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Stalking - VCO Formazione
http://it.wikipedia.org/wiki/Stalking Stalking è un termine inglese che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un'altra persona, spesso di sesso opposto, perseguitandola e provocando stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità. La persecuzione avviene solitamente mediante ripetuti tentativi di comunicazione verbale e scritta, appostamenti ed intrusioni nella vita privata. Lo stalker può essere un estraneo, ma il più delle volte è un conoscente, un collega, o un ex-partner, che agisce spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito. In altri casi ci si trova davanti a persone con problemi di interazione sociale, che agiscono in questo modo con l'intento di stabilire una relazione sentimentale, imponendo la propria presenza ed insistendo anche nei casi in cui si sia ricevuta una chiara risposta negativa. Meno frequente il caso di individui affetti da disturbi mentali, per i quali l'atteggiamento persecutorio ha origine dalla convinzione di avere una relazione con l'altra persona. Solitamente questi comportamenti si protraggono per mesi o anni, il che mette in luce l'anormalità di questo genere di condotte. Il termine inglese “stalking”, suggerito dalla letteratura scientifica specializzata in tema di molestie assillanti, intende un insieme di comportamenti molesti e continui, costituiti da ininterrotti appostamenti nei pressi del domicilio o degli ambienti comunemente frequentati dalla vittima, ulteriormente replicati da intrusioni nella sua vita privata alla ricerca di un contatto personale per mezzo di pedinamenti, telefonate oscene o indesiderate. Intende, inoltre, l’invio di lettere, biglietti, e-mail, sms, oggetti non richiesti; oppure producendo scritte sui muri o atti vandalici con il danneggiamento di beni, in modo persistente e ossessivo, in un crescendo culminante in minacce, scritte e verbali, degenerando talvolta in aggressioni fisiche con il ferimento o, addirittura, l’uccisione della vittima. Tutto ciò, o parte di esso se compiuto in modo persistente e tenace in modo da indurre anche solo paura e malessere psicologico o fisico nella vittima, è stalking, e chi lo attua è uno stalker. Ovvero, un soggetto che commette un atto criminale, in taluno Paese straniero punito dalla legge. Esso si differenzia dalla semplice molestia per la frequenza e la durata della variegata congerie comportamentale. Da un punto di vista etimologico, il termine “stalk” è variamente traducibile nella nostra lingua come “caccia in appostamento” “caccia furtiva”, “pedinamento furtivo”, “avvicinarsi furtivamente”, “avvicinarsi di soppiatto”. La parola “stalker” è traducibile come “cacciatore all’agguato” “chi avanza furtivamente”. Questi termini non chiariscono sufficientemente il significato anglosassone che è dato agli stalkers che pedinano la vittima per scopi puramente molesti. Il verbo “to stalk” è altrettanto traducibile col significato di “inseguire furtivamente la preda” e deriva dal linguaggio tecnico - gergale venatorio. Letteralmente stalking, significa “fare la posta”, “inseguimento.” Non esiste una definizione generalmente accettata di stalking, ma così come enunciato da studiosi delle molestie assillanti di lingua anglofona è comunque colui che si “apposta”, che “insegue”, che “pedina e controlla” la propria vittima. Il termine “inseguimento” è quello più largamente usato e tradotto. Quest’ultima definizione sembra la più vicina al comportamento tipico del molestatore assillante che è, infatti, quello di seguire la vittima nei suoi movimenti per poi intromettersi nella sua vita privata. Nel linguaggio accademico sono usate differenti definizioni scientifiche. I termini recentemente impiegati in varie lingue, sono numerosi e appartengono a vari contesti come quello criminologico, psichiatrico, psicologico e legislativo. http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_febbraio_6/stalking_persecuzione_molesta_conv egno_criminologia-150975543841.shtml Pedinamenti, telefonate a tutte le ore, sms a raffica, minacce: lo stalking (letteralmente «persecuzione») è un reato difficile da definire perché può assumere molte forme, ma è sempre più diffuso e pericoloso, perché nelle forme estreme può rendere la vita