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City Hall: è arrivata l`ora di Olivia Chow?

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City Hall: è arrivata l`ora di Olivia Chow?
Colpaccio della Fiorentina
Juve bloccata a Torino.
Napoli, Portogallo amaro
A Vidal risponde un gran gol di Gomez. A pag. 10
Il nuovo
eekend CANADA’S ITALIAN LANGUAGE DAILY
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Edizi
$1.00 Più tasse nella Gta (prezzo più alto fuori) ■ Anno 02 ■ N. 50
www.corriere.com
Venerdi 14 Marzo 2014
City Hall: è arrivata l’ora di Olivia Chow?
Un potenziale sindaco immigrato per una città di immigrati. La corsa elettorale a Toronto ora entra nel vivo
TORONTO - Olivia Chow inizia
la sua avventura elettorale e lo fa
attraverso un discorso con cui ricorda la sua esperienza di immigrata in Canada. La candidata alla poltrona di sindaco ricorda le
diicoltà, tipiche di tutti gli immigrati, incontrate una volta giunta
a Toronto da Hong Kong. E la città, che in questi anni ha profondamente mutato la sua impronta demograica, sembra essere pronta a
consegnare a un’immigrata la poltrona di sindaco.
f ARTICOLO A PAG. 3
LO STADIO
Bmo, previsti
fondi pubblici
per 30 milioni
Droga, arrestata la “Dama bianca”
Federica Gagliardi presa con 24 chili di coca. Accompagnò Berlusconi al G20 di Toronto
f ARTICOLO A PAGINA 5
TORONTO - In vista del voto decisivo del 19 marzo alla commissione esecutiva di City Hall, prende forma il progetto di espansione
e ristrutturazione del Bmo Field.
A quanto pare il contributo pubblico dovrebbe aggirarsi sui 30
milioni di dollari divisi tra i tre livelli di governo.
f ARTICOLO A PAG. 3
LA CRISI
Immigration:
Bruzzese
resterà
in carcere
f ARTICOLO A PAG. 2
Ucraina, Kiev crea la guardia nazionale
Stati Uniti e Unione europea pronti a “risposte dure”. L’Ocse: referendum illegale
Gelo e neve?
Colpa del global
warming...
Giuseppe Agliastro
KHARKIV - Cresce pericolosamente la tensione nell’Est dell’ Ucraina. La Russia lette i muscoli
con nuove manovre militari nelle
regioni occidentali, a un passo dal
conine con l’Ucraina, e invia una
decina di aerei in Bielorussia contro il raforzamento Nato nei cieli di Polonia, Romania e Lituania.
f SEGUE A PAG. 7
f ARTICOLO A PAG. 4
VENERDI 14 MARZO 2014 � CORRIERE CANADESE
2
MALAVITA
L’Immigration: Bruzzese rimarrà in carcere
Il 15 di aprile si deciderà
se deportare il 64enne
residente a Maple
in Italia dove dovrà
rispondere del reato
di associazione mafiosa
in quanto
ritenuto membro
influente della ’ndrangheta
calabrese
Mario Cagnetta
TORONTO - Rimarrà in prigione
Carmelo Bruzzese. Lo ha deciso
ieri l’Immigration Refugee board
of Canada che ieri doveva rivedere il caso solo in riferimento alla
sua detenzione. Il 15 di aprile invece potrebbe essere la data cruciale per stabilire o meno se il 64enne residente a Maple ma di origini
calabresi, verrà deportato o meno in Italia dove è accusato di associazione maiosa in quanto presunto membro della ’ndrangheta.
In Canada non esiste questo genere di reato, previsto dall’articolo
416 bis del codice penale italiano,
e le autorità canadesi infatti dovranno giudicare se Bruzzese ha
violato le leggi sull’immigrazione.
In particolare il paragrafo 37 (1)
(a) dell’Immigration Refugee Protection Act. La legge giudica infatti inammissibile per un permanent resident come Bruzzese
“l’appartenenza a una organizzazione ritenuta in base ai rilievi anche soltanto in parte connessa ad
attività criminali”. Bruzzese migrò in Canada nel lontano 3 maggio del 1974 ma non è mai diventato cittadino canadese. La cittadinanza lo avrebbe protetto dalla
deportazione proprio per la nullità del capo di imputazione del 416
bis per la legge canadese. Il suo
caso è già stato esaminato diverse volte.
Nelle ragioni riportate dalla
corte federale quella più importante che di fatto negato la libertà a Bruzzese è stata la sua pericolosità, una volta fuori di prigione e la possibilità di rendersi irreperibile, ovvero latitante. Tuttavia nell’ultima relazione è possibile trovare diversi elementi che
hanno motivato questa decisione. Tutto si rifà al primo provvedimento preso dall’Id Member Iris Kohler lo scorso 16 settembre.
In quella occasione Bruzzese veniva deinito come “un pericolo
pubblico” proprio perché legato
alla ‘ndrangheta secondo quanto
Tu:
Un’immagine di Carmelo Bruzzese, accusato di associazione mafiosa
sostenuto dai magistrati italiani.
Kohler ha poi elencato alcuni fatti della vita di Bruzzese qui in Canada che spingevano verso questa conclusione: in primis, il fatto che Bruzzese aveva ammesso
sotto giuramento di essere a conoscenza del fatto che “i suoi igli
portassero con una certa frequenza dall’Italia ingenti somme di denaro invece di utilizzare i trasferimenti bancari”.
In seconda istanza, il fatto di
guidare una Bmw registrata non a
nome suo ma a qualcuno non di
sua conoscenza, di acquistare me-
zia in Italia.
“Nella sua domanda per il cambio delle condizioni o per prolungare il permesso in Canada, Bruzzese – è scritto – non ha rivelato
le accuse provenienti dall’Italia. Il
fatto poi che abbia consegnato il
passaporto il primo giorno di udienza è irrilevante dal momento
che scade il 4 novembre del 2013
e non ha bisogno del documento
se va in giro di nascosto e che in
quanto individuo associato con una organizzazione criminale può
ottenerlo facilmente in maniera
fraudolenta”. Nel documento della corte si parla anche dei garanti, ovvero dei familiari di Bruzzese che a vario titolo hanno cercato
di convincere la corte al rilascio
dietro cauzione. Nessuno di loro
è stato ritenuto attendibili in base
alle scarse frequentazioni tra loro
e il Bruzzese o al fatto che non erano a conoscenza dei suoi guai
giudiziari e delle sue attività. Nella seconda revisione del caso Ronald Stratigopoulos ha rivisto alcune conclusioni della collega ma
ha confermato la tesi di fondo sulla credibilità dell’appartenenza di
Carmelo Bruzzese all’organizzazione criminale calabrese.
[email protected]
CORRUZIONE
CHARBONNEAU
Agente patteggia la pena
Rizzuto era un mediatore
MONTRÉAL - L’ex agente della polizia di Montréal Benoit Roberge si è dichiarato colpevole
di banditismo e di abuso di ufficio per aver venduto delle informazioni agli Hells Angels. Le altre
due accuse di “gangsterism” e di
ostruzione alla giustizia sono invece state archiviate. L’ex sergente-detective, che era stato incaricato di indagare il crimine organizzato, era stato arrestato ad ottobre. Ieri davanti al tribunale di
Montréal ha chiesto scusa tra le
lacrime. «È la sua unica occasione
di manifestare il suo rimorso per
tutto quello che ha fatto» ha detto
il suo avvocato difensore Richard
Perras.
Quest’ultimo ha confermato il
fatto che il suo assistito ha dato
delle informazioni agli Hells Angels perché lui e la sua famiglia
erano stati minacciati e ricattati con violenza durante una telefonata con René Charlebois. «Ha
dovuto prendere una decisione
molto rapida sul fatto di arrendersi o meno a questa minaccia - ha
affermato - Ha preso la decisione sbagliata, e da allora è stato un
Ricevi un
trattamento
equo sul
lavoro?
Lavori in
un ambiente
sicuro
e sano?
lento degenerare». Charlebois è
poi scappato da una struttura detentiva di minima sicurezza a Laval ed è poi stato trovato morto a
settembre due settimane più tardi. Secondo gli inquirenti è stato
suicidio.
Prima della sua morte, Charlebois ha lasciato 10 registrazioni
audio e due ore di video. Le 10 registrazioni contengono le conversazioni tra lui e Roberge. In alcune si parla di come Charlebois e
un altro membro degli Hells Angels, Salvatore Cazzetta, avessero
deciso di lagare Roberge. In una, i
due (Charlebois e Roberge) parlano di un pagamento da $100mila.
La difesa dell’imputato ha sostenuto che quest’ultimo ha ricevuto
$125mila in cambio di una informazione. La polizia di Montréal
è riuscita a recuperare $115mila.
Roberge ha rinunciato all’udienza preliminare nel febbraio scorso
e ha anche deciso di fare a meno
di essere processato da una giuria
preferendo il giudice unico. L’accusa e gli avvocati difensori hanno chiesto per lui otto anni. La
sentenza è attesa per il 4 aprile.
ontario.ca /workplacerights
MONTRÉAL - La mafia non investe il suo denaro nelle costruzioni e o nelle compravendite immobiliari ma chiude sempre gli affari facendo registrare dei profitti.
Questo è quanto è stato detto alla commissione Charbonneau. I
giudici della commissione stanno
cercando di capire il ruolo delle
organizzazioni mafiose e soprattutto il ruolo giocato da Vito Rizzuto in alcuni di questi progetti.
L’investigatore Eric Vecchio ha
testimoniato a proposito delle tattiche criminali: strategie che vedono spesso i mafiosi nascondersi nelle cosiddette seconde linee
senza mai esporsi in prima persona, investire del denaro ma spesso agendo da veri e propri arbitri con tanto di percentuale. Durante l’udienza sono stati ascoltate le registrazioni di Vito Rizzuto,
il boss mafioso scomparso nel dicembre del 2013. Le conversazioni
sono state registrate durante le indagini che hanno portato all’Operazione Colisee.
In quel contesto si sente Vito
Rizzuto tentare di salvare un condominio a Montréal su Commune
Street a rischio per i guai finanziari del costruttore Tony Magi.
Dal 2002, alcuni soci di Magi avevano chiesto a Rizzuto di partecipare. Il boss aveva visto un’opportunità di fare dei profitti giocando da arbitro: alcune conversazioni vedono Teflon Don agire proprio in questa funzione cercando
di negoziare tra i cosi, raccogliere del denaro e fare in modo che
la costruzione del condominio vada a compimento. Poi in altre registrazione si sente Rizzuto in affari per altri progetti edilizi chiamare Magi.
«Usavano spesso denaro di altri, soldi che erano già stati riciclati - ha detto Vecchio - Non siamo più nell’era delle borse di denaro o degli scantinati pieni di
denaro. La situazione è cambiata». Poi è lo stesso Nick Rizzuto Jr a gestire gli affari per conto
del clan. Quest’ultimo è stato ucciso nel dicembre del 2009 non
lontano dell’ufficio di Magi a est
di Montréal. Nessuno è stato arrestato per questo omicidio. Vecchio ha descritto Vito Rizzuto come “l’uomo del compromesso”.
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dicine sotto un altro nome e di aver comprato una casa da $600mila assieme a suo iglio malgrado avesse dichiarato di non guadagnare suiciente denaro ai ini degli
accertamenti iscali. Senza dimenticare il bunker trovato dal Gruppo Carabinieri di Locri all’interno della sua villa nella contrada
di Ligonia di Grotteria. Il ritrovamento del nascondiglio risaliva
ai tempi dell’inchiesta Orso Bruno dalla quale Bruzzese, poi assolto, risultava legato alla criminalità organizzata e in costanti rapporti con il clan dei Rizzuto. Oltre
al fatto che anche alcuni familiari erano a vario titolo legati all’associazione maiosa: il iglio Carlo
fosse accusato anch’egli dalle autorità italiane e che la iglia fosse
sposata con Antonio Coluccio, arrestato e membro di una delle più
importanti famiglie maiose della ‘ndrangheta. Da tutte queste risultanze – è scritto nella decisione relativa alla sua detenzione – il
member Kohler “deliberava che,
molto probabilmente, tutte le prove indicavano che Bruzzese era legato a un’organizzazione criminale”. Un altro passaggio importante riguarda la mancata menzione
da parte del 64enne residente a
Maple dei suoi guai con la giusti-
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CORRIERE CANADESE � VENERDI 14 MARZO 2014
3
CANADA
CITY HALL
Chow, il sindaco che viene da lontano
L’ormai ex mp
potrebbe essere il
primo sindaco di
Toronto nato in un
altro continente
rappresentando una
città a maggioranza di
immigrati
Leonardo N. Molinelli
TORONTO – City Hall potrebbe avere presto un sindaco che
viene lontano. Ieri infatti è stata
presentata uicialmente la candidatura di Olivia Chow a primo
cittadino di Toronto. L’ormai ex
mp federale si aggiunge quindi a
John Tory e Rob Ford nella corsa a
City Hall. Una sida che secondo i
primi sondaggi si giocherà sul ilo
di lana e nella quale ogni fattore
potrebbe essere decisivo. Fatto sta
che per la prima volta Toronto potrebbe avere un sindaco che arriva
da un altro continente e che si è
costruito una nuova vita nella capitale economica del Paese.
Chow, nata a Hong Kong nel
1956 e trasferitasi con la famiglia
in Canada nel 1970, coprirà la fascia sinistra dell’elettorato ed è tra
i favoriti per la vittoria. E proprio
il suo essere nata lontano dal Canada potrebbe essere il fattore decisivo nella campagna elettorale.
Secondo i dati di StatsCan infatti, già nel 2006 la metà esatta
della popolazione di Toronto era
nata all’estero. Un dato che dovrebbe essere ulteriormente cresciuto portando i nati all’estero a
essere maggioranza stando ai dati del 2011 secondo cui il 62,5 per
cento degli immigrati in Canada
vive nel triangolo Toronto-Montréal-Vancouver. E che Chow rappresenta plasticamente con la sua
storia personale.
«Voglio essere il nuovo sindaco» ha detto Chow in un video in
cui oltre a ricordare la sua «esperienza» come trustee, consigliera
comunale e mp ha promesso che
metterà a disposizione della città
«tutto quello che ho imparato da
quando la mia famiglia è arrivata
da Hong Kong». Una citazione
che vuole proprio sottolineare
questo suo arrivare da lontano,
come ormai la maggioranza della
popolazione cittadina.
Un fattore che potrebbe coinvolgere anche la comunità italiana, a dire il vero piuttosto deilata
nella corsa a City Hall e casomai
più vicina a Rob Ford almeno
nella zona di Corso Italia. E proprio dalla comunità italiana viene
quello che inora era stato il politico nato all’estero che aveva avuto il ruolo più importante nella
gerarchia comunale torontina, l’ex
deputy mayor Joe Pantalone.
