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Relazione integrativa
Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 1 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ STUDIO DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO NELLA REGIONE MOLISE SEZIONE B - RISCHIO IDRAULICO RELAZIONE INTEGRATIVA INDICE 1 PREMESSA __________________________________________________ 2 2 RISPOSTE ALLE OSSERVAZIONI ________________________________ 5 2.1 Risposta all’osservazione punto 1___________________________________5 2.2 Risposta all’osservazione punto 2___________________________________5 2.2.1 Confronto con le indicazioni fornite dal criterio “visuale” ______________________ 7 2.2.2 Confronto con le indicazioni della formula di Cowan ________________________ 18 2.2.3 Confronto con studi analoghi __________________________________________ 20 2.2.4 Confronto con scale di deflusso note ____________________________________ 21 2.2.5 Conclusioni ________________________________________________________ 23 2.3 Risposta all’osservazione punto 3__________________________________25 2.4 Risposta all’osservazione punto 4__________________________________26 2.5 Risposta all’osservazione punto 5__________________________________27 2.6 Risposta all’osservazione punto 6__________________________________28 Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 2 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 1 PREMESSA Con nota prot. 5978 del 5.6.2001 la Regione Molise ha formulato una serie di osservazioni sui risultati dello “Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione” contenuti negli elaborati consegnati dall’A.T.I. Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis in data 10.5.2001. Per quanto attiene alla Sezione B – Rischio idraulico, la Regione Molise ha formulato le seguenti osservazioni che qui si riportano integralmente: “1. il modello utilizzato per la schematizzazione del territorio e degli apporti in alveo appare rispondente alle reali situazioni morfologiche e geologiche, per cui anche le portate stimate a 30 – 100 – 200 anni sono confrontabili con i dati storici disponibili e con gli studi di settore precedentemente svolti; 2. il modello idraulico di deflusso in alveo delle portate non corrisponde invece ai dati ed alle misurazioni disponibili, con particolare riferimento al livello del pelo libero della corrente, in quanto risulta sottostimata la velocità del liquido, per cui si chiede di verificare i coefficienti di scabrezza adottati; 3. si chiede la verifica della quota di fondo alveo alla stazione di rilievamento di Alto Pantano sul basso Biferno; 4. i casi di rischio segnalati in corrispondenza dei ponti stradali devono essere studiati, per la mitigazione degli effetti negativi, anche mediante la risagomatura dell’alveo, in alternativa alla rimozione delle infrastrutture, anche se tale studio potrà essere approfondito in fase di redazione del Piano Stralcio; 5. la pericolosità delle aree studiate viene caratterizzata su tre livelli (P0 – P1 – P2), ma si ritiene opportuno in fase di Piano Stralcio rendere omogenea la trattazione al livello di rischio su quattro modulazioni (P1 – P2 – P3 – P4), con relative successive misure di salvaguardia; 6. la presenza di grandi bacini di laminazione (come la diga del Liscione) comporta una accurata regimentazione dei deflussi a valle, per cui si ritiene Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 3 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ necessario rimodulare le portate a valle dell’invaso tenendo conto della quota di 125.5 m come quota di massimo invaso di regolazione ordinaria.” Dopo le necessarie riflessioni sulle sopra riportate osservazioni, l’A.T.I. ha fornito le relative risposte che formano oggetto della presente relazione, la quale pertanto costituisce integrazione, con i relativi allegati, degli elaborati già consegnati in data 10.5.2001. Per quanto riguarda l’osservazione sub 2, peraltro non supportata da dati oggettivi in quanto quelli dichiarati come “disponibili” non sono stati in realtà né forniti né indicati, è stato eseguito un confronto con studi analoghi e con quanto reperibile in letteratura, evidenziando come i coefficienti di scabrezza utilizzati siano perfettamente congruenti con lo stato