impossibile alla persona perseguitata, spes- so una conoscente, collega o ex fidanzata del molestatore. In Lombardia il fenomeno è molto diffuso, e il picco si registra proprio nella città di Milano. Per venire incontro alle vittime di stalking, per lo più donne, ma anche ai loro famigliari e ai presunti autori delle molestie, nasce ora a Milano uno sportello anti-stalking, in via Raffaele Parravicini 16 (interno 2), zona Stazione Centrale. In occasione dell'apertura dello sportello, sabato 7 febbraio a Palazzo Isimbardi, sede della Provincia, è in programma il convegno «Stalking, quando la relazione diventa molesta»: un incontro promosso dall’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia, in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale dello Stalking, che ha svolto un sondaggio su un campione di 600 persone, 50% uomini e 50% donne, fra i 18 e i 60 anni, in tutte le regioni italiane. Impressionanti i risultati: «Nella Regione Lombardia il fenomeno dello stalking riguarda circa il 19% sulla popolazione, dato che sale al 21% a Milano». Le persone molestate sono per il 75-80% donne. Al Centro di Ascolto e Consulenza psicologica e legale dell’Italia del Nord Ovest sono arrivate circa 3900 richieste di sostegno, di cui circa 1000 giunte dalla sola Lombardia. E' dunque necessaria una struttura che garantisca assistenza psicologica e legale alle vittime di persecuzione e atti intimidatori nella nostra città. «La peculiarità di questo punto di ascolto è che vi saranno accolti anche i familiari delle vittime, nonché i presunti autori delle molestie - spiega Massimo Lattanzi, psicologo e psicoterapeuta, fondatore e coordinatore dell’Osservatorio -. In un’ottica di prevenzione riteniamo, infatti, che il carcere non possa essere l’unica soluzione e che, anzi, in alcuni casi, possa peggiorare la situazione». Per prenotare un incontro presso lo sportello gli interessati possono chiamare il numero unico nazionale 06.44.24.65.73 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19. Per le emergenze e nei fine settimana sarà attivo da lunedì 9 febbraio un numero di cellulare: 327.46.60.906. A fine gennaio la Camera dei Deputati ha approvato con un sì a larghissima maggioranza – 379 voti a favore, solo due contrari – il disegno di legge sulla lotta allo stalking. In Italia è stato così riconosciuto questo un nuovo reato e, se il provvedimento dovesse essere promosso anche in Senato, entrerebbe in vigore una nuova norma volta a sanzionare, con pene che vanno dai 6 mesi ai 4 anni di carcere, chiunque con vari mezzi perseguiti un’altra persona, ingenerando stati di ansia e paura. http://www.benessere.com/psicologia/arg00/sindrome_molestatore.htm Alcuni comportamenti come telefonate, sms, e-mail, “visite a sorpresa” e perfino l’invio di fiori o regali, possono essere graditi segni di affetto che, tuttavia a volte, possono trasformarsi in vere e proprie forme di persecuzione in grado di limitare la libertà di una persona e di violare la sua privacy, giungendo perfino a spaventare chi ne è destinatario suo malgrado. A diventare “molestatore assillante” o “stalker” può essere una persona conosciuta con cui si aveva qualche tipo di relazione o perfino uno sconosciuto con cui ci si è scontrati anche solo per caso, magari per motivi di lavoro. Inseguimento, molestia, persecuzione Inseguimento, molestia e persecuzione possono manifestarsi sotto innumerevoli forme. Esse possono essere qualcosa di sporadico oppure possono essere insistenti manifestazioni di un fenomeno psicologico e sociale conosciuto soprattutto con il nome di “stalking” , ma chiamato anche “sindrome del molestatore assillante” , “inseguimento ossessivo” o anche obsessional following . La terminologia più comune, quella di “stalking”, è stata coniata con la finalità di raffigurare simbolicamente, con un termine in lingua inglese che significa “appostarsi”, l’atteggiamento di chi mette in atto molestie assillanti e per questo viene definito “stalker”. Il “molestatore assillante” manifesta, infatti, un complesso insieme di comportamenti che vengono ben racchiusi sinteticamente dall’espressione “fare la posta” che comprende l’aspettare, l’inseguire, il raccogliere informazioni sulla “vittima” e sui suoi movimenti, comportamenti che sono quasi sempre “tipici” di tutti