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Modelli bioetici - Centro Bioetica
Pontificia Accademia per la Vita Fondamenti di Bioetica Prof. Elio Sgreccia Presidente PAV PAV - 2002 1 Le prime istituzioni di bioetica n n PAV - 2002 1968: Fondazione dell’Hastings Center (Hastings on Hudson, USA) ad opera di D. Callahan e W. Gaylin 1969: Fondazione del Kennedy Institute of Ethics presso la Georgetown University (Washington DC) ad opera di A. Hellegers (W.T. Reich, R. Veatch, R. McCormick) 2 Un termine nuovo : Bioetica n 1970-71: l’oncologo americano V. R. POTTER – prima volta del termine “BIOETICA” Ø Ø 1970 - Bioethics. The science of survival 1971 – Bioethics. Bridge to the future – di fronte al pericolo per la sopravvivenza dell’intero ecosistema, la BIOETICA come “una nuova disciplina che combinasse la conoscenza biologica con la conoscenza del sistema dei valori umani” Ø PAV - 2002 un “ponte” tra due culture: scientifica e umanistica 3 Il filone bioecologista n H. JONAS – il “principio responsabilità” – una certa analogia con Potter Ø accresciuta possibilità per le nuove tecnologie ed eventuali minacce per la sopravvivenza dell’umanità Ø l’umanità ha l’obbligo etico di sopravvivere • criterio guida: l’esclusione della catastrofe Ø necessità PAV - 2002 di un’Etica del “futuro” 4 Il filone umanistico-sociale n A. Hellegers: – l’accento sui problemi sociali a rilevanza bioetica (per es. il controllo delle nascite) n D. Callahan: – il metodo interdisciplinare in bioetica PAV - 2002 5 Bioetica: il problema della definizione (2) n Encyclopedia of Bioethics (W. Reich) – ediz. 1978: Ø “lo studio sistematico della condotta umana, nell’ambito delle scienze della vita e della salute, esaminata alla luce di valori e di principi morali” – ediz. 1995: Ø PAV - 2002 “lo studio sistematico delle dimensioni morali – inclusa la visione morale, le decisioni, la condotta, le linee-guida, ecc. – delle scienze della vita e della salute, con l’impiego di una varietà di metodologie etiche in una impostazione interdisciplinare” 6 Bioetica: il problema della definizione n Documento di Erice (1991) – la competenza della bioetica su 4 ambiti 1. 2. 3. 4. PAV - 2002 problemi etici delle professioni sanitarie problemi etici emergenti nell’ambito delle ricerche sull’uomo, anche se non direttamente terapeutiche problemi sociali connessi alle politiche sanitarie (nazionali ed internazionali), alla medicina occupazionale ed alle politiche di pianificazione familiare e controllo demografico problemi relativi all’intervento sulla vita degli altri esseri viventi (piante, micro-organismi ed animali) e in generale a ciò che si riferisce all’equilibrio dell’ecosistema. 7 Bioetica: il problema della definizione n classificazione – bioetica generale Ø fondazione etica, discorso sui valori e sui principi originari, fonti documentarie della bioetica – bioetica speciale Ø analizza i grandi problemi, sempre sotto un profilo generale, tanto nel campo medico che in quello biologico (ingegneria genetica, aborto, eutanasia, clonazione, fecondazione artificiale, ecc.) – bioetica clinica (o decisionale) Ø PAV - 2002 applicazione delle teorie etiche e dei principi generali adottati ai casi clinici concreti, alla ricerca di indicazioni per l’azione 8 Giustificazione epistemologica n 3 questioni: – ruolo della bioetica e giustificazione epistemologica – fondamento del giudizio etico – problema del metodo PAV - 2002 9 Giustificazione epistemologica n R. Nozik – “i microscopi ed i telescopi non rivelano parti etiche” (1987) n R. Dulbecco – “per secoli gli scienziati si sono tenuti fuori dalle tragedie della storia, difendendo l’autonomia e la neutralità del loro ruolo, nella società. Con orgoglio baconiano e cartesiano hanno respinto ogni pretesa di controllo e di interferenza da qualsiasi parte venisse: governo, chiese e autorità” PAV - 2002 10 Giustificazione epistemologica n n ma la grande maggioranza dei ricercatori che si occupano di scienze biomediche, oggi, si pone il problema bioetico medicina e biologia sono scienze “sperimentali” – metodo “sperimentale” di G. Galilei e F. Bacone PAV - 2002 11 Giustificazione epistemologica Metodo “sperimentale” in 4 fasi n I. II. III. IV. aspetti positivi n – accumulo organico e lineare di dati aspetti negativi n – PAV - 2002 osservazione dei fenomeni formulazione di una ipotesi verifica sperimentale valutazione dei risultati ottenuti metodo riduzionista come unico approccio teoretico al reale: la realtà è ridotta a “quantità”; ciò che non può essere misurato quantitativamente non esiste o non interessa 12 Giustificazione epistemologica n dove porre la domanda etica nelle scienze biomediche? – nel momento applicativo dei risultati ottenuti – nelle procedure: fedeltà ai canoni della ricerca (scrupolo metodologico) – nella comunicazione dei risultati e trasparenza dei procedimenti, permettendo un controllo dall’esterno – nell’intenzione del ricercatore (finalità) – nei mezzi e nei metodi adoperati per la ricerca n PAV - 2002 esigenza di “integrare” i precedenti approcci 13 Per una etica “integrativa” n In senso esplicativo (modello circolare) n In senso giustificativo e fondativo (modello triangolare) PAV - 2002 14 In senso esplicativo (modello circolare) Dato anat omi co o c i g o iol s i f Dato Dato anam nest ico co i g o l ato p o t Da Altri dati PAV - 2002 15 In senso giustificativo (modello triangolare) Lettura antropologico-valoriale Dato scientifico PAV - 2002 Elaborazione etico-normativa 16 IL METODO INTERDISCIPLINARE E L’INTEGRAZIONE EPISTEMOLOGICA n Scienze sperimentali n Scienze umane n Rivelazione PAV - 2002 17 Modelli interpretativi e questioni di meta-bioetica PAV - 2002 18 Modelli bioetici n n PAV - 2002 unanime riconoscimento della necessità di porre la questione etica riguardo alle scienze della vita panorama diversificato di modelli etici di riferimento e di teorie sulla fondazione del giudizio etico (“politeismo etico”) 19 Modelli bioetici n il tradizionale “principialismo” (Beauchamp , Childress), presente per lungo tempo nella letteratura anglosassone – p. di beneficenza e non maleficenza – p. di autonomia – p. di giustizia n recentemente, sono emersi nuovi modelli – etica delle virtù, etica casistica, etica narrativa, bioetica ermeneutica, etica del “prendersi cura”, bioetica femminista, ecc. PAV - 2002 20 Modelli bioetici n n l’esigenza di superare l’approccio “pragmatico-procedurale” per una vera fondazione meta -etica della bioetica “tolleranza etica” non equivale a “indifferenza etica” – è necessario promuovere un confronto sulle motivazioni razionali di ogni posizione etica, alla ricerca di basi comuni PAV - 2002 21 Modelli bioetici n cognitivismo e non-cognitivismo – una sorta di crocevia per tutte le discussioni etiche attuali – la legge di Hume (derivata dalla “fallacia naturalistica” di G. Moore) Ø Ø Ø PAV - 2002 non è possibile dedurre direttamente dalla descrizione dei fatti empirici delle norme morali (indebito il passaggio dal “IS” al “OUGHT”, dal ”essere” al “dover essere”) non-cognitivisti: i valori non possono essere oggetto di conoscenza, veri o falsi cognitivisti: occorre una fondazione razionale e oggettiva ai valori e alle norme morali 22 Modelli bioetici n modello socio-biologista (cognitivista) – etica puramente descrittiva Ø Ø Ø Ø Ø Ø PAV - 2002 la società evolve producendo valori e norme, che sono mutevoli e funzionali al suo sviluppo analogia con l’evoluzione degli esseri viventi evoluzionismo di C. Darwin + sociologismo di M. Weber + sociobiologismo di Heinsenk e Wilson l’uomo non sarebbe sostanzialmente diverso dalle altre forme di vita diritto e morale sono l’espressione culturale dell’adattamento della spinta evolutiva l’etica avrebbe il ruolo di mantenere l’equilibrio evolutivo 23 Modelli bioetici n modello liberal-radicale (non cognitivista) – soggettivismo morale: neoilluminismo, liberalismo etico, esistenzialismo nichilista, scientismo neopositivista, emotivismo, decisionismo – la morale non si può fondare né sui fatti né sui valori oggettivi e trascendenti, ma solo sulla scelta “autonoma” del soggetto – princ. di autonomia inteso nel suo senso forte – la libertà come punto di riferimento supremo e decisivo Ø PAV - 2002 è lecito ciò che è liberamente voluto, accettato e che non lede la libertà altrui (quando è rivendicabile) 24 Etica “ senza verità”… Uberto Scarpelli Egli, partendo dalla netta distinzione tra l’essere e il dover essere, afferma in Etica laica: “Nell’etica non