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31 2012 - Santa Maria Immacolata di Lourdes
Notiziario settimanale della Parrocchia XXIX^ Domenica del Tempo Ordinario Anno B in Mestre 21 ottobre 2012 N° 31 Volume 15 L’ANNO DELLA FEDE LA PREGHIERA PER L’ANNO DELLA FEDE Pubblichiamo la preghiera che il Patriarca ha preparato per l’Anno della Fede. Sarebbe bello recitarla ogni giorno di quest’anno così importante. Dio, ricco di misericordia, concedi a noi e alle nostre comunità di vivere la grazia dell’Anno della Fede. Insegnaci una fede gioiosa che sappia amare, così da non venire meno nella diaconia cristiana verso gli uomini e le donne del nostro tempo. In questo cammino rinnova e rendi saldo il nostro rapporto personale con tuo figlio, Gesù Cristo. Solo Lui può darci la certezza di un amore autentico, duraturo e capace di Verità verso tutti. La crescita nella fede incoraggi e intensifichi, nella nostra Chiesa, la testimonianza di una carità umile, forte, capace di perdono e misericordia. Aiutaci a tener fisso lo sguardo su Gesù Cristo, “colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,2). Solo in questo modo potremo adempiere il servizio cristiano che ci è stato assegnato. Infine, una volta giunti al termine del cammino terreno, potremo dire con l’apostolo Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” (2Tm 4,7). La Santa Madre di Dio - “beata” perché “ha creduto” (cfr. Lc 1,45) - ci prenda per mano e, nei momenti difficili dell’incredulità, ci doni con la sua materna intercessione il suo Figlio Gesù, unico Salvatore del mondo. Basilica Cattedrale di San Marco, domenica 14 ottobre 2012 Francesco, patriarca DON MARINO A SAN MARCO Domenica prossima 28 ottobre alle ore 17.15 in Basilica Cattedrale di S. Marco in Venezia celebrazione solenne dei Vesperi per l’investitura canonica di Mons. Marino Gallina come Canonico Penitenziere della Diocesi e del Capitolo marciano. Segue negli ambienti del palazzo patriarcale aperitivo e saluti. Domenica 28 ottobre la Santa Messa delle ore 18,30 è sospesa. Parrocchia Santa Maria Immacolata di Lourdes Via Monte Santo, 7 30171 Venezia - Mestre - Tel. / Fax 041.974342 Cell. 328.0446754 Pag. web: www.santamariaimmacolatadilourdes.org e.mail: [email protected] Per richieste e /o informazioni di utilizzo delle sale del patronato contattare lunedì - venerdì dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 16,00 alle 18,00 i numeri Cell.. 340.3467284 Tel . 041 5382143 INGRESSO DEL NUOVO PARROCO GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE D omenica 4 novembre alle ore 10.30 solenne concelebrazione per l’ingresso del nuovo parroco don Mirco Pasini Finita la celebrazione tutti potranno partecipare, in patronato, ad un momento di festa e di saluto al nuovo parroco. N.B. in quella domenica al mattino ci sarà un’unica S. Messa alle ore 10.30; non ci saranno quindi le celebrazioni della 9.30 e 11.00; sarà invece celebrata la Messa il sabato sera alle 18.30 e domenica sera alle 18.30. Invitiamo fin d’ora tutti i fedeli a partecipare alla solenne liturgia delle 10.30 per accogliere tutti assieme il nuovo Pastore della nostra comunità parrocchiale, preparandoci a questo evento con una preghiera intensa e perseverante. I n questa domenica celebriamo con tutta la Chiesa universale la Giornata Missionaria Mondiale. Il tema scelto dal Papa, legato all’Anno della Fede, “Ho creduto perciò ho parlato” ci invita a testimoniare con la vita concreta di tutti i giorni il credo che professiamo nella catechesi e nell’ascolto della Parola di Dio e celebriamo nella liturgia. Innalziamo al Signore la nostra umile e fervida preghiera perché l’annuncio del vangelo raggiunga ogni uomo. Sosteniamo le opere di evangelizzazione e promozione umana che la Chiesa realizza in ogni parte del mondo con la nostra generosa offerta. Questa domenica 21 ottobre rinascerà a vita nuova con il Sacramento del Battesimo VOLPI VIRGINIA Accogliamo con gioia