attuale degli alvei se non addirittura ottimistici riguardo al F. Biferno, nel senso di condurre ad una sottostima dei livelli di piena in alveo. Relativamente all’osservazione sub 3, è stato operato un confronto tra il rilievo eseguito per il presente Studio ed il rilievo eseguito alcuni anni fa per un precedente studio, riscontrando modeste differenze della quota in questione imputabili senz’altro alla normale dinamica d’alveo. Per quanto concerne l’osservazione sub 4 non si nega la possibilità di soluzioni alternative a quelle indicate per la mitigazione del rischio in corrispondenza degli attraversamenti e più economiche; si fa presente, tuttavia, che per la loro effettiva fattibilità sono necessarie analisi di dettaglio che possono essere condotte in sede di redazione di Piano Stralcio e che comunque la differenza economica rientra nei margini d’errore della stima del costo complessivo degli interventi di messa in sicurezza. Riguardo all’osservazione sub 5, si concorda con la proposta di introdurre una ulteriore fascia di pericolosità in sede di redazione di Piano Stralcio, che può Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 4 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ essere convenientemente individuata nelle aree inondabili per Tr compresi tra 200 e 500 anni. Infine, per quanto riguarda l’osservazione indicata sub 6, si fa presente come non siano state fornite nel dettaglio le modalità di gestione definitive della diga del Liscione in concomitanza di eventi di piena straordinari, necessarie per la stima della laminazione dei volumi operabile dall’invaso; pur tuttavia, si è proceduto ad una nuova verifica idraulica dell’intero tratto del Fiume Biferno a valle dell’invaso del Liscione e conseguente nuova perimetrazione delle aree inondabili per i soliti tempi di ritorno, nell’ipotesi cautelativa e verosimile di invaso già al massimo livello di regolazione ed assenza di manovre agli scarichi durante il transito della piena, ferma restando la possibilità di individuare, in fase di redazione del Piano Stralcio, politiche gestionali di maggior efficienza ai fini della riduzione del rischio. Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 5 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 2 RISPOSTE ALLE OSSERVAZIONI 2.1 Risposta all’osservazione punto 1 Trattandosi di osservazione di tipo meramente appovatorio non necessita di risposta, ma si ringrazia comunque per il riscontro della bontà del modello idrologico adottato. 2.2 Risposta all’osservazione punto 2 Purtroppo i dati e le misurazioni che vengono citati a supporto di quanto fatto rilevare, e cioè che i livelli di piena in alveo forniti dal modello idraulico non corrispondono a quelli reali, non sono stati forniti né indicati con maggior precisione dalla Regione Molise. Dunque non è stato possibile un confronto su base oggettiva per stabilire in quali tratti fluviali studiati sia osservabile tale discrepanza di livelli idrici e se si tratti di errore di sovrastima o di sottostima. Ad ogni buon conto, poiché nella nota è stato precisato che la causa della suddetta presunta non corrispondenza risiede in una sottostima delle velocità di deflusso in alveo e si è richiesto esplicitamente la verifica dei coefficienti di scabrezza adottati nel modello, resta chiaro che i livelli di piena forniti da modello sono apparsi affetti da errore di sovrastima e che quindi i valori adottati per il coefficiente n di scabrezza secondo Manning siano stati reputati eccessivi. Pertanto, ci si è limitati a verificare la congruità o meno dei valori del coefficiente di Manning utilizzati e per fare ciò si è fatto ricorso a quanto disponibile in letteratura scientifica per la stima di tale coefficiente, nonché al confronto con studi analoghi al presente. Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 6 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Come è noto, il coefficiente n di Manning, definito attraverso la omonima formula: U= 1 0.66 0.5 R J n (1) ove gli altri simboli hanno il seguente significato: U velocità media della corrente R raggio idraulico della sezione liquida J cadente dell’energia, ossia perdita di carico per unità di lunghezza tiene conto globalmente di tutti quei fattori geometrici in grado di determinare maggiori o minori dissipazioni energetiche per la corrente, cioè: - materiale d’alveo - irregolarità della sezione - variazioni di sezione - presenza di ostruzioni e di vegetazione - sviluppo tortuoso dell’asta fluviale Maggiore è il coefficiente di Manning, maggiori sono le dissipazioni e quindi le altezze d’acqua a parità di portata e caratteristiche geometriche. È bene ricordare che il valore da attribuire al coefficiente n dipende dall’estensione della porzione d’alveo interessata dal deflusso, e quindi dall’entità della portata transitante; in particolare, per simulazioni di piene fluviali straordinarie quali sono quelle prese in considerazione dallo Studio, che interessano per buona parte le aree golenali adiacenti all’alveo di magra, il coefficiente avrà un valore senz’altro maggiore di quello da utilizzare invece per i deflussi di magra e di piena ordianaria, a causa della maggior presenza di vegetazione e di accidentalità nelle aree golenali che non nell’alveo propriamente detto. Il valore di n impiegato nelle verifiche idrauliche condotte nell’ambito dello Studio riflette i fattori sopraelencati ed è leggermente variabile da sezione a sezione; pertanto, una volta calcolato il valore di n per ciascuna sezione fluviale a partire dal valore del coefficiente adimensionale di Chezy C fornito dal modello idraulico, ed è stata poi eseguita una operazione di media pesata con le lunghezze dei Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 7 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ singoli tronchi da sezione a sezione onde fornire un valore indicativo per ciascuno dei tratti fluviali oggetto di studio. Tali valori medi sono riportati in TABELLA 1: Tratto studiato n Ks T. Callora e T. il Rio 0.042 24 F. Biferno (tratto loc. Bojano) 0.031 32 F. Biferno (tratto loc. Covatta di Ripalimosani) 0.029 35 F. Biferno (tratto a valle diga del Liscione) 0.039 26 T. Cigno (tratto terminale) 0.035 28 T. Sinarca (tratto terminale) 0.031 32 F. Trigno (tratto terminale) 0.033 30 TABELLA 1 – Valori medi del coefficiente di scabrezza n secondo Manning e Ks secondo Gauckler-Strickler impiegati nel modello utilizzato Si è quindi proceduto a verificare con vari criteri se i suddetti valori di n fossero realmente eccessivi. 2.2.1 Confronto con le indicazioni fornite dal criterio “visuale” Una utile pubblicazione in grado di fornire indicazioni sul valore del coefficiente n di scabrezza di Manning è: V.T. Chow – “Open-channel hydraulics”, McGraw-Hill, Tokyo, 1959, nella quale si suggerisce, fra gli altri, un criterio molto pratico utilizzato negli Stati Uniti, che fornisce un valore indicativo di n per svariate tipologie di corsi d’acqua naturali o artificiali esemplate ciascuna da un’illustrazione fotografica. Sono state riprodotte nelle FIGURE 1-6 alcune di tali illustrazioni, con l’indicazione in didascalia del coefficiente n relativo. Osservando la situazione attuale dei tratti studiati, rappresentata nelle linee generali dalle riprese fotografiche eseguite in occasione della campagna di rilievo condotta nei primi mesi del 2001 e di cui si riporta un campione nelle FIGURE 717, si possono ravvisare notevoli analogie soprattutto con le fotografie delle FIGURE 3 e 5 (per quanto riguarda il basso Biferno): abbiamo infatti la presenza Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 8 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ di una fitta vegetazione arborea che ricopre le sponde e spesso si protende anche nell’alveo di magra. Tale vegetazione è evidente soprattutto per l’asta fluviale del Biferno nel tratto finale Guglionesi-Termoli, come mostra la foto aerea della zona del vecchio ponte di Altopantano (FIGURA 18). FIGURA 1 - Tipico corso d’acqua con n = 0.035 (da Chow) FIGURA 2 - Tipico corso d’acqua con n = 0.045 (da Chow) Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 9 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ FIGURA 3 – Tipico corso d’acqua con n = 0.060 (da Chow) FIGURA 4 - Tipico corso d’acqua con n = 0.080 (da Chow) Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 10 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ FIGURA 5 - Tipico corso d’acqua con n = 0.110 (da Chow) FIGURA 6 - Tipico corso d’acqua con n = 0.125 (da Chow) Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 11 