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DIARIO DI BORDO DI ULISSE
DIARIO DI BORDO DI ULISSE caro diario di bordo, eccomi di nuovo in mezzo al mare! Eh già,dopo un anno sull'isola di Circe ho deciso di ripartire verso nuove esplorazioni. Anche se sono molti anni che non rivedo la mia amata patria, la mia carissima Penelope e il mio piccolo Telemaco,non riesco proprio a starmene fermo e ho voglia di scoprire il mondo.Spero solo di non pentirmi in futuro di questa mia scelta. Ciao ti terrò aggiornato Caro diario, sono passati giorni dalla nostra partenza da Circe e l'unica terra che abbiamo visto è stata la Sardegna con le sue splendide insenature. Il desiderio di andare, di esplorare, di conoscere è però così forte che non ci siamo neppure fermati, l'abbiamo già oltrepassata e ora ci dirigiamo verso la Spagna. Il viaggio è stato lungo e ho l'impressione che i miei marinai non ce la facciano più a resistere,le riserve di cibo sono quasi finite e sulla nave c'è un certo sapore di arresa. Speriamo che tutto vada per il meglio Caro diario, nonostante tutte le difficoltà, siamo arrivati al punto fatidico: le colonne d'Ercole! Nessuno ha mai osato superarle! Vedo i miei uomini impauriti,percepisco il loro respiro affannato e vedo i loro volti pietrificati dalla paura. D'altronde come biasimarli? Tutti sanno che qui finisce il mondo. Non so proprio come calmarli... se dico loro cosa mi frulla in testa rischio un ammutinamento della nave... Caro diario, ieri sera mi è venuta un'idea brillante. Ho raggiunto Diomede e gli ho sussurrato:”Sta a guardare,adesso li convinco io!” Sono andato sulla prua e con tutto il fiato che avevo nei polmoni ho incitato i miei marinai:”ehi voi,nati non foste per viver come bruti ma per seguire virtù e canoscenza”. Questi subito si sono riaccesi come candele e non riuscivano più a star fermi. C’era chi gridava:”Viva Ulisse!!!”,chi si arrampicava sull' albero maestro e scrutava l'orizzonte e altri che prendevano i remi e li facevano volteggiare come mai avevano fatto prima. Con tutta questa carica partiamo verso occidente. Caro diario, sono passati cinque mesi,cinque lunghissimi mesi dalla partenza dalle colonne d'Ercole ma mi sembra strano,però,che il mondo non finisca o che nessun mostro ci attacchi. Siamo tutti molto demotivati e stanchi di continuare a inseguire un obiettivo che sembra ormai irragiungibile. Caro diario, stamattina stavo quasi decidendo di tornare indietro, di puntare verso Itaca, quando,proprio sull'orlo della disperazione , davanti a noi è spuntata una montagna talmente alta e maestosa che non trovo le parole adatte per descrivere la sua imponenza. Ai piedi di essa si intravvedeva una spiaggia bianca e limpida come non ho mai visto in nessun'altra isola conosciuta, mentre sulla cima faceva capolino un fitto bosco, verde e lussureggiante,dove mi sembrava che crescessero rigogliose tutte le specie di piante. Al vedere tutto quello mi sembrava quasi di essere sull'Olimpo. Avevo ancora lo sguardo fisso ed estasiato verso l'imponente montagna, quando fui distolto da un cupo rumore : sotto la mia nave si era creato un vortice d'acqua talmente violento e devastante da far paura anche a Zeus in persona. Ho cercato in tutti i modi di salvare la mia nave e i mie uomini, ma il vortice ci ha risucchiato . Dopo aver fatto tre piroette su se stessa, la nave ha iniziato inesorabilmente ad affondare. Al quarto giro infatti ci siamo trovati con la poppa in alto e la prua immersa nell'acqua. Infine il vortice ci ha risucchiato completamente, facendoci affogare tutti. ULISSE