nella nostra comunità questa nuova figlia di Dio. LE OPERE DI MISERICORDIA il perdono non è un atto di debolezza «L pur potendosi vendicare, e pur sentendosi il desiderio di vendetta, vi rinuncia volontariamente. Il vero perdono, infatti, mentre rinuncia alla forza esteriore, comporta molta forza interiore. Forza per che cosa? Soprattutto per liberarsi dal dolore legato alla memoria del passato, dallo smacco dell’offesa. Della memoria, ai nostri giorni, si fa un gran parlare, quasi fosse un valore di per sé, ma così non è. Dipende dall’oggetto della memoria. Dimenticarsi delle grandi cose che ha fatto il Signore per noi è peccato. Ma non restare ancorati a un’offesa ricevuta è una virtù. Chi non è capace di perdonare, dunque, è vecchio nell’animo, perché vive nel ricordo di sofferenze passate, ed è un debole, perché non ha la forza di liberarsi da ciò che, essendo passato, in realtà, non esiste più. Chi non perdona è colpevole di «accanimento terapeutico» nei confronti del nulla, perché tiene in vita artificialmente qualcosa che non c’è più. La maggioranza degli uomini, tuttavia, non rientra per fortuna nella categoria di chi è incapace di perdonare, ma in quella di chi perdona «a condizione che». Il ragionamento è pressappoco così: se prima mi chiede scusa, allora lo perdonerò. Ed è qui che viene meno, però, di nuovo, l’essenza del vero perdono, che invece è gratuito e senza condizioni. Solo, infatti, quando prende l’iniziativa senza chiedere condizioni, il perdono chiude veramente i conti con il passato, e quindi anche con il passato dell’altro. E solo a quel punto, di conseguenza, quando avremo liberato l’altro dall’etichetta di «cattivo» nella quale lo avevamo inesorabilmente rinchiuso, gli avremo dato un futuro, cioè un nuovo inizio, una nuova possibilità, il perdono senza condizioni ci libera dalla schiavitù del passato e libera nell’altro la possibilità di essere migliore. Non è esattamente la logica di perdono dell’amore di Dio per noi? «Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5,8) scriveva san Paolo. E san Giovanni lapidario: «Dio ci ha amati per primo» (1Gv 4,19). Perdonare le offese ’impotenza che non si prende la rivincita viene falsata in “bontà” (…), il non potersi-vendicare è chiamato “non-volersi-vendicare” forse addirittura perdonare» (F. Nietzsche, La genealogia della morale, I, 14). Le parole al vetriolo di Nietzsche contro la morale cristiana non smettono di interrogare l’umanità. Possono essere riassunte in una domanda provocatoria: è vero o no che il perdono altro non è che una forma subdola di vendetta, anzi l’unica forma di vendetta che gli impotenti, i timorosi e i deboli si possono permettere? Mi ricordo a riguardo un episodio che risale ai tempi dell’università: Salvatore era stato offeso pubblicamente in mensa da Giuseppe e moriva dalla voglia di vendicarsi. ma non poteva, perché Giuseppe era un ragazzone alto così, mentre lui era piccolo e gracile. Così, escogitò una soluzione plateale: si alzò coraggioso di fronte a tutti e, noncurante dei nostri consigli di non andarsi a cacciare nei guai, si diresse con aria minacciosa verso Giuseppe. Quando fu a pochi centimetri da lui, lo guardò fisso negli occhi e lo apostrofò gridando: «… ma io ti perdono!!». Giuseppe ammutolì sorpreso per le riusate generali. Poi, tornando velocemente al nostro tavolo, Salvatore ci confidò: «Ragazzi, non avevo a disposizione altra forma di vendetta!». L’episodio fu esilarante e istruttivo. D’un tratto ci fece comprendere Nietzsche e anche un po’ come vanno le cose certe volte a proposito del perdono. Perché dobbiamo avere il coraggio di chiedercelo con franchezza: quante volte il nostro perdono non è altro che un’acida vendetta sotto mentite spoglie? Il vero perdono abita altrove. Anzitutto non è affatto, come pensava Nietzsche, un atto di debolezza, di chi, codardo, non saprebbe vendicarsi fisicamente, ma è, tutto al contrario, un atto di forza di chi,