L’avversario di Ford nella scorsa
campagna elettorale, vice di Miller dal 2003 al 2010 e oggi presidente del comitato per la rinascita
di Harbourfront, è infatti arrivato
a Toronto da Racalmuto in Sicilia
all’età di 13 anni. Proprio come O-
Sopra, Olivia
Chow; a ianco,
da sinistra,
John Tory e
Rob Ford
livia Chow, con la quale Pantalone
ha oltretutto in comune la vicinanza all’Ndp e il riding elettorale
di Trinity-Spadina, dove a sostituire l’ex deputy mayor in Consiglio
comunale è stato Mike Layton,
iglio del compianto Jack, marito
della Chow.
Un’eventuale vittoria della
Chow non sarebbe quindi altro
che una fotograia fedele di quella
che è oggi Toronto. Una città mul-
ticulturale e per lo più abitata da
persone che sono nate altrove e
hanno poi scelto la capitale economica del Canada per costruirsi
una vita e una famiglia.
Il “fattore Chow” potrebbe però
anche superare i conini cittadini
e inluenzare le campagne elettorali dei comuni limitroi come
Mississauga e Markham, dove le
minoranze etniche e le comunità
di persone nate all’estero sono nu-
merose e potrebbero inluenzare
in maniera importante i risultati
elettorali. Specialmente a Mississauga, dove ci si appresta ad avere
un nuovo sindaco dopo i 36 anni
di regno di Hazel McCallion, le
conseguenze potrebbero essere
sorprendenti e cambiare lo scenario politico.
Intanto però la discesa in campo di Chow ha catalizzato l’attenzione degli altri team elettorali.
Particolarmente attivo Nick Kouvalis, campaign manager di John
Tory, che da giorni ormai attacca
l’ex mp accusandola di voler aumentare le tasse e di sfruttare la
pubblicità del suo libro in edicola per fare campagna elettorale.
Più quieto invece Ford, che dopo
i recenti addii nel suo team continua con la sua campagna elettorale sotto tono limitandosi a un
sarcastico «Olivia Chow farebbe
passare David Miller per conservatore».
Proprio l’assenza di Ford dalla
campagna elettorale alimenta i
dubbi sul fatto che il sindaco sarà
efettivamente in campo per cercare la riconferma. Da settimane
riportiamo gli spiferi che da City
Hall parlano di possibili sviluppi
a sorpresa nell’inchiesta che riguarda Ford, che oltretutto prevede per mercoledì prossimo la
pubblicazione di nuovo materiale raccolto dalla polizia nei mesi
d’indagine.
La sensazione è che se Ford si
ritirasse dalla corsa sarebbe la
Chow ad attirare maggiormente i
voti della Ford Nation, da sempre
ostile a Tory. E la carta del venire
da lontano ed essere immigrata da
piccola potrebbe essere decisiva
per l’ex mp ndippina.
Forse per questo il team elettorale di Tory ha iniziato a colpire
Chow in dal primo minuto della
sua discesa in campo.
Il via uiciale alla campagna di
Chow comunque è previsto per
domenica alle 1 pm al The Westin Prince Toronto al 900 di York
Mills Road. Tory invece aspetterà
mercoledì 19 per iniziare la sua
campagna. L’appuntamento è alle 6.30 pm al Polish Combatant’s
Hall su Beverley street.
[email protected]
LO STADIO
I LIBERALI
Bmo Field, 30 milioni di soldi pubblici
TORONTO - Mancano cinque
giorni al 19 marzo, giorno in cui l’Executive Committee afronterà il tema dell’ampliamento del
Bmo Field, ma continuano a trapelare dati e indiscrezioni sulle
condizioni del progetto. Le notizie principali sono l’entità del inanziamento pubblico ai lavori,
che sarebbe di 30 milioni di dollari su 120 totali, il prolungamento al 2037 della concessione alla
Mlse per la gestione dell’impianto e l’aumento di oltre il 100 per
cento della quota issa che la società proprietaria di Tfc, Raptors
e Maple Leafs pagherà a City Hall
ogni anno.
Sul fronte dei soldi pubblici,
la novità è che a dividersi la spesa sarebbero la Città di Toronto,
la Provincia e il governo federale.
Ognuno metterebbe dieci milioni di dollari coprendo in totale il
25 per cento delle spese, mentre il
resto del progetto verrebbe inanziato da fondi privati.
I soldi stanziati da Ottawa e
mi ha aiutato a sfruttare
“ Anna
quegli sconti di cui non conoscevo
nemmeno l’esistenza.” - Nancy R.
il fatto che Anna possa parlare
“ Amo
in italiano e sia più facile per me
capire.”- Paulino M.
una persona preparata
“ Finalmente
e amichevole che comprenda me
e le mie esigenze.” - Dante R.
Queen’s Park sarebbero a fondo
perduto, mentre la parte comunale verrebbe restituita dalla Mlse a
City Hall tramite le revenues dei
guadagni.
Proprio per questo verrebbe
cambiato l’accordo tra la città e la
società guidata da Tim Leiweke
con quest’ultima che dagli attuali
397mila dollari andrebbe a pagare
865mila dollari l’anno come quota issa pagata per la gestione dello stadio. Soldi a cui andrebbero
aggiunti una percentuale degli introiti dell’impianto e dei parcheggi dell’area, che a sua volta verreb-
bero aumentati.
Frutto delle precedenti notizie
è il prolungamento dell’accordo
tra City Hall e Mlse ino al 2037
per la gestione dell’impianto.
Un fatto che allunga di altri dieci anni il precedente impegno, garantendo alla società di pianiicare il futuro dell’impianto come casa di Toronto Fc e dei Toronto Argonauts. E qui un’altra novità piuttosto rilevante. La irma di questo
accordo ino al 2037 rende infatti praticamente uiciale lo sbarco
degli Argos a Exhibition Place allo scadere del loro accordo con il
Rogers Centre nel 2017.
Tra le pagine dell’accordo c’è
infatti l’assicurazione da parte
della Mlse che gli Argos faranno del Bmo Field la loro casa per
i prossimi 20 anni, aumentando
impegni e incassi. Una certezza
in più per la città, ma una brutta
sorpresa per i tifosi di Tfc ai quali
Leiweke aveva assicurato che nessuna decisione sul caso sarebbe
stata presa senza consultarli.
Trudeau blocca Innes
OTTAWA - A volte la moglie deve pagare i “peccati”
del marito. È quanto successo nel distretto di Trinity-Spadina, dove Trudeau ha deciso
di bloccare la candidatura alla nomination liberale di Christine Innes, moglie dell’mp
Tony Ianno. L’ex mp, tra le altre cose, è accusato infatti di
aver intimidito i supporter di
Chrystia Freeland.
QUEEN'S PARK
Lettera a Ndp e tory
TORONTO - Lettera aperta
del ministro del Commercio
Eric Hoskins inviata ad Andrea Horwath e Tim Hudak riguardo l’accordo free trade Canada-Corea del Nord. Il
Corriere pubblicherà la missiva in italiano e in inglese la
prossima settimana.
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VENERDI 14 MARZO 2014 � CORRIERE CANADESE
4
I FATTI DEL GIORNO
METEO
Toronto, dopo la neve il freddo
TORONTO - Per il secondo giorno consecutivo, ieri a Toronto è
rimane in vigore l’avviso di freddo
estremo. Non c’è stato più quello
per il vento gelido ma la giornata
di ieri è stata sì soleggiata ma caratterizzata dal freddo pungente:
in mattinata con l’efetto del vento
la colonnina di mercurio è scesa
ino a 30 gradi centigradi sotto lo
zero. Oggi la temperatura dovrebbe salire lentamente ino a raggiungere nel pomeriggio una massima di 5 gradi sopra lo zero con
venti e possibilità di piogge.
La nevicata abbondante di mercoledì, che si è abbattuta su Toronto, tutta la Gta e l’Ontario meridionale ha causato, con l’abbassarsi delle temperature, condizioni diicili di guida a causa delle strade ghiacciate: sono stati
numerosi gli incidenti nella Gta,
molti lungo il tratto dell’autostrada 401 che va da Mavis Drive a
Milton. Almeno due persone hanno perso la vita in incidenti avvenuti a causa delle strade scivolose.
«Concentrarsi e guidare con estrema cautela è quel che occorre
fare in queste situazioni - ha detto
il sergente Dave Woodford, portavoce dell’Opp - molti incidenti si veriicano perché gli automobilisti guidano a velocità sostenute, troppo elevate per le condizioni dell’asfalto stradale. Anche se
la strada sembra asciutta potrebbe esserci del ghiaccio che non si
nota, il cosiddetto black ice”.
È questo un inverno, che a detta
della maggior parte dei residenti
di Toronto, sembra non inire più.
Per gli studiosi del clima invece, inverni caratterizzati da lunghi periodi di freddo artico, come questo che stiamo per lasciarci alle spalle, potrebbero essere il
risultato diretto dei cambiamenti
climatici.
In un articolo i ricercatori Jennifer Francis e Stephen Vavrus della Rutgers University hanno scritto che lo scioglimento del ghiaccio
artico sta indebolendo la corrente
di venti che con il loro rapido movimento separano l’aria più fredda del nord da quella più temperata che si trova a sud. Indebolendosi,
questa barriera scende verso sud
per periodi più lunghi rispetto al
passato, portandosi dietro aria gelida per periodi sempre più lunghi.
È l’indebolimento di questi venti, secondo gli studiosi, a portare al
veriicarsi di eventi meteorologici
estremi che derivano da condizioni
prolungate di siccità, inondazioni,
ondate di freddo estremo e di caldo esagerato.
Secondo quanto pubblicato su
Geophysical Research Letters,
mentre il clima (o la temperatura media globale) della Terra si riscalda, non è detto che in ogni regione della terra si veriichi la stessa situazione. Luoghi soggetti a clima caldo vedranno il veriicarsi di
siccità prolungate mentre la maggior parte del Canada può invece
sperimentare ondate di freddo più
lunghe.
CRONACA
Scarborough, uomo di 70 anni trovato morto nella neve
TORONTO - Un uomo di 70 anni
è stato trovato morto in un cumulo di neve nei pressi della sua abitazione a Scarborough. L’anziano,
che era scomparso dalla sua abitazione che si trova al 12 Balcarra Avenue verso le 2 di mattina, è
stato trovato dai familiari sei ore
più tardi nei pressi di Kingston
e McCowan Road: in ospedale i
medici non hanno potuto far altro
che constatare il decesso dell’uomo.
¬ La York Region Police ha arrestato un uomo di 26 anni sulla cui
testa pendevano tre mandati di arresto in tutto il Canada. Jaspinderpal Gill, conosciuto anche come
Vinnie Sandhu e Amritpal Sidhu,
deve rispondere di numerosi capi
di accusa tra i quali aggressione
e disobbedienza ad un ordine del
tribunale. Gli investigatori ritengono che l’uomo arrestato a Surrey, in British Columbia, si sia allontanato dall’Ontario per evitare
l’arresto.
Due anziani salvati
dal coraggio
della vicina di casa
TORONTO - Due anziani salvati in un incendio dal coraggio della loro vicina di casa.
È successo ieri a Toronto su
Playfair Avenue, proprio di
fronte alla scuola Dante Alighieri, dove nel garage della
casa di Gaetano e Agata Gracci sono divampate le iamme
- per cause ancora da accertare - che ben presto minacciavano di propagarsi per tutta la casa. Gaetano, 90 anni, è
rimasto bloccato nel garage
mentre la moglie Agata, 88,
che ha alcuni problemi di udito, non si è accorta del pericolo imminente. La vicina
di casa Lucy Iantosca, insegnante della Dante Alighieri,
ha salvato i due anziani, mentre i igli chiamavano il 911.
Sul posto sono giunti numerose unità dei vigili del fuoco che per fortuna sono riuscite a domare le iamme prima che l’incendio si tramutasse in tragedia. I due anziani sono stati ricoverati a scopo precauzionale.
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Sabato, 29 marzo 2014
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CORRIERE CANADESE � VENERDI 14 MARZO 2014
5
ITALIA
DROGA
Arrestata la “Dama bianca” del Cav
NAPOLI - Ventiquattro chili di
cocaina nel trolley e nello zainetto. Quando i militari della Guardia
di Finanza di Napoli l’hanno bloccata all’aeroporto di Fiumicino, si
è mostrata incredula e sgomenta:
«Mi hanno fregata...». Poi è scoppiata a piangere quando ha realizzato di essere inita in un guaio grosso, con un’accusa di traico
internazionale di stupefacenti e il
rischio concreto di una condanna
pesantissima, di almeno otto anni
di reclusione.
Federica Gagliardi, 31 anni, soprannominata la Dama bianca da
quando fu vista scendere dal volo di Stato che portava l’allora premier Berlusconi e il suo staff al G8
e G20 di Toronto in Canada nel
2010, è stata rinchiusa nel carcere di Civitavecchia dove il gip, nel
tardo pomeriggio, ha convalidato
l’arresto in flagranza e il sequestro
di droga.
Lei, che ha chiesto di poter contattare subito il suo avvocato, ha
affermato di non sapere nulla della cocaina e si è detta convinta che
qualche sconosciuto abbia collocato i 21 panetti, chiusi da nastro
adesivo e cellophane, nel suo bagaglio a mano.
Proveniva da Caracas e, una
volta sbarcata, intendeva poi raggiungere Napoli.
Gli investigatori del Nucleo di
Polizia Tributaria, coordinati dal
colonnello Nicola Altiero, ipotizzano che la droga fosse destinata a
un clan della camorra, per alimentare le piazze di spaccio a Napoli e
nella capitale.
Gli inquirenti stanno svolgendo accertamenti sul passaporto e
altri documenti per veriicare se
la Gagliardi abbia fatto altri viaggi in paesi del Sudamerica. I traficanti avrebbero potuto utilizzare
la donna, incensurata, ritenendo
che sarebbe stata in grado di passare indenne i controlli di frontiera.
Federica Gagliardi fece parte
dello staff che accompagnò Berlusconi al summit internazionale del 2010. Era in completo bianco anche durante la visita del premier a Panama nel giugno dello
stesso anno.
Bionda, isico atletico, bella presenza, la donna non passò inosservata e molti si chiesero quale
ruolo ricoprisse nella delegazione italiana.
Risultò responsabile della segreteria del segretario generale
della Regione Lazio.
Per giustiicare la sua presenza
Silvio Berlusconi accompagnato dalla “Dama bianca” durante il G8 canadese del 2010
al summit di Huntsville fu spiegato che la Gagliardi, che aveva fatto parte del comitato elettorale di
Renata Polverini, durante la campagna «aveva avanzato la richiesta di partecipare ad una missione all’estero in caso di vittoria e-
lettorale».
La presenza di questa misteriosa ragazza, quattro anni fa, suscitò l’interesse e la curiosità anche
della stampa canadese.
Molti giornalisti si domandarono chi fosse e non diedero trop-
po credito alla spiegazione uiciale che venne data dal portavoce
della delegazione italiana. Quella
del 2010, in occasione del vertice
G20 di Toronto e del summit G8
di Muskoka, fu l’ultima volta che il
Cavaliere venne in Canada.
’Ndrangheta,
maxi sequestro
a cosca ionica
REGGIO CALABRIA - In 15 anni
avevano creato un impero, fatto di
società e complessi turistici nelle più rinomate località di vacanza della Calabria. Un patrimonio
che mal si conciliava con i redditi dichiarati, di poche migliaia di
euro all’anno, ma spiegabile, secondo l’accusa, con l’appartenenza a due delle più potenti cosche
della fascia ionica reggina, gli Aquino ed i Morabito, operanti ad
Africo e Marina di Gioiosa Ionica.
Adesso quel patrimonio, valutato 420 milioni di euro, è stato acquisito alla disponibilità dello Stato grazie alla Guardia di Finanza
che stamani, al termine di lunghe
e laboriose indagini, ha sequestrato complessi turistici, società, sette auto di lusso e conti correnti
vari, il tutto riconducibile ad una
quarantina di persone.
Le indagini sono state avviate nell’ambito dell’operazione
“Metropolis” che il 5 marzo dello scorso anno, portò all’arresto di
20 persone accusate di associazione maiosa, trasferimento fraudolento di valori e reimpiego di capitali illeciti. Dalle indagini era emerso che Morabito ed Aquino,
grazie ad un’articolata e complessa rete di società italiane ed estere, erano riuscite a garantirsi, con
la forza dell’intimidazione maiosa, la gestione, il controllo e la realizzazione di decine di importanti
e noti complessi immobiliari turistico-residenziali, situati nelle più
belle zone della Calabria.
MOLFETTA
Fruttivendolo capoclan ucciso tra la folla
Beppe Desiderato
MOLFETTA (BARI) - Tredici anni in carcere per associazione
maiosa, scarcerato da un anno e
mezzo, ieri ucciso con due colpi
di pistola alla testa, a bruciapelo.
È morto così davanti alla sua bancarella di frutta e verdura Alfredo
Fiore, di 51 anni, capoclan dell’omonima famiglia. A far fuoco un
uomo con in testa un casco, in sella a una moto. Due colpi in rapida
successione, tra lo sgomento e le
urla della tantissima gente che affollava, come ogni giovedì, il mercato settimanale di via Ugo La
Malfa. E poi via sullo stesso mezzo, in un classico regolamento di
conti, probabilmente nella lotta
per il controllo del traico di stupefacenti.
Fiore era una persona che contava nella malavita molfettese e
del circondario. A certi livelli, il
suo nome emerse quando il 7 luglio 1992 fu ucciso a Molfetta il
sindaco democristiano Giovanni
Carnicella. Il primo cittadino era
stato tra quelli ad opporsi a far tenere, in città, un concerto dell’allora in voga cantante napoletano
Nino D’Angelo, idea nata ad una
festa di Fiore e proposta, per sida, a un impresario locale.
Questi, Cristoforo Brattoli, per
vendicarsi contro il mancato permesso a organizzare l’evento, uc-
NUOVA
Una tradizione cattolica
cise il sindaco e si costituì. Dopo
questo delitto, al quale era estraneo, il ruolo di Fiore nella malavita cittadina e del circondario
crebbe tanto che nel 1996 fu coinvolto in un blitz della Dda di Bari, coordinato dall’allora pm Michele Emiliano (l’attuale sindaco
Pd di Bari).
Oltre 100 persone arrestate, fu
sgominato quello che i carabinieri deinirono “il più grande bazar
di stupefacenti nel Sud Italia”. In
primo grado il fruttivendolo-capoclan fu condannato a 20 anni
di reclusione, ridotti a 13 in appello.
A margine dell’omicidio di Fiore, da registrare l’aggressione da
parte di alcune parenti della vittima alla cronista di un quotidiano che scattava fotograie con il
suo telefono cellulare sul luogo
del delitto.
La giornalista è stata dapprima minacciata, poi afferrata per
i capelli e fatta cadere, e le è stato sottratto il telefonino. Soccorsa dai carabinieri, che si sono fatti riconsegnare l’apparecchio che
hanno restituito, è stata inine medicata in ospedale dove le hanno
riscontrato lesioni guaribili in pochi giorni.
L’ennesimo omicidio di mala,
compiuto con efferatezza tra la
gente, ha colpito la cittadinanza e
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VENERDI 14 MARZO 2014 � CORRIERE CANADESE
6
ITALIA
IL GOVERNO
«Unità nazionale
per riportare
a casa i marò»
Renzi: rispetterò gli impegni
guadagnano più del «presidente della Repubblica», 2,5 miliardi
dall’innalzamento delle rendite inanziarie, bot esclusi, dal 20 al 26
«come in Europa».
La parte del leone per le risorse
deve farla, secondo il premier, la
spending review. Renzi smentisce
il commissario dei tagli che aveva ipotizzato un contributo delle
pensioni tra i 2mila ed i 3mila euro, esclude patrimoniali ma chiede a Cottarelli di cercare i soldi
negli sprechi dello Stato per arrivare ino a 7 miliardi di tagli nel
2014.
«I 3 miliardi indicati dal commissario sono prudenziali perché
pensava non ci fosse volontà politica», spiega il premier che non
ha intenzione di guardare in faccia nessuno e per il futuro vuole
anche i dirigenti pubblici «a tempo determinato». Per trovare le risorse attraverso la spending, Renzi, «d’accordo con Padoan», avoca
a Palazzo Chigi la struttura operativa guidata da Cottarelli. Insomma, Renzi non ha paura di prendere impegni e assommare responsabilità sotto di sé. E a chi lo deinisce il iglioccio di Silvio Berlusconi, per le sue abilità dialettiche, l’enfant prodige della politica, diventato premier, fa spallucce: «Non lo sono, ognuno ha il
babbo che ha...». I voti del centrodestra, invece, li vuole eccome ma
esclude che siano le europee le elezioni in cui il Pd possa «scardinare» i consensi degli altri partiti.
Cristina Ferrulli
ROMA - Non andrà in pellegrinaggio sul Monte Senario, vicino
Firenze, il premier Matteo Renzi
se non manterrà gli impegni del
suo piano choc. «So dove mi mandano gli italiani...», ironizza consapevole che, invece del viaggio
al Santuario, gli toccherà un epiteto pesante: «Bufone». Per evitarlo il premier è pronto a far calare la scure sui costi della politica,
sui manager e sulla spesa pubblica. Ma non sui pensionati, esclude Renzi smentendo il commissario Carlo Cottarelli e annunciando che la spending review traslocherà dal Tesoro sotto la campana della presidenza del Consiglio
così se i tagli non riusciranno sarà
«colpa mia».
Uscendo da Palazzo Chigi, dove, ironizza, vive «agli arresti domiciliari» in balia di Graziano
Delrio che gli impedisce di fare «i
fuochi di artiicio», Renzi si siede,
per la prima volta da premier, nel
salotto di Porta a Porta. E più che
preoccupato per il monito della Bce, «è uno statement di dieci giorni fa», sembra determinato a rispettare scadenze e impegni.
Anche il parametri europei saranno rispettati ma, chiarisce ancora una volta Renzi, «noi vogliamo l’Europa dei cittadini e non
dei vincoli» e soprattutto chiede
rispetto e annuncia «una battaglia
perché l’Ue veda un’Italia autorevole».
Per l’ex sindaco di Firenze l’autorevolezza del nostro paese sta
nello spingere l’acceleratore della
crescita e del lavoro. «Per la prima volta il governo, invece di aumentare le indennità dei consiglieri regionali, li restituisce alle persone», assicura Renzi che
non condivide chi, come Padoa
Schioppa, deiniva le tasse “sexy”.
«L’Irap è una tassa odiosa scandisce - perché più crei posti
di lavoro più lo stato ti tassa”. Purtroppo, ammette il premier, il governo non ce la fa subito a “produrre uno choc» dimezzando il
carico iscale. S
i parte dai ceti medio-bassi e
qui il premier non ha intenzione
di derogare agli impegni assunti mercoledì: entro maggio taglio
del cuneo iscale, entro settembre,
“San Matteo”, sblocco dei debiti
della pubblica amministrazione,
una scommessa con Bruno Vespa
che si impegna ad andare al santuario iorentino se perde.
Renzi torna ad escludere categoricamente un problema di coperture, «i soldi ci sono» e, snocciolando cifre, elenca i capitoli di
spesa.
Tagli dei costi della politica, a
partire dalla chiusura del Senato
elettivo, vendita online delle auto blu, «i simboli del potere», 500
milioni dalla riduzione degli stipendi dei manager pubblici, che
NEW DELHI - Per riportare presto a casa i due Fucilieri di Marina «è necessario uno sforzo unitario che faccia sentire il più possibile la forte voce di tutta l’Italia»:
nel suo primo contatto diretto ieri
a New Delhi con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, il ministro della Difesa Roberta Pinotti,
ha voluto testimoniare l’impegno
suo e del governo per imprimere una svolta ad una troppo lunga
vicenda inita nelle secche politico-giudiziarie indiane.
Pinotti ha sottolineato il carattere privato e volutamente di basso proilo della visita in India che
si concluderà oggi, frutto essenzialmente della necessità di conoscere personalmente i due militari.
«Oltre a leggere il dossier sulla
vicenda - ha spiegato - era importante farmi raccontare da chi vive
questa terribile storia da due anni la situazione, il loro pensiero,
se concordavano con le decisioni
che il governo sta prendendo, perché su questo è fondamentale che
ci sia unità di intenti».
E da Delhi il ministro ha ricordato un caposaldo della strategia
governativa, quello legato all’internazionalizzazione del caso, di
cui è stata investita l’Unione europea (Ue), e che è stato da lei stessa sollevato una decina di giorni
fa anche nella riunione interministeriale della Nato tenutasi a Bruxelles.
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CORRIERE CANADESE � VENERDI 14 MARZO 2014
7
ESTERI
(segue dalla prima)
Kiev risponde a Mosca istituendo la Guardia nazionale: un gruppo armato che potrà contare su
60mila uomini e che sarà alle dipendenze del ministero dell’Interno. Ma a tre giorni dal referendum che potrebbe segnare l’annessione alla Russia della Crimea (già occupata militarmente dai
soldati del Cremlino e da formazioni armate ilorusse), in alcune
città dell’Ucraina orientale, quelle in cui si parla russo, una parte
della popolazione non disdegna
l’idea di passare sotto il tricolore
di Mosca.
Si tratta di una minoranza, ma
da queste parti il nuovo governo
ilo-occidentale non è molto amato e ieri a Kharkiv, sventolando la
bandiera ucraina, almeno 10.000
persone hanno manifestato in difesa di Ghennadi Kernes, il sindaco della città - vicino al deposto presidente Viktor Ianukovich
- che è stato convocato a Kiev per
essere interrogato dalla procura
generale.
Intanto la Russia ha messo in
allerta 4.000 parà, 36 aerei e 500
mezzi militari nella regione di Rostov sul Don, non lontano dal conine con l’Ucraina, e a questi si aggiungono sei aerei da combattimento Su-27 e tre aerei militari da
trasporto appena dislocati in territorio bielorusso.
Mosca risponde così alle iniziative Nato vicino all’Ucraina: alcuni aerei radar Awacs sorvolano infatti la Polonia e la Romania, mentre in Lituania gli Stati Uniti hanno inviato sei caccia F-15 e in Po-
Ucraina: nuove tensioni all’Est,
Kiev crea la guardia nazionale
lonia sono già atterrati sei F-16 Usa, parte di una unità militare americana richiesta da Varsavia e
che dovrebbe essere composta da
una dozzina di F-16, aerei da trasporto e 300 soldati.
Le manovre a terra e in cielo hanno indotto Aerolot e le altre compagnie russe a cambiare le
rotte che sorvolano l’Ucraina. L’obiettivo della Nato - di cui l’Ucraina non fa parte - è probabilmente
quello di scoraggiare un eventuale attacco di Mosca, il cui esercito
è notevolmente più forte di quello
ucraino, non solo numericamente (845.000 soldati contro 130.000
soldati) ma soprattutto in termini di mezzi e tecnologie a disposizione.
Anche con il sostegno della
nuova Guardia nazionale i rapporti di forza non cambieranno molto, ma un’iniezione di 60.000 uo-
mini naturalmente non può che
giovare all’esercito di Kiev, che è
formato in gran parte da soldati di
leva.
Secondo il segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale ucraino, Andrii Parubii, la Guardia nazionale è una risposta “alle side
che si trova ad afrontare l’Ucraina”, e sembra che 40.000 volontari si siano già presentati nei centri
di reclutamento.
Ma la Guardia nazionale avrà
come zoccolo duro i gruppi di
“Autodifesa” che hanno combattuto a Kiev nella rivolta di Maidan
e che hanno contribuito alla caduta del ‘regime’ di Viktor Ianukovich. E a comandare questi gruppi, che presidiano ancora il centro della capitale e che verranno
così in qualche modo ‘istituzionalizzati’, è proprio lo stesso Parubii, un membro del partito di Iulia
Timoshenko ‘Patria’. Ma Kharkiv non è Kiev: qui molti bollano la
rivolta di Maidan come “fascista”,
proprio come fa la propaganda del
Cremlino.
In questi giorni anche qui non
sono mancate le manifestazioni a
favore del nuovo governo ucraino,
ma neanche quelle per l’annessione alla Russia, e sono in tanti a rimpiangere le vecchie autorità e a ritenere che ci siano motivi politici dietro i guai giudiziari del sindaco Ghennadi Kernes
e dell’ormai ex governatore della
regione, Mikhail Dobkin (arrestato aver tentato di violare l’integrità territoriale dell’Ucraina).
A Kharkiv quasi tutti dicono
di sentirsi ucraini e di non essere meno ucraini solo per il fatto di
parlare russo. Ma c’è chi come Oleg, che ha 52 anni, pensa sia “meglio stare sotto Mosca che avere
un governo di fascisti” e chi come
Liuba non ne vuole sapere della
Russia e, pur criticando la rivolta di Maidan, condanna l’invasione di Putin in Crimea, e non può
trattenere le lacrime pensando al
iglio che fa il militare proprio là,
nella penisola assediata dai russi.
LA CRISI
Unione europea e Stati Uniti pronti a risposte dure
Rosanna Pugliese
BERLINO - Un conlitto militare
non è un’opzione, dice la cancelliera tedesca Angela Merkel, ma
l’Occidente unito contro le gravi violazioni di Mosca in Crimea procede risoluto verso le sanzioni contro la Russia. Se il referendum sulla Crimea si farà domenica, già lunedì saranno intrapresi «passi seri» contro la Russia da parte di Stati Uniti e Europa: annuncia il segretario di Stato americano, John Kerry, parlando al Congresso. Poche ore prima,
dal Bundestag, a Berlino, la grande mediatrice Merkel aveva messo in chiaro: senza segnali concreti sulla crisi Ucraina, siamo pronti lunedì a passare al secondo livello, con misure economiche che
danneggeranno innanzitutto la
Russia.
