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TI LASCIO UNA CANZONE. Diario di bordo. Terza
TI LASCIO UNA CANZONE. Diario di bordo. Terza ed ultima parte XV MINIFESTIVAL CITTA’ DI VITERBO. ASPETTARE LA FINE DEL 2012...NON E’ LA FINE DEL MONDO NESSUN COMPENSO PER IL SINDACO DI ORVIETO. CIVITA RICORDA IL PITTORE PIERO AMMANNATO Campo de’ fiori 2 SOMMARIO Editoriale: Non possiamo affondare...........................3 L’intervista: Ti lascio una canzone 2011 - diario di bordo................................................4-5-6 Curriculum vitae: I Bingol Jazz Quartet................................8 Una chitarra... cento canzoni...............9 XV Minifestival Città di Viterbo.....10-11 Roma che se n’è andata: Francesco Borromini...........................12-13 Suonare Suonare: Sergio Paternò ..................................14-15 A proposito di Campo de’ fiori e di Giordano Bruno...................................17 Ecologia e ambiente: Aspettare la fine del 2012.......................18 La bottega di Mastro Fiore, falegnami da quattro generazioni.......................19 Cose da ragazzi: Mamma e papà : genitori o amici?............21 La coscienza infelice (in molti casi) è un re senza regno...............................22 Socializzare cinguettando..................23 Nessun compenso per il sindaco di Orvieto.................................................24 Come eravamo: Ricominciare a ... ricordare......................25 Agostino Paradisi................................26 Cinquantesimo per l’azienda Sbarra..27 Porta d’ingresso nel mondo d’arte del Prof. Piero Ammannato a vent’anni dalla sua scomparsa...........................28 Civita ricorda Piero.............................29 Il Fumetto: Mercenary Pierre....................................30 Angolo Bon Ton: I piatti....................................................35 Una “Fabrica” di ricordi: Zio Paolino, la fisarmonica e le stelle........36 La rubrica dei cognomi.......................37 Per ricordare Silvia Quattrini Ferrelli.38 Nasce la scuola pubblica....................39 News...............................................40-41 Le storie di Max: Domenico Modugno................................42 Sport....................................................43 Campo de’ fiori in arte news..............44 Carnevale civitonico 2012..................45 I nostri amici.......................................46 Oroscopo .............................................47 Agenda.................................................49 Messaggi.........................................50-51 Nel cuore.............................................52 Roma com’era.....................................53 Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59 Annunci gratuiti..............................60-61 Selezione offerte immobiliari .......62-63 Foto di copertina concessa da STAFF METEO CIVITA CASTELLANA VISITATE LA NOSTRA PAGINA DI FACEBOOK E RICHIEDETECI L’AMICIZIA!!!! VI TERREMO AGGIORNATI SULLE TANTISSIME INIZIATIVE E NOVITA’ CAMPO DE’ FIORI! LA RIVISTA CHE AMATE DI PIU’!!!!! Siamo oltre 2000!!!! Anche tramite il nostro sito www.campodefiori.biz I NOSTRI RECAPITI UTILI SEDE OPERATIVA: PIAZZA DELLA LIBERAZIONE, 2 - CIVITA CASTELLANA (VT) TEL/FAX 0761.513117 - [email protected] SEDE RAPPRESENTATIVA : VIALE MAZZINI, 140 - ROMA Siate protagonisti della rivista che amate di più!!! Campo de’ fiori 3 Non possiamo affondare Mentre si perdono continuamente posti di lavoro e si tagliano stipendi e pensioni, tutto continua ad aumentare in maniera indiscriminata e folle; qualcosa non quadra! Ma come si può solo immaginare di poter caricare ancora le famiglie italiane, che oramai da tempo non riescono ad arrivare a fine mese? Ettore Fieramosca avrebbe detto: “Vile, tu uccidi un uomo morto!” Vediamo invece appalti di opere pubbliche gonfiati, opere pubbliche realizzate e mai utilizzate, decine e decine di enti inutili, emolumenti stratosferici ai super manager, mega stipendi e privilegi all’esercito dei politicanti, appannaggi esagerati a calciatori e uomini dello spettacolo… Ma la colpa della crisi è degli italiani, di tutti quelli che già non mangiano più, non si divertono più, di quelli ai di Sandro Anselmi quali è stata tolta la soddisfazione di lavorare, di progredire e, non a pochi, la voglia di tirare avanti. Sono troppi oramai i suicidi di coloro che spaventati dalla situazione si sono caricati di responsabilità non proprie, ed hanno lasciato orfani quei figli per i quali avevano sognato un futuro tranquillo e sereno. Come non può rimordere la coscienza a chi sa di possedere e consumare così tanto, mentre tutto il popolo muore letteralmente di fame? Come non vergognarsi della prostrazione dei quei poveri vecchietti costretti a nei supermercati per mangiare? Troppi fatti eclatanti e gravi segnalano il livello raggiunto: mai così basso! Troppe famiglie, oramai, vivono della sola pensione del nonno e né lo Stato, né tanto meno le banche incentivano l’occupazione, anzi. Ma come è potuta andare così ? E’ forse colpa dei soliti italiani scansafatiche, od invece della loro stupida irresolutezza, atavica sopportazione? Questi illustri professori non hanno considerato il limite delle nostre possibilità , pretendono risultati, ed anche se tutto va alla deriva ed affonda, insistono nel dire che dovremmo aumentare le nostre capacità , dovremmo rendere di più, sempre di più, e come lo Charlotte di TEMPI MODERNI, arrivare allo sfinimento. Sono pervaso di pessimismo, ma come non esserlo? Tante volte ho spronato i giovani, ma invano. Se ci convinciamo che tutti i problemi li dobbiamo risolvere noi, ne rimarremo inevitabilmente schiacciati. Bisognerebbe, invece, che venissero fatti piani concreti a breve, a medio ed a lungo termine. Solo un’oculata ragionevolezza può auspicare uno sviluppo solido e duraturo, ma questa la può avere solo chi ha interesse al bene pubblico, e non chi dal bene pubblico ne trae personale giovamento. Dopo aver corso tanto è ora di fermarsi e considerare “ahimè ” dove siamo arrivati!! Non avere più una meta, un obiettivo, uno scopo è un bel problema! Noi potremo anche studiare, cari professori, ma la vostra lezione non ci è chiara! Campo de’ fiori 4 “TI LASCIO UNA CANZONE 2011” b o rd o i d o i r Dia V EDIZIONE Tutto quello che le telecamere non dicono - Siamo giunti alla fine… il 23 Dicembre si è conclusa la nostra avventura nella grande famiglia di “Ti Lascio una Canzone” e l’ultima è stata la puntatona natalizia con Massimo Ranieri, Amedeo Minghi e Ami Stewart i quali hanno cantato le canzoni natalizie di tutto il mondo. Anche molti bimbi nel pubblico intervenuti ad applaudire i fratellini e sorelline cantanti e ballerine cosa che nel corso dei mesi non si era potuto fare in quanto l’auditorium era interdetto ai minorenni. Ma torniamo ancora indietro nel tempo per ricordare il vincitore di questa quinta edizione : Stefan Cristian Atirgovitoae, bimbo romeno di 11 anni che con l’interpretazione di “Profeta non sarò ” , canzone portata al successo tanti anni fa da Demis Terza ed ultima parte Roussos ha incantato il pubblico italiano. Quanti visi tristi e quante lacrime tra i bambini cantanti e le piccole ballerine… la trasmissione era al termine ed ognuno doveva ritornare alla propria famiglia ed alla propria vita, ma sicuramente qualcuno di loro sfiorerà nuovamente il successo. Proprio come è accaduto ad Andrea Ascanio (8 anni) che per chi lo incontrava per strada era “il bambino della Rai”, cosa che a lui dava enormemente fastidio! Ma per tutti l’esperienza è stata quella di un grande gioco, e spetterà sicuramente ai genitori indicare la retta via per restare con i piedi per terra … I genitori delle bimbe ballerine hanno voluto subito organizzare una pizza celebrativa con tanto di torta offerta dal noto ristorante “I Pontefici” di Roma, invitando le coreografe Eliana Ghione e Simona Mastrecchia e lo stesso balletto nei giorni precedenti le feste natalizie è stato invitato dai com- Campo de’ fiori 5 mercianti di Via Candia e Piazza Risorgimento (Municipio XVII) nell’ambito di manifestazioni sponsorizzate dalla Circoscrizione attirando molto pubblico. Anche noi genitori porteremo un gran bel ricordo di questa esperienza, in quanto abbiamo visto un impulso positivo per la crescita del carattere dei nostri figli, che, posti di fronte ad una telecamera,sono riusciti a formare una squadra con persone che non conoscevano. Come potremo scordare le chiacchierate con I Cugini di Campagna, le risate con Alessandra Amoroso, i ricordi di Peppino di Capri, la verve di Emma, l’istrionità di Margo Mengoni, la signorilità di Massimo Ranieri, la spensieratezza di Umberto Tozzi, la carica di Olivia Newton John, la vitalità di Loredana Bertè , l’umanità di Fausto Leali, e dovremmo nominare tutti gli ospiti che hanno data grande prova di carattere prestando parte delle proprie canzoni alle voci dei piccoli interpreti? Come dimenticare l’emozione della prima puntata che ogni settimana si riproponeva ed attanagliava più i genitori che i piccoli interpreti? Come rinunciare alla freschezza ed alla vitalità proprie dei bambini che dimostravano Beatrice, Gaia, Giacomo, Ludovica, Gioele e tutti gli altri? Sicuramente dandoci appuntamento al prossimo anno e sperando di ritrovare il balletto di “Ti lascio Una Canzone”… Il corpo di ballo della trasmissione Rai con i tanti ospiti e protagonisti di “Ti lascio una canzone” Andrea, Giorgio e Valerio - I tre Mini Angela e Marianna Fontana Simona, l'assistente di studio ed Eddy La gemella Fontana e Giada Borrelli, che giocano in sala prove con due bambine del corpo di ballo Le prove di canto e di ballo... 6 Campo de’ fiori CANZONI FINALISTE : Prima puntata: Parla più piano - Michael Bonanno e Giada Borrelli Seconda puntata: L’immensità - Giuseppe Picciallo Terza puntata: La voce del silenzio Maryam Tancredi (1^ superfinalista dell’11^ puntata) Quarta puntata: Sei nell’anima - Luana Frazzitta Quinta puntata: Un amore così grande Michael Bonanno e Giada Borrelli Ancora prove... quelle dell’orchestra diretta dal maestro De Amicis e quelle del corpo di ballo Sesta puntata: Con te partirò - Ludovico Creti e Rebeca Maria Neacu Settima puntata: Profeta non sarò tefan Cristian Atrgovitoae (2^ superfinalista dell’ 11^ puntata) Ottava puntata: Il canto della terra Ludovico Creti e Rebeca Maria Neacu Nona puntata: Il mare calmo della sera Ludovico Creti e Rebeca Maria Neacu Il vincitore Stefan Cristian Atirgovitoae Gli Stadio Il nostro Sandro Alessi, autore di questi splendidi ed inediti reportage pubblicati sugli ultimi tre numeri della rivista ed alcuni volti noti ospiti delle serate di “Ti lascio una canzone”:Francesco Facchinetti, Peppino Di Capri, Shel Shapiro, Alessandra Amoroso, e Massimiliano Pani Decima puntata: Casa bianca - tefan Cristian Atrgovitoae Undicesima puntata: Profeta non sarò - tefan Cristian Atrgovitoae (canzone vincitrice) Le piccole del corpo di ballo festeggiano, tutte insieme, il compleanno di Giulia Grande pizzata finale al ristorante “I pontefici” di Roma, che ha voluto offrire una deliziosa torta, assolutamente meritata! Campo de’ fiori 8 Curriculum vitae Chiara Nicolanti L a giovane attrice romana Chiara Nicolanti inizia ben presto ad appassionarsi di teatro, ed appena iscrittasi al Liceo Linguistico coglie l’occasione per frequentare anche l’ “Athelier Theatrale” in lingua francese tenuto dal Theatre Francais de Rome, appassionandosi alla letteratura teatrale francese. Il gioco diventa presto passione e la sua timidezza sul palco viene convertita in interpretazione senza alcuna paura e ciò la porta subito a recitare “En attendant Godot” di S. Becket e “Le Horla” di Maupassant, proprio mentre si diplomava presso il Liceo Classico Catullo di Monterotondo. Nel 2007 frequenta il corso di formazione per attori “Shakespeare on stage” tenuto da Simonetta De Nichilo e Guido D’Avino interpretando successivamente lo Shakesperiano “Sogno di una notte di mezza estate” nel ruolo di Elena. Nel 2009 si diploma presso l’Accademia d’Arte Drammatica “Pietro Scharoff” e, dopo aver seguito lezioni di canto e voce con Alessandro Bentivoglio, frequenta gli stages intensivi diretti da Michael Margotta. La vediamo interpretare tra l’altro “Le Metamorfosi” di Ovidio (teatro/danza diretto da Di Clemente, 2008), “Visite di condoglianza” (regia di Sergio Ammirata, 2009), “Yerma” di Lorca nel ruolo della protagonista (regia di L.Rendine, 2010) ed il “Berretto a Sonagli” di Pirandello (regia di M. Amici, 2010), “La Zia Sabella” da una commedia di Dino Risi (regia di A. Grossi, 2011). Molteplici i cortometraggi girati dal 2009 ad oggi tra cui “Enne 23” (regia di A.Battaglini), “Victims” (regia G.Cash), “Tre ragazze da favola” (regia C.Guerrisi), “Vite di legno” (regia Foto di Massimo Bartolozzi F.Tellico), “Silent Hill” (regia di D.Misischia), “Nero Tenebra” (regia di A. Conticelli), “Condannati a Vita” (regia di G. Angioni) e film tra cui “Giovani Disponibili” (regia R. Camilli), “Fatal Noise” (regia di P. Virone), “Th3 Pit” (regia di F. De Masi). Tra le tante cose riesce a ritagliarsi anche una veste di presentatrice (Piazza di Siena – Sky Sport – Unire Sat). Nel futuro prossimo la potremo seguire nel film “Hope” per la regia di D. Ciferri in uscita a Marzo 2012 e per il Teatro a fine mese ne “L’Anniversario” di Cechov. Sicuramente un inizio anno promettente per un attrice che vede la giusta fusione tra bellezza e bravura. In bocca al lupo, Chiara ! Sandro Alessi 9 Campo de’ fiori Una chitarra... cento canzoni Il nuovo talent show di Rete Oro condotto dal giovane Alessandro Malatesta di Fabrica di Roma Un chitarra.. cento canzoni. E’ questo il soprattutto nella sua cittadina. Ha frela Piccola Accademia titolo del nuovo programma televisivo in quentato onda su Rete Oro, al canale 18 del digitaComunicazione e Spettacolo (PACS) di le terreste e 926 della piattaforma Sky, Stefano Jurgens e dopo aver inserito la condotto dal giovanissimo Alessandro sua qualifica sul noto e frequentatissimo Malatesta di Fabrica di Roma. Si tratta di un varietà sulla falsa riga dei più noti talent show proposti dalle reti nazionali, che non perché venga trasmesso da una emittente privata sarà meno ricco di giovani cantanti, provenienti da tutta Italia, che proporranno cover di brani famosi o pezzi inediti, con la speranza poi di saltare in alto grazie anche a questo primo trampolino di lancio. Otto sono le puntate previste, dove i concorrenti si sfideranno senza esclusione di colpi, sotto l’elgida di un conduttore d’eccezione, vista la sua giovane età , affiancato con molta probabilità dalle Gemelle Sguizzato, già note per la loro partecipazione al programma Rai Mezzogiorno in famiglia. Alessandro è alla sua prima esperienza televisiva, ma vanta diverse esperienze come presentatore di spettacoli di piazza ed al teatro, La pubblicità del programma uscita sul settimanale Vero Tv social network Facebook, è stato contatto dal responsabile di produzione di Una chitarra…cento canzoni. Lo studio televisivo da cui andrà in onda il programma, in zona Eur, sarà arricchito dalla presenza di ragazzi immagine che sfoggeranno capi d’abbigliamento firmati, oltre da un qualificato corpo di ballo, che danzerà sulle note della sigla inziale e non solo. Tutto sembra essere pronto, manca solo la messa in onda… buona fortuna ad Alessandro e buona visione ai nostri lettori… Ermelinda Benedetti Campo de’ fiori 10 Domenica 18 Dicembre 2011 la finale al Teatro San Leonardo di Viterbo XV Minifestival “Città di Viterbo” Beatrice Picciollo, Camilla Longo e Dario Guidi, i tre vincitori. A Marcello Turco e Davide Valeri i premi speciali rispettivamente della stampa, offerto dalla nostra testata giornalistica e dall’Associazione Omniarts Dario Guidi, prima classificato della categoria 16-20 anni I vincitori della XV edizione del Minifestival. Da sx: Pierluigi Alberti, Gabriele Turchetti, Dario Guidi, Beatrice Picciollo, Camilla Longo, il presidente della giuria Alberto Poli, Giada Lai e Paolo Moricoli Finalmente, dopo quattro anni di partecipazione, ho potuto essere personalmente presente al Minifestival Città di Viterbo, giunto alla sua XV edizione, per assegnare il premio stampa offerto dalla nostra rivista. Ventitrè i finalisti, divisi in tre categorie, attentamente selezionati durante le due semifinali di Fabrica di Roma e Bagnoregio, dalla giuria, composta da giornalisti ed esperti del settore musicale, nonché presieduta, anche quest’anno, dal giovane tenore Antonio Poli, ex vincitore di una delle edizioni di questa rinomata manifestazione. Ad ospitare la grande sfida, il 18 dicembre 2011, ancora una volta il teatro San Leonardo di Viterbo, gremito di fan dei cantanti in gara e di tanti curiosi. La presentazione dello spettacolo è stata eccezionalmente e per la prima volta affidata a due giovanissimi: Giada Lai e Gabriele Turchetti, che hanno preso, così , il posto degli storici Paolo Moricoli e Pierluigi Camilla Longo, prima classificata della categoria 12-15 anni ria, sempre un po’ combattuta nell’emettere la sentenza finale, né il nostro. Beatrice Picciollo, prima classificata della categoria 6-11 anni Alberti, sempre però pronti ad intromettersi simpaticamente sul palco e creare qualche divertente sketch dei loro. Una edizione, questa, ricca di veri talenti, sia tra i più piccoli che tra i più grandicelli. Non è stato infatti semplice il compito della giu- Ecco allora l’elenco dei vincitori: Cat. 611 anni: 1. Beatrice Piciollo (11 anni, Bagnoregio), con il brano “Caruso” (L. Dalla); 2. Michela Conti (11 anni, Morlupo), con il brano “Sei bellissima” (L. Berté ); 3. Emma Ricci (9 anni, Ronciglione), con il brano “In punta di piedi” (Nathalie). Cat. 12-15 anni: 1. Campo de’ fiori Camilla Longo (15 anni, Roma), con il brano “The climb” (M. Cyrus); 2. Eleonora Rita (13 anni, Civita Castellana), con il brano “Senza confini” (Eramo e Passavanti); 3. Gianmarco Piccini (14 anni, Blera), con il brano “Via di qua” (M. Ranieri).Cat. 16-20 anni: 1.Dario Guidi (17 anni, Fabrica di Roma), con il brano “Il passo silenzioso della neve” (V. Giovannini); 2. Miriana Bigi (19 anni, Ronciglione), con il brano “Rolling in the deep” (Adele); 3. Marcello Turco (16 anni, Cesano di Roma), con il brano “La classe degli asini / Mamma mi ci vuol la fidanzata” (N. Otto). Ai tre primi classificati della categoria 1620, oltre all’esclusivo trofeo del Mini festival, è andata anche la possibilità di partecipare gratuitamente agli stage estivi del Tuscia in Jazz, ed al vincitore della medesima categoria, l’opportunità di incidere un demo in una sala di registrazione professionale. In palio anche il premio speciale dell’Associazione Omniarts, rappresentata dei due organizzatori del festival, Palo Moricoli e Pierluigi Alberti, affiancati da Roberto Anesini e Antonello Giovanni Budano, assegnato quest’anno a Davide Valeri, 14 anni di Villa San Giovanni in Tuscia, che ha proposto “Granelli di sabbia”, un brano di sua composizione. Mentre ad aggiudicarsi il nostro premio della stampa è stato Marcello Turco, già classificatosi al secondo posto nella sua categoria, con la motivazione di aver interpretato in modo assai originale e divertente, nonché preciso e pulito al livello di intonazione, un vecchio brano anni Trenta: “La classe degli asini”. 11 Pierluigi Alberti e Paolo Moricoli, storici organizzatori del festival, consegnano il premio speciale dell’Associazione Omniarts a Davide Valeri Ermelinda Benedetti consegna il premio della stampa offerto da Campo de’ fiori a Marcello Turco Lo spettacolo è stato intramezzato dalla partecipazione straordinaria di vecchie glorie del minifestival: Giulia Anesini, Virginia Brunetti e Desirée Giove, nonché dall’imitatore Roberto Tazza e dalle ragazze della scuola di danza classica, moderna e hip hop “Free Dance”, di Claudia Tassi. Anche la solidarietà è stata protagonista di questa serata. Gli Scout del gruppo Agesci “Viterbo 4”, infatti, hanno venduto i primi biglietti della campagna di solidarietà 2011-2012 di “Viterbo con Amore”, e l’Associazione “Semi di pace” ha raccolto fondi per Noemi, la sfortunata ragazza di Tarquinia che, a breve, dovrà essere sottoposta ad un delicato e costosissimo intervento chirurgico negli USA. L’appuntamento ufficiale, dunque, è per il prossimo anno, sorprese a parte, visto che è stata lanciata l’idea di mettere in scena un musical con i giovani talenti del Minifestival. Ermelinda Benedetti Prima il bucato si lavava a mano, poi a to ntinu 0. o c sono arrivate le prime lavatrici in o i 3 :0 Orar alle 2 casa e negli ultimi anni si è diffu0 0 : 6 i dall sa, anche in Italia, la moda, oltre festiv e h c An che la comodità , delle lavanderie self service. Il primo a non permettere più di “lavare in propri panni in casa”, a Civita Castellana, è stato Luigi Manlio nel 2008. E che gran scoperta da allora per tutti quelli che l’hanno provata! Due sono fondamentalmente le parole chiave: pulizia e risparici 3 lavatra mio. I prodotti utilizzati, infatti, sono tutti professionali e non in in 1 commercio: anallergici, amicrobici e con profumi naturali. Sapone, oli 7 s disinfettante ed ammorbidente, questo il mix perfetto di ogni lavaggio! Ma passiamo al risparmio: è possibile lavare i capi che andrebbero in 3 comuni lavatrici da casa (di 5 kg circa), in una sola volta al costo di soli 7 . Ed inoltre, con soli 4 in più, si possono asciugare tutti i capi appena lavati nelle apposite asciugatrici, dalle quali escono così morbidi da non dover essere nemmeno stirati. La lavanderia self service Lava più dispone di due lavatrici da 6 kg e due da 16 kg, oltre che 2 asciugatrici da 16 kg ciascuna. Si può richiedere il sottovuoto per i capi ingombranti da dover mettere via. Il locale climatizzato è attrezzato anche di cambiamonete e mette a disposizione della clientela, in attesa di lava e asciuga, macchinetta Piazza Sandro Pertini del caffè e connessione wifi e vanta un ampio parcheggio esterno. Civita Castellana (VT) Aperta dalle ore 6:00 del mattino, alle ore 23:00 con orario contiTel. 339.8741517 nuato, la lavanderia non chiude nemmeno nei giorni festivi. Campo de’ fiori 12 Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi Francesco Borromini, Cavaliere dell’Ordine Supremo del Cristo Fra gli Ordini Equestri Pontifici, onorificenze assegnate dal Papa ai laici per speciali benemerenze acquisite, quello dell’Ordine Supremo del Cristo è il più prestigioso in assoluto e tra di Riccardo Consoli i più noti al mondo; le sue origini sono molto antiche risalgono, infatti, all’Ordine dei Templari, soppresso da Clemente V, Bertrando de Got, 1305 – 1314, perché perseguitato dal Re di Francia Filippo “il Bello” che mirava ad impadronirsi degli immensi beni appartenenti agli stessi Templari. Alessandro VI, Rodrigo Borgia, 1492 – 1503, impresse una svolta di rilievo all’Ordine medesimo esonerando i Cavalieri dai voti di: castità , povertà e obbedienza, quindi, l’istituzione assunse l’attuale valore di Ordine Cavalleresco Onorario; nell’anno 1878, poi, Pio IX, Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846 – 1878, lo rinnovò ulteriormente adeguandolo alla sua altissima funzione e stabilendo, fra l’altro, che l’Onorificenza avesse carattere di Ordine Supremo, di gran lunga superiore ad ogni altro. Con Breve del 7 febbraio 1905, Pio X, Giuseppe Sarto, 1903 – 1914, operò un grande rinnovamento di tutti gli Ordini Cavallereschi Pontifici confermando quello del Cristo come Ordine Supremo tanto che, ancora oggi, la prestigiosa decorazione viene conferita assai raramente essendo riservata a Sovrani, Capi di Stato e personalità di fama mondiale. L’Ordine prevede la sola classe di Cavaliere la cui investitura ricorda il grandioso cerimoniale del medioevo. Tra i più celebri Cavalieri dell’Ordine Supremo del Cristo va ricordato Francesco Borromini, il più grande maestro del barocco assieme a Gian Lorenzo Bernini; da tempo malato di depressione, sorta con ogni probabilità a seguito dell’esonero da parte di Innocenzo X, Giovan Battista Pamphilj, 1644 – 1655, alla prosecuzione dei lavori della Chiesa di Santa Agnese in Agone a Piazza Navona, il 3 agosto 1667 si suicidava gettandosi sulla propria spada di Cavaliere, restando trafitto. In Portogallo, però , quest’Ordine dipendeva direttamente dal Re, per cui, questi riuscì a salvare sia i Templari che le loro ricchezze e, il 3 agosto del 1318, Dionigi I chiese e ottenne, da Giovanni XXII, Giacomo Duèse, 1316 – 1334, l’autorizzazione per ricostituire l’Ordine del Tempio con il nome di: Ordine dei Cavalieri di Cristo che, riconosciuto e approvato con Bolla del 14 marzo 1319, riservava soltanto al Papa il diritto di nominare Cavalieri. Nasceva, in tal modo, l’attuale Ordine Supremo del Cristo che rimase nettamente distinto da quello Portoghese. Questo evento si verificava prima che il Borromini portasse a termine la Cappella Falconieri, la più importante della Basilica di San Giovanni dei Fiorentini dove, per sua volontà , venne sepolto nella tomba di famiglia di Carlo Maderno. Per secoli, il suo nome non apparve su quella tomba, come da consuetudine nel caso di suicidio e, soltanto nel 1994, alla base di un pilastro della chiesa, venne posta una lapide con la seguente scrittura a ricordo della memoria del grande architetto e per onorarne la sepoltura. FRANCISCVS BORROMINI TICINENSIS EQVES CHRISTI QVI IMPERITVRAE MEMORIAE ARCHITECTVS DIVINAM ARTIS SVAE VIM AD ROMAM MAGNIFICIS AEDIFICIIS EXORNANDAM VERTIT IN QVIBUS ORATORIVM PHILLIPINVM S. IVO S. AGNES IN AGONE INSTAVRATA LATERANENSIS ARCHIBASILICA S. ANDREAS DELLE FRATTE NVNCVPATVM S. CAROLVS IN QVIRINALI AEDES DE PROPADANDA FIDE HOC AVTEM IPSVM TEMPLVM ARA MAXIMA DECORAVIT NON LONGE AB HOC LAPIDE PROPE MORTALES CAROLI MADERNI EXVVIAS PROPINQVI MVNICIPIS ET AEMVLI SVI IN PACE DOMINI QVIESCIT Nato a Bissone, sul lago di Lugano, il 25 settembre 1599, con il nome di Francesco Castelli, da Giovanni Domenico e Anastasia Garovo, assume ben presto il cognome Borromini avente origine da Campo de’ fiori Brumino, uno dei soprannomi attribuiti al padre o, secondo diversa interpretazione, in omaggio alla famosa famiglia Borromeo e, in particolare, a San Carlo Borromeo di cui Francesco era devotissimo. Ricevuta una prima formazione dal padre, anche lui architetto, si trasferisce a Milano dove lavora come scalpellino, quindi, ancora giovanissimo, si trasferisce a Roma dove rimarrà fino alla morte; nella città eterna trova ospitalità presso un parente della madre, tale Leone Garovo, capomastro scalpellino alle dipendenze di Carlo Maderno e qui, come scalpellino, ma anche come disegnatore d’inferriate, lavora nella fabbrica di San Pietro realizzando la decorazione della Loggia del pilone della Veronica, alcuni volti di Cherubini sopra le Porte della Cappella del Sacramento e lavori vari al Basamento della Pietà di Michelangelo. Morto il Garovo, Francesco eredita una buona somma di denaro con la quale costituisce una Compagnia per il commercio di marmi e pietre, quindi, dopo la scomparsa di Carlo Maderno, suo lontano parente per parte della madre, di cui era stato allievo impegnato come primo assistente in Sant’Andrea della Valle, comincia a firmare le opere con il suo nome ma, alla morte del Maderno, le sue aspettative per quanto attiene la nomina di architetto delle fabbriche iniziate da questi, vengono disattese, a tale ruolo, infatti, viene nominato Gian Lorenzo Bernini che lo conferma quale primo assistente delegandogli, di fatto, tutta la progettazione; una collaborazione, questa, che sfocia nella fabbrica di Palazzo Barberini. Ben presto, però , i due artisti entrano in conflitto, troppo evidenti le differenze nel modo di concepire l’architettura: Bernini è il simbolo della tradizione Vaticana, Borromini diviene il veicolo delle moderne esigenze di altri ordini religiosi che, sempre più frequentemente, si rivolgono a lui per la differente concezione degli spazi e del luogo Sacro; tuttavia, la rivalità fra i due grandi maestri, si rivela una meravigliosa occasione di confronto e di arricchimento che determina straordinari effetti su tutta l’architettura barocca romana. Francesco Borromini ricevere numerose commissioni: la prima riguarda la Chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane con annesso Convento, quindi, Palazzo Spada di Via Giulia, il Convento e l’Oratorio dei Filippini presso Santa Maria Vallicella; dopo la morte di Urbano VIII, Maffeo Barberini, 1623 – 1644 e l’avvento al Soglio Pontificio di Innocenzo X, essendo caduto in disgrazia il Bernini, egli diviene il primo fra gli architetti romani; moltissimi i suoi lavori dei quali ricordiamo: San Giovanni in Laterano, Sant’Agnese a Piazza Navona, Sant’Ivo alla Sapienza, il Campanile di Sant’Andrea delle Fratte, il Palazzo di Propaganda Fide, dove prose- gue il lavoro iniziato dal Bernini; la Chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane, suo primo grande capolavoro. A ben vedere, il barocco romano può essere riassunto nell’aperta rivalità fra i due maggiori architetti dell’epoca, furono loro, infatti, a dare il contributo decisivo alla nuova immagine di Roma che, proprio dal barocco, riceve quell’aspetto che, ancora oggi, caratterizza maggiormente il suo centro storico. Alla personalità estroversa di Gian Lorenzo Bernini si contrappone quella introversa, ansiosa e irrequieta di Francesco Borromini, il primo è uno dei principali protagonisti della vita artistica romana, architetto preferito da sette Papi riporta enorme successo; personalità vivace e fantasiosa, dotato di grande abilità tecnica, si occupa anche di teatro, per il quale, progetta sorprendenti macchine e spettacolari scenografie, ma il suo nome è legato sopratutto alla Basilica di San Pietro dove lavora per più di quarant’anni realizzando, fra l’altro, il Baldacchino sulla tomba dell’Apostolo e la sistemazione della piazza. E’ certamente Piazza Barberini il luogo dove si scontrano i diversi stili e le diverse personalità dei due architetti protagonisti del seicento romano, qui si trova Palazzo Barberini, uno dei più importanti esempi di barocco a Roma; iniziato da Carlo Maderno, è completato da Borromini, a cui si devono la scala ellittica e le finestre e da Bernini, autore della stupenda facciata; opera di quest’ultimo è anche la Fontana del Tritone al centro della piazza. La carriera di Francesco Borromini è segnata da amarezze e delusioni principalmente dovute all’impossibilità di realizzare i suoi progetti secondo la propria visione artistica, ma anche a causa del difficile carattere causa di continui problemi con i committenti; la sua arte, spesso male giudicata dai contemporanei viene ampiamente rivalutata nel corso del tempo e oggi Francesco Borromini è considerato, insieme a Gian Lorenzo Bernini, l’artista più rappresentativo. La Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza è considerata il suo capolavoro. Nel 1632, divenuto l’architetto incaricato della fabbrica, comincia ad occuparsi della Chiesa che doveva sorgere all’interno del complesso Universitario e che, in quel momento, era stata prevista a pianta circolare con piccole cappelle, ma Borromini cambia tutto e progetta un complesso dalla geometria assai complessa. I lavori iniziano soltanto nel 1643 e proseguono per oltre vent’anni, la prima fase viene realizzata tra il 1643 e il 1655 e, 13 dopo un’interruzione, i lavori riprendono nel 1659 con il completamento della Chiesa, la realizzazione della Biblioteca Alessandrina e delle facciate su Piazza Sant’Eustachio e Via dei Canestrari, nel 1660 la Chiesa viene consacrata. Sant’Ivo alla Sapienza, un tema difficilissimo per Francesco Borromini, condizionato com’era dall’esistenza del palazzo con annesso cortile che lasciavano un limitato spazio di forma quadrangolare da utilizzare per la costruzione della Chiesa; egli sceglie uno schema triangolare che raddoppia per creare una stella a sei punte che possa occupare tutta la superficie a disposizione. Il risultato, davvero sorprendente! Le mura ricalcano il perimetro della stella, la Cupola, con sottili costolature convergenti verso la Lanterna, poggia sulla trabeazione, lo spazio interno è racchiuso in un involucro con chiaro riferimento al Pantheon, la conclusione più profonda è naturalmente verso l’alto con l’immagine dello Spirito Santo posta ad altezza smisurata e intoccabile, da ultimo, l’effetto della luce che entra, incrociandosi, sia dalla Lanterna che dalle finestre e che sembra rendere le pareti della Chiesa come fossero trasparenti. A coronamento la citata Lanterna, poichè la Chiesa ha funzione di faro per i fedeli, quindi, sul colmo della stessa le fiamme in pietra a indicare il fuoco che illumina il percorso dei cristiani; la Trinità è simboleggiata dal triangolo, la figura di partenza che, combinata con un altro triangolo rovesciato, determina la figura stilizzata di tre api, simbolo di carità , prudenza e laboriosità , ma anche elemento araldico nello Stemma della famiglia Barberini, il cui esponente Urbano VIII commissionò la Chiesa. 14 Campo de’ fiori S o P di Carlo Cattani ò ergi atern Musica aperta al traffico! Come tutto ebbe inizio ….. Vieste , Mani nelle tasche dei bermuda passeggiavo (… o venivo sospinto, sarebbe il caso di dire !) lungo il centralissimo e commerciale Corso Marinai D’Italia di Vieste, la rinomata località marittima pugliese in punta al Gargano: qui d’estate ,alle nove della sera, l’ affollamento in strada sfida un mercato delle pulci che si rispetti ! Rilassato ? Ma quando mai ?......Un unico pensiero ,ben “avvitato” nel cervello :non perdere mai d’occhio la figliolanza in quel fiume umano in piena , multicolore e fragoroso,alternanza di corpi tarchiati, slanciati, flaccidi, anabolizzati, tutti lì per le immancabili “vasche” o “struscio” serale ….corpi che si oppongono, si evitano per un pelo o si spintonano, e, talvolta, si scusano; tutto è estremamente ravvicinato: l’occhio non può evitare di soffermarsi su “mises” molto poco sofisticate, l’orecchio coglie gli umori delle famiglie,delle coppie, dei gruppi di amici e il naso indovina , per alcuni, cosa hanno mangiato a cena,per altri quanto siano parchi (!!) nel consumo di acqua e sapone .….insomma come fosse una danza collettiva, ci si incrocia ripetutamente finchè stanchezza non sopraggiunge per la camminata fatta a men che a passo d’uomo ! Scorrendo lungo questo “fiume vivente”, sopra il costante vocio indistinto della folla odo delle note di uno strumento e localizzo la loro fonte in corrispondenza di un punto del marciapiede occupato da un folto capannello disposto a semicerchio quasi di fronte all’ingresso del municipio. Il suono è piacevole e le note sono fluenti, rotonde…colanti! Mi avvicino ,col bimbo “a mano” e mi metto sulle punte per valicare con gli occhi le teste dei numerosi astanti che circondano un ragazzo seduto su di un mini amplificatore ,la testa ciondolante e l’espressione concentrata ,con una chitarra elettrica rossa adagiata sulle ginocchia e suonata quasi alla maniera di una slide guitar con le dita di entrambe le mani a scorrere sulla tastiera con movimenti di percussione e arpeggio: non so come ma mi sovviene l’immagine di un restauratore di tappeti, anch‘egli in posizione china e completamente assorto nel suo lavoro sul proprio prezioso prodotto ….. Il mio bimbo è sommerso nella folla, non vede nulla ma tira come un mulo nel senso contrario all’esibizione, richiamato da ben altre attrazioni percepite presenti nei paraggi …..si consuma, così , un tiro alla fune tra due generazioni! Mantengo, con fatica, la posizione ma, ahimè , le note cessano di lì a poco e il pubblico dopo aver riconosciuto un giusto applauso e degli spiccioli all’artista si disperde rapidamente, lasciandomi in bella vista frenato dal “ figlio a mano”. L’artista è lì a pochi passi da me a ricomporsi e a scambiare qualche chiacchiera con gli ulti- A.D.2009 , luglio . (prima parte/di 2) mi presenti all’esibizione. Scorgo, vicino a lui, alcuni cd e ho solo il tempo di chiedere quello contenente musiche originali, il prezzo e allungare la mano libera per lo “scambio commerciale”…..il resto è avvenuto tutto tramite email nell’arco di tempo compreso tra l’agosto 2009 e il 31.12.2011. Dunque, comodi, andiamo ad iniziare ! Carlo:ciao Sergio, innanzitutto buon anno e grazie per esserti prestato alla lunga maratona di scambi epistolari che ci ha portato a definire questa (per me interessante ed esauriente) lunga intervista :direi di iniziare con le presentazioni … Sergio:sono nato a Buenos Aires…ovviamente in Argentina, ho 33 anni. Ho vissuto fino ai 28 anni nel mio Paese,poi mi sono spostato in Brasile girando per diverse città , Curitiba-San Paolo, Florianapolis e Porto Alegre;per brevi periodi ho vissuto a Madrid, Praga, Vieste, Bologna, Venezia, Roma, Firenze, e più recentemente, circa tre mesi, a New York. Attualmente sono in Argentina dove sto recuperando la forma dai postumi di un brutto incidente in bicicletta …..spero di rimettermi presto “on two legs” per riprendere ….la strada! Carlo:…eh già …,la strada ! Sergio: Ho iniziato a suonare “on the road” a Buenos Aires che avevo 26 anni: fu in quel di Calle Florida …..e un anno dopo ho deciso di allargare gli orizzonti …..volevo vivere e conoscere il mondo usando come mezzo di trasporto….la mia chitarra ….quindi la mia musica ….ho realizzato un mio sogno decidendo di diventare un artista di strada internazionale ….spero di continuare a farlo per molto tempo ancora! Carlo: come sei giunto alla tua decisione di…. scendere in strada? Sergio: L’idea di cominciare a suonare per la strada è nata per diverse ragioni: motivi economici e artistici e non poca pazzia ! Non sapevo assolutamente nulla della vita Campo de’ fiori da artista di strada e ancora meno degli aspetti burocratici legati a permessi e quant’altro …..tutto questo mi intimoriva ! Fin lì non avevo mai guadagnato niente con la musica e neanche ero soddisfatto delle possibilità che il “sistema” offriva ad un musicista come me ….nessuna possibilità !...Nessun locale per esibirsi….nessuna entrata economica ..era come percorrere una strada senza uscita … ma dovevo trovare una soluzione ,come dire …una questione di “vita o morte” per il mio fuoco artistico interiore …penso che fondamentalmente un artista debba avere quello stimolo che lo motivi a spingersi oltre le avversità e reagire alle insidie portate alla propria arte ….così ho imboccato la strada e sono andato a suonare …. in compagnia della mia chitarra , le mie paure e le mie illusioni sfidando la sorte .Dopo molti anni da quei giorni d’iniziazione posso dire che suonare in strada era proprio ….la strada giusta per me, la mia vita, il mio destino ! Ho suonato ,ho avuto il riconoscimento della gente….gente che sulla strada non è il pubblico inteso in senso canonico ….come al teatro o in un locale ….la gente che ti scorre davanti quando suoni per la strada comincia ad essere il tuo pubblico soltanto quando sei veramente bravo ,quando esprimi la tua arte con il cuore…,quando sei in grado di trasmettere ciò che c’è dentro di te e , soprattutto ,quando ciò che è dentro di te è bello e sincero ! Insomma, il mio “primo giorno” da artista di strada ho suonato un’ora e mezza e ho guadagnato ,in proporzione, quasi più soldi che in tutti i lavori che avevo fatto prima …ma la cosa più bella fu la grande sensazione di libertà ! Avevo ,finalmente, messo alle spalle i fantasmi della vita moderna che cercano di allontanarti dal mondo dell’arte……insomma sintetizzerei affermando che mi sono buttato sulla strada quasi da …suicida e ho trovato la ….mia rinascita! Carlo: Come è nato l’interesse per la musica? Sergio: avevo circa 14 anni …in casa mia c’era una chitarra classica…apparteneva a mia madre; dopo la separazione dei miei genitori, trascorrevo giorni non proprio felici ….avevo pochi interessi per il disagio psicologico di quella situazione ….ero annoiato non poco ….ho trovato quella chitarra che mai avevo preso in mano e pensato di suonare. Chi immaginava,fino a quel momento, di aver dentro una grande passione per la musica e per la chitarra ? Fu, letteralmente, amore al primo incontro ….accadde tutto in un giorno ….imparai a strimpellare la melodia della nona sinfonia di Beethoven e da allora non riesco ad immaginarmi lontano dalla musica e …dalla chitarra! Carlo: La tua prima chitarra? Sergio: come ti dicevo prima ,ho iniziato con la chitarra classica di mia madre ;ma la prima chitarra elettrica me l’ha regalata una cara amica ….elettrica ,perché io mi sento un “chitarrista elettrico” e rossa …come il sangue …per me la chitarra è proprio come il sangue ….vitale! Carlo: sei stato sostenuto in famiglia verso il tuo interesse per la musica? Sergio: Per la maggioranza delle famiglie è difficile sostenere economicamente e moralmente chi vuole fare il musicista ,soprattutto per quelle famiglie in cui ci sono problemi economici …come la mia…e con gli eterni problemi di incomprensione nelle scelte dei ragazzi….voglio dire ..nelle vere scelte …essere un artista di strada oggigiorno significa letteralmente andare in direzione contraria al mondo e questo fa paura ai genitori …ma non è niente di grave, è semplice ignoranza …purtroppo, a volte, i genitori si chiedono <come ce la faremo?> …invece di chiedersi come si può vivere senza fare ciò che si ama? Oggi, siamo noi, gli artisti di strada, che dobbiamo convincere tutti quanti che siamo sulla ….strada giusta, semplicemente la …nostra strada! Io ho fatto questo lavoro con i miei genitori, dimostrando loro che la passione e professionalità che metto …in strada …parlano per me ! Carlo: Perché hai scelto di suonare prevalentemente la chitarra con la tecnica del “tapping” ? Sergio: Ho iniziato a suonare usando la tecnica del “tapping” perché il “tapping” aveva dentro di sé molto del mio carattere espressivo e me ne sono reso conto quasi subito.E’ il mio “canale” comunicativo, qualcosa che mi trasporta ….fa dimenticare la chitarra…come se si stesse suonando un altro strumento ….insomma non 15 la chitarra ma la chitarra …è qualcosa di magico e dal punto di vista sonoro è per me un “miracolo”! Carlo: cosa consiglieresti a chi vuole approcciare questa tecnica? Sergio: il mio modesto consiglio per chi inizia lo studio del “tapping” …con entrambe le mani….è , fondamentalmente, di non considerare questa pratica con prevalente finalità scenica; dentro questa tecnica c’è una filosofia chitarristico-musicale …da scoprire e da vivere ! Per iniziare il “tapping” ci vuole moltissima conoscenza della chitarra nella maniera tradizionale ,per acquisire ,sul serio, la filosofia di cui sopra ….si devono passare le diverse fasi della chitarra elettrica tradizionale ,tutte le varie tecniche,si deve maturare musicalmente perché ,diversamente, si rischia di incontrare difficoltà che inducono all’abbandono dello studio ….un vero peccato ,perché c’è molto da dire con questa “quasi” nuova filosofia chitarristico-musicale” …io la penso e la vivo così ! Carlo: parlami dei tuoi studi musicali …. Sergio:I o sono autodidatta! I miei grandi maestri sono stati …il tempo dedicato, la passione, la caparbietà di imparare sempre e la voglia di esprimere al meglio la mia musica! Penso che tutti i musicisti più o meno siano autodidatti …voglio dire che nessuno può mettere le mani nello strumento in tua vece e nessuno può accelerare la tua crescita come musicista ma, per fortuna, esistono i grandi maestri, quelli che ti aiutano a farti vedere la strada che porta alla conoscenza. Io ho tra scorso un periodo di circa 6 mesi con un gran musicista , chitarrista di jazz-fusion,l’amico Pablo Florentini, apprendendo da lui fondamentali nozioni di armonia che mi hanno aiutato. Carlo: torniamo sulla strada….come ti organizzi nell’affrontare gli spostamenti per le vie del mondo? Sergio: I miei spostamenti come artista di strada sono particolari : mi devo preparare prima perché , generalmente, non conosco le città , i paesi dove ho voglia di andare …devo portare le mie cose, la chitarra, l’amplificatore a batteria, i dischi da vendere. C’è molta adrenalina nel fatto di spostarsi verso un posto che non si conosce e che rappresenta un salto nel buio … ma è molto bello andare in un posto e cercare di incontrare il consenso e l’affetto della gente del luogo, di conquistarsi la fiducia come persona e come artista …è un pensiero romantico ….ma anche un lavoro! Ci vuole molta professionalità per essere un artista di strada e vivere di questo lavoro, anche se molta gente crede che per essere un professionista bisogna necessariamente essere laureato o uscire dalla tv …c’è molta ignoranza ,purtroppo in giro! Attraverseremo ,di nuovo, la strada con Sergio Paternò sul prossimo numero. [email protected] www.myspace.com/sergiopatern .... ma andate anche su YOUTUBE Carlo Cattani-gennaio 2012/© Campo de’ fiori 17 A proposito di Campo de’ fiori e di Girdano Bruno... C’era una volta una piazza.... Tra le piazze storiche di Roma, la sola che non ospita chiese. Fino al 1350 era un grande prato fiorito, e da allora le è rimasto il nome: Paolo Balzamo Campo de’ fiori. Proprio per questa sua assenza di chiese, Campo de’ fiori fu scelto a teatro per le esecuzioni capitali degli eretici, rigorosamente arsi vivi. Nello Stato Pontificio vigevano vari tipi di esecuzioni capitali, normalmente effettuate a Piazza del Popolo o a Castel sant’Angelo. Le più pietose erano la decapitazione con mannaia (riservata agli altolocati), e l’impiccagione (normalmente per gli stranieri). Ai condannati meno abbienti e più efferati era riservato lo squartamento (taglio in quattro), con esposizione dei “tocchi” fino a putrefazione, la mazzarella (colpi di bastone alla C’era una volta una statua, anzi due... La Repubblica Romana, dopo aver cacciato Pio IX, proclamato la libertà di culto, esteso il voto alle donne, abolito la pena di morte e la tortura, nel 1948 eresse a Campo de’ Fiori, luogo del martirio, una statua al filosofo. Dopo pochi mesi però i cannoni francesi affogarono in un bagno di sangue la troppo moderna Repubblica e il Papa rientrò trionfante nal Sacro Seggio, e quindi, fino al 20 settembre 1870 (ma chi ricorda la data della breccia di Porta Pia?), niente più libertà di culto, niente più istruzione per il popolo, condanne a morte a go-go, divieto di vaccinazione, rapimenti di bimbi ebrei ecc., ma soprattutto niente Incisione di Piazza Campo de’ fiori, con i capannoni utilizzati per il mercato nel 1622. schiena ed alla testa fino alla frantumazione delle stesse), e la ruota (al condannato venivano spezzate in più punti braccia e gambre, in modo da attorcigliarle e fissarle ad una grossa ruota di carro, poi issata su un palo ed esposta fino alla fine). Solo nel 1816, tornato il papa a Roma, si affermò l’uso della “moderna” ghigliottina. (Per i curiosi: la pena di morte venne cancellata dai canoni vaticani solo il 12 febbraio 2001!) C’era una volta un frate... intelligentissimo, ma con un caratteraccio inverosimile, la cui fama, oltre che di teologo, di mago ed astrologo si diffuse in tutta Europa, e venne per questo chiamato ad insegnare nelle principali corti. Era famoso per la memoria (sapeva ripetere a memoria ogni libro che aveva letto) e scrisse molte opere, tra l’altro affermando che la terra non è al centro dell’Universo, che le stelle sono solo dei soli lontanissimi e che l’uomo non è solo, ma esistono infiniti mondi abitati. Ribelle di natura, condi- vise (contestandone però parecchie) le tesi del protestante Calvino. Tanta intelligenza e sapienza (associata al caratteraccio) lo portarono presto nella braccia ben poco amorevoli dell’inquisizione. Così Giordano Bruno, che ebbe la forza di dire al suo inquisitore Roberto Bellarmino: “Voi che pronunciate questa sentenza avete più paura di me che la subisco” , il 17 febbraio del 1600 conobbe i morsi del fuoco, dopo otto anni di torture, divenendo simbolo della libertà di pensiero. Da allora il suo nome fu legato a quella piazza. più statua di Giordano Bruno, frettolosamente rimossa e frantumata. Solo 18 anni dopo, a furor di popolo, venne inaugurata una nuova statua bronzea, che ancora possiamo vedere, scura, possente, col libro del sapere in mano ed il volto severo incappucciato e severamente volto in direzione della basilica di San Pietro. Passò la belle é poque, venne il nuovo secolo, venne la guerra, e venne anche il fascismo. E col fascismo il Concordato. Tra le clausole “irrinunciabili” di Pio XI c’era anche l’abbattimento della statua di Bruno, ma il solo annuncio della cosa fece quasi traballare il regime, e così Mussolini dovette dire in parlamento (13 maggio 1929): “Giordano Bruno resta lì dov’è !”. Brutto scacco per il Papa. Però per curiosa coincidenza l’anno successivo avvenne la canonizzazionelampo proprio di quel Cardinale R o b e r t o Bellarmino che aveva condannato il filosofo al rogo e Galileo Galilei all’abiura. Mysterium fidei! C’era una volta (e c’è ancora) una rivista... Che ha deciso di dare libera voce a tutte le opinioni, di non rincorrere solo il lucro, di essere parola della gente, e per questo si richiama pro- popolo di Roma, ma anche a tutta la gente che non vuole gabbie al proprio pensiero. E’ quella che state leggendo: la vostra “Campo de’ Fiori” prio a quella bella piazza, alla fine di Via dei Giubbonari che tanto sta a cuore al Un caldo abbraccio a tutti e alla prossima 18 Campo de’ fiori Ecologia e Ambiente Aspettare la fine del 2012…non è la fine del mondo Lo scopo del calendario Maya era quello di raccordare le azioni degli uomini con tutto il movimento dell’universo Stando alle previsioni esattamente il 22 dicembre del 2012. dei Maya sembrerebbe Sabato 21 dicembre sarà dunque, l’ultimo che il cammino o pergiorno del vecchio ciclo, ed è per questo corso dell’ uomo che si motivo forse che si respira una forte sviluppa e muta dentro preoccupazione!!! Ma quale era lo scopo un ciclo che inizia e principale del calendario? che poi finisce, sia Sembrerebbe che non era quello di stabiarrivato ad un punto lire con precisione le “profezie” ma di racchiamato “Katun” cordare le azioni degli uomini con tutto il di Giovanni (cioè gli ultimi venti movimento dell’universo, l’azione doveva Francola anni) un tempo quefondersi e armonizzare con l’equilibrio sto molto importante in quanto considerauniversale, o meglio sincronizzarsi con i to il tempo della conclusione di un “ciclo”, ritmi cosmici. L’equilibrio era alla base di la fine di un’epoca. ogni decisione e azione. Al contrario di Il “tempo del non tempo” lo consideravaquello che sta avvenendo nella nostra no i Maya, quello spazio crepuscolare in epoca moderna e industrializzata, dove si cui non è giorno e non è sta vivendo un momento stoLa nostra era, notte. Questo dovrebbe rico pervaso da paure, da iniziata il 6 Settembre odio, da “schiavitù psicologiconcludersi appunto il 21 dicembre del 2012. Credo 3114 a. C., terminerà ca”, da tante altre situazioni che su questa data sia stato il 21 Dicembre 2012. negative e insostenibili, che ci detto di tutto e di più: chi Si chuiderà un ciclo, hanno portato ad un punto sostiene scenari apocalittici, secondo il caledario dove tutto è il contrario di chi non crede affatto all’avvitutto, dove le azioni dell’ Maya, e se aprirà cinarsi di un grande cambiauomo sono spesso senza un altro. mento per l’umanità , chi senso, non si ha più una preinvece assume atteggiamenti di paura solo cisa concezione del tempo, anzi si ha la al pensiero che tale data sia così prossinetta sensazione che il tempo si sia accema. Ognuno è libero di credere a ciò che lerato, come se volesse condurci ad un vuole, certo è che il calendario dei Maya determinato punto, da cui ripartire per redatto da sacerdoti in veste di scienziati, ritornare uomini pensanti e consapevoli. filosofi e astronomi, è talmente preciso, Non c’è dubbio che l’uomo dovrà rivoluche l’eclissi solare dell’ 11 agosto 1999 si zionare se stesso, il proprio pensiero, racè verificata con 33 secondi di ritardo rispetto al tempo previsto dai Maya, considerando che questa previsione sia stata fatta intorno al 3000 a.C, lascia davvero un grande stupore. Nel calendario Maya, ciascun ciclo del lungo computo temporale corrisponde ad un’era del mondo, in poche parole, il nostro attuale ciclo in corso ha avuto inizio il 6 settembre del 3114 avanti Cristo ed è molto vicino al termine, iniziando appunto il nuovo ciclo, una nuova era, Calendario Maya cordarsi di nuovo al quel ritmo cosmico per poi acquisire una nuova coscienza collettiva. Per anni abbiamo trasformato la nostra Madre Terra in un campo minato, disseminata di bombe e centrali atomiche, armi chimiche, alimenti altrettanto chimici, abbiamo mercificato e stuprato interi territori, disboscato immense aree, “polmoni naturali del nostro pianeta”, abbiamo succhiato alla Terra petrolio, gas, minerali di ogni genere, inquinando aria e acqua, trasformando la vita in un grande “luna park della frenesia”; ora è comprensibile che per una ragione qualsiasi, tutto questo può esplodere, è una circostanza reale quindi pensare che i cicli prima o poi si chiudono. Non resta che aspettare la fine del 2012…da non confondere con la fine del mondo. Campo de’ fiori La bottega di Mastro Fiore, falegnami da quattro generazioni 19 di Ermelinda Benedetti 1932 - Anna Pinardi, Fiorino Dionisi, Luigi, Fiore, Decimina, Andreina e Leonida sezionano un grosso albero appena tagliato. L’artistica bacheca realizzata da Mastro Fiore, che raccoglie le foto storiche e gli stemmi delle famiglie congiunte Pinardi e Dionisi. Quando si dice “avere il mestiere nel sangue”! Ma perché lo si ha? Perché nel DNA, oltre ai caratteri genetici, nella famiglia Pinardi si è trasmessa anche la passione per la lavorazione del legno. Essi, infatti, sono falegnami da quattro generazioni! Certo i modi di lavorazione del legno sono nettamente cambiati, ma la dedizione è rimasta senza dubbio la stessa. Tutto ebbe inizio nel 1882 con Fiorino Pinardi, che in un piccolo locale di Piazza dell’Angeloccio, nel centro storico di Civita Castellana, all’epoca cuore pulsante della vita cittadina, metteva a disposizione il suo mestiere per la riparazione di tini, bòtti, carretti e ruote di carretti, mobili, seggiole e quant’altro aveva a che fare con il legno (che a quei tempi non era poco), per non parlare poi della realizzazione ex novo di porte e finestre, bare, giocattoli per i bam- 1934 - Temistocle, Roberto e Fiorino, con Luigi, Andreina e Decimina ancora alle prese con la lavorazione del tronco di un albero abbattuto. 1936 - Piazza dell’Angeloccio. Roberto e Temistocle Pinardi nella prima falegnameria di famiglia. bini e tutto l’occorrente per l’arredamento della nuova casa di giovani sposi. All’epoca con il legno si realizzava praticamente tutto e l’importanza e la considerazione di un falegname era senz’altro molto alta. Si servivano tutte le fasce sociali e si potevano costruire carri agricoli per la campagna e carrozze e landò per la città . Sorprendente era la perizia necessaria: per costruire le ruote dei mezzi, bisognava essere falegname, ferraio e fine carpentiere! E per fare tutto ciò Fiorino aveva bisogno anche di molto legname che andava a procurarsi direttamente nei boschi circostanti (a meno che non venisse personalmente fornito da chi commissionava il lavoro), tagliando a mano gli alberi, lavorando i tronchi e lasciando stagionare le tavole, con l’aiuto dei suoi due figli Roberto e Temistocle, che imparavano, così, il mestiere. La bottega veniva ben presto rinforzata dalla presenza di Fiore, figlio di Roberto, che dimostrava già attitudine e passione per il lavoro di famiglia e, fin da ragazzo entra a far parte, a pieno titolo, della squadra. Nel frattempo la bottega, visto l’espandersi della cittadina al di là del Ponte Clementino, sia per questioni di spazio che di comodità , si trasferisce nel Quartiere Guadamello, in Via della Repubblica, di fronte alla storica fontanella, mentre il giovane Fiore resta con il nonno Fiorino nella bottega di Piazza di Massa. Mastro Fiore ricorda con nostalgia e tenerezza questo periodo. continua sul prossimo numero... Campo de’ fiori 21 Mamma e papà: genitori o amici? Si può essere amici dei propri figli e viceversa? E’ questa una domanda che anima discussioni, dibattiti e confronti sia tra ragazzi che tra adulti. porsi in atteggiamento di ascolto, sono quelli che maggiormente sapranno aiutarci a superare ansie, paure e preoccupazioni che popolano la nostra età : la pre-adolescenza e l’adolescenza. Esistono varie scuole di pensiero di cui, una vede i genitori proiettati verso il “permissivismo” perché ritengono che l’esercizio di troppa autorità possa condurre ad una chiusura dei propri figli nei loro confronti. L’altra, vede come unico fronte possibile, per l’appunto, la rigidità dei metodi educativi.Per fortuna, c’è la possibilità di intravedere tra le due strade una zona cuscinetto dove si collocano i genitori che cercano di perseguire una linea più morbida. I genitori si sa, costituiscono saldi punti di riferimento, stabilire, quindi, reciproci rapporti di stima e di fiducia ci aiuta a crescere più sicuri e forti, capaci di comprendere e di fare le nostre scelte anche tra le mille insidie che pervadono la nostra società . Per questo, ritengo che genitori apparte- Dirigendo, poi, il discorso sul versante dell’amicizia credo che una relazione così impostata, abbia insito tale sentimento. uò ri e figli p Tra genito mplicità esserci co ura, , nella mis ia iz ic m a e n o g nuno no però , che onfini esca dai c ruolo. del proprio nenti alle prime due tipologie, possano nuocere, per versi opposti, alla nostra formazione. Al contrario, mamme e papà che sanno Forse possiamo cogliere delle sfumature che differenziano il rapporto d’amicizia con i coetanei da quello con i genitori. Con un amico puoi parlare di tutto, puoi confidarti, puoi chiedere consigli, ma il vero amico è quello che ti porta anche ad aprire gli occhi sugli errori che avresti potuto aver commesso. Allora vorrei poter concludere con un mio personale punto di vista, anche tra genitori e figli può esserci complicità e amicizia, nella misura, però , che ognuno non esca dai confini del proprio ruolo. Tiziana Di Benedetto Campo de’ fiori 22 La coscienza infelice, (in molti casi) è un re senza regno Quando la coscienza fa l’esperienza del nulla, in effetti, fa l’esperienza di sé come vuota. Il fatto che “fa esperienza” però significa che essa è . E’ soggetto di questa esperienza. L’io, qui preso del Prof. Massimo come sinonimo di Marsicola coscienza, senza altra determinazione, faceva notare Kant nelle sue Riflessioni (Vol.XVII Ed. dell’Accademia), senza un predicato, in quanto soggetto e oggetto contiene, in effetti, anche il predicato: quello di essere. L’io vuoto è , paradossalmente, pieno della sua soggettività , sia come possesso di sé che come possibilità di dispiegarsi verso…altro. Il “vuoto” che prova in quel momento è dovuto alla mancanza di senso. Ma proprio da questa mancanza il vuoto io diventa “posse”, capacità , cioè , di orientarsi verso altro; proprio alla ricerca di senso. Il vuoto viene percepito dapprima come altro da sé come qualcosa di esterno. E ciò perché la coscienza ha imparato, sin dal suo esordio, che è sempre e specialmente coscienza di qual-cos’-altro. La vuotezza, la vacuità , lo smarrimento che da esse deriva, non sono la regola. Quando la coscienza ha questo tipo di esperienza rimane attonita, come sbalordita, persino incredula. Esperisce l’assenza più che la presenza, il vuoto. Viene a trovarsi in una condizione in cui si sente minacciata perché risucchiata dal nulla. e’ la condizione nella quale dalla paura si passa all’angoscia. Ma tutto questo è causato, occorre ribadirlo, dalla mancanza di senso; da una sospensione totale dell’alterità delle cose come della iità (ipseità ) dell’io. Fuori di sé percepisce il vacuo(pur avendo dinanzi l’essente); dentro di sé percepisce il vuoto, pur rimanendo presente a se stessa. Vacuo fuori e vuoto dentro. Sospensione dell’essente e sospensione dell’essere nella sua multiformità apparente. Sospensione del suo stesso essere. L’unica cosa di cui dispone, ma, meglio sarebbe dire, dispone di essa, è un io nudo senza suolo né cielo. L’esperienza di sé come di un re spodestato, spaesato, reietto, relegato in un paese lontano di cui nulla conosce. Non le contrade, non la lingua, né la flora e la fauna, né i costumi. Questo re, che a lungo ha imperato, impartito ordini, imposto sanzioni, ricevuto onori…, ora è senza trono né sudditi. Tutti i suoi pensieri sono fuggiti da lui. E’ solo con se stesso. Con un io vacuo che è tutto. Ed è tutto quel che ha. E’ preso dal terrore. Dove sono? Chi sono? dove vado? C’è qualcuno in grado di dirmelo? Questa dolorosa esperienza che occorre all’uomo può , nella sua drammaticità , essergli salutare e necessaria. E’ si potrebbe dire, prefigurazione di quella condizione di assoluta solitudine che vivrà l’anima al momento del giudizio. Sola, e nuda come Adamo ed Eva davanti al gran Re. Allora scopre che il Re è l’altro. Colui che ti manca. Colui per la cui compagnia non avresti mai patito l’esperienza del nulla. esperienza che fa unicamente chi è senza Dio. A costui, finchè è in vita, questa esperienza gli dice chi è ; gli ricorda cosa, anzi, chi deve cercare, gli indica quale strada prendere. Chi ha con sé Dio non fa l’esperienza del nudo io. Non prova il vuoto né la mancanza di senso. Chi ha con sé Dio ha tutto. Ha tutto perché tutto conosce e sa. E per questo sapere tutto possiede. Non rischia il vuoto di senso che, qui è lo stesso, è senso di vuoto. L’io, è bene si sappia,è una rotondità che contiene ciò che ha in sé appreso e sviluppato. Se questa rotondità è colma delle cose del mondo, è piena di cose deperibili; se è piena di cose celesti, è piena di cose incorruttibili. Campo de’ fiori 23 Socializzare … cinguettando!! All’ ”inseguimento” di Twitter Nel mondo dei Social Network non c’è solo Facebook ed i suoi inciuci quotidiani. Qualche articolo fa ( N° 86 di Campo dé fiori, ndr) abbiamo scritto tanto sulle varie piattaforme che aiudi Patrizia Caprioli tano a socializzare in Rete, ma non abbiamo ancora parlato di Twitter! Questa particolare piattaforma permette di informare e informarsi coinvolgendo anche centinaia o migliaia di persone contemporaneamente con un solo messaggio di 140 caratteri. Ecco come! Dal sito www.twitter.com si accede all’Home Page. Prima mossa da fare è la registrazione tramite un indirizzo e-mail ed una password di vostro gradimento. L’Home Page del sito è divisa in due parti: a destra troverete i tweet che avete deciso di seguire e a sinistra i follower ed i following, insieme a suggerimenti sulle persone del momento che dovreste seguire in base ai vostri interessi. In Twitter il gioco si basa essenzialmente su due profili principali: il follower e il following. Il primo tradotto dall’inglese significa “chi segue qualcosa o qualcuno”, e rappresenta in quest’ambito colui che legge i nostri twitter che scriviamo ogni qual volta vogliamo trasmettere un nostro pensiero, un evento, un’idea a chiunque voglia leggerci. La seconda parola following ha il significato di seguito e rappresenta colui che noi seguiamo nei suoi scritti su Twitter. Per seguire un personaggio, una pop star oppure un semplice utente, basta cliccare la parola “segui” accanto al nome della persona. Proseguendo il nostro percorso notiamo che sempre dall’Home Page sulla barra in alto troviamo quattro pulsanti, ciascuno dei quali ci fa accedere a diverse funzioni. Il pulsante “@ Connetti” ci permette di sapere cosa dicono di noi gli altri cinguettanti della piattaforma! Possiamo conoscere sia quante e quali persone hanno deciso di seguirci, e chi ha ri-twittato i nostri pensieri ad altrettanti utenti. Queste informazioni vengono prese interagendo con la schermata Interazioni, l’altra schermata, denominata Menzioni e sempre accessibile dal pulsante “@ Connetti”, permette di conoscere quante e quali persone ci hanno citato all’interno di Twitter. Non dimentichiamo che se vogliamo citare noi un altro utente, la sintassi da utilizzare è “@nomeutente”! Con il pulsante “# Scopri” si possono conoscere tutti gli utenti che si occupano di una data tematica, basta mettere un Hashtag ( il simboletto cancelletto) accanto ad una determinata parola chiave. Informare ed informarsi coinvolgendo migliaia di persone contemporaneamente con un solo messaggio di 140 caratteri Il pulsante con la figura della persona a mezzo busto ci fa accedere al nostro profilo personale e qui possiamo personalizzarci a nostro piacere, proprio come facciamo con il nostro profilo su FB! L’ultimo pulsante mostra una penna d’oca inclinata, rappresentante il simbolo della scrittura, e da questo menù possiamo comporre i nostri twitter da 140 caratteri per comunicare in modo velocissimo ed aggiornato tutto ciò che per noi può sembrare interessante per gli altri! Tanto per gradire, vi segnalo quattro utenti famosi che potete seguire;, naturalmente le tematiche e le persone interessanti da seguire sono molte, tante, basta che decidiate come spendere il vostro tempo seguendo i vostri gusti o interessi personali. Lady Gaga: @ladygaga - Dagospia: @_dagospia_ - Paolo Attivissimo (Politica e Attualità ): @disinformatico – Anna Dello Russo (Moda): @annadellorusso Buona conversazione a tutti! L’ANGOLO DEL PROF.A cura di Patrizia Caprioli Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire come supporto didattico per gli insegnanti interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli studenti. La fattoria dei Giardini: http://fattoriadeigiardini.freshcreator.com/ L’Agrifattoria Didattica i Giardini di Ararat offre alle scuole una serie di percorsi che aiutano a conoscere la natura e gli animali in modo diretto e ricreativo. Campo de’ fiori 24 Nessun compenso per il sindaco di Orvieto Striscia la notizia premia il primo cittadino Concina per aver rinunciato, già dalla sua elezione, agli oltre 2.000, 00 di rimborso mensili “Striscia la notizia”, il seguitissimo tg satirico di Canale 5, lo ha premiato con un tapiro al rovescio, per essere stato, molto prima dell’avvento di Mario Monti alla presidenza del Consiglio, il primo di Secondiano sindaco ad abbattere Zeroli i costi della politica. Stiamo parlando di Antonio Concina, il primo cittadino di Orvieto, che, da quando è stato eletto, ha rinunciato spontaneamente agli oltre 2.000,00 che gli spetterebbero di diritto per la sua carica. “Ho rinunciato a questi soldi – ha dichiarato a Mister Neuro, l’inviato di “Striscia” – perché in un momento come questo, in cui vengono richiesti grossi sacrifici ai cittadini, è necessario dare esempi virtuosi. Io ho la mia pensione e mi accontento di quello che ho”. Sulla scia del sindaco anche gli assessori comunali hanno, da tempo, rinunciato ai loro rimborsi, così come il presidente del Consiglio Comunale. I cittadini orvietani hanno accolto con molto piacere questo modo nuovo di fare politica fra la destra – che è andata al potere, appunto con Antonio Concina, da appena due anni - e la sinistra – che è stata al potere per oltre sessanta anni - . il bell’esempio però rimane ed invita a tutti coloro che fanno politica a seguirlo senza ulteriori indugi. Campo de’ fiori 25 Come eravamo Ricominciare a… ricordare Ricominciare non è con i loro animali da stalla o da cortile, e mai facile. E’ inutile gli zingari (che ancora non venivano chiastar qui a ripetere “i mati Rom) a bordo delle loro bighe, anteperché e i per come” nate dei moderni caravan e roulottes. Si che hanno caratterizzadistinguevano, innanzitutto per i loro to l’anno appena tracaratteri somatici e per il loro abbigliascorso, l’importante è mento. Carnagione scurissima, tipica di fissare bene nella popolazioni gitane ed orientali, capelli lunmemoria tutto, e ghi, neri e baffi per gli uomini, mentre le di Alessandro Soli immagazzinare i ricordi donne erano formose e sensuali, larghe in modo preciso, per vesti variopinte e collane di corallo, che si poi ”rivenderli” a clienti distratti, in tutt’alabbinavano perfettamente ai bracciali e tre faccende affaccendati. Ed è quello che agli orecchini d’oro. L’oro appunto che da mi propongo di fare ogni volta che le mie secoli caratterizza questa etnia, che in dita affondano sulla tastiera per presentarquegli anni viveva con la vendita di stuvi i miei scritti. Sant’Antonio Abate, 17 pendi cavalli ispano- arabi molto apprezzaGennaio, quante fiere “su o’ campo d’a ti nelle fiere, merce preziosa per i tanti fiera” a fianco della Ceramica Marcantoni estimatori. Si vedevano capannelli di gente (qui a CivitaCastellana), su su fino al attorno alle merci e agli animali, al centro Boschetto, e verso il cimitero. Merci e di essi un altro personaggio tipico, carattebestiame, quando si “rimristico ed insostituibile :”O La fiera di piazzava” il maiale appena senzale”, che non era un macellato, acquistando il uomo senza ali, ma colui che Sant’Antonio faceva giovane “magrone” subito da garante all’operaAbate, tra messo all’ingrasso fino a zione di compravendita, basadicembre. Animale importa sull’onore, colui che strinbestiame, tantissimo, di cui non si geva, con la sua, le due mani “sprecava gnente”, infatti zingari e senzali. già strette dell’acquirente e si diceva che del compratore. Altri tempi, “Sant’Antonio s’era ‘nna- E la benedizione altri valori, altri sentimenti. morato de o’ porco”. I Come non posso ricordare la degli animali. personaggi, sempre gli benedizione, che si faceva, Come stessi: contadini dalla vicisempre qui a Civita na Sabina e dall’ Umbria, Castellana davanti alla piccodimenticarle? “ “ Protegge i tuoi valori Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25 01033 Civita Castellana (VT) Tel.0761.599444 Fax 0761.599369 [email protected] la chiesa di Sant’Antonio, quando la popolazione portava i propri animali sia da lavoro che domestici, per ricevere “la spruzzata di acqua santa” auspicio di prosperità per il nuovo anno. Venivano distribuite ai presenti le tradizionali “pagnottelle di Sant’Antonio”, minuscoli pani del diametro di una moneta, che la tradizione popolare conservava per un anno intero e che non ammuffivano mai. Questa festa paesana, per fortuna ancora oggi “resiste”: la fiera c’è , la benedizione e le pagnottelle pure, ma com’è diverso lo spirito e il ricordo di quando si diceva “’A Befania, tutte ‘e feste se porta via, poi arriva Sant’Antognetto, che ne porta n’andro sacchetto”, già perchè il 17 Gennaio, entra pure Carnevale, ma… questa è un’altra storia. 26 Campo de’ fiori AGOSTINO PARADISI Civita Castellana 1654 - Modena 1732 del Prof. Architetto Enea Cisbani ... continua dal numero 87 (... il 30 ottobre 1729 con una lettera spedita da Modena, l’avvocato e letterato Agostino PARADISI…)….comunica al Vescovo la sua ferma e decisa volontà di donare per la fondazione del Seminario Vescovile un lascito di 10.000, scudi romani e contribuire così alla rinascita culturale e morale della sua città dove è nato e si è affermato. Prima di procedere all’analisi del contenuto della lettera, è necessario stabilire una importante premessa storica: la creazione in ogni Diocesi del Seminario Ecclesiastico, fu stabilita dai Padri del Sacro Concilio di Trento nella sessione n.23, al celebre Capo 18 De Reformatione approvato il 15 luglio 1563, con cui si ordinava ai Vescovi di istituire nelle Diocesi assegnate un perpetuum seminarium in cui il Vescovo potesse alere ed religiose educare et in sacri disciplinis istituere un certo numero di giovani, destinati ad attendere ai ministeri ecclesiastici. Si dovevano preferire i giovani di povere famiglie, senza escludere gli abbienti che dovevano pagarsi per intero le spese di mantenimento: vivere tutti nella stessa casa e sotto la guida di un rettore nominato dal Vescovo; si davano norme per le scuole, la disciplina e la pietà , che rimasero in vigore, immutate, fino al 1970. Le regole stabilite dal Concilio di Trento, si rifacevano nelle linee generali alle leggi del Concilio Lateranense III, (1179), e IV, (1225), e ordinano che ogni Cattedrale fissi un congruo stipendio ad ogni maestro affinchè istruisca i giovani chierici alle leggi di Dio e della sua Chiesa, e la gratuità per i poveri. Successivamente sarà il Concilio Romano del 1725 promosso dal Pontefice Benedetto XIII, al titolo 30 capitolo 10, a prescrivere che gli aspiranti al sacerdozio prima dell’ordinazione, trascorrano in Seminario o nell’Episcopio almeno un semestre di formazione. Sarà sempre il Pontefice Benedetto XIII nel 1725 con la bolla pontificia cum Itaque seminari, a ordinare in maniera chiara e decisa ai Vescovi di procedere alla fondazione del Seminario Vescovile per la formazione dei ministri della Chiesa Romana, definendo puntualmente sia i criteri religiosi ed educativi, che le necessarie forme di sostentamento del Seminario stesso, ordinando che tutti gli ordini religiosi, benefici ed istituzioni presenti in ogni Diocesi contribuissero al suo mantenimento con una tassa variabile dal 3 al 5% calcolata sulle rispettive rendite. La Bolla di Benedetto XIII nasce in una fase storica che vede una progressiva decadenza della formazione intellettuale dei Sacerdoti, alla quale si vuole porre rimedio affidandola ad una chiara istituzione formativa come appunto quella del Seminario Diocesano. Questa necessaria premessa storica, spiega chiaramente il fervore e lo zelo che il Vescovo Tenderini profuse nella fondazione del Seminario di Civita Castellana, attraverso innumerevoli fatiche e pensieri, che si rivelano da subito con la personale donazione di dodici luoghi di Monti Camerali depositati presso il Monte di Pietà di Roma per l’erigendo Seminario. Il Tenderini il 24 e 25 settembre 1725, avvia la fondazione della Sacra Congregazione del Seminario di Civita Castellana, composta dallo stesso Vescovo e da quattro deputati, secondo le regole del Concilio di Trento e della Bolla Benedettina del 1725, per decretare la fondazione del pio istituto e per istituire la tassa prescritta dai paragrafi II, IV e V della bolla citata, da applicarsi a tutte le istituzioni ecclesiastiche presenti nella Diocesi di Civita Castellana, Orte e Gallese. Con l’Editto Vescovile del 2 ottobre 1725, il Tenderini richiese formalmente lo stato ufficiale delle rendite degli istituti religiosi, che furono poi pubblicate nella cancelleria nel novembre dello stesso anno. Il 30 marzo 1726, giunse da Roma al Vescovo Tenderini la lettera circolare della Sacra Congregazione de Seminari Erigendi, con la prescrizione di non applicare la tassa dal 3 al 5% sui benefici ed enti riservati alla contribuzione della Santa Sede. Norma chiarita in seguito con l’editto del Cardinale Pro Datario del 20 luglio 1727. Finalmente dopo innumerevoli fatiche, studi e discussioni, il 27 gennaio 1728 fu redatta ed approvata dalla commissione vescovile la tassa sopra le rendite della Mensa Vescovile a ragione del 3%, quale minore importo di quella prescritta nella predetta Bolla di Benedetto XIII al paragrafo II, per un importo finale annuo di 148 scudi e baiocchi 64, e registrata, quindi, negli atti vescovili in data 20 marzo 1731. Non mancarono, ovviamente, in tale delicata fase i ricorsi in sede legale dei vari istituti circa la modalità di corresponsione Il vecchio seminario in Via Panico della tassa, ma furono completamente rigettati dalla stessa commissione vescovile nelle sedute del 18 aprile e 16 maggio 1733. Il definitivo decreto di approvazione della rendita di 148,64 scudi romani per il mantenimento del seminario Vescovile, avvenne l’8 agosto 1733. Risulta evidente che la somma di 148,64 scudi era chiaramente insufficiente per il sostentamento della scuola, del personale e degli alunni e fu allora che il Vescovo Tenderini nel settembre del 1733, scrisse a Roma alla Sacra Congregazione dè Seminari Erigendi, chiedendo che venissero assegnate al seminario le rendite della chiesa rurale del SS.mo Crocifisso di Vallerano e nel contempo applicata una tassa annua di 160 scudi sull’eredità di Teofilo Gargani di Gallese. Fu proprio il ricorso legale intentato dalla Comunità di Gallese contro la tassa di 160 scudi sull’Eredità Gargani ad ostacolare il Vescovo Tenderini, durante il periodo del suo Apostolato, nella definitiva apertura del Seminario. Chiarita l’importante premessa storica, è evidente nella sua totalità il disegno concepito dal Tenderini: la ricerca di una sede adeguata, che divenne poi palazzo Soderini in via Panico e di fondi finanziari con i quali sostentare il Seminario, considerato che la tassa di scudi 148,64 era nettamente insufficiente. È in questa particolare situazione storica che si colloca allora la lettera di Agostino Paradisi del 30 ottobre 1729, con la donazione di un lascito di 10.000,00 scudi che avrebbe garantito negli anni a venire una fase di relativa tranquillità e prosperità al Seminario Vescovile. Essenziale il ruolo svolto dall’Abate Soderini che grazie alla sua amicizia con il Paradisi, lo sollecitò nell’importante donazione a favore dell’istituzione civitonico. continua sul prossimo numero... Campo de’ fiori 27 Cinquantesimo per lazienda Sbarra 1962 - 2012. Festa per i 50 anni di una delle attivit leader del settore scaffalature ed arredo negozi Dietro a quello che è oggi il grande nome di una azienda, c’è una lunga storia, attraverso la quale è riuscita ad affermarsi tale. E’ il caso dell’azienda Sbarra, leader nel settore delle scaffalature e dell’arredamento di uffici e negozi di ogni genere, che quest’anno festeggia meritatamente i suoi 50 anni di attività ! Famiglia da sempre dedita alla produzione, dapprima con la gestione di un forno nel cuore del piccolo borgo di Corchiano e di un frantoio, si dedica successivamente alla realizzazione di scaffalature in metallo. Ma entriamo nel vivo della loro storia. I tre fratelli Alfredo, Calisto e Maria Pia decidono di spartirsi le attività ereditate dai genitori, sicché a Maria Pia toccherà la gestione del panificio, tuttora di sua proprietà , mentre i due fratelli proseguono insieme con la conduzione del frantoio. Essendo però quella un’ attività prettamente stagionale, nel 1962 Alfredo e Calisto decidono di avviare una nuova attività , aprendo un piccolo negozio in Piazza IV Novembre, accanto al forno, dove realizzano e vendono acquari e brandine per cani. Arrivano subito, da parte dei clienti, anche le prime richieste di piccoli scaffali, che i due fratelli si ingegnano, di buon grado, a costruire assemblando i pezzi con bulloni. Le ordinazioni sembrano farsi sempre più consistenti e lo spazio a loro disposizione non è più sufficiente, così che nel 1969 decidono di trasferirsi in una nuova e più idonea sede, nella zona nuova ed appena invia di espansione di Corchiano: Via Civita Castellana. Si possono allora iniziare a soddisfare anche le richieste più grandi, impegnandosi nella lavorazione di acciaio inox per l’arredo di negozi di ogni genere, arrivando fino alla realizzazione di banchi frigo, che venivano costruiti principalmente nel periodo di chiusura del mulino, anch’esso spostato accanto al nuovo stabilimento. Il loro nome comincia a diffondersi nelle zone limitrofe raggiungendo tutto il Viterbese, la Sabina e Roma e vengono così assunti anche i primi dipendenti. Il capannone, che conta una superficie di 1.300 mq, viene diviso in diversi reparti: taglio, assemblaggio, vetreria e verniciatura, oltre alla sala mostra, dove la clientela può visionare e scegliere il pezzo di suo gradimento. Nel 1984, i fratelli Sbarra, di comune accordo, decidono di separarsi: Alfredo continuerà con la gestione del frantoio, Calisto invece porterà avanti l’attività dell’arredo negozi, per la quale inizierà una nuova epoca. Calisto è , adesso, maggior- di Ermelinda Benedetti Corchiano - Lo stabilimento Sbarra in Via Civita Castellana, nei primi anni ‘70. mente incentivato a dar libero sfogo alle sue nuove idee, rivoluzionando, così , tutte le linee di prodotti finora realizzati ed ideando vetrine componibili a moduli di varia lunghezza. Decide, inoltre, di ampliare l’attività aprendola anche alla commercializzazione di accessori per il completamento dell’arredo dei negozi: registratori di cassa, manichini e quant’altro. Calisto si reca abitualmente alle fiere, dove è possibile trovare tutte le novità del momento, dalle quali poter prendere spunto per nuove creazioni. Ed è così che poi, immerso nel suo ambiente di lavoro, progetta le sue idee, le disegna ed infine le materializza. Per dirne una: lo scivolo per le sigarette. Si tratta di uno scaffale leggermente inclinato, munito di un peso posto dietro i pacchetti in esposizione, con la funzione di farli scorrere in avanti man mano che vengono tolti. Sempre più forte si fa lo spirito di espansione che anima l’azienda, incentivato anche dalle nuove tecnologie che stanno prendendo sempre più piede, sia a livello di macchinari sia a livello informatico, tanto da essere quasi pionieri sotto questo punto di vista. Si apre dunque un decennio ricco di lavoro e di grande innovazione, in cui Calisto è supportato in prima persona dalla moglie Maria Lucia Fossicelli, impegnata principalmente nel settore amministrativo, e dal figlio Giantobia, a partire dal 1992. Proprio nel ’91, infatti, si decide di acquistare un nuovo terreno industriale sul quale impiantare uno stabilimento ancora più efficiente, spostandosi da Corchiano, dove la tanto attesa zona industriale sembrava ancora non voler decollare, a Fabrica di Roma. E’ così che si gettano le fondamenta di quella che è la sede attuale dell’azienda Sbarra, in località Quartaccio. Il destino, però , non per- Calisto Sbarra, uno dei fratelli fondatori dell’azienda mette a Calisto di veder realizzato il suo nuovo, grande sogno, poiché , nel 1993, verrà a mancare. Uomo di grande creatività ed entusiasta del suo lavoro, il secondogenito della famiglia Sbarra, con la grande passione della pittura, da buon ex allievo dell’Accademia delle Belle Arti di Roma in Via Ripetta, lascia ai suoi cari un ottimo ricordo, nonché un lungo cammino da percorrere. Degno erede di suo padre sarà , a tal proposito, il figlio Giantobia, che porterà a termine i desideri rimasti incompiuti del padre, riuscendo a gestire egregiamente l’azienda di famiglia, grazie anche all’occhio vigile della madre, sempre al suo fianco. Continua sul prossimo numero… 28 Campo de’ fiori PORTA D’INGRESSO NEL MONDO D’ARTE DEL PROF. PIERO AMMANNATO A VENT’ANNI DALLA SUA SCOMPARSA. TRENT’ANNI DI PRODUZIONE PITTORICA TRA RISERBO E AMORE. Una lampada dalla calda luce illumina un quaderno aperto, una penna pronta per incoraggiare a scrivere un’emozione, un sentimento, un’idea, una briciola di vita, un ricordella Prof.ssa do……“CIVITA Maria Cristina RICORDA PIERO” ha Bigarelli reso omaggio ad un grande Artista nella dedizione e nell’amore che ha dimostrato e incarnato per tutto il tempo della sua vita terrena. Vent’anni sono trascorsi dal giorno in cui il Prof. Ammannato, nonché Piero, il marito, il padre e l’ uomo dal profondo riserbo, l’artista dai toni umili e dalle abilità eccelse, ha concluso il suo cammino nell’immanente. LA MOSTRA, voluta dai figli, ha presentato una Galleria di Opere uniche e irripetibili, ha avuto luogo negli ambienti della sala delle ex carcerette ristrutturata dall’Amministrazione Comunale di Civita Castellana, volta ad accogliere espressioni d’arte e culturali come questa, aperta nel periodo delle festività natalizie. L’affetto dei civitonici e di quanti lo hanno conosciuto è stato dimostrato dalla moltitudine di persone presenti all’inaugurazione del 23 dicembre, arricchita dalla squisitezza e dalla sensibilità dei figli Marco e Laura, desiderosi a voler mettere, ancora una volta, sulla scena della contemporaneità artistica quello che è stato motivo di vita umana e pittorica del padre, dalla personalità introversa, seppur pronta ad esternare, a parlare con i colpi di pennello di quell’umanità e di quei sentimenti che ancora oggi si presentano validi, efficaci ed eloquenti per un dialogo educativo emozionale. Tra i visitatori ci sono stati molti amici, rappresentanti del Comune, personaggi del mondo dell’ Arte della Tuscia che hanno ormai respiro nel panorama contemporaneo internazionale. Visitare l’esposizione ha significato per noi cogliere i tratti di bravura di capolavori rimasti in silenzio per lungo tempo e che in questa location hanno avuto la rinnovata e meritata considerazione. Le Opere di varia misura e tecniche emergono dal contesto e si distinguono per cromia in una danza tematicamente ritmica, vagamente arcaica, bucolica … nei fiori, nei paesaggi campestri, nelle vacche maremmane, nei ritratti dei figli e della moglie, entusiasta dell’uomo e dell’artista che tanto ha fatto per esibire le Opere… Nelle barche dipinte dal vero nei cantieri portuali della Sicilia emerge l’interiorità e la profondità dell’oggetto che diventa quasi uno stato d’animo. Nelle immagini sacre Piero vuole trasmettere la sua fede … un capolavoro di cronaca familiare plasmata seguendo le intuizioni e le semplici metafore di un’esistenza vissuta nel silenzio interiore, nella grazia di assaporare le piccole, importanti e irripetibili emozioni del vivere, dipinte su supporti di tela suggerite da brandelli e cornici di felicità e serenità interiori emergenti dai più cupi colori, sfocianti in colpi di luce caravaggesca. Momenti di riflessione operosa e di illuminazione spirituale che inneggiano all’esaltazione delle forme, all’uso del colore, che talvolta sembra nero, ma nero non è … è attraverso questo colore che si può uscire dalla sofferenza e innalzarsi, facendo rimbalzare agli occhi del visitatore momenti di grande meditazione… l’uomo appare poco in alcuni dipinti di Piero Ammannato, Campo de’ fiori perché è l’osservatore e il catalizzatore di una poesia pittorica che vuole essere segno e significato della realtà così com’è , senza elaborarla, ma interpretandola, cioè vivendola nel gioco della mescolanza dei toni, dei colori, delle sfumature delle emozioni che il Pittore Piero ha scandito in modo del tutto naturale, lineare ed autentico, come autentico e lineare è stato il suo percorso di uomo e di artista in un’ apoteosi di saggezza semplice ed efficace che dona al Cuore della Mente il senso e l’ideale di pace di cui oggi, in questa contemporaneità tormentata, si sente l’urgenza. L’uomo è privilegiato nei dipinti delle tappe salienti della vita di San Francesco, perché rappresenta il 29 sublime in tutta la sua semplicità ; nel volto del Cristo morto, dalla cui sofferenza traspare serenità …, appare uno stile materico pastoso che sembra giocare sulle tonalità basse dal nero al grigio, al verde, ai cenni di blu accendendosi, quasi brancicando, toccando qua e là , fondendosi nella luce. Una domanda: Chi ama, crea? Ecco che… se un barlume di risposta risiede nella Creazione Alta, allora potremmo osare affermare che chi “crea” Arte è un po’ colui che, avendo ricevuto il Dono, è responsabilmente creatore di riproduzioni di schegge del Creato, ottenendo così , tra un’Opera e l’altra, il privilegio di proporre la bellezza degli “esseri” amati e creati! Piero Ammannato attraverso l’Arte ha abilmente operato per rendere il mondo migliore, incoraggiando tanti talenti a emergere, a esprimere le proprie emozioni in una modernità sorprendente, perché le immagini, gli oggetti, da lui dipinti non sono lontani, ma tangibili e visibili. Acquarelli, Opere in Olio su tela o in acrilico “riscaldate” come diceva lui, con l’Olio… per dipingere fino agli ultimi istanti della sua esistenza, lasciando a Marco, a Laura e anche a tutti noi un’Eredità fatta di materia ricolma di ricchezza spirituale e morale! CIVITA RICORDA PIERO Grande successo per la mostra dedicata all’artista civitonico “Pierino” Ammannato Piero Ammannato non ha certo bisogno di grandi presentazioni, almeno per i nostri lettori di Civita Castellana. Molti civitonici hanno infatti avuto l’occasione di conoscere l’artista e magari possiedono una o più opere da lui realizzate: olii su tela, acquarelli, tele dipinte con colori acrilici, quelle degli ultimi anni. Piero, infatti, pur venendo a mancare prematuramente a soli 56 anni, ha lasciato numerosissimi capolavori che riempiono le nostre pareti e spesso quelle delle nostre chiese. A vent’anni dalla sua scomparsa i figli Marco e Laura hanno voluto ardentemente una esposizione delle opere del loro padre per ricordarlo insieme agli amici di Civita, ai parenti e agli artisti che lo hanno conosciuto. La mostra si è realizzata anche grazie all’aiuto prezioso di una carissima amica di famiglia, l’artista Luisa Agostinelli che ha messo a disposizione le sue competenze non solo strettamente pittoriche ma di organizzatrice di eventi. La disponibilità dell’amministrazione comunale ha giocato un ruolo determinante: il sindaco Angelelli, pur non avendo mai conosciuto Piero Ammannato, si è mostrato entusiasta e ha compreso con grande sensibilità la necessità di tale manifestazione, a tal punto da proporre una proroga al fine di accogliervi le scuole locali. E tutti gli sforzi sono stati ovviamente ripagati dal notevole afflusso di persone che dal primo all’ultimo giorno si sono lasciate trasportare dai colori delle tele e dal ricordo di Piero che riaffiorava. Il giorno della inaugurazione la sala di via Vinciolino, le ex carcerette di Civita che il comune ha sapientemente ristrutturato, gremiva di amici. Gli artisti civitonici della stessa generazione di Piero sono stati i primi ad onorarlo con parole tenere di affetto, di simpatia e di stima. Altri ex allievi delle scuole medie e poi anche colleghi insegnanti del prof. Ammannato, ne hanno ricordato gli aspetti umani come la semplicità , l’umiltà ed il senso dell’umorismo. È stato un momento molto intenso quello dalla inaugurazione: aperto dalle semplici ma sentite parole del sindaco Angelelli e chiuso da una breve ma emozionante esecuzione musicale del coro della cattedrale diretto da Laura Ammannato che con brani natalizi ha voluto sottolineare come la ricorrenza della festività cristiana coincidesse con le date di nascita e di morte del proprio genitore. Insomma una manifestazione nata all’insegna del ricordo spontaneo di un uomo prima che di un artista. E proprio i ricordi dei suoi amici sono fissati sulla carta di un libro appoggiato su un tavolino nella sala centrale: chi ha voluto fermarsi a riflettere e a ripescare nel proprio passato, un momento vissuto con Piero, lo ha fatto lasciandolo in quel libro che i figli hanno voluto per raccogliere quante più testimonianze possibili sul proprio papà . Ed il nipote che ha solo tre anni, Lorenzo, avrà un domani qualcosa da sfogliare che gli parlerà del nonno che non ha conosciuto. Ermelinda Benedetti Campo de’ fiori 30 “Il Fumetto” LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA MERCENARY PIERRE di Kenichi Sato e Takashi Noguchi edito da J-Pop - 3 volumi, in corso C oinvolgente ed entusiasmante! XV secolo. La Francia è impegnata nella Guerra dei Cent’anni. Il regno è in preda alla disperazione e il mondo è percorso dal caos e dalla violenza. Il vile comandante di ventura Pierre, figlio di un’epoca di disordine, durante i suoi saccheggi incontra una ragazza misteriosa e il suo cuore ne rimane rapito.Il suo nome è Jeanne d’Arc. Guidato dalla santità della ragazza, Pierre si recherà al campo di battaglia che deciderà le sorti della guerra con l’Inghilterra. (Trama tratta dal sito dell’editore.) di Daniele Vessella La storia è formata da 4 volumi che impostano la narrazione sul punto di vista di Pierre, non sulla conosciuta Giovanna D’Arco che riveste il ruolo di vera e propria comprimaria. Questo permette agli autori di costruiLo scaltro comandante re qualcosa di nuovo e di interessante, dove Pierre, impegnato in spicca la personalità di Pierre che con il proseFrancia nella Guerra guimento delle vicende si fa sempre più solida e, per certi versi, inaspettata per un mercenario. dei Cent’anni, Nonostante le tante didascalie che potrebbero incontrerà una uccidere un fumetto d’azione, si legge con piagiovane che cambierà il cere e le didascalie non appesantiscono la lettura. Imperdibile per chi cerca qualcosa di diverso. suo cuore. Imperdibile Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/ per chi cerca qualcosa di diverso! www.campodefiori.biz Campo de’ fiori 35 L’angolo del Bon Ton I Piatti In questo nuovo incontro continuiamo il nostro discorso sul “bon ton” dell’apparecchiatura della tavola occupandoci dei piatti. Il primo piatto da posizionare a circa 1 cm dall’orlo del tavolo, di Letizia Chilelli sarà , quando si preferisce non tenere vuoto lo spazio di fronte al commensale, il sottopiatto che ha, appunto, una funzione decorativa. Questo piatto potrà essere di diversi materiali: dalla plastica al vetro, dal metallo al più pregiato argento e andrà lasciato in tavola per tutto il tempo del pranzo. Su questo piatto non vanno sovrapposti piatti con lo stesso diametro, ma con dimensione più piccola. A sinistra di questo piatto, precisamente nella parte alta, verrà apparecchiato il piatto per il pane e se servito il burro, in questo caso sull’orlo del piatto si posizionerà un coltello da dessert con la lama rivolta verso il centro del piatto. Sul sottopiatto si poserà il piatto che verrà utilizzato per la prima portata, se si servirà , ad esempio una minestra in brodo, i piatti che si posizioneranno saranno, però , due il piatto fondo e quello piano della stessa dimensione. Se si servirà una pasta asciutta ma non un antipasto posizioneremo, invece del sottopiatto, il piatto grande o da carne (che verrà apparecchiato quando il piatto piccolo verrà portato in cucina), in questo modo sarà la base del piccolo piatto da portata. Se il cibo verrà preparato su piatti grandi, assolutamente non apparecchieremo il sottopiatto in modo da evitare così la sovrapposizione di due piatti di egual dimensione, in questo caso, lo spazio davanti al commensale sarà occupato dal tovagliolo. Anche in presenza di grandi piatti piani o fondi (senza piatto di presentazione) si può disporre il tovagliolo sul piatto, anche se è ormai più consueto mettere il tovagliolo alla destra del piatto, direttamente sulla tovaglia, ricordando di mettere in evidenza e quindi verso il commensale, eventuali disegni o monogrammi. Regola a cui non si può disobbedire è quella che prevede che il sottopiatto non sia assolutamente coperto dal tovagliolo, che verrà anche in questo caso posizionato alla destra del piatto. Ricapitoliamo quindi i piatti: - Piatto di presentazione o sottopiatto che va da un minimo di 25-26 cm, ma anche di più, di diametro; - Piatto piano grande anche denominato piatto da carne con diametro di 24-25 cm; - piatto fondo, da usare per le minestre in brodo, ha di solito lo stesso diametro del piatto grande; - Piatto da frutta o da dessert di 21 cm di diametro per il sevizio di antipasti, frutta, dolci o formaggi; - Piatto per il pane con 18 cm di diametro. Come sempre, prima di lasciarci ecco la mia consueta nota di colore! I più antichi esempi di piatti in ceramica a noi noti risalgono al Neolitico Europeo (III millennio a.C.); il piatto è privo di corona, la forma si avvicina a quella di una bassa ciotola. Nella ceramica greca il tipo è documentato dall’VIII sec. a.C. con decorazioni nei vari stili e tecniche. Nel periodo Ellenistico e Tardo Antico si hanno preziosi piatti in oro e argento ornati a rilievo, con carattere più di oggetti decorativi che di vasellame d’uso. Dal Medioevo in poi grandissima è la varietà della decorazione, secondo i diversi stili della ceramica; per quanto riguarda la forma, importante è la comparsa, nel XV sec. della corona ondulata ad anse, destinata a grande fortuna fino a tutto il periodo rococcò . Bibliografia (La mia cucina ed Enciclopedia Universale Fabbri Editori). Campo de’ fiori 36 Una “Fabrica” di ricordi Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma ZioPaolino, la fisarmonica e le stelle La mestizia ed il dolore per la morte di una persona cara sono sempre molto grandi, ma più forte ancora è stata la sensazione di stordimento e di vuoto quando ho appreso di Sandro Anselmi della morte di zio Paolino. Marito di zia Rosa, sorella di mio padre, e padre dei miei cugini, Ivo e Roberto, con i quali sono cresciuto ed ho condiviso buona parte della mia vita, quest’uomo ha lasciato profonde tracce nella mia vita e da lui ho appreso tantissime cose. Ho milioni di ricordi poichè è stato nella mia vita fin dalla nascita. Sul numero passato di Campo de’ fiori avevo raccontato della nostra comune passione per la musica e di me che, da bambino, suonavo l’armonica, ma non avevo detto di avergliene regalata una qualche anno fa. Con essa passava ore spensierate suonando canzoni della sua gioventù, non potendo più suonare, per via dell’età , la sua fisarmonica di madreperla nera che aveva riposto nella vecchia valigia. Quella fisarmonica dalla quale avevo ascoltato le prime canzoni, le più belle in assoluto di tutta la mia vita. Quasi tutte le sere veniva a trovarci, e annunciandosi con il suo solito fischio, entrava per scambiare due chiacchiere e bere un bicchiere di vino con mio padre. Io restavo affascinato dal suo modo calmo di parlare, dal suo fare scherzoso ed allegro e gioivo nel poter recitare a voce alta le poesie da imparare per il giorno dopo, mentre s’era tutti lì al caldo del fuoco. Quando poi ci lasciava per tornare a casa, io lo accompagnavo per un tratto, e noncuranti del freddo, nel vento secco, con i baveri alzati, guardavamo il cielo stellato per cercare l’Orsa Maggiore, l’Orsa Minore e la Stella Polare. Quanto era grande e lontano quel cielo che si muoveva su di noi, quanto silenzio lassù!! Era talmente amico di mio padre che li ricordo ancora lavorare, scherzare ed anche giocare insieme, come sfidarsi a correre con noi. Era emozionante quando da bambino mi sollevava sulle braccia facendo finta di lanciarmi in alto per poi riportarmi sicuro a terra. Questo era un gioco che piaceva anche ai miei cugini ed allora ci avvicendavamo nella richiesta dei bis, e lui, accondiscendente, usava sempre la solita, simFabrica di Roma -1941. Zio Paolino alla Cassaccia Fabrica di Roma - 1945. Zio Paolino in Via della Mola patica espressione: “forza bamboli, sotto un altro!”. Quanti bei giorni ho passato in quegli anni nel casale della Cassaccia dove lui era nato ed aveva abitato, e quanti giochi nuovi scoprivo al contatto con la natura: andare a gamberi nel fosso, arrampicarsi con una corda sugli alberi, pompare l’acqua dal pozzo, saltare dal tetto del casaletto e poi assaporare le minestre speciali di zia Rosa e le calde patate a tocchetti, tanto che mia madre era gelosa delle mie preferenze per quelle piccole scorpacciate. Quante immagini mi tornano alla mente, ma se guardo ancora il cielo, io vedo lo stesso di tanti anni fa, la via lattea con le sue stelle e adesso, in quell’eterno firmamento, zio Paolino che passeggia lento con mio padre, mio fratello, zia Rosa e tanti, tanti altri cari che non ci sono più. Ora si siede su un tappeto d’argento, e con la fisarmonica suona alla luna la sua serenata…… i di Dolci tipic Carnevale Campo de’ fiori 37 La rubrica dei cognomi C ome appare nella lista, il cognome più diffuso a Rignano Flaminio è Magalotti. di Arnaldo Ricci [email protected] Adesso vediamo la diffusione e la dislocazione a livello nazionale. Magalotti: (presente in soli 71 comuni d’Italia) esso è maggiormente diffuso nel Lazio e nelle Marche; è scarsamente presente o addirittura assente nelle altre regioni. In particolare, non si registrano presenze: In Val d’Aosta, Piemonte, Trentino Alto Adige, Molise, Puglia e Sicilia. Dalla ricerca effettuata è risultato originario di Pesaro nelle Marche. Astolfi: (presente in 467 comuni d’Italia) esso è omogeneamente diffuso in tutta l’Italia centro settentrionale e più scarsamente in quella meridionale ed isole. In particolare nel Molise è totalmen- I cinque Cognomi più diffusi a Rignano Flaminio Tali cognomi, in ordine di diffusione, sono i seguenti: 1° 2° 3° 4° 5° Magalotti Astolfi Belli Rocchi De Angelis te assente; non si è potuta evincere la regione di origine del cognome ma essa è comunque da circoscrivere all’interno del territorio che comprende Lazio , Marche ed Abruzzo. in quella meridionale; non esiste comunque regione dove esso non sia presente. Con molta probabilità la sua origine è laziale. Rocchi: (presente in 867 comuni d’Italia) le caratteristiche di questo cognome, sono esattamente simili a quello precedente, con la sola eccezione che esso è totalmente assente in Basilicata! De Angelis (presente in ben 1413 comuni d’Italia) esso è massicciamente presente nell’Italia centrale ed in Campania; nel resto del territorio nazionale è omogeneamente diffuso con minor intensità ; in particolare non esiste regione dove esso non sia presente e la sua origine è circoscritta nel territorio di Lazio e Campania. Seguirà sul prossimo numero lo stesso studio per il comune di Caprarola. Belli: (presente in 962 comuni d’Italia) mediamente diffuso in tutta l’Italia centro-settentrionale; scarsamente Pietro Sarandrea: tra mostre e proteste LA MOSTRA DI ANGUILLARA LA PROTESTA NELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO A CAPRANICA L’artista Pietro Sarandrea il 10 dicembre 2011 ha inaugurato una mostra nella galleria d’antiquariato “IL TEMPIO ANTICO OGGI” ad Anguillara, esponendo le opere dell’ultimo periodo. I suoi dipinti gestuali di stile astrattoinformale formano un bellissimo gioco di colori e si collocano perfettamente anche in ambientazioni antiche. Le raffigurazioni, che sono il risultato di una ricerca interiore sempre più profonda, presentano situazioni, mondi fantastici, a volte onirici con una luce intensa, viva. Pietro Sarandrea è un artista a 360 gradi sempre con nuove idee e sperimentazioni. Il suo studio sul colore lo stimola in continuazione, portandolo a formulare nuovi progetti e creazioni diverse, uniche; il suo stile si evolve in continuazione seguendo le vibrazioni dei colori, apportando un suo supporto e la sua concezione dell’universo nella storia dell’arte contemporanea. DOTT. PAOLA LAMONICA Se è vero che l’arte è provocazione e contestazione l’artista Pietro Sarandrea è riuscito benissimo ad raggiungere tale fine. Nel corso dell’evento “Natale a Capranica 2011” alla Chiesa romanica di S. Francesco, mentre stava esponendo in collettiva si è verificata una situazione molto sgradevole. Le sue opere sono state spostate per fare posto ad un’altra manifestazione musicale, contravvenendo alle promesse e assicurazioni fatte dal comune di Capranica. Pietro Sarandrea, memore di un’altra spiacevole situazione avvenuta durante una sua precedente mostra personale, sempre alla Chiesa di S. Francesco, dove si è visto letteralmente invaso per fare posto ad un’altra iniziativa musicale, che gli ha causato gravi disagi, decide di capovolgere le grate dove erano appesi i quadri, facendo così intravedere solo la parte posteriore delle opere, e accatasta alla rinfusa altro materiale di sua proprietà sotto le grate. Questa sua contestazione verso un atteggiamento poco rispettoso nei riguardi degli artisti, provoca prima un malumore negli organizzatori della manifestazione musicale, poi, invece, questa provocazione acquista le caratteristiche di una vera opera d’ istallazione concettuale. Questo movimento di protesta coinvolge anche l’interesse di molti visitatori che apprezzano il coraggio dell’ artista. DOTT. Paola Lamonica Campo de’ fiori 38 Per ricordare Silvia Quattrini Ferrelli ( seconda parte ) Silvia Quattrini Ferrelli in una recente foto Come è noto, il 10 giugno 1940, l’Italia dichiarò guerra alle democrazie occidentali. La famiglia Quattrini, come già detto nella prima parte di questa storia, abitava molto vicino (circa 400 metri) alla ferrovia Roma – Firenze, sulla quale transitavano numerosi treni che trasportavano militari; le così dette tradotte. Spesso queste tradotte, venivano fatte sostare, anche per delle ore, nelle vicinanze delle stazioni, per dare la precedenza ai treni passeggeri oppure a quelli che trasportavano materiali bellici. La casa di Silvia era a poche centinaia di metri dalla stazione di Gallese; le tradotte venivano fatte sostare proprio di fronte. Durante la giornata, si verificavano frequentemente visite di soldati che chiedevano acqua ma anche cibo. La famiglia Quattrini non negava mai niente a questi giovani militari che andavano in guerra. Zio Oreste ed il fratello “ Rico” dicevano, tramite una tipica espressione idiomatica marchigiana: ….” finchè c’è , c’è , ed è per chi ha bisogno.” Poi arrivò la fatidica data dell’8 settembre 1943 (Silvia aveva 12 anni) e su quella ferrovia iniziarono a transitare frequentissimi treni colmi di soldati tedeschi e materiale bellico mai visto prima ed in grandi quantità (modernissimi carri armati, strane camionette e grossi camion). Silvia, con il fratello Arnaldo e la sorella Nella nonché la cugina Amorina e il cugino Ennio, guardavano con stupore tutto questo movimento di uomini e mezzi tedeschi a bordo dei treni. Anche questi militari in sosta venivano a chiedere acqua ed uova, che Zio Oreste non negava a nessuno. I tedeschi, come raccontava mio zio, volevano pagare quel- lo che ricevevano ma il papà di Silvia non accettava di essere pagato; per sdebitarsi, questi giovani militari, offrivano quello che avevano in abbondanza, cioè marmellata. Verso la famiglia Quattrini, i militari tedeschi si comportarono sempre con rispetto ed educazione; chiamavano mia zia Ida mamma. Come, in un suo libro, afferma Nicola Sinopoli - classe 1921 e decorato con la croce di guerra in Russia, scrittore di fama nazionale che ho l’onore di avere come caro amico ”………Noi che la guerra l’abbiamo combattuta, sappiamo che essa è imprevedibile, illogica ed incomprensibile…..” infatti, a pochi chilometri da Gallese, precisamente a Vignanello, gli stessi soldati tedeschi passarono per le armi decine di cittadini innocenti; per rappresaglia, a seguito dell’uccisione di un loro militare. I nominativi dei cittadini uccisi sono scritti, anzi scolpiti, su una lapide posta all’ingresso del comune entrando dall’entrata principale sulla destra. Zio Oreste affermava: “…. i tedeschi erano rispettosi ed educati con la popolazione pacifica ma terribilmente violenti con quelli che li contrastavano…”. Il papà di Silvia, essendo nato nel 1901, faceva parte di quelle fortunate classi (nati fra il 1901 e 1904 compreso) che non furono chiamate a combattere né durante la prima né durante la seconda guerra mondiale. La mamma Ida aveva invece due fratelli in guerra, Mario e Fiorino; rischiava anche che il figlio Arnaldo fosse chiamato alle armi, se la guerra fosse terminata qualche mese più tardi dell’aprile 1945. Purtroppo come vedremo più avanti, Arnaldo, non sarebbe mai stato chiamato alle armi, anche se la guerra si fosse protratta per altri mesi o anni! Voglio descrivere un episodio che si raccontava spesso a casa di Silvia e che destava in me uno speciale interesse fin da ragazzino, quando lo ascoltai per la prima volta. Ore 10.22 di Domenica 29 agosto 1943; Silvia con tutta la sua famiglia ed i suoi due cugini, stava rientrando a casa dalla messa domenicale a bordo della biga condotta dal papà ; avevano appena transitato sul ponte che sovrasta la ferrovia (poche centinaia di metri dalla propria abitazione) quando all’improvviso cominciarono a sparare i primi colpi dalla postazione antiaerea italo-tedesca ubicata accanto alla stazione di Gallese scalo. Zio Oreste non si curò più di tanto dell’episodio, per- ché spesso questa postazione sparava per alcuni secondi al fine di provare le armi; però , questa volta, i secondi diventarono minuti e la postazione non interrompeva il fuoco; zio Oreste, d’istinto accelerò l’andatura del cavallo che tirava la biga. In lontananza si sentivano a tratti suonare le sirene d’allarme ma essendo la prima volta che si udivano questi suoni, non si capiva bene cosa stava succedendo. Appena pochi secondi dopo, arrivati a casa, Silvia alzò gli occhi al cielo perché sentiva un rombo sconosciuto ed assordante che sovrastava tutta la campagna circostante. Alzando gli occhi, Silvia e tutti i componenti della famiglia Quattrini, notarono in cielo una grande quantità di aerei mai visti prima; diceva Silvia che per loro ragazzi, era uno spettacolo! Zio Oreste capì immediatamente tutto! E gridò : “Non entrate in casa, allontaniamoci nei campi…..questi vanno a bombardare Orte!” Gallese 1942 - Comunione di Silvia ed Amorina – da sinistra: Amorina, Silvia, Maria Allegrini, madrina di Silvia nonché moglie di Mario Marinozzi. …….Fine seconda parte….. Arnaldo Ricci Campo de’ fiori 39 Nasce la scuola pubblica Nel 1860 il conte Gabrio Casati elaboròuna legge istituita dal parlamento Piemontese, con lo scopo di strappare al clero l’egemonia nel campo dell’istruzione e garantirme l’unitarietà e la gratuità, con l’obbligo del primo biennio elementare. Con la parola scuola si indica un’istituzione destinata all’educazione e alla formazione di studenti sotto la giuda di varie figure professionali appartenenti al settore dei lavoratori della conoscenza; ma di Francesca come nacque la scuola Pelinga pubblica in Italia? Nel 1860 il conte Gabrio Casati elaborò una legge istituita dal parlamento Piemontese, che aveva lo scopo di strappare al clero l’egemonia nel campo dell’istruzione. La legge Casati riguardava l’unitarietà e la gratuità dell’istruzione elementare e sancì l’obbligo del primo biennio dell’istruzione elementare poichè secondo i dati Istat nel 1861 l’analfabetismo in Italia era del 74 per cento maschile e l’84 per cento femminile, con punte del 95 per cento nell’Italia meridionale. L’istruzione, che veniva data in tutti i Comuni, era obbligatoria nel grado inferiore di due anni. In prima classe, secondo il metodo sillabico che aveva sostituito l’antico metodo alfabetico, si usava il sillabario. Il grado superiore di altri due anni era obbligatorio nei Comuni con una popolazione di almeno 4.000 abitanti. Purtroppo, però , non c’erano sanzioni contro quei genitori che non rispettavano l’obbligatorietà . Il numero massimo di alunni arrivava ad oltre settanta unità per ogni classe,i maestri elementari venivano assunti dai Comuni che gestivano la scuola e dopo un periodo di prova potevano essere riconfermati o licenziati. Nel 1867 la legge Oppino elevò la durata del grado superiore dell’istruzione elementare a tre anni e l’obbligo dai sei a nove anni d’età . Nel 1904 la legge Orlando estese l’obbligo dai 9 ai 12 anni d’età ; le scuole elementari erano affidate alla gestione dei Comuni che quindi si dovettero attivare per istituire scuole con almeno la quarta elementare, nonché di assistere gli alunni più Civita Castellana - anno scolastico 1931 - classe III elementare. Foto della Sig.ra Letizia Caprari poveri, e per questo lo stato elargì fondi ai Comuni che avevano bilanci modesti. Gli effetti tuttavia non furono quelli desiderati: i contributi statali si rivelarono ben presto inadeguati e ciò impedì l’istituzione delle scuole che necessitavano. Quattro milioni e mezzo erano i bambini che avevano l’obbligo di andare a scuola ma erano appena due milioni e settecentomila quelli che la frequentavano. Gli organi locali della scuola erano il Rettore per l’università in ogni capoluogo di provincia, il Provveditore agli studi per l’istruzione secondaria e l’Ispettore Scolastico per l’istruzione elementare. In ogni provincia era inoltre istituito un Consiglio Provinciale Scolastico presieduto dal Provveditore agli studi e composto dall’Ispettore Scolastico, dal Preside del Liceo, dai Direttori del Ginnasio, delle scuole e istituti tecnici, nonché dai membri nominati dalla deputazione provinciale (attuale giunta provinciale) e dal comune capoluogo di provincia. Nel 1911 con la legge Credaro si effettuò una revisione generale della struttura della scuola elementare, e sia pure con estrema gradualità il passaggio allo Stato delle competenze e delle funzioni dei Comuni in materia di gestioni delle scuole, i quali non riuscivano a fronteggiare le spese per il mantenimento. Le scuole elementari dei capoluoghi di provincia e di circondario, furono lasciate alla gestione comunale, mentre quelle degli altri comuni passarono all’amministrazione scolastica provinciale, organo elettivo, presieduto dal Provveditore agli studi. Vennero istituiti i Circoli di Direzione Didattica, con a capo un Direttore, nominato per concorso e chiamato Vice-ispettore. La legge Credaro, poi, prevedeva nel bilancio dello Stato stanziamenti a vari fini: per l’apertura di nuove scuole, per l’edilizia scolastica; stabiliva l’obbligo per ciascun Comune di istituire il Patronato Scolastico come ente di diritto pubblico gestito da un consiglio di amministrazione, lo scopo dell’istituzione era principalmente quello di provvedere alla refezione degli alunni poveri, alla concessione di sussidi per l’acquisto di vestiti e di calzature, alla distribuzione di libri di testo, quaderni e cancelleria, organizzare doposcuola e colonie marine e montane, istituire scuole serali e festive per adulti analfabeti. 40 Campo de’ fiori S NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS “Informare è agire”: consegnato il premio giornalistico a Bianca Berlinguer L’Anno della Ceramica di Civita Castellana ha salutato la cittadinanza con l’ultimo appuntamento del 2011 organizzato dall’Amministrazione comunale: il dibattito “Emergenza lavoro: informare è agire”. Gli ospiti illustri del convegno sul tema del lavoro sono stati i segretari generali della Filctem Cgil, Alberto Morselli, della Femca Cisl, Sergio Gigli, della Uilcem, Augusto Pascucci, e la direttrice del Tg3, la giornalista Bianca Berlinguer. Moderatore del dibattito del 15 dicembre è stato il segretario dell’Associazione Stampa Romana, Paolo Butturini. “Ringrazio i nostri ospiti – ha dichiarato il sindaco di Civita Castellana, Gianluca Angelelli – che ci permettono di dare a Civita Castellana la rilevanza che merita anche sui media. Gli operai del nostro distretto, che sofDa sx: il sindaco Angelelli, il segretario della Femca Cisl frono da diversi anni in maniera pesante di una emergenza lavoro gravisGigli, la giornalista Berlinguer, il segretario generali della sima, con la perdita di migliaia di occupati e la cassa integrazione che ilctem Cgil Morselli e della Uilcem Pascucci riguarda quasi tutte le aziende, non sono abituati a salire sui tetti delle fabbriche per farsi sentire. Ma hanno diritto ad avere la visibilità e il rispetto che merita il distretto industriale più importante del Lazio”. Ciascuno dei presenti è stato sollecitato da Butturini ad intervenire in merito alla situazione economica italiana, ai provvedimenti attuati dal governo su pensioni e tasse e sul tema specifico dei contratti di lavoro. “Perdere il lavoro – ha affermato la giornalista Bianca Berlinguer – è secondo me una delle disgrazie più grandi che possano capitare. Negli ultimi anni si è cercato in ogni modo di far finta che non ci fosse la crisi e i telegiornali sono stati riempiti di cronaca rosa. Da quando io sono alla direzione del Tg3 ho cercato invece di eliminare la parte più leggera per dare spazio a tematiche sociali ed economiche e i telespettatori ci hanno premiato”. Alla conclusione del dibattito, la giornalista Bianca Berlinguer ha ricevuto il premio “Informare è agire” donatole dal sindaco, Gianluca Angelelli, come riconoscimento per il suo impegno nell’affrontare le tematiche sociali e del lavoro nel Tg3 Rai da lei diretto. Sotto la sua direzione – recita la motivazione - il Tg3 ha raggiunto lo share più alto di tutti i telegiornali nazionali della Rai per l’alta qualità raggiunta nel raccontare le vicende del nostro paese. Alla valutazione positiva dei telespettatori si aggiunge quella unanime dell’Amministrazione comunale di Civita Castellana a nome di tutta la città della ceramica. AUGURI AL NOSTRO VESCOVO S. E. MONS. ROMANO ROSSI PER L’ANNIVERSARIO DELLA SUA ORDINAZIONE EPISCOPALE AVVENUTA IL 12 GENNAIO 2008 IL VESCOVO: DONO INDISPENSABILE PER LA CHIESA La Diocesi di Civita Castellana si unisce attorno al Vescovo Romano Rossi nel quarto anniversario della sua ordinazione episcopale, con affetto e in comunione di preghiera. L’ordinazione Episcopale ha avuto luogo il 12 gennaio 2008 alle ore 16.30, nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, presieduta dal Card. Camillo Ruini, conconsacranti l’arcivescovo di Cagliari, S. E. Mons. Giuseppe Mani, già ausiliare a Roma e Rettore del Pontificio Seminario Maggiore e S. E. Mons. Divo Zadi, Vescovo emerito di Civita Castellana.Presenti all’ordinazione episcopale: 1 Cardinale, 24 Vescovi, tra cui un ortodosso, 150 Presbiteri, 30 Diaconi e circa 4.000 fedeli della Diocesi di Roma e della Diocesi di Civita Castellana.Al Vescovo “buon pastore” Romano, gli auguri più sinceri per un fecondo ministero ancora in mezzo a noi. SANT’ANTONIO ABATE: benedizione degli animali e festa a Fabrica di Roma FABRICA DI ROMA Lodevole l’iniziativa al Centro Ippico in località Quartaccio, di domenica 22 gennaio, svoltasi in occasione dei Festeggiamenti in onore di S. Antonio Abate, organizzata dall’Associazione Il Mio Angelo. La manifestazione è stata realizzata con la collaborazione del Comune di Fabrica di Roma e dell’Associazione Ippica Falisca. Nell’arco della mattinata, grandi e piccini hanno potuto gustare la tradizionale ricotta, preparata al momento, direttamente sul posto, assistendo alle varie fasi di lavorazione della stessa. A seguire, il parroco di Fabrica, Don Chicco, ha celebrato la messa con benedizione finale di tutti gli animali. Presenti alla cerimonia erano il sindaco Scarnati, sempre partecipe alle iniziative culturali proposte ed organizzate dai cittadini, il vicesindaco Cimarra ed un cospicuo numero di Consiglieri. L’iniziativa, si è conclusa con un pranzo a base di prodotti tipici. In molti si sono recati al Centro Ippico con i loro amici a quattro zampe per la gioia, in particolare, dei più piccini che hanno riassaporato, almeno per un giorno la vita all’aria aperta e il contatto con la natura e gli animali. Infatti, grazie all’ Associazione Il Mio Angelo, alcuni di loro hanno avuto la possibilità di andare a cavallo, vivendo un’esperienza diversa e sicuramente piena di emozione. Campo de’ fiori 41 S NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS Falerii Novi: importante scoperta archeologica. Trovati tre antichi elementi architettonici romani FABRICA DI ROMA – Un’importante scoperta archeologica è stata portata a termine nei pressi di Falerii Novi, in un tratto particolarmente impervio lungo la sponda del Rio Purgatorio. Alcuni pregevoli elementi architettonici d’epoca romana, individuati durante una ricognizione del territorio dell’Associazione Argilla, in concomitanza con una visita di un gruppo di studenti e architetti provenienti da Zurigo, sono stati recuperati dal Comune di Fabrica di Roma. L’amministrazione del sindaco Mario Scarnati, a dimostrazione del costante impegno e sensibilità verso il patrimonio storico e naturalistico, dopo aver prontamente segnalato la scoperta archeologica alla competente Soprintendenza, ha prima pianificato l’intervento e poi, giovedì 29 Dicembre, recuperato i preziosi reperti. Il tutto si è svolto con la vigilanza del personale tecnico della Soprintendenza. “Sono tre elementi architettonici – commenta la dott.ssa Laura Caretta, presente insieme a Egidio Badini alle fasi del recupero – uno in peperino e due in tufo, molto probabilmente appartenenti all’apparato decorativo di uno dei grandi monumenti funerari che fiancheggiavano la Via Amerina presso il ponte romano sul Rio Purgatorio, proprio di fronte alle mura di Falerii Novi. I reperti, di particolare pregio – spiega la Caretta, assistente tecnico della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale – sono il rocchio di colonna in peperino con il fusto a scanalature e parte di una cornice modanata in tufo. La datazione dei reperti può essere collocata indicativamente nella prima età Imperiale Romana. Quello che oggi è stato recuperato (dopo essere stato ripulito e studiato, ndr), sarà poi esposto all’interno della chiesa di S. Maria in Falleri”. La rimozione è stata gestita da una squadra di operai della “Cooperativa Tricolore” di Fabrica di Roma, ai quali va il nostro sentito ringraziamento per essersi prodigati in questa delicata operazione. Dopo aver rimosso gli elementi in tufo, completamente ricoperti dal muschio, il trasporto del fusto di colonna, parzialmente interrato (oltre trecento kg di peso, lungo circa un metro e mezzo e del diametro di circa un metro), è stato particolarmente impegnativo. Durante le fasi del recupero era presente il consigliere delegato al Patrimonio e alla valorizzazione dei Beni Artistici e Archeologici di Fabrica di Roma, Sigismondo Sciarrini e la storica dell’arte dott.ssa Francesca Patrizi. “Dopo la segnalazione – commenta Sciarrini – ho subito effettuato un sopralluogo sul posto e mi sono preoccupato delle incombenze utili alle necessità del caso. Infine, insieme alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, abbiamo concordato tempi e modalità per la rimozione di queste importanti testimonianze archeologiche. Dopo questa scoperta – commenta soddisfatto il cons. delegato Sciarrini – il nostro impegno, in piena collaborazione con la Soprintendenza, sarà ancora più incisivo. La tutela, salvaguardia e valorizzazione dell’area storico/archeologica e naturalistica della Via Amerina e della città romana di Falerii Novi, infatti, è uno degli obiettivi più importanti dell’amministrazione Scarnati”. A breve si stabilirà la collocazione definitiva della colonna ma si prevede una sua sistemazione nel contesto della realtà archeologica di Falerii Novi. Raniero Pedica La Frustica di Faleria alla conquista dell’ ASIA Dopo le splendide trasferte della scorso anno, il tour in Germania, il carnevale di Acireale, la bellissima trasferta di Murcia (Spagna) seguita da oltre un milione di persone. La banda musicale folk “La FRUSTICA” si è fatta conoscere negli anni in tutta Europa partecipando ai vari musikparade e sfilate, in Germania, Spagna, alle 25 volte della Francia, negli USA con il Columbus Day, di cui ha partecipato per ben 2 volte, e tutta Italia. Il 2012 è considerato l’anno della Frustica. Questo gruppo nato da vent’anni, ha avuto anche un cambiamento radicale con l’introduzione di coreografie e meccanismi contornati da musiche simpaticissime nei vari stadi d’Europa. Il 2012 inizia con il Botto! Il bellissimo CAPODANNO CINESE ad Honk kong dal 20 al 27 Gennaio, la frustica è stata chiamata a rappresentare l’Italia e l’ Europa e sfilerà in parata per le strade di questa grande metropoli in diretta televisiva in mondovisione per il cambio tra l’anno del CONIGLIO e quello del DRAGO. Il 12 Febbraio si esibirà al carnevale di Casteverde di Lunghezza (Roma) Il 19 Febbraio “Carnevale e non solo” una bellissima kermesse dedicata ai bambini down alla zona Sapienza (Roma) Martedì 21 Febbraio la Frustica tornerà nella provincia di Viterbo, esattamente al carnevale di Nepi (VT) Il 25-26 Febbraio sarà la volta del Carnevale di CHALON SUR SAONE, circa 100 Km a nord di Lione (Francia) Il 24-25 Marzo parteciperà all’edizione 2012 di Sanremo in fiore in diretta televisiva per la sfilata dei carri a Sanremo (IM) Il 20-28 Agosto, Spagna! La Frustica si imbarcherà su una nave da crociera e si esibirà alla decima edizione di Bande musicali a Torrevieja, coinvolgendo anche la banda musicale Severini Brasilino di Faleria. Il 13-14 Ottobre, rappresenterà ancora una volta l’Italia ad Anversa, vicino Bruxelles (Belgio) per delle bellissime esibizioni in competizione con gruppi da tutto il mondo. Quindi 2012 da incorniciare per questo gruppo Italianissimo e soprattutto Viterbese! Auguri Frustica!!! Fausto Ranieri 42 Campo de’ fiori WS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NE Campo de’ fiori in arte news ... Un dicembre 2011 vissuto con vivace attenzione, partecipando agli eventi nel centro storico, organizzati dal CNN. Dopo “Giocando per le vie del centro storico”...”Le vetrine viventi”. Ecco un momento dell’evento all’interno della mostra collettiva del Group in Art’è in Corso Bruno Buozzi. Gli artisti del gruppo stanno mettendo a punto delle inziative volte a valorizzare la storicità della nostra bella cittadina. Nuove elezioni per il Consorzio delle Pro Loco del viterbese E’ Gabriele Aleandri, già a capo della Pro Loco di Civita Castellana, il nuovo presidente del Consorzio delle Pro Loco della Tuscia. Le Pro Loco facenti parte del Consorzio sono quelle di Tuscania, Ronciglione, Marta, Montefiascone, Acquapendente, Monteromano, Corchiano, Bagnaia, Orte, Monterosi, Oriolo Romano, San Lorenzo Nuovo, Gradoli ed Onano. Il primo obiettivo è quello del Carnevale provinciale 2012. INTITOLATA A MARIA CHIARA SEGATO LA BIBLIOTECA COMUNALE DI CORCHIANO Sabato 17 dicembre, in prossimità del secondo anniversario della scomparsa di Maria Chiara Segato, l’Associazione Arnies non profit di cui era Presidente ed oggi seguita dalla mamma Geltrude, è stata organizzata, nella Sala Consiliare del Comune, la “Prima festa dell’albero”. Ai genitori dei bambini nati nel 2011, infatti, è stata donata una pianta d’ulivo, che crescerà con loro. Per concludere, poi, si è scesi tutti al piano terra, dove è sita la biblioteca comunale, che è stata intitolata proprio alla giovane amica scomparsa, con una targa scoperta in questa occasione. Maria Chiara è stata, poi, ricordata nella santa messa della domenica successiva, dove la presenza di tante persone ha testimoniato ancora una volta l’affetto e la stima non solo nei confronti di Chiara ma anche dei suoi cari. E.B. LE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo è un libro unico nel suo genere. Un manuale guida per cercare di arginare questo male dilagante! E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie della zona, nelle edicole o presso la nostra redazione. Potete anche ordinarlo versando l’importo di 10.00, sul c/c postale n. 42315580, intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia. E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti, che possono inserirlo nel P.O.F. d’Istituto e nella programmazione educativa annuale del docente, ma anche per i genitori e per tutti gli educatori sociali. L’apparenza, a volte, è la maschera perfetta di una realtà ben diversa. L’incontro con un giovane che racconta di essere quello che non è, stravolgerà, almeno temporaneamente, la vita di una famiglia perbene, che si offre di accoglierlo ed ospitarlo. La fine di un vecchio amore da parte del protagonista, per la nascita di uno nuovo e non ricambiato, spezzerà il cuore della giovane che lo aspettava da tempo e spaventerà l’ingenua fanciulla, che diventa l’oggetto di un suo desiderio morboso. La descrizione accurata e particolareggiata che l’autore fa della storia, rende la narrazione coinvolgente ed intrigante. Sembra di essere lì presenti, e, quasi come spettatori di una rappresentazione teatrale, i lettori possono immaginare i personaggi muoversi su di un palcoscenico ben allestito. Una storia ambientata in un tempo neanche troppo lontano, che ci ricorda i racconti dei nostri nonni di campagna. Ermelinda Benedetti NOTA DELL’EDITORE In questo romanzo Augusto Stefanucci narra il sentimento morboso e mortale di un personaggio fantastico della sua Fabrica di altri tempi. La scrittura bella e diretta tratta la forza dell’egoismo di un amore ossessionato, che fa ineluttabilmente scivolare nella disperazione e nel dramma il protagonista. Qui c’è tormento, ambiguità e violenza, ma soprattutto amor fatale! Sandro Anselmi AVETE UN VOSTRO SCRITTO NEL CASSETTO E VORRESTE VEDERLO PUBBLICATO??? CHIAMATECI SUBITO!!!! REALIZZEREMO IL VOSTRO DESIDERIO! 0761.513117 - [email protected] Campo de’ fiori 43 SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT SPORT Il calcio dei bambini E’ necessario distinguere i piccoli dai grandi professionisti. Questo è il segreto del progetto 2002 di Civita Castellana E’ importante prima di entrare nello specifico e parlare dell’avventura degli allievi del 2002, spiegare alcuni punti fondamentali dell’allenamento che riguarda l’attività di base, così per sensibilizzare i lettori (possibili genitori di futuri o attuali atleti) sulle prerogative che appunto queste fasce di età comportano. Per molti anni si è fatto l’errore di paragonare il cosiddetto “calcio dei piccoli” a quello dei grandi, adottando metodi scorretti e penalizzanti, comportando un distanziamento dagli altri paesi dove, invece, si è imparato a programmare i lavori in base alla crescita del bambino, agendo sulle acquisizioni fisiologiche espressamente frutto della crescita e fornendo all’atleta un adeguato metodo di allenamento.Vorrei citare un grande del calcio, responsabile per anni del settore giovanile del Barcellona, oggi attuale modello a cui tutti si inspirano, ovvero la leggenda Horst Wein. Quest’ultimo spiega dapprima come in Italia si tenda a velocizzare i processi d’insegnamento ottenendo così l’esatto contrario dell’obiettivo prefissato, ovvero avere giocatori non pronti per il calcio adulto (provate a paragonare un giocatore classe ‘92 italiano con ‘92 straniero, che militano in società professionistiche). Anche se la nostra è una realtà molto più piccola, c’è comunque la volontà di percorrere una strada, sicuramente più difficile, che porti i nostri calciatori almeno ad avere un’opportunità . Il progetto dei 2002 inizia 3 anni fa quando Mister Gabrielli novizio e talentuoso coach prende in mano questo gruppo. Fin da subito, il metodo, diciamo “nuovo” (anche se vecchio di 30 anni) comunque estratto di studi approfonditi, ottiene risultati ottimi portando nel giro di un anno la squadra ad avere un’identità di gioco precisa, dove l’ordine in campo la fa da padrone (fondamentale necessario per il lavoro futuro). Nel secondo anno gli si affianca Mister Corazza, anch’esso alla prima esperienza, con il quale prosegue il processo evolutivo della squadra che acquista, con il passare del tempo, ancor più sicurezza, tanto da strappare consensi in ogni campo dove il team ha giocato (fregandosene del risultato tanto agognato dai genitori). Nell’attuale stagione per problemi di lavoro, Mister Gabrielli ha dovuto lasciare (senza mai però abbandonare il gruppo e correndo dai ragazzi ogni volta che può ) la squadra, promuovendo di fatto Mister Corazza al ruolo di primo. Ora Mister Corazza si avvale dell’aiuto di Mister Antonini, che partito come preparatore dei portieri è ad oggi diventato colonna portante dell’insegnamento dei ragazzi. E mentre la stagione procede di buon passo molte di quelle perplessità iniziali espresse dai “non addetti ai lavori” (genitori), vengono spazzate via dai constanti miglioramenti della squadra. Con la speranza di vedere realizzati i sogni di tutti i bambini, consigliamo a tutti genitori che frequentano i rettangoli di gioco di vivere il calcio dei ragazzi con serenità senza mai essere invasivi, nè nelle scelte fatte dagli allenatori, nè nelle dinamiche di apprendimento dei propri figli, ed inoltre di incoraggiare gli stessi ad una sana attività sportiva e far si che il calcio sia per loro soprattutto un divertimento. Massimo Salvatori KARATE: Campionati italiani Pre-Agonisti Nei giorni di Sabato e Domenica 10/11 dicembre 2011, si sono svolti a Montecatini i “Campionati italiani FIAM 2011“, riservati alle classi pre-agonisti, per le specialità di Kata e Kumite. Nell’importante appuntamento, che ha visto sfidarsi sui tatami della bellissima struttura del “Pala Terme”, nei due giorni di gara, oltre 600 bambini e ragazzi provenienti da tutta Italia. Come tutti gli anni erano presenti anche gli atleti della società civitonica “Okinawa Sporting Club”, che è riuscita a qualificare all’importante evento oltre 15 pre-agonisti, grazie alle ottime prestazioni del precedente campionato Regionale. Gli atleti guidati dal M° Carlo Mercuri (C.N. 6 Dan) e dall’Istruttore Fabio Mercuri (C.N. 4 Dan), grazie all’ottimo lavoro di preparazione svolto in palestra, sono riusciti quasi tutti a salire sui gradini del podio, regalando alla società civitonica un corposo bottino di ben 10 medaglie, tra cui due Titoli italiani. Di seguito i risultati completi. ORO: Pieralisi Mattia (kata), Pasquetti Lorenzo (Kumite) ARGENTO: Accettone Michela (Kata), Febbi Daniel (Kata) BRONZO: Girleanu Alexandru (Kata), Ciarroni Federico (Kumite), Pieralisi Mattia (Kumite), Febbi Daniel (Kumite), Benassi Jacopo (Kata), Alessi Daniel (Kata) A seguito dei podi conquistati, la società civitonica “Okinawa Sporting Club” si conferma ancora come una dei migliori vivai del karate laziale. Campo de’ fiori 44 i ie d r o t s Le Max Domenico Modugno Partito dalla Puglia alla ricerca del successo cinematografico, “volò” in alto grazie a Nel blu dipinto di blu di Sandro Anselmi La tradizione musicale italiana è famosa in tutto il mondo e dalle varie statistiche effettuate negli anni è emerso che uno dei brani più conosciuti da Oriente ad Occidente è Nel blu dipinto di blu dell’indimenticabile Dome- nico Modugno. Nato nel 1928 a Polignano a Mare, in Puglia, lascia giovanissimo il suo paese alla volta di Torino, con l’obiettivo di fare cinema, ma il primo lavoro che si troverà a svolgere nella metropoli del Nord, dove vive in una baracca, è quello di operaio. A causa di un intervento per appendicite è costretto a tornare a casa, ma non appena rimesso, non esita a ripartire, puntando stavolta alla Capitale, dove Cinecittà , nel pieno della sua attività , può fornire grandi occasioni. La prima esperienza, però , è solo quella di una “comparsata” nel film I pompieri di Viggiù , con Totò protagonista. Nel frattempo viene chiamato ad assolvere al servizio di leva obbligatorio in una città che tra l’altro già ben conosce, Torino. Ma, una volta libero, corre nuovamente a Roma, dove si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia. Per mantenersi agli studi, la sera suona la chitarra, imparata da autodidatta come anche la fisarmonica, in un’osteria di Trastevere. Inizia a comporre così i primi brani ed a cantarli. Si presenta alla trasmissione radiofonica “Amuri Amuri” con il suo primo componimento Lu pisci spada e viene messo sotto contratto dalla casa discografica RCA, dalla quale riceve un compenso di quattordicimila lire per ogni incisione. Ecco che Mimmo è senz’altro incentivato ad incidere quanto più può , anche se, inizialmente, non essendo iscritto alla SIAE, deve rivolgersi a qualcun altro, che spesso si appropria dei diritti d’autore. La carriera musicale del cantante pugliese inizia, dunque, effettivamente negli ani ’50. Tra le sue prime composizioni va ricordata La donna riccia, un simpatico madrigale rivolto non solo alla sua donna, ma a tutte le donne in genere, che insieme ad altri due brani un po’ più seriosi, Lu minatori e Lu pisce spada, vengono riproposti tutte le sere al Teatro dei Satiri di Roma, con lo spettacolo Controcorrente, scritto da Marcello Marchesi e Vittorio Metz, ed interpretato da Walter Chiari, Paolo Panelli e Bice Valori. Proprio La donna riccia e Lu pisce spada costituiscono il suo primo quarantacinque giri, editato dalla RCA nel 1954 e che andranno a far parte di un extended –play insieme a La sveglietta e La barchetta dell’ammuri. Altro grande successo di questo primo periodo discografico di Modugno è Vecchio frack, tra l’altro anche uno dei primi brani composti in italiano dopo le numerosi incisioni di canzoni in dialetto napoletano, siciliano e pugliese. Il pezzo voleva essere la descrizione della fine di un epoca da leggere in chiave ironica, come preciserà lo stesso autore, e non drammatica, come ,invece, è stato interpretato. Con questa prima etichetta rimane solo per due anni, fino al ’55, per passare poi alla Fonit Cetra. Non smette comunque di frequentare il Centro Sperimentale dove conosce Franca Gandolfi, che diventerà sua moglie. Arrivano finalmente anche le prime apparizioni cinematografiche di spessore: Filumena Maturano di De Filippo, La carovana del peccato di Mercanti, Carica eroica di De Robertis, Anni facili di Zampa, I cavalieri della regina di Bolognini, dove vesti i panni del moschettiere Athos, e Accadde di notte, un film ad episodi di Callegari. In campo musicale, invece, nel ’56 con la nuova casa discografica Fonit incide un settantotto giri con una lunga serie di canzoni e conosce Riccardo Pazzaglia che lo aiuterà a comporre il brano che lo consacrerà al successo internazionale: Nel blu dipinto di blu. Mimmo, nonostante il disaccordo dell’amico che voleva puntare su un altro brano, intitolato La fortuna nella bottiglia, decisamente più cervellotico e che Modugno non vuole neanche incidere, decide di iscrivere il brano al festival di Sanremo del ’58. Inspirato ad un quadro di Chagall che raffigura un uomo con il volto semicolorato di blu, il brano viene rifiutato sia da Claudio Villa che da Nilla Pizzi e viene, invece, affidato ad un esordiente Johnny Dorelli. Vincitrice indiscussa della gara, la canzone uscirà immediatamente dai confini italiani, grazie ai gestori di una radio di Los Angels, che presenti al festival, acquistano il disco e appena tornati in patria iniziano a trasmetterlo. Il successo è tale che deve essere pubblicato anche negli Usa dove vende circa una sessantina di mila copie al giorno, causando anche lunghe code fuori i negozi. Un evento senza precedenti per un artista ed un brano italiano, che ha conquistato un sensazionale record di vendite, contando trenta milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Quando si pensa a volare è inevitabile pensare a Domenico Modugno, passato alla storia come Mister volare… ed allora: Volare ohoh, cantare ohohohoh… nel blu dipinto di blu…felici di stare lassù!!!! Campo de’ fiori 45 Carnevale Civitonico 2012 I sfilata - 12 Febbraio II sfilata – 19 Febbraio III sfilata –21 Febbraio Banda Musicale 1. Cugini - I Cugini squatrinati un lavoro se so’ inventati 2. Zibaldone - Zibaldone a carnevale nun po’ mancà e co i pajacci baldoria vole fa 3. Biacio - Co sto giro che c’avete fatto Gruppo Biacio ve mostra il pacco !!! 4. Gazibo - Co o’ vino ormai semo diventati avari e i nostri 10 anni li festeggiamo co o’ Campari 5. O zucchero filato - L’albero delle delizie: La fantasia dei bimbi ci ha portato … dove gli alberi son di cioccolato … torte e pasticcini ci deliziano il palato … 6. Forchettoni - Lady Ghiaccio e i suoi “Luponi” danno vita ai Forchettoni 7. Indiani - A carnevale la medusa non fa male 8. Egizia - Semo arrivati a nà conclusione Beppe Grillo c’ha ragione: se mejo voi campà , sul pianeta Egizia devi annà ! 9. Biffe - … poi la notte e poi ancora il giorno e “Biffe” creò il mare … 10. Carusielli - “O Carusiello fa 10 anni tondi tondi insieme all’eroe dei due mondi e pe tornà dellà do ponte Clementino diventa fiero garibaldino” 11. Catarì - Indietro tutta … Catarì all’arrembaggio 12. Jamaicano - Se co’ o’ gruppo Jamaicano ta la sendi, giochice a scacchi che nun te pendi !!! 13. Tucano- Al Tucano si riparte da zero Maschere libere Banda Musicale 1. Carusielli - “O Carusiello fa 10 anni tondi tondi insieme all’eroe dei due mondi e petornà dellà do ponte Clementino diventa fiero garibaldino” 2. Catarì - Indietro tutta … Catarì all’arrembaggio 3. Forchettoni - Lady Ghiaccio e i suoi “Luponi” danno vita ai Forchettoni 4. Tucano - Al Tucano si riparte da zero 5. Cugini - I Cugini squatrinati un lavoro se so inventati 6. Biffe - … poi la notte e poi ancora il giorno e “Biffe” creò il mare … 7. Zibaldone - Zibaldone a carnevale nun po’ mancà e co i pajacci baldoria vole fa 8. Gazibo - Co o’ vino ormai semo diventati avari e i nostri 10 anni li festeggiamo co o’ campari 9. Jamaicano - Se co’ o’ gruppo Jamaicano ta la sendi, giochice a scacchi che nun te pendi !!! 10. O zucchero filato - L’albero delle delizie: La fantasia dei bimbi ci ha portato … dovegli alberi son di cioccolato … torte e pasticcini ci deliziano il palato … 11. Indiani - A carnevale la medusa non fa male 12. Biacio - Co sto giro che c’avete fatto Gruppo Biacio ve mostra il pacco !!! 13. Egizia - Semo arrivati a nà conclusione Beppe Grillo c’ha ragione: se mejo voicampà , sul pianeta Egizia devi annà ! Maschere libere Banda Musicale 1. O zucchero filato - L’albero delle delizie: La fantasia dei bimbi ci ha portato … dovegli alberi son di cioccolato … torte e pasticcini ci deliziano il palato … 2. Tucano - Al Tucano si riparte da zero 3. Biffe - … poi la notte e poi ancora il giorno e “Biffe” creò il mare … 4. Egizia - Semo arrivati a nà conclusione Beppe Grillo c’ha ragione: se mejo voicampà , sul pianeta Egizia devi annà ! 5. Carusielli - “O Carusiello fa 10 anni tondi tondi insieme all’eroe dei due mondi e pe tornà dellà do ponte Clementino diventa fiero garibaldino” 6. Jamaicano - Se co’ o’ gruppo Jamaicano ta la sendi, giochice a scacchi che nun te pendi !!! 7. Catarì - Indietro tutta … Catarì all’arrembaggio 8. Indiani - A carnevale la medusa non fa male 9. Biacio - Co sto giro che c’avete fatto Gruppo Biacio ve mostra il pacco !!! 10. Cugini - I Cugini squatrinati un lavoro se so inventati 11. Zibaldone - Zibaldone a carnevale nun po’ mancà e co i pajacci baldoria vole fa 12. Forchettoni - Lady Ghiaccio e i suoi “Luponi” danno vita ai Forchettoni 13. Gazibo - Co o’ vino ormai semo diventati avari e i nostri 10 anni li festeggiamo co o’ Campari Maschere Libere Campo de’ fiori 46 BETTY cerca casa...Pura meticcia femmina taglia medio/piccola-3/4 mesi circa-10kg di peso. Si trova a Fabrica di Roma (Viterbo) 07615742913933120915 BRUNO cerca casa.....Simil caccia, maschio, 1 anno circa, futura taglia media,12 kg di peso. Vivace, dominante.Si trova a Fabrica di Roma (Viterbo)0761574291 - 3933120915 VASANELLO (Viterbo) una ragazza trova 3 mesi fa 4 cuccioli in un cartone vicino ai secchi della spazzatura e li porta a casa sua nella speranza, dopo visita dal veterinario, di trovar loro una famiglia. Nonostante i vari appelli e locandine DAPPERTUTTO, non è successo nulla: NESSUNO ha chiamato. Aiutiamola per favore anche perchè NON li può tenere in un condominio!!!! Grazie. Cindy 3202855764 Nina, 1 anno e mezzo, simil Husky cerca casa. Per motivi personali piuttosto seri sfortunatamente non posso più tenerla con me, è microcippata ed in regola con tutto. Cerco persone serie che possano prendersi cura di lei... preferibilmente in zona Viterbo. Francesca Viterbo (Lazio). Eva, due anni e mezzo, taglia medio grande, sterilizzata. Bella e buona. URGENTISSIMO: Rischia il canile! 