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Il collezionismo, il mercato, le gallerie | Collecting, market, galleries

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Il collezionismo, il mercato, le gallerie | Collecting, market, galleries
Supplemento a / supplement of «Il Giornale dell’Arte» n. 361 febbraio / february 2016 / Reg. Trib. Torino n. 3227 del 7/12/82 / Lucio Fontana, «Concetto spaziale, La fine di Dio», 1964
FOCUS on
fontana
Il collezionismo, il mercato, le gallerie | Collecting, market, galleries
il giornale dell’arte
LE MOSTRE ARTE FIERA 40 DAL 28/01 AL 28/03 2016
ARTE FIERA 40.
LO SGUARDO DELLE GALLERIE SULLA GRANDE ARTE ITALIANA
PINACOTECA NAZIONALE DI BOLOGNA
Per celebrare la sua 40ma edizione ArteFiera presenta un progetto espositivo
che ripercorre la storia della manifestazione tramite le opere degli artisti più rappresentativi
protagonisti della storia dell’arte contemporanea italiana.
STORIA DI UNA COLLEZIONE
MAMbo - MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA
Il progetto espositivo ARTEFIERA 40 si completa con l’inedita esposizione
di una selezione delle opere acquistate da BolognaFiere durante le edizioni di ArteFiera.
artefiera.it
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il suo posto nell’arte moderna | his place in modern art
Un taglio netto con il passato
A sharp break with the past
Per il mondo dell’arte Fontana è come un astronomo capitato in un consesso di geometri
For the art world, Fontana was like an astronomer happening to find himself at a gathering of surveyors
I
o buco, passa l’infinito di lì, passa la luce, non c’è bisogno di dipingere... tutti hanno creduto che io volessi distruggere: ma non è vero,
io ho costruito, non distrutto, è lì la cosa...»: così racconta Lucio
Fontana (Rosario di Santa Fe, Argentina 1899 - Comabbio 1968) a Carla Lonzi in una conversazione memorabile.
Quando Fontana fora le prime tele e le prime carte è il 1949,
lo stesso anno dello straordinario «Ambiente spaziale a luce
nera» presentato alla milanese galleria del Naviglio. Sono opere che, come scriverà anni dopo il suo amico e allievo Piero
Manzoni, non dicono diversamente le stesse cose, ma dicono
cose nuove. Per inquadrare l’epoca, un anno prima alla Biennale di Venezia trionfavano Picasso e Braque, Kokoschka e
Permeke, Klee e Moore: erano i grandi della tradizione moderna, mentre Fontana, lui, inaugurava un’epoca tutta nuova.
Non è, intendiamoci, un giovanotto di primo pelo, il nostro.
Viene da una solida formazione di scultore; nei primi anni
Trenta le sue tavolette graffite lo hanno condotto nell’alveo del
gruppo astrattista milanese della galleria del Milione e del cosmopolita Abstraction-Création; poi ha praticato a lungo tra
Sèvres e Albisola una ceramica eccitata e barocca che ne ha
fatto un interlocutore degli artisti impegnati di Corrente. Che
sia, della sua generazione, una figura primaria, è già chiaro
a tutti sin da allora: se non altro per quelle sue straordinarie
capacità tecniche che lo fanno padrone di ogni modo, e per
la sua consapevolezza precoce che l’artista può, forse deve, esser complice dell’architetto in un progetto formale complesso,
perché l’arte è una al di là di ogni declinazione particolare.
Ma quando torna dalla natale Argentina, dove trascorre tutto
il periodo della guerra mondiale, Fontana porta con sé l’intuizione geniale che l’opera è, prima di tutto e a prescindere da
tutto, un «concetto spaziale», come titolano dal 1947 in poi
tutte le sue opere. «Non mi interessa lo spazio di cui parlate voi.
La mia è una dimensione diversa», dice ancora. Lo spazio non è
una faccenda di assi cartesiani, di fare o negare la prospettiva,
di forme più o meno somiglianti. È intuizione dell’universo
illimite e indicibile, d’una estensione che, come il cosmo, forse
non riusciamo a padroneggiare con la mente, ma della quale
possiamo tentare di dar conto in forma d’arte. Il ventennio che
inizia con l’«Ambiente» della Galleria del Naviglio a Milano
e con i «buchi» è, tra le esperienze dell’avanguardia novecentesca, un periodo proliferante come nessun altro, fervido d’intuizioni geniali che si fanno opere: nel 1951 dà subito un’altra
intuizione strepitosa, il soffitto di neon per la Triennale, un
puro disegno di luce. Di Fontana non si sa dire quale sia la
disciplina d’appartenenza. Si comprende subito che il territorio del suo fare arte è oltre la linea degli orizzonti conosciuti:
anche se mai si atteggia ad artista filosofo, mai si proclama
FOCUS ON, a cura di Franco Fanelli e Cristina
Valota, direttore responsabile Umberto Allemandi,
è un supplemento allegato a «Il Giornale dell’Arte».
Precedente produzione: «Focus on Burri» allegato
a «Il Giornale dell’Arte» n. 357, ottobre 2015
FOCUS ON, edited by Franco Fanelli and Cristina
Valota, editor Umberto Allemandi & C., is a supplement enclosed with “Il Giornale dell’Arte”. Previous
supplement: “Focus on Burri”, enclosed with issue 357,
October 2015, of “Il Giornale dell’Arte”.
santone di qualcosa, mai
accetta di edificare un
apparato teoretico di cui
far predica e dimostrazione; mai, soprattutto,
ricorre
all’escamotage avanguardistico di
dégoûter il pubblico, di
farsi provocatore di corto respiro, irritando così
non solo i «reazionari»,
ma spesso gli stessi portabandiera dell’avanguardia che dovrebbe
essergli solidale. Dalle
«pietre» ai «barocchi»
(sono, queste, le denominazioni di comodo
di opere che s’intitolano
tutte «Concetto spaziale», con gran disdetta dei
compilatori) Fontana
svolge un lungo corso
senza veri compagni di
strada, nonostante più
gruppi, dal Movimento
arte concreta agli Spazialisti, lo annoverino tra
le proprie file. Dei grup- «Lucio Fontana, Milano, 1962» di Ugo Mulas (dal libro «Ugo Mulas. La scena dell’arte. Photocolors» edito da Electa)
pi, a ben guardare, non
gli importa proprio nulla, anche se è invece sempre attentissi- come una sorta di Mosè delle neoavanguardie. Poi amare le
mo e autenticamente curioso di ciò che le nuove generazioni sue opere è diventato una specie di obbligo: non avere un
vanno maturando mentre si liberano faticosamente del fardel- Fontana non è per niente chic, per un museo o per chiunque
lo ingombrante d’una storia già scritta: che si chiamino Yves voglia sentirsi un collezionista vero. Adesso è considerato una
Klein o Manzoni, Baj o Yayoi Kusama o quel ceramista ge- stella di prima grandezza del mercato che conta: anche se, a
niale ma ancora misconosciuto che è Albert Diato. Verso la guardare con occhio disincantato, conta abbastanza male, dal
fine degli anni Cinquanta vengono la stagione dei «tagli», il momento che le sue opere valgono assai meno di quelle di un
suo lavoro più controverso e famoso, il «succès de scandale», il Jasper Johns o di un Warhol, per non dire di Koons e degli
diapason del segno, e le «nature», forme originarie e fervide di altri fenomeni da baraccone. Ma questa è un’altra faccenda,
generazione. Fontana spiazza, sempre e comunque, anche se che con il genio proprio non c’entra. q Flaminio Gualdoni
questa non è mai la sua intenzione. Non ha uno stile veramenmake a hole through which passes the infinite; there is no need to paint...
te riconoscibile, passa da invenzione a invenzione seguendo
everyone believed that I wanted to destroy but it’s not true: I have buun filo di riflessione che non è mai quello del progredire arilt, not destroyed, that’s the thing...”: Lucio Fontana (Rosario di
tistico, dello svolgimento ordinato e riconoscibile. Anzi, egli
complica ulteriormente le cose, aprendo serie come le «Ve- Santa Fe, Argentina 1899- Comabbio 1968) in a memorable
nezie», i «metalli», «Fine di Dio», i «teatrini», le «ellissi», gli conversation with Carla Lanzi. Fontana pierced the first canvaambienti. Non fa nulla per piacere e nulla per dispiacere, ma ses and the first cards in 1949, the same year as the extraordinary
per il mondo dell’arte è come un astronomo capitato in un “Ambiente spaziale a luce nera” presented at the Naviglio galleconsesso di geometri: lui, semplicemente, vede secondo una ry in Milan. These works, as his friend and pupil Piero Manzoscala differente e inconciliabile. E poi non si chiede mai, di ni wrote years later, do not say the same things in a different way,
se stesso, se è un genio o no. Non ha mica tempo da perdere but say new things. To give an idea of the time, a year before at
in queste quisquilie mondane. Ha successo, Fontana? La fac- the Venice Biennale Picasso and Braque, Kokoschka and Percenda è complicata. Certamente sì, e da subito, se si intende meke, Klee and Moore were the artists who held sway: they were
la cerchia degli artisti consapevoli e quella ristretta di colo- the greats of the modern tradition, while Fontana was himself
ro che ancora guardavano alle opere come a esperienze vitali inaugurating a wholly new era. He was no spring chicken
di cui sentirsi partecipi. Sì, anche, se si considera il circuito himself, however. He came from a solid background as a sculpinternazionale europeo (rigorosamente europeo beninteso: il tor: in the early thirties his graphite tablets led him to follow the
suo lavoro era troppo sottile e incomprensibile per la men- abstract group at the galleria del Milione and the cosmopolitan
talità pragmatica degli statunitensi) delle gallerie nuove, da Abstraction-Création; then he worked a long time on restless
Iris Clert a Parigi a Schmela a Düsseldorf, dove era inteso
segue a p. 4, 1 col.
I
focus on fontana. il giornale dell’arte. february 2016 3
continua da p. 3, iii col.
and Baroque ceramic works made between Albisola and Sèvres
which saw him draw near to the manner of the Corrente artists.
That he was a leading figure of his generation was immediately
clear: if for no other reason than for his extraordinary technical
skills that make him master of every manner, and for his early
awareness that the artist can, perhaps must, be an accomplice of
the architect in a formal complex project, because art lies beyond
every particular variation. But when he returned from his native
Argentina, where he spent the whole of World War II, Fontana brought with him the brilliant idea that a work of art is,
first of all and regardless of all, a “spatial concept”: a term he
henceforth, from 1947, used as the title for all his works. “I am
not interested in the space you speak of. Mine is a different dimension”,
he reiterated. Space is not a matter of Cartesian coordinates, to
make or reject a sense of perspective of more or less similar form.
It is an intuition of the limitless and indescribable universe, of an
extension which, like the cosmos, we are perhaps unable to master with the mind, but which we can try in some way to describe using art. With regard to the twentieth-century avant-garde
movements, the two decades beginning with the “Ambiente” at
the Naviglio gallery in Milan and the “buchi” is a period bursting with energy like no other, full of brilliant insights into art:
in 1951, he had another amazing intuition with the neon ceiling
for the Triennale, a pure design of light. Fontana was unable to
say which discipline he belonged to. One quickly learns that
the territory of his art-making lies beyond the known horizon:
although he never proclaimed himself as artist-philosopher or as
a guru of anything, never agreed to construct a theoretical apparatus from which to preach and demonstrate; above all, he never
recurred to the avant-gardiste expedient of dégoûter the public, of
being provocative, so irritating not only the ‘reactionaries’, but
often the very standard-bearers of the avant-garde that might be
expected to be supportive of him. From the “pietre” to the “barocchi” (these the pigeonholing names adopted for all the works
called “Concetto spaziale” (or “Spatial Concept”) to the horror of list-makers) Fontana followed a long road without any
real travelling companions, even though many groups, from the
Movimento arte concreta to the Spazialisti,voted him into their
ranks. But on closer inspection, he did not care anything for these
groups, although he was always attentive and genuinely curious
as to what the new generations were working on as they painstakingly shed the cumbersome burden of a story already written:
whether called Yves Klein or Manzoni, Baj or Yayoi Kusama
or that brilliant but still misunderstood ceramist that is Albert
Diato. Towards the end of the 1950s came the period of “tagli”,
his most controversial and famous work, the succès de scandale, the
tuning fork of his manner, and the “nature”, original and fruitful
forms of generation. Fontana always wrong-foots one, although
this was never his intention. He did not have a truly recognisable
style, switching from invention to invention by following a thread
of thought that was never that of ensuring an artistic progress, of
an orderly and recognisable development. Indeed, he complicated
matters further, starting series like “Venezie”, the “metalli”, “Fine
di Dio”, the “teatrini”, “ellissi” and “ambienti”. He did nothing
for the simple pleasure of it and nothing to irritate: but for the art
world he was like an astronomer happening to find himself at a
gathering of surveyors: quite simply, he saw according to a different and irreconcilable scale. And he never questioned himself
whether he was a genius or not. He did not have time to waste
on such mundane trifles. Was Fontana successful? The matter is
complicated. Certainly yes, and immediately, if by this we mean
the circle of artists and restricted numbers of aware individuals
who still looked at the works as vital experiences in which they
felt involved. Yes, also, if we consider the international European
circuit (strictly European, of course: his work was too subtle and
incomprehensible for the pragmatic mentality of the Americans)
of the new galleries, from Iris Clert in Paris to Schmela in Düsseldorf, where he was seen as a kind of Moses of the new avant-garde.
Then loving his work became a sort of obligation: not having a
Fontana was anything but chic, whether for a museum or for anyone who wanted to feel like a true collector. Now he is considered
a major star of the market that matters, even though, if we adopt
a detached stance, not quite in the first division, since his works
are worth much less than a Jasper Johns or Warhol, not to mention Koons and other flash-in-the-pans. But that is another matter,
which has nothing to do with one’s genius.
LA FONDAZIONE E GLI STUDIOSI | the FONDAZIONE and t
Alle fonti di Fontana
Nini Laurini
«I custodi del genio»
Da oltre quarant’anni, prima come Archivio poi, dal 1982,
con l’attuale veste giuridica, la Fondazione Lucio Fontana,
voluta da Teresita, moglie dell’artista, è la severa custode e
tutrice dell’opera del maestro. La sua presidente, Nini Ardemagni Laurini la guida dal 1999, affiancata da un ristretto
numero di consiglieri (Silvia Ardemagni, Achille Benetti
Genolini, Filippo Corbetta, Paolo Laurini e Pasquale Lebano) ma il suo ruolo è stato determinante sin dall’esordio
dell’Archivio, nel 1970. Da allora infatti Nini Laurini ha
seguito il percorso dell’opera dell’artista che, com’è noto, ha
ottenuto un grande riconoscimento internazionale, critico e
di mercato.
Signora Laurini, Lucio Fontana oggi è uno dei maestri
riconosciuti dell’arte internazionale del XX secolo e il
merito va in larga misura al lavoro della Fondazione.
Come ci siete riusciti?
Non è stato facile né casuale. Si tratta del frutto di un lavoro di oltre
quarant’anni, fondato su un serio e preciso progetto, che sin dall’inizio è
stato teso a far conoscere anche fuori dall’Italia l’opera di Lucio Fontana. Non che prima Fontana fosse sconosciuto all’estero; anzi, quand’era in vita era già noto nei Paesi del Nord Europa così come in Italia, ma
il fenomeno era solo europeo. Negli Stati Uniti al contrario, dove pure
espose nel 1961 da Martha Jackson, ci furono resistenze e diffidenze
che gli impedirono d’imporsi. Oggi invece il suo lavoro è conosciuto,
apprezzato e ricercato in tutto il mondo: non c’è grande collezionista, a
San Francisco come a Dubai, che non cerchi le sue opere. Non nascondo che questo per la Fondazione è motivo di orgoglio.
Come vi siete mossi?
Siamo stati molto selettivi e severi nel tutelare l’opera di Fontana, non
cedendo ad alcuna lusinga, anche a costo di attirarci qualche malumore.
Ma in tal modo abbiamo arginato ogni tipo di speculazione; cosa non
facile, essendo stata la sua vita d’artista lunga e molto produttiva. Oggi
però il suo mercato, benché abbia raggiunto quotazioni alte, che ovviamente moltiplicano gli «appetiti», è sicuro. Collezionisti e galleristi
sanno di avere nella Fondazione un punto di riferimento certo, grazie
al minuzioso lavoro di archiviazione e catalogazione che conduciamo
da sempre. Io amo ripetere che la vera ricchezza della Fondazione è
l’archivio, solo cartaceo prima, ora anche informatico, frutto di un lavoro condotto internamente e sempre controllato personalmente da noi. È
qualcosa di cui sono e siamo molto gelosi.
Le mostre di Fontana sono ormai molto ambite. Come vi
regolate al riguardo?
Da sempre la politica della Fondazione è stata quella di contingentare le mostre in modo da avere una diffusione omogenea e globale, con un calendario studiato e senza troppe sovrapposizioni. I
nostri obiettivi di oggi sono la prossima mostra all’HangarBicocca
nel 2017, dedicata agli «Ambienti Spaziali», che ha già richiamato l’attenzione di altre sedi museali internazionali, e l’importante
retrospettiva al Metropolitan Museum di New York, prevista
successivamente. Oltre a questo, supportiamo il lavoro di giovani
critici e studiosi che in varie forme si occupano del lavoro di Fontana
attraverso ricerche numerose, volte a tesi di laurea o a pubblicazioni
in genere. Nel corso degli anni tappa fondamentale del lavoro sono
stati anche i cataloghi ragionati delle opere di Lucio Fontana, curati
da Enrico Crispolti. La terza edizione del Catalogo di Sculture, Dipinti e Ambientazioni (dello stesso Crispolti, 2006), è
in corso di ristampa per Skira; il Catalogo delle opere su carta
di Luca Massimo Barbero (Skira, 2013) sta riscuotendo buoni risultati e il volume dedicato alle ceramiche è in programmazione: i
suoi autori saranno gli stessi Crispolti e Barbero. Il successo di
queste edizioni è segno che l’interesse per Fontana, ma anche per
altri nostri maestri del secondo Novecento, è sempre più forte. E a
questo riguardo ho un progetto, cui tengo moltissimo, che ho condiviso con Paolo Laurini e Silvia Ardemagni e che sarà la prossima
«missione» della Fondazione.
4 focus on fontana. il giornale dell’arte. febbraio 2016
Di che cosa si tratta?
L’Italia possiede un incredibile patrimonio di arte contemporanea, un
vero capitale, ormai riscoperto a livello internazionale. Parlo ovviamente di autori come Burri, Castellani, Manzoni, Fontana e non
di fenomeni speculativi nazionali, per non dire provinciali, destinati
a sgonfiarsi. I segnali sono sempre più fitti e le quotazioni raggiunte
parlano chiaro: possibile che non siamo in grado di valorizzare adeguatamente questo capitale? Così come esportiamo la moda, il design,
la Ferrari, il cibo, dovremmo «esportare» anche la nostra migliore arte
contemporanea. E con questo non intendo certo suggerire di privarci
delle opere più rappresentative di questi artisti, che devono rimanere
in Italia, ma di far circolare fuori di qui la loro opera, di farla conoscere ovunque, oggi che da tutto il mondo ce la richiedono, perché così
facendo si valorizza anche ciò che abbiamo in Italia. In fondo anche
l’arte è un «prodotto», seppure un prodotto culturale, ma per promuoverla all’estero abbiamo bisogno di liberarci dei lacci che ci soffocano.
Ciò per cui intendiamo ora batterci, è l’avvio di una seria politica
di promozione della nostra migliore arte all’estero (parlo dell’arte
del Novecento perché è il settore che conosco meglio, ma è ovvio che
il principio vale per tutto). Abbiamo lavorato per far uscire questi
maestri dai nostri confini: ora è indispensabile una politica che non ci
penalizzi. È il momento giusto, sarebbe un errore non approfittarne.
q Ada Masoero
“The custodians of genius”
For over forty years, first as the Archive then, from 1982,
in its current legal guise as Fondazione Lucio Fontana,
founded at the behest of Teresita, the artist’s wife, the
foundation is the severe guardian and protector of the artist’s oeuvre. Its president, Nini Ardemagni Laurini, who
has held the post since 1999, is accompanied by a small
number of board members (Silvia Ardemagni, Achille
Benetti Genolini, Filippo Corbetta, Paolo Laurini and
Pasquale Lebano) but her role has been crucial ever since
the very beginning of the Archive in 1970. Since then,
Nini Laurini has studied the development of the artist
who,of course, has achieved great international recognition from critics and the market.
