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Rassegna del 04/10/2015

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Rassegna del 04/10/2015
Rassegna del 04/10/2015
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 04/10/2015
SI PARLA DI NOI
Gazzetta Mantova
04/10/15 P. 11
Il turbogas corre ancora Utili per più di 26 milioni
Gabriele De Stefani
1
Gazzetta Mantova
04/10/15 P. 13
Le carte del salva-Palabam Partita ferma per sei mesi
Sandro Mortari
2
Gazzetta Mantova
04/10/15 P. 19
Pubblicità Tea
4
Gazzetta Mantova
04/10/15 P. 41
La Provincia nel mirino
5
La Voce Di Mantova
04/10/15 P. 6
Due metri di erba e spazzature...
6
04/10/15 P. 11
Fontanili frenò le centrali «Dovrebbero ringraziarmi»
Francesco Romani
7
Valentina Reggiani
Viviana Bruschi
8
RIFIUTI
ENERGIA
Gazzetta Mantova
CPL CONCORDIA
Resto Del Carlino Modena
04/10/15 P. 2
«Fotovoltaico, tutto legittimo la frazionamento era consentito
Gazzetta Di Modena
04/10/15 P. 26
Cpl, è allarme liquidità Indagato il capo dei legali
10
Gazzetta Mantova
04/10/15 P. 23
Motori catorcio Indecast Martedì il caso in tribunale
12
La Voce Di Mantova
04/10/15 P. 15
Nessuna cancellazione dei crediti del Comune. Parola di assessore
Resto Del Carlino Modena
04/10/15 P. 18
«Perse 134 ditte in 4 anni Montagna sempre più povera»
Gazzetta Di Modena
04/10/15 P. 28
Coimepa, la multiutffity che cresce in montagna
COMPETITORS
Paolo Biondo
13
14
Andrea Ghiaroni
15
RIFIUTI: SCENARIO
Brescia Oggi
04/10/15 P. 20
Tariffa puntuale Il riciclo dei rifiuti diventa «scientifico»
16
L'arena
04/10/15 P. 21
Via Salici come discarica tra materassi e topi
17
L'arena
04/10/15 P. 29
Rifiuti sulla strada «Ora metteremo una telecamera»
Zeno Martini
18
Laura Serafini
19
ENERGIA: SCENARIO
Sole 24 Ore
04/10/15 P. 17
Enel pronta a uscire dalla Slovacchia
Sole 24 Ore
04/10/15 P. 17
Descalzi: «Eni prima società in Africa»
Indice Rassegna Stampa
21
Pagina I
Il turbogas corre ancora
Utili per più di 26 milioni
La crisi del settore sfiora soltanto Enipower Mantova: lieve calo dei guadagni
Margini in frenata, bene il teleriscaldamento. Tea incassa due milioni e mezzo
di Gabriele De Stefani
Circa cinquecento posti di lavoro persi in vent'anni e fermate in arrivo a Ponti sul Mincio e a Sermide. L 'la lunga parabola discendente dell'industria di produzione energetica
nella provincia di Mantova.
C'è un'eccezione: il turbogas
Enipower, che nel polo petrolchimico che si affaccia sul capoluogo produce energia elettrica e vapore. Diverse le condizioni a cui lavora (in gran
parte c'è da rifornire la mamma Eni con un contratto tolling di conto lavorazione e per
il resto c'è un cliente con una
domanda che difficilmente
può calare, cioè la rete di teleriscaldamento gestita da Tea) e
dunque diversi i risultati di bilancio, anche se pure qui bisogna fare i conti - si legge nella
relazione sulla gestione - con
«una consolidata perdita di
redditività del business». Così
anche nel 2014 l'utile è molto
robusto: 26 milioni e mezzo di
euro, con una flessione rispetto ai 28,2 dell'anno precedente
che di certo non fanno strappare i capelli al cane a sei zam-
II profilo del turbogas di Enipower alle porte della città
pe o alla Tea, azionista di minoranza con il 13,5%. Visto dal
lato dei livelli occupazionali,
l'impianto di Enipower non fa
segnare scossoni né, però, può
regalare soddisfazioni che vadano oltre la cifra di occupati
attuale: quarantotto, uno in
areno rispetto all'anno precedente. Insomma la manodope-
ra che serve è scarsa (dodici gli
impiegati), mentre quadri (sette) e impiegati (ventinove) tendono naturalmente ad una sostanziale stabilità.
I conti del 2014, dunque.
L'oscillazione più significativa
è quella, al ribasso, dei ricavi,
in flessione da 274 a 260 milioni di euro, che si spiegano an-
che con la minor domanda dai
siti industriali che ha fatto
scendere la produzione di
energia elettrica (da 3.817 a
3.692 gigawattora) e di vapore
(da 2.621 a 2 .479 tonnellate).
Nel complesso, i ricavi arrivano per 115 milioni dal tolling
con Eni, per 70 milioni dalla
vendita di vapore , per 42 milioni dal mercato dei servizi di dispacciamento , per 30 milioni
dall'energia elettrica e per 2,3
milioni dalla vendita di calore
al teleriscaldamento di Tea.
La frenata degli utili viene
invece ricondotta al peggioramento della performance operativa . Ma non impedisce ai
due soci di portare a casa dividendi importanti : Enipower
(che detiene l'86,5% del capitale) incassa 16,1 milioni di euro,
mentre a Tea (al 13,5%) vanno
due milioni e mezzo di euro. Il
resto va a riserva.
La società del turbogas ha
poi deciso di svalutare immobili, impianti e macchinari (da
276 a 261 milioni di euro). E infine il ritorno economico per
le casse del Comune di Mantova: versati 2,3 milioni di euro
di Imu.
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Si parla di noi
Pagina 1
Le carte del salva-Palati
Partita ferma per sei mesi
Dopo dieci giorni via il velo alle delibere. Aiuto extra per l'ultimo trimestre 2015
Bollette intestate al Comune anche per l'intero 2016 ma col tetto dei 90mila euro
di Sandro Mortari
Finalmente le carte. Dopo dieci
giorni il Comune ha pubblicato
le due delibere relative alla gestione del Palabam per garantire la funzionalità dell'impianto
a fronte delle difficoltà in cui si
dibatte il gestore, la società Palamantova. Due delibere che precisano i termini dell'intervento
del Comune per assicurare alla
Dinamica basket la partecipazione al campionato di A2, al
Mantova calcio a 5 di affrontare
la stagione, al pattinaggio della
San Lazzaro di trovare un posto
dove svolgere l'attività e a via
Roma di avere un numero con sistente di giornate a disposizione per manifestazioni pubbliche. Oltre che consentire al gestore privato di portare a termine la stagione dei concerti.
Dopo le polemiche e le accuse i testi approvati in giunta il 22
settembre scorso fanno chiarezza sui rapporti Comune-Palamantova. Rumors di palazzo
vorrebbero che i contenuti delle
due delibere, prima di essere resi pubblici attraverso l'albo pretorio online, abbiano subìto alcune modifiche in corso d'opera. Circostanza che il sindaco
Mattia Palazzi esclude: «Quelle
le delibere entrate in giunta, e
quelle sono pubblicate. E stato
solo un ritardo tecnico - spiega
-. Abbiamo voluto verificare se
riuscivamo a vol turare le utenze
già in ottobre come scritto in delibera; poi è stato fatto un approfondimento con l'avvocatura.