c’è verità (…): la stessa varietà storica dei principi morali convince che essi son frutto di processi culturali, sociali e personali, e non sono riconducibili ad un’astratta e metastorica zona della verità immediatamente intuibile da ogni intelletto” PAV - 2002 25 Modelli bioetici n modello pragmatico-utilitarista (non cognitivista) – diffuso soprattutto nei Paesi anglosassoni Ø Ø deriva dall’empirismo di D. Hume (piacevole/spiacevole) J. Bentham e S. Mill: massimizzare il piacere; minimizzare il dolore; ampliare la sfera delle libertà personali per il maggior numero di persone – varie proposte di “etica pubblica”, sulla base di una fondazione individualistica delle norme morali – rifiuto della metafisica – è impossibile giungere a verità universali e a norme etiche valide per tutti – principio base: valutare le conseguenze di un’azione in base al rapporto costi/benefici PAV - 2002 26 Modello utilitarista Peter Singer Egli ritiene che il principale criterio-guida nella valutazione dell'eticità delle nostre azioni è quello dell'accrescimento del piacere, in opposizione al dolore o alla sofferenza, nell'uomo come negli animali non-umani PAV - 2002 27 Sostituire i principi: “comandamenti” vecchi e nuovi della bioetica "VECCHI" COMANDAMENTI "NUOVI" COMANDAMENTI Tutte le vite umane come dotate di egual valore Il valore della vita umana varia Non uccidere mai intenzionalm. una vita umana Assumiti responsabilità conseguenze tue decisioni Non toglierti mai vita e evita altri lo facciano Rispetta desiderio delle persone di vivere/morire Crescete e moltiplicatevi Metti al mondo bambini solo se desiderati Ogni vita umana sempre più preziosa di non-umana Non operare discriminazioni in base alla specie (Singer, 1994) Modelli bioetici n la forma del “contrattualismo” (H.T. Engelhardt) – criterio base: accordo intersoggettivo stipulato dalla comunità etica (coloro che hanno capacità e facoltà di decidere, anche per coloro che non ne sono capaci) Øè PAV - 2002 persona solo chi è capace di “accordi morali” 29 Contrattualismo H. T. Engelhardt Le parole d’esordio del suo notissimo Manuale di Bioetica sono: “Il pluralismo morale è una realtà di fatto e di principio” PAV - 2002 30 Il modello del personalismo ontologico PAV - 2002 31 Introduzione n un punto cruciale : definire la persona nella sua realtà costitutiva – distinzione dall’accezione psicologica (“personalità”) – lettura metafisica (struttura ontologica) – valore oggettivo della dignità della persona (struttura assiologica) PAV - 2002 32 La PERSONA UMANA n L’IO personale è “irriducibile” – non è riducibile a cifre, numeri, atomi, cellule, neuroni Ø “L’homme neuronal” (Changeaux) – grande distanza ontologica ed assiologica tra l’uomo e gli altri esseri (viventi e non) n PAV - 2002 anche la società deve avere come riferimento ultimo la persona umana 33 La PERSONA UMANA n la persona è un “ente sussistente capace di razionalità” – S. Boezio: rationalis naturae individua substantia n PAV - 2002 individualità costituita da un corpo animato e strutturato da uno spirito 34 La PERSONA UMANA n la persona, dal suo concepimento fino alla sua morte naturale, deve essere: – punto di riferimento ultimo – sempre fine, mai mezzo – metro di misura per giudicare ciò che moralmente è lecito o illecito PAV - 2002 35 La PERSONA UMANA n “CORPORE ET ANIMA UNUS” (GS 14) – la persona umana come unità di spirito e di corpo (unitotalità) Ø Ø n dimensione spirituale, intellettiva e morale dimensione biologico-corporea dignità di persona – valore oggettivo dell’individuo umano in quanto tale Ø Ø PAV - 2002 esso è indisponibile ed inalienabile, al di là delle circostanze in un’etica personalista, aspetto oggettivo e soggettivo della persona si richiamano e si implicano a vicenda 36 Sovrapponibilità fra esseri umani e persone umane esseri umani = persone PAV - 2002 37 La CORPOREITA’ UMANA n rilievi introduttivi – necessità di chiarire il suo valore per elaborare linee etiche in campo biomedico – in realtà, si tratta del chiarimento del rapporto corpospirito nell’unità della persona – il medico di fronte al “corpo” del malato Ø Ø PAV - 2002 egli incontra la persona malata, nella sua totalità, mediante la sua corporeità non un “oggetto”, ma un “soggetto” 38