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casi clinici - Tigicongress
CASI CLINICI CASO CLINICO DR. ANGIOLI PAOLO Paziente di sesso femminile di anni 68 Fattori di rischio cardiovascolare: dislipidemia, familiarità per malattie cardiovascolari Comorbidità: talassemia minor e litiasi colecistica. Stato ansioso-depressivo trattato in giovane età Nell'ottobre 2011 primo episodio di sindrome coronarica acuta (alterazioni ECG da ischemia circonferenziale) sottoposta a coronarografia in emergenza (trasferita dal 118 in sala di emodinamica), con rilievo coronarografico di malattia ateromasica coronarica multivasale con stenosi critiche di interventricolare anteriore (IVA) e circonflessa (CX) trattate nella stessa seduta PTCA con stent medicato (everolimus) su IVA II tratto, POBA su secondo diagonale (D2) e PTCA/stent su biforcazione CX –MO con zotarolimus (T stent). Paziente dimessa in duplice terapia antiaggregante con asa e clopidogrel). Dopo 2 settimane per riferita costrizione al giugulo da sforzo, effettuato ecostress dipiridamolo, risulttato positivo per ischemia miocardica inducibile nel territorio dell'arteria interventricolare anteriore e della a. circonflessa a bassa dose (conservata funzione sistolica ventricolare sx globale). Al controllo coronarografico non stenosi né restenosi significative. Nell' ipotesi di angina microvascolare la Paziente è stata dimessa con terapia integrata da ranolazina, poi sospesa per intolleranza (stato di agitazione). Dopo ulteriori 15 giorni recidiva di sindrome coronarica acuta da occlusione trombotica intrastent di MO1 trattata con trombosuzione e PTCA con pallone medicato; evidenza inoltre di progressione di malattia aterosclerotica nei tratti distali di IVA e CX, trattati con PTCA e stent medicati all’everolimus. In quell' occasione iniziata terapia con prasugrel 5 mg (peso corporeo < 60 kg), al posto di clopidogrel. Sospesa atorvastatina cp 40 mg per intolleranza soggettiva. Dopo un altro mese recidiva di Sindrome coronarica acuta con evidenza alla coronarografia di stenosi severa di IVA II tratto, CX II tratto ed MO1, con significativo carico trombotico, trattate con trombosuzione su IVA e multiple PTCA e due stent medicati su CX II ed MO1. In tale occasione, nonostante il basso peso corporeo (53 kg ca.) è stata aumentata la dose di prasugrel da 5 a 10 mg /die; abbiamo verificato la risposta piastrinica in vitro mediante il test "VerifyNow", da cui risultava un valore di PRU di 59, pari ad un' inibizione piastrinica dell' 84%). Abbiamo inoltre eseguito indagini miranti all' identificazione di eventuali patologie autoimmuni associate, tutti risultati negativi (eseguito fattore reumatoide, anticorpi anticitrullina, anticorpi anticitoplasma neutrofili ANCA, ATC antinucleo e antimuscolatura liscia e antiendomisio-transglutaninasi) e/o coagulopatie (riferita la Paziente al Centro di Riferimento Regionale per la Trombosi dell'Ospedale Careggi) ma senza reperti patologici. Dopo ulteriori 30 giorni per angina instabile effettuata coronarografia che ha evidenziato stenosi del 95% all'edge prossimale dello stent sul primo ramo margine ottuso che è stata trattata con angioplastica con pallone medicato, e subocclusione all'edge prossimale dello stent sulla circonflessa al II tratto, che è stata trattata con angioplastica e impianto di stent medicato. Non restenosi intrastent su interventricolare anteriore media. Incrementato il dosaggio della rosuvastatina a 20 mg/die. Nuova recidiva di Sindrome coronarica dopo 30 giorni da restenosi intrastent ostiale di MO 1 che è stata trattata con PTCA/DES all’everolimus su tale vaso. A seguito di tale ennesima recidiva, pur essendo negativi i test per le problematiche autoimmunitarie è stato deciso di iniziare terapia cortisonica per cercare di verificare se fosse possibile bloccare con tale nuovo approccio la straordinaria evolutività di tale patologia coronarica. E' stata quindi iniziata terapia con prednisone al dosaggio di 1 mg/Kg /die. Dopo una settimana tale dosaggio è stato scalato a 0.75 mg/Kg/die. Nei giorni successivi recidiva di SCA da restenosi di IVA II tratto, trattata con PTCA/pallone medicato su tale vaso. Normale funzione sistolica ventricolare sx. Alla luce dell'ennesima recidiva è stato ulteriormente approfondito l'aspetto autoimmunitario attraverso ripetute analisi di tipizzazione linfocitaria che non hanno tuttavia evidenziato un chiaro pattern autoimmune. Sebbene non supportato da sintomi sistemici o presenza di ipereosinofilia è stato anche indagato un possibile meccanismo allergico mediante determinazione delle IgE circolanti e ripetuta sierologia per virus cardiotropi, incluso parvovirus B19 risultati negativi. Dimessa in terapia medica comprensiva di prednisone al dosaggio di 50 mg/die, che è stato progressivamente e lentamente scalato fino al dosaggio di 2,5 mg/die, dosaggio in atto al momento dell'attuale ricovero, mantenendosi la paziente asintomatica per i tre mesi successivi. Dopo 9 mesi dall’episodio iniziale il paziente ha presentato nuovamente sindrome coronarica acuta, per cui è stata centralizzata in Emodinamica e sottoposta a coronarografia urgente con evidenza di restenosi intrastent diffusa di IVA II tratto, di CX II tratto e del 1° ramo margine ottuso, tutte trattate con angioplastica e pallone medicato. Dopo questa nuova recidiva la paziente è stata inviata ad intervento di rivascolarizzazione miocardica chirurgica presso la cardiochirurgia di riferimento. Da allora la paziente non ha presentato recidive (8 mesi). CASO CLINICO DR.SSA COLOMBO PAOLA SESSO del paziente: Femmina, 1933 ETA’ del paziente: ipertensione, dislipidemia FATTORI DI RISCHIO: Sindrome coronarica acuta in recente trauma cranico TECNICA EFFETTUATA: PTCA e stent in due tempi. CASO CLINICO DR. COMEGLIO MARCO SESSO del paziente: soggetto di sesso femminile ETA’ del paziente: anni 49 FATTORI DI RISCHIO: ex fumatrice, non ipertesa, non diabetica, non dislipidemica BREVE STORIA CLINICA: ricovero per sindrome coronarica acuta TECNICA EFFETTUATA: PTCA con DES CASO CLINICO DR. LETTIERI CORRADO SESSO del paziente: maschio ETA’ del paziente: 59 FATTORI DI RISCHIO: fumo, dislipidemia, pregressa irradiazione mediastinica BREVE STORIA CLINICA: pregresso IMA e pregresso CABG. Ripetuti ricoveri x SCA con patologia multi vasale. TECNICA EFFETTUATA: progressione di ripetute (12) rivascolarizzazioni multi vasali per ristenosi e malattia. Per ristenosi intrastent Utilizzati stent medicati di prima e 2° generazione, POBA, DEB e cutting balloon CASO CLINICO DR. LORENZONI ROBERTO SESSO del paziente: Femmina, ETA’ del paziente: 70 aa, FATTORI DI RISCHIO: ipertensione arteriosa, BREVE STORIA CLINICA: infarto acuto del miocardio complicato da arresto cardiocircolatorio, TECNICA EFFETTUATA: CDX. procedura efficace di PCI primaria su CX, successiva PCI su IVA e CASO CLINICO DR. MARTINONI ALESSANDRO SESSO del paziente: Uomo ETA’ del paziente: 75 aa. FATTORI DI RISCHIO: Anamnesi ipertensione arteriosa. BREVE STORIA CLINICA: In seguito a dispnea e precordialgie esegue ecocardiogramma, indicativo di stenosi aortica ai limiti della criticità e coronarografia, con evidenza di coronaropatia trivasale. Viene pertanto posta indicazione in altri centri a intervento chirurgico di rivascolarizzazione coronarica mediante bypass e a concomitante sostituzione valvolare aortica. In attesa di intervento chirurgico il paziente sospende la terapia antiaggregante piastrinica già in atto. Dopo alcuni giorni si presenta in PS con quadro di infarto anteriore esteso con shock cardiogeno. Si procede quindi a coronarografia, indicativa di occlusione acuta dell’arteria interventricolare anteriore. Previa assistenza ventilatoria con intubazione oro-tracheale e posizionamento di contropulsatore si procede a PTCA primaria , con risoluzione del quadro clinico e emodinamico. TECNICA EFFETTUATA: Successivo completamento della rivascolarizzazione con PTCA di Cx e della coronaria dx. Disfunzione sistolica residua pre-dimissione di entità severa (FEVS 35%), evoluta a 42% a circa 30 gg dalla dimissione, con paziente sostanzialmente asintomatico e in buon compenso. Rivalutazione ecografica della valvulopatia aortica indicativa di stenosi aortica moderato-severa. Sarà da discutere se procedere a TAVI dopo follow-up. CASO CLINICO DR. MENOZZI ALBERTO Sesso del paziente: maschio Età del paziente: 74 anni Fattori di rischio cardiovascolare: familiarità per cardiopatia ischemica (padre deveduto per infarto miocardico acuto all’età di 82 anni e fratello affetto da cardiopatia ischemica), ipertensione arteriosa in trattamento farmacologico dal 1994 (calcio antagonista), lieve ipercolesterolemia non in trattamento, moderato sovrappeso. Breve storia clinica del paziente: il paziente viene inviato a visita cardiologica in quanto ha riferito la comparsa, da due-tre mesi, di alcuni episodi di dolore gravativo retrosternale per sforzi moderati, ad esempio dopo cena nel camminare al freddo. E’ stato quindi eseguito ecostress con dobutamina con evidenza di ischemia transmurale a sede inferiore confermata dalla comparsa di angor con sopraslivellamento transitorio del tratto ST a sede inferiore per cui il paziente è stato ricoverato in UTIC per essere sottoposto a coronarografia urgente. La coronarografia ha documentato coronaropatia trivasale per cui, previa valutazione mediante fractional flow reserve che ha documentato la non criticità della stenosi sul ramo discendente anteriore è stata eseguita angioplastica con impianto di stent medicato sulla coronaria destra ed in seguito eseguito completamento della rivascolarizzazione mediante angioplastica sul ramo circonflesso. Tecnica effettuata: coronarica. coronarografia, fractional flow reserve, angioplastica CASO CLINICO DR. PASSAMONTI ENRICO SESSO del paziente: M ETA’ del paziente: 75 FATTORI DI RISCHIO: ipertensione BREVE STORIA CLINICA: SCA TECNICA EFFETTUATA: PTCA e stenting CASO CLINICO DR. PICCHI ANDREA Donna di 77 anni, ex-fumatrice, affetta da diabete mellito di tipo II. Giunge alla nostra osservazione per sindrome coronarica acuta STEMI anteriore complicata da shock cardiogeno. Dopo posizionamento di IABP si evidenzia una malattia ateromasica calcifica diffusa con stenosi serrata del TC e dell’IVA media, stenosi critica del ramo marginale e della coronaria destra (dominante). Si posizionano stent medicati su IVA media e su TC-IVA con kissing balloon IVA/Cx. Si decide di non trattare, per il momento, le restanti lesioni. Sette mesi dopo, controllo coro che documenta un buon risultato della PCI: viene quindi eseguita PCI del ramo marginale, sede di ischemia ad ecostress. Follow-up a otto mesi: NYHA I, CCS I, non eventi emorragici. Punti di discussione del caso: necessità di completamento della rivascolarizzazione in paziente con STEMI, malattia multivaso complessa e shock cardiogeno. CASO CLINICO DR.SSA VALENTE SERAFINA SESSO del paziente: maschio ETA’ del paziente: 64 FATTORI DI RISCHIO: familiarità per cardiopatia ischemica , ipertensione, dislipidemia BREVE STORIA CLINICA: STEMI anteriore in CAD trivasale TECNICA EFFETTUATA: PCI primaria su IVA e successivo completamento della rivascolarizzazione con PCI di coronaria destra e circonflessa previo studio con FFR CASO CLINICO DR. VANDONI PIETRO Paziente RG, donna 81 anni FRC: ipertensione, dislipidemia severa non controllata, famigliarità per CAD Storia clinica: pregresso IMA apicale trombolisato trattato conservativamente con test da sforzo successivi negativi sottomassimale e conservata funzione contrattile globale a ecocardiogrammi negli anni successivi. Autopresentata in PS per dolore epigastrico associato a vomito, PA 85/55 Killip 2. ECG STEMI anteriore e inferiore. ECOCARDIO: VSx sfericizzato, FE 20%, IM 2+ CORONAROGRAFIA immediata: occlusione di coronaria destra distale preceduta da stenosi serrata, occlusione ostiale di IVA con riabitazione di ramo diagonale a valle, stenosi 50% del TC. Eseguita PTCA su Cdx media senza ricanalizzazione distale del vaso. Regressione di angor e del sopra ST comparsa di BBDx. Posizionato IABP + dopamina e.v. Angiox infusione prolungata In UTIC regressione del BBDx e ripresa di sopra ST anteriore. In 2° giornata eseguita ricanalizzazione di IVA e PTCA TC-intermedio Tecnica utilizzata: PCI su IVA ostiale con tromboaspirazione seguita da PCI su IVA media con DES e PCI su TC-IVA-intermedio con T stentino Buona evoluzione clinica. Programmato controllo angiografico e tentativo di PCI su CDx distale che sarà presentato in sede congressuale.