Infine, sono stato assente io per
due giorni. Però, le delibere già
il giorno dopo l'approvazione
erano state messe sulla rete informatica interna, accessibile
agli uffici».
La prima, la numero 178, dà il
via libera al Comune per intestarsi le utenze di acqua, gas e
luce del Palabam per i mesi di
ottobre, novembre e dicembre
di quest'anno. E fissa un principio cardine: i debiti che Palamantova ha accumulato finora
nei confronti di Tea ed Enel saranno a suo carico, il Comune
non se li accollerà. Altro princi-
Si parla di noi
pio base, il Comune è pronto a
recuperare ciò che spenderà di
utenze nel caso la società non
presentasse, entro il 31 marzo
2016, «un business plan che dimostri di avere pianificato idonee misure di riequilibrio finanziario». «Il carattere dell'urgenza che sottende a questa delibera - spiega Palazzi - è quello che
ci ha consentito di approvarla.
Intestando a noi le utenze abbiamo tutelato un bene pubblico, il Palabam, dato in concessione attraverso un project financing, ai privati. E consentito
l'utilizzo della struttura».
Subito dopo la giunta ha approvato la delibera 179, l'atto di
indirizzo per il rinnovo del contratto con la Palamantova, in
scadenza alla fine dell'anno, per
l'utilizzo dell'impianto a tariffe
calmierate. Il Comune si è garantito anche 30 giornate, dieci
in più rispetto al contratto attuale, «al fine di sostenere le attività
sportive, educative e culturali».
In cambio, il Comune pagherà
«il corrispettivo delle forniture
di gas, acqua ed energia elettrica e relativa manutenzione ordinaria, sino ad un massimo di
90mila euro». Inoltre, verserà a
Palamantova «90mila euro, entro il 15 giugno 2016, dietro presentazione di regolare fattura».
Il Comune ha anche inserito
una clausola risolutiva del coritratto (da far scattare entro il 30
giugno) se la società non presenterà entro il 31 marzo il business
pian di cui si accennava prima.
Nella delibera non si parla di
utenze intestate al Comune:
«Perché non ce n'era bisogno visto già ce le siamo intestate con
la precedente delibera. Per le
utenze 2016, pagheremo fino a
90mila euro». Come garantire il
tetto se le utenze sono intestate
al Comune? «Se le bollette fossero più salate sconteremmo la
differenza dai 90mila cash»..
Esteso a 30 eventi
l'uso pubblico
del palazzetto
Alla fine, per il sindaco Mattia
Palazzi, «il Comune risparmierà
rispetto a quanto speso dalla
giunta precedente, e cioè
180milaeuro all'anno ». infatti,
«le bollette di gas, luce e acqua
per tutto il 2016 saranno meno
di 90mila euro, a patto che non
vi sia un inverno molto rigido. in
questo modo verseremo per il
2016 a Palamantova solo 90mila
euro in contanti , e sempre che ci
convinca il business pian che la
società dovrà presentarci entro
il 31 marzo per di mostrare di
aver impostato un credibile
riequilibrio finanziario. in caso
contrario, il contratto sarà
risolto. Resterà vai ido • precisa
solo quello di concessione in
base al project financing, che
Sodano ha prorogato di 8 anni».
il Comune, per i 12016, ha
ottenuto di avere a disposizione
il Palabam per 30 giornate, 10 in
più rispetto al vecchio
contratto , da concedere
gratuitamente a scuote e
associazioni varie.
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Pagina 2
il Palabam , la struttura poi !fu nzionale del Comune gestita in project financing da Palamantova srl
Si parla di noi
Pagina 3
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Si parla di noi
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Pagina 4
La Provincia
nel mirino
1117 aprile 2014 il sottosegretario all'Ambiente Velo ha risposto a una mia interrogazione in
commissione spiegando che gli
impianti a biogas autorizzati dalla Provincia di Mantova a utilizzare come matrici i rifiuti sono il legittimi, perché autorizzati in via
semplificata; che il digestato prodotto da tali impianti non potrebbe essere sparso sui campi in
quanto rifiuto. II ministro
dell'Ambiente Galletti in audizione in commissione ecomafie il
20 maggio 2015 ha confermato
che è vietato spandere digestato
per impianti che utilizzano rifiuti
come matrice. Nonostante la
pubblicazione di questi dati la
Provincia di Mantova in mano al
centro sinistra sta continuando
ad autorizzare buona parte dei
48 impianti a biogas provinciali
a modificare la matrice per risparmiare sul mais, utilizzando
rifiuti speciali quali carniccio,
idrobios, siero di latte ecc. e ricevendo lauti incentivi (la torta ammonta ad al meno 2,5 miliardi di
euro in 10 anni). A Curtatone abbiamo almeno 2 di questi impianti, ricordo che il Papa si è schierato contro l'inquinamento del creato. Sto indagando sulle deroghe alla direttiva nitrati proposta dall'assessore regionale leghista, molti esami eseguiti da
enti di rilievo nazionale sembrano non concordare con gli studi
portati a sostegno della deroga.
Al l'interrogazione del vicepresidente della Camera Di Maio è
stato risposto dal ministro Galletti il 27luglio 2015 che la Commissione Europea non haancora
accettato le proposte di togliere
laqualificadi rifiuto al digestato,
con riferimento specifico nella
nota datata 12 marzo 2015 alla
richiesta di utilizzo del digestato
proveniente da sottoprodotti di
origine animale. Ben venga che
laquestione Papotti abbia cagionato un afflato ambientalista
nella nostra provincia, ma ricordiamo di vivere da molto in un
contesto decisamente precario
che andrebbe tutelato maggiormente. Un primo passaggio potrebbeessere quello delle dimissioni di chi in maniera coerente
non ha mai tutelato il nostro ambiente, nèguidatogli imprenditori alla sostenibilità e all'elevata
intensità occupazionale, cioè la
giunta provinciale, anche perché
le partite aperte sono ancora
tante (nuove autorizzazioni, bonifiche del Polo Chimico, rinnovo contratti di affidamento, gestione servizi pubblici, fusioni).
on. Alberto Zolezzï
Movimento 5 Stelle
Rifiuti
Pagina 5
SEGNALAZIONI IN COMUNE
Due metri di erba e spazzature...
Lettere, telefonate, sollecitazioni, e comunque perorazioni che
assumono talvolta i toni di pianti disperati: sono la reazione dei
residenti (pochissimi) di Ponte Rosso, il quartiere più problematico della città a detta di tutti gli amministratori. Sono corona
alle poche case abitate da gente, diciamo, "normale", una congerie
di costruzioni diventate gineprai, savane, e soprattutto discariche
abusive di chiunque passi per di li allo scopo di eludere i vincoli
della raccolta differenziata. Il risultato: un letamaio intollerabile.