Signora Laurini, today, Lucio Fontana is one of the
acknowledged masters of international art of the
twentieth century and the credit goes largely to the
work of the Fondazione. How did you manage it?
It has been neither easy nor by chance. This is the result of over
forty years’ work, based on a serious and clearly-defined project,
which from the outset was intended to make known the work of Lucio Fontana outside Italy. Not that Fontana was unknown abroad
beforehand; indeed, during his lifetime he was already known in
northern Europe as well as in Italy, but the phenomenon was only
European. In the United States by contrast, where he also exhibited in 1961 at Martha Jackson’s gallery, there was resistance and
mistrust that prevented him gaining much of a foothold. Today his
work is known, appreciated and sought after all over the world:
there is no great collector anywhere between San Francisco and
Dubai who does not seek his works. I cannot hide the fact that for
the Fondazione this is a source of pride.
How did you plan your work?
We have been very selective and rigorous in protecting the work of
Fontana, not yielding to any flattery, even at cost of some discontent.
But in doing so we prevented all kinds of speculation, which is not
easy, since his life as an artist was long and very productive. Today, however, his market, even though it now guarantees high prices,
which obviously adds to ‘appetites’, is safe. Collectors and gallery
owners know they have a firm point of reference in the Fondazione,
thanks to the painstaking work of cataloguing and archiving we have
always done. I love to repeat that the real wealth of the Fondazione
is the archive, originally on paper and now computerised, the result
of work done internally and always checked personally by us. That’s
something of which I and we are very protective.
the scholars
At the fount of Fontana
Enrico Crispolti
«Un barocco concettuale»
Enrico Crispolti è il maggiore esperto al mondo dell’opera di
Lucio Fontana. Ha curato, in Italia e all’estero, a partire dal
1959, molte mostre antologiche o tematiche sull’artista, ed è autore delle tre edizioni del Catalogo ragionato delle sue sculture, dei
dipinti e delle ambientazioni: la prima nel 1974, la seconda nel
1986, la terza nel 2006, edita da Skira. Sua è anche la curatela,
con la collaborazione di Luca Massimo Barbero, del catalogo
ragionato generale della scultura e dell’oggettistica in ceramica,
di prossima uscita. Crispolti conobbe Fontana nel 1957, lui
24enne, l’artista 58enne.
Come fu l’incontro?
Lucio Fontana passeggia sulla riva del Paranà a Rosario nel 1942
The exhibitions of Fontana are now much sought after.
How do you react to them?
The policy of the Fondazione has always been been to fix a quota
on the exhibitions in order to have a uniform and global spread,
with a planned programme without much overlap. Our goals today are the forthcoming exhibition at the Hangar Bicocca in 2017,
dedicated to the Ambienti Spaziali, which has already drawn the
attention of other international museums, and the major retrospective at the Metropolitan Museum in New York, planned for
later. In addition to this, we support the work of young critics and
scholars who deal in various ways with Fontana’s work through
numerous studies intended for theses or publications in general.
Over the years, a fundamental milestone in the work we do has
also been the catalogues raisonés of works by Lucio Fontana, curated by Enrico Crispolti. The third edition of the Catalogo di
Sculture, Dipinti e Ambientazioni (by Crispolti, 2006),
is being reprinted by Skira; the Catalogo delle opere su carta
by Luca Massimo Barbero (Skira, 2013) is doing well and the
volume dedicated to ceramics is in the pipeline: its authors will be
Crispolti and Barbero. The success of these publications is a sign
that the interest in Fontana, but also for our other major artists
of the late twentieth century, is increasing. And in this regard I
have a project I care very much about, which I share with Paolo
Laurini and Silvia Ardemagni and which will be the Fondazione’s next “mission”.
What will this be?
Italy has an incredible wealth of contemporary art, a true capital, now rediscovered internationally. I speak here of artists of
the calibre of Burri, Castellani, Manzoni, Fontana and not of
an Italian or even provincial speculation in artists, which is destined to collapse. The signals are becoming ever clearer and the
level of prices reached are clear: why on earth are we unable to
promote this wealth? Just as we export fashion, design, Ferraris, food, so we should be able to ‘export’ our best contemporary
art too. And I do not mean to suggest depriving ourselves us
of these artists’ most representative works which must stay in
Italy, but to make their work circulate outside the country, to
make it known everywhere, all over the world now that we are
being asked for it, because doing so will also promote what we
have in Italy. After all, art too is a ‘product’, albeit a cultural
one, but to promote it abroad we need to free ourselves of the ties
that choke us. What we intend to fight for now is the start of
a serious policy of promotion of our best art abroad (I speak of
twentieth-century art because this is the area I know best, but
it is obvious that the principle applies to all periods). We have
been working to get our best artists known outside the country:
now it is essential that there be a policy implemented that does
not penalise us. The time is right, and it would be a mistake not
to take advantage of it.
Lo chiamai al telefono, gli dissi che volevo conoscerlo personalmente, vedere il suo studio, dopo aver visto sue opere nella Quadriennale e nelle
Biennali, e in un’importante mostra di scultura italiana contemporanea
organizzata da Carandente, a Messina. Mi disse subito: «L’aspetto».
Un tempo si faceva così. Presi il treno, e andai a Milano (Crispolti
viveva e vive a Roma, Ndr).
Come la accolse?
Direi con grande semplicità, era generoso, curioso e apertissimo ai giovani.
Credeva nel presente in prospettiva evolutiva di futuro.
Nel ’57 Fontana conosce Klein e sostiene Manzoni. È la
generazione a cui lei appartiene.
Sì, è la generazione da cui Fontana si sentiva più capito. Il solido fondamento remoto, ma determinante, del suo progressivo successo è da trovare
proprio in questo incontro generazionale, e non tanto nella crescente fortuna di mercato. È vero, dopo la prima grande antologica italiana della sua
opera, ovvero l’omaggio al Castello de L’Aquila del 1963, la Marlborough fece a livello internazionale quello che non erano riusciti a fare in
precedenza i galleristi classici milanesi di Fontana, e cioè Carlo Cardazzo con il Naviglio, Peppino Palazzoli con la Blu, o Beatrice Monti con
L’Ariete, e Luciano Pistoi con Notizie. Ma il successo internazionale
che finalmente incontrò Fontana dopo il ’64 ha una base fondamentalmente culturale anziché di mercato.
Qual è stata la reazione del pubblico e della critica a cospetto dei primi «buchi» del ’49?
Critica benpensante e pubblico generico in quegli anni deridevano il suo
lavoro. Ma Fontana non se la prendeva. Alla porta del suo studio di corso Monforte 23 a Milano aveva fissata una vignetta da «Il Travaso» in
cui si vedeva un personaggio che punzecchiava il sedere di un altro con
una siringa, come forma di parodia dei suoi primi «buchi». Ma c’erano anche difficoltà critiche di comprensione, e nel catalogo di un’antologica di
Fontana che curai a Roma alla galleria L’Attico nel ’59, per contestare
l’incomprensibile fenomeno dell’inadeguato riconoscimento del suo lavoro,
parlai di un «caso Fontana». Basti pensare che un anno prima, a proposito della splendida sala di Fontana nella Biennale di Venezia, Lionello
Venturi, che pure era un illuminato, parlava di lui ancora come di una
«meravigliosa promessa».
Oggi è l’artista italiano più rappresentato nei musei di tutto il mondo. Qual è la forza di Fontana?
L’essenzialità e la pregnanza mentale dei suoi gesti immaginativi attraversano la nostra contemporaneità dall’inizio degli anni Trenta del secolo
scorso. C’è tuttora un’attualità direi giovanile del fare di Fontana, per
aver saputo rappresentare le problematiche artistiche del XX secolo e al
tempo stesso essere riuscito a intuire quelle del XXI. Per esempio le sue
sculture «a missile» del 1967-68 figurerebbero ancora oggi bene fra proposte di artisti giovani.
Quali sono le matrici culturali dell’arte di Fontana?
Sono fondamentalmente tre. Quella barocca (avvertita del resto già dalla
critica negli anni Trenta), rivelata nella percezione dell’intrinseco dinamismo espansivo e ambientale della materia. Quella futurista, nel senso di quello che Prampolini chiamava «idealismo cosmico», che scovava
possibilità immaginative di spazio, sia ambientale, sia infinito e quindi
«cosmico», nel dinamismo legato alla materia primaria possibilità immaginative di spazio. E, terza matrice, la particolare componente «concettuale» sempre implicita nel suo fare, attraverso un impianto di presupposto
Da sinistra, Giulio Carlo Argan, Lucio Fontana, Peppino Palazzoli ed Enrico
Crispolti alla Galleria Blu di Milano nel 1964
sostanzialmente disegnativo delle sue sculture, dei suoi dipinti, delle sue
ambientazioni.
Il Barocco, in senso storico, è una poetica dello spazio,
che amalgama le arti in un’unica unità architettonica, e il
Barocco è nato in Italia, come il Futurismo: Fontana è un
genio italiano anche nella radice del suo fare?
Fontana è un genio latino, che riconnette magistralmente una lunga tradizione di radici europee che mi piace definire latine. Inoltre di barocco in lui
c’è anche la spettacolarità del gesto.
L’effrazione della tela è un gesto di amore o di distruzione?
È il gesto di un’avventura radicalmente nuova, è come porre un primo segno sulla Luna, è l’attestazione del raggiungimento di un nuovo traguardo
immaginativo e conoscitivo.
Dallo spazio sulla tela allo spazio nella tela, la rivoluzione concettuale di Fontana, così importante per la storia
dell’arte del ’900, si svolge con un punteruolo in mano.
Basta così poco?
È la forza elementare dell’idea che fa le rivoluzioni. Non serve un cannone
per forare una tela. Serve, almeno in Fontana, un’idea specifica di segno, che
ha una sua valenza mentale-concettuale di disegno. La componente concettuale, nel suo fare, si fonda infatti proprio su una presupposta nozione di struttura
disegnativa implicita nella fisicità dell’opera. Fontana non ha imparato a disegnare in un’accademia, e dunque con finalità rappresentative, ma in una scuola
tecnica, dove si insegnava un disegno a fini soltanto progettuali, cioè di valutazione mentale. Il principio disegnativo, in senso concettuale, è il presupposto
strutturale che organizza espressivamente ogni opera di Fontana.
Nel 1998 un ovale di Fontana del ’63 venne venduto all’asta di Sotheby’s a Londra per 13 milioni di euro. Che cosa
avrebbe detto Fontana?
Pensando ai periodi in cui aveva fatto la fame, forse ne avrebbe riso.
Lei realizza le expertise per la Fondazione Lucio Fontana
di Milano. Circolano ancora molti falsi?
Meno di prima. Scomparso Lucio nel 1968, un’invasione di falsi quasi
seriali ci fu in particolare negli anni Settanta e Ottanta. Oggi se ne fanno
meno, e sono in genere isolati, più scoperti e spesso dilettanteschi, e a volte
francamente patetici.
Come realizza le sue expertise?
Oltre agli esiti dell’indagine formale, materiologica, tecnica e documentaria, peraltro fondamentali, in alcuni cicli di opere (e in particolare nel gruppo più numeroso, quello dei «tagli») Fontana offre
espliciti appigli di possibile verifica d’autografia, come le frasi che
apponeva dietro ad alcune tele; frasi legate al momento contingente
della realizzazione, sempre piuttosto breve, del dipinto. Una volta,
tramite un amico tifoso, riuscii a datare precisamente un’opera in base
al riferimento sul retro a un gol decisivo segnato dall’Inter in una partita di Coppa campioni. Le frasi in genere si riferivano a un fatto del
quotidiano, a una notizia, a un pensiero del momento. Una volta, infastidito dal fatto che Vedova, al Padiglione Italia dell’Expo di Mon-
focus on fontana. il giornale dell’arte. february 2016 5
Alle fonti di Fontana | At the fount of Fontana
continua da p. 5, iii col.
treal, avesse messo in piedi uno spettacolare intervento di luci, lui,
che si sentiva l’artista della luce, scrisse: «Vedova, accendi la luce!».
Un’altra volta, nel momento della collaborazione con Somaini per il
progetto del Monumento Nazionale alla Resistenza a Cuneo, dietro
a un’altra tela scrisse: «W Somaini!». Insomma quelle scritte erano
come notazioni di un suo diario istantaneo.
Lei ha raccolto queste frasi anche in una pubblicazione. Si
definirebbe lo scopritore di Lucio Fontana?
Direi piuttosto che è stato lui a scoprire me. E poi non bisogna fare arrabbiare Gillo Dorfles, che ne scriveva già più o meno quando sono nato io.
q Guglielmo Gigliotti
“A conceptual baroque”
Enrico Crispolti is the world’s foremost expert in the work of
Lucio Fontana. In Italy and abroad, since 1959, he has curated several retrospective or thematic exhibitions on the artist,
and is the author of three editions of the Catalogo ragionato delle
sue sculture, dei dipinti e delle ambientazioni: the first in 1974, the
second in 1986, the third in 2006, published by Skira. With
the collaboration of Luca Massimo Barbero, he is also the
editor of the general catalogue raisonné of the sculpture and
ceramic works shortly to be published. Crispolti met Fontana
in 1957, when he was 24 and the artist 58.
How did you meet?
I called him on the phone and told him I wanted to meet him personally,
to see his study, after seeing his works in the Quadriennale and Biennali, and in a major exhibition of contemporary Italian sculpture organised
by Carandente at Messina. He immediately said: “Come on over”.
In the past, that’s how things were. I took the train and went to Milan
(Crispolti was then living in Rome, as he does now, Ed).
How did he receive you?
I would say very simply. He was generous, curious and very open to
young people. He believed in the present as the evolutionary perspective
for the future.
In 1957, Fontana met Klein and supported Manzoni. This
is the generation to which you belong.
Yes, this is the generation by which Fontana felt most understood. The
solid remote, but decisive foundation of his progressive success can be
attributed to this meeting of generations, and not so much in his rising
fortune in the market. True, after the first big Italian retrospective of
his work, the tribute at the Castello of L’Aquila in 1963, the Marlborough Gallery did internationally what Fontana’s classic Milanese
gallery owners - Cardazzo with il Naviglio, Peppino Palazzoli with
the Blu,Beatrice Monti with L’Ariete, and Luciano Pistoi Notizie had been unable to do. But the international success that Fontana finally
encountered after ’64 has a fundamentally cultural rather than market
base.
What was the reaction of the public and critics with regard to the first “holes” of 1949?
Conformist critics and the general public laughed at his work at that
time. But Fontana was not upset. On the door of his studio in Corso
Monforte 23 in Milan, he pinned a cartoon from “Il Travaso” in
which you could see a character prodding at the back side of another
with a syringe, like a sort of parody of his first “holes”. But there
were also critical difficulties in understanding it, and in the catalogue
of a retrospective of Fontana’s work that I curated in Rome at the
L’Attico gallery in 1959, in order to to question the incomprehensible phenomenon of the lack of recognition of his work, I spoke of a
“Fontana case”. Suffice it to say that a year before, writing about the
beautiful Fontana room at the Venice Biennale, Lionello Venturi,
who was after all an enlightened man, was still speaking of him as
someone with “wonderful promise”.
Today, he is the most represented Italian artist in museums around the world. What is the strength of Fontana?
The simplicity and the mental import of his imaginative gestures have
been crossing our contemporary world since the 1930s. I would say
that there is still a topicality in Fontana’s way of making art that is
youthful, for his having been able to represent the artistic problems of
the twentieth century and at the same time for being able to perceive
those of the twenty-first. For example, his “missile” sculptures of
1967-68 still reappear in the work of young artists.
What are the cultural roots of Fontana’s art?
There are basically three. The Baroque (a fact already noted by critics in the 1930s), revealed in the perception of the intrinsic expansive
and environmental dynamism of matter. Futurism, in the sense of what
Prampolini called “cosmic idealism”, which sought out imaginative
possibilities of space, both environmentally and infinite and therefore
“cosmic”, in the dynamism linked to primary matter, the imaginative possibilities of space. And the third matrix, which was the special
“conceptual” component always implicit in his work, through a substantially planned approach to his sculptures, his paintings, his environments.
The Baroque, in the historical sense, is a poetics of space, amalgamating the arts into a single architectural
unit, and the Baroque was born in Italy, just like Futurism: is Fontana an Italian genius also at the very root
of his work?
Fontana is a Latin genius, who masterfully links a long tradition of
European roots that I like to call Latin. Another Baroque element in
him is the spectacular nature of his gestures.
Is the violation of the canvas a gesture of love or destruction?
It is the act of a radically new adventure; it’s like putting the first mark
on the Moon; it is the evidence of the reaching of a new imaginative and
cognitive milestone.
From the space on the canvas to the space in the canvas, Fontana’s conceptual revolution, which was so
important for the history of twentieth-century art, was
done with an awl in hand. Is that all it takes?
It’s the elemental force of the idea that makes revolutions. You do
not need a cannon to pierce a canvas. All it takes, at least in Fontana, is a specific idea of sign, which has a mental-conceptual value
as intention. In its formation, the conceptual component is based on
a presupposed notion of intended structure implicit in the physicality of the work. Fontana did not learn to draw in an academy
and therefore for the purpose of depiction, but in a technical school,
which taught drawing solely for the purposes of producing plans,
or in other words, to offer a mental evaluation. Conceptually, the
drawing principle is the structural assumption that expressively organises every work of Fontana.
In 1998, an oval by Fontana dated 1963 was sold at auction by Sotheby’s in London for 13 million Euros. What
would Fontana have said?
Thinking about the times when he had gone hungry, perhaps he would
have laughed.
You undertake valuations for the Fondazione Lucio Fontana in Milan. Are there still of lot of fakes around?
Fewer than before. Lucio died in 1968 and there was an invasion of
almost serial fakes, especially in the seventies and eighties. Today there
are fewer being made, and they are generally isolated, more obvious and
amateurish, and sometimes frankly pathetic.
How do you do your valuation?
In addition to the results of the formal investigation into materials,
technique and documents, which are fundamental, in some cycles of
works (and in particular in the most numerous group, that of the
“cuts”) Fontana offers explicit clues for the verification of authenticity, such as the phrases he would affix behind some canvases; phrases relating to the always rather short moment of realisation of the
painting. Once, through a fan friend, I was able precisely to date a
work on the basis of the reference on the back of a picture to a winning
goal scored by Inter in a Champions Cup match. The phrases generally referred to a fact of daily life, a news story, a passing thought.
Once, annoyed that at the Italian Pavilion of Montreal Vedova had
set up a spectacular intervention of lights, he, who considered himself
the artist of light, wrote: “Vedova, turn on the light”. Another time,
when he was collaborating with Somaini for the project of the National Monument to the Resistance in Cuneo, behind another canvas,
he wrote: “Long live Somaini”. In other words, these phrases were
like notes in an ad hoc diary.
You have collected these phrases in a book. Would you
define yourself the discoverer of Lucio Fontana?
I would say rather that it was he who discovered me. And we should
not upset Gillo Dorfles, who was already writing about him more or
less around the time I was born.
6 focus on fontana. il giornale dell’arte. febbraio 2016
“The planned instinct”
Luca Massimo Barbero
«L’istinto progettato»
A Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia
dell’Arte della Fondazione Cini e della Galleria d’arte moderna a Palazzo della Ragione a Verona, si deve una mostra
forse irripetibile, «Lucio Fontana. Venezia/New York», allestita nel 2006 presso la Collezione Peggy Guggenheim di
Venezia. L’artista veniva indagato alla luce di due «anime»,
apparentemente contrapposte ma complementari e coesistenti
nella ricerca di Fontana: quella materica e «barocca» degli oli
intitolati a Venezia, e quella «minimalista», con le lamiere
della serie di opere dedicata a New York. Per la prima volta
le due serie, esposte nel 1961 a Venezia nella rassegna «Arte
e Contemplazione» a Palazzo Grassi, e a New York, nella
galleria di Martha Jackson per la prima personale di Fontana
negli Stati Uniti, venivano ricomposte e confrontate. Ma lo
studioso è anche il curatore del Catalogo ragionato dell’opera su
carta di Lucio Fontana, edito in tre tomi da Skira, che riunisce
circa 5.700 fogli.
Photo Albin Dahlstrom
In quali tipologie si suddivide l’opera su carta di Fontana?
