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Punti nascita, la deroga si allontana
Trento 16 giovedì 10 dicembre 2015 SANITÀ l'Adige M5S: «I concorsi per gli ospedali periferici sono fumo negli occhi» Piovono critiche sull’assessore provinciale Luca Zeni e sul direttore dell’Azienda sanitaria Luciano Flor. Il Movimento 5 Stelle parla di «totale assenza di pianificazione e di organizzazione del comparto sanità, sia a livello politico che a livello tecnico». In un comunicato, il deputato Riccardo Fraccaro, il consigliere provinciale Filippo L’assessora alla sanità di Bolzano dice: «Trento non riunisce il comitato» Degasperi, i consiglieri e le consigliere dei comuni di Arco, Dro, Riva e Levico puntano il dito contro i concorsi per ospedali periferici: «Sono fumo negli occhi». Secondo M5S è un’anomalia che il concorso sia stato indetto per singolo ospedale. «Gli interessati devono scegliere ancor prima di iscriversi al concorso la sede di destinazione - evidenziano - Ma l’aspetto più sconcertante è il fatto che la validità del concorso e quindi l’assunzione del personale sia condizionata al reperimento dell’equipe medica al completo. I concorsi si faranno solo se entro il 30 dicembre si presenteranno ginecologo, pediatra/neonatologo e anestesista per ciascun punto nascita». Punti nascita, la deroga si allontana Stocker: «Non so quando invieremo la richiesta» «Non sono ancora in grado di dire quando presenteremo al ministero le domande di deroga sui punti nascita e se le invieremo insieme al Trentino perché, a quanto so, la Provincia di Trento non intende convocare il suo comitato percorso nascita provinciale, come previsto invece dal decreto del ministro Lorenzin». Martha Stocker, assessora provinciale alla sanità della Provincia di Bolzano, spiega chiaramente che non c’è ancora nulla di certo sui tempi dell’invio a Roma del documento tecnico con cui l’Alto Adige e il Trentino intendono chiedere al comitato nazionale percorso nascita la deroga allo standard minimo di 500 parti l’anno per i punti nascita dei rispettivi ospedali di valle. Ognuna delle due Province autonome deve predisporre il suo documento in base alle caratteristiche della rispettiva organizzazione sanitaria. Il Trentino, ad esempio, può contare sulla presenza dell’elisoccorso, anche notturno, mentre l’Alto Adige no, ma a parte queste differenze di contenuto, rispetto all’azione politica le due Province avevano deciso fin dall’inizio di muoversi in maniera congiunta e dunque anche in questo frangente sia il governatore Ugo Rossi che il nuovo assessore alla salute trentino Luca Zeni hanno confermato questa intenzione. Subito dopo l’introduzione della nuova organizzazione dei turni dei medici, il 25 novembre scorso, che ha determinato la riduzione del servizio dei punti nascita periferici di Cavalese, Tione e Arco, dalle 8 alle 18, ed esclusi il sabato e la domenica, e ha tolto l’anestesista reperibile la notte, l’assessore Zeni aveva annunciato: «Entro i prossimi 15 giorni invieremo la domanda di deroga al ministero e il comitato percorso nascita nazionale avrà tempo 3 mesi per darci una risposta». Il problema, però, è che questi 15 gior- ni sono già passati a sentire quanto dichiarato almeno dall’assessora alla sanità altoatesina, l’elaborazione del documento tecnico con la richiesta di deroga non è così imminente tanto che non si possono indicare dei tempi, grosso modo, entro i quali si conta di riuscire a inviarlo. L’assessore trentino, Luca Zeni, non entra nel merito della convocazione o meno del comitato provinciale per il punto nascita anche se sul fatto che non lo si voglia convocare dice: «Non mi risulta proprio. Faremo tutto quello che serve fare». Ma quando sarà convocato, se verrà convocato ? Non è dato di sapere. L’assessore infatti non lo dice. Non vuole aggiungere altro sulla questione punti nascita e chiude: «Quando tutto sarà fatto provvederemo a comunicarvi tutto». Neanche sui tempi, che ora evidentemente vanno ben oltre i 15 giorni entro i quali si pensava