Costruzioni
invendute
diventate
discariche
e "savane"
,Ponte Rosso, l'incubo di un nuovo Bronx
Rifiuti
Pagina 6
L'EX PRESIDENTE
Fontanili frenò® le centrali
«Dovrebbero r ingraz iarn
Lo dice con un sorriso a denti
stretti. «Mi dovrebbero pagare
per quello che ho fatto. O perlomeno ringraziare pubblicamente». Maurizio Fontanili, presidente della Provincia di Mantova dal 2001 al 2011 per anni è
stato identificato come l'oppositore numero uno allo sviluppo delle centrali termoelettriche. Le sue battaglie per evitare
di veder moltiplicati i "camini"
e le emissioni gli hanno creato
inimicizie che hanno segnato i
suoi due mandati. Oggi, di fronte al continuo ridursi del lavoro
per i tre impianti termoelettrici
che in due decenni hanno lasciato a casa 500 persone e che
prevedono fermi agli impianti
per contrastare la sovrapproduzione di energia, l'ex presidente
traccia un bilancio positivo di
quelle sue azioni.
«Ricordo un'assemblea pubblica a Sermide, di fronte ai lavoratori della centrale allora
Edipower- dice -. Quasi mi insultavano, con le mamme degli
operai scese anche loro in piazza che mi accusavano di portar
via il pane ai loro figli. Adesso
dovrebbero ringraziarmi - ripete -. Perché mi opposi al potenziamento che era già stato progettato per le centrali di Ostiglia
e Sermide. Due gruppi da 900
Mw che si sarebbero aggiunti
agli esistenti. La Provincia aveva voce importante in capitolo
perché le autorizzazioni ambientali passavano da noi e le
Maurizio Fontanili
società capirono che qui la strada era in sali ta». Lungimiranza,
amore per l'ambiente? «Mantova era già al vertice italiano della produzione di energia elettrica pro capite. Ma solo un decimo di quanto si produceva veniva consumato qui - spiega l'ex
presidente -. Il territorio era già
ampiamente sfruttato, aumentare la produzione sarebbe stato folle. Mi opposi al potenziamento di Ostiglia e Sermide e,
nel 2006 ad Ecogen. E promossi
anche lo sviluppo delle energie
alternative, che sono in parte responsabili della crisi del termoelettrico». Durante i mandati
Fontanili sono nati l'agenzia
Agire e il progetto Foragri, premiato a livello europeo come
esempio di energia sostenibile
in agricoltura. «Contributi allora in parte non compresi - conclude - ma che oggi tutti possono apprezzare».
Francesco Romani
II herbrgas corre ancora
Energia
Pagina 7
L'OPERAZIONE'APOLLO D'ORO' HA PORTATO AL SEQUESTRO DI OTTO
CAMPI FOTOVOLTAICI NEL BARESE INTESTATI A SOCI ETA' DIVERSE
CHE, SECONDO GLI INQUIRENTI, FACEVANO CAPO ALLA CPL
TRA LE ACCUSE ASSOCIAZIONE A DELINQUERE E TRUFFA AGGRAVATA
La difesa degli indagati. Marchesini (Wam) `braccio destro' di Casari
`LA costituzione delle società per
la gestione degli impianti fotovoltaici era legittima. La norma antifrazionamento è entrata in vigore
successivamente'. Questa la posizione di alcuni degli indagati nella maxi inchiesta della guardia di
finanza sulla truffa degli impianti
fotovoltaici, volta ad ottenere incentivi pubblici e che, secondo le
indagini, faceva capo alla cooperativa Cpl Concordia, alla quale sarebbero confluiti la maggior parte
dei proventi. Quattordici gli avvisi di garanzia scattati nei confronti di altrettante persone per reati
che vanno dall'associazione a delinquere a truffa aggravata, oltre a
otto campi di pannelli sequestrati
tra i comuni di Turi e Noci (Bari)
dalle fiamme gialle di Monopoli.
Tra coloro che sostengono la tesi
citata e che hanno chiesto di essere interrogati anche il noto imprenditore della bassa Vainer
Marchesini, legale rappresentante della Wamgroup spa. Il suo in base a quanto si apprende dalle
indagini - era un ruolo strategico
e basilare nell'organizzazione.
Marchesini sarebbe stato una sorta di `braccio destro' di Casari, a
capo di quelle società create con
un unico scopo: quello di accaparrarsi illegittimamente i contributi. Oltre a quello di Marchesini,
che risulta presidente del cda di
ambedue le società fittizie, (Noci
Solar 1 e 2), delle quali detiene il
51% delle quote, (mentre il 49 fa
capo a Cpl), emergono altri nomi
`di spicco' nell'organizzazione, ovvero quelli di Nicola Morgese, residente a Concordia, ex manager
La società avrebbe chiesto
di sostituire La liquidità
con un i
ile a garanzia
Cpl e accusato di aver intrattenuto per primo i rapporti negoziali
con i proprietari dei terreni, oppure Daniele Diacci, di Rovereto di
Novi. Lo stesso fu membro
dell'ex cda di Cpl. Spunta nella lista degli indagati anche Luca Costa di Medolla, sempre con un passato nella società di Concordia, insieme ai già citati Maurizio Rinaldi, ex dirigente Cpl, a Claudio Bonettini e Fabrizio Tondelli.
Dall'inchiesta, portata avanti dal
pm Niccolini su input della procura pugliese e che ha portato al sequestro preventivo di 16milioni
di euro alle società veicolo e alle
persone indagate (Cpl sarebbe
chiamata a pagare solo nel caso in
cui la somma non fosse recuperabile dalle prime) emerge come `il
sistema' Cpl, grazie ad una serie
di personaggi radicati nella Bassa,
primo tra tutti Marchesini, fosse
ben inserito in quella che è prassi
oramai consolidata in Puglia.
Prassi che porta società fittizie a
realizzare, con lo stesso sviluppatore, più impianti fotovoltaici ciascuno di potenza inferiore a un 1
megawatt, localizzati su terreni
contigui solo nominalmente distinti, al fine di poter beneficiare
dell'autorizzazione più semplice,
la Dia (la dichiarazione di inizio
attività), evitando così l'autorizzazione unica Regionale, ben più
complessa. Infatti la giunta regionale pugliese, con un provvedi-
mento risalente al 2007, ha previsto che gli impianti con potenza
superiore a 20 chilowatt e fino a 1
megawatt, realizzati in zone classificate agricole, non siano soggetti
ad autorizzazione unica ma a Dia.
Successivamente, nella legge regionale dell'ottobre 2008, viene
precisato come, in presenza di più
impianti di potenza inferiore ad 1
megawatt, collocati in un terreno
di un unico proprietario, si considerino i distinti impianti come
uno unico, di potenza superiore
ad un megawatt. Marchesini
avrebbe sostenuto appunto la legittimità dell'operazione, affermando anche la legittimità della
costituzione di impianti di potenza inferiore a 1 megawatt, `ammessa dall'ordinamento essendo la
norma antifrazionamento entrata
in vigore successivamente'. Il patron della Wam avrebbe inoltre
sostenuto la legittimità della costituzione delle società di scopo per
la gestione degli impianti, così come l'autonomia di ciascun impianto da quello adiacente gemello. Intanto, da indiscrezioni, pare
che la società abbia avanzato la richiesta al tribunale di effettuare
una sorta di `cambio di sequestro', proponendo, anziché la liquidità, frutto di commesse e fini
bancari, un immobiliare a garanzia. In paese aleggia intanto la preoccupazione: «Questa nuova indagine non ci voleva, sono indagate
persone che nulla hanno a che fare ora con Cpl». Ottobre, infatti,
potrebbe essere proprio il mese
giusto per il reinserimento del
gruppo nella white list.