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Dunque, tenendo presente i valori riportati nelle didascalie delle fotografie e la TABELLA 1, il criterio fotografico suggerirebbe valori di n sensibilmente più alti di quelli utilizzati nello Studio per il Basso e Alto Biferno, Callora, Rio, Sinarca, mentre per Cigno e Trigno i valori utilizzati apparirebbero sostanzialmente congrui. In effetti nello Studio si è voluto tener conto, in via ottimistica, della futura realizzazione di interventi di ripulitura migliorativi dell’efficienza idraulica di cui innegabilmente abbisognano i corsi d’acqua studiati. FIGURA 7 – Torrente Callora alla sezione CA0010 (zona Bojano) Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 12 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ FIGURA 8 – Fiume Biferno alla confluenza con il Torrente il Rio (zona Bojano) FIGURA 9 – Torrente il Rio alla sezione RI0011 (zona Bojano) Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 13 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ FIGURA 10 – Fiume Biferno nei pressi di Guglionesi (sezione BI3038) FIGURA 11 – Fiume Biferno a valle confluenza T. Cigno (sezione BI3054) Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 14 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ FIGURA 12 – Fiume Biferno a valle di Altopantano (sezione BI3073) FIGURA 13 – Fiume Biferno nei pressi dell’Autostrada A14 (sezione BI3089) Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 15 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ FIGURA 14 – Torrente Cigno nel tratto finale (sezione CI0003) FIGURA 15 – Torrente Sinarca (sezione SI0016) Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 16 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ FIGURA 16 – Fiume Trigno presso Ponte Trigno (sezione TR0001) FIGURA 17 – Fiume Trigno nel tratto finale (sezione TR0013) Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 17 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ FIGURA 18 – Aerofotografia del F. Biferno nella zona di Altopantano. Si noti la presenza di una fitta vegetazione arborea che occupa quasi totalmente l’alveo di piena nascondendo alla vista aerea buona parte dell’alveo di magra Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 18 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 2.2.2 Confronto con le indicazioni della formula di Cowan Un altro riferimento per la stima del coefficiente di Manning n è dato dalla formula di Cowan, che tiene conto dei vari fattori che concorrono alla resistenza al moto: n = (n0 + n1 + n 2 + n 3 + n 4 )m 5 dove i valori da assegnare ai parametri: n0 resistenza al moto dovuta al materiale d’alveo n1 resistenza al moto dovuta all’irregolarità della sezione n2 resistenza al moto dovuta alle variazioni di sezione n3 resistenza al moto dovuta alle ostruzioni n4 resistenza al moto dovuta alla vegetazione m5 resistenza al moto dovuta alla tortuosità dell’asta fluviale sono tabulati in funzione di valutazioni qualitative dei vari fattori di resistenza. In particolare: n0 = 0.020 per sabbie e limi, 0.024 per ghiaia fine n1 = 0.005 per sezioni poco irregolari n2 = 0.000 per variazioni di sezione graduali n3 = 0.000 per ostruzioni assenti o trascurabili n4 = 0.010 per presenza medio-bassa di vegetazione, 0.025 per presenza medioalta, fino a valori di 0.100 per vegetazione fittissima vegetazione molto fitta m5 = 1 per aste abbastanza rettilinee, 1.15 se apprezzabilmente meandriformi Ad esempio, secondo Cowan, per il Fiume Biferno a valle diga, ove abbiamo prevalentemente sabbie, sezioni poco irregolari, variazioni graduali di sezione, presenza medio-alta di vegetazione e sviluppo sensibilmente meandriforme dell’asta (vedi FIGURA 19), si otterrebbe n = 0.057, che è un valore maggiore di quello realmente utilizzato, pari a 0.039 (vedi TABELLA 1). Anche ammettendo, in via ottimistica, che mediamente la presenza di vegetazione sia medio-bassa, si otterrebbero valori comunque non inferiori a 0.040. Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 19 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ FIGURA 19 – Aerofotografia del F. Biferno a monte di Altopantano. Si noti l’assetto meandriforme dell’asta fluviale. Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 20 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Per il Torrente Sinarca, ove abbiamo ancora sedimenti fini, sezioni poco irregolari con variazioni graduali, ma un livello medio-basso di vegetazione e tortuosità minima dell’asta fluviale, si otterebbe, con la formula di Cowan, un n pari a 0.035, contro il valore 0.031 impiegato nello Studio, dunque un grado di scabrezza ancora una volta non inferiore a quello considerato nelle verifiche idrauliche. 2.2.3 Confronto con studi analoghi Prendendo in considerazione studi analoghi, giova notare che nelle simulazioni idrauliche eseguite per la definizione delle aree inondabili del Fiume Arno, in Toscana, è stato impiegato un coefficiente di Manning pari a 0.036, valore frutto di taratura su misure dirette di portata disponibili in alcune sezioni idrometriche e quindi collaudato. Lo stato di manutenzione delle sponde e dell’alveo, soprattutto per quanto concerne la presenza di vegetazione arborea, è buono, come mostrato dalle FIGURE 20 e 21. FIGURA 20 – Fiume Arno in loc. Sieci presso Pontassieve (FI) Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 21 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ FIGURA 21 – Fiume Arno in loc. Vallina presso Bagno a Ripoli (FI) Operando un confronto con le immagini del Fiume Biferno a valle della diga del Liscione, ad esempio le FIGURE 10, 11, 12 e 13, è evidente come lo stato di ingombro vegetazionale dell’alveo e delle sponde del basso Biferno è sensibilmente peggiore di quello dell’Arno, ma nonostante ciò per il basso Biferno è stato utilizzato un valore del coefficiente di Manning solo di poco superiore. 2.2.4 Confronto con scale di deflusso note Sempre riguardo al basso corso del Fiume Biferno, per il quale è disponibile una stazione idrometrica del S.I.M.N. fornita di scala di deflusso in loc. Altopantano, e più precisamente alla sezione fluviale indicata in questo Studio col codice BI3071_D, è stato eseguito anche un confronto tra i livelli forniti dal modello idraulico e quelli forniti, in corrispondenza dei medesimi valori di portata, Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 22 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ dall’ultima scala di deflusso disponibile (pubblicata sugli Annali Idrologici parte II del 1992). Si sono riscontrate differenze notevoli, particolarmente sugli alti valori di portata, come mostra il grafico in FIGURA 22: il modello sembra fornire livelli più alti di circa 2 m. 16 15 14 Livello assoluto [m s.l.m.] 13 12 11 10 9 modello idraulico 8 scala deflusso S.I.M.N. 1992 7 6 5 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 Portata [mc/s] FIGURA 22 – Confronto tra la scala di deflusso S.I.M.N. (1992) e quella ricostruita da modello idraulico per la sezione di Altopantano sul F. Biferno Bisogna tuttavia considerare che: - le vecchie scale di deflusso, nella parte relativa alle portate straordinarie, sono sempre frutto di estrapolazioni ottenute spesso per via grafica e quindi con margini di errore considerevoli; - anche la quota dello zero idrometrico dichiarata sugli Annali del S.I.M.N: è spesso solo un’approssimazione di quella reale; - non vi è la certezza che la scala di deflusso sia stata rimodulata almeno per le portate straordinarie dopo che, a partire dal 1968, sono stati eseguiti numerosi interventi idraulici a valle di Altopantano, fra cui importanti opere di arginatura che Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 23 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ hanno ridotto notevolmente la sezione di piena, provocando così un sensibile rigurgito verso monte evidenziato anche dal modello impiegato nello Studio. Al riguardo della considerazione al primo punto, si deve osservare che attualmente si preferisce impiegare modelli idraulici in moto permanente, al fine di ricavare una più corretta scala di deflusso per le alte portate, una volta eseguita, se la situazione lo richiede, la taratura del parametro di scabrezza su misure dirette di portata. Al fine di verificare se la discrepanza osservata tra livelli da modello e livelli da scala di deflusso per la suddetta stazione idrometrica del S.I.M.N. fosse dovuta ad una sovrastima, anche soltanto locale, del coefficiente di scabrezza n, sono state eseguite più simulazioni in moto permanente del tratto del