di avere pronta la domanda di deroga, Zeni sa aggiungere qualcosa di più specifico. Non resterà che attendere e nel frattempo si va avanti con il servizio dimezzato. Per altro, la piena funzionalità dei punti nascita è condizionata non solo dalle eventuali deroghe ministeriali sulla chiusura o meno, ma soprattutto dalla effettiva disponibilità di medici anestesisti, ginecologi e pediatri da assumere per garantire la funzionalità e gli standard minimi richiesti dall’accordo Stato-Regioni per i punti nascita piccoli degli ospedali di Tione, Cles, Cavalese e Arco che oggi sono sotto i 500 parti l’anno. E un silenzio totale, sia dall’assessore Zeni che dall’Azienda sanitaria provinciale, si raccoglie anche sui 4 bandi per la selezione dei medici (anestesisti, pediatri e ginecologi) che dovranno andare a integrare il personale sul quale sia i sindacati che il presidente dell’Ordine dei medici trentini, Marco Ioppi, hanno espresso molti dubbi sull’efficacia. Zeni replica: «Chiedete all’Azienda». Ma dall’Azienda è: «No comment». Luciano Flor e Luca Zeni LA POLEMICA Il Comitato per il percorso nascita provinciale, che in base al decreto Lorenzin, deve elaborare la richiesta tecnica di deroga da inviare al Comitato percorso nascita nazionale, in Trentino è composto da una quindicina di rappresentanti dei dipartimenti e dei professionisti coinvolti nell’attività dei punti nascita. Ci sono, ad esempio, i medici Saverio Tateo e Barbara Endrizzi (ginecologia); le ostetriche Caterina Masè e Vanda Chiodega; poi i pediatri Massimo Soffiati e Anna Pedrotti; il primario di anestesia, Edoardo Geat; il primario del pronto soccorso, Claudio Ramponi; il direttore sanitario Eugenio Gabardi; poi rappresentanti dei medici di base e delle associazioni di volontariato. Il consigliere critica la riorganizzazione degli ospedali: «Problema anche per la sedazione dei malati psichiatrici» Cia: «Disagi per i malati dializzati» Sulla riorganizzazione degli ospedali, non vanno sottovalutati altri disservizi legati ai pochi anestesisti, dice Cia È un problema che non riguarda solo i punti nascita, il pronto soccorso e la chirurgia, quello della riorganizzazione dei servizi ospedalieri operata dalla Provincia e dall’Azienda sanitaria a seguito dell’entrata in vigore delle norme sui riposi dei professionisti. «Non vanno sottovalutati altri disservizi legati alla ridotta disponibilità di medici anestesisti» evidenzia il consigliere provinciale Claudio Cia, proponendo alcuni esempi per evidenziare «la superficialità con la quale è stata affrontata una questione che richiedeva un lungimirante intervento di riorganizzazione». «Di fronte a complicanze legate a patologie che portano ad una grave sofferenza renale acuta o cronica - spiega il consigliere provinciale - può rendersi necessario sottoporsi al trattamento di dialisi. Ebbene, tutti gli ospedali presenti sul territorio sono attrezzati per la dialisi programmata (mediamente 3 volte alla settimana) nella fascia oraria diurna, ma dal 25 novembre laddove non vi sono anestesisti in servizio tra la 18 e le 8 del giorno seguente, un trattamento dialitico d’urgenza non può essere effettuato». Cia evidenzia anche il proble- ma della degenza psichiatrica, presente solo a Trento, a Borgo e ad Arco. «Mi è stato segnalato, un episodio emblematico: per un paziente di Rovereto, in preda a una violenta crisi, si è resa necessaria una importante sedazione -prosegue Cia - Una volta somministrati i relativi farmaci, è stato trasportato (in fascia serale) verso l’unità operativa di psichiatria di Borgo Valsugana, non essendovi in quella di Arco posti disponibili. Ma a Borgo, visto il livello di sedazione, il personale in servizio, non potendo garantire in assenza dell’anestesista un intervento appropriato nell’eventualità di un’insufficienza respiratoria, possibile complicanza legata alla sedazione, lo rinvia a Rovereto, anche in questo caso con pesanti disagi per il paziente e per i suoi familiari». G5111212 LUISA MARIA PATRUNO Il Comitato provinciale