Valentina Reggiani
Viviana Bruschi
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Cpl Concordia
Pagina 8
Bonettini
autosospeso:
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Un finanziere mette i sigilli a uno dei campi di pannelli solari in Puglia
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«QUANDO ha saputo di essere coinvolto in un procedimento, il mio cliente si è autosospeso da tutte le cariche
che rivestiva nel gruppo Cpl.
Lo ha fatto già in luglio, in
attesa che sia riconosciuta la
sua estraneità ai fatti, ben prima di questi giorni in cui è
salita alla pubblica attenzione l'esistenza dell'indagine».
È quanto fanno sapere gli avvocati di Claudio Bonettini
- uno degli ex responsabili
del settore fotovoltaico per la
cooperativa - tra i cinque indagati modenesi nell'ambito
di `Apollo d'oro', l'inchiesta
della procura di Modena che
ha portato alla luce una rpesunta truffa legata ai campi
di pannelli fotovoltaici in
provincia di Bari. Bonettini
è assistito dagli avvocati Michele Jasonni, Massimo Jasonni e Tommaso Guerini.
«Bonettini ha già reso un interrogatorio al pm e in settembre ha depositato un'ampia memoria tecnica e difensiva - dicono -. Ribadisce
inoltre la sua fiducia nell'operato della magistratura».
Cpl Concordia
Pagina 9
me liqtà
Cpi,ê
Indagato caio dei legali
il maxi-sequestro toglie ossigeno ai conti gia traballanti della coop di Concordia
Bloccati anche milioni a Marchesini. Nei guai Luca Costa che avallò l'operazione
/ CONCORDIA
Il sequestro di 16 milioni di euro
a Cpl e le altre società coinvolte
nell'inchiesta sui campi fotovoltaici di Turi e Noci (Bari) - compresa quelle di Vainer Marchesini, patron di Wam, a cui i finanzieri di Monopoli hanno sequestrato alcuni milioni di euro crea un altro problema alla cooperativa di Concordia. Viene infatti a mancare ulteriore liquidità alle casse societarie già in difficoltà per l'impossibilità di accedere a nuove gare pubbliche - effetto della mancanza del certificato antimafia e dell'esclusione
dalla white list - e per un bilancio 2014 chiuso in negativo. Un
passivo di 9 milioni di euro, che
il nuovo Cda sta cercando di
fronteggiare riducendo tutti i costi e dismettendo gli asset non
più prioritari, ma che già aveva
lasciato presagire un momento
piuttosto complesso sul fronte
economico-finanziario. In sostanza Cpl ha sempre meno
margine nella gestione della liquidità con tutte le ricadute del
caso, stipendi compresi. La cooperativa tenta di reggere l'urto,
ma intanto in questi giorni andrà a firmare la moratoria con le
banche per ottenere la sospensione di sei mesi dei mutui a medio e lungo termine, pur continuando a pagare la quota interessi. Ossigeno puro, con la speranza di tornare presto in white
list.
Nel "sistema Cpl", che secondo l'accusa aveva frazionato tre
parchi fotovoltaici in impianti di
piccola potenza per eludere la
procedura prevista per il rilascio
della autorizzazione unica regionale, entra per la prima volta anche Luca Costa, responsabile
dell'ufficio legale. Quel Costa
che, interrogato sui legami tra
Cpl, Francesco Simone e Giorgio
Montali,
bollò
come
"vergognoso" un accordo da
450miia euro per una consulenza di assistenza commerciale in
Romania, stipulata proprio con
Montali, definito "uomo dei palazzi romani".
Costa
risulta
indagato
nell'operazione "Apollo d'oro",
coordinata dalla procura di Modena e dai magistrati Lucia Musti e Marco Niccolini, per il ruolo
centrale che ha avuto nella gestione del business. In qualità di
capo dell'ufficio legale avrebbe
garantito la fattibilità legale
dell'affare in Puglia. Ma l'ex
componente del consiglio di vigilanza - il suo incarico è decaduto a dicembre - risulta anche
essere stato amministratore unico di Euwatt Puglia srl dal gennaio 2010 al settembre 2011, ossia
nel periodo in cui la società - finanziata da Cpl - stava effettuando gli investimenti fotovoltaici
proprio a Turi. Euwatt Puglia, come si legge sul bilancio 2010 della coop, è stata costituita "per la
realizzazione e successiva gestione di campi fotovoltaici tutti
siti a Turi. Sono stati stipulati dei
preliminari di cessione delle
quote al valore nominale che si
realizzeranno al termine della
costruzione degli impianti". Qd)
I sigilli posti dalla Guardia di Finanza agli impianti fotovoltaici in Puglia
Luca Costa, capo dell'ufficio legale
Il presidente di Cpl, Mario Gori
c1,1. nm,Ii ,da.,
[ndagato il capo dei lepli
Cpl Concordia
Pagina 10
BONETTENE Si DIFENDE
e
il
«,Abbiamo agito nella legafita'»
Si e autosospeso a luglio quando arrivò l'avviso di garanzia
Claudio Bonettini, il direttore
generale della Cpl Concordia indagato nell'ultima inchiesta sulla truffa del fotovoltaico, si era
autosospeso fin da luglio, da
quando gli è stato notificato l'avviso di garanzia dalla Procura di
Modena.
«Appena ho ricevuto la notifica dell'atto ho deciso di sospendermi
da
ogni
incarico
nell'azienda, ritenendo di fare
la scelta più giusta, più trasparente e più corretta, anche nei
confronti della cooperativa», ha
fatto sapere il dirigente, tramite
i suoi legali, Massimo e Michele
lasonni di Modena, con Tommaso Guerini di Bologna. Una
dichiarazione che precisa quanto comunicato dalla stessa ce-
Claudio Bonettini
op, ovvero che l'azienda ha cautelativamente sospeso i dipendenti coinvolti nell'inchiesta.
«Nel caso del mio cliente, unico in tal senso, il provvedimento è arrivato quando l'interessato si era già da tempo autosospeso - puntualizza Michele Jason-
ni - Abbiamo esaminato gli atti
disponibili e abbiamo chiesto di
essere interrogati. Con il dottor
Niccolini abbiamo dato ogni disponibilità e sono state rese le
prime dichiarazioni utili a chiarire la nostra posizione». Non
solo, dopo una complessa disamina della normativa e dell'operato di Cpl e di Bonettini, i legali
hanno depositato una memoria
scritta difensiva. «Nella quale spiegano - si dà conto della
complessità della materia, ma
dal nostro punto di vista Bonettini si è attenuto a disposizioni
normative che possono pure
prestarsi a diverse valutazioni,
ma che non sono state violate.
Riteniamo insomma di avere
agito nella legalità».
(ase)
IL RETROSCENA
C amp ì energetici,
anche la coo
sotto ìinchie sta
E anche questa volta l'azienda in
quanto tale è coinvolta nel procedimento penale. I sequestri
per 16 milioni di euro hanno infatti interessato anche le disponibilità di Cpl, chiamata a dare
conto delle sue responsabilità,
con le persone fisiche coinvolte,
che agivano in nome della stessa
Cpl. Un po' quello che è poi accaduto con l'inchiesta sulla metanizzazione di Ischia e dei fondi neri: nel processo di novembrec'è anche l'azienda, il cui
nuovo management continua a
sottolineare il taglio netto con la
precedente gestione, anche se
questo non può impedire che la
Procura estenda l'azione legale
anche nei confronti della coop.
Cpl Concordia
Pagina 11
Motori catorcio mdc cast
Martedì il caso in tribunale
Castiglione. Udienza preliminare per l'eventuale rinvio a giudizio di 7 persone
L'impianto era stato acquistato per produrre energia, invece era un rottame
CASTIGLIONE
La vicenda dei motori acquistati
da Indecast, la municipalizzata
di Castiglione delle Stiviere, per
produrre energia arriva a una fase decisiva in queste ore. E prevista, infatti, permartedi, alle 9.15,
al Tribunale di Mantova, l'udienza preliminare per stabilire se si
può procedere con il rinvio a giudizio, osi passerà all'archiviazione, delle sette persone indagate
(l'ex presidente Indecast, 2 tecnici dell'azienda e 4 esterni, e cioè
i venditori e i titolari delle varie
ditte coinvolte nella trattativa).
L'indagine che ha portato ai
sette indagati si è conclusa da
qualche mese e ora il giudice è
chiamato a sentenziare sulla vicenda dei due motori acquistati
dalla municipalizzata di Castiglione, destinati, negli intenti,
ad essere utilizzati per trasformare Indecast in una piccola
centrale di produzione energia
verde, ma in realtà si è trattato,
come è noto, dell'acquisto di ferrovecchio da buttare in discarica, perché i due motori si sono
rivelati obsoleti e non funzionanti. Proprio a una ditta specializzata nello smaltimento del fer-
I motori vengono rimossi dal l'i ndecast, diretti in discarica
ro, infatti, sono stati venduti, a
peso, i due macchinari, recuperando una cifra di poche migliaia di euro contro 538 mila euro
spesi all'epoca per l'acquisto.
«Abbiamo cercato in ogni modo di venderli come motori»
spiegava all'epoca l'attuale pre-
sidente Indecast, «perché si voleva monetizzare valorizzandoli
per la loro funzione, abbiamo
lanciato bandi, appelli, e abbiamo avuto tre manifestazioni di
interesse, ma una volta ispezionati i motori, tutti ci dicevano
che andavo venduti a peso». La
Pollini, la ditta identificata, ha
offerto per l'acquisto dei motori
270 euro alla tonnellata che,
moltiplicati per le 27 tonnellate
del peso, hanno portato a un incasso di 7290 euro. L'acquisto risale a fine 2011 e vede coinvolti
vari soggetti.
La società Provider, con sede
a Desenzano, era stata incaricata di individuare il fornitore. Un
mese dopo, il consiglio Indecast
deliberò l'acquisto di due generatori costruiti in Germania nel
1968, utilizzati fino al 1990 dalle
Poste tedesche, per poi finire in
Trentino per la produzione di
energia elettrica. Alla fine, nel
2008, ormai inutilizzabili, la vendita a una società di rottami di
ferro per 9mila euro. I vertici di
Indecast firmarono la proposta
commerciale della Prisma srl di
Brescia. Da parte dei venditori
avrebbero avuto rassicurazioni
sulla qualità dei motori, venduti
come ricondizionati e praticamente nuovi. Invece, come detto, erano rottami. La vicenda arriva ora sul banco del tribunale e
il comune di Castiglione delle
Stiviere ha deciso di costituirsi
parte civile tramite l'avvocato
Arrigo AlbertoGianolio.
(l. C.)
„ „ . , F• : ,
Competitors
Pagina 12
PORTO MANTOVANO . LE PRECISAZIONI DI STEFANO BOCCANERA ALL'INDOMANI DEL CONSIGLIO COMUNALE
Nessuna cancellazione dei crediti del Comune. Parola di assessore
PORTO MANTOVANO «Con sterilizzazione non intendo certo parlare di cancellazione di alcun credito a
carico del Comune, bensì la
compensazione solo per quanto effettivamente dovuto tra le
parti». Con questo pensiero
l'assessore al bilancio del Comune di Porto Mantovano
Stefano Boccanera intende
far chiarezza in merito al tema
relativo ai crediti ancora in
essere da parte dell'ente da
parte dell'Asep.
Tema che nel corso della seduta del consiglio comunale
di giovedì ha creato qualche
fraintendimento tra i presenti.
«Ritengo che occorra fare
chiarezza - prosegue l'assessore - su quanto esposto in
Consiglio Comunale riguardo
all'approvazione del Bilancio
Consolidato 2014 tra Comune
e Asep. Il 2014 è stato primo
anno di contabilità Armonizzata per il Comune di Porto
Mantovano. Armonizzata, in
sintesi, significa rappresentare
i conti con la massima aderenza e trasparenza possibile.
E scattato dal 2015 pertanto
l'obbligo di consolidare per la
prima volta i risultati della
partecipata predisponendo un
unico bilancio tra Comune e
Controllata Asep. La partecipata Asep non è sino ad oggi
società in house e quindi sotto
controllo analogo da parte del
Comune in quanto l'attuale
statuto non lo prevede. Tale
carenza, alla quale stiamo con
urgenza agendo sin dal nostro
insediamento, sarà definita
entro l'anno».
Nell' attività di monitoraggio
anche in sede di predisposizione dei conti di Asep e del
Comune era già iniziata, secondo quanto sottolineato da
Boccanera, questa attività di
verifica dei debiti e crediti
reciproci. Come giunta è stato
rilevato che esistono crediti di
Asep verso il Comune che
risalgono addirittura dal 2005.
Crediti non pagati in quanto
contestati da parte del Comune.
«Pertanto - fa notare l'amministratore locale - sarà necessaria una compensazione
di cassa tra debiti e crediti
riconosciuti da entrambe le
parti e per questo ricorreremo
ad un gruppo di lavoro interno
al Comune per la verifica di
queste partite economiche da
anni giacenti».
Paolo Biondo
II municipio di Porto Mantovano
Castelletto , arriva il servizio bus gralis,
Piu informazione contro il bulli-
Competitors
Pagina 13
I relatori al convegno per i 30 anni del Consorzio intercomunale
metanodotto. Nell'occasione svelati i dati di Nomisma sull'economia
ALLARME PER 5 COMU N I
«Perse 134 ditte in 4
Montagna sempre più povera»
- ZOCCA -
«BUON compleanno Coimepa». E' stato festeggiato ieri il
30° genetliaco del Consorzio intercomunale metanodotto del
Panaro, del quale sono soci i comuni di Guiglia, Zocca, Montese, Fanano, il bolognese Castel
d'Aiano, e l'Aimag con il 40%
del capitale. Tanti i rallegramenti a questa società che ha
creato ricchezza, occupazione e
dotato il territorio di un servizio di primaria importanza: la
metanizzazione e la distribuzione del gas anche negli angoli
più remoti. «Quello che ha fatto Coimepa è stato determinante per lo sviluppo del territorio», ha commentato Luciana
Serri, presidente della Commissione regionale Politiche economiche, la quale ha illustrato anche le opportunità messe in
campo dalla Regione a favore
della montagna. Opportunità
che dovranno essere colte. La
relazione di Luigi Scarola di
Nomisma, sugli scenari economici dell'area dei cinque comuni soci del Coimepa, è stata più
di un campanello di allarme. A
partire dal 2010 /2011- è emerso - si assiste a un progressivo
impoverimento del territorio
che sta perdendo i suoi conno-
Competitors
tati di attrattività in favore dei
grandi centri urbani. La popolazione residente è in costante
calo, è aumentata l'incidenza
della popolazione anziana e
l'immigrazione non sembra
più sufficiente a frenare il fenomeno. Un residente su tre è
pensionato, e 3,6 mila residenti, pari al 39% degli occupati, si
spostano ogni giorno fuori
dall'area per motivi di studio
(22%) e di lavoro (78%). Negli
ultimi 4 anni si è registrata una
perdita di imprese attive di circa il -6% (-134), contro il -2,6%
della regione e il -1,4% per cento della provincia. Inoltre, la risorsa turismo ha subito un brusco calo sia negli arrivi sia nella
durata della permanenza. Per
rivitalizzare l'area il dottor Scarola ha parlato di «residenza
per anziani e welfare di comunità», della «rinnovata attrazione
di fasce attive della popolazione» e di «turismo leisure». Hanno aperto i lavori del convegno
il presidente di Coimepa, Romolo Muchelini e il procuratore Pierluigi Barbieri. Sono intervenuti anche Mauro Innocenti, del Servizio Regionale
Programmazione Territoriale
e Sviluppo della Montagna e
sindaci del territorio.
Walter Bellisi
fl
Pagina 14
ZOCCA
ep a, Da mtiutffity
che cresce in Montagna
di AndreaGhiaroni
® ZOCCA
Una società vitale e in salute e
che, in tutti questi anni, ha favorito lo sviluppo ecosostenibile
della montagna modenese, con
importanti risparmi nei costi
energetici delle famiglie e delle
attività produttive della zona e
una forte riduzione dell'inquinamento ambientale. Questi sono
i principali risultati di Coimepa
Srl. La società mista pubblico-privata a controllo pubblico
per la metanizzazione e la distribuzione del gas della vallata destra del Panaro (Zocca, Montese, Guiglia, Castel d'Aiano e Fanano) ha festeggiato ieri, nel corso di un convegno nella sala consiliare il trentesimo anniversario
della propria costituzione, presentando l'importante traguardo raggiunto. Oggi i soci di Coimepa Srl sono i Comuni di Zocca, Guiglia, Montese, Castel
d'Aiano, Fanano e Aimag Spa
(Azienda Intercomunale Acqua
e Gas). A snocciolare dati, attività e azioni intraprese il Procuratore di Coimepa Srl, Pierluigi
Barbieri e il presidente della stessa, Romolo Michelini. Nel corso
Un momento del convegno organizzato da Coimepa ieri a Zocca
no Modena Est, il "Consorzio Intercomunale Metanodotto Panaro" - Coimepa con lo scopo di
provvedere alla metanizzazione
e alla distribuzione del gas naturale nella Vallata del Panaro. Da
allora, grazie al Consorzio, sono
stati, così, metanizzati i territori
di Guiglia, Zocca, Montese e Castel d'Aiano. Nel 2009 Coimepa
si è, poi, ingrandita incorporando, mediante fusione, la società
Fanano Gas Srl. L'azienda, negli
ultimi anni, è anche diventata
punto di riferimento per i Comuni soci nel settore del risparmio
energetico con la gestione dell'illuminazione pubblica e nel settore delle fonti di energia rinnovabili. Complessivamente la rete di distribuzione ha una lunghezza di 238 chilometri, con oltre 10mila allacciamenti. Nel
2014 sono stati distribuiti oltre
12 milioni di metri cubi di gas.
«Dal 2003 al 2014 - ha spiegato
Pierluigi Barbieri - la società ha
avuto complessivamente utili di
esercizio per 6.928.649 euro, dei
quali 5.187.261 distribuiti ai soci
come dividendi e i restanti
1.741.388 posti a riserva per la
necessità di investimento. Nel
triennio 2012-2014 l'utile medio
annuale ha superato il milione
di euro per anno». La società
(che a fine 2014 aveva un patrimonio netto di 10.151.675 euro),
dalla sua nascita ad oggi, ha, infine, investito direttamente oltre
30 milioni e ha indotto investimenti per più di ulteriori 30 milioni.
del convegno, sono anche intervenuti il direttore Area Politica
Industriale e Sviluppo Territoriale di Nomisma Bologna, Luigi
Scarola, che ha illustrato la ricerca dal titolo "Scenari economici
dell'area appenninica dei Comuni soci" trattando delle prospettive e delle opportunità economiche per lo sviluppo di questi
territori, e Mauro Innocenti del
Servizio Regionale Programmazione Territoriale e Sviluppo della Montagna. Sono passati 30 anni dal lontano 1985 quando venne costituito, per iniziativa dell'
ex Comunità Montana Appenni-
Competitors
Pagina 15
PISOGNE. Le novità in vigore da domani
raìuiapuntuaIe
. .
19 ricicio c'lei* rfflutí
alventa «sciendfleo»
Cambiano i tempi, le modalità
e anche i cassonetti stradali
Tanti rifiuti produci, tanto
paghi. E a definire la tariffa ci
pensa un codice a barre sui
bidoncini. È questo il futuro
della raccolta
prossimo
dell'indifferenziato a Pisogne; nel capoluogo come nelle frazioni di pianura. Con un
aumento da due a tre dei passaggi settimanali degli addetti al porta a porta. Per quanto
riguarda invece le frazioni
montane, la raccolta dell'umido avverrà ovunque di casa
in casa, compresa la Val Palot; mentre per l'indifferenziato nelle località Fraine,
Grignaghe, Sonvico e Pontasio resteranno i cassonetti,
ma con la calotta apribile solo con una chiave elettronica.
Per rispondere alle esigenze
turistiche della Val Palot, solo qui i cassonetti grigi saranno a conferimento libero; per
evitare di trovarsi spazzatura
sul ciglio della strada o nei boschi. L'obiettivo finale è la cosiddetta «tariffa puntuale»,
che farà pagare di più chi produce più rifiuti e premierà
chi invece ricicla davvero.