Biferno che va dal Ponte di Altopantano alla foce ognuna con un differente valore di n. Si è osservato che, anche per coefficienti di scabrezza molto bassi e assolutamente improbabili (quelli relativi al cemento lisciato!!!), i livelli non differivano molto da quelli originariamente ottenuti nello Studio per n = 0.039 e quindi permanevano sempre sensibilmente più alti di quelli forniti dalla scala di deflusso del S.I.M.N.: questo si spiega con il prevalere, sugli effetti dissipativi, degli effetti delle trasformazioni energetiche legate alla forte strozzatura della sezione (vedi FIGURA 23) operata dagli argini artificiali presenti in fregio al corso d’acqua a valle di Altopantano fino alla foce. In conclusione, la scala di deflusso del S.I.M.N. relativa alla stazione idrometrica di Biferno ad Altopantano non è adatta alla taratura del coefficiente di scabrezza e, per di più, sembra anche fortemente errata almeno per le portate di piena. 2.2.5 Conclusioni Sia il criterio fotografico di Chow, sia la formula di Cowan, sia il confronto con collaudate verifiche idrauliche per fini analoghi dimostrano che i coefficienti di Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 24 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ scabrezza utilizzati in questo Studio sono congrui o al più ottimistici, nel senso di fornire valori dei livelli idrici in leggera sottostima. Indicazioni in senso contrario sembrano essere fornite, per il basso Biferno, dal confronto dei livelli idrici simulati con quelli ricavati dalla scala di deflusso S.I.M.N. per la stazione idrometrica di Altopantano; tuttavia, varie ragioni portano a ritenere questa scala di deflusso inattendibile nello stimare correttamente le portate di piena straordinarie. FIGURA 23 – Confronto tra la sezione del F. Biferno immediatamente a valle dell’idrometro di Altopantano (BI3072) e quella successiva più a valle (BI3074). Si noti la strozzatura operata dal rilevato arginale in sinistra. Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 25 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 2.3 Risposta all’osservazione punto 3 La verifica della quota di fondo alveo della sezione fluviale del F. Biferno ove è ubicata la stazione idrometrica S.I.M.N. di Altopantano (BI3071_D) è stata effettuata mediante confronto con l’unico rilievo disponibile precedentemente eseguito, che è quello contenuto nello studio “Sistemazione idraulica del Fiume Biferno a valle della Diga di Ponte Liscione” commissionato dalla Regione Molise nel 1991-92. Nel suddetto studio la sezione più vicina a quella in questione è la n° 77, posta solamente 25 m circa più a valle e quindi idonea al confronto della quota di fondo alveo. Il confronto tra i rilievi è riportato nella FIGURA 24. FIGURA 24 – Confronto tra il rilievo dello Studio (BI3071_D) e quello di un precedente studio idraulico (77) per la sezione della stazione di Altopantano Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 26 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Si può notare la presenza, in entrambi i rilievi, di un isolotto che separa il fiume in due bracci distinti; il confronto delle quote del fondo alveo, per ciascun braccio, è riportato nella TABELLA 2. Quota rilievo Quota rilievo attuale precedente [m s.l.m.] [m s.l.m.] Differenza [m] Braccio sinistro 5.07 4.61 + 0.46 Braccio destro 4.94 4.61 + 0.33 TABELLA 2 – Confronto tra le quote del fondo alveo per la sezione della stazione di Altopantano Le differenze della quota in questione, tra i due rilievi, sono minimali e imputabili in parte alle escursioni dovute all’ordinaria dinamica d’alveo, in parte alla pendenza naturale del fondo alveo (la sezione rilevata precedentemente è poco più a valle di quella rilevata attualmente), il che fa ritenere corretta la quota rilevata nell’ambito dello Studio. Si fa notare che lo zero idrometrico dichiarato dal S.I.M.N. per la stazione di Biferno ad Altopantano e riportato sugli Annali Idrologici del 1992 è a 6 m s.l.m. e pertanto circa un metro al di sopra del fondo alveo rilevato attualmente. Dalla scala di deflusso già citata al paragrafo precedente si desume che a tale quota di 6 m corrisponde la portata nulla. La portata nulla può verificarsi anche con una profondità d’acqua localmente non nulla, per effetto della locale formazione di pozze; pertanto il dato non è in contrasto con quello rilevato nello Studio. 