Le tipologie sono varie, anche per alcune ragioni di natura tecnica. Abbiamo scelto la definizione di «opere su carta» e non «disegni» o termini
più ampi come «grafica», proprio perché si è inteso analizzare i materiali. Quindi là dove per Fontana nasce l’idea, cioè il disegno, il supporto
più utilizzato e numericamente più alto è il foglio tipico da macchina da
scrivere o della carta da lettera. Ma c’è anche molto cartoncino, materiale adatto a reggere un segno che incide e lacera, e, soprattutto nella
produzione più matura, dal 1960 al 1968, c’è molta carta assorbente
che è un materiale straordinario per ricevere squarci e fori. Teniamo
presente che solo nell’ultima parte della sua attività Fontana produce
opere su carta per il mercato. Tutto il resto è una sorta di laboratorio
per cui dal 1928 al 1968 la carta conserva tutte le sperimentazioni e le
ricerche di Fontana, anzi ne denuncia le origini.
In Fontana il disegno ricopriva anche un ruolo progettuale?
Ripeto: il disegno per lui rappresenta il momento della nascita di un’idea. Può sembrare strano a chi ha un’idea non approfondita di Fontana,
ma era tutt’altro che un istintivo. È nel disegno che focalizza l’idea
e la raggiunge ed è importante vedere come per alcuni «buchi», alcuni
«barocchi», alcune «pietre», soprattutto nel periodo tra il 1950 e il 1958,
Fontana tracci all’interno dello stesso foglio un’idea di dipinto e poi addirittura con delle crocette ne sottolinei la riuscita. In alcuni caso arriva
ad annotare: «Bene, fallo». Attraverso il disegno si entra in modo intimo
e preciso nel pensiero di Fontana.
Sul mercato i disegni di Fontana hanno quotazioni proporzionate a quelle delle opere «maggiori»?
Luca Massimo Barbero, director of the Istituto di Storia
dell’Arte at the Fondazione Cini and of the Galleria d’arte
moderna at the Palazzo della Ragione in Verona, was the
mind behind an exhibition that is perhaps unique: “Lucio
Fontana. Venice/New York”, held in 2006 at the Peggy
Guggenheim Collection in Venice. The artist was explored
in the light of two currents that were apparently contrasting
but complementary and coexisting in Fontana research: the
material, “baroque” one of the oil paintings named after Venice, and the “minimalist” one with metal sheets of the series
of works dedicated to New York. For the first time, the two
series, exhibited in 1961 in Venice in the “Art and Contemplation” exhibition at Palazzo Grassi, and in New York
at the gallery of Martha Jackson for Fontana’s first personal
show in the United States, were shown together and compared. Barbero is also the editor of the Catalogo ragionato
dell’opera su carta di Lucio Fontana, published in three volumes by Skira, which brings together about 5,700 sheets of
the artist’s graphic work.
How can Fontana’s oeuvre on paper be divided?
There are different categories of works, including for reasons of a technical nature. We chose the definition of “works on paper” and not a
broader term like “graphic work” precisely because we intended to
analyse the materials. The medium adopted by Fontana for the birth of
a new idea – drawing – most frequently made use of typical typewriter
or writing paper. But there is also much cardboard, a material suited to
withstanding a line that cuts and tears, and, especially in his more mature production, from 1960 to 1968. There are a lot of paper towels which
constitute an extraordinary material for gaps and holes. We should bear
in mind that it was only in his late career that Fontana produced works
on paper for the market. Everything else is a kind of laboratory, so from
1928 to 1968, paper is the medium preserving all of Fontana’s experimentation and research, and even reveals the origins.
In Fontana’s work, did drawing also have a role to play
in planning?
As I said, drawing for him represented the birth of an idea. It may seem
strange to those who only have a superficial knowledge of Fontana, but
he was anything but instinctive. It was in drawing that he focused on
the idea and attained it, and it is important to see how for some “holes”,
some “baroque” works, some “stones”, especially in the period between
1950 and 1958, Fontana traced out the idea of a painting on the same
sheet and then with some small ticks even recorded their success. In
some cases, he would write a note: “Fine: do it”. Through drawing you
enter into Fontana’s thinking in an intimate and precise manner.
On the market, do Fontana’s drawings sell at sums in
proportion to the “greater” works?
Uno dei motivi per cui da tempo mi interesso anche dello studio delle opere su carta risiede nel fatto che queste, soprattutto in Italia, non
hanno mai goduto di una grande attenzione se non da parte del collezionismo specifico. Questo sicuramente influisce sulle quotazioni, anche
per quanto riguarda Fontana. È anche vero che finalmente il mercato ha
capito che l’importanza dell’opera su carta di Fontana non si ferma solo
alla bellezza formale, ma riguarda anche la sfera concettuale, quindi lo
stanno guardando con un altro occhio. Negli ultimi anni, inoltre, si è
guardata l’opera completa di questo autore, che non è solo quella relativa
ai «buchi» e ai «tagli» ma è anche quella degli anni Trenta: lo ha confermato la meravigliosa mostra del 2014 del Musée d’art moderne de la
Ville de Paris. Insomma, si è capito che Fontana è un artista che opera
dal Trenta in poi a livello straordinariamente maturo, anzi da quegli
anni i critici addirittura incominciano a parlare di una «leggenda Fontana». Il disegno rientra in tutto questo e i disegni «razionalisti» degli anni
Trenta lo dimostrano; sono fogli straordinari quanto rari.
One of the reasons I have been interested in the study of the works on
paper for some time is the fact that especially in Italy, they have never
enjoyed a great deal of attention if not from specific collectors. This
certainly has a bearing on the prices, even with regard to Fontana. It
is also true, however, that the market has finally realised that the importance of Fontana’s work on paper is not limited to formal beauty,
but also concerns the conceptual sphere, so it is now looking at him
with a different eye. In recent years, moreover, the complete oeuvre of
this artist had been looked at: not just the “holes” and “cuts”, therefore, but also the works from the thirties: this has been confirmed by
the wonderful exhibition in 2014 at the Musée d’Art Moderne de la
Ville de Paris. In other words, it has been understood that Fontana is
an artist who from the thirties onwards was extraordinarily mature;
indeed, critics even begin to talk about a ‘’Fontana legend” from those
years onwards. His drawings are part of all this and his ‘rationalist’
drawings of the thirties demonstrate it; these are drawings as extraordinary as they are rare.
Non particolarmente, per due ragioni: i disegni di Fontana non sono
mai stati, in particolare con l’artista in vita, oggetto di mercato e quindi
sono stati conservati nello studio; inoltre da subito la Fondazione li ha
schedati e fotografati e questo è stato di grande aiuto per il reperimento
del materiale e per la catalogazione. Il catalogo, non a caso, è dedicato a
Valeria Ernesti, scomparsa nel 2011, vicepresidente della Fondazione
Fontana. Lei è stata sicuramente una guida e una memoria straordinaria
anche all’interno di questa «esegesi dell’originalità» e ha affrontato con
un’attenzione eccezionale questo lavoro. q Franco Fanelli
Not particularly, for two reasons: Fontana’s drawings have never
much appeared on the market, especially while the artist was still alive,
when they were preserved in his studio; moreover, from the outset, the
Fondazione has cataloged and photographed them and this has been a
great help for the procurement of material and cataloguing. The catalogue, not coincidentally, is dedicated to Valeria Ernesti, who died in 2011
and was vice president of the Fondazione Fontana. It was she who was
a driving force with an extraordinary memory within this “exegesis of
originality”, and she tackled this task with exceptional care.
I falsi colpiscono anche l’opera su carta?
Does the problem of fakes affect his works on paper too?
Dall’alto, «Lucio Fontana, Milano, 1963» di Ugo Mulas (dal libro «Ugo Mulas. La scena dell’arte. Photocolors» edito da Electa);
Luca Massimo Barbero durante l’allestimento della mostra «Milan-Turin:1958-1968» al Moderna Museet di Stoccolma nel 2008
focus on fontana. il giornale dell’arte. february 2016 7
L’opinione dei galleristi The opin
1 Quale significato ha avuto Fontana
per la sua attività galleristica?
1 What significance has Fontana had
for your activity as a gallery?
Renato Cardi
Cardi Gallery, Milano / Milan
1 La Galleria Cardi
ha iniziato a lavorare con l’opera di
Lucio Fontana fin
dall’apertura della galleria
nel 1971. Fontana è tutt’ora
ed è sempre stato uno degli
artisti di punta della galleria
e siamo convinti che, dopo
Picasso, sia l’artista più importante del XX secolo. Il
suo lavoro ha rappresentato e rappresenta un passo
in avanti nello sviluppo del
pensiero artistico occidentale. Per questa ragione
abbiamo promosso il suo
lavoro nel corso di tutta l’attività di più di quarant’anni
della galleria e continuiamo
a farlo esponendolo a tutte
le fiere nazionali e internazionali a cui partecipiamo.
Proteggiamo il suo lavoro all’interno del mercato
dell’arte e siamo convinti
che la sua opera rappresenti, non solo a livello culturale ma anche economico,
un investimento sicuro e in
continua crescita.
1 The Galleria Cardi began
working with the work of
Lucio Fontana since it first
opened in 1971. Fontana is
still and has always been one
of the gallery’s leading artists and we are convinced
that, after Picasso, he is
the most important artist
of the twenth century. His
work has been and is a
step forward in the development of Western artistic
thought. For this reason, we
have promoted his work
throughout more than forty
years of the gallery’s activities and continue to do so,
exhibiting him in all the national and international fairs
in which we participate. We
protect his work within the
art market, and we believe
that his work represents a
secure and growing investment, not only in cultural
but also economic terms.
Hélène de Franchis
Studio La Città,Verona
1 Fontana per me
è stato di un’importanza fondamentale.
Avevo appena 19
anni quando un giorno decisi di andare alla galleria
Marlborough di Roma, dove
alcuni miei amici universitari
mi avevano detto che era in
corso una mostra curiosa di
un artista milanese che bucava le tele. Rimasi affascina-
ta ma incredula, quando un
signore elegante uscendo
da una delle stanze interne
della galleria mi chiese se
mi piacevano; risposi che
non capivo e lui mi fece fare
un giro per le due sale e mi
spiegò: era Lucio Fontana!
Lo incontrai altre volte sempre alla Marlborough; allora
non lo sapevo ma fu l’inizio
della mia vita con l’arte. L’ho
sempre considerato il mio
mentore e appena si aprì lo
Studio la Città cercai di fare
una sua mostra. Ne organizzai una di grafica nel 1970 e
riuscii a fare la prima personale nel 1973 con grandi
tele prestate dalla galleria
Marlborough. Ricordo che
le tele di dimensioni medie
(80x100 cm) costavano 1,51,8 milioni di lire. Avevo una
grande tela (180x180 cm)
con buchi che costava 3,5
milioni di lire e non riuscii a
venderla, mentre ora è nella
Collezione Pinault. Feci una
seconda mostra nel 1980,
ma a quel punto i prezzi
erano saliti: un quadro bianco con tre tagli (100x80
cm) costava 13 milioni di
lire, i disegni un milione, le
ceramiche 1,5-1,8 milioni di
lire. A tutte le fiere che feci
dal 1975 (Basilea, Chicago,
Colonia, Parigi, Stoccolma,
Madrid, New York, Miami
ecc) portai almeno una sua
opera, anche quando era di
moda la Transavanguardia e
io venivo chiamata l’astrattologa... Negli anni 2000
ho fatto sopratutto mostre
di ceramiche, l’ultima delle
quali a Milano nel 2015, insieme alla Galleria Tonelli in
uno spazio scelto apposta,
«THE FONTANA I LOVE»,
che è il titolo che diamo a
questa scelta.
2 Credo che l’opera di Fontana non sia ancora veramente riconosciuta: è stato
un artista grandissimo con
una creatività straordinaria. Ci sono ancora delle
opere poco conosciute, ad
esempio quelle degli anni
Cinquanta, o le ceramiche
che solo ora cominciano
a girare nel mondo. I suoi
prezzi hanno ancora un alto
margine di crescita.
1 For me, Fontana has been
of fundamental importance. I was just 19 when
one day I decided to go to
the Marlborough gallery in
Rome, where some of my
university friends had told
me that there was a curious exhibition of a Milanese
artist who made holes in
2 Quale futuro collezionistico prevede
per l’opera di Fontana?
2 What will the future hold in terms
of collecting Fontana’s work?
the canvas. I was fascinatattività della Galleria dello
Scudo. Dopo la mostra del
ed but incredulous, when
1977, con un buon esito
an elegant man coming out
nonostante il mercato fosof one of the inner rooms
of the gallery asked me if
se allora in flessione dopo
I liked the works; I replied
il boom dei primi anni Setthat I did not understand
tanta, la Galleria ha costanthem and he gave me a tour
temente proposto lavori di
of the two rooms and exrilevante qualità, collocanplained them to me: it was
doli in importanti collezioni
Lucio Fontana! I met him
pubbliche e private italiane
at other times, always at
e straniere. Dopo un lungo
Marlborough; at the time, I
periodo di fasi alterne, da
did not know that this was
qualche anno stiamo assithe beginning of a life with
stendo a una crescita espoart. I’ve always considered
nenziale dell’interesse per
him my mentor and as soon
l’opera di questo maestro
as Studio la Città opened, I
assoluto con la conseguentried to do an exhibition of
te inarrestabile ascesa delle
him. I organised a graphic
quotazioni.
show in 1970 and managed 2 Un futuro sempre migliore,
to do the first solo exhideterminato principalmente
dall’intuizione e dalla gebition in 1973 with large
paintings lent by the Marlnialità di Fontana, un’icona
ormai nel panorama artistiborough gallery. I remember
that the paintings of average
co internazionale, al fianco
size (80x100 cm) cost from
delle «intoccabili» figure
1.5 to 1.8 million lire. I had
che hanno segnato la storia
a large canvas (180x180
dell’avanguardia in Europa e
cm) with holes that cost 3.5
oltreoceano.
million lire and was unable 1 Fontana’s work has been a
to sell, but which is now in
constant throughout the
the Pinault collection. I did
whole activity of the Gala second exhibition in 1980,
leria dello Scudo. Since the
but by then the prices had
1977 exhibition, which was
gone up: a white square
successful despite the fact
with three cuts (100x80
that the market was decm) cost 13 million lire, the
clining with respect to the
drawings were a million, the
boom at the beginning of
ceramics 1.5 to 1.8 million
the 1970s, the Gallery has
lire. At all the fairs I did
constantly proposed works
from 1975 (Basel, Chicago,
of a very high quality and
Cologne, Paris, Stockholm,
has found a place for them
Madrid, New York, Miami
in important private and
etc.) I always took at least
public collections in Italy
one of his works, even when
and abroad. After a long
the Transavanguardia was
period of alternating phasfashionable and I was being
es, for some years we have
called the ‘abstractologist’...
been seeing an exponenIn the 2000s I concentrated
tial increase in the work of
on exhibitions of ceramics,
this absolute master, with
the last of which was in Mia consequent, unstoppable
increase of his prices.
lan in 2015, along with the
Galleria Tonelli in a space 2 An increasingly better fuchosen for the purpose,
ture, mainly determined by
“THE FONTANA I LOVE”,
the intuition and genius of
which is the title we give
Fontana himself, by now an
this show.
icon on the international
art scene, together with the
2 I believe that the work of
other “irreplaceable” figFontana is not yet really
recognised as such: he was
ures who have marked the
a great artist with an exhistory of the avant-garde in
Europe and America.
traordinary creativity. There
are still little-known works,
such as those of the fifties, Giovanni Mazzoleni
or ceramics that are only
now beginning to tour the Mazzoleni Galleria d’Arte, Torino
world. His prices still have a / Turin, Londra / London
1 Lucio Fontana
high margin for growth.
ha avuto un ruolo
centrale nel perMassimo Di Carlo
corso della nostra
Galleria Dello Scudo,Verona
galleria. Sin dagli inizi degli
anni Sessanta ho cominciato
1 L’opera di Fontana
rappresenta
ad acquistare le sue opere
una costante che
che sono andate ad arricaccompagna l’intera
chire il nucleo originario
8 focus on fontana. il giornale dell’arte. febbraio 2016
della mia collezione, fino a
Savinio, Severini or Chagall.
quel momento costituita
Later, with the opening
in larga maggioranza dai
of our gallery in 1986, we
grandi maestri dell’arte fihad the opportunity to
handle many works by Fongurativa come Casorati, de
Chirico, Savinio, Severini o
tana, some of which have
Chagall. Successivamente,
marked key moments in
con l’apertura della nostra
his artistic career: from the
galleria nel 1986, abbiamo
most famous small or large
avuto l’opportunità di tratcuts, to the “Venezia” cycle
and the “Fine di Dio” series,
tare molte opere di Fontana,
probably among the most
alcune delle quali hanno sebeautiful and impressive
gnato momenti chiave della
works we have ever had in
sua produzione artistica:
the gallery. Lucio Fontana’s
dai più noti tagli, di piccole
work was a catalyst for the
o grandi dimensioni, al ciclo
creative scene of his day
delle «Venezie», per arrivare
and at the same time an
alle «Fine di Dio», probabilinspiration for subsequent
mente tra le opere più belle
generations of artists, and
e imponenti che abbiamo
it was fundamental he be
mai avuto in galleria. Il laincluded in the collection
voro di Lucio Fontana, caof a gallery which, like ours,
talizzatore della scena creais focused primarily on Italtiva a lui contemporanea e
contestualmente ispirazione
ian artists of the postwar
per le generazioni artistiperiod.
che successive, non poteva 2 The role of Lucio Fontana is
mancare nella collezione di
well established internationuna galleria come la nostra
ally. The natural change of
focalizzata principalmente
the parameters of taste in
sugli artisti del secondo docollecting and the fickleness
of fashion have not dented
poguerra italiano.
the prestige achieved by the
2 Il ruolo di Lucio Fontana a
artist, who continues to be
livello internazionale è ora huge success worldwide.
mai consolidato. Il naturale
The most prestigious inmutamento dei parametri
di gusto del collezionismo
ternational museums and
e la volubilità delle mode
finest private collections
non ha intaccato il prestigio
include at least one work by
conquistato da un artista
Fontana, whose works conche continua a riscuotere
tinue to seduce the market.
uno straordinario successo
At all the national and inin tutto il mondo. I musei
ternational fairs in which
internazionali più prestigioour gallery has taken part,
the works of Lucio Fontana
si e le collezioni private più
have been the most adraffinate includono almeno
un lavoro di Fontana, le cui
mired and, despite the crisis
opere continuano a sedurin the art market in recent
years, are the only ones not
re il mercato. In occasione
to have been affected by any
di tutte le fiere nazionali e
downturn. We believe that
internazionali a cui la nothe future will see a further
stra Galleria ha preso parte,
expansion in the collecting
le opere di Lucio Fontana
of this artist’s oeuvre, espesono state le più ammirate
e, nonostante la crisi del
cially in the rapidly expandmercato dell’arte degli anni
ing market in Asia.
passati, sono le uniche a
non aver risentito di alcuna
Ruggero Montrasio
flessione. Riteniamo che il
futuro riservi un’ulteriore Montrasio Arte, Monza, Milano
espansione collezionistica / Milan
per questo artista, soprat1 Lucio Fontana
tutto su un mercato ancora
e in particolare la
in forte crescita come quelsua opera plastica
lo asiatico.
rivestono un ruolo
fondamentale per la nostra
attività di galleria. Il Mae1 Lucio Fontana has played
a central role in the destro argentino rappresenta
velopment of our gallery.
l’ideale anello di congiunSince the early sixties, I
zione tra le tre generazioni
have been buying his works
che si sono susseguite nelthat have gone to enrich
la direzione di Montrasio
the original core of my colArte. Nel 1969, a Monza,
lection, until then for the
mio padre esponeva per la
most part formed of the
prima volta le ceramiche
great masters of figurative
di Fontana, in una mostra
art as Casorati, De Chirico,
dedicata alla terracotta
ion of gallery owners
dal titolo «Materia animata» insieme alle opere di
Salvatore Fancello, Arturo
Martini e Fausto Melotti.
Personalmente ho intrecciato con l’opera plastica di
Fontana un profondo legame, a partire dallo stand realizzato ad Artissima a Torino nel 1995, ad ArteFiera a
Bologna nel 2002, sino alla
personale del 2006 «Attraversando la materia»,
realizzata in collaborazione
con la Fondazione Lucio
Fontana. Il catalogo (edizioni Silvana editoriale) che
accompagnava la mostra è
un punto focale per tutte le
ricerche dedicate all’attività
ceramica di Fontana e si
avvalse dei saggi di Daniele
Astrologo Abadal, Raffaele
Bedarida, Enrico Crispolti,
Lorenzo Giusti e Alberto
Montrasio. E ancora nel
2011 la mostra «Prima che
il Gallo canti» all’Arengario
di Monza, nel 2014 «Fontana-Eine Weltanschauung»
da Km0 ad innsbruck, e, nel
2015, la «Ceramica prende
Forma» da Montrasio Arte
Monza, Milano.