349/7752010 340/8657040. ROCKY 2 anni e mezzo METICCIO BOVARO, 20 CHILI, INTERO... E’ BELLISSIMO E GIOCHERELLONE, CERCO ADOZIONE... REGIONE LAZIO POSSIBILMENTE..... AIUTATEMI PER FAVORE!!! GRAZIE....STEFANIA 3391983138 Associazione Animalista “INCROCIAMOLEZAMPE-ONLUS” - Chicca si trova in provincia di Viterbo. E’ nata ad ottobre 2010 ed è sempre vissuta in casa. Taglia piccola, simil pincher. La sua padrona NON se ne può occupare per motivi personali. Si affida solo con firma moduli di adozione e obbligo alla sterilizzazione. PER INFO: Massimo 330/578204 EMMA...CHE DIRE DI TE???? 7 MESI...DA TRE CHIUSA IN UN BOX A SCONTARE CHISSA’ QUALE PENA... Carattere dominante. Deve essere “figlia unica”.... EMMA E’ UNA CUCCIOLONA, TG MEDIA, SI TROVA in prov. di VITERBO, MA PER UNA BUONA ADOZIONE LA PORTIAMO OVUNQUE. VERRA’ AFFIDATA VACCINATA E CHIPPATA. CONTROLLI PRE/POST AFFIDO E FIRMA MODULO ADOZIONE. PER INFO RITA 339/1123663 Largo Saragat, 2 - 010133-CIVITACASTELLANA (VT) Tel: 3391123663 - C.F. 90095390564 - [email protected] - www.incrociamolezampe.org Gennaio 2012 - Non abbiamo l’abitudine di chiedere, tanto meno soldi, ma quando non ce la facciamo più, riponiamo la nostra dignità sotto i tacchi e ...chiediamo! L’Associazione, come molti sanno, si mantiene da sola con le poche libere erogazioni, le manifestazioni pubbliche come i mercatini, le feste di paese, ma soprattutto con la generosità dei suoi volontari che a scadenza di ogni mese e in ogni circostanza straordinaria (vedi veterinaria), mettono le mani nelle loro tasche e aiutano a saldare le spese che a volte superano l’immaginabile: quante volte l’Associazione davanti ad un cane ferito e/o malato non si tira indietro e affronta interventi chirurgici complicati e costosi con degenze in cliniche veterinarie e non sempre -purtroppo- con esiti felici? Ma questa è una delle voci dello Statuto di un’Associazione Animalista che viene sempre rispettato.... Abbiamo bisogno di TUTTO: cucce, coperte, piumoni, asciugamani, ciotole e noi....chiediamo! Le adozioni in tutto questo sono -fortunatamente- moltissime, ma le segnalazioni di abbandoni, i ritrovamenti, i cuccioli nei cassonetti sono sempre TROPPI: finchè non verrà accettata - di prassi- la sterilizzazione da parte dei privati, si creeranno sempre dei randagi! Chiediamo a qualche anima gentile di venirci ad aiutare a far sgambettare i cani nostri ospiti, ogni giorno. Sono cani molto spesso adulti che hanno bisogno -sempre in attesa di adozione- di sgranchirsi le zampe visto che la maggior parte delle loro giornate la passano in un box....CERCHIAMO VOLONTARI! Loro, i pelosi, hanno sempre bisogno di noi, e noi abbiamo solo voi, i nostri angeli che ci aiutano in un duro ma bellissimo percorso: quello di aiutare a salvare esseri “viventi”...Grazie di cuore. Per contatti: Rita STORRI Presidente 3391123663 Civita castellana Nunzia 3408353646 Sutri/Caparanica/Monterosi/Nepi Barbara 3313265516 Fabrica di Roma/Carbognano/Corchiano Gabriella 3335375465 “ “ “ “ Cinzia 335228897 CivitaCastellana/Gallese/Via Flaminia Per donazioni e contributi: UNICREDIT S.p.A Civitacastellana Buoz. (30426) Iban: IT 43 S 02008 73032 000101140618 intestato a Incrociamolezampe-Onlus Campo de’ fiori 47 Oroscopo di Gennaio by Cosmo ARIETE 21 Marzo - 20 Aprile L’anno 2012 inizia per voi dell’ariete al meglio delle vostre aspettative e questo gennaio ne sarà la dimostrazione pratica. Cercate di mantenere l’umiltà che vi è solita ed evitate gli eccessi. TORO 21 Aprile - 20 Maggio Il periodo è di quelli giusti per fare nuovi progetti su cui puntare. Non tiratevi indietro di fronte alle nuove e prolifiche possibilità che vi si presenteranno in questo gennaio 2012, evitate la timidezza e, se ne avete tempo, divertitevi. GEMELLI Giugno State 21 Maggio-21 dando quasi il meglio di voi, ma un piccolo sforzo ulteriore potrebbe esservi utile per migliorare qualche piccola situazione da chiarire. I rapporti col prossimo dovrebbero talvolta essere più limpidi. CANCRO 22 Giugno - 2 Luglio Prestate attenzione agli eccessi e ai periodi di inerzia che potrebbero caratterizzare questo mese. Cercate di mantenere la continuità necessaria in ciò che fate senza per questo procedere al rilento. Parola d’ordine: costanza. LEONE 23 Luglio - 22 Agosto Ottimo inizio d’anno e questo gennaio 2012 ne sarà la concreta dimostrazione pratica. Tutti gli impegni che vi avevano visto coinvolti nel passato stanno venendo meno ed è giunto per voi il momento di pensare a qualcosa di nuovo. VERGINE 23 Agosto - 22 Settembre Cercate di evitare quando potete, di essere troppo bruschi e diretti nei rapporti col prossimo. Siate capaci di mediare in situazioni in cui ce ne sarebbe bisogno, ma senza per questo non esprimere il vostro pensiero. BILANCIA 23 Settembre - 22 Ottobre E’ questo il periodo giusto per fare nuove conoscenze e aprire ad un nuovo orizzonte di rapporti sociali. Se ciò che avete non vi soddisfa appieno avrete la possibilità di dare una lieta svolta alla vostra esistenza. SCORPIONE 23 Ottobre 21 Novembre Questo anno 2012 sembra davvero iniziare a rilento e probabilmente non vi siete ancora ben resi conto del nuovo anno che ormai è arrivato. Cercate di vivere la vita in maniera più vitale. SAGGITTARIO vembre - 20 22 No- Dicembre Ottimo periodo per levarvi qualche sassolino dalla scarpa e rendere note agli altri le vostre posizioni, che spesso potrebbero essere considerate più condivisibili di quello che pensate, sia in famiglia che lavoro. CAPRICORNO 21 Dicembre - 19 Gennaio Cercate di avere più coraggio nelle vostre azioni e non tiratevi indietro sul più bello per paura di esporvi. Dal punto di vista sentimentale le novità non mancheranno: sappiate cogliere la palla al balzo. ACQUARIO 20 Gennaio - 18 Febbraio Prestate sempre attenzione alle circostanze in cui vi troverete coinvolti e cercate di non prendere tutte le questioni che vi si pongono con leggerezza. Dal punto di vista lavorativo non vi potete certo lamentare. PESCI 19 Febbraio - 20 Marzo Il periodo di gennaio 2012 è senz’altro di quelli favorevoli. Tante le occasioni lavorative che vi si presenteranno e tante le chanches dal punto di vista sociale che non dovrete certo lasciar perdere. Ma anche il partner ha bisogno di voi, non trascuratelo! Campo de’ fiori 49 AGENDA Tutti gli appuntamenti più importanti VI RASSEGNA NAZIONALE DI TEATRO PREMIO “ARCO D’ORO” 2012 Una scena della commedia “Il marito di mio figlio”, al Teatro Palarte di Fabrica di Roma il 19 Febbraio Prenderà il via Domenica 19 febbraio, al Teatro Palarte di Fabrica di Roma, la sesta edizione del Premio “Arco d’Oro”, rassegna nazionale di teatro aperta a tutte le migliori compagnie non professioniste d’Italia. Anche quest’ anno il concorso ha visto iscritti più di sessanta gruppi teatrali. Tra questi sono stati selezionati sette spettacoli che andranno a comporre il cartellone dei finalisti, i quali si contenderanno il prestigioso “Arco d’Oro”, opera del pittore Ferdinando Sciarrini raffigurante l’Arco di Giove di Falerii Novi. Tra i premi più ambiti assegnati alle compagnie anche il “Premio Speciale della Stampa” che viene assegnato dal nostro giornale alla rappresentazione che a giudizio della Giuria ha avuto le migliori recensioni. Si parte Domenica 19 febbraio, con inizio sempre alle 17,30, con la Compagnia Filarmonico Drammatica di Macerata che porterà in scena IL MARITO DI MIO FIGLIO di Daniele Falleri. Una divertentissima commedia sulle sorprendenti “varianti” dei matrimoni di oggi, dove accade che scoprire l’identità delle nuore non si rivelerà semplice per le due povere coppie di genitori. Sul prossimo numero troverete tutto il programma completo della imperdibile rassegna! Pertanto appuntamento per tutti al Teatro Palarte di Fabrica di Roma con splendidi spettacoli al mitico prezzo di 5 euro. Abbonamenti per sette Domeniche a soli 25 Euro. BUON TEATRO!! Giornata della Memoria: il 27 la premiazione de “I Giovani incontrano la shoah” L’Amministrazione comunale di Civita Castellana celebra la Giornata della Memoria con gli studenti delle scuole superiori della città . Presso l’aula magna di via Petrarca il 27 gennaio dalle 9.30 alle 11.30 si terrà un dibattito – conferenza per ricordare le vittime della shoah. Oltre agli interventi del sindaco, Gianluca Angelelli, e dell’assessore all’Istruzione, Giancarlo Contessa, ci sarà quello del Rabbino della Comunità ebraica di Roma, Cesare Moscati, invitato dall’Amministrazione. La Giornata della Memoria sarà dedicata alla premiazione del concorso indetto dall’Amministrazione “I giovani incontrano la Shoah”, a cui hanno partecipato 78 ragazzi degli istituti superiori della città . I venticinque vincitori del concorso, i cui elaborati sono stati selezionati da un’apposita commissione, andranno in visita ad Auschwitz accompagnati dai docenti e dal sindaco. CERIMONIA DI INTITOLAZIONE di Via PROF. PAOLO MONFELI DOMENICA 29 GENNAIO 2012 ALLE ORE 12,30 con il seguente programma : Ore 12,30: raduno delle autorità, associazioni, cittadini in Piazza Duomo (a fianco della Biblioteca Comunale) Breve discorso del Sindaco Scopritura targa. La cerimonia sarà allietata dalla Banda Musicale “R. Poleggi”. Ceramica e distretto industriale: dal comune di Civita premi annuali alle tesi di laurea Scade il 31 gennaio il termine per partecipare al concorso che l’Amministrazione comunale di Civita Castellana ha indetto per le tesi di laurea sulla ceramica o sul Distretto Industriale che sono state discusse nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2010 e 31 dicembre 2011. Potranno partecipare al concorso coloro che hanno discusso tesi di laurea su argomenti attinenti l’evoluzione della tecnica della ceramica, studi antropologici, l’ incidenza della ceramica sul contesto sociale, culturale e lavorativo; studi giuridici, economici ed estetico/artistici sulla ceramica; iniziative di marketing strategico per il rilancio del settore tradizionale ed economico del Distretto Industriale; Ceramica artistica, Istituti, Organismi, Associazione, Consorzi, interventi correlati al raggiungimento di obiettivi di tutela e di implementazione dell’arte della ceramica. Gli interessati dovranno presentare al Comune la domanda con copia della tesi di laurea e relativa documentazione. La domanda potrà essere spedita a mezzo di raccomandata A.R. o presentata all’Ufficio Protocollo Generale ubicato presso l’Area Relazioni Esterne in Via SS. Martiri Giovanni e Marciano n. 4/6. Tutte le informazioni sono anche sul sito www.civitacastellana.vt.it. Il termine ultimo per la presentazione della domanda è il 31 gennaio ore 12.00. 50 Campo de’ fiori La Redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri Il 26 gennaio di 18 anni fa nasceva una stella che brillava forte!! Fa’ in modo che quella luce sia sempre più forte e possa abbagliare tutti coloro che incontrerai nella tua vita!!! Tanti auguri a Rebecca Censi dai nonni Donato e Gianna Tanti auguri a Valerio Papini che il 18 dicembre ha ricevuto il sacramento del battesimo. Auguri da mamma, papà, i nonni, gli zii, il padrino Giancarlo e la madrina Elisa. Un augurio speciale al piccolo ometto di casa, Omar, che ha compiuto gli anni il 2 gennaio. Per il momento la torta è grande e le candeline sono poche, solo una!!! Ti auguriamo di arrivare a tante candeline da non spegnere in un soffio solo…. Tanti, tantissimi auguri cucciolotto per il tuo primo anno di vita da mamma, papà, zii e nonni e soprattutto dalle tue cuginette Melissa e Giada, Jasmine, Bahssam e Sahim. Il 23 febbraio Gabriele Ceccarelli compie 5 anni. Tanti auguri da papà Riccardo, mamma Elisa, i nonni Sandro, Maria, Marinela, Roberto, Elisabetta e dagli zii Leonardo, Angelo, Tatiana e Rosaria. Tanti auguri a nonna Angela che il 15 gennaio ha compiuto 86 anni, da Alessandro, Laura e Franco. Il 1° gennaio è nato il mio piccolo grande cuginetto Gabriel. Tanti auguri a zia Letizia, zio Rodolfo e a Desiree, da Francesco. Tanti auguri a Vittoria Ulisse per il suo primo compleanno, che ha festeggiato il 28 dicembre 2011, dai genitori, i nonni, gli zii ed i cuginetti Simone ed Alessandro Un augurio speciale a Giada Mariantoni che l’8 Febbraio compie 18 anni. Auguri da mamma, papà, Beatrice, nonna, zia, zio e dalle cuginette Marta, Noemi e dal fidanzato Luca. Tanti auguri a Giada e Luca che l’8 e il 12 Febbraio festeggiano 18 anni, dalle famiglie Mariantoni e Furano Tanti auguri al Dott. Diego Precetti che lo scorso Dicembre ha conseguito la laurea Magistrale in Finanza e Management ottenendo un meritatissimo 110 e lode. Siamo orgogliosi di te!!! La tua famiglia e gli amici. Campo de’ fiori Tanti auguri al piccolo Francesco Sbarra che l’8 febbraio compie 2 anni. Ti vogliamo un bene immenso. Mamma, papà, i nonni, gli zii, le zie e i tuoi cuginetti Desiree e Gabriel. Auguri!!!! 51 Spero che nel giorno del tuo compleanno, tu possa vivere 18 momenti speciali che ricorderai per tutta la vita! Auguri maggiorenne! uguri....auguri.... auguri....auguri RAFFAELE !!!!!!!!!!! (Ora tocca a te ...scoprire chi e’ stato a farti questo augurio) Tanti auguri a Maria Pia Nelli che il 23 gennaio ha compiuto 70 anni, dai figli Loretta, Piera, Fabio e Daniele, dal genero, dalle nuore e dai nipotini Gianmarco, Federica e Giulia. 25 gennaio San Francesco di Sales. La redazione di Campo de’ fiori augura buona festa a tutti i giornalisti, nel giorno dedicato al loro Santo protettore. Congratulazioni alla neo dottoressa Maria Laura Bacchiocchi per la sua laurea in Scienze della Comunicazione, dalla mamma, le sorelle ed i nonni. Tanti auguri a Fabio Calcinari che il 20 gennaio ha compiuto 40 anni, da mamma Maria Pia, dalle sorelle Loretta e Piera, dal fratello Daniele, dai cognati, dalla fidanzata Alexandra e dai nipotini Gianmarco, Federica e Giulia. Un augurio speciale a tutti gli innamorati del mondo... ed in particolare a quelli che seguono appassionatamente la nostra rivista!!!! Per chi si ama, San Valentino non è solo il 14 febbraio, ma tutti i giorni... 52 Campo de’ fiori Nel cuore Ciao mamma, sai bene quanto dolore abbiamo dovuto sopportare nella nostra famiglia in quest’ultimo anno… e nell’ultimo mese ci ha lasciati tu… sei voluta andare per raggiungere le persone che tanto abbiamo amato e che non sono più con noi da poco… Vorremmo infinitamente che fossi ancora qui con noi per rivivere alcuni momenti che ci hanno accompagnati nella nostra crescita con te … ti ricordi mamma quando ti prendevamo in giro per farti togliere quel brutto “broncio” che mettevi quando si avvicinava l’ora del pranzo e della cena… e quando a volte ti sgridavamo perché non aprivi la bocca per mangiare come una bambina dispettosa??? Ma alla fine riuscivi sempre a farti coccolare e a farti fare mille carezze… Insomma una piccola donna che è riuscita a tirare avanti con tanti, ma tanti sacrifici una numerosa ed unita famiglia che ti ha tanto amata. L’ultima sera in cui sei stata tra noi con quella poca voce sei riuscita a dire: “Però ho fatto tutti bravi figli…” Tanti sono i ricordi in noi e nessuno potrà mai portarceli via… 85 anni…MA LA MAMMA E’ SEMPRE LA MAMMA, anche se ormai siamo tutti grandi il dolore ci affligge… siamo qui uniti ora più che mai, per dirti ancora una volta: CIAO CARA MAMMA, TI VOGLIAMO BENE! La tua immagine è sempre viva nel mio pensiero, il ricordo del tuo sorriso è la mia forza. Sei stata un esempio di madre... una nonna stupenda.. Ti amo mamma con tutto il cuore e tutta l’anima. Lucia Montanari, le nipoti Debora, Giulia e Arianna ed il genero Giulio. (Del Frate Anna nata il 30/11/1930 morta il 17/12/2010) SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 I miei dati Nome___ ____ __________________________________ Cognome______________________________________________ data di nascita_______________________Città ________________________________________________________Prov._______ ______________________________________________________________Telefono____________________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome________________________________________________________________ _data di nascita_________________________Città ____________________________________________________Prov.________ Via_________________________________________________________________Telefono________________________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data______________Firma__________________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117 Campo de’ fiori Roma com’era Con il piano di Roma Capitale del 1883, la città muta profondamente la sua fisionomia. Ma l’apice delle trasformazioni urbanistiche si ha nel 1924 sotto il regime Fascista. La fontanella di Piazza Giudea, esterna al Ghetto, ne è un esempio, dato che venne spostata in Via del Progresso. Visita il nostro sito www.campodefiori.biz 53 Campo de’ fiori 54 Album d Campo de’ fiori Civita Castellana. Primi anni ‘50. Operai della Ceramica Artistica Santi e Pellegrini. In piedi da sx: Lucia Pace, Alvisia Alessandrini, Vincenza Costanzi, Luisa Brocchi, Luigi Paolelli, Luciano Ciappici, Lorenzo Dominici, Vincenzo..., Gino Santi (titolare insieme ad Otello Pellegrini della fabbrica). In basso da sx: Alberto Pellegrini, Bruna Gelanga, Viviana Cima, Celeste Speranza, Gianni Mattioli, Giorgio Pellegrini, Giovanni Bravini, Luigi Valletta. Campo de’ fiori Civita Castellana - 1943. Sfollati a Corchiano. In piedi da sx: Ferminia Benedetti, Nazzareno Natili, Saverio Natili, Elena Natili, Eligio Natili. In basso da sx: Carlo ed Alvise Natili. Civita Castellana. 1972-73. Squadra Rugby - Campionato serie D. In piedi da sx: Gianni Corazza, Telemaco Angeletti, Ermanno Lanzi, Romolo Angelozzi, Flaminio Marziani, Fabio Patrizi, Arcangelo Belloni, Sergio Tontoni, Luciano Soldateschi, Carlo Angeletti. In basso da sx: Francesco Giovannetti, Sergio Mancini, Roberto Fidaleo, Angelo Evangelisti, Pietro Lanzi, Giuseppe Profili, Fabrizio Flori. Foto tratta dal libro “50 anni di strani rimbalzi” di Ugo Baldi. Campo de’ fiori Campo de’ fiori 55 dei ricordi 56 Campo de’ fiori Album d Fabrica di Roma. Amni ‘70. In piedi da sx: Adriano De Angelis, Gianni Sciosci, Lino Rossi. In basso: “Lalletto” Foto concessa da A.D. Fabrica Calcio 2010. Campo de’ fiori Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anni ‘90. Da sx: cap. Stefano Pacelli, don Mario Mastrocola, Lamberto Alessandrini. Campo de’ fiori 57 dei ricordi Campo de’ fiori Fabrica di Roma - Cresima del 1955. La foto è stata messa a disposizione dal sig. Anetrini Giampiero. Da sx. (sono stati riconosciuti): 1° Fernando Cantagalli - 3° Giampiero Anetrini - 4° Domenico Anetrini . Campo de’ fiori Civita Castellana. Primi anni del '900. Angelo Belloni alla centrale elettrica del laghetto di via Nepesina. Foto del nipote Massimiliano Belfi. Campo de’ fiori CARBOGNANO, ANNO 1908. Bambini dell’asilo. 58 Campo de’ fiori Album d dei ricordi Campo de’ fiori 59 Campo de’ fiori Corchiano. 2 Ottobre 1954. Delia e Giulio Clericetti consegnano le bomboniere del loro matrimonio, a fine pranzo, a Cesare Clericetti ed a tutti gli altri invitati. Corchiano. Fine anni ‘50. Prima Comunione di Prospero Prosperi, insieme a Plinio Zuppante e Renilde Prosperi. Campo de’ fiori 60 LAVORO CERCO - CERCO LAVORO COME BABY SITTER, badante, commessa ed altro. Part-time, automunita. Tel. 329.7318375. - CERCO LAVORO COME STIRATRICE a casa o tintoria ad ore, pulizie per la casa o aiuto domestico. Tel. 339.7069630, ore pomeridiane - INFORMATORI ALIMENTARI per attività autonoma di presentazione e prima informazione aziendale mediante distribuzione di cataloghi ed omaggi. (NO VENDITA) Requisiti: ambosessi di buona presenza, capacità di public relation, auto propria e connessione internet. Pagamento settimanale, guadagni interessanti (fisso + variabile), contratto iniziale a tempo determinato di 6 mesi, concreta possibilità di carriera, lavoro in zona di residenza sia full-time che part-time. Per candidature o info contattare l’Ufficio del Personale al 331/1815264 o al numero a basso costo 199.123.388 In alternativa inviare le candidature al numero di fax 0746/755374 o via e-mail a: [email protected] - RAGAZZA ITALIANA ceraca lavoro come commessa, assistenza domiciliare, mansioni varie dalle ore 9 alle 15. Zona Anguillara, Bracciano, Cesano, Olgiata. Tel. 334.5910917 - LAVORO COME LAVAPIATTI, aiuto cuoco, giardiniere, operario muratore, badante per uomo, qualsiasi impiego. Tel. 342.6377952 - LAVORO COME BADANTE, pulizie o baby sitter. Tel. 389.3461019 - GIOVANE CON PIU’ DI VENTI ANNI DI ESPERIENZA NEL SETTORE EDILIZIO, cerca qualsiasi lavoro , anche periodico o giornaliero. Tel. 329.0160659 - CERCO LAVORO COME CUOCA. Tel. 329.7060299. - RAGAZZA 25ENNE ITALIANA, cerca lavoro come baby-sitter o commessa, zona Civita Castellana, Fabrica di Roma, Corchiano. Tel. 349.6360114. - DONNA cerca la voro come badante anche giorno e notte. Tel. 388.9314500. - INFERMIERA PROFESSIONALE cerca lavoro come assistente anziani, anche di notte, o baby-sitter. Zona Civita Castellana, Nepi, Fabrica di Roma, Corchiano e d’intorni. Tel. 338.7876269. - RAGAZZO 30ENNE cerca lavoro come vigilantes giorno e notte, aiuto muratore, operaio in fabbrica già con esperienza anche in cava, lavori di campagna. Urgente. Referenziato. Tel. 0761.518199 - 329.7729949. - RAGAZZA 23ENNE cerca lavoro come badante giorno e notte già con esperienza in case di cura, baby-sitter, cameriera esperta, aiuto in pizzeria o per pulizie. Referenziata. Tel. 329.7755636. - RAGAZZA con esperienza cerca lavoro come aiuto parrucchiera (in possesso di diploma), cameriera (con qualifica e già esperta), badante a ore durante il giorno, baby -sitter, commessa, o per pulizie. Referenziata. Tel. 0761.518199 - 388.9230479 - SIGNORA ITALIANA DI 31 ANNI, cerca lavoro ad ore per pulizie o stiratura, zona centro storico Civita castellana (anche Loc. Penna, Priati e d’intorni). Urgente! Tel. 0761.516985 - LAVORO PER PULIZIE uffici e studi, mobilifici. No perditempo. Lavoro in propio. Campo de’ fiori Annunci Automunita. Tel. 338.3238042 ore pasti. -RAGAZZA PARTICOLARMENTE SENSIBILE per attività di socializzazione con un giovane ragazzo con disabilità . Preferibilmente automunita. Tel. 339.4060663. - LAVORO COME BADANTE giorno e notte, pulizie ad ore, privatamente o con ditte, cameriera lungo orario. Tel. 329.9526312. - SIGNORA 50ENNE ITALIANA di Civita Castellana, cerca lavoro come baby sitter. Esperienza con bambini. 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Città ......................................................Tel...................................Firma................................................................ Sandro Anselmi P.zza della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) Tel./Fax 0761.51.31.17 e-mail : [email protected] Hai un immobile da vendere o da affittare? Cosa aspetti! Pubblicizzalo tramite l’Agenzia Anselmi, da 40 anni al vostro servizio! Cerchi un immobile da affittare o da acquistare? Valuta le nostre offerte e vieni a trovarci in agenzia! VENDO Civita Castellana Via del Forte. App.to al II° piano, 55 mq, composto da salone con angolo cotura, 2 camere, 1 bagno. Luminosissimo e con rifiniture di pregio. Cod. V60 Napoli Vignanello Vende o Affitta appartamento al III° Piano, 90 mq, composto da disimpegno, cucina abitabile, 3 camere, bagno e grande ripostiglio. Completamente soppalcabile. Soleggiato e ben collegato con i mezzi urbani. Terreno 6.800 mq con ulivi, nocciole e piccolo annesso. Cod. 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