Il collezionismo, il mercato, le gallerie | Collecting, market, galleries
by user
Comments
Transcript
Il collezionismo, il mercato, le gallerie | Collecting, market, galleries
Supplemento a / supplement of «Il Giornale dell’Arte» n. 361 febbraio / february 2016 / Reg. Trib. Torino n. 3227 del 7/12/82 / Lucio Fontana, «Concetto spaziale, La fine di Dio», 1964 FOCUS on fontana Il collezionismo, il mercato, le gallerie | Collecting, market, galleries il giornale dell’arte LE MOSTRE ARTE FIERA 40 DAL 28/01 AL 28/03 2016 ARTE FIERA 40. LO SGUARDO DELLE GALLERIE SULLA GRANDE ARTE ITALIANA PINACOTECA NAZIONALE DI BOLOGNA Per celebrare la sua 40ma edizione ArteFiera presenta un progetto espositivo che ripercorre la storia della manifestazione tramite le opere degli artisti più rappresentativi protagonisti della storia dell’arte contemporanea italiana. STORIA DI UNA COLLEZIONE MAMbo - MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA Il progetto espositivo ARTEFIERA 40 si completa con l’inedita esposizione di una selezione delle opere acquistate da BolognaFiere durante le edizioni di ArteFiera. artefiera.it An event by Partner Main Sponsor Media Partner il suo posto nell’arte moderna | his place in modern art Un taglio netto con il passato A sharp break with the past Per il mondo dell’arte Fontana è come un astronomo capitato in un consesso di geometri For the art world, Fontana was like an astronomer happening to find himself at a gathering of surveyors I o buco, passa l’infinito di lì, passa la luce, non c’è bisogno di dipingere... tutti hanno creduto che io volessi distruggere: ma non è vero, io ho costruito, non distrutto, è lì la cosa...»: così racconta Lucio Fontana (Rosario di Santa Fe, Argentina 1899 - Comabbio 1968) a Carla Lonzi in una conversazione memorabile. Quando Fontana fora le prime tele e le prime carte è il 1949, lo stesso anno dello straordinario «Ambiente spaziale a luce nera» presentato alla milanese galleria del Naviglio. Sono opere che, come scriverà anni dopo il suo amico e allievo Piero Manzoni, non dicono diversamente le stesse cose, ma dicono cose nuove. Per inquadrare l’epoca, un anno prima alla Biennale di Venezia trionfavano Picasso e Braque, Kokoschka e Permeke, Klee e Moore: erano i grandi della tradizione moderna, mentre Fontana, lui, inaugurava un’epoca tutta nuova. Non è, intendiamoci, un giovanotto di primo pelo, il nostro. Viene da una solida formazione di scultore; nei primi anni Trenta le sue tavolette graffite lo hanno condotto nell’alveo del gruppo astrattista milanese della galleria del Milione e del cosmopolita Abstraction-Création; poi ha praticato a lungo tra Sèvres e Albisola una ceramica eccitata e barocca che ne ha fatto un interlocutore degli artisti impegnati di Corrente. Che sia, della sua generazione, una figura primaria, è già chiaro a tutti sin da allora: se non altro per quelle sue straordinarie capacità tecniche che lo fanno padrone di ogni modo, e per la sua consapevolezza precoce che l’artista può, forse deve, esser complice dell’architetto in un progetto formale complesso, perché l’arte è una al di là di ogni declinazione particolare. Ma quando torna dalla natale Argentina, dove trascorre tutto il periodo della guerra mondiale, Fontana porta con sé l’intuizione geniale che l’opera è, prima di tutto e a prescindere da tutto, un «concetto spaziale», come titolano dal 1947 in poi tutte le sue opere. «Non mi interessa lo spazio di cui parlate voi. La mia è una dimensione diversa», dice ancora. Lo spazio non è una faccenda di assi cartesiani, di fare o negare la prospettiva, di forme più o meno somiglianti. È intuizione dell’universo illimite e indicibile, d’una estensione che, come il cosmo, forse non riusciamo a padroneggiare con la mente, ma della quale possiamo tentare di dar conto in forma d’arte. Il ventennio che inizia con l’«Ambiente» della Galleria del Naviglio a Milano e con i «buchi» è, tra le esperienze dell’avanguardia novecentesca, un periodo proliferante come nessun altro, fervido d’intuizioni geniali che si fanno opere: nel 1951 dà subito un’altra intuizione strepitosa, il soffitto di neon per la Triennale, un puro disegno di luce. Di Fontana non si sa dire quale sia la disciplina d’appartenenza. Si comprende subito che il territorio del suo fare arte è oltre la linea degli orizzonti conosciuti: anche se mai si atteggia ad artista filosofo, mai si proclama FOCUS ON, a cura di Franco Fanelli e Cristina Valota, direttore responsabile Umberto Allemandi, è un supplemento allegato a «Il Giornale dell’Arte». Precedente produzione: «Focus on Burri» allegato a «Il Giornale dell’Arte» n. 357, ottobre 2015 FOCUS ON, edited by Franco Fanelli and Cristina Valota, editor Umberto Allemandi & C., is a supplement enclosed with “Il Giornale dell’Arte”. Previous supplement: “Focus on Burri”, enclosed with issue 357, October 2015, of “Il Giornale dell’Arte”. santone di qualcosa, mai accetta di edificare un apparato teoretico di cui far predica e dimostrazione; mai, soprattutto, ricorre all’escamotage avanguardistico di dégoûter il pubblico, di farsi provocatore di corto respiro, irritando così non solo i «reazionari», ma spesso gli stessi portabandiera dell’avanguardia che dovrebbe essergli solidale. Dalle «pietre» ai «barocchi» (sono, queste, le denominazioni di comodo di opere che s’intitolano tutte «Concetto spaziale», con gran disdetta dei compilatori) Fontana svolge un lungo corso senza veri compagni di strada, nonostante più gruppi, dal Movimento arte concreta agli Spazialisti, lo annoverino tra le proprie file. Dei grup- «Lucio Fontana, Milano, 1962» di Ugo Mulas (dal libro «Ugo Mulas. La scena dell’arte. Photocolors» edito da Electa) pi, a ben guardare, non gli importa proprio nulla, anche se è invece sempre attentissi- come una sorta di Mosè delle neoavanguardie. Poi amare le mo e autenticamente curioso di ciò che le nuove generazioni sue opere è diventato una specie di obbligo: non avere un vanno maturando mentre si liberano faticosamente del fardel- Fontana non è per niente chic, per un museo o per chiunque lo ingombrante d’una storia già scritta: che si chiamino Yves voglia sentirsi un collezionista vero. Adesso è considerato una Klein o Manzoni, Baj o Yayoi Kusama o quel ceramista ge- stella di prima grandezza del mercato che conta: anche se, a niale ma ancora misconosciuto che è Albert Diato. Verso la guardare con occhio disincantato, conta abbastanza male, dal fine degli anni Cinquanta vengono la stagione dei «tagli», il momento che le sue opere valgono assai meno di quelle di un suo lavoro più controverso e famoso, il «succès de scandale», il Jasper Johns o di un Warhol, per non dire di Koons e degli diapason del segno, e le «nature», forme originarie e fervide di altri fenomeni da baraccone. Ma questa è un’altra faccenda, generazione. Fontana spiazza, sempre e comunque, anche se che con il genio proprio non c’entra. q Flaminio Gualdoni questa non è mai la sua intenzione. Non ha uno stile veramenmake a hole through which passes the infinite; there is no need to paint... te riconoscibile, passa da invenzione a invenzione seguendo everyone believed that I wanted to destroy but it’s not true: I have buun filo di riflessione che non è mai quello del progredire arilt, not destroyed, that’s the thing...”: Lucio Fontana (Rosario di tistico, dello svolgimento ordinato e riconoscibile. Anzi, egli complica ulteriormente le cose, aprendo serie come le «Ve- Santa Fe, Argentina 1899- Comabbio 1968) in a memorable nezie», i «metalli», «Fine di Dio», i «teatrini», le «ellissi», gli conversation with Carla Lanzi. Fontana pierced the first canvaambienti. Non fa nulla per piacere e nulla per dispiacere, ma ses and the first cards in 1949, the same year as the extraordinary per il mondo dell’arte è come un astronomo capitato in un “Ambiente spaziale a luce nera” presented at the Naviglio galleconsesso di geometri: lui, semplicemente, vede secondo una ry in Milan. These works, as his friend and pupil Piero Manzoscala differente e inconciliabile. E poi non si chiede mai, di ni wrote years later, do not say the same things in a different way, se stesso, se è un genio o no. Non ha mica tempo da perdere but say new things. To give an idea of the time, a year before at in queste quisquilie mondane. Ha successo, Fontana? La fac- the Venice Biennale Picasso and Braque, Kokoschka and Percenda è complicata. Certamente sì, e da subito, se si intende meke, Klee and Moore were the artists who held sway: they were la cerchia degli artisti consapevoli e quella ristretta di colo- the greats of the modern tradition, while Fontana was himself ro che ancora guardavano alle opere come a esperienze vitali inaugurating a wholly new era. He was no spring chicken di cui sentirsi partecipi. Sì, anche, se si considera il circuito himself, however. He came from a solid background as a sculpinternazionale europeo (rigorosamente europeo beninteso: il tor: in the early thirties his graphite tablets led him to follow the suo lavoro era troppo sottile e incomprensibile per la men- abstract group at the galleria del Milione and the cosmopolitan talità pragmatica degli statunitensi) delle gallerie nuove, da Abstraction-Création; then he worked a long time on restless Iris Clert a Parigi a Schmela a Düsseldorf, dove era inteso segue a p. 4, 1 col. I focus on fontana. il giornale dell’arte. february 2016 3 continua da p. 3, iii col. and Baroque ceramic works made between Albisola and Sèvres which saw him draw near to the manner of the Corrente artists. That he was a leading figure of his generation was immediately clear: if for no other reason than for his extraordinary technical skills that make him master of every manner, and for his early awareness that the artist can, perhaps must, be an accomplice of the architect in a formal complex project, because art lies beyond every particular variation. But when he returned from his native Argentina, where he spent the whole of World War II, Fontana brought with him the brilliant idea that a work of art is, first of all and regardless of all, a “spatial concept”: a term he henceforth, from 1947, used as the title for all his works. “I am not interested in the space you speak of. Mine is a different dimension”, he reiterated. Space is not a matter of Cartesian coordinates, to make or reject a sense of perspective of more or less similar form. It is an intuition of the limitless and indescribable universe, of an extension which, like the cosmos, we are perhaps unable to master with the mind, but which we can try in some way to describe using art. With regard to the twentieth-century avant-garde movements, the two decades beginning with the “Ambiente” at the Naviglio gallery in Milan and the “buchi” is a period bursting with energy like no other, full of brilliant insights into art: in 1951, he had another amazing intuition with the neon ceiling for the Triennale, a pure design of light. Fontana was unable to say which discipline he belonged to. One quickly learns that the territory of his art-making lies beyond the known horizon: although he never proclaimed himself as artist-philosopher or as a guru of anything, never agreed to construct a theoretical apparatus from which to preach and demonstrate; above all, he never recurred to the avant-gardiste expedient of dégoûter the public, of being provocative, so irritating not only the ‘reactionaries’, but often the very standard-bearers of the avant-garde that might be expected to be supportive of him. From the “pietre” to the “barocchi” (these the pigeonholing names adopted for all the works called “Concetto spaziale” (or “Spatial Concept”) to the horror of list-makers) Fontana followed a long road without any real travelling companions, even though many groups, from the Movimento arte concreta to the Spazialisti,voted him into their ranks. But on closer inspection, he did not care anything for these groups, although he was always attentive and genuinely curious as to what the new generations were working on as they painstakingly shed the cumbersome burden of a story already written: whether called Yves Klein or Manzoni, Baj or Yayoi Kusama or that brilliant but still misunderstood ceramist that is Albert Diato. Towards the end of the 1950s came the period of “tagli”, his most controversial and famous work, the succès de scandale, the tuning fork of his manner, and the “nature”, original and fruitful forms of generation. Fontana always wrong-foots one, although this was never his intention. He did not have a truly recognisable style, switching from invention to invention by following a thread of thought that was never that of ensuring an artistic progress, of an orderly and recognisable development. Indeed, he complicated matters further, starting series like “Venezie”, the “metalli”, “Fine di Dio”, the “teatrini”, “ellissi” and “ambienti”. He did nothing for the simple pleasure of it and nothing to irritate: but for the art world he was like an astronomer happening to find himself at a gathering of surveyors: quite simply, he saw according to a different and irreconcilable scale. And he never questioned himself whether he was a genius or not. He did not have time to waste on such mundane trifles. Was Fontana successful? The matter is complicated. Certainly yes, and immediately, if by this we mean the circle of artists and restricted numbers of aware individuals who still looked at the works as vital experiences in which they felt involved. Yes, also, if we consider the international European circuit (strictly European, of course: his work was too subtle and incomprehensible for the pragmatic mentality of the Americans) of the new galleries, from Iris Clert in Paris to Schmela in Düsseldorf, where he was seen as a kind of Moses of the new avant-garde. Then loving his work became a sort of obligation: not having a Fontana was anything but chic, whether for a museum or for anyone who wanted to feel like a true collector. Now he is considered a major star of the market that matters, even though, if we adopt a detached stance, not quite in the first division, since his works are worth much less than a Jasper Johns or Warhol, not to mention Koons and other flash-in-the-pans. But that is another matter, which has nothing to do with one’s genius. LA FONDAZIONE E GLI STUDIOSI | the FONDAZIONE and t Alle fonti di Fontana Nini Laurini «I custodi del genio» Da oltre quarant’anni, prima come Archivio poi, dal 1982, con l’attuale veste giuridica, la Fondazione Lucio Fontana, voluta da Teresita, moglie dell’artista, è la severa custode e tutrice dell’opera del maestro. La sua presidente, Nini Ardemagni Laurini la guida dal 1999, affiancata da un ristretto numero di consiglieri (Silvia Ardemagni, Achille Benetti Genolini, Filippo Corbetta, Paolo Laurini e Pasquale Lebano) ma il suo ruolo è stato determinante sin dall’esordio dell’Archivio, nel 1970. Da allora infatti Nini Laurini ha seguito il percorso dell’opera dell’artista che, com’è noto, ha ottenuto un grande riconoscimento internazionale, critico e di mercato. Signora Laurini, Lucio Fontana oggi è uno dei maestri riconosciuti dell’arte internazionale del XX secolo e il merito va in larga misura al lavoro della Fondazione. Come ci siete riusciti? Non è stato facile né casuale. Si tratta del frutto di un lavoro di oltre quarant’anni, fondato su un serio e preciso progetto, che sin dall’inizio è stato teso a far conoscere anche fuori dall’Italia l’opera di Lucio Fontana. Non che prima Fontana fosse sconosciuto all’estero; anzi, quand’era in vita era già noto nei Paesi del Nord Europa così come in Italia, ma il fenomeno era solo europeo. Negli Stati Uniti al contrario, dove pure espose nel 1961 da Martha Jackson, ci furono resistenze e diffidenze che gli impedirono d’imporsi. Oggi invece il suo lavoro è conosciuto, apprezzato e ricercato in tutto il mondo: non c’è grande collezionista, a San Francisco come a Dubai, che non cerchi le sue opere. Non nascondo che questo per la Fondazione è motivo di orgoglio. Come vi siete mossi? Siamo stati molto selettivi e severi nel tutelare l’opera di Fontana, non cedendo ad alcuna lusinga, anche a costo di attirarci qualche malumore. Ma in tal modo abbiamo arginato ogni tipo di speculazione; cosa non facile, essendo stata la sua vita d’artista lunga e molto produttiva. Oggi però il suo mercato, benché abbia raggiunto quotazioni alte, che ovviamente moltiplicano gli «appetiti», è sicuro. Collezionisti e galleristi sanno di avere nella Fondazione un punto di riferimento certo, grazie al minuzioso lavoro di archiviazione e catalogazione che conduciamo da sempre. Io amo ripetere che la vera ricchezza della Fondazione è l’archivio, solo cartaceo prima, ora anche informatico, frutto di un lavoro condotto internamente e sempre controllato personalmente da noi. È qualcosa di cui sono e siamo molto gelosi. Le mostre di Fontana sono ormai molto ambite. Come vi regolate al riguardo? Da sempre la politica della Fondazione è stata quella di contingentare le mostre in modo da avere una diffusione omogenea e globale, con un calendario studiato e senza troppe sovrapposizioni. I nostri obiettivi di oggi sono la prossima mostra all’HangarBicocca nel 2017, dedicata agli «Ambienti Spaziali», che ha già richiamato l’attenzione di altre sedi museali internazionali, e l’importante retrospettiva al Metropolitan Museum di New York, prevista successivamente. Oltre a questo, supportiamo il lavoro di giovani critici e studiosi che in varie forme si occupano del lavoro di Fontana attraverso ricerche numerose, volte a tesi di laurea o a pubblicazioni in genere. Nel corso degli anni tappa fondamentale del lavoro sono stati anche i cataloghi ragionati delle opere di Lucio Fontana, curati da Enrico Crispolti. La terza edizione del Catalogo di Sculture, Dipinti e Ambientazioni (dello stesso Crispolti, 2006), è in corso di ristampa per Skira; il Catalogo delle opere su carta di Luca Massimo Barbero (Skira, 2013) sta riscuotendo buoni risultati e il volume dedicato alle ceramiche è in programmazione: i suoi autori saranno gli stessi Crispolti e Barbero. Il successo di queste edizioni è segno che l’interesse per Fontana, ma anche per altri nostri maestri del secondo Novecento, è sempre più forte. E a questo riguardo ho un progetto, cui tengo moltissimo, che ho condiviso con Paolo Laurini e Silvia Ardemagni e che sarà la prossima «missione» della Fondazione. 