zona vietata troppo vicina alle case, o se invece il fatto di avere esploso quei colpi dall’alto della collina verso il basso possa avere prolungato la traiettoria dei proiettili. [L.REB.] 12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI