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rilevamento geologico e analisi strutturale della zona compresa fra
Atti Tic. Sc. Terra
37 (1994), 133-154, 3 figg., 2 Tav. f.t.
RILEVAMENTO GEOLOGICO E ANALISI STRUTTURALE DELLA ZONA
COMPRESA FRA LE VALLI MONGIA E CORSAGLIA (ALPI LIGURI)
GEOLOGICAL MAPPING AND STRUCTURAL ANALYSIS OF THE AREA
BETWEEN MONGIA AND CORSAGLIA RIVERS (LIGURIAN ALPS)
G. DALLAGIOVANNA (1)
INDICE
Riassunto .............................................................................................................. Pag.
Abstract .................................................................................................................... »
1. I NTRODUZIONE ..................................................................................... »
2. GLI STUDI PRECEDENTI ...................................................................... »
3. STRATIGRAFIA .............................................................................................. »
3.1. L’unità di Ormea ................................................................. »
3.2. L’unità di Pamparato-Murialdo ................... »
3.3. Le successioni dei klippen di Deviglia »
3.4. L’unità di Bagnaschino
(pre-namuriano) .................................................................... »
3.5. Le unità piemontesi di Montaldo,
di Villanova e del Balzo ............................................. »
4. TETTONICA E METAMORFISMO ALPINI ............................. »
4.1. Le fasi duttili ............................................................................... »
4.2. Le fasi fragili .............................................................................. »
5. DISCUSSIONE ................................................................................................. »
6. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ................................................... »
Bibliografia .................................................................................................. »
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RIASSUNTO
Il rilevamento geologico e lo studio stratigrafico,
strutturale e petrografico delle unità brianzonesi e piemontesi presenti al margine interno delle Alpi Liguri,
nel settore meridionale del Monregalese, hanno consentito di ricostruire la loro storia tettonico-metamorfica
durante l’orogenesi alpina.
Quattro fasi deformative duttili di intensità decrescente hanno interessato l’area predetta: la più antica si
manifesta con piani di taglio e pieghe isoclinali a vergenza meridionale. Essa genera una foliazione con
carattere di scistosità in regime metamorfico di HP, con
paragenesi in Facies Scisti Blu.
La mancanza sistematica di estesi fianchi inversi di
dimensioni paragonabili a quelle delle singole falde
lascia preferire l’ipotesi che la loro messa in posto sia
avvenuta, anziché per pieghe prevalenti, per piani di
taglio talora anastomizzati, isolanti scaglie duttili e
corpi con geometria a duplex.
La direzione di trasporto durante la traslazione delle
falde, definita sulla base delle lineazioni di estensione e
del senso di taglio, stabilito su campioni di miloniti,
risulta essere verso sud-sudovest, cioé verso l’esterno.
La seconda fase, a carattere decompressionale, è
anch’essa accompagnata da piani di taglio e produce
pieghe nord-vergenti associate a un clivaggio di crenulazione.
La sovrapposizione tra le pieghe F1 e F2 dà luogo a
patterns di interferenza piuttosto complessi in corrispondenza di alcune aree nelle quali la vergenza delle
mesopieghe non è consistente con quella delle pieghe
nella restante parte dell’area esaminata. L’evidenza di
una deformazione per simple shear fa supporre quindi
che, in tali settori, le mesopieghe si siano originate come
sheath folds, con assi circa paralleli alla direzione di
movimento delle falde. In tale ambito, si ipotizza che un
(1) Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Pavia, via Abbiategrasso 207, Pavia
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G. DALLAGIOVANNA
ruolo importante sia stato rivestito dal notevole contrasto di competenza esistente tra le differenti unità.
Durante la terza fase, pressoché priva di ricristallizzazioni, si generano flessure sud-vergenti e pieghe aperte, associate a clivaggio di frattura. Della quarta fase
esistono, alla mesoscala, pochi indizi: essa è rappresentata da un clivaggio di frattura e da pieghe a kink, a
direzione N-S, debolmente est-vergenti.
L’area è interessata da una tettonica fragile tardiva,
forse in parte coeva della quarta fase duttile: entrambi
gli eventi sono verosimilmente connessi con le rotazioni
post-eoceniche delle Alpi Marittime e non modificano
sostanzialmente l’assetto strutturale precedentemente
raggiunto.
the fourth deformation phase, has affected the area: both
the events are probably connected with the post-Eocene
rotations of the Maritime Alps and do not modify to a
large extent the structural setting previously obtained.
PAROLE CHIAVE: Alpi Liguri, fasi deformative, pieghe, figure di interferenza, zone di
taglio, senso di taglio.
KEY WORDS: Ligurian Alps, deformation
phases, folds, interference patterns, shear
zones, shear sense.
ABSTRACT
The geological mapping and the stratigraphic, structural and petrographic analysis of the Briançonnais and
Piemont units outcropping at the inner border of the
Ligurian Alps, in the Southern Monregalese Zone, has
led to the following reconstruction of their tectonometamorphic history during the Alpine orogeny.
Four folding phases of decreasing intensity have
affected the above-mentioned area: the oldest one is
represented by south-verging shear planes and isoclinal
folds. It produces a schistosity foliation under HP metamorphic flow, characterized by Blueschist Facies parageneses.
The general lack of reverse fold limbs as large as the
individual nappes, leads to infer that their emplacement
occurred along shear, sometimes anastomosed, planes
cutting off ductile slivers and duplexes, rather than by a
prevailing fold process.
The direction of the tectonic transport during the
nappes emplacement, as indicated by stretching lineations and shear sense in some mylonitic rocks, is Southwestwards, that is towards the outer sectors.
The second, decompressional event, is also accompanied by shear planes and generates north-verging folds,
associated with a crenulation cleavage.
In some restricted areas, F1 and F2 mesofold axes
trend in a direction nearly parallel to that of nappes
movement. It is suggested that such structures developed as sheath folds, in connection with simple shear
deformation of rock bodies marked by considerable
ductility contrast.
During the third phase, nearly devoid of recrystallizations, south-verging flexures and open folds, associated
with a fracture cleavage, have been generated.
As to the fourth phase, only a few mesoscopic clues
do exist: they are represented by a fracture cleavage
associated with N-S trending, weakly east-verging, kink
folds.
A late brittle tectonics, perhaps partially coeval with
1. INTRODUZIONE
Sul versante padano delle Alpi Liguri a
occidente del F. Tanaro, tra le valli Mongia e
Corsaglia (Tavv. I e II), sono presenti diverse
gruppi di unità tettoniche migrate sull’avampaese europeo. Inquadrate nel classico schema paleogeografico delle Alpi Occidentali,
tali unità deriverebbero (VANOSSI, 1980;
1991; VANOSSI et al., 1986; DALLAGIOVANNA
et al., in stampa) dal segmento più interno del
paleocontinente europeo (Brianzonese s.l.) e
dal suo stesso margine (Piemontese s.l.).
Esse, traslate e appilate verso l’esterno
dell’arco alpino sono ordinate, prescindendo
dai fenomeni di retroscorrimento, in modo
che le unità originariamente più interne (piemontesi) risultano geometricamente sovrapposte a quelle più esterne (brianzonesi).
Nella porzione più settentrionale dell’area
indicata nella carta geologica annessa (Tav.
II), i terreni tardo- e post-orogeni del Bacino
Terziario Ligure-Piemontese ricoprono i
complessi in parola sigillandone, in discordanza, contatti già retroflessi.
La ricerca, attraverso un rilevamento alla
scala 1:10.000 e, ove necessario, anche a
scala più dettagliata, è stata finalizzata alla
soluzione di diversi problemi e in parte focalizzata sull’esame di alcuni aspetti e geometrie deformativi, senso di taglio e direzione di
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