4 focus on fontana. il giornale dell’arte. febbraio 2016 Di che cosa si tratta? L’Italia possiede un incredibile patrimonio di arte contemporanea, un vero capitale, ormai riscoperto a livello internazionale. Parlo ovviamente di autori come Burri, Castellani, Manzoni, Fontana e non di fenomeni speculativi nazionali, per non dire provinciali, destinati a sgonfiarsi. I segnali sono sempre più fitti e le quotazioni raggiunte parlano chiaro: possibile che non siamo in grado di valorizzare adeguatamente questo capitale? Così come esportiamo la moda, il design, la Ferrari, il cibo, dovremmo «esportare» anche la nostra migliore arte contemporanea. E con questo non intendo certo suggerire di privarci delle opere più rappresentative di questi artisti, che devono rimanere in Italia, ma di far circolare fuori di qui la loro opera, di farla conoscere ovunque, oggi che da tutto il mondo ce la richiedono, perché così facendo si valorizza anche ciò che abbiamo in Italia. In fondo anche l’arte è un «prodotto», seppure un prodotto culturale, ma per promuoverla all’estero abbiamo bisogno di liberarci dei lacci che ci soffocano. Ciò per cui intendiamo ora batterci, è l’avvio di una seria politica di promozione della nostra migliore arte all’estero (parlo dell’arte del Novecento perché è il settore che conosco meglio, ma è ovvio che il principio vale per tutto). Abbiamo lavorato per far uscire questi maestri dai nostri confini: ora è indispensabile una politica che non ci penalizzi. È il momento giusto, sarebbe un errore non approfittarne. q Ada Masoero “The custodians of genius” For over forty years, first as the Archive then, from 1982, in its current legal guise as Fondazione Lucio Fontana, founded at the behest of Teresita, the artist’s wife, the foundation is the severe guardian and protector of the artist’s oeuvre. Its president, Nini Ardemagni Laurini, who has held the post since 1999, is accompanied by a small number of board members (Silvia Ardemagni, Achille Benetti Genolini, Filippo Corbetta, Paolo Laurini and Pasquale Lebano) but her role has been crucial ever since the very beginning of the Archive in 1970. Since then, Nini Laurini has studied the development of the artist who,of course, has achieved great international recognition from critics and the market. Signora Laurini, today, Lucio Fontana is one of the acknowledged masters of international art of the twentieth century and the credit goes largely to the work of the Fondazione. How did you manage it? It has been neither easy nor by chance. This is the result of over forty years’ work, based on a serious and clearly-defined project, which from the outset was intended to make known the work of Lucio Fontana outside Italy. Not that Fontana was unknown abroad beforehand; indeed, during his lifetime he was already known in northern Europe as well as in Italy, but the phenomenon was only European. In the United States by contrast, where he also exhibited in 1961 at Martha Jackson’s gallery, there was resistance and mistrust that prevented him gaining much of a foothold. Today his work is known, appreciated and sought after all over the world: there is no great collector anywhere between San Francisco and Dubai who does not seek his works. I cannot hide the fact that for the Fondazione this is a source of pride. How did you plan your work? We have been very selective and rigorous in protecting the work of Fontana, not yielding to any flattery, even at cost of some discontent. But in doing so we prevented all kinds of speculation, which is not easy, since his life as an artist was long and very productive. Today, however, his market, even though it now guarantees high prices, which obviously adds to ‘appetites’, is safe. Collectors and gallery owners know they have a firm point of reference in the Fondazione, thanks to the painstaking work of cataloguing and archiving we have always done. I love to repeat that the real wealth of the Fondazione is the archive, originally on paper and now computerised, the result of work done internally and always checked personally by us. That’s something of which I and we are very protective. the scholars At the fount of Fontana Enrico Crispolti «Un barocco concettuale» Enrico Crispolti è il maggiore esperto al mondo dell’opera di Lucio Fontana. Ha curato, in Italia e all’estero, a partire dal 1959, molte mostre antologiche o tematiche sull’artista, ed è autore delle tre edizioni del Catalogo ragionato delle sue sculture, dei dipinti e delle ambientazioni: la prima nel 1974, la seconda nel 1986, la terza nel 2006, edita da Skira. Sua è anche la curatela, con la collaborazione di Luca Massimo Barbero, del catalogo ragionato generale della scultura e dell’oggettistica in ceramica, di prossima uscita. Crispolti conobbe Fontana nel 1957, lui 24enne, l’artista 58enne. Come fu l’incontro? Lucio Fontana passeggia sulla riva del Paranà a Rosario nel 1942 The exhibitions of Fontana are now much sought after. How do you react to them? The policy of the Fondazione has always been been to fix a quota on the exhibitions in order to have a uniform and global spread, with a planned programme without much overlap. Our goals today are the forthcoming exhibition at the Hangar Bicocca in 2017, dedicated to the Ambienti Spaziali, which has already drawn the attention of other international museums, and the major retrospective at the Metropolitan Museum in New York, planned for later. In addition to this, we support the work of young critics and scholars who deal in various ways with Fontana’s work through numerous studies intended for theses or publications in general. Over the years, a fundamental milestone in the work we do has also been the catalogues raisonés of works by Lucio Fontana, curated by Enrico Crispolti. The third edition of the Catalogo di Sculture, Dipinti e Ambientazioni (by Crispolti, 2006), is being reprinted by Skira; the Catalogo delle opere su carta by Luca Massimo Barbero (Skira, 2013) is doing well and the volume dedicated to ceramics is in the pipeline: its authors will be Crispolti and Barbero. The success of these publications is a sign that the interest in Fontana, but also for our other major artists of the late twentieth century, is increasing. And in this regard I have a project I care very much about, which I share with Paolo Laurini and Silvia Ardemagni and which will be the Fondazione’s next “mission”. What will this be? Italy has an incredible wealth of contemporary art, a true capital, now rediscovered internationally. I speak here of artists of the calibre of Burri, Castellani, Manzoni, Fontana and not of an Italian or even provincial speculation in artists, which is destined to collapse. The signals are becoming ever clearer and the level of prices reached are clear: why on earth are we unable to promote this wealth? Just as we export fashion, design, Ferraris, food, so we should be able to ‘export’ our best contemporary art too. And I do not mean to suggest depriving ourselves us of these artists’ most representative works which must stay in Italy, but to make their work circulate outside the country, to make it known everywhere, all over the world now that we are being asked for it, because doing so will also promote what we have in Italy. After all, art too is a ‘product’, albeit a cultural one, but to promote it abroad we need to free ourselves of the ties that choke us. What we intend to fight for now is the start of a serious policy of promotion of our best art abroad (I speak of twentieth-century art because this is the area I know best, but it is obvious that the principle applies to all periods). We have been working to get our best artists known outside the country: now it is essential that there be a policy implemented that does not penalise us. The time is right, and it would be a mistake not to take advantage of it. Lo chiamai al telefono, gli dissi che volevo conoscerlo personalmente, vedere il suo studio, dopo aver visto sue opere nella Quadriennale e nelle Biennali, e in un’importante mostra di scultura italiana contemporanea organizzata da Carandente, a Messina. Mi disse subito: «L’aspetto». Un tempo si faceva così. Presi il treno, e andai a Milano (Crispolti viveva e vive a Roma, Ndr). Come la accolse? Direi con grande semplicità, era generoso, curioso e apertissimo ai giovani. Credeva nel presente in prospettiva evolutiva di futuro. Nel ’57 Fontana conosce Klein e sostiene Manzoni. È la generazione a cui lei appartiene. Sì, è la generazione da cui Fontana si sentiva più capito. Il solido fondamento remoto, ma determinante, del suo progressivo successo è da trovare proprio in questo incontro generazionale, e non tanto nella crescente fortuna di mercato. È vero, dopo la prima grande antologica italiana della sua opera, ovvero l’omaggio al Castello de L’Aquila del 1963, la Marlborough fece a livello internazionale quello che non erano riusciti a fare in precedenza i galleristi classici milanesi di Fontana, e cioè Carlo Cardazzo con il Naviglio, Peppino Palazzoli con la Blu, o Beatrice Monti con L’Ariete, e Luciano Pistoi con Notizie. Ma il successo internazionale che finalmente incontrò Fontana dopo il ’64 ha una base fondamentalmente culturale anziché di mercato. Qual è stata la reazione del pubblico e della critica a cospetto dei primi «buchi» del ’49? Critica benpensante e pubblico generico in quegli anni deridevano il suo lavoro. Ma Fontana non se la prendeva. Alla porta del suo studio di corso Monforte 23 a Milano aveva fissata una vignetta da «Il Travaso» in cui si vedeva un personaggio che punzecchiava il sedere di un altro con una siringa, come forma di parodia dei suoi primi «buchi». Ma c’erano anche difficoltà critiche di comprensione, e nel catalogo di un’antologica di Fontana che curai a Roma alla galleria L’Attico nel ’59, per contestare l’incomprensibile fenomeno dell’inadeguato riconoscimento del suo lavoro, parlai di un «caso Fontana». Basti pensare che un anno prima, a proposito della splendida sala di Fontana nella Biennale di Venezia, Lionello Venturi, che pure era un illuminato, parlava di lui ancora come di una «meravigliosa promessa». Oggi è l’artista italiano più rappresentato nei musei di tutto il mondo. Qual è la forza di Fontana? L’essenzialità e la pregnanza mentale dei suoi gesti immaginativi attraversano la nostra contemporaneità dall’inizio degli anni Trenta del secolo scorso. C’è tuttora un’attualità direi giovanile del fare di Fontana, per aver saputo rappresentare le problematiche artistiche del XX secolo e al tempo stesso essere riuscito a intuire quelle del XXI. Per esempio le sue sculture «a missile» del 1967-68 figurerebbero ancora oggi bene fra proposte di artisti giovani. Quali sono le matrici culturali dell’arte di Fontana? Sono fondamentalmente tre. Quella barocca (avvertita del resto già dalla critica negli anni Trenta), rivelata nella percezione dell’intrinseco dinamismo espansivo e ambientale della materia. Quella futurista, nel senso di quello che Prampolini chiamava «idealismo cosmico», che scovava possibilità immaginative di spazio, sia ambientale, sia infinito e quindi «cosmico», nel dinamismo legato alla materia primaria possibilità immaginative di spazio. E, terza matrice, la particolare componente «concettuale» sempre implicita nel suo fare, attraverso un impianto di presupposto Da sinistra, Giulio Carlo Argan, Lucio Fontana, Peppino Palazzoli ed Enrico Crispolti alla Galleria Blu di Milano nel 1964 sostanzialmente disegnativo delle sue sculture, dei suoi dipinti, delle sue ambientazioni. Il Barocco, in senso storico, è una poetica dello spazio, che amalgama le arti in un’unica unità architettonica, e il Barocco è nato in Italia, come il Futurismo: Fontana è un genio italiano anche nella radice del suo fare? Fontana è un genio latino, che riconnette magistralmente una lunga tradizione di radici europee che mi piace definire latine. Inoltre di barocco in lui c’è anche la spettacolarità del gesto. L’effrazione della tela è un gesto di amore o di distruzione? È il gesto di un’avventura radicalmente nuova, è come porre un primo segno sulla Luna, è l’attestazione del raggiungimento di un nuovo traguardo immaginativo e conoscitivo. Dallo spazio sulla tela allo spazio nella tela, la rivoluzione concettuale di Fontana, così importante per la storia dell’arte del ’900, si svolge con un punteruolo in mano. Basta così poco? È la forza elementare dell’idea che fa le rivoluzioni. Non serve un cannone per forare una tela. Serve, almeno in Fontana, un’idea specifica di segno, che ha una sua valenza mentale-concettuale di disegno. La componente concettuale, nel suo fare, si fonda infatti proprio su una presupposta nozione di struttura disegnativa implicita nella fisicità dell’opera. Fontana non ha imparato a disegnare in un’accademia, e dunque con finalità rappresentative, ma in una scuola tecnica, dove si insegnava un disegno a fini soltanto progettuali, cioè di valutazione mentale. Il principio disegnativo, in senso concettuale, è il presupposto strutturale che organizza espressivamente ogni opera di Fontana. Nel 1998 un ovale di Fontana del ’63 venne venduto all’asta di Sotheby’s a Londra per 13 milioni di euro. Che cosa avrebbe detto Fontana? Pensando ai periodi in cui aveva fatto la fame, forse ne avrebbe riso. Lei realizza le expertise per la Fondazione Lucio Fontana di Milano. Circolano ancora molti falsi? Meno di prima. Scomparso Lucio nel 1968, un’invasione di falsi quasi seriali ci fu in particolare negli anni Settanta e Ottanta. Oggi se ne fanno meno, e sono in genere isolati, più scoperti e spesso dilettanteschi, e a volte francamente patetici. Come realizza le sue expertise? Oltre agli esiti dell’indagine formale, materiologica, tecnica e documentaria, peraltro fondamentali, in alcuni cicli di opere (e in particolare nel gruppo più numeroso, quello dei «tagli») Fontana offre espliciti appigli di possibile verifica d’autografia, come le frasi che apponeva dietro ad alcune tele; frasi legate al momento contingente della realizzazione, sempre piuttosto breve, del dipinto. Una volta, tramite un amico tifoso, riuscii a datare precisamente un’opera in base al riferimento sul retro a un gol decisivo segnato dall’Inter in una partita di Coppa campioni. Le frasi in genere si riferivano a un fatto del quotidiano, a una notizia, a un pensiero del momento. Una volta, infastidito dal fatto che Vedova, al Padiglione Italia dell’Expo di Mon- focus on fontana. il giornale dell’arte. february 2016 5 Alle fonti di Fontana | At the fount of Fontana continua da p. 5, iii col. treal, avesse messo in piedi uno spettacolare intervento di luci, lui, che si sentiva l’artista della luce, scrisse: «Vedova, accendi la luce!». Un’altra volta, nel momento della collaborazione con Somaini per il progetto del Monumento Nazionale alla Resistenza a Cuneo, dietro a un’altra tela scrisse: «W Somaini!». Insomma quelle scritte erano come notazioni di un suo diario istantaneo. Lei ha raccolto queste frasi anche in una pubblicazione. Si definirebbe lo scopritore di Lucio Fontana? Direi piuttosto che è stato lui a scoprire me. E poi non bisogna fare arrabbiare Gillo Dorfles, che ne scriveva già più o meno quando sono nato io. q Guglielmo Gigliotti “A conceptual baroque” Enrico Crispolti is the world’s foremost expert in the work of Lucio Fontana. In Italy and abroad, since 1959, he has curated several retrospective or thematic exhibitions on the artist, and is the author of three editions of the Catalogo ragionato delle sue sculture, dei dipinti e delle ambientazioni: the first in 1974, the second in 1986, the third in 2006, published by Skira. With the collaboration of Luca Massimo Barbero, he is also the editor of the general catalogue raisonné of the sculpture and ceramic works shortly to be published. Crispolti met Fontana in 1957, when he was 24 and the artist 58. How did you meet? I called him on the phone and told him I wanted to meet him personally, to see his study, after seeing his works in the Quadriennale and Biennali, and in a major exhibition of contemporary Italian sculpture organised by Carandente at Messina. He immediately said: “Come on over”. In the past, that’s how things were. I took the train and went to Milan (Crispolti was then living in Rome, as he does now, Ed). How did he receive you? I would say very simply. He was generous, curious and very open to young people. He believed in the present as the evolutionary perspective for the future. In 1957, Fontana met Klein and supported Manzoni. This is the generation to which you belong. Yes, this is the generation by which Fontana felt most understood. The solid remote, but decisive foundation of his progressive success can be attributed to this meeting of generations, and not so much in his rising fortune in the market. True, after the first big Italian retrospective of his work, the tribute at the Castello of L’Aquila in 1963, the Marlborough Gallery did internationally what Fontana’s classic Milanese gallery owners - Cardazzo with il Naviglio, Peppino Palazzoli with the Blu,Beatrice Monti with L’Ariete, and Luciano Pistoi Notizie had been unable to do. But the international success that Fontana finally encountered after ’64 has a fundamentally cultural rather than market base. What was the reaction of the public and critics with regard to the first “holes” of 1949? Conformist critics and the general public laughed at his work at that time. But Fontana was not upset. On the door of his studio in Corso Monforte 23 in Milan, he pinned a cartoon from “Il Travaso” in which you could see a character prodding at the back side of another with a syringe, like a sort of parody of his first “holes”. But there were also critical difficulties in understanding it, and in the catalogue of a retrospective of Fontana’s work that I curated in Rome at the L’Attico gallery in 1959, in order to to question the incomprehensible phenomenon of the lack of recognition of his work, I spoke of a “Fontana case”. Suffice it to say that a year before, writing about the beautiful Fontana room at the Venice Biennale, Lionello Venturi, who was after all an enlightened man, was still speaking of him as someone with “wonderful promise”. Today, he is the most represented Italian artist in museums around the world. What is the strength of Fontana? The simplicity and the mental import of his imaginative gestures have been crossing our contemporary world since the 1930s. I would say that there is still a topicality in Fontana’s way of making art that is youthful, for his having been able to represent the artistic problems of the twentieth century and at the same time for being able to perceive those of the twenty-first. For example, his “missile” sculptures of 1967-68 still reappear in the work of young artists. What are the cultural roots of Fontana’s art? There are basically three. The Baroque (a fact already noted by critics in the 1930s), revealed in the perception of the intrinsic expansive and environmental dynamism of matter. Futurism, in the sense of what Prampolini called “cosmic idealism”, which sought out imaginative possibilities of space, both environmentally and infinite and therefore “cosmic”, in the dynamism linked to primary matter, the imaginative possibilities of space. And the third matrix, which was the special “conceptual” component always implicit in his work, through a substantially planned approach to his sculptures, his paintings, his environments. The Baroque, in the historical sense, is a poetics of space, amalgamating the arts into a single architectural unit, and the Baroque was born in Italy, just like Futurism: is Fontana an Italian genius also at the very root of his work? Fontana is a Latin genius, who masterfully links a long tradition of European roots that I like to call Latin. Another Baroque element in him is the spectacular nature of his gestures. Is the violation of the canvas a gesture of love or destruction? It is the act of a radically new adventure; it’s like putting the first mark on the Moon; it is the evidence of the reaching of a new imaginative and cognitive milestone. From the space on the canvas to the space in the canvas, Fontana’s conceptual revolution, which was so important for the history of twentieth-century art, was done with an awl in hand. Is that all it takes? It’s the elemental force of the idea that makes revolutions. You do not need a cannon to pierce a canvas. All it takes, at least in Fontana, is a specific idea of sign, which has a mental-conceptual value as intention. In its formation, the conceptual component is based on a presupposed notion of intended structure implicit in the physicality of the work. Fontana did not learn to draw in an academy and therefore for the purpose of depiction, but in a technical school, which taught drawing solely for the purposes of producing plans, or in other words, to offer a mental evaluation. Conceptually, the drawing principle is the structural assumption that expressively organises every work of Fontana. In 1998, an oval by Fontana dated 1963 was sold at auction by Sotheby’s in London for 13 million Euros. What would Fontana have said? Thinking about the times when he had gone hungry, perhaps he would have laughed. You undertake valuations for the Fondazione Lucio Fontana in Milan. Are there still of lot of fakes around? Fewer than before. Lucio died in 1968 and there was an invasion of almost serial fakes, especially in the seventies and eighties. Today there are fewer being made, and they are generally isolated, more obvious and amateurish, and sometimes frankly pathetic. How do you do your valuation? In addition to the results of the formal investigation into materials, technique and documents, which are fundamental, in some cycles of works (and in particular in the most numerous group, that of the “cuts”) Fontana offers explicit clues for the verification of authenticity, such as the phrases he would affix behind some canvases; phrases relating to the always rather short moment of realisation of the painting. Once, through a fan friend, I was able precisely to date a work on the basis of the reference on the back of a picture to a winning goal scored by Inter in a Champions Cup match. The phrases generally referred to a fact of daily life, a news story, a passing thought. Once, annoyed that at the Italian Pavilion of Montreal Vedova had set up a spectacular intervention of lights, he, who considered himself the artist of light, wrote: “Vedova, turn on the light”. Another time, when he was collaborating