Mosca reagisce subito: «Risponderemo con decisioni simmetriche». Vladimir Putin va avanti e contrattacca. La Russia
«non ha colpa ma è stata coinvolta in un modo o nell’altro» nella
crisi: dichiara il presidente russo,
in un incontro presieduto al con-
siglio di sicurezza, dove ha ostentato di snobbare l’emergenza Kiev. Al contrario, è risuonato forte il
grido d’allarme del premier ucraino: «Il mio Paese è stato aggredito
senza motivo da uno Stato vicino,
e questo è inaccettabile nel ventunesimo secolo», ha detto il premier ad interim dell’Ucraina, Arseniy Iatseniuk.
A pochi giorni dal referendum
di domenica con cui la Crimea, illegittimamente secondo la comunità internazionale, deciderà la
secessione, i tentativi diplomatici per convincere la Russia conti-
L'OSCE
ROMA - Le condizioni del dialogo
nella crisi in Crimea sono migliorate negli ultimi giorni, e la Russia ha accettato un sorvolo aereo sui propri conini per monitorare la propria presenza militare al
conine ucraino. Adesso, il primo
obiettivo della comunità internazionale è di costituire una missione di monitoraggio in Ucraina
che aiuti il confronto con Mosca.
Lo spiega in un’intervista il segretario generale dell’Osce Lamberto Zannier, ribadendo comunque che il referendum di domenica prossima in Crimea è illegittimo.
Sul terreno, si lavora per una
mediazione tra Mosca e Kiev che
scongiuri eventuali escalation militari. Ieri, conferma Zannier, un
gruppo di funzionari dell’Osce
sono arrivati nell’est dell’Ucraina, nella regione di Kharkiv, dove hanno avviato contatti con autorità militari locali. «Fino a questo momento non c’è stato alcun
problema ed il dialogo prosegue»,
legale perché si tenga il referendum in Crimea», ha detto Kerry.
«Spero che la Russia sia cosciente che sulla crisi in Ucraina la comunità internazionale è forte e
unita», ha scandito. «Mosca deve rispettare la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale
dell’Ucraina».
È il leitmotiv del discorso di
Frau Merkel in Parlamento, a Berlino: se Mosca non cambia rotta dando segnali concreti questo
danneggerà in modo massiccio
anche la Russia economicamente
e politicamente.
MACELLERIA
Zannier: referendum illegale
Luca Mirone
nuano incalzanti. L’Ocse ha sospeso temporaneamente il processo
di adesione di Mosca. John Kerry ha parlato con il collega britannico William Hague, prima di una
telefonata al ministro degli esteri
russo Serghiei Lavrov che domani
incontrerà a Londra. E in una conference call - alla quale ha partecipato anche il ministro degli esteri
italiano Federica Mogherini - si è
rilanciato il canale diplomatico aperto a Roma.
«La Russia deve rispettare il diritto internazionale: non c’è alcuna giustiicazione o motivazione
spiega l’ambasciatore. Si registra
poi una seconda iniziativa che sta
per andare a buon ine. La Russia
ha accettato la richiesta dell’Osce di sorvolo sul proprio territorio di un aereo a sensori, al conine con l’Ucraina, per monitorare la presenza militare russa nella zona. L’operazione, che si svolge nel quadro del Trattato sui cieli aperti sottoscritto dai Paesi Osce, «potrebbe partire nei prossimi giorni», annuncia il numero uno dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. I rilettori sono naturalmente puntati sul referendum in Crimea per l’annessione alla Russia,
in programma domenica prossima, con Mosca che cita il caso Kosovo per dimostrare la legittimità del voto. L’Osce, invece, ritiene il contrario, «perché le sue modalità di svolgimento non saranno
in linea con le nostre procedure»,
spiega Zannier, ricordando inoltre
che questo referendum «è contrario alla Costituzione ucraina». Per
questo motivo, non sono previsti osservatori elettorali. L’Ucrai-
na non ha fatto nessuna richiesta
in tal senso, mentre quelle arrivate dalla Crimea «non possono essere accolte perché l’Osce non riconosce quelle autorità», speciica l’ambasciatore.
L’esito del voto poi consentirà
ulteriori valutazioni. «Vedremo
come andrà», sottolinea Zannier,
appellandosi comunque a «continuare sulla strada del dialogo».
Facendo partire il prima possibile una missione internazionale
di monitoraggio sul territorio ucraino e «provando a fare ulteriori passi sul piano politico rispetto all’intesa del 21 febbraio» siglata dall’allora presidente ucraino Viktor Ianukovich e dai principali esponenti dell’opposizione,
che prevede un ritorno alla Costituzione del 2004, la riduzione dei
poteri del presidente, la formazione di un governo di unità nazionale ed elezioni presidenziali entro
dicembre. Inoltre, l’Osce sta lavorando per inalizzare un programma di assistenza e dialogo tra tutte le componenti etniche dell’Ucraina.
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FOCUS
Esplosione
a Manhattan,
il bilancio
si aggrava
Alessandro Ursic
BANGKOK - Un’altra giornata di
ricerche dell’aereo Malaysia Airlines MH370 sparito sabato con 239
persone a bordo è passata invano. Ma il mistero sulle ultime ore
del volo del Boeing 777-200, invece di chiarirsi, si è inittito grazie
alla serie di rivelazioni e smentite da parte del governo di Kuala
Lumpur. La mancanza di certezze ha portato al progressivo allargamento dell’area dove una task
force multinazionale è impegnata
nelle operazioni di recupero, lasciando l’impressione che le autorità brancolino nel buio. Una potenziale svolta nelle indagini è arrivata ieri mattina dal Wall Street
Journal, che citando investigatori
americani in contatto con la Boeing e la Rolls Royce (costruttrice
dei motori) ha menzionato la possibilità che il velivolo abbia proseguito per quattro ore dopo la
scomparsa dai radar.
Data l’improvvisa virata verso
ovest rilevata dai radar military
malaysiani e attribuita quasi con
certezza al MH370, l’aereo potrebbe quindi aver percorso quasi ino a 4mila chilometri nell’Oceano
Indiano, rendendo quindi ancora
più diicile il compito delle ricerche. La rivelazione del quotidiano statunitense è stata però smentita nel pomeriggio dal ministro
malaysiano dei trasporti, Hishammuddin Hussein, secondo cui non è vero che la Rolls Royce abbia ricevuto dati trasmessi dall’aereo dopo l’ultimo punto di contatto. A differenza del transponder, che può essere disattivato
manualmente dai piloti, i motori non inviano dati in modo continuo ma a intervalli pre-programmati. L’ultimo è stato all’1:07, a neanche mezz’ora dal decollo e a più
di un’ora dall’improvvisa sparizione del MH370.
In mattina si è presto rivelato
non rilevante l’ennesimo avvistamento di detriti sospetti, questa
volta da parte di un satellite cinese che aveva rilevato tre grossi oggetti galleggianti in un’area ad est
della rotta originaria. Ma un aereo
inviato dalla Malaysia ha appurato
che gli oggetti non avevano nessun collegamento con il volo Kuala Lumpur-Pechino sparito. Senza progressi nelle indagini, tutte
le ipotesi - dal terrorismo al cedimento strutturale al suicidio dei
piloti - rimangono aperte. “Non ci
sono precedenti per una situazione del genere. L’aereo si è volatilizzato”, ha twittato in serata il mi-
Valeria Robecco
Aereo scomparso: le ricerche
brancolano ancora nel buio
nistro Hishammuddin. Dalla Cina,
che aveva 153 suoi connazionali a
bordo e mercoledì aveva aspramente criticato le autorità malaysiane, è giunta ieri la promessa pronunciata dal primo ministro Li
Keqiang - che il Paese continuerà
le ricerche “inché rimarrà un barlume di speranza”.
Il tempo trascorso senza notizie sta logorando i parenti dei di-
spersi. «Ogni giorno sembra un’eternità», ha dichiarato alla Cnn la
moglie di uno di essi. Ma anche le
autorità malaysiane sembrano sopraffatte dalla pressione internazionale di fronte alla mancanza di
informazioni, e gli operatori della
Malaysia Airlines non sanno più
cosa dire di fronte al misto di rabbia e disperazione dei parenti dei
239 passeggeri; dopo un incontro
con essi, ieri due dipendenti della compagnia aerea si sono sciolte in lacrime. Anche per rispetto
delle vittime, la Malaysia Airlines
ha deciso oggi di rinominare quel
volo Kuala Lumpur per il futuro,
assegnandoli il codice MH318. Ma
inché non verrà ritrovato l’aereo
scomparso, lasciarsi alle spalle il
misterioso incidente sarà impossibile.
STATI UNITI
Allarme sabotaggio, grave rischio blackout
NEW YORK - L’intero sistema di
forniture di energia elettrica degli Stati Uniti potrebbe andare
in tilt qualora dei sabotatori riuscissero a colpire contemporaneamente nove delle 55.000 sottostazioni elettriche sparse nel
Paese, che piomberebbe così in
un black-out per settimane, se
non mesi.
Lo dicono fonti a conoscenza
di una analisi della Commissione federale per l’energia elettrica (Ferc), secondo cui un attacco
coordinato ad ognuno dei tre sistemi elettrici regionali del Pae-
se (Est, Ovest e Texas) porterebbe ad un collasso dell’intero sistema nazionale.
Un numero limitato di sottostazioni nel Paese svolgono un ruolo molto vasto nel garantire il
flusso di elettricita’ in regioni
molto grandi.
Usando un modello software,
la Ferc ha esaminato la tenuta
del sistema in caso di collasso di
importanti sottostazioni e ha rilevato che quelle che potrebbero
avere caratteristiche critiche sono 30.
Alcuni alti funzionari federa-
li, tuttavia, ritengono che le conclusioni del rapporto possano aver sopravalutato la vulnerabilità della rete elettrica.
I sistemi elettrici vengono realizzati in modo che possano essere elastici ed è diicile che
possano essere messi in crisi su
larga scala da eventuali attacchi,
ha affermato David Ortiz, vice
assistente segretario del Dipartimento per l’Energia.
Però, ha aggiunto, il rapporto
può essere «un modo per avviare
una discussione sulla protezione
isica» del sistema.
NEW YORK - Sette morti, oltre
60 feriti, e diverse persone ancora disperse: questo il bilancio della potentissima esplosione, causata da una fuga di gas, che ha polverizzato due ediici a East Harlem,
a Manhattan. Secondo quanto riportato dai media statunitensi, almeno 66 persone sono attualmente ospitate in centri di accoglienza, mentre il sindaco della Grande Mela, Bill de Blasio, spiega che
le operazioni di ricerca sul sito intorno alla 116/ma Strada, tra la Madison e Park Avenue, potrebbero
andare avanti per giorni.
Tra le vittime già identiicate ci
sono Griselda Comacho, 45 anni,
guardia privata dell’Hunter College, l’igienista dentale Carmen
Tanco, 67 anni, e la 21 enne Rosaura Hernandez Barrios. È un miracolato invece Colin Patterson:
l’uomo si è salvato nascondendosi
sotto i pianoforti che riparava nel
negozio al piano terra di uno dei
due ediici crollati.
Intanto monta la rabbia tra i superstiti dell’esplosione, secondo i
quali già da tempo nei palazzi si
sentiva odore di gas. E c’è addirittura chi denuncia che diverse fughe di gas si sono succedute negli ultimi due anni: Keema Thomas, 23 anni, spiega che più volte il palazzo è stato fatto evacuare,
ma che poi tutti sono tornati nelle loro abitazioni dopo meno di
mezz’ora.«Da quando sono iniziati i lavori a una costruzione vicina
- precisa il fratello Quande, 20 anni - questo avveniva regolarmente. Se avessero indagato più a fondo, tutto ciò si sarebbe potuto evitare», continua il ragazzo. Gli fa eco Sarah Borrero, 58 anni, che abitava al secondo piano di uno dei
due ediici crollati, la quale spiega di aver sentito odore di gas nel
corridoio già dalle sei di ieri mattina, quando è uscita per andare al
lavoro. «Ma capitava spesso - aggiunge - quindi non ci siamo preoccupati più di tanto». Divampano le polemiche sulla sicurezza
delle infrastrutture di New York.
La presenza di strutture vecchie e
obsolete è infatti uno dei maggiori problemi della città.
LA CRISI
EGITTO
Presidenziali con la minaccia di Al Qaeda Siria, Paese ancora diviso
Giuseppe Maria Laudani
IL CAIRO - Entro il 17 luglio l’Egitto avrà un nuovo presidente: le
parole del capo di Stato ad interim, Adly Mansour, non lasciano
adito a dubbi. Il cammino non facile verso una transizione democratica, dopo l’adozione in gennaio della nuova Costituzione
con un referendum, sembra dunque proseguire. Questo malgrado
i forti scossoni interni inferti dai
Fratelli musulmani, messi al bando dalle autorità militari, e le minacce dei gruppi jihadisti legati ad
Al Qaeda, che oggi hanno rivendicato un agguato contro i militari
uccidendo un uiciale dell’esercito.
La Costituzione parla chiaro ha reso noto la presidenza egiziana -, ed entro sei mesi dall’entrata
in vigore della Carta si dovranno
tenere le elezioni presidenziali,
che dovranno concludersi entro e
non oltre il 17 luglio, seguite poi
da quelle Parlamentari. E sembra
oramai una questione di giorni se non di ore - l’annuncio formale della candidatura alle presiden-
ziali del capo delle forze armate, Abdel Fattah al Sisi. Ieri Sami
Annan, ex capo di stato maggiore dell’esercito, ha annunciato che
non si presenterà, mentre l’ex generale ed ex premier Ahmed Shaik ha reiterato il suo appoggio a
Sisi, affermando che bisogna unire gli sforzi ed evitare una dispersione dei voti. Salvo colpi di scena, Sisi sembrerebbe per ora essere l’unico potenziale candidato
militare alle elezioni.
Annunci che tranquillizzano
solo in parte l’opinione pubblica,
sempre più sconcertata dal susseguirsi di episodi di violenza, come
l’agguato mortale avvenuto questa mattina contro un bus dell’esercito a ovest del Cairo, costato la vita a un uiciale dell’esercito. Altri tre militari sono rimasti feriti nell’imboscata, che è stata poi rivendicata dalla sigla qaedista Ansar Beit el Maqdis, i “Partigiani di Gerusalemme”, attivo
nel Sinai. Gruppo che ha condotto una serie di attacchi di alto proilo contro alti funzionari della sicurezza. Tramite il loro portavoce, i militari hanno puntato il di-
to contro i Fratelli musulmani, organizzazione dichiarata terrorista
dalle autorità a dicembre. Accuse
rispedite al mittente dalla Confraternita, che non intende abbassare
la testa. Anzi, continua a goniare i
muscoli, annunciando a partire da
domani una nuova ondata di manifestazioni in tutto il Paese. Un
calendario itto di proteste di “resistenza e paciiche” ha precisato
la Fratellanza, che non aiuta a fare sbollire il clima, nel quale con
cadenza quasi quotidiana si susseguono gli arresti dei “dimostranti
violenti” e i “processi contro i terroristi”.
Un caos che non è solo politico: la crisi che sta sconvolgendo
l’Egitto è infatti anche economica. Secondo il ministro delle Finanze, Hany Kadry Dimian, citato
dal quotidiano Al Ahram online,
l’instabilità politica ha provocato
un rallentamento della crescita economica rispetto alle previsioni,
con un deicit di bilancio del 12%
per l’anno iscale 2013/14. Secondo Dimian, l’economia dovrebbe
crescere quest’anno del 2-2,5% rispetto alle stime precedenti.
Lorenzo Trombetta
BEIRUT - Tre anni dopo lo scoppio della rivolta contro il regime,
la Siria oggi è irriconoscibile. Da
quando la ribellione contro Bashar al Assad iniziò il 15 marzo
del 2011, fu repressa nel sangue e
si trasformò in guerra civile, molte città sono semi-distrutte e oltre nove milioni di siriani, su un
totale di 22 milioni, sono sfollati o fuggiti all’estero. Chi è rimasto tenta di vivere, o sopravvivere,
in condizioni sempre più precarie,
che cambiano però a seconda del
livello di violenza nella propria
zona.
Dopo lunghi mesi di terrore per
il continuo bombardamento di
mortai da parte dei ribelli o per il
timore di inire nelle retate della
polizia segreta, gli abitanti di Damasco sono tornati da settimane
a una “vita apparentemente normale”. Il regime è riuscito nei mesi scorsi ad allentare la pressione
dei ribelli attorno alla capitale. «I
beni di prima necessità sono tornati nei mercati anche se è tutto
molto caro. Si ha meno paura di u-
scire durante il giorno e il traico è tornato quasi normale», Nazih, residente nel centro storico.
Se prima del 2011 ci volevano 50
lire siriane per comprare un dollaro, adesso al cambio nero ce ne
vogliono 157, ma nel 2012, il periodo più diicile per il regime, il
prezzo era schizzato a oltre 300 lire.
Diversa è la situazione ad Aleppo, metropoli del nord, un tempo città più popolosa della Siria e
storico crocevia del Medio Oriente. Dal 2012 è divisa in due: la parte orientale solidale con la rivolta e quotidianamente esposta ai
bombardamenti aerei del regime,
e una sacca occidentale controllata dalle forze lealiste, divisa dal
resto di Aleppo da una cortina di
posti di blocco e muri di cemento.
«Parte della mia famiglia si è rifugiata a ovest, perché lì ci sono acqua e luce. Altri sono rimasti a est,
dove ino a pochi giorni fa avevano un negozio. È stato bombardato e distrutto. Anche loro sperano
di andare a ovest», racconta Jihad,
giovane ingegnere aleppino rifugiatosi a Beirut.
CORRIERE CANADESE � VENERDI 14 MARZO 2014
9
COMUNITÀ
Il Club La Motta celebra 25 anni
TACCUINO
Premiati Len Romita e Rina Lacalamita. Il 27 luglio il picnic al Boyd Park
TORONTO - Venticinque anni
di esistenza per un club sono un
bel traguardo. Un traguardo da festeggiare con una serata di gala
memorabile. «Eravamo 220 persone e ci siamo divertiti tantissimi dice Len Romita chairman del La
Motta Social Club Modugnese di
Toronto - cena con ballo e piacevole compagnia hanno contribuito ad una serata davvero speciale
anche perchè abbiamo celebrato il
25º anniversario di fondazione del
nostro sodalizio».
Un sodalizio guidato dal presidente Franco Sblendorio mentre
Rina Lacalamita è la presidente
del Comitato direttivo donne del
club (Rosa Signorile è la vicepresidente e Matilde Romita la segretaria): «Gli obiettivi principali del
nostro club sono di favorire l’incontro tra le famiglie modugnesi e pugliesi in generale residenti in Canada e di promuovere attività ricreative, culturali religiose
oltre ad offrire assistenza sociale tra i membri e le loro famiglie ha detto con orgoglio il presidente Sblendorio - tra le attività ricordo la festa dell’Epifania, quella di
san Valentino, quella del Thanksgiving, la celebrazione del Natale mentre d’estate organizziamo
un bellissimo picnic». Quest’anno
la scampagnata si terrà il 27 luglio
presso il Boyd Park di Woodbridge nella zona Elmers Grove. «Inizieremo a mezzogiorno con la celebrazione di una messa in onore
di Sant’Antonio di Padova per poi
pranzare con pasta e salsicce baresi arrostite che saranno offerti
dal club. I partecipanti dovranno
solo pagare l’ingresso al parco. Il
pomeriggio sarà poi ricco di giochi per grandi e piccini».
Durante la serata Len Romita
ha ricevuto una targa di riconoscimento per essere stato tra i soci fondatori del club mentre la Lacalamita ha ricevuto un’altra targa
dalla Federazione dei pugliesi in
Ontario: a consegnargliela è stata
la presidente Grazia Piccolo.
I soci del club si riuniscono ogni settimana nella propria sede
che si trova al 25 Friuli Court dove di lunedì le signore giocano a
tombola, chiacchierano e fanno
ginnastica. «I mercoledì e i venerdì invece sono gli uomini a incontrarsi per giocare a carte, leggere
il giornale e sorseggiare un buon
caffè» conclude con un sorriso
Len Romita.
www.lamotta.ca
I prossimi
appuntamenti
della comunità
¬ L’Associazione Nazionale Bersaglieri d’Italia Toronto organizza la serata danzante di gala “Flik and
Flok” sabato 15 marzo presso La Riviera Parque (2800
Hwy 7 West) a Concord. Per
prenotazioni il presidente
Joe De Blasis al 905-893-7218
o al 416-786-3536 o il presidente onorario Cav. Pietro
Girardi al 416-749-1134.
Nella foto sopra Mike Biase, consigliere, Len Romita, chairman of the board, i consiglieri Joe Calamita, Gino Simone e
Luigi Mastromarco, Giovanni Piccolo, vicepresidente, seduti Matilde Romita, segretaria, Rina Lacalamita, presidente
Club femminile (ausiliarie), Frank Sblendorio, presidente, Rosa Signorile, vicepresidente (ausiliarie) e Pia Tatone, tesoriera (ausiliarie); nella foto sotto Frank Pantaleo, Len Romita, Vincenzo Pantaleo, Joe Sgovio, Phil Zita, Giovanni Piccolo,
seduti Joe Crocitto, Stefano Rezza, Matilde Romita, Pantaleo, Sgovio, Chris Zita e Grazia Piccolo
¬ Lo York West Active Living Centre in collaborazione con la Older Adult
Cntre’s Association of
Ontario organizza la “Fiera
della salute” per ultra 55enni martedì 18 marzo dalle 9.30 alle 12.30. Seguirà un
rinfresco. Per informazioni
416-245-4395.
¬ I prossimi incontri di preparazione alla 52ª processione del Venerdì Santo di
College si terranno martedì 18 marzo e 8 aprile alle 7 pm nella chiesa di San
Francesco d’Assisi (parroco
padre Jimmy Zammit) al 72
Mansfield Avenue. Per informazioni Mauro Fallico al
416-806-1741 o il presidente
Cav. Uff. Giuseppe Simonetta al 416-588-8042.
¬ L’Associazione Nazionale della Polizia di Stato organizza una festa per
il 152º anniversario del Corpo sabato 22 marzo alle ore
6 pm presso La Riviera Parque (2800 Hwy 7). Per informazioni il Cav. Uff. Manfredo Antonucci al 416-6361734.
Nella foto sopra a sinistra Rina Lacalamita riceve una targa di riconoscimento dal presidente Sblendorio e dal chairman
Romita; a destra Lacalamita consegna una targa a Len Romita per i 25 anni del club
ANNIVERSARI
Cena e ballo per celebrare la giornata della donna
¬ La Federazione Veneta organizza una serata con
l’attore e traduttore teatrale Mace Perlman sabato 22
marzo alle 5.30 pm al Centro Veneto (7465 Kipling Avenue, Woodbridge). L’artista parlerà della tradizione
delle maschere. Seguirà una
cena. Per biglietti telefonare
a Imperia al 905-856-5865 o
a Clara- al 416-244-0336.
¬ Il Club Pelmo Italiano
Anziani organizza il Ballo di primavera sabato 29
marzo con inizio alle 5 pm
presso il Montecassino Place sito al 3710 Chesswood
Dr. di Downsview. Per prenotazioni la presidente Hilda Pittioni al 416-242-3567.
¬ L’Associazione Carabinieri di Toronto terrà l’assemblea annuale generale
mercoledì 26 marzo alle ore 7 pm presso la sede che si
trova al 3300 Steeles Avenue
East (nord di Finch, ovest di
Jane St.). Per informazioni
416-830-5793.
TORONTO - Cena e spettacolo sono stati gli ingredienti vincenti della giornata della donna celebrata presso la Panemonte Banquet and Convention Centre. Durante l’allegra serata
sono stati premiati con due targhe ricordo due ospiti: Michael Luisi, nome noto nel campo
dell’abbigliamento e Rina Lacalamita, presidente del club femminile del La Motta Social
Club.
Nella foto sopra il maestro di cerimonie e presidente del torneo Coppa Vin Bon Stefano Rezza, il premiato Michael Luisi e il vice sindaco di Vaughan Gino Rosati; a destra il direttore del BMO Financial
Group Joe Collura, la premiata Rina Lacalamita e il presidente onorario
delle Vecchie Glorie Tony Nativio
¬ Domenica 6 aprile all’1
pm la Società Femminile
Friulana terrà l’annuale “Festa della Famiglia” con pranzo e spettacolo nella sede
della Famee Furlane (7065 Islington Ave., Woodbridge).
Musica con Joe Giglio ed il
solista classico Michael Ciufo. Per biglietti telefonare a
Mirella al 416-249-6542.
VENERDI 14 MARZO 2014 � CORRIERE CANADESE
10
Gomez il vendicatore, la Juventus ora trema
Il tedesco entra e segna il gol del pareggio della Fiorentina: il ritorno al Franchi giovedì prossimo
ROMA - La Fiorentina siora il
colpaccio allo Juventus Stadium.
Rispetto alla gara di domenica
scorsa però è la Juventus ad essere meno brillante soprattutto nella ripresa complice anche l’entrata in campo di Mario Gomez vero e proprio mattatore della serata. Tra una settimana il ritorno
con la Fiorentina questa volta che
parte favorita grazie al gol segnato in trasferta. Nemmeno il tempo
di partire e la Juventus è subito in
vantaggio.
Grazie a una carambola in area frutto di una combinazione tra
Asamoah–Osvaldo-Giovinco con
l’italo-argentino che passa alla
formica atomica che non controlla. Niente paura, perché la palla
arriva a Osvaldo che chiude con il
destro battendo Neto. La Fiorentina è visibilmente scossa e fa fatica a riprendere in mano il gioco. La viola sofre soprattutto sulle fasce e la Juventus ne approitta. Giovinco si dà da fare mettendo in diicoltà la retroguardia iorentina. Al 7’ una sua combinazione con Asamoah permette a Osvaldo di calciare: la palla è alta
sopra la traversa. Al 10’ Marchisio si inserisce dopo uno scambio
con Osvaldo e costringe Gonzalo
Rodriguez alla chiusura. La prima
conclusione dei gigliati arriva con
Aquilani al 13’: l’ex romanista calcia al volo con la palla che taglia
interamente l’area e Matri manca
la conclusione a rete di un soio.
Al 18’ è mati Fernandez a mettere
paura: una sua conclusuione di esterno sinistro impegna Bufon a
un diicile intervento ma ancor
più bravo del portiere bianconero
è Asamoah che in sforbiciata toglie la palla a Borja Valero pronto per il tap-in. La partita è molto
movimentata.
Osvaldo dà una gran palla in
profondità a Giovinco e Neto riesce ad anticiparlo in uscita. Sempre l’italo-argentino crossa ancora per la formica atomica con Neto che blocca. Vidal riesce sempre a mettere in diicoltà i difensori viola. Prima al 23’ e poi al 37’
LA POLEMICA
IL CAMPIONATO
Follia ultrà contro
Mariella Scirea
ROMA - Prima l’ultimatum della
vedova Scirea («Basta cori beceri
o tolgo alla curva il nome di Gaetano») adesso la risposta durissima degli ultrà (“si tolga lei quel
cognome”). È l’ultimo paradosso
del calcio: nel nome di uno dei
simboli del calcio pacato, elegante e moderato come Gaetano Scirea si è innescata una durissima
polemica a distanza tra la vedova
dell’ex campione, scomparso nel
1989, e gli ultrà bianconeri - irmata Drughi Ultrà Curva Sud - che
hanno preso carta e penna e scritto una lettera al veleno nella quale
insultano la signora e afermano
che dovrebbe essere lei a rinunciare al cognome. Nella missiva i
‘Drughi’ attaccano Mariella Scirea
(«varcò la soglia di Montecitorio
grazie alla sua condizione di vedova di un grande campione, non
certo per le sue qualità e tantomeno per la sua preparazione») e
ricordano che «i cori incriminati,
vengono intonati a pieni polmoni
anche nella Nord, solo che quel
settore dello stadio è riservato ai
Club Doc».
quando centra la traversa dopo aver incornato a rete un traversone di Pirlo dalla sinistra. La Juventus chiude dominando: Giovinco
ci prova ancora questa volta sfruttando una combinazione con Pirlo.
Ma l’ultima occasione è della
Fiorentina con Borja Valero che si
inventa dalla sinistra un tiro velenoso che viene deviato da Ogbonna e inisce di un soio fuori dalla porta difesa da Bufon. La ripresa almeno all’inizio non ofre
grandi emozioni: Ambrosini rileva Mati Fernandez. Il primo sussulto è di Chiellini che fa una discesa delle sue e obbliga Pizarro
al giallo. Poi è la volta di Gonzalo Rodriguez che si prende il cartellino dopo un fallo ad alta quota
su Asamoah. Conte comincia a sostituire gli attaccanti: Llorente entra per Giovinco e Pogba rileva Osvaldo. La svolta della partita arriva al 65’ con Mario Gomez che
sostituisce Matri. Il tedesco è subito pericoloso. Ma al 70’ è ancora la Juventus a siorare il gol con
Gonzalo Rodriguez decisivo in
chiusura sul solito Vidal.
Al 78’ però arriva la giocata del
campione: Ilicic inventa un gran
lancio sulla destra per Gomez che
aggancia la palla in movimento e
batte Bufon in uscita. Il gol traigge letteralmente la Juventus che
accusa il colpo e cerca chiude re
la gara in vantaggio. L’unica occasione è sul piede di Pogba che si
libera in area grazie a una triangolazione con Llorente.