Attualmente la raccolta differenziata
del
Comune
dell'alto Sebino si attesta al
63 %, mentre il consigliere delegato all'Ambiente, Andrea
Rifiuti: Scenario
Romele, dice di voler raggiungere con queste modifiche almeno l'80%. La recente apertura della piattaforma ecologica sta dando una mano, e
un ulteriore aiuto si spera arrivi dall'introduzione delle
nuove modalità nella raccolta. Non si tratta di uno stravolgimento, assicura l'amministrazione comunale, ma di
azioni migliorative destinate
a introdurre più equità nella
tassa e a far crescere la sensibilità ambientale dei cittadini.
Il nuovo metodo riservato
alle utenze domestiche diventerà operativo domani, e presto compariranno sul territorio anche le cisterne per la
raccolta degli olii esausti,
mentre per i pannolini in municipio si possono ritirare appositi sacchi.
Per quanto riguarda le utenze non domestiche, il mese in
corso sarà al centro di incontri con artigiani e commercianti per arrivare anche in
questo caso a nuove soluzioni migliorative del servizio.
«Con l'aiuto di tutti tutti paghiamo meno» ricorda l'ecocalendario distribuito ai pisognesi. Ora non resta che attendere i risultati. • D.B EN.
Pagina 16
DEGRADO IN CENTRO. Malcostume nella stradina che collega ponte Garibaldi con piazza Duomo
Via Salici come discarica
tra materassi e topi
Da due settimane rifiuti lasciati
per terra tra vecchia mobilia
e scaffali. La sporcizia aumenta
e nel vicolo spuntano anche i ratti
Ca' del Bue? No, centro storico. Zona dichiarata dall'Unesco «patrimonio dell'umanità». Meta di milioni di turisti
e visitatori ogni anno. Un belvedere? Non sempre. Ora è
anche discarica abusiva di oggetti ingombranti. E l'i.anpianto di smaltimento di rifiuti urbani delle Basse di San Michele, che attende di conoscere il suo futuro che potrebbe
essere da termovalorizzatore, a confronto è un gioiellino. Via Salici, la stradina che
collega l'inizio di via Garibaldi, poco dopo il ponte, con
piazza Duomo, è diventata
una sorta di esposizione a cielo aperto del nobile usato e
degli articoli per la casa.
Librerie, sedie, reti da letto,
scaffali, per terra o appoggiati ai muri e ai cassonetti. Perfino frigoriferi. E ora anche
un materasso matrimoniale
che, come confermano residenti della zona che da tempo denunciano questo malcostume, è da due settimane
per terra. Risultato? La sporcizia aumenta e si fanno vedere anche i topi. Altro che Unesco. Nel vicolo, vicino ai cassonetti, qualcuno ha affisso
Rifiuti: Scenario
un cartello, con la scritta:
«La città è anche tua. Cerca
di trattarla bene». Voce di
uno che grida nel deserto.
Butta lì e primo poi qualcuno
porterà via. Così non è. O è
ogni tanto.
Mobili vecchi, reti, materassi, tavoli. Una voltali chiamavano «rifiuti ingombranti» e
finivano nelle apposite navette, sparse per i quartieri. Spes- .
so nel giro di qualche minuto Il materasso abbandonato in via Salici da più giorni FOTO MARCHIORI
da quando venivano depositati, qualcuno veniva a prenderseli. Proto-riciclaggio di
rifiuti. Estetica zero, ma funzionava. Da qualche lustro a
questa parte, invece, l'Amia
viene a prelevare tutto con i
camion sotto casa, su appuntamento. Basta una telefonata. No, troppo difficile,
nell'era del telefonino e delle
raffiche di chiamate e sms. Si
può anche portare tutto alla
sede dell'mi, in via Avesani. Anche qui: troppa fatica.
Nelle scorse settimane
LArena ha più volte documentato gli amarsassi di scatoloni per strada da negozi. La
polizia municipale usa il pugno di ferro. Serviranno telecamere ovunque? 0 E.G.
Pagina 17
LDIE O. Nuova discarica sulla bretellina: era appena stata pulita
Rifiuti sulla strada
«Ora metteremo
a telecamera»
Il sindaco annuncia la linea dura contro chi sgarra
Vesen ' ': «Chi sarà trovato a scaricare immondizie
pagherà le spese per raccogliere anche tutte le altre»
..................................................................
Zeno Martini
La «pattumiera» di Caldiero
è tornata a riempirsi.
Grazie alla pessima abitudine che hanno molti di abbandonare la loro spazzatura, la
piazzola di sosta appena dopo il cavalcaferrovia sul lato
nord della bretellina di Caldierano (tra la strada regionale 11 e la nuova Porcilana) è
tornata ad essere una discarica a cielo aperto. Ciò nonostante pochi mesi fa siano state ripulite tutte le piazzole
dall'amministrazione comunale con il contributo della
Provincia.
Certo non un bel biglietto
da visita per il centro termale. Una vergogna, più volte
sollevata sulle pagine di questo quo tidiano, che non conosce la parola fine.
«È ora di pulire di nuovo
quella piazzola che si è riempita ancora di rifiuti», commenta amareggiato il sindaco, Giovanni Molinarola, «e
pensare che una pulizia ap-
profondata di tutte le piazzole è stata condotta prima
dell'estate». Nel frattempo
l'ufficio tecnico comunale ha
ottenuto dalla Provincia, il
via libera per dar corso a qualunque azione possibile, atta
a contrastare l'abbandono
massiccio di rifiuti lungo la
bretellina, strada provinciale, ma che è in fase di disrnissione da parte dell'amministrazione provinciale, in
quanto intende cedere il collegamento viario al Comune.
«Ottenuta l'autorizzazione,
andremo a posizionare a breve la telecamera mobile comprata dall'Unione di Comuni
Verona Est, per scoprire gli
autori di questo gesto incivile
e protratto nel tempo», annuncia l'assessore ad Ecologia ed ambiente, Giovanni
Vesentini. «Pochi mesi fa abbiamo fatto una pulizia completa, portando camion di
sacchi di immondizia in discarica, grazie al concorso
della Provincia. Adesso andrò a chiedere aiuto a qualche volontario, per ripulire
nuovamente questa piazzola.
Dopodiché posizioneremo la
videocamera mobile, che riprenderà giorno e notte il
transito dei veicoli, in modo
da scovare chi si ferma e lascia la propria immondizia».