with Somaini for the project of the National Monument to the Resistance in Cuneo, behind another canvas, he wrote: “Long live Somaini”. In other words, these phrases were like notes in an ad hoc diary. You have collected these phrases in a book. Would you define yourself the discoverer of Lucio Fontana? I would say rather that it was he who discovered me. And we should not upset Gillo Dorfles, who was already writing about him more or less around the time I was born. 6 focus on fontana. il giornale dell’arte. febbraio 2016 “The planned instinct” Luca Massimo Barbero «L’istinto progettato» A Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini e della Galleria d’arte moderna a Palazzo della Ragione a Verona, si deve una mostra forse irripetibile, «Lucio Fontana. Venezia/New York», allestita nel 2006 presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. L’artista veniva indagato alla luce di due «anime», apparentemente contrapposte ma complementari e coesistenti nella ricerca di Fontana: quella materica e «barocca» degli oli intitolati a Venezia, e quella «minimalista», con le lamiere della serie di opere dedicata a New York. Per la prima volta le due serie, esposte nel 1961 a Venezia nella rassegna «Arte e Contemplazione» a Palazzo Grassi, e a New York, nella galleria di Martha Jackson per la prima personale di Fontana negli Stati Uniti, venivano ricomposte e confrontate. Ma lo studioso è anche il curatore del Catalogo ragionato dell’opera su carta di Lucio Fontana, edito in tre tomi da Skira, che riunisce circa 5.700 fogli. Photo Albin Dahlstrom In quali tipologie si suddivide l’opera su carta di Fontana? Le tipologie sono varie, anche per alcune ragioni di natura tecnica. Abbiamo scelto la definizione di «opere su carta» e non «disegni» o termini più ampi come «grafica», proprio perché si è inteso analizzare i materiali. Quindi là dove per Fontana nasce l’idea, cioè il disegno, il supporto più utilizzato e numericamente più alto è il foglio tipico da macchina da scrivere o della carta da lettera. Ma c’è anche molto cartoncino, materiale adatto a reggere un segno che incide e lacera, e, soprattutto nella produzione più matura, dal 1960 al 1968, c’è molta carta assorbente che è un materiale straordinario per ricevere squarci e fori. Teniamo presente che solo nell’ultima parte della sua attività Fontana produce opere su carta per il mercato. Tutto il resto è una sorta di laboratorio per cui dal 1928 al 1968 la carta conserva tutte le sperimentazioni e le ricerche di Fontana, anzi ne denuncia le origini. In Fontana il disegno ricopriva anche un ruolo progettuale? Ripeto: il disegno per lui rappresenta il momento della nascita di un’idea. Può sembrare strano a chi ha un’idea non approfondita di Fontana, ma era tutt’altro che un istintivo. È nel disegno che focalizza l’idea e la raggiunge ed è importante vedere come per alcuni «buchi», alcuni «barocchi», alcune «pietre», soprattutto nel periodo tra il 1950 e il 1958, Fontana tracci all’interno dello stesso foglio un’idea di dipinto e poi addirittura con delle crocette ne sottolinei la riuscita. In alcuni caso arriva ad annotare: «Bene, fallo». Attraverso il disegno si entra in modo intimo e preciso nel pensiero di Fontana. Sul mercato i disegni di Fontana hanno quotazioni proporzionate a quelle delle opere «maggiori»? Luca Massimo Barbero, director of the Istituto di Storia dell’Arte at the Fondazione Cini and of the Galleria d’arte moderna at the Palazzo della Ragione in Verona, was the mind behind an exhibition that is perhaps unique: “Lucio Fontana. Venice/New York”, held in 2006 at the Peggy Guggenheim Collection in Venice. The artist was explored in the light of two currents that were apparently contrasting but complementary and coexisting in Fontana research: the material, “baroque” one of the oil paintings named after Venice, and the “minimalist” one with metal sheets of the series of works dedicated to New York. For the first time, the two series, exhibited in 1961 in Venice in the “Art and Contemplation” exhibition at Palazzo Grassi, and in New York at the gallery of Martha Jackson for Fontana’s first personal show in the United States, were shown together and compared. Barbero is also the editor of the Catalogo ragionato dell’opera su carta di Lucio Fontana, published in three volumes by Skira, which brings together about 5,700 sheets of the artist’s graphic work. How can Fontana’s oeuvre on paper be divided? There are different categories of works, including for reasons of a technical nature. We chose the definition of “works on paper” and not a broader term like “graphic work” precisely because we intended to analyse the materials. The medium adopted by Fontana for the birth of a new idea – drawing – most frequently made use of typical typewriter or writing paper. But there is also much cardboard, a material suited to withstanding a line that cuts and tears, and, especially in his more mature production, from 1960 to 1968. There are a lot of paper towels which constitute an extraordinary material for gaps and holes. We should bear in mind that it was only in his late career that Fontana produced works on paper for the market. Everything else is a kind of laboratory, so from 1928 to 1968, paper is the medium preserving all of Fontana’s experimentation and research, and even reveals the origins. In Fontana’s work, did drawing also have a role to play in planning? As I said, drawing for him represented the birth of an idea. It may seem strange to those who only have a superficial knowledge of Fontana, but he was anything but instinctive. It was in drawing that he focused on the idea and attained it, and it is important to see how for some “holes”, some “baroque” works, some “stones”, especially in the period between 1950 and 1958, Fontana traced out the idea of a painting on the same sheet and then with some small ticks even recorded their success. In some cases, he would write a note: “Fine: do it”. Through drawing you enter into Fontana’s thinking in an intimate and precise manner. On the market, do Fontana’s drawings sell at sums in proportion to the “greater” works? Uno dei motivi per cui da tempo mi interesso anche dello studio delle opere su carta risiede nel fatto che queste, soprattutto in Italia, non hanno mai goduto di una grande attenzione se non da parte del collezionismo specifico. Questo sicuramente influisce sulle quotazioni, anche per quanto riguarda Fontana. È anche vero che finalmente il mercato ha capito che l’importanza dell’opera su carta di Fontana non si ferma solo alla bellezza formale, ma riguarda anche la sfera concettuale, quindi lo stanno guardando con un altro occhio. Negli ultimi anni, inoltre, si è guardata l’opera completa di questo autore, che non è solo quella relativa ai «buchi» e ai «tagli» ma è anche quella degli anni Trenta: lo ha confermato la meravigliosa mostra del 2014 del Musée d’art moderne de la Ville de Paris. Insomma, si è capito che Fontana è un artista che opera dal Trenta in poi a livello straordinariamente maturo, anzi da quegli anni i critici addirittura incominciano a parlare di una «leggenda Fontana». Il disegno rientra in tutto questo e i disegni «razionalisti» degli anni Trenta lo dimostrano; sono fogli straordinari quanto rari. One of the reasons I have been interested in the study of the works on paper for some time is the fact that especially in Italy, they have never enjoyed a great deal of attention if not from specific collectors. This certainly has a bearing on the prices, even with regard to Fontana. It is also true, however, that the market has finally realised that the importance of Fontana’s work on paper is not limited to formal beauty, but also concerns the conceptual sphere, so it is now looking at him with a different eye. In recent years, moreover, the complete oeuvre of this artist had been looked at: not just the “holes” and “cuts”, therefore, but also the works from the thirties: this has been confirmed by the wonderful exhibition in 2014 at the Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. In other words, it has been understood that Fontana is an artist who from the thirties onwards was extraordinarily mature; indeed, critics even begin to talk about a ‘’Fontana legend” from those years onwards. His drawings are part of all this and his ‘rationalist’ drawings of the thirties demonstrate it; these are drawings as extraordinary as they are rare. Non particolarmente, per due ragioni: i disegni di Fontana non sono mai stati, in particolare con l’artista in vita, oggetto di mercato e quindi sono stati conservati nello studio; inoltre da subito la Fondazione li ha schedati e fotografati e questo è stato di grande aiuto per il reperimento del materiale e per la catalogazione. Il catalogo, non a caso, è dedicato a Valeria Ernesti, scomparsa nel 2011, vicepresidente della Fondazione Fontana. Lei è stata sicuramente una guida e una memoria straordinaria anche all’interno di questa «esegesi dell’originalità» e ha affrontato con un’attenzione eccezionale questo lavoro. q Franco Fanelli Not particularly, for two reasons: Fontana’s drawings have never much appeared on the market, especially while the artist was still alive, when they were preserved in his studio; moreover, from the outset, the Fondazione has cataloged and photographed them and this has been a great help for the procurement of material and cataloguing. The catalogue, not coincidentally, is dedicated to Valeria Ernesti, who died in 2011 and was vice president of the Fondazione Fontana. It was she who was a driving force with an extraordinary memory within this “exegesis of originality”, and she tackled this task with exceptional care. I falsi colpiscono anche l’opera su carta? Does the problem of fakes affect his works on paper too? Dall’alto, «Lucio Fontana, Milano, 1963» di Ugo Mulas (dal libro «Ugo Mulas. La scena dell’arte. Photocolors» edito da Electa); Luca Massimo Barbero durante l’allestimento della mostra «Milan-Turin:1958-1968» al Moderna Museet di Stoccolma nel 2008 focus on fontana. il giornale dell’arte. february 2016 7 L’opinione dei galleristi The opin 1 Quale significato ha avuto Fontana per la sua attività galleristica? 1 What significance has Fontana had for your activity as a gallery? Renato Cardi Cardi Gallery, Milano / Milan 1 La Galleria Cardi ha iniziato a lavorare con l’opera di Lucio Fontana fin dall’apertura della galleria nel 1971. Fontana è tutt’ora ed è sempre stato uno degli artisti di punta della galleria e siamo convinti che, dopo Picasso, sia l’artista più importante del XX secolo. Il suo lavoro ha rappresentato e rappresenta un passo in avanti nello sviluppo del pensiero artistico occidentale. Per questa ragione abbiamo promosso il suo lavoro nel corso di tutta l’attività di più di quarant’anni della galleria e continuiamo a farlo esponendolo a tutte le fiere nazionali e internazionali a cui partecipiamo. Proteggiamo il suo lavoro all’interno del mercato dell’arte e siamo convinti che la sua opera rappresenti, non solo a livello culturale ma anche economico, un investimento sicuro e in continua crescita. 1 The Galleria Cardi began working with the work of Lucio Fontana since it first opened in 1971. Fontana is still and has always been one of the gallery’s leading artists and we are convinced that, after Picasso, he is the most important artist of the twenth century. His work has been and is a step forward in the development of Western artistic thought. For this reason, we have promoted his work throughout more than forty years of the gallery’s activities and continue to do so, exhibiting him in all the national and international fairs in which we participate. We protect his work within the art market, and we believe that his work represents a secure and growing investment, not only in cultural but also economic terms. Hélène de Franchis Studio La Città,Verona 1 Fontana per me è stato di un’importanza fondamentale. Avevo appena 19 anni quando un giorno decisi di andare alla galleria Marlborough di Roma, dove alcuni miei amici universitari mi avevano detto che era in corso una mostra curiosa di un artista milanese che bucava le tele. Rimasi affascina- ta ma incredula, quando un signore elegante uscendo da una delle stanze interne della galleria mi chiese se mi piacevano; risposi che non capivo e lui mi fece fare un giro per le due sale e mi spiegò: era Lucio Fontana! Lo incontrai altre volte sempre alla Marlborough; allora non lo sapevo ma fu l’inizio della mia vita con l’arte. L’ho sempre considerato il mio mentore e appena si aprì lo Studio la Città cercai di fare una sua mostra. Ne organizzai una di grafica nel 1970 e riuscii a fare la prima personale nel 1973 con grandi tele prestate dalla galleria Marlborough. Ricordo che le tele di dimensioni medie (80x100 cm) costavano 1,51,8 milioni di lire. Avevo una grande tela (180x180 cm) con buchi che costava 3,5 milioni di lire e non riuscii a venderla, mentre ora è nella Collezione Pinault. Feci una seconda mostra nel 1980, ma a quel punto i prezzi erano saliti: un quadro bianco con tre tagli (100x80 cm) costava 13 milioni di lire, i disegni un milione, le ceramiche 1,5-1,8 milioni di lire. A tutte le fiere che feci dal 1975 (Basilea, Chicago, Colonia, Parigi, Stoccolma, Madrid, New York, Miami ecc) portai almeno una sua opera, anche quando era di moda la Transavanguardia e io venivo chiamata l’astrattologa... Negli anni 2000 ho fatto sopratutto mostre di ceramiche, l’ultima delle quali a Milano nel 2015, insieme alla Galleria Tonelli in uno spazio scelto apposta, «THE FONTANA I LOVE», che è il titolo che diamo a questa scelta. 2 Credo che l’opera di Fontana non sia ancora veramente riconosciuta: è stato un artista grandissimo con una creatività straordinaria. Ci sono ancora delle opere poco conosciute, ad esempio quelle degli anni Cinquanta, o le ceramiche che solo ora cominciano a girare nel mondo. I suoi prezzi hanno ancora un alto margine di crescita. 1 For me, Fontana has been of fundamental importance. I was just 19 when one day I decided to go to the Marlborough gallery in Rome, where some of my university friends had told me that there was a curious exhibition of a Milanese artist who made holes in 2 Quale futuro collezionistico prevede per l’opera di Fontana? 2 What will the future hold in terms of collecting Fontana’s work? the canvas. I was fascinatattività della Galleria dello Scudo. Dopo la mostra del ed but incredulous, when 1977, con un buon esito an elegant man coming out nonostante il mercato fosof one of the inner rooms of the gallery asked me if se allora in flessione dopo I liked the works; I replied il boom dei primi anni Setthat I did not understand tanta, la Galleria ha costanthem and he gave me a tour temente proposto lavori di of the two rooms and exrilevante qualità, collocanplained them to me: it was doli in importanti collezioni Lucio Fontana! I met him pubbliche e private italiane at other times, always at e straniere. Dopo un lungo Marlborough; at the time, I periodo di fasi alterne, da did not know that this was qualche anno stiamo assithe beginning of a life with stendo a una crescita espoart. I’ve always considered nenziale dell’interesse per him my mentor and as soon l’opera di questo maestro as Studio la Città opened, I assoluto con la conseguentried to do an exhibition of te inarrestabile ascesa delle him. I organised a graphic quotazioni. show in 1970 and managed 2 Un futuro sempre migliore, to do the first solo exhideterminato principalmente dall’intuizione e dalla gebition in 1973 with large paintings lent by the Marlnialità di Fontana, un’icona ormai nel panorama artistiborough gallery. I remember that the paintings of average co internazionale, al fianco size (80x100 cm) cost from delle «intoccabili» figure 1.5 to 1.8 million lire. I had che hanno segnato la storia a large canvas (180x180 dell’avanguardia in Europa e cm) with holes that cost 3.5 oltreoceano. million lire and was unable 1 Fontana’s work has been a to sell, but which is now in constant throughout the the Pinault collection. I did whole activity of the Gala second exhibition in 1980, leria dello Scudo. Since the but by then the prices had 1977 exhibition, which was gone up: a white square successful despite the fact with three cuts (100x80 that the market was decm) cost 13 million lire, the clining with respect to the drawings were a million, the boom at the beginning of ceramics 1.5 to 1.8 million the 1970s, the Gallery has lire. At all the fairs I did constantly proposed works from 1975 (Basel, Chicago, of a very high quality and Cologne, Paris, Stockholm, has found a place for them Madrid, New York, Miami in important private and etc.) I always took at least public collections in Italy one of his works, even when and abroad. After a long the Transavanguardia was period of alternating phasfashionable and I was being es, for some years we have called the ‘abstractologist’... been seeing an exponenIn the 2000s I concentrated tial increase in the work of on exhibitions of ceramics, this absolute master, with the last of which was in Mia consequent, unstoppable increase of his prices. lan in 2015, along with the Galleria Tonelli in a space 2 An increasingly better fuchosen for the purpose, ture, mainly determined by “THE FONTANA I LOVE”, the intuition and genius of which is the title we give Fontana himself, by now an this show. icon on the international art scene, together with the 2 I believe that the work of other “irreplaceable” figFontana is not yet really recognised as such: he was ures who have marked the a great artist with an exhistory of the avant-garde in Europe and America. traordinary creativity. There are still little-known works, such as those of the fifties, Giovanni Mazzoleni or ceramics that are only now beginning to tour the Mazzoleni Galleria d’Arte, Torino world. His prices still have a / Turin, Londra / London 1 Lucio Fontana high margin for growth. ha avuto un ruolo centrale nel perMassimo Di Carlo corso della nostra Galleria Dello Scudo,Verona galleria. Sin dagli inizi degli anni Sessanta ho cominciato 1 L’opera di Fontana rappresenta ad acquistare le sue opere una costante che che sono andate ad arricaccompagna l’intera chire il nucleo originario 8 focus on fontana. il giornale dell’arte. febbraio 2016 della mia collezione, fino a Savinio, Severini or Chagall. quel momento costituita Later, with the opening in larga maggioranza dai of our gallery in 1986, we grandi maestri dell’arte fihad the opportunity to handle many works by Fongurativa come Casorati, de Chirico, Savinio, Severini o tana, some of which have Chagall. Successivamente, marked key moments in con l’apertura della nostra his artistic career: from the galleria nel 1986, abbiamo most famous small or large avuto l’opportunità di tratcuts, to the “Venezia” cycle and the “Fine di Dio” series, tare molte opere di Fontana, probably among the most alcune delle quali hanno sebeautiful and impressive gnato momenti chiave della works we have ever had in sua produzione artistica: the gallery. Lucio Fontana’s dai più noti tagli, di piccole work was a catalyst for the o grandi dimensioni, al ciclo creative scene of his day delle «Venezie», per arrivare and at the same time an alle «Fine di Dio», probabilinspiration for subsequent mente tra le opere più belle generations of artists, and e imponenti che abbiamo it was fundamental he be mai avuto in galleria. Il laincluded in the collection voro di Lucio Fontana, caof a gallery which, like ours, talizzatore della scena creais focused primarily on Italtiva a lui contemporanea e contestualmente ispirazione ian artists of the postwar per le generazioni artistiperiod. che successive, non poteva 2 The role of Lucio Fontana is mancare nella collezione di well established internationuna galleria come la nostra ally. The natural change of focalizzata principalmente the parameters of taste in sugli artisti del secondo docollecting and the fickleness of fashion have not dented poguerra italiano. the prestige achieved by the 2 Il ruolo di Lucio Fontana a artist, who continues to be livello internazionale è ora huge success worldwide. mai consolidato. Il naturale The most prestigious inmutamento dei parametri di gusto del collezionismo ternational museums and e la volubilità delle mode finest private collections non ha intaccato il prestigio include at least one work by conquistato da un artista Fontana, whose works conche continua a