La conclusione di sinistro va
fuori di un soio. Poi è solo Fiorentina con Gomez che dalla sinistra impegna ancora Bufon all’81’
e poi all’83’. Due minuti più tardi
è Borja Valero a cercare la gloria
da fuori area con Bufon che devia
in calcio d’angolo e all’86’ è Vargas con il sinistro a impegnare il
portierone bianconero. Poi il ischio inale e tutti sotto la doccia.
Ci si rivede tra una settimana con
un Franchi letteralmente infuocato. Questa volta sarà la Juve ad avere paura.
JUVE-FIORENTINA 1-1
Juventus (3-5-2): Bufon 6,
Caceres 6, Chiellini 6.5, Ogbonna 5, Isla 6 37’ st Padoin sv),
Vidal 6.5, Pirlo 6, Marchisio 6,
Asamoah 6, Osvaldo 5.5 (29’st
Pogba sv), Giovinco 6 (18’ st
Llorente 6). (30 Storari 15 Barzagli 19 Bonucci 26 Lichtsteiner). All.: Conte 6.
Fiorentina (4-4-2): Neto 6.5,
Roncaglia 6, Go.Rodriguez 6,
Savic 6, Tomovic 6, Aquilani
5 (31’ st Vargas sv), Pizarro 6.5,
Borja Valero 6.5 Fernandez 6
(6’ st Ambrosini 6), Ilicic 6.5,
Matri 5.5 (22’st Gomez 7). (25
Rosati 11 Cuadrado 23 Pasqual
30 Matos). All.: Montella 6.5.
Arbitro: Kuipers (Olanda), 7.
Reti: 3’ pt Vidal; 33’ st Gomez.
Serie A, s’iniamma la lotta per la salvezza
Nicola Sparano
ROMA - Due match tra disperati
al centro del turno numero 28 che
si consumerà in tre giorni, da sabato a lunedì. La coda al momento
è la zona più calda della classiica
che in testa avrebbe bisogno di un
improbabile rallentamento della
Juve per riaprire un piccolo spiraglio nel capitolo scudetto. La Juve
va a Genova, la Fiorentina in casa
col Chievo. Sono i posticipi serali delle due reduci dal derby d’Europa. Lunedì Roma e Napoli hanno due impegni non facili, da vincere comunque perché il secondo
posto è pur sempre in ballo. Prima, però, vedremo l’Inter.
L’ANTICIPO - Verona-Inter è
una specie di scontro diretto per
la zona Europa. I nerazzurri di
Mazzarri, in netta ripresa, hanno
44 punti, Quattro in più dei veronesi di Mandorlini. Tra le due c’è
il sempre più sorprendente Parma mentre la Fiorentina, a quota
45, tira il gruppetto di chi vorrebbe il terzo posto, al momento una chimera.
DOMENICA SI AGITA LA
CODA - La capolista Juve, reduce
dal derby d’Europa, si reca a Marassi ospite del tranquillo Genoa.
La stanchezza anche emotive del
match con I viola potrebbe pesare. E Gilardino, bomber dei 18 metri, è sempre in agguato.
Il turno è cruciale per le ultime quattro in classiica. Ultima
e penultima, Sassuolo e Catania,
terz’ultima e quart’ultima, Livorno e Bologna, si afrontano all’insegna del “mors tua, vita mea”.
Perdere il match sarebbe mettere
un grosso macigno sulle speranze di salvezza in extremis. Oltre
a queste quattro squadre la zona
minata comprende anche il Chievo, che domenica sarà ospite della Fiorentina. Al momento la classiica dal basso è la seguente: Sassuolo punti 18, Catania 20, Livorno 21, Bologna 23, Chievo 24, Cagliari 29. Tre di queste squadra retrocederanno, una si salverà. Il
Cagliari, con 29 punti, sembra al
momento abbastanza al sicuro.
I POSTICIPI - I resti della Roma riceveranno la visita di un’Udinese che va a corrente alternata, ma che non va mai sottovalutata, specialmente se Totò Di Natale è in palla. Il Napoli, di ritorno
dal Portogallo, fa tappa nella tana
di un Toro furente per i torti subiti. La Roma gioca sapendo quello che ha fatto la Juve a Genova,
il Napoli ha sempre la speranzella
di arrivare al secondo gradino della graduatoria.
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CORRIERE CANADESE � VENERDI 14 MARZO 2014
11
SPORT
Il Napoli cade a Oporto, al San Paolo sarà dura
Partenopei piegati da un gol di Jackson Martinez nella ripresa. Finisce 1-0 con un gol valido annullato ai portoghesi
OPORTO (PORTOGALLO) - Deciderà il San Paolo fra sette giorni. Lo aveva detto alla vigilia Rafa
Benitez, come se avesse una premonizione. Finisce 1-0 per il Porto. Un risultato inido, un punteggio che crea situazioni di pericolo
per entrambe le squadra nella gara di ritorno.
Il Porto segna il gol decisivo di
Jackson Martinez il colombiano rimasto a lungo nei sogni del Napoli
durante il mercato estivo. La marcatura arriva nel momento migliore degli azzurri, subito dopo un arrembaggio degli uomini di Benitez
ad inizio di ripresa durante il quale, in dieci minuti, vengono sciupate tre clamorose occasioni per
andare in vantaggio.
Ma il calcio, si sa, ha logiche tutte sue e sull’azione successiva, dopo il terzo tentativo degli azzurri
sfumato per un nonnulla, su azione da calcio d’angolo, si sfarina la
resistenza della difesa azzurra ed
i portoghesi trovano il gol che li
mantiene a galla in vista del ritorno al San Paolo.
Ad onor del vero si deve dire
che nel primo tempo al Porto vie-
PORTO-NAPOLI 1-0
Gonzalo Higuain durante la sfortunata trasferta portoghese
ne annullato per fuorigioco un gol
di Carlos Eduardo il quale in realtà batte in rete da posizione corretta. Ed inoltre a pochi minuti dal
termine Quintero colpisce un clamoroso palo interno.
Un’occasione che, se concretiz-
zata, avrebbe potuto dare un tono
completamente diverso alla gara
di ritorno.
Il Napoli è fortemente rimaneggiato nei due reparti in cui solitamente ha i maggiori problemi, vale
a dire la difesa e l’attacco. In questi
Porto (4-3-3): Helton 6,5, Danilo 6, Maicon 5,5, Mangala 6,5,
Alex Sandro 5,5, Carlos Eduardo 6,5 (22’ st Quintero sv), Fernando 7, Defour 6,5 (42’ st Herrera sv), Quaresma 6, Martinez
7, Varela 5 (26’ st Ghilas sv).
All.: Luis Castro 6,5.
Napoli (4-2-3-1): Reina 7, Reveillere 6, Albiol 6, Britos
5,5, Ghoulam 6, Henrique 5,5,
Behrami 5,5, Callejon 6,5 (33’ st
Pandev sv), Hamsik 5,5 (29’ st
Mertens sv), Insigne 6, Higuain
5 (37’ st Zapata 5). All.: Benitez
5,5.
Arbitro: Kralovec (Rep. Ceca) 6.
Reti: nel st 11’ Martinez.
due settori, infatti, Benitez pratica
un turnover spinto.
Entrano Reveillere e Britos e riposano Maggio e Fernandez nella retroguardia. A centrocampo
Henrique prende il posto di Inler
ed aianca Behrami.
MLS
FORMULA UNO
Ferrari, una vigilia all’insegna della pretattica
ROMA - L’incertezza e la prudenza: almeno a parole il Mondiale
2014 di Formula 1 parte con il freno a mano tirato nonostante i test
invernali abbiamo decretato già
una favorita, la Mercedes, e una
sorpresa, la Williams dell’ex ferrarista Felipe Massa. Subito dopo
ecco la Ferrari che, al primo semaforo verde dell’Albert Park di
Melbourne, viene data come terza
forza del Campionato ma con ampio margine di miglioramento. «È
troppo presto per dire quanto siamo competitivi in questo momento - le prime parole di Fernando
Alonso nella conferenza Fia che apre la stagione in Australia - le risposte arriveranno nelle prossime
24 o 48 ore. Per ora stiamo ancora imparando, lavorando sullo sviluppo della macchina giorno dopo
giorno. Come tutti ci troviamo una situazione insolita e per vedere
dove siamo occorre mettere tutto
insieme, cercando di massimizzare quello che abbiamo».
Come lo spagnolo di Maranello,
anche il favorito n.1, per addetti ai
lavori e bookmaker, Lewis Hamilton fa pretattica: «Siamo reduci
da un ottimo inverno, siamo quelli che hanno fatto più chilometri
di tutti, ma prima di sbilanciarmi
voglio vedere come andrà a inire domenica prossima». A sposare la linea della prudenza anche
l’ultimo campione del mondo della Ferrari, Kimi Raikkonen, tornato a Maranello dopo la parentesi
nei Rally e in Lotus: «Ogni stagione porta con sé degli interrogativi - aferma il inlandese come riporta il sito media del Cavallino
Rampante - il loro numero di solito dipende da come sono andati
Il Porto conferma la sua predisposizione ad un gioco prevalentemente ofensivo e quando i portoghesi si presentano sulla trequarti campo degli avversari riescono a mettere in diicoltà il Napoli con azioni veloci e spesso avvolgenti.
Nella prima parte della gara la
soferenza degli azzurri è maggiore. Poi, con il trascorrere dei minuti, la furia agonistica dei padroni di casa si aievolisce e la squadra di Benitez riesce a trovare le
misure agli avversari.
Il Napoli mette la testa fuori
dalla sua metà campo ed in un paio di circostanze riesce anche creare apprensione alla difesa portoghese, che va soggetta ad improvvise sbandate.
Nella ripresa c’è l’avvio bruciante degli azzurri che hanno il torto
di non riuscire a concretizzare le
occasioni favorevoli che si procurano. Poi il vantaggio del Porto. La
reazione degli azzurri è blanda e,
tutto sommato, va bene così.
L’1-0, come Benitez aveva implicitamente ammesso, è un risultato
che si può ribaltare.
i test. Quest’anno, con un cambiamento di regole piuttosto radicale, è un po’ più complicato cercare di comprendere a quale livello
siamo e dire che cosa potrà succedere, anche se ciascuno ha un’idea
di massima di quanto vale. Credo
però che sarà necessario attendere le prime gare per farsi un’idea più chiara dei valori in cam-
po. Per questo non ha molto senso arrovellarsi per cercare di capire la nostra competitività in questo momento. Alcune squadre sono sembrate un po’ più veloci di
noi nei test, ma qui è tutto diverso, a cominciare dalla pista visto
che Albert Park è molto diferente dal circuito del Bahrain. Secondo me - aggiunge Raikkonen - può
succedere di tutto. Ovviamente io
voglio vincere e spero che saremo
in condizione di farlo e di giocarci
il campionato».
A non sentirsi già fuori dai giochi, nonostante il disastro nei test
invernali, è il campione del mondo della Red Bull Sebastian Vettel: «Non mi sento battuto in partenza, i test invernali non stati l’ideale per noi, ma ricordo che qui
due anni fa Alonso si qualiicò a
un secondo e mezzo dalla pole e
poi lottò per titolo sino all’ultima
gara».
Atteso outsider, dopo quanto
di buono fatto vedere in Bahrain,
l’ex Ferrari Massa che a Melbourne correrà con le iniziali sul casco
dell’amico e suo maestro, Michael
Schumacher: «Prego ogni giorno
per lui, intanto me lo porto sul casco». Coma va la Williams? «Sono
felice. Ci sono incognite, ma puntiamo a lottare con i top team».
CALCIO IN TV
Arbitri e programma del weekend. Le partite su Rai Italia
TORONTO - Tre giorni di calcio
italiano con sei partite in diretta
su Rai Italia, cinque di A e una di
B, oltre al consueto appuntamento della domenica con la Giostra
del gol, in onda domenica dalle
9.15 am per via del cambio di ora.
Sabato 15 marzo
Ore 10 am Palermo-Brescia;
ore 3.45 pm Verona-Inter;
Domenica 16 marzo
7.30 am Atalanta-Sampdoria;
10 am Milan-Parma;
3.45 Genoa-Juventus;
Lunedì 17 marzo
3.45 pm Roma-Udinese.
Questi gli arbitri del 28º turno di
Serie A:
Sabato 15 marzo:
Verona-Inter: Banti di Livorno;
Domenica 16 marzo:
Atalanta-Sampdoria: Cervellera di Taranto; Cagliari-Lazio: Irrati di Pistoia; Livorno-Bologna:
Bergonzi di Genova; Milan-Parma: Celi di Bari; Sassuolo-Catania: Valeri di Roma 2; Fiorentina-Chievo: Massa di Imperia;
Genoa-Juventus: Mazzoleni di
Bergamo;
Lunedì 17 marzo:
Roma-Udinese: Tagliavento di
Terni; Torino-Napoli: Doveri di
Roma 1.
Queste invece le partite della 29ª
giornata del campionato di Serie
B, in programma sabato 15 marzo
alle 10 am.
Bari-Avellino;
Cittadella-Carpi; Juve Stabia-Ternana; Lanciano-Novara; Latina-Trapani; Modena-Empoli; Palermo-Brescia;
Reggina-Crotone; Siena-Cesena
(ore 1 pm); Spezia-Pescara (oggi,
ore 3.30 pm); Varese-Padova.
Riparte da Seattle
la stagione del Tfc
TORONTO - Comincia domani
al Century Link Field di Seattle
la nuova vita di Toronto Fc. Quella che ino allo scorso anno era la
squadra più scarsa della Lega, domani alle 4.30 pm inizierà la sua
ottava stagione in Mls sotto il peso di forti pressioni.
Saranno infatti presenti in campo i “tre tenori” della campagna trasferimenti torontina: Jermain Defoe, Michael Bradley e
Julio Cesar. Tre acquisti che hanno acceso gli entusiasmi dei tifosi
dei Reds, ma anche aumentato in
maniera enorme le responsabilità
per Ryan Nelsen.
«Dobbiamo qualificarci ai playoff» è la frase che Tim Leiweke ama ripetere dopo gli oltre 100 milioni spesi nel mercato per portare sulle sponde del Lago Ontariio
il “bloody big deal” Defoe e il capitano della nazionale Usa Bradley, a cui si è poi aggiunta la ciliegina “Julio Cesar”.
I play-off sono l’obiettivo minimo per una squadra che sulla carta ha le potenzialità per arrivare
in finale di Conference e giocarsi l’accesso alla finale. A contarci è soprattutto la società, che si è
molto esposta per rilanciare l’entusiasmo in una piazza depressa
dall’ennesima stagione deludente
e chiusa al penultimo posto.
Adesso il peso è tutto sulle spalle di Nelsen, che dovrà dimostrare di saper gestire quella che per
la Mls è senza dubbio una fuoriserie. Da valutare l’impatto di Defoe,
arrivato a Toronto da pochi giorni, mentre Bradley ha già preso in
mano la squadra. Non resta che aspettare domani e vedere se davvero qualcosa è cambiato.
VENERDI 14 MARZO 2014 � CORRIERE CANADESE
12
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22 GIU-21 LUG
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22 LUG-21 AGO
L'avversario che vi preparate ad affrontare è di certo molto temibili ma
voi avete qualcosa che lui non ha.