È seccato a dir poco Vesentimii: «Davvero non capisco co-
me si possa continuare con
questo malcostume, con tutte le possibilità che ci sono di
raccogliere i rifiuti comodamente davanti alla porta di
casa e con un ecocentro in
funzione in ogni paese del circondario. Adesso basta. Chi
troveremo a scaricare di nuovo rifiuti, pagherà le spese
per raccogliere l'immondizia, anche dei precedenti abbandoni di immondizia». e
Rifiuti abbandonati nella piazzola della bretella FOTO AMATO
C FIPRCOUZIaNE RISERVA 'A
llifi u l l i ill , el r.i
a0ra ieiteremo
nn trlcrunmr.u,
Rifiuti: Scenario
Pagina 18
Trattativa con E p h e accordo coni I governo slovacco per smobilitare in due tempi l'intera partecipazione del 166% iSlovenske
Enel pronta a uscire dalla Slovacchia
Per il primo 33% incasso di circa 450 milioni - Il gruppo deconsoliderà 1,2 miliardi di debiti nel 2015
Laura Serafini
wslow Enel stringe sull'accordo per
l'uscita dalla Slovacchia. Il gruppo
guidato da Francesco Starace ha
avviato unatrattativain esclusiva a
fine agosto con Eph, società della
repubblica Ceca che fa capo a Daniel Kretinsky e che ha già rilevato
gli asset diE.On inltalia, per cedere
una quota della propria partecipazione in Slovenske Elecrtrarne, la
principale società di generazione
slovacca partecipata al34%io dal governo locale. Ma l'operazione che
sta prendendo forma si rivela più
complessa e dovrebbe sfociare in
un'intesa preliminare fra tre soggetti- Enel, Eph e il governo slovacco - per consentire al gruppo itali ano di smobilitare tutta lapart ecipazione, pari al 66%, entro il 2o18. La
firma potrebbe arrivare giàentro la
fine delmese o a inizio novembre e
questo consentirebbe a Starace di
presentarsi all'appuntamento con
l'aggiornamento del piano industriale, previsto per il 18 novembre,
con risultati concreti da illustrare
al mercato. La valenza dell'operazione slovacca è duplice: da una
parte, dimostrerebbe la capacità
del gruppo italiano di uscire con la
soddisfazione di tutti da situazioni
complesse come quelle che spesso
si creano quando la controparte è
un governo estero. Dall'altra, la
possibilità di deconsolidare nel
2015 un indebitamento netto legato
aSlovenskecheafineannosupereràilmili ardo, raggiungendo una soglia vicina ai 1,2 mil iardi.
L'impianto su cui si sta lavorando (e chi coinvolge Unicredit e Citi
come advisor diEph; Bnp Paribas e
DeutscheBankperEnel)prevedela
cessione di una prima quota di Slovenske, pari al 33%, aEph Lavenditaavverrebbe con effetto immediato al momento del closing, che potrebbe anche arrivare entro la fine
dell'anno se l'accordo verrà chiuso
nel giro di un mese. L'incasso per
Enel non sarebbe una cifra enorme:
nel bilancio la società 2014 aveva
provveduto a svalutare la partecipazione in Slovenske, portandola a
75o milioni.Ilvalore di libro de133°io
Energia: Scenario
sarebbe di 375 milioni: è probabile
che la transazione si chiuda ad una
soglia superiore, forse attorno a
450-50o milioni, anche perchè Eph
sarebbe disposta a pagare bene e
questa è una delle ragioni (oltre al
fatto di essere un interlocutore
molto gradito al governo slovacco)
che ne hanno motivato lasceltaper
la trattativa in esclusiva. L'aspetto
chiave legato a questo primo passaggio, come accennato sopra, è
l'impatto sull'indebitamento di
gruppo: Enel può deconsolidare il
debito di Slovenske nel momento
in cui scende al 5000 o al di sotto di
questa soglia e questo spiega perchèinunprimomomento sieraparlato delle cessione di una quota del
17% circa. Perfarlo non è necessario
il closing, b asta la fama del contratto preliminare. Il gruppo elettrico
ha già deconsolidato nel bilancio
2014 il debito legato alle attività slovacche, che allafine dello scorso annoera paria 85o milioni. E aveva potuto farlo perchè Slovenske era stataiscrittatragli asset disponibiliper
la vendita: questa scelta contabile
ha fornito a Enel 12 mesi di tempo
per procedere alla discesa fino al
50% o sotto, altrimenti il debito deve essere reinserito nel consolidato
di gruppo. Quegli 85o milioni, nel
frattempo, a seguito degli importantiinvestimentirichiestidallacostruzione della centrale nucleare di
Mochovce, sono saliti a 1,2 miliardi.
L'accordo cui si sta lavorando
conterrà, inoltre, anche le premesse per poter procedere all'uscita
dalla Slovacchia entro il 2018, cioè
quando sarà completatala centrale
nucleare in base agli impegni assunti da Enel con il governo locale.
L'intesa dovrebbe contenere un
impegno o un'opzione a favore di
Eph per rilevare l'ulteriore quota
del33° 0 in mano ad EneL La società
che fa capo a Daniel Kretinsky a
quel punto si aggiudicherebbe il
controllo di Slovenske, ma pagando di più rispetto ad oggi. Al completamento dei lavori, infatti, l'ent erpris e valu e della società elettrica
- ovvero debito più equity che attualmente è pari ad almeno 2,5 miliardi- sarà molto più elevato invirtù degli investimenti che saranno
stati realizzati. L'impegno per chi
sale in maggioranza non è soltanto
intermini di esborso cash(ilrestante330 o che Enelvenderà avràunvalore più elevato rispetto a quello
cheilgruppo incasserà quest'anno)
ma soprattutto di consolidamento
del debito. Resta da capire se il contratto conterrà comunque una prelazione afavore delgoverno slovacco per salire in maggioranza nel capitale di Slovenske, in linea con
quanto l'esecutivo locale nei mesi
scorsi aveva dichiarato di voler fare. La questione è tuttalegataalle disponibilitàfmanziarie del governo,
che sarebbero alquanto limitate.
0 RIPRODD ZIO NE RISERVATA
Pagina 19
Bilanci e quotazioni di Enel
IL CONTO ECONOMICO
Dati in milioni di euro
..........36.101
2014
RICAVI
1 ti_'')
Italia
Penisola Iberica
9.903
America Latina
4.492
Europa dell'Est
2.631
1.365
Energie rinnovabili
Altro, elisioni e rettifiche
RICAVI
-583
37.632
2015
Italia
1 ti.971
10.199
Penisola Iberica
5.406
America Latina
12.374
Europa dell'Est
1.593
Energie rinnovabili
Altro, elisioni e rettifiche
-911
L'ANDAMENTO DEL TITOLO A PIAZZA AFFARI
2/1/15
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
2/10/15
4,5
Variazione
da inizio anno
4,3
3,696
3,972
4,1
3,9
3,7
■
3,5
3,3
Fonte: dati societari
Energia: Scenario
Pagina 20
1
'1
Descalzi: «Eni
prima società
in Africa»
www «Eni è entrata in Africa per
ultima 6o anni fa e nel giro di
qualche anno, soprattutto negli ultimi io, è diventata la prima società in Africa, sia come
produzione eriserve,siacome
po sizionamento». A descrivere il ruolo della major italiana
nel continente africano è stato
ieri l'ad Claudio Descalzi al dibattito "Expo chiama Africa".
Il segreto della nostra forza, ha
spiegato, «è la nostra debolezza. Siamo entrati come ultimi
ma abbiamo fatto qualcosa di
diverso, dando un riconoscimento ai Pesi africani». De
scalzi ha fatto l'esempio della
Libia: «destiniamo al mercato
domestico il 40%i" del gas che
produciamo nel paese e che
alimenta la centrali elettriche
locali. Qualora vi fossero impatti sulle nostre strutture,
l'energia inLibia finirebbe».
Energia: Scenario
Pagina 21
Fly UP