riscuotere tinue to seduce the market. uno straordinario successo At all the national and inin tutto il mondo. I musei ternational fairs in which internazionali più prestigioour gallery has taken part, the works of Lucio Fontana si e le collezioni private più have been the most adraffinate includono almeno un lavoro di Fontana, le cui mired and, despite the crisis opere continuano a sedurin the art market in recent years, are the only ones not re il mercato. In occasione to have been affected by any di tutte le fiere nazionali e downturn. We believe that internazionali a cui la nothe future will see a further stra Galleria ha preso parte, expansion in the collecting le opere di Lucio Fontana of this artist’s oeuvre, espesono state le più ammirate e, nonostante la crisi del cially in the rapidly expandmercato dell’arte degli anni ing market in Asia. passati, sono le uniche a non aver risentito di alcuna Ruggero Montrasio flessione. Riteniamo che il futuro riservi un’ulteriore Montrasio Arte, Monza, Milano espansione collezionistica / Milan per questo artista, soprat1 Lucio Fontana tutto su un mercato ancora e in particolare la in forte crescita come quelsua opera plastica lo asiatico. rivestono un ruolo fondamentale per la nostra attività di galleria. Il Mae1 Lucio Fontana has played a central role in the destro argentino rappresenta velopment of our gallery. l’ideale anello di congiunSince the early sixties, I zione tra le tre generazioni have been buying his works che si sono susseguite nelthat have gone to enrich la direzione di Montrasio the original core of my colArte. Nel 1969, a Monza, lection, until then for the mio padre esponeva per la most part formed of the prima volta le ceramiche great masters of figurative di Fontana, in una mostra art as Casorati, De Chirico, dedicata alla terracotta ion of gallery owners dal titolo «Materia animata» insieme alle opere di Salvatore Fancello, Arturo Martini e Fausto Melotti. Personalmente ho intrecciato con l’opera plastica di Fontana un profondo legame, a partire dallo stand realizzato ad Artissima a Torino nel 1995, ad ArteFiera a Bologna nel 2002, sino alla personale del 2006 «Attraversando la materia», realizzata in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana. Il catalogo (edizioni Silvana editoriale) che accompagnava la mostra è un punto focale per tutte le ricerche dedicate all’attività ceramica di Fontana e si avvalse dei saggi di Daniele Astrologo Abadal, Raffaele Bedarida, Enrico Crispolti, Lorenzo Giusti e Alberto Montrasio. E ancora nel 2011 la mostra «Prima che il Gallo canti» all’Arengario di Monza, nel 2014 «Fontana-Eine Weltanschauung» da Km0 ad innsbruck, e, nel 2015, la «Ceramica prende Forma» da Montrasio Arte Monza, Milano. Le mostre milanesi del 2 1999 per il centenario della nascita dell’artista avevano davvero dato nuovo impulso agli studi su Fontana attirando sull’artista un’attenzione ancora maggiore. L’opera di Fontana era sempre stata trattata professionalmente soltanto da poche specialistiche gallerie, ma opere dell’artista erano presenti in moltissime. Credo che la Fondazione Fontana abbia svolto un lavoro egregio nel mettere ordine nel lavoro e nel mercato del grande Maestro. L’apertura al mercato globale, che ha provocato un salutare vaglio tra i nomi degli artisti, ha indotto contestualmente una forte impennata delle quotazioni di quelli ammessi a un orizzonte planetario. Fontana è stato tra questi: se pure la sua produzione è stata cospicua, le opere di alta qualità si stanno rarefacendo. Si può prevedere che le sue quotazioni, mediamente decuplicate nei penultimi dieci anni, e incrementate esponenzialmente negli ultimi cinque anni, salgano ancora. Ciò è semplicemente nella logica, quando si tenga presente la potenza innovativa della sua inesausta ricerca, che relativamente da poco è diventata chiara a tutti. I miei contatti mostrano un collezionismo attivo, disposto a dialogare su alte fasce di prezzo, costantemente alla ricerca e aperto ai suggerimenti. L’apertura dei mercati ha collocato Fontana ai primi posti nei desideri del collezionismo. L’interesse suscitato dalin the last decade, and inmo ai record delle sue «Fine tato di più le sue ceramidi Dio». Le ultime due hanla grande retrospettiva a creased exponentially over che, che ho sempre approParigi nel 2014 e i recenthe past five years, will go no realizzato circa 22 miliofondito da quando, molti up yet again. This is simply anni fa, vidi la sua bellissima ti exploit dei prezzi delle ni di euro nell’ottobre 2015 the logical conclusion if Via Crucis nella chiesa di ceramiche nelle maggiori e 27 milioni di euro il mese you bear in mind the innoSan Fedele a Milano. Come aste internazionali stanno dopo. ha scritto Melotti, con i a dimostrarlo. vative power of his tireless 1 In 1957, the newly-founded suoi tagli l’arte è uscita research, which has only Galleria Blu was already 1 Lucio Fontana and in pardalla giungla della pittura relatively recently become presenting the artist, then ticular his three-dimeninformale; è un punto zero clear to all. My contacts little known, with an exhisional work play a key role dal quale partono tutti i show active collecting, willin our gallery’s activities. bition entitled “Opere dalle grandi dell’arte concettuaThe Argentinian artist procollezioni private di Foning to talk about high price ranges, constantly looking vides the ideal link between tana e Munari”. The followle: Paolini, Calzolari, Anseland open to suggestions. the three generations that ing year, the relationship mo, Boetti ecc. In questo The opening of markets have succeeded each other between Galleria Blu and senso, oltre il taglio, al di là has placed Fontana high in in running Montrasio Arte. Fontana was strengthened, della tela, in svariate forme the desires of collectors. In 1969, at Monza, my fataking the form of an exconcepite più con la menThe interest generated by ther exhibited Fontana’s clusive contract (1958-60). te che non con le mani, ho the major retrospective in ceramics for the first time, Those were years of clocapito la Land art,e i suoi Paris in 2014 and the rein an exhibition dedicatgrandi autori: Long, Fulton, sure to change, especially Smithson, Heizer e Christo. when the new had the reved to terracotta entitled cent exploits of the pric“Materia animata” alonges for ceramics in major olutionary energy of such 2 Fortunati gli ultimi che international auctions all as the works of Fontana. So possono permettersi di side works by Salvatore prove it. much so that when he acacquistarlo; il suo futuro è Fancello, Arturo Martini nei musei. and Fausto Melotti. Percepted the proposal of an exclusive from my grand- 1 Fontana is a great, essensonally I have developed a Daniele Palazzoli deep bond with Fontana’s father Peppino, with all the tially conceptual artist, three-dimensional work, Galleria Blu, Milano / Milan humour that was typical of whom I love very much. starting with the stand at him, Fontana came out with In reality, in my work I 1 Già nel 1957 la Artissima in Turin in 1995, have not dealt with many neonata Galleria “Do you want to bankrupt at ArteFiera in Bologna examples of it. Certainly, Blu presentava l’aryourself?!”. Among the exin 2002, and on the permore ceramics than painttista, allora poco hibitions held at the Blu, it sonal show in 2006, “Atings have passed through conosciuto, con la mostra is worth recalling: “Lucio my hands, a medium that traversando la materia”, «Opere dalle collezioni priFontana 1949-1964” (OcI have always explored organised in collaboration vate di Fontana e Munari». tober 1964), in which sixty further since when, many with the Fondazione LuL’anno dopo il rapporto works were displayed in royears ago, I saw his beauticio Fontana. The catalogue tra la Blu e Fontana si raftation; “Fontana e Picasso” (published by Silvana Editoful Via Crucis in the church forzava, prendendo la forma (1970), dedicated to their of San Fedele in Milan. As riale) that accompanied the di contratto in esclusiva ceramics; “Stasera inauguro Melotti has written, with exhibition is a focal point (1958-60). Quelli erano anni la mia mostra da Palazzoli” his cuts art emerged from for all research activities di chiusura verso il cambia(1999), for the centenary the jungle of informal dedicated Fontana’s cerammento, soprattutto quando of the artist (the title of painting; it constitutes a ic work and includes essays il nuovo aveva l’energia rithe exhibition is that of the zero point from which all by Daniele Astrologo Abadvoluzionaria delle opere del painting reproduced on the the great conceptual art al, Raffaele Bedarida, Enrico Maestro. Tant’è che quando cover of the catalogue. starts: Paolini, Calzolari, Crispolti, Lorenzo Giusti accettò la proposta di esclu- 2 When, many years ago, the Anselmo, Boetti etc. In and Alberto Montrasio. And siva di nonno Peppino, Fonspeculative aspect entered this sense, it is through the in 2011, there were the tana, con la simpatia che gli the international contemcuts, beyond the canvas, “Prima che il Gallo canti” era propria, se ne uscì con porary art market, Fontana in the various forms conexhibition at the Arengario un «Ti vuoi rovinare?!». Tra was from the outset one of in Monza, in 2014 “Fontana ceived more with the mind le mostre tenutesi alla Blu the few Italian artists seen Eine Weltanschauung” at than with the hands, that I ricordiamo: «Lucio Fontana as an investment (because Km0 in Innsbruck and, in have understood Land art 1949-1964» (ottobre 1964), even then he was protected 2015, “Ceramica prende and its great exponents: in cui furono esposte a rotaby the authoritative nature Forma” at Montrasio Art Long, Fulton, Smithson, zione sessanta opere; «Fonof the Archivio Fontana). Monza, Milan. Heizer and Christo. tana e Picasso» (1970), deThe recognisable disruptive dicata alle loro ceramiche; greatness of his works was 2 Lucky those last few who 2 The exhibitions held in Milan in 1999 for the cencan afford to buy him; his «Stasera inauguro la mia by then indisputable and future is in museums. tenary of the birth of the mostra da Palazzoli» (1999), the fact that these were diartist really gave new impeper il centenario dell’artivided into cycles of works tus to studies on Fontana, sta (il titolo della mostra that were similar to each Lodovico Tonelli attracting even greater è anche quello del quadro other (Tagli, Buchi, Fine di Galleria Tonelli, Milano / Milan attention on the artist. riprodotto in copertina del Dio, Pietre, Aniline, Venezie, 1 Potrei definirlo Fontana’s work had always catalogo). Strutture al Neon, teatrini, una presenza cobeen handled professional- 2 Quando, tanti anni fa, nel etc...) facilitated their fistante: fin dai suoi ly by only a few specialised mercato internazionale nancial growth. I think the esordi, la mia galgalleries, but works by the dell’arte contemporanea high prices achieved by his leria ha sempre guardato artist were present in many. entrò l’aspetto speculativo, works are still on their way con grande attenzione alla I think the Fondazione Fontana fu, fin da subito, fra up, especially if we think of variegata produzione di Fontana has done a spleni pochi artisti italiani oggetto the records for his “Fine di questo grande artista, prodid job in putting some d’investimento (anche perDio” works. The latest two ponendone da principio order into the work and ché già allora protetto dalla made about 22 million euro l’opera grafica attraverso market of the great master. autorevolezza dell’Archivio in October 2015 and 27 preziosi disegni, oggi inThe opening to the globFontana). La riconoscibile million euro a month later. seriti nel catalogo ragioal market, which resulted grandezza dirompente delle nato delle opere su carta in a healthy evaluation of sue opere era ormai incon- Carlo Repetto dell’artista, curato da Luca the names of artists, led testabile e il fatto che queMassimo Barbero. Un’alsimultaneously to a strong ste fossero suddivisibili in Repetto Gallery Modern and tra mia grande passione surge in the prices of those cicli di opere simili tra loro Contemporary Fine Art, Londra è sempre stata anche la admitted to a worldwide (Tagli, Buchi, Fine di Dio, Pie- / London produzione ceramica di stage. Fontana is among tre, Aniline, Venezie, Struttu1 Fontana è un Fontana che, con un po’ grande artista, esthem: although he had a re al Neon, Teatrini ecc...) di intuito, ho proposto a senzialmente conlarge production, works of facilitava la loro crescita collezionisti e amatori sin cettuale, che amo high quality are becoming finanziaria. Ritengo siano in da anni in cui le quotazioni molto. In realtà, nella mia rare. We may expect that continuo aumento i prezzi di queste opere erano ben attività non ne ho trattati his prices, which have on elevatissimi raggiunti dalle distanti da quelle attuali. tanti. Sicuramente ho trataverage multiplied tenfold sue opere, specie se pensia- Frutto recente di questa lunga ricerca è stata la mostra «The Fontana I love», organizzata in collaborazione con Studio La Città di Verona tra aprile e luglio 2015 in occasione di Expo, nella quale abbiamo presentato a un attento pubblico una grande raccolta di opere in ceramica datate dal 1929 al 1968, alcune delle quali in passato concesse in prestito a diversi musei europei. 2 Lucio Fontana riveste un ruolo ormai consolidato tra le eccellenze della storia dell’arte nazionale ed estera, ed è certamente tra gli artisti italiani del Novecento che maggiormente catalizzano l’attenzione internazionale sul panorama artistico del nostro Paese, come testimoniano le numerose mostre dedicategli all’estero e le quotazioni raggiunte dalle sue opere nelle aste internazionali. Dunque, il futuro collezionistico di questo grande artista non può che essere in costante crescita. 1 I could define him as a constant presence: since its inception, my gallery has always looked with great attention to the varied production of this great artist, from the outset offering his graphic work through fine drawings that are now included in the catalogue raisonné of Fontana’s works on paper edited by Luca Massimo Barbero. Another great passion I have always had is the production of ceramics which, with a little intuition, I proposed to collectors and connoisseurs since when the prices for these works were far lower than today. A recent fruit of this long research was the “The Fontana I love” exhibition organised in collaboration with Studio La Città of Verona between April and July 2015 on the occasion of the Expo, in which, to an enthusiastic audience, we presented a large collection of ceramic works dating from 1929 to 1968, some of them loaned on previous occasions to European museums. 2 Lucio Fontana holds a well-established position among the excellences of the history of Italian and foreign art, and he is certainly among the Italian artists of the twentieth century who has drawn most international attention to the artistic landscape of our country, as the numerous exhibitions dedicated abroad to him and the prices attained at international auctions attest. Therefore, the future of this great artist in terms of collecting can only be one of constant rise. focus on fontana. il giornale dell’arte. february 2016 9 Biografia | Biography 1899, 19 febbraio Lucio Fontana nasce in Argentina, a Rosario di Santa Fe, il 19 febbraio 1899. Il padre Luigi, italiano, in Argentina da una decina d’anni, è scultore e la madre, Lucia Bottino, di origine italiana, è attrice di teatro. 1905 A sei anni, con il padre, viene a Milano per frequentare le scuole. 1910 Inizia il suo apprendistato artistico nella bottega paterna. Si iscrive poi a una scuola per Maestri Edili che lascia per arruolarsi come volontario nella prima guerra mondiale. Ferito, è congedato con medaglia d’argento al valore militare; riprende quindi gli studi e si diploma. 1921 Torna in Argentina, a Rosario di Santa Fe e inizia la sua attività di scultore nella bottega di scultura del padre. Apre poi un proprio studio a Rosario. 1925/1927 Vince alcuni concorsi e realizza, tra gli altri, il monumento a Juana Blanco. 1928 Torna a Milano per iscriversi, come allievo di Adolfo Wildt, al primo corso dell’Accademia di Brera: a fine anno è promosso al quarto corso. Partecipa intanto a esposizioni e concorsi in Italia, in Spagna e in Argentina. 1930 Conosce Teresita Rasini, che diventerà sua moglie. Spaziando tra figurativo e astratto, la sua scultura, sia in terracotta sia in gesso, con o senza colore, diventa più libera e personale. In quegli anni, importantissimi per la sua ricerca artistica, sempre più riconosciuta dai maggiori critici, da Argan a Belli, Persico e Morosini, partecipa alla Triennale di Milano, alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma; espone più volte alla Galleria del Milione, inizia l’attività di ceramista ad Albisola. 1937 Alla Manifattura di Sèvres realizza alcune sculture di piccolo formato che espone, e vende, a Parigi. Intensa, già in questo periodo, la sua attività con gli architetti più all’avanguardia. 1940 Parte per Buenos Aires, dove si stabilisce, lavora intensamente e vince vari concorsi di scultura. 1946 Professore di modellato alla Scuola di Belle Arti, organizza con altri una scuola d’arte privata: l’Accademia di Altamira, che diventa un importante centro di promozione culturale. È proprio qui che, in contatto con giovani artisti e intellettuali, elabora le teorie di ricerca artistica che portano alla pubblicazione del Manifiesto Blanco. 1947, aprile Rientrato a Milano, Fontana fonda il «Movimento spaziale» e, con altri artisti e intellettuali, pubblica il Primo Manifesto dello Spazialismo. Riprende l’attività di ceramista ad Albisola e la collaborazione con gli architetti. 1948 Esce il Secondo Manifesto dello Spazialismo. 1949 Espone alla Galleria del Naviglio l’«Ambiente spaziale a luce nera» suscitando al tempo stesso grande entusiasmo e scalpore. Nasce la sua invenzione più originale quando, forse spinto dalla sua origine di scultore, alla ricerca di una terza dimensione, realizza i primi quadri forando le tele. Continua a essere invitato alle Biennali di Venezia, alle Triennali di Milano. 1950 Esce il terzo manifesto spaziale Proposta per un regolamento. 1951 Alla IX Triennale, per primo usa il neon come forma d’arte; legge il suo Manifesto tecnico dello Spazialismo. 1952 Partecipa al concorso indetto per la Quinta Porta del Duomo di Milano vincendolo ex-aequo con Minguzzi. Firma con altri artisti il Manifesto del Movimento Spaziale per la Televisione ed espone per la pima volta in modo compiuto le sue opere spaziali alla Galleria del Naviglio di Milano. Oltre a forarle, Fontana dipinge ora le tele, vi applica colore, inchiostri, pastelli, collage, lustrini, frammenti di vetro. È ormai noto e apprezzato anche all’estero. 1957 In una serie di opere in carta telata, oltre ai buchi e ai graffiti appaiono, appena accennati, i tagli ai quali arriverà compiutamente l’anno successivo: dalle tele a più tagli colorate a velature a quelle monocrome intitolate «Concetto spaziale», «Attesa». Mostre e partecipazioni a manifestazioni internazionali si susseguono a ritmo sempre più intenso. Fontana realizza anche, oltre a sculture in ferro su gambo, una serie di opere in terracotta, note come «Nature»; continua anche a eseguire lavori in ceramica di grande e di piccolo formato e a collaborare con i maggiori architetti per opere di environnement, denominate «Ambiente spaziale», in cui impiega la luce come elemento innovativo. 1966 Per la sua sala bianca, con tele bianche segnate da un solo taglio verticale, la giuria internazionale della 33a Biennale di Venezia gli assegna il primo premio per la pittura. 1968, settembre Muore a Comabbio (Varese) dove si era trasferito, paese d’origine della sua famiglia di cui aveva restaurato la vecchia casa colonica. 1899, 19 February Lucio Fontana was born in Rosario in the province of Santa Fe,Argentina on 19 February, 1899. His father Luigi, was Italian and had lived in Argentina for ten years as a sculptor, while his mother, Lucia Bottino, also of Italian origin, was an actress in the theatre. 1905 When he was six, he travelled to Milan with his father, to attend school. 1910 He began his artistic apprenticeship in his father’s workshop. Then he enrolled in a school for construction skills, which he subsequently left to enlist as a volunteer in the First World War. Wounded, he was discharged with a silver medal for value and he then resumed his studies and graduated. 