Le mostre milanesi del
2
1999 per il centenario
della nascita dell’artista
avevano davvero dato nuovo impulso agli studi su
Fontana attirando sull’artista un’attenzione ancora maggiore. L’opera di
Fontana era sempre stata
trattata professionalmente
soltanto da poche specialistiche gallerie, ma opere
dell’artista erano presenti
in moltissime. Credo che
la Fondazione Fontana abbia svolto un lavoro egregio nel mettere ordine nel
lavoro e nel mercato del
grande Maestro. L’apertura
al mercato globale, che ha
provocato un salutare vaglio tra i nomi degli artisti,
ha indotto contestualmente una forte impennata
delle quotazioni di quelli
ammessi a un orizzonte
planetario. Fontana è stato
tra questi: se pure la sua
produzione è stata cospicua, le opere di alta qualità
si stanno rarefacendo. Si
può prevedere che le sue
quotazioni, mediamente
decuplicate nei penultimi
dieci anni, e incrementate
esponenzialmente
negli
ultimi cinque anni, salgano
ancora. Ciò è semplicemente nella logica, quando si tenga presente la
potenza innovativa della
sua inesausta ricerca, che
relativamente da poco è
diventata chiara a tutti. I
miei contatti mostrano un
collezionismo attivo, disposto a dialogare su alte
fasce di prezzo, costantemente alla ricerca e aperto
ai suggerimenti. L’apertura
dei mercati ha collocato
Fontana ai primi posti nei
desideri del collezionismo.
L’interesse suscitato dalin the last decade, and inmo ai record delle sue «Fine
tato di più le sue ceramidi Dio». Le ultime due hanla grande retrospettiva a
creased exponentially over
che, che ho sempre approParigi nel 2014 e i recenthe past five years, will go
no realizzato circa 22 miliofondito da quando, molti
up yet again. This is simply
anni fa, vidi la sua bellissima
ti exploit dei prezzi delle
ni di euro nell’ottobre 2015
the logical conclusion if
Via Crucis nella chiesa di
ceramiche nelle maggiori
e 27 milioni di euro il mese
you bear in mind the innoSan Fedele a Milano. Come
aste internazionali stanno
dopo.
ha scritto Melotti, con i
a dimostrarlo.
vative power of his tireless 1 In 1957, the newly-founded
suoi tagli l’arte è uscita
research, which has only
Galleria Blu was already
1 Lucio Fontana and in pardalla giungla della pittura
relatively recently become
presenting the artist, then
ticular his three-dimeninformale; è un punto zero
clear to all. My contacts
little known, with an exhisional work play a key role
dal quale partono tutti i
show active collecting, willin our gallery’s activities.
bition entitled “Opere dalle
grandi dell’arte concettuaThe Argentinian artist procollezioni private di Foning to talk about high price
ranges, constantly looking
vides the ideal link between
tana e Munari”. The followle: Paolini, Calzolari, Anseland open to suggestions.
the three generations that
ing year, the relationship
mo, Boetti ecc. In questo
The opening of markets
have succeeded each other
between Galleria Blu and
senso, oltre il taglio, al di là
has placed Fontana high in
in running Montrasio Arte.
Fontana was strengthened,
della tela, in svariate forme
the desires of collectors.
In 1969, at Monza, my fataking the form of an exconcepite più con la menThe interest generated by
ther exhibited Fontana’s
clusive contract (1958-60).
te che non con le mani, ho
the major retrospective in
ceramics for the first time,
Those were years of clocapito la Land art,e i suoi
Paris in 2014 and the rein an exhibition dedicatgrandi autori: Long, Fulton,
sure to change, especially
Smithson, Heizer e Christo.
when the new had the reved to terracotta entitled
cent exploits of the pric“Materia animata” alonges for ceramics in major
olutionary energy of such 2 Fortunati gli ultimi che
international auctions all
as the works of Fontana. So
possono permettersi di
side works by Salvatore
prove it.
much so that when he acacquistarlo; il suo futuro è
Fancello, Arturo Martini
nei musei.
and Fausto Melotti. Percepted the proposal of an
exclusive from my grand- 1 Fontana is a great, essensonally I have developed a
Daniele
Palazzoli
deep bond with Fontana’s
father Peppino, with all the
tially conceptual artist,
three-dimensional
work, Galleria Blu, Milano / Milan
humour that was typical of
whom I love very much.
starting with the stand at
him, Fontana came out with
In reality, in my work I
1 Già nel 1957 la
Artissima in Turin in 1995,
have not dealt with many
neonata
Galleria
“Do you want to bankrupt
at ArteFiera in Bologna
examples of it. Certainly,
Blu presentava l’aryourself?!”. Among the exin 2002, and on the permore ceramics than painttista, allora poco
hibitions held at the Blu, it
sonal show in 2006, “Atings have passed through
conosciuto, con la mostra
is worth recalling: “Lucio
my hands, a medium that
traversando la materia”,
«Opere dalle collezioni priFontana 1949-1964” (OcI have always explored
organised in collaboration
vate di Fontana e Munari».
tober 1964), in which sixty
further since when, many
with the Fondazione LuL’anno dopo il rapporto
works were displayed in royears ago, I saw his beauticio Fontana. The catalogue
tra la Blu e Fontana si raftation; “Fontana e Picasso”
(published by Silvana Editoful Via Crucis in the church
forzava, prendendo la forma
(1970), dedicated to their
of San Fedele in Milan. As
riale) that accompanied the
di contratto in esclusiva
ceramics; “Stasera inauguro
Melotti has written, with
exhibition is a focal point
(1958-60). Quelli erano anni
la mia mostra da Palazzoli”
his cuts art emerged from
for all research activities
di chiusura verso il cambia(1999), for the centenary
the jungle of informal
dedicated Fontana’s cerammento, soprattutto quando
of the artist (the title of
painting; it constitutes a
ic work and includes essays
il nuovo aveva l’energia rithe exhibition is that of the
zero point from which all
by Daniele Astrologo Abadvoluzionaria delle opere del
painting reproduced on the
the great conceptual art
al, Raffaele Bedarida, Enrico
Maestro. Tant’è che quando
cover of the catalogue.
starts: Paolini, Calzolari,
Crispolti, Lorenzo Giusti
accettò la proposta di esclu- 2 When, many years ago, the
Anselmo, Boetti etc. In
and Alberto Montrasio. And
siva di nonno Peppino, Fonspeculative aspect entered
this sense, it is through the
in 2011, there were the
tana, con la simpatia che gli
the international contemcuts, beyond the canvas,
“Prima che il Gallo canti”
era propria, se ne uscì con
porary art market, Fontana
in the various forms conexhibition at the Arengario
un «Ti vuoi rovinare?!». Tra
was from the outset one of
in Monza, in 2014 “Fontana
ceived more with the mind
le mostre tenutesi alla Blu
the few Italian artists seen
Eine Weltanschauung” at
than with the hands, that I
ricordiamo: «Lucio Fontana
as an investment (because
Km0 in Innsbruck and, in
have understood Land art
1949-1964» (ottobre 1964),
even then he was protected
2015, “Ceramica prende
and its great exponents:
in cui furono esposte a rotaby the authoritative nature
Forma” at Montrasio Art
Long, Fulton, Smithson,
zione sessanta opere; «Fonof the Archivio Fontana).
Monza, Milan.
Heizer and Christo.
tana e Picasso» (1970), deThe recognisable disruptive
dicata alle loro ceramiche;
greatness of his works was 2 Lucky those last few who
2 The exhibitions held in
Milan in 1999 for the cencan afford to buy him; his
«Stasera inauguro la mia
by then indisputable and
future is in museums.
tenary of the birth of the
mostra da Palazzoli» (1999),
the fact that these were diartist really gave new impeper il centenario dell’artivided into cycles of works
tus to studies on Fontana,
sta (il titolo della mostra
that were similar to each Lodovico Tonelli
attracting even greater
è anche quello del quadro
other (Tagli, Buchi, Fine di
Galleria Tonelli, Milano / Milan
attention on the artist.
riprodotto in copertina del
Dio, Pietre, Aniline, Venezie,
1 Potrei definirlo
Fontana’s work had always
catalogo).
Strutture al Neon, teatrini,
una presenza cobeen handled professional- 2 Quando, tanti anni fa, nel
etc...) facilitated their fistante: fin dai suoi
ly by only a few specialised
mercato
internazionale
nancial growth. I think the
esordi, la mia galgalleries, but works by the
dell’arte
contemporanea
high prices achieved by his
leria ha sempre guardato
artist were present in many.
entrò l’aspetto speculativo,
works are still on their way
con grande attenzione alla
I think the Fondazione
Fontana fu, fin da subito, fra
up, especially if we think of
variegata produzione di
Fontana has done a spleni pochi artisti italiani oggetto
the records for his “Fine di
questo grande artista, prodid job in putting some
d’investimento (anche perDio” works. The latest two
ponendone da principio
order into the work and
ché già allora protetto dalla
made about 22 million euro
l’opera grafica attraverso
market of the great master.
autorevolezza dell’Archivio
in October 2015 and 27
preziosi disegni, oggi inThe opening to the globFontana). La riconoscibile
million euro a month later.
seriti nel catalogo ragioal market, which resulted
grandezza dirompente delle
nato delle opere su carta
in a healthy evaluation of
sue opere era ormai incon- Carlo Repetto
dell’artista, curato da Luca
the names of artists, led
testabile e il fatto che queMassimo Barbero. Un’alsimultaneously to a strong
ste fossero suddivisibili in Repetto Gallery Modern and
tra mia grande passione
surge in the prices of those
cicli di opere simili tra loro Contemporary Fine Art, Londra
è sempre stata anche la
admitted to a worldwide
(Tagli, Buchi, Fine di Dio, Pie- / London
produzione ceramica di
stage. Fontana is among
tre, Aniline, Venezie, Struttu1 Fontana è un
Fontana che, con un po’
grande artista, esthem: although he had a
re al Neon, Teatrini ecc...)
di intuito, ho proposto a
senzialmente conlarge production, works of
facilitava la loro crescita
collezionisti e amatori sin
cettuale, che amo
high quality are becoming
finanziaria. Ritengo siano in
da anni in cui le quotazioni
molto. In realtà, nella mia
rare. We may expect that
continuo aumento i prezzi
di queste opere erano ben
attività non ne ho trattati
his prices, which have on
elevatissimi raggiunti dalle
distanti da quelle attuali.
tanti. Sicuramente ho trataverage multiplied tenfold
sue opere, specie se pensia-
Frutto recente di questa
lunga ricerca è stata la mostra «The Fontana I love»,
organizzata in collaborazione con Studio La Città
di Verona tra aprile e luglio
2015 in occasione di Expo,
nella quale abbiamo presentato a un attento pubblico una grande raccolta
di opere in ceramica datate dal 1929 al 1968, alcune
delle quali in passato concesse in prestito a diversi
musei europei.
2 Lucio Fontana riveste un
ruolo ormai consolidato
tra le eccellenze della storia dell’arte nazionale ed
estera, ed è certamente tra
gli artisti italiani del Novecento che maggiormente
catalizzano l’attenzione internazionale sul panorama
artistico del nostro Paese,
come testimoniano le numerose mostre dedicategli
all’estero e le quotazioni
raggiunte dalle sue opere
nelle aste internazionali.
Dunque, il futuro collezionistico di questo grande
artista non può che essere
in costante crescita.
1 I could define him as a constant presence: since its
inception, my gallery has
always looked with great
attention to the varied production of this great artist,
from the outset offering his
graphic work through fine
drawings that are now included in the catalogue raisonné of Fontana’s works
on paper edited by Luca
Massimo Barbero. Another
great passion I have always
had is the production of
ceramics which, with a little
intuition, I proposed to collectors and connoisseurs
since when the prices for
these works were far lower than today. A recent fruit
of this long research was
the “The Fontana I love”
exhibition organised in collaboration with Studio La
Città of Verona between
April and July 2015 on the
occasion of the Expo, in
which, to an enthusiastic
audience, we presented a
large collection of ceramic
works dating from 1929 to
1968, some of them loaned
on previous occasions to
European museums.
2 Lucio Fontana holds a
well-established
position
among the excellences of
the history of Italian and
foreign art, and he is certainly among the Italian
artists of the twentieth century who has drawn most
international attention to
the artistic landscape of
our country, as the numerous exhibitions dedicated
abroad to him and the prices attained at international
auctions attest. Therefore,
the future of this great artist in terms of collecting can
only be one of constant rise.
focus on fontana. il giornale dell’arte. february 2016 9
Biografia | Biography
1899, 19 febbraio
Lucio Fontana nasce in Argentina, a Rosario di Santa Fe, il 19
febbraio 1899. Il padre Luigi, italiano, in Argentina da una decina
d’anni, è scultore e la madre, Lucia Bottino, di origine italiana, è
attrice di teatro.
1905
A sei anni, con il padre, viene a Milano per frequentare le scuole.
1910
Inizia il suo apprendistato artistico nella bottega paterna. Si
iscrive poi a una scuola per Maestri Edili che lascia per arruolarsi come volontario nella prima guerra mondiale. Ferito, è
congedato con medaglia d’argento al valore militare; riprende
quindi gli studi e si diploma.
1921
Torna in Argentina, a Rosario di Santa Fe e inizia la sua attività di
scultore nella bottega di scultura del padre. Apre poi un proprio
studio a Rosario.
1925/1927
Vince alcuni concorsi e realizza, tra gli altri, il monumento a
Juana Blanco.
1928
Torna a Milano per iscriversi, come allievo di Adolfo Wildt, al
primo corso dell’Accademia di Brera: a fine anno è promosso al
quarto corso. Partecipa intanto a esposizioni e concorsi in Italia,
in Spagna e in Argentina.
1930
Conosce Teresita Rasini, che diventerà sua moglie. Spaziando
tra figurativo e astratto, la sua scultura, sia in terracotta sia
in gesso, con o senza colore, diventa più libera e personale. In
quegli anni, importantissimi per la sua ricerca artistica, sempre
più riconosciuta dai maggiori critici, da Argan a Belli, Persico e
Morosini, partecipa alla Triennale di Milano, alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma; espone più volte alla Galleria
del Milione, inizia l’attività di ceramista ad Albisola.
1937
Alla Manifattura di Sèvres realizza alcune sculture di piccolo
formato che espone, e vende, a Parigi. Intensa, già in questo
periodo, la sua attività con gli architetti più all’avanguardia.
1940
Parte per Buenos Aires, dove si stabilisce, lavora intensamente
e vince vari concorsi di scultura.
1946
Professore di modellato alla Scuola di Belle Arti, organizza con
altri una scuola d’arte privata: l’Accademia di Altamira, che diventa un importante centro di promozione culturale. È proprio
qui che, in contatto con giovani artisti e intellettuali, elabora
le teorie di ricerca artistica che portano alla pubblicazione del
Manifiesto Blanco.
1947, aprile
Rientrato a Milano, Fontana fonda il «Movimento spaziale» e,
con altri artisti e intellettuali, pubblica il Primo Manifesto dello
Spazialismo. Riprende l’attività di ceramista ad Albisola e la collaborazione con gli architetti.
1948
Esce il Secondo Manifesto dello Spazialismo.
1949
Espone alla Galleria del Naviglio l’«Ambiente spaziale a luce
nera» suscitando al tempo stesso grande entusiasmo e scalpore. Nasce la sua invenzione più originale quando, forse spinto
dalla sua origine di scultore, alla ricerca di una terza dimensione, realizza i primi quadri forando le tele. Continua a essere
invitato alle Biennali di Venezia, alle Triennali di Milano.
1950
Esce il terzo manifesto spaziale Proposta per un regolamento.
1951
Alla IX Triennale, per primo usa il neon come forma d’arte;
legge il suo Manifesto tecnico dello Spazialismo.
1952
Partecipa al concorso indetto per la Quinta Porta del Duomo
di Milano vincendolo ex-aequo con Minguzzi. Firma con altri
artisti il Manifesto del Movimento Spaziale per la Televisione ed
espone per la pima volta in modo compiuto le sue opere spaziali alla Galleria del Naviglio di Milano. Oltre a forarle, Fontana dipinge ora le tele, vi applica colore, inchiostri, pastelli,
collage, lustrini, frammenti di vetro. È ormai noto e apprezzato
anche all’estero.
1957
In una serie di opere in carta telata, oltre ai buchi e ai graffiti appaiono, appena accennati, i tagli ai quali arriverà compiutamente
l’anno successivo: dalle tele a più tagli colorate a velature a quelle monocrome intitolate «Concetto spaziale», «Attesa». Mostre
e partecipazioni a manifestazioni internazionali si susseguono a
ritmo sempre più intenso. Fontana realizza anche, oltre a sculture in ferro su gambo, una serie di opere in terracotta, note come
«Nature»; continua anche a eseguire lavori in ceramica di grande
e di piccolo formato e a collaborare con i maggiori architetti
per opere di environnement, denominate «Ambiente spaziale»,
in cui impiega la luce come elemento innovativo.
1966
Per la sua sala bianca, con tele bianche segnate da un solo taglio
verticale, la giuria internazionale della 33a Biennale di Venezia gli
assegna il primo premio per la pittura.
1968, settembre
Muore a Comabbio (Varese) dove si era trasferito, paese d’origine della sua famiglia di cui aveva restaurato la vecchia casa
colonica.
1899, 19 February
Lucio Fontana was born in Rosario in the province of Santa Fe,Argentina on 19 February, 1899. His father Luigi, was Italian and had lived in
Argentina for ten years as a sculptor, while his mother, Lucia Bottino,
also of Italian origin, was an actress in the theatre.
1905
When he was six, he travelled to Milan with his father, to attend
school.
1910
He began his artistic apprenticeship in his father’s workshop.
Then he enrolled in a school for construction skills, which he
subsequently left to enlist as a volunteer in the First World War.
Wounded, he was discharged with a silver medal for value and he
then resumed his studies and graduated.
1921
Back in Argentina, in Rosario, he began his career as a sculptor in
his father’s sculpture workshop. He then opened his own studio
in Rosario.
1925/1927
He won some competitions and among other commissions produced a monument to Juana Blanco.
1928
He returned to Milan to enrol as a student of Adolf Wildt, in the first
course of the Brera Academy: at the end of the year, he was promoted to the fourth course. Meanwhile, he participated in exhibitions
and competitions in Italy, Spain and Argentina.
1930
He met Teresita Rasin, who would become his wife. Ranging between figurative and abstract art, his sculptural work in both clay and
plaster, with or without colour, became freer and more personal. In
those years, which very important for his artistic development, he
was increasingly singled out by leading critics, such as Argan, Belli,
Persico and Morosini, participating at the Milan Triennale, the Venice
Biennale, and the Quadrenniale in Rome. He also exhibited at the
Galleria del Milione, and began working as a ceramist in Albisola.
1937
The Manufacture de Sèvres produced some of his small sculptures
which he exhibited and sold in Paris. By the this time, his activity
with the most advanced architects was already intense.
1940
He left for Buenos Aires, where he settled, working hard and
winning a number of sculpture competitions.
1946
A professor of sculptural modelling at the Escuela de Bellas Artes,
with another partner he organised a private art school: this was the
Academia Altamira, which became an important centre for promoting culture. It was here, in contact with young artists and intellectuals, that he elaborated the theories of artistic research that led to
the publication of the Manifiesto Blanco.
1947, April
Back in Milan, Fontana founded the “Movimento spaziale” and,
with other artists and intellectuals, published the Primo Manifesto
dello Spazialismo. He resumed working as a ceramist in Albisola
and collaborating with architects.
1948
Publication of the Secondo Manifesto dello Spazialismo.
1949
He exhibited “Ambiente spaziale a luce nera” at the Galleria del
Naviglio, arousing both enthusiasm and an uproar. His most original
invention arose when, perhaps inspired by his origins as a sculptor
and in search of a third dimension, he produced his first paintings
in which he perforated the canvases. He continued to be invited to
the latest editions of the Venice Biennale and the Milan Triennale.
1950
Publication of the third spatial manifesto, Proposta per un regolamento.
1951
At the IX Triennale, he was the first artist to use neon as an art
form, and he read his Manifesto tecnico dello Spazialismo.
1952
He took part in the competition for the Fifth Door of the Duomo of Milan, winning it a tie with Minguzzi. Together with other
artists, he signed the Manifesto del Movimento Spaziale per la Televisione and for the first time exhibited his spatial works in a
systemic fashion at the Galleria del Naviglio in Milan. In addition
to piercing his canvases, Fontana now also painted them, applying
colour, ink, pastels, collage, sequins and fragments of glass.Abroad,
he was by now well known and appreciated.