Forse non siete a conoscenza di ogni
dettaglio e retroscena di una certa
trattativa ma potete influenzarne
l'esito dicendo la vostra.
Se volete avere la meglio sugli avversari dovrete essere più informati
di loro, oggi: senza dati aggiornati
VERGINE non sarete veramente competitivi.
22 AGO-21 SETT
Non siete sicuri di potervela cavare
ma se seguirete la guida di qualcuno
e i suggerimenti del vostro istinto
BILANCIA tutto andrà per il meglio.
22 SET-21 OTT
Una persona che conoscete bene vi
ha tenuto nascosto qualcosa. Entro
sera scoprirete di cosa si tratta e i
SCORPIONE motivi per cui l'ha fatto.
22 OTT-21 NOV
L'esperienza accumulata negli ultimi giorni potrebbe rivelarsi utile
oggi: entro sera, infatti, vi troverete
SAGITTARIO alle prese con una nuova sfida.
22 NOV-21 DIC
Tel: 416-782-9222
Fax: 416-782-9333
Email: [email protected]
Web: www.corriere.com
Riceverete un messaggio che a tutta
prima vi sembrerà contraddittorio:
dovrete saper leggere tra le righe
CAPRICORNO per capirne il senso.
22 DIC-21 GEN
Siete persone che preferiscono contare solo sulle proprie forze ma non
c'è ragione di rifiutare l'aiuto disinACQUARIO teressato che qualcuno vi offre.
22 GEN-21 FEB
PESCI
22 FEB-21 MAR
Potreste dover modificare i programmi della giornata a causa dei problemi
di salute di qualcuno: non sarà difficile, però, aggiustare le cose in modo
da soddisfare le esigenze di tutti.
La soluzione di ieri
CORRIERE CANADESE � VENERDI 14 MARZO 2014
13
Chiesa 2000
A CURA DELLA COMMISSIONE PASTORALE ITALIANA DELL’ARCIDIOCESI DI TORONTO IN COLLABORAZIONE CON IL CORRIERE CANADESE
RESPONSABILE: P. AMEDEO NARDONE O.F.M.
I cristiani devono andare controcorrente
per vivere la fede
Oggi non è facile essere testimoni della propria fede. C’è una vera persuasione a ridurre la propria fede a fatto non solo personale, ma nascosto;
talvolta anzi pare che si guardi al credente come ad un minus habens, ad un minorato psichico, se non spirituale.
L
’omologazione è la
tentazione pervasiva
di oggi e svela più che
mai la contraddizione
nella quale gran parte dell’umanità si dibatte. Vogliamo
distinguerci, vogliamo essere
individui e ricorriamo – non
tutti, per fortuna – all’eccentricità, alla diversità. Basta
guardare certi modi di vestire sempre più trash: anelli, orecchini e piercing perforano
(questo vuol dire il termine
inglese) tutte le parti del corpo, proprio per distinguersi,
e quasi facendo scempio della bellezza del corpo, che è il
«capolavoro di Dio», come
diceva Sant’Ambrogio.
Poi, però, questo distinguersi ci massifica, ci rende
massa indistinta. Siamo diventati la società dei sondaggi, fatti ormai a nostra insaputa: il solo cercare qualche notizia in internet permette ai
colossi commerciali di conoscere i nostri gusti e di conteggiarli, per pilotarli. Ormai,
quello che compare sui nostri
schermi (dai tablet agli smartphone sempre più piccoli)
è pilotato e tende a pilotare
verso scelte dettate da spregiudicati e giganteschi interessi economici. Forse siamo
rassegnati: il mondo intero
va così. Domina la legge del
mercato, del sondaggio, della maggioranza. Sembra non
esistere più la verità, ma l’opinione, il trend, la tendenza.
Piccole e potenti lobbies hanno in mano – o tentano di averlo – il controllo delle coscienze, oltre che quello economico, e impongono quelli
che sono i loro valori, indiffe-
EDITORIALE
renti a quelli che sono gli elementi fondamentali della natura stessa dell’uomo: il vero,
il bene, il bello.
Viene in mente il racconto
ebraico di epoca medioevale,
che Papa Francesco narrò durante la messa mattutina nella Cappella di Santa Marta il
1 o maggio 2013: «Un rabbino
parlava ai suoi fedeli della costruzione della torre di Babele. In quel tempo si costruiva
con il mattone. Ma per fabbricare il mattone, per fare il
mattone ci voleva tanto, no?
Prendere la terra, fare il fango, prendere la paglia, cuocerlo. E un mattone era una
cosa preziosa. Portavano ogni mattone fin su in alto, per
costruire la torre di Babele.
Quando un mattone, per sbaglio, cadeva, era un problema
tremendo, uno scandolo: “Ma
guarda cosa hai fatto!”. Ma se
cadeva uno di quelli che facevano la torre dicevano solo: “Riposi in pace!”. Era più
importante il mattone che la
persona!
Questo raccontava quel rabbino del medioevo e questo succede adesso!
Le persone sono meno importanti delle cose che danno profitto a quelli che hanno il potere politico, sociale,
economico».
Parole sferzanti, che i
mass-media, omologati strumenti della società del sondaggio e della «verità secon-
do maggioranza pilotata», si
sono affrettati a dimenticare,
preferendo altre per loro più
piacevoli e più offensive: pare che il fango venda più che
la verità.
Oggi non è facile essere testimoni della propria fede.
C’è una vera persuasione a
ridurre la propria fede a fatto non solo personale, ma nascosto; talvolta anzi pare che
si guardi al credente come ad
un minus habens, ad un minorato psichico, se non spirituale. La stessa presenza nellae realtà pubbliche e sociali è
derisa e ostacolata, soprattutto in questo nostro vecchio e
sazio Occidente. La stessa libertà di coscienza è combat-
tuta da tutti i governi: si è
imposto in Germania l’obbligo alle ostetriche di assistere
e partecipare agli aborti, pena una sanzione; in Inghilterra quello di favorire l’adozione di bambini anche alle coppie omosessuali, pena la chiusura dell’ente che svolge con
dedizone quell’opera di solidarietà; in Italia è costante
l’impegno a limitare la libertà
di coscienza sancita dall’ipocrita legge 194, che per «tutelare la vita» ha diffuso l’abominio dell’aborto.
Non dobbiamo e non possiamo rassegnarci, perché ne
va dell’umanità stessa, come
ha detto Papa Francesco nella
Udienza Generale di quasi un
anno fa (22 maggio 2013): «La
lingua dello Spirito, la lingua
del Vangelo è la lingua della
comunione, che invita a superare chiusure e differenza, divisioni e contrapposizioni.
Dovremmo chiederci tutti:
come mi lascio guidare dallo Spirito Santo in modo che
la mia vita e la mia testimonianza di fede sia di unità e di
comunione? Porto la parola
di riconciliazione e di amore
che è il Vangelo negli ambienti in cui vivo? [...] Un altro effetto dell’azione dello Spirito
Santo è il coraggio, di annunciare la novità del Vangelo di
Gesù a tutti, con franchezza,
a voce alta, in ogni tempo e in
ogni luogo. [...] Viviamo con
umiltà e coraggio il Vangelo!
[...] Evangelizzare, annunciare Gesù, ci dà gioia; invece,
legoismo ci dà amarezza, tristezza, ci porta giù; evangelizzare ci porta su».
– Enio Apeciti
I muri di gesso e i gigli del campo
Dalla mia inestra, qui a Toronto, alle prime ore dell’alba vedo solo tetti imbiancati di case sonnolenti: non un rumore, tutto in ordine, silenzio e calma, niente che faccia immaginare problemi o preoccupazioni. Eppure dove c’è casa non manca
qualche problema; in ogni porta, recita un
vecchio proverbio italiano, c’è pure il proprio catenaccio.
Non mi turba, in verità, pensare che vi
siano problemi, perché, in fondo, la nostra
vita non è altro che un risolvere continui
problemi: questo vale per ogni persona così
come per la storia dell’intera umanità.
Quello che, invece, mi rende pensieroso
è capire quali problemi interessino gli uomini e le donne di oggi. Ho il sospetto, che
ogni giorno di più vado consolidando, che
la maggior parte della vita delle persone
di oggi sia spesa – secondo me inutilmente – attorno a problemi di poco conto, spesso problemi che non esistono ma che noi
ci creiamo.
Ho appena inito di leggere un racconto brasiliano, in cui si parla di un tacchino
che, alla ine, è morto di fame in un modo
che ha dell’inverosimile. Un bambino, che
aveva un tacchino nel suo giardino, un giorno prese il gesso che la sua maestra usava a
scuola e disegnò un cerchio sull’erba attorno al tacchino.
Questo, vedendo quella strana cosa, iniziò a impaurirsi, perché non sapeva che cosa fosse l’erba verde disegnata con il gesso
bianco; rimase lì a guardare senza osare di
fare un passo per uscire da quel cerchio e,
inita l’erba dentro il cerchio, morì.
Per il nostro tacchino brasiliano il cerchio rappresentava una prigione da cui non
sapeva uscire. Ma, in realtà, un cerchio di
gesso è proprio un muro invalicabile? No,
ma lui pensava che fosse un muro invalicabile. Ho l’impressione che anche noi ci creiamo i nostri muri di gesso, dentro i quali restiamo prigionieri dei nostri stessi pregiudizi, delle nostre paure, angosce, ambizioni, manie. Come uscirne? Ormai si sta
difondendo sempre più la convinzione che
tutta l’umanità sia come quel tacchino, una
umanità che si barrica dietro i propri muri
di gesso e non fa alcuno sforzo per uscirne.
Così aumenta la massa mondiale di angosciati, disperati, delusi, tristi e infelici.
Eppure non ci hanno sempre detto che
il progresso, il consumismo, la tecnologia,
il successo e, in ultima istanza, il denaro
portano la felicità? Un recente studio dice
che quasi un miliardo di persone al mondo
è infelice non per mancanza di cibo o acqua, ma perché assomiglia al tacchino brasiliano.
Domanda: questo miliardo di persone
ha mai pensato che vi sono almeno tre miliardi di altre persone che hanno motivi ben
più concreti per essere non solo infelici, ma
disperati, perché non hanno nemmeno un
dollaro al giorno per sfamarsi? A me pare
che una risposta ci sia, tra l’altro poco costosa; richiede solo il coraggio mentale di
fare il salto oltre il cerchio di gesso.
Il tacchino non ha fatto il salto non perché non avesse le zampe, ma perché gli
mancava la testa.
La soluzione, a cui penso, la trovo nella stupenda pagina del Vangelo di Matteo,
lì dove Cristo ci dice di guardare agli uccelli del cielo e ai gigli del campo: nemmeno
Salomone, pure con tutto il suo splendore,
fu rivestito della bellezza di un giglio. Attenzione, però, che Cristo non incoraggia
a stare con le mani in mano, come ha fatto
quel servitore che ha sepolto il suo talento sotto terra, mentre il suo compagno, che
ne aveva due, ne ha ricavati quattro e quello
con cinque ne ha prodotti dieci.
Non appartiene al Vangelo la pigrizia e
l‘accidia è sempre condannata da Cristo:
chi non lavora, neppure mangi! Il grande
messaggio, che ha in sé una forza liberatrice enorme, è questo: la vita, ogni vita, vale
più del cibo e il corpo vale più del vestito.
Che cosa vuol dire? Signiica che la maggiore e migliore parte delle nostre energie, del
nostro tempo, del nostro cervello dobbiamo spenderla non per le cose che servono
solo a darci una soddisfazione immediata,
ma per uno scopo grandioso: la costruzione
di un’umanità felice, veramente felice.
Alle cose immediate, quelle che ci servono ogni giorno, si deve sì provvedere, ma
sempre con lo sguardo puntato in avanti, in
alto, all’esterno del nostro cerchio di gesso. Dice ancora lo stesso brano del Vangelo: credete, forse, che preoccupandovi possiate allungare anche di una sola ora la vostra vita? Un versetto del salmo 24 mi aiuta
a capire meglio quello che devo fare: avere
il cuore puro e le mani pulite. Vi è una sola
condizione ainché il cuore resti puro e le
mani, pur sporcandosi nel lavoro quotidiano, restino pulite: non essere incollati e inchiodati al solo business.
Occuparci, sì, della casa, delle mille cose, del pane quotidiano, ma con la scioltezza di chi sa che tutto questo deve servire
a farci volare, a scoprire la meraviglia delle relazioni umane, la bellezza di consegnare ai nostri igli un mondo sereno e in pace con tutti. In fondo, dobbiamo imparare a
non svendere la nostra vita in cambio di cose che durano poco. La nostra vita e quella
di ogni persona vale assai di più.
Lino Sartori, filosofo
VENERDI 14 MARZO 2014 � CORRIERE CANADESE
14
Chiesa 2000
A CURA DELLA COMMISSIONE PASTORALE ITALIANA DELL’ARCIDIOCESI DI TORONTO IN COLLABORAZIONE CON IL CORRIERE CANADESE
RESPONSABILE: P. AMEDEO NARDONE O.F.M.
COMMENTO
II Domenica di Quaresima
Dal mistero della croce alla gloria del figlio di Dio
ANNO A - Colore violaceo - 16 marzo 2014
Una delle forze più potenti della storia è certamente la speranza.
Qualcuno l’ha chiamata la dinamite del mondo. Per questo il nostro
sistema capitalista è organizzato per il vilipendio della speranza e per
soffocarla. Perché potessimo sopravvivere con una certa tranquillità, il
sistema ci lascia la gestione di piccole speranze con cui poter riempire il
nostro piccolo calendario e i nostri orari (una certa libertà di movimento,
piccoli successi, esami riusciti, leste e festicciole, traguardi casalinghi,
sport, limitati piaceri, ecc.), purché ci rassegniamo e rinunciamo ad
orizzonti più vasti di libertà, di giustizia, di pace. Per liberarci da questo
strozzamento, il Signore ha dato al credente una ricca fonte di speranza:
cieli nuovi e terre nuove oltre il tempo. Tale speranza ultraterrena deve
dar luce, significato, senso, forza alle nostre speranze terrene, alle nostre
lotte, al nostro impegno di costruire un altro mondo, possibile e migliore,
a cominciare dal qui ed ora della nostra storia. È una speranza che procede dalla nostra fede e che dobbiamo intensificare, anche se dai «minareti»
della globalizzazione i potenti ci gridano: «Non c’è più speranza per voi,
che volete un mondo diverso. Noi abbiamo l’impero su tutto». Diceva
Sant’Angela da Foligno: «Se il mondo intero si levasse a dire che io ho
torto ad aver fede nel Signore, scoppierei a ridere». Chiediamo perdono
al Signore, se abbiamo perso qualche volta questo alfabeto della speranza
cristiana, che rimanda, si, al futuro la sua verifica, ma che dà contemporaneamente, nel presente, anticipi anche saporosi per aiutarci a credere e
lottare per la grande speranza. Le parole con cui inizia la storia della salvezza: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò» (Gen 12,1), si inseriscono di prepotenza nella
storia di oggi. Viviamo in un momento di transizione, di passaggio verso un mondo
sconosciuto. Lo squilibrio tra i sazi e gli affamati minaccia collassi collettivi e non
può durare. La violenza con cui viene repressa la sete di giustizia non potrà frenare
i diritti dei miserabili della terra. In questa situazione di emergenza, anche a noi
credenti e richiesto un salto di qualità. Molte volte ci addormentiamo nella nostra
vita cristiana, fatta di atti di culto, di pratiche di pietà, di schemi mentali comodi,
che ci fanno vivere una vita tranquilla, come sprofondati nella bambagia spirituale.