1921 Back in Argentina, in Rosario, he began his career as a sculptor in his father’s sculpture workshop. He then opened his own studio in Rosario. 1925/1927 He won some competitions and among other commissions produced a monument to Juana Blanco. 1928 He returned to Milan to enrol as a student of Adolf Wildt, in the first course of the Brera Academy: at the end of the year, he was promoted to the fourth course. Meanwhile, he participated in exhibitions and competitions in Italy, Spain and Argentina. 1930 He met Teresita Rasin, who would become his wife. Ranging between figurative and abstract art, his sculptural work in both clay and plaster, with or without colour, became freer and more personal. In those years, which very important for his artistic development, he was increasingly singled out by leading critics, such as Argan, Belli, Persico and Morosini, participating at the Milan Triennale, the Venice Biennale, and the Quadrenniale in Rome. He also exhibited at the Galleria del Milione, and began working as a ceramist in Albisola. 1937 The Manufacture de Sèvres produced some of his small sculptures which he exhibited and sold in Paris. By the this time, his activity with the most advanced architects was already intense. 1940 He left for Buenos Aires, where he settled, working hard and winning a number of sculpture competitions. 1946 A professor of sculptural modelling at the Escuela de Bellas Artes, with another partner he organised a private art school: this was the Academia Altamira, which became an important centre for promoting culture. It was here, in contact with young artists and intellectuals, that he elaborated the theories of artistic research that led to the publication of the Manifiesto Blanco. 1947, April Back in Milan, Fontana founded the “Movimento spaziale” and, with other artists and intellectuals, published the Primo Manifesto dello Spazialismo. He resumed working as a ceramist in Albisola and collaborating with architects. 1948 Publication of the Secondo Manifesto dello Spazialismo. 1949 He exhibited “Ambiente spaziale a luce nera” at the Galleria del Naviglio, arousing both enthusiasm and an uproar. His most original invention arose when, perhaps inspired by his origins as a sculptor and in search of a third dimension, he produced his first paintings in which he perforated the canvases. He continued to be invited to the latest editions of the Venice Biennale and the Milan Triennale. 1950 Publication of the third spatial manifesto, Proposta per un regolamento. 1951 At the IX Triennale, he was the first artist to use neon as an art form, and he read his Manifesto tecnico dello Spazialismo. 1952 He took part in the competition for the Fifth Door of the Duomo of Milan, winning it a tie with Minguzzi. Together with other artists, he signed the Manifesto del Movimento Spaziale per la Televisione and for the first time exhibited his spatial works in a systemic fashion at the Galleria del Naviglio in Milan. In addition to piercing his canvases, Fontana now also painted them, applying colour, ink, pastels, collage, sequins and fragments of glass.Abroad, he was by now well known and appreciated. 1957 The cuts which he developed more fully the following year made their first timid appearance in a series of works on linen paper, in addition to the holes and graffiti. These led to the canvases with several cuts and bright colours and monochrome tones entitled “Concetto spaziale” and “Attesa”. Exhibitions and participation in international events followed each other at an increasing pace. Apart from a series of metal sculptures on stands, Fontana also produced a number of works in terracotta, known as “Nature”; he also continued to work on large and small ceramic works and with leading architects on environmental works called “Ambiente spaziale”, in which he used light as an innovative element. 1966 The international jury of the 33rd Venice Biennale awarded him first prize for painting for his white room, containing white canvases marked by a single vertical cut. 1968, September He died in the old farmhouse in Comabbio (Varese), which had once belonged to his family and which he had had restored. 10 focus on fontana. il giornale dell’arte. febbraio 2016 I numeri di Fontana The key figures of Fontana Ecco, in cifre suddivise per tipologie, la produzione di Lucio Fontana documentata da Enrico Crispolti, curatore del Catalogo Ragionato di sculture, dipinti, ambientazioni Divided into type of production, here are the numbers of works made by Lucio Fontana as documented by Enrico Crispolti, curator of the Catalogo Ragionato di sculture, dipinti, ambientazioni Sculture/Sculptures 1925-50: 440ca/abt 1950-60: 125ca/abt 1967: 10ca/abt Buchi/Holes 1949-53: 100 ca/abt 1955-62: 90 ca/abt 1963-68: 95 ca/abt Tagli/Slashes 1958-60: 165 ca/abt 1961-64: 255 ca/abt 1964-65: 420 ca/abt 1965-68: 470 ca/abt Quanta 1959-60: 20 ca/abt Pietre/Stones 1951-58: 180 ca/abt Nature/Nature Sculptures 1959-60: bivalvi 50 ca/abt sfere 45 ca/abt Barocchi/Baroques 1954-57: 100 ca/abt Fine di Dio 1963-64: Gessi/Impastos 1954-58: 100 ca/abt Teatrini 1964-66: Inchiostri/Inks 1954-59: 95 ca/abt Ellissi/Ellipses 1964-67: 30 ca/abt Oli/Oils 1957-61: 1963-68: Ambientazioni architettoniche (coll. Con arch.) e ambienti spaziali / Spatial Environments (Con arch. Coll.) 1926-68: 80 ca/abt 300 ca/abt 110 ca/abt Carte telate/Linen papers 1957-60: 50 ca/abt Metalli/Metal Sheets 1961-68: 60 ca/abt 40 ca/abt 180 ca/abt Lucio Fontana, Ritratto di Teresita, 1940, Milano, Fondazione Lucio Fontana (cat. gen. 40 SC 24) “La Fondazione Lucio Fontana, con sede in Milano, Corso Monforte 23, è costituita per iniziativa della Signora Teresita Rasini Fontana. Eretta in ente morale con riconoscimento giuridico il 20 Giugno 1984 dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini (decreto n. 684), la Fondazione si propone di assicurare la tutela del patrimonio artistico di Lucio Fontana, nato a Rosario di Santa Fè, Repubblica Argentina, il 19 Febbraio 1899, Fondatore del Movimento dell’Arte Spaziale, sia promuovendo studi ed indagini a livello nazionale e internazionale, sulle opere dell’artista, sia assumendo ogni altra iniziativa, compresa l’organizzazione di mostre, per la loro valorizzazione, sia prendendo le misure necessarie, anche d’ordine legale, contro eventuali falsi o altri illeciti ...” da Statuto della Fondazione Lucio Fontana i fontana di cardi Le opere di maggior rilievo trattate in passato The most important works sold in the past 5 1 2 3 4 7 6 1. «Concetto Spaziale, Attesa», 1966, idropittura su tela / waterpaint on canvas, 55x46 cm 2. «Concetto Spaziale, Attese», 1968, idropittura su tela / waterpaint on canvas, 55x46 cm 3. «Concetto Spaziale, Attese», 1964, idropittura su tela / waterpaint on canvas, 61x50 cm 8 4. «Concetto Spaziale, Attese», 1968, idropittura su tela / waterpaint on canvas, 55,3x46,3 cm 5. Una veduta dello stand della Cardi Gallery all’Armory Show di New York 6. Una veduta dello stand della Cardi Gallery a Miart, Milano 7. «Concetto Spaziale, Attesa», 1967, idropittura su tela / waterpaint on canvas, 55x46 cm 8. «Concetto Spaziale, Attesa», 1967, idropittura su tela / waterpaint on canvas, 59,9x51,1 cm 9. «Concetto Spaziale, Attesa», 1968, idropittura su tela / waterpaint on canvas, 100x81 cm 10. Una veduta dello stand della Cardi Gallery alla scorsa edizione di Frieze Masters a Londra 9 10 Cardi Gallery Noi e Fontana Fontana and us La Galleria Cardi è stata fondata nel 1971 da Renato Cardi conseguentemente alla sua grande passione per l’arte contemporanea sia come collezionista sia come sostenitore di giovani artisti. Renato ha iniziato a lavorare con l’opera di Lucio Fontana fin dall’apertura della galleria, quando il maestro risultava ancora di difficile comprensione per la maggior parte delle persone. Lucio Fontana, infatti, può a ben diritto essere inserito nella lista di quegli innovatori e personaggi che hanno introdotto un nuovo linguaggio nel mondo dell’arte. C’è una piccola differenza, però: nonostante siano passati più di cinquant’anni, il suo modo di esprimersi non è stato ancora completamente accettato. Neanche Van Gogh ci ha messo tanto per arrivare a essere apprezzato dai più. Fontana è forse uno degli artisti più incompresi della storia dell’arte, al pari di Duchamp, nonostante sia indubbio che il suo lavoro rappresenti un passo in avanti fondamentale nello sviluppo del pensiero artistico occidentale. Noto per la sua particolare sensibilità per l’arte contemporanea, Renato Cardi ha sempre creduto nel lavoro di Fontana e ne ha promosso l’opera nel corso degli oltre quarant’anni di attività della sua galleria che, tutt’oggi, continua a esporlo in tutte le prestigiose fiere nazionali e internazionali a cui partecipa ogni anno. Da qualche tempo si è assistito a una fortissima crescita dell’interesse verso il lavoro di Lucio Fontana, grazie anche alle numerose mostre retrospettive allestite nei più grandi musei del mondo e che hanno reso la sua opera più accessibile. Le collezioni più importanti del mondo, sia private sia pubbliche, possiedono o sono in procinto di acquisire opere dell’artista che alle ultime aste hanno raggiunto quotazioni di svariati di milioni di euro. Senza dubbio Lucio Fontana è uno di quegli artisti che ha cambiato la storia dell’arte e che ha influenzato le generazioni venute dopo di lui. Con i suoi lavori, per la prima volta, l’opera non è più oggetto su cui dipingere altro, ma diventa soggetto essa stessa e lo spazio attorno a essa entra a farne parte. Lucio Fontana è sempre stato e continua a essere uno degli artisti più importanti della galleria e siamo convinti che, dopo Picasso, sia l’artista più importante del XX secolo. Cardi Gallery was founded in 1971 by Renato Cardi to pursue his passion for contemporary art both as a collector and as a promoter of young artists. Renato started to work with Lucio Fontana’s work right at the begging of his career as a gallerist, when the master’s ideas were hard to understand for most of the people. Lucio Fontana is for sure among those personalities and innovators that introduced a new language in the art world. The question is that, despite the fact that 50 years passed by, his way of expression has not been totally accepted yet. Not even Van Gogh took so long to be appreciated by most of the people. Fontana is maybe one of the most misunderstood artists of the history of art, probably at the same level of Duchamp although it’s doubtless that his contribution represents a fundamental step further for the development of the occidental artist thought. Known for his sensitivity for contemporary art Renato Cardi always believed in Lucio Fontana and promoted his work during the entire time of his activity as a gallerist of more than 40 years and Cardi gallery keeps doing so showing high quality pieces by the master at all the most prestigious national and international art fairs in the world. In the last times the interest toward the work of Lucio Fontana grew strongly, also thanks to the many retrospective shows dedicated to the artist by the greatest museums of the world that made his pieces more accessible to the pubblic. The most important private and public collection of the world owns or are about to acquire works by the artist that at the late auctions reached quotations of millions of euros. With no doubt Lucio Fontana is one of those artists that changed the History of Art and that influenced the generations after him. With his works, for the first time, the canvas is not an object on which to paint something else anymore but becomes the subject itself and the space around it becomes part of the piece. Fontana has always been one of the most important artists of Cardi Gallery and it will continue to be so. We strongly believe that he is the most important artist of XX century after Picasso. Corso di Porta Nuova 38, 20121 Milano, Italia : 22 Grafton Street, London W1S4EX, UK www.cardigallery.com CARDI GALLERY MILAN - LONDON SINCE 1972 SPECIALIZED IN POST-WAR & CONTEMPORARY ART Getulio Alviani, Carl Andre, Giovanni Anselmo Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Daniel Buren Alexander Calder, Pier Paolo Calzolari, Enrico Castellani Nicola De Maria, Luciano Fabro, Dan Flavin, Lucio Fontana Donald Judd, Jannis Kounellis, Sol LeWitt, Heinz Mack Piero Manzoni, Agnes Martin, Fausto Melotti, Mario Merz, Marisa Merz Louise Nevelson, Kenneth Noland, Mimmo Paladino, Giulio Paolini Pino Pascali, Giuseppe Penone, Pino Pinelli, Michelangelo Pistoletto Robert Ryman, Salvatore Scarpitta, Jan Schoonhoven, Richard Serra Cy Twombly, Günther Uecker, Giuseppe Uncini Andy Warhol, Gilberto Zorio WWW.CARDIGALLERY.COM Corso di Porta Nuova 38, 20121 Milano, Italy | 22 Grafton Street, London W1S4EX, UK i fontana dello «scudo» Le nostre mostre Our exhibitions Le opere di maggior rilievo trattate in passato The most important works sold in the past Già nella primavera del 1977 la Galleria dello Scudo organizza, in collaborazione con Teresita Rasini Fontana, una ricca esposizione con oltre quaranta opere. Tra queste, il «Concetto spaziale» fondo oro del 1959-60 di due metri di lato (c.g. 59-60 B 5), numerose tele di «Pietre» e di «Tagli», e il grande «Teatrino» rosso (c.g. 65 TE 51) più volte riprodotto nelle riviste dell’epoca. Presentata in catalogo da Enrico Crispolti, la mostra incontra il favore della critica, che tuttavia non perde l’occasione di evidenziare come in quel momento le quotazioni dell’artista siano in flessione, dopo il forte rialzo registrato pochi anni prima. «Recentemente il mercato dell’astratto, in Italia, ha avuto un forte arresto. Tutte le opere in asta, nel novembre dello scorso anno, sono rimaste invendute. Alla Finarte, nello stesso periodo, le cose non sono andate meglio e i pochi pezzi venduti non hanno raggiunto le cifre, forse esageratamente alte, degli anni ’72-’74» («La Repubblica», 27 marzo 1977). L’attenzione internazionale però, sebbene già consolidata, si sarebbe ulteriormente rafforzata grazie all’importante retrospettiva al Guggenheim Museum di New York nell’autunno dello stesso 1977. Negli anni seguenti, sino ad oggi, numerose sono le occasioni, Art Basel in particolare, per proporre al pubblico e al collezionismo internazionale lavori di primaria importanza, come il «Campione olimpionico» del 1931-1932 (c.g. 32 SC 8) scelto per una delle due copertine della terza edizione del Catalogo ragionato, il «Concetto spaziale» del 1955 (c.g. 55 BA 3) e il «Concetto spaziale, l’Inferno» del 1956 (c.g. 56 BA 13) entrambi provenienti dalla collezione Oliveri, e la prima «Fine di Dio» del 1963 (c.g. 63 FD 1). «Lucio Fontana. Metafore barocche» è il titolo della rassegna nell’inverno 2002-2003 alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Palazzo Forti di Verona, per la cui realizzazione è determinante la collaborazione della Galleria dello Scudo. Tra le sessanta opere selezionate per documentare l’intero percorso di Fontana figurano due celebri «Venezie» del 1961: «In piazza San Marco di notte con Teresita» (c.g. 61 O 51) e «Sole in piazza San Marco» (c.g. 61 O 52). La collaborazione della Galleria con le pubbliche istituzioni è costantemente scandita dai prestiti a esposizioni in Italia e all’estero, non ultima l’indimenticabile retrospettiva al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris nell’estate 2014. Le opere di Fontana trattate in passato dalla Galleria dello Scudo coprono l’intero arco della ricerca dell’artista: dalle sculture degli anni Trenta ai rari gessi degli anni Quaranta realizzati durante il soggiorno in Argentina, dalle prime ricerche sullo Spazialismo già nel 1949-50 alle tele degli anni successivi («Barocchi», «Aniline», «Pietre» e «Tagli»), dalle «Nature» della fine degli anni Cinquanta alle «Fine di Dio» del 1963-1964 e ai «Teatrini» della seconda metà degli anni Sessanta. The works by Fontana that the Galleria dello Scudo handled in the past cover the whole time span of the artist’s research: from the sculptures of the 1930s to the rare plaster works of the 1940s created during his stay in Argentina, from the first researches into Spatialism in 1949-50 to the canvases of the following years (“Barocchi”,“Aniline”,“Pietre” and “Tagli”), from the “Nature” from the late 1950s to the “Fine di Dio” from 1963-1964, and to the “Teatrini” dating from the second half of the 1960s. Far back in the spring of 1977, the Galleria dello Scudo has already organised, together with Teresita Rasini Fontana, a wide-ranging exhibition of some forty works by Lucio Fontana. Among these were a “Concetto spaziale” with a gold background, 1959-60, two meters long (c.g. 59-60 B 5), numerous “Pietre” and “Tagli” canvases, and a large red “Teatrino” (c.g. 65 TE 51) which was often reproduced in the magazines of the time. With a catalogue introduction by Enrico Crispolti, the show had a success with the critics who, however, did not hesitate to point out that at the time the artist’s prices were decreasing after the strong increase just a few years earlier. “Recently the market for abstraction in Italy has been frozen. All the works up for auction last November remained unsold. At Finarte in the same period, things did not go any better and the few pieces sold did not reach the prices, which were far perhaps too steep, of 1972-1974” (“La Repubblica”, 27 March 1977.) International interest, however, even though already consolidated, was further reinforced as a result of the important retrospective exhibition at the Guggenheim Museum in New York in the autumn of 1977. In the following years, up to the present day, there have been numerous occasions, above all at Art Basel, for us to propose to the public and to international collectors such works of prime importance as “Campione olimpionico”, 1931-1932 (c.g. 32 SC 8), which was chosen for one of the two covers of the third edition of the catalogue raisonné, “Concetto spaziale”, 1955 (c.g. 55 BA 3) and “Concetto spaziale, l’Inferno”, 1956 (c.g. 56 BA 13), both from the Oliveri collection, and the first “Fine di Dio”, 1963 (c.g. 63 FD 1). “Lucio Fontana. Metafore barocche” was the title of an exhibition held in the winter of 2002-2003 at the Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Palazzo Forti, Verona, for the realisation of which the collaboration of the Galleria dello Scudo was all-important. Among the sixty works chosen to illustrate the whole career of Fontana were two famous “Venezie” dating from 1961: “In piazza San Marco di notte con Teresita” (c.g. 61 O 51) and “Sole in piazza San Marco” (c.g. 61 O 52). The gallery’s collaboration with public institutions has been constantly marked by loans to exhibitions in Italy and abroad, not least the last, unforgettable retrospective at the Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris in the summer of 2014. «Concetto spaziale», 1954, olio, vetri colorati su tela, rosso / oil, glass pebbles on canvas, red 50x40 cm (c.g. 54 P 28) «Concetto spaziale», 1953, olio, tecnica mista, vetri su tela, fondo nero / oil, mixed media, glass pebbles on canvas, black background, 50x65 cm (c.g. 53 P 7) «Mujer con máscara», 1940, gesso colorato, oro e nero / painted plaster, gold and black 166,5x53x43 cm (c.g. 40 SC 3) «Concetto spaziale», 1962, olio, buchi, tagli, graffito su tela, oro / oil, holes, cuts, graffito on canvas, gold, 65x54 cm (c.g. 62 O 92) «Concetto spaziale (La Fine di Dio)» 1963, olio, squarci, graffiti su tela, rosa / oil, cuts, and graffiti on canvas, pink 178x123 cm (c.g. 63 FD 1) «Concetto spaziale», 1961, acrilico e buchi su tela, forma oro su fondo bianco / acrylic and holes on canvas, gold form on white backgorund, 150x150 cm (c.g. 61 O 58) «Concetto spaziale (La Fine di Dio)» 1963, olio, squarci, graffiti su tela, nero / oil, cuts, and graffiti on canvas, black 178x123 cm (c.g. 63 FD 7) Galleria dello Scudo «Concetto spaziale», 1960, olio e graffiti su tela, rosso / oil and graffiti on canvas, red 116x90 cm (c.g. 60 O 34) «Concetto spaziale, Attese», 1966, idropittura su tela, bianco / waterpaint on canvas, white 100x81,5 cm (c.g. 66 T 143) Via Scudo di Francia 2 - 37121 Verona (Italy) - tel +39 045 590144 - fax +39 045 8001306 - [email protected] - www.galleriadelloscudo.com Concetto spaziale, 1955 (c.g. 55 P 46), part. GALLERIA DELLO SCUDO ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA I-37121 Verona, via Scudo di Francia 2 tel. 0039 045 590144 fax 0039 045 8001306 [email protected] w w w. g a l l e r i a d e l l o s c u d o . c o m i fontana di farsettiarte Le nostre mostre|Our exhibitions n«Disegni di Fontana anni Trenta-Quaranta» Milano/Milan, ottobre-novembre 1989/ October-November 1989 n«Lucio Fontana. Un maestro e le sue tecniche» Cortina d’Ampezzo e Milano/Milan, dicembre 2005 - febbraio 2006/December 2005 - February 2006 n«Golden Venice, da Guardi a Fontana» Cortina d’Ampezzo, agosto - settembre 2007/ August - September 2007 n«Cinquant’anni di Farsettiarte a Cortina: le mostre raccontano» Cortina d’Ampezzo, agosto 2014/August 2014 Da sinistra/from left, «Concetto spaziale», 1957, olio, tecnica mista e lustrini su tela/oil, mixed media and glitter on canvas, 80x70 cm; «Concetto spaziale, Venezia d’oro», 1960, olio, buchi e graffiti su tela, bruno dorato/oil, holes and graffiti on canvas, gilded brown, 81x100 cm Le opere di maggior rilievo trattate negli ultimi anni The most important works sold in the last years «Concetto spaziale», 1950-53, anilina e vetri su tela naturale, asta Farsettiarte 142 II, 1 dicembre 2007, venduto a € 648.900 / aniline and glass pebbles on canvas, auction Farsettiarte 142 II, 1st December 2007, sold for € 648.900 «Concetto spaziale, Attese», 1964, idropittura su tela, bianco, asta Farsettiarte 144 II, 31 maggio 2008, venduto a € 565.600 / waterpaint on canvas, white, auction Farsettiarte 144 II, 31st May 2008, sold for € 565.600 «Concetto spaziale, Attesa», 1962, idropittura su tela, rosso, asta Farsettiarte 144 II, 31 maggio 2008, venduto a € 940.450 / waterpaint on canvas, red, auction Farsetti 144 II, 31st May 2008, sold for € 940.450 Noi e Fontana|Fontana and us Il 19 maggio 1962 compariva al n. 76 del catalogo Farsetti di Arte Moderna e Contemporanea un «Concetto spaziale giallo»; in un’asta in cui tutti i lotti furono venduti, quest’opera, con un prezzo base di 60mila lire, suscitò notevole scalpore ma riscosse ben poco successo, tanto che, come racconta Frediano Farsetti, «nessun interesse, solo un brusio ironico nella gremitissima sala e la beffarda offerta di una lira da parte di un professionista cittadino. Il banditore imbarazzato ritirò il quadro dopo aver tentato, senza riuscirvi, di spiegare chi era Fontana». Indipendentemente dalla fortuna critica dell’artista, alla luce di questo aneddoto, è indiscutibile che la Farsettiarte sia stata tra le prime realtà internazionali a occuparsi di Lucio Fontana e della sua arte. Dalla casa d’aste sono passate circa 500 opere tra «Buchi», «pietre», «Nature», «Attese», «Tagli», «olii», «Teatrini», «Fine di Dio», sculture e grafiche varie. Lavori dell’artista sono presenti in numerose mostre collettive organizzate dalla Galleria, tra tutte si ricordano «Golden Venice, da Guardi a Fontana» nel 2007, che presentava due splendide Venezie, e «Cinquant’anni di Farsettiarte a Cortina» nel 2014, con un importante «Teatrino bianco». Tra il dicembre 2005 e il gennaio 2006 la Galleria pubblica il catalogo della monografica «Lucio Fontana. Un maestro e le sue tecniche», un excursus su tutta l’attività del Maestro, dove vengono esposte 51 opere dal 1932 al 1968 comprendenti disegni, sculture, ceramiche e naturalmente oli e idropitture, tra cui si ricorda un «Concetto spaziale» (1957), pregevole opera del periodo «barocco» dell’artista. La Farsettiarte ha contribuito come prestatore anche in numerose mostre; nel 2015 un «Concetto Spaziale nero» (1962) è stato esposto alla 56° Biennale di Venezia nella sezione «Codice Italia» e fino allo scorso 10 gennaio un «Concetto spaziale rosa» (1962) è stato esposto a Palazzo Pretorio a Prato alla mostra «Synchronicity. Contemporanei, da Lippi a Warhol». Tra i top lot degli ultimi anni si segnalano «Concetto spaziale» (1950-53), anilina e vetri su tela naturale, venduto a € 648.900 all’asta Farsettiarte 142 II, 1 dicembre 2007; «Concetto spaziale, Attese» (1964), idropittura su tela, bianco, venduto a € 565.600 e «Concetto spaziale, Attesa» (1962), idropittura su tela, rosso, venduto a € 940.450 - all’epoca tra i record assoluti dell’artista - entrambi presenti all’asta 144 II del 31 maggio 2008. www.farsettiarte.it prato Viale della Repubblica (area Museo Pecci) Tel. 0574 572400 May 19, 1962 saw the publication of a “Concetto spaziale giallo” as lot 76 of a Farsetti catalogue of Modern and Contemporary Art; in an auction in which all the lots sold, this work, with an estimate of Lire 60,000, caused considerable stir but enjoyed very little success. To the point, indeed, that as Frediano Farsetti describes, “there was no interest, just an ironic buzz in the packed room and the mocking offer of one lira from a private individual. Embarrassed, the auctioneer withdrew the painting after trying, unsuccessfully, to explain who Fontana was”. Regardless of the artist’s fortune critique, in the light of this story, it is beyond doubt that Farsettiarte was among the first international art firms to deal with Lucio Fontana and his art. Approximately 500 works have passed through this auction house, including “Buchi”, “pietre”, “Nature”, “Attese”, “Tagli”, “olii”, “Teatrini”, “Fine di Dio”, sculptures and various graphic works. Works by the artist are present in numerous group exhibitions organised by the Gallery; among these are “Golden Venice, da Guardi a Fontana” in 2007, which featured two splendid “Venezie”, and “Cinquant’anni di Farsettiarte a Cortina” in 2014, with an important “Teatrino bianco”. Between December 2005 and January 2006, the Gallery published the catalogue of the monographic “Lucio Fontana. Un maestro e le sue tecniche” exhibition, an overview of all the artist’s activities, with 51 works dated 1932 and 1968 on display including drawings, sculptures, ceramics and of course oil and latex paints, including a “Concetto spaziale” (1957 ) from the artist’s “baroque” period. Farsettiarte has also contributed as lender in numerous exhibitions; in 2015 a “Concetto Spaziale nero” (1962) was exhibited at the 56th Venice Biennale in the “Codice Italia” section and until 10 January, there was a “Concetto spaziale rosa” (1962) displayed at Palazzo Pretorio in Prato in the “Synchronicity. Contemporanei, da Lippi a Warhol” exhibition. Among the top lots in recent years, it is worth noting “Concetto spaziale” (1950-53), aniline and glass on natural canvas, sold for € 648,900 at the Farsettiarte sale no.142 II on 1 December 2007; “Concetto spaziale, Attese” (1964), in latex paint on canvas, white, sold for € 565,600 and “Concetto spaziale, Attese” (1962), in latex paint on canvas, red, sold for € 940,450 - at the time a record price for the artist - both in sale 144 II on 31 May 2008. Farsettiarte milano Portichetto di Via Manzoni (angolo Via Spiga) Tel. 02 76013228 [email protected] cortina D’ampezzo Piazzale Marconi 18 (Largo delle Poste, piano rialzato) Tel. 0436 860669 Lucio Fontana, Concetto spaziale, Teatrino, 1965-66, idropittura su tela, bianco, e legno laccato, bianco, cm 110x110x6,5 Prato, Viale della Repubblica (area Museo Pecci) – Tel. 0574 572400 – Fax 0574 574132 Milano, Portichetto di Via Manzoni (angolo via Spiga) – Tel. 02 76013228 – Fax 02 76012706 Cortina d’Ampezzo, Piazzale Marconi, 18 (Largo delle Poste, piano rialzato) – Tel. 0436 860669 www.farsettiarte.it [email protected] i fontana di mazzoleni Le nostre mostre Our exhibitions I Fontana attualmente in galleria Fontana currently in the gallery «Concetto Spaziale» 1962, rame con lacerazioni e graffiti / copper with lacerations and graffiti, 58x83 cm n«Post-War Italian Masters: Bonalumi, Burri, Castellani, Fontana, Manzoni, Scheggi» Londra / London, 14 ottobre - 19 dicembre 2014 n«Oltre la Pittura: Bonalumi, Castellani, Fontana, Manzoni» Torino / Turin , 24 ottobre 2009 - 15 gennaio 2010 n«Gesto, Materia, Colore. Fontana, Burri Afro» Torino / Turin, 3 febbraio - 21 aprile, 2006 «Concetto Spaziale», 1957, terracotta / backed clay, 152x38 cm «Concetto Spaziale», 1968, idropittura e matita su tela, bianco/waterpaint and pencil on canvas, white, 82x65 cm «Concetto Spaziale, Attesa», 1964-1965, idropittura su tela, azzurro / waterpaint on canvas, blue, 46x38 cm «Concetto Spaziale, Attesa», 1964-65, idropittura su tela, bianco / waterpaint on canvas, 39.5x32.5 cm Noi e Fontana|Fontana and us Mi occupo di arte da più di cinquant’anni e Lucio Fontana, con la purezza del suo lavoro e la sintesi formale delle sue opere, mi ha accompagnato in questa meravigliosa avventura sin dall’inizio. Insieme a mia moglie Anna Pia ho acquistato numerose sue opere che, oltre a costituire l’inizio del mio percorso personale come collezionista, hanno contribuito alla formazione di un personale senso estetico, determinante per la mia successiva evoluzione come gallerista. Nel 2016 ricorre il trentesimo anniversario della nostra Galleria torinese e le opere di Lucio Fontana rappresentano una costante della nostra proposta espositiva, spesso presentate insieme a lavori di artisti delle generazioni storiche del secondo dopoguerra italiano per evidenziare la potenza espressiva del Maestro e l’influenza esercitata dal suo lavoro sugli altri artisti. Proprio per queste ragioni, Lucio Fontana è sempre stato al centro di molti progetti espositivi e fieristici internazionali assieme ad altri artisti che hanno contribuito a definire la grammatica visiva dell’arte contemporanea degli ultimi decenni. I have been dealing with art for over fifty years and Lucio Fontana, with the purity and the formal synthesis of his works, has accompanied me since the beginning of my career. Together with my wife Anna Pia, I have purchased many of his works, which signed the beginning of my personal experience as a collector, contributing to educate my personal taste, and that became crucial for my following evolution as a gallerist. 2016 marks the 30th anniversary of our Gallery, and the works by Lucio Fontana have always been a constant of our exhibitions, often featured along with works by other postwar Italian artists to highlight the expressive power of the Master and the influence of his works on other artists. For the same reasons, Lucio Fontana has been dedicated many international exhibitions and art fairs projects, together with other artists who helped define the visual grammar of the last decades contemporary art. Mazzoleni «Concetto Spaziale», 1957, pastelli su tela marrone, chiaro e scuro / pastels on brown canvas, light and dark, 100x122 cm Torino, Piazza Solferino 2, 10121 - [email protected] | London, 27 Albemarle Street, W1S 4HZ - [email protected] www.mazzoleniart.com i fontana di montrasioarte Le nostre mostre Our exhibitions n«Lucio Fontana, Materia animata» Montrasio Arte, Monza, 1969 n«Lucio Fontana, La forma organica» Montrasio Arte, Monza, 1980 n«Lucio Fontana, Attraversando la materia» Montrasio Arte, Monza, 2006 n«Lucio Fontana, Eine Weltanschauung» Km0 - Montrasio Arte, Innsbruck 2014 «Ritratto di Donatella», 1949 ceramica policroma / polychrome ceramics, 30x19x17.7 cm Lucio Fontana ha sempre rappresentato un punto focale per Montrasio Arte. L’opera plastica, in particolare, è sin dagli anni Sessanta («Materia animata», Monza 1969) oggetto del mio interesse e protagonista di numerose esposizioni sia personali sia collettive. I «miei primi Fontana» provenivano dalla collezione Visconti di Modrone: ricordo sempre il primo appuntamento al castello di Cassino Scanasio. A ognuna di quelle opere attiene ormai una lunga storia: appena acquisite, furono esposte nella sede della galleria di Monza in occasione di importanti mostre dedicate ai grandi Maestri del XX secolo, lungo gli anni Settanta e Ottanta, illustrate nei dépliant e nei cataloghi pubblicati dalla Galleria nel tempo e in molti altri volumi. Nel corso degli anni molte altre opere sono giunte in galleria grazie al lavoro dei miei figli Francesca e Ruggero, che hanno certo ereditato la mia passione per le ceramiche di Fontana, prodigandosi per importanti mostre come «Attraversando la materia», allestita nel 2006 al Museo Bodini di Gemonio in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana. Per molto tempo è stato piuttosto difficile proporre l’opera plastica di Fontana, a causa di una lettura attardata da parte di collezionisti ancora legati ai consueti stilemi della pittura; ma negli anni Duemila la situazione è radicalmente mutata. La mostra delle ceramiche di Lucio Fontana che proponemmo ad Artissima di Torino nel 1995 fu tra le prime a riportare l’attenzione sulla scultura del Maestro e sorprese favorevolmente molti collezionisti, ai quali si apriva un mondo fino ad allora raramente sondato. Dieci anni dopo, la mostra personale nelle sedi di Monza e Milano ebbe il potere di segnare un nuovo punto di partenza per lo studio dell’opera plastica di Fontana grazie al ricco catalogo che contiene contributi di Raffaele Bedarida, Enrico Crispolti e Alberto «Battaglia», 1949 ceramica policroma / polychrome ceramics, ø 39.5 cm «Battaglia», 1949 ceramica policroma / polychrome ceramics, ø 39.5 cm Montrasio. Più recentemente, un’altra mostra ha dato alla ceramica di Fontana una straordinaria visibilità nel contesto delle più avanzate ricerche del XX secolo: si tratta di «Prima che il gallo canti», allestita all’Arengario di Monza nel 2011. surprised many collectors, which opened a world that formerly was rarely explored. Ten years later, the solo show conceived for the gallery venues in Monza and Milan, had the power to set a new starting point for the study of the ceramic works of Fontana, thanks to the rich contributions by Raffaele Bedarida, Enrico Crispolti and Alberto Montrasio. The work of Lucio Fontana has always been a focal point of artistic research for Montrasio Arte. The ceramic works, in particular (“Materia animata”, Monza 1969) has always been object of my interest and starred in numerous exhibitions both personal and collective. My first Fontana came from the collection Visconti di Modrone. I always remember the feeling from when I first entered the famous castle of Cassino Scanasio. Then in the seventies and eighties, shown in brochures and catalogs published by the Gallery over a period of time and in great number of volumes. I’m talking about the sculptural works of Fontana, ceramic sculptures of the Thirties, such as the imposing “Gallo” with its glazing enamels and “Donna seduta” that rises like a whirlwind, from the folds of widening cloth at her feet. These works represent a cornerstones for the sculpture of the Master. Over the years, many other works have come into the gallery, thanks to the work of my children Francesca and Ruggero who have certainly inherited my passion for the ceramics of Fontana, and the hard work for prestigious exhibitions. “Lucio Fontana: Attraversando la materia” held in 2006 at the Museo Bodini in Gemonio, in collaboration with the Fondazione Lucio Fontana. For a long time it was rather difficult to propose the sculptural work of Fontana, because of a certain resistant from collectors still tied to his usual styles of painting; but the situation has radically changed in 2000. Personally, I remember that the exhibition of ceramics by Lucio Fontana that we proposed at Artissima in Turin in 1995. It was among the first that brought attention to the sculptures of the Master, and favorably «Battaglia», 1949 ceramica policroma / polychrome ceramics, ø 50 cm «Concetto Spaziale», 1960 - 1961 terracotta dipinta di bianco / terracotta painted white, ø 50 cm «Il gallo», 1938 ceramica policroma / polychrome ceramics, 50x38x28 cm i fontana di robilant+voena Le nostre mostre|Our exhibitions n«Lucio Fontana», St. Moritz, Robilant + Voena 4 dicembre 2015 - 31 gennaio 2016 / 4 December 2015 - 31 January 2016 n«Frieze Masters, Fontana-Klein», Londra/London 14 - 18 ottobre 2015 / 14 - 18 October 2015 n«Fontana + Manzoni», St. Moritz, Reformierte Dorfkirche, 21 - 30 agosto 2015 / 21 - 30 August 2015 Noi e Fontana Fontana and us «La scoperta del Cosmo è una dimensione nuova, è l’Infinito: allora io buco questa tela che era alla base di tutte le arti, ed ecco che ho creato una dimensione infinita...» Lucio Fontana «Concetto spaziale», 1960, gold on pink oil on canvas, 52x45 cm Il mio rapporto con l’opera di Lucio Fontana risale al 1998 e alla mostra «ORO. Maestri Gotici e Lucio Fontana», svoltasi a Milano e New York, e molto elogiata da «The New York Times». Accostando ai fondi oro di maestri gotici senesi e fiorentini del Quattrocento come Bernardo Daddi e Pietro Nelli le tele e le sculture di Fontana, mi apparve evidente la grandezza dell’artista milanese; la sua ricerca sullo spazio affondava le radici nell’arte del Rinascimento, a partire da Giotto. La mostra è stata anche uno dei primi esempi di «contaminazione», anticipando una tendenza oggi molto in voga. Da quel momento il lavoro su Fontana si fece costante e mi avvicinò anche agli altri artisti italiani del dopoguerra come Burri, Manzoni e Melotti. Oggi Fontana è un fenomeno global. Le sue opere sono contese dai collezionisti di tutto il mondo, dall’Europa agli Stati Uniti, passando per l’America Latina fino all’Oriente. Il suo nome è finalmente accostato a quello di artisti di fama mondiale riconosciuta come Rothko e Pollock, sia a livello di innovazione artistica, sia a livello economico, come testimonia la sua presenza fissa nelle Evening Sales di Contemporaneo delle più importanti case d’aste internazionali. My relationship with the work of Lucio Fontana dates back to 1998 and the exhibition “GOLD. Masters Gothic and Lucio Fontana”, held in Milan and New York and much praised by “The New York Times”. Combining the golden canvases of the Gothic Sienese and Florentine Masters of the fifteenth century such as Bernardo Daddi or Pietro Nelli and the paintings and sculptures by Fontana, the greatness of this Milanese artist appeared obvious to me; its space research was rooted in the art of the Renaissance, starting from Giotto. This exhibition was also one of the firs examples of “contamination”, anticipating a much widespread and popular tendency nowadays. Since then, my interest in Fontana became a constant element of my work and I started looking at other Italian artists of the Post-war period, such as Burri, Manzoni and Melotti. Today Fontana is a GLOBAL phenomenon. His works are sought after by collectors from allover the world, starting from Europe and the United States, to reach Latin America and the East. His name is nowadays compared to that of some of the most renowned worldly recognized artists, such as Rothko and Pollock, both for his artistic innovation and for economic importance, as testified by its permanent presence in the Evening Contemporary Sales of the main international auction houses. Milano, Via Fontana 16 - Tel. +39 02 805 6179 «Le condizioni fondamentali dell’arte moderna si notano chiaramente nel secolo XIII, nel quale comincia la rappresentazione dello spazio. I grandi maestri che compaiono successivamente danno nuovo impulso a questa tendenza» Lucio Fontana «Un’espressione d’arte aerea di un minuto è come se durasse un millennio. Con le risorse della tecnica moderna faremo apparire nel cielo: forme artificiali, arcobaleni di meraviglia, scritte luminose...» Lucio Fontana Londra, 38 Dover Street - Tel. +44 207 409 1540 [email protected] - www.robilantvoena.com St. Moritz, Via Serlas 35 - Tel. +41818333436 Lucio Fontana st. moritz, until 31 jan 2016 Robilant+Voena www.robilantvoena.com london | milan | st.moritz the fontana i love I Fontana di Studio la Città e Galleria Tonelli Studio la Città and Galleria Tonelli’s Fontana Le nostre mostre Our exhibitions n«Lucio Fontana. Grafiche» Verona, Studio la Città, 1970 n«Lucio Fontana» Verona, Studio la Città, 1973 n«Lucio Fontana. Opere e documenti» Verona, Studio la Città, 1980 n«Sculptura» Verona, Studio la Città, 1989 n«Lucio Fontana» Milano/Milan, Galleria Tonelli, 1998 n«Verba Lucis» Verona, Studio la Città, 1999 n«Lucio Fontana: le ceramiche» Verona, Studio la Città, 2002 n«Omaggio a Fontana» «Vittoria alata», 1937, ceramica colorata e riflessata / polychrome ceramics, 27,5x20,5x12 cm, Arch. Fontana 2788/2, courtesy Galleria Tonelli e Studio la Città Milano/Milan, Galleria Tonelli, 2009 n«Lucio Fontana. Ceramiche e carte» Milano/Milan, Galleria Tonelli, 2011 n«Lucio Fontana. Retrospettiva» «Ritratto di ragazza», 1929-30, gesso colorato in azzurro alla base del collo/painted plaster, 32,5x18,5x22,5 cm, Arch. Fontana 1936/2 (ex 2057/1), photo Vincenzo Castella, courtesy Galleria Tonelli e Studio la Città Verona, Studio la