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Afghanistan - Il napalm apre la strada ai conquistatori sovietici India

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Afghanistan - Il napalm apre la strada ai conquistatori sovietici India
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Afghanistan - Il napalm apre la
strada ai conquistatori sovietici
Anche l'Australia taQlia i rifornimenti di grano all'URSS. Manifestazioni antisovietiche nello Yemen del Sud?
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L'armata d'invasione sovietica continua a trovare una decisa resistenza lungo il suo
cammino; secondo quanto hanno raccontato alcuni esponenti
musulmani riparatisi in Pakistan, i sovietici hanno massacrato centinaia di persone attaccando un villaggio a nord di
Kabul per rappresaglia ad un
precedente attacco di ribelli afghani che, in un agguato ad un
convoglio sovietico, avevano ucciso 15 uomini.
Un altro massacro sarebbe
avvenuto nella valle di Panjshir, f r a le montagne a nord
della capitale, sempre per rappresaglia contro l'azione continua di cecchini ribelli; questa
volta i sovietici avrebbero fatto uso di bombe al napalm.
« L a gente sostiene che l'Afghanistan diventerà il Vietnam
della Russia — ha detto uno
degli esponenti religiosi ad un
gruppo di giornalisti occidentali — ma noi temiamo che si
t r a t t e r à di un'altra Cambogia ».
In effi'tti tutti i paragoni col
Vietnam sembrano dettati, per
ora, più dalla retorica e dalla
propaganda che da una valutazione realistica delle possibilit à e dei rapporti di forza. Le
differaize sono enormi, a cominciare dal fatto — tanto per
dirne una — che la resistenza
vietnamita all'aggressione ame-
ricana ha potuto svilupparsi fino ai livelli che sappiamo grazie al retroterra poKtico e militare di cui poteva disporre, e
grazie agli enormi aiuti in armi e mezzi bellici fomiti dall'
Unione Sovietica e dalla Cina
al Nord Vietnam ed al Fronte
di Liberazione Nazionale del
Vietnam del Sud.
Questi aiuti, invece, per ora
sembrano mancare ai gruppi di
guerriglieri islamici che si espongono spesso con vecchissimi
fucili ad avance rica, pili oggetti d'antiquariato che vere e
Patto
militare tra
Usa e Cina
n:
LOTTA C O N T I N U A 2
governo si accollerà l'onere dell'acquisto agli agricoltori di questi prodotti invenduti per immagazzinarli, era ieri atteso alla riapertura dei mercati. Anche
l'Australia ha bloccato le sue
esportazioni di grano all'URSS,
anche se l'annuncio ufficiale
v e r r à dato solo dopo l'incontro
a Washington, questa settimana,
f r a USA, Canada, Australia, Argentina e CBE; l'Australia ha
venduto l'anno scorso 1.250.000
tonnellate di erano all'URSS.
Continuano intanto in tutto il
mondo le reazioni alla brutale
aggressione sovietica. Più significative di altre quelle del
mondo arabo, perché tradiscono
in molti casi vero e proprio panico. In particolare l'Arabia Saudita, che ha deciso di boicott a r e le Olimpiadi di Mosca, e
l'Iraq, che ha condannato decisamente l'URSS. In Libano si
segnalano diversi attentati e
manifestazioni
anti-sovietiche;
infine — e se la notizia è vera
sarebbe clamorosa — anche nella Repubblica Socialista (e ultra fllo-sovietica) dello Yemen
del Sud vi sarebbero state diverse manifestazioni contro l'in
vasione dell'Afghanistan e con
tro l'appoggio dato ad essa dal
governo di Aden. Un gran numeno di persone sarebbero state
arrestate. Continua anche id dibattito al Consiglio di Sicurezza
deirONU.
India: maggioranza assoluta
per Indirà Gandhi
1*1
Cina e Stati Uniti son® pronti ad attuare una vasta cooperazione militare che comporterà
Don solo un intervento statunitense per ammodernare le forze armate di questo paese, ma
anche, se si desse l'occasione,
un appoggio nel settore della
difesa per garantire i reciproci interessi minacciati da una
terza potenza. Questo è il primo risultato dei colloqui che
il segretario de'la difesa Harold
Brown ha avuto sinora con alcuni dei maggiori esponenti cinesi a Pechino. A questi incontri hanno preso parte altissimi
funzionari delle due parti, domani è previsto un incontro
con il vice primo ministro Deng
Xiao Ping.
Cijia ed USA hanno quindi
perfezionato un'alleanza militare che non solo prevede un intervento diretto degli USA per
ammodernare l'esercito cinese,
ma anche un sistema di aiuto
reciproco in caso che i loro interessi siano minacciati dall'
URSS.
In questo quadro i due paesi
continueranno anche in futuro
le discussioni sugli effetti delle
azioni sovietiche nella regione
asiatica e si consulteramo ulteriormente sulle aporopriate
risposte da dare. Le due parti
si sono trovate d'accordo neH'
affermare che le azioni dell'
URSS « pongono direttamente in
perìcolo la pace mondiale e
sicurezza di tutti » paesi e rap
presentano una sfida per la comuni! à internazionale ».
proprie arnoi, ai carri armati e
agli elicotteri da combattimento sovietici; i gruppi di ritjelli
possono godere solo di poche e
disorganizzate basi in Pakistan,
proprio a ridosso della frontiera, dove si ammassano e vivono centinaia di migliaia (370
mila secondo alcune fonti) di
profughi afghani scappati a due
anni di « socialismo » importato con i tanks ed il napalm.
Il più importante di questi campi si trova a Pesha-war, cittadina di cui ieri si è occupata
con un minaccioso avvertimen-
to, anche la « P r a v d a », che ha
pesantemente messo in guardia
il Pakistan dai pericoli a cui
va incontro permettendo che
da] suo territorio, ed in particolare da Peshawar, partano le
«aggressioni imperialistiche CMiÉ(D l'Afghanistan ».
Nei giorni scorsi l'URSS si
era vioJeniemente scagliata contro il progetto statunitense di
fornire armi ed aiuti m i ^ r i
a l Pakistan.
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Vedremo nelle prossime settimane se avranno successo questo, come gli altri progetti americani tendenti a rafforzare la
loro posizione militare nel terzo mondo e in particolare nei
paesi del cosiddetto « arco della
crisi ». (L'Egitto ha smentito la
notizia, diffusa daOa TV israeliana due giorni f a , secondo cui
la base aerea egiziana di Marsa Matruh, suUa costa mediterranea vicino alla Libia, sarebbe
stata messa a disposizione degli
USA).
Ieri D governo di Washington
è stato costretto a ordinare la
sospensione per due giorni di
tutte le contrattazioni di grano,
granturco, avena e soia nei mercati di Chicago, Kansas City e
Minneapolis: questo per evitare
che il blocco delle forniture di
cereali aLl'UESS possa provoc a r e un crollo nei prezzi di
questi prodotti, crollo che, nonostante le assicurazioni che il
New Delbl, 7 — Con le elezioni generali del 3 e S gennaio
è accaduto in India quanto, fino alla vigilia, era stato valutato
come soltanto possibile sia da tutta la stampa sia dalla grande
maggioranza degli osservatori: cioè, che uno dei due maggiori
contendenti (il partito « Janata » ed il < Congresso-I ») potesse
conseguire la maggioranza assoluta, superando — a risultati
completi per tutti i 542 collegi — il limite del 272 seggi nella
nuova « Lok Sabba » (Camera bassa, giunta alla settima legislatura).
(nostra
corrispondenza)
Delhi, 7 — « Ristabilire nel
paese la legge e l'ordine». Questa la promessa — di per sé
abbastanza progiammatica —
che la signora Gandhi aveva
rivolto al più vasto elettorato
del mondo democratico da tutte le prime pagme dei quotidiani indiani. A giudicare dai
primi, parziali, dati che lentamente vengono dall'India la misura della sua vittoria è superiore ad ogni previsione.
La campagna elttorale si era
conclusa con l'affissione in centinaia di migliaia di copie di
un manifesto del Lok Dal, il
partito — che i dati finora giun
ti danno come il « grande perdente » di queste elezioni —
del primo ministro in carica,
sig. Charan Shing. Il manifesto
rappresentava la signora Gandhi con la mano aperta in primo piano (la mano aperta è
il simbolo scelto dalla Gandhi
per il suo Congresso in queset
elezioni) a sottolmeare la somiglianza del suo gesto con una
sorta di saluto romano.
Nella sala stampa di New
/ M a r t e d ì 8 Gennaio 1980
Delhi i giornalisti indiani e di
tutto il mondo commentano stupiti il trionfo della Gandhi. Il
meccanismo perverso dei colleggi uninominali (il vincitore
di ciascun colleggio ha conteggiati a suo favore tutti i voti,
indipendentemente dalla misura della sua vittoria) ha reso
inutili milioni di voti per Io
J a n a t a Party, i cui candidati
hanno perso in molte circoscrizioni per poche decine di voti. Ai temi che hanno caratterizzato l'infuocato dibattito
politico del periodo pre-elettorale, all' agitazione da parte
dello J a n a t a e del Lok Dal
dello spettro
dell'Emergenza
che aveva visto lo strapotere
della Gandhi e del suo pericoloso figlio Sanjay ed alia
risposta del Congress (I) che
batteva sullo stato di caos nel
quale si dibatteva il paese,
un altro, scottante e decisivo
si è sovrapposto, fino a f a r
passare tutto il resto in secondo piano, negli ultimi frenetici giorni della campagna
elettorale:
l'inv^asione
russa
dell'Afghanistan.
Alla decisa
presa di pwsizione dello .la-
Fino a poco fa U « Congresso-I i aveva conquistato cento
seggi sa 131 ufficialmente assegnati, per una percentuale del
76,3 per cento. Inoltre le « prolezioni • dei calcolatori ed il fatte
stesso che il « Congresso-I » sia in testa nella maggior parte
degli altri collegi fanno prevedere con sufficiente certezza che
il partito della signora Gandhi potrà avvicinarsi alla maggiora»;
xa del due terzi dei seggi della Camera, e forse anche superare tale livello.
nata (che probabilmente puntava all'uranio americano), faceva riscontro una tiepida condanna della Gandhi, che già
una volta ha costruito consenso e forza intorno alla guerr a contro l'odiato Pakistan, il
< figlio > strappalo da un colpo di coda degli inglesi e
dalla genialità del leader della Lega Musulmana Ali Jinna
alla « grande madre » indiana.
In più di un'occasione la Gandhi ha definito « non giustificata > l'invasione sovietica, ma ha
sempre tenuto ad aggiungere
che il pericolo più grave per il
suo paese è rappresentato dal
riarmo del Pakistan. Ed è la
questione afghana che oggi in
India è un modo per dire « i rapporti con l'Unione Sovietica »
che desta le maggiori preoccupaàoni sul piano internazionale.
Una cosa infatti sarebbe stata
un'India decisamente schierata
per l'indipendenza del vicino paese, un'India che è — per la sua
posizione geografica, per la potenzialità di forze che rappresenta. per il suo tradizionale ruolo nel movimento — uno dei pochi paesi in grado di fornire una
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leadership ai non allineati; tutt'altra cosa è l'India che si prospetta dopo il risultato di
ste elezioni. Il paese è già fortemente dipendente dall' URSS
nel campo economico e militare, ed il Cremlino e la signora
Gandhi non si sono mai preoccupati di nascondere le reciproche simpatie, basate sulla comune vocazione dittatoriale. Sul
piano interno, tuttavia, è presto
per azzardare delle ipotesi si^
tempi con i quali Indirà potrà
ricostruire il suo potere: bisognerà infatti attendere i r i s u l t a ti definitivi per sapere se la Gan^
dhi avrà bisogno di alleati, e®
in che misura, per poter forma'
re quel governo « stabile e forte » che ha promesso al paese
e che, certamente insieme al carisma che possiede ed alla demagogia di cui è capace, le ha
guadagnato la maggioranza dei
suffragi. Ma non è difficile prevedere che mancano poche or®
allo scatenarsi dell'eterno baitó;
to dei grossi personaggi politi®
tra un partito e l'altro e molte
saranno le mosche a volare verso il miele di un posto nel pro®'
-Simo governo del s u b - c o n t i n e n t e -
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