gli stalkers, al di là delle differenze rilevate di situazione in situazione. In effetti alcuni studi compiuti su questo fenomeno (Mullen P. E. & al., 2000) hanno distinto due categorie di comportamenti attraverso i quali si può attuare lo stalking. -La prima tipologia comprende le comunicazioni intrusive , che includono tutti i comportamenti con scopo di trasmettere messaggi sulle proprie emozioni, sui bisogni, sugli impulsi, sui desideri o sulle intenzioni, tanto relativi a stati affettivi amorosi (anche se in forme coatte o dipendenti) che a vissuti di odio, rancore o vendetta. I metodi di persecuzione adottati, di conseguenza, sono forme di comunicazione con l’ausilio di strumenti come telefono, lettere, sms, e-mail o perfino graffiti o murales. -Il secondo tipo di comportamenti di stalking è costituito dai contatti , che possono essere attuati sia attraverso comportamenti di controllo diretto, quali ad esempio pedinare o sorvegliare, che mediante comportamenti di confronto diretto , quali visite sotto casa o sul posto di lavoro, minacce o aggressioni. Generalmente non si ritrovano due tipologie separate “pure” di stalkers, ma molestie in forme miste in cui alla prima tipologia, in genere segue la seconda specie di azioni. Il comportamento stalkizzante è stato delineato nei suoi dettagli più specifici che permettono di distinguerlo da comportamenti simili (Galeazzi G.M., Curci P., 2001). A tal proposito, sono particolarmente importanti tre caratteristiche di una molestia perché si possa parlare di “stalking”: -l’attore della molestia, lo stalker, agisce nei confronti di una persona che è designata come vittima in virtù di un investimento ideo-affettivo, basato su una situazione relazionale reale oppure parzialmente o totalmente immaginata (in base alla personalità di partenza e al livello di contatto con la realtà mantenuto); -lo stalking si manifesta attraverso una serie di comportamenti basati sulla comunicazione e/o sul contatto, ma in ogni caso connotati dalla ripetizione, insistenza e intrusività; -la pressione psicologica legata alla “coazione” comportamentale dello stalker e al terrorismo psicologico effettuato, pongono la vittima stalkizzata, definita anche stalking victim, in uno stato di allerta, di emergenza e di stress psicologico. Questi vissuti psicologici possono essere legati sia alla percezione dei comportamenti persecutori come sgraditi, intrusivi e fastidiosi, che alla preoccupazione e all’angoscia derivanti dalla paura per la propria incolumità. Identikit del molestatore assillante La coazione che connota il comportamento di stalking, e che permette di delinearlo anche giuridicamente, ha fatto ipotizzare che tale problema fosse una forma di “disturbo ossessivo”. Tuttavia, come è stato osservato, i disturbi psicopatologici ossessivi sono connotati da vissuti egodistonici relativi ai comportamenti attuati e, conseguentemente, da un malessere provocato dalle idee, dai pensieri, dalle immagini mentali e dagli impulsi ossessivi legati alla persecuzione. Questi vissuti di disagio e di intrusione in realtà non risultano presenti in genere negli stalkers che, al contrario, tendono perfino a trarre piacere dal perseguitare. È molto importante sottolineare altresì che lo stalking non è un fenomeno omogeneo; pertanto, risulta difficile fare rientrare i molestatori assillanti in una categoria diagnostica precisa o identificare sempre la presenza di una vera e propria patologia mentale di riferimento. Gli stalkers non sono sempre persone con un disturbo mentale e, anche se esistono alcune forme di persecuzione che sono agite nel contesto di un quadro psicopatologico, questa non è una condizione sempre presente così come non esiste sempre un abuso di sostanze associato al comportamento stalkizzante. Ciò che è importante comprendere è che dietro a comportamenti di molestia simili possono celarsi motivazioni anche molto differenti tra loro. A questa conclusione si è giunti in seguito a studi che hanno esaminato il profilo psicologico di numerosi stalkers e, sulla scorta dei quali, si è giunti ad individuare cinque tipologie di stalkers, distinti in base ai bisogni e desideri che fanno da motore motivazionale (Mullen et al., 1999). -Una prima tipologia di molestatore insistente è stata definita “il risentito” . Il suo comportamento è sospinto dal desiderio di vendicarsi di un danno o di un torto che ritiene di aver subito ed è quindi alimentato dalla ricerca di vendetta. Si tratta di una categoria piuttosto pericolosa che può ledere prima l’immagine della persona e poi la persona stessa. Il problema più grave è legato alla scarsa analisi della realtà: perché il risentimento fa considerare giustificati i propri comportamenti che, producendo sensazioni di controllo sulla realtà, tendono a loro volta a rinforzarli. -La seconda tipologia di stalker è stata denominata “il bisognoso d’affetto” , una tipologia che è motivata dalla ricerca di una relazione e di attenzioni che possono riguardare l’amicizia o l’amore. La vittima in genere viene considerata, per via di una generalizzazione a partire da una o più carat- teristiche osservate anche superficialmente, vicina al “partner o amico/a ideale”, una persona che si ritiene possa aiutare, attraverso la relazione desiderata, a risolvere la propria mancanza di amore o affetto. Spesso il rifiuto dell’altro viene negato e reinterpretato sviluppando la convinzione che egli abbia bisogno di sbloccarsi e superare qualche difficoltà psicologica o concreta. Questa categoria include anche la forma definita “delirio erotomane”, in cui il bisogno di affetto viene erotizzato e lo/la stalker tende a leggere nelle risposte della vittima un desiderio a cui lei/lui resiste. L’idea di un rifiuto, vissuto come un’intollerabile attacco all’Io, viene respinta con grande energia e strutturando un’alta difesa basata sull’allontanamento della percezione reale dell’altro, delle sue reazioni e della relazione reale che viene sostituita da quella immaginaria. -Una terza tipologia di persecutore è quella definita “il corteggiatore incompetente” , che tiene un comportamento alimentato dalla sua scarsa o inesistente competenza relazionale che si traduce in comportamenti opprimenti, espliciti e, quando non riesce a raggiungere i risultati sperati, anche aggressivi e villani. Questo tipo di molestatore è generalmente meno resistente nel tempo nel perseguire la persecuzione della stessa vittima, ma tende a riproporre i propri schemi comportamentali cambiando persona da molestare. -Esiste poi “il respinto”, un persecutore che diventa tale in reazione ad un rifiuto. È in genere un ex che mira a ristabilire la relazione oppure a vendicarsi per l’abbandono. Spesso oscilla tra i due desideri, manifestando comportamenti estremamente duraturi nel tempo che non si lasciano intimorire dalle reazioni negative manifestate dalla vittima: la persecuzione infatti rappresenta comunque una forma di relazione che rassicura rispetto alla perdita totale, percepita come intollerabile. Nella psicologia di questo tipo di “inseguitore assillante” gioca un ruolo cruciale il modello di attaccamento sviluppato che è una delle forme di tipo insicuro, in grado di scatenare angosce legate all’abbandono che creano una tendenza interiore, più o meno consapevole, a considerare l’assenza dell’altro come una minaccia di annientamento e di annullamento del Sé. -Infine, è stata descritta una categoria di stalker definita “il predatore” e costituita da un molestatore che ambisce ad avere rapporti sessuali con una vittima che può essere pedinata, inseguita e spaventata. La paura, infatti, eccita questo tipo di stalker che prova un senso di potere nell’organizzare l’assalto. Questo genere di stalking può colpire anche bambini e può essere agito anche da persone con disturbi nella sfera sessuale, quali pedofili o feticisti. La vittima e il legame con il suo Stalker Molte persone che subiscono molestie assillanti sono donne di un’età più frequentemente compresa tra i 18 e i 24 anni. Tuttavia, alcuni tipi di persecuzioni, quali ad esempio quelle legate al risentimento o alla paura di perdere la relazione che nasce dall’essere respinti, sono rivolte principalmente a donne tra i 35 e i 44 anni. Alcuni studi sul fenomeno in esame hanno mostrato dei risultati interessanti che servono a riflettere ulteriormente sulle caratteristiche delle vittime di stalking e sull’importanza della relazione che, spesso solo nella mente dello stalker, si instaura con tutta la capacità di influenza che può esercitare una relazione reale. A questo proposito si è riscontrato che esiste una “categoria sociale a rischio di stalking” rappresentata da tutti gli appartenenti alle cosiddette “professioni d’aiuto”, vale a dire i medici, gli psicologi, gli infermieri e ogni altra sorta di “helper”. Ciò sembra trovare due spiegazioni: da un lato questi professionisti entrano in contatto con bisogni profondi di aiuto delle persone e possono facilmente divenire vittime di proiezioni di affetti e relazioni interiorizzate; dall’altro le eccessive speranze di alcuni “pazienti” possono essere tradite dalla quotidianità professionale e lo stalking diventa una domanda di attenzione o una ricerca di vendetta per l’attribuzione di responsabilità sulla salute o sulla vita propria o dei propri cari, aspetti che non sono in realtà mai completamente nelle mani di nessuno. Tecniche di comportamento Antistalking Dal momento che non tutte le situazioni di stalking sono uguali, non è possibile generalizzare facilmente delle modalità comportamentali di difesa che devono essere adattate alle circostanze e alle diverse tipologie di persecutori. Esistono tuttavia alcune regole utili. -Innanzitutto, inutile negare il problema. Spesso, dal momento che nessuno vuole considerarsi una “vittima”, si tende a evitare di riconoscersi in pericolo, finendo per sottovalutare il rischio e aiutando così lo stalker. Il primo passo è allora sempre quello di riconoscere il problema e di adottare delle precauzioni maggiori rispetto a quelle adottate dalle persone che non hanno questo problema. Occorre informarsi sull’argomento e comprendere i rischi reali, seguendo dei comportamenti volti a scoraggiare, quando è possibile, gli atti di molestia assillante. -Se la molestia consiste nella richiesta di iniziare o ristabilire una relazione indesiderata, è necessario essere fermi nel “dire di no” una sola volta e in modo chiaro. Altri sforzi di convincere il proprio persecutore insistente, comprese improvvisate interpretazioni psicologiche che lo/la additano come bisognoso di aiuto e di cure, saranno lette come reazioni ai suoi comportamenti e quindi rappresenteranno dei rinforzi, in quanto attenzioni. Anche la restituzione di un regalo non gradito, una telefonata di rabbia o una risposta negativa ad una lettera sono segnali di attenzione che rinforzano lo stalking. -Comportamenti molto efficaci per difendersi dal rischio di aggressioni sono quelli prudenti in cui si esce senza seguire abitudini routinarie e prevedibili, in orari maggiormente affollati e in luoghi non isolati, magari adottando un cane addestrato alla difesa, un modo che si è rivelato molto utile sia come concreta difesa che per aumentare la sensazione di sicurezza. -Se le molestie sono telefoniche, non cambiare numero. Anche in questo caso, le frustrazioni aumenterebbero la motivazione allo stalking. È meglio cercare di ottenere una seconda linea, lasciando che la vecchia linea diventi quella su cui il molestatore può continuare a telefonare, magari mentre azzerate la suoneria e rispondete gradualmente sempre meno. -Per produrre prove della molestia alla polizia, non lasciarsi prendere dalla rabbia o dalla paura e raccogliere più dati possibili sui fastidi subiti. -È utile mantenere sempre a portata di mano un cellulare in più per chiamare in caso di emergenza. -Se si pensa di essere in pericolo o seguiti, non andare mai di corsa a casa o da un amico, ma recarsi dalle forze dell’ordine. Le conseguenze dello Stalking Purtroppo spesso, soprattutto per via di norme giuridiche che limitano gli interventi di prevenzione delle situazioni di emergenza, i comportamenti di stalking possono essere protratti a lungo con conseguenze psicologiche negative principalmente per la vittima, ma anche per chi lo agisce e, talvolta, per chi lo osserva. La vittima, per quanto possa essere breve il periodo in cui viene perseguitata, rischia di conservare a lungo delle vere e proprie ferite. Le conseguenze dello stalking infatti, per chi lo subisce, sono spesso diverse e si trascinano per molto tempo cronicizzandosi. In base al tipo di atti subiti e alle emozioni sperimentate possono determinarsi stati d’ansia e problemi di insonnia o incubi, ma anche flashback e veri e propri quadri di Disturbo Post Traumatico da Stress. Lo stalker che agisce compulsivamente tende a seguire i propri bisogni e a negare la realtà, danneggiando