Città, 2012 n«Accardi incontra Fontana» Milano/Milan, Galleria Tonelli, 2012 n«The Fontana I Love» Galleria Tonelli, Milano/Milan e Studio la Città, Verona, 2015 «Drago», 1949-50, ceramica colorata e riflessata con argento / polychrome and silvered ceramics, 32x105x29,5 cm, Arch. Fontana 3823/1, courtesy Galleria Tonelli e Studio la Città «Crocefisso», 1950-55, ceramica colorata e riflessata / polychrome ceramics, 50x35x18 cm, Arch. Fontana 1253/70, courtesy Galleria Tonelli e Studio la Città Noi e Fontana|Fontana and us «Concetto spaziale», 1966, ceramica smaltata / enamelled ceramics, 35,5x50x31 cm, Arch. Fontana 2881/44, courtesy Galleria Tonelli e Studio la Città Lucio Fontana ha sempre rappresentato un punto di riferimento importante nell’attività espositiva di Studio la Città e della Galleria Tonelli. Per Hélène de Franchis Lucio Fontana è stato un vero mentore fin da quando, giovane studentessa romana, ebbe modo di conoscerlo. Ancora oggi lo ritiene il vero «responsabile» della scelta che fece alla fine degli anni Sessanta: aprire una galleria d’arte. Per Lodovico Tonelli l’opera di Fontana può senz’altro essere definita una presenza costante fin dai suoi esordi come gallerista, proponendone da principio disegni e carte, e rivolgendo poi la sua attenzione anche alla produzione in ceramica dell’artista, sua grande passione collezionistica sin dagli anni in cui la notorietà e le quotazioni di queste opere erano ben distanti da quelle attuali. Di recente, con la mostra «The Fontana I Love», inaugurata lo scorso maggio a Milano in occasione di Expo, le due gallerie hanno dedicato particolare attenzione alle opere in ceramica e gesso dell’artista. La produzione di Fontana destinata alla ceramica ha infatti suscitato negli ultimi decenni un crescente interesse. Non si deve del resto dimenticare che l’artista, più noto per le «Attese/Concetti Spaziali», nasce di fatto scultore: fu assistente nell’atelier di scultura del padre in Argentina e una volta tornato in Italia decise, nel 1928, di frequentare i corsi di Adolfo Wildt presso l’Accademia di Brera. Nel 1935 si avvicinò con crescente passione alla ceramica realizzando le sue prime opere nel laboratorio di Tullio Mazzotti ad Albisola. Nella sua articolata produzione, la ceramica, sia essa terracotta colorata, porcellana, ceramica smaltata o gres, rimane una costante. Seguire il filo di questa costante è il motivo che ha spinto Hélène de Franchis e Lodovico Tonelli a raccogliere e presentare una selezione di opere prodotte nell’arco di quarant’anni, dal 1929 al 1968: sono lavori di un artista che per tutta la sua carriera ha modellato, graffiato, tagliato la ceramica con una libertà forse mai completamente riscontrata a tali livelli nelle opere di dimensioni più grandi e di materiali diversi. Lucio Fontana has always been an important reference point for the activities of Studio la Città and the Galleria Tonelli. For Hélène de Franchis, Lucio Fontana was a real mentor from the time when - as a young student in Rome - she came to meet him. Even today she considers him to be the real reason for the choice she made at the end of the 1960s: to open an art gallery. For Lodovico Tonelli, the work by Fontana can without a doubt be considered a constant presence since his beginnings as a gallery owner, at first exhibiting his drawings and other works on paper and, later on, concerning himself with the artist’s work in ceramics, his great collecting passion from a time when the fame and price of these works was quite different to now. Recently, with the exhibition ‘The Fontana I Love’, which opened last May in Milan during the Milan Expo, the two galleries have paid particular attention to the artist’s works in ceramics and plaster. In fact, Fontana’s output of ceramics has, over the past decades, aroused increasing interest. But, on the other hand, it should not be forgotten that the artist - best known for his “Attese/Concetti Spaziali” - began in fact as a sculptor: he was an assistant in his father’s sculpture studio in Argentina and, once he returned to Italy in 1928, he decided to attend the courses held by Adolfo Wildt at the Brera Academy. In 1935 he became increasingly enthusiastic for ceramics and he made his first works in Tullio Mazzotti’s workshop in Albisola. Ceramics - whether in coloured terracotta, porcelain, enamelled ceramic, or stoneware was to remain a constant in his cogent production. It is the desire to follow this constant that has convinced Hélène de Franchis and Lodovico Tonelli to collect together and exhibit a selection of works produced over a period of forty years, from 1928 to 1968. They are works by an artist who, throughout his career, modelled, scratched, and cut ceramics with a freedom that has, perhaps, never reached such a level as in the larger works and those made from diverse materials. Studio la Città e Galleria Tonelli STUDIO LA CITTà Lungadige Galtarossa, 21 - 37133 Verona - Tel. +39 045 59 75 49 [email protected] - www.studiolacitta.it galleria tonelli Corso Magenta, 85 - 20123 Milano - Tel. +39 02 48 12 434 [email protected] - www.galleriatonelli.it i fontana di tega Noi e Fontana Fontana and us Il rapporto della nostra famiglia con Lucio Fontana ha avuto inizio con nostro nonno Dino, fondatore della galleria verso la fine degli anni Cinquanta, che diventò amico del Maestro. Proprio per questa ragione, fin da bambino nostro padre Giulio ha avuto modo di frequentare lo studio dell’artista in corso Monforte, rimanendo molto affascinato dalla sua produzione artistica e scegliendo di sostenerne il lavoro sin dall’apertura della sede milanese della galleria alla fine degli anni Settanta. Nostro padre, così come nostro nonno prima di lui, ha coltivato un lungo e solido rapporto di amicizia e collaborazione con Piero Fedeli, figura di riferimento per Lucio Fontana di cui infatti, oltre a essere suo grande amico, fu mercante di riferimento. Questo rapporto molto forte con Fedeli, così come l’intera scena milanese di quegli anni, costellata da innumerevoli mostre che promuovevano l’opera di Fontana (si pensi alle esposizioni allestite dalla Galleria Medea e dallo Studio Gastaldelli), contribuirono ad alimentare la passione di nostro padre per il lavoro del Maestro e a portarlo a trasmettere questa passione anche a noi due, Eleonora e Francesca Tega. Lucio Fontana è quindi una costante per ciò che riguarda il percorso della nostra galleria: protagonista in tante mostre fin dagli anni Ottanta e sempre presente nelle fiere internazionali cui prendiamo parte. Proprio in questo periodo stiamo lavorando a un nuovo progetto per un’esposizione che si intitolerà «Il Rosso e Il Nero», che vedrà il Maestro protagonista insieme a Burri, Castellani e Uklanski. L’interesse per le opere di Fontana si è espanso e ha coinvolto il collezionismo a livello mondiale. Sono infatti tanti, tra musei, istituzioni e collezioni civiche, quelli che negli ultimi anni hanno acquistato opere del Maestro. Inoltre, possiamo dire che il mercato americano, sicuramente uno dei più influenti a livello globale, ha assimilato Lucio Fontana ai grandi artisti statunitensi del dopoguerra e della Pop art, facendo in modo che l’artista raggiungesse quotazioni sempre più elevate. Per il futuro, prevediamo, anche per le opere meno conosciute del maestro, un ulteriore incremento positivo sia a livello economico sia a livello collezionistico. Le opere di maggior rilievo trattate in passato The most important works sold in the past Dall’alto a sinistra e in senso orario / From top left and clockwise, «Arlecchino», 1949, ceramica colorata / polychrome ceramics, 120 cm; «Concetto Spaziale, Attese», 1964, idropittura su tela / waterpaint on canvas, 65x82 cm; «Concetto Spaziale (54P17)», 1954, olio e pietre su tavola / oil and stones on board, 190x160 cm; «Teatrino rosso», 1966, idropittura su tela e legno laccato / waterpaint on canvas and lacquered wood, 8x102,5x82,5 cm; «Concetto Spaziale», 1954, olio e vetri su tela / oil and glass pebbles on canvas, 65x49 cm Our family’s rapport with Lucio Fontana begins with our grandfather Dino, founder of the gallery in the late 1950s and a friend of the Maestro. Our father Giulio had the opportunity to frequent the artist’s studio in Corso Monforte since childhood, becoming fascinated with his production, and choosing to support his work since the inauguration of our Milanese gallery at the end of the 1970s. Our father, like our grandfather, nurtured a long-lasting, solid friendship and collaboration with Piero Fedeli, Lucio Fontana’s great friend and art dealer. This strong relationship with Fedeli, combined with the entire Milanese art scene of those years, punctuated by innumerable exhibitions promoting Fontana’s oeuvre (such as the ones organised by Galleria Medea and Studio Gastaldelli) contributed to our father’s growing passion in the Maestro’s work and his transmitting this passion to us sisters as well. Lucio Fontana is a constant regarding our gallery’s path: protagonist in many of our exhibitions since the 1980s and ever present in our participations at international art fairs. In this period we are working towards a new exhibitive project which will include works by Fontana, Alberto Burri, Enrico Castellani, and Pjotr Uklanski. The exhibition will be titled “Il Rosso e Il Nero”. The interest towards Fontana’s works has continuously expanded and engulfed the collecting world. There have been a number of museums, institutions and civic collections which have purchased works by the master in the last years. The American market, undoubtedly one of the most influential markets worldwide, has assimilated Lucio Fontana with the great American post-war and Pop Artists, making sure that Fontana would reach ever-growing quotations. We expect the Master’s works, including the less well-known ones, to have a positive increase both economically and in the presence among collectors. Galleria Tega Via Senato, 20 - 20121 Milano - Italia - tel. +39 02 76006473 - mob. +39 3487421417 - fax. +39 02 799707 - [email protected] - www.galleriatega.it i fontana di tornabuoniarte Le nostre mostre|Our exhibitions n«Arte moderna e contemporanea. Antologia scelta 2016» Firenze/Florence, 11 dicembre/December 2015 - 30 novembre/November 2016 n«Lucio Fontana» Londra/London, 8 ottobre/October - 28 novembre/November 2015 n«Il dado è tratto» 2 Firenze/Florenze, 25 settembre - 28 novembre 2015 Noi e Fontana| Fontana and us n«Lucio Fontana. Author d’un chef-d’ouvre retrouvé» Parigi/Paris, 26 aprile/April - 21 giugno/June 2014 n«Lucio Fontana» Parigi/Paris, 1 ottobre/October - 10 dicembre/December 2009 n«Lucio Fontana» Venezia/Venice, 9 dicembre/December 2005 - 9 maggio/May 2006 1 1. «Concetto spaziale», 1951-52, olio e buchi su carta su tela/oil and holes on paper on canvas, 79x79 cm; 2. «Concetto spaziale, Attese», 1964-65, idropittura su tela/waterpaint on canvas, 61x50 cm; 3. «Concetto spaziale, Attese», 1965, idropittura su tela/waterpaint on canvas, 82x66 cm; 4. «Concetto spaziale», 1956, olio, tecnica mista e lustrini su tela/oil, mixed media and glitter on canvas, 80x70 cm; 5. «Concetto spaziale», 1956, pastello grasso, vetri, buchi su velluto su masonite/pastel, glass pebbles, holes on velvet on masonite, 97x67 cm; 6. «Concetto spaziale», 1962, olio, squarcio e graffiti su tela/oil, hole and graffiti on canvas, 81x65 cm; 7. «Concetto spaziale», 1958, anilina su tela/aniline on canvas, 80x100 cm; 8. «Concetto spaziale», 1953, olio e vetri su tela/oil and glass pebbles on canvas, 60x70 cm; 9. «Concetto spaziale, Attese», 1965, idropittura su tela e legno laccato/waterpaint on canvas and lacquered wood, 102x132 cm. In basso a destra/ Bottom right, Roberto Casamonti, fondatore e direttore della tornabuoniArte/founder and director of tornabuoniArte 4 5 6 8 FIRENZE Lungarno B. Cellini 3 Tel. +39 055 681 2697 [email protected] Ho aperto la mia prima galleria nel 1981 al centro di via Tornabuoni grazie alla passione per l’arte trasmessami da mio padre, collezionista dell’arte del suo tempo, oggi individuata come il Novecento italiano. La mia ricerca si è poi ampliata soprattutto verso quegli artisti che nel secondo dopoguerra hanno raggiunto la massima espressività artistica, focalizzando la mia attenzione su nomi quali Fontana, Boetti, Castellani, Dadamaino, Scheggi, Manzoni, Dorazio, Ceroli e altri ancora. Fontana è stato per me un artista fondamentale. Benché fino agli anni ’60 - 70 sia stato poco curato dalla critica, è tra quegli artisti che dal ‘45 in poi hanno delineato gli spunti per le ricerche artistiche contemporanee: dall’esplorazione dei materiali industriali all’uso dei catrami, affermandosi così nel panorama artistico internazionale. Era dunque immancabile la mia attenzione al suo lavoro e la sua presenza nella collezione e nelle annuali esposizioni che si svolgono nelle nostre sedi italiane ed estere in cui presentiamo una scelta di artisti dell’avanguardia internazionale del XX secolo (Picasso, Miró, Kandinskij, Hartung, Poliakoff, Dubuffet, Lam, Matta, Christo, Wesselmann, Warhol, Basquiat) assieme ai principali artisti storicizzati della realtà italiana. Oggi assieme ai miei figli Ursula e Michele continuiamo la ricerca sulle nuove avanguardie facendo particolare attenzione alle ricerche storiche e presentandole nelle varie fiere nazionali ed internazionali tra le quali Fiac a Parigi, Tefaf a Maastricht, Art Basel (Basel, Miami Beach, Hong Kong), Frieze Masters a Londra, ArteFiera a Bologna, Miart a Milano. ll futuro collezionistico dell’opera di Lucio Fontana non può non essere positivo. Egli ha un ruolo ormai consolidato nel panorama delle eccellenze della storia dell’arte internazionale e continuerà perciò ad essere apprezzato dai collezionisti di arte contemporanea.. I opened my first gallery in 1981 in the middle of Via Tornabuoni thanks to the passion for art passed on to me by my father, a collector of art of his time, now identified as the Italian Novecento. My research then expanded, especially to those artists who after World War II attained the greatest artistic expression, focusing my attention on names such as Fontana, Boetti, Castellani, Dadamaino, Scheggi, Manzoni, Dorazio, Ceroli and others. Fontana was a fundamental artist for me. Although until the 1960s to 1970s, he was somewhat overlooked by the critics, he is one of those artists who from 1945 onwards delineated the direction contemporary art was going to go: from the exploration of the use of industrial materials to the use of tar, establishing himself in the international artistic scene. It was therefore inevitable that I should focus on his work and that he should be present in the collection and in the annual exhibitions held in our Italian and foreign rooms in which we present a selection of the international avant-garde artists of the twentieth century (Picasso, Miró, Kandinsky, Hartung, Poliakoff, Dubuffet, Lam, Matta, Christo, Wesselmann, Warhol, Basquiat) along with the major historical Italian artists. Today, together with my children Ursula and Michele, we continue the research into the new avant-garde movements, paying particular attention to historical research and presenting them in various national and international fairs, including FIAC in Paris, TEFAF Maastricht, Art Basel (Basel, Miami Beach, Hong Kong), Frieze Masters in London, Arte Fiera in Bologna, Miart in Milan. The future as regards the collecting of Lucio Fontana’s oeuvre cannot but be positive. He has a consolidated presence as an exponent in the international art historical scene and will therefore continue to be appreciated by collectors of contemporary art. 7 9 3 Galleria tornabuoniArte www.tornabuoniarte.it FIRENZE Sede del contemporaneo Via Via Maggio 58r - Tel. +39 055 289 297 [email protected] MILANO Via Fatebenefratelli 34/36 Tel. +39 02 655 4841 [email protected] FORTE DEI MARMI Piazza Marconi 2 Tel. +39 0584 787 030 [email protected] Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1956, olio, tecnica mista e lustrini su tela, cm 121x91 FIRENZE - MILANO - FORTE DEI MARMI Firenze, sede principale: Lungarno Benvenuto Cellini, 3 | tel. 0039 055-6812697 / 6813360 | [email protected] - www.tornabuoniarte.it Saremo presenti a: Arte Fiera, Tefaf, Art Basel (Hong Kong-Basel-Miami Beach), Biennale des Antiquaires, Fiac i fontana di christie’s Intervista a | Interview with Mariolina Bassetti Qual è l’attuale situazione del mercato di Fontana? Lucio Fontana è senza dubbio l’artista più illuminante del nostro secondo Novecento. Ha aperto un nuovo orizzonte, non solo nella storia dell’arte italiana. Per gli artisti internazionali è da sempre considerato un maestro ed è colui che ha promosso una nuova prospettiva sull’arte contemporanea. Il mercato si è sicuramente adeguato con ritardo alla scoperta del genio Fontana e nell’ultimo decennio i prezzi dell’artista sono aumentati enormemente fino a toccare i 30 milioni di dollari. Il successo dell’arte italiana, sicuramente aiutato dalle Italian Sales, le aste tematiche che si tengono a Londra ogni ottobre e che presentano una selezione della produzione migliore degli artisti italiani più importanti del ’900, ha contribuito a osannare Lucio Fontana e a lanciarlo definitivamente nel cosmo delle stelle internazionali del XX secolo. È stato emozionante vedere la «Fine di Dio gialla», venduta a New York per 27,3 milioni di euro, presentata durante la conferenza stampa come l’opera più rappresentativa dell’asta multimilionaria di novembre. Dei primi 10 risultati all’asta di Fontana, 5 sono del 2015. Qual è la ragione di questo ultimo exploit? Il 2015 è l’anno che ha sancito definitivamente il successo economico di Fontana. È sicuramente l’artista più richiesto e nonostante la sua produzione abbondante non riusciamo a soddisfare la domanda dei collezionisti. La sua essenzialità e la riduzione del processo creativo a un gesto controllabile e ripetibile lo rende un artista più che mai contemporaneo. Il collezionista di oggi ama circondarsi di opere che lo rappresentino e Lucio Fontana soddisfa totalmente questa richiesta. In che misura le fiere d’arte contemporanea italiane e straniere contribuiscono all’affermazione e al mantenimento del valore di un artista come Lucio Fontana? Le fiere internazionali sono indubbiamente una guida per il gusto dei collezionisti e uno strumento di vendita fondamentale per tutti gli operatori del settore artistico. Negli ultimi anni il numero crescente di opere di Fontana che si trovano nelle fiere internazionali e italiane ci indica il livello di richiesta dell’artista. Direi un indicatore, insieme ai cataloghi d’asta, significativo del livello crescente di interesse. Nell’ultimo catalogo dell’Italian Sale avevamo 12 opere di Fontana, di cui solo una andata invenduta. Le fiere, oltre alle mostre, sono anche un’opportunità per cogliere la molteplicità ed eterogeneità della produzione di Fontana: buchi, tagli, sculture, gessi, aniline, Venezie, nature, «Fine di Dio». Anche attraverso le fiere si comprende come Lucio Fontana sia un artista che ha ancora dei lati da scoprire. L’immensa produzione di Fontana non pare esser mai stata un ostacolo all’affermazione dei suoi valori di mercato. Perché? Nonostante la sua produzione sia così abbondante il mercato sembra non risentirne affatto perché il suo gesto è una ripetizione che nutre l’animo del collezionista senza stancarlo. Inoltre il mercato di Fontana è diventato sempre più internazionale. Mentre fino a qualche anno fa i compratori erano eminentemente europei, oggi il collezionista americano, sudamericano e orientale cerca Fontana come uno dei maestri dell’era moderna e come artista indispensabile in ogni grande collezione. Direi che Lucio Fontana è entrato di diritto a far parte di quel mercato dei capolavori (per le sue opere migliori) che trascende la media di ogni singolo artista. Qual è l’attuale distribuzione geografica dei collezionisti di Fontana? Che interesse si registra in Paesi come la Russia e la Cina? In Russia non si registra un interesse particolarmente vivace per Fontana mentre in Cina c’è una grande richiesta. Gli asiatici oggi sono grandi compratori, soprattutto di opere di altissima qualità. Come in ogni grande civiltà passata, arrivati all’apice della potenza economica oggi i ricchi cinesi sentono il bisogno di esprimere il loro prestigio con il possesso di importanti opere d’arte, spesso icone della civiltà occidentale. Non è un caso infatti che la «Fine di Dio gialla» di Lucio Fontana, venduta a New York lo scorso novembre per la cifra record di 27,3 milioni di euro, sia volata in Asia. What is the current market like for Fontana? Lucio Fontana is undoubtedly the most enlightening Italian artist of the second half of the 20th century. He opened up new horizons, and not just for Italian art. International artists have always considered him as a master and as someone who brought a new insight into contemporary art. The market discovered his genius quite late however and over the last decade the prices for his works have seen an enormous growth, reaching $30 million. The success of Italian art, helped by the Italian Sales - the themed auctions that take place in London every October showcasing the best of the Post-War Italian artists - has contributed to his success and fueled his launch into the hall of fame of international artists of the 20th century. It was very exciting to see the yellow Fine di Dio, CHRISTIE’S Post-war & contemporary art evening sale, New York 10 November 2015 sold in New York for $29,173,000, presented during the press conference as the most iconic work in the multi-million dollar November sale. Five of the top ten prices for Fontana were realised in 2015. What is the reason behind these recent records? 2015 was the year that cemented Fontana’s economic success. He is certainly the most sought-after artist and even if his production is vast, we cannot satisfy the demand of collectors. His ability to reduce the creative process to a gesture that can be controlled and repeated makes him very contemporary. Today’s collectors love to be surrounded by works that represent themselves and Lucio Fontana totally fulfils this requirement. To what extent do Italian and international fairs contribute to the value of an artist like Lucio Fontana? International fairs are certainly a guide for collectors’ taste and an important sales channel for all the artistic sectors. The increasing number of works by Fontana that can be found at these fairs can be an index of the growing level of interest. The last Italian Sale catalogue featured 12 works by Fontana, of which only one went unsold. The fairs, as well as the exhibitions, are also a great opportunity to understand the variety and heterogeneity of Fontana’s oeuvre, from the holes, cuts, sculptures, plaster casts and anilines to the ‘Nature’, ‘Venezie’ and ‘Fine di Dio’ series. Fairs are just another tool with which to understand that Lucio Fontana is an artist with many angles that are still to be discovered. The immensity of Fontana’s oeuvre has never been an obstacle to his value on the market. Why? Even though his production is vast, the market is not affected because his is a repetition that nurtures the soul of the collector, without boring him or her. Also, the market for Fontana has become more and more global. If a few years ago the buyers were mainly European, today collectors from the US, South America and the Far East look for works by Fontana because they regard him as one of the masters of the modern era and an essential name for their collection. I think that with his best works Lucio Fontana has now entered the market of masterpieces, beating the average of a single artist. What is the geographic distribution of Fontana’s collectors? What is the level of interest in counties like Russia and China? In Russia we do not see great interest for Fontana, while demand is strong in China. Asian clients are important buyers and look for works of great quality. As with any civilization which has reached the peak of their economic power, today the Chinese feel the need to show their status by acquiring important works of art which are often icons of western culture. It is not by chance that the yellow Fine di Dio sold in New York last November for the record price of $29,173,000 has made its way to Asia. Christie’s 8 King Street, St. James’s - London - SW1Y 6QT - Phone: +44 (0) 2073892265 - www.christies.com Lucio Fontana (1899-1968) Concetto spaziale, La fine di Dio signed «L. Fontana» (lower right); signed and titled “«La fine di Dio» L. Fontana” (on the reverse) oil on shaped canvas 70,25x48,5 in. (178,4x123,2 cm) Painted in 1964. Estimate On Request Price realized: 29,173,000 $ CHRISTIE’S Post-war & contemporary evening sale, New York 12 November 2013 Lucio Fontana (1899-1968) Concetto spaziale, La fine di Dio signed and titled “l. Fontana «Concetto spaziale» «LA FINE Di Dio»” (on the reverse) oil and glitter on canvas 70x48,5 in. (178x123 cm) Executed in 1963. Estimate: 15,000,000 20,000,000 $ Price realized: 20,885,000 $ CHRISTIE’S Looking forward to the past, New York 11 May 2015 Lucio Fontana (1899-1968) Concetto spaziale, Attese signed, titled and inscribed “l. Fontana «La Carla Panicale mi à / scritto una lettera / Concetto spaziale / ATTESE/ HI/S/T/R/H»” (on the reverse) waterpaint on canvas 45,75x35 in. (116x90 cm) Executed in 1965. Estimate: 10,000,000 15,000,000 $ Price realized: 16,405,000 $ CHRISTIE’S Post-war & contemporary art evening sale, London, King Street 19 October 2008 Lucio Fontana (1899-1968) Concetto spaziale, La fine di Dio signed «l. Fontana» (on the reverse); numbered and titled “N 5 «LA FINE DI DIO»” (on the stretcher) oil and glitter on canvas 70x48,25 in. (177,6x122,5 cm) Executed in 1963 Estimate on Request Price realized: 9,001,250 £ POST-WAR & CONTEMPORARY ART EVENING AUCTION ASTA • 11 febbraio 2016 • Londra, King Street ESPOSIZIONE • INFORMAZIONI christies.com 6–11 febbraio 2016 • 8 King Street • Londra SW1Y 6QT • Katharine Arnold • [email protected] • +44 20 7389 2024 CONSTRUCTING MINIMALISM: WORKS FROM THE COLLECTION OF MARC AND FRÉDÉRIQUE CORBIAU LUCIO FONTANA (1899—1968) Concetto Spaziale, Attese idropittura su tela 65.5 x 54.5 cm. Eseguito nel 1964 £1,200,000—1,800,000 © FONDAZIONE LUCIO FONTANA, BY SIAE 2016 i fontana di sotheby’s SOTHEBY’S London Intervista a | Interview with Claudia Dwek Qual è l’attuale situazione del mercato di Fontana? Il mercato per le opere di Lucio Fontana è attualmente molto vivace per tutte le tipologie, dalle opere su carta alle ceramiche, ai tagli sino ai lavori più rari e importanti. Dei primi 10 risultati all’asta di Fontana, 5 sono del 2015. Qual è la ragione di questo ultimo exploit? L’apprezzamento e la comprensione dell’importanza dell’opera di Lucio Fontana nel panorama del secondo dopoguerra si è internazionalmente ampliata al punto da stimolare i grandi collezionisti nel mondo all’acquisto di opere molto importanti di Fontana, da qui i top price del 2015. Alla richiesta di capolavori del maestro milanese da parte di collezioni di altissimo livello, il mercato ha risposto con un’offerta di opere uniche ed eccezionali, spesso conservate per decenni da collezionisti privati: questo binomio ha fatto registrare i record dello scorso anno. In che misura le fiere d’arte contemporanea italiane e straniere contribuiscono all’affermazione e al mantenimento del valore di un artista come Lucio Fontana? Ovviamente in questo contesto, le fiere internazionali e le mostre nelle gallerie hanno contribuito al successo del suo mercato e a soddisfare i desideri dei collezionisti. L’immensa produzione di Fontana non pare esser mai stata un ostacolo all’affermazione dei suoi valori di mercato. Perché? Oltre all’indiscutibile portata creati- 5 va dell’artista, il successo di Fontana è sostenuto dal serio e costante lavoro portato avanti negli anni dalla Fondazione Lucio Fontana. La Fondazione ha contribuito e sta contribuendo con grande efficacia all’organizzazione di fondamentali mostre nei musei di tutto il mondo, Londra, Parigi e New York e ciò ha permesso ad un’audience sempre più vasta di avvicinarsi e comprendere a pieno l’opera dell’artista; sempre stimolando un lavoro di seria ricerca scientifica attorno a tutta la produzione di Lucio Fontana. Qual è l’attuale distribuzione geografica dei collezionisti di Fontana? Che interesse si registra in Paesi come la Russia e la Cina? Il mercato di Fontana è oggi geograficamente molto ampio, con una concentrazione in Europa e negli Stati Uniti, a cui segue il Sud America e, seppur ancora cautamente, la Cina e i Paesi emergenti. October 15th 2015 What is the current market dience of the Italian artist, malike for Fontana? king possible a better and fully The market for Fontana is nowacomprehension of his work. The days particularly dynamic for any Foundation has never gone away type of work, whether it is a pafrom the idea of a serious scienper, a ceramic, or a Taglio. This is tific research around the work of also valid for the rarest and thus Lucio Fontana. most important works. What is the geographic diFive of the top ten prices stribution of Fontana’s colfor Fontana were realised lectors? What is the level in 2015. What is the reaof interest in counties like son behind these recent reRussia and China? cords? Fontana’s market is now geoThe appreciation and the awagraphically vast, with a concenreness of the importance of the tration in Europe and US, followorks by Lucio Fontana is growing wed by South America, and even continuously on an international if cautiously, China and emerging scale. Thus, collectors are becocountries. ming more and more interested 1 in purchasing the most incredible works of Fontana: that’s the rea- 2 son of the top prices of 2015. To the massive request of works by the Italian Maestro from the most influential international collectors, the market has replied with some really unique and stunning masterpieces, often conserved in private collections since decades. This binomial has contributed to the great achievements of last year. To what extent do Italian and international fairs contribute to the value of an artist like Lucio Fontana? Clearly, the international fairs 3 and the exhibitions in galleries have contributed to the success of his market, as well as they helped the collectors in satisfying their desires. The immensity of Fontana’s oeuvre has never been an obstacle to his value on the market. Why? Besides the indisputable reputation of the artist, the success of Fontana is also due to the serious commitment of the Fondazione Lucio Fontana in supporting the artist year by year. The Foundation is still contributing with great strength to the organization of some fundamental exhibitions in several museums around the world: London, Paris, New York. This effort has increased the au- 1. Lucio Fontana (1899-1968) Concetto spaziale. La fine di Dio oil on canvas 69,9x48,4 in (177,6x123 cm) Executed in 1963 Sold for £ 15,941,000 SOTHEBY’S New York November 11th 2015 2. Lucio Fontana (1899-1968) Concetto spaziale. Attese waterpaint on canvas 25,7x78,7 in (65,4x200 cm) Executed in 1965 Sold for $ 16,154,000 SOTHEBY’S New York November 11th 2015 3. Lucio Fontana (1899-1968) Concetto spaziale Oil on canvas 59,1x78,7 inc (150x200 cm) Executed in 1961 Sold for $ 8,986,000 SOTHEBY’S Milan November 24th 2015 4. Lucio Fontana (1899-1968) Concetto spaziale waterpaint on canvas 4 28,7x23,6 in (73x60 cm) Executed in 1968 Sold for € 1,383,000 SOTHEBY’S London October 15th 2015 5. Lucio Fontana (1899-1968) Pagliacci Painted and glazed ceramic 23,6x13,8x9,4 in (60x35x24 cm) Executed in 1951 Sold for £ 725,000 Sotheby’s Sotheby’s, 34-35 New Bond Street - London - W1A 2AA - +44 (0) 207 2935000 - www.sothebys.com ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA MILAN 25 & 26 MAY 2016 Viewing 20 – 24 May LUCIO FONTANA Concetto Spaziale, Attese, 1968. Estimate € 600,000–800,000 Enquiries +39 02 29 500 225 [email protected] Palazzo Serbelloni, Corso Venezia 16, Milan sothebys.com/contemporaryart FONDAZIONE LUCIO FONTANA, MILANO rilevazioni di mercato | market results Il fascino irresistibile del valore The irresistible appeal of value Gli importi sono comprensivi dei diritti d’asta. Il loro equivalente in euro si riferisce ai cambi medi più recenti. I risultati di vendita pubblicati sono stati selezionati tra i lotti dichiarati venduti dalle case d’asta. Queste rilevazioni sono state desunte da artnet.com. I prezzi sono espressi al cambio dell’epoca, non rivalutati e sempre tradotti in euro oltre che espressi nella valuta originaria. All sums include sales commission. Their equivalent in euros has been calculated using more recent average exchange rates. The sales results published have been selected from those lots the auction houses have stated were sold. These results have been taken from artnet.com. The prices are expressed with the exchange rate of the time, and always in euros, as well as in the original currency. e 27.264.500 $ 29.173.000 e 21.747.600 £ 15.941.000 e 15.481.800 $ 20.885.000 e 13.766.000 £ 10.324.500 e 11.437.400 £ 9.001.250 e 5.731.000 £ 4.745.250 e 1.968.000 £ 1.377.600 e 1.793.600 £ 1.237.600 Concetto spaziale - Fine di Dio Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1964, olio su tela (oil on canvas), 178,4x123,2 cm (70,2x48,5 in.), Christie’s, New York, 10 novembre (November 10th) 2015 [Stima a richiesta], ill. 1 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1963, olio su tela (oil on canvas), 177,6x123 cm (69,9x48,4 in.), Sotheby’s, Londra (London), 15 ottobre (October 10th) 2015 [e20.000.000-27.000.000/£15.000.00020.000.000], ill. 2 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1963, olio e lustrini su tela (oil and glitter on canvas), 178x123 cm (70,1x48,4 in.), Christie’s, New York, 12 novembre (November 12th) 2013 [e11.000.000-15.000.000/$15.000.00020.000.000], ill. 3 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1963, idropittura, olio e lustrini su tela (waterpaint, oil and glitter on canvas), 178x123 cm (70,1x48,4 in.), Sotheby’s, Londra (London), 27 febbraio (February 27th) 2008 [Stima a richiesta], ill. 4 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1963, olio e lustrini su tela (oil and glitter on canvas), 177,6x122,5 cm (69,9x48,2 in.), Christie’s, Londra (London), 19 ottobre (October 19th) 2008 [Stima a richiesta], ill. 5 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1963, olio su tela (oil on canvas), 176x122 cm (69,3x48 in.), Sotheby’s, Londra (London), 28 giugno (June 28th) 2010 [e5.400.000-6.600.000/£4.500.000-5.500.000], ill. 6 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1964, olio su tela (oil on canvas), 178x123 cm (70,1x48,4 in.), Sotheby’s, Londra (London), 25 giugno (June 25th) 2003 [e930.000-1.200.000/£650.000-850.000], ill. 7 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1963, olio su tela (oil on canvas), 178x123 cm (70,1x48,4 in.), Sotheby’s, Londra (London), 19 ottobre (October 19th) 2004 [e720.000-1.000.000/£500.000-700.000], ill. 8 1. 27.264.500 2. 21.747.600 3. 15.481.800 4. 13.766.000 5. 11.437.400 6. 5.731.000 7. 1.968.000 8. 1.793.600 Concetto spaziale - Attese (tagli/cuts) e 15.097.200 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1965, idropittura su tela (waterpaint on canvas), 65,4x200 cm $ 16.154.000 (25,7x78,7 in.), Sotheby’s, New York, 11 novembre (November 11th) 2015 [e14.000.000-19.000.000/$15.000.00020.000.000], ill. 9 e 14.726.200 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1965, idropittura su tela (waterpaint on canvas), 116x90 cm (45,7x35,4 £ 16.405.000 in.), Christie’s, New York, 11 maggio (May 11th) 2015 [e9.000.000-13.500.000/$10.000.000-15.000.000], ill. 10 e 11.325.700 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1965, idropittura su tela (waterpaint on canvas), 80,5x100 cm £ 8.381.000 (31,7x39,4 in.), Sotheby’s, Londra (London), 10 febbraio (February 10th) 2015 [e6.700.000-9.500.000/£5.000.0007.000.000], ill. 11 e 8.987.300 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attesa», 1965, idropittura su tela e legno (waterpaint on canvas and wood), £ 6.740.500 197x143,5 cm (77,6x56,5 in.), Christie’s, Londra (London), 6 febbraio (February 6th) 2008 [e4.700.0007.300.000/£3.500.000-5.500.000] e 8.398.100 Lucio Fontana, «Concetto spaziale», 1961, olio su tela (oil on canvas), 150x200 cm (59,1x78,7 in.), Sotheby’s, New $ 8.986.000 York, 11 novembre (November 11th) 2015 [e7.500.000-11.000.000/$8.000.000-12.000.000], ill. 12 e 7.589.500 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1965, idropittura su tela, cornice in legno laccato (waterpaint on canvas £ 6.018.500 and lacquered wood frame), 100x133,3 cm (39,4x52,5 in.), Christie’s, Londra (London), 1 luglio (July 1st) 2014 [e5.000.000-7.500.000/£4.000.000-6.000.000], ill. 13 e 6.292.900 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1964, idropittura su tela (waterpaint on canvas), 75x92 cm (29,5x36,2 £ 4.405.000 in.), Sotheby’s, Londra (London), 1 luglio (July 1st) 2015 [e5.700.000-7.100.000/£4.000.000-5.000.000] e 5.104.100 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1965, idropittura su tela (waterpaint on canvas), 130x97 cm (51,2x38,2 £ 4.338.500 in.), Sotheby’s, Londra (London), 26 giugno (June 26th) 2013 [e3.900.000-5.300.000/£3.300.000-4.500.000] e 4.606.100 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attesa», 1964, idropittura su tela (waterpaint on canvas), 116x90 cm £ 3.961.250 (45,7x35,4 in.), Christie’s, Londra (London), 13 febbraio (February 13th) 2013 [e2.100.000-2.900.000/£1.800.0002.500.000], ill. 14 e 1.019.800 £ 746.500 e 755.500 £ 657.250 e 536.200 £ 422.500 e 527.400 £ 356.000 e 522.300 £ 386.500 9. 15.097.200 10. 14.726.200 11. 11.325.700 12. 8.398.100 14. 4.606.100 Concetto spaziale - Teatrini Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Teatrino», 1965, idropittura su tela e legno (waterpaint on canvas and wood), 153,8x153,8 cm (60,6x60,6 in.), Christie’s, Londra (London), 16 ottobre (October 16th) 2015 [e680.0001.100.000/£500.000-800.000], ill. 15 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Teatrino», 1965, idropittura su tela e legno (waterpaint on canvas and wood), 127x168 cm (50x66,1 in.), Sotheby’s, Londra (London), 13 ottobre (October 13th) 2011 [e460.000-690.000/£400.000-600.000] Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Teatrino», 1965, idropittura su tela e legno (waterpaint on canvas and wood), 120x130x6,2 cm (47,2x51,2x2,4 in.), Sotheby’s, Londra (London), 17 ottobre (October 17th) 2014 [e510.000760.000/£400.000-600.000] Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Teatrino», 1965, idropittura su tela e legno (waterpaint on canvas and wood), 130x130x6,5 cm (51,2x51,2x2,6 in.), Sotheby’s, Londra (London), 21 giugno (June 21st) 2007 [e440.000590.000/£300.000-400.000] Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Teatrino», 1965, idropittura su tela e legno (waterpaint on canvas and wood), 100x100 cm (39,4x39,4 in.), Christie’s, Londra (London), 12 febbraio (February 12th) 2015 [e600.000800.000/£120.000-180.000], ill. 16 13. 7.589.500 15. 1.019.800 16. 522.300 17. 1.525.500 18. 1.450.200 Sculture/Scuptures e 1.525.500 £ 1.258.500 e 1.450.200 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Natura», 1959-60, terracotta, 54x71,5x75 cm (21,4x28,1x29,5 inches), Christie’s, Londra (London), 11 febbraio (February 11th) 2014 [e1.100.000-1.800.000/£900.000-1.500.000], ill. 17 Lucio Fontana, «Caminetto», 1948, ceramica e smalto (ceramic and enamel), 108,3x138 cm (42,6x54,3 inches), Christie’s, Milano (Milan), 28 aprile (April 28th) 2015 [e120.000-180.000], ill. 18 e 1.357.000 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Natura», 1959-60, terracotta, 62x60x60 cm (24,4x23,6x23,6 inches), Chri $1.832.000 stie’s, New York, 16 maggio (May 16th) 2014 [e740.000-1.100.000/$1.000.000-1.500.000], ill. 19 e 1.333.200 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Forma», 1957, ferro dipinto (painted iron), h 130 cm (height 51,2 inches), £ 1.049.250 Sotheby’s, Londra (London), 20 ottobre (October 20th) 2008 [e1.000.000-1.500.000/£800.000-1.200.000], ill. 20 e 1.332.200 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Natura», 1959-60, terracotta, 60x67 cm (23,6x26,4 inches), Christie’s, New $ 1.818.500 York, 13 maggio (May 13th) 2009 [e890.000-1.300.000/$1.200.000-1.800.000], ill. 21 20. 1.333.200 19. 1.357.000 21. 1.332.200 8 – 10 April, 2016 miart 2016 - international modern and contemporary art fair fieramilanocity entrance viale scarampo gate 5 pav. 3 - milan www.miart.it Under the patronage of sponsors online exclusively at artsy.net media partners miart talks powered by Per informazioni su valutazioni e aste: [email protected] Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea Via Brera 8, 20121 Milano T. +39 02 36569105 www.finarte.it Nanda Vigo Cronotopo, 1965 Alluminio e vetri smerigliati 60 x 60 x 20 cm