1957
The cuts which he developed more fully the following year made
their first timid appearance in a series of works on linen paper, in
addition to the holes and graffiti. These led to the canvases with
several cuts and bright colours and monochrome tones entitled
“Concetto spaziale” and “Attesa”. Exhibitions and participation
in international events followed each other at an increasing pace.
Apart from a series of metal sculptures on stands, Fontana also
produced a number of works in terracotta, known as “Nature”;
he also continued to work on large and small ceramic works and
with leading architects on environmental works called “Ambiente
spaziale”, in which he used light as an innovative element.
1966
The international jury of the 33rd Venice Biennale awarded him
first prize for painting for his white room, containing white canvases marked by a single vertical cut.
1968, September
He died in the old farmhouse in Comabbio (Varese), which had
once belonged to his family and which he had had restored.
10 focus on fontana. il giornale dell’arte. febbraio 2016
I numeri di Fontana
The key figures of Fontana
Ecco, in cifre suddivise per tipologie, la produzione
di Lucio Fontana documentata da Enrico
Crispolti, curatore del Catalogo Ragionato
di sculture, dipinti, ambientazioni
Divided into type of production, here are the numbers
of works made by Lucio Fontana as documented
by Enrico Crispolti, curator of the Catalogo
Ragionato di sculture, dipinti, ambientazioni
Sculture/Sculptures
1925-50: 440ca/abt
1950-60: 125ca/abt
1967: 10ca/abt
Buchi/Holes
1949-53: 100 ca/abt
1955-62: 90 ca/abt
1963-68: 95 ca/abt
Tagli/Slashes
1958-60: 165 ca/abt
1961-64: 255 ca/abt
1964-65: 420 ca/abt
1965-68: 470 ca/abt
Quanta
1959-60: 20 ca/abt
Pietre/Stones
1951-58: 180 ca/abt
Nature/Nature Sculptures
1959-60: bivalvi 50 ca/abt
sfere 45 ca/abt
Barocchi/Baroques
1954-57: 100 ca/abt
Fine di Dio
1963-64: Gessi/Impastos
1954-58: 100 ca/abt
Teatrini
1964-66: Inchiostri/Inks
1954-59: 95 ca/abt
Ellissi/Ellipses
1964-67: 30 ca/abt
Oli/Oils
1957-61: 1963-68: Ambientazioni
architettoniche
(coll. Con arch.)
e ambienti spaziali /
Spatial Environments
(Con arch. Coll.)
1926-68: 80 ca/abt
300 ca/abt
110 ca/abt
Carte telate/Linen papers
1957-60: 50 ca/abt
Metalli/Metal Sheets
1961-68: 60 ca/abt
40 ca/abt
180 ca/abt
Lucio Fontana, Ritratto di Teresita, 1940, Milano, Fondazione Lucio Fontana (cat. gen. 40 SC 24)
“La Fondazione Lucio Fontana, con sede in Milano, Corso
Monforte 23, è costituita per iniziativa della Signora Teresita
Rasini Fontana.
Eretta in ente morale con riconoscimento giuridico il 20 Giugno
1984 dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini (decreto
n. 684), la Fondazione si propone di assicurare la tutela del
patrimonio artistico di Lucio Fontana, nato a Rosario di Santa
Fè, Repubblica Argentina, il 19 Febbraio 1899, Fondatore del
Movimento dell’Arte Spaziale, sia promuovendo studi ed indagini
a livello nazionale e internazionale, sulle opere dell’artista, sia
assumendo ogni altra iniziativa, compresa l’organizzazione
di mostre, per la loro valorizzazione, sia prendendo le misure
necessarie, anche d’ordine legale, contro eventuali falsi o altri
illeciti ...”
da Statuto della Fondazione Lucio Fontana
i fontana di cardi
Le opere di maggior rilievo trattate in passato
The most important works sold in the past
5
1
2
3
4
7
6
1. «Concetto Spaziale,
Attesa», 1966, idropittura
su tela / waterpaint on canvas,
55x46 cm
2. «Concetto Spaziale,
Attese», 1968, idropittura
su tela / waterpaint on canvas,
55x46 cm
3. «Concetto Spaziale,
Attese», 1964, idropittura
su tela / waterpaint on canvas,
61x50 cm
8
4. «Concetto Spaziale,
Attese», 1968, idropittura
su tela / waterpaint on canvas,
55,3x46,3 cm
5. Una veduta dello stand
della Cardi Gallery all’Armory
Show di New York
6. Una veduta dello stand
della Cardi Gallery a Miart,
Milano
7. «Concetto Spaziale,
Attesa», 1967, idropittura
su tela / waterpaint on canvas,
55x46 cm
8. «Concetto Spaziale,
Attesa», 1967, idropittura
su tela / waterpaint on canvas,
59,9x51,1 cm
9. «Concetto Spaziale,
Attesa», 1968, idropittura
su tela / waterpaint on canvas,
100x81 cm
10. Una veduta dello stand
della Cardi Gallery alla scorsa
edizione di Frieze Masters a
Londra
9
10
Cardi Gallery
Noi e Fontana
Fontana and us
La Galleria Cardi è stata fondata nel 1971 da Renato Cardi conseguentemente alla sua grande passione per l’arte contemporanea sia come collezionista sia come sostenitore di giovani artisti. Renato ha iniziato a lavorare con l’opera di Lucio Fontana
fin dall’apertura della galleria, quando il maestro risultava ancora di difficile comprensione per la maggior parte delle persone. Lucio Fontana, infatti, può a ben diritto essere inserito nella
lista di quegli innovatori e personaggi che hanno introdotto un
nuovo linguaggio nel mondo dell’arte. C’è una piccola differenza, però: nonostante siano passati più di cinquant’anni, il suo
modo di esprimersi non è stato ancora completamente accettato. Neanche Van Gogh ci ha messo tanto per arrivare a essere
apprezzato dai più. Fontana è forse uno degli artisti più incompresi della storia dell’arte, al pari di Duchamp, nonostante sia
indubbio che il suo lavoro rappresenti un passo in avanti fondamentale nello sviluppo del pensiero artistico occidentale. Noto
per la sua particolare sensibilità per l’arte contemporanea,
Renato Cardi ha sempre creduto nel lavoro di Fontana e ne ha
promosso l’opera nel corso degli oltre quarant’anni di attività
della sua galleria che, tutt’oggi, continua a esporlo in tutte le
prestigiose fiere nazionali e internazionali a cui partecipa ogni
anno. Da qualche tempo si è assistito a una fortissima crescita
dell’interesse verso il lavoro di Lucio Fontana, grazie anche alle
numerose mostre retrospettive allestite nei più grandi musei
del mondo e che hanno reso la sua opera più accessibile. Le
collezioni più importanti del mondo, sia private sia pubbliche,
possiedono o sono in procinto di acquisire opere dell’artista
che alle ultime aste hanno raggiunto quotazioni di svariati di
milioni di euro. Senza dubbio Lucio Fontana è uno di quegli artisti che ha cambiato la storia dell’arte e che ha influenzato le
generazioni venute dopo di lui. Con i suoi lavori, per la prima
volta, l’opera non è più oggetto su cui dipingere altro, ma diventa soggetto essa stessa e lo spazio attorno a essa entra a
farne parte. Lucio Fontana è sempre stato e continua a essere
uno degli artisti più importanti della galleria e siamo convinti
che, dopo Picasso, sia l’artista più importante del XX secolo.
Cardi Gallery was founded in 1971 by Renato Cardi to pursue
his passion for contemporary art both as a collector and as a
promoter of young artists. Renato started to work with Lucio
Fontana’s work right at the begging of his career as a gallerist,
when the master’s ideas were hard to understand for most of
the people. Lucio Fontana is for sure among those personalities
and innovators that introduced a new language in the art world.
The question is that, despite the fact that 50 years passed by, his
way of expression has not been totally accepted yet. Not even
Van Gogh took so long to be appreciated by most of the people.
Fontana is maybe one of the most misunderstood artists of the
history of art, probably at the same level of Duchamp although it’s doubtless that his contribution represents a fundamental step further for the development of the occidental artist
thought. Known for his sensitivity for contemporary art Renato
Cardi always believed in Lucio Fontana and promoted his work
during the entire time of his activity as a gallerist of more than
40 years and Cardi gallery keeps doing so showing high quality
pieces by the master at all the most prestigious national and international art fairs in the world. In the last times the interest toward the work of Lucio Fontana grew strongly, also thanks to the
many retrospective shows dedicated to the artist by the greatest
museums of the world that made his pieces more accessible to
the pubblic. The most important private and public collection
of the world owns or are about to acquire works by the artist
that at the late auctions reached quotations of millions of euros.
With no doubt Lucio Fontana is one of those artists that changed
the History of Art and that influenced the generations after him.
With his works, for the first time, the canvas is not an object
on which to paint something else anymore but becomes the
subject itself and the space around it becomes part of the piece.
Fontana has always been one of the most important artists of
Cardi Gallery and it will continue to be so. We strongly believe
that he is the most important artist of XX century after Picasso.
Corso di Porta Nuova 38, 20121 Milano, Italia : 22 Grafton Street, London W1S4EX, UK
www.cardigallery.com
CARDI GALLERY
MILAN - LONDON
SINCE 1972
SPECIALIZED IN POST-WAR & CONTEMPORARY ART
Getulio Alviani, Carl Andre, Giovanni Anselmo
Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Daniel Buren
Alexander Calder, Pier Paolo Calzolari, Enrico Castellani
Nicola De Maria, Luciano Fabro, Dan Flavin, Lucio Fontana
Donald Judd, Jannis Kounellis, Sol LeWitt, Heinz Mack
Piero Manzoni, Agnes Martin, Fausto Melotti, Mario Merz, Marisa Merz
Louise Nevelson, Kenneth Noland, Mimmo Paladino, Giulio Paolini
Pino Pascali, Giuseppe Penone, Pino Pinelli, Michelangelo Pistoletto
Robert Ryman, Salvatore Scarpitta, Jan Schoonhoven, Richard Serra
Cy Twombly, Günther Uecker, Giuseppe Uncini
Andy Warhol, Gilberto Zorio
WWW.CARDIGALLERY.COM
Corso di Porta Nuova 38, 20121 Milano, Italy
|
22 Grafton Street, London W1S4EX, UK
i fontana dello
«scudo»
Le nostre mostre
Our exhibitions
Le opere di maggior rilievo trattate in passato
The most important works sold in the past
Già nella primavera del 1977 la Galleria dello Scudo organizza, in collaborazione con Teresita Rasini
Fontana, una ricca esposizione con oltre quaranta opere. Tra queste, il «Concetto spaziale» fondo
oro del 1959-60 di due metri di lato (c.g. 59-60
B 5), numerose tele di «Pietre» e di «Tagli», e il
grande «Teatrino» rosso (c.g. 65 TE 51) più volte
riprodotto nelle riviste dell’epoca. Presentata in
catalogo da Enrico Crispolti, la mostra incontra il
favore della critica, che tuttavia non perde l’occasione di evidenziare come in quel momento le quotazioni dell’artista siano in flessione, dopo il forte rialzo registrato pochi anni prima. «Recentemente
il mercato dell’astratto, in Italia, ha avuto un forte arresto. Tutte
le opere in asta, nel novembre dello scorso anno, sono rimaste
invendute. Alla Finarte, nello stesso periodo, le cose non sono andate meglio e i pochi pezzi venduti non hanno raggiunto le cifre,
forse esageratamente alte, degli anni ’72-’74» («La Repubblica»,
27 marzo 1977). L’attenzione internazionale però, sebbene già consolidata, si sarebbe ulteriormente rafforzata grazie all’importante
retrospettiva al Guggenheim Museum di New York nell’autunno
dello stesso 1977.
Negli anni seguenti, sino ad oggi, numerose sono le occasioni, Art
Basel in particolare, per proporre al pubblico e al collezionismo
internazionale lavori di primaria importanza, come il «Campione
olimpionico» del 1931-1932 (c.g. 32 SC 8) scelto per una delle due
copertine della terza edizione del Catalogo ragionato, il «Concetto
spaziale» del 1955 (c.g. 55 BA 3) e il «Concetto spaziale, l’Inferno»
del 1956 (c.g. 56 BA 13) entrambi provenienti dalla collezione Oliveri, e la prima «Fine di Dio» del 1963 (c.g. 63 FD 1).
«Lucio Fontana. Metafore barocche» è il titolo della rassegna
nell’inverno 2002-2003 alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Palazzo Forti di Verona, per la cui realizzazione è determinante la collaborazione della Galleria dello Scudo. Tra le sessanta
opere selezionate per documentare l’intero percorso di Fontana
figurano due celebri «Venezie» del 1961: «In piazza San Marco di
notte con Teresita» (c.g. 61 O 51) e «Sole in piazza San Marco»
(c.g. 61 O 52).
La collaborazione della Galleria con le pubbliche istituzioni è costantemente scandita dai prestiti a esposizioni in Italia e all’estero,
non ultima l’indimenticabile retrospettiva al Musée d’Art Moderne
de la Ville de Paris nell’estate 2014.
Le opere di Fontana trattate in passato dalla Galleria dello Scudo coprono l’intero arco della ricerca dell’artista: dalle sculture degli anni Trenta
ai rari gessi degli anni Quaranta realizzati durante il soggiorno in Argentina, dalle prime ricerche sullo Spazialismo già nel 1949-50 alle tele degli
anni successivi («Barocchi», «Aniline», «Pietre» e «Tagli»), dalle «Nature» della fine degli anni Cinquanta alle «Fine di Dio» del 1963-1964 e
ai «Teatrini» della seconda metà degli anni Sessanta.
The works by Fontana that the Galleria dello Scudo handled in the past cover the whole time span of the artist’s research: from the sculptures
of the 1930s to the rare plaster works of the 1940s created during his stay in Argentina, from the first researches into Spatialism in 1949-50 to
the canvases of the following years (“Barocchi”,“Aniline”,“Pietre” and “Tagli”), from the “Nature” from the late 1950s to the “Fine di Dio” from
1963-1964, and to the “Teatrini” dating from the second half of the 1960s.
Far back in the spring of 1977, the Galleria dello Scudo has already organised, together with
Teresita Rasini Fontana, a wide-ranging exhibition of some forty works by Lucio Fontana.
Among these were a “Concetto spaziale” with
a gold background, 1959-60, two meters long
(c.g. 59-60 B 5), numerous “Pietre” and “Tagli”
canvases, and a large red “Teatrino” (c.g. 65 TE
51) which was often reproduced in the magazines of the time.
With a catalogue introduction by Enrico Crispolti, the show had
a success with the critics who, however, did not hesitate to point
out that at the time the artist’s prices were decreasing after the
strong increase just a few years earlier. “Recently the market for
abstraction in Italy has been frozen. All the works up for auction
last November remained unsold. At Finarte in the same period,
things did not go any better and the few pieces sold did not reach
the prices, which were far perhaps too steep, of 1972-1974” (“La
Repubblica”, 27 March 1977.) International interest, however,
even though already consolidated, was further reinforced as a
result of the important retrospective exhibition at the Guggenheim Museum in New York in the autumn of 1977.
In the following years, up to the present day, there have been
numerous occasions, above all at Art Basel, for us to propose to
the public and to international collectors such works of prime importance as “Campione olimpionico”, 1931-1932 (c.g. 32 SC 8),
which was chosen for one of the two covers of the third edition
of the catalogue raisonné, “Concetto spaziale”, 1955 (c.g. 55 BA
3) and “Concetto spaziale, l’Inferno”, 1956 (c.g. 56 BA 13), both
from the Oliveri collection, and the first “Fine di Dio”, 1963 (c.g.
63 FD 1).
“Lucio Fontana. Metafore barocche” was the title of an exhibition
held in the winter of 2002-2003 at the Galleria d’Arte Moderna
e Contemporanea Palazzo Forti, Verona, for the realisation of
which the collaboration of the Galleria dello Scudo was all-important. Among the sixty works chosen to illustrate the whole
career of Fontana were two famous “Venezie” dating from 1961:
“In piazza San Marco di notte con Teresita” (c.g. 61 O 51) and
“Sole in piazza San Marco” (c.g. 61 O 52).
The gallery’s collaboration with public institutions has been constantly marked by loans to exhibitions in Italy and abroad, not
least the last, unforgettable retrospective at the Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris in the summer of 2014.
«Concetto spaziale», 1954,
olio, vetri colorati su tela, rosso /
oil, glass pebbles on canvas, red
50x40 cm (c.g. 54 P 28)
«Concetto spaziale», 1953, olio, tecnica mista, vetri
su tela, fondo nero / oil, mixed media, glass pebbles
on canvas, black background, 50x65 cm (c.g. 53 P 7)
«Mujer con máscara», 1940,
gesso colorato, oro e nero /
painted plaster, gold and black
166,5x53x43 cm (c.g. 40 SC 3)
«Concetto spaziale», 1962, olio,
buchi, tagli, graffito su tela, oro /
oil, holes, cuts, graffito on canvas,
gold, 65x54 cm (c.g. 62 O 92)
«Concetto spaziale (La Fine di Dio)»
1963, olio, squarci, graffiti su tela, rosa /
oil, cuts, and graffiti on canvas, pink
178x123 cm (c.g. 63 FD 1)
«Concetto spaziale», 1961, acrilico e buchi
su tela, forma oro su fondo bianco /
acrylic and holes on canvas, gold form on white
backgorund, 150x150 cm (c.g. 61 O 58)
«Concetto spaziale (La Fine di Dio)»
1963, olio, squarci, graffiti su tela, nero /
oil, cuts, and graffiti on canvas, black
178x123 cm (c.g. 63 FD 7)
Galleria dello Scudo
«Concetto spaziale», 1960,
olio e graffiti su tela, rosso /
oil and graffiti on canvas, red
116x90 cm (c.g. 60 O 34)
«Concetto spaziale, Attese», 1966,
idropittura su tela, bianco /
waterpaint on canvas, white
100x81,5 cm (c.g. 66 T 143)
Via Scudo di Francia 2 - 37121 Verona (Italy) - tel +39 045 590144 - fax +39 045 8001306 - [email protected] - www.galleriadelloscudo.com
Concetto spaziale, 1955 (c.g. 55 P 46), part.