2.4 Risposta all’osservazione punto 4 Nello Studio, ai fini di quantificare il costo di massima degli interventi di messa in sicurezza dalle piene fluviali, è stato stabilito che, qualora un attraversamento risultasse sprovvisto del franco di un metro con la piena trentennale, oppure Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 27 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ risultasse sormontato nel caso di piena duecentennale, dovesse essere demolito e ricostruito a una quota maggiore. Certamente è valida l’osservazione che occorre indagare sulla possibilità di evitare la demolizione dell’attraversamento e risagomare la sezione in modo da aumentare l’area disponibile per il deflusso, tuttavia, si fa presente che ogni intervento di risagomatura in corrispondenza di strutture di attraversamento è un intervento gravato da notevoli vincoli sia geometrici che strutturali, e che quindi oltre ad essere oneroso non sempre permette di ottenere il risultato voluto. Per esempio, l’unico modo per aumentare la sezione senza modificare le strutture in elevazione è quello di ribassare la platea, se esistente, o di scavare localmente l’alveo e le sponde, con la conseguenza di dover rifare le strutture in fondazione. Da tener presente, inoltre, che spesso un abbassamento della quota di fondo alveo in corrispondenza dell’opera è idraulicamente poco efficace in quanto la normale dinamica d’alveo tende a ristabilire il preesistente profilo. Per questi motivi, si è preferito prevedere un intervento di totale rifacimento, restando comunque possibile una soluzione più conservativa la cui esistenza però può essere accertata solo attraverso un rilievo e un’indagine più approfonditi che esulano dagli scopi dello Studio e che potranno eventualmente essere condotti in fase di redazione del Piano Stralcio Rischio Idraulico. Peraltro, la differenza di costo dei due interventi (totale rifacimento e risagomatura) rientra pienamente negli errori di valutazione del costo del singolo intervento, e non inficia in alcun modo la quantificazione economica di massima delle opere di messa in sicurezza della Regione. 2.5 Risposta all’osservazione punto 5 Per quanto non vi sia alcuna corrispondenza diretta tra i livelli di pericolosità (definiti dai tre tempi di ritorno 30, 100, 200 anni presi a riferimento nello Studio) e Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 28 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ i livelli di rischio (R1, R2, R3, R4), si concorda comunque nell’opportunità di definire un quarto livello di pericolosità, che potrebbe, anche secondo gli indirizzi forniti dal D.P.C.M. 29.09.1998, essere riferito al tempo di ritorno di 500 anni. Le perimetrazioni e le misure di salvaguardia relative a questo ulteriore livello di pericolosità potranno essere definite in sede di redazione di Piano Stralcio Rischio Idraulico. 2.6 Risposta all’osservazione punto 6 Nelle verifiche idrauliche condotte nello studio è stato volutamente trascurato l’effetto di laminazione che può essere operato da eventuali invasi presenti sulle aste fluviali oggetto di indagine. Ci si riferisce in particolare all’unico invaso di un certo rilievo attualmente in esercizio all’interno della Regione, e cioè l’invaso del Liscione (o invaso di Guardialfiera), ubicato sul basso corso del Biferno. Il motivo fondamentale è che l’invaso, allo stato attuale, è in fase di esercizio provvisorio, con una quota massima autorizzata, e non è stata ancora definita e formalizzata la modalità di gestione nel caso di piene eccezionali. Si tenga presente, tra l’altro, che qualora venisse aperto lo scarico di fondo con l’invaso al massimo livello di regolazione, eventualità che può verificarsi appunto in situazioni particolarmente critiche quali sono quelle considerate nello Studio, si manifesterebbe un aggravio di portata rilasciata di entità tale da annullare il beneficio della laminazione. Ad ogni modo, è stato eseguito un ricalcolo delle portate in uscita dall’invaso (e quindi in ingresso nell’asta fluviale del basso Biferno) tenuto conto delle indicazioni fornite nella nota cui si riferisce la presente relazione integrativa, e cioè del livello di massimo invaso di regolazione ordinaria, pari a 125.5 m s.l.m. Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 29 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ E’ stato assunto cioè che all’inizio dell’evento di piena l’invaso si trovi nello stato di completo riempimento, ossia al suddetto livello, che corrisponde a quello dello sfioratore a soglia libera e a quello di massima ritenuta della paratoia a ventola che chiude le tre luci dello sfioratore mobile. Si è ipotizzato, inoltre, che durante il transito della piena non vengano eseguite manovre agli organi di scarico. Dunque la laminazione operata è solo quella naturale. Il modello idrologico è formulato in modo da tener conto della presenza dell’invaso, una volta definite la lunghezza complessiva della soglia sfiorante, la quota di questa, la quota iniziale dell’invaso e la legge di invaso volumi/quote (vedi RELAZIONE B.1.2, paragrafo 3.1.3.2). La simulazione idrologica ha fornito, in sintesi, i risultati esposti in TABELLA 3, peraltro già riportati nella RELAZIONE B.1.2: Q30 Q100 Q200 [mc/s] [mc/s] [mc/s] Senza invaso 1063.6 1518.9 1846.1 Con invaso 886.0 1300.0 1601 Riduzione del colmo di piena 16.6 % 14.4 % 13.3 % TABELLA 3 – Confronto delle portate al colmo senza e con invaso per la sezione immediatamente a valle della diga del Liscione Come si vede l’efficienza di laminazione è leggermente maggiore per eventi con tempo di ritorno inferiore. L’effetto dell’invaso sulla forma degli idrogrammi di piena è invece riportato nei grafici delle FIGURE 25, 26 e 27. Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 30 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Tempo di ritorno 30 anni 2000 1800 Portata in ingresso [mc/s] 1600 Portata in uscita [mc/s] Portata [mc/s] 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 Tempo [h] FIGURA 25 – Laminazione operata dall’invaso del Liscione per Tr = 30 anni Tempo di ritorno 100 anni 2000 1800 Portata in ingresso [mc/s] Portata in uscita [mc/s] 1600 Portata [mc/s] 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Tempo [h] FIGURA 25 – Laminazione operata dall’invaso del Liscione per Tr = 100 anni Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis 50 Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 31 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Tempo di ritorno 200 anni 2000 1800 Portata in ingresso [mc/s] Portata in uscita [mc/s] 1600 Portata [mc/s] 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 Tempo [h] FIGURA 25 – Laminazione operata dall’invaso del Liscione per Tr = 200 anni Naturalmente, vi è la possibilità di ottenere laminazioni maggiori, manovrando opportunamente gli organi di scarico in modo da concentrare il beneficio della presenza dell’invaso solo nella fase culminante dell’evento di piena. Con i nuovi idrogrammi in uscita dall’invaso, è stata rieseguita la verifica idraulica del basso Biferno (vedi i relativi tabulati in ALLEGATO B.2.1.4.bis) e la conseguente perimetrazione delle aree inondabili, secondo i criteri e le modalità già esposte all’interno della RELAZIONE B.1.3. Nella sostanza, si è osservata una riduzione sensibile non tanto dei livelli idrometrici in alveo, quanto delle aree inondabili per assegnato tempo di ritorno (vedi le TAVOLE B.3.8.3.bis – B.3.8.5.bis), soprattutto in relazione all’evento trentennale: infatti, molte delle esondazioni osservate nello Studio originario (senza l’effetto dell’invaso del Liscione) avvenivano in conseguenza di sormonti Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione 32 _____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ arginali di modesta entità, che sotto le nuove ipotesi qui considerate non si verificano più. Dal confronto con le TAVOLE B.3.8.3- B.3.8.5 si nota che la riduzione delle aree inondabili riguarda soprattutto l’area industriale e residenziale di Termoli, ad alto valore economico, con una notevole riduzione del rischio ivi presente. Per completezza è stata rielaborata anche la mappa del rischio idraulico (vedi TAVOLE B.3.9.3.bis – B.3.9.5.bis), mentre per quanto concerne la mappa del rischio da dinamica d’alveo, così come quella degli interventi, queste rimangono sostanzialmente inalterate e perciò non sono state rielaborate. Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis