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Il Pd si spacca a metà sul sondaggio dei tre “candidati”

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Il Pd si spacca a metà sul sondaggio dei tre “candidati”
16
MARTEDÌ
29 SETTEMBRE 2015
savona provincia
IL SECOLO XIX
VERSO IL VOTO DI MAGGIO, LA PROPOSTA DEL “GRUPPO DEI CELLE” COMPOSTO DAI VERTICI DEM
Il Pd si spacca a metà
sul sondaggio
dei tre “candidati”
L’AVVOCATO
CHE FA IL PIENO
DI NOMINATION
La candidatura a sindaco
dell’avvocato targato Pd
salta fuori ad ogni tornata elettorale da quindici
anni a questa parte. Poi,
per una ragione o per
l’altra, tramonta. E
Aglietto spesso si è dovuto accontentare della
carica di assessore.
In competizione Di Tullio, Maricone e Aglietto
IL RETROSCENA
MARIO DE FAZIO
SAVONA. Tre cavalieri ma senza Apocalisse, almeno per ora.
Livio Di Tullio, Maurizio Maricone e Franco Aglietto sono i
tre aspiranti candidati a sindaco per il centrosinistra che potrebbero essere sottoposti a un
sondaggio, volto a verificarne il
gradimento tra i savonesi. Un
consultazione che una parte
del Pd provinciale sta pensandodicommissionareperuscire
dall’impasse dei veti incrociati.
La stessa che si è riunita a Celle,
lunedì scorso, per una riunione
“carbonara” che ha scosso nelle fondamenta il partito.
Al di là delle smentite di comodo, c’è subbuglio nel partito. Basterebbero le dichiarazioni del sindaco Berruti – che
ha bollato come «un errore» il
vertice segreto – per guardare
con un pizzico di tenerezza ai
tentativi di mettere una pezza
alle polemiche interne, all’insegna del “volemose bene”. In
realtà ci mancavano solo i sondaggi a spaccare un partito in
cui – dopo il basso profilo tenuto in estate e dovuto alla batosta delle regionali – si stanno
coagulando due schieramenti.
Gli “istituzionali” contro il
“gruppo di Celle”: da una parte
Di Tullio, il sindaco Berruti,
quasi tutti gli assessori comunali, più alcuni big del partito
come Miceli e Giacobbe; dall’altra i vertici del partito, dal
segretario provinciale Briano
al cittadino, Pasquali, passando per il deputato Vazio e il
commissario regionale Ermini.
La proposta di fare un sondaggio sui tre nomi elencati arriva dal “gruppo di Celle”. Sin-
golare contromossa a un’altra
richiesta di sondaggio arrivata
invece dal fronte istituzionale.
Alcuni membri dell’amministrazione uscente avrebbero
immaginato una soluzione più
politica: chiediamo ai savonesi
cosa pensano del Comune e da
lì partiamo per definire programmi, alleanze e infine il nome dell’aspirante sindaco.
Dalla riunione di Celle è stata
partorita un’altra idea: partire
dai nomi e poi su quello costruire il resto. Peccato che si tratta
di tre profili assolutamente diversi l’uno dall’altro e che presuppongono scelte differenti
anche sulle alleanze e sulla fisionomia di centrosinistra che
si immagina: Di Tullio non
avrebbe molte difficoltà a convincere la sinistra radicale (più
Sel che Rifondazione). Lo stesso non si può dire di Maricone,
profilo da tecnico “bipartisan”,
che pescherebbe di più tra i
IL VICESINDACO
CHE SI SENTE
PREDESTINATO
moderati ma che risulterebbe
ostico alla sinistra. Aglietto è la
new entry che ritorna a ogni
campagna elettorale: cognome storico della sinistra cittadina e socio nello studio legale
con il presidente della Fondazione Carisa, Roberto Romani,
ha già svolto ruoli amministrativi. E se a Di Tullio potrebbe essere “imputata” la continuità
con la giunta uscente, stessa
moneta, in un’eventuale campagna elettorale, potrebbe essere usata per Aglietto, considerato che l’avvocato savonese
sedeva in giunta – al posto dell’attuale vicesindaco – al tempo di passaggi amministrativi
decisivi sia per il Crescent che
per il deposito di bitume. Difficile immaginare una candidatura unitaria, ad oggi, almeno
con quei tre nomi. In attesa,
magari, di un quarto cavaliere:
per evitare l’Apocalisse.
Qualche mese fa aveva
messo in scena il bluff
chiamandosi fuori dalla
corsa a sindaco. L’ex segretario della Cgil, vice
di Berruti, in realtà è
convinto di essere l’uomo giusto per il rilancio
di Savona. Ed è già in
corsa da mesi
IL MANAGER
“CAMALEONTE”
CHE GUIDÒ TPL
Tecnico bipartisan, Maurizio Maricone ha ricoperto
diversi incarichi come
manager pubblico. E se
con il sostegno del centrosinistra è stato presidente di Acts, grazie alla
Provincia allora targata
centrodestra divenne presidente dell’Aeroporto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL “VARO” DELLA NUOVA SEDE DOPO IL “SILURAMENTO” DELLA GIUNTA BERRUTI
«Il vertice all’Autogrill? Per conoscere Zunino»
Il commissario Ermini si giustifica davanti all’assise provinciale a Savona
SAVONA. «Ora non posso, ab-
biamo la riunione». Il commissario regionale del Pd, David
Ermini,arrivaaSavonaconuna
buona mezz’ora di ritardo per
partecipare alla riunione convocata già in precedenza per
discutere, con dirigenti e amministratori, del futuro politico e delle sfide che attendono il
Partito democratico. A cominciaredalleelezionicomunalidi
Savona e dal clima di tensione
dovuto alla notizia, pubblicata
tre giorni fa, della riunione “se-
greta” avvenuta all’autogrill di
Celle lunedì scorso, dalla quale
sono stati esclusi tutti gli esponenti dell’amministrazione
uscente. Uno scivolone da primissima repubblica, secondo
molti nel Pd, per il commissario regionale. In diversi, nel
partito provinciale, ironizzano
sulla circostanza che da un
renziano doc come Ermini si
sarebbero aspettati più cinguettii e meno caminetti. E
magari anche risposte in merito all’opportunità di una riu-
nione come quella di lunedì in
cui non sono stati invitati né
esponenti della giunta uscente
né dirigenti (con l’esclusione
di Barbara Pasquali) originari
di Savona. Domande alle quali
Ermini, ieri pomeriggio e prima che l’assemblea a porte
chiuse iniziasse, ha preferito
non rispondere.
Ma l’argomento è stato oggetto di dibattito – com’era
prevedibile – nel corso della
riunione di ieri in federazione.
Il commissario si sarebbe giu-
stificato, durante l’assemblea
in cui molti attendevano chiarimenti sul vertice dell’autogrill, dicendo di aver partecipato «per conoscere di persona
il sindaco di Celle», Renato Zunino. Resta la grande affluenza
all’incontro di ieri. Almeno una
cinquantina i partecipanti, in
molti casi arrivati anche dalla
provincia per “battezzare” con
la prima riunione significativa
la nuova sede della federazione provinciale, in via Sormano.
M. D. F.
LA SOCIETÀ DI TORINO ATTENDEVA IL VIA LIBERA ENTRO IL 2014. RIPIEGHERÀ SU GENOVA
Remacut si defila, persi una sessantina di posti
L’azienda aveva individuato a Bergeggi l’area ideale. Invece andrà nelle aree Fincantieri
«BERGEGGI è la soluzione ideale ma abbiamo anche altre
proposte», aveva detto a fine
febbraio Bruno Rosa, amministratore delegato di Remacut,
promettendo una sessantina
di posti di lavoro. Alla fine pare che sia stata una delle altre
proposte a vincere.
Dopo Toshiba anche Remacut, e ci sarebbe la mano dell’ex presidente della Regione
Claudio Burlando, avrebbe
deciso di scartare la nostra
provincia per realizzare il suo
nuovo impianto produttivo a
Genova, nelle aree di Fincantieri. Remacut è un’azienda di
Tivoli (Torino) specializzata
nella progettazione e produzione di macchinari per impieghi speciali nell’industria
petrolchimica da un fatturato
annuo intorno agli 80 milioni
Le aree di Bergeggi che interessavano Remacut
di euro. L’attività è rivolta all’estero per la quasi totalità
del fatturato, ed è quindi strategica l’esigenza di avere
un’unità produttiva in zona
portuale che consenta di as-
semblare ed imbarcare per
l’esportazione macchinari di
notevoli dimensioni. Per il suo
tipo di produzione ha bisogno
di un accesso al mare, meglio
se diretto e spazi ampi per la
particolarità della produzione. Il progetto di Bergeggi,
area considerata ideale, prevedeva un capannone di 100
metri di lunghezza, in parte
nel parcheggio sterrato e in
parte sulle aree ora in concessione a Reefer, e tra i 23 e i 30
metri di altezza. Per compensare agli spazi «persi» del parcheggio di San Nicolò tra gli
oneri
d’urbanizzazione
l’azienda si sarebbe impegnata a costruire un park a due
piani coperto. La realizzazione del capannone prevedeva
un investimento di 10 milioni.
La società aveva chiesto di
spostarsi entro il 2014, ma alcuni rallentamenti nell’iter
delle pratiche burocratiche
hanno allungato di troppo i
tempi mentre c’era una certa
fretta di Remacut di avere un
nuovo sito produttivo per fare
fronte alle richieste del mercato. «Non abbiamo più saputo nulla – spiega i l sindaco di
BergeggiRobertoArboscello–
e in un momento come quello
attuale avere un’azienda simile sarebbe positivo. Avevamo chiesto interventi di mitigazione dell’impatto visivo,
visto che si trattava di un capannone di grandi dimensioni e considerata la vicinanza
con le nostre spiagge, per il
quale avevamo chiesto di arretrare leggermente il capannone in direzione Vado e ridurne la larghezza e di fare
una copertura a verde. In un
incontro in Comitato Portuale
l’allora presidente della Regione aveva ipotizzato di spostare Remacut a Genova».
E. R.
IL PRIMO PASSO
Polo sportivo
di via Massa
partiti i lavori
per la palestra
ALBISOLA SUPERIORE. Sono
iniziati ieri mattina i lavori per
la costruzione della nuova palestra del polo sportivo di via
alla Massa, dove già sorgono il
palasport e la seconda palestra interna. È il primo passo
dell’operazione immobiliare
che trasformerà le ex scuole di
via San Pietro in un complesso
con 96 appartamenti (una
quota a prezzo calmierato), 65
box e 47 posti auto coperti,
due parchi pubblici, con una
modifica della viabilità e del
“look” della piazza della stazione ferroviaria. Secondo gli
accordi tra il Comune e la cordata guidata dalla Eco Costruzioni di Lodi, prima di iniziare
la trasformazione dell’ex edificio scolastico, l’impresa
avrebbe dovuto realizzare a
proprie spese una nuova palestra nel polo della Massa. Inoltre nell’operazione sarà costruito il nuovo municipio,
che sorgerà al posto del vecchio bocciodromo. Il Comune
ha recintato il parco giochi
della Massa. Le attrezzature
saranno spostate di fronte al
palasport, mentre a metà novembre inizierà lo scavo per le
fondamenta della palestra e in
contemporanea partirà l’operazione in via San Pietro. l’ultima parte ad essere trasformata sarà quella che oggi
ospita l’Asilo del Centro, che si
sposterà nella struttura di via
De Rege solo tra un anno.
G. V.
PREVENZIONE
Frana di Ellera
arrivano i fondi
per tamponare
l’emergenza
STELLA. Dodicimila euro per i
primi interventi d’urgenza. È
la somma stanziata da Comune e Provincia per effettuare i
lavori di messa in sicurezza
provvisoria della frana che ormai da quasi due anni provoca
un restringimento sulla strada
provinciale 2 Albisola-ElleraStella, poco prima della frazione albisolese. In attesa dell’arrivo dei finanziamenti per le
opere definitive, i 12mila euro
serviranno per installare le reti paramassi e i tiranti, che saranno inseriti nella roccia fino
a un metro e mezzo di profondità, per consolidare la parete
ed evitare nuovi distacchi.
La frana si era staccata nel
novembre 2013 e da allora la
corsia lato monte è rimasta
chiusa e transennata da una
fila di blocchi di new jersey,
con il traffico a senso unico alternato. Ma agli abitanti di Ellera la soluzione tampone non
è mai andata giù, soprattutto
perché da provvisorio ha assunto le sembianze di un assetto definitivo. Tanto che, nel
dicembre scorso, i residenti
avevano affisso uno striscione
ironico per fare gli auguri alla
frana. Ora forse la questione
verrà risolta: la Regione ha
stanziato 255mila euro che,
sommati ai 95mila di Provincia di Savona e Comune di Albisola, consentiranno di rimettere in sicurezza la sp 2.
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