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Pascoli - X agosto
Giovanni Pascoli (1855-1912) X Agosto Parafrasi: San Lorenzo, io lo so perchè tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perchè sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla. San Lorenzo, io so perché un numero così grande di stelle brilla e cade attraverso l'aria tranquilla, perché un pianto cosi grande risplende nella volta del cielo. Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Una rondine stava ritornando al suo nido: fu uccisa, cadde tra i rovi: aveva nel becco un insetto: la cena per i suoi fioglioletti. Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano. Ora è là, come se fosse in croce, che tende quel verme verso il cielo lontano: e i suoi piccoli sono nell'oscurità ad aspettarla, pigolando sempre più piano. Anche un uomo tornava al suo nido : l'uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono. Anche un uomo stava tornando a casa: fu ucciso: disse: “Vi perdono”; e nei suoi occhi sbarrati restò soffocato un grido: portava in regalo due bambole. Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. Ora là, nella casa solitaria, lo aspettano, lo aspettano inutilmente: lui immobile, sbogottito mostra le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male! Et tu, Cielo, infinito, eterno, dell'alto dei mondi sereni, inondi di un pianto di stelle questo cropuscolo senza luce caratterizzato solo dal male. Giovanni Pascoli, Myricae, testo scritto nel 1896 X Agosto 1. San/ Lo/ren/zo, io/ lo /so /per/chè/ tan/to di/ ste/lle/ per/ l'a/ria /tran/qui/lla ar/de e /ca/de,/ per/chè/ sì/ gran/ pian/to nel/ con/ca/vo/ cie/lo/ sfa/vi/lla. 2. Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. 3. Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano. 4. Anche un uomo tornava al suo nido : l'uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono. 5. Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. 6. E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male! 10 9 10 9 strofe: 6 quartine rime: alternate ABAB, CDCD Giovanni Pascoli, Myricae, testo scritto nel 1896 X Agosto San Lorenzo, io lo so perchè tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perchè sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla. apostrofe anafore metàfora Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano. similitudine (sacrificio di Cristo) Anche un uomo tornava al suo nido : l'uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono. metàfora metonimia Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male! apostrofe, personificazione metàfora metàfora, personificazione Parallelismo tra la rondine e il padre (nido=casa, rondinini=figli) Giovanni Pascoli, Myricae, testo scritto nel 1896 X Agosto San Lorenzo, io lo so perchè tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perchè sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla. luce/oscurità cielo morte dolore Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Ora è là,come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano. Anche un uomo tornava al suo nido : l'uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono. Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male! Giovanni Pascoli, Myricae, testo scritto nel 1896 Bibliographia : http://www.fareletteratura.it/2013/01/18/analisi-del-testo-x-agosto-di-giovanni-pascoli/ http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/pascoli.htm http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Pascoli http://it.wikipedia.org/wiki/San_Lorenzo http://www.loschermo.it/articoli/view/33060 http://www.weather-forecast.com/locations/San-Mauro-Pascoli http://www.bibliolab.it/pascoli/XAGOSTO.html