progressivamente la propria salute mentale e la qualità della propria vita sociale che si deteriorano sempre di più, via via che la persecuzione si protrae nel tempo. Il pubblico degli episodi di stalking può essere il ristretto pubblico familiare che, identificandosi empaticamente alla vittima, può sviluppare preoccupazioni per la persona cara o forme vicarie di paura ed ansia. Ma il pubblico in senso ampio, grazie all’importante ruolo dei mass media, è la società, in cui l’esempio della violazione della privacy tollerata può rappresentare un modello comportamentale che alimenta le possibilità di nuovi fenomeni, anche perché quelli agiti spesso vengono spiegati (e parzialmente giustificati) sulla base di “possibili raptus” o di “eccessi di amore”. http://www.governo.it/Presidente/Comunicati/testo_int.asp?d=42019 Il giorno 20 febbraio 2009 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge per l’adozione immediata di incisive misure di contrasto a reati (in particolare quelli legati a violenza sessuale) la cui recrudescenza sta creando allarme sociale per frequenza ed efferatezza; le norme, già presentate al Parlamento e riversate in questo provvedimento per garantirne un’immediata efficacia, prevedono tra l’altro l’obbligatorietà della custodia cautelare in carcere per reati particolarmente odiosi (violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo, prostituzione minorile e pedopornografia, turismo sessuale) nonchè l’esclusione dei benefici dell’affidamento in prova e della semilibertà per i condannati, particolari misure di prevenzione quali la possibilità che i sindaci, previa intesa coi Prefetti, si avvalgano di forme di collaborazione da parte di associazioni di cittadini (non armati) utili a segnalare casi di disagio sociale o che possano recare pregiudizio alla sicurezza. A tutte le vittime di violenza sessuale viene garantito il gratuito patrocinio a spese dello Stato. Viene introdotto nell’ordinamento il reato di “atti persecutori” (cosiddetto “stalking”) per sanzionare minacce e molestie reiterate che potrebbero evolversi in violenza sessuale o omicidio. Sanzioni ancora maggiori se il reato è commesso dall’ex partner o nei confronti di soggetti particolarmente vulnerabili. Il decreto-legge istituisce tra l’altro un numero verde per le vittime. Approfondimenti bibliografici: -Meloy J. R., 1998, The psychology of stalking, Academic Press. -Mullen P.E., Pathè M., Purcell R., Stuart G., 1999, A study of stalkers. In American Journal of Psychiatry, 156, 1244-1249. -Oliviero Ferraris A., 2001, Stalker il persecutore. In Psicologia Contemporanea, 164, 18-25. -Donne vittime di stalking. Riconoscimento e modelli di intervento in ambito europeo. Il volume raccoglie i contributi del Modena Group on Stalking (MGS) sul problema delle molestie assillanti o stalking, un pattern comportamentale complesso caratterizzato dall'imposizione persistente e non consensuale di comunicazioni e ricerche di contatto che suscitano preoccupazione e timore nel destinatario e sfociano spesso nella violenza fisica. I ricercatori dell'MGS affrontano in una prospettiva multidisciplinare e internazionale i problemi della definizione e diffusione del fenomeno, delle leggi specifiche atte a contrastarlo, degli effetti psicologici sulla vittima e dell'assetto psicologico del molestatore. Trattano, inoltre, il tema del rischio di violenza fisica e dell'intervento della polizia. Sitigrafia: -http://www.doppiadifesa.it/ Film e fiction: -http://tieniame.wordpress.com/2008/12/09/lo-staff-di-tieni-a-me-lancia-una-fiction-contro-lostalking/ Stalking: Giù le mani dalle donne -http://www.amoreepsiche.it/index.php?idtesto=1444 Il fenomeno dello "stalking", comportamenti ripetuti ed intrusivi di sorveglianza e controllo, ricerca di contatto e comunicazione verso una vittima infastidita o preoccupata da tali comportamenti non graditi, secondo la definizione della neuropsichiatria , è il nuovo spauracchio del divismo hollywoodiano. Inizieranno a maggio le riprese di The Resident, il thriller della ricostituita Hammer Films, che vedrà Hilary Swank alle prese con un padrone di casa alquanto molesto. Ambientato nella East Cost, il film segna l`esordio alla regia di Antti J. Jokinen. -Julia Roberts vittima di stalking nel film «A letto con il nemico»