Quando la crisi è il segnale della fine di una relazione
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Quando la crisi è il segnale della fine di una relazione
Quando la crisi è il segnale della fine di una relazione? La crisi in tutti gli ambiti da quello medico-psicologico a quello economico è un segnale che qualcosa, nel nostro caso all’interno della relazione di coppia, non è più adeguato alle esigenza della nuova realtà. Possiamo identificarlo come una sorte di campanello di allarme di un qualcosa che all’interno della coppia non è più funzionale e quindi diviene necessario ricercare e individuare all’interno della coppia cosa si è andato modificando nell’interazione e quali oggi sono i desideri e bisogni dei partner, quali le risorse, le modalità con cui i partner attuano e manifestano il disagio percepito. La crisi quindi diviene un’opportunità di cambiamento e quindi di crescita come lo sono tutte quelle situazioni che ci portano a dover attuare nuovie strategie e comportamenti di fronte a situazioni non ancora sperimentate. Ad accompagnare la crisi è il senso di incertezza e precarietà che sovente si manifesta con stati d’ansia e di insicurezza. Il timore di sbagliare, l’imprevedibilità del futuro rischiano di creare ostacoli percepiti come insormontabili e che possono danneggiare l’esito finale della crisi in un insuccesso. Una coppia, lungo il suo cammino di crescita, affronta numerose situazioni critiche, a volte di moderata entità per esempio andare a convivere e quindi la ricerca di una casa che possa rispecchiare i desideri-bisogni di entrambi i partner, la suddivisione di quelli che sono gli obblighi domestici, come progettare il tempo libero sia di coppia che personale in modo soddisfacente per entrambi. Questi in realtà non sono crisi vere e proprie bensì momenti critici, che non mettono in pericolo la coppia bensì sono movimenti di assestamento per rendere la coppia più sintonica e maggiormente affiatata nell’affrontare altri eventi maggiormente destabilizzanti. Sono situazioni che permettono una maggior conoscenza dell’altro sono i mattoni che si posano per rendere solide le pareti della dimensione di coppia di una vita in comune. Hanno il compito di insegnare ai partner a condividere le difficoltà, a trovare risorse e strategie per sciogliere i conflitti, a raggiungere un obiettivo comune partendo da punti di vista diversi, ad accettare e rispettare l’altro nelle sue capacità, limiti e differenze e soprattutto preparano la coppia a sostenere momenti di crescita più impegnativi. Di solito, la coppia, non si preoccupa troppo di queste situazioni ma le affronta e risolve efficacemente con le proprie risorse. In altri casi, i partner credono di aver risolto il problema mentre in realtà hanno solo trovato un modo comune per non affrontarlo. E’ il caso per esempio, di una coppia che discute su una questione poi, non trovando soluzione, si allontana per qualche giorno evitandosi il più possibile e una volta esaurita la tensione, si avvicina di nuovo, senza riprendere il discorso interrotto in precedenza. Ecco, allora che questa coppia si ritroverà ben presto a ridiscutere su quel tema ancora non risolto e su altri che nel frattempo avrà incontrato e conflitto su conflitto giunge ad una crisi vera e propria tanto da mettere in discussione la relazione stessa. A questo punto i partner non trovano più le risorse per dipanare l’intreccio creato e quindi scelgono di farsi aiutare da un esperto esterno alla coppia oppure di separarsi o ancora di vivere in continuo conflitto. Altri momenti possono risultare ed essere vissuti come scelte impegnative impermeate di criticità che portano a vissuti di angoscia e timore di perdita come ad esempio in alcuni casi la scelta del matrimonio, di procreare, di subire- attuare un tradimento, subire una malattia e così di seguito… Le seconde, sono le crisi con la “C” maiuscola non tanto per la gravità dell’evento ma per i cambiamenti che ne conseguono. Infatti, queste crisi spingono la coppia a fare un salto verso il gradino successivo della scala evolutiva con una conseguente riorganizzazione della vita relazionale e personale. Si pensi ad esempio alla nascita di un bambino e ai cambiamenti che questa porta con se oppure alla perdita di una persona cara sono eventi tanto diversi, ma entrambi di forte impatto emotivo. La coppia collaudata, che ha affrontato e risolto numerose situazioni critiche attiva tutte le risorse necessarie a contenere le emozioni e a trovare le modalità opportune per vivere il cambiamento. Altre coppie, invece, di fronte alla crisi si troveranno in difficoltà per tanti motivi diversi. Per esempio perché sono “giovani” e hanno poca esperienza di vita insieme oppure perché i partner non riescono a condividere i loro vissuti e si allontanano piuttosto che avvicinarsi oppure perché non riescono a comunicare, ascoltarsi e a comprendersi sufficientemente o per altri motivi ancora. La coppia, comunque, tende ad assestarsi, a trovare un nuovo equilibrio seppur non soddisfacente perché costruito sulle incomprensioni, sui vuoti e magari anche sul rancore. Questo moto di soddisfazione precaria anche se appare sopito in realtà persiste e tende a riemergere, successivamente, in una nuova crisi. La coppia è di nuovo di fronte ad una scelta: separarsi, vivere in continuo conflitto o farsi aiutare. Come abbiamo visto ogni situazione critica e ogni crisi rappresentano un’opportunità; di crescita e di maggiore benessere se affrontate con efficacia; di rottura e separazione se non sostenibili dai partner o dalla coppia. Per fortuna, però, la vita non è una formula matematica per questo può accadere che una coppia che rischia la rottura trovi in un evento, un incontro, una riflessione una chiave di lettura nuova ai suoi problemi e l’aiuti a cambiare. Si ringrazia per il contributo del Dott. Albisetti e Dott. M.Kennedy