C’è bisogno di un sussulto di coscienza collettiva e personale. Bisogna mettersi in discussione, sempre. Ed essere insoddisfatti della nostra vita poco
significativa di fronte a Dio e agli altri. «Vattene dalla tua terra» ha detto
Dio ad Abramo. «Esci dalla tua cuccetta», apri gli occhi sull’uomo che incontri, o
che ti è lontano, sulle sue disperazioni (guerre, solitudini, fame, collasso ecologico)
e programma la tua vita in grande, con scelte coraggiose, che ti mettano al crocevia
del tuo quartiere, della tua città, della storia. Non aver paura della sofferenza, di
ribaltare il tuo comodo tran tran di vita! C’è una splendida trasfigurazione
che ti aspetta, una indicibile resurrezione che ti ricompenserà delle piccole croci che dovrai sopportare. Venendo al testo evangelico, troviamo
gli apostoli che attraversavano un momento davvero triste. Sei giorni
prima (notate questa indicazione temporale), Gesù aveva annunciato
in modo chiaro che doveva recarsi a Gerusalemme, soffrire molto dai
capi di Israele, essere messo a morte. L’annuncio era stato per loro una
bomba! Non lo capivano affatto. Avevano anche tentato di dissuaderlo da
quel folle viaggio ma inutilmente! Per cui il dolore di perdere il Maestro
(Gesù aveva anche detto che, dopo tre giorni, sarebbe resuscitato, ma non
avevano capito un gran che), di pensarlo sconfitto, di vedersi finiti come
singoli e come gruppo, era stampato nei loro «musi» e nel loro silenzio!
Gesù allora pensò di donar loro una grande luce di speranza, di anticipare loro un’ora di «gloria», un lampo di luce ultraterrena, una specie di
squarcio nel loro futuro di felicità. È bene fermarsi sulla scena evangelica
di questa Trasfigurazione, anche se raccontata molto schematicamente,
contemplarla e ascoltare ciò che il Signore vuole dire a ciascuno di noi.
La scena del Tabor ci dice che cosa ci aspetta in futuro. Un giorno saremo
«così» anche noi. Un giorno saremo risorti come Gesù, trasfigurati come
Gesù, «deificati» come Gesù. Non ha forse ragione San Paolo quando scrive
che le sofferenze di questa vita, patite per il Signore Gesù, non sono neanche
lontanamente paragonabili alla felicità che lo stesso Signore ci prepara nel suo
cielo? Il nostro impegno in questa terra di attesa è quello di prendere alla lettera
l’invito- ordine del Padre celeste: «Ascoltatelo», cioè ascoltate lui, Gesù. La nostra
trasfigurazione comincia davvero, anche in questa terra, quando cominceremo ad
ascoltare il Signore e la finiremo dì dare sempre retta a noi stessi, ai nostri egoismi,
alle nostre passioni.
p. Rolando Palazzeschi, sj
PRIMA LETTURA
Abramo parte senza indugio confidando nella parola del Signore. È uscito
dalla casa delle certezze e delle abitudini per iniziare un cammino non sorretto da umane sicurezze.
Dal libro della Genesi (12, 1-4a)
In quei giorni, il Signore disse ad
Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla
tua parentela e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione e ti
benedirò, renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno e
coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette tutte le
famiglie della terra». Allora Abram partì, come
gli aveva ordinato il Signore.
Parola di Dio.
A - Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE (32/33)
Dobbiamo affidarci alla provvidenza del Signore.
Rit. Donaci, Signore, il tuo amore: in te
speriamo.
Retta è la parola del Signore / e fedele ogni
sua opera. / Egli ama la giustizia e il diritto; /
dell’amore del Signore è piena la terra. Rit.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, / su
chi spera nel suo amore, / per liberarlo dalla
morte / e nutrirlo in tempo di fame. Rit.
L’anima nostra attende il Signore: / egli è nostro
aiuto e nostro scudo. / Su di noi sia il tuo amore,
Signore, / come da te noi speriamo. Rit.
SECONDA LETTURA
Alla base della vocazione cristiana vi è una chiamata alla fede, che non è frutto di opere umane ma dono
di grazia. Affidandosi ad essa un girono anche i nostri
corpi saranno trasformati come quello di Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo (1,8b-10)
Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me
per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha
chiamati con una vocazione santa, non già in
base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in
Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata
ora, con la manifestazione del salvatore nostro
Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto
risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo
del Vangelo.
Parola di Dio.
A - Rendiamo grazie a Dio.
CANTO AL VANGELO ( Eb 4,12)
Rit. Alleluia, alleluia.
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo.
Rit. Alleluia.
VANGELO
Con la trasfigurazine Dio fissa nelle nostre menti
quel momento di splendore. Nei momenti di dolore e di difficoltà dovremo ricordarsi di quello
spiraglio di gloria e fondare su di esso la nostra
fortezza di fronte alle prove della vita.
Dal Vangelo secondo Matteo (17,1-9)
A - Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro,
Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu
trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò
come il sole e le sue vesti divennero candide
come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè
ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù:
«Signore, è bello per noi essere qui! Se
vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una
per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora
parlando, quando una nube luminosa li coprì
con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla
nube che diceva: «Questi è il Figlio mio,
l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono
presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò,
li toccò e disse: «Alzatevi e non temete».
Alzando gli occhi non videro nessuno, se non
Gesù solo. Mentre scendevano dal monte,
Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di
questa visione, prima che il Figlio dell’uomo
non sia risorto dai morti».
Parola del Signore.
A – Lode a te, o Cristo.
IL TACCUINO
Missioni Quaresimali in Lingua Italiana
Conferenze Quaresimali
La Commissione Pastorale Italiana organizza 2 conferenze
nell’arco del prossimo cammino quaresimale incentrate sulla
Lettera Apostolica “La gioia del
Vangelo” emanata da papa Francesco in vista del prossimo Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione che si terrà a Roma
dal 5 al 19 ottobre 2014.
Data: domenica 23 marzo
Sunday March 23
Time: 4.00-6.00p.m.
Place: St. Paschual Baylon church hall (92 Steels Ave. West, west
of Yonge St. Tel. 905-889-9021
Language: inglese
Invited: all young and adults english speaking
Free entrance
Data: domenica 16 marzo.
Orario: dalle 3.00 alle 5.00p.m.
Luogo: sala della chiesa St. Jane Frances sita al 2747 di Jane St.,
a nord di Sheppard Av. Tel. 416741-1463
Lingua: italiana
Interessati: tutte le parrocchie
con comunità italiana
Entrata libera
Ambedue le conferenze saranno
tenute dal professor Lino Sartori, ex docente universitario, conferenziere, pubblicista ed impegnato in molti campi di evangelizzazione.
A tutti va l’invito della Commissione Pastorale Italiana a
partecipare.
Segnaliamo a tutti i lettori di Chiesa 2000 le Missioni
Quaresimali che si terrano nelle nostro in questo periodo di preparazione alla Santa Pasqua:
Predicatore P. GIACINTO DE GIANNI,
Francescano
1. Chiesa Immaculate Conception
(Toronto, Tel. 416-651-7875)
Sabato 15 Marzo: Giornata di Ritiro
2. Chiesa St. Jane Frances (North York, Tel. 416-7411463) Domenica 16 – Venerdì 21 Marzo;
3. Chiesa Epiphany of our Lord (Scarborough, Tel.
416-499-2196) Domenica 23 – Mercoledì 26 Marzo;
4. Chiesa St. Fidelis
(Toronto, Tel. 416-247-8441)
Domenica 6 – Mercoledì 9 Aprile
Predicatore: P. GABRIELE CINGOLANI,
Passionista
1. Chiesa St. Peter (Woodbridge – Tel. 905-851-3600)
Lun. 17 – Venerdì 21 Marzo;
2. Radio Maria, Ritiro per il Personale ed i Volontari
(Toronto, Tel. 416-245-7117) Sabato 22 Marzo;
3. Chiesa St. Bernard de Clairvaux
(Toronto, Tel. 416-241-6738) Dom. 23 – Giov. 27 Marzo;
4. Chiesa St. Catherine of Siena
(Mississauga, Tel. 905-272-1454)
Sabato 29 Marzo: Ritiro;
5. Chiesa di St. Clare of Assisi
(Woodbridge, Tel. 905-653-8000)
Domenica 30 Marzo – Mercoledì 2 Aprile;
6. Chiesa St. Roch (Weston, 416-749-0328)
Domenica 6 – Giovedì 10 Aprile
Predicatore: DON FRANCESCO ARMENTI,
Diacono Diocesano
1.Chiesa Immaculate Conception
(Woodbridge, Tel. 905-856-2205)
Domenica 23 – Mercoledì 26 Marzo;
2. Chiese St. Clare e St. Nicholas
(Toronto, 416-654-7087)
Domenica 30 Marzo – Mercoledì 2 Aprile;
3.Chiesa St. Andrew
(Etobicoke, Tel. 416-749-4391)
Domenica 6 – Martedì 8 Aprile;
4. Chiesa St. Lawrence
(Scarborough, Tel. 416-759-9359)
Servizio Settimana Santa: 17 – 20 Aprile
CORRIERE CANADESE � VENERDI 14 MARZO 2014
15
FOCUS
CITTÁ DEL VATICANO - Dal ritiro di Ariccia, dove il Papa concluderà domattina gli esercizi spirituali con la Curia, l’unico segnale riguardante l’anniversario del
suo pontificato è stato un tweet:
“Pregate per me”. Un messaggio
che si ricollega in modo singolare proprio a quella sera di un anno fa, quando il neo-eletto Francesco, affacciandosi dalla Loggia
delle Benedizioni e stupendo tutti con il suo familiarissimo “Fratelli e sorelle, buonasera!”, chiese
ai fedeli di pregare per lui e si raccolse con loro in silenzio.
E proprio la preghiera, secondo una stile di essenzialità e massimo rigore, è stato l’ingrediente
particolare che Bergoglio ha voluto dare a questo suo primo anniversario di pontificato: nessun festeggiamento, nessuna manifestazione esteriore ha reso in qualche
modo diversa rispetto alle altre la
giornata nella Casa del Divin Maestro, retta dai Paolini. “Una giornata come tutte le altre di questo
ritiro spirituale, né più né meno”:
così ha descritto il clima attorno
a papa Francesco uno dei cardinali, tra i più stretti collaboratori
del Pontefice, raggiunto al telefono nella Casa ad Ariccia. Alla domanda su come sia stata trascorsa questa giornata ha replicato:
“Pregando”. Nessuna particolare
manifestazione di affetto al Pontefice? “Siamo in ritiro spirituale”,
è stata la risposta.
Lo stesso aveva fatto sapere
poco prima il portavoce vaticano,
padre Federico Lombardi, alla domanda su come Francesco avrebbe trascorso l’anniversario dell’elezione: «Oggi il Papa non fa niente di speciale e di diverso dagli altri giorni. Prega». Bergoglio, insomma, ha voluto dare un carattere di grande rigore alla pratica
degli esercizi spirituali, insieme
ai cardinali e vescovi di Curia, peraltro fatti per la prima volta fuo-
Un Papa “normale” in occasione
dell’anniversario del primo anno
Agli italiani
piace il “ciclone”
Bergoglio
Manuela Tulli
ri dal Vaticano, e in un contesto
che evidentemente non prevede
eccezioni neanche per ricordare
il primo anno dell’ascesa al soglio
di Pietro. La giornata nella Casa
dei Paolini, quindi, come tutte le
altre ha previsto la sveglia all’alba, la messa concelebrata alle 7.30,
la colazione alle 8.30, alle 9.30 la
prima delle due meditazioni proposte da mons. Angelo De Donatis, parroco della chiesa romana
di San Marco Evangelista al Campidoglio. Alle 12.30 il pranzo alla
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L’estrema sobrietà e “normalità” che Bergoglio ha voluto imprimere anche a queste giornate, nota caratteristica, peraltro, a partire da quella sera di un anno fa, di
tutto il suo pontificato, non ha impedito oggi l’arrivo di messaggi e
auguri da tutto il mondo. Particolarmente caloroso quello del presidente della Repubblica italiana
Giorgio Napolitano.
mensa (con solo il primo servito
al tavolo, per il secondo ognuno si
serve da solo), alle 16.00 la seconda meditazione, alle 18.00 la celebrazione dei Vespri e l’adorazione
eucaristica, alle 19.30 la cena.
Per questa mattina, a conclusione della settimana di esercizi
spirituali, dopo la messa e la colazione è prevista solo la meditazione mattutina alle 9.30. Dopo di
che, con partenza alle 10.30, il Papa e i presuli di Curia rientreranno in Vaticano. Ancora in pullman
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ROMA - Ad un anno dalla sua elezione è un vero e proprio plebiscito per Papa Francesco. Ad
apprezzarlo è l’87% degli italiani. Lo rileva l’Eurispes che, dopo dodici mesi di ciclone Bergoglio, che ha cambiato la vita della
Chiesa e non solo, ha svolto un’indagine sul rapporto degli italiani
con la fede, la Chiesa e l’operato
del nuovo Papa. Interrogati sulla
igura del ponteice e sull’ipotesi
che stia dando nuovo slancio alla
Chiesa cattolica, tra un pugno di
indecisi (8,4%) e una manciata di
scettici (4,5%) domina l’87,1% di
chi sostiene che Papa Francesco
stia ridando vitalità alla sua Chiesa. Grazie al suo approccio familiare Bergoglio ha fatto breccia nel
cuore di tutti.
Sono in misura maggiore le
donne rispetto agli uomini (il 91%
contro l’82,9%) a ritenere che Papa Francesco stia ridando slancio alla Chiesa cattolica. Il livello di apprezzamento per l’operato del Papa cambia poco anche prendendo in considerazione
lo stato civile: Bergoglio è stimato dal 90% delle persone sposate, dall’89,7% dei vedovi, dall’88%
dei divorziati, dall’82,6% dai conviventi e dall’82,3% dei celibi/nubili. È senza dubbio il dirompente
“efetto Bergoglio’’ ad avere inciso
quest’anno sull’aumento di iducia degli italiani nei confronti della Chiesa cattolica che segna il risultato migliore nella serie storica
delle rilevazioni Eurispes degli ultimi sei anni con quasi il 50% dei
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