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Devozione popolare
1/4 15/04/2015 Devozione popolare Gravato di antiche connotazioni ideologiche, il concetto di devozione popolare è controverso. Analogamente all'Arte popolare e alla Medicina popolare, la devozione popolare viene associata dai critici a un pensiero scientifico antiquato, che conferiva al termine un'aura irrazionale, pressoché magica. Alcuni considerano l'espressione vaga, priva di significato e allusiva a uno stato di cose che non corrisponde alla realtà. Altri la associano invece a un sentimento di reverenza sostanzialmente diverso dalla devozione "ufficiale". In alternativa al termine corrente Nell’edizione a sono state proposte la locuzione "religiosità popolare" (Gottfried Korff) e stampa questo articolo è corredato da quella, di ascendenza anglosassone e franc., di "folclore religioso" immagini. È possibile ordinare il DSS presso il nostro editore. (Wörterbuch der deutschen Volkskunde). La devozione è in primo luogo un atteggiamento di vita che concilia la convinzione religiosa con il comportamento quotidiano, l'interiorità con gli atti esteriori; rappresenta la risposta concreta dell'uomo alla domanda circa il senso della vita. La devozione popolare è la forma sincretistica del pensiero religioso, dei sentimenti e delle azioni di individui e gruppi, che adegua alle proprie esigenze le pratiche di vita e i contenuti spirituali prestabiliti dalle Chiese ufficiali e dai loro rappresentanti, amalgamandoli e trasformandoli in modo creativo. La devozione popolare interessa anzitutto i sensi e l'animo, e in misura minore la ragione; privilegia forme espressive ed eloquenti, è simbolica e cerca la prossimità. Il concetto resta comunque difficile da definire, poiché l'ampio spettro di rapporti tra le forme di religiosità accreditate e quelle non ufficiali si estende "dall'intersezione reciproca alla relativa autonomia" (Kaspar von Greyerz). Pertanto, in passato, i confini fra devozione popolare, Superstizione, Magia e Astrologia erano spesso fluidi. Alcuni fenomeni attinenti alla devozione popolare furono promossi dalla Chiesa ufficiale o da chierici. Altri vennero sollecitati invece da esponenti laici e per sec. furono malvisti e, in singoli casi, anche criminalizzati dalle Chiese ufficiali, che attribuivano loro un latente carattere sovversivo. Spesso la devozione vissuta nel quotidiano era in netta contrapposizione con le pratiche della devozione ufficiale. Sotto molti aspetti, la varietà delle forme e lo sviluppo storico della devozione popolare in Svizzera trovano riscontro in quelli delle regioni confinanti. L'evoluzione risente dell'influenza delle principali tendenze spirituali e materiali che hanno caratterizzato i singoli periodi, in quanto la devozione popolare è in sé espressione delle condizioni spirituali di un'epoca. Autrice/Autore: Paul Hugger/mdi 1 - Medioevo Le conoscenze sulla devozione popolare in Svizzera nell'alto e basso ME sono piuttosto scarse, considerando che le fonti sono costituite prevalentemente da dichiarazioni di teologi e chierici, che tendevano ad argomentare nel registro della Religione elaborata. Per l'alto ME si impone un'importante distinzione fra devozione popolare e devozione laica, poiché sotto il profilo delle origini e del modo di vita molti sacerdoti facevano parte del "popolo" e coltivavano un sentimento religioso più affine a quello della comunità parrocchiale del villaggio che a quello della gerarchia ecclesiastica. Infondato è l'approccio basato sulla distinzione di classe, che limita la devozione popolare ai gruppi sociali inferiori. La devozione popolare e la devozione elitaria si manifestavano per mezzo di fenomeni sostanzialmente simili, che si distinguevano sul piano pratico: accanto ai luoghi di pellegrinaggio medievali visitati solo dalla gente "semplice" esistevano le URL: http://www.hls-dhs-dss.chI11511.php © 1998-2016 DSS: Tutti i diritti d'autore di questa pubblicazione elettronica sono riservati al Dizionario Storico della Svizzera, Berna. I testi pubblicati su supporto elettronico sono soggetti alla stessa regolamentazione in vigore per i testi stampati. Diritti di uso e norme di citazione (PDF). 2/4 mete che attiravano quasi esclusivamente i cavalieri. La pervasiva religiosità tipica del ME induce a pensare che le espressioni di devozione popolare contrassegnassero l'intera quotidianità. La devozione popolare era incentrata sul nucleo fam. ed era solidale spec. nei confronti dei parenti scomparsi (culto delle anime del Purgatorio, donazioni per messe annuali di suffragio); era legata alla credenza nel demonio e nei miracoli. Partiva dal presupposto che Dio intervenisse direttamente nella vita degli uomini secondo il principio del "do ut des", come nei riti di fecondità praticati nel Giura catt. fino all'epoca moderna (adorazione di fonti e alberi sacri, ad esempio nella cappella di S. Fromund a Bonfol). Determinata da un formalismo rituale, la devozione popolare era diffusa anche nell'ambito delle comunità laiche degli umiliati, delle beghine e dei begardi. Nel ME la devozione popolare aspirava a un'icasticità e a un'incisività delle immagini che trovano riscontro, fra l'altro, nella popolarità delle vie crucis e delle stazioni del calvario introdotte dai francescani. Autrice/Autore: Paul Hugger / mdi 2 - Epoca moderna 2.1 - Devozione popolare cattolica Il Clero catt., che non si componeva unicamente di membri provenienti dalle città e vantava una lunga tradizione ecclesiastica, si dimostrò più disponibile del clero rif. ad accogliere le pratiche religiose rurali e paesane (Cattolicesimo). Pertanto, la devozione popolare catt. ebbe maggiori possibilità di sviluppo. Nell'epoca moderna, inoltre, le pratiche devozionali ereditate dal ME erano legate al ritmo dell'anno agrario e ai corrispettivi calendari dei santi (Anno liturgico). All'epoca della Riforma catt., la Chiesa cattolica promosse le espressioni di religiosità popolare come elementi di difesa contro l'opposizione riformatrice. Durante l'Illuminismo, per contro, tentò di attenuarle o addirittura di reprimerle. Le regioni germanofone della Svizzera risentirono dell'influenza del giuseppinismo, promosso spec. dal vicario generale della diocesi di Costanza, Ignaz Heinrich von Wessenberg. A partire dall'inizio del XIX sec. e più tardi sotto l'influenza del Kulturkampf e delle dispute sul modernismo, l'approccio tendenzialmente razionale alla religione lasciò il posto a una nuova cultura, caratterizzata da una pronunciata profondità di sentimento, che soddisfece appieno le esigenze della devozione popolare, favorendone un rinnovato sviluppo. Lo stesso vale per il trionfalismo, che contraddistinse la vita catt. fino al secondo dopoguerra. Con il Concilio Vaticano II (1962-65) prese avvio una nuova fase di moderazione, che non compromise però in maniera sostanziale il grado di autonomia conseguito dalla devozione popolare. Nel XIX e XX sec. la devozione popolare catt. trovò una delle sue principali espressioni nei Pellegrinaggi introdotti nel ME e consolidati nell'epoca barocca - che in seguito all'organizzazione popolare acquisirono ognuno una propria fisionomia. Tra gli esempi si possono annoverare i pellegrinaggi da Hornussen (Argovia) a Todtmoos nella Foresta nera e quelli alla cappella del Vorbourg nel Giura e alla cappella della Visitazione di Maria di Ziteil. Di particolare rilievo nella devozione popolare catt. erano inoltre gli ex voto, correlati ai pellegrinaggi, e le processioni che accompagnavano insegne sacre (bandiere, statue, l'asino delle Palme), il culto delle reliquie, che culminò nelle solenni traslazioni celebrate nel XVII e XVIII sec., gli oggetti acquistati in ricordo dei luoghi visitati durante i pellegrinaggi, e gli oggetti devozionali, come quelli prodotti dalla ditta Gebrüder Benziger di Einsiedeln (figure in gesso della Vergine, di Cristo e dei santi). Espressioni di devozione popolare erano anche gli spettacoli teatrali di ispirazione religiosa, le sacre rappresentazioni della Passione, i presepi natalizi, allestiti spec. nei Grigioni e tuttora nelle chiese del cant. Friburgo, le processioni del Venerdì Santo, celebrate ancora oggi a Mendrisio e a Romont (FR), e i misteri della Passione (ad esempio a Selzach). Le funzioni mariane nelle chiese decorate con fiori e le rappresentazioni del S. Sepolcro, con alcuni ragazzi nel ruolo delle guardie d'onore, godevano di notevole popolarità. In molte località ancora oggi il giorno della Domenica delle Palme dei ragazzi trasportano in chiesa alcune palme. Le espressioni della devozione popolare catt. includono inoltre i piccoli monumenti che contraddistinguono il paesaggio - edicole, cappelle votive e crocifissi situati ai margini delle strade, eretti perlopiù da devoti fondatori - e le stampe popolari con immagini sacre, che peraltro trovano riscontro anche in campo prot. (ad esempio nelle illustrazioni della Bibbia distribuite nelle scuole domenicali). In entrambe le confessioni (scuole domenicali, catechismo) compariva il Nickneger (Nero che annuisce), una scatola per offerte di beneficenza, ornata con una figura in cartapesta o in gesso, la cui testa annuiva in segno di approvazione ogni volta che veniva introdotta una moneta. URL: http://www.hls-dhs-dss.chI11511.php © 1998-2016 DSS: Tutti i diritti d'autore di questa pubblicazione elettronica sono riservati al Dizionario Storico della Svizzera, Berna. I testi pubblicati su supporto elettronico sono soggetti alla stessa regolamentazione in vigore per i testi stampati. Diritti di uso e norme di citazione (PDF). 3/4 Autrice/Autore: Paul Hugger / mdi 2.2 - Devozione popolare evangelica La devozione popolare viene messa in relazione prevalentemente con la confessione catt. Essa esiste però anche in ambito rif. (Protestantesimo), sotto una forma meno estroversa e quindi più difficile da definire. La sobrietà delle forme liturgiche e la rigorosa regolamentazione del Culto evangelico limitarono considerevolmente lo sviluppo della devozione popolare rif. rispetto a quella catt. In base agli assunti dei riformatori (Riforma), che tolleravano le Tradizioni solo come elementi d'ordine della vita pubblica, la devozione popolare avrebbe addirittura dovuto essere soppressa, dal momento che essa considerava la simbologia della tradizione un elemento di coesione sociale. Di fatto, avvenne il contrario, come dimostrano ad esempio il Culto dei santi, rimasto in uso nelle regioni prot. fuori della Svizzera, o le pratiche della superstizione attestate sul territorio della Conf. fino al XVII sec. inoltrato. La Riforma produsse però uno spostamento degli accenti: nei com. rurali delle regioni rif. della Svizzera, la designazione dei pastori a portavoce delle autorità - nella maggior parte dei casi i pastori erano di origine cittadina - rafforzò la distanza fra gli esponenti del clero e la pop., e indebolì l'influenza della chiesa ufficiale sugli sviluppi della devozione popolare. Con ogni probabilità, per molti sudditi le pratiche di devozione popolare e di superstizione rappresentavano anche un mezzo per sottrarsi alla Riforma imposta dalle autorità e ai tentativi di disciplinamento sociale. Le ripetute denunce inoltrate nel cant. Vaud fra il 1630 e il 1670 riguardo all'adorazione di un tronco d'albero, associato alla guarigione dei malati di gotta, o di una fontana, la cui acqua avrebbe dovuto scacciare gli spiriti, dimostrano che nell'ambito della devozione popolare la Riforma non produsse effetti immediati e radicali, come sostengono numerosi storici. I parallelismi con la devozione popolare catt. sono illustrati dai resoconti agiografici sui miracoli redatti dopo la morte dell'eroe della libertà vodese Jean Daniel Abraham Davel nel 1723. La componente creativa della devozione popolare rif. si manifestò nel rinnovamento o nello sviluppo di determinati rituali, quali il Battesimo durante il culto evangelico o la confermazione (Cresima e Confermazione), celebrati su richiesta di membri laici della comunità. Altre usanze, poi cadute in disuso, prevedevano la preghiera devozionale o la lettura (anche ad alta voce) di libri di devozione, legati tra l'altro a pratiche di superstizione, quali l'oracolo della Bibbia. Il Pietismo portò a una forma peculiare di devozione popolare rif., che si manifestò in cerchie private (ad esempio nello Stündli a Basilea) e più tardi nell'ambito delle Chiese libere (Sette e Chiese libere). Un'altra espressione caratteristica della devozione popolare rif. sono i pensieri pii, i versi del Vangelo, gli scritti di carattere commemorativo e le prove scritte d'esame. Nei cant. Appenzello Esterno, Berna, Zurigo, Turgovia, Neuchâtel e Vaud questo tipo di calligrafia diventò una disciplina autonoma dell'arte popolare. Considerata un atto pio, la trascrizione in bella scrittura di un detto della Bibbia era coltivata dagli insegnanti, dai pastori e dai calligrafi. Autrice/Autore: Paul Hugger / mdi 3 - Forme moderne La religiosità popolare moderna accoglie in misura crescente idee estranee alla Chiesa, spesso riprese da culture straniere; si trasforma in una ricerca di verità basata sull'esperienza di vita, che si richiama al diritto dell'individuo all'autorealizzazione. Nelle forme moderne di devozione popolare confluiscono, oltre a elementi della religione civile (culto della patria, virtù civiche) e del culto delle star, varie forme di culto esoterico (Esoterismo) che hanno reso ancora più indeterminato e composito il concetto di devozione popolare Anche in questo caso, l'originaria forma orale della comunicazione del sapere ha lasciato il posto a forme scritte. Autrice/Autore: Paul Hugger / mdi Riferimenti bibliografici Bibliografia – P. Wernle, Der schweizerische Protestantismus im 18. Jahrhundert, 3 voll., 1923-1925 – N. Curti, Volksbrauch und Volksfrömmigkeit im katholischen Kirchenjahr, 1947 – E. Strübin, Baselbieter Volksleben, 1952 – R. Weiss, «Grundzüge einer protestantischen Volkskultur», in SAVk, 6, 1965, 75-91 URL: http://www.hls-dhs-dss.chI11511.php © 1998-2016 DSS: Tutti i diritti d'autore di questa pubblicazione elettronica sono riservati al Dizionario Storico della Svizzera, Berna. I testi pubblicati su supporto elettronico sono soggetti alla stessa regolamentazione in vigore per i testi stampati. Diritti di uso e norme di citazione (PDF). 4/4 – M. Mercier-Campiche, L'affaire Davel, 1970 – P.-O. Walzer Vie des saints du Jura, 1979 – K. e R. Beitl, Wörterbuch der deutschen Volkskunde, 19743, 870 – P. Kern, Heiliggräber im Bistum St. Gallen, 1993 – I. Baumer «Glaubenssinn - Kirchensinn», in Der Glaubenssinn des Gottesvolkes, Konkurrent oder Partner des Lehramtes?, a cura di D. Wiederkehr, 1994, 21-65 – A. Angenendt Geschichte der Religiosität im Mittelalter, 1997 (20094) – E. Halter, D. Wunderlin (a cura di), Volksfrömmigkeit in der Schweiz, 1999 – K. von Greyerz, Religion und Kultur, 2000 – P. Hugger, Meister Tod, 2002 Autrice/Autore: Paul Hugger/mdi URL: http://www.hls-dhs-dss.chI11511.php © 1998-2016 DSS: Tutti i diritti d'autore di questa pubblicazione elettronica sono riservati al Dizionario Storico della Svizzera, Berna. I testi pubblicati su supporto elettronico sono soggetti alla stessa regolamentazione in vigore per i testi stampati. Diritti di uso e norme di citazione (PDF).