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Non ti lascio cadere e non ti abbandono

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Non ti lascio cadere e non ti abbandono
Non ti lascio cadere e non ti abbandono-Anselm Grun
Non ti lascio cadere e non ti abbandono.
Resto presso di te con il mio amore,
ti accompagno dovunque andrai.
Il mio amore sia la tua forza, la mia fedeltà la tua difesa.
Ti avvolga la mia tenerezza,
e ti venga incontro la mia brama.
Se sei triste, ti consolerò,
nella tua inquietudine stendo la mia mano su di te,
nel tuo dolore bacio le tue ferite,
nel tumulto mi metto al tuo fianco
come angelo delle difficoltà.
Se gli uomini ti deridono ti irrobustirò le spalle,
nella tua mutezza ti offrirò la mia voce
e quando sarai ricurvo per il dolore ti solleverò
con uno sguardo d’amore.
Quando tutto inaridirà in te, ti regalerò il mio calore,
e quando le preoccupazioni ti opprimeranno,
ti sussurrerò parole di fiducia.
Se l’affanno colmerà la tua anima, lo caccerò,
e la mia presenza sarà per te luce in tutto quello che farai.
Al mattino ti risveglia il mio desiderio
e alla sera ti ricopre il mio amore;
addormentati nelle mie braccia
faccia a faccia, cuore a cuore…
tendi l’orecchio, batte per te… nella lunga notte,
a ogni nuovo giorno…
(Anselm Grun e Maria M. Robben)
Guarire la memoria
Henri J. M. Nouwen
Perdonare non significa dimenticare
Quando perdoniamo una persona, la memoria di quella ferita può rimanere a lungo con noi,
anche tutta la vita. Talvolta portiamo questa memoria nel nostro corpo come un segno visibile.
Il perdono cambia però la maniera in cui ricordiamo; trasforma la maledizione in benedizione.
Quando perdono i miei genitori per il loro divorzio, i miei figli per la loro mancanza di
attenzione, i miei amici per la loro infedeltà nelle crisi, i miei medici per i loro cattivi consigli,
non devo più sentirmi la vittima di eventi che non ho potuto dominare.
Il perdono mi consente di fare appello alla mia stessa forza e di non lasciare che questi eventi
mi distruggano; li fa diventare eventi che approfondiscono la saggezza del mio cuore.
Il perdono guarisce veramente il ricordo.
Perdonare nel nome di Dio
Siamo tutti persone ferite. Chi ci ferisce? Molto spesso coloro che amiamo e che ci amano.
Quando ci sentiamo respinti, abbandonati, maltrattati, manipolati o violati, spesso questo viene
soprattutto da persone che ci sono molto vicine: i genitori, gli amici, gli sposi, gli amanti, i figli, i
vicini, gli insegnanti, i pastori.
Coloro che ci amano ci feriscono anche. È questa la tragedia della nostra vita, ed è questo
che rende così difficile perdonare di cuore. È proprio il nostro cuore ad essere ferito.
Esso grida: «Proprio tu, che credevo mi saresti stato vicino, mi hai abbandonato. Come potrò
mai perdonarti per questo?».
Il perdono sembra spesso impossibile, ma niente è impossibile a Dio. Il Dio che vive in noi ci
darà la grazia di andare al di là del nostro io ferito per dire: «Nel nome di Dio sei perdonato».
Preghiamo per ricevere questa grazia.
Tornare all'amore di Dio
Noi confondiamo spesso l'amore senza condizioni con un'approvazione senza condizioni. Dio
ci ama senza condizioni, ma non approva ogni comportamento umano.
Dio non approva il tradimento, la violenza, l'odio, il sospetto e tutte le altre espressioni del
male, perché esse contraddicono tutte l'amore che Dio vuole stillare nel cuore umano. Il male
è l'assenza dell'amore di Dio. Il male non appartiene a Dio.
L'amore incondizionato di Dio significa che Dio continua ad amarci anche quando diciamo o
pensiamo cose malvage.
Dio continua ad aspettarci come un padre amorevole aspetta il ritorno di un figlio smarrito. È
importante per noi attenerci alla verità che Dio non rinuncia mai ad amarci, anche quando è
rattristato da quel che facciamo.
Questa verità ci aiuterà a tornare all'onnipresente amore di Dio.
Mi ami tu?
Henri J. M. Nouwen,
Prima di costituirlo pastore del suo gregge Gesù domandò a Pietro: "Simone, figlio di
Giovanni, mi ami tu più degli altri?". Poi gli domandò una seconda volta: "Mi ami tu?", e una
terza volta ripeté la stessa domanda: "Mi ami tu?". Anche noi dobbiamo porre questa
domanda al centro del nostro ministero cristiano, perché è proprio essa che ci permette di
essere da un lato inutili, e dall'altro veramente fiduciosi in noi stessi.
Basta guardare Gesù. Il mondo non si curò minimamente di Lui, e Gesù fu crocifisso e
sepolto. Il suo messaggio di amore fu rigettato da un mondo assetato di potere, efficienza e
dominio. Ma ecco che Gesù risuscito, con le ferite nel suo corpo glorificato, appare ad alcuni
amici che hanno occhi per vedere, orecchie per udire e cuore per comprendere. Questo Gesù
rigettato, sconosciuto, ferito, chiede semplicemente: "Mi ami tu? Mi ami davvero?". Lui che si
era preoccupato solo di annunciare l'amore incondizionato di Dio ha una sola domanda da
fare: "Mi ami tu?".
Gesù non chiede: "C'è molta gente che ti prende sul serio? Hai intenzione di compiere grandi
cose? Hai già qualche risultato da farmi vedere?". Chiede invece: "Sei innamorato di Gesù?".
Forse potremmo formulare la domanda anche in altro modo: "Conosci il Dio incarnato?". E' un
cuore che non conosce sospetti, vendette, risentimenti, né tanto meno odi. E' un cuore che
vuole solo dare amore ed essere ricambiato con amore. E' un cuore che soffre immensamente
perché vede la grandezza del dolore umano e l'ostinazione a non fidarsi del cuore di un Dio
che vuole offrire consolazione e speranza.
Il leader cristiano del futuro è uno che conosce intimamente il cuore di Dio, diventato "cuore di
carne" in Gesù. Conoscere il cuore di Dio significa annunciare e rivelare in modo coerente,
radicale e quantomai concreto che Dio è amore, e solo amore, e che la paura, l'isolamento o
la disperazione che possono tormentare l'anima umana sono prove che certamente non
vengono da Dio. Tutto questo può sembrare molte evidente e forse banale, ma ben pochi
sanno che Dio li ama senza condizioni e senza limiti. Questo amore incondizionato e illimitato
è quello che l'evangelista Giovanni chiama il "primo" amore di Dio. "Amiamo Dio", egli dice,
"perché Dio ci ha amati per primo"(1 Gv 4,19). L'amore che spesso ci lascia dubbiosi, delusi,
arrabbiati e offesi è il "secondo" amore: e cioè accettazione, affetto, simpatia, incoraggiamento
e sostegno dei genitori, insegnanti, coniugi, amici. E sappiamo tutti che è un amore
quantomai, limitato, violato e fragile. Sotto le numerose espressioni di questo secondo amore
si nasconde sempre la possibilità di rigetto, ritiro, castigo, ricatto, violenza e perfino odio. Molti
film e drammi contemporanei ritraggono le ambiguità e ambivalenze delle relazioni umane, e
non esistono amicizie, matrimoni, comunità in cui le tensioni e gli sforzi del secondo amore
non si rivelino in tutta la loro gravità. Si direbbe anzi che gli aspetti piacevoli della vita di ogni
giorno nascondano molte ferite aperte che si chiamano abbandono, tradimento, rigetto,
rottura, perdita. Tutto questo è, per così dire, l'ombra inseparabile del secondo amore e rivela
l'oscurità che non abbandona mai completamente il cuore umano.
L'essenza della buona novella sta proprio qui: nell'annuncio che il secondo amore è solo un
pallido riflesso del primo amore, e che il primo amore ci viene offerto da un Dio in cui non ci
sono ombre.
Amami così come sei (versione lunga)
Mons. Lebrun
Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità
del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: Dammi il tuo cuore, amami
come sei...
Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'amore, non amerai mai. Anche se sei
vile nella pratica della virtù e del dovere, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non
commettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei.
In ogni istamte e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o
nell'infedeltà, amami... come sei... voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere
perfetto, non mi amerai mai.
Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e
di amore? Non sono io l'Onnipotente? E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri
meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio
amore?
Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore. Certo voglio col tempo trasformarti, ma per
ora ti amo come sei... e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi
della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore dei poveri e
dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: Gesù ti amo.
Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo
talento. Una cosa sola mi importa, di vederti lavorare con amore.
Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il
tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no,
sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai... perché ti ho creato soltanto per
l'amore.
Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re dei Re! Busso e aspetto;
affrettati ad aprirmi. Non allargare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua
indigenza, moriresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di
me e mancare di fiducia.
Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche
l'azione più insignificante soltanto per amore. Conto su di te per darmi gioia...
Non ti preoccupare di non possedere virtù; ti darò le mie. Quando dovrai soffrire, ti darò la
forza. Mi hai dato l'amore, ti darò di poter amare al di là di quanto puoi sognare...
Ma ricordati... Amami come sei...
Ti ho dato mia Madre: fa passare, fa passare tutto dal suo Cuore così puro.
Qualunque cosa accade, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non
mi ameresti mai... Va...
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