GALLERIA DELLO SCUDO
ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
I-37121 Verona, via Scudo di Francia 2
tel. 0039 045 590144 fax 0039 045 8001306
[email protected]
w w w. g a l l e r i a d e l l o s c u d o . c o m
i fontana di farsettiarte
Le nostre mostre|Our exhibitions
n«Disegni di Fontana anni Trenta-Quaranta»
Milano/Milan, ottobre-novembre 1989/
October-November 1989
n«Lucio Fontana. Un maestro e le sue tecniche»
Cortina d’Ampezzo e Milano/Milan, dicembre 2005 - febbraio
2006/December 2005 - February 2006
n«Golden Venice, da Guardi a Fontana»
Cortina d’Ampezzo, agosto - settembre 2007/
August - September 2007
n«Cinquant’anni di Farsettiarte a Cortina:
le mostre raccontano»
Cortina d’Ampezzo, agosto 2014/August 2014
Da sinistra/from left, «Concetto spaziale», 1957, olio, tecnica
mista e lustrini su tela/oil, mixed media and glitter on canvas,
80x70 cm; «Concetto spaziale, Venezia d’oro», 1960, olio, buchi
e graffiti su tela, bruno dorato/oil, holes and graffiti on canvas,
gilded brown, 81x100 cm
Le opere di maggior rilievo trattate negli ultimi anni
The most important works sold in the last years
«Concetto spaziale», 1950-53, anilina e vetri su tela
naturale, asta Farsettiarte 142 II, 1 dicembre 2007,
venduto a € 648.900 / aniline and glass pebbles on
canvas, auction Farsettiarte 142 II, 1st December
2007, sold for € 648.900
«Concetto spaziale, Attese», 1964, idropittura su
tela, bianco, asta Farsettiarte 144 II, 31 maggio
2008, venduto a € 565.600 / waterpaint on canvas,
white, auction Farsettiarte 144 II, 31st May 2008,
sold for € 565.600
«Concetto spaziale, Attesa», 1962, idropittura su
tela, rosso, asta Farsettiarte 144 II, 31 maggio 2008,
venduto a € 940.450 / waterpaint on canvas, red,
auction Farsetti 144 II, 31st May 2008, sold for
€ 940.450
Noi e Fontana|Fontana and us
Il 19 maggio 1962 compariva al n. 76 del catalogo Farsetti di Arte Moderna e Contemporanea un
«Concetto spaziale giallo»; in un’asta in cui tutti i lotti furono venduti, quest’opera, con un prezzo base di 60mila lire, suscitò notevole scalpore ma riscosse ben poco successo, tanto che, come
racconta Frediano Farsetti, «nessun interesse, solo un brusio ironico nella gremitissima sala e la
beffarda offerta di una lira da parte di un professionista cittadino. Il banditore imbarazzato ritirò il
quadro dopo aver tentato, senza riuscirvi, di spiegare chi era Fontana». Indipendentemente dalla
fortuna critica dell’artista, alla luce di questo aneddoto, è indiscutibile che la Farsettiarte sia stata tra
le prime realtà internazionali a occuparsi di Lucio Fontana e della sua arte. Dalla casa d’aste sono
passate circa 500 opere tra «Buchi», «pietre», «Nature», «Attese», «Tagli», «olii», «Teatrini», «Fine
di Dio», sculture e grafiche varie. Lavori dell’artista sono presenti in numerose mostre collettive
organizzate dalla Galleria, tra tutte si ricordano «Golden Venice, da Guardi a Fontana» nel 2007,
che presentava due splendide Venezie, e «Cinquant’anni di Farsettiarte a Cortina» nel 2014, con un
importante «Teatrino bianco». Tra il dicembre 2005 e il gennaio 2006 la Galleria pubblica il catalogo
della monografica «Lucio Fontana. Un maestro e le sue tecniche», un excursus su tutta l’attività del
Maestro, dove vengono esposte 51 opere dal 1932 al 1968 comprendenti disegni, sculture, ceramiche e naturalmente oli e idropitture, tra cui si ricorda un «Concetto spaziale» (1957), pregevole
opera del periodo «barocco» dell’artista. La Farsettiarte ha contribuito come prestatore anche in
numerose mostre; nel 2015 un «Concetto Spaziale nero» (1962) è stato esposto alla 56° Biennale
di Venezia nella sezione «Codice Italia» e fino allo scorso 10 gennaio un «Concetto spaziale rosa»
(1962) è stato esposto a Palazzo Pretorio a Prato alla mostra «Synchronicity. Contemporanei, da
Lippi a Warhol». Tra i top lot degli ultimi anni si segnalano «Concetto spaziale» (1950-53), anilina e
vetri su tela naturale, venduto a € 648.900 all’asta Farsettiarte 142 II, 1 dicembre 2007; «Concetto
spaziale, Attese» (1964), idropittura su tela, bianco, venduto a € 565.600 e «Concetto spaziale, Attesa» (1962), idropittura su tela, rosso, venduto a € 940.450 - all’epoca tra i record assoluti dell’artista
- entrambi presenti all’asta 144 II del 31 maggio 2008.
www.farsettiarte.it
prato
Viale della Repubblica
(area Museo Pecci)
Tel. 0574 572400
May 19, 1962 saw the publication of a “Concetto spaziale giallo” as lot 76 of a Farsetti catalogue of
Modern and Contemporary Art; in an auction in which all the lots sold, this work, with an estimate
of Lire 60,000, caused considerable stir but enjoyed very little success. To the point, indeed, that
as Frediano Farsetti describes, “there was no interest, just an ironic buzz in the packed room and
the mocking offer of one lira from a private individual. Embarrassed, the auctioneer withdrew the
painting after trying, unsuccessfully, to explain who Fontana was”.
Regardless of the artist’s fortune critique, in the light of this story, it is beyond doubt that Farsettiarte was among the first international art firms to deal with Lucio Fontana and his art.
Approximately 500 works have passed through this auction house, including “Buchi”, “pietre”, “Nature”, “Attese”, “Tagli”, “olii”, “Teatrini”, “Fine di Dio”, sculptures and various graphic works. Works
by the artist are present in numerous group exhibitions organised by the Gallery; among these
are “Golden Venice, da Guardi a Fontana” in 2007, which featured two splendid “Venezie”, and
“Cinquant’anni di Farsettiarte a Cortina” in 2014, with an important “Teatrino bianco”. Between
December 2005 and January 2006, the Gallery published the catalogue of the monographic “Lucio
Fontana. Un maestro e le sue tecniche” exhibition, an overview of all the artist’s activities, with 51
works dated 1932 and 1968 on display including drawings, sculptures, ceramics and of course oil
and latex paints, including a “Concetto spaziale” (1957 ) from the artist’s “baroque” period. Farsettiarte has also contributed as lender in numerous exhibitions; in 2015 a “Concetto Spaziale nero”
(1962) was exhibited at the 56th Venice Biennale in the “Codice Italia” section and until 10 January,
there was a “Concetto spaziale rosa” (1962) displayed at Palazzo Pretorio in Prato in the “Synchronicity. Contemporanei, da Lippi a Warhol” exhibition. Among the top lots in recent years, it is worth
noting “Concetto spaziale” (1950-53), aniline and glass on natural canvas, sold for € 648,900 at the
Farsettiarte sale no.142 II on 1 December 2007; “Concetto spaziale, Attese” (1964), in latex paint on
canvas, white, sold for € 565,600 and “Concetto spaziale, Attese” (1962), in latex paint on canvas,
red, sold for € 940,450 - at the time a record price for the artist - both in sale 144 II on 31 May 2008.
Farsettiarte
milano
Portichetto di Via Manzoni
(angolo Via Spiga)
Tel. 02 76013228
[email protected]
cortina D’ampezzo
Piazzale Marconi 18
(Largo delle Poste, piano rialzato)
Tel. 0436 860669
Lucio Fontana, Concetto spaziale, Teatrino, 1965-66, idropittura su tela, bianco, e legno laccato, bianco, cm 110x110x6,5
Prato, Viale della Repubblica (area Museo Pecci) – Tel. 0574 572400 – Fax 0574 574132
Milano, Portichetto di Via Manzoni (angolo via Spiga) – Tel. 02 76013228 – Fax 02 76012706
Cortina d’Ampezzo, Piazzale Marconi, 18 (Largo delle Poste, piano rialzato) – Tel. 0436 860669
www.farsettiarte.it [email protected]
i fontana di mazzoleni
Le nostre mostre
Our exhibitions
I Fontana attualmente in galleria
Fontana currently in the gallery
«Concetto Spaziale»
1962, rame con
lacerazioni e graffiti /
copper with lacerations
and graffiti, 58x83 cm
n«Post-War Italian Masters: Bonalumi, Burri,
Castellani, Fontana, Manzoni, Scheggi»
Londra / London, 14 ottobre - 19 dicembre 2014
n«Oltre la Pittura: Bonalumi, Castellani,
Fontana, Manzoni»
Torino / Turin , 24 ottobre 2009 - 15 gennaio 2010
n«Gesto, Materia, Colore.
Fontana, Burri Afro»
Torino / Turin, 3 febbraio - 21 aprile, 2006
«Concetto Spaziale», 1957,
terracotta / backed clay,
152x38 cm
«Concetto Spaziale», 1968, idropittura e matita su
tela, bianco/waterpaint and pencil on canvas, white,
82x65 cm
«Concetto Spaziale, Attesa», 1964-1965, idropittura
su tela, azzurro / waterpaint on canvas, blue, 46x38 cm
«Concetto Spaziale, Attesa», 1964-65, idropittura su
tela, bianco / waterpaint on canvas, 39.5x32.5 cm
Noi e Fontana|Fontana and us
Mi occupo di arte da più di cinquant’anni e Lucio Fontana, con la purezza del suo lavoro e la sintesi formale
delle sue opere, mi ha accompagnato in questa meravigliosa avventura sin dall’inizio. Insieme a mia moglie
Anna Pia ho acquistato numerose sue opere che, oltre a costituire l’inizio del mio percorso personale come
collezionista, hanno contribuito alla formazione di un personale senso estetico, determinante per la mia successiva evoluzione come gallerista. Nel 2016 ricorre il trentesimo anniversario della nostra Galleria torinese
e le opere di Lucio Fontana rappresentano una costante della nostra proposta espositiva, spesso presentate
insieme a lavori di artisti delle generazioni storiche del secondo dopoguerra italiano per evidenziare la potenza espressiva del Maestro e l’influenza esercitata dal suo lavoro sugli altri artisti. Proprio per queste ragioni,
Lucio Fontana è sempre stato al centro di molti progetti espositivi e fieristici internazionali assieme ad altri
artisti che hanno contribuito a definire la grammatica visiva dell’arte contemporanea degli ultimi decenni.
I have been dealing with art for over fifty years and Lucio Fontana, with the purity and the formal synthesis
of his works, has accompanied me since the beginning of my career. Together with my wife Anna Pia, I have
purchased many of his works, which signed the beginning of my personal experience as a collector, contributing to educate my personal taste, and that became crucial for my following evolution as a gallerist.
2016 marks the 30th anniversary of our Gallery, and the works by Lucio Fontana have always been a constant of our exhibitions, often featured along with works by other postwar Italian artists to highlight the
expressive power of the Master and the influence of his works on other artists. For the same reasons, Lucio Fontana has been dedicated many international exhibitions and art fairs projects, together with other
artists who helped define the visual grammar of the last decades contemporary art.
Mazzoleni
«Concetto Spaziale», 1957, pastelli su tela marrone, chiaro e scuro / pastels on brown
canvas, light and dark, 100x122 cm
Torino, Piazza Solferino 2, 10121 - [email protected] | London, 27 Albemarle Street, W1S 4HZ - [email protected]
www.mazzoleniart.com
i fontana di montrasioarte
Le nostre mostre
Our exhibitions
n«Lucio Fontana, Materia animata»
Montrasio Arte, Monza, 1969
n«Lucio Fontana, La forma organica»
Montrasio Arte, Monza, 1980
n«Lucio Fontana, Attraversando la materia»
Montrasio Arte, Monza, 2006
n«Lucio Fontana, Eine Weltanschauung»
Km0 - Montrasio Arte, Innsbruck 2014
«Ritratto di Donatella», 1949
ceramica policroma / polychrome ceramics, 30x19x17.7 cm
Lucio Fontana ha sempre rappresentato un punto focale per
Montrasio Arte. L’opera plastica, in particolare, è sin dagli
anni Sessanta («Materia animata», Monza 1969) oggetto del
mio interesse e protagonista di numerose esposizioni sia
personali sia collettive. I «miei primi Fontana» provenivano
dalla collezione Visconti di Modrone: ricordo sempre il primo
appuntamento al castello di Cassino Scanasio. A ognuna
di quelle opere attiene ormai una lunga storia: appena
acquisite, furono esposte nella sede della galleria di Monza
in occasione di importanti mostre dedicate ai grandi Maestri
del XX secolo, lungo gli anni Settanta e Ottanta, illustrate nei
dépliant e nei cataloghi pubblicati dalla Galleria nel tempo e
in molti altri volumi. Nel corso degli anni molte altre opere
sono giunte in galleria grazie al lavoro dei miei figli Francesca
e Ruggero, che hanno certo ereditato la mia passione per le
ceramiche di Fontana, prodigandosi per importanti mostre
come «Attraversando la materia», allestita nel 2006 al Museo
Bodini di Gemonio in collaborazione con la Fondazione Lucio
Fontana. Per molto tempo è stato piuttosto difficile proporre
l’opera plastica di Fontana, a causa di una lettura attardata
da parte di collezionisti ancora legati ai consueti stilemi della
pittura; ma negli anni Duemila la situazione è radicalmente
mutata. La mostra delle ceramiche di Lucio Fontana che
proponemmo ad Artissima di Torino nel 1995 fu tra le prime
a riportare l’attenzione sulla scultura del Maestro e sorprese
favorevolmente molti collezionisti, ai quali si apriva un mondo
fino ad allora raramente sondato. Dieci anni dopo, la mostra
personale nelle sedi di Monza e Milano ebbe il potere di
segnare un nuovo punto di partenza per lo studio dell’opera
plastica di Fontana grazie al ricco catalogo che contiene
contributi di Raffaele Bedarida, Enrico Crispolti e Alberto
«Battaglia», 1949
ceramica policroma / polychrome ceramics, ø 39.5 cm
«Battaglia», 1949
ceramica policroma / polychrome ceramics, ø 39.5 cm
Montrasio. Più recentemente, un’altra mostra ha dato alla
ceramica di Fontana una straordinaria visibilità nel contesto
delle più avanzate ricerche del XX secolo: si tratta di «Prima
che il gallo canti», allestita all’Arengario di Monza nel 2011.
surprised many collectors, which opened a world that
formerly was rarely explored. Ten years later, the solo show
conceived for the gallery venues in Monza and Milan, had the
power to set a new starting point for the study of the ceramic
works of Fontana, thanks to the rich contributions by Raffaele
Bedarida, Enrico Crispolti and Alberto Montrasio.
The work of Lucio Fontana has always been a focal point of
artistic research for Montrasio Arte. The ceramic works, in
particular (“Materia animata”, Monza 1969) has always been
object of my interest and starred in numerous exhibitions
both personal and collective. My first Fontana came from
the collection Visconti di Modrone. I always remember
the feeling from when I first entered the famous castle of
Cassino Scanasio. Then in the seventies and eighties, shown
in brochures and catalogs published by the Gallery over a
period of time and in great number of volumes. I’m talking
about the sculptural works of Fontana, ceramic sculptures
of the Thirties, such as the imposing “Gallo” with its glazing
enamels and “Donna seduta” that rises like a whirlwind, from
the folds of widening cloth at her feet. These works represent
a cornerstones for the sculpture of the Master. Over the
years, many other works have come into the gallery, thanks
to the work of my children Francesca and Ruggero who have
certainly inherited my passion for the ceramics of Fontana,
and the hard work for prestigious exhibitions. “Lucio Fontana:
Attraversando la materia” held in 2006 at the Museo Bodini in
Gemonio, in collaboration with the Fondazione Lucio Fontana.
For a long time it was rather difficult to propose the sculptural
work of Fontana, because of a certain resistant from collectors
still tied to his usual styles of painting; but the situation has
radically changed in 2000. Personally, I remember that the
exhibition of ceramics by Lucio Fontana that we proposed at
Artissima in Turin in 1995. It was among the first that brought
attention to the sculptures of the Master, and favorably
«Battaglia», 1949
ceramica policroma / polychrome ceramics, ø 50 cm
«Concetto Spaziale», 1960 - 1961
terracotta dipinta di bianco / terracotta painted white, ø 50 cm
«Il gallo», 1938
ceramica policroma / polychrome ceramics, 50x38x28 cm
i fontana di robilant+voena
Le nostre mostre|Our exhibitions
n«Lucio Fontana»,
St. Moritz, Robilant + Voena
4 dicembre 2015 - 31 gennaio 2016 /
4 December 2015 - 31 January 2016
n«Frieze Masters, Fontana-Klein»,
Londra/London
14 - 18 ottobre 2015 / 14 - 18 October 2015
n«Fontana + Manzoni»,
St. Moritz, Reformierte Dorfkirche,
21 - 30 agosto 2015 / 21 - 30 August 2015
Noi e Fontana
Fontana and us
«La scoperta del Cosmo è una dimensione nuova, è l’Infinito: allora io buco questa tela che era alla base di tutte le arti, ed ecco
che ho creato una dimensione infinita...» Lucio Fontana
«Concetto spaziale», 1960, gold on pink oil on canvas, 52x45 cm
Il mio rapporto con l’opera di Lucio Fontana risale al 1998 e alla mostra «ORO. Maestri Gotici e Lucio Fontana», svoltasi a Milano e New
York, e molto elogiata da «The New York Times». Accostando ai fondi
oro di maestri gotici senesi e fiorentini del Quattrocento come Bernardo Daddi e Pietro Nelli le tele e le sculture di Fontana, mi apparve
evidente la grandezza dell’artista milanese; la sua ricerca sullo spazio affondava le radici nell’arte del Rinascimento, a partire da Giotto.
La mostra è stata anche uno dei primi esempi di «contaminazione»,
anticipando una tendenza oggi molto in voga. Da quel momento il
lavoro su Fontana si fece costante e mi avvicinò anche agli altri artisti
italiani del dopoguerra come Burri, Manzoni e Melotti. Oggi Fontana
è un fenomeno global. Le sue opere sono contese dai collezionisti di
tutto il mondo, dall’Europa agli Stati Uniti, passando per l’America
Latina fino all’Oriente. Il suo nome è finalmente accostato a quello
di artisti di fama mondiale riconosciuta come Rothko e Pollock, sia a
livello di innovazione artistica, sia a livello economico, come testimonia la sua presenza fissa nelle Evening Sales di Contemporaneo delle
più importanti case d’aste internazionali.
My relationship with the work of Lucio Fontana dates back to 1998
and the exhibition “GOLD. Masters Gothic and Lucio Fontana”, held
in Milan and New York and much praised by “The New York Times”.
Combining the golden canvases of the Gothic Sienese and Florentine
Masters of the fifteenth century such as Bernardo Daddi or Pietro
Nelli and the paintings and sculptures by Fontana, the greatness of
this Milanese artist appeared obvious to me; its space research was
rooted in the art of the Renaissance, starting from Giotto. This exhibition was also one of the firs examples of “contamination”, anticipating a much widespread and popular tendency nowadays. Since then,
my interest in Fontana became a constant element of my work and I
started looking at other Italian artists of the Post-war period, such as
Burri, Manzoni and Melotti. Today Fontana is a GLOBAL phenomenon. His works are sought after by collectors from allover the world,
starting from Europe and the United States, to reach Latin America
and the East. His name is nowadays compared to that of some of the
most renowned worldly recognized artists, such as Rothko and Pollock, both for his artistic innovation and for economic importance,
as testified by its permanent presence in the Evening Contemporary
Sales of the main international auction houses.
Milano, Via Fontana 16 - Tel. +39 02 805 6179
«Le condizioni fondamentali dell’arte moderna si notano chiaramente nel secolo XIII, nel quale comincia la rappresentazione dello
spazio. I grandi maestri che compaiono successivamente danno nuovo impulso a questa tendenza» Lucio Fontana
«Un’espressione d’arte aerea di un minuto è come se durasse un millennio. Con le risorse della tecnica moderna faremo apparire
nel cielo: forme artificiali, arcobaleni di meraviglia, scritte luminose...» Lucio Fontana
Londra, 38 Dover Street - Tel. +44 207 409 1540
[email protected] - www.robilantvoena.com
St. Moritz, Via Serlas 35 - Tel. +41818333436
Lucio Fontana
st. moritz, until 31 jan 2016
Robilant+Voena
www.robilantvoena.com
london | milan | st.moritz
the fontana i love
I Fontana di Studio la Città e Galleria Tonelli
Studio la Città and Galleria Tonelli’s Fontana
Le nostre mostre
Our exhibitions
n«Lucio Fontana. Grafiche»
Verona, Studio la Città, 1970
n«Lucio Fontana»
Verona, Studio la Città, 1973
n«Lucio Fontana. Opere e documenti»
Verona, Studio la Città, 1980
n«Sculptura»
Verona, Studio la Città, 1989
n«Lucio Fontana»
Milano/Milan, Galleria Tonelli, 1998
n«Verba Lucis»
Verona, Studio la Città, 1999
n«Lucio Fontana: le ceramiche»
Verona, Studio la Città, 2002
n«Omaggio a Fontana»
«Vittoria alata», 1937, ceramica colorata e riflessata / polychrome ceramics,
27,5x20,5x12 cm, Arch. Fontana 2788/2, courtesy Galleria Tonelli e Studio la Città
Milano/Milan, Galleria Tonelli, 2009
n«Lucio Fontana. Ceramiche e carte»
Milano/Milan, Galleria Tonelli, 2011
n«Lucio Fontana. Retrospettiva»
«Ritratto di ragazza», 1929-30, gesso colorato
in azzurro alla base del collo/painted plaster,
32,5x18,5x22,5 cm, Arch. Fontana 1936/2
(ex 2057/1), photo Vincenzo Castella,
courtesy Galleria Tonelli e Studio la Città
Verona, Studio la Città, 2012
n«Accardi incontra Fontana»
Milano/Milan, Galleria Tonelli, 2012
n«The Fontana I Love»
Galleria Tonelli, Milano/Milan e Studio la Città, Verona,
2015
«Drago», 1949-50, ceramica colorata e riflessata con argento / polychrome
and silvered ceramics, 32x105x29,5 cm, Arch. Fontana 3823/1,
courtesy Galleria Tonelli e Studio la Città
«Crocefisso», 1950-55, ceramica colorata e riflessata / polychrome ceramics,
50x35x18 cm, Arch. Fontana 1253/70, courtesy Galleria Tonelli e Studio la Città
Noi e Fontana|Fontana and us
«Concetto spaziale», 1966, ceramica smaltata / enamelled
ceramics, 35,5x50x31 cm, Arch. Fontana 2881/44,
courtesy Galleria Tonelli e Studio la Città
Lucio Fontana ha sempre rappresentato un punto di riferimento importante nell’attività espositiva di Studio la Città e della Galleria Tonelli. Per Hélène de Franchis Lucio Fontana è stato un vero mentore fin
da quando, giovane studentessa romana, ebbe modo di conoscerlo.
Ancora oggi lo ritiene il vero «responsabile» della scelta che fece alla
fine degli anni Sessanta: aprire una galleria d’arte. Per Lodovico Tonelli
l’opera di Fontana può senz’altro essere definita una presenza costante fin dai suoi esordi come gallerista, proponendone da principio disegni e carte, e rivolgendo poi la sua attenzione anche alla produzione in
ceramica dell’artista, sua grande passione collezionistica sin dagli anni
in cui la notorietà e le quotazioni di queste opere erano ben distanti
da quelle attuali. Di recente, con la mostra «The Fontana I Love», inaugurata lo scorso maggio a Milano in occasione di Expo, le due gallerie
hanno dedicato particolare attenzione alle opere in ceramica e gesso
dell’artista. La produzione di Fontana destinata alla ceramica ha infatti suscitato negli ultimi decenni un crescente interesse. Non si deve
del resto dimenticare che l’artista, più noto per le «Attese/Concetti
Spaziali», nasce di fatto scultore: fu assistente nell’atelier di scultura
del padre in Argentina e una volta tornato in Italia decise, nel 1928,
di frequentare i corsi di Adolfo Wildt presso l’Accademia di Brera. Nel
1935 si avvicinò con crescente passione alla ceramica realizzando le
sue prime opere nel laboratorio di Tullio Mazzotti ad Albisola. Nella
sua articolata produzione, la ceramica, sia essa terracotta colorata,
porcellana, ceramica smaltata o gres, rimane una costante. Seguire il
filo di questa costante è il motivo che ha spinto Hélène de Franchis
e Lodovico Tonelli a raccogliere e presentare una selezione di opere
prodotte nell’arco di quarant’anni, dal 1929 al 1968: sono lavori di un
artista che per tutta la sua carriera ha modellato, graffiato, tagliato la
ceramica con una libertà forse mai completamente riscontrata a tali
livelli nelle opere di dimensioni più grandi e di materiali diversi.
Lucio Fontana has always been an important reference point for the
activities of Studio la Città and the Galleria Tonelli. For Hélène de Franchis, Lucio Fontana was a real mentor from the time when - as a young
student in Rome - she came to meet him. Even today she considers
him to be the real reason for the choice she made at the end of the
1960s: to open an art gallery. For Lodovico Tonelli, the work by Fontana can without a doubt be considered a constant presence since
his beginnings as a gallery owner, at first exhibiting his drawings and
other works on paper and, later on, concerning himself with the artist’s work in ceramics, his great collecting passion from a time when
the fame and price of these works was quite different to now. Recently, with the exhibition ‘The Fontana I Love’, which opened last May
in Milan during the Milan Expo, the two galleries have paid particular
attention to the artist’s works in ceramics and plaster. In fact, Fontana’s output of ceramics has, over the past decades, aroused increasing interest. But, on the other hand, it should not be forgotten that
the artist - best known for his “Attese/Concetti Spaziali” - began in fact
as a sculptor: he was an assistant in his father’s sculpture studio in
Argentina and, once he returned to Italy in 1928, he decided to attend
the courses held by Adolfo Wildt at the Brera Academy. In 1935 he
became increasingly enthusiastic for ceramics and he made his first
works in Tullio Mazzotti’s workshop in Albisola. Ceramics - whether
in coloured terracotta, porcelain, enamelled ceramic, or stoneware was to remain a constant in his cogent production. It is the desire to
follow this constant that has convinced Hélène de Franchis and Lodovico Tonelli to collect together and exhibit a selection of works produced over a period of forty years, from 1928 to 1968. They are works
by an artist who, throughout his career, modelled, scratched, and cut
ceramics with a freedom that has, perhaps, never reached such a level
as in the larger works and those made from diverse materials.
Studio la Città e Galleria Tonelli
STUDIO LA CITTà
Lungadige Galtarossa, 21 - 37133 Verona - Tel. +39 045 59 75 49
[email protected] - www.studiolacitta.it
galleria tonelli
Corso Magenta, 85 - 20123 Milano - Tel. +39 02 48 12 434
[email protected] - www.galleriatonelli.it
i fontana di tega
Noi e Fontana
Fontana and us
Il rapporto della nostra famiglia con Lucio Fontana ha avuto
inizio con nostro nonno Dino, fondatore della galleria verso la fine degli anni Cinquanta, che diventò amico del
Maestro. Proprio per questa ragione, fin da bambino
nostro padre Giulio ha avuto modo di frequentare lo
studio dell’artista in corso Monforte, rimanendo molto
affascinato dalla sua produzione artistica e scegliendo di
sostenerne il lavoro sin dall’apertura della sede milanese
della galleria alla fine degli anni Settanta.
Nostro padre, così come nostro nonno prima di lui, ha
coltivato un lungo e solido rapporto di amicizia e collaborazione con Piero Fedeli, figura di riferimento per Lucio
Fontana di cui infatti, oltre a essere suo grande amico, fu
mercante di riferimento. Questo rapporto molto forte
con Fedeli, così come l’intera scena milanese di quegli
anni, costellata da innumerevoli mostre che promuovevano l’opera di Fontana (si pensi alle esposizioni
allestite dalla Galleria Medea e dallo Studio
Gastaldelli), contribuirono ad alimentare la
passione di nostro padre per il lavoro del Maestro e a portarlo a trasmettere questa passione
anche a noi due, Eleonora e Francesca Tega.
Lucio Fontana è quindi una costante per ciò che
riguarda il percorso della nostra galleria: protagonista in tante mostre fin dagli anni Ottanta e sempre
presente nelle fiere internazionali cui prendiamo parte. Proprio in questo periodo stiamo lavorando a un nuovo
progetto per un’esposizione che si intitolerà «Il Rosso e Il
Nero», che vedrà il Maestro protagonista insieme a Burri,
Castellani e Uklanski.
L’interesse per le opere di Fontana si è espanso e ha coinvolto il collezionismo a livello mondiale. Sono infatti tanti,
tra musei, istituzioni e collezioni civiche, quelli che negli ultimi anni hanno acquistato opere del Maestro.
Inoltre, possiamo dire che il mercato americano, sicuramente uno dei più influenti a livello globale, ha
assimilato Lucio Fontana ai grandi artisti statunitensi del
dopoguerra e della Pop art, facendo in modo che l’artista raggiungesse quotazioni sempre più elevate. Per il futuro, prevediamo, anche per le opere meno conosciute del maestro,
un ulteriore incremento positivo sia a livello economico sia a
livello collezionistico.
Le opere di maggior rilievo trattate in passato
The most important works sold in the past
Dall’alto a sinistra e in senso orario /
From top left and clockwise,
«Arlecchino», 1949, ceramica colorata /
polychrome ceramics, 120 cm;
«Concetto Spaziale, Attese», 1964,
idropittura su tela / waterpaint on
canvas, 65x82 cm;
«Concetto Spaziale (54P17)», 1954,
olio e pietre su tavola / oil and stones
on board, 190x160 cm;
«Teatrino rosso», 1966, idropittura
su tela e legno laccato / waterpaint
on canvas and lacquered wood,
8x102,5x82,5 cm;
«Concetto Spaziale», 1954, olio e vetri
su tela / oil and glass pebbles on canvas,
65x49 cm
Our family’s rapport with Lucio Fontana begins with our
grandfather Dino, founder of the gallery in the late 1950s and
a friend of the Maestro. Our father Giulio had the opportunity
to frequent the artist’s studio in Corso Monforte since childhood, becoming fascinated with his production, and choosing to
support his work since the inauguration of our Milanese gallery at the end of the 1970s.
Our father, like our grandfather, nurtured a long-lasting, solid
friendship and collaboration with Piero Fedeli, Lucio Fontana’s
great friend and art dealer. This strong relationship with Fedeli, combined with the entire Milanese art scene of those years,
punctuated by innumerable exhibitions promoting Fontana’s
oeuvre (such as the ones organised by Galleria Medea and
Studio Gastaldelli) contributed to our father’s growing passion
in the Maestro’s work and his transmitting this passion to us
sisters as well.
Lucio Fontana is a constant regarding our gallery’s path: protagonist in many of our exhibitions since the 1980s and ever
present in our participations at international art fairs. In this
period we are working towards a new exhibitive project which
will include works by Fontana, Alberto Burri, Enrico Castellani,
and Pjotr Uklanski. The exhibition will be titled “Il Rosso e Il
Nero”.
The interest towards Fontana’s works has continuously expanded and engulfed the collecting world. There have been
a number of museums, institutions and civic collections which
have purchased works by the master in the last years. The
American market, undoubtedly one of the most influential
markets worldwide, has assimilated Lucio Fontana with the
great American post-war and Pop Artists, making sure that
Fontana would reach ever-growing quotations. We expect the
Master’s works, including the less well-known ones, to have
a positive increase both economically and in the presence
among collectors.
Galleria Tega
Via Senato, 20 - 20121 Milano - Italia - tel. +39 02 76006473 - mob. +39 3487421417 - fax. +39 02 799707 - [email protected] - www.galleriatega.it
i fontana di tornabuoniarte
Le nostre mostre|Our exhibitions
n«Arte moderna e contemporanea.
Antologia scelta 2016»
Firenze/Florence, 11 dicembre/December 2015 - 30 novembre/November 2016
n«Lucio Fontana»
Londra/London, 8 ottobre/October - 28 novembre/November 2015
n«Il dado è tratto»
2
Firenze/Florenze, 25 settembre - 28 novembre 2015
Noi e Fontana|
Fontana and us
n«Lucio Fontana. Author d’un chef-d’ouvre retrouvé»
Parigi/Paris, 26 aprile/April - 21 giugno/June 2014
n«Lucio Fontana»
Parigi/Paris, 1 ottobre/October - 10 dicembre/December 2009
n«Lucio Fontana»
Venezia/Venice, 9 dicembre/December 2005 - 9 maggio/May
2006
1
1. «Concetto spaziale», 1951-52, olio e buchi su carta su tela/oil and holes on paper on canvas, 79x79 cm; 2. «Concetto spaziale, Attese»,
1964-65, idropittura su tela/waterpaint on canvas, 61x50 cm; 3. «Concetto spaziale, Attese», 1965, idropittura su tela/waterpaint on canvas,
82x66 cm; 4. «Concetto spaziale», 1956, olio, tecnica mista e lustrini su tela/oil, mixed media and glitter on canvas, 80x70 cm; 5. «Concetto
spaziale», 1956, pastello grasso, vetri, buchi su velluto su masonite/pastel, glass pebbles, holes on velvet on masonite, 97x67 cm; 6.
«Concetto spaziale», 1962, olio, squarcio e graffiti su tela/oil, hole and graffiti on canvas, 81x65 cm; 7. «Concetto spaziale», 1958, anilina su
tela/aniline on canvas, 80x100 cm; 8. «Concetto spaziale», 1953, olio e vetri su tela/oil and glass pebbles on canvas, 60x70 cm; 9. «Concetto
spaziale, Attese», 1965, idropittura su tela e legno laccato/waterpaint on canvas and lacquered wood, 102x132 cm. In basso a destra/ Bottom
right, Roberto Casamonti, fondatore e direttore della tornabuoniArte/founder and director of tornabuoniArte
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6
8
FIRENZE
Lungarno B. Cellini 3
Tel. +39 055 681 2697
[email protected]
Ho aperto la mia prima galleria nel 1981 al centro di via Tornabuoni
grazie alla passione per l’arte trasmessami da mio padre, collezionista dell’arte del suo tempo, oggi individuata come il Novecento italiano. La mia ricerca si è poi ampliata soprattutto verso quegli artisti
che nel secondo dopoguerra hanno raggiunto la massima espressività artistica, focalizzando la mia attenzione su nomi quali Fontana,
Boetti, Castellani, Dadamaino, Scheggi, Manzoni, Dorazio, Ceroli e
altri ancora. Fontana è stato per me un artista fondamentale. Benché fino agli anni ’60 - 70 sia stato poco curato dalla critica, è tra
quegli artisti che dal ‘45 in poi hanno delineato gli spunti per le ricerche artistiche contemporanee: dall’esplorazione dei materiali industriali all’uso dei catrami, affermandosi così nel panorama artistico
internazionale. Era dunque immancabile la mia attenzione al suo
lavoro e la sua presenza nella collezione e nelle annuali esposizioni
che si svolgono nelle nostre sedi italiane ed estere in cui presentiamo una scelta di artisti dell’avanguardia internazionale del XX secolo
(Picasso, Miró, Kandinskij, Hartung, Poliakoff, Dubuffet, Lam, Matta,
Christo, Wesselmann, Warhol, Basquiat) assieme ai principali artisti
storicizzati della realtà italiana. Oggi assieme ai miei figli Ursula e
Michele continuiamo la ricerca sulle nuove avanguardie facendo
particolare attenzione alle ricerche storiche e presentandole nelle
varie fiere nazionali ed internazionali tra le quali Fiac a Parigi, Tefaf a
Maastricht, Art Basel (Basel, Miami Beach, Hong Kong), Frieze Masters a Londra, ArteFiera a Bologna, Miart a Milano. ll futuro collezionistico dell’opera di Lucio Fontana non può non essere positivo.
Egli ha un ruolo ormai consolidato nel panorama delle eccellenze
della storia dell’arte internazionale e continuerà perciò ad essere
apprezzato dai collezionisti di arte contemporanea..
I opened my first gallery in 1981 in the middle of Via Tornabuoni
thanks to the passion for art passed on to me by my father, a collector of art of his time, now identified as the Italian Novecento.
My research then expanded, especially to those artists who after
World War II attained the greatest artistic expression, focusing my
attention on names such as Fontana, Boetti, Castellani, Dadamaino, Scheggi, Manzoni, Dorazio, Ceroli and others. Fontana was a
fundamental artist for me. Although until the 1960s to 1970s, he
was somewhat overlooked by the critics, he is one of those artists
who from 1945 onwards delineated the direction contemporary
art was going to go: from the exploration of the use of industrial
materials to the use of tar, establishing himself in the international
artistic scene. It was therefore inevitable that I should focus on his
work and that he should be present in the collection and in the annual exhibitions held in our Italian and foreign rooms in which we
present a selection of the international avant-garde artists of the
twentieth century (Picasso, Miró, Kandinsky, Hartung, Poliakoff,
Dubuffet, Lam, Matta, Christo, Wesselmann, Warhol, Basquiat)
along with the major historical Italian artists. Today, together with
my children Ursula and Michele, we continue the research into
the new avant-garde movements, paying particular attention to
historical research and presenting
them in various national and international fairs, including FIAC in
Paris, TEFAF Maastricht, Art Basel
(Basel, Miami Beach, Hong Kong),
Frieze Masters in London, Arte Fiera in Bologna, Miart in Milan. The
future as regards the collecting of
Lucio Fontana’s oeuvre cannot but
be positive. He has a consolidated
presence as an exponent in the
international art historical scene
and will therefore continue to be
appreciated by collectors of contemporary art.
7
9
3
Galleria tornabuoniArte
www.tornabuoniarte.it
FIRENZE
Sede del contemporaneo
Via Via Maggio 58r - Tel. +39 055 289 297
[email protected]
MILANO
Via Fatebenefratelli 34/36
Tel. +39 02 655 4841
[email protected]
FORTE DEI MARMI
Piazza Marconi 2
Tel. +39 0584 787 030
[email protected]
Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1956, olio, tecnica mista e lustrini su tela, cm 121x91
FIRENZE - MILANO - FORTE DEI MARMI
Firenze, sede principale: Lungarno Benvenuto Cellini, 3 | tel. 0039 055-6812697 / 6813360 | [email protected] - www.tornabuoniarte.it
Saremo presenti a: Arte Fiera, Tefaf, Art Basel (Hong Kong-Basel-Miami Beach), Biennale des Antiquaires, Fiac
i fontana di christie’s
Intervista a | Interview with
Mariolina Bassetti
Qual è l’attuale situazione
del mercato di Fontana?
Lucio Fontana è senza dubbio l’artista più illuminante del nostro secondo Novecento. Ha aperto un
nuovo orizzonte, non solo nella
storia dell’arte italiana. Per gli artisti internazionali è da sempre considerato un maestro ed è colui che
ha promosso una nuova prospettiva
sull’arte contemporanea. Il mercato
si è sicuramente adeguato con ritardo alla scoperta del genio Fontana e
nell’ultimo decennio i prezzi dell’artista sono aumentati enormemente
fino a toccare i 30 milioni di dollari.
Il successo dell’arte italiana, sicuramente aiutato dalle Italian Sales,
le aste tematiche che si tengono a
Londra ogni ottobre e che presentano una selezione della produzione
migliore degli artisti italiani più importanti del ’900, ha contribuito a
osannare Lucio Fontana e a lanciarlo definitivamente nel cosmo delle
stelle internazionali del XX secolo. È
stato emozionante vedere la «Fine
di Dio gialla», venduta a New York
per 27,3 milioni di euro, presentata
durante la conferenza stampa come
l’opera più rappresentativa dell’asta
multimilionaria di novembre.
Dei primi 10 risultati all’asta
di Fontana, 5 sono del 2015.
Qual è la ragione di questo
ultimo exploit?
Il 2015 è l’anno che ha sancito definitivamente il successo economico
di Fontana. È sicuramente l’artista
più richiesto e nonostante la sua
produzione abbondante non riusciamo a soddisfare la domanda dei
collezionisti. La sua essenzialità e
la riduzione del processo creativo a
un gesto controllabile e ripetibile lo
rende un artista più che mai contemporaneo. Il collezionista di
oggi ama circondarsi di opere
che lo rappresentino e Lucio
Fontana soddisfa totalmente
questa richiesta.
In che misura le fiere
d’arte
contemporanea
italiane e straniere
contribuiscono all’affermazione e al mantenimento del valore
di un artista come
Lucio Fontana?
Le fiere internazionali
sono
indubbiamente
una guida per il gusto
dei collezionisti e uno
strumento di vendita fondamentale per
tutti gli operatori del
settore artistico. Negli
ultimi anni il numero
crescente di opere di
Fontana che si trovano
nelle fiere internazionali
e italiane ci indica il livello
di richiesta dell’artista. Direi un indicatore, insieme
ai cataloghi d’asta, significativo del livello crescente
di interesse. Nell’ultimo catalogo
dell’Italian Sale avevamo 12 opere
di Fontana, di cui solo una andata
invenduta. Le fiere, oltre alle mostre, sono anche un’opportunità per
cogliere la molteplicità ed eterogeneità della produzione di Fontana:
buchi, tagli, sculture, gessi, aniline,
Venezie, nature, «Fine di Dio».
Anche attraverso le fiere si
comprende come Lucio
Fontana sia un artista che ha ancora
dei lati da scoprire.
L’immensa produzione di
Fontana non pare esser mai
stata un ostacolo all’affermazione dei suoi valori di
mercato. Perché?
Nonostante la sua produzione sia
così abbondante il mercato sembra
non risentirne affatto perché il suo
gesto è una ripetizione che nutre
l’animo del collezionista senza stancarlo. Inoltre il mercato di Fontana è
diventato sempre più internazionale. Mentre fino a qualche anno fa i
compratori erano eminentemente
europei, oggi il collezionista americano, sudamericano e orientale
cerca Fontana come uno dei maestri dell’era moderna e come artista
indispensabile in ogni grande collezione. Direi che Lucio Fontana è
entrato di diritto a far parte di quel
mercato dei capolavori (per le sue
opere migliori) che trascende la media di ogni singolo artista.
Qual è l’attuale distribuzione
geografica dei collezionisti di
Fontana? Che interesse si registra in Paesi come la Russia
e la Cina?
In Russia non si registra un interesse
particolarmente vivace per Fontana
mentre in Cina c’è una grande richiesta. Gli asiatici oggi sono grandi compratori, soprattutto di opere
di altissima qualità. Come in ogni
grande civiltà passata, arrivati all’apice della potenza economica oggi
i ricchi cinesi sentono il bisogno
di esprimere il loro prestigio con il
possesso di importanti opere d’arte,
spesso icone della civiltà occidentale. Non è un caso infatti che la «Fine
di Dio gialla» di Lucio Fontana,
venduta a New York lo scorso
novembre per la cifra record
di 27,3 milioni di euro, sia
volata in Asia.
What is the current
market like for Fontana?
Lucio Fontana is undoubtedly the most
enlightening Italian artist of the second half
of the 20th century.
He opened up new
horizons, and not
just for Italian art.
International artists
have always considered him as a master
and as someone who
brought a new insight
into contemporary
art. The market discovered his genius
quite late however
and over the last decade the prices for his
works have seen an
enormous growth, reaching $30 million. The
success of Italian art,
helped by the Italian Sales
- the themed auctions that
take place in London every October showcasing the
best of the Post-War Italian
artists - has contributed to his
success and fueled his launch
into the hall of fame of international artists of the 20th
century. It was very exciting
to see the yellow Fine di Dio,
CHRISTIE’S
Post-war & contemporary art
evening sale, New York
10 November 2015
sold in New York for $29,173,000,
presented during the press conference as the most iconic work in the
multi-million dollar November sale.
Five of the top ten prices
for Fontana were realised
in 2015. What is the reason
behind these recent records?
2015 was the year that cemented
Fontana’s economic success. He is
certainly the most sought-after artist and even if his production is vast,
we cannot satisfy the demand of
collectors. His ability to reduce the
creative process to a gesture that
can be controlled and repeated makes him very contemporary. Today’s
collectors love to be surrounded by
works that represent themselves
and Lucio Fontana totally fulfils this
requirement.
To what extent do Italian
and international fairs contribute to the value of an artist like Lucio Fontana?
International fairs are certainly a
guide for collectors’ taste and an
important sales channel for all the
artistic sectors. The increasing number of works by Fontana that can be
found at these fairs can be an index
of the growing level of interest. The
last Italian Sale catalogue featured
12 works by Fontana, of which only
one went unsold. The fairs, as well
as the exhibitions, are also a great
opportunity to understand the variety and heterogeneity of Fontana’s
oeuvre, from the holes, cuts, sculptures, plaster casts and anilines to
the ‘Nature’, ‘Venezie’ and ‘Fine di
Dio’ series. Fairs are just another
tool with which to understand that
Lucio Fontana is an artist with many
angles that are still to be discovered.
The immensity of Fontana’s
oeuvre has never been an
obstacle to his value on the
market. Why?
Even though his production is vast,
the market is not affected because his is a repetition that nurtures
the soul of the collector, without
boring him or her. Also, the market
for Fontana has become more and
more global. If a few years ago the
buyers were mainly European, today collectors from the US, South
America and the Far East look for
works by Fontana because they regard him as one of the masters of
the modern era and an essential
name for their collection. I think
that with his best works Lucio Fontana has now entered the market of
masterpieces, beating the average
of a single artist.
What is the geographic distribution of Fontana’s collectors? What is the level of
interest in counties like Russia and China?
In Russia we do not see great interest for Fontana, while demand is
strong in China. Asian clients are important buyers and look for works of
great quality. As with any civilization
which has reached the peak of their
economic power, today the Chinese
feel the need to show their status
by acquiring important works of art
which are often icons of western
culture. It is not by chance that the
yellow Fine di Dio sold in New York
last November for the record price
of $29,173,000 has made its way to
Asia.
Christie’s
8 King Street, St. James’s - London - SW1Y 6QT - Phone: +44 (0) 2073892265 - www.christies.com
Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale, La fine di Dio
signed «L. Fontana»
(lower right); signed and titled
“«La fine di Dio» L. Fontana”
(on the reverse)
oil on shaped canvas
70,25x48,5 in.
(178,4x123,2 cm)
Painted in 1964.
Estimate On Request
Price realized:
29,173,000 $
CHRISTIE’S
Post-war & contemporary
evening sale, New York
12 November 2013
Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale, La fine di Dio
signed and titled “l. Fontana
«Concetto spaziale» «LA FINE
Di Dio»” (on the reverse)
oil and glitter on canvas
70x48,5 in. (178x123 cm)
Executed in 1963.
Estimate: 15,000,000 20,000,000 $
Price realized:
20,885,000 $
CHRISTIE’S
Looking forward to the past,
New York
11 May 2015
Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale, Attese
signed, titled and inscribed
“l. Fontana «La Carla Panicale
mi à / scritto una lettera /
Concetto spaziale / ATTESE/
HI/S/T/R/H»” (on the reverse)
waterpaint on canvas
45,75x35 in. (116x90 cm)
Executed in 1965.
Estimate: 10,000,000 15,000,000 $
Price realized:
16,405,000 $
CHRISTIE’S
Post-war & contemporary art
evening sale, London, King Street
19 October 2008
Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale, La fine di Dio
signed «l. Fontana» (on the
reverse); numbered and titled
“N 5 «LA FINE DI DIO»”
(on the stretcher)
oil and glitter on canvas
70x48,25 in.
(177,6x122,5 cm)
Executed in 1963
Estimate on Request
Price realized:
9,001,250 £
POST-WAR & CONTEMPORARY ART
EVENING AUCTION
ASTA
•
11 febbraio 2016 • Londra, King Street
ESPOSIZIONE
•
INFORMAZIONI
christies.com
6–11 febbraio 2016 • 8 King Street • Londra SW1Y 6QT
•
Katharine Arnold • [email protected] • +44 20 7389 2024
CONSTRUCTING MINIMALISM:
WORKS FROM THE COLLECTION OF
MARC AND FRÉDÉRIQUE CORBIAU
LUCIO FONTANA (1899—1968)
Concetto Spaziale, Attese
idropittura su tela
65.5 x 54.5 cm.
Eseguito nel 1964
£1,200,000—1,800,000
© FONDAZIONE LUCIO FONTANA, BY SIAE 2016
i fontana di sotheby’s
SOTHEBY’S
London
Intervista a | Interview with
Claudia Dwek
Qual è l’attuale situazione
del mercato di Fontana?
Il mercato per le opere di Lucio Fontana è attualmente molto vivace
per tutte le tipologie, dalle opere su
carta alle ceramiche, ai tagli sino ai
lavori più rari e importanti.
Dei primi 10 risultati all’asta
di Fontana, 5 sono del 2015.
Qual è la ragione di questo
ultimo exploit?
L’apprezzamento e la comprensione
dell’importanza dell’opera di Lucio
Fontana nel panorama del secondo
dopoguerra si è internazionalmente ampliata al punto da stimolare i
grandi collezionisti nel mondo all’acquisto di opere molto importanti di
Fontana, da qui i top price del 2015.
Alla richiesta di capolavori del maestro milanese da parte di collezioni di
altissimo livello, il mercato ha risposto con un’offerta di opere uniche
ed eccezionali, spesso conservate
per decenni da collezionisti privati:
questo binomio ha fatto registrare i
record dello scorso anno.
In che misura le fiere d’arte contemporanea italiane
e straniere contribuiscono
all’affermazione e al mantenimento del valore di un artista come Lucio Fontana?
Ovviamente in questo contesto, le
fiere internazionali e le mostre nelle
gallerie hanno contribuito al successo del suo mercato e a soddisfare i
desideri dei collezionisti.
L’immensa produzione di
Fontana non pare esser mai
stata un ostacolo all’affermazione dei suoi valori di
mercato. Perché?
Oltre all’indiscutibile portata creati- 5
va dell’artista, il successo di Fontana
è sostenuto dal serio e costante lavoro portato avanti negli anni dalla
Fondazione Lucio Fontana. La Fondazione ha contribuito e sta contribuendo con grande efficacia all’organizzazione di fondamentali mostre
nei musei di tutto il mondo, Londra,
Parigi e New York e ciò ha permesso
ad un’audience sempre più vasta di
avvicinarsi e comprendere a pieno
l’opera dell’artista; sempre stimolando un lavoro di seria ricerca scientifica attorno a tutta la produzione di
Lucio Fontana.
Qual è l’attuale distribuzione
geografica dei collezionisti di
Fontana? Che interesse si registra in Paesi come la Russia
e la Cina?
Il mercato di Fontana è oggi geograficamente molto ampio, con una concentrazione in Europa e negli Stati
Uniti, a cui segue il Sud America e,
seppur ancora cautamente, la Cina e
i Paesi emergenti.
October 15th 2015
What is the current market
dience of the Italian artist, malike for Fontana?
king possible a better and fully
The market for Fontana is nowacomprehension of his work. The
days particularly dynamic for any
Foundation has never gone away
type of work, whether it is a pafrom the idea of a serious scienper, a ceramic, or a Taglio. This is
tific research around the work of
also valid for the rarest and thus
Lucio Fontana.
most important works.
What is the geographic diFive of the top ten prices
stribution of Fontana’s colfor Fontana were realised
lectors? What is the level
in 2015. What is the reaof interest in counties like
son behind these recent reRussia and China?
cords?
Fontana’s market is now geoThe appreciation and the awagraphically vast, with a concenreness of the importance of the
tration in Europe and US, followorks by Lucio Fontana is growing
wed by South America, and even
continuously on an international
if cautiously, China and emerging
scale. Thus, collectors are becocountries.
ming more and more interested
1
in purchasing the most incredible
works of Fontana: that’s the rea- 2
son of the top prices of 2015. To
the massive request of works by
the Italian Maestro from the most
influential international collectors, the market has replied with
some really unique and stunning
masterpieces, often conserved in
private collections since decades.
This binomial has contributed to
the great achievements of last
year.
To what extent do Italian
and international fairs contribute to the value of an
artist like Lucio Fontana?
Clearly, the international fairs 3
and the exhibitions in galleries
have contributed to the success
of his market, as well as they helped the collectors in satisfying
their desires.
The immensity of Fontana’s oeuvre has never been
an obstacle to his value on
the market. Why?
Besides the indisputable reputation of the artist, the success of
Fontana is also due to the serious
commitment of the Fondazione
Lucio Fontana in supporting the
artist year by year. The Foundation is still contributing with great strength to the organization of
some fundamental exhibitions
in several museums around the
world: London, Paris, New York.
This effort has increased the au-
1. Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale. La fine di Dio
oil on canvas
69,9x48,4 in (177,6x123 cm)
Executed in 1963
Sold for £ 15,941,000
SOTHEBY’S
New York
November 11th 2015
2. Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale. Attese
waterpaint on canvas
25,7x78,7 in (65,4x200 cm)
Executed in 1965
Sold for $ 16,154,000
SOTHEBY’S
New York
November 11th 2015
3. Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale
Oil on canvas
59,1x78,7 inc (150x200 cm)
Executed in 1961
Sold for $ 8,986,000
SOTHEBY’S
Milan
November 24th 2015
4. Lucio Fontana (1899-1968)
Concetto spaziale
waterpaint on canvas
4 28,7x23,6 in (73x60 cm)
Executed in 1968
Sold for € 1,383,000
SOTHEBY’S
London
October 15th 2015
5. Lucio Fontana (1899-1968)
Pagliacci
Painted and glazed ceramic
23,6x13,8x9,4 in (60x35x24 cm)
Executed in 1951
Sold for £ 725,000
Sotheby’s
Sotheby’s, 34-35 New Bond Street - London - W1A 2AA - +44 (0) 207 2935000 - www.sothebys.com
ARTE MODERNA E
CONTEMPORANEA
MILAN 25 & 26 MAY 2016
Viewing 20 – 24 May
LUCIO FONTANA Concetto Spaziale, Attese, 1968.
Estimate € 600,000–800,000
Enquiries +39 02 29 500 225 [email protected]
Palazzo Serbelloni, Corso Venezia 16, Milan
sothebys.com/contemporaryart
FONDAZIONE LUCIO FONTANA, MILANO
rilevazioni di mercato | market results
Il fascino irresistibile del valore
The irresistible appeal of value
Gli importi sono comprensivi dei diritti d’asta. Il loro equivalente in euro si riferisce ai cambi medi più recenti. I risultati di vendita pubblicati sono
stati selezionati tra i lotti dichiarati venduti dalle case d’asta. Queste rilevazioni sono state desunte da artnet.com. I prezzi sono espressi al cambio
dell’epoca, non rivalutati e sempre tradotti in euro oltre che espressi nella valuta originaria.
All sums include sales commission. Their equivalent in euros has been calculated using more recent average exchange rates. The sales results
published have been selected from those lots the auction houses have stated were sold. These results have been taken from artnet.com.
The prices are expressed with the exchange rate of the time, and always in euros, as well as in the original currency.
e 27.264.500
$ 29.173.000
e 21.747.600
£ 15.941.000
e 15.481.800
$ 20.885.000
e 13.766.000
£ 10.324.500
e 11.437.400
£ 9.001.250
e 5.731.000
£ 4.745.250
e 1.968.000
£ 1.377.600
e 1.793.600
£ 1.237.600
Concetto spaziale - Fine di Dio
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1964, olio su tela (oil on canvas), 178,4x123,2 cm (70,2x48,5
in.), Christie’s, New York, 10 novembre (November 10th) 2015 [Stima a richiesta], ill. 1
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1963, olio su tela (oil on canvas), 177,6x123 cm (69,9x48,4
in.), Sotheby’s, Londra (London), 15 ottobre (October 10th) 2015 [e20.000.000-27.000.000/£15.000.00020.000.000], ill. 2
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1963, olio e lustrini su tela (oil and glitter on canvas), 178x123
cm (70,1x48,4 in.), Christie’s, New York, 12 novembre (November 12th) 2013 [e11.000.000-15.000.000/$15.000.00020.000.000], ill. 3
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1963, idropittura, olio e lustrini su tela (waterpaint, oil and glitter
on canvas), 178x123 cm (70,1x48,4 in.), Sotheby’s, Londra (London), 27 febbraio (February 27th) 2008 [Stima
a richiesta], ill. 4
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1963, olio e lustrini su tela (oil and glitter on canvas),
177,6x122,5 cm (69,9x48,2 in.), Christie’s, Londra (London), 19 ottobre (October 19th) 2008 [Stima a richiesta], ill. 5
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1963, olio su tela (oil on canvas), 176x122 cm (69,3x48 in.),
Sotheby’s, Londra (London), 28 giugno (June 28th) 2010 [e5.400.000-6.600.000/£4.500.000-5.500.000], ill. 6
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1964, olio su tela (oil on canvas), 178x123 cm (70,1x48,4 in.),
Sotheby’s, Londra (London), 25 giugno (June 25th) 2003 [e930.000-1.200.000/£650.000-850.000], ill. 7
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. La fine di Dio», 1963, olio su tela (oil on canvas), 178x123 cm (70,1x48,4 in.),
Sotheby’s, Londra (London), 19 ottobre (October 19th) 2004 [e720.000-1.000.000/£500.000-700.000], ill. 8
1. 27.264.500
2. 21.747.600
3. 15.481.800
4. 13.766.000
5. 11.437.400
6. 5.731.000
7. 1.968.000
8. 1.793.600
Concetto spaziale - Attese (tagli/cuts)
e 15.097.200 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1965, idropittura su tela (waterpaint on canvas), 65,4x200 cm
$ 16.154.000 (25,7x78,7 in.), Sotheby’s, New York, 11 novembre (November 11th) 2015 [e14.000.000-19.000.000/$15.000.00020.000.000], ill. 9
e 14.726.200 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1965, idropittura su tela (waterpaint on canvas), 116x90 cm (45,7x35,4
£ 16.405.000 in.), Christie’s, New York, 11 maggio (May 11th) 2015 [e9.000.000-13.500.000/$10.000.000-15.000.000], ill. 10
e 11.325.700 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1965, idropittura su tela (waterpaint on canvas), 80,5x100 cm
£ 8.381.000 (31,7x39,4 in.), Sotheby’s, Londra (London), 10 febbraio (February 10th) 2015 [e6.700.000-9.500.000/£5.000.0007.000.000], ill. 11
e 8.987.300 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attesa», 1965, idropittura su tela e legno (waterpaint on canvas and wood),
£ 6.740.500 197x143,5 cm (77,6x56,5 in.), Christie’s, Londra (London), 6 febbraio (February 6th) 2008 [e4.700.0007.300.000/£3.500.000-5.500.000]
e 8.398.100 Lucio Fontana, «Concetto spaziale», 1961, olio su tela (oil on canvas), 150x200 cm (59,1x78,7 in.), Sotheby’s, New
$ 8.986.000 York, 11 novembre (November 11th) 2015 [e7.500.000-11.000.000/$8.000.000-12.000.000], ill. 12
e 7.589.500 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1965, idropittura su tela, cornice in legno laccato (waterpaint on canvas
£ 6.018.500 and lacquered wood frame), 100x133,3 cm (39,4x52,5 in.), Christie’s, Londra (London), 1 luglio (July 1st) 2014
[e5.000.000-7.500.000/£4.000.000-6.000.000], ill. 13
e 6.292.900 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1964, idropittura su tela (waterpaint on canvas), 75x92 cm (29,5x36,2
£ 4.405.000 in.), Sotheby’s, Londra (London), 1 luglio (July 1st) 2015 [e5.700.000-7.100.000/£4.000.000-5.000.000]
e 5.104.100 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1965, idropittura su tela (waterpaint on canvas), 130x97 cm (51,2x38,2
£ 4.338.500 in.), Sotheby’s, Londra (London), 26 giugno (June 26th) 2013 [e3.900.000-5.300.000/£3.300.000-4.500.000]
e 4.606.100 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attesa», 1964, idropittura su tela (waterpaint on canvas), 116x90 cm
£ 3.961.250 (45,7x35,4 in.), Christie’s, Londra (London), 13 febbraio (February 13th) 2013 [e2.100.000-2.900.000/£1.800.0002.500.000], ill. 14
e 1.019.800
£ 746.500
e 755.500
£ 657.250
e 536.200
£ 422.500
e 527.400
£ 356.000
e 522.300
£ 386.500
9. 15.097.200
10. 14.726.200
11. 11.325.700
12. 8.398.100
14. 4.606.100
Concetto spaziale - Teatrini
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Teatrino», 1965, idropittura su tela e legno (waterpaint on canvas and wood),
153,8x153,8 cm (60,6x60,6 in.), Christie’s, Londra (London), 16 ottobre (October 16th) 2015 [e680.0001.100.000/£500.000-800.000], ill. 15
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Teatrino», 1965, idropittura su tela e legno (waterpaint on canvas and wood), 127x168
cm (50x66,1 in.), Sotheby’s, Londra (London), 13 ottobre (October 13th) 2011 [e460.000-690.000/£400.000-600.000]
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Teatrino», 1965, idropittura su tela e legno (waterpaint on canvas and wood),
120x130x6,2 cm (47,2x51,2x2,4 in.), Sotheby’s, Londra (London), 17 ottobre (October 17th) 2014 [e510.000760.000/£400.000-600.000]
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Teatrino», 1965, idropittura su tela e legno (waterpaint on canvas and wood),
130x130x6,5 cm (51,2x51,2x2,6 in.), Sotheby’s, Londra (London), 21 giugno (June 21st) 2007 [e440.000590.000/£300.000-400.000]
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Teatrino», 1965, idropittura su tela e legno (waterpaint on canvas and wood),
100x100 cm (39,4x39,4 in.), Christie’s, Londra (London), 12 febbraio (February 12th) 2015 [e600.000800.000/£120.000-180.000], ill. 16
13. 7.589.500
15. 1.019.800
16. 522.300
17. 1.525.500
18. 1.450.200
Sculture/Scuptures
e 1.525.500
£ 1.258.500
e 1.450.200
Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Natura», 1959-60, terracotta, 54x71,5x75 cm (21,4x28,1x29,5 inches),
Christie’s, Londra (London), 11 febbraio (February 11th) 2014 [e1.100.000-1.800.000/£900.000-1.500.000], ill. 17
Lucio Fontana, «Caminetto», 1948, ceramica e smalto (ceramic and enamel), 108,3x138 cm (42,6x54,3 inches),
Christie’s, Milano (Milan), 28 aprile (April 28th) 2015 [e120.000-180.000], ill. 18
e 1.357.000 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Natura», 1959-60, terracotta, 62x60x60 cm (24,4x23,6x23,6 inches), Chri
$1.832.000 stie’s, New York, 16 maggio (May 16th) 2014 [e740.000-1.100.000/$1.000.000-1.500.000], ill. 19
e 1.333.200 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Forma», 1957, ferro dipinto (painted iron), h 130 cm (height 51,2 inches),
£ 1.049.250 Sotheby’s, Londra (London), 20 ottobre (October 20th) 2008 [e1.000.000-1.500.000/£800.000-1.200.000], ill. 20
e 1.332.200 Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Natura», 1959-60, terracotta, 60x67 cm (23,6x26,4 inches), Christie’s, New
$ 1.818.500 York, 13 maggio (May 13th) 2009 [e890.000-1.300.000/$1.200.000-1.800.000], ill. 21
20. 1.333.200
19. 1.357.000
21. 1.332.200
8 – 10 April, 2016
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Nanda Vigo
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